Zona9ottobre2006 (Page 1) - NIGUARDA · che tempo fa. Sono le quattro di notte e, nel reparto...

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ONANOVE GIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA Redazione: via Lanfranco della Pila 61 (Mi), tel./fax 02/6423561 - Autorizzazione del Tribunale di Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”, via Lanfranco della Pila 61, Milano - Stampa: Il Guado, via Picasso, 20011 Corbetta (MI). FEBBRAIO 2008 Anno 15 - n. 151 25.000 copie distribuite e-mail: [email protected] Dir ettor e : Luigi Allori. Redazione : Giovanni Beduschi (vignettista), Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Diego Attilio Cherri, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Antonella Loconsolo, Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Maria Volpari. Collaboratori : Laura Albani, Sasha Bani, Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Roberta Coccoli, Augusto Cominazzini, Ivan Crippa, Celestino De Brasi, Simona Fais, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Angelo Longhi, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Giorgio Meliesi, Loretta Menegatti, Sabrina Orrico, Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Diana Roca, Cristina Rozzi, Caterina Sinisi, Gero Urso, Luigi Venturini, Renato Vercesi, Roberto Vettorello, Norman Zoia. Amministrazione : Lino Di Franco. Pubblicità : Franco Tironi (tel. 02/6423561 - fax 02.66107983). Impaginazione : Roberto Sala (tel. 3341791866). Il fioretto di orro RAPINE FURTI SCIPPI GENNAIO ‘07 1 GENNAIO ‘08 1 GENNAIO ‘07 121 GENNAIO ‘08 86 GENNAIO ‘07 5 GENNAIO ‘08 0 Il termometro della criminalità a cura di Grazia Morelli in collaborazione con i Carabinieri di Greco viale F. Testi 119 - tel.02/66104191 (Non sono compresi i reati denunciati alla Ps) SA.NI. Sanitaria Niguarda I NOSTRI PRODOTTI Plantari su misura Calzature portaplantare Calzature per diabetici Busti - Corsetti Reggiseni (anche su misura) Modifiche - Riparazioni Prodotti ortopedici Ausili per disabili Vendita e noleggio I NOSTRI SERVIZI Esame computerizzato del piede Baropodometria in statica (dinamica-posturale) Indagini stabilometriche e posturali Trattamento di pedicure ( estetico-curativo comple- to anche a domicilio) Riflessologia plantare Tecnico ortopedico in sede Convenzionato A.S.L. Consegna a domicilio. Via Val di Ledro 11 20162 Milano Tel. 02 6423040 Fax 02 6435463 AGENZIA IMMOBILIARE Via Terruggia 2 (ang. via Ornato) Mutui senza provvigioni di mediazione 02.66100353 SIFRA RESTAURI IMPRESA GENERALE LAVORI EDILI COSTRUZIONI RESTAURI CONSERVATIVI - RIFACIMENTO FACCIATE RISTRUTTURAZIONI APPARTAMENTI I nostri tecnici vi seguiranno dalla progettazione alla esecuzione dei lavori Uff. Tecnico - Via Val d’Ossola 19 - Tel. 02-6472244 - Fax 02-6472245 - Cell. 339.8564942 CIRCOLAZIONE La rotonda pag. 8 di via L. della Pila PARCO NORD Animali pag. 12 in libertà TERRITORIO L’assessore Masseroli pag. 3 visita la zona Dopo i seicento alberi secolari dell’ospedale di Niguarda ora tocca ai platani di viale Fulvio Testi a essere sacrificati al “progresso”. Deve essere per forza così? (pag. 4) Alberi a rischio in tutta la zona (disegno di Gero Urso) “Zona Nove” è su www.niguarda.eu SCONTI FINO AL 50% per tutto il periodo dei SALDI su biancheria per la casa e casalinghi Via Terruggia 2 ang. via Luigi Ornato 20162 Milano - Tel. 02.6434197 Progresso? L a realizzazione del metrò potrebbe essere un pro- gresso importante per tutta la zona: potrebbe permettere a tutti noi di raggiungere como- di e veloci ogni altra parte della città, di ridurre il traffi- co e lo smog, di rendere più si- cure le strade. Tutto questo, però, a due condizioni. La pri- ma è che al capolinea del me- trò si facciano parcheggi tali da permettere ai pendolari di utilizzare il trasporto pubbli- co sotterraneo lasciando lì le loro auto che altrimenti conti- nuerebbero a intasare la città alla ricerca di un parcheggio. Ma in via Bignami, dove sarà il capolinea della Mm5, non è previsto niente a tal proposito. La seconda condizione è che, realizzando il metrò, non si intacchi il patrimonio am- bientale che la zona si è con- quistata nei decenni, per non dire nei secoli. E invece, come abbiamo denunciato sul nu- mero scorso, si tagliano 600 alberi secolari all’ospedale di Niguarda per far posto al cantiere per l’ammoderna- mento degli edifici e, come do- cumentiamo a pag. 4, per i la- vori del metrò si sradicano i maestosi platani di Fulvio Testi. Ma non doveva esserci la famosa “talpa”, capace di fare le gallerie senza toccare la superficie? Certo, prometto- no (ma neanche tanto) che pianteranno altri alberi. Sì, come hanno fatto alla Bicocca Nuova: alberelli nel cemento. No, così non va: si possono sopportare i disagi per avere nuovi servizi, ma non per ren- dere ancora più insalubre l’ambiente.

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ONA NOVEGIORNALE DI NIGUARDA - CA’ GRANDA - BICOCCA

Redazione: via Lanfranco della Pila 61 (Mi), tel./fax 02/6423561 - Autorizzazione del Tribunaledi Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”,

via Lanfranco della Pila 61, Milano - Stampa: Il Guado, via Picasso, 20011 Corbetta (MI).

FEBBRAIO 2008Anno 15 - n. 151

25.000 copie distribuitee-mail: [email protected]

Direttore: Luigi Allori. Redazione: Giovanni Beduschi (vignettista), Andrea Bina, Roberto Braghiroli, Ortensia Bugliaro, Valeria Casarotti, Diego Attilio Cherri, Teresa Garofalo, Sergio Ghittoni, Antonella Loconsolo,Lorenzo Meyer, Grazia Morelli, Sandra Saita, Maria Volpari. Collaboratori: Laura Albani, Sasha Bani, Silvia Benna Rolandi, Don Giuseppe Buraglio, Arturo Calaminici, Roberta Coccoli, Augusto Cominazzini, Ivan Crippa,Celestino De Brasi, Simona Fais, Luigi Ghezzi, Lorenzo Gomiero, Anna Maria Indino, Monica Landro, Angelo Longhi, Luigi Luce, Sergio Maestri, Valeria Malvicini, Giorgio Meliesi, Loretta Menegatti, Sabrina Orrico,Antonio Pizzinato, Laura Quattrini, Mira Redaelli, Mauro Raimondi, Margherita Rampoldi Meyer, Diana Roca, Cristina Rozzi, Caterina Sinisi, Gero Urso, Luigi Venturini, Renato Vercesi, Roberto Vettorello, Norman Zoia.Amministrazione: Lino Di Franco. Pubblicità: Franco Tironi (tel. 02/6423561 - fax 02.66107983). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).

Il fiorettodi orro

RAPINE

FURTI

SCIPPI

GENNAIO ‘07 1

GENNAIO ‘08 1

GENNAIO ‘07 121

GENNAIO ‘08 86

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GENNAIO ‘08 0

Il termometrodella criminalità

a cura di Grazia Morelliin collaborazione con i Carabinieri di Greco

viale F. Testi 119 - tel. 02/66104191(Non sono compresi i reati denunciati alla Ps)

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CIRCOLAZIONELa rotonda pag. 8di via L. della Pila

PARCO NORDAnimali pag. 12in libertà

TERRITORIOL’assessore Masseroli pag. 3visita la zona

Dopo i seicento alberi secolari dell’ospedale di Niguarda ora tocca ai platani di viale Fulvio Testi a essere sacrificati al “progresso”.Deve essere per forza così?

(pag.4)

Alberi a rischio in tutta la zona

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Progresso?

La realizzazione del metròpotrebbe essere un pro-

gresso importante per tutta lazona: potrebbe permettere atutti noi di raggiungere como-di e veloci ogni altra partedella città, di ridurre il traffi-co e lo smog, di rendere più si-cure le strade. Tutto questo,però, a due condizioni. La pri-ma è che al capolinea del me-trò si facciano parcheggi talida permettere ai pendolari diutilizzare il trasporto pubbli-co sotterraneo lasciando lì leloro auto che altrimenti conti-nuerebbero a intasare la cittàalla ricerca di un parcheggio.Ma in via Bignami, dove saràil capolinea della Mm5, non èprevisto niente a tal proposito.La seconda condizione è che,realizzando il metrò, non siintacchi il patrimonio am-bientale che la zona si è con-quistata nei decenni, per nondire nei secoli. E invece, comeabbiamo denunciato sul nu-mero scorso, si tagliano 600alberi secolari all’ospedale diNiguarda per far posto alcantiere per l’ammoderna-mento degli edifici e, come do-cumentiamo a pag. 4, per i la-vori del metrò si sradicano imaestosi platani di FulvioTesti. Ma non doveva essercila famosa “talpa”, capace difare le gallerie senza toccarela superficie? Certo, prometto-no (ma neanche tanto) chepianteranno altri alberi. Sì,come hanno fatto alla BicoccaNuova: alberelli nel cemento.No, così non va: si possonosopportare i disagi per averenuovi servizi, ma non per ren-dere ancora più insalubrel’ambiente.

Testi: marciapiede impraticabile

OOM IN 0NAdi Ortensia Bugliaro - foto Giansanti

ONA NOVE 2

La redazione, in Lanfranco della Pila 61, è aperta ogni giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18 per ricevere coloro che desideranosegnalare problemi, annunciare o proporre iniziative, articoli o servizi per il giornale. Si può anche telefonare allo 026437568.

Giovanni Beduschi

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No, caro Giovanni, stavolta non ci casco. Bellino il con-fronto tra monopoli e zona 9, ma non vorrai mica met-tere le regole di un gioco con i problemi di una convi-

venza civile!? A monopoli tutti i partecipanti sono allapari, nella realtà ognuno fa per sé e contro gli altri.Per troppa gente cemento, speculazione edilizia e auto

contano più di solidarietà, servizi sociali e alberi. Chise ne frega della salute, basta che ci sia il “tornaconto”personale. (Zorro Nove)

Riservato ai pensionatiil concorso “Raccontami”

L’Associazione Auser Crescenzago-Gorla ed Enrico FolciEditore indicono un concorso letterario cui possono

partecipare soci e cittadini italiani e stranieri, purchè pen-sionati e residenti a Milano. Il concorso, che prevede la pre-sentazione di racconti letterari, è gratuito e a tema libero. Iltermine utile per inviare i lavori è il 29 febbraio 2008 (faràfede il timbro postale). I racconti non dovranno superare i 5fogli dattiloscritti. I lavori devono essere consegnati pressol’Auser oppure inviati tramite posta in Via Palmanova 59,20132 Milano. Nella lettera di accompagnamento, indicareper oggetto: “Partecipazione concorso Raccontami e specifi-care: titolo, lunghezza del racconto, dati personali e un bre-ve profilo dell’autore, indirizzo e n. telefonico. Ogni parteci-pante può inviare max due lavori.I premi per gli elaborati: 1° classificato targa e premio inbuoni spesa per un totale di euro 200 (pubblicazione dell’o-pera per la Enrico Folci Editore); 2° classificato targa e pre-mio in buoni spesa per euro 150 (pubblicazione dell’opera);3° classificato targa e premio in buoni spesa per euro 100(pubblicazione dell’opera).Verrà inoltre riconosciuto con unattestato un “Premio Speciale Donna Over 70” e un“Premio Speciale Uomo Over 70”.Per informazioni: Ass. Auser, Via Palmanova 59, 20132Milano - lunedì e mercoledì 9,30-13,30 -Tel. 02 26827080.Oppure:Mauro, cellulare 3203881551.

Siamo in viale Fulvio Testi, all’angolo con la viaGoffredo da Bussero. È la “vetrina” della zona ma il

marciapiede presenta veramente una “brutta cera”.Infatti, come si può notare nella fotografia sovrastante ilpassaggio pedonale è tappezzato da pali, tombini solleva-ti, pezzi di piastrelle appoggiati a terra, senza contare lerotaie e i traversini della linea tranviaria. Insomma, unvero e proprio ginepraio di ostacoli molto pericolosi so-prattutto per le persone anziane. Oltretutto si tratta di unpercorso di attraversamento obbligatorio per chi deve at-traversare il viale in quanto vi è posizionato il semaforo.

Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

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• Celentano vendesi Adriano Celentano: ungrande artista, un grande disco! AdrianoCelentano compie gli anni! Che bello, il nostrorocker nazionale ha settant’anni. Senza entrare inmerito alle spacconate televisive (sarebbe addiritu-ra più grande di Mick Jagger... a dimostrazione delservilismo di certi pseudo critici musicali) ecco invendita un grande disco dello stesso Celentano.Alex Schiavi vende un raro Flexi Disc russo (deitempi dell’Unione Sovietica) per veri collezionistidel molleggiato nazionale. Il Flexi Disc (in ottimecondizioni) è in vendita a 10mila euro. Metà dellacifra sarà devoluta in beneficienza. Per contatti:Alex Schiavi tel. 338-87.60.289; e-mail. [email protected].

ANNUNCI ECONOMICI DI ONA

CRONACA BIANCAdi Giorgio Meliesi

● Nasce l’Inossidabile Orchestra di Schiavi

Dal progetto del maestro, performer e compositoreAlex Schiavi (da anni attivo nella più sfrenata speri-

mentazione e ricerca timbrica e sonora, dalla acustica,alla rumoristica, e sino alla elettrica) nasce la Inossida-bile Orchestra, un’orchestra rumoristica che utilizzastrumenti musicali ma anche oggetti di vario genere, co-me assi, lastre di metallo, pentole, casseruole o quant’al-tro produca suoni, rumori e ritmo.Le prove avranno luogo presso la Casa di Alex (viaMoncalieri, 5). Il progetto gode del patrocinio delleCooperative edilizie milanesi, mentre sono in definizionepatrocinatori istituzionali.La partecipazione è aperta a tutti. Interessati, musicisti,creatori di suoni e altro possono prendere contatti diretticon il promotore: M° Alex Schiavi- viale Suzzani, 1- e-mail:[email protected] - telefoni 339415894,3388760289.

● Ospedale: violentata da un infermiere

Il 20 febbraio sarà processato un infermiere italo-france-se di 47 anni con l’infamante accusa di aver violentato

Elisa, una donna di 60 anni trapiantata di fegato e appenauscita dal coma. È avvenuto all’ospedale di Niguarda qual-che tempo fa. Sono le quattro di notte e, nel reparto riani-mazione del reparto trapianti, Elisa, risvegliatasi dal co-ma postoperatorio, chiede da bere all’infermiere che ne ap-profitta per usarle violenza. La donna, che alla mattinadopo ha denunciato il fatto, in seguito è morta. In prece-denza un’altra paziente aveva denunciato l’uomo dellestesse avances, ma non era stata creduta perché affetta daallucinazioni. (8 febbraio)

CRONACA NERAdi Giorgio Meliesi

Accordo tra Comune e fondazioni del settoreper la realizzazione di “Cinecittà in zona 9”

Luigi Luce

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Intervista con il presidente del CdZ 9 Beatrice Uguccioni

Incontriamo Beatrice Uguccioni,Presidente del nostro Consiglio di

Zona, nel suo ampio ufficio al primopiano di Villa Hanau in via Guer-zoni 38, dove ha la sede il CdZ 9.Vogliamo sapere com’è andato l’in-contro con Carlo Masseroli, Asses-sore allo Sviluppo del Territorio alComune di Milano.

Innanzitutto, perché vi siete in-contrati?L’incontro, o meglio gli incontri, so-no stati concordati con questaPresidenza su richiestadello stesso assessorecomunale Carlo Masse-roli, che sta visitandotutte le Zone di Milanoallo scopo di rendersiconto dei problemi neivari quartieri in manie-ra diretta e di raccoglie-re idee, osservazioni,critiche e richieste perpoi stendere il nuovoPiano di Governo delTerritorio (Pgt), che so-stituirà il vecchio PianoRegolatore.

Come sono stati or-ganizzati gli incontricon l’assessore?Abbiamo programmatogli incontri in due date diverse.Nella prima, il 12 dicembre 2007, aVilla Litta si sono esaminati i pro-blemi di Bruzzano, Affori, Bovisa-sca; e presso il Circolo CulturaleSassetti si sono presi in considera-zione le questioni dell’Isola, diGaribaldi-Repubblica e di CorsoComo; in Consiglio di Zona sonostate discusse le problematiche ine-renti Bovisa, Dergano Maciachini.Nella seconda giornata, il 9 gennaio2008, ospiti del Comitato QuartiereComasina, presso il Centro SocioRicreativo “Sempre Verdi”, si sonopresi in considerazione i problemidella Comasina e successivamentepresso il Centro polifunzionale divia Cirié, sede del Cam e del Cag,quelli di Niguarda, Bicocca e

Pratocentenaro. È stata questaun’occasione per usufruire dei nuovispazi che con determinazione abbia-mo voluto recuperare e con un po’ diorgoglio mostrare: tre nuovi locali aVilla Litta e finalmente la riapertu-ra di Ciriè.

Quali sono state le sue impres-sioni su questa iniziativa?L’aspetto interessante di questi in-contri è stato il diretto contatto con

i cittadini, le associazioni, i comitatie le realtà sociali e il fatto che sisiano svolti all’interno dei quartierie non nella sede del Consiglio diZona, tranne che per Bovisa, Der-gano e Maciachini, visto che in talcaso Villa Hanau risultava la sedepiù centrale: e quindi in tal caso ab-biamo organizzato nell’Aula Consi-liare l’incontro dell'Assessore contutti i Consiglieri.Questa molteplicità di incontri haavuto il pregio di avvicinare l’Am-ministrazione Centrale alla Zona equindi ai cittadini e portare l’asses-sore e i suoi tecnici nei luoghi a piùforte criticità: cantieri, aree dismes-se o abbandonate, strutture fati-scenti. Vi è stata anche l’opportu-nità di evidenziare in modo diretto

gli irrisolti disagi relativi al trafficoe alla viabilità.Con piacere abbiamo potuto consta-tare come l’assessore sia rimasto fa-vorevolmente impressionato dalgrande numero di Associazioni,Comitati, Cooperative, Circoli, Fon-dazioni presenti sul territorio, cheoperano nel campo della cultura,dell’aggregazione, dell’assistenza,della difesa del patrimonio storico,dell’ambiente e del territorio.

Quali sono stati gli argomentipiù dibattuti?Gli interventi si sonoconcentrati soprattuttosu questioni relative alterritorio e alla viabilitàe sui disagi dovuti ainumerosi cantieri in es-sere, sia pubblici cheprivati: l’eccessivo al-lungamento dei tempidi realizzazione dellametropolitana 5; l’as-senza di luoghi di ag-gregazione per giovanie anziani; l’enorme svi-luppo urbanistico a cuinon corrisponde un ade-guato incremento deiservizi e una revisionecomplessiva della viabi-lità oltre che l’insosteni-

bile dilatazione delle procedure perl’approvazione di progetti di riquali-ficazione (Villa Trotti, ex Manifat-tura Tabacchi…).Insomma un giudizio positivo suquesta iniziativa. Certamente, l’im-portante è che non resti un tourestemporaneo, ma che sia seguitoda ulteriori approfondimenti sui te-mi trattati con il coinvolgimento, co-me Masseroli si è proposto, dei tec-nici dell’Assessorato, della Zona edelle realtà del territorio, per ana-lizzare anche proposte alternativeavanzate dalle Associazioni e daiComitati. Come Consiglio di Zonasolleciteremo questi incontri opera-tivi in modo che il tutto non riman-ga solo una bella “escursione” attra-verso i nostri quartieri.

Sergio Ghittoni

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L’assessore Masseroli in visita ai nostri quartieriper rendersi conto dei problemi della zonaNegli incontri con i cittadini si sono trattate le questioni relative

alla viabilità, ai disagi dei cantieri, ai tempi di realizzazione della Mm5,all’assenza di luoghi di aggregazione per giovani e anziani,

allo sviluppo urbanistico a cui non corrisponde un incremento dei servizi,ai ritardi per la realizzazione dei progetti per la Villa Trotti

e l’ex Manifattura Tabacchi.

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Va avanti, almeno sulla carta, il progetto“Cinecittà in zona 9” previsto nell’area della ex

Manifattura Tabacchi.Il Comune di Milano ha sottoscritto un accordo conla Fondazione Centro sperimentale di cinematogra-fia e la Fondazione Scuole civiche che, come ha det-to l’assessore alle Politiche del lavoro AndreaMascaretti, “avvia nuove sinergie nel campo dellaproduzione cinematografica”.I tre enti si impegnano a stabilire obiettivi di inno-vazione e sviluppo nella formazione del settore ci-nematografico: dall’ideazione alla produzione, post-produzione, digital intermediate, mastering, packa-

ging, distribuzione e fruizione per la produzione difilm, spot pubblicitari, documentari d’arte, d’impre-sa, d’attualità.La creazione del Polo cine-audio-visuale in zona 9,secondo un programma integrato d’intervento ap-provato dal Comune di Milano in convenzione conla Società Quadrifoglio, costituita da Fintecna ePirelli Real Estate, sembra quindi procedere secon-do linee chiare. Molto meno definite rimangono lealtre forme di utilizzo dell’area della ex Manifattu-ra Tabacchi: si parla residenze per studenti e di unasilo, ma anche di posteggi, di residenze abitative edell’ennesimo centro commerciale.

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Si sapeva: il progresso arriva: la nuova metropoli-tana linea 5 sta arrivando. Ma chissà perché, non

ho pensato agli alberi, non ho pensato ai platani diViale Fulvio Testi.I platani sono sempre stati lì, ci sono da molto primache nascessi: li ho sempre visti lì, lungo il viale, pron-ti ad accompagnare verso casa tutti i pendolari dellaBrianza che ogni giorno arrivano e vanno, correndosul viale, pronti a scandire gli incroci del nostroquartiere, ad intervalli regolari, a fare ombra alleauto posteggiate sotto le loro fronde.Certo il tempo per alcuni alberi era trascorso sereno,erano davvero grandi, ma altri durante gli anni era-no stati tagliati, forse perché malati, sostituiti da al-tri alberelli più giovani, ma anche loro eran lì datempo, a fare la loro bella figura, ad abbellire con leloro folte chiome questo angolo di Milano destinatoprincipalmente al traffico veicolare, visto il grandeviale, e poco al verde, visto i grandi palazzi che co-steggiano la grande arteria viaria.Poi un giorno d’estate mi sono accorta che lungo ilviale mancava qualcosa: verso la Bicocca, verso ilconfine con Sesto Sesto San Giovanni, alcuni alberierano stati tagliati, per far posto alla nuova linea delmetrò, hanno detto.E piano piano tanti alberi del viale sono scomparsi:un po’ qui, un po’ lì, sono stati tagliati, sacrificati peril progresso, per lasciare posto alla metro che avan-za, lasciando solo desolazione.Mi sembrò triste quel mattino, quando, uscendo dalportone di casa, ho visto gli uomini lavorare al tagliodegli alberi, lo stridore di quella sega che tagliava elacerava, me lo sono sentito dentro, come se quelladevastazione facesse parte di noi, pronti a distrugge-re alberi carichi di anni, che per anni ci hanno datola loro ombra, la loro bellezza.Non avevo pensato agli alberi quando ho saputo chesarebbero cominciati i lavori per la nuova metropoli-tana, anzi ero contenta che il progresso arrivasse quida noi, nel nostro quartiere.Ma ora lo vedo, lo sento, manca qualcosa. L’ombradei “grandi papà”, dei grandi platani, non proteggepiù i nostri passi sul marciapiede del controviale.C’è un vuoto, un grandissimo vuoto, e la luce che ciarriva addosso, senza filtri, senza fronde, sembra as-sordante.Sul nostro viale correva il ritmo delle stagioni, quan-do in primavera gli alberi si riempivano di uccellinicinguettanti, che quando lo raccontavo la gente nonci credeva che i loro cinguettii mi svegliavano almattino (“Ti svegliano gli uccellini?, ma se abiti inViale Fulvio Testi, mica in campagna!”), e quando inautunno perdevano le loro foglie ti dicevi che davveroera finita l’estate.Il tempo passava, le stagioni passavano, e loro sem-pre lì, ad accompagnare il tempo di tutti.Il loro posto è stato preso dal cantiere per i lavori delmetrò, con scavi, terra, disordine, e reti di protezione.Adesso c’è il vuoto. Apri la finestra e di fronte vedi ilvuoto. O al massimo….il palazzo di fronte per ricor-darti che sei in una grande città, non fra il verde de-gli alberi!

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ticolare viene puntato il dito control’Atm che, senza acquistare nuovimezzi, ha potenziato sensibilmenteil servizio mettendo in strada tuttii mezzi disponibili. Perché non loha fatto anche l’anno scorso, moltimesi prima dell’entrata in funzionedell’ecopass? Inoltre non è passatoinosservato il fatto che il trafficosia diminuito in misura superioredentro l’area ecopass rispetto all’e-sterno. Tutto ciò crea, soprattuttoin prossimità del confine dell’areaecopass, ingorghi, code e parcheggiselvaggi causati da coloro che cer-cano a tutti i costi di lasciare l’autofuori dalla zona a pagamento.I parziali risultati positivi raggiun-ti e le ombre sopra segnalate pro-ducono proposte sui prossimi passida compiere per combattere più ef-ficacemente il traffico in città: i piùgettonati sono estendere l’area eco-pass e fare pagare l’accesso a tutti,cancellando le esenzioni in funzio-ne della classe dell’auto. Sarebbeun potente deterrente all’uso del-l’auto privata. Torneremo sull’argo-mento i prossimi mesi, quando i da-ti saranno consolidati e meno in-fluenzati dalle condizioni meteo.

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Un primo bilancio dell’Ecopassa poco più di un mese dall’entrata in vigore

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Piccola rivoluzione all’AmsaDi notte sosta consentita con lo “spazzamento globale”

Giorgio Meliesi

Dal 21 gennaio l’Am-sa ha introdotto an-

che in parte della no-stra zona un nuovo me-todo di pulizia stradaledenominato “Spazza-mento Globale” che per-mette la pulizia e il la-vaggio notturni delmarciapiede e della se-de stradale senza doverrimuovere le auto po-steggiate.Per ora il servizio ri-guarda fra l’altro le se-guenti strade della no-stra zona: Bitti, Ca’Granda (tratto da Suz-zani a Testi), Cino daPistoia, Dolcebuono,Esperia, Testi (tratto daIstria a Rodi), Istria,Koerner, La Farina,Menozzi, Nota, Pallan-za,Pianell (tratto da Suzzani a Sarca), Pulci, Rabolini,Reguzzoni, Rodi, S. Glicerio, S. Marcellina, S.Monica, Sarca (tratto da Pallanza a Zara), Savoldo,Suzzani (tratto da Desio a Esperia), Val Brona,Vidali, Zara.

