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IL GIORNALE DI RAVELLO E DELLA COSTA D‟AMALFI

Reg. Trib. Salerno n.1298/08 del 13 novembre 2008

Direttore Responsabile: Emiliano Amato

Domenica 6 Febbraio 2011 ANNO I - N. 2 edizione quindicinale COPIA OMAGGIO

Lo confessiamo: non se ne

sentiva la mancanza!

Ci riferiamo all'ultima (fino

a quando?) diatriba nell'a-

gone politico ravellese: ci

vuole cuore o cervello per

governare il nostro paese?

La virulenza dell'attacco sferrato da Se-

condo Amalfitano al Terzo Polo "de noan-

tri" è di quelli destinati a lasciare il segno.

Probabilmente ammazza nella culla l'idea

(o il diktat) che lui stesso aveva lanciato

poche ore prima, durante le primarie di

Insieme per Ravello: evitare di far uscire,

già dalla convention, il candidato sindaco

della compagine finora all'opposizione,

investendo, piuttosto, il vincitore della più

modesta carica di esploratore per verifica-

re possibili convergenze o margini di trat-

tativa con la terza lista ancora in embrio-

ne. Con quali credenziali, ci si chiede, a

questo punto Paolo Vuilleumier potrà inta-

volare un confronto con un interlocutore

su cui si è appena sparato a canne mozze?

A meno che.....non si voglia ancora camuf-

fare un vuoto di idee e di programmi, ri-

trascinando in rissa la competizione per

spianare la strada all'Uomo della Provvi-

denza che apparirebbe sulla scena qualora

ogni nuova aggregazione politica dovesse

risultare impossibile o non più praticabile,

approssimandosi le amministrative. La-

sciamo ai maligni il sospetto di una possi-bile autocandidatura! Ritornando al punto

di partenza, pensiamo che

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Castiglione, entro tre mesi via i posti letto

www.ilvescovado.it

All’assemblea di Insieme per Ravello al 90° l’ex sindaco bolla il cambio di rotta

Tutto all‟ultimo...Secondo Amalfitano frena: «Scegliere candidato sindaco ora è errore»

Paolo Vuilleumier solo rappresentante. Non per il gruppo

"Secondo me stasera fare usci-re il nome del candidato sin-daco è un errore. Stasera se-condo me deve uscire il nome di chi rappresenta il gruppo, lo rappresenta per intero e che vada a parlare con questi si-gnori (i componenti del movi-mento "Ravello nel Cuore" ndr), uno per uno. Che vada a parlare alla gente, sapendo di avere un mandato dal gruppo, dall'assemblea, pieno e totale". E’ quanto dichiarato da Se-condo Amalfitano nel corso

Vietato ai cardiopatici

I quadri di Ravello

Ritrovate tele rubate alla „Cappella‟ nel 2001

A PAGINA 7 Lettera al Vescovado

Prepariamo il programma

Bomba carta al Monastero, Suore chiamate in tribunale

Abusi edilizi: a gennaio denunciate 19 persone tra Ravello e Scala

11 febbraio 1944: Salerno capitale Re Vittorio Emanuele III a Ravello

Suore denunciano presunto bombarolo e vengono chiamate in tribunale come testi. Succede a Ravello, dove non è ancora chiu-so il caso dell'esplosione della bomba carta avvenuta nella notte tra il 25 e il 26 di di-cembre del 2002.

"A decorrere dalle ore 0.00 del giorno 11 febbraio 1944, l'esercizio di tutti i poteri dello Stato viene riassunto dal Governo Italiano nei seguenti territori sin qui sotto-posti all'Amministrazione Militare Alleata”

Nell'ambito dell'intensificazione dei servizi di monitoraggio del territorio, i Carabinieri della stazione di Ravello, coordinati dal comandante Procolo Chiocca, nel solo mese di gennaio hanno denunciato ben 19 perso-ne nei comuni di Ravello e Scala.

A PAGINA 6 A PAGINA 4

Il cervello disse al cuore: “Perché faccio sempre quello che vuoi

tu?”. E il cuore rispose: “Perché tu pensi ciò che io sento”. Ci sono,

nella vita di ogni giorno, sicuramente momenti difficili che antici-

pano scelte difficili. Per esperienza so che è sempre e comunque

semplice scegliere il percorso più agevole rispetto ad un altro irto

ed insidioso. Sapevo, nel momento in cui cominciai la mia avventu-

ra politica, che questo momento sarebbe arrivato

Il cuore vince e convince LA REPLICA DEL CARDIOLOGO ALLE TESI DELL‟EX SINDACO

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di Antonio Schiavo

Anatomia del Potere

Editoriale

Gentile Direttore,

in riferimento agli articoli apparsi sulla sua testata on line “Il Ve-scovado”, ho riscontrato una rappresentazione dei fatti non piena-

mente corrispondente alla realtà. All’indomani delle Primarie di Insieme per Ravello, si è voluto creare confusione e disorientamen-

to rispetto ad un momento di alta democrazia, mai visto prima. Sce-gliere il candidato sindaco di un gruppo in maniera aperta, con voto

a scrutinio segreto e non nel chiuso di una stanza, a tavolino con pochi amici, è un messaggio nuovo e dirompente che ritengo dove-

roso sottolineare per proiettare finalmente il paese fuori dagli inciu-ci e dalle manovre di corridoio di chi non ha il coraggio di assumere

posizioni chiare, limpide e coerenti di fronte ai cittadini. Questo è il

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Entro tre mesi il plesso sanitario di Castiglione di Ravello verrà trasforma-to in struttura polifunzionale per la salute che ospiterà una struttura di primo soccorso con guardia medica rianimatoria che verrà utilizzata per i trasferimenti di pazienti critici e in supporto ai medici del Saut.

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di Emiliano Amato

di Salvatore Ulisse Di Palma

di Paolo Vuilleumier

Amalfitano:«L'amministrazione si fa con la testa, non col cuore»

A PAGINA 3

All‟ Ospedale

Doppio appuntamento con la preven-zione sanitaria e il teatro d’autore all’Auditorium Oscar Niemeyer di Ra-vello. Sabato 12 febbraio, infatti, le porte della struttura progettata dal celebre architetto brasiliano torneran-no a riaprirsi per un evento significati-vo dedicato agli abitanti della Città della Musica. Alle 19 e 30 sarà uffi-cialmente presentato, infatti, lo stu-dio epidemiologico di popolazione

Il 12 febbraio

Auditorium: prevenzione sanita-ria e il teatro di Giacomo Furia

E' stata ritrovata la tela a trittico trafuga-ta dalla chiesa detta della "Cappella" nel 2001. A darne comunicazione il Coman-do Carabinieri Tutela Patrimonio Cultu-rale di Napoli che nei giorni scorsi ha contattato telefonicamente il parroco, padre Antonio Petrosino. La tela, raffigurante la Madonna che al-latta il bambino sul trono, circondata da due santi e dalle anime del purgatorio, venne sottratta dall'altare della chiesetta

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PAG 2 POLITICA Domenica 6 Febbraio 2011

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO (…) della convention del movimento di In-sieme per Ravello tenutosi sabato 26 gen-naio presso l’Hotel Bonadies, chiamato ad esprimere, attraverso il voto, il candidato alla carica di sindaco che avrebbe dovuto guidare il sodalizio alle prossime consulta-zioni elettorali. E il condizionale è d'obbli-go, perché con l’irruzione in zona Cesarini (pochi minuti prima dell'avvio delle opera-zioni di voto), il fondatore del movimento nato nel 1994, seppur nelle vesti del comu-ne iscritto, chiede ai colonnelli e ai circa duecento intervenuti di temporeggiare perché «se stasera facciamo uscire il can-didato sindaco nostro dimostreremo indi-rettamente che siamo un gruppo chiuso, che abbiamo deciso che ormai giochi sono fatti e chi non è d'accordo su questo nome è legittimato a fare altro». E' categorico Amalfitano, che più volte ha annunciato la propria volontà a non candidarsi, ma che mette in campo tutta la determinazione di chi vuol piegare il destino al proprio volere e che probabilmente più di altri è ancora capace di comprendere e interpretare la situazione politica attuale. E di rimediare, prendendo per mano coloro che sono o saranno i suoi eredi. «Stasera (sabato 29 ndr) butteremo fuori un povero Cristo che si troverà addosso un paese intero, addi-tandolo come nemico da sconfiggere e facciamo scomparire il gruppo. E' bene che si voti, ma si voti per individuare chi deve rappresentare il gruppo in tutte le sedi. E io mi preoccuperò anche di dargli un elenco di cose da fare e di persone da contattare». Non lascia spazio ad altre interpretazioni la priorità "suggerita" dall'ex sindaco di Ravello di aprire le porte del sodalizio "delle regole" a nuovi ingres-si, non escludendo la possibilità di cambia-re denominazione e simbolo qualora ve ne fosse la necessità. E le stoccate ai nuovi avversari non mancano di certo. «Non vo-glio che i mestatori dell'ultima ora, i no-velli profeti (chiaro il riferimento a Ulisse Di Palma, Nicola Amato e Gerardo Russo fondatori di Ravello nel Cuore ndr), possa-no girare per il paese dicendo che loro sono gli aperti e noi siamo i chiusi - av-verte Amalfitano -. Non è la verità ma lo dobbiamo dimostrare. Allora che i novelli profeti vengano a parlare, andremo noi da loro, manderemo il nostro rappresen-tante a parlare con loro e ci diranno dove vogliono andare, come vogliono andare e con chi vogliono andare». Paradossalmen-te l'appello lanciato nei giorni precedenti l’adunanza dal gruppo Ravello nel Cuore trova parziale risposta proprio nel ragiona-mento di Amalfitano, capace di "convincere" l'assemblea a rivedere il ruolo dell'uomo da designare. Dalla platea nes-suna contrapposizione è stata mossa con-tro la proposta votata da 154 iscritti. Anzi. L’intervento di Amalfitano è stato salutato da un applauso scrosciante. Con 116 prefe-renze Paolo Vuilleumier non sarà, dun-que, il candidato sindaco, ma rappresente-rà Insieme per Ravello in fase di concerta-zione, probabilmente nel tentativo di ricu-cire lo strappo con Ulisse Di Palma e apri-re a nuovi ingressi, fino a ieri estranei al sodalizio. Perchè i più restano convinti che la formazione di tre compagini porterebbe solo portare vantaggi alla Campana di Sal-vatore Di Martino. In ogni caso per Vuil-leumier, che avuto la meglio su Nicola Fio-re (16), Franco Lanzieri (12) e Nicola Man-si (9), un'affermazione plebiscitaria, ma un sogno realizzato a metà. «Se parlare di leader e non di candidato sindaco desi-gnato potrà servire a favorire il dialogo ed il confronto - afferma Vuilleumier - so-no d'accordo, per me hanno la stessa va-

