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Diritto pubblico (2013/2014)

Prof. Davide GallianiCorso di Laurea in “Scienze Internazionali e Istituzioni Europee (SIE)”

Università degli Studi di MilanoFacoltà di Scienze Politiche, Economiche e Sociali

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Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia

LA SECONDA GUERRA MONDIALE

Il 1 settembre 1939 scoppia la II Guerra Mondiale.Il 10 giugno 1940 l’Italia entra a fianco dei nazisti:l’idea della “guerra lampo”, poche vittorieprestigiose, si dimostrò subito impossibile.Dopo il 7 dicembre 1941, giorno di “Pearl Harbor”,gli Stati Uniti entrano in guerra.Il 2 febbraio 1943 la Germania capitola a Stalingrado.

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Il 9 luglio 1943 inizia lo sbarco degli Alleati in Sicilia.

Il 7 maggio 1945 la Germania firma la resa

incondizionata.

Il 6 e il 9 agosto 1945 gli Stati Uniti sganciano su

Hiroshima e Nagasaki la bomba atomica.

Il 2 settembre 1945 finisce la II Guerra Mondiale.

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La II Guerra Mondiale costò la vita nel complesso a

quasi 60 milioni di persone, la metà dei quali civili.

Solo in Europa le vittime furono quasi 40 milioni.

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Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democraziaL’ITALIA

Il 24 luglio 1943 il Gran Consiglio del Fascismo, non

più convocato dal 1939, approva il cd. “ordine del

giorno Grandi”, con il quale, appellandosi allo Statuto,

ancora formalmente in vigore, si chiede al Re di

assumere l’effettivo comando delle Forze Armate e

di prendere le supreme decisioni.

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Con l’ordine del giorno, secondo molti storici, si

voleva soltanto la sostituzione dei Mussolini e il

distaccamento dalla Germania nazista, ma gli effetti

furono invece ben più generali.

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Il 25 luglio 1943, infatti, il Re convocò Mussolini, lo

revocò dalla carica di Capo del Governo e lo fece

arrestare, nominando al suo posto il Maresciallo

Badoglio, senza attendere le indicazioni del Gran

Consiglio del Fascismo: si trattava del cd. “colpo di

stato monarchico”.

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Lo stesso 25 luglio 1943 furono letti due “proclami”

alla radio: uno, del Re, che diceva di avere accettato

le dimissioni e di aver nominato Badoglio, l’altro, di

Badoglio, che gelò gli animi con il tanto temuto “la

guerra continua”.

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Il primo Governo Badoglio (25 luglio 1943-17 aprile

1944) , composto da militari e tecnici, tentò di

compiere una “restaurazione monarchica”: il ritorno

all’ordinamento statutario in vigore fino all’avvento

del fascismo, depurandolo delle istituzioni e delle

leggi fasciste.

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Si soppressero: il Tribunale speciale per la difesa dello Stato il Partito Fascista il Gran Consiglio del Fascismo i cd. “organi corporativi”, tra cui la Camera dei Fasci e delle

Corporazioni

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Si dispose che entro 4 mesi dalla fine della guerra si

sarebbero dovute tenere le elezioni della nuova

Camera: il tentativo era chiaramente quello di

considerare il fascismo una “parentesi” e di tornare

in fretta al periodo statutario.

Un tentativo velleitario che, infatti, fallì.

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Il problema di Badoglio, ad ogni modo, era anche la

guerra: difficile neutralizzare il territorio italiano

dopo la richiesta di un armistizio, rimanevano due

alternative: schierarsi a fianco degli Alleati, oppure,

continuare la guerra a fianco della Germania e

iniziare trattative “segrete” per l’armistizio.

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Fu scelta la seconda via ed, infatti, il 3 settembre

1943 fu firmato l’armistizio a Cassibile, armistizio

poi letto l’8 settembre 1943 alla radio da Eisenhower

e Badoglio: fine delle ostilità, collaborazione italiana,

consegna della flotta e pieno poteri al Governo

Militare Alleato.

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Cosa provocò l’8 settembre 1943?