Ma come funziona que-sto nuovo metodo di pu-lizia delle strade? Ri-sponde il consigliere dizona Andrea Bina: “Ilcuore del sistema è l’a-gevolatore di spazza-mento, un’attrezzaturaideata e brevettata dal-l’Amsa, costituito dadue bracci snodati emotorizzati posti allasommità di spazzatricistradali. Questo dispo-sitivo permette di ese-guire lo spazzamento eil lavaggio del marcia-piede tramite una lan-cia da cui fuoriesce ungetto di acqua nebuliz-zata che rimuove lasporcizia, anche quella

che si trova sotto le auto,indirizzandola verso il

centro della strada dove viene raccolta dalla spaz-zatrice stessa. Ad oggi l’Amsa possiede 44 spazza-trici con l’agevolatore e tale numero, mano a manoche il sistema di pulizia verrà esteso ad altre viedella città, dovrebbe essere destinato a crescere”.

Ecopass sì, ecopass no. Per mesiè stato il tormentone dei mila-

nesi e della Giunta Moratti. Ades-so, a un mese dall’entrata in vigoredel provvedimento, è tempo di trac-ciare un primo bilancio, tenendoben presente che un raffronto con idati dello scorso anno è difficileperché il gennaio 2008 è stato, daun punto di vista climatico, moltopiù “favorevole” rispetto allo stessomese del 2007.I dati esposti da Edoardo Croci, as-

sessore ai Trasporti, Mobilità edAmbiente, parlano di una riduzionedei veicoli circolanti sia all’internodelle cerchia dei Bastioni (area eco-pass) con un meno 17% sia all’e-sterno (non area ecopass) con unmeno 7%. Il primo mese dell’annosi è chiuso con una riduzione di 25mila auto circolanti (quelle più in-quinanti che pagano l’ecopass si so-no dimezzate) e con un incrementodi 20mila passeggeri al giorno sullelinee metropolitane. Però, è benechiarirlo subito per spegnere glieventuali trionfalismi, i limiti delPM10 sono stati sforati per ben 16giorni con 57microgrammi di me-dia (contro i 22 dello scorso anno

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Il nuovo sistema di spazzamento e lavaggio dell’Amsa.

con 69 microgrammi di media).Comunque, un miglioramento dellaqualità dell’aria c’è stato anche se,come ha ammesso lo stesso Edoar-do Croci, è troppo presto per dire setutto questo è merito dell’ecopass,visto che dall’inizio dell’anno è pio-vuto per diversi giorni e c’è stataanche una discreta nevicata, tuttifattori climatici che contribuisconoad abbattere considerevolmente gliagenti inquinanti.Tutto bene dunque? Non proprio vi-sto che, con critiche trasversali aglischieramenti, diversi consiglieri co-munali hanno segnalato delle om-bre sull’applicazione e sui risultatidell’ecopass nel primo mese. In par-

Campetti per il gioco del calcioma anche bande di bulletti

Due notizie dagli oratori di zona, una buona e una cattiva.Prima vediamo quella buona.

Le fondazioni Magnoni e De Agostini hanno messo a disposi-zione i fondi per realizzare campi di calcetto in alcuni oratorifra cui quello nei pressi di viale Fulvio Testi. Il progetto, cheha l’obiettivo di trasformare sempre più gli oratori in centri diaggregazione e sociaiizzazione per i giovani, ha l’approvazio-ne dell’Arcidiocesi e della Federazione oratori milanesi. L’ideaè quella di usare lo sport come volano per promuovere la soli-darietà, la convivenza e l’integrazione.Purtroppo però - e questa è la notizia cattiva - le buone inten-zioni a volte si scontrano con la realtà. Come è successo, peresempio, all’oratorio della Parrocchia di Sant’Angela Mericiin via Cagliero, dove una banda di bulli ha a lungo fatto vio-lenza a due ragazzi “emotivamente fragili”: uno schernito co-me gay, l’altro come balbuziente. I due, dopo aver subito reite-rate violenze da parte della banda di 8 ragazzotti che li han-no anche costretti al ricovero in ospedale con prognosi di settee dieci giorni,hanno alla fine trovato il coraggio di denunciarei loro aguzzini per percosse, lesioni e minacce presse il com-missariato di polizia di Greco-Turro.Così gli agenti hanno po-tuto appostarsi fuori dell’oratorio, cogliere i bulletti in fra-grante e mettere fine a questa penosa storia.

Comitati contro la Gronda Nord, Legambiente e Fiab Ciclobby organizzano per il 16 febbraio

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Riceviamo e pubblichiamoIl Pd a Niguarda si chiama “Francesco Rigoldi”

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Procede speditamente il consolida-mento del Partito Democratico sul

territorio. Dopo le primarie che hannoeletto Walter Veltroni primo segretariodel partito, domenica 27 gennaio il po-polo “democratico” si è recato numero-so alle urne per eleggere i componentidel direttivo dei circoli (le ex sezioni deiDs e della Margherita). Volge così altermine il lungo, faticoso ma esaltantepercorso che ha portato alla nascita eal radicamento sul territorio del nuovogrande partito di centrosinistra.Abbiamo parlato di tutto ciò e delle im-minenti elezioni politiche con FrancoMirabelli, consigliere regionale del Pded ex segretario provinciale dei Ds.

Domenica 27 gennaio il PartitoDemocratico ha compiuto ungrande passo in avanti: sono sta-ti eletti, anche in Zona 9, i com-ponenti dei direttivi dei circoliche avranno l'importantissimocompito di radicare il partito sulterritorio. Soddisfatto della par-tecipazione e dell’esito delle ele-zioni? Sono stati eletti molti gio-vani e “facce nuove”?Certo. Il fatto che abbiano parteci-pato a questa giornata, votato e ri-tirato il certificato di adesione alnuovo partito 40mila persone aMilano e provincia è un dato impor-tante soprattutto se si pensa che, acausa delle difficoltà delle poste,molti di quelli che hanno votato il14 ottobre per eleggere Veltroni,non hanno ricevuto in tempo l'invi-to a partecipare e che i media nonhanno dato grande risalto alla con-sultazione. Questa affluenza ci diceche è ancora viva una domanda dipartecipazione che il Pd ha saputoraccogliere e che molte e molti ri-pongono nel Partito Democratico lasperanza di un rinnovamento verodella politica, che rimetta al centroi cittadini e li renda protagonisti. Èun dato confortante soprattutto og-gi che la crisi sembra mostrare an-cora una volta un sistema politicolontano dalla società, in cui ognunoappare più impegnato a ritagliarsispazi anziché assumersi la respon-sabilità di affrontare i grandi pro-blemi della società italiana, dellepersone e del Paese. Il successo del-l’appuntamento di domenica 27gennaio è un’ulteriore conferma delfatto che sta nascendo una forzanuova che cambia la politica. Unaforza che nasce dal basso, che èaperta e che ha come protagonistitanti giovani e tante donne (il 50%degli eletti negli organismi dirigen-ti): le forze che esprimono più vo-glia e più capacità di cambiare lapolitica e la società.

Alessio Seminario

Nei circoli di via Hermada e di via Moncalieri

Nasce anche in zona 9 il Partito Democraticocon le “primarie” per i gruppi dirigenti locali

Franco Mirabelli: “È la prima tappa per il radicamento del nuovo partitosul territorio e per prepararsi alla campagna elettorale”.

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Gli eletti del Pddi Niguarda

e Pratocentenaro

Icomitati di coordinamento delPartito Democratico eletti nei cir-

coli di via Hermada e via Moncalieri• Via Hermada (votanti 156):Colombo Maria 56; Rustico Ma-riangela 36; Sardo Vittorio 34; DiBiase Carlino 30; Pistillo Laura 24;Borg Enrico 20; Faregna Giovanni20; Caporali Mariarosa 18; Ghitto-ni Sergio 14; Longhi Angelo 13;Fioretto Maria 11; RaffaeleRoberta 7.• Via Moncalieri (votanti 209):Banfi Bruna 68; Ghezzi Tullia 46;Agnelli Giuseppe 45; BuseghinMarco 33; Maggioni Valeria 28;Bina Andrea 28; Corona Cristina27; Ghezzi Luigi 25; Barone Giulia24; Nitri Renato 22; PalmaGiuseppe 20; Gaggini Laura 8.

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Nei nostri quartieri sono previstidue circoli: quello di via Monca-lieri e quello di via Hermada. Liritieni sufficienti per una forzapolitica che vuole stabilire unostretto rapporto con i cittadiniper percepirne al meglio bisognie suggerimenti?Penso si sia partiti con il piede giusto.I due circoli nascono proprio per man-tenere un forte rapporto con i territo-ri, con i problemi e i bisogni di chi vi-ve a Niguarda, in Bicocca e a Prato-centenaro. La prima scommessa èquella di diventare punto di riferi-mento per chi abita in questi quartie-ri, interlocutore per il vasto mondo

dell’associazionismo tanto vivace nel-la nostra zona e di coinvolgere tutticoloro che hanno aderito alle diverseprimarie, dando loro la possibilità dipartecipare, discutere, dire la propria,moltiplicare le iniziative. Dopodichè,nulla esclude, e spero sia così, piùavanti, di avere le forze e le risorseper costruire nuove sedi del Pd, peressere sempre più vicini ai problemi ealle persone.

Quali saranno i prossimi appun-tamenti del Pd? Avete già in can-tiere qualche iniziativa a livellozonale o cittadino?Già in questi giorni si stanno eleggen-do i portavoce dei circoli, scelti da co-loro che il 27 sono entrati nei coordi-namenti. Dopodiché siamo in campa-

gna elettorale e il compito di tutti èlavorare per chiedere un voto per ilPd, che rappresenta l'unica novitàdella politica italiana e per spiegarele nostre ragioni, la nostra idea dirinnovamento della società e delleistituzioni. Penso ci debba essereuno spazio anche per mettere incampo le idee e le proposte delPartito Democratico per la zona 9,dove siamo la principale forza di go-verno. Dobbiamo dire ai cittadinicon chiarezza su quali priorità vo-gliamo lavorare nei prossimi anniper caratterizzare l'unica maggio-ranza di centrosinistra che c'è aMilano: sicurezza, trasporto pubbli-co, ambiente, vivibilità nei quartieriin grande trasformazione come laBovisa, la Bicocca o il Garibaldi.Tutti temi su cui il Pd deve saper di-re cose chiare e comprensibili.

È pronto il Pd ad affrontare unacampagna elettorale che si an-nuncia difficile?Purtroppo si è aperta la crisi di go-verno proprio mentre si stava effet-tuando una svolta decisiva. Dopo ilrisanamento era oggi possibile, cosìcome si era iniziato a fare su welfa-re e pensioni, affrontare la grandequestione della necessità di soste-nere il potere di acquisto delle fa-miglie, riducendo le tasse sui salaridel lavoro dipendente e con altreiniziative. Era possibile cambiareuna legge elettorale dannosa perl’Italia che obbliga a costruire coa-lizioni per battere l'avversario cheperò poi non riescono a governare ea risolvere i gravi problemi delPaese. Era possibile ridurre il nu-mero dei parlamentari, tagliare icosti della politica, introdurre il fe-deralismo fiscale. Si stava facendo.Ancora una volta ha prevalso l'in-teresse di parte su quello delPaese, quello particolare piuttostoche quello generale. In un momen-to difficile per l’Italia la politicanon ha saputo dimostrare respon-sabilità. Il Pd è nato per cambiarequesta politica, per questo il Parti-to Democratico non solo è prontoma, contrariamente a Berlusconiche si candiderà per la quinta voltacon la stessa coalizione, rappresen-ta un’occasione vera di cambia-mento, l’unica novità.Proporremo agli elettori un proget-to per l'Italia e ci alleeremo solocon chi lo condividerà, per potergarantire un governo in grado diaffrontare e risolvere i problemidegli italiani. Credo che con questiobbiettivi non saremo soli, ma in-contreremo il consenso di tante ita-liane e italiani.

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Il 5 febbraio scorso si è riunito per laprima volta il direttivo del circolo del

Partito Democratico di Niguarda, elettonelle votazioni del 27 gennaio nella se-de storica degli ex Democratici diSinistra in via Hermada.Tra le prime decisioni, ricordiamo quel-la di chiamare il nuovo circolo col nomedi Francesco Rigoldi. A Rigoldi era inti-tolata la sede dei Ds, prima ancora delPds e più indietro nel tempo, del Pci.Per chi fosse interessato a saperne dipiù su questa luminosa figura di parti-giano morto per la libertà ricordiamoche è stata da poco pubblicata una inte-ressante biografia a cura di GianmarioMolteni, reperibile presso la sededell’Anpi in via Hermada 14. Nel corsodella stessa riunione si è inoltre deciso

che il circolo dovrà essere il più possibi-le “aperto”.Tutti coloro che vogliono entrare in con-tatto col Pd, dare una mano in questafase di campagna elettorale, porre do-mande, in una parola “partecipare” alprocesso di costruzione di questo nuovopartito, sono i benvenuti. Il circolo èspesso aperto durante il giorno ed inol-tre sarà possibile incontrare i membridel direttivo la domenica mattina eduna sera alla settimana dopo le 21, ingenere il lunedì. È anche possibile chia-mare al telefono, al fisso 02-6423561 op-pure ai cellulari 335-6449153 (rispondeMariangela Rustico) o 333-9838906 (ri-sponde Sergio Ghittoni) o scrivere unae-mail all’indirizzo [email protected]. Sabato 8 marzo festa della donna

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Il 13,14 e 15 marzo si rinnovano i Comitati Soci diCoop Lombardia. I Comitati di Zona, che vengo-

no eletti ogni 3 anni in tutti i supermercati di CoopLombardia, hanno la funzione di mantenere i lega-mi tra la Cooperativa Regionale e i singoli territori,promuovendo attività sociali, educative e culturali,attraverso attività del tutto volontarie. Inoltre iComitati di zona partecipano all’elezione dei dueterzi del Consiglio di Amministrazione dellaCooperativa.Anche il Supermercato di via Ornato quindi sarà in

quelle date sede di un seggio elettorale dove tutti isoci, presentando un documento di riconoscimento,potranno scegliere tra i soci che si sono candidati eche sono: Renato Vercesi, Ilde Mauri (rispettiva-mente presidente e vicepresidente uscenti),Massimiliano Bignami, Anna Ercoli, Luigi Ghezzi,Vittorio Giansanti, Albertina Innocenti, RosangelaMaggioni, Donata Martegani, Loretta Menegatti,Ermanno Pulici, Dante Reggi, Palmira Redaelli,Riva Ernestina, Antongiulio Viscione, VincenzoViscione.

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Intervista con il presidente del CdZ 9 Beatrice Uguccioni

Il mercato ambulante di piazzaleLagosta è un appuntamento fis-

so per i cittadini della nostra zona,al martedì e soprattutto al sabato.Vi si trova di tutto: frutta e verdu-ra, abbigliamento, salumi e for-maggi, prodotti tipici regionali,scarpe, borse e cinture, accessori,persino arredamento e animali vi-vi. Un mercato così grande creaperò anche dei malcontenti, urtaqualche suscettibilità, danneggiaqualche interesse. Questo in condi-zioni normali: oggi poi, con i lavoridella linea 5 della metropolitanache obbligano allo sgombero di cir-ca sessanta banchi ortofrutticoli davia Volturno, queste tensioni finorapresenti sottopelle sono venute alloscoperto e i conflitti corrono il ri-schio di esplodere per davvero. Neparliamo con Beatrice Uguccioni,la presidente del Consiglio dellanostra Zona.

A che punto è la situazione ri-guardo al trasferimento delmercato?La situazione è abbastanza ingar-bugliata: vediamo di cominciare dalprincipio. I lavori della metropolita-na obbligano allo spostamento deibanchi di frutta e verdura. In primabattuta l’assessore al Commerciopropone lo spostamento in Borsieri.Ma questa prima ipotesi, se è accol-ta con favore dagli ambulanti, è as-solutamente avversata sia dai resi-denti sia dai commercianti a sedefissa, i negozianti insomma. Abbia-mo portato la questione nell’appo-sita commissione del CdZ 9, e quidevo fare i complimenti al presi-dente della commissione stessa,Quattrociocchi, per la pazienza e ladeterminazione con cui ha cercatoun accordo che andasse bene a tut-ti, organizzando sottocommissioniad hoc e incontri bilaterali con levarie parti interessate. Alla fineabbiamo deliberato nella seduta

del 16 ottobre di esprimere parerenegativo circa la ricollocazione delmercato in via Borsieri, proponen-do in alternativa viale Zara comepossibile sede dei banchi sfrattatida via Volturno almeno per il saba-to, soluzione questa accettata daambulanti e residenti, ma moltomeno dagli assessorati al commer-cio e alla viabilità. Nella deliberaindicavamo anche una soluzionealternativa per il martedì, in quan-to intralciare il traffico di vialeZara in un giorno feriale non eraproponibile. Il cavalcavia Bussaera una possibile soluzione, così co-me altre vie limitrofe, mantenendocomunque unitario il settore mer-ceologico, ossia mettendo tutti ibanchi della frutta insieme. Inveceil settore commercio, fatte le suevalutazioni, ha optato per il caval-cavia Bussa anche per il sabato. Aquesto punto gli ambulanti si sonoassolutamente rifiutati di trasfe-rirsi sul cavalcavia e hanno mani-festato il loro disagio bloccando ad-dirittura il mercato. C’è stata aquesto punto una riunione diemergenza in assessorato, nellaquale si è ritornati sui propri pas-si, indicando viale Zara come sededello spostamento. Ma le traversienon finiscono mai: una volta trasfe-riti in viale Zara gli ambulanti nonsi sono trovati a loro agio, soprat-tutto per via della pavimentazione.Quel sabato aveva piovuto, i ban-chi stavano in mezzo al fango, allafine gli ambulanti se ne sono anda-ti senza fare il mercato, anzi hannomanifestato anche bloccando vialeZara. Il martedì successivo, mal-grado il Comune avesse messo laghiaia e allargato un po’ gli spazi,gli ambulanti non si sono installatiugualmente. Ad oggi non saprei di-re che cosa succederà nei prossimigiorni. Mi risulta che a questo pun-

to gli ambulanti non vogliano altresoluzioni che via Borsieri, che è pro-prio l’unica che non solo la nostradelibera, ma anche quella comunale,esclude. Via Borsieri è piena di nego-zi, anche con installazioni fisse suimarciapiedi, e sarebbe quindi ungrosso problema conciliare tutte leesigenze...

Quindi, quali sviluppi si posso-no ipotizzare?Ci vorrebbe un po’ di ragionevolez-za... In fin dei conti lo spostamentoin viale Zara sarebbe solo per unpaio di mesi, poi anche quella si-stemazione, mano a mano che i la-vori avanzano, non sarebbe piùpossibile. A questo proposito se-gnalo che ho ricevuto una letteradall’associazione dei commerciantidi via Borsieri che sollecita a noi eal Comune l’apertura di un “tavo-lo” con la partecipazione delle partiinteressate allo scopo di trovareuna soluzione condivisa. Un atto dibuona volontà che apprezziamo.Una soluzione condivisa presuppo-ne che ciascuno faccia un passo in-dietro. Speriamo... Mi risulta inol-tre che il Comune stia valutandol’ipotesi di spostare tutto il merca-to da qualche altra parte. Si trattadi un’importante realtà, ma io rice-vo decine di lettere di cittadini che,quando il mercato è in corso, nonriescono a raggiungere la propriaabitazione o a uscire di casa con lamacchina. Ci si chiede come fareb-be un’ambulanza a districarsi inquel groviglio... Più volte ci è statasegnalata la pericolosità della si-tuazione in caso di incendio, peresempio. Credo che il Comune diMilano non avrebbe dovuto per-mettere che la questione del mer-cato di piazzale Lagosta si degra-dasse in questo modo e avrebbe do-vuto intervenire prima, sia per lagestione degli spazi sia per il ri-spetto del regolamento.

Sergio Ghittoni

COMMERCIO

Lagosta: tensioni per il trasferimento del mercatoSi troverà una soluzione di compromesso tra i commercianti fissi

e gli ambulanti o si dovranno spostare le bancarelle in altra zona?

E in via Val Cismonc’è un altro labirinto

Oltre al labirinto di Niguarda Lanfranco dellaPila - Palanzone di cui parliamo in questa

stessa pagina, in zona c’è anche quello diPratocentenaro, un labirinto che coinvolge le vieDe Amicis, De Gasperis e Val Cismon: “strade cie-che”, difficoltà a raggiungere il viale Suzzani e lavia Ca’ Granda, utilizzo della sede stradale comediscarica o parcheggio di pullman e, quando capi-tano, le esondazioni del Seveso... Dal ‘99 i resi-denti hanno avanzato attraverso il Cdz una seriedi proposte per risolvere questa situazione, matutte sono finora finite in un cassetto, anzi sonostategiudicate “inutili” e “problematiche”. Sulprossimo numero ne parleremo.

ONA NOVE 8

“Zona Nove”, sul numero uscito nel novembre del2006, ha pubblicato un articolo riguardante il

progetto di una nuova rotatoria, che dovrebbe insiste-re sull’area attualmente occupata dagli orti, in viaLanfranco della Pila all’altezza del numero civico 61in corrispondenza dell’intersezione con via Maestridel Lavoro.Il progetto pubblicato però non consente un transito age-vole sia degli autoveicoli sia soprattutto dei mezzi pesan-ti (in particolare quelli che riforniscono il vicino puntovendita della società Esselunga) e, cosa assai più grave,non è dimensionato secondo la normativa vigente dellaRegione Lombardia. Inoltre la soluzione proposta, sicu-ramente più condivisibile rispetto a quella avanzata dalComune che prevede di collegare via Asturie a viaMaestri del Lavoro, realizzando un nuovo incrocio se-maforizzato in viale Suzzani e annientando quasi com-pletamente il nuovo giardino pubblico, fortemente utiliz-zato, che si trova all’intersezione tra viale Suzzani e viaLanfranco della Pila, ha anch’essa il grosso difetto di in-vadere la suddetta area verde.Per tali motivi è stata effettuata una verifica sia sulladimensione della rotatoria sia sulla posizione in mododa permettere il passaggio sia dei semplici autoveicolisia dei mezzi pesanti che normalmente transitano invia Lanfranco della Pila.La dimensione minima di una rotatoria per le stradeal contorno che si immettono in questo contesto è paria 40 m di diametro e verrebbe posizionata sull’areaattualmente occupata dagli orti in modo da limitarefortemente l’area del giardino pubblico sopra citato onon toccarla affatto.Questa nuova intersezione potrebbe diventare unosnodo importante per la viabilità dell’intero compartoBicocca-Niguarda poiché attualmente tale quartiere èun dedalo di sensi unici che limitano fortemente i mo-vimenti dei residenti della zona racchiusa tra le vieEmilio Cecchi e Ornato. Infatti tutti i residenti dellevie Maestri del Lavoro, Adriatico, Cherso, Tremiti,Palanzone possono raggiungere via Ornato, che dira-ma poi i flussi di traffico in tutte le direzioni, solopercorrendo via Palanzone, inidonea a sopportarequesta consistente mole di traffico.L’apertura del nuovo tratto stradale tra le vie Cecchi eLanfranco della Pila in continuazione di via Maestridel Lavoro rappresenta perciò una grossa opportunitàper risolvere tali disagi, anche alla luce della costru-zione di tutte le nuove residenze nelle vie Ornato,Palanzone e Tremiti.Fatta questa imprescindibile premessa proponiamoquattro ipotesi progettuali:

Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

MOBILITÀ

La circolazione in via Lanfranco della Pila e dintorniQuattro ipotesi per migliorare la viabilità del quartiere

Interessa soprattutto i residenti delle vie Lanfranco della Pila, Maestri del Lavoro,Adriatico, Cherso,Tremiti, Palanzone.architetto Francesca Maggioni

L’ipotesi 1 prevede una rotatoria di 40 m di diametroin corrispondenza dell’area attualmente occupata da-gli orti, l’istituzione del doppio senso di marcia sulprimo tratto di via Lanfranco della Pila, l’accesso adoppio senso all’area carico-scarico del supermercatoEsselunga e delle altre attività industriali presentinelle sue vicinanze e una nuova strada di collegamen-to tra la via Emilio Cecchi e la via Lanfranco dellaPila a senso unico in direzione della stessa via Lan-

franco della Pila. Questa ipotesi prevede inoltre latrasformazione del senso unico di via Maestri delLavoro tra la via Adriatico e la via Cecchi in doppiosenso di circolazione per dotare le residenze limitrofedi un’ulteriore uscita dal quartiere oltre alla viaPalanzone. L’uscita da via Lanfranco della Pila su via-le Suzzani però avrà l’obbligo di svolta a destra vistala pericolosità dell’intersezione stessa.L’ipotesi 2 prevede sempre la rotatoria di 40 metri didiametro sull’area attualmente occupata dagli orti,l’accesso a doppio senso all’area carico-scarico del su-permercato Esselunga e delle altre attività industrialipresenti nelle sue vicinanze e la nuova strada di colle-gamento tra la via Emilio Cecchi e la via Lanfrancodella Pila a senso unico ma in direzione della viaCecchi. Anche questa seconda ipotesi prevede la tra-sformazione del senso unico di via Maestri del Lavorotra la via Adriatico e la via Emilio Cecchi in doppiosenso di circolazione, ma anche l’inversione del sensounico di marcia di via Emilio Cecchi anziché in dire-zione di via Maestri del Lavoro, in direzione di viaLanfranco della Pila. Il primo tratto di via della Pilarimarrebbe a senso unico.L’ipotesi 3 prevede sempre la rotatoria di 40 m didiametro sull’area attualmente occupata dagli orti, latrasformazione in doppio senso del primo tratto di viaLanfranco della Pila, l’accesso a doppio senso all’areacarico-scarico dell’Esselunga e delle altre attività in-dustriali presenti nelle sue vicinanze e la nuova stra-da di collegamento tra la via Emilio Cecchi e la viaLanfranco della Pila a doppio senso. Anche questa ipo-tesi prevede la trasformazione del senso unico di viaMaestri del Lavoro tra la via Adriatico e la via Cecchiin doppio senso di circolazione per dotare le residenzelimitrofe di un’ulteriore uscita dal quartiere oltre allavia Palanzone. L’uscita da via Lanfranco della Pila suvia Suzzani però avrà l’obbligo di svolta in destra vi-sta la pericolosità dell’intersezione stessa.L’ipotesi 4 prevede sempre la rotatoria di 40 m di diame-tro sull’area attualmente occupata dagli orti, l’accesso adoppio senso all’area carico-scarico dell’Esselunga e dellealtre attività industriali presenti nelle sue vicinanze e lanuova strada di collegamento tra la via Emilio Cecchi e lavia Lanfranco della Pila a doppio senso. Anche questa ipo-tesi prevede la trasformazione del senso unico di viaMaestri del Lavoro tra la via Adriatico e la via Cecchi indoppio senso di circolazione, il mantenimento del sensounico di marcia di via Emilio Cecchi in direzione di viaMaestri del Lavoro. Il primo tratto di via della Pila rimar-rebbe a senso unico e il giardino pubblico non verrebbe af-fatto modificato dall’intervento.

Ipotesi 1

Ipotesi 3 Ipotesi 4

Ipotesi 2

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Il Gis informaRenato Vercesi

Ecco i percorsi culturali per il Gis "Zona Nove" per la stagio-ne 2007/2008 del Teatro alla Scala.

