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Libri in Vetrina ZOO DI CARTA Animali d’ogni specie dai libri antichi della Biblioteca Queriniana A cura di Ennio Ferraglio e Maddalena Piotti Con la collaborazione di Manuela Di Mauro e Michele Martinengo Biblioteca Queriniana, Atrio Storico Novembre Dicembre 2018

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Libri in Vetrina

ZOO DI CARTA Animali d’ogni specie dai libri antichi della Biblioteca Queriniana

A cura di Ennio Ferraglio e Maddalena Piotti Con la collaborazione di Manuela Di Mauro e Michele Martinengo

Biblioteca Queriniana, Atrio Storico Novembre Dicembre 2018

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L’interesse per la natura che ci circonda, ed il conseguente tentativo di rappresentarla, risale naturalmente alla notte dei tempi. Ma, se per le manifestazioni più antiche, precedenti cioè all’invenzione della stampa, si trattava più di forme di curiosità per il mondo naturale (che non di rado sfociavano in quelle straordinarie “enciclopedie” della natura che sono i bestiari: singolari cataloghi di animali reali ed immaginari) che di vero e proprio interesse scientifico, è solo verso la fine del ‘400 — grazie anche alla rivoluzione delle tecniche editoriali provocata dall’introduzione della stampa — che si può parlare di un interesse che va al di là dell’impressione momentanea o della curiosità erudita. È l’uomo del Rinascimento che comincia a rivestire gli animali di una dignità scientifica, anche se per motivi filosofici e da un punto di vista antropocentrico, dando loro una precisa collocazione all’interno del mondo fisico e riconoscendone una certa autonomia rispetto alla presenza umana. L’animale cessa di essere un simbolo, che quindi oltrepassa la realtà sensibile e rimanda ad un ordine di idee superiore – pensiamo, ad esempio, alle tre fiere dantesche e al loro significato concettuale – per diventare una presenza concreta, sensibile. Ma, se il nodo concettuale era risolto, insorgeva però il problema di come rappresentare graficamente il mondo animale e quello vegetale: facile per ciò che cadeva sotto gli occhi degli europei di allora, ma molto difficile per la flora e la fauna di paesi lontani, che erano descritte solo nei racconti a voce e per iscritto di viaggiatori noti od oscuri, sinceri e non. Quando la realtà ha i contorni sfuggenti della letteratura e della suggestione di racconti più o meno veritieri, soccorre la fantasia. E allora i sogni – o, forse, sarebbe meglio dire gli incubi – dei viaggiatori “casalinghi” si popolavano di animali mostruosi e fantastici, votati

per loro natura allo sterminio di tutti gli esseri umani che avessero incrociato nel loro cammino: enormi serpenti, draghi multicefali, testuggini con corazze puntute, bipedi apparentemente mansueti ma che in realtà nascondono denti e artigli affilati come rasoi. È il trionfo della fantasia e, di fronte alle raffigurazioni dei libri medievali e dei primi anni dell’età moderna e al contenuto iperbolico dei diari di viaggio, non è certo difficile immaginare il sollievo dei viaggiatori quando riuscivano a tornare a casa senza aver fatto brutti incontri… zoologici. Ci vuole il razionalismo cinquecentesco per dare un duro colpo ai voli dell’immaginazione, ma non deve stupire se anche un grande come l’elvetico Conrad Gesner, autore – fra l’altro – dei primi testi enciclopedici sugli animali ha, di tanto in tanto, qualche caduta di stile (ma, si sa, aliquando dormitat Homerus, anche Omero ogni tanto sonnecchia: per dire, con Orazio, che nessuno è perfetto…). Ecco quindi comparire, tra le pagine gesneriane, serie dissertazioni su misteriosi mostri che abiterebbero in zone inaccessibili, come i fondali marini o tra i ghiacci perenni; ma a chi, stando tra le montagne della Svizzera a metà Cinquecento, scrive di animali marini si può ben perdonare qualche infortunio... Solo verso la fine del XVI secolo la zoologia e la botanica iniziano ad assumere i primi tratti di scienze autonome, distaccate, cioè, dalle due materie onnicomprensive della cultura medievale ed umanistica, ossia la medicina e più in generale la filosofia. Nel corso del ‘400 e del ‘500 la natura era vista essenzialmente in funzione dell’uomo e valutata per quanto potesse influire, positivamente o negativamente, sulla salute del corpo e dello spirito: è per questo motivo che nei libri dove si parla di animali o piante, accanto ai benefici o ai danni che possono derivare da un loro consumo alimentare, compaiono

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sovente giudizi di carattere morale o sociale.