Primo: lo sfaldamento dell’esercito italiano.

Secondo: la liberazione di Mussolini e la nascita dellaRSI.

Terzo: la nascita della Resistenza italiana.

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Cosa provocò l’8 settembre 1943?

Primo: lo sfaldamento dell’esercito, lasciato senzaordini (il Re e Badoglio fuggirono a Pescara e poi aBrindisi): sparare o disarmare di fronte ai tedeschi?La maggior parte disarmò: portati in Germaniae dichiarati “internati militari” e non prigionieri diguerra.Ci furono comunque episodi eroici, come a Cefalonia.

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Cosa provocò l’8 settembre 1943?

Secondo: la nascita della RSI. Il 12 settembre i tedeschiSul Gran Sasso liberarono Mussolini e Kesserling dichiaròl’Italia “territorio di guerra”.

Il 23 settembre nasce la RSI con tre propositi:continuare la guerra al fianco dei nazisti, punire i traditorie tornare alle origini repubblicane e sociali del fascismo.

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Cosa è la Repubblica Sociale Italiana?

E’ un “governo di fatto”: non solo non era il legittimo

governo italiano, ma era voluta e diretta nella

sostanza da Hitler (che scorporò territori italiani

senza grande resistenza).

La Chiesa non la riconobbe mai e il cd. “ritorno alle

origini” non fu decisivo.

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La Germania fece razzia delle risorse materiali

italiane e quando si tenne il processo di Verona l’8

gennaio 1944 contro coloro che firmarono l’ordine

del giorno Grandi si capì che la RSI non aveva alcuna

autonomia e indipendenza dal nazismo.

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Cosa provocò l’8 settembre 1943?

Terzo: la nascita della Resistenza italiana. Già il 9 settembre si costituì a Roma il primo Comitato diLiberazione Nazionale (CLN) formato dai partitidella cd. “esarchia” (DC, PCI, PSI, PdA, PdL e PL),seguito dai CLN locali, sia nelle zone occupate che inquelle liberate.

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Il Comitato di Liberazione Nazionale di

Roma era così composto: Ivanoe Bonomi (Presidente),

Casati per i liberali, Ruini per la democrazia del

lavoro, De Gasperi per la DC, La Malfa per gli

azionisti, Nenni per i socialisti e Amendola per i

comunisti.

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Cosa sono i CLN?

I CLN sono anch’essi “governi di fatto”: si auto-

attribuiscono potestà governativa originaria a

carattere provvisorio, in concorso con altre autorità,

esercitando in concreto questa potestà, all’interno di

una guerra o di una rivoluzione, il tutto allo scopo di

organizzare definitivamente il potere.

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Il 28 gennaio 1944 si tenne il cd. “Congresso di Bari”,il primo congresso antifascista europeo e il primocoordinamento di tutti i CLN.A Bari tutti decisero di lottare contro ilnazifascismo e di volere autonomia rispetto algoverno regio: non si trasformò, tuttavia, in“assemblea di governo”, anche perché gli Alleati nonerano convinti e c’erano discussioni anche tra ipartiti dei CLN.

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Il Congresso, tuttavia, istituì una Giunta Esecutiva

Permanente per il coordinamento delle attività dei

CLN e, soprattutto, approvò un ordine del giorno, da

un lato, per rinviare la cd. “questione istituzionale”

(Monarchia o Repubblica?) e, dall’altro lato, per

rinviare la partecipazione dei partiti dell’esarchia al

governo regio solo dopo la sostituzione del Re.

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Il complesso dei CLN era perciò una sorta di

“governo in fieri”: nelle zone occupate aveva

un’organizzazione politico-militare autonoma (solo

dopo collegata col governo ufficiale), nelle zone di

operazione collaborava con il Governo Militare

Alleato e nelle zone restituite continuava una forte

azione di pressione.

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Il rapporto tra i CLN e il governo Badoglio fu molto

difficile: il governo approvò, tra l’altro, la cd.