Le prenotazioni valgono per l’intero percorso:• Percorso A (due opere e un balletto): Giovedì 3 aprile,ore 20, l’opera di Giuseppe Verdi Macbeth, direttore KazushiOno. Prezzi dei biglietti da 47 a 30 euro.Venerdì 2 maggio, ore20 (prima rappresentazione), l’opera di Lorin Maazel 1984, di-rettore Lorin Maazel. Prezzi dei biglietti da 55 a 40 euro.Mercoledì 1 ottobre, ore 20 (prima rappresentazione), il ballet-to La Dame aux camélias, musica di Fryderyk Chopin. Prezzidei biglietti da 35 a 25 euro.• Percorso C (due opere e un balletto): Martedì 18 no-vembre, ore 20, l'opera di Franz Lehàr La vedova allegra di-rettore Asher Fischì. Prezzi dei biglietti da 47 a 30 Euro.Venerdì 30 maggio, ore 20 (turno F), l'opera di LuigiDallapiccola Il prigioniero e l’opera di Béla Bartòk Il castellodel duca Barbablù, direttore Daniel Harding. Prezzi dei bi-glietti da 55 a 40 euro. Mercoledì 26 marzo, ore 20.30 (presso ilTeatro degli Arcimboldi), il balletto Mediterranea, oreografiaMauro Bigonzetti.Prezzi dei biglietti da 30 a 20 euro.• Prosa a cura del Piccolo Teatro a prezzi ridotti per gliaderenti al GIS “Zona Nove”: presso il Teatro Studio, venerdì11 aprile, ore 20,30, La barca dei comici, fantasia teatrale diStefano de Luca da un episodio dei “Mémoires” di CarloGoldoni, progetto drammaturgico di Stella Casiraghi e Stefanode Luca.Euro 15 per posti di platea.

Il Gis (Gruppo di Interesse Scala) è nato nel 2001 per iniziativadell’Associazione Amici di “Zona Nove” in collaborazione con ilServizio Promozione Culturale del Teatro alla Scala. Il suo scopo èquello di programmare e realizzare percorsi formativi che abbianocome tema il Teatro alla Scala e gli spettacoli proposti. Inoltre il Giscollabora con il Settore Promozione Pubblico e Proposte Culturaliper l’accesso agli spettacoli del Piccolo Teatro, in particolare perquelli in programma presso il Teatro degli Arcimboldi. La segrete-ria del GIS “Zona Nove” è aperta tutti i mercoledì pomeriggio dalleore 15.30 alle ore 18.00 presso la redazione del giornale in viaLanfranco della Pila 61. Per contattarci: Telefono: 026437568 (ilmercoledì pomeriggio) - Cellulare: 3283535160 - E-Mail: [email protected] - Sito internet:www.niguarda.eu.

ONA NOVE 9COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

GLI APPUNTAMENTI DDEELL MMEESSEEa cura di Grazia Morelli

Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente.

ONA NOVEVITA E CULTURA

La vignetta di Giovanni Beduschiper febbraio, il mese del Festival di Sanremo:

“Non aprite le cabine al vecchio sole!”

ONA NOVE

Agli Arcimboldidall’Indonesia a Israele

Simona Fais

Dal 12 al 16 febbraio alle ore 21 e il 17 alle ore 16 al Teatrodegli Arcimboldi andrà in scena “I La Galigo”, opera tratta

dal poema epico, del Sulawesi del sud (Indonesia), SureqGaligo, e diretta da Robert Wilson. Nello spettacolo viene rap-presentata la creazione del mondo degli uomini a metà stradatra gli dèi celesti e gli inferi e il viaggio compiuto dall’eroe I LaGaligo con uomini e divinità. Con l’ambizione di un evento to-tale vengono miscelati teatro, musica e danza.Inoltre questo mese prosegue l’iniziativa “Quando Israele can-ta e danza”. Il primo appuntamento in agenda è con OmerAvital, Avi Lebovich and Israeli Jazz Orchestra il 19 alle ore21, due formazioni jazzistiche israeliane con strumentisti or-mai conosciuti a livello mondiale che suoneranno a Milano perla prima volta. Mentre il secondo è per il 20 alle ore 21 conChava Alberstein, considerata la più importante cantanteisraeliana, che proporrà un concerto forte dei suoi 54 album re-gistrati dal 1960 ad oggi: l’ultimo “Lemele” cantato in yiddish èstato distribuito in tutto il mondo.A conclusione, sempre in musica, degli eventi di febbraio il 24alle ore 20.30 Neil Young, uno dei maestri del rock, si esibirànel suo “Continental Tour 2008” e ad accompagnarlo ci saran-no Pegi Young with Anthony Crawford.

Alle 21, l’Ass. Teatro Metis Roma inPerfida tu brilli - ovvero nessuna gioiasia troppa, omaggio a G. Fogazzaro, re-gia di F.Sala.Fino all’8/3.

Teatro BluVia Cagliero 26Tel.0237050682

Alle 21,Serata danzante.Casa di AlexVia Moncalieri 5

● GIOVEDÌ 6 MARZO

Alle 21, la Compagnia Marangoni-Mola in Tijuna Low Cost, di e con M.Marangoni e R.Mola.

La ScigheraVia Candiani 131Tel.0239480616

● MERCOLEDÌ 5 MARZO

Alle 21, film I soliti ignoti, di M. Moni-celli.

Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21, MGproduzioni ed Elsinor inHospitality Suite, di R. Rueff, regia diD.Nigrelli.Fino al 20/3.

Teatro Sala FontanaVia Boltraffio 21Tel.0269015733

● MARTEDÌ 4 MARZO

Alle 22, Concerto rock con i Kod, coverToto.

Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21.15, film Io non sono qui, di T.Haynes.Anche il 2/3 e il 3/3 (ore 15.30).

Cine d’essai OsoppoVia osoppo 2Tel.0239261019

● VENERDÌ 29 FEBBRAIO

Alle 21, Farneto Teatro e Teatro delBuratto in Antigone - Storia della per-duta città di Tebe, da Sofocle, regia diM.Schmidt.Fino al 16/3.

Teatro VerdiVia Pastrengo 16Tel.0227002476

Alle 21,Serata danzante.Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21, Io santo tu beato, testo e regiadi R. Sarti, con R. Sarti e B. Storti, vocedi D. Luttazzi. Fino al 30/3 (sxpettacoloinserito in “Invito a Teatro”).

Teatro dellaCooperativaVia Hermada 8Tel.026420761

● GIOVEDÌ 28 FEBBRAIO

Alle 21.30, Roba minima... s’intend!,canzoni di E.Jannacci.

La ScigheraVia Candiani 131Tel.0239480616

Alle 21, Tieffe Teatro stabile d’innova-zione in A est del fiume lambro, di E.Russo, regia di M.Balbi.Fino al 9/3.

Spazio MilVia GranelliSesto S.GiovanniTel.0236592544

● MERCOLEDÌ 27 FEBBRAIO

Alle 21, film The Dreamers, di B. Ber-tolucci.

Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 17.30, per il ciclo di conferenze“tragico e tragedia” della prof. Vera M.Carminati, Antigone: il tragico al fem-minile.

Sassetti CulturaVia Volturno 35Tel.0269002988

● MARTEDÌ 26 FEBBRAIO

Alle 21, per il ciclo “Curarsi con il cibo”,conferenza del dott.M.Halsey.

Funakoshi clubPiazzale Nizza 5Tel 026887171

● LUNEDÌ 25 FEBBRAIO

Alle 22, Concerto blues con GailMuldrow.

Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 20.30, concerto rock ContinentalTour 2008, di Neil Young.

Teatro degliArcimboldiVia dell’Innovazione 1Tel.800121121

Alle 15, per il Teatro per i ragazzi, Lequattro principesse, regia di C. Chiodinie D.Monici.

Teatrodella CooperativaVia Hermada 8Tel.026420761

● DOMENICA 24 FEBBRAIO

Alle 22,Concerto rock con gli Edera.Casa di AlexVia Moncalieri 5

● SABATO 23 FEBBRAIO

Alle 21, il Teatro stabile delle Marchein Erodiade, di G. Testori, regie e inter-pretazione di I.Forte.Fino al 24/2.

Teatro Sala FontanaVia Boltraffio 21Tel.0269015733

Alle 21, la Compagnia dei Senzanomein L’ultima cena - Storie di mensa, testoe regia di M.Chianese.Fino all’1/3.

Teatro BluVia Cagliero 26Tel.0237050682

Alle 21,Serata danzante.Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 18.30, inaugurazione della mostrapersonale Acquerelli di Laura Lodola.Fino al 2/3 (orari: 15.30 - 18.30, tutti igiorni, festivi compresi).

Sassetti CulturaVia Volturno 35Tel.0269002988

● GIOVEDÌ 21 FEBBRAIO

Alle 21, per la Rassegna “QuandoIsraele canta e danza” con la cantanteChava Alberstein.

Teatro degliArcimboldiVia dell’Innovazione 1Tel.800121121

Alle 21.30, il Teatro del Battito in OgniGiorno ogni Momento, regia di M.Filatori.

La ScigheraVia Candiani 131Tel.0239480616

● MERCOLEDÌ 20 FEBBRAIO

Alle 21, film Amarcord, di F.Fellini.Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21, per la Rassegna “QuandoIsraele canta e danza” Omer Avital,Avi Lebovich and Isralei JazzOrchestra.

Teatro degliArcimboldiVia dell’Innovazione 1Tel.800121121

● MARTEDÌ 19 FEBBRAIO

Alle 19, Recital umoristico del maestroAlex Schiavi.

Fabbricadell’esperienzaPiazza S.Giuseppe 12

● LUNEDÌ 18 FEBBRAIO

Alle 22, Concerto blues con Johnny LaRosa.

Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 17, inaugurazione della Mo-stra personale di Ermanno Besozzi.Fino al 2/3.

Biblioteca di AfforiViale Affori 21Tel.0288462522

Alle 21, Il Centro “El Gandulin” diGiussano in Ca’ Cusina Stala eCassina, di e con M. Galimba, regia diS.Cosentino.

Teatro di P.zaS. GiuseppeP.S.Giuseppe 2Tel.026435672

● SABATO 16 FEBBRAIO

Alle 22,Concerto blues con i Rams.Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21, Il Cunto di Riccardo III, daShakespeare, regia di F. Mazza. Finoal 17/2.

Argomm TeatroVia G. Imperatore 40Tel 026437001

Alle 21.15, film La giusta distanza, diC. Mazzacurati. Anche il 17/2 e il 18/2(ore 15.30).

Cine d’essai OsoppoVia Osoppo 2Tel.0239261019

● VENERDÌ 15 FEBBRAIO

Alle 21, I La Galigo, opera indonesianadiretta da R. Wilson. Fino al 16/2.Replica il 17/2 alle 16.

Teatro degliArcimboldiVia dell’Innovazione 1Tel.800121121

Alle 21, L’Ass. Culturale R.C. in MyGood!, da W. Allen, regia R. Cajafa.Fino al 16/2.

Teatro BluVia Cagliero 26Tel.0237050682

Alle 21, Nuovo Teatro Vesuvio in Il me-todo Gronholm, di J. Golceran. Fino al24/2.

Spazio MilVia GranelliSesto S.GiovanniTel.0236592544

Mostra collettiva di pittura. Fino al17/2 (orari: 15.30 - 18.30, tutti i giorni,festivi compresi). Alle 17.30, per il ciclodi conferenze “tragico e tragedia” dellaprof. Vera M. Carminati: La tragediagreca come paradigma del vissuto tra-gico.

Sassetti CulturaVia Volturno 35Tel.0269002988

Alle 21,Serata danzante.Casa di AlexVia Moncalieri 5

Alle 21, Prima di Per abbreviare la miasofferenza - Ovvero dell’eroe perdutoMarco Pantani, di D. Ferrari, A.Pozzetti, M. Morellato, regia di D.Ferrari, collaborazione di R. Sarti e A.Pozzetti.Fino al 24/2.

Teatro dellaCooperativaVia Hermada 8Tel.026420761

Fatica n. 16, mostra-installazione diDaniele Puppi.Fino al 9/3.

Hangar BicoccaVia Chiese

● GIOVEDÌ 14 FEBBRAIO

All’Hangar i suoni delle fabbriche

L’Hangar Bicocca (Via Chiese) ospiterà sino al 9 marzo“Fatica n. 16”, una “mostra - istallazione” dell’artista

friulano Daniele Puppi. Sul manifesto della mostra c’è undito che tappa un orecchio. Infatti è il rumore, assordante, ilprotagonista della performance. Nel buio del grande spaziodell’Hangar vibrano dal rumore le pareti in lamiera, le co-lonne portanti del tetto, i muri in cemento. Ogni tanto, lemani di Puppi, proiettate ingigantite sulla parete di fondo esulla copertura metallica, svolazzano e si congiungono a farbattere i piatti che reggono con grande canglore. L’intera sa-la si trasforma in una cassa armonica e l’effetto è disturban-te e ipnotico al tempo stesso.“Per me è importante produrre una scarica di stupore, unostacco dal solito modo di guardarsi attorno”, spiega Puppi,classe 1970, artista che vive tra Roma e Londra e che haesposto dalla capitale inglese a Berna, da Melbourne aShangai. “E poi mi piace giocare con un elemento immate-riale come la vibrazione, approdare a un ‘suono metallurgi-co’, che rievochi la storia industriale di questo luogo”. DellaBicocca, della Pirelli e della Breda.

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dal 1954

a cura di Bic

a cura di Lella Ricordi

Bic per questo numero non sarà pub-blicato. Sembra impossibile, ma è ri-

masto senza parole. Anzi, qualcosa dice,ma sono frasi sconnesse, senza capo nècoda, accompagnate da incontrollati mo-vimenti e sussulti improvvisi. Lo hannovisto aggirarsi gridando che partiva perCeppaloni, la bava alla bocca e in mano

un randello nodoso. Indispensabile pro-cedere al suo ricovero. La moglie di Bic,tra un consulto psichiatrico e l'altro, haperò trovato qualche minuto per scriverequesto testo, che chiede di pubblicare nel-lo spazio occupato di solito dal consorte,nell'augurio che sia di buon auspicio peruna sua pronta guarigione.

● 7 febbraio 2003: Mike Bongiorno diventa italiano

Mike Bongiorno giura fedeltà allaRepubblica Italiana. Il giuramento sulla

Costituzione è pronunciato negli uffici delComune presso l’Arena Civica. Il decano dei

presentatori italiani, nato a New York il 26maggio 1924, aveva sempre mantenuto la cit-tadinanza Usa nonostante vivesse in Italiada oltre mezzo secolo.

● 10 febbraio 1983: muore il poeta Vittorio Sereni

Vittorio Sereni, poeta, traduttore, nascea Luino il 27 luglio 1913. Pubblica

“Frontiera”, il suo primo libro di poesie,nel 1941. Prigioniero durante la 2a guerramondiale in Algeria e Marocco, da questaesperienza trae materia ed ispirazioneper il suo secondo libro, pubblicato nel1947 con il titolo “Diario d’Algeria”. Dopola guerra collabora a “Milano Sera” come

critico letterario. Nel 1952 entra nellaPirelli, e pochi anni dopo passa direttoreletterario alla casa editrice Mondadori,con la quale collabora fino alla morte. Nel1981 l’ultima raccolta intitolata “Stellavariabile”. Nel 1986 è uscito postumo“Senza l’onore delle armi”. Nel 1996 è sta-to pubblicato da Mondadori il Meridiano alui dedicato.

● 11 febbraio 1968: Spadolini alla direzione del “Corriere”

Gli anni della direzione di Spadolini sonoquelli della contestazione studentesca, del-

la strage di piazza Fontana. La famiglia Crespi,proprietaria del giornale, addebita a Spadolini

una incapacità di stare al passo coi tempi. Ladirezione di Spadolini termina bruscamenteil 14 marzo 1972, quando la proprietà decidedi affidare il quotidiano a Piero Ottone.

● 16 febbraio 1918: nasce il designer Achille Castiglioni

Entra nella storia del design presentandoalla Triennale di Milano (1944) l'RR126,

un apparecchio radio rivoluzionario perchéconcepito per una produzione industriale suvasta scala. Realizza anche preziose archi-tetture: chiese (San Giuliano a Milano), mu-

sei (la Permanente), arredi come quelloesemplare per la Birreria Splugen diMilano. Nel 1997 espone al Museum of mo-dern art di New York, la più grande mostramai allestita per un designer italiano.Muore a Milano il 2 dicembre 2002.

● 17 febbraio 2003: rapito dalla Cia l’imam Abu Omar

Rapito Hassan Mostafa Osama Nasr(detto Abu Omar), egiziano, ex imam

della moschea milanese di via Quaranta edel centro di cultura islamica di vialeJenner, sospettato di legami con organiz-zazioni estremiste. Gli autori del rapi-

mento sono agenti della Cia e l’uomo vie-ne torturato alla base militare di Aviano epoi spedito nelle carceri egiziane. Il 5 lu-glio 2006 arrestato il numero 2 del Sismi,Marco Mancini, con l’accusa di concorso insequestro di persona.

● 27 febbraio 1958: la rapina del secolo in via Osoppo

Una banda di rapinatori assale un fur-gone blindato della Banca popolare di

Milano che trasporta oltre mezzo miliardodi lire. La banda è composta da sette uo-

mini, tra cui Ugo Ciappina, che ha ideatoil colpo. Tutti arrestati, nel novembre su-biranno condanne dagli otto ai vent’annidi galera.

● 5 febbraio 1983: muore il giornalista Giovanni Mosca

Muore il disegnatore, giornalista, scrittoreGiovanni Mosca. Nato a Roma il 14 lu-

glio 1908, collaboratore del “Marco Aurelio”,dirige “Bertoldo”, “Il Tempo”, “Il Corriere deiPiccoli” ed è, con Giovanni Guareschi, fondato-

re e animatore del “Candido”. Famose le suevignette pubblicate sul “Corriere d’Informa-zione” e sul “Tempo”. Pubblica una “Storiad’Italia in 200 vignette” (1975) e una "Storiadel mondo in 200 vignette" (1978).

ACCADDE A MILANO

REPORTER DI ONA

Non so se avete notato quanto sonoesperti gli uomini quando parlano

di aborto. Inalberano spillette, afferma-no senza ombra di dubbio e senza esita-zione alcuna che “è un orrore”, “un omi-cidio”. Che siano giornalisti o papi, poli-tici o cardinali, mostrano incrollabilicertezze di fronte ad una questione che,per solito, dovrebbe lacerare. Natural-mente quando non sono occupati a farequalche bella guerra “umanitaria” o asganciare dagli aerei un bel po’ di de-mocrazia. Gli uomini non sanno cosavoglia dire aspettare un figlio e nemme-no li sfiora il pensiero che per loro l'al-ternativa c’è sempre stata. Una miaamica farmacista mi ha detto che tra lesue clienti madri di ragazzi gravementedisabili, pochissime hanno accanto il

marito. Se n’è andato dopo le prime dif-ficoltà, accusando magari la moglie diaver “trascurato il suo aspetto”, di aver“relegato in secondo piano la vita dicoppia” e altre amenità simili. Sì, per-ché gli uomini, l'aborto terapeuticol’hanno sempre avuto. Così come hannosempre saputo accampare tutte le scuseper non prendersi le proprie responsa-bilità. Perciò io faccio una proposta: mo-strino costoro di essere persone serie.Diano la loro disponibilità economica edi tempo a prendersi cura di uno di que-sti casi per ciascuno, non dico a tempopieno... 5, 6 ore al giorno. Quando vedròqualche alto membro della gerarchia ec-clesiastica e Giuliano Ferrara cambiareun pannolone, sarò disponibile a staread ascoltarli. Altrimenti… aria.

● Gli uomini quando parlano dell’aborto delle donne

Festeggiare con i cannoli una condanna acinque anni di galera è una cosa origi-

nale. E come tale va apprezzata. D'ora inpoi tutti i cittadini del nostro Paese dovran-no adeguarsi. Chi viene licenziato porta lamoglie a ballare. Il figlio bocciato merita per

lo meno una crociera. La moglie sorpresa aletto con un altro dove assolutamente esse-re omaggiata di un diamante. E via di que-sto passo. E il politico che fa lo slalom tratutti gli schieramenti? A quello, per lo meno,la Presidenza del Consiglio.

● Cinque anni di condanna e i cannoli della festa

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ONA NOVE 11COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

Il 20 gennaio scorso nella nuovasala della Società Edificatrice in

via Ornato 7 si è tenuta la primapresentazione pubblica del progettoEcomuseo Urbano. Nato recente-mente dalla volontà delnostro Consiglio di Zonain collaborazione con l’as-sociazione Tramemetro-politane e sostenuto dallaSocietà Edificatrice di Ni-guarda, il progetto dell’E-comuseo ha come scopoquello di raccontare e ri-scoprire l’identità del no-stro quartiere e protegger-ne la memoria per potermeglio capire che cosa siaNiguarda oggi e come po-trebbe essere domani.Il lavoro di ricerca storicae di coordinamento è con-dotto da un’équipe di Tra-memetropolitane, l’asso-ciazione culturale che re-centemente ha condottoun’indagine storica sullaex Manifattura Tabacchidi viale Fulvio Testi. L’é-quipe, tutta al femminile, è costitui-ta dalla giornalista Silvia Dell’Orso,dalla storica dell’arte Silvia Ma-scheroni e dalle antropologhe Ales-sandra Micoli ed Elena Negro.Presenti martedì mattina e ve-nerdì pomeriggio presso la SalaGhiglione sono le referenti a cuinoi, abitanti del quartiere, dovre-mo rivolgerci per offrire il nostrocontributo, la nostra memoria, i ri-cordi personali, oggetti dei mestieriormai scomparsi; insomma tutte lecose che permetteranno di tessereinsieme i documenti più vari per-ché l’Ecomuseo possa prendersi cu-ra del patrimonio fatto di piccolecose della gente del quartiere.

Sì, perché l’Ecomuseo urbano èqualcosa di nuovo e di diverso dalclassico museo: non ha un’unica se-de da visitare, ma tanti luoghi dimemoria, come la fabbrica per ma-

glieria tessile Santagostino ormaiscomparsa, che per decenni nel se-colo scorso ha offerto lavoro alledonne di Niguarda (vedi la fotogra-fia di un’inconsueta gita dei dipen-denti); o la trattoria California, chein un tempo lontano era una sostaquasi obbligata per i viaggiatori chelì potevano far riposare i cavalli etrascorrere la notte; la trattoria esi-ste ancora oggi, ma non è più tra ilverde della campagna bensì inseritada lungo tempo in un contesto urba-no anonimo.L’Ecomuseo quindi non tutela inmodo tradizionale, aulico la culturache ci appartiene, ma lavora sulletrasformazioni della zona, dall’eco-

nomia all’edilizia, dal lavoro alla vi-ta quotidiana, viste dalla parte del-la cittadinanza e proprio alla gentecomune del quartiere, ma anche diMilano tutta, è destinato questo

progetto che proseguirànel tempo.Ma perché l’Ecomuseo del-la nostra città prende l’av-vio proprio da Niguarda?Non è un caso, i motivi so-no vari, alcuni già citati,altri legati ai mutamentiche il quartiere ha subitosoprattutto nell’ultimo se-colo: da zona agricola inbreve è divenuto quartiereoperaio e ora si trova nuo-vamente in trasformazio-ne, ma i niguardesi con-servano ancora un grandeattaccamento al passato ealla loro storia sociale epolitica di cui vanno fieri.Alla presentazione in viaOrnato dell’Ecomuseo ilpubblico niguardese è in-tervenuto numeroso dimo-strando grande interesse.

Gli interventi e la partecipazione cihanno fatto capire che sicuramenteci sarà una ricca raccolta non solodi oggetti, ma anche di sentimenti,di ricordi e di emozioni.Come hanno affermato nei loro in-terventi Enrico Borg, consigliere dizona e responsabile della Commis-sione “La citta della conoscenza” delConsiglio di Zona 9, e il presidentedella Società Edificatrice di Ni-guarda Giovanni Poletti, la memo-ria di ognuno di noi è un tassellofondamentale nella linea del tempo:un insieme di momenti salienti ditante vite che, collegati tra loro, fan-no la storia di Niguarda del passa-to, del presente e del futuro.

“I bambini del duce”Dopo la mostra il libro

Valeria Malvicini

• Sabato 2 febbraio si è te-nuto, presso il Teatro dellaCooperativa lo spettacolo

“Yitzahak e gli altri”, organizzato da al-lievi, ex allievi, docenti ed ex docenti,genitori della scuola Media Cassinis, incollaborazione con il Comitato SociCoop di Milano-Ornato. Con letture ecanti sono stata ricordate la Shoah etutte le persone uccise dal regime nazi-sta, che da una stima ritenuta affidabi-le sono state: 5,6-6,1 milioni di ebrei,3,5-6 milioni di civili slavi, 2,5-4 milionidi prigionieri di guerra, 1-1,5 milioni didissidenti politici, 200.000-800.000 traRom e sinti, 200.000-300.000 portatoridi handicap, 10.000-250.000 omosessua-li, 2.000 Testimoni di Geova. Nella halldel teatro rimarrà esposta ancora perqualche giorno la mostra dei disegni edelle poesie dei bambini del ghetto diTerezín.

• Domenica 3 febbraio, ilgiorno della chiusura delleiniziative per il Giorno del-

la Memoria 2008, si è tenuto presso ilTeatro San Fedele di via Hoepli lo spet-tacolo “Memoria viva” organizzato dallaSezione milanese dell'Aned (Associazio-ne nazionale ex deportati politici neicampi nazisti) in collaborazione con ilTeatro della Cooperativa, manifestazio-ne alla quale hanno aderito attori, mu-sicisti, esponenti del mondo dell'asso-ciazionismo, della politica e della cultu-ra. Questa iniziativa ha fornito anchel'occasione al presidente nazionale del-l'Aned, Gianfranco Maris, di esporre laposizione dell'Associazione sulla vicen-da dello sfratto che ha ricevuto la suasede milanese. Infatti, con una letteraraccomandata recapitata lo scorso 11

gennaio, l’Amministrazione comunaledi Milano ha intimato all’Aned lo sfrat-to dalla storica sede di via Bagutta.Entro il 30 giugno 2009 l’Associazionedovrà lasciare libero da cose, persone eimpegni l’appartamento per il quale pa-ga regolarmente l’affitto da una qua-rantina d’anni. Come è noto, anchel’Anpi provinciale di Milano ha ricevutolo sfratto. Il Comune di Milano ha in-viato una lettera che assicura solo chesarà possibile occupare la sede di viaMascagni, al massimo sino al 31 dicem-bre 2009. È penoso che ciò avvenga daparte dell’amministrazione di una cittàMedaglia d’oro della Resistenza, che do-vrebbe avere l’obbligo di garantire, conspese a proprio carico, una sede perl’Associazione che è costituita proprioda quelli che parteciparono al CorpoVolontari della Libertà e alla guerra diLiberazione, da coloro che hanno resopossibile la promulgazione dellaCostituzione della nostra Repubblica,della quale ricorre il sessantesimo anni-versario. Sia l’Anpi che l’Aned, si sonodette offese e indignate dalla decisionee dai modi adottati dal Comune diMilano, e hanno dichiarato l’intenzionedi opporsi allo sfratto con una battagliache coinvolgerà soprattutto le forze po-litiche e sindacali, gli Enti e le Associa-zioni democratiche.La sezione Anpi “Martiri Niguardesi”esprime preoccupazione per queste de-cisioni del Comune di Milano e invitatutti i cittadini a essere vigili per favo-rire una positiva soluzione a questa vi-cenda e ricorda che è ancora possibileiscriversi all’Associazione telefonandoallo 02 661 082 41 o passando, dalle ore10 alle ore 12, nella sede locale di viaHermada 8.

