PROVINCIA DI SONDRIO
PRIMA EMISSIONE
N. TAVOLA
CONCESSIONE ALLA SOCIETA' MALLERO ENERGIA DI
PICCOLA DERIVAZIONE D'ACQUA DAL TORRENTE
MALLERO IN TERRITORIO DEL COMUNE DI
CHIESA IN VALMALENCO (SO), PER USO IDROELETTRICO
Determina A.U. n. 630 del 12 aprile 2010 della Provincia di Sondrio
VARIANTE
OPERA DI PUBBLICA UTILITÀ
LEGGI 29 maggio 1982 n°308 e 09 gennaio 1991 n°9 e 10Norme per il contenimento dei consumi energetici, lo sviluppo delle fonti rinnovabili
di energia e l'esercizio di centrali elettriche
DECRETO LEGISLATIVO 29 dicembre 2003 n°387Attuazione della Direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica
prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità
LEGGE 01 giugno 2002, n°120 in vigore dal 16 febbraio 2005Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione Quadro delle Nazioni
Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11 dicembre 1997
Luglio 2013
A.05
REGIONE LOMBARDIA PROVINCIA DI SONDRIO
Mallero Energia
Via Cesura n. 8
23100 SONDRIO
C.F.: 00851770149
PRIMA EMISSIONE
AGGIORNAMENTO
SCALA N. TAVOLA
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CONCESSIONE ALLA SOCIETA' MALLERO ENERGIA DI
PICCOLA DERIVAZIONE D'ACQUA DAL TORRENTE
MALLERO IN TERRITORIO DEL COMUNE DI
CHIESA IN VALMALENCO (SO), PER USO IDROELETTRICO
Determina A.U. n. 630 del 12 aprile 2010 della Provincia di Sondrio
VARIANTE
OPERA DI PUBBLICA UTILITÀ
LEGGI 29 maggio 1982 n°308 e 09 gennaio 1991 n°9 e 10Norme per il contenimento dei consumi energetici, lo sviluppo delle fonti rinnovabili
di energia e l'esercizio di centrali elettriche
DECRETO LEGISLATIVO 29 dicembre 2003 n°387Attuazione della Direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell'energia elettrica
prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità
LEGGE 01 giugno 2002, n°120 in vigore dal 16 febbraio 2005Ratifica ed esecuzione del Protocollo di Kyoto alla Convenzione Quadro delle Nazioni
Unite sui cambiamenti climatici, fatto a Kyoto l'11 dicembre 1997
TITOLO TAVOLA:
COMMITTENTE:
CONSULENZA GEOLOGICA:
STUDIO DI GEOLOGIA APPLICATA
Dott. Geologo Maurizio Azzola
Agosto 2013
RELAZIONI SPECIALISTICHE
Relazione forestale
---
A.06
Relazione Forestale:
Via Parirolo, 5 - 23020 Tresivio (SO)
P. IVA 00754040145
Tel. e Fax.: 0342/430155 - Mobile: +39/333 5679058
Matteo Pozzi - Dottore forestale
1. PREMESSA
La presente relazione forestale viene predisposta in attuazione del disposto della
D.G.R. 27 luglio 2006, n° VIII/3002, su incarico della Società Mallero Energia S.r.l. ,
da parte del sottoscritto dott. Forestale Matteo Pozzi, iscritto al n. 209 dell’Ordine dei
Dottori Agronomi e Forestali delle Province di Como, Lecco e Sondrio. Il committente
ha recentemente predisposto, a firma dello studio tecnico di progettazione Salvetti -
Graneroli Sondrio, apposito progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico
lungo il corso del Torrente Mallero nel territorio del comune di Chiesa in Valmalenco
(SO) in località San Giuseppe. Per il proseguo dell’iter burocratico la progettazione,
che comporta trasformazione del bosco, deve essere corredata da apposita relazione
forestale esplicante la qualità del soprassuolo presente nei siti di intervento e nelle aree
circostanti, nonché gli interventi previsti sulla vegetazione e gli eventuali impatti delle
opere sulla naturalità dei luoghi e sul paesaggio; va inoltre quantificata la superficie
forestale soggetta a trasformazione del bosco. Pertanto la Società Mallero Energia
S.r.l., ha incaricato il sottoscritto relatore di procedere alla redazione di apposita
Relazione forestale, che descriva dettagliatamente i boschi interessati dalle proposte
progettuali, verifichi l’eventuale impatto delle opere sul paesaggio, quantifichi
esattamente le superfici soggette a trasformazione del bosco così come inteso dalla
d.g.r. 27 luglio 2006 “Criteri di trasformazione del bosco e per i relativi interventi compensativi”.
