8/4/2019 Diritto Romano Classico
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IL DIRITTO ROMANO CLASSICO
Caratteristica fondamentale fu lespansione mondiale della civilt romana. Roma, non
soltanto port a massima estensione il suo impero, ma riusc anche ad imprimere il suo
marchio nei confronti dei popoli assoggettati. La base di tutto fu data dal regime di
governo, il principatus. La r.pass, con Augusto, a considerare necessaria listituzione
extra ordinem di un princeps che garantisse lordine interno e la pax romana nelle
province. Il prezzo da pagare furono i poteri difficilmente controllabili di costui.
Levoluzione del sistema politico e strutturale divisa in 3 fasi:
LA FASE AUGUSTEA (27 a.c./117 a.c.)
Fase fu dominata da Augusto, che cerc di riportare la pace e lordine nello stato,
esausto dalla lunga crisi dei sec.I/II. La figura del princeps romanorum garant la stabilit
della situazione interna. Il 1atto della politica dOttaviano (imperator Caesar Augustus),
fu quello di restaurare le istituzioni repubblicane. Egli rinunci al consolato e ottenne in
cambio dal senato e dai concilia plebis, il conferimento della tribunitia potestas, e il titolo
dAugustus. Cos ebbe il potere di paralizzare tutta lattivit degli altri magistrati,
convocare plebe e senato. Le vicende del suo principato furono alterne. Il 18 e 17
a.c.furono anni tranquilli, di cui egli approfitt per far approvare dalle assemblee
importanti leggi, restauratrici dei valori fondamentali del costume romano; quelle in tema
di matrimonio, repressione di vecchi e nuovi crimina. Si propose 3 compiti; risanamento
sociale e politico di Roma, pacificazione dellimpero e coesione di questultimo con la
repubblica. Poich la sua posizione era fondata sul carisma personale, era difficile
ricorrere ad una disciplina legislativa fondata sulla successione. I sistemi per risolvere il
problema furono 2: quello della correggenza, grazie al quale il princeps, in vita, chiamava
un successore a collaborare agli affari di governo (metodo adottato da Augusto); quello
dinastico. Mor a Nola nel 14 d.c. Dal 14 al 68 d.c.il principatus fu successivamente
attribuito a Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone, appartenenti alla gens claudia. Tiberio
figlio adottivo dAugusto, tenne il principato dal 14 al 37 d.c. il suo avvento al potere fu
gradito al senatus, al quale favor il trasferimento della decisione politica in ordine alla
designazione dei candidati alle magistrature. Tiberio, dopo la morte del figlio Druso, si
allontan da Roma. Morto Tiberio nel 37 d.c.il senatus scelse come princeps il figlio di
Germanico, Gaio alias Caligola, uomo troppo ambizioso. Egli cerc di superare lurto con
il senato ricercando il favore delle categorie infime della popolazione, ma ebbe la peggio e
fu ucciso dopo solo 3 anni di principato. Dopo la morte di Caligola fu eletto Claudio
Nerone, fratello di Germanico, scelto dai pretoriani. La sua tempra era debole, dato che la
cerchia di liberti di cui si circond prese il sopravvento su di lui, orientandone la politica in
modo favorevole alle province. A ci si aggiunse linvadenza della famiglia. La 3moglie,Messalina, era talmente viziosa che la fece uccidere. La 4moglie, Agrippina minore, figlia
di suo fratello Germanico, che dalle prime nozze aveva avuto Domizio Nerone spinse
affinch alla successione ci fosse lui e non Britannico, convincendo Claudio ad adottarlo.
