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28 giugno 2011anno IX - n. 25

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arcireports e t t i m a n a l e a c u r a d e l l ’ A r c i

Tutti migranti!Bufale, menzogne e manganelli

Ormai è chiaro: l'unico scopo di questo gover-no è restare a galla in attesa che la pausa d'a-gosto dia un po' di respiro ai suoi timonieri inconfusione mentale e crisi di consenso. Farfinta di niente, ascoltare solo chi ti dice ciò chevuoi sentirti dire, rimuovere ogni traccia delpronunciamento popolare del 13 giugno,negare l'evidenza delle contraddizioni interne. E intanto nel Paese i problemi incombono enessuno prova a risolverli. Incombono i rifiutidi Napoli, e sono una seria minaccia per lasalute dei cittadini e per l'ordine pubblico. Laprima cosa, semplice, che il governo dovrebbefare è un decreto d'urgenza, in nome di unadoverosa solidarietà nazionale, per liberare lacittà dai rifiuti. Ma non riescono a farlo per iricatti della Lega. Continuano a sfornare dati ottimistici sull'eco-nomia, ma la realtà è che il lavoro non c'è, gliinvestimenti mancano e la ripresa tarda a veni-re perché la fine della crisi non può arrivare dalcielo se manca il coraggio delle scelte. L'unicacosa che decidono è una nuova manovra da45 miliardi, e quindi ancora tagli agli enti loca-li e ai servizi per i cittadini. Continuano a non voler prendere in conside-razione una seria politica redistributiva, a nonvoler tassare le grandi rendite, ma promettonouna riforma fiscale che non faranno mai, per-ché la matematica non è un'opinione e le con-traddizioni fra interesse nazionale ed egoismilocalistici sono oggettivamente insanabili. Non ammettono gli errori perché rifiutano ilconfronto e confidano sulla propria impunità.Ciò che emerge dalla vicenda P4 è peggio diquanto potevamo immaginare: un sistema chesi è alimentato di corruzione e clientelismo,inquinando gli apparati dello stato e le respon-sabilità pubbliche con la cultura dello scambiomafioso. Hanno già pronta un'altra legge bavaglio permetter tutto a tacere, ma non passerà, perchéil paese si è svegliato dal torpore e dall'indiffe-renza, e pretende risposte. Fingono di noncapire, ma il messaggio della primavera italia-na è chiaro. Coi referendum i cittadini si sonoespressi per un diverso modello di sviluppofondato sui beni comuni e hanno detto chevogliono essere partecipi delle scelte che liriguardano. Il fatto che dopo pochi giorni, inVal di Susa, la risposta dello Stato siano anco-ra una volta i manganelli dimostra quant'è pro-fonda la distanza fra la società e le stanze delpotere. Dobbiamo essere in tanti a costruire ilcambiamento se vogliamo sfrattarli da quellestanze.

MEETING ANTIRAZZISTA I PAGINA 2Intervista a Gianluca Mengozzi,nuovo presidente Arci Toscana

IL VENTO DEL CAMBIAMENTO I PAGINA 4Intervista a Hamouda Hsoubi, del Forum delle Alternative del Marocco

È stata davvero una brutta giornataper la democrazia. Le cronachesono agghiaccianti: dispiegamento

di forze sproporzionato (2500 uomini fannopensare più a Hebron che a Chiomonte),candelotti sparati ad altezza uomo, cittadinipresi a manganellate in modo indiscrimina-to. Un'altra volta l'incapacità di dialogo dellaclasse politica e l'irresponsabilità di chi havoluto scegliere la soluzione di forza ciobbligano a contare i feriti. Solo la maturitàdel movimento No Tav, consolidata in ven-t'anni di lotta nonviolenta, ha impedito chesuccedesse il peggio. È inaccettabile che sitenti di imporre alla popolazione locale larealizzazione di un'opera costosa e inutile,che stravolgerebbe gli assetti del territorio.La vittoria ai referendum del 12 e 13 giugnoci dice che gli italiani vogliono essere pro-tagonisti delle scelte che riguardano il lorofuturo, a partire dalle decisioni che incidono

sulla qualità dell'ambiente. Quei Sì chiedo-no un diverso modello di sviluppo, fondatosulla tutela dei beni comuni, ma alludonoanche alla necessità di una democratizza-zione dei rapporti tra istituzioni e cittadini,che pretendono di essere partecipi delledecisioni. Questa istanza non può più esse-re ignorata, tanto meno messa a tacere conl'intervento violento delle forze dell'ordine. Già ieri sit-in di solidarietà sono stati convo-cati in tante città italiane e proteste ci sonostate in tutta la bassa valle. Stasera ci saràuna fiaccolata 'contro l'aggressione alla Valdi Susa' e probabilmente sarà convocataper domenica 3 luglio a Chiomonte unamanifestazione nazionale. L'Arci è vicina ai manifestanti feriti, confer-ma il suo impegno a fianco della popolazio-ne della Val di Susa e sarà presente allemobilitazioni di solidarietà organizzate inqueste ore.

Il corridoio della violenza

Un momento dello spettacolo teatrale e musicale Tutti migranti del gruppo Tatanka, durante la passeggiata inaugurale del Meeting Internazionale Antirazzista di Cecina - (foto: Giulia Parri)

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R estiamo umani e, passo dopopasso, adoperiamoci tutti per esse-re parte della soluzione.

In quest'ottica abbiamo immaginato l'aper-tura del Meeting Internazionale Antirazzista2011, insieme a Uisp e al Tavolo per lapace della Val di Cecina, che comprende14 comuni e una quarantina fra associazio-ni, scuole e fondazioni. «La dignità è in cammino e oggi viene dalmare» cantavano al concerto di apertura gliAssalti Frontali. Il medesimo cammino èstato intrapreso per aprire il Meeting attra-versando in una simbolica passeggiata perla pace Marina di Cecina, ricongiungendo-ci idealmente con la Perugia-Assisi e,auspichiamo, con la Palestina, i territorikurdi in Iraq e in Turchia e con tutta l'Africache si sta risvegliando. Anche per ilMeeting è stata una 'prima volta' no-nostante il fatto che l'appuntamento anti-razzista organizzato dall’Arci con il contri-

buto della Regione Toscana si stia avvian-do verso la maggiore età. Stavolta siamoriusciti a coinvolgere i cittadini e i vacanzie-ri invadendo pacificamente il viale dellapasseggiata a mare con musica e colori. Ad aprire la piccola marcia per la pacec'era un eclettico gruppo di attori e musici-sti di Firenze, il gruppo Tatanka con il lorospettacolo Tutti migranti. L'idea era di pro-muovere la partecipazione al Meeting e allaMarcia per la pace Perugia-Assisi che asettembre celebrerà la sua 50esima edizio-ne, un anniversario importante. Con questainaugurazione abbiamo voluto anche ricor-dare tutti i migranti che per scappare daguerre e soprusi hanno trovato la morte nelnostro mare. La disillusione di chi per lapace e l'antirazzismo lavora da anni è ine-vitabile, ma non per questo hanno menovalore i principi e gli ideali che animano ilmovimento per la pace di cui l'Arci da sem-pre fa parte. È proprio l'indignazione che

può infondere quella sana dose di rabbiache attraverso le politiche per la pace del-l’associazione e della Tavola può fare la dif-ferenza. Fra gli ospiti presenti all'inaugura-zione Annette Hanneman, fondatrice delTeatro di Nascosto con cui stiamo parteci-pando a progetti sulla nonviolenza in Iraq ein Palestina. «Lampedusa lo sa qual è lasua verità», cantavano gli Assalti Frontali atarda sera risvegliando gli animi di tutti ipresenti. Come ha ribadito Filippo Miragliaa inizio serata, non basta frequentare ilMeeting per essere antirazzisti e non bastafar parte della Tavola per la Pace per farela differenza fra guerra e pace. Vanno rivi-ste le politiche economiche e l'approccioallo sviluppo e si deve pretendere dai parti-ti del centro sinistra di rispettare la volontàdei cittadini che con i referendum hannodimostrato il loro rinnovato interesse a par-tecipare.Info: [email protected]

I ncontriamo Gianluca Mengozzi al Mee-ting antirazzista di Cecina, il primo a cuipartecipa come presidente di Arci

Toscana, carica a cui è stato eletto il 18 giu-gno scorso.

Quando inizia il tuo rapporto con l'Arci?La mia storia con l'Arci inizia molto presto, alcircolo Arena del popolo di Vada che ho fre-quentato sin da bambino. Questa zona èstata interessata negli anni '80 da un fortefenomeno migratorio proveniente dal Sene-gal. L'Arci si è mobilitata moltissimo nel fareaccoglienza e io ho collaborato, come tantigiovani del posto. Ho cominciato poi a occu-parmi di solidarietà internazionale seguendoalcuni progetti per l'Arci Toscana. Fon-damentale è stato l'incontro con RenzoMaffei, che mi ha spinto a trasformare la col-laborazione nel mio prioritario impegno divita.

La tua presidenza comincia con uno degli avvenimentipiù importanti per l'Arci. Qual è il messaggio che secon-do te deve caratterizzare questa XVII edizione delMeeting?Luogo comune è il titolo scelto per l'appunta-mento di quest'anno, perché il razzismo si ali-menta di luoghi comuni che è necessariodestrutturare ma anche perché luoghi comu-ni sono quelli in cui si promuove lo stareinsieme, il fare comunità. L'Arci è l'associa-zione dei luoghi comunitari, con i suoi circoli,le sue case del popolo, che rappresentano

l'antidoto migliore alla retorica discriminatoriarazzista.