LA NOSTRA STORIA/1 LA NOSTRA STORIA/2

Inizia da via Ornato, in Niguarda, l’avventuradell’Ecomuseo della città di Milano

Ortensia Bugliaro - Valeria Casarotti

I dipendenti della fabbrica Santagostino colti in unodei loro momenti sociali e aggregativi (fotografia gen-tilmente concessa all’Ecomuseo da A. Pozzi).

Molti dei nostri lettori ricor-deranno la mostra “I bam-

bini del duce, l’educazione allaguerra di una generazione tradi-ta” sulla scuola e la cultura nelperiodo fascista. Ora il ComitatoSoci Ornato di Coop Lombardia,promotore della mostra, sta la-vorando alla pubblicazione di uncatalogo ragionato della stessa.Oltre che a Niguarda, la mostraè stata ospite di numerose scuo-le superiori (il nostro Liceoscientifico Russell, l’IstitutoAgrario di Noverasco di Opera,l’Istituto Tecnico di Parabiago).Il catalogo, che dovrebbe esserepresentato in occasione del pros-

simo 25 aprile, consentirà di ap-profondire e contestualizzarestoricamente le immagini e idocumenti della mostra, mate-riale che è stato raccolto tra icittadini della zona. Senza ave-re la pretesa di scrivere un ma-nuale di storia, il libro consen-tirà ai lettori di ripercorrere imodi e gli effetti della sciagura-ta “ginnastica d’obbedienza”imposta dal regime alle giovanigenerazioni. Ricordiamo che lamostra, composta da manifestiplastificati di agevole trasporto,è a disposizione delle scuole edelle associazioni che ne faces-sero richiesta.

ANPIN ONA

Il Comune di Milanocittà Medaglia d’oro della Resistenza

sfratta partigiani e deportatiRenato Vercesi

ONA NOVE 12

AMBIENTE NATURALE

Sono trascorsi vari mesi da quando Libero, il cervo gira-mondo ospite del Parco Nord, dove per ben due anni è

vissuto viziato e coccolato dalle Gev, le Guardie EcologicheVolontarie del Parco, ha lasciato la nostra città per affronta-re nuove avventure. Ma la storia di Libero per i niguardesiè ormai leggenda e di lui si continua a parlare e a narrare.Proprio in questi giorni la Gev signora Gisella Capellonicon altri suoi colleghi gira nelle scuole della zona per rac-contare ai ragazzi con l’ausilio di bellissimi pannelli illu-strativi la meraviglia della scoperta di Libero nel nostro belparco cittadino e l’impegno profuso dalle GuardieVolontarie nell’accudire un ospite così straordinario. Ma ilnostro parco è un “hotel” accogliente e confortevole e altriimprobabili e inaspettati ospiti vi sono giunti in questi ulti-mi mesi. Erminio Capelloni, responsabile servizio Gev, ciragguaglia sulle novità.“La scoperta più recente riguarda il tritone punteggiato”,spiega. “Nel marzo 2007 in un piccolo sito all’estremità norddel parco tra Brusuglio e Milano ne abbiamo fotografati treinsieme. Sicuramente sono arrivati con l’acqua del canaleVilloresi, infatti il loro habitat è costituito da stagni o da zo-ne con vegetazione acquatica rigogliosa che offrono rifugioe, all'epoca della riproduzione, un sito adatto per deporre leuova. Un’altra novità di quest’anno è la presenza di un nidodi sparviero in una parte del parco del tutto anomala.Abbiamo altri nidi di questo rapace ma la straordinarietàdella scoperta sta nel fatto che quest'ultimo nido si trova apochissimi metri dall’abitato e su un ramo molto basso.Sapendo che il cibo preferito dagli sparvieri è il piccione ec-co spiegata la vicinanza del nido alle abitazioni. Questa sco-perta mi appartiene, ma è avvenuta per caso. Il 24 giugnoscorso per noi del Parco era un giorno di festa, perché conse-gnavamo i distintivi alle guardie del sesto corso di addestra-mento. Al rientro dalla manifestazione vedo in un viale delparco un cane magnifico, un setter uguale al mio amatoAdler. Scendo dalla macchina di servizio, mi avvicino al ca-ne, gli faccio i complimenti; il padrone mi guarda un po’ dif-fidente ma poi, riconoscendomi come guardia ecologica, midice: ‘Lì, dietro il boschetto ho visto una cosa strana, un nidocon dentro degli uccelli bianchi!’ Ho drizzato subito le orec-chie, mi sono inoltrato nel boschetto e ho individuato un ni-do a balconcino dal quale sono spuntati prima un capinobianco poi il secondo e poi anche il terzo; tre piccoli di spar-viero. Una meraviglia! Li ho seguiti nel tempo e quando ipiccoli cresciuti si sono involati, che spettacolo! I genitorierano tutto un agitarsi, uno svolazzare d’intorno come perincitare i piccoli e insieme per proteggerli. Una scena stu-penda! Ma non è finita, c'è ancora un'altra novità. Questaprimavera i nostri boschetti di latifoglie saranno per la pri-ma volta rallegrati dalle acrobatiche evoluzioni di simpaticiroditori dalle orecchie piccole e tondeggianti, grandi occhi,naso rosa a patatina e una lunga e folta coda. Si tratta di al-cuni ghiri donati solo da pochi mesi al nostro Parco dalWWF di Vanzago. Ben pasciuti e comodamente arrotolati apalla, i piccoli poltroni stanno ora trascorrendo il loro sacro-santo letargo nell’alloggio morbidamente tappezzato di mu-schio all'interno di una casetta nido che noi volontari abbia-mo preparato appositamenteper loro.”A proposito di nidi artificiali, ne abbiamo notati mol-ti nel parco, sospesi tra i rami. Quale motivo vi spin-ge a costruirli?“Parlare di nidi artificiali non è esatto perché i veri nidi ven-gono comunque creati dagli stessi uccelli. Noi ci limitiamo aoffrire delle cavità artificiali che sistemiamo ai margini deiboschetti, là dove vengono spinti gli esemplari più deboli co-me passeri, cincie, fringuelli che all’interno di queste casetteedificano la propria dimora. Abbiamo sistemato ormai benottanta casette a cui ogni anno, alla fine dell’inverno, dob-biamo far manutenzione: eliminare quelle troppo rovinate,sostituire le assi usurate, togliere i nidi precedenti e pulireben bene l'interno per offrire un rifugio adeguato ai nuoviospiti che in primavera vi nidificheranno. È incredibile lavarietà di nidi che gli uccelli riescono a progettare! Raffinatie lussuosi sono quelli della metodica cincia che per la suacasa sceglie esclusivamente muschio morbido e vellutato otenera erbetta. Più spartani i nidi dei passeriformi, confu-sionari e pasticcioni, che utilizzano legnetti, piume, foglie,carte, scintillanti strisce di plastica, davvero di tutto!Abbiamo anche sistemato dieci casette nido per i pipistrellie uno per gli allocchi e collaboriamo con alcuni ricercatoridell’Università Bicocca per la rilevazione e la catalogazionedi rapaci notturni e pipistrelli. Un’attività interessante, unservizio impegnativo questo della cura e della manutenzio-ne dei nidi artificiali nel Parco Nord che coinvolge una deci-na di volontari, tra cui Federico, Mario, Marcella, Giulia eVittorio. Ognuno di loro ha esperienze e competenze specifi-che che aiutano e arricchiscono il gruppo al completo: c’è l’e-sperto di avifauna, chi è bravo a individuare i luoghi e gli al-beri che meglio si prestano alla nidificazione, c’è il fotografo,chi assembla e costruisce le casette e chi le restaura: unteam d’eccezione!”Il nostro bel parco metropolitano è davvero un’oasi ecologicache ci riserva continue sorprese, cambiamenti che forse nontutti colgono ma che trasformano l’ambiente e lo rendonovivo e sempre interessante. Per esempio, qualcuno si è ac-corto della comparsa di un bellissimo esemplare di orchideatra i fiori dei prati o dell’aumento eccessivo delle dannosecornacchie? E qualcuno ha notato che le notti del parco, unavolta animate da numerose e rapide incursioni delle tozzema agili arvicole e dai voli silenziosi del gufo, sono oggi dive-nute più calme e tranquille?

Che animato via vai al Grand Hotel Parco Nord!Ogni giorno una sorpresa

Valeria Casarotti - Teresa Garofalo

Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

Animali in libertà nel verde del nostro parcofotografie gentilmente concesse da “l’informica”

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ONA NOVE 13COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

ONA NOVE 14 Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

Martedì 22 gennaio del2008, presso l’Aula

Magna dell’Università diMilano-Bicocca, è stata con-ferita la laurea HonorisCausa in Biotecnologie In-dustriali al premio Nobelper la Medicina, Rita LeviMontalcini, per aver profusoimpegno nella scoperta enello studio del Fattore diCrescita di cellule nervose einnovato la ricerca nell'am-bito delle neuroscienze.L’iniziativa rientra nell'am-bito delle celebrazioni pro-grammate dall’ateneo per ildecimo Anniversario dellasua fondazione.Il premio Nobel collabora daanni con l’università, nelLaboratorio di Neuroscienze“Rita Levi Montalcini”, co-stituito nel 1999 nella fa-coltà di Biotecnologie Indu-striali. Uno degli obiettividel Laboratorio è stato quel-lo di contribuire a sviluppa-re il Nerve Growth Factor(Ngf, sigla internazionaledel fattore di crescita di cel-lule nervose) come farmaco, in modo da renderne possi-bile un suo utilizzo terapeutico in malattie degenerati-ve del sistema nervoso, quali Alzheimer, Parkinson emolte altre ancora.Il Laboratorio di Neuroscienze porta il nome della scienzia-ta perché la ricerca che sta alla base degli studi che vi ven-gono condotti è proprio quella scoperta del fattore di cresci-ta neurologico che nel 1986 valse alla Levi Montalcini ilPremio Nobel per la Medicina.Accolta trionfalmente nell’Aula Magna della Bicocca, conironia appena venata di commozione il premio Nobel havoluto fare della sua lectio magistralis un messaggio diprofondo ottimismo: “Nonostante l’età, il cervello non perde

UNIVERSITÀ DELLA BICOCCA

Laurea honoris causa a Rita Levi MontalciniScienziata, Premio Nobel, Senatrice a vita, ma, come si schernisce lei stessa, la sua “è un’intelligenza mediocre”:

sono stati solo “l’ottimismo e la voglia di lavorare” a portarla agli onori di Stoccolma.Laura Brevi

mai capacità. La mia è una intelligenza mediocre, sono statil’ottimismo epigenetico e la voglia di lavorare ad avermiportato agli onori di Stoccolma”.Presenti alla cerimonia anche l’ex magistrato FrancescoSaverio Borrelli e l’ex ministro dell’Istruzione LuigiBerlinguer, ad ascoltare una laudatio nella quale si ricono-sce alla Levi Montalcini il merito di “aver aperto la strada,con la scoperta del fattore di crescita nervoso delle cellule,alla comprensione dei meccanismi coi quali le cellule di or-ganismi complessi comunicano tra loro e coordinano le lorofunzioni; per aver messo in luce, con il suo esempio, il ruolodegli scienziati nel sostenere i valori etici e sociali e per ave-re infine favorito l’avvio di una felice e proficua collaborazio-

ne presso l’Università dellaBicocca”.Una gran donna Rita LeviMontalcini. Nata a Torino il22 aprile 1909, vittima inquanto ebrea delle persecu-zioni razziali del fascismo edel nazismo,ha vissuto alungo negli Stati Uniti. Dopoil Nobel ha presiedutol’Istituto dell’EnciclopediaItaliana ed è membro dellepiù importanti accademiescientifiche, quali l’Accade-mia Nazionale dei Lincei,l’Accademia Pontificia, l’Ac-cademia delle Scienze, laNational Academy of Scien-ce e la Royal Society.Rita Levi Montalcini, inol-tre, il 1 agosto 2001 è statanominata senatore a vita, èpresidente della sua omoni-ma Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus. Nel 2005costituisce l’Istituto Europeodi Ricerche sul Cervello(Ebri, European Brain Re-search Institute), del quale èpresidente, con lo scopo dipromuovere tutte le ricerche

intese a sviluppare gli studi e le ricerche nel campo delleneuroscienze. Oltre alle pubblicazioni scientifiche è autricedi numerosi saggi. Per Baldini Castoldi Dalai editore hapubblicato: “Senz’olio contro vento” (1996), “L’asso nella ma-nica a brandelli” (1998), “La galassia mente” (1999), “Ununiverso inquieto” (2001), “Tempo di mutamenti” (2002),“Tempo d’azione” (2004).Vicinissima al suo novantanovesimo compleanno, quan-do Storace, con il suo solito fair play, le ha consigliato lestampelle, ha saputo fare oggetto di ironia in numeroseoccasioni il rozzo individuo. Durante le interminabili se-dute in Senato non ha mai fatto mancare il suo appoggioal governo Prodi.

Migliori servizi e convenienti agevolazionialla nuova Unipol di via Val di Ledro

Diana Roca

Sono certa che molti di voi hanno già sentito parla-re della Unipol Assicurazioni. In ogni caso prov-

vedo a presentarvela sotto una nuova veste. Dico“nuova” perché quando sul numero di luglio di que-sto stesso giornale parlai dell’agenzia Unipol di viaVal di Ledro 23, il locale vestiva vecchiabiti ed era in procinto di rinnovamento.L’impronta che si voleva dare era un ser-vizio di liquidazione dei danni fra i piùefficienti e rapidi e quello di dedicare piùtempo agli utenti (clienti e non) istau-rando con loro un rapporto più diretto eumano, il tutto in un ambiente più agibi-le, confortevole e accogliente.A distanza di mesi, ho pensato bene(imitando gabibbo) di recarmi nuova-mente alla Unipol per constatare sequanto detto era stato mantenuto.Ebbene, ho potuto vedere che...La prima volta, sulla porta d’ingressoc’era un cartello che riportava le date incui l’agenzia sarebbe rimasta chiusa perristrutturazione; stavolta ho trovato uncartello arancione con la dicitura: atten-zione al gradino. Guardando il gradinosottostante, abbastanza visibile, non na-scondo che la cosa mi ha fatto sorridere.Poi, ho capito che anche il cartello è unrinnovamento dell’agenzia: la sicurezzainnanzituttoo. Sempre per la sicurezza sono state ri-fatte le porte, mettendo le maniglie antipanico sulleporte appunto riservate all’uscita di sicurezza che dàsul cortile.Il locale è stato reso più spazioso e luminoso grazie

non solo al fatto che una parete è stata demolita, maalla disposizione delle nuove scrivanie color pastelloche rendono l’ambiente rilassante, alla pavimenta-zione in legno che dà un senso di calore e alle paretiluminose dove, anziché i soliti manifesti pubblicitari,

sono state affissi dei meravigliosi dipinti di LucianaBorro (moglie del signor Figini, titolare dell’agenzia)che rendono l’ambiente più accogliente. Le lampadepoi a seconda della luce esterna possono essere au-mentate o diminuite nella loro luminosità. E a quan-

to pare i lavori non sono ancora terminati del tutto,nei prossimi giorni nuovi colori baceranno le pareti,ora tinteggiate di bianco.Ma i cambiamenti sono andati oltre la ristruttura-zione del locale. A breve verranno distribuiti 5000

volantini dal titolo “Unipol Informa -Speciale auto” in cui potremo avereinformazioni su prodotti e servizi assicu-rativi, previdenziali e d’investimento. Ilvolantino riporterà 4 punti importanti:Risarcimento Diretto (mette uno stop aitempi lunghi e alle trafile burocratiche);Unibox ( la prima polizza auto con il piùavanzato sistema satellitare); RcaGiovani (l’unica Rc Auto realizzata sen-za maggiorazione per i giovani); Auto-mobilisti Sicuri (3 casi che testimonianogli enormi vantaggi di avere a bordoUnibox). Nel volantino saranno presen-tate anche le nuove offerte e novità (ca-sco, casa, rca, ecc) che verranno riportatesu Unipol Informa, durante l’anno.La novità più grande comunque sta nelfatto che la Unipol Assicurazioni di viaVal di Ledro effettuerà a tutti i soci CoopLombardia in possesso della tesseracoop uno sconto particolare su tutte lepolizze assicurative. Che dire di più? fatecome me, procuratevi la tessera coop e

recatevi (per avere sconti e offerte particolari), oltreche al supermercato, anche all’agenzia Unipol in viaVal di Ledro. Scoprirete che i vantaggi sono molti eche, come dice un vecchio proverbio, avrete preso duepiccioni con una... tessera.

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a cura di Valeria Casarotti e Teresa Garofalo

27 gennaio: Giorno della Memoria

Le immagini dell’inimmaginabileovvero l’orrore di Mauthausen

a cura di Lorenzo Meyer

Intervista a Renzo Baricelli,protagonista sindacale di allora

A 40 anni dal fatidico ‘68gli operai della Pirelli ricordano

STORIA/2STORIA/1

COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

Per ricordare la tragedia dei lager anche que-st’anno si è ripetuta la cerimonia di comme-

morazione al monumento del deportato sullacollinetta del Parco Nord. Intorno alla stele chericorda i 553 lavoratori dell’area industriale se-stese deportati nei campi tedeschi, si sono rac-colti tanti cittadini oltre a rappresentanti uffi-ciali della Provincia di Milano, dei comuni limi-trofi del nord Milano, di Anpi e Aned. Tra i variinterventi, tutti profondi e toccanti, di particola-re interesse quello di Antonio Pizzinato, presi-dente regionale dell’ Anpi, che lancia l’idea dicreare una “Casa della Memoria”, un luogo incui raccogliere testimonianze,oggetti, fotografie,tutto il materiale che possa offrire soprattuttoalle nuove generazioni la base per un’educazio-ne contro ogni forma di violenza e di razzismo.Tra le tante manifestazioni per il Giorno dellaMemoria, concerti, spettacoli teatrali, film, pre-sentazione di libri, vogliamo segnalare una mo-stra eccezionale allestita presso lo Spazio Mildella Bicocca, “Le immagini dell’inimmaginabi-le” una mostra fotografica particolarmente indi-cativa di quella che Hannah Arendt definì “labanalità del male.”La mostra “Immagini e memoria di Mautha-usen”, frutto della cooperazione tra il Ministerodegli Interni austriaco, il Comitato internazio-nale di Mauthausen e due associazioni di so-pravvissuti alla deportazione, l’Amical diBarcellona e l’Amicale di Parigi, propone unadocumentazione fotografica relativa ai lager diMauthausen e quelli di Ebensee e Gusen, duedei suoi più di 40 sottocampi. Sono 450 immagi-ni, alcune inedite, provenienti dall’Austria, dal-la Francia,dalla Spagna,dalla Repubblica Cecae dagli Stati Uniti faticosamente recuperate eper la prima volta presentate in Italia. Le fontiprincipali cui si è attinto per questa mostra so-no tre: l'archivio SS di Mauthausen, la docu-mentazione fotografica dei soldati americani li-beratori e quella del deportato spagnoloFrancisco Boix che, avendo lavorato nel labora-torio fotografico del campo, subito dopo laLiberazione si servì delle stesse attrezzatureabbandonate dai tedeschi per scattare moltissi-me fotografie nel lager.Fino all’arrivo dell’esercito americano solo le SSaddette al “Servizio di Identificazione” eranoautorizzate a fotografare la vita del campo e lofacevano soprattutto a fini propagandistici.Dovevano mostrare la produttività e l'efficienzaeconomica del complesso concentrazionario e gliscatti che ci sono giunti evidenziano l’apparenteserena attività di costruzione e di ampliamentodella fortezza di Mauthausen, il lavoro che vi sisvolgeva come il recupero, taglio e trasporto del-le pietre nella cava di granito, la coltivazionedelle patate, il giardinaggio negli orti. Molte al-tre foto dell’archivio SS, assolutamente auto ce-lebrative, mostrano i volti dei guardiani e degliufficiali del campo, le cerimonie militari e leispezioni di alti gerarchi nazisti. Ci sono ancheimmagini più crude che riprendono i prigionieriall’arrivo, all’appello, nudi nel cortile per la di-

sinfestazione dai pidocchi, puniti per un tentati-vo di fuga. Sono foto che ci riportano il punto divista degli aguzzini e che devono essere conte-stualizzate e interpretate perché l’apparentenormalità di ciò che mostrano nulla svela delleatrocità e dei reali orrori cui i deportati eranosottoposti: la fatica, la fame, la sofferenza, i so-prusi, le violenze, le torture, la morte.Le angherie e i crimini perpetrati dai nazistinel lager sono invece ben documentati dagliscatti dei soldati e degli operatori del ServizioSegreto americano al momento dellaLiberazione: cataste di cadaveri nel cortile onella camera mortuaria del crematorio, cumulidi ceneri umane, fosse comuni, volti scavati ecorpi scheletriti dei sopravvissuti, grandi cimi-teri oggi scomparsi che dimostrano quantoMauthausen sia stato letale. La terza fonte do-cumentaristica della mostra ci riporta il puntodi vista delle vittime appena liberate: l’euforiadella libertà, l’orgoglio di aver resistito, la vo-lontà di riappropriarsi della propria individua-lità e di essere testimoni di fronte al mondo de-gli orrori dell’ideologia nazista.È a un gruppo dideportati appartenenti alla Resistenza spagno-la, tra i quali Francisco Boix, che dobbiamo que-st’ultima parte di testimonianze e non solo. Dal1941, infatti, alcuni di questi resistenti lavoran-do nel laboratorio fotografico delle SS per lo svi-luppo e l’archiviazione del materiale visivo rea-lizzato dai loro carcerieri, a rischio della propriavita riuscirono a sottrarre e a salvare centinaiadi negativi scattati dai tedeschi. Nascosti primanel campo stesso poi portati fuori e celati nelmuro del giardino di una famiglia del luogo, inegativi lo stesso giorno della Liberazione, il 5maggio del ‘45, furono recuperati e insieme allefotografie scattate da Francisco Boix costitui-scono da un lato la prova schiacciante dellaspietata realtà del campo che i tedeschi tentaro-no inutilmente di cancellare, dall’altro il ritornodell’uomo alla vita e alla consapevolezza dellasua dignità. “Le immagini dell’inimmaginabile”è una mostra unica, di altissimo valore simboli-co, efficace per comprendere ciò che è avvenutoe tener viva la memoria minacciata da vicendenaturali - i testimoni diretti diventano sempremeno numerosi - e da tentativi di minimizzareo rigettare ogni riflessione sulle esperienze delpassato. Costituisce un impegno per l’Austriache, affrontando coraggiosamente il suo passa-to, con questa iniziativa si è fatta promotrice diun’ opera di pacificazione fra tutti i popoli euro-pei vittime del nazismo. Ed è anche una viatracciata per le generazioni future: non è più iltempo delle accuse ma non sarà mai il tempodell’oblio. Particolare significato dovrebbe averela mostra per noi italiani che quest’anno cele-briamo il 60° anniversario della nascita e del-l’entrata in vigore della costituzione repubblica-na, nata proprio dalla tragica esperienza del fa-scismo e della dittatura.Spazio Mil, via Granelli (vicino Ipercoop) - finoal 22 febbraio - ingresso libero - Tel 393 9118726o 393 9594235

La celebrazione dei 40 anni dal 1968 hagià provocato un acceso dibattito sui gior-

nali: ci si domanda quali siano state le realiconquiste di quel movimento che attraversòtutto il pianeta. Quel che è certo è che fu unanno di rottura. Per il movimento studente-sco ma anche per i lavoratori. Interessantepuò essere quindi il fatto che alcuni ex lavo-ratori della Pirelli, protagonisti delle lotte del'68 nella fabbrica della Bicocca, si siano ritro-vati di recente alla storica trattoria “da Aldo”di viale Sarca, Organizzatore dell'incontroRenzo Baricelli, segretario della Cgil Bicoccaproprio in quegli anni. A lui abbiamo postoalcune domande sulle ragioni di questa ini-ziativa.Come è andata la riunione tra ex colle-ghi e compagni di lotta?Innanzitutto devo dire che è stato un piace-vole incontro tra una quarantina di amici ecompagni che si sono ritrovati dopo molti an-ni da quella speciale esperienza. Una riunio-ne nella quale abbiamo voluto riaffermareche c'è stato un ‘68 dei lavoratori (emblemati-co quello della Pirelli) con i suoi ideali, valori,problemi, obiettivi, esperienze, insegnamenti,che parlano ancora alla società, ai lavoratorie alla gioventù d'oggi.Com’era la situazione dei lavoratori al-la Pirelli all'inizio del 1968?Alla Pirelli Bicocca, nei primi mesi del 1968,il lavoro era pesante, i salari bassi, l’autorita-rismo dentro e fuori la fabbrica insopportabi-le. Il contratto nazionale appena firmato nonpoteva dare risposte concrete a una situazio-ne aziendale compressa da anni. I lavoratoridella grande fabbrica (oltre dodicimila) ave-vano un vitale bisogno di migliorare la lorocondizione; di sentirsi più liberi e rispettatinella loro dignità. L’esperienza insegnava chesenza l’unità dei sindacati, con la Pirelli nonriuscivi a spuntarla. Ma l’unità non c'era.Perciò occorreva trovare una strada persbloccare la situazione.Quali furono i metodi di lotta propostiper cambiare la situazione?Lo sciopero generale per le pensioni del 7marzo 1968, indetto dalla Cgil, aveva vistotra i lavoratori della Pirelli Bicocca un’adesio-ne di pura testimonianza intorno al 20%. Daquesto dato è partita una serrata discussionenel comitato direttivo della sezione sindacale

Cgil. Si delinearono così precise idee sulle co-se da fare. Nella situazione sindacale e politi-ca presente in Pirelli, l’unità degli operai nonpoteva essere costruita su richieste generalidi azienda e tanto meno con la proclamazio-ne di scioperi da parte della sola Cgil. L’unitàera possibile su problemi specifici di ogni re-parto, la cui soluzione fosse indicata dagli in-teressati e fosse considerata dagli stessi comenecessaria e di fattibile realizzazione. Gli in-teressati dovevano esprimere unitariamentel’impegno a sostenere con la lotta le loro ri-chieste. Lo sciopero è un diritto dei lavoratoriin quanto tale e non è necessario che ci siaun sindacato che lo proclami. Però un conto èun episodio di protesta un conto battere laPirelli. Perciò occorreva, lotta facendo, nonperdere di vista la necessità di conquistarel'adesione di tutti e tre i sindacati.Una condizione: gli operai del reparto dove-vano verificare la loro unità. Se fossero statialmeno l’ottanta per cento, sarebbero uscitiin sciopero; se fossero stati di meno, no.Perchè ciò significava che non c’era ancorasufficiente chiarezza e convinzione. Una se-conda condizione: essere capaci di lottare nonper una settimana o per un mese; non ad ol-tranza, ma in modo articolato per tutto iltempo necessario e nel contempo estendere ilconsenso ogni giorno di più. Occorreva inol-tre conquistare la solidarietà da parte dell'o-pinione pubblica e isolare politicamente l'in-transigenza della Pirelli. In caso contrarioavremmo perso.Quale fu la risposta dei lavoratori allevostre proposte?I lavoratori condivisero questa linea di lottaarticolata; con le assemblee di reparto e ge-nerali come strumenti essenziali per conosce-re, decidere, esercitare il controllo. Da qui gliscioperi di reparto, di due ore, con assemblea(ancora non esisteva lo statuto dei diritti deilavoratori…). Ma non tutti i giorni, bensì ca-denzato ed eventualmente a seconda dellosviluppo della situazione. Fin dall’inizio fuchiaro al padronato (forse prima ancora cheai lavoratori) che in ballo c’era il sistema au-toritario di comando e il riconoscimento dimaggiori diritti, libertà e poteri ai lavoratori.E non solo in fabbrica. Questo è stato, contutta evidenza, il principale elemento a de-terminare la durezza dello scontro.

