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REPARTO DI PATOLOGIA E TERAPIA INTENSIVA NEONATALE DI FOGGIA GIUSEPPE RINALDI VITA DI UN REPARTO PER LA VITA CON LA COLLABORAZIONE DI ANGELO CAPOZZI

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RepaRto di patologia e teRapia intensiva neonatale di Foggia

giuseppe Rinaldi

vita di un RepaRto peR la vita

con la collaboRazione diangelo CaPOZZi

Giuseppe Rinaldi“La vita di un reparto per la vita”© 2010

Foto reparto di: Franco Cautillo

Vignette di: dr. Fabio Ferro

Logo reparto: dr.ssa Maria Gallo

Logo F.A.S.NE.: arch. Nazareno Gabrielli

Impaginazione, grafica e stampa:Grafiche Grilli srl - Foggia

I miei ringraziamenti vanno essenzialmente a tutti i colleghi che con sollecitudine hanno for-nito dati e testimonianze del lavoro svolto, agli amministratori che hanno consentito la cresci-ta del reparto, alla FASNE e in genere a tut-ti coloro che con pazienza mi sono stati vici-ni. Un grazie particolare alla dr.ssa Gabriella Marciello che ha creduto in questo lavoro.

Per la migliore comprensione del testo, le parti riportate in corsivo sono articoli giornalistici, interventi televisivi o documenti ufficiali. Le parti riportate in colore sono invece contribu-ti e testimonianze.

A Mariateresa

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premessa diAngelo CApozzi

Il dr. Rinaldi mi ha proposto di aiutarlo nell’elaborazione di un progetto editoriale avente per oggetto la storia del

Reparto foggiano di Patologia e Terapia Intensiva Neonata-le, perché ho accumulato delle esperienze nel settore, anche se relativamente ad altri contenuti: le tradizioni della provin-cia di Foggia. Ha pensato a me anche perché sono un anima-tore e potevo aiutarlo a non sviluppare il volume in una for-ma eccessivamente tecnicistica. Serviva anche una voce nar-rante, esterna, che raccontasse e che lo aiutasse a non scivola-re nell’autocelebrazione. Lo ringrazio per aver scelto me per i suddetti motivi e per avermi fatto partecipe di una storia stra-ordinaria, dal punto di vista umano, ma anche sociale. Abbia-mo dato al volume un taglio “espressivo”, perché potesse es-sere letto, con piacevole interesse, anche dai non addetti ai la-vori. Un aspetto molto interessante, che è poi emerso, è che per trattare la storia del Reparto foggiano si sono dovute de-lineare situazioni che riguardano l’intera storia della Neona-tologia Italiana. Abbiamo usato interviste, riportato trasmis-sioni televisive, vignette per non annoiare il lettore e per far-ci perdonare le molteplici esposizioni tecniche che, comun-que, erano necessarie per mettere in risalto l’importanza di certe dinamiche. Quando si elencano i numerosi convegni e corsi a cui il Grup-po foggiano ha partecipato come protagonista, non si è voluto sottolineare la sua bravura, ma le dinamiche che lo hanno vi-sto inserito in pieno, e spesso come punto di riferimento, in un cammino di crescita e di aggiornamento costante. È solo cono-

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scendo le altre realtà e collaborando con esse che il Reparto di Foggia ha potuto sviluppare tutte le sue potenzialità.In qualità di studioso di “fenomeni umani” devo, però, ammet-tere che un po’ abbiamo fallito e non poteva essere altrimenti. La storia del Reparto in oggetto non si poteva descrivere in un libro di 300 pagine. Lo strumento stesso del libro, al di là del fattore numero di pagine, è limitante per descrivere un’espe-rienza che è stata di una portata eccezionale, dove i drammi, le gioie, le sconfitte, le vittorie, i mille sentimenti, le mille sensa-zioni erano, si può dire, realtà quotidiane. Come si fa a descri-vere, con uno strumento così limitato, la lotta per la vita, che generalmente è un’esperienza eccezionale e che nel Reparto era invece il vissuto di ogni giorno? Come descrivere lo spiri-to di sacrificio, la disponibilità, l’abnegazione, la generosità di tanti medici e infermieri, che sapevano di svolgere un ruolo di grande importanza sociale e morale, ma che si portavano dietro anche un carico di responsabilità enorme? Abbiamo fatto del nostro meglio, ma il tema, a mio parere, deve essere ripreso, con la tecnica del documentario, delle interviste ai protagoni-sti, del film-racconto, producendo materiali diversi dal libro, che abbiano un potere maggiore di rappresentare l’esperienza umana del Reparto di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale di Foggia. Come nell’ascolto di una musica sinfonica stupenda non si trovano le parole per descriverla, per tratteggiare le diverse emozioni, così è successo trattando l’argomento in questione. Si dice che il contrappunto era meraviglioso, che le melodie erano straordinarie, ma solo chi ha vissuto l’ascolto della sinfonia sa quali emozioni essa suscita. Aspettiamo quindi il nascere di nuove iniziative relative al Reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale foggiano, anche perché la documentazione raccolta, meticolosamente, è davvero enorme, completa, varie-gata. Inoltre, sono testimone del fatto che il dr. Rinaldi, quando ha potuto, ha evitato di ripetere il suo nome, per non cade-re nell’autocelebrazione; ma, comunque, il suo nome si ritrova

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spesso, perchè è stato il coordinatore di un’esperienza, il pri-mario che ha voluto e saputo responsabilizzare i suoi collabo-ratori; è stato lui che ha portato avanti, dirigendo la sua squa-dra, un progetto grandioso, che sapeva di poter sviluppare so-lo grazie alla totale disponibilità del suo Gruppo. Nel libro ogni collaboratore ha partecipato con un piccolo intervento, ma sia-mo convinti che ognuno, riportando il suo vissuto possa scri-vere, senza problemi, un altro libro. Il dr. Rinaldi, come un ve-ro allenatore, ha capito che il Reparto poteva essere grande so-lo avendo una grande squadra, curando le singole “vocazioni” e abilità, per metterle a disposizione di un progetto comune, diventato LA VITA DI UN REPARTO PER LA VITA, che tanto lustro ha dato alla città di Foggia.

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introduzione diFrAnCo MACAgno

Quarant’anni di amicizia hanno indotto il dr. Rinaldi a sot-toporre alla mia lettura questo libro della memoria, pri-

ma di consegnarlo alla stampa. Grande onore e gran piacere per me. Con riferimento agli accenni musicofili della premes-sa di Angelo Capozzi, mi esimo da un ulteriore contrappun-to, per non correre rischi di sbilanciare la complessa partitu-ra dalla composizione armonica già in bozza.Piuttosto, considerando che la fruizione di una sinfonia, ed in particolare il godimento delle emozioni che suscita e l’ascolto dei suoi vari tempi non può prescindere dalla conoscenza del motivo ispiratore e del contesto in cui si sviluppano le varie azioni, confesso che la lettura della “summa dauniana” ha elicitato in me una massa di ricordi, dei quali alcuni possono ben costituire lo scenario che accoglie tutto quanto con umil-tà, obiettività e giusta soddisfazione come ci propone l’Autore sotto il titolo “Vita di un reparto per la vita”. Con il dr. Rinaldi e con tanti, tanti colleghi ed amici, neona-tologi italiani della vecchia guardia, ho avuto la grande for-tuna di vivere l’avventura del sorgere e dell’evolversi della Neonatologia a partire dagli anni ’60, allorché, nel momento in cui la Pediatria era ormai decisamente avviata, nel solco degli indirizzi di medicina generale, alla identificazione e ca-ratterizzazione della c.d. super specialità (gastroenterologia pediatrica, cardiologia pediatrica e così via), cogliemmo i nuo-vissimi stimoli emergenti in modo prepotente nella letteratura neonatologica, che ci permisero di differenziarci cogliendo le peculiarità della nuova disciplina, da pochi anni in fase

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di avanzata gestazione anche in Italia, quale evoluzione della tradizionale assistenza attuata negli storici Centri Immaturi sorti negli anni precedenti in molte sedi ospedaliere, soprat-tutto nel Nord. Il principale elemento caratterizzante la di-cotomia Pediatria-Neonatologia ebbe come radice l’esigenza di garantire al neonato “in particolare a quello a rischio più elevato e accolto in reparti di Terapia Intensiva dedicati” livelli ottimali di assistenza 24/24 ore attraverso una professionalità medico-infermieristica multidisciplinare offerta al letto del paziente ed estesa a 360° (pneumologia, cardiologia, neurolo-gia, gastroenterologia pediatrica, ecc.), accompagnata da ana-loghe attenzioni rivolte all’accudimento ed al soddisfacimento dei bisogni di base (prevenzione dell’infezione, allattamento, attaccamento parentale, stimolazioni adeguate, ecc.). In questa scelta quasi obbligata è prevalso l’atteggiamento di privilegia-re nella routine le competenze del neonatologo espresse ac-canto all’incubatrice, rispetto al coinvolgimento nella routine di colleghi specificamente competenti in area superspeciali-stica, ma di necessità disponibili solo per consulenza, e quasi mai 24/24 ore, soprattutto nei giorni festivi. Ciò comportò uno sforzo di acculturamento notevole, sostenuto non a caso dai pediatri più giovani e più entusiasti di fronte a questa nuova frontiera, e la dimostrazione sul campo di un’estrema dispo-nibilità personale nell’affrontare i disagi connessi a turni di lavoro pesanti e poco programmabili a causa della spropor-zione tra carichi di lavoro e organico a disposizione.L’attivazione delle unità di terapia intensiva neonatale e il loro continuo adattamento strutturale ed organizzativo alle esi-genze emergenti (assistenza a neonati a rischio sempre più elevato e loro sopravvivenza in progressivo aumento) hanno costituito al tempo stesso un miraggio ed un premio per ogni neonatologo arrancante con entusiasmo in un mare di diffi-coltà pratiche. Sullo schermo descrittivo che il dr. Rinaldi ci presenta nel volume, dominato dalle figure storiche più rappresentative (Bucci, Moretti, Marini, Orzalesi, per citare solo alcuni fonda-

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tori degli anni ’60), nel corso della lettura di questa storia scor-rono ricordi antichi e recenti della Neonatologia Italiana, che consegniamo ai colleghi più giovani quali radici professionali da curare e da far crescere con passione e con dedizione in un momento in cui le conoscenze scientifiche, che ai nostri tempi già scorrevano veloci, hanno poi preso a galoppare ed ora evolvono con la rapidità del fulmine, ponendo sempre più gli addetti al neonato di fronte a seri problemi di aggiornamento al fine di soddisfare, in modo adeguato ai tempi, i nuovi biso-gni di salute dei cittadini più deboli tra i deboli, i neonati, il nostro avvenire. Con riferimento alla situazione italiana, pescando tra gli innu-merevoli ricordi, elenco alcuni quadri succedutisi nell’arco di mezzo secolo sulla scena che accoglie la rappresentazione e gli attori che sviluppa il copione dall’Autore tratteggiato. Anni ’60. Progettazione e ristrutturazione di nuove unità di assistenza al neonato con avvio delle primordiali unità di tera-pia intensiva. Obiettivi principali erano la nutrizione (enterale e parenterale) e la ventilazione meccanica estesa ai nati molto pretermine. Primissimi accessi del neonatologo in sala parto. Adeguamento delle banche del latte umano. Trasferimenti in incubatrici dedicate dei neonati a rischio elevato. Avvio delle procedure di studio emodinamico nel nato cardiopatico e degli interventi di cardiochirurgia neonatale. Avvio delle politiche di centralizzazione delle condizioni di rischio pe-rinatale. Anni ’70. Prime esperienze di accesso libero dei genitori nei reparti di terapia intensiva neonatale e nuovi indirizzi per la promozione dell’allattamento materno. Primi trasporti neona-tali assistiti dall’équipe neonatologica medico-infermieristica. Improvvisa impennata della disponibilità di tecnologie de-dicate: applicazione della pressione positiva continua di fine espirazione, monitoraggio continuo endo-luminale e tran-scutaneo dei gas ematici, ecografia cerebrale e TAC cerebra-le, monitoraggio della ROP e crioterapia, endoscopia gastro-duodenale e tonometria, prime valutazioni della meccanica

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respiratoria e nuove tecniche di ventilazione (jet ventilation, alte frequenze, ecc.). Chiusura farmacologica del dotto arte-rioso. Uso sistematico delle pompe di perfusione. Avvio degli screening delle malattie metaboliche. Passaggio dai program-mi di “centralizzazione” alla “regionalizzazione” delle cure perinatali. Primi corsi di rianimazione in sala parto.Anni ’80. Progettazione e utilizzo dei primi programmi di raccolta dati su banda magnetica e loro elaborazione per il miglioramento delle cure. Ecodoppler a colori ed ecocardio-grafia. Cure posturali e Fisiochinesiterapia in Terapia Inten-siva Neonatale, e avvio del follow-up a seguire. Strategie di prevenzione delle infezioni. Monitoraggio continuo della pressione arteriosa (incruento) e della PVC (pressione venosa centrale). Valutazione scintigrafica nefro-urologica e cardio-polmonare. Estensione dello screening delle malattie meta-boliche e dell’ipotiroidismo. Avvio dei registri sovra-regionali e/o nazionali delle malformazioni congenite. Estensione nel-la pratica clinica dell’uso del surfactante esogeno. Screening universale dell’ipoacusia. Identificazione dei nuovi requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi delle UU.OO. di Ne-onatologia e prime applicazioni degli standard. Anni ’90. Nuove tecniche di ventilazione (HFO: alta frequenza oscillatoria). Dalla TAC alla RMN, alla PET. Protesizzazione precoce dell’ipoacusia. Dalle SDO neonatologiche ai DRG. Novità in cardiologia interventistica (tecniche di accesso endo-luminale di correzione di stenosi polmonare, DIA, DIV, PDA). Trapianti renali nella prima infanzia. Laserterapia della ROP. Nuove tecniche di derivazione liquorale. Prime esperienze nella terapia con NO (Ossido Nitrico inalato). Impiego dei probiotici e applicazione nelle banche del latte dei dispositivi HACCP. Profilassi passiva ed attiva dell’epatite B. Primi pro-tocolli dedicati al sollievo del dolore nel neonato. Anni 2000. Ossigenazione in fase liquida. Brain cooling: primi trials. Monitoraggio continuo dell’ossigenazione del paziente e adattamento continuo dell’ossigenoterapia. Nuovi protocol-li di assistenza alla nascita dei nati di età gestazionale <26

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settimane. Avvio delle profilassi con anticorpi monoclonali anti-VRS (Virus Respiratorio Sinciziale).Su questo scenario i neonatologi di lungo corso hanno trovato nel quotidiano grandi soddisfazioni sotto il profilo professio-nale ed ancora più umano, altamente gratificanti l’impegno del loro lavoro 24/24 ore. L’entusiasmo che ha sostenuto questi sforzi culturali e professionali è il miglior testimone da tra-smettere ai giovani che hanno orientato nell’alveo neonatologi-co il loro percorso professionale, augurando loro di raccogliere sempre con commozione i frutti del loro impegno rappresen-tati dallo sguardo e da un sorriso di un neonato sano e sereno e dalle parole di ringraziamento dei suoi genitori.

