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La formaldeide: la chimica, le regole per l’utilizzo. I lavoratori esposti: effetti a breve e lungo termine Il rischio chimico. Dalla valutazione del rischio alla sorveglianza sanitaria. Focus sulla formaldeide Lanciano 7 Aprile 2018 Dr Fabrizio Giannandrea, MD, PhD ASL Roma 5, Dirigente Medico Servizio di Radioprotezione Medica (per informazioni: [email protected]) H H C O per informazioni: [email protected]

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La formaldeide: la chimica, le regole per

l’utilizzo. I lavoratori esposti: effetti a breve e

lungo termine

Il rischio chimico. Dalla valutazione del rischio alla sorveglianza sanitaria. Focus sulla formaldeide

Lanciano – 7 Aprile 2018

Dr Fabrizio Giannandrea, MD, PhD

ASL Roma 5, Dirigente Medico

Servizio di Radioprotezione Medica

(per informazioni: [email protected])

H

H C O

per informazioni: [email protected]

Formaldeide: lo sconosciuto attentatore

- l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul

Cancro (IARC) sin dal 2006 ha inserito la

formaldeide nell'elenco delle sostanze

considerate con certezza cancerogene per la

specie umana.

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Un po’ di storia sulla formaldeide: dalla rivoluzione

industriale alla nemesi dei danni sulla salute

1869 sintetizzata per la prima volta dal chimico Von Hofman

1888 Auguste Trillat fu il primo a studiarne le proprietà

conservatrici, ricavando una miscela acquosa (formalina), per

preservare le parti anatomiche

1906 Leo Baekeland fu il primo a creare il primo materiale

sintetico dalla combinazione della formaldeide con l’acido fenico,

da cui nacque la bachelite.

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- Ampio impiego a partire dagli anni ’60 anche

nell’industria farmaceutica (Formitrol)

- «Il raffreddore bussa, ma non entra se avete preso in

tempo il Formitrol. Formitrol contiene formaldeide attiva.

Tenete sempre a portata di mano un tubetto di Formitrol,

l’energico antisettico che vi difende da mal di gola,

raffreddore, influenza. Anche il medico consiglia il

Formitrol» (Pubblicità del Formitrol tratta dal

Corriere dei Piccoli n.8 del 23 Febbraio 1964

Un po’ di storia sulla formaldeide: «Ah…se avesse

preso in tempo il Formitrol!»

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Un po’ di storia sulla formaldeide

- l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul

Cancro (IARC) sin dal 2006 ha infine inserito

la formaldeide nell'elenco delle sostanze

considerate con certezza cancerogene per la

specie umana.

- dal 1º gennaio 2016 in Italia la formaldeide

è passata dalla classificazione di "sospettato

di provocare il cancro" a "può provocare il

cancro" (Regolamento (UE) N. 605/2014).

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Formaldeide: la chimica

aldeide fòrmica o metanale (IUPAC), la più semplice delle aldeidi alifatiche.

nota anche come formalina o formolo (soluzione acquosa al 35-40%), ossido

di metilene o metilaldeide.

gas incolore, molto solubile in acqua, alcool ed etere e con odore pungente.

classificata nei composti organici volatili (COV) e per questo, quindi, i

prodotti che la contengono, la rilasciano con molta facilità nell’aria

circostante.

H

H C O

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Formaldeide: le caratteristiche

L’utilizzo della formaldeide come materia prima per la realizzazione di prodotti

industriali ha più di un secolo e, ad oggi, interessa quasi un centinaio di settori.

la sua produzione annuale è di circa 20 milioni di tonnellate, di cui almeno la metà

viene impiegata per produrre resine

Non si accumula nell’ambiente → decomposta in poche ore dalla luce del sole o dai

batteri presenti nel terreno o nell’acqua

Non si accumula nell’organismo umano → rapidamente metabolizzata.