Attorno alla metà del XVII secolo si trova il vero punto di svolta delle scienze naturali, ormai completamente affrancate da riferimenti socio-culturali fuorvianti. Gli animali cominciano ad essere visti per quello che sono all’interno dell’ambiente naturale; soprattutto, si comincia a capire che non sono né “buoni” né “cattivi”, bensì semplicemente vivono ed agiscono rispondendo a precise leggi della natura. I teologi ed i filosofi discuteranno ancora a lungo se siano dotati, o no, di anima, ma questo è un discorso di altro genere… Importa, invece, notare come gradualmente spariscano le raffigurazioni di animali e vegetali fantasiosi, per lasciare finalmente spazio ad immagini realizzate dal vero o basandosi sulle relazioni delle spedizioni scientifiche che geografi e botanici o semplici esploratori olandesi ed inglesi compivano nelle Americhe, nell’Africa australe, in Oriente e in Oceania.

La strada era finalmente spianata alla grande rivoluzione culturale del ‘700 illuminista, ricco di opere di zoologia ma soprattutto di botanica. Complice, o forse causa di questo fenomeno, la volontà di trasformare i giardini delle dimore nobiliari da semplici elementi decorativi a veri e propri musei naturalistici a cielo aperto: i giardini botanici, meraviglia per gli occhi ma anche banco di prova delle conoscenze tecnico-scientifiche raggiunte. Il resto è storia recente. La nascita della veterinaria, la specializzazione in settori sempre più specifici all’interno della zoologia, fino a giungere alla grande stagione della divulgazione scientifica di alto livello, divenuta ormai parte integrante della nostra cultura. Trasmissioni televisive, riviste più o meno specializzate e documentari realizzati per la visione domestica offrono ad un pubblico sempre più vasto realtà lontane e solo immaginate: permettono di seguire lo scatto fulmineo del ghepardo, o il perfetto senso dell’architettura di cui è dotato il ragno domestico. Soprattutto, permettono di scoprire che l’animale più imponente che solca le acque del nostro pianeta – la megattera – è di indole pacifica e tutt’altro che aggressiva, ed in questo non è neppure lontanamente parente né di Moby Dick, né, molto più semplicemente, del misterioso abitante dei fondali di Loch Ness.

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GLI AUTORI

Antonio Vallisneri (Tresilico 3 Maggio 1661 - Padova 18 gennaio 1730) Membro di una famiglia nobiliare della Garfagnana, dal 1679 al 1682 studiò presso il Collegio Gesuitico di Modena per poi passare nel 1683 all’Università di Bologna. Nel corso dei suoi studi, specialmente a Bologna, entrò in contatto con le teorie corpuscolaristiche dell’empirismo inglese e con lo sperimentalismo galileiano, e tali teorie lo accompagneranno per tutta la vita. Influentissimo nella sua formazione fu Marcello Malpighi, considerato come il padre dell'osservazione microscopica in anatomia, istologia, fisiologia, embriologia e medicina pratica. Laureatosi nel 1685 nel Collegio di Reggio, passò a far pratica a Venezia, Padova e Parma, dove rimase sino al 1687. Dopo questo periodo si ristabilì in patria, esercitando la professione

medica e, nel contempo, dando vita ad una stagione di intensissime osservazioni naturalistiche. I suoi principali interessi andarono in quegli anni agli studi entomologici, giungendo a pubblicare, rispettivamente nel 1696 e

nel 1700, sul primo e sul terzo volume de "La Galleria di Minerva", i Dialoghi sopra la curiosa origine di Molti Insetti. In quest'opera, organizzata nella forma di un dialogo fra Malpighi e Plinio, Vallisneri riprese la polemica della scuola medica galileiana contro le tesi biologiche aristoteliche e, in particolare, la battaglia contro la tesi della generazione spontanea degli animali inferiori dalla materia in decomposizione. Vallisneri sottolineò l'origine di ogni essere dalle proprie specifiche uova ed illustrò i cicli vitali ed i modelli di riproduzione di diversi insetti. La pubblicazione dei Dialoghi portò a Vallisneri la prima notorietà scientifica in Italia e, con essa, la chiamata ad una cattedra di Medicina pratica all'Università di Padova, allo scopo di contribuire all'affermazione della filosofia sperimentale in quell'ambiente. In questa sede Vallisneri trascorse i restanti trent'anni della sua vita, percorrendo tutti i gradi accademici, sino alla prima cattedra di Medicina teorica, e raggiungendo una notorietà scientifica internazionale. Nel 1714 pubblicò la Nuova Idea del Male contagioso de' Buoi, in cui negava le precedenti tesi tradizionali della costituzione epidemica, proponendo un modello derivato dall’osservazione sperimentale secondo il quale la peste bovina era causata dall'aggressione all'organismo condotta da vermicelli microscopici, invisibili all'occhio nudo, trasmessi da individuo ad individuo. Nel 1715 uscirono le Opere diverse, costituite dall'Istoria del Camaleonte Affricano, dalla Lezione Accademica intorno all'Origine delle Fontane e dalla Raccolta di vari Trattati. Nel 1722 pubblicò il Che ogni italiano debba scrivere in lingua purgata italiana, o toscana, sostenendo l'opportunità dell'uso del volgare anche per le pubblicazioni scientifiche, che avrebbero così potuto, fra le altre cose, godere di una più larga diffusione e conoscenza.