no d'accordo, per me hanno la stessa valenza. Il gruppo ha la necessità di riconoscersi in una guida forte e rap-presentativa che solo le Primarie pote-vano individuare. Sono pronto ad af-frontare questa nuova sfida - conclude -. Ringrazio tutti quanti per l'entusia-smo, la partecipazione attiva, la fiducia accordatami. Tanta partecipazione è da sprone per continuare nella strada intrapresa e assicuro tutto il mio impe-gno per realizzare, insieme, un rinno-vato 'Progetto per Ravello'». Intanto i dirigenti del movimento restano convin-ti che il voto dell’assemblea abbia sanci-to in nome del candidato sindaco di In-sieme per Ravello, bocciando, in un cer-to senso, la strategia di Amalfitano. E Nicola Fiore, tra i fondatori del sodalizio e da sempre uomo di fiducia del presi-

DALLA PRIMA

E‟ Vuilleumier il leader di Insieme per Ravello

dente di Formez Italia, non lascia spazio alle interpretazioni:«Ringrazio Secondo per avermi “indicato col cuore”, ma rispetto e condivido la scelta dei tanti sostenitori del nostro Movimento e, che ha individuato in Paolo Vuilleumier la nostra nuova guida, e che mi impe-gno ad affiancare e sostenere, come immagino tutti i presenti e quanti vo-gliano davvero vedere Ravello crescere, finalmente alla luce di una guida sicura e propositiva”. Da oggi per me Paolo è il candidato sindaco di Insieme per Ravello». Dichiarazione, questa, che lascerebbe intendere la volontà del mo-vimento di voler cominciare a cammina-re con le proprie gambe, senza il soste-gno del suo leader storico al quale, evi-dentemente, non si ha il coraggio di dir-lo per tempo. e.a.

(…) anche per me. Collaborare, impegnarsi anche se in nome e per conto di un’idea, di un gruppo , di un rapporto di amicizia era una cosa , anche facile da gestire, scegliere di proporsi, in prima persona per la gestione, come amministratore della cosa pubblica è altro. Ho valutato , nel corso del tempo attentamente i pro e i contro e, mi sarebbe stato più facile continuare a fare il “poeta” e dare collaborazione saltuaria in termini di pro-gettazione futura ed altro. Alla professione medica avrei tolto poco o niente ed avrei avuto anche il tempo per dilettarmi e coltivare anche qualche altro mio hobby. Invece no! Ripensandoci ho scelto l’esatto contrario, perché mi sono detto che ora più di ieri sarei dovuto scendere in campo per il bene del mio paese. La scelta mi veniva dettata dall’esperienza politico amministrativa maturata in questi anni e dall’antica abitudine di sognare, perché nulla, nella vita dell’uomo sarebbe potuto cambiare se non ci fossero stati i sognatori. Un sindaco, freddo, cinico e calcolatore sarebbe un buon funzionario ma non avrebbe cuore né di osare, né di sperimentare, né di realizzare l’impensabile. Talvolta ci lasciamo impressionare da sedentari e fortunati amministratori che gesten-do la quotidianità sono capaci di farsi passare per valenti , dimenticando che il buon amministratore è solo colui il quale, con largo anticipo, sa pre-vedere, sa recepire, sa in buo- na sostanza camminare, ammi-nistrativamente parlando, non con una ma con due marce in più. Nella casa comunale che deve essere palazzo di vetro dovremo confrontarci prima con gli avversari politici e poi con gli amici che ci hanno sostenuto. Forse questo è il nuo-vo corso della politica. Forse questo è il corso che persegui-ranno le future generazioni. Questo è il corso naturale della politica. Prefigurandomi il futuro non posso non pensare all’oggi, ecco perché mi con-sumerò, ci consumeremo con gli amici in incontri sempre più allargati, con l’imperativo categorico di unire quanta più gente possibile attorno al progetto di una Ravello futura. Gli anni che ci siamo lasciati alle spalle sono stati anni sicuramente dif-ficili e delicati e, qualche volta, hanno lasciato la testimonianza dell’interesse personale rispetto all’interesse pubblico. Non è più tempo né di ideologie né di guerre fratricide. Non è tempo di primarie. Gli amici, quelli autentici, veri di gioventù, di passione politi-ca, quelli restano nel cuore, con qualcuno si è anche potuto registrare una diversità di vedute, ma l’affetto resta immutato. Chi ieri mi ha dato in termini di affetto, domani riceverà, né le porte saranno sbarrate nei confronti di chi mi ha osteggiato o, solo poli-ticamente , qualche volta offeso. L’importante sarà, come lo è oggi, ritrovarsi sulle pro-poste, sul modo di gestire la cosa pubblica, sulla capacità di sapersi fare da parte per il più meritevole, il più capace, il più, nello specifico, preparato. Quelli che viviamo certa-mente non sono tempi facili e che soltanto una decisa determinazione, uno slancio di coraggio e fantasia potranno favorire le condizioni economiche di una piccola comuni-tà come la nostra. L’invito pressante è quello a stringerci in un tutt’uno, a raccogliere idee, proposte,contributi, per essere pronti a fronteggiare i tempi nuovi che non saran-no di facile gestione. L’auspicio è che a questo appello rispondano uomini, donne ma soprattutto giovani, con la loro forza e perché no anche con un pizzico di incoscienza. Agli anziani il delicato compito di raccontare e di farci ragionare per farci evitare errori del passato. Gli uomini di buona volontà, quelli che sceglieranno di farci da levatrice, l’invito a seguire con pazienza gli eccessi di una campagna elettorale che sin da ora, mi auguro non tormentata. A loro che definisco “Saggi” l’invito alla mediazione, non ci sono nemici da abbattere ma avversari politici con i quali confrontarsi e scontrarsi. Sia la persuasione l’arma più forte ed il viatico della futura amministrazione. Nella mischia butto il cervello che mi ha fornito i rudimenti essenziali per la mia professione medica ma ancor più il cuore perché con esso e solo con esso che si vince e si convince. E, a tal proposito, mi piace chiudere con la testimonianza di Rita Levi di Montalcini che inte-gralmente trascrivo: “tutti dicono che il cervello sia l’organo più complesso del corpo umano, da medico potrei anche acconsentire. Ma come donna vi assicuro che non vi è niente di più complesso del cuore, ancora oggi non si conoscono i suoi meccanismi. Nei ragionamenti del cervello c’è la logica, nei ragionamenti del cuore ci sono le emo-zioni”.