E’ estremamente volatile. Per questo è fortemente sospettata di essere uno degli agenti

maggiormente implicati in quella che viene definita “sindrome dell’edificio malato”

(sick-building sindrome – SBS) ossia una particolare situazione in cui gli occupanti di

un edificio (e per estensione di un dato ambiente) manifestano fenomeni che appaiono

legati al tempo trascorso al suo interno, ma senza che possano essere identificate cause

specifiche.

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Formaldeide: le caratteristiche

ubiquitaria (indoor + outdoor) e presente:

- nell’aria atmosferica seppur in tracce

- nei gas di scarico

- nelle emissioni industriali (es. inceneritori di rifiuti)

- nel fumo di sigaretta

- vapori di sigaretta elettronica

- tutti i luoghi di lavoro ad uso ufficio

Prodotta da:

- degradazione di cibi, bevande

- sottoprodotto delle combustioni incomplete (fumo di sigaretta)

- esalazioni da arredi in legno pressato

- mobili in truciolato, in compensato, in alcuni tipi di parquet a causa della sua

presenza nei solventi e nelle colle.

- processi di stampa a toner nelle fotocopiatrici e nelle stampanti

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Attività professionali a rischio formaldeide: Il suo larghissimo utilizzo comporta quindi una notevole interazione con tutta una serie di categorie

professionali la quale deve essere accuratamente valutata. Almeno la metà viene impiegata per

produrre resine utilizzate, in larga parte, come collante e come rivestimento nell’industria del legno.

Es. industria → rilascio nelle fasi di riscaldamento del collante e funzione del tipo di resina, del tempo

di pressatura e del tipo di applicazione, soprattutto se a spruzzo, ed essiccazione. Es. resine cosiddette

termoindurenti ottenute da reazioni di policondensazione della formaldeide con il fenolo (resine

fenoliche) o con l'urea o la melamina (resine ammidiche). I lavoratori a rischio, anche potenziale, di

esposizione possono includere:

Settore lavorativo implicato Tipo di lavoro

categorie di professionisti imbalsamatori, necrofori ed

anatomopatologi

lavoratori dell’industria settore chimico, abbigliamento,

produzione di fibre di vetro,

ferro, legno, plastica e carta

industria farmaceutica Produzione Formitrol

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Vie di esposizione professionale a

formaldeide Vie di esposizione principale:

inalazione (nel tratto respiratorio superiore dove la sostanza può reagire direttamente

con lo strato di muco o con le componenti macromolecolari delle cellule, comprese le

proteine e gli acidi nucleici).

Vie di esposizione potenziale:

assorbimento cutaneo

ingestione (ad esempio, il cibo, farmaci).

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SANITARIO

Conservante di pezzi anatomici e di campioni di materiale biologico

Agente imbalsamante

Preparazione, fissaggio e conservazione dei tessuti bioptici

Produzione di vaccini

Disinfettante dei ferri chirurgici

Medicinale (Formitrol) per la cura del mal di gola (fino a qualche anno fa)

Battericida

Utilizzi

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Utilizzi INDUSTRIA

Produzione di resine fenoliche (bachelite), melamminiche (pannelli fonoassorbenti)

e ureiche (schiume isolanti) mediante reazioni di polimerizzazione

Intermedio per reazioni chimiche

Agente anticorrosivo in trattamenti metallici

Collante per i pannelli di legno MDF (Medium Density Fibreboard)

Agente conciante e battericida

Indurente per pellicole fotografiche (in disuso)

Additivo nelle attività di fonderia

Imballaggi (nella colla del cartone pressato)

Oggettistica (finto avorio, finta tartaruga)

N.B.: Nel settore della produzione del legno il DM 10/10/2008 ha vietato il commercio di pannelli e manufatti se il

rilascio nell’ambiente di formaldeide supera lo 0,1 ppm ( 0,124 mg/m3)