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Le sue opere maggiori furono: larghe concessioni della cittadinanza romana e aumento
del numero delle corti pretorie. Ci fece pensare ad una monarchia burocratica e
universale. Quando questi mor fu eletto nel 54 a 17 anni Nerone, che govern con i
consigli della madre Agrippina e del filosofo Seneca. Maturato, fece uccidere nel 59 la
madre, poi nel 62 la moglie ripudiata Ottavia (rimpiazzata da Poppea) e cos Seneca. Si
erse quindi a monarca assoluto. Con lui decadde leconomia, dilag linflazione, fino a
quando egli si uccise nel 68. qualche anno prima, aveva distrutto con un incendio met
Roma, per costruirne una nuova, e incolp i cristiani. Dalla morte di Nerone fino allanno
successivo ci fu un anno di disordini militari tra i vari pretendenti, che va sotto il nome di
1anarchia militare, che implic la scelta dei nuovi princeps sulla base di doti personali e
sul loro ascendente sugli eserciti.. Si apr cos la fase della dinastia dei Flavi. Tito Flavio
Vespasiano (69/79) si dedic al risanamento delle finanze, dissipate da Nerone, con un
sistema rigido nelle spese pubbliche, non si appoggi allesercito, n approfitt della sua
forza. Tito F.V.II (79/81), successe al padre, continuando la sua opera con elargizioni di
denaro al popolo che parve portare a Roma un periodo di pace. Mor nel 81. Gli successe
il fratello minore, T.F.Domiziano (81/96). Sul piano militare comp molte imprese; dal
completamento della conquista Britannica allistituzione di 2 importanti province oltre il
Reno. Le forti spese militari e la tendenza assolutistica del princeps mobilitarono la
nobilitas, che uccise Domiziano. Cos fin la dinastia dei Flavi. Per un breve periodo fu
princeps Nerva, fino al 98. poi tutto pass a Marco Ulpio Traiano, che concluse la fase
augustea della r.u.r.in ottimo modo, tanto da ottenere il titolo doptimum princeps.
Svilupp una politica interna caratterizzata da unaccorta svalutazione della nobilitas
senatoria a vantaggio degli equites. Alla crisi finanziaria fece fronte con unulteriore
svalutazione della moneta. Fece grandi imprese militari, con la conquista della parte
media e inferiore del Danubio a spese dei Daci, riuscendo a sconfiggere laccanita difesa
di Decebalo. Sicuro del Danubio, pass in oriente, per risolvere il problema dei Parti, che
per non riusc mai a distruggere totalmente, meritando per il titolo onorifico di Partico.
Mor nel 117 d.c.il Lo scontro definitivo con i Parti fu abbandonato per sempre.
LA FASE ADRIANEA (117 d.c./235 d.c.)
Il successore di Traiano, Adriano (117/138), inizi lomonima fase. Estimatore
dellellenismo, valorizz al massimo le tradizioni provinciali. Riordinata lamministrazione
statale e le finanze, e sostitu il Senato con un consilium principis, del quale facevano
parte i pi alti funzionari e i pi qualificati giuristi. Gli ultimi anni del suo governo (132/5)
furono funestati dalla sanguinosa rivolta degli ebrei in Palestina, provocata dallincauta
costituzione della colonia Aelia Capitolina, che lui elimin con molta fatica. Tornato a
Roma nel 134, inizi a pensare alla sua successione. La scelta cadde su LucioCommodo, di rango senatorio, con malcontento degli aspiranti Serviano e Salinatore,
che furono uccisi da Adriano. Questiniziativa non favor Commodo, che mor nel 138 in
Pannonia. Cos Adriano nomin Antonino Pio (138/161) poco prima della morte, che apr
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la medesima dinastia. La sua politica cancell gli istituti repubblicani tradizionali (comizi,
senato, mag.) e lo stesso princeps, si circond di un consilium princips da lui scelto.