2. OPERE IN PROGETTO
Il progetto in esame intende sfruttare - mediante derivazione in località S. Giuseppe
(quota 1.354,30 m s.l.m.) e restituzione in località Castellaccio (quota 1.053 m. s.l.m.)
le acque del Torrente Mallero, per la produzione di energia idroelettrica. La
derivazione avviene grazie alla costruzione di una traversa in alveo, a tergo della
quale, in destra idrografica, è posizionata la griglia di captazione che permetterà
all’acqua di entrare nell’opera presa vera e propria. A valle di questo manufatto ha
inizio la condotta forzata in acciaio, che si snoda parte all’interno di una galleria
appositamente progettata e in parte tramite posa interrata, fino all’arrivo alla centrale
di produzione.
Opera di presa e vasca di carico L’opera di presa sorgerà immediatamente a monte dell’esistente briglia in località San
Giuseppe; verrà realizzata mediante la costruzione di uno sbarramento in alveo con
bocca di presa sulla sponda in destra idrografica del torrente. L’opera di presa è
costituita da una traversa a soglia fissa tracimabile cui fa seguito un canale
sghiaiatore esterno. Nel loro passaggio lungo il canale sghiaiatore le acque
intercettate verranno convogliata all’interno dell’impianto idroelettrico tramite una
bocca di presa laterale dotata di griglia con barre verticali in acciaio zincato. A questo
punto la risorsa idrica risulta convogliata all’interno di un canale di derivazione
scavato nella roccia, avente anche funzione di vasca sghiaiatrice per il trattenimento
del materiale solido più grossolano non intercettato dalla griglia di presa. Posta in serie
alla vasca sghiaiatrice interna si trova una seconda vasca (vasca dissabbiatrice). Subito a
valle del muro di separazione di quest’ultima si trova la vasca di carico dove è
collocato l’imbocco della condotta forzata. Nella parte superiore delle vasche descritte
è inoltre prevista la realizzazione di una passerella pedonale di larghezza pari a 1,70
m, accessibile dalla galleria di servizio. Essa permette di raggiungere in sicurezza
l’opera di presa durante il regolare esercizio dell’impianto o in caso di interventi di
manutenzione.
Inserimento ambientale dell’opera di presa realizzata (vista da monte)
Galleria di servizio per l’accesso all’impianto e ponte sul torrente Mallero L’area di intervento, interessata dalla realizzazione della soglia di sbarramento e dei
manufatti costituenti l’opera di presa, è accessibile mediante una pista carrabile
esistente posta sulla sinistra del torrente Mallero che parte dalla località Val Rosera. Al
fine di garantire l’esecuzione delle opere in progetto si prevede di realizzare una
galleria di accesso all’interno del versante roccioso posto sulla destra del torrente.
L’attraversamento del torrente Mallero, per raggiungere tale galleria, avverrà tramite
un nuovo ponte in ferro e calcestruzzo posto a 75 m a valle dell’esistente briglia.
Inserimento ambientale del ponte sul Torrente Mallero (vista da monte)
La condotta forzata Dalla vasca di carico ha inizio la condotta forzata in pressione, che si sviluppa per una
lunghezza totale di 2.971,20 m. La quota dell’asse della condotta in corrispondenza
dell’imbocco è di 1.349,90 m s.l.m., mentre la quota dell’asse in corrispondenza
dell’arrivo in centrale è di 1.029,30 m s.l.m. per un dislivello complessivo di 320,60
m. In base alla modalità di posa la condotta può essere suddivisa in due tratti: uno
iniziale, che si sviluppa interamente all’interno di una galleria in roccia appositamente
realizzata per una lunghezza complessiva di circa 2.206 m, e uno finale (lungo 805
metri) in cui la condotta viene interrata.