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Utilizzi SETTORE ALIMENTARE

Conservante dei cibi (sigla E240 o E239

ottenuto dalla sintesi della formaldeide

ed ammonio). Può raggiungere anche

1000 ppm nel pesce affumicato, 100

ppm nei crostacei, 20 ppm nei formaggi,

nella frutta e nella verdura

Carta per alimenti

Food type Level (mg/kg)

Mela 6.3 – 22.3

Albicocca 9.5

Banana 16.3

Barbabietola 35

Ortaggi a bulbo (es.

cipolla) 11.0

Cavolo 5.3

Carota 6.7 – 10

Cavolfiore 26.9

Cetriolo 2.3 – 3.7

Uva 22.4

Cipolla verde 13.3 – 26.3

Cavolo rapa 31

Pere 38.7 – 60

Prugna 11.2

Patata 19.5

Spinaci 3.3 – 7.3

Pomodoro 5.7 – 13.3

Anguria 9.2

Ravanello bianco 3.7 – 4.4

Funghi Secchi 100 – 406

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Utilizzi

AGRICOLTURA

Disinfezione dei suoli

Trattamento dei semi

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Utilizzi

COSMESI

Detergenti, saponi, detersivi per piatti, ammorbidenti, lucidi

per scarpe

Solventi per unghie, lozioni per capelli, fondotinta, creme,

mascara

Deodoranti

Colluttori

Fissatori per i capelli

N.B.: Nel settore della cosmesi si è stabilito un livello massimo della sua concentrazione nei prodotti di uso

comune pari allo 0,1%

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Tossicocinetica e Metabolismo

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Tossicocinetica e Metabolismo

La formaldeide è presente in concentrazioni misurabili in tutte le cellule

metabolicamente attive e nei tessuti. In soluzione acquosa la formaldeide viene

rapidamente convertita nella sua forma idrata in -diolo, il “metandiolo” o glicole

metilenico (CH2 (OH) 2), che entra in un nuovo equilibrio dinamico con altre

molecole di formaldeide.

La concentrazione del diolo e quella della formaldeide dipendono dalle precise

condizioni microambientali (temperatura, pH, concentrazione) in cui avviene la

reazione.

È importante sottolineare che il metandiolo (peso molecolare: 48) può penetrare

rapidamente nei tessuti, raggiungendo il midollo osseo attraverso il circolo sanguigno,

dove entra nuovamente in equilibrio con altra formaldeide libera.

essa può essere incorporata in molecole biologiche, attraverso processi enzimatici

folato-dipendenti, ed essere ossidata ad acido formico o anidride carbonica attraverso

processi enzimatici legati agli enzimi formaldeide-deidrogenasi, aldeide-deidrogenasi e,

in parte, anche dalla catalasi

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Tossicocinetica e Metabolismo

I globuli rossi hanno livelli relativamente elevati di enzimi che metabolizzano

la formaldeide.

In uno studio effettuato su un gruppo di studenti di medicina volontari

esposti per tre settimane a concentrazioni aeree <0,5 ppm non è stato

osservato alcun cambiamento nella concentrazione urinaria di acido formico.

In maniera analoga, una esposizione per 40 minuti a 1,9 ppm in sei volontari

non ha determinato alcun incremento della concentrazione di formaldeide nel

sangue, il che è verosimilmente correlato ad un metabolismo della

formaldeide molto efficiente.

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Effetti acuti della esposizione

Effetti irritativi

Effetti sensibilizzanti

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Effetti irritativi

Gli effetti irritativi della formaldeide dipendono dal livello di concentrazione

aerodispersa, dal tempo di esposizione e dalla suscettibilità individuale.

Un recente studio ha stabilito in 0,1 ppm (range: 0,02-0,5 ppm) la soglia media per la

percezione degli odori della formaldeide. Nel complesso, la percezione olfattiva della

formaldeide si verifica ben al di sotto degli effetti tossicologici registrati.

Gli esperti hanno concluso che tra 0 e 0,3 ppm di esposizione non vi era alcun

aumento di irritazione degli occhi superiore al generale livello di circa il 10-20%

registrato nella popolazione non esposta e l'irritazione registrata per 0,3-0,5 ppm

risultava troppo inaffidabile per attribuirla esclusivamente alla formaldeide.