Quando una persona caraviene a mancare, inevita-

bilmente ripercorriamo tuttociò che con essa è stato, le pa-role, le immagini, le emozio-ni, tutto ciò che abbiamo con-diviso. Alfonso Rogiani pitto-re, scultore, ceramista e, neimomenti liberi, pure sensibi-le poeta e scrittore, Zoninod’Oro nel 2000: in tutta lasua pittura predomina il co-lore di un uomo dalla sensibi-lità gioiosa. L’adorata moglieMarisa mi ha fatto pervenire un’agenda diAlfonso affinché “non dimentichi quello chefu, che è e che sarà”. È una raccolta scritta amano di racconti e di poesie. Come la suastessa salute la calligrafia nelle ultime pagi-ne è tremante, ma ancora così piena di vita-lità e di amore.Come una sua poesia:

Quando ero piccolo nella mia fanciullezzaavrei dipinto cieli azzurri,

e avrei fatto nascere da ogni riga un fioreper farlo parlare d’amore,e fra le parole avrei dipinto

dolci raggi di filo d’oroe quando ormai le mie stanche membra

dopo aver giocato e camminatomi abbandonavano mi buttavo nel mio letto

e avvolto da un caldo teporeringraziavo Iddio di questo Grande Amore.

Nel ricordare un’artista la parola passatonon esiste perché nel dono delle sue opereogni giorno è presente. Questo “presente” loadotta anche Dina, responsabile del Centrosocioricreativoculturale per anziani “S.Monica”, quando parla di Alfonso: “Lo ricor-diamo tutti con affetto e simpatia, come per-

sona cordiale, premurosa,entusiasta e orgogliosa di es-sere un artista ‘popolare’. Siè offerto per abbellire il cen-tro affrescando le pareti conmotivi floreali, raffigurazionidi animali quali farfalle, ron-dini ecc., e figure che ancheadesso ci rallegrano per la lo-ro espressività e vivacità dicolori. Questo lavoro ha su-scitato tanto entusiasmo etanta partecipazione nei fre-quentanti e nello stesso arti-

sta che ha eseguito dei motivi e delle figuresu precisa richiesta dei soci del centro. Ciò hapotuto accadere grazie al suo slancio entusia-sta e contagioso. Significativa fu la sua pre-senza durante il corso di ceramica quando di-mostrò di essere un bravo artista e un ottimoinsegnante, paziente e disponibile. Alfonsoamava scrivere e durante le feste ci ha allie-tato con la lettura dei suoi versi,molti dedica-ti alla sua adorata moglie Marisa. Al centroabbiamo testimonianza del suo amore per lapittura anche nei quadri che ci ha regalatosempre con tanta gioia e generosità. Grazie,Alfonso,da tutti noi”.Anche noi ringraziamo Alfonso Rogiani ri-producendo una delle sue più sensibili poe-sie,quella intitolata “Anni”:

Gli anni miei son tanti,molto tempo è passato,

io l’accetto com’è,lo abbraccio e lo tengo stretto,

mi orna con il fascino dell’età maturae spero che duri,

lo invito a lungo su di me riposare,continua pure a insegnarmi a invecchiare.

a cura di Sandra Saita

In ricordo di Alfonso Rogiani

ONA FRANCA

ONA NOVE 16

Gianni, il barbone di Greco,conosce sei lingue ma non ha la dentiera

Monica Landro

Politiche socialiLe iniziative della Provincia

Lorenzo Gomiero

I NOSTRI PERSONAGGI

Abbiamo intervistatoEzio Casati, asses-

sore alle Attività econo-miche, Politiche sociali eFormazione professio-nale della Provincia diMilano, sulle iniziativeda lui messe in campo afavore dei minori, i disa-bili e gli anziani.Assessore provin-ciale Ezio Casati,cosa significa, oggi,promuovere le poli-tiche sociali nell’a-rea metropolitanamilanese?“La Provincia di Milanosviluppa politiche sociali puntando a realiz-zare interventi migliorativi nella qualitàdella vita dei cittadini e delle comunità.Attraverso progetti, servizi e iniziative l’en-te amministrativo provinciale lavora perstrutturare una rete di welfare in strettacollaborazione con i comuni, le associazionidi volontariato, le onlus e tutte le realtà delterzo settore. Le attività sociali dellaProvincia di Milano elaborano progetti, con-divisi nelle comunità locali, orientati a darealle persone e alle famiglie risposte concreteai bisogni più urgenti”.Quali sono allora le competenze diret-te e indirette della Provincia di Milanoin materia sociale?“Storicamente la Provincia di Milano si oc-cupa di supportare e sostenere, con servizidiretti, le persone affette da disabilità sen-soriali, quali la vista e l’udito. Vengono pro-mossi bandi e iniziative per aiutare le per-sone non vedenti e audiolese. Nell’ambitodella tutela dei minori, temporaneamenteallontanati da famiglie problematiche suistanza del Tribunale dei Minori, laProvincia di Milano gestisce il Cam (Centrodi assistenza minori). Una comunità protet-ta in grado di ospitare un centinaio di bimbil’anno, di età compresa tra gli zero e i tre

anni. Indirettamente,attraverso quindi la col-laborazione con altri en-ti, istituzioni e associa-zioni, la Provincia elabo-ra progetti su diversearee tematiche: dallasensibilizzazione versogli affidi familiari allacreazione di nuovi asilinido. Lo scorso anno, co-me tutti sanno, laProvincia di Milano hainvestito 17milioni dieuro nella realizzazionedi 90 nuovi asili nido in87 comuni dell’area me-tropolitana, compresa

Milano città. Uno sforzo importante che of-frirà alle famiglie 3600 nuovi posti ai suoibimbi”.Quali politiche e quali programmi stamettendo in campo l’assessorato allePolitiche sociali nell’anno 2008?“Quest’anno la Provincia di Milano sta lan-ciando due importanti bandi, riservati a on-lus e associazioni di volontariato, per pro-muovere il sostegno alle famiglie e la mobi-lità sociale degli anziani. I progetti si chia-mano “Famiglia nel cuore”, oltre 1 milionedi euro già stanziati nel precedente bilancio,e “Un passaggio per te”, 500mila euro le ri-sorse iniziali messe in campo. Di che si trat-ta: col primo piano intendiamo supportare,attraverso iniziative innovative, le famiglienormali e in difficoltà. Quelle famiglie fragi-li che spesso vivono in condizioni materiali odi sofferenza al limite. “Un passaggio per te”intende dotare le zone del territorio provin-ciale di un pullmino, un mezzo attrezzato,con il quale trasportare le persone anziane.Verso i luoghi di cura, negli ospedali per levisite o semplicemente a fare la spesa.Entrambi i bandi, appena chiusi, sono anco-ra in itinere dal punto di vista tecnico-am-ministrativo e saranno resi noti ai cittadinie alle famiglie al più presto”.

Diventare barbone è un attimo, unacasualità, un imprevisto della vita

come tanti ce ne sono. Gianni ha 57 an-ni, è nato a Ragusa. Da tre anni vive perstrada. Non si sente un barbone, anchese mostra di nutrire rispetto per questacondizione che lo accomuna ai compagnidella vita di strada.Due gli imprevisti che l’hanno buttato sul-la strada: una malattia e un furto. “Mihanno trovato l’Epatite B, e ho perso il po-sto. Ero chef sulle navi da crociera, inOriente. Sono tornato in Italia, e a Romami hanno rubato la 24 ore. Dentro c’era ilmio passaporto e la dentiera. Era il 2004.Siccome ero residente nelle Filippine, cihanno messo un anno per ridarmi il passa-porto, un calvario. Da allora sto per strada.Senza dentiera, nessuno mi dà un lavoro.Ho solo i tre denti davanti”.Gianni parla sei lingue: “Quattro parlate escritte: inglese, francese, tedesco, spagnolo.Due solo parlate: cinese e giapponese”. Hagirato il mondo. In borsa ha un curriculumche comincia nel ‘63 in una scuola alber-ghiera di Stresa e finisce sulla motonaveFlamingo. In mezzo, quattro diplomi inFood and Beverage Management, e trediciposti di lavoro: hotel, ristoranti, navi, intutto il mondo.Ha una domanda di impiego in inglese, contanto di indirizzo e-mail e cellulare regala-to da una suora amica. Il suo indirizzo èquello del Centro SOS, comunità Exodusdi don Mazzi, a cento metri dal GrandHotel Gallia, dove Gianni è stato assisten-te chef nel ‘74-’75.Tutte le mattine si sveglia alle cinque emezza, nella sala d’aspetto della stazionedi Greco-Pirelli. Piega il sacco a pelo, la co-perta, raccoglie i suoi cartoni e mette tuttodietro la panchina. Se può fa colazione, al-trimenti salta.Poi s’infila il cappotto blu che sarebbe an-che elegante se fosse più fresco e curato.

Blu anche il berretto di panno con visierada lupo di mare. Scarpe nere moderne matroppo usate.Prende su le sue borse, una 48 ore nera euna sacca grigia, e si incammina verso lafermata dell’81. “Faccio come se dovessi la-vorare, come se avessi sempre un’occupa-zione. Vivo di espedienti, è vero, però nonrubo, e non chiedo l’elemosina. È una que-stione di orgoglio. Ho chiesto il sussidio delComune, ma dicono sempre che si deveriunire la commissione. Conosco qualcheprete che a volte mi allunga dei soldi”.Per lui la strada è provvisoria, dice: “C’è chil'ha scelta e chi non l’ha scelta. Chi l’hascelta è diverso da me. Io mi curo di essereuna persona normale. Su tanti argomentiho cultura, so fare discorsi. Potrei lavorareancora qualche anno, se trovassi”.Già, la dentiera, sempre lì torna. “Ho que-sto preventivo, fatto dal dentista di fiduciadi un amico vescovo: 3.600 euro. E comefaccio? Mi sono informato: in Ungheria co-sta meno. Il viaggio 580 e la protesi 1.300circa”. A questo pensa, marciando con leborse per la sua Milano di mense religiose,centri di assistenza, bagni pubblici: “Vadoin quello di via Pucci, 50 centesimi e tidanno anche l'asciugamano”.Su e giù da tram e autobus. A pranzo dallesuore in via Ponzio. A cena dai francescani diviale Piave, oppure il tè e le brioche dellaCroce Rossa a Greco.A Milano c’è un esercito di gente che si dedi-ca ai senzatetto, fra laici e religiosi, maGianni aspetta solo che finisca, questa sua vi-ta di strada: “Devo risolvere il problema delladentiera e poi cercare un ingaggio sulle navi:sono pronto a partire per il mondo”.Nelle Filippine ha due figlie, ospiti delle suo-re. La moglie è morta nell'alluvione del 2002.“Ogni tanto telefono, se ho abbastanza soldi”.Imprevisti della vita, due, solo due, e ti tro-vi sulla strada. Non sentirsi un barbone ègià qualcosa. Se poi ci fosse anche una den-tiera, sarebbe tutto a posto.

Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

Ezio Casati

Dalla parte dei bambiniUn viaggio nel reparto di pediatria dell’OspedaleNiguarda Ca’ Granda, di recente sottoposto a una

ristrutturazione importante.Sabrina Orrico

(consulenza del primario dottor Costantino De Giacomo)

ONA NOVE 17COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

Venerdi 25 gennaiol’Università Bicocca

ha dedicato un seminarioallo scambio di idee e diesperienze alla base del-l'apertura di un asilo ni-do universitario, ai mo-

delli gestionali e ai problemi organizza-tivi che si presentano, ai rapporti congli enti locali e con i possibili gestori.Aprire un asilo nido di qualità in un’a-zienda molto particolare qual’è l’Uni-versità, comunità di persone, di forma-zione e di studio, richiede consapevolez-za e attenzione speciali. La complessitàorganizzativa del servizio è strettamen-te legata all’esperienza professionalenecessaria per garantirne la qualità co-sì come la ricerca, attività propria del-l’università, può consentire di indivi-duare percorsi nuovi ed essere un mo-dello per altri soggetti.Di tutto questo e di come realizzare nidiall’Università, garantendo allo stessotempo qualità, sostenibilità e prospetti-ve di ricerca, si è discusso in un incon-tro nell’ambito delle celebrazioni per ildecimo anniversario di fondazionedell’Ateneo. A confronto le esperienze dinumerose università italiane, fra lequali: Cattolica, Politecnico, Universitàdegli Studi di Milano, Torino, Padova,Verona, Trento, Udine, Firenze, Parma,Roma, Napoli, Macerata, Lecce, Uni-versità della Calabria, Palermo.“Il dibattito sui nidi aziendali, promossogià da tempo a Milano anche da Asso-lombarda”, dice Susanna Mantovani,prorettore e responsabile scientifica delnido Bambini Bicocca, “è stato molto vivoin questi anni e segnala come la realiz-zazione del nido non serva tanto a ridur-re le assenze delle madri ma abbia pro-spettive molto più ampie: è un luogo ric-co per l’educazione e lo sviluppo dei bam-bini, è un sostegno per i genitori - madrie padri - e contribuisce a renderli più se-reni nel lavoro e nell’educazione dei figli;rafforza il senso di appartenenza e di im-pegno nei confronti dell’azienda, favori-sce l’incontro e la formazione di legamisociali tra le famiglie e quindi il senso dicomunità”.Il nido aziendale Bambini Bicocca.All’Università Bicocca è aperto da treanni un asilo nido, promosso dal Retto-re Marcello Fontanesi e dal ComitatoPari Opportunità, che ospita oggi 60

bambini, figli di dipendenti dell’Uni-versità, di famiglie residenti nella zonae di dipendenti di Pirelli, Pirelli RealEstate e Deutsche Bank. L’asilo sorge inun’ala completamente ristrutturata erinnovata della Scuola elementareSandro Pertini, è progettato per acco-gliere fino a 72 bambini, ha in organicoquattro educatrici, due ausiliarie e unacuoca, è dotato di una propria cucina edi un ampio giardino.Il modello gestionale L’asilo è partedi un progetto pedagogico coordinatodalla facoltà di Scienze della Formazio-ne dell’Università. La gestione è affida-ta al Consorzio Bambini Bicocca forma-to da quattro soci: l’Università, che con-tribuisce mettendo a disposizione strut-ture e servizi, il coordinamento pedago-gico, la formazione e il supporto scienti-fico; il Consorzio Gino Matterelli diBrescia, che opera attraverso il Consor-zio Sistema Imprese Sociali fornendo leeducatrici e la coordinatrice organizza-tivo-gestionale; il Ce.Se. D. (CentroServizi Didattici di Milano), che mette adisposizione personale educativo e ausi-liario; la società Milano Ristorazione,che fornisce i pasti. Pirelli, Pirelli RealEstate e Deutsche Bank sono conven-zionate con il consorzio e hanno contri-buito alla realizzazione della struttura.“Bambini Bicocca”, dunque, è un servi-zio per l’Università e per il quartiere:un terzo dei posti è infatti riservato aibambini residenti in convenzione con ilComune di Milano. Per i dipendenti del-l’università le rette di frequenza sonostabilite rispetto al reddito della fami-glia così come avviene per i nidi comu-nali. Ma “Bambini Bicocca” è anche unlaboratorio di formazione per i futurieducatori che possono svolgervi un tiro-cinio guidato.Le linee guida e le sperimentazioni pe-dagogiche, quali la musica e la sensibi-lizzazione “scientifica” alla conoscenzadell’ambiente naturale, sono seguite dadocenti della facoltà di Scienze dellaFormazione impegnati da anni nella ri-cerca sui servizi e sulla prima infanziacon la supervisione della prof. SusannaMantovani.Per ulteriori informazioni: Universitàdegli Studi di Milano Bicocca - UfficioRelazioni Esterne - Tel. (+39) 02 64486028 - 6076 - Fax (+39) 02 6448 6079 - email: [email protected].

Il reparto di pediatria dell’Ospedale doNiguarda si inserisce nel padiglione

“Antonini Rossini” interamente dedicatoalla mamma e al bambino, all’interno deldipartimento materno-infantile, il tuttodiretto dal dottor Costantino DeGiacomo, che ce l’ha illustrato. L’area didegenza pediatrica ospita 30 posti letto,23 a indirizzo medico e 7a indirizzo chirurgico eoculistico. Da un punto divista strutturale e alber-ghiero, il reparto è statosottoposto ad una totaleristrutturazione, conclu-sasi nel 2007, e può van-tare uno standard moltoelevato in termini diospitalità: camere singo-le o a due letti dotate dibagno, impianto di con-dizionamento, tv e frigo-rifero. E soprattutto, lamamma ha un posto let-to accanto al bambino inciascuna camera.Gli ambienti sono stati arredati “a mi-sura di bambino”, con camere coloratee accoglienti, sale gioco e spazi ludici.Quello che è particolare e specifico del“progetto bambino” dell’ospedale diNiguarda è l’organizzazione dell’area didegenza per livelli di assistenza divisi inalta, bassa e media complessità. Perciò,l’area di degenza è concepita come unospedale multispecialistico dove, accanto

alle patologie pediatriche generali ci si oc-cupa di problemi complessi di tipo chirur-gico, cardiologico, neuropsichiatrico”. Inassenza delle barriere architettonichecausate dalla divisione in reparti tradi-zionale, al reparto di pediatria dell’Ospe-dale Niguarda Ca’ Granda pediatri, chi-rurghi pediatri e oculisti pediatri lavora-

no fianco a fianco nell’as-sistenza ai bambini rico-verati. L’equipe medica,formata da 12 pediatri,gestisce questi pazientiinsieme a 5 chirurghi pe-diatri, 3 neuropsichiatriinfantili, 4 cardiologi pe-diatri, oltre che insieme aspecialisti provenienti daaltri dipartimenti.Tra le specializzazionipresenti, citiamo oncolo-gia ed ematologia pedia-trica, malattie infettive,gastroenterologia pedia-trica e allergologia pe-diatrica. L’intensa atti-

vità ambulatoriale dispone di un am-bulatorio di primo livello e numerosidi secondo livello, specializzati in ga-stroenterologia, endocrinologia, reu-matologia, oncoematologia, malattieinfettive.Tra le aree di eccellenza citiamo ilcentro di allergologia pediatrica e ilcentro di riferimento per le malattierare in età pediatrica.

Èstato firmato un ac-cordo di cooperazione

scientifica tra l’Universi-tà della Bicocca e la Re-pubblica delle Maldive. Itemi dell’accordo sono digrande attualità: alimen-

tazione, sicurezza alimentare e loro im-plicazione sulla salute; biodiversità esalvaguardia delle specie a rischioestinzione; cambiamenti climatici indot-ti dal consumo di combustibili e impat-to sull’ecosistema; nutriceutici e biomo-lecole attive per la salute.All’accordo si è arrivati in tempi moltorapidi. È trascorso, infatti, meno di unanno dall’avvio dei primi contatti con ilgoverno, sostenuti dal rettore MarcelloFontanesi, dalla professoressa Maria-luisa Lavitrano, delegato per le Rela-zioni Internazionali, e dall’AgenteConsolare Onorario per le MaldiveGiorgia Marazzi, sino alla firma delcontratto.Cinque facoltà (Scienze matematiche,fisiche e naturali, Economia, Medicina,Sociologia e Scienze della Formazione),otto dipartimenti (Biotecnologie eBioscienze, Informatica sistemistica ecomunicazione, Scienze Geologiche eGeotecnologie, Scienza dei materiali,Scienze economico-aziendali, Scienzechirurgiche, Sociologia e ricerca socialee Scienze umane per la formazione) ecirca venti ricercatori dell’AteneoMilano-Bicocca sono coinvolti nell’ini-ziativa.Verranno intraprese ricerche nel campodella qualità e sicurezza alimentare deiprodotti ittici, quali tonno e pesce spa-da, che vengono pescati nelle acque del-

l’arcipelago maldiviano e venduti sullenostre tavole. Altre ricerche saranno fi-nalizzate ad innovare le filiere alimen-tari in modo da migliorare le caratteri-stiche dei prodotti e la loro conservazio-ne e distribuzione.La trasversalità dei gruppi di ricercacoinvolti permetterà di affrontare tema-tiche con approcci innovativi. Ad esem-pio, i biologi marini potranno avvalersidi competenze di colleghi biotecnologiper lo studio dei coralli e di come essireagiscono agli stress provocati dall’in-nalzamento della temperatura. Ricer-catori di Scienze dei Materiali mette-ranno a punto microsonde che verrannoapplicate ai coralli, le quali saranno ingrado di fornire preziose informazionisenza essere corrose dall’acqua marinao dalle incrostazioni degli organismi(ovviamente senza essere dannosi per icoralli sui cui verranno impiantati me-diante chiodi realizzati con materialiinnovativi).Anche nel campo della medicina sonopreviste attività finalizzate alla tuteladella salute attraverso una corretta ali-mentazione e con lo studio di nuove bio-molecole.Sono previsti anche numerosi stage inlaboratori di ricerca messi a disposizio-ne dal governo delle Maldive. Gli stu-denti italiani potranno capire cosa vuoldire vivere su un territorio posto pochicentimetri sopra il livello del mare equanto sia importante cercare di miti-gare, ritornati nella città di residenza,le azioni in grado di accelerare i cam-biamenti climatici evitando così il ri-schio di sparizione di aree come quellemaldiviane.

a cura di Giorgio Meliesi

Il nido aziendale compie tre anniUn’esperienza e un progetto utili agli altri atenei italiani.

A studiare alle Maldive

UNIVERSITÀ DELLA BICOCCA

I NOSTRI PERSONAGGI

L’Associazione Art Action di Bresso, il cuipresidente è Gero Urso, pittore e collabora-

tore del nostro giornale, annovera tra i suoimembri pittori, fotografi, grafici, scultori e un“artista” singolare, una persona preziosa perchéè grazie a lui se tutte le attività e le iniziativerealizzate varcano i confini della “galleria piùpiccola del mondo” per viaggiare e raggiungereon line Paesi anche molto lontani. Parliamo diEmiliano Tosi, il tecnico informatico che si occu-pa di gestire il sito dell’Associazione.Si può defi-nire artista un professionista del computer? Lochiediamo allo stesso Emiliano.“Creare siti e portali di servizi richiede compe-tenze ma anche fantasia e creatività. Vi entra-no la grafica - bisogna essere bravi a proporregraficamente un prodotto - conoscenze aggior-nate della tecnologia e un lavoro che definirei‘artigianale’ in quanto il risultato non viene dal-la macchina ma da persone che interpretano lenecessità di altri e, servendosi di strumenti tec-nologici, come veri artigiani creano ad hoc ilprodotto finale. Per la riuscita del progetto ser-vono la professionalità e la creatività di varie fi-gure: il tecnico informatico per far sì che l'infra-struttura funzioni per bene, il grafico o il desi-gner per realizzare la miglior interfaccia utenteche si possa vedere, un altro tecnico per produr-re il miglior codice in grado di poter far lavorareil web. Ecco perché si parla di proprietà intellet-tuale del software: dietro ogni macchina, anchela più sofisticata, c'è comunque l'uomo, c’è ilpensiero di qualcuno.”Emiliano Tosi ha tante passioni, le arti marziali- da ventidue anni pratica l'aikido - la chitarra,la vela e la navigazione d'altura, naturalmentel’informatica, un amore che coltiva da giovanis-simo.Racconta:“Mio padre gestiva una piccola impresa. Avevabisogno di qualcuno che ci capisse qualcosa conil computer così a 16 anni ho trascorso le mieprime notti chino sui software Intanto studiavoper perito industriale in arti grafiche e impara-vo la progettazione di libri, impianti redaziona-li, foto formatura. Dopo il diploma ho lavoratonel settore organizzazione e sistemi per la CasaEditrice Universo di Cinisello, poi sono diventa-to sempre più esperto nei sistemi informativi esoprattutto nell’introduzione dei sistemi infor-mativi nelle realtà aziendali. Avvicinavo il per-sonale ai nuovi processi informatici introdottinell’azienda rassicurando quelli, e sono la mag-gioranza, cui un cambiamento radicale fa pau-ra; spesso infatti ciò che non si conosce crea ten-sione e ansia quindi si tende a rifiutarlo.Le rea-zioni e le emozioni di chi si trova costretto ad

abbandonare delle certezze per affrontare ilnuovo mi hanno reso particolarmente sensibilenei confronti delle persone. Ho capito che il falli-mento o il successo di un progetto dipendono sìdalla professionalità ma molto anche dal rap-porto di fiducia che si instaura con l’utente. Nel1996 ho creato con altri due soci una piccola so-cietà, Il Simposio: si trova al n.18 di viaPasserini, proprio nel cuore di Niguarda e si oc-cupa appunto di servizi informatici. Il terminesimposio, banchetto conviviale greco, divenutopalestra di sapienza, in età moderna è assuntoa indicare un convegno nel quale si dibatte in-torno a un dato argomento. Ho voluto chiamarecosì la nostra azienda perché il desiderio di tuttinoi è proprio quello di mettere insieme le mentie le idee per produrre ingegno nel settore infor-matico e riversarlo a cascata nella società”.In che modo nella quotidiana attività la-vorativa riesce a dare concretezza ai suoiprincipi?Ci occupiamo dell’introduzione di sistemi infor-mativi nelle piccole e medie imprese tenden-zialmente localizzate in Lombardia. Il budgetspesso costituisce un ostacolo per chi vuole con-solidare i propri dati o deve informatizzare lapropria azienda. Per andare incontro ai proble-mi dei nostri utenti ci siamo quindi associati al-la Microsoft che mette a disposizione dei suoipartner un servizio di ricerca di finanziamentisu bandi regionali, provinciali e della comunitàeuropea, così spesso siamo in grado di far finan-ziare per una certa cifra il lavoro che il cliente cirichiede. La nostra etica ci spinge poi a partirecon il progetto solo dopo che questo è stato ap-provato. Da tempo stiamo lavorando sulle nor-mative relative alla privacy e, grazie alla colla-borazione tra il consulente privacy, legalmentepreparato, e il consulente informatico, possiamodare risposte adeguate anche in questo campo.Da pochi mesi abbiamo iniziato una nuova av-ventura, quella di integrare sistemi gestiona-li già esistenti con servizi e sistemi di rileva-zione satellitare. Pensiamo che molte aziendeoggi possano aver bisogno di questo partico-lare tipo di servizio e le richieste finora per-venute ci convincono a continuare in questadirezione. Un’operazione di cui andiamo mol-to fieri, però, è il fatto di esserci proposti co-me partner tecnologico e sponsor di due asso-ciazioni culturali, Art Action e Gsa, un’asso-ciazione di giornalisti italiana. Questa colla-borazione, a titolo assolutamente gratuito, ciriempie di orgoglio e costituisce a mio parereun vero e prezioso fiore all’occhiello per lapiccola azienda che rappresentiamo.”

Il reparto di pediatriasi avvale di quattro set-tori con diverse attività:un reparto di degenza,con 23 posti letto e se-zione distaccata permalattie infettive pedia-triche, con 5 stanze; unday hospital con dueposti letto; ambulatorisu prenotazione, di pri-mo e secondo livello; unpronto soccorso con ac-cettazione pediatrica 24ore, con 3 posti letto perl’osservazione breve.