Come si fa e come si promuove l'antirazzismo oggi?Oggi c'è bisogno di una riflessione e di unaggiornamento dei termini e delle prassi.Bisogna aggiornare i valori, i racconti, il mododi fare antirazzismo. Il Meeting serve anchea questo, altrimenti si rischia di perdere lacarica propulsiva che un'associazione comela nostra deve avere anche su questo tema.A partire dalle nostre basi associative, civiene richiesto un approccio anche moltopragmatico. Alla propaganda della destrache alimenta la sindrome dell'invasione,abbiamo risposto coinvolgendo i nostri circo-li in una riflessione sulla necessità del rispet-to dei diritti umani, ma abbiamo anche pro-posto un modello concreto di accoglienza,con l'inserimento in comunità piccole, coin-volgendo insieme enti locali, associazioni, cit-tadine e cittadini.

Un appuntamento centrale di questa edizione è l'in-contro Il vento del cambiamento, che consentirà diascoltare le testimonianze di alcuni dei protagonistidelle rivolte arabe: cosa possiamo imparare dalla loroesperienza?È necessario fare una riflessione moltoapprofondita su quanto è successo sullasponda sud del Mediterraneo, un fenomenoche nessuno aveva previsto, né gli analisti,né i politici, né chi si impegna nell'ambitodella solidarietà internazionale. Queste rivol-

te hanno avuto caratteri di autonomia e indi-pendenza, hanno coinvolto soggetti diversi,sono fenomeni complessi. Noi dobbiamo stu-diarli e capire quali parti di questi movimentici sono più prossime per riflettere insieme sucome sviluppare un percorso che sia recipro-camente utile, a quella parte del mondo eall'Europa. Abbiamo un'opportunità importan-te per costruire un ponte e capire cosa staaccadendo realmente in quei paesi.

Qual è il compito che consideri prioritario per la tua pre-sidenza?Rafforzare il sistema della tutela e dello svi-luppo delle basi associative. Riportare nel-l'associazione una cultura politica gestionaleche ci consenta innanzitutto di continuare afar vivere uno straordinario contenitore in cuiinserire le nostre proposte. La nostra asso-ciazione è piena di giovani che hanno vogliadi ‘fare Arci’ e di ripensarne, rinnovandole, lepratiche e le politiche. Il nostro modello orga-nizzativo è sicuramente interessante maormai per certi aspetti un po' stantio; il rinno-vamento serve anche per garantire la conti-nuità delle nostre basi sociali; dobbiamoessere capaci di coinvolgere meglio e di piùle nuove ‘generazioni di appartenenza’, nonsolo i giovani, ma anche persone magari giàin pensione ma con la voglia e il tempo perfare. Dobbiamo essere in grado di intercet-tare questa voglia di mettersi in gioco, ma perpoterlo fare dobbiamo aprire una riflessionesui modelli di aggregazione che proponiamo.

‘Il mio primo Meeting Internazionale Antirazzistada presidente di Arci Toscana’

Tatanka, Hannette Hanneman e Assalti Frontali aprono il Mia 2011

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L unedì sera è stato proiettato alMeeting in corso a Cecina Arna'sChildren, che rivisto dopo l'uccisio-

ne di Juliano Mer Khamis fa ancora piùimpressione. È una carrellata sui visi deimorti: i bambini del Teatro di Arna, Arnamalata che torna a incontrarli, i bambiniche diventano ragazzi e poi giovani uominie poi muoiono. Le madri che rimangono… È il più bello e struggente documentariosul conflitto, uno di quelli sui quali non èpossibile non versare lacrime, che scendo-no giù peraltro inavvertite. Un breve sguar-do sulla Palestina ci sta tutto. La questione della Freedom Flotilla stainfatti montando: il governo israeliano haprima messo in guardia, poi ha minacciato,poi ha fatto la voce durissima, e infine ilpremier Benjamin Netanyahu ha chiestoalle forze armate israeliane di mostrare‘moderazione’. Un catalogo delle reazioni che spiegaquanto la questione della Freedom Flotillasia, oggi ancor più di un anno fa, motivo diimbarazzo per Tel Aviv. Dalla Corsica è

partita la prima delle dieci navi, il convoglioquanto prima si riunirà. Sulla nave canadese c'è anche AmiraHass, grande giornalista, donna coraggio-sa, israeliana appartenente a una mino-ranza coraggiosissima. Ci sono però altre cose che succedono, traPalestina e Israele, che sembrano lontanedalla Flotilla e e che invece non lo sono. La prima, per esempio, riguarda gli scontridi ieri a Gerusalemme tra destra israelianaortodossa e polizia. Motivo: l'arresto di DovLior, uno dei rabbini più radicali e razzisti.La vera battaglia per Israele, dice YigallWalt su Ynet, è quella tra laici e ortodossi,tra le diverse tribù di Israele, i diversi grup-pi sociali… una battaglia che si combattementre in Israele monta sempre di più unaltro motivo di imbarazzo. E cioè la decisione della politica palestine-se di andare dritta all'Onu a far riconosce-re lo Stato di Palestina. Dal punto di vista formale il riconoscimen-to fallirà, ma sul piano politico la campa-gna per il riconoscimento ha già messo in

posizione di seria debolezza Israele. Sulla riconciliazione palestinese, intanto,tutto tace. La questione dell'incarico di primo ministronon riesce a sciogliersi, ed è la dimostra-zione che c'è chi rema contro. Spesso fuoridalla politica palestinese. Probabilmente,in più di qualche cancelleria. Torniamo al documentario. Nel fermo immagine, Ala, uno dei bambinidi Arna, di fronte alla sua casa distruttadagli israeliani nel campo profughi diJenin. Il suo sguardo che tenta di trovare forzaspostando gli occhi di qua e di là diventeràpoi fermo, da grande, quando sarà ilcomandante della difesa del campo. Ed èlui, nel documentario, l'ultimo morto, primadella parola fine. Prima di lui, Juliano MerKhamis (zio Jule, come lo chiamano iragazzi) mostra i destini terribili di quasitutti gli altri bambini di Arna. Tra loro, tra quei bambini di Arna immolatial conflitto, c'è anche lui. Ed è per questoche quel documentario, bellissimo, è orauna staffilata.Info: invisiblearabs.com

26 giugno 2011, a Cecina c'è unbel sole ed un bel mare, ma alMeeting antirazzista dell'Arci si

lavora. Una ventina d' immigrati si sono con-vocati qui da diverse città. Si tratta di perso-ne che vivono in Italia da qualche anno,ognuno di loro ha sulle spalle una certaesperienza d'integrazione, di militanza,d'impegno sociale. Ci sono sindacalisti, diri-genti dell'Arci, consiglieri comunali, consu-lenti per l'immigrazione. Quotidianamente,da postazioni diverse, si occupano di diritti etutele degli immigrati e quotidianamentesono impegnati a contrastare razzismo ediscriminazioni. Oggi però hanno deciso dimettere da parte il quotidiano e di confron-tarsi su una certa idea che da tempo gli frul-la per la testa: costruire la 'Lobby degli immi-grati'. Sulla parola lobby si scherza un po',perché i giornali di queste settimane sonopieni di riferimenti alla P4, che qualcuno vor-rebbe giustificare come normali attività lob-bistiche. Qui si tratta invece di cittadini immi-grati che pensano di costruire un Forum,una rete di persone, che pensano di pro-

muovere iniziative e sollecitazioni alla socie-tà italiana. Intendono stimolare partiti, sin-dacati, associazioni e istituzioni a porsi ilproblema della rappresentazione e dellarappresentanza di quei 5 milioni di cittadiniimmigrati che sono destinati a crescere neiprossimi anni, che rappresentano una real-tà ineludibile, e che tuttavia non sono anco-ra contemplati dalle nostre regole democra-tiche: non hanno diritto di voto e quindi nonhanno rappresentanza politica e dalla politi-ca vengono usati ed abusati strumental-mente. La risposta a questo vuoto può arrivare sol-tanto da un'evoluzione della nostra demo-crazia in cui le istanze degli immigrati, il dirit-to di voto, la riforma della cittadinanza s'in-seriscono in un processo riformatore tesoad arricchire la partecipazione dei cittadini ea valorizzare il ruolo dei corpi intermedidella società civile tutta. Loro hanno decisodi partire da sè, dall'esperienza, competen-za e rappresentanza come criteri di fondoper superare steccati e pregiudizi e per libe-rarsi di una prassi in cui d'immigrazione tutti

parlano, tutti se ne occupano, tranne che idiretti interessati. Quindi l'intento è quello dipassare da oggetto della politica a soggettopolitico. Parole forti che la discussione si è incarica-ta di chiarire per sgomberare il campo dapossibili equivoci: Il soggetto politico non èné il partito degli immigrati, nè il sindacatodegli immigrati. Ferme restando tutte leforme di auto-rappresentazione non sololegittime, ma anche auspicabili in un percor-so di partecipazione, l'idea di rappresentan-za è rivolta al sistema democratico, propriopartendo dalla consapevolezza che gliimmigrati non sono riconducibili ad unaclasse, né intendono ghettizzarsi comeminoranza omogenea di una comunitànazionale autoctona. Sono lavoratori, lavo-ratrici, medici professionisti, attori, registi,calciatori, piloti, parrucchieri, ballerini e di-soccupati, ciascuno ha i suoi sogni e tuttivogliono contare di più per migliorare laqualità della vita di ognuno. Mi pare davve-ro una buona idea, questo Forum, Rete,Lobby, poi il nome si troverà. Mi sono sem-brati determinati, si sono già riconvocati perdopo l' estate e questo è un buon inizio.

Costruire la 'lobby' degli immigrati per diventaresoggetto politico

Al Meeting ‘Arna's Children’, il più struggente documentario sul conflitto israelo-palestinese

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n. 25 28 giugno 2011

Articolo di Pietro Soldini, responsabile dipartimento immigrazione Cgil

Articolo di Paola Caridi, giornalista e blogger

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H amouda Hsoubi fa parte del Forumdelle Alternative del Marocco, ècomponente del consiglio allargato

del Forum sociale del Maghreb e del comi-tato di coordinamento del Forum socialemondiale. Hamouda è a Cecina per parteci-pare all'incontro Il vento del cambiamento.