Cerc di perfezionare la centralizzazione dei pubblici poteri e la fusione tra ambiente laico
e provinciale. Morto nel 161, lasci il trono ad uno dei suoi figli adottivi, Marco Aurelio
Antonino (161/181), che non volle essere solo al governo ma fece eleggere come
correggente il fratello Lucio Vero (1correggenza, collegialit uguale). Dur 8 anni, fino
al 169 per la morte di Lucio. Vinta non definitivamente la guerra con i Parti per la morte di
Lucio, questi fu sostituito da Lucio Aurelio Commodo che fece ammalare le finanze, a
causa degli sperperi e fu strangolato. I suoi cospiratori scelsero come successore
Pertinace, che chiese ed ottenne la designazione dal senato. Ripristin alcune libert
repubblicane, ma quando volle ripristinare le finanze attraverso contrazioni di spese fu
vittima di una congiura da parte degli stessi pretoriani. Si apr cos il periodo della
2anarchia militare, conclusa nello stesso anno (193) da Settimo Severo (193/211), con
il quale inizi la dinastia dei Severi, che dur fino al 235. egli svalorizz la repubblica e
condusse Roma verso lassolutismo imperiale. Si confer il titolo di dominus ed eresse una
monarchia assoluta. La sua opera fu proseguita dal figlio, M.A.Antonino, detto Caracalla
(211/217), che assieme al fratello Geta cre la 2correggenza per volere del padre. Ma i
rapporti tra i due non furono mai idilliaci, cos Caracalla fece uccidere il fratello. Egli
eman la famosa constitutio Antoninianacon cui concesse ai quasi tutti i sudditi romani
la cittadinanza. Fu il colpo di grazia alla repubblica. Fu ucciso nel 217 per istigazione di
Macrino, suo successore, che govern per poco tempo (218), poich aveva contro la
famiglia dei Severi, che lo sostituirono con Avito Bassiano, detto Elagabalo. Costui
trascur nel modo pi assoluto di adattarsi alle tradizioni romane, cercando anzi di
introdurre in Occidente i riti della religione di cui era sacerdote. Ucciso dai pretoriani, fu
sostituito da Severo Alessandro, che copr il principato dal 222 al 235. Egli ripristin i
valori della tradizione romana, e si dimostr aperto verso quelle dei provinciali. La
situazione dellimpero era deteriorata, a causa della crisi finanziaria e dei disordini ai
confini. Cerc il possibile per risanarla, ottenendo molte vittorie contro i Parti, i soldati lo
uccisero insieme alla madre. Non avendo eredi si spense la dinastia dei Severi.
LA FASE DI CRISI DELLA RESPUBLICA UNIVERSALE (235 d.c./284 d.c.)
Cos si apr il periodo della 3anarchia militare, nella quale accadde la crisi della r.u. Le
cause furono molteplici. I princeps, avendo poteri politici e militari, finirono per
sovrapporsi al senatus. Sulla scena politica rimase cos il solo princeps con il sostegno
dellesercito; nacque cos la figura dellimperatore soldato. Altre cause furono la
decadenza economica, quando cess lafflusso di ricchezze a Roma ottenute attraverso
le conquiste territoriali; la provincializzazione dellesercito, dopo la constitutioAntoniniana di Caracalla; i principi, infatti, per sopperire alle deficienze delle milizie
italiche, furono costretti a ricorrere ai provinciali; lopera corrosiva del cristianesimo;
religione non conciliabile con unorganizzazione politica non cristiana. Il suo
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insegnamento consisteva nella dipendenza del cristiano prima da Dio e poi dallo Stato e
ci comportava una separazione delle 2 sfere di potere (date a Cesare..date a Dio..). Di
conseguenza, i cristiani furono osteggiati e, tra Nerone e Diocleziano, si contano almeno
10 persecuzioni feroci; la pressione dei barbari, che aspettavano il lento indebolimento
interno di Roma; la disgregazione politica ed economica, cio quando lItalia, per motivi
economici, dovette riconoscere lautonomia a molte province. Inizi cos lepoca dei
tiranni, per indicare lillegalit degli imperatori che si succedettero e contrapposero. Il
posto di Alessandro Severo fu preso nel 235 dal capo dei rivoltosi, Massimino, il primo
imperatore soldato, con il quale ebbe inizio la 3anarchia militare. Si successero poi,
Marco Giordano, Giordano II, Filippo, Decio, a Ostiliano, Valeriano. La svolta arriv poi
con Diocleziano nel 285.