Come detto il primo tratto della condotta forzata verrà realizzato all’interno di una
galleria in roccia, ottenuta con scavo meccanizzato tramite l’impiego di fresa. La
galleria avrà un diametro massimo di 3,90 m (nelle zone con roccia compatta),
variabile fino a 3,56 m nelle zone con roccia degradata, a causa del maggior spessore
dei rivestimenti interni, e una lunghezza complessiva di circa 2.175 m. All’interno di
essa viene posata la condotta forzata avente diametro di 900 mm. La galleria, e quindi
la condotta forzata, è interamente ispezionabile tramite un’opportuna passerella
pedonale.
A quota 1.280 m s.l.m., in prossimità di un’area di cava dismessa, la condotta forzata
emerge dalla roccia e, nel suo secondo tratto, viene posata completamente interrata.
Nel percorso verso valle la tubazione (diam. 900 mm) attraversa in due punti la pista
di cantiere esistente che porta all’imbocco della galleria, e in un punto la strada
comunale per San Giuseppe. Per la posa della tubazione è prevista la realizzazione di
un scavo con profondità di circa 2,10 m e larghezza al fondo di circa 1,20 m.
Zona di imbocco della galleria
Strada di accesso alla centrale di produzione La centrale di produzione sarà raggiungibile grazie alla realizzazione di una nuova
strada di accesso che si innesta sull’esistente strada comunale per Chiareggio, e si
prolunga fino al piazzale del depuratore acque sulla sponda destra del Mallero. La
pista sarà lunga complessivamente 500 m, con una pendenza massima del 14% e
pendenza media del 9%, avrà larghezza di 5/6 m. Il fondo stradale verrà consolidato
con ghiaia e sabbia proveniente dalla frantumazione del materiale di risulta degli scavi.
Lungo lo sviluppo della strada è prevista la realizzazione di muratura di valle e monte
con l’impiego di massi ciclopici.
Inserimento ambientale della strada di accesso alla centrale diproduzione.
L’edificio centrale La centrale di produzione verrà costruita in sponda destra del torrente Mallero,
all’interno dell’area industriale privata della “Nuova Serpentino d’Italia” in località
Castellaccio, in Comune di Chiesa in Valmalenco. L’edificio è previsto in gran parte
interrato, rivestito a verde nella parte superiore. Finito l’edificio centrale occuperà una
superficie di circa 320 mq.
Inserimento ambientale dell’edificio centrale.
In definitiva le opere di progetto prevedono:
realizzazione dell’opera di presa e della vasca di carico (Località S. Giuseppe -
quota 1.354,30 m s.l.m.) in alveo e lungo la sponda torrentizia. Una volta
terminati i lavori gli ingombri principali delle strutture dell’opera di presa,
realizzate sulla destra idrografica del torrente, verranno a trovarsi in una
galleria scavata nella roccia. L’esecuzione delle opere in progetto comporta la
costruzione di un nuovo ponte in ferro e calcestruzzo a partire dalla strada Val
Rosera - Sabbionaccio. Nella zona ove sorgerà l’opera di presa, sono previsti
degli interventi di sistemazione arginale, in modo da garantire la completa
sicurezza idraulica dell’area;
realizzazione di galleria lungo il versante destro del torrente Mallero (primo
tratto - circa 2.175 m), nella qual verrà alloggiata la condotta forzata; la galleria
sarà scavata a partire dall’opera di presa (Località S. Giuseppe - quota 1.354,30
m s.l.m.) fino a quota 1.280 m s.l.m., a monte dell’ambito di cava ATE 5, in
prossimità di un’area dismessa, dove la condotta emergerà dalla roccia;
posa di condotta forzata da quota 1.280 m. s.l.m. alla centrale di produzione -
1.040 m. s.l.m. (complessivi 805 metri). La posa della condotta comporta lo
scavo con larghezza al fondo pari a 1,20. La fascia media oggetto di
trasformazione per metro di scavo realizzato sarà pari a circa 8,00 metri.
realizzazione di centrale di produzione (quota 897,20 m s.l.m.) - ingombro
finale opera realizzata 320 mq, oltre 500 mq di occupazione temporanea ed
area di cantiere;
realizzazione di “strada di accesso all’edificio centrale”, lunghezza 500 m -
larghezza strada finita 5,00/6,00 m - fascia media oggetto di trasformazione
per metro di strada realizzato pari a 10,00 metri.