Emiliano Tosi, artista del computer,a Niguarda con il know how dell’informatica

Teresa Garofalo

ONA NOVE 18

Special Ediction: il Trofeo Esuli, concorso canoro per grup-pi e cantanti si trasforma e diventa, solo per il 2008, un

concorso esclusivo alle donne vocalist dai 14 anni in su. Già!Gli Esuli (gruppo musicale organizzatore dell’evento) han-no dichiarato di non organizzare il concorso negli anni pari,ma questo è un concorso molto speciale, in quanto potrannoiscriversi solo cantanti donne che canteranno esclusiva-mente con basi musicali, cioè soltanto con la musica regi-strata su supporto Digital Audio Cd o General Midi. Il con-corso è stato voluto fortissimamente dalle cantanti che nelleprecedenti edizioni del Trofeo Esuli non si sono potuteesprimere come cantanti soliste. Ora è arrivato il momento:sabato 10 maggio, alle ore 21, nel Teatro della Parrocchia al-la Bicocca in via La Farina 15, le cantanti dai 14 anni in suche si saranno iscritte, e saranno state selezionate, potran-no esibirsi e puntare al primo premio… Una giuria compo-sta da musicisti e professionisti decreterà le vincitrici. Cometutti i concorsi che si rispettano, oltre ai premi alle primetre classificate, ci saranno anche tanti regali da parte deinegozianti della zona a tutte le partecipanti. L’iscrizione èaperta sino al 25 marzo alle ore 12 ed è gratuita. Scrivereconfermando l’adesione al concorso a [email protected] oppure ritirate il modulo d’iscrizione da Emilio Galeottapresso l’oratorio di viale F.Testi 190 a Milano. Entro la datastabilita dovete mandare l’iscrizione e, se volete, una foto dapubblicare in questa rubrica.- Stefano Bartolotta consiglia i cinque dischi italianida non perdere nel 2008 Il 2007 è stato un anno d’oroper la musica indipendente italiana. Tantissimi sono stati ititoli degni di nota provenienti dal Bel Paese, e se negli altrianni la qualità non era mai mancata, quello che ha sorpre-so è stata la quantità di album di così alto livello. Sorge

quindi spontaneo chiedersi se anche il 2008 riserverà similisoddisfazioni, e già ora che siamo agli inizi c’è una certa at-tesa per almeno cinque lavori, per i quali qui di seguito an-drò a presentare brevemente le premesse e le mie personaliaspettative.Mentre sto scrivendo questo articolo mancano pochissimigiorni alla pubblicazione del quarto disco dei Baustelle, intito-lato “Amen”. La band originaria di Siena ha ottenuto la noto-rietà con il disco precedente,“La Malavita”, dopo che per anniha potuto contare su un seguito piuttosto esiguo,pur se moltoappassionato. Ci si può aspettare il consueto mix di melodiecontagiose, testi nei quali ognuno può facilmente immedesi-marsi, ma non per questo banali, ed un’atmosfera complessi-va a metà tra il nostalgico ed il disincantato.Dopo solo una settimana sarà la volta del secondo lavorodegli Offlaga Disco Pax. I tre ragazzi di Reggio Emilia ave-vano pubblicato, nel 2005, il loro esordio “SocialismoTascabile” piuttosto in sordina, ma ben presto il loro nomeera finito sulla bocca di tutti gli appassionati, a tal puntoche sono stati quasi costretti a suonare in tutta Italia per ol-tre un anno consecutivo. La loro musica si basa su un equi-librato dosaggio di suoni chitarristici ed elettronici, e sullavoce narrante di Max Collini, che non canta ma declamastorie con i testi più coinvolgenti degli ultimi anni. Perso-nalmente ho un po’ di dubbi sul fatto che questo“Bachelite” riesca ad arrivare ai livelli del debutto, vistal’impossibilità di avvalersi del cosiddetto “effetto sorpre-sa”, ma chissà che i tre reggiani non abbiano altri coniglinascosti nel loro cilindro.Dovrebbe arrivare presto nei negozi anche il secondo discodel cantautore gardesano Paolo Benvegnù. Dopo essere sta-to il leader, negli anni Novanta, degli Scisma, Paolo ha dato

un tocco di italianità al suo stile ed ha convinto tutti con l’e-sordio “Piccoli Fragilissimi Film” del 2004. In questi anni,dai concerti che ho visto ho colto nelle canzoni nuove unumore molto più nervoso e tormentato, per cui mi aspettoun lavoro molto più difficile, ma che potrà dare comunquegrandi soddisfazioni a chi lo ascolterà.A metà marzo sarà la volta degli italo-francesi Grimoon,con il loro “Les 7 Vies Du Chat”. Anche qui si tratta di un’o-pera seconda, e anche qui la qualità si annuncia piuttostoalta, dopo il magnifico esordio “La Lanterne Magique”, cheunisce in modo mirabile raffinatezza ed intensità. Con que-sto lavoro, in cui hanno suonato numerosi ospiti, si sperache i Grimoon godano finalmente della considerazione chemeriterebbero ampiamente, perché è francamente un delit-to che un gruppo del genere sia ancora conosciuto soltantoda pochi appassionati.Imprecisata è invece la data di uscita della nuova fatica deiveneti Valentina Dorme. Dal loro blog, però, leggiamo te-stualmente che il disco deve uscire entro il 2008, per cuipossiamo metterci comodi ad attendere che il leader delgruppo, Mario Pigozzo Favero, metta definitivamente apunto le idee, e riesca ancora a farci amare il suo rock dalsuono tanto energico quanto avvolgente e dai testi poeticied intriganti. Personalmente non ho dubbi che l’altalena tradolcezza ed inquietudine a cui la band ci ha abituato con ilavori precedenti farà centro anche stavolta.Prepariamoci quindi ad un 2008 in cui la musica italiana diqualità sarà ancora una volta presente. Con buona pace dichi continua a considerare il nostro Paese su un piano di in-feriorità rispetto alle produzioni straniere.- Aspetto notizie musicali da tutti voi, cari lettori…scri-vetemi: [email protected]. Buona musica a tutti!

Continua l’intensa attività teatrale delTeatro della Cooperativa di via

Hermada: dal tutto esaurito raggiuntocon lo spettacolo “Non è stato facile cade-re così in basso” (di e con Flavio Oreglio ela collaborazione ai testi e alla regia diRenato Sarti), alla riproposta di “Nome diBattaglia Lia” (testi e regia sempre diRenato Sarti, con Marta Marangoni (vedianche qui a fianco, ndr), Rossana Mola elo stesso Sarti) ritenuto ormai un classicodel teatro di memoria.Ancor più significativo e importante èstato l’evento commemorativo per laGiornata della Memoria che ha portatoil Teatro della Cooperativa (il 24 gen-naio) a Roma, nella prestigiosa Saladella Lupa di Montecitorio, dove è stato

ospitato, per la prima volta, un eventoteatrale. Tale onore è toccato infattiproprio a “I me ciamava per nome:44.787- Risiera di San Saba”, una delleprime produzione del teatro di viaHermada che in pochi anni ha raggiun-to risultati di pubblico e di critica tantolusinghieri quanto meritati.A Montecitorio l’ufficialità non ha scal-fito l’intensità del rito. Davanti alPresidente della Camera Fausto Berti-notti, a una nutrita rappresentanza diaderenti alla Associazione Nazionale ExDeportati nei campi di sterminio nazi-sti, a una scolaresca della scuola ebrai-ca, ad ambasciatori e numerosi deputa-ti, gli attori (Moni Ovadia, Tanja Pecar,Ernesto Rossi, Nicoletta Ramorino, lo

stesso Sarti), hanno datovoce alle testimonianzedirette sull’unico lager inItalia munito di forno cre-matorio (che ha provocatodalle 3.000 alle 5.000 vit-time) evocando tutto il do-lore e tutto lo sgomentoper una delle pagine piùorribili della storia del no-stro Paese.A febbraio oltre ad ospita-re la giovane compagniaGarabombo delle Rissecon lo spettacolo “Per ab-breviare la mia sofferen-za. Ovvero dell’eroe per-duto Marco Pantani”, unaspecie di ritratto del pira-ta dei pedali, il Teatrodella Cooperativa metteràin scena - sino a fine mar-zo - “Io Santo, tu Beato(Risate)”, con Bebo Stortie Renato Sarti (eccoli am-bedue nella parte nella fo-tografia qui a sinistra,ndr), e “Delma Pompeo ela band Riddle”, comme-dia divertente che infor-ma su quel tema tanto at-tuale del potere ecclesia-stico. Inoltre, ogni lunedìsino ad aprile, la salaospiterà i bizzarri artistidi Musicomedians Lab di-retti da Flavio Oreglio,che tra musica e cabaretoffrono la possibilità ditrascorrere una seratapiena di sorprese con“Non c’è Milano”.

Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

FIATO ALLE TROMBE

a cura di Sergio Maestri - con un testo di Stefano Bartolotta

Soltanto donne al Trofeo Esuli 2008

Incontriamo il sorriso cordiale di MartaMarangoni dove l'avevamo lasciato giusto

2 mesi fa: il Teatro della Cooperativa.Proprio in quella sala il 6 dicembre scorso ilnostro giornale la premiò con lo Zonino d’o-ro per le sue capacità artistiche. Sono quasile 7 di sera e dobbiamo fare presto perchèentro pochi minuti sarà impegnata nelleprove dello spettacolo “Nome di BattagliaLia”: il lavoro che ha fatto conoscere Martaal grande pubblico nel doppio ruolo di attri-ce e assistente alla drammaturgia e che rac-conta la storia di Gina Galeotti Bianchi, lapartigiana incinta di 8 mesi uccisa il 24aprile '45 davanti all'ospedale di Niguarda.Proprio quella Niguarda dove Marta oggivive anche se i suoi debutti artistici sono av-venuti altrove: “Ho avuto le mie prime espe-rienze artistiche, quasi per gioco, allaCascina Autogestita Torchiera - raccontaMarta -. In quel periodo ho cominciato a co-noscere e ad apprezzare il teatro di strada.”La svolta di Marta è però avvenuta inGermania: “Per ragioni di studio (Marta èlaureata in lingue ndr) ho passato infatti 1anno a Dresda e 2 a Berlino. Proprio nellacapitale tedesca mi sono appassionata al-l'arte circense, al varietà e al cabaret : formedi spettacolo molto popolari nella Berlinodel secolo scorso. Proprio il cabaret è statooggetto della mia tesi di laurea nonché delmio primo lavoro teatrale “Ich Bin EinBerliner” realizzato in collaborazione conRossana Mola. Nello spettacolo si effettuaun percorso a ritroso, dalla caduta del murodel 9 novembre 1989 sino alla sua realizza-zione il 13 agosto 1961, che conduce lo spet-tatore attraverso la storia della ex Ddr. Aquesto filo conduttore fanno da contrappun-to una serie di sketch satirici, che riflettonoin maniera grottesca la situazione politicosociale dell'allora Germania Est.”Dopo questo importante lavoro Marta harealizzato nuove esperienze artistiche.“Oltre a ‘Nome di Battaglia Lia’ ho collabo-rato nel 2006 alla drammaturgia di alcunispettacoli della compagnia A.T.I.R.(Associazione Teatrale Indipendente per laricerca) la cui fondatrice e direttrice artisti-ca, Serena Sinigaglia, è stata anche registanel 2004 dello spettacolo “Il Grigio” diGaber-Luporini”. L’impegno di Marta è peròmolto rivolto al presente. “Sono molto felicedi collaborare con Piero Lenardon dellaFilarmonica Clown alla realizzazione di unospettacolo su Bertoldt Brecht”. Un lavorodel quale va molto fiera è quello relativo al-la programmazione artististica del teatro“La Scighera” situato alla Bovisa. “È vero,mi piace molto. Si tratta di uno spazio nel

quale si cerca di dare la possibilità a tutti isoci di esprimere le proprie qualità artisti-che. Quest'anno, con la seconda rassegnateatral-nebbiosa “Brume della ribalta” stia-mo presentando dei lavori interessanti. Sitratta di 18 spettacoli, articolati su due di-stinte rassegne, estremamente variegateper stili e tematiche affrontate: dalla com-media clownesca al teatro-canzone fino adarrivare al cabaret, senza per questo trascu-rare il teatro civile e quello d'innovazione.”Dopo la parte autunnale ispirata allaBruma con la fine del mese di gennaio glispettacoli saranno dedicati alla Nebbia.Per informazioni sul calendario degli spetta-coli consultare sul nostro giornale la rubrica“Gli appuntamenti del mese” oppure il sitohttp://www.lascighera.org/

Marta Marangonila Gina Bianchi del palcoscenico

Lorenzo Meyer

Il Teatro della Cooperativada Niguarda a Montecitorio

Luigi Luce

LUCI DELLA RIBALTA

ONA NOVE 19COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

SCUOLIN ONA

a cura di Antonella Loconsolo

IIll ccuuoorree rraaccccoonnttaaSimone Saverio Olita

(alunno)

La mia prima espressione di vita fu PUMe da quel momento faccio solo pum pum pum.

Dicono che senza me non ci sarebbe amore, calore e vitama io sono solo uno che fa pum pum pum.

Dicono che in amore schizzo in golae che quando hai paura batto più forte,

ma io faccio solo pum pum pum.Dicono che dentro di me alberghi coscienza, conoscenza e vita.

Ma io sono modesto, faccio solo pum pum pum.Ma se ti sembra che questo sia poco,

prova a fermarmi.Ora e solo ora che sono fermo posso dirti ciò che vedo e sento.

Vedo profumi così tenui eppur così intensi sento tramonti e albeggi su rugiade di giovani tralci di vite.

Annuso colori e contrastanti cangiamenti di amori, solitudini e malinconie,vita e morte di cui io feci parte col mio solo pum pum pum.

Gli alunni delle classi quarte dell’ isti-tuto comprensivo Thomas Mann

hanno inviato una lettera via e-mail al-l’assessore Moioli, alla presidentessa delConsiglio di zona 9 Beatrice Uguccioni eal sindaco Letizia Moratti, con la richiestadi migliorare il loro cortile, creando piùspazi verdi dove poter giocare ed elimi-

nando alcune strutture pericolanti.Moratti ha chiesto a Moioli di rappresen-tarla e l’assessore ha deciso di andare, as-sieme a Uguccioni,nelle classi quarte il 28novembre. I bambini hanno preparatouna piccola cerimonia di accoglienza.L’assessore ha spiegato loro che non tuttele richieste si potevano realizzare. Gli

alunni allora hanno fatto altre proposteche l’assessore ha ritenuto ragionevoli.Infine l’assessore ha chiesto agli alunni direalizzare un progetto di come immagina-vano il cortile rinnovato. L’assessore hasalutato i bambini dicendo loro che avreb-be mandato degli operai il prossimo annoscolastico. (Alessandro Viola)

Sabato 19 gennaio una ventina di bam-bini della seconda elementare

dell’Istituto Locatelli si sono trovati ascuola con i genitori e le famiglie per svi-luppare le loro “innate” doti creative insie-me alle maestre e ai responsabili del pro-getto della Dott.ssa Visconti. La mattina-ta era organizzata in due fasi: nella primaparte avevamo l’opportunità di sceglieretra la creazione di figure in pasta di sale(attività scelta dalla gran parte dei bam-bini) e l’ingegnosa costruzione di fiori,mollette e portachiavi partendo da unsemplice filo di ottone. Mentre i piccoli ar-tisti profondevano il loro entusiasmo nelpreparare la pasta di sale miscelando i di-versi elementi per poi aggiungere vari co-lori, i genitori si ingegnavano nel com-

prendere le istruzioni sapientemente for-nite su ciclostile per la produzione di og-getti vari,naturalmente con l’aiuto dei pa-zienti e competenti responsabili.Sembrava che dentro ad ognuno di noiuna vocina dicesse: “Forza adulti, poteteimparare anche voi da grandi artisti!”Era meraviglioso vedere mamme che ta-gliavano e cucivano fiori e farfalle utiliz-zando semplicemente vecchie calze di ny-lon… E ancora più divertente era vedere ipapà alle prese con ago e filo! E che rifini-ture ragazzi, da gran sartoria! Dalle maniattente ed operose dei genitori sono uscitianche dei fantastici paralumi ottenuti dalcartone di pandori e panettoni, utilissimiportachiavi cuciti da pannolenci dei piùsvariati colori e raffinate mollette, cer-chietti ed elastici elaborati con cura minu-

ziosa e tanto amore. Dopo una pausa conun piccolo aperitivo, siamo andati tutti in-sieme nell’atrio della scuola per assistereal ballo-sorpresa preparato dai bambini.Tutti assorti nel loro compito i bimbi han-no presentato un bellissimo ballo conscambio di cappelli al ritmo di “PulloPeppa”. E, sorpresa delle sorprese sonostati poi invitati i genitori ad eseguire glistessi coordinati movimenti, in modo piùgoffo ma veramente simpatico.Grazie a tutti quelli che hanno contri-buito alla realizzazione di questa splen-dida mattinata. E grazie anche all’am-ministrazione scolastica e alle gentilicommesse, sempre disponibili a distri-buire volantini e ad aprire la scuola disabato. (Un gruppo di genitori delleseconde elementari)

Sabato 2 febbraio, presso il Teatro dellaCooperativa, un gruppo di alunni ed

ex-alunni, docenti ed ex-docenti, genitoridella scuola media “G. Cassinis” hannoaperto, insieme al numeroso pubblico, il li-bro della memoria, per ricordare tutti co-loro che hanno sofferto nei lager nazisti:gli ebrei, gli zingari, gli omosessuali, i ma-lati, i testimoni di Geova, gli oppositori delregime di Hitler. È il primo anno che que-sto importante evento esce dalle muradella scuola per incontrare il quartiere, co-sa resa possibile dal contributo delComitato soci Ornato della CoopLombardia.La prof. Martegani, che con la prof.Scandiani e il prof. Sacco da anni è l’ani-ma di questo evento, apre la celebrazione

ricordando il maestro Giuseppe Pontre-moli, scomparso a 47 anni il 9 aprile del2004. Insegnante della scuola elementareCesari, aveva per primo deciso di dare unsenso profondo alla Giornata dellaMemoria, ricorrenza istituita per leggenel 2000, dando voce a chi voce non avevapiù.“Nel Giorno della Memoria – ha dettola prof. Martegani - si deve ricordare nelsenso etimologico della parola, che derivadal latino cor- cordis, cuore e significa ri-portare al cuore.” Valeria Malvicini, delComitato soci Coop, ha sottolineato che illoro contributo nasceva dalla condivisionedei valori che stanno alla base dell’inizia-tiva. Poi, in una sala silenziosa, le voci deiragazzi hanno evocato il dolore, lo strazio,l’ingiustizia, l’orrore. Interrotti solo dal

suono della chitarra di Stefano Bobbio edalla voce purissima di Suzanne Hobley edella piccola Giulia Botta, allieva dellaCassinis e della scuola di canto del Teatroalla Scala, che hanno assolto il comanda-mento “Meditate che questo è stato”.“Spesso si paventa la riduzione diuna data a rituale, a scadenza dovu-ta, a mero simbolo - scriveva il mae-stro Pontremoli -. Io qui auspico l’ele-vazione di questa data a rito, a dove-re morale”. Esattamente questo èstato fatto, e chi vi ha partecipato èuscito più ricco. Nella hall del teatrole immagini della mostra “Terezin”,visitabile fino al 19 febbraio, mostra-no disegni e poesie dei bambini nelcampo di sterminio.

Il disastro refezioneIl 31 gennaio si sono riuniti 73 rappresentanti di com-

missioni mensa di circa 100 scuole della città. Dal con-fronto tra le varie realtà è emerso che, a fronte di unaMilano Ristorazione che sostiene che otto utenti su diecisono soddisfatti, si sono riscontrate criticità costanti, daipasti tristi, monotoni e cotti male per i bimbi a dieta ai re-fettori inadeguati e rumorosi. Un vero e proprio grido didolore è giunto dalle scuole che hanno cambiato la coope-rativa di scodellatici. Il caso più eclatante è quello dellasocietà “Sogno e realtà”, che invia nelle scuole personaleprivo della più elementare preparazione di base. Così latemperatura delle termiche all’apertura non viene piùmisurata, eventuali insetti nella minestra finiscono inpattumiera, mentre il resto continua ad essere servito aibambini. Alcune scuole, adiacenti ai centri cucina, sonoabbastanza soddisfatte del servizio ma le altre, con lapappa che staziona quasi due ore nelle termiche, non nepossono più del cibo scotto e poco appetibile.Intervista al papà che ha creato il forum delle com-missioni refezione Incontriamo Antonio Tuzzi, il qualeha creato il forum Milano commissioni mensa che raggrup-pa100 delle oltre 500 scuole milanesi.Cos’è una commissione refezione?“È un organismo scolastico composto da genitori e inse-gnanti che controlla la refezione scolastica in tutti i suoiaspetti: dalla idoneità dei locali alla gradibilità del pasto.Da una parte cerchiamo di interloquire con il Comune econ Milano Ristorazione per ottenere che il servizio sia mi-gliorato e dall’altra registriamo i commenti dei nostri figli.È tutto bello come dice Milano Ristorazione?Dal gruppo Milano commissioni mensa (group su yahoo :milano_commissioni_mensa) le lamentele sono numerose.È importante che i genitori controllino il servizio?È fondamentale, perché molti miglioramenti sono stati ot-tenuti con un po’ di pressione sui responsabili. E poi par-tecipando agli incontri o confrontandoci via email si sco-prono tante cose. Ad esempio che nel centro cucina cheprepara i pasti per la scuola di mio figlio (via Feltre, ndr)10 persone circa ne preparano 1600-1700 al giorno. Certola tua azione diventa molto meno incisiva quando ti scon-tri con la “giungla delle competenze”: ad esempio la ri-strutturazione dei refettori (rifacimento pavimenti e simi-li) è compito del Comune, ma la manutenzione ordinariaè a carico di Milano Ristorazione. Al Comune spetta an-che fornire gli arredi per il refettorio, ma la gestione deiboiler per l’acqua calda è demandata a MilanoRistorazione. Inoltre la pulizia delle pareti verticali dei re-fettori è di competenza del Comune (es. pareti, vetri, ten-de), mentre la pulizia dei piani orizzontali spetta a MilanoRistorazione (es. pavimenti, tavoli, sgabelli).Quello del “papà controllore” è un mestiere difficile?La richiesta di condivisione delle regole (capitolati di appal-to) definite per l’erogazione del servizio è la battaglia piùdura. Milano Ristorazione mostra grande disponibilità aldialogo, mentre l’Unità di controllo del Comune è più reti-cente. Pertanto l’assenza del Comune nelle riunioni dà aMilano Ristorazione la possibilità di scaricare sul Comunetutte le responsabilità, soprattutto in mancanza di docu-menti che chiariscano le specifiche competenze.Basta pubblicità, vogliamo un servizio miglioreMichela Fragomeni, Presidente del Consiglio d’IstitutoComprensivo V. Locchi si domanda perché una Società diproprietà del Comune debba farsi pubblicità, visto che ilservizio è destinato alle scuole del Comune stesso e nonesiste concorrenza. “Abbiamo sotto gli occhi le carenze delservizio: quantità scarse, qualità discutibile, cibo spessoprecotto e/o confezionato, anche in caso di vegetali, perso-nale addetto alla distribuzione presente sempre in nume-ro inferiore a quello previsto, appartenente a cooperativein appalto la cui professionalità e idoneità igienico/sanita-ria non è controllata”. Rosanna Campeggi, mamma diuna bimba a dieta della zona 2: “La situazione relativa al-la qualità delle diete sanitarie si trascina ormai da anni.La dieta senza glutine deve presentare un menu differen-ziato nei piatti contenenti farina di frumento. Peccato chequalsiasi primo piatto (es. gnocchi, lasagne, etc.) vengasempre sostituito da pasta o riso, pur esistendo alimentiprodotti con farine senza glutine. Lo stesso pane senzaglutine non è servito. E poi com’è possibile che dei piattisemplicissimi, come una pasta al pomodoro o un risotto,possano arrivare a tali livelli di immangiabilità?”.

Cassinis: a teatro nel Giorno della Memoria

Per frequentare la materna non basta essere bambini?

Mann: l’assessore e il cortile della scuola da rinnovare

Sabato 23 febbraio, dalle ore 10 alleore 13.30, presso l’auditorium del-

l’Istituto d’Istruzione Secondaria Supe-riore (Ipsar) Lagrange, sito in via LittaModignani 65, la comissione salutedell’Istituto, in collaborazione con ilCentro di Aggregazione giovanile “2YouMilano 2” e in relazione alle attivitàdello Spazio di intervento delle famiglierivolte alla prevenzione del disagio gio-vanile, invita i genitori degli studentidelle scuole del territorio a un incontrosul tema “Cibo ben-essere”.Il programma dell’incontro prevede chesi trattino i seguenti argomenti: la famee la gola (il cibo come fonte di nutri-mento del corpo e di appagamento dellasfera emotiva); disagio giovanile e di-sturbi del comportamento alimentare;suggestioni e rischi del mercato alimen-tare: “occhio” alle etichette; alimenta-

zione e impegno nello studio: come so-stenere il benessere degli studenti edelle studentesse.La conduzione dell’incontro sarà a curadella dottoressa Nadia Dalla Longa e del-la professoressa Silvia Zanarotti. Alla rea-lizzazione dell’intervento collaborerà laclasse 2B dell’Istituto d’IstruzioneSecondaria Superiore (Ipsar) con la pro-fessoressa Paola Gusselli.La partecipazione all’iniziativa è com-pletamente gratuita.Per l’iscrizione compilare e inviare en-tro il 20 febbraio prossimo l’appositascheda ritirabile presso la scuola [email protected] oppure alla se-greteria via fax 02.66222266 (per diffi-coltà di invio telefonare al numero02.66222804).Per ulteriori informazioni contattareNadia Dalla Longa: cell. 348.0937237.

Lagrange: cibo e ben-essere

Locatelli: didattica della creatività per tutti

Il 26 gennaio, davanti a Palazzo Marino si è tenuto ungirotondo di protesta contro la circolare che esclude

l’ammissione dei bambini figli di irregolari dalle scuolematerne comunali. Oltre trecento persone hanno protesta-to allegramente, cantando e ballando sulle note della“Banda degli ottoni”.Il 6 febbraio le consigliere comunali Patrizia Quartieri eMarilena Adamo hanno presentato un ordine del giornoche ha raccolto la firma di tutti i consiglieri capigruppodell’opposizione (Verdi, Pdc, Sd, Lista Dario Fo, Prc e Pd).Nel documento si chiede il ritiro della circolare sulle iscri-zioni 2008, che esclude dalle scuole dell’infanzia delComune tutti i bambini stranieri i cui genitori non siano inpossesso del permesso di soggiorno entro il 29 febbraio, per-ché ciò “viola gravemente le norme nazionali e internazio-nali sui diritti dei minori, negando ai bambini stranieri fi-gli di clandestini il diritto di accesso ai servizi educativi”. Asostegno della tesi l’opposizione cita l’articolo 3 dellaCostituzione che parla di “...rimuovere gli ostacoli di ordineeconomico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’u-guaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo del-la persona umana” e osserva che frequentare la scuola ma-terna, oltre che rappresentare un diritto, significa favorire ilprocesso d’integrazione culturale e sociale.