Qual è la situazione dei movimenti sociali nell'areadel Maghreb?Prima di rispondere, vorrei fare una pre-messa: tutti i movimenti sociali delMaghreb hanno relazioni consolidate conquelli dell'intera area del Medio Oriente,che hanno cominciato a porre già quindicianni fa le questioni della giustizia sociale,dei diritti, della dignità delle persone.Quando oggi i media parlano di un 'risve-glio dell'area del Maghreb' fanno in realtàriferimento a un movimento che ha radiciprofonde. Il lavoro iniziato già da tempo nelMaghreb e nel Mashrek ha prodotto quel'risveglio', che quest'anno è partito dallaTunisia. In seguito si è allargato all'Algeria,al Marocco, allo Yemen, alla Siria e allaLibia. Questa sommovimento è stato deter-minato dalla insofferenza verso regimi dit-tatoriali che per anni hanno vessato i loropopoli. Ha coinvolto giovani delle classimedie, oltre che i più poveri, che chiedeva-no democrazia e futuro.

Cosa sta succedendo in Marocco in questo momen-to?Il movimento ha acquisito visibilità inMarocco a partire da febbraio, ma anchequi ha radici più profonde. Movimentisociali si erano manifestati già negli anni'60, '70, '80, '90; c'erano state lotte impor-tanti, che chiedevano profonde trasforma-zioni soprattutto nel campo della giustiziasociale. Il movimento ha ripreso vigore conla rivoluzione del 14 gennaio in Tunisia.Non va infatti dimenticato che è stata laTunisia a incendiare tutto il movimento nel-l'area del Maghreb e del Mashrek. Migliaiadi persone sono scese in piazza per chie-dere una nuova Costituzione, un nuovosistema politico, ma anche il diritto allacasa, al lavoro, alla salute. Tutte rivendica-zioni che prefigurano una società diversa.In Marocco, sin dalla prima manifestazionedel 20 febbraio, le persone che sono scesein piazza chiedono una nuova Costitu-zione, chiedono che il re non partecipi algoverno del paese ma svolga un ruolo digaranzia. In effetti esiste un progetto dinuova Costituzione su cui saremo chiama-ti a votare il primo luglio. È un progetto che

introduce novità positive, ma che ha ancheaspetti molto discutibili. Passi avanti impor-tanti ci sono sul riconoscimento dei dirittidelle donne, positiva è la decisione di adot-tare la Mazzic come lingua ufficiale, c'è unsignificativo passo avanti sul piano dei dirit-ti umani e di quelli economici. Ciò cheviene soprattutto contestato è il grandepotere che resta concentrato nelle mani delre, ma pensiamo che ciò dipenda anchedal fatto che i sette maggiori partiti delMarocco per ora preferiscano usare comeuna sorta di paravento questa cessione disovranità. Un punto molto importante con-tenuto nella nuova Costituzione è anche lapossibilità di presentare petizioni e propo-ste di legge di iniziativa popolare per chie-dere la modifica di alcuni articoli, masoprattutto viene finalmente riconosciuto ildiritto di voto ai migranti. Una conquistaper la quale ci siamo battuti a fondo.

Probabilmente la prossima riunione del ForumSociale Mondiale si terrà in Maghreb. Come si carat-terizzerà?Prima di parlare del prossimo Forum socia-le mondiale, vorrei fare alcune riflessionisull'incontro di questi giorni al MeetingAntirazzista a Cecina.L'idea è quella di farne uno spazio d'incon-tro e di dialogo tra la regione del Maghreb-Mashrek e quella euro-mediterranea. Cisono stati altri tentativi, ma nessuno èandato a buon fine.Stiamo perciò provando a costruire insie-me uno spazio di analisi e di confronto frale due rive del Mediterraneo, ricollegando-ci alle esperienze già fatte in passato.Sulla questione del prossimo ForumSociale Mondiale, invece, la decisione èstata presa a Parigi. Non è stato ancoradeciso se tenerlo in Tunisia o in Egitto. Neiprossimi giorni, nella riunione del consigliointernazionale del Forum, si dovrebberofare dei passi in avanti. Penso che comun-que sia importante farlo in Tunisia o inEgitto, come si è deciso, per sostenere imovimenti sociali che lì hanno dato originealla rivolta che poi si è diffusa negli altripaesi dell'area. Darebbe un importantesegnale di speranza per tutti.

Qual è stato il percorso che ha portato al progetto diuna nuova Costituzione?Quando i movimenti hanno cominciato achiedere di cambiare la costituzione, il re,dopo due settimane, si è pronunciato sullarichiesta, ha accettato di discuterne e hanominato una commissione che se ne

occupasse. Questo organismo è formatoda professori universitari, da giuristi, eco-nomisti, con l'apporto di soggetti prove-nienti da ambienti diversi e che non rap-presentano né le istituzioni nè il Governo. Ilre ha quindi scelto di attribuirgli un carat-tere neutrale. Nel frattempo la società civi-le si è incontrata, ha preparato un memo-randum che raccoglie le proposte delle tan-tissime associazioni coinvolte, dei partitipolitici e dei sindacati.Queste proposte sono state consegnatealla commissione per essere vagliate.Solo dopo averle esaminate, la commissio-ne ha prodotto un documento completo earticolato. Questo processo è durato all'in-circa 5 mesi e ha portato a un'ipotesi diCostituzione che è stata ridiscussa conpartiti e sindacati. È stata infine riconse-gnata in questi giorni a tutti coloro chehanno partecipato al processo di stesura:sono stati concessi venti giorni per presen-tare ulteriori osservazioni. Il primo luglio siandrà alla votazione.Alla fine di questo lungo percorso, ci sonopartiti politici, sindacati, associazioni cheinvitano a boicottare il voto perché alcunidegli articoli della nuova Costituzione nonsono condivisibili. Altri sostengono inveceche non andare a votare sarebbe comun-que un errore. Pensiamo - e ci auguriamo - che probabil-mente vincerà il Sì. Nonostante le partinegative che indubbiamente contiene, siaprirebbe comunque uno spazio per intro-durre successive modifiche attraverso lostrumento delle petizioni e delle leggi di ini-ziativa popolare che l'attuale Costituzionenon prevede. Quel che è successo nelnostro Paese noi lo chiamiamo la 'rivolu-zione tranquilla'

C'è una particolare vitalità della società civile inMarocco rispetto agli altri paesi dell'area?In Marocco ci sono ben 40.000 associazio-ni per una popolazione di 30 milioni di abi-tanti. Ci sono sette sindacati, 30 partiti poli-tici. I movimenti sociali, come dicevo all'ini-zio, sono attivi già dagli anni '60.Probabilmente il Marocco è uno dei paesipiù vitali dell'area. In Egitto, per esempio, imovimenti sono stati fortemente condizio-nati dai Fratelli musulmani, benché vi sianoorganizzazioni sociali che lavorano sutematiche specifiche. In realtà, la societàcivile è stata complessivamente abbastan-za debole fino a poco tempo fa, mentre inMarocco si è affermato un movimentosociale più consapevole e politicizzato.

La 'rivoluzione tranquilla'. Intervista a HamoudaHsoubi del Forum delle Alternative del Marocco

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Y asser Shoukry, avvocato egiziano,fa parte dell'organizzazione AlShehab, che lavora in un'area par-

ticolarmente disagiata del Cairo. Fa partedella dinamica egiziana del Forum Socialedel Maghreb. L'Egitto è fra i paesi candita-ti a ospitare il prossimo Forum Mondiale.Shoukry è un grande cantante.È a Cecina per partecipare all’incontro Ilvento del cambiamento.

Qual è lo stato della rivoluzione in Egitto, a chepunto la transizione che avete avviato?Siamo ancora nella fase della rivoluzione,perché in Egitto non è stato realizzato finoin fondo ciò che la gente voleva, per cui èscesa in piazza e ha rovesciato il dittatore.La maggior parte degli egiziani chiedeva-no, e chiedono ancora, tre cose: cambia-menti, giustizia sociale e libertà. Questirisultati non sono stati ottenuti.E, nonostante lotte e mobilitazioni continui-no, nonostante scendano in piazza studen-ti, lavoratori, la stessa classe media, siamodi fronte ad una situazione in cui non soloè in corso una 'rivoluzione', ma anche una'contro-rivoluzione'.Quest'ultima è agita da un miscuglio diforze differenti: gli ex-uomini del regimerovesciato, gli islamisti, le forze militarisostenute dagli Stati Uniti ma anche dauna parte del mondo arabo.Ognuno di loro pensa che dalla rivoluzionepotranno e dovranno derivare solo alcunicambiamenti di carattere democratico. Dalloro punto di vista, il modello da applicareall'Egitto sarebbe quello del Pakistan, doveil potere è in mano ai militari e alle forzeislamiste, un modello, quindi, che nondovrebbe mettere in discussione l'agendaneo-liberale, che invece è stata ampia-mente criticata dalla popolazione durantele manifestazioni.Adesso noi stiamo lavorando alla costru-zione di una grande coalizione, compostada movimenti e forze di sinistra, ma ancheda una parte delle forze liberali, per chie-dere un periodo di transizione più lungo, inmodo di arrivare alle elezioni più organiz-zati e solo dopo aver approvato la nuovaCostituzione.