La curva dose-effetto mostrava che 0,5-1 ppm, con una esposizione di massimo 6 ore

di durata, potevano determinare irritazione agli occhi nel 5-25% delle persone esposte.

Si è pertanto concluso che esposizioni a formaldeide di 0,3 ppm o meno per 8 ore al

giorno non possono comportare alcuna irritazione attribuibile alla sostanza. Aumenti

significativi di irritazione oculare si presentano solo per concentrazioni di almeno 1

ppm, che è la ragione per cui questo valore è spesso considerato soglia.

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Effetti sensibilizzanti

E’ stato visto che la formaldeide è un potente sensibilizzante cutaneo e delle

mucose respiratorie. La probabilità di sviluppare sensibilizzazione è tanto più

alta quanto più elevata è l’esposizione.

La formaldeide è inoltre una causa nota di dermatite allergica da contatto e,

dato questo più controverso, di asma professionale.

Biopsie nasali di lavoratori esposti cronicamente a formaldeide hanno

documentato flogosi cronica delle mucose, perdita di ciglia, displasia,

iperplasia e metaplasia squamosa, anche se quest'ultima evenienza appare più

incerta e potrebbe essere condizionata da altre esposizioni a cancerogeni

concorrenti (es. polveri di legno)

Nonostante il suo diffuso utilizzo, soprattutto nel passato, la sensibilizzazione

delle vie respiratorie è stata segnalata solo in pochi casi tanto che la

classificazione come sensibilizzante respiratorio non parrebbe giustificata

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Riassunto degli effetti per livello di esposizione

CARATTERISTICA Valore (mg/m3)

Percezione odore (soglia olfattiva) 0,03 – 0,6

Irritazione gola e naso 0,1 – 3,1

Irritazione oculare 0,6 – 1,2

Diminuzione percezione nasale (esposizione 3-5 ore) 0,5 – 2,0

Cefalea 2,4

Sensazione pungente occhi, naso 2,5 – 3,7

Diminuzione funzionalità polmonare 3,7

Tollerabilità alla lacrimazione 5 – 6,2

Forte lacrimazione per un’ora 12 – 25

Pericolo di morte, edema, polmoniti 37 -60

Morte 60 - 125

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Effetti cronici di esposizione a formaldeide di origine

professionale: Caratteristiche

Cancerogeno Acclarato effetto cancerogeno anche in popolazioni lavorative

Teratogeno o tossicità per lo sviluppo Valutare possibili esposizioni occupazionali parentali

Tossicità riproduttiva Gli effetti negativi sul sistema riproduttivo maschile e/o femminile

causati da esposizione ad una sostanza o agente tossico. L'effetto

negativo può essere espresso come alterazioni nel comportamento

sessuale, diminuizione nella fertilità o morte fetale durante la

gravidanza.

Genotossico (il grado con cui provoca danni o mutazioni del

DNA)

Gli effetti genotossici e mutageni della formaldeide sono stati

evidenziati in diversi test in vitro. Essendo un composto assai

reattivo, la formaldeide reagisce con gli acidi nucleici e le proteine.

I risultati degli studi in vivo sono invece più difficili da valutare. Di

particolare importanza è la questione se effetti citogenetici

possano avvenire solo a seguito di una esposizione locale o anche

come il risultato della disponibilità sistemica della formaldeide

Tossicità d’organo a basse dosi Tossicità di un organo o sulla salute prodotta da una sostanza

quando viene somministrato a basse dosi (ad esempio, danni al

fegato, necrosi locale di tessuto, etc.).