“Nel cervello

c’è la logica,

nel cuore le

emozioni”

Il cuore vince e convince Ulisse Di Palma dalla prima

Prepariamo il programma

(…) merito del Movimento Insieme per Ravello!!! Il Movimento ha coinvolto i sostenitori, i simpatizzanti, gli iscritti e tutti coloro che condividessero il percor-so del gruppo, a scegliere in pubblica assemblea, il candidato sindaco di Insie-me per Ravello. Individuare il nuovo leader, (capo, rappresentante, candidato sono tutti appellativi che indicano la nuova guida del gruppo nel “dopo Secon-do Amalfitano”), colui cioè che dovrà rappresentare d’ora in avanti Insieme per Ravello con il compito di formare la compagine che parteciperà alla prossi-ma competizione elettorale, è stato il primo passo del nuovo corso del Movi-mento. L’intervento di Secondo Amalfi-tano, che tanto risalto ha avuto nei com-menti del suo giornale, ha voluto porre l’accento sulle insidie che si malcelano dietro i novelli profeti dell’apertura, dell’amicizia, del nuovo, che parlano in un modo ed agiscono in un altro, che esaltano i valori e poi li tradiscono, sotto-lineando il rischio di facili speculazioni “dimostreremo indirettamente che sia-mo un gruppo chiuso, che abbiamo deci-so che ormai i giochi sono fatti e chi non è d'accordo su questo nome è legittimato a fare altro”. Nel mio intervento in as-semblea mi sono detto d’accordo con Secondo “se parlare di leader e non di candidato sindaco designato potrà ser-vire a favorire il dialogo ed il confronto: sono d’accordo, per me hanno la stessa valenza”. Ho ribadito la necessità che il Movimento scegliesse la sua nuova gui-da, il nuovo leader, il proprio rappresen-tante ed è per questo che ho invitato l’assemblea a continuare nei lavori cosi come programmato. Apertura e confron-to, questi i valori fondanti del Movimen-to. Il percorso del Candidato Sindaco di Insieme per Ravello inizierà proprio da qui, dall’Assemblea, dall’esito inequivo-cabile delle Primarie, che hanno dato un responso chiaro ed hanno affidato a me il compito (per dirlo con le stesse parole usate dal Vescovado) “di chi rappresenta il gruppo, lo rappresenta per intero, che vada a parlare con questi signori uno per uno. Che vada a parlare alla gente, sapendo di avere un mandato dal grup-po, dall'assemblea, pieno e totale". Per quanto mi riguarda, intendo continuare per la strada sin qui percorsa. Imprescin-dibili la massima apertura ed il massimo rispetto verso tutti, non escludendo la valutazione responsabile di nuovi scenari politici sempre auspicati. Alla luce di questi valori mi preparo, supportato dal-lo staff e dai sostenitori del Movimento, alla definizione di un programma di cre-scita chiara e lineare, da sottoporre agli elettori e su questo ricevere il consenso. Nei prossimi giorni intendo intensificare gli incontri e il confronto con i rappre-sentanti delle forze politiche, sociali e culturali del paese. Ho in programma di incontrare l’ex gruppo consiliare “al di là dei muri” con il quale ho già condiviso un percorso, le forze politiche a vario titolo presenti sul territorio, le associa-zioni sportive e culturali, il mondo del volontariato, la Chiesa per l’importante opera che svolge per la tutela dei “valori” soprattutto, della famiglia. Sarò felice di ricevere suggerimenti e consigli da tutti, come è stato sino ad oggi ma da oggi con la grande forza di rappresentare un ma-gnifico gruppo di amici che non smetterò mai di ringraziare per l’affetto di cui mi circondano, prim’ancora che per il so-stegno personale e politico.

Paolo Vuilleumier dalla prima

Con 116 preferenze su 154 espresse, all’ex vicesindaco il compito di guidare il movimento in vista delle prossime elezioni

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POLITICA PAG 3 Domenica 6 Febbraio 2011

«L'amministrazione si fa con la testa, non col cuore»

(…) - come in tutte le cose della vita - anche il buongoverno di una

città non possa derivare solo dalla testa intesa come capacità di

avere una sintesi sistemica delle problematiche amministrative,

come lungimiranza e abilità di pianificazione, o come capacità di

darsi obiettivi sfidanti e attrezzarsi per raggiungerli. E’ pur vero,

d'altro canto, che tali elementi da soli non bastano se non coniu-

gati ad una visione anche sentimentale del futuro, alla ricerca

anche concettuale del bene comune. Insomma alla passione che

etimologicamente ha poco a che fare con le fredde (ancorché

spesso efficaci) connessioni neuronali. Solo un buon mix di cervel-

lo e cuore può portare ai risultati attesi spasmodicamente dai

nostri concittadini che, certamente, non sanno più che farsene di

queste strategie di palazzo. Se proprio vogliamo restare in ambi-

to anatomico, di una cosa siamo sicuri: cuore o testa poco impor-

ta, Ravello vorrebbe solo non essere governata con i piedi!

"L'amministrazione si fa con la testa e non con il cuore". Questo il messaggio che Secondo Amalfitano fa recapitare al neonato movimento "Ravello nel cuore", nel corso dell'assemblea di Insieme per Ravello. A po-che settimane dalla definitiva uscita di Ulisse di Palma dal sodalizio e che ha lasciato l'amaro in bocca al movimento capitanato da Paolo Vuilleumier, Amalfitano non risparmia stoccate né al cardiologo e né ai suoi nuovi compagni di viaggio: il funzionario del Comune di Ravello Nicola Amato e il farmacista Gerardo Russo. E gio"Dopo la caduta dell'amministrazione - ricorda l'ex sindaco - abbiamo assistito ad altri feno-meni; abbiamo scoperto e riscoperto, in alcuni casi, dei nuovi profeti. I profeti del nuovo, poi su questo di-scutiamo se sono nuovo o se sono più vecchio del vecchio. Abbiamo scoperto i profeti dell'apertura, poi ve-diamo se sono aperti o chiusi. Qui stiamo parlando di amministrare un paese. Non stiamo parlando di fare l'associazione di carità. Stiamo parlano del futuro dei nostri figli e di un posto benedetto dal Padreterno. Il medico non può essere buono, questo ce l'ha insegnato un grande medico che abbiamo avuto a Ravello, il dottore Gambardella, io lo ricordo. Il dottore Gambardella altro che buono: era feroce! Però era bravo. E guarda caso tutti lo ricordano con rimpianto, non perché era buono, ma perché era un bravo medico. E il dottore Gambardella le cose le sbatteva in faccia crudelmente e anche in modo piuttosto arrogante. Però faceva bene, sanava chi era malato. Allora questo è un altro luogo comune. Il buonismo non ha mai porta-to da nessuna parte. Chi oggi pensa di carpire voti dalla gente, presentandosi come nuovo, come buono, io diffido e ho paura, perché l'amministrazione, mi hanno insegnato, ed io l'ho fatta, si fa con la testa e non col cuore. Si fa con il cervello". E infine Amalfitano rammenta l'impegno del gruppo nel sostenere il cardiolo-go alle elezioni provinciali del 2009. "Per Ulisse di Palma il gruppo di Insieme per Ravello, andando al di là del muro della politica, si strinse compatto nel sostenerlo. E fu compatto pure nel sostenere la sua candida-tura prima che fosse ufficializzato. Io la memoria ce l'ho buona, se altri ce l'hanno corta è un problema lo-ro, non mio. E la memoria mi dice che io per primo, e con me Paolo, Nicola, Franco Lanzieri e tutti quanti gli altri, senza badare al colore politico del nostro partito, senza badare al cuore nostro e alla testa nostra, compatti, abbiamo sostenuto la candidatura di Ulisse Di Palma. E questo lo sanno tutti".

L’ex Sindaco al Cardiologo Dalla prima

Anatomia del potere Antonio Schiavo dalla prima

Fondazione: rinviato CgdI, si terrà a Ravello

Sarà "Il Viaggio" il liet motiv dell'edizione 2011

del Ravello Festival. A stabilirlo il Consiglio di

Amministrazione della Fondazione Ravello riuni-

tosi lo scorso 26 gennaio a Roma, presso la sede

dell'Ania (Associazione Nazionale fra le Imprese

Assicuratrici) di cui Fabio Cerchiai è numero

uno. Oltre al Presidente, hanno preso parte all'a-

dunanza il vice capo di gabinetto di Caldoro, Al-

berto Di Ferrante, l'avvocato Adriano Bella-

cosa e il ragioniere capo del municipio di Ravel-

lo Michelangiolo Mansi. Approvato lo schema

di bilancio di previsione per l'anno in corso che,

come per l'anno precedente, si aggira intorno a

1,4 milioni di euro; la pianificazione delle strate-

gie da adottare per la realizzazione della del Ra-

vello Festival e la riorganizzazione complessiva

dell'ente. Già per l'edizione 2011 della kermesse,

ad esempio, il Consigliere Salvatore Nastasi, so-

vrintendete del Teatro San Carlo, potrebbe avvia-

re una solida collaborazione con il teatro La Fe-

nice di Venezia e il Massimo partenopeo, appun-

to. Inoltre sono in corso contatti con grosse real-

tà aziendali nazionali che, già dai prossimi mesi,

potrebbero ufficializzare la propria partecipazio-

ne diretta all'interno della Fondazione, rimedian-

do alla mancanza del partner privato

(Fondazione monte dei Paschi di Siena). Stando

ad alcune indiscrezioni, l'area marketing e comu-

nicazione potrebbe essere affidata a Mediaset,

per il tramite di Fedele Confalonieri, la scorsa

estate ad un passo dalla presidenza. Provvedi-

menti, questi, che dovevano essere sottoposti al

vaglio del successivo Consiglio Generale di Indi-

rizzo.

Ma il mancato raggiungimento del numero lega-

le, a causa delle assenze del ministro Brunetta,

dei deputati Cirielli e Realacci chiamati ad

esprimersi sulla sfiducia al ministro Bondi (poi

respinta). Assente giustificato anche Salvatore

Nastasi, capogabinetto del Ministro per i Beni e

le Attività Culturali. Dunque nulla di fatto, alme-

no per la strategia operativa, con il Consiglio Ge-

nerale di Indirizzo che dovrebbe essere convoca-

to a breve. La data non è stata ancora fissata, ma

con ogni probabilità si dovrebbe celebrare a Ra-

vello, nella sede di viale Wagner.