Dopo che anche il CdZ 9 si è pronunciato contro questa cir-colare “anti-bambini” l’esempio è stato seguito dalla zona 1,segno evidente che il riconoscimento che questo provvedi-mento è assurdo è “bipartisan”.Ma non è finita qui: il 7 febbraio Quartieri ha chiesto al di-rettore generale Carmela Madaffari se, a iscrizioni allascuola materna concluse, si potevano quantificare le even-tuali lista d’attesa. La risposta di Madaffari è stata che nonce sono: il Comune al massimo ha circa una sessantina dirichieste inevase a fronte di circa 8/9000 nuove iscrizioni,che comunque saranno assorbite da qualche rinuncia. Èstata l’ennesima conferma che la non accoglienza delleiscrizioni dei bambini “clandestini” è una scelta politica enon può e non deve diventare una guerra tra residenti estranieri sulle liste d’attesa: nessuno toglie il posto a nessu-no, perché i posti ci sono per tutti!Ultim’ora: dopo la minaccia del ministro dell’IstruzioneFioroni di togliere a Milano i fondi statali per le scuole ma-terne e le vivissime proteste della società civile e dell’opposi-zione, l’assessore comunale Moioli comincia a fare marciaindietro sulla sua circolare che esclude dalle materne ibambini figli di immigrati senza permesso: tutte le doman-de verranno accolte e poi si vedrà come valutarle.

La società è costretta a peregrinaretra la palestra del Liceo Russell, quel-la della Thomas Mann, quella di viaCesari e il palazzetto di via Iseo.“Certo, un impianto tutto nostro ci fa-rebbe molto comodo – allarga le brac-cia il presidente – potremmo organiz-zare più facilmente eventi, tornei etante altre iniziative. E poi l’affittodelle palestre costa, così come costanogli allenatori qualificati che mettiamoa disposizione dei più piccoli”.L’Azzurri Niguardese Basket, però,non è solo minibasket; c’è anche unsettore agonistico che funziona:Promozione, Under 17, Under14,Under 13 e Amatori Uisp le squadremaschili, Serie C e l’Under 15 quellefemminili. E in futuro, che cosa acca-drà? “Siamo una delle società più co-nosciute di Milano – concludeRecalcati -; siamo nati a Niguarda,ma contiamo di espanderci anche inaltri quartieri e le iniziative attivatenelle scuole ci potranno aiutare”.

La pallacanestro funziona, non c’è dubbio, nonostante lostrapotere mediatico del calcio: sul parquet la maleducazio-ne, l’inciviltà, la violenza e le intemperanze dei genitori sonoancora merce rara. Speriamo che duri.

ONA NOVE 20

ONA 9 DERBYa cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi

Armando Picchi: Penna bianca capitano coraggioso

a cura di Roberto Braghiroli

Baskettiamo con l’Azzurri NiguardeseLa pallacanestro è sbarcata nelle scuole elementari della nostra zona. E riscuote successo anche tra i più grandi.

SPORTIN ONA

I love this game, recitava uno slo-gan di qualche anno fa dell’Nba,

il campionato di pallacanestro ma-de in Usa. Da noi quello slogan sipuò tradurre “Baskettiamo inZona 9”. Questo, infatti, è il nomedi un ambizioso progetto promossodall’Azzurri Niguardese Basket edalla Cooperativa Edificatrice diNiguarda. L’iniziativa, giunta que-st’anno alla seconda edizione, ha loscopo di promuovere e insegnarela pallacanestro agli alunni dellescuole elementari di zona: gli isti-tuti coinvolti sono Mann-Bussero,Cesari-Passerini, Achille Ricci,Don Orione ad Affori e SorelleAgazzi alla Comasina, per un tota-le di 37 classi. “Il nostro compito èmettere a disposizione degli alunniallenatori e istruttori qualificati”spiega Walter Recalcati, presiden-te da 13 anni dell’Azzurri Niguar-dese Basket.La pallacanestro piace, quindi, so-prattutto ai più giovani: lo dimostrano gli oltre 250 ragazzi-ni, dai 5 agli 11 anni di età, iscritti ai corsi di minibasketdella società niguardese. “Considerato che siamo l’unicarealtà cestistica di zona – spiega ancora Recalcati – il nostro

Su “Zona Nove” del novembre scorsoci siamo occupati dei grandi capita-

ni del Milan. Questo numero “neraz-zurro” lo vogliamo dedicare ad un solocapitano interista: Armando Picchi.Non dimentichiamo certo la leggendaFacchetti (di Giacinto ci siamo già occu-pati nei precedenti numeri), lo zioBergomi o l’attuale grande capitanoJavier Zanetti. Crediamo però di far co-sa gradita, soprattutto ai più giovani,raccontando qui la storia bella e tragicadel libero livornese.Quel giorno tutta Livorno si fermò. Inegozi chiusero dalle 17.30 alle 19 inmemoria di Armandino. La famigliatravolta dall'affetto dei livornesi decisedi celebrare un funerale pubblico. Lagente voleva salutare il suo “Armandi-no”, non solo campione di calcio ma an-che esempio di serietà, lealtà e di nobilespirito d'animo. Armando Picchi ci halasciati nel 1971 a soli 35 anni sconfittoda un male incurabile. È stato il capita-no della grande Inter degli anni ‘60 checon lui vinse 3 scudetti, 2 Coppe deicampioni e 2 Coppe Intercontinentali.Arrivò in maglia nerazzurra nel 1960dopo una straordinaria stagione allaSpal. Il mago Herrera lo trasformò subito da terzino de-stro a libero. Un ruolo che interpretò in maniera leggen-daria avendo un grande senso della posizione e dell'anti-cipo. Nelle sue giocate costringeva gli avversari ad anda-re dalla parte del campo a lui più favorevole e, dopo averrecuperato il pallone, riavviava subito l’azione cercandospesso, con il suo destro preciso, Luisito Suarez. Un sensotattico fuori dal comune che ne fece il naturale leader incampo. “Ci sentivamo protetti dalla sua presenza - con-fessò qualche anno dopo il suo compagno di mille batta-glie Tarcisio Burgnich. Sapeva dirigere le operazioni, eraun leader naturale. Guidava la squadra senza andarefuori dalle righe, con decisione ma anche con grande sem-plicità e tranquillità. Aveva una dote immensa: sapevafarsi rispettare senza prevaricare i compagni… Il Magosi affidava molto a lui.” E proprio con Herrera ebbe unrapporto di amore-odio. Il mago alcune volte non sapeva

“leggere” la partita.Allora ci pensava Picchi a dettarei cambiamenti tattici, molto spesso anche contro il

volere del mago. Come quella a volta a Vicenzaquando le decisioni di Picchi portarono al

capovolgimento del risultato a favoredell'Inter e successivamente, ad un

vero e proprio ammutinamento

della squadra nei confronti del mago: il pullman cheattendeva alle 20 in Piazza Castello per portare igiocatori in ritiro rimase praticamente vuoto.Un grande giocatore ma anche uno dei primi sindacalistidel calcio italiano in un periodo dove i giocatori erano pri-vi di diritti. Picchi è sempre stato grato ad Herrera peravergli dato la possibilità di raggiungere fama e gloriacon la maglia dell'Inter. Del mago mal sopportava però irapporti con l’ambiente e soprattutto nei confronti deigiocatori: lui era il dittatore e gli altri tutti sudditi! Ancheper questo Picchi divenne il paladino della squadra. Unesempio? È la notte di San Silvestro del 1965 e Picchi, anome dei giocatori in ritiro alla Pinetina, chiede due oredi proroga per festeggiare il capodanno. Il mago natural-mente non concede il permesso. Picchi però non ci sta esenza far rumore raggiunge la cucina per recuperare lebottiglie di spumante. Intanto gli altri giocatori si riuni-scono nella sala riunioni e in attesa di brindare accendo-no la televisione tenendo il volume basso. E chi vedono indiretta da Campione d’Italia? Il mago che festeggia sorri-dente il nuovo anno proprio a pochi chilometri dallaPinetina! Lo stupore si trasforma subito in desiderio di ri-valsa. E nasce quindi l'idea di allineare davanti alla ca-mera del mago (che all’indomani avrebbe fatto finta di

nulla) quelle bottiglie vuote che im-mancabilmente furono travolte e rottevisto che erano state svitate le lampa-dine e bisognava procedere a tentoni.Insomma un vero capitano fuori e den-tro al campo. Fu lui che nella notte diVienna del 27 maggio 1964 portò permano l’Inter alla conquista della suaprima Coppa dei Campioni contro ilgrande Real Madrid. Quella notteGianni Brera, dopo averne esaltato lastraordinaria prestazione con un 10 inpagella, gli affibbiò il soprannome dipenna bianca; “…per le tempie grigiedell’anziano e il volto incavato e stiratodell’atleta che vive soprattutto di intui-zioni e di nervi, sia d’ora innanzi il no-stro Penna Bianca”. Proprio Picchi perGianni Brera era il giocatore prototipodi quella scuola di pensiero “difensivi-sta” guidata proprio dal giornalistalombardo contro quella napoletanache, guidata da Gino Palumbo, predi-ligeva il gioco d'attacco. Una sorta diguerra di religione che però vide trale vittime lo stesso Picchi, esclusocon Guarneri (l’accoppiata difensivadella grande Inter) dal commissariotecnico Fabbri dai mondiali del 1966.

Per intenderci sono i mondiali della disfatta coreana,del dentista Pak Doo Ik e dei pomodori lanciati ai gio-catori al loro rientro in Italia.Con l’arrivo di Valcareggi, Picchi ritorna con Guarneria guidare la difesa azzurra con il sogno di partecipare aMessico ‘70. Il cammino delle qualificazioni procede peril meglio finché il 6 aprile 1968 a Sofia, duranteBulgaria-Italia, il libero livornese subisce un graveinfortunio che oltre a concludere la sua carriera in na-zionale sarà per alcuni all’origine della sua malattiaFrattura del bacino, lunga degenza in Bulgaria, opera-zione chirurgica e 4 mesi di stop. Picchi ritorna in cam-po prima con Varese e poi col Livorno. Ma Allodi che loha avuto come giocatore in nerazzurro lo vuole assolu-tamente sulla panchina di una giovane Juventus. Inquel campionato 1970-71 lancerà futuri campioni comeCausio, Bettega, Spinosi, Capello. Una stagione nellaquale egli ha gettato le basi del ciclo juventino deglianni ‘70 ma che sfortunatamente non potè con-cludere. Si spense il 26 maggio 1971.Qualche tempo prima confessò: “Forse ègiusto che vada a finire così. La vitami ha dato molto. Mi ha dato moltoe maledettamente in fretta”.

Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

bacino d’utenza è molto ampio. Peccato, però, che su 250iscritti le bambine siano solo una decina. Comunque siamocontenti del buon numero di adesioni, anche se c’è il solitoproblema degli impianti…”. Ecco il tasto dolente, gli spazi.

ONA NOVE 21

ONA NOEUV

L’angolo di Don Giuseppea cura di Don Giuseppe Buraglio

Cont el coo in di nivôla cura di Augusto Cominazzini

La colonna poeticaa cura dei lettori

GGrraazziieeGiorgio Tacconi

Ho deposto ai tuoi piedii miei sogni

e li hai riempiti di luceTi ho affidato

le mie speranzee ho ricevuto certezze

Ti ho fatto donoe mi hai

sommerso di gioiaHo versato nel tuo cuore

miei dubbi e li hai

colmati di serenitàE ora

dopo esserti privatadi tante ricchezze

tu sei ciò che hai donato

DDuubbbbiiooGiorgio Tacconi

Se i francesi

sono nostri cugini,ma allora?

la Francia è nostra zia?

NNoonnsseennsseeGiorgio Tacconi

Un giovane ingegnere di Corfùdi lavorare

non voleva saperne più.Partì una sera

con il diretto per Voghera

poi, il mattinoprese l’accelerato per Pechino

per vedere,dall’alto di un pero

se il mondo era tondo davvero.E al lavoro

non lo si vide mai piùquel simpatico vecchietto di Viggiù.

LLaa ccàà ddii ccéénntt NNaattaallMinga sémper ona lèttera la troeuva consideraziôn,come quèlla che la nunciava la benediziôn,ch’el nòster Prevòst el gh’ha faa avè a càquai dì primma di fèst ‘pènna passaa.

Ona lèttera scritta con limpida semplicitàda chi,votaa a ‘na giusta missiôn de umanità,l’ha poduu vedè, scoltà, conviv i vicend de la géntde giòia,dolôr, speranza,miseria, rancôr,pentimént.

Ona esperiènza,spèss soffèrta denanz a scabrôs situaziôn,che l’ha consentii de giudicà,durant i benediziôn,com’el ven interpretaa in ògni cà, con divèrsa sensibilità,el Santo Natal, la pussee festôsa de tutt’i solennità.

Per numm,che sèmm avar in del sopportà i privaziôn,la pò vèss el motiv per on momént de véra riflessiôn,perché tanti viven in d’ona egoistica mancanza de pietàvèrs chi el gh’ha bisògn de comprensiôn e carità.

Carità e comprensiôn per chi, castigaa del destin,el gh’ha on Natal pietôs,pien de solitudin e meschin,menter numm troeuvom facil confòrt in de l’indifferénzaper minga dovè disturbà el bôrsin e la coscienza.

Ogni cà la gh’ha el sò Natal,particolar,personal,ch’el dipend da come se viv, in del ben ò in del mal,con la famiglia, in armonia,per chi l’è san môralmént,sénza entusiasmo ò in disaccòrd dôe se viv malamént.

Cént cà cént Natal,de abbondanza,modestia,difficoltà,el dì de fèsta dedicaa a la fed, la concordia, la bontà,valôr môral preziôs che devom custodì e fà mai svanì,tocca a ognun de numm fai durà tresentsessantacinqu dì.

COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

ARIETE 21.3 – 20.4Sul lavoro non avrete proprio voglia di far buon viso a cattivo gioco. Meglio quindi evitare di raccogliere le provocazioni. Inamore felici e vincenti.Mettete le pile nuove alla calcolatrice, si prevedono uscite ma anche entrate.

TORO 21.4 – 21.5Finalmente avrete l’opportunità di mettere basi solide per il vostro futuro. Non vi mancheranno dimostrazioni d’affetto chevi riscalderanno il cuore.Date una ripassata alle vostre abitudini migliorando il vostro stile di vita, fate yoga.

GEMELLI 22.5 – 21.6Se non vi farete avanti ora, perderete un’importante occasione per fare carriera. Investite tutte le energie in questa impre-sa,poi, regalatevi una bella vacanza.Manifestate il vostro amore anche salvando un animale in difficoltà.

CANCRO 22.6 – 22.7Ora più che mai ciò che desiderate da tempo potrà concretizzarsi, basterà fare poche ma studiate operazioni e toccherete ilcielo con un dito.Un caro parente vi dimostrerà profondo affetto.La migliore terapia dovrà essere la calma.

LEONE 23.7 – 22.8Ciò che desiderate dal profondo del cuore si potrà avverare grazie all’intervento generoso di un amico speciale. Se avete fi-gli la comunicazione potrà migliorare notevolmente.Bellezza,potrete essere più irresistibili e attraenti del solito.

VERGINE 23.8 – 22.9L’affare che vi verrà proposto non presenta particolari tranelli, quindi tuffatevi. I parenti saranno disponibili e vi darannobuoni consigli. In amore l’attrazione fisica farà da padrona.Situazione economica buona,ma attenti ai tranelli.

BILANCIA 23.9 – 22.10Al lavoro vi darete da fare per migliorare la vostra posizione. In amore, se lo slancio erotico non sarà così forte, forse non è ilcaso di preoccuparsene più di tanto.Cercate piuttosto di creare situazioni più coinvolgenti.Cambiate pettinatura.

SCORPIONE 23.10 – 21.11È il momento di tirar fuori tutte le vostre idee. Siate ambiziosi e proponete i vostri progetti, arriverete così agli obiettivi de-siderati. In amore non cavillate su piccole questioni.Siate prudenti se praticate sport invernali.

SAGITTARIO 22.11 – 21.12Saprete trovare da soli la forza di allontanarvi da una situazione che non vi dà molto. Avrete modo di farvi conoscere me-glio in ambito lavorativo anche affrontando colleghi presuntuosi.Periodo negativo per le compravendite.

CAPRICORNO 22.12 – 21.1Farete finalmente un’esperienza che sognate da tempo, attenzione però, ci sarà anche chi vi invidierà. Un affare vi potràsembrare che vi sfugga sotto gli occhi, si tratta solo di un ritardo.Non eccedete nei cibi troppo elaborati e alcolici.

ACQUARIO 22.1 – 19.2Verrete coinvolti in un progetto di lavoro che vi aprirà ricche prospettive per il futuro.Anche un parente potrebbe tentarvicon una proposta di collaborazione con buone possibilità di guadagno. In amore, tanto affetto e attenzioni.

PESCI 20.2 – 20.3Sarete sulla giusta lunghezza d’onda per capirvi in modo più completo e profondo con il vostro amato. In campo economico,spendete senza timore, le entrate non mancheranno.Evitate cosmetici al collagene,sì a quelli vegetali.

odiaco di onaa cura di Anna Maria Indino

FFeebbbbrraaiioo 22000088

OOrrttooddoossssii ee PPrrootteessttaannttii

Lo Scisma d’Oriente fu l’evento che divise la Cristianità frala Chiesa Orientale - l’Ortodossia - e la Chiesa Occidentale

- il Cattolicesimo Romano. Sebbene normalmente si indichi il1054 come anno dello scisma, ossia quando il papa Leone IX edil patriarca di Costantinopoli Michele I Cerulario si scomunica-rono a vicenda, lo Scisma d'Oriente fu il risultato di un lungoperiodo di progressivo distanziamento fra le due Chiese. Lecause principali dello scisma consistevano in dispute circa l'au-torità papale - il papa reclamava la propria autorità sui quattropatriarchi orientali, mentre costoro sostenevano che il primatodel patriarca di Roma era solo onorario - e circa l’inserimentodel filioque (lo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio -solo dal Padre, secondo gli ortodossi) nel Credo Niceno. LaChiesa si divise lungo linee dottrinali, teologiche, linguistiche,politiche e geografiche, e la frattura fondamentale non si è piùrinsaldata. Si ebbero, in effetti, due formali riunioni, nel 1274(nel Secondo Concilio di Lione) e nel 1439 (nel Concilio diBasilea), ma in entrambi i casi non furono accettatedall'Ortodossia, in quanto i capi spirituali che vi presero parte,nel consentire queste cosiddette "unioni", avevano oltrepassatola propria autorità. Gli ulteriori tentativi di riconciliare i duecorpi fallirono, ma molte comunità ecclesiali originariamenteortodosse cambiarono giurisdizione, ed ora sono dette ChieseCattoliche di Rito Orientale.L'inizio della riforma protestante viene tradizionalmente fattocoincidere con la pubblicazione, il 31 ottobre 1517, da parte diLutero,delle 95 Tesi sulle indulgenze a Wittenberg in Sassonia,in cui si criticava l'abuso di questa usanza da parte dei predica-tori a lui contemporanei, senza peraltro mettere in discussionela struttura tradizionale della Chiesa cattolica. Lo scalpore su-scitato dalle Tesi e la denuncia da parte dell'arcivescovo Albertodi Brandeburgo, banditore dell'indulgenza, fece sì che Luterovenisse chiamato a Roma a discutere le Tesi.Lutero,grazie allaprotezione dell'Elettore di Sassonia Federico, ottenne che le tesivenissero discusse in Germania. Ebbe quindi diverse discussio-ni con teologi, fra cui Johannes Eck nel 1518, che lo conferma-rono sempre più nelle sue opinioni, che nel frattempo diventa-vano più nette: la Bibbia era la sola autorità, e la salvezza eradovuta alla sola fede. La rottura definitiva con Roma avvennenel 1519, quando Leone X emanò la bolla Exsurge Domine nel-la quale si richiedeva a Lutero di ritrattare le sue dottrine en-tro 60 giorni.Lutero reagì dando fuoco alla bolla e bruciando anche i libridi diritto canonico, simbolo dell'autorità romana. La sentenzadefinitiva da parte del papa fu la scomunica del 1520. La ri-sposta della Chiesa alla Riforma Protestante fu laControriforma, attuata dal Concilio di Trento (1545-1563),che condannò gli errori e procedette ad un seria e radicaleriforma del clero e della vita cristiana.

Stare assieme in via CiriéSilvia Benna Rolandi

Al numero 9 di via Cirié, zona Niguarda, c'è unluminoso edificio ritornato a nuova vita dopo

una lunga ristrutturazione; era una vecchia scuolaelementare, oggi offre a giovani e anziani l’occasioneper stare piacevolmente insieme, scegliendo tra nu-merose attività.“C’era proprio bisogno di ravvivare il quartiere, per-ché qui ha fatto amicizia gente che nemmeno si sa-lutava”, dice compiaciuto Gaetano Sciacqua, uno de-gli animatori (gli altri sono Marcella, Chiara,Viviana, Selene e Luca).L’addetta all’accoglienza, Lina Bonavoglia, garantisceche l’iscrizione e la frequenza sono assolutamente gra-tuite; solo per seguire le lezioni di ginnastica si paganosei euro per la necessaria assicurazione. L’apertura alpubblico è recente (la prima festa con tombolata è stataorganizzata a Natale), ma il programma è già sostan-zioso: per i bambini laboratorio creativo e di burattini,per adulti pittura, inglese, movimento e decorazione,per tutti laboratorio arti plastiche e laboratorio lettera-rio, con lettura di testi e commento.Chi fosse interessato telefoni al n. 02/ 6424194 per co-noscere i giorni e gli orari relativi alle diverse iniziative.Il centro organizza anche visite guidate a mostre d'artee feste per bambini, con prenotazione obbligatoria.Al piano superiore del centro ha sede il Cag (Centro diaggregazione giovanile), che offre assistenza allo stu-dio, lezioni di canto, pianoforte, arte circense, animazio-ne teatrale, chitarra e perfino graffiti. Inoltre organizzatornei di pallavolo e ping pong.Un programma grandioso, che essendo tutto nuovo haovviamente bisogno di adesioni, da parte sia degliistruttori sia degli allievi.“Infatti stiamo cercando volontari”, precisa Gaetano.“Chiunque abbia una particolare abilità (per esempionell’utilizzo del computer) e abbia tempo è invitato adare una mano generosamente e gratuitamente. Noianimatori facciamo del nostro meglio, ma servono per-sone specializzate”.C’è molta richiesta, tra gli iscritti, per insegnanti di bal-lo.Un fiore all’occhiello del settore giovani è la sala inci-sione attrezzata e insonorizzata, a disposizione di sin-goli e gruppi. La passione degli animatori e la moder-nità delle strutture del centro fanno ben sperare.Quando le sue prerogative saranno note, il numero del-le adesioni è destinato ad aumentare rapidamente. Perchi ha qualche problema di deambulazione c’è un sali-scendi a motore sulle scale. Per tutti c’è accoglienza, so-lidarietà,amicizia.

ONA NOVE 22

Risparmio gestito: insidie e opportunitàCiro di Giorgio

INVESTIMENTI FINANZIARI

Nello scorso numero avevamo visto che gran parte dei ri-sparmi degli italiani affluiscono da tempo nel risparmio

gestito, ovvero nella grande famiglia dei fondi d’investimento,enormi salvadanai che raccolgono grandi masse di denaro a lo-ro volta investite nel mercato dei capitali. Analizziamo breve-mente le categorie più diffuse dei fondi d’investimento.I fondi di liquidità e i fondi monetari raccolgono una fetta note-vole di risparmio: investono normalmente in titoli di stato abreve scadenza e in strumenti di gestione della liquidità (adesempio “pronti contro termine”). Il rischio è pressoché nullo;per contro i rendimenti non sono particolarmente elevati e ri-flettono l’andamento dei titoli di stato (Bot, Cct, ecc…). I fondiobbligazionari normalmente investono in obbligazioni gover-native o aziendali con durata superiore agli strumenti moneta-ri (quindi oltre i 12 mesi); anche in questo caso si tratta di inve-stimenti conservativi poco rischiosi; tuttavia, in alcune fasi dimercato, caratterizzate da tensioni sui tassi, possono presenta-re rendimenti negativi. I fondi azionari, investendo quasi esclu-sivamente in azioni societarie, sono caratterizzati da oscillazio-

ni anche sostenute del loro valore (la “volatilità”); nelle fasi dimercato favorevoli possono procurare guadagni anche notevoli.Va ricordato che l’investimento in fondi azionari presenta co-munque dei rischi minori rispetto all’investimento in singoleazioni; è più rischioso “scommettere” sulla singola società piut-tosto che su una pluralità di soggetti. I fondi azionari si divido-no in varie categorie geografiche e settoriali, ovvero Europa,America, Asia, Medio Oriente, piuttosto che settore energetico,farmaceutico, infrastrutture,ecc…Fino a qualche tempo fa si privilegiavano i mercati storicamen-te più efficienti e più stabili come Francia, Germania, GranBretagna e Stati Uniti. Negli ultimi anni è aumentata la pro-pensione dei risparmiatori ad investire nei paesi chiamati untempo emergenti, India e Cina in particolare. I fondi bilanciatisuddividono il proprio patrimonio sia sul mercato obbligazio-nario che su quello azionario, con proporzioni talvolta variabili.I fondi flessibili, infine, danno piena autonomia al gestore di ri-partire le risorse: a seconda della sua percezione del mercato edelle sue previsioni, attribuirà un maggior peso a talune classi

di investimento oppure preferirà rimanere “liquido” in attesadel momento propizio.Dopo questa breve carrellata la domanda sorge spontanea:qual’è la forma migliore d’investimento? La ricetta universaleadatta alla casalinga di Voghera, alla giovane coppia e all’im-prenditore spregiudicato, ovviamente, non esiste. Una cono-scenza di base di quanto offre il mercato, unita alla giusta dosedi buon senso, può evitare spiacevoli sorprese. È pertanto op-portuno, prima di investire, porsi alcune semplici ma impor-tanti domande: Quanto devo investire? Per quanto tempo?Quali oscillazioni sono disposto a tollerare? Ho un obiettivo daraggiungere (acquisto di una casa, studi per i figli, ecc.)? Unavolta chiariti a se stessi i propri obiettivi e le proprie aspettati-ve, si potrà effettuare una scelta, preferibilmente supportati daun interlocutore professionale competente.