LA RESPUBLICA UNIVERSALE ROMANA
La struttura dello stato romano dal 27 al 284 fu sempre quella di una respublica. La sua
nuova caratteristica fu nelluniversalit, cio lapertura a tutti i popoli inclusi nel perimetro
dellimpero (Caracalla), purch viventi secondo un livello minimo di organizzazione civile,
determinando un affievolimento della concezione nazionalistica dello stato romano.
Scomparve ogni residuo di civitas e cambiarono solo i criteri di ammissione dei non
romani alla cittadinanza romana. Il mezzo attraverso cui ci si arrivava era la
naturalizzazione (civitas donatio). Esclusi i dediticii (schiavi) e i barbari residenti in Roma
Per il godimento delle funzioni di governo, rimase intatta la distinzione tra cittadini a
capacit piena e limitata, alla quale si sovrappose quella tra: Honestiores, cittadini
optimo iure appartenenti alle alluterque ordo, diviso in ordo senatorius
(requisito:concessione del latus clavus) e ordo equestre(cives optimo iure)che valse il
godimento di un certo numero di privilegia (ius suffragi, esclusiva dello ius Honorarium);
Humiliores, membri dellordo plebeius. Lestensione territoriale della r.u.r.corrispose a
quella del periodo precedente. Lurbs Roma fu divisa da Augusto in 14 regiones e 265
vici. Lamministrazione fu sottratta dai magistrati e deferiti ai funzionari imperiali: Il
territorio italico non appartenente allurbs di Roma fu diviso da Augusto in 11 regiones,
con la giurisdizione ordinaria mantenuta dai pretori urbanus e peregrinus. La r.u.r.rimase
un governo aperto, formalmente democratico di regime autoritario, perch i poteri furono
accentrati nel princeps privo dellereditariet. Continuarono ad esistere le assemblee
popolari, tutti comandati dal princeps. Nel sistema finanziario aumentarono le spese
ordinarie, come quelle relative alle opera pubblica, al mantenimento delle legiones e la
beneficenza alimentare per i fanciulli poveri (alimenta, Nerva e Traiano). Le entrate furono
costituite da vari tributum, varie imposte dirette e dazi doganali. Lesigenza di un
risanamento del bilancio fu soddisfatta dal sistema dei munera publica, oneri posti acarico di singoli o collettivit favore dello Stato Il principatus assunse vari aspetti; nella
fase augustea, manc del tutto la configurazione dellereditariet e della designazione. Il
princeps fu ritenuto quindi un cittadino liberamente portato dalle assemblee popolari
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allaltissima carica. Gli organi repubblicani erano diretti dal princeps, che ne fece strumenti
della sua politica normativa Nella fase adrianea mut la fisionomia del regime, che
divenne autoritario. Si diffuse il fatto che i poteri del princeps fossero gi insiti in lui, e che
il populus e senatus dovessero solo prenderne atto. Si fece largo la designazione fatta in
vita dal predecessore, alla quale il senato non pot opporsi se non in casi eccezionali.