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nota di giuseppe rinAldi

Il 28 settembre 2007 è stata la mia giornata di saluto e di com-miato dal Reparto di Patologia e Terapia Intensiva Neonata-

le: giornata attesa, ma anche in gran parte temuta. Sarei stato pronto ai diversi ritmi e alle diverse responsabilità? In breve, mi ero sufficientemente preparato ad un tale cambia-mento di vita?Entrato oramai a far parte della schiera dei primari “a riposo”, che fino a quel giorno sembrava non potesse appartenermi, mi convincevo sempre più che gli anni a venire li avrei dedi-cati, oltre ai numerosi nuovi impegni, anche ai ricordi che mi avrebbero fatto compagnia, trasformandomi in “custode del-la memoria” del Reparto, consapevole che tali pezzi di storia sarebbero stati utili non solo a me, ma anche a quanti mi so-no stati vicino in questo lungo viaggio e a quelli che avreb-bero voluto avvicinarsi ad essi per lavoro o per semplice cu-riosità.È difficile che un uomo d’azione, come me, potesse pensare di ritrovarsi per le mani ricordi, articoli, spezzoni, lettere tali da trasformare un taccuino d’appunti in una agenda di viaggio.Però avevo preso l’abitudine di scrivere, sin dall’inizio della mia vita professionale, di volta in volta, quasi automaticamen-te, quelle che erano piccole storie, visioni, sfumature, scene che ricordavo e descrivevo nei minimi particolari, quasi le vedes-si al rallentatore: prendeva forma il resoconto della mia storia professionale.Cercai quindi di mettere ordine in questi spezzoni di vita, pro-vai a seguire un ordine cronologico, spesso cancellando e ri-

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scrivendo tante parole, lasciando solo alcune meditazioni e ri-flessioni: era importante per me capire quello che avevo voluto essere, quello che avevo creduto di essere, quello che ero sta-to veramente.Lentamente prendevo coscienza che quelle mie considerazioni, raccolte e messe insieme, potevano interessare anche altri. Co-sì nasce, parallela alla mia, la storia del Reparto che ho diret-to per tanti anni. Ho sempre creduto nel forte senso del grup-po come obiettivo chiaro, esterno alla propria persona, ho sem-pre creduto nel Noi e mai nell’io e sono sicuro di essere riusci-to a creare non solo un gruppo di lavoro unito, compatto, forte all’interno, che potesse essere di riferimento per i neonatologi della regione Puglia, per una collaborazione sempre più stret-ta, ma che anche potesse essere pronto al confronto con i neo-natologi degli altri centri TIN nazionali: solo così, con un lin-guaggio comune, si poteva crescere tutti insieme per migliora-re l’assistenza al neonato piccolissimo.Nell’avventura di un libro spesso si diventa rigidi, non si lascia passare la frase inesatta o debole che però si vorrebbe lascia-re così, spontanea; si rilegge una pagina incerta, c’è la ricerca di indicazioni precise e utili, spesso ci si approva e a volte ci si contraddice… Questo è successo anche a me e, con quello stes-so entusiasmo che avevo posto nella mia vita lavorativa, ho af-frontato le incertezze dell’elaborato, scoprendo così che i giu-dici più rigidi non sono gli altri, gli esperti o gli ipotetici letto-ri, ma noi stessi.Mi chiedevo se era possibile condividere con gli altri i sogni e i rimpianti. Io credo di sì se nella vita e nel lavoro si è spinti dal-la passione, se si è in grado di gestire emozioni e sentimenti, se si crede fino in fondo nel proprio lavoro, se si crede che la co-noscenza dovrebbe essere anche e soprattutto trasmissione…avevo molte cose da dire, emozioni e sentimenti da trasmette-re. Di qui la nascita di questo libro: una storia che non vuole es-sere né un romanzo, né un trattato, ma una ricostruzione cari-ca di valore umano, arricchita dalla fedeltà ai fatti.

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Confido nella capacità di voi lettori di riconoscere la buona fe-de, la genuinità dei ricordi, l’entusiasmo nel lavoro e la curio-sità nella vita, che sono stati per me lo stimolo più forte per an-dare avanti.

capitolo i

nAsCiTA del repArTo

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lA nAsCiTA del repArTo

Per descrivere la storia della Neonatologia foggiana (e non solo) è necessario ripercorrere le varie tappe che ne han-

no caratterizzato la realizzazione, a partire dal lontano febbra-io 1965, nello studio del prof. A. Colarizi, direttore della Catte-dra di Pediatria dell’Università di Roma.Un giovane medico, Giuseppe Rinaldi, dopo aver superato la prova di ammissione alla Scuola di Specializzazione in Pedia-tria, discuteva con il Direttore circa l’impossibilità di essere presente di mattina in corsia, in quanto impegnato sino alle ore 14.00 al Poligono di Nettuno (Roma), come sottotenente medi-co. Sembrava persa ogni speranza di essere ammesso alla fre-quenza, in quanto il pomeriggio in clinica erano presenti so-lo i medici di guardia. Nel mentre si discuteva, si affacciò nel-la stanza il dottor Marcello Orzalesi che, dopo aver ascoltato le difficoltà del giovane medico, spontaneamente offrì la sua di-sponibilità alla frequenza pomeridiana nel suo Reparto di Pa-tologia Neonatale. Il dott. Orzalesi era da poco rientrato dall’America dove a Bo-ston aveva soggiornato in qualità di Fellow per tre anni presso il Children’s Hospital Medical Center, Harvard University. In que-sto centro era stato chiamato dal prof. Giovanni Bucci che rien-trava in Italia, a Roma, con un prezioso bagaglio culturale neo-natologico, allora novità assoluta nel campo pediatrico italiano. Da questi maestri della Scuola Romana il nostro specializzando apprese avidamente le basi scientifiche dell’assistenza neonatale e scoprì l’importanza del lavoro di équipe, dinamica tanto fon-damentale quanto poco attuata, allora, nel campo assistenziale.

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Dopo un periodo trascorso nei reparti Lattanti e Divezzi con il prof. Giorgio Maggioni, la frequenza nei reparti di Patolo-gia Neonatale del dott. Orzalesi e Immaturi del prof. Bucci mo-nopolizzò l’interesse del giovane foggiano, che nel dicembre 1967, dopo aver conseguito la specializzazione in Pediatria e rifiutato una borsa di studio di un anno offertagli dal prof. Co-larizi, decise di prendere la via del rientro a Foggia. Era spin-to dall’entusiasmo di mettere a disposizione le conoscenze ac-quisite in favore dei neonati dauni e dal desiderio che anche nel Meridione, dove, all’epoca, il tasso di mortalità infantile era il più alto d’Italia, potessero sorgere centri pilota di Neo-natologia. Infatti in quegli anni l’assistenza ai neonati, ed in particolare ai prematuri, consisteva nell’applicare la regola del “meno lo tocchi e meglio è”, intendendo con ciò che il modo migliore per ottenere la loro sopravvivenza fosse l’isolamento più assoluto e la manipolazione ridotta al minimo per non mettere in peri-colo il loro fragile equilibrio fisiologico. L’affidarsi alle capacità naturali di recupero che ogni neonato poteva avere era, infat-ti, alla base dell’assistenza intensiva. La mortalità dei neonati

Visita di Paolo VI ai piccoli pazienti ricoverati in

Clinica Pediatrica. Da sinistra

prof. A. Colarizi, S.S. Paolo VI,

prof. Stegagno; in fondo il dr. Rinaldi

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piccolissimi era molto alta: negli anni ’60 sopravvivevano solo il 10%, negli anni ’70 il 20%. Al rientro a Foggia, il dr. Rinaldi prese a frequentare la Sezio-ne di Pediatria degli Ospedali di Via Arpi, in attesa di trova-re una sistemazione definitiva. Nell’ottobre 1968 risultava vin-citore al Concorso di Assistente della Divisione di Pediatria dell’Ospedale Civile di Legnano, con presidente della commis-sione esaminatrice il prof. Schwarz Tiene, Direttore della Cli-nica Pediatrica dell’Università di Milano, uno dei maestri del-la Pediatria Italiana. Il Presidente dell’Ospedale prof. Borioli, al quale il nostro era stato segnalato dalla Commissione, fu molto accogliente offren-dogli anche la disponibilità a cercare per lui una sistemazione logistica. Ma, nonostante tutte le offerte, il desiderio di poter

Menaggio (Como). 23-25 settembre 1967.XXXII Congresso Nazionale SIP. In primo piano il dr. Rinaldi, alle sue spalle (a destra) si intravedonoil prof. Giuffrè ed il dr. Capotorti

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essere utile ai neonati patologici della sua città lo portò a rien-trare immediatamente a Foggia e ad aspettare che i suoi sogni si realizzassero.L’attesa fu breve perché nel luglio 1969 presso la Divisione di Pediatria degli OO. RR. di Foggia, che riapriva le sue corsie, prese servizio il nuovo Primario prof. Dino Curatolo (della Scuola Romana del prof. Frontali), che desiderava avere un pe-diatra esperto in problemi neonatali.Il dr. Rinaldi ricorda così il prof. Curatolo:

“Cominciò insieme la nostra storia nel Reparto di Pediatria: io come assistente con competenze ne-onatologiche e lui come Primario. Se è vero, com’è vero, che esistono persone carismatiche, dotate di grande temperamento e carattere, in grado di tra-smettere “rispetto innato” e allo stesso tempo es-sere fonte di consigli preziosi e rassicuranti, una di quelle era, senza ombra di dubbio, il prof. Cura-tolo. Il suo ingresso in Reparto era stato preannun-ciato da un alone di mistero: descritto come per-sona austera, sicura di sé, tanto da farcelo a volte considerare inavvicinabile, mi rivolgevo a lui qua-si con soggezione. Durante la controvisita scrutava prima e solo do-po toccava il piccolo paziente con quel suo fare si-curo che destava in me, giovanissimo, un senso di ammirazione e di venerazione. In quel clima di “sacro” silenzio, pendevo dalle sue parole e dai suoi gesti: era sempre in grado di fare chiarezza nelle menti di noi giovani assistenti, ancora trop-po acerbi ed impulsivi. Erano quelle visite, al letto del piccolo paziente, grandi lezioni di medicina e di vita, per me che cercavo di carpire anche i più piccoli segreti: sep-pe valorizzare, sin dal primo momento, le mie competenze specifiche.

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Elegante nei modi e nell’essere, sicuro e rassicu-rante sempre, resterà per me un “maestro” della pediatria, a cui penso con gratitudine e stima”.

Da sinistra: prof. Del Bianco, prof. Malaguzzi-Valeri, in piedi il prof. Curatolo

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seMinArio su “sCienze di BAse AppliCATe AllA MediCinA perinATAle”CoMo

Determinante fu, nel 1970, l’invito del prof. Bianchi di Donna Sibilla a partecipare, a Como, al Seminario su “Scienze di Base applicate alla Medicina Perinatale”. Erano incontri tra i mag-giori esponenti pediatrici ed ostetrici europei che si confronta-vano su problematiche di patologia perinatale con 200 giovani pediatri italiani, che in seguito assunsero la responsabilità di molti centri italiani di Neonatologia.In tale Seminario venne evidenziata la necessità della istituzio-ne, nei Piani Sanitari Regionali, di una “Unità Neonatale Pilo-ta”, che potesse fornire, nel giro di poco tempo, proposte valide per ridurre la mortalità infantile che in Italia, paese industria-lizzato e con discreto livello socio-economico, era ancora mol-to alta (35 bambini per 1000), sullo stesso piano, quasi, dei pae-si in via di sviluppo. I concetti base discussi nel Seminario so-no stati riportati dal dr. Rinaldi in una pubblicazione del 1973 (“Requisiti minimi di un reparto di Neonatologia”). Tali rifles-sioni divennero, in seguito, il punto di partenza dell’organiz-zazione del Centro Immaturi (Sezione della Divisione di Pedia-tria) da lui diretto.

“Se è vero – come è vero – che nel nostro paese la perdi-ta di vita nel periodo perinatale costituisce un grave pro-blema, ciò deve significare che è necessario un impegno urgente per l’adeguamento delle strutture assistenziali là dove esistano e per la creazione di nuove strutture che possano raggiungere la periferia più lontana e disagiata.Occorre predisporre un piano di azione assai vasto al quale siano congiuntamente chiamati a partecipare, ol-tre al personale medico e paramedico, il maggior nume-ro di operatori sanitari e sociali, di uomini politici e di governo.

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In questo piano, la parte assegnata ai Pediatri e al Per-sonale paramedico specializzato in assistenza pediatrica deve essere assai rilevante. Occorre creare équipe di pe-diatri e di personale di assistenza dediti esclusivamente alla medicina neonatale, addestrati nell’impiego di tec-niche particolari quali l’incannulamento dei vasi ombe-licali, le infusioni nelle vene periferiche di neonati pic-colissimi, la exanguino-trasfusione, l’uso di monitor, di respiratori, ecc. Nei centri di assistenza neonatale, l’attività del pediatra deve essere la diretta continuazione di quella dell’ostetri-co: sono pertanto indispensabili una stretta integrazione ed un continuo scambio di informazioni tra le due équipe che devono agire in perfetta consonanza, favorendo fre-quenti incontri interdisciplinari cui siano invitati a par-tecipare infermieri ed ostetriche allo scopo di discutere casi clinici, effetti positivi o negativi di tecniche in uso, di proporre programmi organizzativi e nuovi schemi co-muni di terapia e di ricerca. Questo comune scambio di esperienze deve essere tra l’altro favorito dalla particola-re ubicazione dei centri di neonatologia che, nei grandi ospedali a carattere regionale, è auspicabile siano disloca-ti nei reparti di Pediatria in strutture contigue alle uni-tà di terapia prenatale, allo scopo di consentire la massi-ma rapidità di intervento.”

(Giuseppe Rinaldi, Requisiti minimi di un reparto di neonatologia, La Gazzetta Sanitaria Dauno Lucana n. 3, 1973, p. 19)

Al centro di uno dei dibattiti del Seminario di Como ci fu il problema della valutazione neurologica del danno cerebrale ed il prof. Minkowski, Direttore del Centro di Ricerche Biologiche Neonatali dell’Ospedale Port-Royal di Parigi, con le sue colla-boratrici C. Dreyfus Brisac e Saint-Anne Dargassies, diede un contributo nuovo ed estremamente interessante.La strada era ormai segnata e si sapeva dove e come arrivare.

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“Cominciai a ricercare e frequentare i migliori centri italiani ed esteri di assistenza neonatale: nell’aprile 1971 uno stage di una settimana presso la Clinica Pediatrica dell’Università di Berna diret-ta dal prof. Ettore Rossi, insieme a 200 pediatri scel-ti; nel maggio dello stesso anno frequenza al Primo Corso Nazionale di Aggiornamento in Rianimazio-ne presso l’Ospedale Maggiore di Milano diretto dal prof. Antonio Fantoni; nel settembre ritorno al Centro Pilota romano diretto dal prof. Bucci per 15 giorni; dal 22 al 26 maggio frequenza al Primo Corso Nazionale di Aggiornamento in Medicina Perinatale con i prof. B. Candiani e G. Roversi della Prima Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Univer-sità di Milano, massimi esponenti del settore”. (Dr. Rinaldi)

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capitolo ii

priMi Anni dell’AssisTenzA perinATAle A FoggiA

rAzionAlizzAzione dell’AssisTenzA perinATAle nell’ospedAle MATerniTà

giornATe JoniCHe

inConTri dAuni

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siTuAzione dell’AssisTenzA perinATAle A FoggiA negli Anni ’70

Alla fine degli anni ’60 e nel corso di tutto il decennio suc-cessivo l’offerta territoriale di servizi per l’area Materno-

Infantile era limitata quasi esclusivamente ai consultori facenti capo all’O.N.M.I. (Opera Nazionale Maternità e Infanzia).A Foggia e provincia i bisogni ostetrico-ginecologici erano sod-disfatti dalle ostetriche condotte, dagli specialisti ambulatoriali dei vari enti mutualistici, dalla Divisione Ostetrica dell’Ospeda-le Specializzato Provinciale di Maternità diretta dal prof. Amil-care Volpe, e da liberi professionisti (ginecologi ed ostetriche).L’assistenza pediatrica specialistica, invece, era garantita, oltre che nei consultori O.N.M.I. distribuiti sul territorio in manie-ra disomogenea, negli ambulatori specialistici delle mutue e nella Sezione Ospedaliera di Pediatria con responsabile il dott. Gerardo Cela. Questa era la situazione foggiana quando si aprì il Centro Im-maturi: era l’11 febbraio 1970.Tale data storica ricorda il trasferimento della Sezione Ospeda-liera di Pediatria, trasformata in Divisione, dalla sede di via Ar-pi all’Ospedale di Viale Pinto, dove era stato previsto il Centro Immaturi ubicato in fondo ai locali della Pediatria.Iniziava così un riconoscimento al neonato patologico che po-teva usufruire di strutture sanitarie specifiche e contigue alla Divisione di Ostetricia (dal ’76 diretta dal prof. Edgardo Landi), allo scopo di consentire la massima rapidità di intervento nel caso di parti a rischio.