3. AREE INTERESSATE
3.1 - Caratteristiche della zona di progetto (Analisi estesa a tutto il territorio interessato dalle opere di progetto)
Le opere di progetto prevedono dunque la captazione delle acque del Torrente
Mallero in località San Giuseppe immediatamente a monte dell’esistente briglia, lungo
un tratto d’alveo contraddistinto da elevata pendenza media, dove il torrente si
sviluppa con una tipica successione di rapide e pozze. Le acque raccolte vengono
convogliate all’interno di una galleria che attraversa il medio-basso versante posto
sulla destra idrografica del Torrente. La galleria taglia il pendio ad una quota media
pari a circa 1.500 m. s.l.m., percorrendo un territorio acclive, irregolare, accidentato e
roccioso, attraversato da numerose vallecole e canaloni da valanga. Le aree più
pianeggianti si riscontano lungo il fondovalle ed il basso versante e delineano aspetti
vegetazionali eterogenei e discontinui rappresentati da un alternanza spaziale di
boscaglie ed aree incolte e/o improduttive: boschi cedui di Betulla e Ontano bianco,
con locale diffusione delle resinose nel piano dominato (Larice); radure erbose ex
pascolive (pascolo caprino), più o meno ampie, ricche in specie erbacee pabulari
(Trifogli, Graminacea, ecc.); lastroni di roccia; conoidi sterili ed aree di ghiaioni solo
parzialmente colonizzate dal larice. Il medio versante (fino a circa 1.700 m di quota),
ad eccezione dei pianori erbosi degli antichi maggenghi di “La Zocca” e di “Girosso
inferiore”, è rappresentato da un territorio progressivamente più acclive ed inospitale,
costituito in gran parte da aree detritiche, pendii, amassi e salti rocciosi. Formazioni
pioniere di Larice, spesso miste a Betulla, Ontano verde, Pino mugo, colonizzano le
localizzazioni meno impervie del versante originando un bosco discontinuo e
“primitivo” edificato da soggetti di piccole dimensioni, scadenti per sviluppo e
portamento. Salendo di quota la morfologia del pendio diviene più regolare e la
pendenza del versante resta meno accentuata. Risultano ancora presenti, ma in modo
meno uniforme, ammassi rocciosi ed aree detritiche; gli aspetti vegetazionali del
territorio appaiono maggiormente omogenei e consolidati, dotati di migliori
caratteristiche strutturali. Qui risultano diffusi in particolare i boschi di larice.
Nell’ultimo tratto del percorso (completamente interrato) il condotto verrà posato in
un’area fortemente condizionata dalle attività antropiche; località Castellaccio è nota
per la presenza dell’ambito estrattivo della Nuova Serpentino d’Italia, attivo dal 1934.
La cavazione di materiale lapideo, oltre ad aver modificato la morfologia dei versanti,
ha comportato la costruzione di ampie strutture per la lavorazione, aree di discarica,
piazzali e strade di servizio. Questi aspetti del paesaggio, legati alla presenza di
numerosi ambiti di cava, caratterizzano in modo uniforme tutto il basso versante della
Valle del Mallero, da località Castellaccio fino a Val Rosera.
Zona di progetto: tratto di condotta interrata Località Castellaccio - cava della Nuova Serpentino d’Italia
Differenti aspetti vegetazionali dell’area di progetto - Chiesa Valmalenco - Versante dx T. Mallero
3.2 - Caratteristiche della zona di progetto opera di presa e della vasca di carico
Opera di presa e vasca di carico verranno realizzate lungo il corso del Torrente
Mallero, in destra idrografica, appena al disotto della Piana di “Sabbionaccio”; la zona
è servita dalla pista che risale dalla Val Rosera. Come già accennato i lavori verranno
realizzate in alveo e lungo la sponda rocciosa torrentizia; una volta terminati gli
ingombri principali delle strutture dell’opera di presa verranno a trovarsi in una
galleria scavata nella roccia. L’esecuzione dei lavori brevemente descritti comporta la
costruzione di un nuovo ponte in ferro e calcestruzzo a partire dalla strada Val Rosera
- Sabbionaccio.