In cosa consiste esattamente il 'rischio di islamizza-zione della rivoluzione' di cui parlano molti commen-tatori anche in Italia?Bisogna innanzitutto considerare che,negli ultimi quarant'anni del regime, eraproibita qualsiasi manifestazione pubblicadi attivismo politico; solo agli islamisti eraconcesso di portare avanti il loro lavoro

ideologico nelle moschee.La gente nel nostro paese va in moscheaanche cinque volte al giorno. E quindi lapossibilità per gli islamisti di fare quello chea tutti gli altri era proibito è sempre stataconcreta.In realtà, non hanno mai utilizzato questaopportunità per rafforzare un'opposizioneal regime. L'hanno piuttosto usata comeuno strumento per costruire egemonia cul-turale e politica, in un periodo in cui ognialtra forma di libertà d'espressione venivarepressa. I Fratelli musulmani si sono uniti alla rivo-luzione tre giorni dopo che era iniziata,senza pronunciarsi chiaramente per lacacciata di Mubarak finché non è caduto.Sono forti per i motivi appena detti e hannoavuto decenni per seminare il loro pensie-ro. Radicati nella società, arrivano ovun-que.Ma anche noi non siamo pochi. La nostraparte coinvolge i movimenti di sinistra euna consistente corrente d'ispirazione libe-rale, molto importante nel nostro paese.Abbiamo però bisogno di tempo per orga-nizzarci. Dovete considerare infatti che nel nostropaese sono presenti 10 milioni di cristiani,10 milioni di sufi - la versione laica e demo-cratica dell'Islam -, senza contare le molteramificazioni dei movimenti interni allasocietà civile, da quello dei lavoratori aquello dei contadini. Non abbiamo avuto lapossibilità di manifestare liberamente lenostre idee in passato, ma siamo quelli chehanno iniziato e portato avanti la rivoluzio-ne.Il rischio maggiore è che dalla grande piaz-za in cui abbiamo fatto la rivoluzione sivenga confinati in un vicolo. E ci sia qual-cun altro che occupi quella piazza. Perquesto l'8 di luglio faremo una grandissimamanifestazione in piazza Tahrir. Chiede-remo che, prima delle elezioni, vengaapprovata la nuova Costituzione e che ilprocesso di transizione sia più lungo.Abbiamo bisogno di tempo per organizzar-ci. Non possiamo rischiare che qualcunoscippi la nostra rivoluzione.

Qualche mese fa c'è stato un referendum su alcunemodifiche costituzionali. Voi chiedete però unanuova Costiituzione. Ci spieghi meglio questo pas-saggio?Ripeto: le tre cose per cui la gente ha fattola rivoluzione sono il cambiamento, la liber-tà e la giustizia sociale. Finite le rivolte di piazza, si è insediato un

consiglio militare che ha imposto un refe-rendum su 7 articoli della Costituzione.Contro i sostenitori del No si è scatenatauna gigantesca campagna mediatica, sup-portata persino da anatemi religiosi. Si è detto che chi era contrario andava abraccetto col diavolo! Si è tentato, insom-ma, di convincere la popolazione che vota-re No avrebbe significato tradire la propriafede e consegnare il proprio paese alleforze del male. Chi ha promosso la rivoluzione non chie-deva questo referendum, ci è stato impo-sto e i risultati lo dimostrano: su 40 milionidi aventi diritto al voto sono andati alleurne solo in 18 milioni. E il 25% ha trovatoil coraggio di dire No.Ci siamo sentiti rapinati dai media, dai mili-tari e dagli islamisti. Noi avevamo già scrit-to la nostra Costituzione, l'avevamo scrittain piazza Tahrir. L'avevamo fatto tutti insie-me, con tutti coloro che il dittatore l'hannobuttato giù davvero. È il popolo che devedecidere e non i militari. Non accettiamoche siano loro a dettare le regole dellatransizione in questo paese. Per questostiamo lavorando alla costruzione di unagrande manifestazione l'8 di luglio, perchérappresenti un momento visibile di conver-genza e punto di riferimento per i tantiscontenti.

Quali sono le strategie che avete deciso di adottarenella situazione che ci hai appena raccontato?Noi lavoriamo con associazioni, sindacati,organizzazioni di giovani e di donne, manon rappresentiamo ancora una coalizionegrande e strutturata. L'obbiettivo comuneche ci unisce è fare in modo che i cambia-menti in Egitto siano determinati da unaspinta che arriva dal basso e non impostidall'alto. Un esempio importante in questa direzioneè quanto abbiamo discusso nella giornatadel 27 maggio, dove le donne sono state levere protagoniste: insieme abbiamo decisodi riprenderci la piazza, per riportare la dis-cussione in basso, laddove era cominciata.La mia sensazione è che stiamo proce-dendo lentamente, ma con continuità e conla volontà comune di andare avanti insie-me. Siamo impegnati a costruire un orga-nismo che chiamiamo Consiglio Naziona-le, una sorta di contenitore che comprendae stabilisca relazioni stabili fra le organiz-zazioni sociali, le Ong, ma anche i partitipiù legati alla società civile, i sufi, le orga-nizzazioni religiose. Per ora questo è l'im-pegno prioritario.

'Ripartire dal basso per non farci scippare laRivoluzione'. Intervista all’attivista Yasser Shoukry

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La recente occupazione del Teatro Valle haavuto una reazione a catena nel mondo dellacultura. Dopo la mobilitazione di alcuni deipiù importanti attori italiani, sabato scorsopresso il Macro a Roma si è tenuta la primaassemblea del neonato movimento Occupia-moci di contemporaneo che riunisce artisti,curatori, operatori della cultura e politici didiversi schieramenti. Dopo le dimissioni deldirettore del Macro Luca Massimo Barbero,molti professionisti della cultura si sono mobi-litati per rivendicare dall'amministrazionecomunale un'attenzione maggiore alle politi-che di sostegno economico al Macro. Ma lasituazione critica del Museo d'Arte Contem-poranea di Roma è solo uno dei motivi sca-tenanti della mobilitazione, non è più tollera-bile l'asservimento forzato della gestionedella cultura alle convenienze politiche di chigoverna. Solo pochi giorni fa è stato inaugu-rato il Padiglione Italiano della Biennale diVenezia curato da Sgarbi, uno degli eventipiù disastrosi che si ricordino nel mondo del-l'arte negli ultimi anni. In un contesto nazio-nale così complesso, la situazione romanapreoccupa per i tagli radicali che l'ammini-strazione Alemanno si appresta ad eseguire.

Di fronte all'annunciato ampliamento dellastruttura museale, il nuovo direttore, Bartolo-meo Pietromarchi, dovrà faticare non pocoper gestire il Museo romano con due milionidi euro fino a fine anno. Una politica cultura-le, quella romana, fortemente criticata anchedall'ex Assessore Croppi, sostituito alcunimesi fa da Dino Gasperini. La mobilitazionedegli artisti della capitale ha rimesso al cen-tro finalmente la questione dell'arte quale‘bene comune’. «Un museo - afferma il movi-mento Occupiamoci di contemporaneo -deve relazionarsi con la città, avere un diret-tore nominato con concorso pubblico e unbudget adeguato per svolgere la propria atti-vità culturale; sostenere progetti sul territorio,favorire un'attiva partecipazione del pubblico;essere indipendente dalla politica». Un museo non imbalsamato, ma nodo di unsistema culturale dinamico e democraticoche possa effettivamente essere parte inte-grante del territorio in maniera non esclusiva.Occupiamoci di contemporaneo è un puntodi partenza importante per proporre edimmaginare un modello nuovo di gestionedella cultura e dell'arte in Italia.Info: [email protected]

Ancora numerose le rassegne estiveche animano circoli e comitati Arci ditutto il territorio. Immancabile anche

quest’anno la rassegna Lazzaretto estatepromossa dall’Arci di Ancona che ospitaeventi musicali, proiezioni cinematografiche,mostre e spettacoli teatrali. Dopo l’apertura il28 giugno con Gianmarco Fraska e la sua FlyBand, è molto attesa la serata di capoeira esamba del 1 luglio realizzato nell'ambito delprogetto Para um protagonismo juvanil e fina-lizzato a costruire opportunità per i giovani deiquartieri periferici di Salvador de Bahia. Perrendere ancora più ricco e partecipato questospazio, l’Arci di Ancona ha deciso di promul-gare due bandi di concorso. Il primo, Cortoteatro, è un concorso rivolto a compagnie eregisti, professionisti e non, senza limiti dialcun tipo, in cui si vogliono mettere a con-fronto idee, sensibilità, modalità e temi con laspecifica esigenza della brevità. Le perfor-mance saranno ammesse alla gara esclusi-vamente se della durata di 15 minuti. Il secon-do bando è Lazza Paint!, per tutti coloro chevogliono concorrere alla realizzazione deldecoro esterno delle strutture che compongo-no il LazzaBaretto, il bar situato nella banchi-

na che, durante il periodo estivo, ospita ilpunto ristoro. Lazza Paint! è un concorsorivolto a designer, singoli artisti, studenti dellescuole d'Arte e delle Accademie, studi e col-lettivi grafici, professionisti e non, al di sottodei 40 anni. Dal 30 giugno al 3 luglio è festa aBulgarograsso, Como, con Arcinfesta Luoghicomuni, quattro serate di appuntamenti chespaziano dal cinema all’aperto al rock, al reg-gae, a pizziche e tarante. Protagonista dellaprima serata sarà il film grande successo del2010, Benvenuti al Sud di Luca Miniero, chetra equivoci e situazioni paradossali raccontain chiave ironica i pregiudizi ma anche le‘alleanze’ che possono nascere tra personedel nord e del sud Italia. Nell’area feste diBulgarograsso, in via Cavallina, spazio allamusica ogni sera a partire dalle 21.30 conThe leeches Gonzales & special guest per laRock ‘n’ roll High school, Reggae people eRising Hope per la Reggae night, I brigantiper la serata di pizziche e tarante. Un vero e proprio ‘puzzle’ di iniziative conconcerti, esibizioni e lezioni aperte di danze,serate di ballo liscio, proiezioni di film, dibatti-ti, teatro, attività sportive per adulti e bambiniper E...state al Sud a Torino, un mese di even-

ti che si svolgono dal 24 giugno al 24 luglio aParco Colonnetti. L'iniziativa nasce dalla col-laborazione tra il circolo Dravelli, il circolo 1°Maggio, Guido Rossa, Sportidea Caleidos,Teatrulla, la Scuola di tango El Firulete, laFondazione Maurizio Collino, La Fucina delLampadiere. Il punto estivo è aperto tutte lesere dal martedì alla domenica e propone uncalendario davvero ricco di eventi che metted’accordo tutti i gusti: dalla serata brasiliana aquella di danze occitane, dal tango argentinoal ballo liscio, dalla serata di animazionecubana alla musica emergente. E ancora,concerti di The B-Four (cover band deiBeatles), dei 74 Fingers (rock-ska), deiSubliminal Verses (tributo ufficiale italiano agliSlipknot).