Sono in corso contatti con grosse realtà aziendali nazionali che, già dai prossimi mesi, potrebbero ufficializzare la propria partecipazione diretta all'interno della Fondazione

FOTO DELLA SETTIMANA

Reg. Trib. Salerno n.1298/08 del 13 novembre 2008

Direttore Responsabile: Emiliano Amato

Capo Redattore: Iolanda Mansi

Contributi: Mario Amodio, Antonio Schiavo, Salvatore Amato

ANNO I n. 2 del 6 febbraio 2011

Redazione: via San Cosma, 1 - Ravello (Salerno)

sito web: www.ilvescovado.it

e- mail: [email protected]

Pubblicità: tel. 328 549 3139

Stampa: Tipografia GUTENBERG - Fisciano (SA)

Tiratura: numero copie 700

Edito da: Emiliano Amato Edizioni & Comunicazione

Questo giornale è stampato su carta riciclata

ADAGIO DELLA SETTIMANA

Il dramma dell’uomo moderno non è quello di non credere a nulla, bensì di credere a tutto. (Chesterton)

“Amore non preoccuparti...torno presto!” è l’iscrizione comparsa da qualche tempo sui muri medievali del sottopassaggio di via dell’Annunziata che attraversa Villa Rufolo. Un gesto che umilia e violenta il patrimonio architettonico del centro storico. Certe “rassicurazioni”, poi, andrebbero date in maniera differente. L’auspicio è che il buon senso e la maturità dei cittadini ravellesi condanni definitivamente questo genere di azioni.

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PAG 4 CRONACA Domenica 6 Febbraio 2011

Il fatto, che risale al dicembre del 2002, vedeva coinvolti tre giovani di Ravello (uno dei quali minorenne e successivamente scagionato)

Bomba carta al Monastero, Suore chiamate in tribunale In 8 anni il dibattimento non è stato nemmeno aperto e continuamente rinviato per difetto di notifica e, nel frattempo, il presunto reato è andato in prescrizione.

L’avvocato Giani, che difende uno degli imputati, non ci sta, e ha chiesto l'assoluzione piena del proprio assistito, esigendo che la Madre Badessa venga ascoltata

Suore denunciano presunto bombarolo e vengono chiamate in tribunale come testi. Succede a Ravello, dove non è ancora chiuso il caso dell'esplosione della bomba carta avvenuta nella notte tra il 25 e il 26 di dicembre del 2002, sulla soglia del seicentesco porto-ne del Monastero di Santa Chiara. La vicenda vede coinvolti tre giovani di Ravello (uno dei quali mino-renne e successivamente scagionato), denunciati dalle Clarisse con l'accusa di detenzione e trasporto di due bombe carta, (violazione degli articoli 678, 679, 81 e 110 del Codice Penale) una delle quali fatta esplodere provocando la lesione dell'antico portale. Ma dal 2003 ad oggi il dibattimento non è stato nemmeno aperto e continuamente rinviato per difetto di notifi-ca. Perché secondo l'accordo del 1984 tra la Repubbli-ca Italiana e la Santa Sede, che introduce molteplici e sostanziali innovazioni al Concordato del 1929, "gli ecclesiastici non sono tenuti a dare a magistrati o ad altra autorità informazioni su persone o materie di cui siano venuti a conoscenza per ragione del loro ministero". Intanto il 21 febbraio del 2008 la madre Badessa del Monastero di Santa Chiara aveva finan-che ritirato la denuncia, e nel frattempo il presunto reato è andato in prescrizione. Ma l'avvocato Marcel-lo Giani, che difende uno degli imputati, non ci sta, e nell'udienza del 24 gennaio scorso ha chiesto al Giu-dice della sezione di Amalfi del Tribunale di Salerno l'assoluzione piena del proprio assistito, esigendo, inoltre, che la Madre Badessa fosse ascoltata, solle-vando una eccezione di costituzionalità, perché "chi denuncia - ha dichiarato Giani - deve anche presen-ziare in tribunale". L'udienza è stata rinviata al 7 febbraio.

C'è anche un pezzo del pulpito del Duomo di Ravello nel catalogo delle opere messe all'asta dalla casa francese "Delorme & Collin du Boca-ge" lo scorso 10 dicembre. Si tratta di un prege-vole ornato lapideo decorato con tessere musi-ve che apparteneva al pulpito del Duomo, opera del 1272 di Nicola di Bartolomeo da Foggia, asportato per effetto della ristrutturazione set-tecentesca del pulpito e successivamente recu-perate da Francis Nevile Reid. Ad accorgersene per primo e a sporgere denun-cia alle autorità competenti ci ha pensato il pof. Lorenzo Imperato, presidente onorario dell'Associazione "Ravello Nostra". «Al riguar-do - scrive Imperato nella nota - si precisa che vi è traccia documentale dell'impegno assunto, prima dalla consorte Gibson e successivamen-te dalla Sig.ra Tallon, nel carteggio tra

quest'ultimo e il parroco Don Giuseppe Imperato senior, oggi nell'ar-chivio parrocchiale». «Del resto - sostiene il prof. Luigi Buonocore, storico dell'arte locale - tale presenza trova un preciso riscontro anche nella 'Ravello Sacra-Monumentale', edita nel 1887, laddove si legge che "il sullodato Reid, essendo possessore di quei pezzi [del pulpito] che trovavansi nella Cap-pella Vescovile [il botanico scozzese aveva acquisito anche il Palazzo Vescovile], ha fatto da circa due anni vive istanze al Governo Italiano, affinché riponesse nel primiero modo siffatto monumento [il pulpito], mentre egli dà gratuitamente ciò che possiede appartenente all'ambo-ne». All'interno del catalogo, inoltre, sono presenti anche cinque calchi (lotto 358 - sotto l'anonima descrizione di "Ensemble de cinq reliefs en plâtre figurant des scènes bibliques et de combats antiques") tratti dalle formelle delle valve bronzee del Duomo, contraddistinti dal numero inventariale "536". «Su segnalazione del Dott. Crescenzo Paolo Di Martino, curatore del riordino dell’Archivio Vescovile e Capitolare custodito nel Duomo di Ravello – afferma il presidente della Ravello Nostra, dott.sa Maria Carla Sorrentino - ho consultato il documento archiviato con il provvisorio 2444, da cui risulta che il 6 marzo 1897 il Direttore dell’Ufficio Regionale per la conservazione dei monumenti delle Pro-vincie Meridionali in Napoli, con protocollo 313 e oggetto “Frammenti del pergamo di Ravello,” scrive una lettera alla vedova di Sir Francis Nevile Reid, in cui si fa riferimento alla cessione di alcuni pezzi deco-rati a mosaico riconducibili a parti mancanti di uno dei due amboni presenti nel Duomo di Ravello e molto probabilmente a quello denomi-nato “ambone Rufolo”, sottoposto senza alcun dubbio ad un’opera di smontaggio, come si evidenzia anche dalle giustapposizioni di pezzi non allocati nell’originale posizione. Il documento è composto da quat-tro facciate – precisa la Sorrentino -, di cui sulla prima e sulla seconda è riportata la richiesta del Dott. Breglia, architetto direttore dell’ufficio richiedente, mentre sulla terza e la quarta facciata è ripor-tata la minuta della lettera di risposta della vedova. Dalla lettura delle due missive – prosegue -, si capisce che era in atto allora un tentativo da parte dell’Ufficio regionale di poter acquisire i pezzi nella disponi-bilità della vedova Reid e che la volontà della signora era quella di assecondare le disposizioni del marito defunto, che verbalmente aveva dato ogni disponibilità ad effettuare la cessione, ma di volere rassicu-razione che i pezzi venissero allocati in posto sicuro e già predisposto onde evitarne il trafugamento o la dispersione».

Anche pezzo del Duomo all’asta di Parigi

Prima e seconda facciata: “S. E. il Ministro della Pubbli-ca Istruzione, memo-re dei lodevoli e disin-teressati intendimenti del compianto marito della S.V., e relativi alla cessione da parte sua di alcuni fram-menti di marmo con mosaici che facevano parte del pulpito della ex cattedrale di code-

sto comune desidera ora tradurre in atto l’offerta cessione confermando l’obbligo da parte del ministero di ricostituire il detto pulpi-to collogandovi i frammenti di cui è parola. Per l’oggetto questo ufficio resta in attesa di un cortese riscontro per gli accordi definitivi. Ac-colga, distintissima Signora, gli attestati della mia perfetta osservanza. L’architetto Direttore Breglia”. Terza e quarta facciata: “Illustrissimo Si-gnore, rispondo alla sua lettera d’ufficio del decorso un mese (n.313/170 Salerno), lietissi-ma di apprendere le lodevoli disposizioni di S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione per la ricostruzione da gran tempo dovuta del pulpi-to della già Cattedrale di Ravello. Fedele agli intendimenti del mio rimpianto marito che sono pure i miei l’autorizzo di assicurare S. E. il Ministro che a tale scopo di buon grado farò cessione di diversi frammenti che di quell’opera sono da me conservati. Intanto avendone gelosa custodia Le dichiaro esplicita-mente che i su indicati frammenti saranno da me consegnati solo volta per volta che sarà pronto il posto per allocare ciascun pezzo e ciò perché sarebbe doloroso per l’arte e per me d’averne a far libera la consegna per saperli poi per le note inesplicabili eventualità abban-donati o dispersi. Accolga i miei distintissimi saluti. S. C. R.”. «Questo documento conferma, ulteriormente – dichiara la Sorrentino -, che erano nella di-sponibilità del Nevile Reid alcuni frammenti di marmo facenti parte di uno dei due amboni e che molto probabilmente le fasi di consegna dovettero iniziare, anche se non è conosciuto altro documento al momento contenuto nell’archivio che attesti l’inizio delle operazioni. Ma che la volontà di Nevile Reid, ribadita dalla vedova erede, fosse la restituzione al Duomo di quanto in loro possesso, almeno questo risulta evidente».