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“Il centro, strutturato in ambienti per non più di quattro posti-letto, separati da ampie vetrate per consentire un più agevole controllo, era organizzato in maniera da costringere ad un percorso obbligato. Le camere di degenza erano distribuite secondo un percorso di rischio, da quelle destinate a terapia in-tensiva, a quelle di terapia intermedia, a quelle, avvi-cinandosi verso l’uscita, di terapia minima. Ciò, oltre a consentire la concentrazione in una sola camera dei neonati a rischio più elevato, significava che i neonati prossimi alla dimissione erano già pratica-mente fuori dall’area perimetrale vera e propria. Nelle camere di degenza trovavano posto quattro incubatrici munite di servo-care e ciascun posto-letto era munito di una testata per ossigeno e nu-merose prese elettriche.Il centro era inoltre dotato di un apparecchio ra-diologico mobile con tempi brevi di esposizione, che consentiva di eseguire radiogrammi standard senza spostare il neonato dalla incubatrice.Oltre alle attrezzature di base erano presenti pom-pe di infusione, analizzatori di ossigeno, incuba-trici a cielo aperto per piccoli interventi chirurgici, monitors cardio-respiratori, apnea monitors (fa-moso materassino munito di allarme acustico che

Piantina della strutturazione

del Centro Immaturi

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entrava in funzione quando l’apnea si prolungava oltre un certo limite stabilito). Il centro era inoltre fornito di un laboratorio (gesti-to dallo stesso personale medico 24 ore su 24) ed un lactarium che veniva considerato il reparto sterile per eccellenza, la centrale, cioè dove si confeziona-va la “salute” dei neonati”. (Giuseppe Rinaldi)

Il dr. Rinaldi con la collaborazione di Suor Giulia Mozzillo durante una esecuzione di exanguino-trasfusione

Lactarium

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Incubatrici d’epoca - anno 1947 - della Vecchia Maternità Provinciale - dono dell’Amministrazione Provinciale di Foggia al Reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale nell’anno 2001

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Nel corso degli anni, come vedremo, il centro ha subito conti-nue modifiche secondo le necessità emergenti dall’assistenza (1984, 1990 e 1999).All’inizio il personale medico era costituito da due sole unità (dr. G. Rinaldi, dr. U. Gentile per pochi mesi e poi dr. A. Ro-mondia sino al 1975), e quello infermieristico da puericultrici molto volenterose (Maria Villani e Colomba Massaro) e qualche professionale fornita dalla Divisione di Pediatria.Nel 1971 (prot. 9744 del 4-12-71) veniva conferito al dr. Rinaldi l’incarico di Consulente di Pediatria dell’Ospedale Specializzato Provinciale di Maternità sito in via Arpi. Si trattava dell’unico punto nascita di Foggia, la “Vecchia Maternità” con una Divi-sione di Ostetricia senza assistenza neonatale, che ricoverava i neonati patologici al Brefotrofio avvalendosi dell’opera del prof. Filippo De Capua, come Responsabile e di due pediatri, dott.ssa E. Fuiano e dott. N. Salcuni, come Assistenti. Come locali offriva soltanto qualche ampia stanza con alcune incubatrici.A quei tempi ai neonati prematuri non veniva offerta una di-gnità assistenziale, contando molto sulle risorse naturali del neonato in difficoltà.Si può comprendere lo stato d’animo di chi, formatosi nella culla della neonatologia italiana, a Roma, desiderava offrire ai neonati patologici la più adeguata assistenza.L’occasione del 30° anno d’insegnamento del prof. A. Colarizi permise al dr. Rinaldi di ritornare in clinica pediatrica, a Roma, con il prof. Curatolo, suo Primario, ed il dr. Romondia, col qua-le condivise, agli inizi, l’interesse neonatologico, con il lavoro: “Due casi di embriopatia amniogenetica” (Acta Pediatrica La-tina Vol. XXVI fasc. 6 – 1973).Il dr. Rinaldi ricorda con commozione il dr. Romondia, suo compagno iniziale di avventura, sottolineandone la serietà, l’impegno, la caparbietà di ricerca diagnostica, doti che, in se-guito, hanno trovato piena applicazione nella Direzione della Divisione di Pediatria dell’Ospedale di Cerignola (FG), prima, e poi al rientro a Foggia, come Direttore della locale Divisione di Pediatria.

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inConTro di neonATologiAFoggiA

Nell’ottobre dello stesso anno venne organizzato a Foggia il primo incontro con i neonatologi pugliesi, tra i quali i tarantini A. Di Comite e P. Famà animatori in seguito delle Giornate Neonatologiche Joniche, con il prof. Federico Vecchio, Direttore della Cattedra di Pediatra dell’Università di Bari, che partecipò con molti suoi collaboratori, tra i quali i professori F. Schettini, N. Rigillo, A. Mautone ed L. Armenio. Con alcuni di questi in seguito il personale del Reparto foggiano contribuì a “scrivere” la storia della neonatologia pugliese. Tra i temi della giornata fu riservato al gruppo foggiano di trat-tare il “Neonato da madre diabetica” e la “Validità dell’esame neurologico in epoca neonatale”. Intanto nel 1973 veniva creata la Sezione Neonatale-Immaturi aggregata alla Divisione di Pediatria degli “OO.RR.” per l’assi-stenza ai neonati a rischio, e dal 19-09-1974, veniva affidato l’in-carico di aiuto al dr. Rinaldi, con delibera n. 486 del 23-07-75.Nel dicembre del ’74 il prof. Curatolo scrive alla Direzione degli Ospedali Riuniti:

“Dichiaro che il dott. Giuseppe Rinaldi, aiuto incaricato della Sezione Immaturi aggregata alla Divisione Pedia-trica dal 19/9/74, ha svolto in effetti funzioni di aiuto già dal momento della istituzione di tale Sezione, approvata dal Comitato Regionale di controllo in data 28/11/1973. Il dott. Rinaldi ha dimostrato di possedere una eccellente preparazione, oltre che una naturale, fine versatilità nel delicato settore della Neonatologia. In tutto questo periodo ho avuto modo di apprezzare, inoltre, le non comuni doti di serietà e di attaccamento al dovere del dott. Rinaldi, il quale “vive” la vita del Reparto affidatogli, con intensa partecipazione, non cu-rante dell’orario di lavoro, sempre pronto, in qualsiasi momento fosse richiesto il suo intervento.

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Ritengo pertanto doveroso segnalare il dott. Rinaldi come elemento altamente qualificato, certamente tra i giovani medici del nostro Ospedale maggiormente me-ritevoli di stima e considerazione. Il Primario Dino Cu-ratolo”.

ii Corso TeoriCo-prATiCoFoggiA

Al II Corso Teorico-Pratico di Aggiornamento Professionale per Medici, organizzato presso l’Ordine dei Medici di Foggia, dal 9 novembre 1974 al 2 febbraio 1975, il dr. Rinaldi partecipò come relatore responsabile della Sessione “Convulsioni in età neonatale e pediatrica”.

“Nell’anno 1975 fui uno dei dieci partecipanti a fre-quentare, a Roma, presso il centro del prof. Bucci, la

In piedi il prof. Marcello Orzalesi

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Specializzazione in Neonatologia. Quanti sacrifici, quante corse, quante guardie notturne ravvicinate in ospedale, per avere un giorno libero alla setti-mana, per essere a Roma, dove, in agosto, consu-mai l’intero mese di ferie ospedaliere, frequentando notte e giorno il Reparto Immaturi. Alla fine, il 7-11-75 conseguii il diploma di speciali-sta in Neonatologia (unico anno in cui fu permes-sa la qualifica da specialista) unitamente agli altri nove colleghi (G. Citro, A. Scarcella, A. D’Onofrio, V. Pascale, A.M. Bartolomei, G. Spennati, A. Ven-demmiati, A. Benincori, G.C. Polidori) oltre ai dot-tori R. Agostino e S. Nodari che erano al contempo docenti e discenti. Negli anni a seguire tutti, tranne il dr. S. Nodari prematuramente scomparso, abbiamo diretto strut-ture di assistenza neonatale e terapia intensiva dif-fondendo la cultura neonatologica che i due gran-di maestri prof. G. Bucci e M. Orzalesi ci avevano amorevolmente trasmesso. La loro fu la Scuola che pose le radici per lo sviluppo dei successivi rami dell’«Albero neonatologico» su tutto il territorio na-zionale, con particolare riferimento al centro-sud”. (dr. Rinaldi)

Riportiamo con piacere la testimonianza del prof. Gianfranco Spennati, già Direttore della Neonatologia e Terapia Intensiva dell’Aquila, il quale descrive il vissuto degli specializzandi in Neonatologia nell’esperienza romana:

“Per i neonatologi della nostra generazione la fre-quenza al Corso di Specializzazione in Neonatolo-gia presso la Clinica Pediatrica dell’Università “La Sapienza” di Roma è stata una esperienza fonda-mentale dal punto di vista professionale e ricca di

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conoscenze umane e di incontri amicali che durano tuttora. Alcuni degli iscritti avevano già frequenta-to da specializzandi in Pediatria la Clinica roma-na, ma altri colleghi provenivano da altre sedi. In cuore nostro ci consideravamo dei privilegiati per la opportunità di acquisire un titolo specialistico tra i primi del nostro paese e per avere la possi-bilità di approfondire la teoria e la pratica in un settore ancora poco sviluppato nella sanità italiana. Di fatto, in quegli anni, esistevano solamente tre “Santuari Neonatologici”, che si trovavano (al di fuori di Roma), a Milano ed a Parma, dove era pos-sibile attingere il sapere più aggiornato delle cure neonatologiche. I docenti della Clinica Pediatrica erano responsabili degli insegnamenti teorici delle varie materie e, in periodi stabiliti, gli specializzandi frequentavano

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a tempo pieno i Reparti di Patologia Neonatale e di Terapia Intensiva sotto la guida dei medici in organico. Una volta alla settimana si svolgevano degli incontri dove venivano discussi i casi clinici presentati dagli specializzandi oppure recensioni di articoli di interesse particolare. Direttore del Corso di Specializzazione era il prof. Giovanni Buc-ci, Responsabile del Reparto con la collaborazione dei professori Patrizia Colarizi, Giovanni Marzetti, Modesto Mendicini, Giorgio Savignoni. La notorie-tà del prof. Bucci in campo neonatologico varcava i confini nazionali ed alcune sue ricerche cliniche erano costantemente citate nella letteratura inter-nazionale. Anche ai nostri giorni il prof. Bucci è considerato un “padre” dei neonatologi italiani e gode di al-tissima stima e considerazione. Cordiale, ma di parole essenziali, ha insegnato a curare i neona-ti seguendo un rigore scientifico sempre fondato

Prof. Giovanni Bucci, Direttore del Corso di Specializzazione in Neonatologia

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su basi razionali accertate e condivise evitando il ricorso a mode estemporanee non sicuramente provate. Quando in occasione dei meeting setti-manali venivano presentati dagli specializzandi i casi clinici o le recensioni di articoli scientifici, i commenti del prof. Bucci erano attesi con notevole apprensione…”.

A livello nazionale, nell’aprile 1976, con la pubblicazione del Libretto Rosso, riguardante i “Requisiti e raccomandazioni per l’assistenza perinatale in Italia”, si ponevano le basi per l’inte-grazione delle competenze ostetrico-ginecologiche e pediatrico-neonatologiche, per capire la complessità dei problemi connessi all’assistenza alla gravida e principalmente al feto-neonato. Questa pubblicazione ha raccolto al tempo stesso le più impor-tanti indicazioni della letteratura internazionale riguardanti gli standard, i criteri organizzativi e quelli strutturali di area materno-infantile e le ormai numerose esperienze nazionali, grazie al lungo lavoro intrapreso da un apposito comitato per-manente ostetrico-pediatrico per la medicina perinatale, isti-tuito in occasione del Convegno Nazionale di Salsomaggiore (Parma) dell’ottobre 1971. Il comitato ebbe come coordinatore ginecologo-ostetrico il prof. A. Bompiani e coordinatore pedia-trico il prof. G. Bucci.Nel corso degli anni la pubblicazione di atti congressuali, di documenti, di convegni, sia a livello regionale che nazionale, dedicati allo studio degli aspetti scientifici ed organizzativi dell’assistenza perinatale, hanno consentito, come vedremo, progressi straordinari nel campo delle conoscenze scientifiche, della formazione professionale (sia medica che infermieristica), delle tecnologie sempre più avanzate e delle normative riguar-danti l’assistenza materno-infantile. Del Libretto Rosso, nelle sue varie edizioni (del ’90 e del ’97), ci si avvalse per l’organizzazione e la programmazione dei reparti di assistenza perinatale. Non è stato certo casuale che nel principale documento norma-

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tivo tutt’ora vigente (D.M. del 24.4.2000: Adozione del Progetto Obiettivo Materno-Infantile relativo al Piano Sanitario Nazio-nale per il triennio 1998-2000) si trovino ricomprese gran par-te delle indicazioni riportate nell’ultima edizione del Libretto Rosso.

Sino al giugno 1978 l’assistenza neonatale a Foggia era così as-sicurata:a) Sezione Neonatale-Immaturi aggregata alla Divisione di Pe-

diatria degli “Ospedali Riuniti”, cui competeva oltre l’assi-stenza a tutti i neonati a rischio di Foggia e Provincia, anche l’assistenza ai neonati sani della Divisione di Ostetricia degli “Ospedali Riuniti” di Foggia;

b) Servizio di Neonatologia della Maternità Provinciale per i neonati sani della relativa Divisione di Ostetricia, trasferitosi da Via Arpi nel plesso della Nuova Maternità, istituito con delibera approvata dal Comitato Provinciale di Controllo il 17/06/75, trasformato in Sezione di Assistenza Neonatale con dieci posti-letto dal CPC il 10/01/77 n. 7355, ed in Divi-sione di Neonatologia nel 1978.

Nel giugno 1978, la Regione Puglia, al fine di apportare una adeguata tutela sanitaria ai neonati a rischio, istituiva con la Legge Regionale n. 25 del 29/06/78 (art. 7) una Unità di Terapia Intensiva Neonatale per almeno ogni quindicimila parti all’an-no. Le direttive regionali stabilivano, inoltre, la strutturazione e le attrezzature per ogni Unità Intensiva individuandola per Foggia e Provincia nel Presidio “Ospedali Riuniti” di Foggia; trasformando la già esistente Sezione Neonatale-Immaturi in Sezione Autonoma di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale, con conseguente trasformazione del posto di Aiuto in Aiuto Dirigente (Primario). L’organico medico all’epoca comprende-va il posto di Aiuto Dirigente (dr. Giuseppe Rinaldi), otto po-sti di Assistente (coperti, in parte, dai dr. Nazario Nargiso, dr. Rosario Magaldi, dr. Giuseppe Gallo, dr. Antonio Clemente), due capo-sala, sedici infermieri professionali, dieci vigilatrici d’infanzia.