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Ulisse Aldrovandi (Bologna, 11 settembre 1522 – Bologna, 4 maggio 1605)

Naturalista, botanico ed entomologo italiano, fu il fondatore del primo Museo di Storia Naturale in Europa, studioso delle diversità del mondo vivente, esploratore che, negli ultimi decenni del Cinquecento e fino ai primi del Seicento, si impose come una delle maggiori figure della scienza, nonché guida e riferimento per i naturalisti italiani contemporanei. Fu considerato da Linneo come il fondatore delle Scienze Naturali moderne. Dopo aver studiato Lettere e Filosofia a Bologna e già prossimo alla laurea, si trasferì a Padova per studiare logica, medicina e matematica. Tornato a Bologna, nel 1549 dovette affrontare un processo per eresia e venne trasferito a Roma, dove venne prosciolto dalle accuse e durante la permanenza a Roma ebbe modo di interessarsi alle antiche statue, le cui descrizioni raccolse nell’opera Le statue antiche di Roma (Venezia, 1556). In seguito si interessò alle piante e organizzò tra il 1551 e il 1554 diverse spedizioni di raccolta di piante, i cui campioni usò per comporre l’Erbario in quindici volumi ancora oggi conservato presso l’Università di Bologna e all’epoca facente parte del Museo di

Storia Naturale da lui fondato nel 1550. Nel novembre 1553 si laureò in Filosofia e Medicina e già l’anno seguente iniziò a insegnare logica e in seguito filosofia, mantenendo la cattedra fino al 1600. Convinto empirista, l’Aldrovandi propugnava uno studio della natura totalmente distaccato dalla filosofia e dalla religione secondo quanto teorizzato da Averroé e Aristotele, cosa che giustifica le numerose spedizioni compiute nell’arco della sua vita per raccogliere materiali e fare ricerca sul campo e, cosa quasi inedita all’epoca, la sua abitudine di fare seguire alle lezioni teoriche in Università delle esercitazioni pratiche per i suoi studenti. Nel 1568 ottenne dal Senato bolognese l’autorizzazione a fondare l’Orto Botanico, ancora oggi esistente sebbene in una sede diversa dall’originale. Alla sua morte nel 1605 lasciò l’intero patrimonio, compresi i campioni biologici, i disegni degli esemplari e le xilografie, al Senato di Bologna con la clausola di conservarli interamente e in un singolo luogo. I suoi libri e manoscritti sono tutt’ora conservati presso la Biblioteca dell’Università di Bologna. Conrad Gessner (Zurigo, 26 marzo 1516 – Zurigo, 13 dicembre 1565) Naturalista, teologo e bibliografo, erudito, in possesso di una cultura poliedrica, coltivò lo studio di numerose scienze, dalla teologia alla filologia, alla botanica e zoologia alla medicina. L'importanza della sua opera si segnala soprattutto per il primo tentativo di realizzare una bibliografia "universale" delle opere in greco, latino e ebraico allo scopo di raccogliere l'intero patrimonio librario

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in un'opera che ne rendesse testimonianza ai posteri.

La sua Bibliotheca Universalis lo qualifica come il primo autore moderno di una bibliografia di ampio respiro. Inoltre, quale conoscitore della letteratura esistente, acuto osservatore e appassionato collezionista, Gessner contribuì con una quantità di lavori alla ricerca nel campo della medicina e delle scienze naturali. Notevole la sua Historia animalium, illustrata da oltre 1.000 xilografie e ordinata con criteri lessicali, i cui primi quattro volumi, per un totale di circa 4.500 pagine, che trattano di mammiferi, anfibi e rettili, uccelli e animali acquatici, uscirono quando Gessner era ancora in vita (1551-1558). Un quinto volume sui serpenti e un sesto sugli insetti furono pubblicati postumi, rispettivamente nel 1587 e nel 1634. Gessner si era prefisso di raccogliere tutte le conoscenze esistenti nel campo della zoologia, e di renderle intelligibili sia alla luce delle ricerche contemporanee - prendendo in considerazione, a tale scopo, anche le forme animali scoperte in America – sia completandole per mezzo di ricerche sue proprie e illustrazioni dei testi. Gessner è considerato uno dei dotti universali più determinanti e dotati dal