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Effetti a lungo termine

Tumori (es. cancro rinofaringe, leucemie)

Patologie respiratorie → asma professionale; la patogenesi non è stata ancora completamente

chiarita (probabilmente attraverso meccanismi allergici). L'incidenza di asma professionale da

formaldeide sembra non molto elevata. Solo una minoranza di soggetti esposti a formaldeide e

sintomatici sembra sviluppare un asma professionale tipico. La maggior parte dei lavoratori affetti

da asma professionale attribuibile alla formaldeide manifestano anche sintomi di rinite e

rinocongiuntivite.

Patologie dermatologiche → può provocare anche sensibilizzazione cutanea essendo uno degli

allergeni da contatto più diffusi. È pertanto la causa di numerosi casi di dermatite da contatto,

allergica o da irritazione professionale o domestica. La dermatite allergica da contatto è

essenzialmente un eczema che è il risultato di meccanismi di ipersensibilità ritardata cellulo-

mediata come dimostra la positività ai patch test. Le orticarie IgE-mediate sono state riportate

eccezionalmente, come risultato di esposizioni non professionali. Spesso è molto difficile

differenziare clinicamente le dermatiti da irritazione da un eczema allergico da contatto.

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Effetti riproduttivi. Sono stati osservati aborti spontanei in cosmetologhe e addetti nei laboratori

che utilizzavano rispettivamente disinfettanti a base di formaldeide e formalina. I lavoratori del

legno esposti alla sostanza registravano un notevole ritardo nel concepimento in uno studio,

anche se recenti meta-analisi non confermano questi risultati. Dato che l’esposizione a

formaldeide esogena a bassi livelli non si prevede che causino effetti mutageni sulle cellule

germinali, è molto improbabile che possano causare danni allo sviluppo o alla riproduzione

nell’uomo e nell’animale.

effetti cognitivi e neuropsicologici della esposizione a formaldeide non sono numerosi e riportano

in qualche caso manifestazioni di sindrome psico-organica.

Effetti a lungo termine

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Effetti genotossici e mutageni

La formaldeide produce effetti mutageni e genotossici su linee

cellulari in fase proliferativa esposte direttamente alla sostanza,

con una modalità di azione prevalentemente clastogenica

Effetti clastogenici, come le aberrazioni cromosomiche,

l’aumento della formazione di micronuclei e lo scambio di

cromatidi fratelli, come anche gli effetti genotossici (addotti del

DNA), sono stati indotti in cellule di coltura in vitro con

formaldeide di mammiferi e uomo

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Cancerogenicità della formaldeide

L'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro

(IARC) ha rivalutato nel 2006 la formaldeide,

classificandola nel Gruppo 1 di cancerogeni per

l'uomo: evidenze sufficienti per il cancro

rinofaringeo, non abbastanza evidenti per la leucemia

e limitate per i tumori naso-sinusali.

dal 1º gennaio 2016, la formaldeide è passata dalla

classificazione di "sospettato di provocare il cancro" a

"può provocare il cancro" (Regolamento (UE) N.

605/2014).

Nel 2012 la IARC ha valutato favorevolmente la

correlazione causale con la leucemia mieloide (LM),

sottolineando la rilevanza di un recente studio su

lavoratori esposti con aneuploidie ematologiche

caratteristiche della LM e delle sindromi

mielodiplastiche.

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Evidenze meccanicistiche sull’induzione di

leucemie mieloidi ed altri tumori ematologici della

formaldeide curva dose-risposta a forma di J →

livello di cancerogenicità “senza

effetto” per bassi livelli di

esposizione a formaldeide (da CIIT,

2009).

nessun incremento della

concentrazione di formaldeide nel

sangue e nell'escrezione di formiato

dopo esposizione < 0,4 ppm .

per dosi molto elevate, rapporto di

dose-dipendenza: es. per

esposizioni estremamente elevate le

differenze dei micronuclei tra

esposti e “controlli” risultavano

aumentate (25,35 ± 6,28 vs 7,08 ±

4,62).