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Nel giugno 1980 la Divisione di Ostetricia degli “Ospedali Riuniti” di Foggia, con la Sezione di Assistenza Neonatale, ve-niva trasferita nei locali all’uopo previsti, del nuovo Presidio Maternità Provinciale, sito in viale Luigi Pinto, ottemperando così agli elementari concetti di organizzazione dipartimentale dell’assistenza materno-infantile.Non avveniva, però, il contestuale trasferimento della Sezione Autonoma di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale, presso i locali frapposti tra le due Divisioni Ostetriche e le rispettive sezioni di assistenza neonatale. Tale discrepanza viene sottolineata dal dr. Rinaldi:

“Infatti, con il passare dei giorni, il nostro trasfe-rimento subiva manovre di sabotaggio da parte di singoli operatori sanitari, ingegneri ed amministra-tori dell’Ospedale Maternità, che avrebbe dovuto accoglierci.Tentammo di richiamare l’attenzione sul problema, con due lettere inviate al Presidente del Comita-to di Gestione della USL/F8, in data 24/6/1982 e 25/10/1982, senza ottenere alcun riscontro, anzi, constatammo l’assoluta insensibilità alla soluzio-ne del problema. D’altro canto non erano pochi i disagi e non man-cava qualche incidente durante il trasferimento dei neonati patologici dalla Maternità agli OO.RR., dove ci avevano lasciati isolati e lontani dai punti nascita”. Non tollerando ulteriormente il silenzio alle no-stre sollecitazioni verbali e scritte, esasperati per la mancata realizzazione dei requisiti minimi di assistenza intensiva, in data 1/12/1982, inviammo una formale protesta al Presidente ed al Coordina-tore Sanitario dell’USL FG/8”.

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Intanto erano trascorsi dieci anni di impegno in difesa dei neona-ti a rischio, per cui si ritenne necessario conoscere lo stato dell’as-sistenza perinatale nella provincia di Foggia, avvalendosi di un questionario inviato a tutti i Centri-Nascita dell’intera provincia. L’iniziativa fu aggiornata negli anni successivi, a livello regiona-le, per fornire elementi utili per un Piano Regionale Ospedaliero, che prevedesse diversi livelli dell’assistenza neonatale.

“Dall’analisi dei dati emerge la necessità di programmare l’assistenza perinatale, attribuendo lo spazio appropriato ed i fondi adeguati alle diverse aree di intervento: quella degli interventi semplici e soprattutto precoci, così come all’area degli interventi più sofisticati, evitando lo sperpero di risorse economiche e professionali in iniziative frammen-tarie e comunque al di fuori di una programmazione”. (Estratto da “Organizzazione dell’assistenza perinatale: l’esperienza della Provincia di Foggia”. Rivista Siciliana di Medicina Prenatale, Neonatale, Pediatrica e Genetica. Anno II – Fascicolo n. 1, p. 93, 1983)

Da sinistra: prof. C. Del Bianco, primario della Divisione di Ostetricia della Vecchia Maternità, padre C. De Flumeri e padre L. Carozza, dietro l’ostetrica L. Trifiletti

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iii ConVegno nAzionAle osTeTriCo-pediATriCosAlsoMAggiore

Nell’ottobre 1980 al III Convegno Nazionale Ostetrico-Pediatri-co di Salsomaggiore il dott. Rinaldi presentò uno studio clinico anatomo-patologico su 215 riscontri autoptici nei neonati con età gestazionale maggiore di 28 settimane dimostrando che l’asfissia (nei prematuri), le malformazioni congenite (nei ne-onati a termine) e l’RDS erano le cause più frequenti di morte (Atti del III Convegno Nazionale Ostetrico-Pediatrico, pp. 405-415, Fontanellato, Parma, 1982).

ConVegno diBATTiTo sullA sAluTe neuro-psiCHiCAFoggiA

Il 23 gennaio 1982 si tenne a Foggia un Convegno Dibattito su “La difesa della salute neuro-psichica del bambino” e il dr. Ri-naldi relazionò su “Prevenzione del danno neurologico in età neonatale” nella tavola rotonda moderata dal dr. Angelo Spina. Il ricordo di quest’ultimo, venuto a mancare nel gennaio 2008, accompagna costantemente il dr. Rinaldi. Tra i due c’è stato un percorso parallelo non solo ospedaliero; infatti al dr. Spina si deve la nascita e l’evoluzione della Neuropsichiatria Infantile a Foggia, ma anche un fraterno rapporto di amicizia, frutto di obiettivi ed interessi condivisi.

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AggiornAMenTo in neonATologiA per il Meridionereggio CAlABriA

Il dr. Pasquale Serrao, Primario Neonatologo di Reggio Calabria, organizzò nel novembre ’82 uno dei primi Corsi di Aggiorna-mento Neonatologico Italiano, avvalendosi della collaborazione del dr. Concolino, neonatologo ospedaliero storico di Catanzaro, e della Scuola Romana (Bucci e Orzalesi), che partecipò fatti-vamente alla riuscita della manifestazione. Fu l’occasione per i neonatologi meridionali di incontrarsi per la prima volta e fare una programmazione comune per l’assistenza neonatale. Il dr. Rinaldi partecipò con la comunicazione “La sopravvivenza e le cause di morte dei neonati con peso alla nascita di 1500 grammi o meno” (G. Rinaldi et al. Rivista Siciliana di Medicina Prenata-le, Pediatrica e Genetica, Anno II, fasc. n. 1, pp. 53-56, 1983).

4° giornATe JoniCHegroTTAglie (TA)

A settembre, a Grottaglie, si tennero le “Giornate Joniche di Ne-onatologia”, organizzate dal dr. A. Di Comite, con una Tavola Rotonda sulle problematiche neonatologiche pugliesi, che vide la partecipazione della prof.ssa Mautone (Bari), del dr. Guadalupi (Brindisi), del dr. Rinaldi (Foggia), del dr. Ruggero (Lecce) e del dr. Vitacco (Taranto). Per fornire qualche informazione in più sulle Giornate Joniche, per evidenziare il confronto che i neonatologi pugliesi hanno avuto nel corso degli anni, riportiamo il contributo fornitoci dall’ideatore delle “Giornate”, dr. Antonio Di Comite:

“LE GIORNATE JONICHE DI NEONATOLOGIA (1979-1999)Un “amarcord” su convegni che hanno fatto la storia della pediatria pugliese.

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Le diciotto edizioni delle Giornate Joniche di Neonatolo-gia (1979-1999) rappresentano la prova del far “cultura pediatrica”, a cominciare dai primi giorni della vita del bambino, anche perché la Puglia è stata fra le primissime Regioni italiane a legiferare sulla organizzazione ospeda-liera ed extra ospedaliera della neonatologia. La prima edizione – 1979 – Riva dei Tessali (Castellaneta Marina-TA) vide il “top” della cultura universitaria ed ospedaliera pugliese di ambito dell’età evolutiva, raccolta intorno a un grande maestro di pediatria, il prof. Federico Vecchio, Direttore della Clinica Pediatrica dell’Univer-sità di Bari, per discutere di “problematiche di patologia neonatale” emerse dal nostro territorio, che già da dieci anni prima si era organizzato in ogni centro pugliese di vita ospedaliera. Il “Decennale della Divisione di Neonatologia dell’Ospedale SS.ma Annunziata di Taranto” (sorta sulla volontà del prof. Aldo Crocco, il fondatore della pediatria ospedaliera di Taranto, negli anni cinquanta del secolo scorso) fu il coagulo di esperienze esposte e rivenienti dai Centri di Foggia, Taranto, Bari, Lecce e Brindisi e dalle strutture provinciali dove volenterosi si prodigarono acchè assistenza e cultura scientifica cam-minassero parallelamente: e così alle Giornate Joniche si videro unite quella dauna di Pugnochiuso-Vieste (dr. Rinaldi e coll., 1993) quelle jonico salentine di Torre Canne (Brindisi) 1989 dott. Giuseppe Latini e Giusep-pe Colucci; quella di Lecce (1991) organizzata dal dott. Raffaele Longo a cui partecipò il prof. Giovanni Bucci di Roma. Per la prima volta in Italia si parlò di bioetica del neonato a Taranto (1988), con una relazione tenuta dal maestro di pediatria il prof. Roberto G. Burgio, Cat-tedratico di Pavia. La manifestazione più affollata fu quella dauno-garganica del 1993, in cui si parlò di “Puglia neonatologica”, a cui convennero, per tre giorni, tutti i neonatologi pugliesi, con

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la partecipazione di Marcello Orzalesi, che guidò la riunio-ne dedicata ai neonati di peso minore di 1.500 grammi. Le altre sedi delle Giornate Joniche di Neonatologia fu-rono individuate presso tutte le sedi operative di neona-tologia: a Martina Franca (1980), organizzata dal dott. Antonio Padovano (“problematiche neonatologiche d’og-gi”); nel 1981 a Taranto si discusse di “perinatologia at-tuabile”. A Grottaglie (Ta) con Giorgio Loiodice discutemmo ani-matamente, con la supervisione di Pier Paolo Mastroia-covo, epidemiologo della “Cattolica” di Roma (autore della prima indagine nazionale sulle malformazioni congenite, a cui parteciparono tutte le neonatologie pugliesi), come rilevare i dati patologici e fare denuncia adeguata e si-stemica delle malformazioni (in quanto le segnalazioni all’Istat erano obsolete, come se le patologie in Italia non esistessero). Nel 1983, a Manduria (Ta), il dottor Aldo Cosma scelse di discutere delle emergenze neonatologiche anche dal punto di vista infettivologico: parteciparono, da Bari, il prof. Ughetto de Santis, Primario all’Ospedale Giovanni XXIII, e l’indimenticabile prof. Ivan Papadia, Direttore dell’Ospedale Pediatrico di Bari, che egli aveva portato alla eccellenza. A Massafra, la “Tebaide d’Italia”, il dottor Vito Donvito scelse di affrontare il problema della Università a Taran-to: fu invitato un grande dell’Accademia dei Lincei, il prof. Cosimo D. Fonseca, Magnifico Rettore dell’Univer-sità di Basilicata (1984). La “Storia della Medicina” fu affrontata dal prof. Gianni Giacovelli, storico, che parlò dei “riti di passaggio” in pediatria. La “genetica e le sue applicazioni in pediatria e ostetri-cia” fu il tema che sviluppò il prof. Angelo Carbonara, Cattedratico di Torino che tornò nella sua patria, Ca-stellaneta, su invito dei dottori indigeni C. Galgano, F. Moramarco (1985).

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Nel 1987 ci recammo a Ginosa coll’amico dott. Vincenzo D’Alconzo e discutemmo di “neonatologia pratica al letto del malato” con i pediatri di base. Nel 1986, a Mottola, col dott. P. Gentile, affrontammo il problema del “tra-sporto neonatale” con l’apporto del dott. Giuseppe Rinal-di, che era stato fondatore in Puglia e che aveva risolto i problemi degli ospedali periferici nell’emergenza. Infine, in territorio barese, col dott. Giuseppe Basile, Primario Pediatra, nel 1994 parlammo non solo di “Neonatolo-gia fra mito e scienza”, ma si affrontò col prof. Antonio Leggio, Chirurgo Pediatra dell’Università di Bari,il tema delle “ernie inguinali del lattante”.Ma non è tutto. Eminenti studiosi hanno affollato le Giornate Neonatologiche di Puglia: fra questi il nefro-logo di Losanna, il prof. JP Guignard, il prof. Matteo Adinolfi del Guy’s H. di Londra, il prof. Krisna Mur-ty, famoso nutrizionista dell’Università di New Orle-ans, con la dott.ssa Margherita Caroli, rappresentante dell’Italia nel Consiglio d’Europa e nostra conterranea presso l’ospedale di Brindisi.Al termine di questa carrellata essenziale, non possia-mo non plaudire all’opera dei neonatologi pugliesi, da Peppino Rinaldi, Angelina Mautone, Giuseppe Latini, Raffaele Longo, l’indimenticabile Peppino Famà e lo scri-vente, Tonino di Comite, che, da pionieri, promossero la neonatologia in queste contrade pugliesi.Un grazie ai miei collaboratori, Luciano De Vita, Piero Saracino, Rossana Pilone, Pinuccio Merico e tanti altri giovani che si donarono alla creazione delle Giornate Joniche di Neonatologia, nate su ispirazione del nostro prof. Aldo Crocco, ricordiamolo, il creatore della pediatria ospedaliera di Taranto”.

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i inConTro TeoriCo prATiCo di TerApiA inTensiVABAri

Ad ottobre 1982, organizzato dalla prof.ssa Mautone, si tenne a Bari il 1° Incontro Teorico-Pratico di Terapia Intensiva Neo-natale. Le “Tecniche di alimentazione” furono oggetto della trattazione da parte del Gruppo foggiano.

Finalmente nel dicembre 1983 avvenne il trasferimento della Sezione Autonoma di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale nel Presidio Maternità Provinciale, dopo tante sollecitazioni e proteste. Addirittura i medici e gli infermieri furono costretti a eseguire personalmente tale trasferimento, trasportando a braccio le incubatrici, le suppellettili e lo strumentario del la-boratorio, per guadagnare tempo e vedere realizzato il sogno tanto atteso della contiguità con le divisioni ostetriche. I problemi, però, non erano risolti in quanto furono a loro asse-gnate solo due stanze al secondo piano del Presidio Maternità Provinciale, tanto che la scrivania del Primario fu sistemata nell’atrio di accesso al reparto dove si svolgeva il colloquio con i genitori dei bambini ricoverati, che invece avrebbe richiesto un ambiente riservato per la privacy.

Il Reparto dopo il trasferimentoin Maternità (1984)

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Dopo il trasferimento, la situazione non si era normalizzata del tutto in quanto continuava ancora il ricovero di neonati a rischio e patologici presso la Divisione di Neonatologia – Maternità Pro-vinciale Foggia, procedendo tardivamente al loro trasferimento presso la Sezione Autonoma di Terapia Intensiva, la sola respon-sabile dell’assistenza ai neonati patologici. In data 17/12/1984 si inviava al Presidente del Comitato di Gestione ed al Direttore Sanitario degli OO. RR. e della Maternità, oltre che al Presiden-te dei Diritti del Malato, una comunicazione sull’inosservanza delle disposizioni ribadite nell’incontro tenuto il 31/10/83, con il Coordinatore Sanitario dr. Edmondo Russo.

Così nel 1985, con atto n. 1539 del 15/10/85, il Comitato di Ge-stione deliberava l’unificazione del Nido annesso alla Divisione di Pediatria degli “Ospedali Riuniti” alla Divisione di Neona-tologia della Maternità Provinciale.Si concludeva così questo “cammino dipartimentale” con per-corso molto travagliato, ma alla fine la “cultura” prevalse, ri-dando fiducia a chi credeva nella programmazione. Questo cammino organizzativo, soprattutto la raggiunta continuità intramuraria e un sistema assistenziale ostetrico-neonatale più efficiente furono la premessa essenziale per avere:

la riduzione dei casi di emergenza neonatale;- la possibilità di prevedere alcune situazioni difficili al - momento del parto e di attrezzarsi per tempo, e oppor-tunamente, a questo; la continuità terapeutica;- la possibilità di assicurare una prognosi - quoad vitam e quoad valetudinem a diversi neonati, anche estremamente prematuri, decisamente migliore.