Zona di progetto: opera di presa e vasca di carico Località S. Giuseppe
condotta forzata in galleria Il primo tratto della condotta forzata verrà realizzato all’interno di una galleria in
roccia, ottenuta con scavo meccanizzato tramite l’impiego di fresa. La galleria avrà una
lunghezza complessiva di circa 2.206 m. L’esecuzione della galleria è prevista partendo
da valle. Il punto d’imbocco è situato circa a 1.280 m s.l.m. in corrispondenza di un
piazzale. Tutto il materiale di scavo, derivante dalla realizzazione della galleria, verrà
allontanato e smaltito esternamente all’area di cantiere.
condotta forzata interrata A quota 1.280 m. s.l.m., in corrispondenza in una vecchia area di cava in fase di
bonifica, la condotta forzata emerge dalla roccia. Da questo punto in poi la tubazione
verrà posata in scavo e la sua sistemazione comporterà trasformazione del suolo;
inizialmente - per circa 131 metri lineari - la condotta attraverserà un’area detritica
sterile e successivamente (303 metri) fustaie di conifere - riconducibili alla tipologia
“Lariceto Primitivo”. Superati gli ultimi lembi boscati sopra strada, i lavori di scavo, di
posa e di ripristino (371 metri), interesseranno zone urbanizzate facenti capo ad aree
di servizio le attività di cavazione fino a raggiungere l’edificio centrale (quota 897 m
s.l.m.).
Galleria in scavo
Lariceto primitivo che insiste nella zona di progetto
edificio centrale ed infrastruttura di servizio La struttura dell’edificio centrale e la relativa pista di servizio verranno realizzate lungo
la sponda destra del Torrente Mallero, in basso versante, al disotto della strada
comunale Chiesa in Valmalenco - San Giuseppe, in aree dove insistono costruzioni ed
opera di pertinenza all’ambito territoriale estrattivo ATE 5. Si tratta di aree
urbanizzate/sterili non interessate da copertura naturale.
Area dove verrà realizzato l’edificio centrale
4. ANALISI DELLE SUPERFICI FORESTALI INTERESSATE DALLE OPERE DI
PROGETTO
4.1 La superficie forestale
Dalle indicazioni di progetto e dalle verifiche svolte in sede di sopralluogo si è
verificato che solo la posa della condotta interrata determinerà la trasformazione di
aree boscate:
TIPO DI VEGETAZIONE E TRATTO INTERESSATO DAL PASSAGGIO
DELLA CONDOTTA INTERRATA
Lunghezza complessiva
(ml)
Larghezza media scavo
(ml)
Bosco alto fusto
(ml)
Bosco ceduo
(ml)
Praterie e incolti
(ml)
Aree di cava
(ml)
805 8,0 303 -- 131 371
Tutta la superficie oggetto di trasformazione, al termine dei lavori, verrà ripristinata
mediante piantagione di specie idonee (Betulla, Ontano bianco e Larice). In
considerazione dell’esigua dimensione delle condotte (900 mm) e degli accorgimenti
messi in pratica - a lavori finiti - per il rinverdimento del cantiere la trasformazione
indotta a carico della superficie forestale si può considerare esclusivamente di natura
temporanea.
Per l’esecuzione delle seguenti opere: posa in scavo della condotta forzata è dunque
prevista una trasformazione di superficie boscata (bosco d’alto fusto) riassunta come
segue:
*TRASFORMAZIONE TEMPORANEA COMPLESSIVA (8 x 303) = 2.424 mq * Bosco d’alto fusto
4.2 Attività prescritte per la riqualificazione dell’area Il territorio interessato dalle attività di trasformazione forestale corrisponde ad un’area
fortemente condizionata dalle attività antropiche; località Castellaccio è nota per la
presenza dell’ambito estrattivo della Nuova Serpentino d’Italia, attivo dal 1934. La
cavazione di materiale lapideo, oltre ad aver modificato la morfologia dei versanti, ha
comportato la costruzione di ampie strutture per la lavorazione, aree di discarica,
piazzali e strade di servizio. Questi aspetti del paesaggio, legati alla presenza di
numerosi ambiti di cava, caratterizzano in modo uniforme tutto il basso versante della
Valle del Mallero, da località Castellaccio fino a Val Rosera. I boschi di questo versante
sono rappresentati da formazioni “lacunose”, fragili, poco strutturate, cresciute in
ambiti poco favorevoli (pendenze elevate, ridotta insolazione, suoli superficiali e
minerali); attività di frammentazione dei suoli rocciosi e minerali, di ricostituzione del
profilo del terreno con apporto di suolo organico, sono favorevoli alla ricostituzione