Concerti, danze e rassegne cinematografiche:continuano gli appuntamenti estivi targati Arci

A Roma si riunisce il movimento‘Occupiamoci di contemporaneo’

‘Costellazione’al Mia 2011Dopo il Cortile del Palazzo dei Priori diViterbo, l'opera Costellazione (per un elogiodella differenza) di Pasquale Altieri verràesposta dal 25 giugno al 2 luglio al MIA diCecina. L'opera, che viene presentata il 28giugno alle 19.30, è un mobile di panisospesi, realizzato di volta in volta utilizzan-do le tipologie di pane disponibili nel territo-rio che lo ospita. La prima versione dell'ope-ra è stata esposta a Torino, città multicultu-rale per vocazione, nell'ambito del festivalPlay with Food e, in seguito a Viterbo, du-rante il Festival Estasiarci. Questa versionedell'opera è stata realizzata utilizzando ilpane preparato dai rifugiati che vivono nellaProvincia di Viterbo e che sono stati accoltidal progetto coordinato da Arci SolidarietàViterbo. Si tratta di un'opera lirica, un omag-gio al dialogo e alla fusione di culture che sibasa sull'uso, in maniera ludica, del pane,alimento base delle differenti tradizioni culi-narie coinvolte. Pani diversi, decorati, dolci,dall'Eritrea e dalla Tunisia, dall'Armenia edalla Siria, tutti sospesi e mobili, come sin-gole tracce di un vagabondare eterno chemischia lingue, usanze, mondi differenti co-me piccoli pezzi di pane.

Ultimo appuntamento con Avantiattori!, concorso per compagnie teatrali. Il 29 giugno va in scena

lo spettacolo La guerra di Troia nonsi farà. Seguiranno le premiazioni

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Beni confiscati sotto attacco nel caserta-no? A quanto pare sì, visto quanto accadu-to nelle ultimissime settimane: sotto attac-co non solo da parte della camorra, condevastazioni e minacce, ma anche dellestesse istituzioni locali, che sembranovolerne contestare il riutilizzo.La scorsa settimana avevamo documenta-to le minacce di morte ricevute da RenatoNatale, presidente dell’associazione JerryMasslo ed ex sindaco di Casal di Principe,che nelle stesse ore si trovava a risponde-re alle accuse delle autorità cittadine checontestavano alla sua associazione l’effet-tivo utilizzo sociale del bene confiscato. Il primo cittadino di Castel Volturno AntonioScalzone ha infatti comunicato che la JerryMasslo deve restituire la villa di BaiaVerde, un tempo di proprietà di PupettaMarasca, oggi diventata La casa di Alice,presso cui è avviato da alcuni mesi unlaboratorio di sartoria sociale a cui parteci-pano donne con precedenti esperienze digrave emarginazione sociale. Circa duesettimane fa, il neosindaco del Comune diTrentola Ducenta, in provincia di Caserta,ha ufficialmente comunicato di non voler

rinnovare l’affido alla casa famiglia LaCompagnia dei Felicioni della Comunità diCapodarco della villa che lo Stato ha sot-tratto al boss del clan dei Casalesi DarioDe Simone. Lo ha fatto liquidando l’utiliz-zo del bene come praticamente inutile,visto che, come ha motivato, «non èoffrendo ospitalità ai bambini vittime di vio-lenza che si combatte la camorra».Ultimissima, solo in ordine temporale, lavicenda accaduta pochi giorni fa allacooperativa Eureka di Casal di Principe, suun terreno dove è impiantato un pescheto.Il bene gestito dalla cooperativa apparte-neva al boss dei Casalesi SebastianoFerraro; dal 2009 è stato affidato a Eurekae intitolato ad Antonio Di Bona, agricoltoree vittima innocente della camorra. Nellastruttura disabili mentali lavorano la terra eproducono frutta: ignoti hanno tagliato itubi dell’irrigazione e messo la colla nellucchetto del cancello. Un danno materia-le, ma anche simbolico, dove la gestionedei beni confiscati significa anche e soprat-tutto sostituire un modello di economia cri-minale con un modello di economia socia-le diverso che aiuta ad uscire dall'illegalità.

legalitàdemocratica

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Partono in Campania i primi campi dilavoro dell'Arci per il recupero socialedei beni confiscati alla camorra.

Il primo appuntamento è in provincia diCaserta, dove dal 16 al 23 luglio saremonell'Agro Aversano, in piena ‘terra dei fuo-chi’, zona famosa per gli sversamenti illega-li di rifiuti tossici. Il campo prende il via dal-l'esperienza del Villaggio della solidarietà,che l'Arci di Caserta promuove per il terzoanno a Parete, paese agricolo delCasertano dove confluiscono moltissimilavoratori stranieri impiegati come braccian-ti agricoli nella raccolta della frutta. Le loro condizioni di vita sono terribili. Per sostenerli e contemporaneamente sen-sibilizzare la popolazione e le istituzioni,

l'Arci, insieme alla Cgil e allo Spi, l'UnicoopTirreno e le associazioni locali come LaTribù, Nero e non solo! e con il patrocinio delComune, danno vita al Villaggio della soli-darietà. Una ventina tra volontari e operato-ri di diverse regioni saranno impegnati nel-l'accoglienza, distribuzione pasti, corsi di ita-liano, servizio sanitario, legale e nella socia-lizzazione. Lo scopo è restituire dignità econdizioni di vita e di lavoro accettabili ailavoratori stagionali. La novità è che que-st'anno i volontari saranno impegnati nelleprime operazioni di pulizia ed adattamentofunzionali di alcuni terreni confiscati allacamorra, affidati in gestione al circolo ArciNero e non solo! per la loro riutilizzazione afini sociali: il primo obiettivo è la realizzazio-ne di una fattoria didattica. Il secondoappuntamento sarà per fine settembre aBaronissi (Salerno) dove l'Arci ha in affida-mento dal Comune due appartamenti confi-scati al boss Antonio Forte, capo dell'omoni-mo clan legato alla Nuova Camorra orga-nizzata, negli anni '80 incaricato della scortadi Rosetta Cutolo. I beni si trovano nel luogodi nascita del capo clan, e la loro confiscarappresentò una vittoria importante dello

stato, confermata dal successivo pentimen-to del boss e dalle rivelazioni dei progettistragisti di Augusto La Torre, capo del fami-gerato clan alleato dei casalesi (Caserta),nei confronti dello scrittore Roberto Savianoe dei magistrati Raffaele Cantone e MariaAntonietta Troncone. Superare lo stato di abbandono dei benirappresenta quindi il completamento di unpercorso di riacquisizione del territorio daparte della comunità locale. Il cantiere dilavoro trasformerà gli appartamenti in unacasa di accoglienza per le donne vittime ditratta e in un centro di aggregazione giova-nile. L'idea è mettere in rete le azioni di pro-tezione di coloro che denunciano il racketdella prostituzione con una risposta alle esi-genze di aggregazione, formazione e socia-lità delle donne insieme ai giovani del terri-torio. Le sperimentazioni di questi annidimostrano infatti che praticare luoghi ‘misti’di promozione interculturale per giovani estranieri insieme consente di condividere unnuovo modo di essere cittadini, affermandouna legalità ‘piena’ di diritti, e non subalter-na alla cultura del ricatto e del favore. Info: [email protected]

A Parete e Salerno arrivano quest’estate i primidue campi della legalità promossi dall’Arci

Sotto attacco alcuni beni confiscati e riutilizzati nella provincia di Caserta

Al Mia Claudio Favapresenta ‘Teresa’All’interno della rassegna Scrittori contro ilrazzismo, al Meeting antirazzista di Cecina,mercoledì 29 giugno alle 18.30 ClaudioFava presenterà il suo ultimo libro Teresa.Un romanzo che parla di una donna diSicilia, delle sue scelte e delle sue fughe,ma anche del ritorno con un richiamo scon-volgente nella sua terra d’origine. Teresascappa dalla Sicilia, terra stupenda, ricca disole e frutti, ma anche terra infame di crimi-nalità ed emigrazione, di povertà e apatia, diabbandono e vigliaccheria, di arretratezza esuperstizioni. Teresa scappa dalla Siciliaperchè la mafia le ha ucciso il padre che sirifiutava di pagare il pizzo e di sottostare aleggi di uomini che si impongono comepadroni del territorio. A Roma accettandocome lavoro di assistere a malati terminali,a Teresa si schiude davanti un’umanità dallaforza dirompente, che la riempie di gioia eanche di dolore ma che le fa riacquistarefiducia in se stessa. Ma il ricordo delle ulti-me parole del padre contro il suo assassinosono richiami più forti di qualsiasi stabilitàagognata per anni. Si tratta di un romanzoche lascia più di un segno, anche a chi inSicilia non c’è mai stato.