Nellultima fase i princeps basavano la propria supremazia sulla forza dei propri eserciti,
pretendendo lobbedienza dei cives, con una forte svalutazione dei criteri di democrazia
GLI ORGANISMI TRADIZIONALI ROMANI
Le assemblee persero importanza sul piano delle attribuzioni. Le assemblee popolari
persero le attribuzioni giurisdizionali, ma no quelle lgsl. Si limitarono a pronunciare leggi di
investitura dei princeps (nomina): la lex centuriata de imperio, con cui attribuivano al
princeps limpero preconsolare a vita; la lex tributa de protestate tribunizia, con cui gli
riconoscevano la potest dei tribuni. La loro funzione elettorale fu limitata perch esse
potevano solo approvare o no lelenco di magistrati formati da senatori e equites. A partire
da Adriano in poi, i magistrati furono eletti direttamente dal princeps. Il senatus fu quello
che decadde in maniera minore, poich difeso dalla vecchia classe nobiliare, che con ci
difendeva i propri interessi. La composizione fu ridotta a 600 unit e il requisito richiesto fu
la civitas optimo iure e la provenienza da una magistratura. Le magistrature decaddero
con linstaurazione del principatus. Le candidature furono limitate, e i magistrati eletti dal
princeps che sceglieva esclusivamente tra i patrizi, i pretori e i consoli. Tra le magistrature
ordinarie decaddero gli aedilitas, il tribunatus plebis e la censura. Il consulatus si vide
sottratte le att.militari, ma gli furono conferiti incarichi organizzativi e funzioni
giurisdizionali extra ordinem (cause civili in Roma in sede dappello). I pretori mantennero
la presidenza delle quaestiones perpetuae. Il quaestordivenne ausiliario del princeps. Il
vigintiviratus ridotto di numero, e fra i promagistrati rimase solo la figura del
preconsole. Scomparve il dictator.
IL PRINCEPS E I FUNZIONARI DIPENDENTI
Ebbe 2 potest fondamentali. Limperium proconsulare maius et infinitum, implic il
potere di alta sorveglianza e direzione sui governatori provinciali. La tribunitia potestas
fu decretata da Augusto a titolo vitalizio dal senato a lui e ai suoi successori da
unapposita lex tributa. Consist nel potere insindacabile di convocare e presiedere il
senato e di intercedere contro tutti i magistratus populi romani, Potest minori furono
limperium sulle province. Egli fu un magistrato extra ordinem, vitalizio, monocratico, con
poteri attribuiti dalle assemblee popolari e dal senato. In caso di mancata fiducia era
destituito. Le sue molte funzioni lo indussero a far ricorso ad una moltitudine crescente di
fiduciari, i funzionari imperiali, da lui nominati e revocati per mansioni civili e militari.Quelli di maggior rilievo furono: il praefectus urbi funzionario di altissimo rango, le cui
attribuzioni consistevano nella tutela dellordine cittadini, e funzioni giurisdizionale in
materia penale e civile; il praefectus annonae provveva allapprovvigionamento cittadino;
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il praefectum vigilum si occup della polizia notturna e del servizio anti incendio. i
praefecti pretorio, potevano decidere in merito a sentenze civili e penali dei governatori
provinciali. I praefecti esplicavano funzioni in sostituzione del princeps; i legati
coadiuvavano il principe nel comando e amministrazione delle legioni; i procuratores
svolgevano attivit finanziarie e i curatores funzioni anticamente attribuite ai censores.
GLI ENTI PARASTATALI DELLA RESPUBLICA UNIVERSALE ROMANA
Ci fu un largo sviluppo delle autonomie locali, con la struttura unica di municipium,
sorvegliati per dai funzionari del princeps. Lorganizzazione dei municipia ricalcava da
vicino quella della respublica. La popolazione era costituita dai cives (o municipes) ed
eventualmente da incolae, cio coloro di origo diversa ma residenti nel municipium. Erano
soggetti ai munera e ammessi allo ius suffragi. Diversi dai municipia erano i cannabae,
comunit autonome formatesi intorno ai luoghi fortificati. Il governo dei municipia era
ripartito sempre in comitia, senatus e magistratus. I comitia era lassemblea dei
municipes, (10 unit). Il senatus era formato da 100 persone scelti a titolo vitalizio dai
duoviri. Era convocato e presieduto dai magistrati e, fra le sue attribuzioni, cerano la
deliberazione vincolante su tutti gli affari di comune interesse. Le magistrature furono
elettive
LORGANIZZAZIONE DELLIMPERIUM ROMANUM
Nel 270 Augusto divise le province in senatorie e imperiali, secondo il criterio di necessit
di difesa, per assicurare le province pi ricche e potenti, quindi in supremazia. Le
province senatorie si distinguevano in consolari e pretorie, a seconda del rango del
governatore. Subordinati ad esso cerano i legati e i questori. Essi venivano eletti dal
principe circondati da altri magistrati imperiali.. Le province imperiali erano affidate ai
senatori oppure ai procuratori equestri, denominati legati augusti. Essi avevano il
comando delle truppe stanziate sul territorio e funzioni giurisdizionali e amministrative. Il
territorio fu lager provincialis, ager publicus delle provinciae. Gli occupatori privati di
esso pagavano un imposta reale, lo stipendium. Il governo delle provinciae era
autocratico, essendo incontrollato dai sudditi. I governatori ricevevano istruzioni dal
princeps attraverso gli edicta e avevano il titolo di proconsules. I consilia provinciae
erano ass.annuali dei deputati di tutte le civitates della provincia, le cui attribuzione furono
deliberazioni circoscritte.