di un bosco con maggiori attitudini paesaggistiche e protettive. Fatta questa premessa
si danno le indicazioni da seguire circa le modalità da adottare nella riqualificazione
del versante. I lavori di rinverdimento dovranno impiegare piantine in pan di terra di
altezza non inferiore ai 50 cm. Per tali operazioni verranno utilizzate le specie: Larix decidua in quantità 50%, Alnus incana in quantità 25%, Betula pendula in quantità
25% per un totale di circa 300 piantine (1.200 piantine/ettaro). La posa delle postime
presuppone sempre la creazione di un piccolo gradone anche utilizzando materiale
reperito in loco (spezzoni di tronco, massi, ecc.), così da assicurare alle piantine un
adeguato substrato di radicazione. Il processo di rinfoltimento deve vedere impiegate
esclusivamente piantine autoctone. Queste saranno preferibilmente reperite presso i
vivai della Regione Lombarda. Qualora s’intenda utilizzare postime di altra
derivazione è comunque indispensabile che il materiale vegetale abbia origine da
boschi da seme di aree ecologicamente simili a quelle dell’intervento (distretto
mesalpico – endalpico delle regioni alpine italiane); tutto il materiale dovrà inoltre
essere accompagnato da regolare certificato di origine e provenienza. Le piantine
dovranno avere le seguenti caratteristiche: in pane di terra (fitocella), di diverso
sviluppo, ma con altezze mai inferiori a 50 cm; equilibrato rapporto chioma/radice (a
favore delle radici); apparato radicale ben conformato e ricco di radici secondarie;
fusto principale dritto e nettamente dominante, con buona conformazione delle
branche; gemme apicali sane e getti terminali lignificati. Il materiale non deve
presentare malattie, ferite, attacchi parassitari o difetti dell’apparato radicale, al fusto o
la fogliame.
5. POSSIBILI ALTERNATIVE DI MINOR IMPATTO AMBIENTALE
Come previsto dalla precitata delibera di giunta regionale n° VIII/3002 del 27 luglio
2006, nell’esame della trasformazione del bosco va considerata l’opportunità di
evidenziare eventuali soluzioni - meno impattanti – sullo stesso. Tuttavia nel caso in
esame non è stato comunque possibile individuare un’alternativa più valida di quella
proposta essendo la localizzazione delle opere per la posa dell’impianto idroelettrico
ben definita e oggetto di studi particolari e dovendo inoltre sfruttare unicamente la
forza di gravità delle acque per l’ottenimento delle finalità di progetto. Il soprassuolo
forestale, interessato dalle opere descritte, verrà interamente ripristinato e migliorato
rispetto all’attuale; i lavori, lungo il settore di versante più interessante da un punto di
vista paesaggistico ed ambientale, verranno realizzati interamente in galleria. Gli scavi
con cambio di destinazione d’uso di superficie forestale sono concentrati in una fascia
limitata di territorio, già interessata da importanti modificazioni che hanno alterato in
modo definitivo la morfologia e l’assetto vegetazionale del sito. Detto questo si può
affermare che l’intervento di trasformazione del bosco previsto per l’esecuzione delle
opere in argomento è compatibile e non avrà influenza negativa sulla conservazione
della biodiversità, la stabilità dei terreni, la regimazione delle acque, la difesa dalla
caduta massi. Al termine delle attività di progetto è comunque consigliato rinverdire la
zona, mediante piantumazione di specie idonee al sito idonee (come betulla, ontano
bianco e larice) secondo le indicazioni sotto riportate; sarà inoltre necessario verificare
la buona riuscita degli interventi di rinverdimento e programmare opportune attività
di manutenzione di sostituzione delle fallanze.
1. CALCOLO DEL VALORE DELL’INTERVENTO COMPENSATIVO
Con deliberazione n. 12 del 29-03-2012 il Consiglio Provinciale dell'Amministrazione
Provinciale di Sondrio ha approvato il Piano di Indirizzo Forestale della Comunità
Montana Valtellina di Sondrio che è diventato vigente relativamente al territorio di
competenza. Il valore dell’intervento compensativo, ovvero della quota che il
beneficiario deve versare alla Comunità Montana Valtellina di Sondrio, viene dunque
determinato secondo le direttive contenute nel Regolamento Attuativo del Piano di
Indirizzo Forestale che fungono come criteri locali e pertanto costituiscono norme di
salvaguardia vincolanti.