Libero cinema in Libera Terra è il tito-lo del festival itinerante promosso da Libera e Cinemovel foundationche dal 1 al 23 luglio porterà il cinemanei luoghi simbolo della criminalità,con 20 proiezioni in 11 regioni italiane

ITALIA

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S ul tema della transizione della orga-nizzazione sociale, economica ecivica delle città contemporanee è

attivo un movimento di persone e comunitàmolto interessante che ha avuto il merito dimettere in pratica delle sperimentazioni sullabase di osservazioni molto concrete relativa-mente alle trasformazioni in atto in tutte lecittà del mondo.L'idea di fondo, giocando un po' con le paro-le, è quella di rivoluzionare l'idea di rivoluzio-ne, nel senso di superare l'idea di un mondostatico, sempre uguale a se stesso come sefosse fermo al modello di città preindustrialeancorata ai ritmi delle società dominate dalleeconomie rurali di prima del 700. L'urbanizzazione che ha accompagnato lanascita delle grandi città industriali del XIXsecolo, provocando un grande esodo dallecampagne e la nascita delle grandi periferiea ridosso delle nuove manifatture, ha fornitoil calco delle moderne città e metropoli con illoro corollario di questioni sociali, demografi-che, ambientali, civili.La grande intuizione del movimento sullatransizione sta nel leggere le dinamichedella vita socio economica delle città comeun flusso continuo di scambi di beni, servi-zi e soprattutto di scambi energetici. La cittàcambia sotto i nostri occhi perché la dinami-ca del PIL vuole che nuovo cemento vengacolato nonostante vi sia da anni una crescita

demografica vicina allo zero e tante aree,cresciute nel disordine urbanistico, non ven-gono recuperate fin quando non divengonoappetibili per la speculazione. Intorno a que-sti scambi i cittadini subiscono, loro malgra-do, le conseguenze di decisioni prese in luo-ghi impalpabili sulla base di logiche mai con-divise. Il punto fondamentale di questo ragiona-mento è la questione energetica. La recente vicenda nucleare ci restituiscel'obbligo di pensare ad una transizione dal-l'economia del petrolio a nuove forme di pro-duzione energetica che riescano a garantireuno standard di vita, seppure più sobrio, manon arretrato per miliardi di persone. Primache si arrivi al momento del 'picco del petro-lio’, in cui comincerà a decadere la produ-zione petrolifera mondiale, si cercherà diricorrere ai ripari chiedendo alla scienza ealla tecnologia di proporre nuove soluzioni.Molto probabilmente, se rimarranno sempregli stessi attori che hanno ancora oggi inmano il mercato dell'energia mondiale,anche l'attraversamento della fine del petro-lio sarà dominato dagli interessi delle grandicorporation e non da quelli delle persone edell'ambiente. Questa profonda trasforma-zione si potrebbe presentare come la gran-de occasione per le comunità locali perriprendere in mano il futuro delle proprie cittàe dei rispettivi territori. Quello che serve è

cambiare mentalità e pratiche, smettendoladi delegare il cambiamento, ma cercando diintervenire in una nuova idea di piano parte-cipato che coinvolga le persone e le comuni-tà su scala ridotta di quartiere, nella praticaquotidiana di azioni di cambiamento concre-to. Tutto questo per ragionare anche sullesorti di luoghi cha hanno subito grandi deva-stazioni, come nel caso de L'Aquila dopo ilterremoto del 2009, e dove oggi si pone unagrande questione di ricostruzione. Una voltaacquisito il dato non scontato di ricostruire ilpatrimonio storico architettonico di pregio,tutto il resto come va ricostruito? La questione della partecipazione attiva deicittadini che dovranno vivere nei luoghi rico-struiti, nella scelta delle soluzioni potrà esse-re la stessa di quella adottata nel secondodopoguerra, oppure dovrà tenere conto deinuovi profili culturali e civici dei cittadini dioggi e soprattutto delle grandi questioni chestanno cambiando il mondo? Ricostruire'senza petrolio' sarà la stessa cosa di quan-do si pensava che fosse una risorsa senzafine? Le energie 'ex alternative', la coibenta-zione delle abitazioni, il ciclo dell'acqua equello dei rifiuti saranno ancora consideratiun lusso da ambientalisti esagerati o la basedella città futura? Anche di questo vorremmodiscutere nel convegno del 9 luglio aL'Aquila.Info: [email protected]

Città che cambiano, città di transizione. La ricostruzione all’Aquila guardando al futuro

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A llarme sovraffollamento nelle carceriitaliane. La denuncia di Antigone,giunta nei giorni scorsi, amplifica l’at-

tenzione su un sistema al collasso. Negli ulti-mi tre anni la popolazione carceraria èaumentata del 50% passando da 45mila a67mila persone, superando di oltre 20mila illimite considerato regolamentare. Alcuniesempi: Milano, carcere San Vittore, sestoraggio: celle di 7 metri quadrati in cui sono sti-pate, per circa 20 ore al giorno, sei persone.Napoli, carcere Poggioreale: in celle 8x4, lettia castello impilati per tre, bagno e cucina unititra loro, si sta in dodici, a volte anche in quat-tordici, per 22 ore al giorno. Perfino nel pic-colo carcere di Padova, appena 96 posti dicapienza a fronte di 196 detenuti, ci sono seipersone nelle celle da tre o quattro. Tre inquelle singole, nove in quelle da sei. E seaumentano i detenuti, contestualmente cala-no le risorse a disposizione del sistema car-cerario, che diminuiscono del 10,4%. Sonoalcuni dei dati presentati nel dossier Carceri

nelle illegalità, la torrida estate 2011. «Il nostro sistema carcerario è allo stremo»,denuncia Patrizio Gonnella, presidentedell’Associazione Antigone. A fine maggio i detenuti raggiungevano ilnumero di 67.174, di cui 14.251 in attesa diprimo giudizio, 28.178 imputati e solo pocopiù della metà, 37.257, condannati con sen-tenza definitiva. «Una così alta presenza didetenuti sotto custodia cautelare è un’ano-malia tutta italiana: abbiamo una percentualequasi doppia rispetto la media europea, cheè del 24,8%. In Italia - sottolinea Gonnella - èuna prassi che va al di là dei vincoli di leggee che impone una condanna preventiva». Manon è l’unica anomalia. Anche la percentualedi detenuti stranieri e quella di chi ha violatola legge sulle droghe è doppia rispetto alresto d’Europa. Il 56.7% dei carcerati sonostranieri (a fronte di una media europea del38,5%), mentre il 36,9% è in carcere per vio-lazione delle leggi sulle droghe (in Europaappena il 15.4%). Fin qui solo numeri, ma

l’immagine dell’illegalità viene fotografatadalla Corte europea per i diritti umani cheafferma che si è in presenza di tortura quan-do un detenuto è sottoposto a ristrettezza dispazi, assenza di luce, privazione della liber-tà di lavarsi, esiguità delle ore d’aria. Tutti fattori riscontrabili negli istituti peniten-ziari italiani e che hanno portato il difensorecivico a presentare alla Corte 350 ricorsi. Inquesto contesto di emergenza lo scorsoanno è stato approvato il Piano carceri, pre-sentato dal Commissario straordinarioFranco Ionta, che prevede la realizzazione di9.150 posti e una spesa di 661 milioni. Il tutto da realizzare entro la fine del 2012. Manella Finanziaria 2010 sono stati prevististanziamenti per 500 milioni di euro, il restoverrà prelevato da un fondo destinato al rein-serimento dei detenuti. Con quali tempi? Per Antigone «ancheammesso che il piano parta adesso, al ritmodi crescita dei detenuti, nel 2012 mancheran-no ancora 14 mila posti».

Antigone presenta il dossier ‘Carceri nell’illegalità, la torrida estate 2011’

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Chi galera non prova libertà nonapprezza, 10 tavole sulla vita carce-raria liberamente ispirate al libro Il

carcere spiegato ai ragazzi di PatrizioGonnella e Susanna Marietti: questo il titolodella mostra di Riccardo Cima, inauguratanei giorni scorsi al circolo Arci Zenzero diGenova. L'iniziativa - organizzata da San-dra Bettio, responsabile del settore ‘carceree giustizia’ di Arci Genova, e da AlfredoSimone, di Arci Liguria - ha fatto registrareuna confortante risposta di cittadini e 'addet-ti ai lavori'. Nonostante i numerosi impegnidi questa estate particolarmente intensa -Meeting di Cecina, manifestazioni per il 30giugno, decennale G8 - Gabriele Taddeo,presidente di Arci Genova, ha voluto essere

presente all'iniziativa per sottolineare l'inte-resse dell'associazione verso un tema,quello della detenzione e più in generaledella giustizia, che non sempre trova ladovuta attenzione, quasi fosse un problemache non riguarda l'intera cittadinanza.Assente per impegni inderogabili, il presi-dente di Arci Liguria ha voluto essere ideal-mente presente mandando un messaggio aRiccardo per ringraziarlo per l'entusiasmo ela serietà con cui ha prestato la sua opera divolontario presso l'associazione, ma so-prattutto per il coraggio e la spontaneità concui ha accolto la proposta di mettere a frut-to la sua 'arte fumettara' per raccontare ilcarcere a chi non ne sa nulla o comunquene ha una conoscenza molto superficiale ededulcorata. «Credo che con questa iniziati-va abbiamo svolto una volta di più il nostrolavoro di associazione di promozione socia-le impegnata da sempre nella difesa deidiritti e contro ogni discriminazione - ha sot-tolineato Walter Massa - è questo il nostromodo di fare cultura e non possiamo cheringraziarti sentitamente per esserti prestatoad essere nostro prezioso 'strumento' ma,soprattutto, per il coraggio di metterti in

gioco insieme a noi in questa battaglia perfar sì che il dettato costituzionale secondocui ‘Le pene non possono consistere in trat-tamenti contrari al senso di umanità e devo-no tendere alla rieducazione del condanna-to’ venga rispettato e trovi piena attuazio-ne». Protagonista particolarmente gradito dell'e-vento è stato Buby Senarega, grande can-tautore genovese a cui va il merito di avertradotto il frutto dei cinque anni di lavoro nelcarcere di Marassi in uno spettacolo dal tito-lo La domandina, in cui Buby canta alcunibrani scritti dai detenuti e da lui musicati,supportato dall'attrice Cristina Campanile eda Fabrizo Dentini, voce narrante. A seguireun aperitivo a sottoscrizione libera a favoredella costituenda da associazione Familiarie amici dei detenuti che si prefigge dueobiettivi in particolare: sostenere familiari edamici di detenuti, soprattutto nella dramma-tica fase del primo impatto col carcere, esensibilizzare l'opinione pubblica su un'isti-tuzione che oggi è una vera e propria 'di-scarica sociale'. I circoli interessati possonoospitare la mostra.Info: [email protected]