LORDINAMENTO DELLA RESPUBLICA UNIVERSALE ROMANA
Caratteristiche furono: la tendenziale universalit della sfera di applicazione dei suoi
istituti, causato dalluniversalizzazione della respublica; lunificazione dei sistemi
normativi preclassico in uno i.vetus; la formazione di uno ius novum di ispirazione
imperiale, come complesso normativo complementare del i.v.; la progressivaidentificazione dellord.giuridico con quello statale. Nella f.augustea, i princeps
cercarono di legare a s gli influenti giureconsulti per condizionare levoluzione dello i.civ.
e loperativit dello i. pub. Nella f.adrianea si esaurirono tutte le fonti e i sistemi del diritto
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nazionale romano, con il principe svolse apertamente le sue attivit norm. extra ordinem.
Il diritto inizi ad aprirsi anche al Cristianesimo. Nella f.di crisi si ebbe listerilismo dello
i.v.e lincapacit dello i.novum di darsi una struttura unitaria ed organica. Ci a causa della
decadenza della giur. romana, che non riusc a tenere un ruolo dirigente onorario.
IL DIRITTO ROMANO CLASSICO
La produzione giuridica di questo periodo giunse al massimo dello splendore. Si pervenne
alla distinzione tra i.pub. e i.priv., ad opera di Ulpiano. Furono intesi come ordinamenti
giuridici diversi, che avevano come protagonisti il popolo romano nelle sue strutture di
governo(assemblee, magistrature); e il pater familias ed i suoi interessi personali. Si oper
anche una diversificazione delle norme giuridiche con riguardo ai modi di produzione,
individuando un diritto derivante da fonti scritte e da un diritto derivante da fonti orali; si
distinsero norme inderogabili e derogabili. Al vertice delle fonti si pose la lex publica. Le
altre (senatus consulta, constitutiones princeps, edicta) colmano lacune della legge ma
non possono abrogarla.
IL IUS VETUS
Con il termine ius vetus ci si rifer a tutti gli ordinamenti giuridici che avevano
caratterizzato la tradizionale repubblica; il i.c.(vetus e novus), pub., h. La sua evoluzione
si ebbe attraverso listituto del ius publicae respondendi, che attribuiva ai giuristi il diritto
di emettere, a richiesta, dei pareri vincolanti per i magistrati, potendo cos creare istituzioni
giuridiche nuove. Tale ius era attribuito dai princeps ai giuristi di sua fiducia, di cui
controllava la loro attivit interpretativa. I responsa dei giureconsulti ebbero la stessa
efficacia delle lex, per cui erano fonti del diritto. Il sistema del ius publicum respondendi
ebbe per alcuni inconvenienti, tra i quali la disparit di trattamento nei giudizi relativi a
situazioni simili, contrasti di pareri tra giuristi viventi e defunti. Da qui nacque la limitazione
allattribuzione di tale potere ai giuristi, secondo responsa prudentium chevincolassero
sia i magistrati sia i giudici ad una certa fattispecie, perch fossero conformi tra loro. Data
per la contraddittoriet tra le sentenze e le opinioni, i privati persero fiducia nei giuristi e
preferirono il sistema di esibire, in giudizio, direttamente al principe, i rescripta
principium, a sostegno delle loro ragioni. I giuristi si limitarono quindi a funzioni di
consiglio al principe.