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i Congresso nAzionAlegruppo di lAVoro di neonATologiACeFAlù

Al 1° Congresso Nazionale del Gruppo di Lavoro di Neonatolo-gia (GLN) della SIP, tenutosi a Cefalù nell’aprile 1983, il Gruppo foggiano del Reparto di Patologia e Terapia Intensiva Neonata-le presentò una comunicazione riguardante “La nascita di un bambino malformato: colloquio con i genitori”.Con un’indagine prospettiva volta a ricercare ed a catalogare le reazioni di 11 coppie di genitori di neonati ricoverati con mal-formazioni congenite evidenti e tali da determinare reazioni immediate, veniva sottolineata “…l’importanza della comunica-zione chiara, precoce e comprensibile affidata ad una persona sensibile e cosciente dell’importanza del proprio ruolo, altrimenti i genitori re-stano increduli ulteriormente e cominciano a rivolgersi a più persone in cerca di colui che sia d’accordo con loro a negare lo verità” (G. Rinaldi, G. Marciello, et al., Archivio Siciliano di Medicina e Chirurgia, vol. XXIV, 1983, p. 696).

Riportiamo una intervista televisiva al dr. Rinaldi, dell’aprile 1985, da parte del giornalista Gianni Piomelli, di Video-Foggia, nella trasmissione “Specchio Segreto”. L’intervista ha subito dei tagli e delle modificazioni per rendere più sintetico il testo:

Piomelli: Il vostro Reparto risolve i problemi sia di Foggia che della provincia?Rinaldi: Forse anche di più, perché in effetti a livello regionale non ancora sono presenti reparti organizzati come il nostro. Piomelli: Vi riferite soltanto a quei neonati che accu-sano forme patologiche o in genere il bambino appena nato riceve una assistenza metodica?Rinaldi: Per quanto riguarda la mia attività, essa si riferisce solo ai neonati patologici, cioè neonati che pre-sentano grossi problemi alla nascita.

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Nel contempo, mi corre l’obbligo di chiarire che a Foggia ogni neonato che nasce riceve un’assistenza immediata dai colleghi neonatologi che sono presenti in sala parto e seguono il neonato normale dal momento della nascita fi-no al momento della dimissione, con eccellenti risultati. Piomelli: Ritornando al neonato patologico, voglio por-re una domanda di ordine etico-medico: fino a che punto è giusto che il neonatologo intervenga per risolvere even-tuali situazioni a rischio di handicap?Rinaldi: Questa è una domanda che risveglia la crisi che ci attanaglia tutte le volte che ci troviamo di fronte ad un bambino con gravi problemi, perché ci siamo resi conto, nel corso degli anni, che nessuno di noi può dire di conoscere il limite oltre il quale non andare con la rianimazione strumentale, limite oltre il quale non spin-gersi ad assistere un bambino che chiede aiuto. Ogni volta, veramente, viviamo questo dramma, perché ci rendiamo conto che non sempre conosciamo le conse-guenze… però è anche vero che noi siamo intenzionati a dare tutto l’aiuto possibile, regolandoci di volta in volta sul da farsi. E questo perché se è vero che con questo tipo di assistenza possono sopravvivere bambini con esiti neurologici (anche a distanza di tempo), è anche vero che abbiamo dei bambini per i quali non volevamo spendere nemmeno un soldo e poi sono sopravvissuti in discrete condizioni: non più tardi di un mese fa una donna è arrivata in Maternità e, dal primo controllo eco-cardiografico, si è messo in evidenza l’arresto car-diaco del feto. Allora si è deciso per la morte in utero e così, con una certa calma, si è preparato il cesareo, facendo trascorrere un’ora e mezza, perché si era cer-ti che il neonato era morto. Invece dopo alcuni minuti dalla nascita il piccolo ha cominciato a respirare. È stato subito rianimato e con enorme soddisfazione possiamo dire che abbiamo salvato una vita, badando anche alla qualità della vita.

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Piomelli: Dottore, poniamo il caso di un neonato con una grave forma di patologia e che la madre venga a chiedere di non intervenire o peggio di far morire il pro-prio figlio, come gestite la cosa?Rinaldi: Questo problema lo vivo spesso, perché di fronte a bambini per i quali il futuro non sembra roseo, ma neanche rosa pallido, noi siamo impegnati sul fronte della vita e cerchiamo di coinvolgere i genitori e nel con-tempo anche il personale paramedico, per vedere qual è la migliore soluzione del caso. Però noi cerchiamo di dare assistenza sempre e comunque.Piomelli: Anche a prescindere da quello che dicono i genitori?Rinaldi: Cerchiamo di coinvolgere i genitori anche per-ché bisogna tenere presente una cosa: il primo approccio di un padre e di una madre con un bambino che presenta problemi e che loro si aspettano sano e bello, è caratteriz-zato da uno stato depressivo, per cui i genitori in quel momento non si trovano nelle migliori condizioni per prendere una decisione. Allora noi, in questi casi, cer-chiamo di avere una comunicazione abbastanza chiara con loro e partecipata; di essere di supporto alla coppia per trovare una giusta soluzione, per tenere nella giusta considerazione i desiderata dei genitori, senza abdicare al ruolo del medico, che è quello di dare aiuto e assistenza e di agire nel migliore interesse del neonato.Piomelli: C’è sempre un’opzione per la vita?Rinaldi: Decisamente, non interrompiamo mai l’assi-stenza, o per lo meno la riduciamo al minimo quando ci rendiamo conto di trovarci di fronte a situazioni irrever-sibili, ma tenendo sempre presente le enormi capacità di recupero che i neonati hanno. Piomelli: Grandi forme di patologia possono dipendere anche dai genitori? Rinaldi: Sì, esiste una quota di patologie malformative che possono trovare riscontro nel patrimonio genetico dei

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genitori. Però bisogna essere molto prudenti e non biso-gna colpevolizzare eventuali situazioni. Bisogna innan-zitutto predisporre una buona consulenza per permettere alla coppia di trovarsi nelle migliori condizioni. Piomelli: Allora certe coppie non dovrebbero sposarsi?Rinaldi: Chi desidera avere una famiglia o avere una compagna, non significa che non abbia diritto a sposarsi e questo non implica che necessariamente debba avere un figlio. Bisogna consigliare una buona consulenza geneti-ca per valutare le percentuali di rischio di un’eventuale ereditarietà. Bisogna lasciare la coppia libera di decidere e trovare la soluzione migliore alla propria condizione, decidere di avere o non avere il figlio, vivendo in piena libertà il loro rapporto di amore. Piomelli: Se non ho capito male, non è che le malattie ereditarie si trasmettono sempre al figlio, ci può essere sempre un intervento vostro per prevenire…Rinaldi: Bisogna fare delle distinzioni. Le tare eredita-rie in quanto tali hanno sempre un certo rischio di ripre-sentarsi e si può anche prevedere quello che è il rischio sotto l’aspetto genetico. La coppia, comunque, deve esse-re lasciata libera di riflettere sulla propria condizione. Piomelli: Ci sono certe mamme che preferiscono pren-dersi cura personalmente del neonato, a fronte di altre che si attengono scrupolosamente alle decisione del me-dico, lei cosa ci può dire al riguardo?Rinaldi: Io credo che il migliore medico del neonato sia la madre. Questo rapporto diretto madre-figlio lo osser-viamo anche nel mondo degli animali. (…). La madre avverte ogni sfumatura di malessere che può avere il neonato. E noi ci stiamo preparando per una nuova fa-se, diversa da quella che vedeva, fino a poco tempo fa, le madri allontanate dai propri bambini. Nel prossimo futuro dobbiamo riportare il neonato accanto alla madre, restaurare il rooming-in. È vero che le strutture possono limitare tali rapporti, in realtà il problema è essenzial-

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mente culturale. I parenti, che così numerosi vanno a trovare in Maternità le puerpere ed il neonato, subito dopo la nascita, devono rendersi conto di alcune norme igieniche da tenere. Noi medici, d’altro canto, abbiamo violentato la natura, abbiamo cercato di un evento asso-lutamente naturale, di assumere una dignità a spese del rapporto madre-bambino. Noi medici ci siamo costru-iti degli spazi, privando i neonati di quella vicinanza materna, che io ritengo indispensabile per lo sviluppo neuro-comportamentale del piccolo.Piomelli: Vorrei chiedere ancora: i medici del suo Re-parto forniscono solo assistenza sanitaria o attuano for-me di educazione per la mamma, in senso lato?Rinaldi: Approfitto della domanda per sottolineare il fatto che ho un personale medico, ma anche paramedico, eccellente; è difficile trovare della gente così ben disposta a collaborare come fanno loro. Devo dare atto ai miei colleghi e alle infermiere della loro grande disponibilità. È importante che si faccia non solo la terapia relativa alla patologia, ma anche la prevenzione. Noi curiamo molto questo rapporto, questa comunicazione con i geni-tori: dedichiamo loro molto tempo. È commovente vedere come il personale si prenda carico della cura di questi bambini rendendo partecipi anche la madre e il padre. Noi abbiamo parlato sempre della madre, ma abbiamo riscoperto la figura del padre, che deve essere ancora va-lorizzata e che ha la stessa dignità della madre. Il papà e la mamma partecipano alle cure di questi neonati. E questo è importantissimo nelle coppie che hanno il pri-mo bambino. È necessario dare un’informazione che sia abbastanza serena. Non creare con loro un rapporto di clientela, ma bisogna dare alla coppia le informazioni per vivere serenamente certe situazioni difficili di pa-tologia.

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V inConTro dAuno MediCinA perinATAleFoggiA

Nel maggio 1986 il dr. Rinaldi organizzò a Foggia il V Incontro Dauno di Medicina Perinatale per conto del Gruppo di Lavoro di Neonatologia Sez. Apulo-Lucana, a cui parteciparono tutti i Responsabili dei Centri Pugliesi con i loro collaboratori.

“Il quinto incontro delle “Giornate Daune di Medici-na Perinatale” ha inteso mettere in luce le moderne co-noscenze di prevenzione del travaglio pretermine e de-gli handicaps in sala parto e le possibilità diagnostiche prenatali della patologia malformativa. Inoltre sono sta-te evidenziate le indagini epidemiologiche condotte nel-la Regione Puglia a proposito degli esiti a distanza di alcuni problemi del neonato a rischio (problemi oculi-stici, nutrizionali, neurologici e respiratori), e l’orga-nizzazione della Medicina Perinatale su tutto il terri-torio pugliese. La speranza è che la conoscenza della realtà, anche se problematica, porti in un prossimo futuro ad una mi-gliore riorganizzazione dell’assistenza materno-infan-tile nella Regione Puglia”.(Giuseppe Rinaldi, Prefazione V Incontro Dauno di Medicina Pe-rinatale, Humana Centro Studi, 1986)

2° Congresso nAzionAle gruppo di lAVoro di neonATologiAABAno TerMe (pd)

Nel giugno ’86 si tenne ad Abano Terme (Padova) il 2° Con-gresso Nazionale del Gruppo di Lavoro di Neonatologia del-la SIP. Il Gruppo foggiano (G. Rinaldi, R. Magaldi, G. Gallo, G. Marciello e A. Spina) presentò le seguenti comunicazioni:

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Follow-up respiratorio di neonati ad alto rischio, so-- pravvissuti dopo trattamento con ventilazione mecca-nica.Follow-up neurologico di neonati con peso alla nascita - uguale o inferiore a 1500 g.Dipartimento di Emergenza USL/FG8: utilizzo del sistema - di trasporto dell’Unità di Terapia Intensiva Neonatale.

Viii giornATe JoniCHe di neonATologiAMoTTolA

Nel settembre dello stesso anno si tennero a Mottola (TA), con la collaborazione del dr. Gentile, Aiuto-Dirigente dell’Ospedale mottolese, le VIII Giornate Joniche di Neonatologia, dove ven-nero discusse le problematiche riguardanti il trasporto neona-tale e le patologie metaboliche. La Gazzetta del Mezzogiorno, in data 13/9/86, riporta:

“Il dott. Giuseppe Rinaldi di Foggia farà il punto sul-le conseguenze psicofisiche dei neonati di basso peso al-la nascita che sono stati sottoposti a terapia intensiva. La struttura Neonatologico-Intensiva di Foggia è quel-la meglio attrezzata della nostra Regione e quindi è un punto di riferimento per le altre”.

L’efficienza del Centro foggiano è sottolineata anche in un articolo di Enzo Lordi pubblicato su “Puglia” il 28 maggio 86, alla pag. 14.

“«L’obiettivo che si prefigge un Centro di Patologia e Te-rapia Intensiva Neonatale» – dice il dr. Rinaldi – «non è solo quello di tenere comunque in vita dei neonati gra-vi, ma di affidare alla società degli individui che non sia-no, domani, un peso per essa»”.“Foggia possiede uno dei 5 centri di Patologia e Tera-pia Intensiva Neonatale della Puglia, e possiamo affer-

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mare, “senza arrossire” ma con dati di fatto inoppugna-bili che esso, per assistenza respiratoria è unico in tut-ta la Regione. A confermarlo non è tanto il Primario dr. Giuseppe Rinaldi, che gli ha dedicato più di un decen-nio delle proprie energie, quanto la nuda realtà. Al Cen-tro della Terapia Intensiva Neonatale della USL di Fog-gia affluiscono in numero sempre crescente ricoveri non solo dalla provincia di Foggia, ma dallo stesso capoluo-go regionale, oltreché dalle province limitrofe di Avelli-no e dal Molise”.“«I consensi continuano a piovere sul nostro centro in cui sono state attivate» – dice il dr. Rinaldi – «prime in tutta la Regione, sofisticate apparecchiature di assisten-za strumentale al neonato. Sono stati trattati neonati bisognevoli di assistenza intensiva respiratoria, cardio-logica, neurologica e neonati venuti alla luce molto pri-ma del termine».“Sono sopravvissuti neonati che per la legge italiana so-no prodotti abortivi, in ultima analisi, è stata assicurata un’assistenza al neonato a rischio probabilmente all’altez-za dei migliori centri italiani. Per quanto riguarda i neo-nati piccolissimi al di sotto di un chilo di peso, la soprav-vivenza è uguale a quella dei più sofisticati centri d’Italia; la mortalità neonatale, ad un mese di vita, è per il Dipar-timento Materno-Infantile dell’USL di Foggia del 6,6 per 1000 di fronte al 14 per 1000 dell’intera regione.Per ottenere risultati così qualificanti sono necessarie, a monte, una struttura e una organizzazione che mol-ti ci invidiano”.Un altro dei dati qualificanti del centro è l’«umanizza-zione del rapporto madre-neonato in ospedale. Sostenu-ti dalla copiosa letteratura esistente sull’argomento» – conclude il dr. Rinaldi – «dobbiamo contribuire, anche strutturalmente, alla ricostituzione del rapporto madre-figlio minacciata da paraventi tecnologici, a volte ecces-sivi, a volte francamente ingiustificati».

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Ottobre ’86: gastroschisi. Il 25 ottobre viene eseguito un in-tervento eccezionale nel Reparto di chirurgia pediatrica del-la “Maternità”. Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, nella stes-sa data, riportiamo:

“Una corsa contro il tempo. E contro la morte. Mad-dalena, una bambina nata giovedì sera all’Ospedale di Cerignola con l’addome aperto e l’intestino fuori, ora è nell’incubatrice del Reparto di Patologia e Terapia Inten-siva della Maternità di Foggia. Per oltre due ore l’équipe della Chirurgia Pediatrica ha operato quel corpicino per correggere la “malformazione nel più breve tempo possibi-le e completare l’evoluzione embriologica” come sostiene il primario della Chirurgia Pediatrica, Ermanno Perrotti, che quattro volte in passato, quando era all’Ospedale dei Bambini “Umberto I” di Brescia, ha avuto a che fare con casi simili (…). Quello di Maddalena è un caso raro (il primo in Capitanata); ne capita uno ogni 30000 nascite: gastroschisi, questo è il termine scientifico della malfor-mazione che arresta lo sviluppo dell’embrione nella pri-missima età della vita fetale (…)”. (Gianni Rinaldi)

nuoVo direTTiVo sezioneApulo-luCAnA di pediATriABAri

Nel mese di novembre si è riunita a Bari, nell’aula “F. Vecchio” della Clinica Pediatrica dell’Università di Bari, l’assemblea or-dinaria dei soci della Società Italiana di Pediatria Sezione Apu-lo-Lucana (618 iscritti), per procedere alla elezione del Consi-glio Direttivo per il biennio 1986-88. Il nuovo consiglio diretti-vo è risultato essere: prof. Papadia, Presidente, prof. De Mat-tia, Vice Presidente, e i dottori Rinaldi, Loiodice, Marranzini, Pellecchia e Torelli, Consiglieri.