Reid voleva restituirlo, spunta documento

IL RECORD DI ZONA

Abusi edilizi: a gennaio denunciate

19 persone tra Ravello e Scala

Nell'ambito dell'intensificazione dei servizi di monitoraggio del ter-ritorio, i Carabinieri della stazione di Ravello, coordinati dal coman-dante Procolo Chiocca, nel solo mese di gennaio hanno denunciato ben 19 persone nei comuni di Ra-vello e Scala, per reati di danneg-

giamento e deturpamento ambientale, oltre alle con-nesse violazioni in materia urbanistica e paesaggisti-ca. I militari hanno sottoposto a sequestro diversi manufatti, riscontrando, in alcuni casi, difformità progettuali e violazioni di sigilli. Tra le operazioni degne di nota l'interruzione, a Ravello, in via Logget-ta, della realizzazione non autorizzata di alcuni locali indipendenti al servizio di un attiguo fabbricato, rica-vati dallo sbancamento di roccia. In pieno centro sto-rico, invece, sono state riscontrate difformità per la ristrutturazione di un immobile adibito a ricovero per attrezzi agricoli e convertito, senza alcuna autorizza-zione al cambio di destinazione d'uso, in abitazione. A Pontone, in località Prestrofe, nel comune di Scala, è stato sottoposo a sequestro un fabbricato rurale di circa 40 mq, privo di alcuna autorizzazione. L'intensa operazione, svolta con la collaborazione del personale dell'Ufficio Tecnico dei Comuni di Ravello e Scala, ha visto coinvolte 19 persone, deferite alla competente Autorità Giudiziaria per i reati di danneggiamento e deturpamento ambientale, oltre alle connesse viola-zioni in materia urbanistica e paesaggistica, atteso che gli abusi sono stati perpetrati all'interno del peri-metro del "Parco Regionale dei Monti Lattari" che rientra in zona riconosciuta dall'UNESCO patrimonio dell'umanità.

(…) intitolata a Santa Maria delle Grazie “a Paradiso”, comunemente conosciuta come “Cappella”, edificata nel XVII secolo e situata poco distante dal centro abitato della frazione di Torello, sulla via pedonale che con-duce a Minori. Fu il prof. Mario Palumbo, presiden-te del comitato per i fe-steggiamenti dell’Addolorata, a sporgere per primo denuncia ai ca-rabinieri. Nei prossimi giorni acquisiremo mag-giori dettagli sull’operazione di ritrovamento, dopo che Padre Antonio e altri testimoni saranno convocati presso il Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Napoli per il riconoscimento degli antichi dipinti.

Nel gennaio del 2002 anche la chiesetta rurale di Maria SS della Rotonda, situata sul versante opposto che conduce Minori, venne barbaramente privata di un dipinto

su tavola del primo cinque-cento raffigurante la Vergi-ne che nutre il Bambin Ge-sù tra San Pietro e San Se-bastiano (ripreso dl pittore Gaetano capone nel 1868), nonchè dell’antico simula-cro in cartapesta della Ma-donna della Rotonda. Gli oggetti trafugati fortunata-mente vennero rinvenuti

nell’ottobre del 2008, in seguito a perqui-sizioni del commissariato di polizia di Ci-sterna di Latina, in una villa ad Aprilia, di proprietà di un cultore di opere d'arte, molte delle quali detenute illegalmente.

Ritrovate le tele della „Cappella‟ dalla prima Gomme bucate a Ravello

Sette automobili, quattordici pneumatici forati a Ravello. E’ questo il bilancio del raid avve-nuto nella notte tra giovedì e venerdì ai margini della rotabile della località Monte Brusara, dove sostano le auto dei residenti della zona. I vandali, che hanno danneggiato due ruote per ogni macchina, avrebbero agito utiliz-zando chiodi, coltelli o strumenti r ud ime nta li . I mpr o ba bi l e l’ipotesi dell’atto vandalico fine a se stesso, anche perché le auto-mobili non sono state colpite in ser ie , be nsì sono s tate “selezionate” rispetto ad altre esonerate dall’insano gesto. Pro-babilmente un atto di ritorsione che a Ravello non si ricorda da tempo e che ha provocato l’indignazione dei residenti della zona. Del caso si stanno occupan-do i Carabinieri di Ravello.

Page 5: Il Vescovado Impress II

STORIA E STORIE PAG 5 Domenica 6 febbraio 2011

11 febbraio 1944: Salerno capitale con il Re a Ravello A Villa Episcopio il Governo di unità nazionale giurò davanti al Re. Il 5 giugno, pur senza abdicare,

Vittorio Emanuele III lasciò la luogotenenza del Regno al figlio Umberto

(…) Con queste parole, il Re d'Italia Vittorio Emanuele III sancisce la riassunzione dei pote-ri, da parte del Governo Italiano, sui territori liberati dall'occupazione tedesca. E al contempo, è questo l'ultimo atto del 'Governo dei Sottosegre-tari', costituito a Brindisi nell'estate del 1943 per

guidare il Regno del Sud, e il primo decreto emesso a Salerno, che diviene così, nell'at-tesa della liberazione di Roma, la nuova capitale d'Italia. Tra il tardo autunno e l'inverno del '43, l'avanzata alleata verso Roma, diversamente da quanto pronostica-to e auspicato, non procedette in modo spedito: la 5ª Armata fu bloccata sulla stra-da per Cassino. In questo clima, sia da par-te italiana che alleata, si avvertì l'esigenza di trasferire da Brindisi la sede del Gover-no. La scelta ricadde su Salerno, dove, con lo sbarco anglo-americano nella notte fra l'8 e il 9 settembre, aveva preso il via "Operation Avalanche", il ritorno degli inglesi e il primo impatto degli americani con il continente europeo. Salerno e l'im-mediata periferia erano, così, diventate il teatro di una battaglia dura, sanguinosa, ricca di equivoci ed errori, sfociata ben presto in un clamoroso disastro. Gli ameri-cani avevano conquistato la città il 13 set-tembre, faticando altri 15 giorni, e ben ol-tre le aspettative, per aver ragione delle truppe naziste sia a sud che a nord del ca-poluogo. Torniamo ai primi di febbraio. Il trasferimento degli uffici e del personale governativo si svolse tra il 3 e il 5 febbraio: 29 carri merci si mossero da Brindisi, Ta-ranto, Bari, Lecce; 380 persone, in tutto, partirono alla volta di Salerno. Ecco cosa scrisse il giornale cittadino 'L'ora del popo-lo' il 9 febbraio: "Nel quadro della politica italiana, l'avvenimento più importante della settimana è certo il trasferimento del governo da Brindisi a Salerno [...] A Sa-lerno venne da Roma Gregorio VII, il grande Pontefice che osò resistere alla tracotanza dell'imperatore tedesco e, anzi-ché cedere, sacrificò, come è costume nella Chiesa Cattolica, la sua persona: a Saler-no, dopo nove secoli, viene col suo Gover-no il Capo dello Stato Italiano, ugualmen-te costretto dalla prepotenza dei discen-denti di Enrico IV a lasciar Roma. Che farà egli a Salerno? Saprà sacrificare la sua persona divenuta non più simbolo di coesione degli animi italiani, bensì causa di discordia e di scissione? E si costituirà a Salerno quel governo forte, che gli Italiani e gli Alleati attendono? Che il Governo di Salerno riscatti il nome vilipeso del Gover-no di Brindisi, per il decoro e per la rina-scita dell'Italia". Quella che era diventata una città fantasma, abbandonata da tutti, messa in ginocchio dai bombardamenti dell'estate precedente e dalla battaglia se-guita allo sbarco, sembrò rinascere. I saler-nitani, consapevoli di vivere un momento unico ed eccezionale, sentirono l'orgoglio di ospitare il governo italiano, un orgoglio che si manifestò in una generosa gara, da parte di tutti, ad offrirsi per quanto potesse occorrere per il vanto del proprio paese, per l'onore della nazione. Lo stesso 'Ora del Popolo' scrisse: "I Salernitani sentono oggi tutto l'orgoglio del compito che assu-me la nostra città". Il Governo si trasferì il giorno 10, sebbene l'atto ufficiale porti la data del giorno successivo. Il Presidente del Consiglio, il vecchio Maresciallo Bado-glio, si affacciò dal balcone del Palazzo di Città -scelto come sede della Presidenza-, per ringraziare la folla festante che lo ac-colse con calorosi applausi. Restavano da sistemare i tanti uffici in diversi edifici del-la città. Al comune, insieme alla Presidenza