IUS PUBLICUM
Il i.p. fu integrato da nuove leggi pubbliche e dai senatusconsulta normativi. Le leggi
pubbliche erano proposte dallo stesso princeps e votate dalle assemblee popolari che,
tuttavia, ben poca autonomia avevano, essendo costrette a votare, sovente, leggi votate
dal princeps. I senatusconsulti erano pareri del senato. I principi ritenevano utile
rivolgersi al senato per ottenere pareri (non vincolanti) in determinate materie.Lintegrazione del ius publicum ebbe ad oggetto la procedura accusatoria, le figura dei
crimina e gli istituti civilistici. Una lex Iulia iudiciorium disciplin il procedimento
accusatorio in merito alle quaestiones perpetue. Quanto ai crimina, intervennero varie
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leggi a modificare la struttura di quelli gi previsti nel periodo preclassico. In particolare
una lex Iulia distinse vis publica, ossia ogni azione violenta che intralciasse le pubbliche
funzioni, e vis privata, cio violente turbative delle attivit private. Inoltre, la lex iulia de
adulteris istitu un nuovo crimina: ladulterio, unione sessuale tra una donna sposata e un
estraneo; lo stupro, unione di un uomo e donna di buoni costumi, non sposata. Interventi
dello ius publicum sugli istituti imperialistici: sogg.di diritto furono considerati le
associazioni private; successioni mortis causa: fu consentito di istituire eredi i figli nati
al momento della redazione del testamento, a determinate condizioni: introdotta la
successione senza testamento dei figli alla madre.
IL IUS HONORARIUM
Il i.h.sub un processo di isterilismo, perch non fu pi consentito al praetor di creare un
nuovo diritto, perch fatto dal giurista non potesse essere pi modificato se non dal
princeps. Si parl allora di editto perpetuo, eterno, caratterizzato da disorganicit di
contenuti e variet di stili. I princeps non sostennero lattivit dei mag; anzi, limitarono la
loro potenzialit di intervento. Il 1passo fu una l.Iulia che rese obbligatorio per quasi tutte
le cause il procedimento per formulas.
IL IUS NOVUM
Il i.n.fu il frutto delle leggi rimesse alla potest del principe e trov il suo strumento di
tutela nella cognitio extra ordinem, che era un procedimento giurisdizionale che si
svolgeva con regole diverse stabilite dalla legge Iulia e riguardava sia il processo privato
che pubblico. Le caratteristiche di tale procedura erano: lunit di procedimento, il
magistrato davanti al quale era iniziata lazione istruiva e decideva la controversia;
lufficialit del procedimento, al mag.erano riconosciuti poteri di indagine; la
procedibilit contumaciale il processo poteva essere condotto a termine anche in
mancanza del convenuto purch questi fosse stato avvertito; limpugnabilit della
sentenza, chi fu vinto in una causa in giudizio poteva impugnare la sentenza davanti al
principe, sospendendo cos lesecuzione; listruzione probatoria che fu affidata al
giudice, tenuto a rispettare nella valutazione delle prove una certa gerarchia che vedeva
al primo posto i documenti scritti, poi le testimonianze, le presunzioni iuris ecc.La cognito
e.o.poteva svolgersi: in rapporto a materie speciali, ad opera del senato o dei magistrati o
del princeps. Gli imperatori graduarono la loro attivit extra ordinem a seconda dei loro
poteri: sulla base degli imperia magistratuali loro attribuiti, utilizzarono lo strumento del
decreto, a carattere normativo, e il mandato, con i quali essi incaricavano i loro funzionari
di compiere certe attivit; come titolari dellimperio proconsolare, poterono emanare
decreti che sopravanzavano ogni altra fonte normativa tranne la lex. Questi atti furono