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Metodologia IARC per la classificazione dei

cancerogeni

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Evidenze epidemiologiche sull’associazione tra

formaldeide e leucemie mieloidi

Ad oggi sono stati condotti più

di 25 studi di coorte che hanno

esaminato la possibile relazione

tra esposizione professionale a

formaldeide e leucemia mieloide.

Gli studi su leucemia dei gruppi

professionali (imbalsamatori,

necrofori, anatomopatologi)

sembrano in totale antinomia

con i risultati negativi

provenienti dai lavoratori

dell’industria.

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La Sorveglianza sanitaria

L’assenza di indicatori affidabili per il monitoraggio biologico, la carenza di

efficaci tecniche di screening per la prevenzione secondaria dei tumori

potenzialmente associati, unita alla indispensabile cautela nell’uso di test

genotossici, rendono indispensabile una valutazione clinica accurata in

associazione con dettagliate informazioni derivanti da raccolte anamnestiche

mirate che vadano ad indagare i diversi organi e apparati considerati.

Uno degli obiettivi principali della sorveglianza sanitaria è l’identificazione

precoce, anche in uno stadio preclinico, di alterazioni dello stato di salute in

lavoratori esposti. Un secondo obiettivo, ma non per questo meno

importante, è l’identificazione di eventuali condizioni patologiche che, anche

se non correlate all’esposizione, potrebbero costituire situazioni di particolare

suscettibilità e, quindi, essere aggravate dalle attività lavorative. L’espressione

del giudizio di idoneità alla mansione specifica è infine l’atto conclusivo della

sorveglianza sanitaria.

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La Sorveglianza sanitaria

In sintesi gli obiettivi della sorveglianza sanitaria sono:

identificare patologie in fase precoce;

identificare e tutelare i lavoratori ipersuscettibili;

costituire parte integrante della valutazione del

rischio;

verificare l’efficacia delle misure preventive

adottate.

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La sorveglianza sanitaria

La Formaldeide presenta delle peculiarità specifiche che rendono complessa la gestione

di tutte le fasi della sorveglianza:

Il fatto di essere, solo di recente, stata annoverata come cancerogena 1B fa intendere

come non ci sia una vasta letteratura sull’argomento per gestire l’istituzione di un

protocollo sanitario;

la sua caratteristica di sostanza ubiquitaria non solo nell’ambiente esterno quanto

nell’organismo a livello cellulare che rende impossibile ad oggi l’effettuazione di un

monitoraggio biologico se non in casi di esposizione ad elevati quantitativi di ppm ma

solo per valutare l’entità di intossicazione acuta

il suo elevato utilizzo e la sua presenza in svariate sostanze presenti in vari ambiti della

vita intra ed extralavorativa ( conservante per cibi, disinfettante, stabilizzante nei

campioni di tessuti bioptici, presenza nel fumo di sigaretta, etc.)

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La sorveglianza sanitaria

Particolare rilevanza ha l’effettuazione del sopralluogo degli

ambienti di lavoro, che dovrebbe essere realizzata

antecedentemente alla istituzione del protocollo sanitario per

controllare la perfetta aderenza tra i dati riportati nel Documento

di Valutazione dei Rischi se già presente nell’azienda, la tipologia

di metodo di valutazione utilizzato ed il reale piano di lavoro del

dipendente.

Un ruolo importante per l’istituzione della sorveglianza hanno i

dati dei valori dei campionamenti ambientali effettuati : un

metodo che ci dà dei valori reali e non stimati a tavolino dell’

esposizione alla formaldeide.