del Consiglio, si insediarono il Ministero degli Interni e quello dell'Educazione, al Tribunale si colloca il Ministero di Grazia e Giustizia, alle Poste quello delle Comunicazioni; Esteri e Finanze trovarono sistemazione rispetti-vamente a palazzo Barone e a palazzo delle Corporazioni (attuale Camera di Commercio); a Palazzo Natella ebbero sede i Ministeri dell'Agricoltura e dei Lavori Pubblici. Altri uffici furo-no dislocati a Cava, Vietri e Na-poli. Tra i banchi del nuovo Go-verno sedevano due salernitani: Giovanni Cuomo, Ministro all'E-ducazione Nazionale e Raffaele Guariglia agli Esteri). ll Re Vit-torio Emanuele III e la Regi-na Elena preferirono stabilirsi in provincia, a Ravello. Ospite del Duca di Sangro (aristocratico romano intimo dei Savoia non-chè Aiutante di Campo del Re) presso Palazzo Episcopio, il So-vrano arrivò nella "Bellissima" in una fredda e uggiosa giornata di febbraio; la sua autovettura fu preceduta da un imponente cor-teo di motociclisti, Carabinieri e Ufficiali dell’esercito che giunse-ro sulla collina del rione Toro attraverso l’attuale viale Wagner, reso rotabile per l’occasione. Ogni mattina, nei giorni che se-guirono, sino alla liberazione di Roma, il Re, sempre in divisa militare –non a caso era sopran-nominato il “Re Soldato”- parti-va per raggiungere il fronte e seguire le operazioni belliche, mentre la Regina Elena restava in sede e, a volte si recava in Vil-la Rufolo o, riservatamente, in visita a Chiese e Monasteri. Nella memoria di molti dei nostri non-ni è ancora vivo il ricordo del cambio della guardia dei Grana-tieri di Sardegna e dei Carabinie-ri che, immobili, picchettavano l’ingresso di Palazzo Episcopio in una Ravello a dir poco "blindata". Il 24 aprile di quell'anno, sempre a Ravello, il Presidente del Consiglio Bado-glio, ed i Ministri del nuovo Go-verno (Benedetto Croce, Carlo Sforza, Giulio Rodinò, Pietro Mancini, Palmiro Togliatti, A-dolfo Omodeo e Salvatore Aldi-se) prestarono giuramento da-vanti al Re. Il 4 giugno Roma venne liberata dall'occupazione

nazista e, il giorno seguen-te,Vittorio Emanuele III, pur senza abdicare, firmò il decreto con il quale affidò la luogote-nenza del Regno al figlio Um-berto, Principe di Piemonte. "La cerimonia si svolse sempre a Ravello e sempre nella villa Episcopio”, ricorda lo storico Antonio Spinosa, ”fu una cerimonia scarna, ma degna d’un Parsifal per l’intensità e per la suggestione dei luoghi prediletti da Wagner. Pieno di amarezza, salutando sulla so-glia della villa il figlio che par-tiva per la capitale, Vittorio esclamò: «Va’, divertiti tu, o-ra»”. Il decreto legislativo luogote-nenziale 151/1944, stabiliva che «dopo la liberazione del territo-rio nazionale le forme istituzio-nali» sarebbero state «scelte dal popolo italiano, che a tal fine» avrebbe eletto «a suffragio uni-versale, diretto e segreto, un'Assemblea Costituente per deliberare la nuova costituzio-ne dello Stato» dando per la prima volta il voto alle donne. Alla Presidenza del Consiglio Ivanoe Bonomi succedette a Badoglio. Il Governo restò a Salerno fino a metà agosto per consentire il ripristino della normalità a Ro-ma. Si concluse, così, l'avventura di Salerno Capitale. Breve ma sto-rica, con Ravello che ancora una volta, dopo i fasti medievali vis-suti con la Repubblica d’Amalfi, tornò ad essere protagonista delle vicende della storia patria. La luogotenenza durò fino al 9 maggio del 1946 quando, in vi-sta delle elezioni, Re Vittorio Emanuele III fu indotto, dai suoi consiglieri, alle dimissioni. Il 2 giugno il referendum abolì la Monarchia per la nascente Repubblica. e.a.

Carlo Sforza e il maresciallo Badoglio a Villa Episcopio

LA CHIESA ABBANDONATA

San Gennaro alla “conceria” Storia e memoria di una cappella rurale

Di recente, insieme ad un gruppo di amici animati dalla passione e dall’affetto per il paesaggio storico e i suoi la-sciti, ci si è recati in una zona apparentemente recondita della nostra città, non lontana dalla chiesa di S. Michele

Arcangelo di Torello. L’area in questione, conosciuta dal volgo con il nome di “conceria” per la presenza di un’attività manifat-turiera, risulta di difficile accesso a causa dello stato pietoso della via pubblica comunale. Tuttavia, tra rovi, sterpaglie e mas-si scomposti, si riesce ancora oggi a scorgere la presenza di di-verse strutture che, con ogni probabilità, verso la fine del me-dioevo dovettero costituire un piccolo nucleo protoindustriale, dedito alla lavorazione del cuoio e delle pelli. Alla sommità di quei vani, ostruito all’ingresso da alcune piante, appare un pic-colo edificio di culto, identificato dal Fulchignoni con il nome di San Gennaro e di cui si distingue ancora l’altare principale. Se l’identificazione è esatta, si tratterebbe allora della Cappella dedicata alla Beata Vergine delle Grazie e ai Santi Michele e Gennaro, la cui fondazione, avvenuta tra il 1750 e il 1751, è ben documentata da alcuni fascicoli conservati nell’Archivio Vesco-vile di Ravello. Dall’incartamento si apprende che il minorese Gennaro Manso, agli inizi di dicembre del 1750, chiese al vesco-vo della diocesi di Ravello-Scala Biagio Chiarelli l’assenso per l’edificazione di una cappella nel suo podere ravellese di Mar-morata. E ciò non solo per la «gran devozione» che il Manso nutriva per la «Beatissima Vergine Maria delle Grazie» e per i Santi Michele Arcangelo e Gennaro Martire, «principale padro-ne e protettore della città di Napoli e di tutto questo Regno», ma anche per comodità della sua famiglia e di tutte le persone che lavoravano e transitavano nel suo podere. In effetti, sulla base di alcune rilevazione demografiche, tra la seconda metà del Set-tecento e gli inizi del secolo successivo la Parrocchia di San Mi-chele di Torello, nel cui distretto sorgeva la nuova cappella, pre-sentava dai 280 ai 300 abitanti, risultando la più popolosa dell’intero territorio cittadino. Al dire della supplica la Cappella di San Gennaro beneficiava di alcune rendite provenienti da soscelleti (carrubi) e dagli oliveti posseduti dagli eredi di Carlo Prota e Pasquale Manso, situati nella località Cafaro, e per le quali l’onere era fissato a 25 messe da celebrarsi nei giorno fe-stivi, a partire dal mese di giugno. L’incaricato delle celebrazioni doveva essere un cappellano, eletto liberamente dal fondatore e dai suoi eredi e discendenti. Infine, secondo la prassi del tem-po, una parte delle entrate dovevano essere devolute annual-mente al Vescovo per il jus cattedratico e per la visita annuale alla cappella. La richiesta di Gennaro Manso fu dunque accetta-ta e il 12 dicembre 1750 Mons. Chiarelli, col parere favorevole anche del parroco di Torello Lorenzo Risi, approvò l’edificazione. Ottenuto il decreto vescovile, non restava che definire gli aspetti giuridici e costitutivi della nuova fondazione, stabiliti da alcuni atti notarili redatti tra il gennaio e il luglio del 1751 dal notaio Luise d’Amato. Da essi, oltre agli accordi già esposti nella supplica, si apprende che il fondatore doveva prov-vedere anche alle suppellettili e all’arredo liturgico. L’apposizione della prima pietra e la benedizione dell’area su cui sorse la cappella venne affidata da Mons. Chiarelli a Don Lorenzo Risi che, il 7 gennaio 1751, si recò nel podere di Genna-ro Manso nella località “Lurito” di Marmorata e, indossati i pa-ramenti sacri e pronunciata la formula di benedizione, appose la prima pietra della costruenda cappella. I lavori dovettero proce-dere alacremente e terminarono nel luglio successivo. Conclusa l’edificazione, Gennaro Manso decise di affidare la cura della cappella al Risi per «il merito, bontà di vita ed altri giusti e pre-murosi riflessi». Stabiliti e regolati gli aspetti meramente ammi-nistrativi della nuova cappellania laicale, bisognava attendere solo la solenne benedizione, avvenuta pochi giorni dopo la so-lennità liturgica di San Pantaleone. A raccontare quell’evento per tramandarne in perpetuo la memoria Gennaro Manso chia-mò ancora una volta il notaio Luise d’Amato, divenuto per l’occasione cronista dell’avvenimento. Era il 29 luglio del 1751 quando Mons. Biagio Chiarelli, vestito di abiti pontificali e assi-stito da molti sacerdoti e canonici del Capitolo della Cattedrale di Ravello, benedisse e dedicò solennemente, «secondo il Rito della Santa Romana Chiesa e del Pontificale Romano», la cap-pella di Santa Maria delle Grazie e dei Santi Michele e Gennaro. Nel corso della celebrazione, alla quale fu presente molta gente, fu benedetta anche la campana e il calice. Il rito si concluse, secondo una prassi in vigore ancora oggi nelle occasioni festive, con il suono a distesa delle campane e lo «sparo di molti morta-retti». La vita della Cappella non dovette essere molto longeva anche se, al dire del canonico Luigi Mansi, alla fine dell’Ottocento era ancora officiata e vi si celebrava in tutte le feste. È probabile, ma le ipotesi vanno sempre e comunque veri-ficate, che nel corso del Nove-cento l’esiguità delle rendite e il progressivo disinteresse a mantenerne vivo il funziona-mento condannarono la pic-cola cappella di San Gennaro all’oblio e all’abbandono, chiudendo, di fatto, un'altra piccola pagina devozionale della Ravello del Settecento.