denominati constitutiones principales. Erano di 3 tipi: decreti; istruzioni generali aigovernatori; istruzioni e consigli ai magistrati e funzionari imperiali. La cognitio
e.o.intervenne sia in materia criminale sia fra le liti private. In materia criminale si
specificarono le diverse figure di crimina perseguibili e.o., e furono previste pene
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straordinarie. Fu ampliata la gamma delle pene: ai lavori forzati, alla riduzione in schiavit,
allesilio, alla confisca del patrimonio. La carcerazione fu ammessa solo in pendenza di
giudizio. Contro una sentenza di 1grado, pronunciata in giudizio per formulas, era
concessa lappellatio al princeps. Quanto allincidenza della c.e.o.sul diritto privato
classico, basta ricordare interventi in materia di: soggetti di diritto, nel quale vennero
ricompresi gli schiavi liberati, facilitando la procedura di manomissione; la famiglia,
introdotto lobbligo degli alimenti tra stretti congiunti; successioni, dove era prevista la
nomina di un tutore da parte di colui che trasferisse, alla sua morte, il patrimonio ad un
determinato soggetto (es.un minore).
LA GIURISPRUDENZA CLASSICA
Fu caratterizzata da vari principi: loculato tradizionalismo, cio cautela
nellabbandonare istituti di tradizione repubblicana; selezione dei giuristi ad opera dei
princeps. In sostanza, lattivit dei giureconsulti si differenzi nelle 3 fasi: in quella
augustea essi svolsero una limitata attivit autonoma, e si dedicarono alla
riorganizzazione sistematica dello ius civile e honorarium; in quella adrianea assunsero le
vesti di consiglieri del princeps e posero come oggetto del loro studio il diritto vigente,
inteso come ununit sistematica, compiendo, quindi, unopera di coordinamento tra ius
civile e honorarium; nellultima fase, ci fu la crisi della giurisprudenza, e ci si limit alla
pubblicazione di testi vecchi. Lattivit dei giuristi continu a coesistere nellagere, cavere
e rispondere, cui si aggiunse quella di consigliere e didattica; lagere, decadde in
conseguenza del decadimento dello i.h., cui era collegata; quanto al cavere, cio alla
redazione e collaborazione di atti giuridici negoziali, essa fu esercitata in materie di
testamento, salvo poi esaurirsi nella predisposizione dei formulari che potevano essere
tranquillamente riempiti dalle parti; lattivit del rispondere fu quella pi frequente. I
giuristi si distinguevano in privilegiati, dotati del i.publicae respondendi, che attribuiva ai
loro responsa unautorit di legge, e i non privilegiati, i cui responsa, pur se non efficaci
quanto le leggi, erano tuttavia tenuti in considerazione. La nuova attivit dei giuristi nel
periodo classico fu quella di consigliere. Essi cio costituivano il consilium di fiducia del
princeps. Divenne organo ufficiale con Adriano. Di notevole rilievo fu lattivit didattica,
che era rivolta ad illustrare le istituzioni del diritto romano. Nel periodo augusteo nacquero
2 scuole di pensiero: la corrente Sabiniana (Capitone), conservatrice, effettuava
uninterpretazione formale del diritto, diversamente dai Proculiani (Labeone), i quali
interpretarono il diritto in maniera pi aderente alla vita sociale. Lattivit giurisprudenziale
si caratterizz di opere di commento, casistica, monografiche ed elementari. Le opere di
commento esposero la materia attraverso il commento di testi lgsl, giurisdizionali e
giurisprudenziali. Quelle di casistica furono raccolte di casi e problemi, con le lorosoluzioni (libri responsarum). Le opere monografiche erano specifiche trattazioni di
svariati argomenti, mentre quelle elementari furono scritte a scopo didattico e
dinformazione.
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