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ConVegno “lA soFFerenzA FeTo-neonATAle”roMA

Nel novembre ’86 al Convegno “La Sofferenza Feto-Neonata-le”, tenuto a Roma dal Gruppo di Lavoro di Neonatologia del-la Regione Lazio, il Gruppo di Foggia presentò il Poster: “Pro-gnosi immediata e a distanza dei neonati con peso nascita ≤ 1000 g”.Furono riportati i dati di 75 neonati con peso alla nascita ≤ 1000 g., ricoverati presso la Patologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’USL FG/8, valutando la prognosi immediata ed il follow-up neurologico almeno ad un anno di vita.

Dalla relazione dell’attività di Reparto del 1986, inviata al Diret-tore Sanitario dell’USL FG/8 riguardante 667 neonati, con un in-cremento del 9% circa rispetto all’anno precedente, riportiamo:

“Prospettive. Otto i punti essenziali per proseguire sul-la via del miglioramento e dell’affinamento delle tecni-che assistenziali ai neonati patologici e specialmente a quelli ad alto rischio:

Applicabilità completa della Legge Regionale n. a) 25/1978, con necessità di RIORDINO DIPARTI-MENTALE, per accentrare tutti i neonati patologi-ci nell’unico Centro di Patologia e Terapia Intensi-va Neonatale previsto dalla predetta legge per la pro-vincia di Foggia, e come da delibere dell’USL FG/8, dell’Assemblea Generale dell’USL FG/8, e dal Piano Regionale. Questo riordino dipartimentale è stato già stimolato in varie occasioni, ultima in ordine di tem-po la proposta del 19 gennaio 1987.Dotare il Reparto di Patologia e Terapia Intensiva b) Neonatale di ALTRE CAMERE DI DEGENZA, per soddisfare le crescenti richieste di assistenza inten-siva neonatale.

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Vista anche la necessità di dover assistere lattanti c) abbisognevoli di assistenza respiratoria, inviati dal Centro di Rianimazione diretto dal dr. Aloi, si ri-chiede di dotare il Reparto dell’attrezzatura necessa-ria per l’assistenza intensiva per due posti letto: re-spiratori a pressione, cardiorespirografi telemetrici, p02 – pC02 transcutanee, monitors per pressione ar-teriosa.Portare a soluzione completa il problema del traspor-d) to del neonato a rischio (…), inquadrandolo nell’ot-tica del Dipartimento di Emergenza. Completare la fornitura dell’ecotomografo cerebrale.e)

Urgenza dell’ampliamento della pianta organica del f) personale medico.Copertura totale della pianta organica paramedica, g) attualmente coperta per circa 2/3, indispensabile per il funzionamento del Reparto.ISTITUZIONE DEL CENTRO DI GENETICA.h)

Nella speranza che ancora una volta tali prospettive non vengano disattese e che il tanto auspicato Dipartimen-to Materno-Infantile, anche nella nostra provincia, pos-sa essere “partorito” da una nuova mentalità cultural-mente rinnovatrice ed al passo con i tempi, La saluto fi-ducioso.Foggia, lì 29 aprile 1987Giuseppe Rinaldi”.

inConTro “ATTuAliTà in TerApiA inTensiVA neonATAle”Brindisi

Il 29 novembre 1986 il dr. Rinaldi partecipò all’Incontro su “At-tualità in Terapia Intensiva Neonatale”, organizzato a Brindi-si dal dr. Giuseppe Latini, con la relazione “Limiti di vivibili-tà del neonato di peso molto basso in Puglia”. Alcuni dati del-

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la sua relazione sono riportati dalla rivista “Neonatologica 4, pp. 349-356, 1987”.

“Gli autori valutano l’esperienza nell’assistenza di 75 neonati con peso alla nascita ≤ 1000 g., osservati nel pe-riodo 1980 – giugno 1985. (28% la sopravvivenza del gruppo totale: 21 pazienti). (…). È stata valutata 800 grammi la “soglia” di peso per una aspettativa di vita normale più ottimistica, ed una Età Gestazionale limite per la vitalità di 26 settimane (…). Il follow-up neuro-logico dopo almeno un anno di vita ha evidenziato in 3 casi (15,8%) handicaps maggiori, in 2 casi (10,5%) un danno minore non invalidante; 14 i pazienti con follow-up normale (73,7%). Questo costituisce un prognosti-co accettabile per la fascia dei neonati con peso ≤ 1000 grammi alla nascita”.

Gli stessi concetti ampliati sono stati ripresi dalla rivista “Pe-diatria oggi” vol. VII n. 3 pp. 241-249, 1987, dai dr. Rinaldi e Gallo. In tale lavoro si sottolinea anche l’importanza assisten-ziale del personale infermieristico.Le iniziative del dr. Giuseppe Latini, con gli incontri brindisini, che facevano seguito alle Giornate Ioniche organizzate dal dr. Antonio Di Comite a Taranto e provincia, alle Giornate Daune di Medicina Perinatale ed ai Corsi di Aggiornamento Teorico-Pratico organizzati a Foggia dal dr. Rinaldi ed agli Incontri di Medicina Perinatale, organizzati a Bari dalla prof.ssa Mauto-ne, segnalano il fermento culturale della Neonatologia Puglie-se fondato sull’aggiornamento permanente, non solo del per-sonale medico, ma anche di quello infermieristico.

direTTiVo nAzionAle del gruppo di lAVoro di neonATologiAdellA soCieTà iTAliAnA di pediATriA 1987

Per il triennio 1987-90, il dr. Rinaldi viene eletto, unitamente ai professori Bracci, Colarizi, Serra e Citro, Consigliere Naziona-

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le del Gruppo di Lavoro di Neonatologia (GLN) della SIP, con Presidente il prof. Antonio Marini.

capitolo iii

AperTurA dellA CHirurgiApediATriCA/neonATAle

priMi ConTATTi nAzionAli e inTernAzionAli

isTiTuzione MinisTeriAle del TrAsporTo neonATAle

speriMenTAzione surFATTAnTe

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Nel 1987, dopo anni di attesa, viene finalmente consegnata l’Unità Mobile di Trasporto Neonatale. Da “La Gazzet-

ta del Mezzogiorno” del 26/9/87 riportiamo:

“L’ambulanza è stata acquistata dall’Unità Sanitaria Locale foggiana, per un costo intorno ai 90 milioni di li-re, e messa a disposizione non solo del Reparto di Tera-pia Intensiva Neonatale: sarà infatti utilizzata per qual-siasi altra emergenza che riguardi bambini fino ai 10 anni di età per i quali si renda necessaria un’assistenza intensiva continuata. Proprio la possibilità di prestare all’interno dell’ambulanza la medesima assistenza che si assicura nel centro specializzato, fa dell’unità mobile un acquisto “azzeccato”, giusto. Da quattro anni i sa-nitari del reparto si battevano con gli organi dirigen-ti dell’USL per l’acquisto di un “esemplare” quasi uni-co. A spiegare la necessità di acquistare l’unità mobile è il primario della terapia intensiva neonatale, Giuseppe Rinaldi. “Le statistiche in nostro possesso parlano chia-ro – sottolinea –. In sette anni di attività si è notato che un trasporto del paziente, affidato a mani inesperte, in-cide sulla qualità di vita del neonato sopravvissuto”. In altre parole, il bimbo “in-born” (nato nel reparto) vive meglio di quello “out-born” (nato in un centro non spe-cializzato e successivamente trasportato alla divisione di terapia intensiva). “Il miglior trasporto resta quel-lo in utero: è la mamma cioè ad essere ricoverata in una

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struttura specializzata dove partorisce. Ma quando tut-to ciò non è possibile, per molteplici ragioni, ecco l’im-portanza della “unità mobile”, afferma il primario. At-tualmente un neonato venuto alla luce prematuramen-te o cardiopatico, nato lontano dal centro, viene condot-to al reparto in condizioni frettolose e precarie da perso-nale inesperto, “aggiungendo trauma a trauma con con-seguenze neurologiche talvolta catastrofiche”, spiegano i sanitari. “Il trasporto operato su un’ambulanza dota-ta delle strutture necessarie e con personale medico e pa-ramedico specializzato – aggiunge Giuseppe Gallo, neo-natologo – garantisce la indispensabile continuità assi-stenziale che dalla nascita sino al ricovero non deve in alcun modo venire meno” (…).L’unità mobile, che attende di essere utilizzata per la pri-ma volta, dispone “di un vano sterilizzato, un respirato-re automatico, ovviamente di una incubatrice, tre bom-bole di ossigeno, una di anidride e una di aria compressa, oltre a monitoraggio” spiega il dr. Nazario Nargiso che, insieme al primario e ai colleghi Giuseppe Gallo e Ro-sario Magaldi, si è battuto per l’acquisto dell’ambulan-za, destinata ad essere utilizzata non solo in provincia, ma anche nell’ambito regionale con la possibilità di rag-giungere altre regioni, considerato che il reparto di tera-pia intensiva neonatale della Maternità di Foggia è uno dei migliori di tutto il Meridione”. (Anna Langone)

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ConVegno pATologiA respirAToriAAsiAgo (Vi)

Particolarmente importante fu la partecipazione al “Convegno sulla Patologia Respiratoria del Neonato tenutosi ad Asiago il 10 ottobre 1987, incontro interregionale organizzato dai dotto-ri Demi e Grassi della locale Patologia Neonatale. La Puglia fu rappresentata dal dr. Latini con la “Valutazione su eventuali effetti della pressione positiva continua (CPAP) sul-la diuresi” e dal Gruppo foggiano (Gallo, Picca, Magaldi, Mar-ciello, Rinaldi) con due comunicazioni:

“Follow-up respiratorio dei neonati sopravvissu-- ti all’assistenza ventilatoria con intubazione trachea-le”. Venne riportata per la prima volta l’incidenza del-la BPD (Displasia Bronco-Polmonare), patologia che in seguito sarà oggetto di particolare interesse da parte del Gruppo.

Il dr. Montrone durante il trasporto di un neonato

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Il neonato di peso molto basso (≤ 1500 gr.): variazio-- ne degli indici di sopravvivenza nel periodo 1980-86 nell’U.T.I.N. dell’USL FG/8 di Foggia.(Atti del “Convegno sulla Patologia Respiratoria del Neonato”, Re-gione Veneto, 1987, pp. 6 e 36)

Di rilievo il contributo dato dal dr. Vito Picca, che, nonostante la brevità della sua permanenza nel Reparto, riuscì a trasfon-dere nel Gruppo le sue conoscenze e competenze sulla riani-mazione, migliorando molto l’assistenza ventilatoria dei neo-nati piccolissimi ricoverati.

Nel novembre dello stesso anno agli incontri scientifici brindisi-ni il dr. Rinaldi presentò per la prima volta una relazione dal te-ma: “Moderni concetti nella terapia della MIP col surfattante”.Si segnalava la possibilità di una terapia sperimentale con sur-fattante suppletivo, sostanza tensioattiva necessaria per la ma-turazione polmonare nel feto umano anche a età gestaziona-li molto basse.

Riapertura Reparto Chirurgica Pediatrica di Foggia. Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 12/4/87, riportiamo:

“Ha riaperto i battenti. Ma la speranza è che non si con-ceda più pause o interruzioni. Dopo polemiche, dissen-si, improvvisi abbandoni e richieste di trasferimento, la Chirurgia Pediatrica è di nuovo in attività. Francesco Marinaccio, già aiuto della Chirurgia Generale, ha pra-ticamente preso il posto del primario Ermanno Perrotti ora a Brescia. Ma forse il dato più importante di questa nuova funzionalità del reparto è la sintonia delle opera-zioni con l’unità di terapia intensiva neonatale. Un pri-mo passo dunque verso quel sogno chiamato Diparti-mento, più volte sventolato e sistematicamente buttato all’aria, svanito. Che sia la volta buona per il definitivo assetto? (…)”. (Anna Langone)

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Nel corso degli anni successivi, questo interrogativo ha trovato risposta positiva per la bravura del dr. Marinaccio, e non solo, ma anche per la disponibilità continua ed instancabile a favore di ogni neonato, anche il più piccolo (resteranno sensazionali alcuni interventi chirurgici su neonati piccolissimi, con peso in-feriore al chilogrammo), che avesse bisogno di assistenza. A tal proposito riportiamo la testimonianza del dr. Francesco Marinaccio:

“21 aprile 1987: Inizia la Grande Avventura Chi-rurgicaChi di noi, adulto o bambino, non ha provato disa-gio se non paura ad entrare in un ospedale? Ebbe-ne, è capitato a me, adulto e per di più aiuto da an-ni di Chirurgia Generale, quando ebbi l’incarico di sostituire momentaneamente il primario di Chirur-gia Pediatrica trasferito in altra sede.“Ad evitare interruzione all’attività chirurgica pe-diatrica e conseguenti disagi ai bambini che sono in attesa di essere ricoverati in assenza del prima-rio trasferito in altra sede, la signoria vostra è asse-gnata a detta divisione”: questa la lettera inviatami dall’allora Direttore Sanitario dott. E. Russo .È il 18 aprile del 1987. Questa data segnerà il cam-mino della mia vita professionale e non solo. Non era proprio nei miei programmi quello di divenire Chirurgo Pediatra, anche perché questo comporte-rà da parte mia una nuova specializzazione che mi vedrà nuovamente studente. Ho provato disagio e paura entrando nella Divisio-ne di Terapia Intensiva Neonatale, lontana anni lu-ce dalla mia “cultura di chirurgia degli adulti”. Il neonato ricoverato in UTIN è un bambino ben di-verso dal neonato ideale, spesso prematuro o mal-formato, minuto di aspetto e dalla sopravvivenza incerta, lontano dai canoni estetici della pubblici-

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tà. Un approccio diverso e difficile perché nuovo, quello con questo paziente. Troppo piccolo per ri-spondere alle tue domande, troppo piccolo per rac-contarti le sue sofferenze. Bisogna imparare a leg-gere il linguaggio del suo volto, del suo pianto, del-la sua postura. Col tempo ho capito che non è solo lo sforzo fatto dal medico ma anche dal neonato che cerca di co-municare con lui. Quando tutto è risolto il piccolo sembra riconoscere, tra tanti, il tuo sguardo. È uno sguardo di complicità: insieme abbiamo lottato e abbiamo vinto.21 Aprile 1987: ha inizio la grande avventura. Biso-gna attivare immediatamente il servizio delle ur-genze chirurgiche pediatriche e neonatali. Queste sono assicurate per l’intero arco delle 24 ore da me e dalla dottoressa Maria Nobili, unica collaboratri-ce… e per lungo tempo. In verità devo dire che ho avuto anche altri preziosi collaboratori: la mia famiglia e la mia sposa in par-ticolare che ha creduto nella bellezza di quell’av-ventura sopportando le mie prolungate ore in ospe-dale e condividendo gioie e dolori.La maggior parte, infatti, delle anomalie congeni-te richiede correzioni chirurgiche precoci nei pri-mi giorni o settimane di vita, in quanto mettono in pericolo la vita dei piccoli pazienti. Questa chirur-gia è polimorfa e impegnativa; molto coinvolgente perché “a rischio”, ma esaltante allo stesso tempo. Il pensiero va a quelle affezioni considerate emer-genze serie, quali l’ernia diaframmatica, il volvo-lo dell’ansa di Toldt, le occlusioni intestinali…, im-pegnative per l’intera équipe chirurgica e intensi-vista.Dai risultati conseguiti dall’espletamento di questo tipo di chirurgia si misurano le capacità organiz-