Di Salvatore Amato

RAVELLO PER L’UNITA’ D’ITALIA

Carlo Sforza e Benedetto Croce a Villa Episcopio

Page 6: Il Vescovado Impress II

PAG 6 ATTUALITA’ Domenica 6 Febbraio 2011

E' un'altra ragazza con un'altra

storia, quella che attira la nostra

attenzione in un pigro e lungo

pomeriggio invernale. Dopo Sa-

rah e Yara, protagoniste della cro-

naca per diversi e agghiaccianti

motivi, adesso è il turno di Kari-

ma Kayeke. Pardon, Ruby Ruba-

cuori. La minorenne vittima forse

di una vita che non ha scelto, di

un carnefice (sociale o umano che

sia), che forse avrebbe dovuto

proteggerla invece che usarla.

Qualcuno potrebbe obiettare che

la ragazza protagonista dello

scandalo che accusa il nostro pre-

sidente del consiglio Silvio Berlu-

sconi di concussione e di prostitu-

zione minorile, il suo destino se

l'è cercato. Certo. A volte ci sono

strade più facili da scegliere per

andare avanti e persone disposte

ad intraprenderle per arrivare

prima e più adagio. Altre, però,

tali semplici strade, più veloci, le

scelgono per forza. Per spirito di

sopravvivenza. Per desiderio di

vivere. Ad ogni costo e ad ogni

condizione. Non so se la storia di

Ruby raccontata ai giornali e di

recente al programma di Alfonso

Signorini "Kalispera" sia vera. Di

certo ci sarà un po' di romanzo,

un po' di fantasia e quel pizzico

d'immaginazione che tutti usiamo

per colorare le vicende che ci ap-

partengono. Quello che mi chiedo

è però un'altra cosa. Perché anzi-

ché scagliarci sulla punta dell'i-

cerberg di una vicenda, dimenti-

chiamo di indagare le sue cause profonde e radici misteriose ben più grandi? Quello che mi spa-venta è che ci stiamo tanto con-centrando su quello che la mino-renne racconta, scrive, inventa, anziché cercare di cavare una qualsiasi verità dai protagonisti. Diciamo "maschili" della vicen-da. Invece di intervistare la "piccola" Ruby, ben felice di concedersi alle telecamere e ai flash dei paparazzi, sarei più felice di ascoltare le motivazioni del caro vecchio Silvio. O di uno dei suoi "compagni di merende". Non ci può bastare nel 2011, una semplice dichiarazione di estro-missione ai fatti, una frase del tipo "è tutto in mano agli avvo-

Quest'anno si festeggia, nel nostro Paese, un anniversario

importantissimo. Quello dell'Unità d'Italia? Macchè: si

celebrano i 50 anni delle figurine Panini. Praticamente,

quasi tre generazioni di collezionisti di quei magici rettan-

golini che avevano il potere di trasportarti nei campi di

calcio e di farti conoscere, come di persona, i protagonisti

del gioco più bello del mondo. Erano i tempi che dovevi

aspettare Tutto il Calcio minuto per minuto per sapere,

solo alla fine dei primi tempi, i risultati delle partite e, se ti

andava di lusso, potevi vedere i goal in bianco e nero alla

Domenica Sportiva. Il miracolo del colore si compiva, inve-

ce, quando scartavi la mitiche bustine il cui rivenditore a

Ravello non poteva che essere Mario Conte. Costavano die-

ci lire l'una. L'investimento era più che ripagato quan-

do,dagli involucri, "uscivano" gli scudetti delle squadre,

alquanto rari e, se doppioni, preziosa merce di scambio. Ci

si fermava davanti all'Emporio più ricco del mondo che

diventava come Wall Street, luogo di estenuanti trattative

per venire in possesso dei giocatori mancanti o, quando

arrivava la nuova fornitura di bustine, sala d'attesa all'a-

perto sperando che sbucasse, come dal vaso di Pandora, il

"pezzo" raro e praticamente introvabile. Quanti di noi han-

no sospettato che gli ineffabili Signori Panini, nei primi

mesi della raccolta, subdolamente

non avessero fatto inserire nelle bu-

stine alcuni calciatori, per un'abile

(anche se crudelissima) operazione

commerciale e di marketing!! Si par-

lava del portiere Pizzaballa ma, a

Ravello, tutti i giovani collezionisti

agognavano l'apparizione di due gio-

catori meno noti: Vavassori dell'Ata-

lanta e Braca del Napoli. Quando,

finalmente, dopo mesi di speranze

vane, i due "emersero", i fortunati

possessori si pavoneggiarono per giorni, quasi avessero

trovato il Sacro Graal. Allora le figurine non erano adesive

come adesso; bisognava incollarle con la famosa pasta Coc-

coina, quella che se la odoravi, risultavi positivo all'antido-

ping. Poi arrivarono le "celline", angolini adesivi pratica-

mente inutili perché, dopo un quarto d'ora, eri costretto a

riusare la sullodata colla per tenere ferme le figurine nelle

proprie caselle. L'altro ricordo indelebile è legato ad una

delle prime raccolte a punti: quella delle "valide": figurine

speciali che valevano un punto o, se eri particolarmente

fortunato, due punti quando beccavi la "bisvalida". Trepi-

dante era l'attesa del pacco con il premio scelto: il più delle

volte un pallone bianco con il logo Panini in rosso, per il

quale bastavano, si fa per dire, non molti punti. Ci sarebbe-

ro, invece, voluti carretti di valide e tempi biblici per rice-

vere i primi palloni di cuoio in circolazione. Mentre scrivo,

ragionando su quanti ragazzi sono cresciuti a pane e figuri-

ne, mi domando perché nessun politico abbia mai pensato

di presentare una proposta di legge per intitolare la piazza

principale di ciascun comune italiano ai fratelli Panini di

Modena. Sarebbe approvata all'unanimità e, per le cerimo-

nie, non bisognerebbe nemmeno comporre l'inno. C'è già:

q u e l l o d i M a m e l i .

Fratelli d’Italia LE MITICHE FIGURINE

di Antonio Schiavo

cati" e mille altri ancora “bla bla

bla” Ruby si commuove (forse

fingendo) alla lucina rossa che la

inquadra, loro divagano, nic-

chiano, si nascondono. E noi

andiamo avanti, seguendo que-

sto nuovo reality show. Dove le

varie protagoniste, escort o si-

mili, si confessano, mostrano

doni e fotografie, numeri di tele-

fono e filmati. Loro gli uomini -

che qualcosa pur avranno fatto o

detto- stanno sulla difensiva,

quasi muti. Mentendo a loro

volta. Dove sarà, mi chiedo, la

verità? Io direi in "famiglia",

vicino, proprio lì dove i panni

sporchi si lavano e sprecano.

E ora è il turno di Ruby

Pianeta Italia Il mondo va a rotoli. La nostra Italia si sfascia. E, intanto, al Grande Fratello continuano a proliferare gli ascolti e i concorrenti. Che mai co-me quest'anno sono un'infinità. Indecisi su che tipologia di essere uma-no vacuo e abietto dovessero far entrare nella casa più spiata del mo-mento - e di certo non l'unica dopo le recenti intercettazioni fatte su altre case e altri luoghi- gli autori hanno pensato bene di non limitarsi e, per farci meglio assaporare il "meglio" che c'è in giro, hanno ideato un meccanismo per cui quasi ad ogni giro di lancetta entra un nuovo ospite, con un'altra storia scialba e insensata da raccontare. Finisce così che il reality show, che un tempo avrebbe dovuto farci capire come si vive in una sorta di "cattività" forzata con altri esseri simili, diventi un modo per raccogliere le specie "elette" del nostro quotidiano in un ghetto mediatico, che se non ne mira alla conservazione e alla riproduzione degli stessi (per fortuna, aggiungerei), tende almeno alla sua celebrazione mediante meccanismo del televoto. Non che altrove o in altri programmi televisivi la scelta sia migliore. La tv italiana è diventata una specie di porto di mare, dove i pescivendoli di turno - siano essi politici, imprenditori, protagonisti del costume- si attaccano e offendono con parole e ge-sti talmente bassi, che i pescivendoli veri (portatori di un vecchio luogo comune che li vede sgraziati e cafo-ni) potrebbero essere eletti presidenti. Di fronte a tale situazione, a tale modo di rivolgersi tra di loro e con lo spettatore che da casa guarda allibito, realmente si finisce per apprezzare i discorsi sgrammaticati e senza alcun senso degli inquilini del GF, da cui effettivamente null'altro si aspetta. Rispetto ad una Santanchè che fa gestacci in Tv e non distingue NY da Washington, ad esempio, si preferire Raul di Roma, che sì non sa dove sia la Sicilia, ma almeno non rappresenta un popolo o una nazione, ma

solo se stesso. Tra i salotti di Floris e Santoro, dove si gioca a chi offende di più e la dice più "sporca", preferiamo quello su cui concorrenti iper-tatuati e "allampadati" discorrono sul niente. Certi che il loro niente risulti meno sconvolgente, scadente del tanto o troppo che si sente dall'altra parte. Come al solito, sarebbe meglio spegnerla la televisione. Ma come si fa? La curiosità di vedere come finisce è troppo grande, la voglia di sapere in quale direzione volge-rà l'epilogo troppo profonda. E così, continuiamo a guardare. Sicuri che la puntata di domani sarà più croccante e infima di quella di ieri. Vi lasciamo con una sola domanda: ci sarà mai un limite?