punto di vista interdisciplinare che il XVI secolo abbia avuto. Oltre al lavoro portato a termine nel suo studio, acquisiva cognizioni anche per mezzo dell’osservazione immediata della realtà in occasione di viaggi, escursioni sulle Alpi, visite a fonti termali e giardini botanici. Non mancava inoltre di integrare i propri studi attraverso colloqui con chi esercitava una professione a stretto contatto con la natura, come giardinieri, pastori, pescatori e gente di montagna. I suoi risultati eccezionali nel campo della botanica e della zoologia costituirono punto di riferimento imprescindibile per gli studi successivi.

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OPERE ESPOSTE NIEREMBERG, Juan Eusebio Libris … In quibus rarissima Naturae arcana, etiam astronomica, & ignota Indiarum animalia, quadrupedes, aues, pisces, reptilia, insecta, zoophyta, plantae, metalla, lapides, & alia mineralia, fluuiorumque & elementorum conditiones, etiam cum proprietatibus medicinalibus, describuntur ... Anversa: C. Plantin, 1635 1a.G.III.23 L' histoire naturelle éclaircie dans deux de ses parties principales, la conchyliologie, qui traite des coquillages de mer, de riviere et de terre; augmentée de la zoomorphose. Ou representation des animaux a coquilles ... Par M des Sociétés Royales des Sciences de Londres & de Montpellier Parigi: chez De Bure l'ainé, quai des Augustins, du coté du pont Saint Michel, à Saint Paul, 1757 2 v. 1a.G.IV.22 CRESCENZI, Pietro de' De omnibus agriculturae partibus, & de plantarum animaliumq[ue] natura & utilitate lib. XII non minus philosophiae & medicinae, quàm oeconomiae, agricolationis, pastionumq[ue] studiosis utiles . Basilea: Henrichum Petri, 1548. 1a.G.III.16

JONSTON, Jan Historiae naturalis. Amsterdam, J.J. Schipper, 1657. – Liber I: de quadrupedibus – Liber II: de piscibus et cetis. – Liber III: de avibus. – Liber IV: de insectis, de serpentibus et draconibus. 1a.G.I.11-14 GESNER, Konrad Historiae Animalium Zürich, C. Froschover, 1551-1558 – Liber I: de quadrupedibus viviparis. – Liber II: de quadrupedibus oviparis. – Liber III: de avium natura. – Liber IV: de piscium natura. 1a.G.I.17-20

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GESNER, Konrad Nomenclator aquatilium animantium. Icones animalium aquatilium in mari & dulcibus aquis degentium, plusquàm DCC. cum nomenclaturis singulorum Latinis, Gr[a]ecis, Italicis, Gallicis, Germanicis, Anglicis, alijsq[ue] interdum, per certos ordines, digestae Zürich, C. Froschover, 1560. 1a.G.I.21 VALLISNIERI, Antonio Istoria del camaleonte affricano, e di varj animali d' Italia. In Venezia : appresso Gio. Gabbriello Ertz, 1715. 10a.N.V.30m1

REDI, Francesco Osservazioni di Francesco Redi accademico della Crusca intorno agli animali viventi che si trovano negli animali viventi. In Firenze : per Piero Matini, all' insegna del Lion d' oro, 1684 1a.F.V.23

SCOPOLI, Giovanni Antonio Deliciae florae et faunae insubricae seu Novae, aut minus cognitae species plantarum et animalium quas in Insubria Austriaca tam spontaneas, quam exoticas vidit, descripsit, et aeri incidi. Ticini: Monasterii S. Salvatoris, 1786-1788 5a.E.I.2 ALDROVANDI, Ulisse De animalibus insectis cum singulorum iconibus ad vivum expressis. Bologna : Ferroni, 1638 1a.G.II.1

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ALDROVANDI, Ulisse De reliquis animalibus exanguibus Bologna, C. Ferroni , 1642 1a.G.II.5 ALDROVANDI, Ulisse De quadrupedibus solidipedibus Bologna: N. Tebaldini, 1639 1a.G.II.3

ALDROVANDI, Ulisse De piscibus et de cetis. Bologna: N. Tebaldini, 1638 1a.G.II.2

ALDROVANDI, Ulisse Serpentum, et draconu[m] historiae Bologna : Ferroni , 1640 1a.G.II.4

ALDROVANDI, Ulisse Ornithologiae Bologna, N. Tebaldini, 1645-1652 1a.G.II.

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