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zative e l’efficienza di una équipe di chirurghi e in-tensivisti che collaborano in simbiosi. Per mia fortuna ho incontrato non solo dei bravi professionisti che hanno reso possibile questa bel-la avventura, ma anche amici con i quali si è crea-to un rapporto che è andato al di là di quello mera-mente professionale.Nell’ultimo decennio di questa attività, buona par-te di affezioni che esitavano in alta mortalità han-no avuto un altissimo indice di sopravvivenza e di pieno recupero anatomico e funzionale. È stato un lavoro vissuto e sofferto da tutti noi, a tutti i livelli di responsabilità. In questo cammino abbiamo trat-to tesoro sia dai nostri errori sia dalle idee innova-trici desunte dai convegni ai quali spessissimo ab-biamo partecipato portando la nostra esperienza.L’elevato grado non solo di sopravvivenza, ma di guarigione completa e definitiva, è da ascrivere a vari “fattori” quali: il monitoraggio diagnostico ed ecografico del feto, il timing chirurgico, le migliori conoscenze delle fisiologia del neonato, il miglio-ramento anestesiologico, la microchirurgia, ma so-prattutto ai presidi di terapia intensiva, respirato-ria, nutrizionale pre e post-operatoria messi in atto dalla nostra Terapia Intesiva. Grazie alla fortunata collaborazione con il Gruppo di Terapia Intensiva Neonatale coordinato dal dr. Rinaldi, è stato possi-bile ottenere tali risultati in un certo numero di pic-colissimi (dai 600 ai 900 g di peso) che non sarebbe-ro – in un passato recente – “mai nati”.“Per far diventare realtà un grande sogno, il pri-mo requisito è una grande capacità di sognare; il secondo è la perseveranza – una fede nel sogno” (Hans Selye).Questi anni vissuti e sofferti mi hanno portato a ri-flettere, sempre più di frequente, sull’autentico va-

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lore della vita. L’uomo è proprio quell’essere – dice-va Heidegger – che mette in questione la vita, che si interroga sul significato ultimo dell’esistere, an-che se non sempre riesce nel proposito di scioglie-re tutti i suoi dubbi. E l’interrogazione sulla vita non può mai essere accantonata se non per un cer-to tempo.Questo mio, questo nostro lavoro, (con i colleghi intensivisti), è stato difficile, duro, a volte triste, a volte esaltante… ma sempre finalizzato al bene del piccolo.Il valore dell’oggetto conosciuto mi ha toccato e ha provocato una emozione, uno stato d’animo che posso individuare con la parola “sentimen-to”; e questo sentimento ha attraversato e penetra-to l’orizzonte della mia esperienza.In questa avventura, accanto alla certezza della as-soluta inadeguatezza dei miei mezzi, ho però sem-pre avvertito – e confessato – la presenza di una “Persona viva” che ha voluto che tutto ciò si realiz-zasse. La vita necessita continuamente di altra vi-ta per poter vivere”.

Il dr. Francesco Marinaccio, Direttore

della Struttura Complessa di Chirurgia Pediatrica Ospedaliera,

durante un intervento

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giornATA di AggiornAMenTo in MediCinA perinATAleBAri

I dati della letteratura sull’uso del surfattante, sulla sua effica-cia, sulle controversie e sui problemi eventuali a lungo termine, furono ripresi successivamente il 28 gennaio 1988 nella “Gior-nata di Aggiornamento in Medicina Perinatale” tenutasi a Ba-ri nella relazione dei drr. Rinaldi e Gallo: “Trattamento conven-zionale e sostitutivo del RDS del pretermine”. Essi comunica-rono che:“Attualmente il gruppo in Italia di sperimentazione poli-centrica, che fa capo al prof. Robertson come coordinatore generale e al prof. Cosmi responsabile per l’Italia, ha iniziato la terza fase del-lo studio sul trattamento sostitutivo con surfactant esogeno del RDS del neonato, allargando l’indagine ad altre Unità di Terapia Intensi-va Neonatale, fra cui la Nostra” (Atti della Giornata di Aggiorna-mento in Medicina Perinatale – Bari, 28 Gennaio 1988, p. 98).

Vi inConTro dAuno di MediCinA perinATAleFoggiA

Il 3 marzo 1988 si tenne a Foggia il VI Incontro Dauno di Medi-cina Perinatale dal tema “Il follow-up del neonato a rischio”. Si discusse dei problemi neuropsichici (dr. R. Paludetto), respirato-ri ed auxologici (prof.ssa P. Colarizi) e sensoriali (dr. S. Chiappe), con la moderazione del prof. N. Rigillo e del dr. G. Rinaldi.

Xi europeAn Congress oF perinATAl MediCineroMA

Nell’aprile 1988 all’XI Congresso Europeo di Medicina Peri-natale, il Gruppo foggiano ebbe un riconoscimento indiretto

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a livello europeo. In questo contesto, però, il dr. Rinaldi visse un’esperienza molto particolare, che lui stesso racconta:

“Avevamo inviato una comunicazione «Survival and outcome of infants weighing 1000 g. or less at birth: a six-year experience.» - Una settimana pri-ma fummo avvertiti che avremmo rappresentato l’Italia nella sessione del Meeting relativo alle espe-rienze assistenziali perinatali nei neonati con pe-so inferiore al chilo. Il confronto, tutto in inglese, sarebbe avvenuto con le esperienze di altri gruppi europei ed extraeuropei.Lo stupore e la paura, in me, la fecero da padrone e nonostante avessi preparato il testo in un buon in-glese, quando il chairmen disse: “And now Italy, with doctor Rinaldi!”… Volevo morire…Riusciì a leggere la relazione, ma durante la discus-sione il prof. Duc di Zurigo mi fece una domanda in inglese, che io non capii e chiesi la traduzione al moderatore prof. M. Orzalesi, mio vecchio maestro. Il suddetto chiese a Duc di esprimersi in italiano,

In piedi il dr. Rinaldi durante la relazione,

al tavolo il prof. M. Orzalesi

e il prof. H.J. Woraschk

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visto che lui conosceva la lingua. Quello per tutta risposta replicò che ad un congresso internazionale bisognava conoscere l’inglese da programma. An-dai in tilt, dando una “qualche” risposta. Alla fine del Meeting chiesi ai miei collaboratori di riportar-mi immediatamente via, maledicendo il momento in cui avevo “superato i miei limiti”.

A bilanciare questa situazione di frustrazione uscirono tre arti-coli trionfalistici sulla sanità foggiana ed in particolare sul Re-parto di Terapia Intensiva Neonatale su “Puglia” e “La Gazzet-ta del Mezzogiorno”. Riportiamo solo quest’ultimo pubblica-to, sulle pagine regionali, in data 15/4/88:

“Riconoscimento europeo per l’Unità di Terapia Intensi-va Neonatale dell’USL FG/8 diretta da Giuseppe Rinal-di, premiata nel corso dell’Undicesimo Congresso Euro-peo di Medicina Perinatale svoltosi a Roma. Il gruppo di lavoro dell’unità ha rappresentato l’Italia nella sessione del Meeting relativo alle esperienze assistenziali perina-tali nei neonati con peso inferiore ad un chilo. Il raffron-to è stato fatto con le esperienze di altri gruppi europei (le due Germanie, Olanda, Spagna, Cecoslovacchia, In-ghilterra, Svezia, Bulgaria, Francia, Iugoslavia e Irlan-da) ed extraeuropee (USA e Canada) rilevando la rag-guardevole percentuale di sopravvivenza del 38% nella fascia dei neonati con peso-nascita sotto al chilo”.

Tale risultato è frutto dell’équipe medica formata dai dottori Rinaldi, Magaldi, Nargiso, Gallo, Popolo, Di Gianni, Montro-ne, Litta e Marciello, mentre la parte infermieristica, comprese le puericultrici, era costituito da Capra, Margotta, Zizzi, Ma-succi, De Leonardis, Nesta, Susca, Cancellara, Lepore, Mileti, Ruberto, Menichella, Bonfiglio, Potenza, Lauriola, Gentile, Di Mauro, Bux, Fania e Miccoli.

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Allo stesso congresso fu presentata anche la comunicazione “Legionellosis in neonatal period: the first case reported in Italy” frutto della collaborazione con l’Istituto di Microbiolo-gia dell’Università di Bari, diretto dal prof. Donato Fumarola.

“RIFLESSIONI POSTUME. Superata la prima fase traumatico-depressiva, in seguito l’esperienza ro-mana al Congresso Europeo di Medicina Perinatale fu rivissuta da me come una grande conquista. Infatti l’attenzione, piano piano, cominciava a rivol-gersi ad un lontano ospedale del Meridione, e per lo stesso reparto di Foggia cominciava un’altra era.Sì, perché al di là del prestigio e della soddisfazio-ne che mi inorgogliva, non lo nascondo, finalmente il nostro operato poteva confrontarsi con quello di altri centri di terapia intensiva di grande esperien-za, finalmente cioè cominciavamo a fare dei bilanci, a scoprire come e quanto si poteva migliorare, ma

Parte dell’equipe medica del Reparto (1988)

Da sinistra dr. Gallo, dr. Nargiso, dr. Di Gianni,

dr. Rinaldi, dr.ssa Litta, dr. Popolo e dr. Magaldi

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anche cominciavamo a riconoscere alcuni risultati positivi, frutto del nostro impegno costante e con-tinuo. Da allora sono stati tanti i gruppi di studio a cui il nostro reparto ha partecipato anzi, molte vol-te, i nostri dati sono stati punto di riferimento sia per il contributo numerico apportato, sia per l’ac-curatezza della raccolta stessa dei dati. Tutto que-sto ha rappresentato e rappresenta tuttora per noi una crescita atta a migliorare i nostri comportamen-ti, a modificare alcuni atteggiamenti di assistenza, a credere fermamente che si può e si deve fare e dare di più, sulla spinta proprio del confronto altamente scientifico tra centri di assistenza neonatale diversi ma che operano per lo stesso fine”. (G. Rinaldi)

inConTro su “le inFezioni delle Vie urinArie”roMA

Il 7 maggio, presso l’Aula Brasca del Policlinico “Gemelli”, in Roma, si tenne una riunione su “Le infezioni delle vie urina-rie in età neonatale. Indagine policentrica e follow-up”, che vi-de la partecipazione dei responsabili dei singoli centri parteci-panti, tra i quali quello foggiano.

X giornATe JoniCHe di neonATologiATArAnTo

In data 9 e10 settembre 1988 il dr. Rinaldi fu invitato come mo-deratore alle X Giornate Joniche di Neonatologia “DE ETHICA NEONATORUM…”.Nella cornice della Scuola Sindacale CISL di Taranto ebbe luo-go la X edizione con una imponente partecipazione di studiosi

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da tutt’Italia, perché per la prima volta si discuteva, nel nostro paese, di bioetica; la relazione fu tenuta dal prof. Burgio, Diret-tore della Clinica Universitaria di Pediatria di Pavia, che mise in evidenza la tematica intitolata “De ethica neonatorum”.

46° Congresso nAzionAle dellA soCieTà iTAliAnA di pediATriATorino

Nel mese di ottobre, il XLVI Congresso Nazionale di Pediatria si tenne a Torino e il Gruppo foggiano, preso in considerazione per la prima volta a livello nazionale, partecipò con una relazio-ne tenuta dal dr. Rinaldi in collaborazione con Stefano Chiappe di Cagliari, Patrizia Colarizi di Roma, Roberto Paludetto di Na-poli, dal titolo “Il destino dei bambini già di basso peso alla na-scita” (Rivista Italiana di Pediatria «IJP», vol. 14 – n. 5, 1988)

Programma Ministeriale: Servizi di Trasporto Neonatale. Nello stesso anno, il 22 dicembre 1988 si visse un evento fon-

X Giornate Joniche di Neonatologia

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damentale per l’assistenza neonatale: il Ministero della Sanità, con decreto legislativo, individuava nell’ambito del Program-ma di Salute Materno-Infantile, su proposta del prof. E. Guz-zanti, la realizzazione di un servizio di trasporto neonatale co-me progetto pilota, con varie possibilità:

potenziamento S.T.N. già esistenti (Roma, Foggia, Pavia).1) istituzione di S.T.N. in realtà dove esistono Centri T.I.N. 2) (Roma, Milano, Napoli, Caserta, Palermo).organizzazione di un Centro T.I.N. e di un S.T.N. in una 3) città dove ancora queste strutture non esistono (Bari).

Veniva così riconosciuta a livello nazionale la realtà della Se-zione Autonoma di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale di Foggia, che sin dagli anni ’80, come già ricordato, aveva inizia-to le prime esperienze di trasporto neonatale sia per la propria Provincia che per le altre Province pugliesi, con autoambulan-ze pubbliche non attrezzate allo scopo, con incubatrici di tra-sporto inadeguate e scarsamente funzionali e senza assistenza di personale qualificato.

Riportiamo la testimonianza del periodo vissuto dal 1983 al 2002 dal dr. Rocco Agostino, che rappresentava la punta di dia-mante del Centro del prof. Bucci:

“È arrivato un bambino, pesa 1100 g, ha una tempe-ratura rettale di 31.5 °C!”Siamo a febbraio 1983 e, con Sandro Nodari abbia-mo appena finito di stampare il grafico che corre-la la mortalità con la temperatura rettale al ricove-ro, relativa a tutti i bambini con peso < 1500 g (circa 250) ricoverati nel decennio 73-82 al centro di Tera-pia Intensiva Neonatale dell’Università “La Sapien-za” di Roma, diretto dal prof. Giovanni Bucci. Siamo sgomenti: il 50% è arrivato con una tempera-tura <35 °C e il 10% con una temperatura <32 °C e di questi ultimi quasi nessun sopravvissuto nono-stante l’approccio assistenziale intensivo che già al-

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lora comprendeva la ventilazione meccanica, l’ali-mentazione parenterale, etc. Ecco allora che è arrivato un nuovo bambino desti-nato a morire di … freddo!. “Non possiamo accettare tutto questo, dobbiamo organizzare un servizio attrezzato per il trasporto neonatale” disse Sandro che aveva appena trovato un libro scritto da Ferrara sull’esperienza da lui fat-ta in Canada relativa al trasporto neonatale. Colleghi di buona volontà come Macagno a Udine e Rinaldi a Foggia avevano cominciato, saltuariamen-te e in maniera del tutto volontaristica, a trasporta-re, con incubatrice e neonatologo a bordo, i neona-ti più fragili andandoli a prendere direttamente nel centro trasferente.Con la frenesia che ci caratterizzava, scriviamo un documento puntualizzante la necessità di allestire un servizio di trasporto neonatale con tutti i det-tagli relativi alla pianificazione, all’organizzazio-ne, al personale, alle attrezzature e lo portiamo al-le autorità competenti (università, comune, provin-cia, regione). Solo il sindaco di Roma sembra sen-sibile, tant’è che emette una ordinanza che per-mette di attivare per il solo mese di agosto e solo per la città di Roma, un Servizio per il Trasporto di Emergenza Neonatale (STEN). Il 6 agosto 1983 fac-ciamo il primo trasporto di un neonato pretermi-ne di 1000 g che arriva con una temperatura di 36 °C e sopravvive!Da allora il servizio non si è più fermato ed è il pri-mo STEN in Europa con personale e attrezzature clandestine ma dedicate solo al trasferimento neo-natale. Nel 1988 l’incontro con Elio Guzzanti, allo-ra direttore Sanitario dell’Ospedale Bambino Ge-sù, che si sensibilizza al problema, suggerisce di in-serire nella sigla la parola “emergenza” (nasce così

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l’acronimo STEN), accoglie l’istanza di adoperarsi per allargare il servizio ad altre regioni. Nel 1989 il CIPE delibera e finanzia l’istituzione di altre 13 uni-tà operative distribuite in varie regioni. Finalmente nel 1991 una delibera regionale ufficia-lizza lo STEN acquisendo ambulanze e incubatrici da trasporto, assumendo medici e infermieri e at-tivando altre due unità operative per coprire le esi-genze di tutta la regione Lazio. Intanto, grazie al finanziamento del CIPE, lo STEN viene attivato in Lombardia, nel Friuli, nella Puglia, in Campania, in Liguria, nel trentino e nel 1995 si forma il gruppo di studio per il trasporto neonata-le che elegge segretario Rocco Agostino. Tre indagini conoscitive, l’ultima nel 2000, docu-mentano la continua ma lenta espansione del ser-vizio nelle varie regioni e il contributo dello STEN al miglioramento della sopravvivenza neonatale.Nell’aprile del 2002 viene pubblicato il libro sul trasfe-rimento neonatale ad opera di Rocco Agostino, Giu-seppe Rinaldi e Giulio Seganti, edito da Verduci.Ho lasciato lo STEN nel 2002 dopo aver assistito al trasporto di quasi 30.000 neonati con l’impegno di molti giovani colleghi e tanti infermieri che hanno sempre interpretato questo lavoro con grande ab-negazione e con incredibile entusiasmo: a loro va il mio personale, affettuoso ringraziamento.