La trasformazione programmata con i lavori in progetto, ricade nella categoria “Uso
commerciale - produttivo - industriale”. Pur ricadendo in aree “non trasformabili per
fini protettivi”, in considerazione che la natura della trasformazione non è da
intendersi definitiva, ma temporanea, e della durata massima di 6 mesi (periodo
massimo di svolgimento dei lavori che precedono la riqualificazione dell’area),
valutato che i programmati processi di riqualificazione dell’area potranno nel tempo
condurre addirittura ad un miglioramento delle attitudini protettive e paesaggistiche
della copertura forestale, viene di seguito determinato il valore dell’intervento
compensativo, ovvero della quota che il beneficiario deve versare alla Comunità
Montana Valtellina di Sondrio.
La superficie interessata dalla trasformazione è stata determinata dallo scrivente come
segue: trasformazione di bosco fustaia, categoria forestale “Lariceto primitivo”,
categoria d’intervento “Uso commerciale - produttivo - industriale”, superficie
complessiva mq. 2.424 (trasformazione temporanea per un periodo massimo di 6
mesi).
Matrice PIF per la determinazione del rapporto di compensazione
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CATEGORIA FORESTALE
1 1,3 2 2 1,3 1 1 1,3 1 1,7 1,3 CLASSE A 2 2,0 2,6 4,0 4,0 2,6 2,0 2,0 2,6 2,0 3,4 2,6 CLASSE B 1,7 1,7 2,2 3,4 3,4 2,2 1,7 1,7 2,2 1,7 2,9 2,2 CLASSE C 1,3 1,3 1,7 2,6 2,6 1,7 1,3 1,3 1,7 1,3 2,2 1,7 CLASSE D 1 1,0 1,3 2,0 2,0 1,3 1,0 1,0 1,3 1,0 1,7 1,3
CATEGORIA FORESTALE
CLASSE A Abieteti; Alneti; Castagneti da frutto; Cembrete; Faggete; Piceo–faggeti; Larici–cembrete.
CLASSE B Aceri–frassineti ed Aceri tiglieti (eccetto le neoformazioni); Formazioni di maggiociondolo alpino; Lariceti; Mughete; Querceti; Rimboschimenti di latifoglie.
CLASSE C Castagneti; Corileti; Peccete; Pinete di Pino silvestre.
CLASSE D Betuleti; Formazioni antropogene (robinieti); Formazioni di pioppo tremulo; Formazioni preforestali; Neoformazioni; Rimboschimenti di conifere fuori areale.
TRASFORMAZIONE TEMPORANEA LARICETO PRIMITIVO - USO COMMERCIALE-PRODUTTIVO-INDUSTRIALE
SUPERFICIE 2.424 MQ
Costo dell’intervento compensativo previsto dalla
D.G.R. n° VIII/3002/21-07-06
SOPRASSUOLO
Costo del terreno calcolato come valore agrario medio del “Bosco alto fusto” – Chiesa in Valmalenco (SO) Regione agraria 3^ -
Valtellina di Sondrio - SAC N° 7 del 13 febbraio 2013
SUOLO
Superficie interessata dagli interventi di trasformazione
del bosco
€ 2,4220 al mq. € 0,48 al mq. mq. 2.424
Totale costo trasformazione permanente
€ 2,4220 x 2.424
=
€ 5.870,93 x 0,0075 x 6 =
264,19
€ 0,48 x 2.424
=
€ 1.163,52 x 0,0075 x 6 =
52.36 € 316,55
Totale costo trasformazione € 316,55
Maggiorazione del 20% in caso di monetizzazione € 63,31
Totale costo trasformazione con monetizzazione € 379,86
categoria forestale
importo trasformazione (€)
coefficiente di compensazione per “uso produttivo”
importo complessivo trasformazione
“Lariceto” 379,86 3,4 € 1.291,53
COSTO COMPLESSIVO TRASFORMAZIONE - monetizzazione 1.291,53
Complessivamente quindi il costo/quota di euro che il destinatario dell’autorizzazione
alla trasformazione del bosco - Società Mallero Energia S.r.l. - dovrà versare alla
Comunità Montana Valtellina di Sondrio è di € 1.291,53 nel caso di monetizzazione
della quota di compensazione.