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‘Chi galera non prova, libertà non apprezza’: 10 tavole in mostra al circolo Zenzero di Genova

Il 29 giugno alle 21 all’Arci Bloomdi via Gorizia incontro sul tema No alnucleare, sì alle energie rinnovabili.Interviene Maurizio Colleoni del progetto Punto rosso fotovoltaico

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Cosa cambiaLUCCA - Genova 10 anni fa: cosaè successo in quei giorni del 2001?Cos'ha lasciato nelle persone che

camminavano per quelle strade spia-nate dal sole di luglio? A questedomande vuole rispondere il romanzoCosa cambia di Roberto Ferrucci, chesarà presentato il 30 giugno alle21.30 al circolo Il lampadiere. Conl'autore discuterà Fabio Lucchesi,all'epoca portavoce della Rete diLilliput e componente del gruppo dicoordinamento nazionale del GenovaSocial Forum che gestì le iniziativealternative al G8.Info: [email protected]

Nuova vita alle bici!LIONI (AV) - Dai nuova vita alla tuavecchia bici! Questo l’invito rivolto dalcircolo Rouge a tutti gli appassionatidelle due ruote nell’appuntamento diCiclofficina pubblica e itinerante, il 30giugno dalle 17 presso la sede del cir-colo. Un laboratorio per l’autoripara-zione delle bici, un covo per ciclistiurbani e ‘partigiani del pedale’, doveincontrarsi per progettare e realizzarenuovi veicoli a trazione umana, uno

spazio dove trovare tutto, o quasi,quello che occorre per modificare,restaurare, riverniciare e inventarequalsiasi mezzo che non inquini erispetti l’ambiente.Info: [email protected]

Cinema sotto le stelleCARMAGNOLA (TO) - Per la rasse-gna di cinema all’aperto Stelle sotto lestelle, Arci Life, Arci Life Cinema e cir-colo Margot propongono la proiezionedi un film ogni sera, dal 28 giugno al31 luglio, nel cortile del liceoBaldessano di Carmagnola. Il 1 lugliosarà proiettato Un gelido inverno,miglior film al Torino film festival, diDebra Granik con Jennifer Lawrencee John Hawkes.Info: www.circolomargot.com

Danze popolari a RietiRIETI - All’interno della manifestazio-ne culturale Inkiostrarci, Arci Rietipromuove il laboratorio di danzepopolari a cura di Raffaella Buccolini,insegnante di pizzica, tamurriata etarantella. Quattro incontri a cui segui-rà uno spettacolo di musica e danzain cui gli allievi e le allieve potranno

esibirsi co i passi di danza imparati.Ultimi giorni per le iscrizioni.Info: [email protected]

Cinema intorno al VesuvioNAPOLI - Cinema intorno al Vesuvioè il titolo della rassegna cinematogra-fica promossa dall’Arci Movie pressol’Arena di San Sebastiano, giunta allaXVIII edizione. Per la serata inaugura-le, che si tiene venerdì 24 giugno, è inprogramma la proiezione di Passione.Un’avventura musicale di JohnTurturro; sarà presente l’attrice Danie-la Fiorentino. La rassegna proseguefino al 5 settembre con grandi suc-cessi, cinema di qualità e i lunedìd’autore.Info: www.arcimovie.it

Diario su due ruoteUDINE - Il 29 giugno alle 20.30 alMis(s)kappa verrà presentato il libroDiario su due ruote: dalle Valli delNatisone alle Lagune del Kerala diPio Domenis. «In questo viaggio misono trovato dappertutto come sestessi a casa. Non avevo con me nep-pure una lama per tagliare la frutta.Solo, vestito piuttosto liso, senza

gioielli addosso o gadget elettronici,una bicicletta trovata in una discarica.Dimostrazione che l'uomo è taleprima di essere pakistano, zoroastria-no, indo-europeo, di lingua particola-re, manovale, divorziato. E a questolivello il contatto è possibile, l'armoniapure, la giustizia forse, se riusciamo avedere tutti come nostri simili su unpiano di uguaglianza e interdipenden-za» racconta l’autore nel testo.Durante la serata saranno proiettatedelle fotografie del viaggio.Info: [email protected]

No border festROMA - Il circolo La città dell’utopia,in collaborazione con Laboratorio 53,promuove No border fest, una tregiorni per riflettere sui diritti deimigranti. Appuntamento il 1 luglio conla proiezione in prima assoluta diAttraverso il deserto e il mare, docu-mentario multimediale sulle rotte deirifugiati tra Egitto, Israele, Grecia eItalia. A seguire, dibattito con KerenShayo e Chaska Katz, media attivisteisraeliane. Gli altri due appuntamentiil 2 e 4 luglio.Info: www.lacittadellutopia.it

Notizie Brevi

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‘I giovedì delle Ciminiere’ è il nomedella rassegna di incontri e cenepromossa dal circolo Arci Le

Ciminiere di Ca' de Caroli, frazione diScandiano (Reggio Emilia), in collabora-zione con il circolo Fuori Orario e ArciSolidarietà. La formula, che prevede lacena seguita dal dibattito, è quella ampia-mente sperimentata dal circolo di Taneto esi ripropone per tre giovedì estivi destinan-do il ricavato delle serate ai progetti curatida Arci Solidarietà in Mozambico. Il primoincontro, giovedì 30 giugno alle ore 20.30,ha come ospite Enrico Fierro, giornalistade Il fatto quotidiano, che presenta il suodocu-libro Malitalia scritto con la collegaLaura Aprati. Un libro e un documentarioper andare oltre le apparenze e per chi nonsi lascia travolgere dalla retorica nazionalee dagli stereotipi. Il libro è un viaggio cheracconta l'attentato del 1992, a Mazara delVallo a un uomo dello Stato, scampato, conlucidità e freddezza, ai suoi assassini. Un viaggio che parte dalla Sicilia della 'bor-ghesia mafiosa', con la voce di un dichia-rante di giustizia che dice che «qui gli

imprenditori prima si associano alla mafiae poi a Confindustria». In Calabria alcunigiovani affermano che nella locride il verboprincipale è 'non posso' e contro questarealtà si battono con il loro lavoro da 'artistidi strada'. E a Caserta un imprenditore, vit-tima degli usurai, collabora con la giustizia,ma nel frattempo le banche hanno fattoistanza per farlo fallire e, fra ritardi e richie-ste, c'è l'impossibilità di accedere al fondoantiracket dello Stato. Sono storie di viltà edi coraggio. Storie di uomini che fuggonodalla legge e di ‘cacciatori’ sulle loro trac-ce. Latitanti che vivono come topi nei bun-ker della Calabria o nei paesini della Siciliaoccidentale. Giovani poliziotti e carabinieriche, per inseguirli, hanno rinunciato a unavita normale. Malitalia racconta tutto que-sto. Storie e uomini, spesso dimenticati, diuna guerra quotidiana, carnefici e vittime:dall'ultimo capo di Cosa Nostra, MatteoMessina Denaro, alla prima vittima deicasalesi Salvatore Nuvoletta; dal paese piùpovero d'Italia ai boss globali. La prefazio-ne è di Franco Di Mare, mentre le conclu-sioni sono affidate al Procuratore naziona-

le Antimafia Piero Grasso. Il dvd è un filmdal vero che mostra le ‘facce’, le trame cri-minali, la lotta quotidiana di chi è stato usu-rato e di chi ha deciso di collaborare con lalegge. Un percorso scandito dalle parole didon Luigi Ciotti e Dacia Maraini. Gli altri appuntamenti della rassegna a LeCiminiere di Ca' de Caroli sono in pro-gramma giovedì 7 luglio alle 20.30 con loscrittore e cabarettista Flavio Oreglio chepresenta la sua Trilogia dell'ignoranza, trelibri editi da Bompiani, e giovedì 14 luglioalle 20.30 con il magistrato ArmandoSpataro intervistato dal giornalista PierluigiSenatore. L'ingresso è riservato ai sociArci.Info: [email protected]

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arcireport

Tre incontri per la rassegna ‘I giovedì delle ciminiere’. Si comincia con Enrico Fierro

Per la rassegna Cinema nel parcopromossa dall'Arci Piacenza il 28 giugno alle 21.45 sarà

proiettata nel parco di Villa Raggio,a Pontenure, la commedia Potiche, la bella statuina