“circolare Roatta”, con la quale si vietavano tutte le

manifestazioni politiche, si ordinava alle truppe di

procedere contro gruppi di individui che disturbano

l’ordine pubblico come se si trattasse di nemici e si

ordinava di “passare alle armi” i cittadini che

insultano le istituzioni e i militari che li appoggiano.

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D’altro canto, il governo Badoglio non abrogò le leggirazziali e non chiuse i campi di internamento interritorio italiano .Il governo Badoglio non solo volle il ritorno allo Statuto ma lo fece in modo autoritario: si introdusse la censura preventiva della stampa e, fatto gravissimo, mai accaduto, fu intimato su tutta la Penisola il coprifuoco.

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Come si uscì da questa situazione?

Con la cd. “svolta di Salerno”: il 13 marzo 1944l’URSS riconobbe il governo Badoglio e PalmiroTogliatti, capo del PCI, tornato dalla Russia il 27, siespresse in una Salerno devastata dalla bombe afavore della formazione di un nuovo governoBadoglio, con la partecipazione dei partitiantifascisti e il rinvio a fine della guerra dellaquestione istituzionale.

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La “svolta” o il “patto” di Salerno, pertanto,

prevedeva: dopo la fine delle ostilità, convocazione di

una Costituente; fino ad allora, rinvio della questione

istituzionale; istituzione della “Luogotenenza”,

pensata da De Nicola; ed, infine, entrata dei partiti

dei CLN al governo.

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Il Re, a questo punto, il 12 aprile 1944 lesse un

proclama alla radio (il cd. “proclama di Ravello”): si

ritira dalla vita pubblica e nomina suo figlio Umberto

“Luogotenente del Regno”, nomina che diventerà

effettiva dopo la liberazione di Roma.

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A seguito di questi eventi, si costituì il secondo

governo Badoglio (22 aprile-18 giugno 1944: solo 45

giorni), con la partecipazione, come Ministri senza

portafoglio, di Benedetto Croce, Carlo Sforza e

Palmiro Togliatti.

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Si noti che i CLN del Nord, che nel gennaio del 1944

si coordinarono nel CLNAI (Comitato di Liberazione

Alta Italia), nonostante l’evoluzione della situazione,

vollero sempre una forte autonomia operativa e

politica: sino alla liberazione, per esempio, nessun

loro esponente partecipò al governo.

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Nonostante questo, non mancarono certo icollegamenti tra il CLNAI e il Comitato Centrale diLiberazione Nazionale di Roma (sorto dopo laliberazione della città), come non mancarono i collegamenti con le forze armate nazionali, speciedopo il trasferimento al Nord del Generale Raffaele Cadorna, rappresentante del governo presso ilCLNAI.

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L’evoluzione della situazione: dopo che gli Alleati

sfondarono la “linea Gustav”, il 4 giugno 1944 data la

liberazione di Roma.

Il CLN potè uscire dalla clandestinità.

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Come era negli accordi, il 5 giugno il Re nominò il

figlio “Luogotenente Generale del Regno”, con il

compito di provvedere a tutti gli affari

amministrativi e per l’esercizio delle prerogative

regie.

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Cosa è la “luogotenenza”?

E’ un istituto, sconosciuto nel nostro ordinamento,

che disciplina di norma solo l’abdicazione e la

reggenza. Solo raramente si è usato per assenza del

Re per motivi bellici, per viaggi all’estero e per

malattia.

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A questo punto, dimessosi Badoglio e insediato al

Quirinale il Luogotenente, si formò il primo governo

presieduto da Ivanoe Bonomi (18 giugno-10 dicembre

1944), presidente dei CLN, nel quale entrarono i

principali esponenti dei partiti antifascisti, tra cui

De Gasperi, Gronchi, Saragat, Tupini e si

confermarono Croce, Sforza e Togliatti.

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Perché è importante il primo governo Bonomi?

Perché è il primo formato da esponenti antifascisti e

perché non si forma “nelle stanze” del Re, ma per il

contributo dei partiti democratici riunitesi nei CLN.

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Il 25 giugno 1944 si approva la cd. “prima

Costituzione provvisoria”, che, dopo la “svolta di

Salerno”, pone le basi del processo costituente.