Tresivio, agosto 2013
Matteo Pozzi
COMUNE DI CHIESA IN VALMALENCO
COMUNITA’ MONTANA VALTELLINA DI SONDRIO
PROVINCIA DI SONDRIO
Relazione forestale – ai sensi della D.G.R. 27 luglio 2006 n° VIII/3002
- inerente opere di realizzazione di:
“IMPIANTO IDROELETTRICO DEL MALLERO”
Località S. GIUSEPPE – Comune di CHIESA IN VALMALENCO – Provincia di SONDRIO
Allegato
Data
Corografia d’inquadramento
scala 1 : 10.000
Agosto 2013
"J
RELAZIONE FORESTALE
ai sensi della D.G.R. 27 luglio 2006 n° VIII/3002
inerente opere per la realizzazione -
"IMPIANTO IDROELETTRICO DEL MALLERO"
Comune di Chiesa in Valmalenco - Provincia di Sondrio
Corografia d'inquadramento - scala 1 : 10.000
LEGENDA
CONDOTTA FORZATA
Condotta forzata interrata
Condotta forzata in galleria
Pista esistente (servizio alle cave)
Opera di presa
INFRASTRUTTURE E STRUTTURE
Fabbricato centrale"J
Pista di accesso all'edificio centrale
COMUNE DI CHIESA IN VALMALENCO
COMUNITA’ MONTANA VALTELLINA DI SONDRIO
PROVINCIA DI SONDRIO
Relazione forestale – ai sensi della D.G.R. 27 luglio 2006 n° VIII/3002
- inerente opere di realizzazione di:
“IMPIANTO IDROELETTRICO DEL MALLERO”
Località S. GIUSEPPE – Comune di CHIESA IN VALMALENCO – Provincia di SONDRIO
Allegato
Data
Carta “uso del suolo”
scala 1 : 10.000
Agosto 2013
"J
RELAZIONE FORESTALE
ai sensi della D.G.R. 27 luglio 2006 n° VIII/3002
inerente opere per la realizzazione -
"IMPIANTO IDROELETTRICO DEL MALLERO"
Comune di Chiesa in Valmalenco - Provincia di Sondrio
Carta "uso_suolo" - scala 1 : 10.000
LEGENDA
CONDOTTA FORZATA
Condotta forzata interrata
Condotta forzata in galleria
USO DEL SUOLO
Aree idriche
Improduttivi e incolti
Praterie primarie
Praterie secondarie
Urbanizzato
Bosco
Pista esistente (servizio alle cave)
Opera di presa
INFRASTRUTTURE E STRUTTURE
Fabbricato centrale"J
Pista di accesso all'edificio centrale
COMUNE DI CHIESA IN VALMALENCO
COMUNITA’ MONTANA VALTELLINA DI SONDRIO
PROVINCIA DI SONDRIO
Relazione forestale – ai sensi della D.G.R. 27 luglio 2006 n° VIII/3002
- inerente opere di realizzazione di:
“IMPIANTO IDROELETTRICO DEL MALLERO”
Località S. GIUSEPPE – Comune di CHIESA IN VALMALENCO – Provincia di SONDRIO
Allegato
Data
Carta dei “tipi forestali”
scala 1 : 10.000
Agosto 2013
RELAZIONE FORESTALE
ai sensi della D.G.R. 27 luglio 2006 n° VIII/3002
inerente opere per la realizzazione -
"IMPIANTO IDROELETTRICO DEL MALLERO"
Comune di Chiesa in Valmalenco - Provincia di Sondrio
Carta dei "tipi forestali" - scala 1 : 10.000
LEGENDA
CONDOTTA FORZATA
Condotta forzata interrata
Condotta forzata in galleria
TIPI FORESTALI
Aceri-frassineto tipico
Betuleto secondario
Mugheta microterma dei substrati silicatici
Pecceta montana dei substrati silicatici dei suoli mesici
Lariceto primitivo
Lariceto tipico
Lariceto in successione
Alneto di ontano bianco
Alneto di ontano verde
Formazione preforestale nella serie evolutiva della Pecceta
Pista esistente (servizio alle cave)
Opera di presa
INFRASTRUTTURE E STRUTTURE
Fabbricato centrale"J
Pista di accesso all'edificio centrale
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