L’assegno divorzile (sentenza 593/08)Dimitri Barbera*

PARERI LEGALI

FILO DIRETTO CON…

*Avvocato del foro di Milano, Via G. Arganini, 24 – Studio Legale e Tributario in Milano, Via Soperga n° 4,tel. 0266714559, fax 02700418300, [email protected] <mailto:[email protected]>

L’ultimissima novità in merito (vedi Cass.civ. n. 593 del 14 gennaio 2008), prende

in considerazione, nella quantificazione del-l’assegno divorzile, il lavoro specifico da casa-linga: infatti, l’influenza del criterio basatosul contributo dell’ex moglie alla conduzionefamiliare, deve essere oggetto di valutazioneda parte del giudice di merito nella quantifi-cazione dell’assegno divorzile, visto che an-che gli anni dedicati esclusivamente a mari-to e figli con l’attività di casalinga, devono es-sere considerati dal giudice nel momento didefinire un assegno di mantenimento tra exconiugi. Innanzitutto occorre precisare che laseparazione ha carattere temporaneo, benpotendo i coniugi decidere di riconciliarsi.Ancora oggi, nella prassi di molte famiglieitaliane, un coniuge, normalmente la moglie,è solita rinunciare alle sue aspirazioni lavo-rative e di crescita professionale, per concen-trarsi unicamente sull’educazione dei figli esull’andamento “domestico”.In quest’ottica il legislatore ha, correttamen-te, ritenuto di salvaguardare il soggetto cheavesse effettuato, seppur d’accordo con l’altroconiuge,una simile scelta e di permetterle, incaso di separazione, di non dover subire uni-camente ella stessa gli effetti negativi di taledecisione. L’articolo 5, Legge 898/70, così co-me modificato dalla L.74/87,prevede che conla sentenza che pronuncia lo scioglimento ola cessazione degli effetti civili del matrimo-nio, il Tribunale, tenuto conto delle condizioni

dei coniugi, delle ragioni della decisione, delcontributo personale ed economico dato daciascuno alla conduzione familiare e alla for-mazione del patrimonio di ciascuno o di quel-lo comune, del reddito di entrambi, e valutatitutti i suddetti elementi anche in rapportoalla durata del matrimonio, dispone l’obbligoper uno dei coniuge di somministrare perio-dicamente a favore dell’altro un assegno,quando quest’ultimo non ha mezzi adeguatio comunque non può procurarseli per ragionioggettive, affinchè le condizioni economichedel coniuge più debole non risultino deterio-rate per il solo effetto del divorzio.Quindi il Giudice, qualora comparando la po-sizione attuale del richiedente l’assegno di-vorzile con quella goduta al tempo della co-stanza di matrimonio, emerga una situazio-ne economicamente sproporzionata e ricon-ducibile alla cessazione del matrimonio stes-so, considera dovuto l’assegno di divorzio.Altro aspetto da valutare riguarda il caso incui i coniugi, con un accordo ad hoc, decidanodi regolare il regime giuridico – economicodel futuro ed eventuale divorzio. Attenzioneperò, perché l’obbligo di corresponsione del-l’assegno cessa se il coniuge, al quale deve es-sere corrisposto, passa a nuove nozze.Tuttavia, il diritto all’assegno di divorzio nonviene meno se chi lo chiede abbia istauratouna convivenza more uxorio con altra perso-na, salvo che questa non comporti un miglio-ramento economico.

La sicurezza in periferiaMarco Granelli

(Consigliere comunale del Pd)

PALAZZO MARINO

La detrazione “parlante” sui farmaciLorenzo Gomiero

TASSE & AGEVOLAZIONI

Sportello operativo Caf - Tutela fiscale del contribuente Srl, Milano, V.le Rodi 85. Rag. Lorenzo GomieroCommercialista - È possibile prenotare l’appuntamento per la compilazione di documenti fiscali. Aperto il sabato mattina.Tel. 02 66103405 fax 02 66116682, [email protected]

Si tratta di uno scontrino che evidenzia lanatura (basta l'indicazione generica di

"farmaco" o "medicinale"), la qualità (va ri-portata la specificazione del tipo di farmaco),la quantità e il prezzo dei prodotti acquistati,nonché il codice fiscale del destinatario.Serve al contribuente che vorrà beneficiare,nella dichiarazione dei redditi, della detrazio-ne delle spese mediche sostenute (articolo15, comma 1, lettera c) del Dpr 917 del 1986).Alla cassa Tutti coloro che intendano utiliz-zare lo "scontrino parlante" per usufruire delbeneficio fiscale della detrazione dovranno ri-cordarsi di portare con sé il proprio codice fi-scale o la propria tessera sanitaria (quellache contiene il codice fiscale sia in formato al-fanumerico sia in formato "codice a barre" esostituisce il tesserino plastificato di codice fi-scale) oppure quella della persona che utiliz-zerà il medicinale o altro prodotto.I prodotti interessati Sono detraibili tutti imedicinali, sia quelli con obbligo di prescri-zione medica sia quelli senza obbligo (i cosid-detti "medicinali da banco", inseriti nella

classe C e quindi totalmente a carico dei cit-tadini). Ma ci sono anche altri prodotti de-traibili, ossia: a) i prodotti omeopatici (inquanto sono stati equiparati ai medicinali, aisensi dell'articolo 1, Dlgs 178/1981, dallaDirezione generale del ministero dellaSanità); b) i prodotti integratori alimentari(purché prescritti da un medico specialista ascopo curativo); c) gli occhiali da vista e i li-quidi per lenti; d) le attrezzature sanitarie(macchine per aerosol o per la misurazionedella pressione sanguigna, aghi, siringhe, ec-cetera); e) i medicinali per la cura di animalilegalmente detenuti a scopo di compagnia oper pratica sportiva (tale spesa confluiscenella voce "spese veterinarie" che beneficianodella detrazione del 19% sulla parte ecceden-te i 129,11 nel limite massimo di 387,34 eu-ro); f) talune specialità farmaceutiche o mez-zi ausiliari di un organo carente o menomatonella sua funzionalità (sono elencati nel de-creto 332 del 27 agosto 1999 emanato dalministero della Sanità:ad esempio i pannolo-ni per incontinenti).

La ripartizione delle speseRoberto Vettorello

CASA & CONDOMINIO

Lamministratore del condominio ri-partisce tra i condomini le spese ordi-

narie e straordinarie per la manutenzio-ne delle parti comuni. I criteri per tale ri-partizione sono previsti dal codice civileagli articoli 1123, 1124, 1125, 1126. 1123.Le spese necessarie per la conservazionee il godimento delle parti comuni dell’edi-ficio, per la prestazione dei servizi nell'in-teresse comune e per le innovazioni deli-berate sono sostenute dai condomini inmisura proporzionale al valore della pro-prietà di ciascuno. Se si tratta di cose de-stinate a servire i condomini in misuradiversa, le spese sono ripartite in propor-zione all’uso che ciascuno può farne.Se un edificio ha più scale, cortili, lastricisolari, opere o impianti destinati a servi-re una parte del fabbricato, le spese rela-tive alla manutenzione sono a carico delgruppo di condomini che ne trae utilità.L’art. 1123 stabilisce tre diversi criteri: 1)riparto in misura proporzionale al valoredelle singole proprietà, in base cioè allequote millesimali; 2) riparto in misuraproporzionale all’uso potenziale, allorchéle cose comuni servono i condomini inmisura diversa; 3) riparto in base alla de-stinazione esclusiva, quando cioè un edi-ficio abbia opere o impianti destinati aservire solo una parte dell’intero fabbri-cato, le spese relative sono a carico delgruppo di condomini che ne trae utilità.

Essendo comproprietari delle parti co-muni, i condomini non possono esimersidal pagare le relative spese rinunzian-do al diritto di comproprietà. Gli art.1124 (manutenzione delle scale), 1125(solai), 1126 (lastrici solari di uso esclu-sivo) prevedono un criterio misto, te-nendo conto sia del valore millesimalesia dell’uso. Le problematiche della ri-partizione delle spese aumentano se al-cune unità immobiliari sono date in lo-cazione. Vige l’articolo 9 della legge392/1978 sull’equo canone, fatti salvi ipatti in deroga; nell’uno o nell’altro ca-so l’inquilino è tenuto a provvedere allespese relative alla manutenzione ordi-naria e agli oneri accessori elencati nel-la legge del 78.Due sono i metodi per ripartire le spe-se: preventivo (l’amministratore calcolala quota annua a carico di ogni condo-mino, in base al preventivo, dividendolain rate mensili e provvedendo, alla sca-denza, alla riscossione) e consuntivomensile (ripartizione mensile in basealle spese del mese stesso, procedendoalla immediata riscossione delle quote,che varieranno perciò ogni mese). I duemetodi si equivalgono, in quanto le quo-te riscosse sono da considerarsi comeacconti versati dal condomino e comun-que si deve effettuare il rendiconto difine esercizio consuntivo.

A unanime richiesta, prima consulenza gratuita ai lettori di “Zona Nove”

Rag. Lorenzo Gomiero - Rag. Roberto Vettorello - Studio professionale AmministratoreStabili - Milano viale Rodi 85 - Tel.: 02.66.10.34.05 – fax: 02.66.11.66.82 - [email protected]

Ancora si parla a Milano di sicurezza, so-prattutto in periferia.Altre due proposte

presentate dal Partito democratico e in di-scussione in questi giorni in ConsiglioComunale. La prima può fare la differenzasia in termini di prevenzione e sia di sicurez-za concreta. Si tratta di stipulare un accordotra Comune, Aler e Forze di polizia per con-sentire alle forze di polizia e di vigilanza ur-bana di entrare nei cortili delle case popolarisenza singola autorizzazione per ogni volta.Infatti essendo proprietà privata non è con-sentito l’accesso ordinario delle forze di poli-zia se non autorizzate di volta in volta dallaproprietà. Sappiamo invece quanto sia im-portante anche in questi quartieri, spessoabitati da persone anziane sole, avere unapresenza reale e abituale delle forze dell’ordi-ne per prevenire episodi delinquenziali e da-re una maggiore sensazione di sicurezza.Certamente non basta questo ed anzi sonoprimariamente necessari molti altri inter-venti di tipo sociale come ad esempio il custo-de sociale e l’educatore di strada per i mino-ri, ma anche una maggiore presenza di forzedell’ordine e di vigili urbani migliora la sicu-rezza. Dato che a Milano il Governo Prodi hamesso a disposizione 400 uomini in più e il

Comune potrebbe fare altrettanto con iVigili, pensiamo che questa proposta sia uncontributo concreto e a costo zero per l’ammi-nistrazione. Speriamo che ora si proceda ce-lermente alla stipula dell’accordo, dato cheanche i consiglieri di centrodestra hanno vo-tato a favore di questa nostra proposta.Invece i consiglieri della maggioranza han-no rimandato la discussione di una propo-sta di delibera presentata sempre dalPartito Democratico sulla costituzione diuna commissione d’inchiesta sul problemadelle infiltrazioni mafiose a Milano. Infatti idati e le informazioni testimoniano comemafia e ndrangheta hanno molti interessinella nostra città con una rete molto attivalegata alle attività economiche interessantiper gli investimenti e per il riciclaggio. Èimportante che il Comune di Milano vigiliattentamente alleandosi con le associazioniimprenditoriali, con l’associazionismo, conle parti sociali per rafforzare la legalità sianelle azioni concrete e sia per divenire pro-motori e partecipi attivi di una sensibilizza-zione alla legalità. Nessuno può fare fintache il problema non esista e delegare ad al-tri questo compito, ma ciascun soggetto de-ve fare la propria parte.

Ciro di Giorgio - Promotore Finanziario - Ufficio: Via Dante, 4 -20121 Milano - Tel: 02 45471766/7/8 - Cell:335 5240062 - Fax 0280509027 - e-mail: [email protected]

Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

ONA NOVE 23COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA

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Socio ordinario Euro10 (Euro 5 per studenti epensionati), Sostenitore Euro 25. C.C.P.36297208, Ass. Amici di “Zona Nove” o bonifi-co Monte Paschi di Siena, ag. 5, viale Testi 90,sul conto corrente: Ass. Amici di “Zona Nove”.coord.bancarie 01030 01605 7047.64.

“ZONA NOVE”È CONTRADDITTORIA?

Da anni leggo con attenzionee interesse “Zona Nove”.Tuttavia ho notato più di unavolta palesi contraddizioni traarticoletti che parlano dellostesso argomento. Due esempinell’ultimo numero. A pagina4, col titolo “A morte 600 albe-ri secolari all’interno diNiguarda”si legge:“...possibileche in questa città di cemento,non sia mai possibile una so-luzione urbanistica che per-metta di salvare il poco verdeche ci rimane?”. A pagina 19Andrea Bina, nell’articolo “Alvia il giornale ‘L’Informica’ ri-ferisce che Filippo Penati (pre-sidente della Provincia) ha ri-cordato che l’area metropolita-na milanese “racchiude al suointerno un grande patrimoniodi parchi e di spazi verdi, nonsempre conosciuti, che contri-buiscono a rendere più vivibi-le un terrirorio così frenetico etroppo spesso identificato solocon il cemento dei grandi edi-fici urbani e con le arteriestradali collassate”. A pagina7, col titolo “Arcimboldi: si è di-messo il direttore artistico”, siriportano le motivazioni delsignor Morelebaum che ritie-ne ingiuste le critiche alle suescelte artistiche: “Vi sembrache Bob Wilson, Klaus MariaBrandauer, Peter Stein sianonomi di seconda classe?”Nellapagina delle lettere, il lettoreBuroni, che ha avuto la ventu-ra di assistere alla performan-ce di Brandauer, in un gustosoquadretto parla di “quattrogatti infreddoliti” costretti asalire sul palco anziché assi-stere allo spettacolo in platea.Nel primo caso mi sembraevidente che da una parte sivoglia criticare la “nemica delverde” Moratti e dall’altra ap-prezzare “l’amico” Penati ma,cercando di vedere le cose sen-za strabismi ho sempre pen-sato che la critica costruttivasia il sale della politica mentreil nostro Paese sta andando arotoli per quella distruttiva.Se riuscissimo, almeno a livel-lo locale, ad attenerci a questocriterio, forse le cose potrebbe-ro andar meglio. Continuerò aleggervi con simpatia e con in-teresse.Vittorio Frigerio (gennaio)• Ringrazio, a nome di tuttala redazione, il gentile lettoredell’attenzione scrupolosa checi riserva e anche perché mipermette di chiarire una voltaancora l’importanza del plu-ralismo informativo, del gior-nalismo della pari opportu-nità per tutte le opinioni, a dirla verità non sempre rispettatosulla “grande stampa”. Pren-

lettere in redazione

tel. 02/6423561 - Fax 02/66107983 – e-mail: [email protected]

diamo i due casi citati. Verdein zona. Non è una contraddi-zione nostra se diamo conto -informando su fatti e azioni -di comportamenti contraddit-tori: nel caso quelli dei “nemicidel verde” (come chiamarli al-trimenti?), che fanno fuori cen-tinaia di alberi secolari all’o-spedale e in viale Fulvio Testi,e degli “amici del verde”, chepiantano ancora altri alberi alParco Nord.Da noi insomma -come è nella tradizione delgiornale - non solo la denun-cia di un fatto negativo maanche l’indicazione che un’al-ternativa positiva spesso puòcomunque essere non solo pos-sibile ma concretamente prati-cabile. Per il caso di Bran-dauer agli Arcimboldi la ri-sposta è più facile: perché do-vrebbe esserci contraddizionenell’ospitare le opinioni sullospettacolo del direttore artisti-co del teatro che ne parla intermini positivi e di un nostrolettore che ne ne parla invecemale? Che avremmo dovutofare? Togliere la parola all’unoo all’altro e quindi imporreuna delle due interpretazionai lettori? In questo modo sa-remmo entrati in contraddi-zione con la nostra concezionedi giornalismo. Noi non fac-ciamo “Zona Nove”per interes-se economico o politico o perdifendere tesi precostituite.Siamo tutti volontari al servi-zio dell’informazione, e ognunodi noi scrive senza pregiudizi esenza censure.A volte anche incontraddizione con l’opinionedi altri redattori. Mai però incontraddizione con i fatti e lenotizie. Comunque, possiamosempre sbagliare e quindi ac-cetteremo sempre le segnala-zioni di nostri errori da partedei lettori.LA

ABBASSO I PANNELLIFOTOVOLTAICI

L’articolo,piuttosto avaro di ci-fre, pubblicato nel numeroscorso, dà tuttavia informazio-ni utili sull’“energia fotovoltai-ca”per uso domestico.Leggen-dolo attentamente, se ne de-duce, senza ombra di dubbio,che oltre all’importatore/ven-ditore dei materiali e all’in-stallatore, ci guadagnano sicu-ramente l’ente erogatore pub-blico di elettricità e le bancheche eventualmente finanzianol’ingente investimento iniziale(che è piuttosto 30.000 che20.000 euro per appartamen-to). È ridicolo e poco onesto farcredere che l'impianto non ne-cessiti di manutenzione “per-ché tenuto pulito dalla piog-gia”: qualunque agente atmo-sferico e la polvere diminui-scono drasticamente il (già

scarso) rendimento del pan-nello, che del resto è delicatoquanto lo schermo di un tele-visore Lcd; né è da sottovalu-tare l’inaffidabilità dell'indi-spensabile invertitore. Asseri-re che si può contare su taliimpianti per quasi 30 anni èpubblicità quanto meno mal-destra (come si dimostra che“dopo 25 anni il rendimento èancora l’80% di quello inizia-

governativi non vengonoelargiti per materiale, di cuinon è tuttavia proibito l’uso,costruito fuori dalla comu-nità europea). Raccomandocaldamente la pubblicazionedi tali precisazioni, pur sa-pendo di suscitare le ire de-gli interessati (per niente“altruisti”) fautori delle“energie alternative”.Giusto Buroni (gennaio)

IL TRAM 7COLPISCE ANCORA/2

Leggo sempre con molto pia-cere il vostro giornale, fonted’informazioni utili ed an-che di divertimento. Ho usu-fruito anche dei servizi divostri inserzionisti, ai qualimi sono premurata di comu-nicare dove avevo reperito illoro address. Ho appena let-to sul numero di gennaio,nella pagina Tazebao, laprecisazione del sig. LorenzoPagnotti in relazione allostridio del tram n. 7 Ho le fi-nestre su Via Pulci e abito apianterreno: il rumore è di-ventato insopportabile, puravendo i doppi vetri. Avreibisogno di sapere come hafatto per ottenere i congegnimodificatori d’attrito, pur-troppo non ho più il numerodi novembre. Mi scuso perquesta richiesta e lascio avoi il modo migliore per ot-tenere questa informazione,che è diventata veramenteessenziale.Giovanna Mattera (gennaio)• Purtroppo non conosciamol’indirizzo richiesto. LA

EDGARDO SOGNOA NIGUARDA

Senza dubbio vi è noto, maper me è stata una cosa abba-stanza sconcertante sapereche nella partigiana Niguardaci fosse una via dedicata adEdgardo Sogno. Ma di qualeEdgardo Sogno si tratta, di unomonimo oppure è la stessapersonalità del presunto golpedegli anni 70, iscritto alla log-gia massonica P2, iscritto nel-le liste di AN e chissà cos’altroancora? Qualcuno conosce ilmetodo di assegnazione delletarghe stradali, oppure vistoche a Niguarda c’è qualcosadedicato a Gina Bianchi, ne èstata assegnata una anche alui per par condicio?Gianluigi Casiroli (gennaio)

LA MORATORIASULL’ABORTO

Anzitutto un sincero ap-prezzamento per il giornale,nuovo per me che da pocoabito qui. Ritengo poi oppor-tuno esternare alcune rifles-sioni suscitate in me dallalettera pubblicata sul nume-ro scorso con il titolo“Moratoria sull’aborto” sonosorpresa che si usi l’argo-mento dell’eccessivo numerodi abitanti del pianeta (oggipoi che in Italia siamo a cre-scita zero) per sostenere l’a-borto, quando la legge 194 alprimo articolo dice letteral-mente che “l’interruzionevolontaria della gravidanzanon è un mezzo per il con-

trollo delle nascite”. Puòdarsi che qualcuno pensiche quella frase sia statascritta lì solo per ingannaregli ingenui mentre tutti san-no come vanno queste cose!Sono stata sorpresa anchedel tono di sufficienza diquella lettera che dispensa,a destra e a manca, giudizigrossolani e supponenti nonsolo su chi la pensa in mododiverso ma anche sulle sueintenzioni, senza un minimodi finezza, ripetendo frasivecchie di decenni che orafemministe più pensose nonripetono ormai più. Megliosarebbe esprimere le pro-prie convinzioni in terminicivili e rispettosi e capirequello che l’altro dice in ter-mini precisi e meno provin-ciali. Il problema dell’abortonon è ristretto all’Italia e al-la nostra legge 194, a menoche uno, nella polemica, nonriesca ad alzare lo sguardoal di là del proprio muro dicinta. Non dobbiamo averpaura di guardare in facciala realtà e di conoscere chenell’utero della donna si stasviluppando un essere uma-no. La realtà è quella che è,indipendentemente da comevogliamo verniciarla. Inutileilluderci. Se un fungo è vele-noso, anche se mille personesono fermamente convinteche sia commestibile, il fun-go rimane velenoso e, se unolo mangia, muore. Mi sem-bra poi che il ricorso all’a-borto rappresenti una stra-da molto comoda, e non cer-to responsabilizzante per “ilpadre del concepito” (comelo chiama la legge 194) cherisolve il problema facendointerrompere la gravidanzaalla donna lasciandole disa-gi fisici e psichici non indif-ferenti. Sarà un male mino-re ma rimane un drammaper la donna. Non dobbiamoessere, per gretta contrappo-sizione, incapaci di capirealmeno il problema.A. M. Cosseddu (gennaio)

I LAVORIAL DEPURATORE

Su un numero di “ZonaNove” dei mesi scorsi aveva-te promesso notizie sui lavo-ri al depuratore per elimina-re le esalazioni mefitiche.Siamo ancora in attesa disapere come va.Lettera firmata (gennaio)• Il lettore ha perfettamenteragione (e ci scusiamo del no-stro ritardo nell’informarlo),ma può stare tranquillo: i la-vori procedono secondo i tem-pi stabiliti, come si può vederedalla foto sottostante. LA

le”?), mentre è commercial-mente scorretto negare al con-sumatore l’uso di un accumu-latore perché “costoso, perico-loso (?) e ingombrante”: è que-sto invece lo stratagemmaadottato dal gestore dell’elet-tricità per togliere al “privato”ogni autosufficienza: lo si ob-bliga ad essere pur sempre “ti-tolare di un contatore” (cioècliente di Enel o chi per esso) egli si lascia usare l’impianto digiorno (e in pieno sole) quandoserve pochissimo, impedendo-glielo di notte. E così in uncondominio l’energia solare sipuò usare solo per i servizi incomune, perché “un impiantodeve essere associato ad unsolo contatore dell’elettricità”,essendo fisicamente impossi-bile dotare ogni suo singoloappartamento di 30 mq dipannelli solari! Insomma, l’e-nergia fotovoltaica, come re-clamizzata nell’articolo, si con-figura come una “bufala” conuna parvenza di ecologismo.Naturalmente, gli “incentivigovernativi”, fondamentaliper garantire l’ammortamen-to in 12 anni e i “favolosi” gua-dagni fino a 20 anni, sono pa-gati da tutti i contribuenti, an-che quelli che rifiutano talicondizioni per l’uso dell'im-pianto. Come corollario, non sidimentichi che costruire unacella solare (fatta di preziosicristalli di silicio) e collegarlaa milioni di altre nei pannelliè un procedimento ad altissi-mo consumo di energia, noncerto solare, e che quindi l’in-dustria fotovoltaica si prospet-ta come altamente inquinanteper produzione di CO2 (dacombustibile “tradizionale”) edi scorie chimiche da smaltire(ma che importa? Già si sache i maggiori produttori sa-ranno gli Indiani e i Cinesi,che poi saranno incolpati diinquinare l’atmosfera, ma ri-ceveranno aiuti dai Paesi ade-renti al Protocollo di Kyoto! Èda notare però che i contributi

PALI ABBANDONATIIN VIA ORNATO

Quando si scende dal tram a“Niguarda Centro” direzionecapolinea, in via Ornato, e ci sidirige a nord o si vuole imboc-care la via Passerini, sempresul marciapiede ci troviamodavanti due pali, uno dell'illu-minazione stradale e uno del-la vecchia linea di alimenta-zione del tram, non più utiliz-zati, e in più la cabina telefo-nica. Il tutto, posto in un solopunto del marciapiede, intral-cia il traffico pedonale e co-stringe le persone a passare inquel punto in fila indiana e, sepoi piove, si deve chiuderel'ombrello atrimenti non sipassa. La cabina telefonicaserve, i due pali non servonopiù, si chieda alla Atm eall’Aem di toglierli.Marco Vittori (gennaio)p.s allego le immagini (vedi fo-to a sinistra,ndr).

IL TRAM 7COLPISCE ANCORA/1

Non so se e soprattutto dovel’Atm ha modificato i binariper ridurre il rumore deltram 7, come si afferma nel-l’ultimo Tazebao. Sta di fattoche i tram fino alle due emezza di notte e dalle cinquedi mattina disturberebbero (eresterebbero vuoti) anche sefossero di gommapiuma: ma inostri sono vecchi vagoni conbulloni da stringere e frenida regolare, visto che al se-maforo di via Pirelli, dove,chissà perché, arrivano a tut-ta velocità, quando trovano il“rosso” si arrestano dopo unaserie di fragorosi sobbalzi o,se non si arrestano, si scon-trano con qualche sbadatoautomobilista nottambulo omattiniero. Quindi il proble-ma nel tratto di via Ema-nueli non è risolto e si inco-minci, per favore, col ridurregli orari: dalle sei a mezza-notte basta e avanza.Giusto Buroni (gennaio)

Per gli operai della ThyssenKrupp

Tanti eventi ci colpiscono, ci fanno riflettere… ma la tra-gica morte dei sette operai di Torino mi ha profonda-

mente coinvolta. Sarà a causa della mia storia operaia -vent’anni fa lavoravo alla Fiat - sarà per quella fabbricamaledetta che era tanto vicina alla casa dei miei genitori, acavallo tra i quartieri popolari delle Vallette e di Lucento.Ma forse è stato il carattere emblematico di ciò che è suc-cesso: il mondo operaio, una volta protagonista della tra-sformazione sociale e civile, ora è sotto i riflettori solo peravvenimenti tristi come infortuni sul lavoro, licenziamenti,condizioni di vita sempre peggiori. Ma la forza della denun-cia dei compagni di lavoro delle vittime dellaThyssenKrupp mi ha spinto a proporre una colletta in lorofavore. Tra i miei amici ho raccolto 550 euro e tanta solida-rietà. Se condividete questa idea potete effettuare il vostroversamento a: Unicredit banca spa - Via XX Settembre 31 -10121 Torino - Cod. iban: it 26 a 0200801046000003552505intestato a Fim, Fiom, Uilm Torino - Causale “Fondo solida-rietà lavoratori ThyssenKrupp”.Nicoletta Delfino (gennaio)

ONA NOVE

ONA NOVE 24

Equipe Callà s.r.l.Ag. Mi SuzzaniViale Suzzani, 19

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• bottoni a pressione o per jeans, bottoni ricoperti• Si infilano collane

Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.

CCAARRNNEEVVAALLEE IINN ZZOONNAA 22000088Organizzato da “Zona Nove” con il patrocinio delConsiglio di Zona 9 e della Provincia di Milano

Ringraziamenti per la collaborazioneGran Bar Tabacchi, via Ornato 44

Pizzeria Il Gatto e la Volpe, via P. di Calboli 4Scott Joplin Pub, via Val di Ledro 11

Pappa & Ciccia Pizzeria, via Paolo Rotta 10Cella Antonio Il Fornaio, via P. di Calboli 3

Tecnocasa di Niguarda, via Ornato 48Il Capriccio Centro Tim, Ornato 39

Mycolm Bar, via Ornato 25Tintoria L. S. Lavato Stirato, via Monterotondo 3

Colorificio Belle Arti, via Palanzone 30 (per la gentile offerta di materiale “colorato”)Un ringraziamento particolare alla famiglia Baronchelli per avere fornito ancora una volta i trattori di traino per i carri

Sabato 23 la festa continua al Teatro Pavoni, viaPavoni 10- ore 15.30:Giochi per bambini - ore 17:Spettacolo musicaleper tutti a cura di Aleandro Caliari. A seguire premiazionedegli organizzatori del carnevale e proiezione del video sulcarnevale nei quartieri di zona 9.

Qui a fianco BeatriceUguccioni e GianfrancoTucci, rispettivamentepresidente evicepresidente del CdZ 9e Alberto Mattioli,vicepresidente dellaProvincia di Milano.A sinistra Luigi Ghezzi,organizzatore delCarnevale, con unamascherina.