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La “prima Costituzione provvisoria” si compone di seiarticoli:

art. 1: dopo la liberazione nazionale, le forme istituzionali sarebbero state decise dal popolo italiano, che a tale fine avrebbe eletto una Assemblea Costituente per deliberare la nuova Costituzione

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art. 2: si disponevano le elezioni di una nuova Camera dopo la fine della guerra

art. 3: tutti i Ministri e i sottosegretari non dovevano compiere, fino alla convocazione della Costituente, atti che avrebbero pregiudicato la questione istituzionale (è la “tregua istituzionale”)

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art. 4: affida al governo la competenza di adottare gli atti aventi forza di legge fino alla entrata in funzione del nuovo Parlamento

artt. 5 e 6: dettagli.

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L’assetto posto in essere con la “prima Costituzioneprovvisoria” caratterizzò la lunga fase fino allaliberazione, anche quando si costituì il secondo governo Bonomi (12 dicembre 1944-19 giugno 1945),che diede gli Esteri a De Gasperi e la Vice-Presidenza del Consiglio a Togliatti, secondo governo Bonomi nato per il problema dei rapporti con ilCLNAI e per la questione della epurazione (per laquale non ebbe l’appoggio del PSI e del PdA).

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Prima della liberazione, occorre ricordare due

provvedimenti importanti del secondo governo

Bonomi: estese anche alle donne il diritto di voto e

istituì, il 5 aprile 1945, la Consulta Nazionale, formata

da 400 membri nominati dai partiti del CLN (222), dal

Governo (80), dai sindacati e altri (78) e da membri di

diritto, con il compiti di dare pareri sulle questioni

generali e sui provvedimenti legislativi sottoposti dal

Governo.

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Il parere della Consulta era obbligatorio in materia

di bilancio, di imposte e in materia elettorale:

proprio grazie al lavoro della Consulta si giunse

all’approvazione della legge elettorale per l’elezione

dell’Assemblea Costituente.

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Il 25 aprile 1945 è la data dell’insurrezione

nazionale: la Liberazione.

Il 28 aprile Mussolini viene ucciso.

La resa è firmata il 29 aprile.

Il 30 aprile Hitler si suicida.

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Secondo lo storico Massimo Salvadori, i dati dei

morti in Italia sono i seguenti: 300.000 Alleati,

500.000 tedeschi, 10.000 civili massacrati dai

tedeschi, 40.000 vittime dei bombardamenti alleati,

2000 fascisti uccisi nei giorni della Liberazione,

36.000 partigiani.

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Dopo la Liberazione, si costituì il governo Parri (21

giugno-8 dicembre 1945), Parri che era stato il capo

del CLNAI, con Nenni nominato Ministro per la

Costituente e per la prima volta si diede la Giustizia

a Togliatti.

Il Governo Parri accordò un ordinamento

amministrativo alla Valle d’Aosta: d.lgs.lgt. 7

settembre 1945, n. 545.

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Seguì il primo governo De Gasperi (10 dicembre

1945-1 luglio 1946), sotto il quale si tennero le prime

elezioni del dopoguerra, le elezioni di 5680 Consigli

comunali: la scelta di anticiparle rispetto a quella

della Costituente fu molto dibattuta, anche se le

percentuali di voto poi furono all’incirca simili.

Parteciparono alle elezioni comunali circa l’80% degli

aventi diritto.

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Il primo Governo De Gasperi, inoltre, concesse lo

Statuto alla Regione Sicilia: r.d.lgs. 15 maggio 1946,

n. 455 e approvò nel maggio sempre nel maggio del

1946 il decreto sulle “guarantigie della

magistratura”.

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Il problema maggiore del primo governo De Gasperi,tuttavia, era ancora la questione istituzionale:intanto, si approvò la legge elettorale per laCostituente (sistema elettorale proporzionale a liste concorrenti, con recupero dei resti in un collegio unico nazionale sulla base di liste nazionali dicandidati), che fu alla base delle scelte elettoralisuccessivi almeno fino al 1993.