di Iolanda Mansi

di Iolanda Mansi

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EVENTI PAG 7 Domenica 6 Febbraio 2011

Il 13 Febbraio

Auditorium: di scena prevenzione e teatro Alla presentazione dello studio epidemiologico di popolazione ben definita residente, seguirà

il viaggio nella carriera di Giacomo Furia, col ricordo di Totò e Peppino

Doppio appuntamento con la prevenzione sanitaria e il teatro d’autore all’Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello. Sabato 12 feb-braio, infatti, le porte della struttura proget-tata dal celebre architetto brasiliano torne-ranno a riaprirsi per un evento significativo dedicato agli abitanti della Città della Musi-ca. Alle 19 e 30 sarà ufficialmente presenta-to, infatti, lo studio epidemiologico di popo-lazione ben definita residente, ideato ed elaborato per il Comune di Ravello dai medici Salvatore Ulisse Di Palma, Franco Lanzieri e Domenico Caggia-no, sostenuto dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II di Na-poli, nonché dell’Azienda Ospedaliera Uni-versitaria di Salerno. Grazie all’attenzione dimostrata dal Commissario Straordinario del Comune di Ravello, Salvatore Grillo, e del direttore generale dell’Azienda Ospe-daliera Universitaria di Salerno, Attilio Montano Bianchi, lo studio sarà effettua-to, a campione, sulla popolazione di Ravel-lo, specie su quella della frazione Sambuco, così da valutare l’incidenza di tumori tiroi-dei, tiroiditi, M. di Basedow e Gozzo sui propri abitanti. Il comitato scientifico, oltre che ai dottori Lanzieri e Di Palma (quest’ultimo responsabile della struttura dipartimentale di Angiologia presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sa-lerno), è formato da Annamaria Colao, Professore Ordinario di Endocrinologia ed Oncologia Molecolare e Clinica presso l’Università Federico II di Napoli, dal dott. Domenico Caggiano, direttore della struttu-ra dipartimentale di Endocrinologia presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sa-lerno e dal dott. Nicola Padovano, re-sponsabile della struttura dipartimentale di Diabetologia presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno. Dallo studio de-durrà l’incidenza di particolari malattie sul-la popolazione, in base a determinate condi-zioni locali, prevedendo iniziative di preven-

Al termine della presentazione del progetto epidemiologico, spazio al teatro d’autore con Giacomo Furia, storico interprete di numerosi film al fianco di Totò e Peppino De Filippo, Anna Magnani, Sophia Loren e Vittorio De Sica, tanto per citarne qualcuno. Curata dall’ Associazione Notte Ravellese, la serata ripercorrerà la carriera del maestro di Arienzo, con i suoi ricordi più emozionanti e con il trio Giuseppina Mansi, Enzo del Pizzo e Michele Cri-scuolo che interpreterà i brani delle pellicole più celebri interpreta-te da Furia. Da “L’oro di Napoli” a “ “La Banda degli Onesti” fino a “Eva e il Pennello Proibito”. L’evento si concluderà con brani d’opere liriche eseguiti dalla soprano Mariella Bozaotre. L’organizzazione fa sapere che è gradita la partecipazione di tutti i cittadini ravellesi.

L‟niziativa editoriale

Le vie del Corallo, il libro

di Tiffany Filocamo

Castiglione, fra tre mesi via i posti letto All‟Ospedale

“Le vie del corallo nel Mediterraneo medioe-vale” è il titolo della prima pubblicazione curata da Tiffany Fi-locamo edita da Edi-zioni Scientifiche Ita-liane. 164 pagine attra-verso le quali la 29enne di Ravello, laureata in Conservazione dei Beni Culturali, traccia una precisa mappa delle vie mediterranee del coral-lo, individuandone i luoghi di raccolta, i centri di lavorazione e

commercializzazione, con le rotte di scambio che finiscono in una lunga corsa di secoli, mentre uomini, popoli ed egemonie vi si avvicendano. «Lo schema generale di Braudel per il Mediterra-neo (struttura, congiuntura, crisi) – si legge dalla nota descrittiva del volume - è ancora utile, ma come ogni schema è, in realtà, di puro riferimen-to. La storia medioevale della pesca del corallo fa i conti con la volontà del potere pubblico di riser-varsi le entrate fiscali del prodotto, comminando bandi e concedendo privative. Il commercio è condizionato dalle iniziative eco-nomiche (societas ad corallandum), dalle tecni-che nautiche e dallo sfruttamento ed esaurimen-to dei banchi corallini. Registriamo una corrente che dalle coste del Mediterraneo irradia il corallo verso il Nord europeo e, per tutto il Medioevo, verso il Vicino Oriente, con speciale attenzione al Maghreb, fonte di approvvigionamento e merca-to del lavorato. La cultura gallo-celtica ha un ruolo determinante nelle vie del corallo in funzione di vettore verso l’interno dell’Europa. L’Italia, asse del Mediterra-neo medioevale, è il polo principale d’esportazione, dove le funzioni traenti sono svolte dalla Sicilia e dal Napoletano, in un conti-nuum spazio-temporale giunto fino ai nostri giorni. Dopo la pesca, il trasporto. Dopo la lavo-razione, il commercio». Con questa importante pubblicazione Tiffany Filocamo rende il giusto tributo alla tradizione familiare legata da più generazioni alla lavorazio-ne del corallo e che le ha consentito di raccoglie-re, anche grazie alla preziosa collezione di antichi manufatti custodita nel Museo del Corallo di Ra-vello, importanti testimonianze.

di Mario Amodio

Entro tre mesi il plesso sanitario di Castiglione di Ravello verrà trasformato in struttura polifunzionale per la salute che ospiterà una struttura di primo soccorso con guardia medica rianimatoria che verrà utilizzata per i trasferimenti di pazienti critici e in sup-porto ai medici del Saut. Le disposizioni sono contenute in una nota dell’Asl Salerno circolata in questi giorni secondo cui si provvederà entro novanta giorni a disattivare le attività chirurgi-che e i posti di degenza, assicurando invece “esclusivamente una funzione di pronto soccorso” oltre ovviamente ai servizi sanitari contemplati dalla struttura polifunzionale (Sps). Si tratta di atti-vità amministrative, cliniche (specialistica, ambulatoriale e ma-terno infantile) di diagnostica di laboratorio e di radiologia. Ma non è tutto perché insieme con quei pochi posti letto a servizio della struttura di day surgery, scomparirà anche la sala operato-ria. Una cancellazione quest’ultima che comporterà la soppressio-ne di tutte le attività chirurgiche. Restano attivi i quattro posti di osservazione breve (rianimazione) mentre il servizio garantito dal laboratorio di analisi e dalla radiologia verrà razionalizzato con orario feriale e sarà attivo neo più sull’arco delle ventiquattro ore. Per sopperire alle necessità durante dodici ore successive verrà introdotto un “point of care testing” utile agli esami di laboratorio

e dotato di una analitica, che seppur limitata ad un ristretto numero di esami, garantisce la possibilità di diagnosi an-che con l’assenza di tecnici di laboratorio. “In considerazione delle peculiarità del territorio e delle necessità di tutela della popolazione – si legge in un documento dell’Al Salerno – si garantisce il potenziamento territoriale (118) con un’organizzazione multidisciplinare”. L’Asl, nel confermare le risorse professionali, ovvero medici e infermieri, “già dedicate all’attività di pronto soccorso”, provvederà a mantenere operativa la figura dell’anestesista rianimatore che potrà essere utilizzata sul territorio in ambulanza o auto medica “per operazioni di rendez vous con ambulanze medi-calizzate o non medicalizzate o per trasporti secondari”. L’Asl che pensa all’utilizzo di sistemi di refertazione a distanza per la “diagnostica per immagini” (consentirebbe di ridurre ulteriormente i costi di personale” conferma che presso la struttura saranno attive due tipologie di ambulanza: con e senza sanitario a bordo.

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PAG 8 RAVELLO Domenica 6 Febbraio 2011

Buon compleanno Italia! www.ilvescovado.it