PIACENZA

notizieflash

Letteratura ribaltabilea VignolaRicchissimo il programma di iniziative delcircolo Arci Ribalta di Vignola (Modena),nato circa un anno fa con l'obiettivo di pro-porre cultura 'altra e alta' e valorizzare l'im-pegno sociale attraverso l'arte, con riferi-mento ai valori di giustizia, pace, ambiente,legalità e rispetto della persona. Dal 31 maggio il circolo propone due mesidi appuntamenti con la rassegna Lettera-tura ribaltabile e altre serate musicali e cul-turali che si svolgono presso la sede dell'exlavatoio-lavabo in via Zenzano. Il 28 giugnola serata è dedicata ad Alterugo, che si pre-senta come «un operaio, poeta, granduomoa volte depresso. Sono nato poco più di 50anni fa e al momento sono ancora vivo. Fin-chè sei in tempo approfittane!». Il 5 luglioAndrea Pirondini presenta Volevo vedere lebalene, appunti di biologia in viaggio. Unapproccio ‘caldo’ alla biologia e un invito adavvicinarsi a questa disciplina e più ingenerale alle scienze naturali. Il 6 luglioCabarè in dialatt, spettacolo teatrale dialet-tale a cura della Compagnia Gli artristi.L'ingresso a tutte le serate è riservato aisoci Arci.Info: [email protected]

Sconti e agevolazioni con l'Arci Bolognaper la rassegna ‘Il cinema ritrovato’Fino al 2 luglio sugli schermi dei cinemaLumière, Arlecchino e Jolly e sotto le stelledi piazza Maggiore torna la rassegna Ilcinema ritrovato, che permetterà a un pub-blico molto ampio di riscoprire i capolavoridel passato. In programma tra le proiezio-ni di piazza Maggiore le primissime operedi Howard Hawks e i film muti interpretatida Conrad Veidt, insieme alle pellicolerestaurate Viaggio nella luna di Méliès eNosferatu il vampiro di Murnau, accompa-gnate dall'Orchestra del Teatro Comunale.Un tuffo nel passato capace di lanciare, avolte, spunti di riflessione sul presente,

come dimostra la proiezione dei filmati ‘dalvero’ girati tra il 1911 e il 1912 durante lacampagna militare dell'Italia in Libia, acento anni di distanza protagoniste di unanuova guerra. Arci Bologna, grazie alla col-laborazione con la Cineteca, riserva ai suoisoci delle agevolazioni per questa edizio-ne. Tra queste, uno sconto del 50% sul-l'acquisto dell'accredito che permette diaccedere gratuitamente a tutte le sale delfestival e dà diritto ai posti riservati in piaz-za Maggiore e varie riduzioni sui bigliettigiornalieri o per fasce orarie.Info: www.bo.arci.it

arci

n. 25 28 giugno 2011

In occasione della ricorrenza del decenna-le dei fatti di Genova 2001 ed in concomi-tanza con le attività organizzate dal grup-po di lavoro internazionale VersoGeno-va2011, il comitato provinciale Arci Lecco,insieme ad altre associazioni e organizza-zioni locali, promuove la rassegna cultura-le Genova2001dieciannidopo. L'iniziativa,che verrà realizzata sul territorio della pro-vincia di Lecco, sarà composta da svariati

appuntamenti che dal 29 giugno al 24luglio 2011 andranno a raccontare e adanalizzare, mediante l'intervento di testi-moni ed esperti, i principali avvenimentiaccaduti in occasione del G8 del 2001. La rassegna avrà inizio il 29 giugno pres-so la Festa di Liberazione di Imbersago,con lo spettacolo Sangue dal naso dellaCompagnia Condizione avversa.Info: www.arcilecco.it

A Lecco ‘Genova2001dieciannidopo’

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L o scorso 22 giugno il Consiglio nazio-nale di Arci ha approvato il regola-mento per il Tesseramento 2012. Si

tratta ovviamente di un passaggio importan-te per l'associazione che così potrà dareavvio alla campagna di adesione dei soci giàa partire da ottobre di quest'anno. Si trattasenza dubbio di uno dei momenti più impor-tanti per la vita dell'associazione. Forte di piùdi 1.000.000 di soci e di oltre 5mila circoli,l'Arci è l'associazione di promozione socialemaggiormente radicata sul territorio italiano.A partire da qui ed entro la fine dell'anno icomitati territoriali saranno attivi nella promo-zione associativa rinnovando il patto costi-tuente tra circoli e associazione attraverso lemigliaia di colloqui e discussioni che porte-ranno al rilascio dell'affiliazione ad Arci. Sitratta di una pratica sostanziale che si rinno-va ogni anno e che garantisce a quel milionedi soci partecipazione, democrazia, traspa-renza, nonché la possibilità di essere parte diun progetto che agisce localmente per deter-minare una presenza di carattere nazionale.Le sfide per il futuro sono molteplici e impor-tanti. Alcune sono state affrontate in questianni ed hanno dato risultati importantissimi,

altre devono ancora essere vinte. Chiara-mente l'aver reso stabile un modello associa-tivo dentro l'Arci non mette comunque alsicuro da insidie che di volta in volta si ripro-pongono. L'impresa sociale come modello dipratica culturale non è ancora un soggettoriconosciuto nella nostra società e dallenostre istituzioni. L'impresa come forma diprofitto continua a sentirsi minacciata da sog-getti ritenuti, ingiustamente, ‘troppo agevola-ti’, il tesseramento come pratica di auto finan-ziamento e condivisione di spazi e attivitànon è sempre facile in una società che sem-bra confondere la libertà con la non apparte-nenza e la non identità, la politica fatica avalorizzare queste nuove esperienze diaggregazione. Il risultato raggiunto nel 2000 con la legge383, che riconosce alle associazioni di pro-mozione sociale un ruolo che va al di là degliinteressi dei soci, risale ormai a dieci anni fae ad oggi scontiamo ancora incertezze suipiano legislativo e carenze nella definizionedel nostro status. In un sistema che semprepiù affida all'iniziativa del no-profit la capacitàdi risolvere tensioni e di rispondere ai biso-gni, e con gli enti locali sempre più in difficol-

tà nell'organizzazione sociale e culturale, èassolutamente necessario essere attori pro-tagonisti e determinati. Ci troviamo spesso a fare grandi cose, diassoluto valore e portata, ma in molte occa-sioni questo valore non sappiamo farlo cono-scere. Dobbiamo tutti compiere uno sforzo proprioper rendere riconoscibile quel patrimonio sevogliamo davvero fare in modo che la nostraidea associativa venga valorizzata appieno. Ilprincipio della trasparenza, non solo sulleattività, ma anche sulle modalità di gestionee sulle finalità che ognuno cerca di darsi, ser-virà sia a renderci maggiormente consape-voli, sia a illustrare compiutamente quelleregole identitarie. Insomma dobbiamo faremergere con chiarezza il nostro valoreassociativo, certi che questo ci porterà a unamaggiore solidità delle nostre pratiche e ser-virà a mantenere unita l'associazione.Soprattutto se il nostro associazionismo con-tinuerà ad essere fedele ai propri ideali diemancipazione collettiva, libertà, socialitàche lo hanno fatto nascere e lo rafforzano. Info: [email protected]

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Tesseramento 2012: dobbiamo far emergere con chiarezza il nostro valore associativo

Hanno collaborato a questo numeroFederico Amico, Paola Caridi, Francesca Coleti,Sergio Giovagnoli, Jeff Hoffman, Gabriele Moroni,Margherita Parigini, Alfredo Simone, Pietro Soldini,Marco Trulli

In redazioneAndreina Albano, Maria Ortensia Ferrara, Carlo Testini

Direttore responsabileEmanuele Patti

Direttore editorialePaolo Beni

Impaginazione e graficaClaudia Ranzani

Progetto graficoSectio - Roma, Cristina Addonizio

EditoreAssociazione Arci

RedazioneRoma, via dei Monti di Pietralata n.16

Registrazione Tribunale di Roman. 13/2005 del 24 gennaio 2005

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n. 25 28 giugno 2011

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Antitrust. Bene Catricalà su liberalizzazioniMC approva le parole del garante AntonioCatricalà che, durante la relazione annuale,ha sottolineato come la mancanza di con-correnza metta a rischio la vitalità del nostrosistema economico. «La relazione dell'An-titrust pone l'accento su importanti criticitàche concorrono a fermare la crescita delPaese - afferma Lorenzo Miozzi, presidentedi MC - ma ci sembra che in corso d'operala sua azione sia poco determinata. Sulfronte delle liberalizzazioni c'è insufficientevolontà politica. Il nostro compito è quello dimuoverci a fianco dei cittadini per l'afferma-zione dei loro diritti, per questo da sempresosteniamo con forza la necessità di unintervento immediato per riaprire la stradaalle liberalizzazioni».

Codice del turismo. Tanto rumore per nullaIl Codice del Turismo voluto dal Governo edal ministro Brambilla rappresenta l'ennesi-ma occasione mancata. «Un Codice che nonè in grado di dare risposte concrete alle esi-genze dei cittadini, dal momento che è statopredisposto in maniera superficiale e presun-

tuosa, senza coinvolgere le parti sociali esenza avviare un dibattito con le associazio-ni che tutelano i turisti né con le associazionidi categoria» sostengono Adusbef, Feder-consumatori e Movimento Consumatori. «Unsettore così importante e vitale per l'econo-mia come il turismo non può essere affronta-to in maniera così approssimativa ed irre-sponsabile».

RC Auto. Anche quest’anno L’Isvapdenuncia aumentiI dati che emergono dalla relazione annualedell'Isvap, in merito all'aumento dei prezzi RCAuto in Italia, rappresentano ormai un copio-ne che si ripete con regolarità. Quest'anno siparla di un aumento del 6%. «Quello che èinaccettabile - spiega Lorenzo Miozzi - è chequesti aumenti sono ingiustificati e libera-mente decisi dalle compagnie di assicurazio-ne senza che il Governo faccia qualcosa.Negli ultimi quindici anni c'è stata un'impen-nata di quasi il 190% e ogni anno si tira fuoriqualcosa del sistema cui dare la colpa: ilbonus malus che non va, l'indennizzo direttoche non funziona, la patente a punti che faridurre gli incidenti, ma non comporta benefi-ci per i premi e via dicendo».

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entoconsumatori.it