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Ma il problema era quello istituzionale: siccome tra ipartiti del CLN la prevalenza era per la Repubblica,si pose il problema degli elettori della DC e deiliberali, in parte monarchici.

Si pensò, dunque, di affidare ad un referendum e nonalla Costituente la soluzione della questioneIstituzionale. La DC dichiarerà la libertà di voto.

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Così si approvò la “Seconda Costituzione provvisoria”,il d.lgs.lgt. 16 marzo 1946, n. 98, che prevedeva:

il referendum popolare contestualmente alle elezioni per l’Assemblea Costituente.

Se avesse vinto la Repubblica, la Costituente, dopo la sua costituzione, avrebbe dovuto eleggere, con i 3/5 dei membri nelle prime tre votazioni e dopo la maggioranza assoluta, il Capo Provvisorio dello Stato, che svolgerà le sue funzioni secondo le norme vigenti in quanto applicabili, fino alla elezione del nuovo.

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davanti al nuovo Capo dello Stato, il governo di deve dimettere e la scelta dell’incarico per il nuovo spettava al Capo dello Stato

fino alla elezione del Capo Provvisorio dello Stato, sempre in caso di vittoria della Repubblica, le sue funzioni erano esercitate dal Presidente del Consiglio in carica il giorno delle elezioni

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in caso di vittoria della Monarchia, sarebbe continuata la Luogotenenza fino alla entrata in vigore delle disposizioni della nuova Costituzione

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durante il periodo della Costituente e fino alla convocazione delle nuove Camere, il potere legislativo restava delegato al Governo, salva, ovviamente, la materia costituzionale e salva la materia elettorale e l’approvazione dei Trattati internazionali, di competenza dell’Assemblea.

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il governo è responsabile dinanzi alla Costituente, che avrebbe potuto obbligare il governo alle dimissioni con una mozione di sfiducia approvata dalla maggioranza assoluta dei membri della stessa Costituente

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la Costituente si dovrà riunire entro il 22 giorno successivo alle elezioni e sarà sciolta di diritto il giorno di entrata in vigore della nuova Costituzione

lo scioglimento della Costituente doveva comunque avvenire entro 8 mesi dalla prima riunione, prorogabili solo per altri 4 mesi

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per la risposta al referendum dovranno essere indicati due distinti contrassegni: questo perché l’analfabetismo era ancora molto diffuso

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La seconda Costituzione provvisoria, pertanto, fu di

estrema importanza: in essa si “preferiva” la forma

di governo parlamentare.

La Costituente non era ovviamente vincolata da

questo, ma l’influenza fu indiscutibile.

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A questo punto tutto era pronto per le elezioni della

Costituente e per il referendum.

Il Re, tuttavia, decise di rompere la “tregua

istituzionale”: abdicò il 9 maggio 1946 ponendo le

premesse per la successione del figlio, che cinse la

Corona con il nome di Umberto II

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Umberto II rimase Re fino alla proclamazione dei risultati del referendum: fu subito definito da Calamandrei il “Re di maggio”.

L’abdicazione avvenne per spostare gli equilibri afavore della Monarchia: con ciò però si violò il “pattodi Salerno”, la tregua istituzionale, la prima e laseconda Costituzione provvisoria.

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Vittorio Emanuele III, che aveva regnato per ben 46

anni, quanto Vittorio Emanuele II e Umberto I messi

insieme, morì il 28 dicembre ad Alessandria d’Egitto.

La scelta, tuttavia, non pagò.

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Secondo molti con l’abdicazione si ha la fine formale

dello Statuto Albertino, anche perché il governo non

presentò le dimissioni, come era invece prassi

affermata.

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Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia

Sta di fatto che, da un punto di vista giuridico, la

situazione del maggio 1946 non è definibile

chiaramente: Umberto acquisì la qualifica di Re ma

esercitò ancora le prerogative della Luogotenenza:

una sorta di “Re Luogotenente del Regno”, che di per

sé è però una contraddizione in termini.