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La sorveglianza sanitaria

Visita medica: Nella visita al lavoratore esposto devono essere valutati

sintomi e segni come la tosse, irritazione oculare, irritazione della gola, nausea,

cefalea e quelle condizioni fisiologiche e/o patologiche, temporanee o

permanenti, che potrebbero rappresentare situazioni di aumentata

suscettibilità individuale (questionario)

Oltre a ciò vista la recente associazione con patologie ematologiche si

utilizzerà un protocollo che miri alla valutazione del sistema emolinfopoietico

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Formaldeide: la scelta del protocollo sanitario

questionari mirati su sintomi respiratori e cutanei di tipo irritativo e/o infiammatorio

Visita medica con anamnesi dettagliata familiare (neoplasie con particolare attenzione a quelle del

rinofaringe ed a quelle ematologiche, patologie cutanee discheratosiche, patologie respiratorie)

Spirometria secondo i criteri ATS con almeno 3 prove di cui 2 riproducibili (ricordare di

effettuare la taratura dello strumento)

Esami ematochimici (emocromo completo con formula, protidogramma elettroforetico, conta

reticolocitaria totale e frazionata, bilirubina totale e frazionata, creatininemia, azotemia,

GOT,GPT, gamma GT)

Visita Otorinolaringoiatrica almeno triennale con fibroscopia.

Accertamenti di secondo livello:

visita specialistica dermatologica,

visita specialistica pneumologica,

visita specialistica ematologica,

immunofissazione siero urine,

Rx cranio e colonna in toto,

visita specialistica allergologica

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La scelta del protocollo sanitario mirata anche alla identificazione di

possibili alterazioni ematologiche negli esposti

Accertamenti di I° livello

Protidogramma elettroforetico

Reticolociti totali e frazionati

Esame emocromocitometrico con formula

Transaminasi e Gamma-gt

Bilirubina totale e frazionata

Conta piastrinica

Creatininemia ed azotemia

Esame urine

Accertamenti di II° livello:

elettroforesi sieroproteica con immuno•fissazione e dosaggio catene leggere e

pesanti, dosaggio Ig A – M – G, reticolociti, tipizzazione linfocitaria e

consulenza ematologica

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Obblighi del Medico Competente: Informazione del Datore di Lavoro ai sensi

dell’art.242, comma 4 e Art.29, comma 3 del D.Lgs.81/08

La normativa prevede che “quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne

evidenzino la necessità” (Art. 29, comma 3, D.Lgs 81/08) e, in particolare per i

lavoratori esposti in maniera simile ad uno stesso agente cancerogeno o

mutageno, laddove gli accertamenti sanitari abbiano evidenziato “l'esistenza di

un'anomalia imputabile a tale esposizione” (Art. 242, comma 4 del D.Lgs. 81/08), il

medico competente debba informare il datore di lavoro.

Codice ICOH: i medici competenti esprimano “per iscritto in modo chiaro e con la

massima urgenza la loro preoccupazione al dirigente responsabile….richiamando il datore

di lavoro ai suoi obblighi nell’applicazione della legge e dei regolamenti.”

L'inadempienza del medico competente a quanto previsto al comma 4 è

punita con sanzioni penali ai sensi dell'articolo 264, comma 1, lettera a.

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Promozione della salute nel caso della formaldeide

Per quanto concerne la promozione della salute negli esposti a formaldeide, bisognerebbe

sottolineare la ubiquitarietà della sostanza anche fuori dall’ambiente lavorativo, in modo che il

lavoratore sia tutelato anche fuori dal lavoro e organizzare suppletivamente della formazione

poiché è un materiale di ampio utilizzo in molti processi lavorativi e da tanto tempo capita non

raramente che anche figure professionalmente preparate che quindi dovrebbe attuare opportune

misure di precauzione nell’utilizzo invece lo facciano in maniera impropria e senza le corrette

cautele.

Bisognerebbe effettuare delle campagne di screening di tipo respiratorio , allergologico,

ematologico, dermatologico.

Sarebbe interessante preparare delle diete con un nutrizionista in modo da eliminare gli alimenti

che possano contenerla (conservante e 240 , o anche se solo in maniera ipotetica farla produrre

per reazioni all’interno dell’organismo, oppure rilasciato nelle operazioni di affumicatura, etc ) per

evitare accumuli lavorativi ed extralavoarativi.