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Il 2 giugno 1946 si tennero le elezioni ed il referendum:

alla Repubblica andarono il 54% dei voti (12,7 milioni), alla Monarchia il 45% (10,7 milioni): le schede tra bianche e nulle furono 1,4 milioni: comunque la Repubblica avrebbe vinto, anche se le bianche e le nulle fossero state tutte monarchiche

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Il Paese era spaccato comunque a metà: a Nord dellaXIX circoscrizione compresa (Perugia, Terni, Rieti)vinse ovunque la Repubblica, a Sud della XX (Roma,Viterbo, Latina, Frosinone) vinse ovunque laMonarchia.

De Gasperi il 13 maggio assume la carica di Capoprovvisorio dello Stato.

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quanto alla Costituente, le elezioni diedero i seguenti risultati: su 556 seggi, 207 alla DC (37%), 115 al PSI (20%), 104 al PCI (18%) e via via gli altri partiti minori, tra i quali ebbe un clamoroso insuccesso il Partito di Azione, che ebbe solo 7 eletti, tra cui Calamandrei ma non Bobbio, che per questo si ritirò per sempre dalla politica “attiva”.

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Al Re non rimase che la fuga dopo che il 13 giugno

aveva diffuso un messaggio con il quale dichiarò un

“gesto rivoluzionario” quello del governo che tra le

due proclamazioni dei dati del referendum (del 10 la

prima e del 18 giugno la seconda) iscrisse all’ordine

del giorno la questione della delega dei poteri regi al

Presidente del Consiglio.

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Al Re prontamente risposte il governo: giudicò

penoso il messaggio del Re e una “responsabilità

gravissima” la fuga a Lisbona, tra l’altro, giustificata

perché proprio il governo, disse il Re, lo aveva messo

nella alternativa di provocare uno spargimento di

sangue o di subire la violenza da parte dello stesso

governo.

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Il periodo provvisorio: dal fascismo alla democrazia

Il governo non fece altro che riaffermare che il Reavrebbe potuto rimanere per discutere le modalitàdella successione, oppure, mantenere semplicementele sue riserve, anche a proposito della questione delconteggio o meno delle schede bianche tra quellenecessarie per raggiungere la “maggioranza deglielettori votanti” (solo i voti validi o anche quellibianchi: solo quelli validi, disse la Cassazione).

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La democrazia

L’Assemblea Costituente iniziò i suoi lavori il 25giugno, con un discorso del decano, VittorioEmanuele Orlando.

Tra i Costituenti, solo per citarne alcuni: Orlando,Croce, Bonomi, Nitti, Sforza, Eiunaudi, Ruini, Togliatti,Moro, La Pira, Dossetti, Pertini, Terracini, Basso,Ambrosini, Calamandrei, Mortati, Perassi, Iotti, Tosato,Fanfani, Scalfaro, Silone, Andreotti, Zaccagnini, Valiani,Rumor, Parri, Saragat, Nenni, Leone, Gronchi, Foà, Di Vittorio.

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La democrazia

Il 28 giugno è eletto Capo Provvisorio dello Stato

Enrico De Nicola, di fede monarchica, chiaramente

con un intento riconciliatore, come, d’altro canto, lo

stesso intento mosse Togliatti che da Ministro della

Giustizia concesse il 22 giugno la cd. “amnistia

generalizzata”: annullate le sentenze con 5 anni di

reclusione, la pena di morte sostituita con l’ergastolo,

l’ergastolo con 30 anni e tutte le altre pene

ridotte di un terzo.

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La democrazia

Saragat del PSI fu eletto Presidente dell’Assemblea

Costituente, cui successe Terracini del PCI.

Il 13 luglio 1946 nacque il secondo governo De

Gasperi in carica fino al 28 gennaio del 1947,

formato dai tre partiti di massa alla Costituente

(DC, PSI e PCI) e dai Repubblicani.

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La democrazia

Il 20 luglio si tiene la prima riunione della“Commissione per la Costituzione”, la cd.“Commissione dei 75”, presieduta da Ruini e consegretario Perassi, che aveva il compito di preparareil Progetto di Costituzione.Per far questo si suddivise in tre Sottocommissioni: diritti e doveri, ordinamento, diritti e doveri economici

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La democrazia

Fu creato anche un “Comitato di redazione”, il cd.