Oltre a ciò sarebbe interessante effettuare dei corsi per abolizione del tabagismo e anche dell’uso

di sigarette elettroniche visto che comunque nel fumo di sigaretta e nella aspirazione dei vapori di

sigaretta elettronica si assorbono quantità seppur minime di formaldeide.

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Un caso clinico

Una donna di 32 anni, tecnico di Laboratorio presso una Unità di Anatomia

Patologica, senza precedenti clinici di rilievo, riferisce da oltre 3 anni un quadro di lieve

piastrinosi del tutto asintomatica.

Il quadro in passato fu valutato dal medico di base e dal medico competente

precedente che tranquillizzarono la lavoratrice dicendole che si trattava di una comune

alterazione ematologica, in quanto i livelli di piastrine erano di poco al di sopra del

range di normalità.

La lavoratrice era addetta alla preparazione di colture e di vetrini da circa tre anni e

precedentemente lavorava in un laboratorio di analisi di altro presidio dove non era

presente la formaldeide

Dalla scheda mansione e dalle informazioni date dal datore di lavoro al medico

competente si evinceva che era esposta a rischio chimico e cancerogeno per la

presenza di formaldeide

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Un caso clinico

La lavoratrice giunge dopo un anno all’attenzione di un nuovo medico competente

che la sottopone a visita medica di sorveglianza sanitaria.

Durante la visita la paziente lamenta lieve astenia, cute e mucose pallide, dichiara di

avere spesso prurito, oltre a documentare che la temperatura della stanza di lavoro era

troppo bassa e soggetta a continui sbalzi di temperatura.

Il quadro laboratoristico confermava le seguenti caratteristiche: trombocitosi,

anisocitosi piastrinica e ipocromia delle emazie. Il medico competente non convinto

della “normalità” del quadro clinico così presentato e consapevole che la lavoratrice, in

quanto tecnico di laboratorio di Anatomia Patologica, fosse esposta a formaldeide e

agli agenti di cui al Titolo IX del D.Lgs 81/08, richiedeva ulteriori indagini aggiuntive:

elettroforesi sieroproteica con immunofissazione catene leggere e pesanti, dosaggio Ig

A – M – G, reticolociti, tipizzazione linfocitaria e consulenza ematologica.

Intanto, una ecografia epato-splenica evidenziava una milza di dimensioni aumentate e

una marcata alterazione della conta dei reticolociti. A riscontro di tali esiti, su

suggerimento dell’ematologo, vengono effettaute specifiche indagini

immunoistochimiche che portano alla diagnosi di neoplasia mieloproliferativa cronica

JAK2 pos.

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Un caso clinico

La lavoratrice viene fatta inidonea temporaneamente a tre mesi ed il medico

competente inoltra tempestivamente una denuncia di malattia di sospetta origine

tecnopatica.

In questa lavoratrice la genesi professionale della neoplasia mieloproliferativa è resa

improbabile dalla esposizione troppo breve a formaldeide per 3 anni, che

costituirebbero di per sé una latenza troppo breve per lo sviluppo di qualsiasi tumore

di verificata origine tecnopatica e dal fatto che la tipologia di tumore diagnosticato non

è espressamente considerato tra quelli “tabellati”.

Il caso offre tuttavia uno spunto su come il medico competente debba essere

costruttivamente diffidente su tutte quelle situazioni cliniche presentate come

“normali” e costantemente attento non solo alla possibilità di trovarsi di fronte ad un

tumore di sospetta origine professionale, ma anche ai casi che si configurano sotto la

difficile gestione idoneativa del “lavoratore fragile” per cui una inidoneità temporanea

può essere l’unico e più efficiente strumento di tutela.

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Grazie per l’attenzione

“La medicina ha fatto così tanti progressi che

ormai più nessuno è sano”. Aldous Huxley

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https://www.epc.it/Prodotto/Editoria/Libri/For

maldeide-Dalla-valutazione-del-rischio-alla-

sorveglianza-sanitaria/2333

http://www.sitiabruzzomolise.it/novitaeditoria

li/editoria.htm

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