“Comitato dei 18”, per la redazione finale del testo.

Già il 31 gennaio 1947 il Progetto fu presentato dalla

Commissione dei 75 all’Assemblea, che, tuttavia, il 10

febbraio dovette discutere del Trattato di pace di

Parigi: Croce, Orlando e Eiunaudi erano contro, ma

prevalse ancora lo spirito di concordia, anche se in tutto

il Paese si osservarono 10 minuti di silenzio.

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La democrazia

Il 2 febbraio 1946, dopo la scissione

socialdemocratica di Saragat, nasce il terzo governo

De Gasperi, in carica fino al 31 maggio sempre del

1947, l’ultimo con la presenza contemporanea della

DC, del PSI e del PCI.

Il 10 marzo 1947 ci fu un contrasto tra Orlando e

Mortati sulle norme di principio, molto interessante

per la visione diversa dei due “grandi” giuristi.

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La democrazia

Il 24 marzo si approvò l’articolo che poi sarebbe divenuto l’art. 7 della Costituzione, con il consenso del PCI, realizzando secondo molti uno dei più alti momenti di consenso in Costituente.

Nel 1949 Salvemini ebbe a dire che l’Italia era unaNazione di clericali mezzi comunisti e di comunistimezzi clericali!

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La democrazia

Intanto, però, la situazione in Sicilia diventa sempre

più pesante e difficile da gestire: si ricordi, su tutto,

la strage di Portella della Ginestra del 1 maggio

1947.

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La democrazia

Il 31 maggio 1947 si forma il quarto governo De

Gasperi in carica fino 23 maggio 1948: è il governo

della svolta, perché con questo inizia l’era del

centrismo, che durerà fino al primo governo Moro

del 1963.

Nasce la “conventio ad excludendum” rispetto al PCI:

non tornò mai più al Governo.

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La democrazia

Il 22 dicembre 1946 si approvò la Costituzione della

Repubblica italiana: 453 voti a favore, 62 contrari,

nessuno astenuto.

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La democrazia

La Costituzione della Repubblica italiana:

artt. 1 e 139: Italia democratica e repubblicana art. 2: diritti inviolabili art. 3: principio di eguaglianza formale e sostanziale art. 5: unità, indivisibilità, decentramento art. 11: apertura verso l’esterno

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La democrazia

La Costituzione, per Aldo Moro, è una “piramide

rovesciata” che realizza una sorta di “socialità

progressiva”: dall’individuo alla famiglia, dalla

famiglia alle associazioni, dalle associazioni ai partiti

e ai sindacati, dai partiti ai Comuni, alle Regioni e

su fino allo Stato.

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La democrazia

I Costituenti scelsero il parlamentarismo e non il

presidenzialismo, scelsero il regionalismo e non il

federalismo.

Il senso dei lavori della Costituente è dato dalle tre

firme poste in calce alla Costituzione: De Nicola,

Terracini e De Gasperi.

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La democrazia

Se errore fecero i Costituenti, questo fu quello di

fidarsi eccessivamente dei Parlamenti futuri, cui si

rinviò l’attuazione degli istituti più innovativi del

nuovo ordinamento, come le Regioni, la Corte

costituzionale e il referendum popolare, solo per

citarne alcuni.

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La democrazia

Come disse ancora Piero Calamandrei, era come dare

in appalto ai lupi la costruzione dell’ovile!

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La democraziaPer altri, inoltre, la Costituzione era frutto di “troppi” compromessi: bellissimo il dibattito traCalamandrei e Togliatti:

il primo raccontò la storia di un uomo di mezza età che piaceva alle donne: alcune lo preferivano con tanti capelli, altri con pochi, risultato che rimase senza; il secondo, in risposta, citò Dante: “facesti come quei che va di notte, che porta il lume dietro e sé non giova,ma dopo sé fa le persone dotte”.