Tornando al decreto del 22/12/88, il Ministro De Lorenzo asse-gnò alle Regioni, con vincolo di destinazione, le risorse necessa-rie. La Regione Puglia, su proposta dell’Assessore alla Sanità Tom-maso Marroccoli, con decreto approvato il 17/4/1991, previ-de l’istituzione di due livelli del servizio: il primo attivabile in ogni UTIN avrebbe garantito il trasporto diretto alla stes-sa UTIN e collegato con altri sistemi di trasporto di emergen-

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za con le associazioni di volontariato del settore; il secondo de-dicato con il personale dell’Unità di Terapia Intensiva Neona-tale dell’Ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari e degli Ospedali Riuniti di Foggia, avrebbe garantito il trasporto da e per le UTIN.Come copertura territoriale la U.T.I.N. di Foggia avrebbe as-sicurato il fabbisogno di tutta la Capitanata e il Nord-Barese, mentre l’Unità Operativa di Bari tutta la zona cittadina, il Sud-Barese ed il Salento. L’avvio del Progetto Pilota Nazionale nell’ambito della Prote-zione Materno-Infantile fu problematico ma i programmato-ri del Ministero della Sanità hanno continuato a considerare la questione anche nei piani triennali successivi, sino a quello dell’ultimo triennio 2006-2009, dove viene prevista l’attivazio-ne del trasporto neonatale in emergenza nell’ambito della rete emergenza-urgenza di cui al numero unico “118”.Il Gruppo foggiano ha fatto del trasporto un’esperienza pilota, anticipando i tempi legali; infatti i primi risultati riguardanti i

Il Servizio di Trasporto ed Emergenza

Neonatale in Puglia

za con le associazioni di volontariato del settore; il secondo de-dicato con il personale dell’Unità di Terapia Intensiva Neona-tale dell’Ospedale Pediatrico “Giovanni XXIII” di Bari e degli Ospedali Riuniti di Foggia, avrebbe garantito il trasporto da e per le UTIN.Come copertura territoriale la U.T.I.N. di Foggia avrebbe as-sicurato il fabbisogno di tutta la Capitanata e il Nord-Barese, mentre l’Unità Operativa di Bari tutta la zona cittadina, il Sud-Barese ed il Salento. L’avvio del Progetto Pilota Nazionale nell’ambito della Prote-zione Materno-Infantile fu problematico ma i programmato-ri del Ministero della Sanità hanno continuato a considerare la questione anche nei piani triennali successivi, sino a quello dell’ultimo triennio 2006-2009, dove viene prevista l’attivazio-ne del trasporto neonatale in emergenza nell’ambito della rete emergenza-urgenza di cui al numero unico “118”.Il Gruppo foggiano ha fatto del trasporto un’esperienza pilota, anticipando i tempi legali; infatti i primi risultati riguardanti i

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trasporti effettuati nei due semestri del 1987 e primo semestre del 1988 furono riferiti in occasione del II Corso di Aggiorna-mento in Neonatologia dell’Italia Centrale tenutosi a San Bene-detto del Tronto il 30 settembre. Già in tale occasione il Grup-po sottolineò l’importanza del trasporto in “utero” e che un si-stema di trasporto del tipo presentato, rielaborato opportuna-mente, si poteva facilmente integrare nei Dipartimenti di Emer-genza ed Accettazione (D.E.A.) che si andavano programman-do nelle varie regioni, per gli aspetti pediatrici.

ConVegno uMAnizzAzione Cure neonATAliACQuAViVA delle FonTi (BA)

Con l’attività del trasporto il Gruppo foggiano comprese subito gli aspetti psicologici ad esso collegati, documentandone l’im-portanza al Convegno sulla “Umanizzazione delle cure neona-tali” tenutosi presso l’Ospedale Generale Regionale “Miulli” di Acquaviva delle Fonti (BA), organizzato dal dr. Savino Mastro-pasqua, Primario Neonatologo esperto innovatore anch’egli della Scuola romana, allievo stimato del prof. Orzalesi.

Rileviamo da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, del 23 ottobre 1988:

“Punto di riferimento specifico è stato il neonato e l’umanizzazione auspicabile delle cure che gli si devo-no. L’avanzamento tecnologico dell’assistenza al neona-to specialmente a rischio – ha detto il dr. Savino Mastro-pasqua, primario neonatologo del Miulli – non trascu-ri gli aspetti umani di quel delicato rapporto che unisce i genitori dal momento della nascita in poi (…). È possibi-le questo, oggi nei nostri ospedali, al capezzale del neona-to? «Il nato, ha detto la prof.ssa Mautone, prende tutte le iniziative che gli sono possibili e consentite per tenere

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il contatto con la madre. Lo stesso mondo animale ce ne offre l’esempio. Ma la nostra struttura è, spesso, contro questo primo, iniziale, importantissimo rapporto. Il no-stro sistema può limitarlo molto e, per esempio, il prema-turo può rimanere anche tre mesi separato dalla madre (…). Per i nati pretermine è stata documentata un’alte-razione degli adattamenti cognitivi a seguito della priva-zione della interazione precoce madre-figlio (…). Sulla scorta di queste premesse e della ormai collaudata orga-nizzazione attuata, il dr. Rinaldi, primario neonatalogo degli Ospedali Riuniti di Foggia, ha illustrato un piano organico posto a disposizione della Regione per una ra-zionalizzazione del settore”. (Nicola Simonetti)

Terzo Congresso nAzionAle del gruppo di lAVoro di neonATologiAsTresA

Dopo l’invito come relatore al XLVI Congresso Nazionale di To-rino, anche il Gruppo di Lavoro di Neonatologia volle la parte-cipazione del dr. Rinaldi al 3° Congresso Nazionale del Grup-po, tenutosi a Stresa dal 30 maggio al 2 giugno 1989. Egli par-tecipò con i professori Priolisi, Mandruzzato, Rubaltelli e Giuf-frè alla Tavola Rotonda “Il ritardo di crescita intrauterina” con la relazione sui “Quadri Clinici”. Da ricordare la presenza del prof. Antonino Priolisi, antesignano della Neonatologia sicilia-na, legato da amicizia al dr. Rinaldi che divenne molto profon-da negli ultimi tempi della sua vita. A Stresa il Gruppo di Foggia (Rinaldi, Gallo) fu presente anche con una comunicazione in collaborazione con la Scuola Roma-na (Ferrante, Ferrazzano, Monti), dal titolo “Disgenesia gonadi-ca mista in un neonato: problema dell’attribuzione del sesso”.

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iV WorKsHop on surFACTAnTgoTTingen

Il 25 maggio, al Congresso Internazionale di Gottingen, i 27 Centri Europei partecipanti allo Studio Multicentrico Europeo sull’utilizzo terapeutico e preventivo di un Surfattante di ori-gine suina, chiamato Curosurf, presentarono i primi dati su 39 neonati trattati. Tra gli altri partecipò il Gruppo foggiano, con i dottori Rinaldi e Magaldi, contribuendo, anche successivamen-te, alla consistenza della casistica.Riguardo al ruolo del surfattante nelle sindromi respiratorie riportiamo maggiori informazioni attraverso la testimonianza del dr. Rosario Magaldi:

“Ero arrivato a Foggia nel marzo 1980 con l’autono-mia del Reparto di Patologia e Terapia Intensiva Neo-natale, a seguito della legge regionale 25/1978, trasfe-rendomi dalla Lombardia, dove lavoravo da un an-no circa, dopo l’esperienza di Cooperazione Tecnica con i Paesi in Via di Sviluppo, in Africa, per due an-ni, con il CUAMM/Medici con l’Africa di Padova.Già da alcuni anni si lavorava molto; negli anni 1987-1988 forse o quasi certamente eravamo l’uni-co centro della Regione in cui veniva fatta assisten-za ventilatoria e molti Ospedali regionali ed extra-regionali ci onoravano da anni del trasferimento di neonati patologici o del trasporto “in utero” di gra-vidanze a rischio. Sulla scia e sull’entusiasmo del dr. G. Rinaldi, ave-vamo voglia di competere o meglio di confrontarci con umiltà, ma tanto orgoglio, con i più importan-ti centri italiani.Molte le partecipazioni a vari congressi con presen-tazione di abstracts che riportavano le nostre casi-stiche, i nostri risultati. La considerevole numero-

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sità di neonati patologici trattati, di neonati ad alto rischio (con peso nascita sotto i 1500 grammi e con peso nascita sotto i 1000 grammi) ci aveva introdot-to anche nella raccolta dati (network) che iniziava in quel periodo sotto la spinta del Centro di Udine, guidato dal prof. F. Macagno, e coordinato dal col-lega R. Furlan. E i risultati non tardarono ad arrivare. All’XI Con-gresso Europeo di Medicina Perinatale ci fu per-messo di relazionare sulla casistica degli ultimi sei anni relativa ai neonati con peso nascita inferiore a 1000 grammi.Fu un ulteriore passo avanti. Il prof. C. Zunin, insie-me al suo compianto collega microbiologo R. Bisec-chia (Brescia) – purtroppo deceduto precocemente per incidente stradale – hanno voluto fortemente la nostra partecipazione allo Studio Policentrico Italia-no sulle Infezioni Ospedaliere in Neonatologia. Mi fu assegnato il compito di coordinatore in loco della ricerca, ed incominciai ad imparare la meticolosità, la necessità e l’importanza della raccolta dati. Quasi contemporaneamente il prof. G. Bevilacqua (Parma), osservando le nostre varie casistiche che andavamo pubblicando in continuazione, ci ha in-vitato a partecipare ai vari trials sull’uso del surfat-tante esogeno nel distress respiratorio del neonato. È stata la prima esperienza di partecipazione ad un trial sperimentale internazionale, coinvolgente ed in-teressante. Stupore e meraviglia forse sono i termini esatti per descrivere l’effetto sorprendente sulla ven-tilazione polmonare dei prematuri dopo l’utilizzo di questo farmaco. Si apriva una grande strada nel trat-tamento dell’insufficienza respiratoria del neonato, ed essere stati coprotagonisti riempie di gioia.Credo che l’Istituto Farmacologico Chiesi non finirà mai di ringraziarci per il lavoro svolto, con una pre-

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cisione anche di registrazione delle schede. Quando la FDA, prima di introdurre il farmaco negli USA, ha fatto svolgere indagini sulla correttezza dei trials svolti, Foggia è stato uno dei tre centri internazio-nali sottoposti a verifica per la numerosità dei casi, e le due società (una svizzera, e l’altra inglese) che hanno svolto separatamente il controllo hanno ap-prezzato il lavoro, la correttezza e la precisione di raccolta dei dati, rilasciando anche relativi certifica-ti di qualità di sperimentatori.Zunin, Bevilacqua…, e la dott.ssa ML. Moro dell’Istituto Superiore di Sanità ci ha invitato a par-tecipare all’interessante studio multicentrico sulle infezioni nosocomiali nelle TIN. Un lavoro impor-tantissimo, massacrante: ogni giorno, per un anno intero, andava aggiornata la scheda relativa ad ogni neonato ricoverato in terapia intensiva neonatale. Anche questo incarico di coordinamento in loco mi fu affidato dal Dr. G. Rinaldi. E da lì in poi varie e varie partecipazioni a studi multicentrici internazionali e nazionali, con l’ultima pubblicazione sulla prestigiosa rivista JAMA (2009; 302(13): 1421-1428).La mia pignoleria professionale, come dicono i col-leghi di reparto (a me piace, o mi illudo di chiamar-la precisione) mi deriva anche da queste esperien-ze, e di questo, e non solo di questo, non posso che ringraziare chi mi ha preceduto nella direzione del Reparto, il dr. G. Rinaldi, tutto il gruppo di amici/colleghi e tutte le infermiere con cui ho avuto ed ho il piacere di lavorare insieme, in una esperienza en-tusiasmante ed irripetibile di vita”.

Nel mentre si entrava nei circuiti nazionali ed internazionali con studi policentrici, anche a Foggia proseguiva la raziona-lizzazione dell’assistenza neonatale in quanto il Comitato Re-

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gionale, in data 23/3/1989 con provvedimento n. 987, ribadi-to nella lettera regionale del 14/4/90, confermava la seguente organizzazione dei tre reparti Pediatrici/Neonatali:

Divisione di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale1. con competenza per tutta la patologia neonatale, sotto la re-sponsabilità del dr. Giuseppe Rinaldi, primario di ruolo, dotata di 28 posti-letto (6 per terapia intensiva neonatale; 12 per terapia intermedia, e 10 per patologia neonatale co-siddetta minima), e con un organico medico di 9 unità (1 primario, 4 Aiuti, e 4 Assistenti), e di personale infermieri-stico di 2 caposale, 20 infermieri professionali, 10 vigilatri-ci d’infanzia, 3 puericultrici e 4 ausiliari;Divisione di Neonatologia2. , diretta dal dr. Erminio La Marca, primario facente funzioni, con assistenza per tutti i neonati sani e rianimazione primaria in sala parto, mediante l’uni-ficazione dei due Nidi delle due Divisioni di Ostetricia;Divisione di Pediatria3. con assistenza dei pazienti al di so-pra dell’età neonatale e fino ai 14 anni , con scorporazione del Nido, riunito funzionalmente con quello della Divisio-ne di Neonatologia della Maternità Provinciale.

Finalmente si raggiungeva il riordino dell’organizzazione assi-stenziale che veniva anche confermato, definitivamente in se-guito, dalla sentenza del TAR Puglia n. 1041/93 a cui si erano rivolti i drr. Erminio La Marca, Alberto De Carlo, Paolo Tanzi e Raffaele Rainone, sanitari della Divisione di Neonatologia del-la Maternità Provinciale.

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capitolo iv

eMergenzA A neonATologiA:“inFerMieri o CHiusurA”

risTruTTurAzione del repArTo

nAsCiTA dellA F.A.s.ne.

Corsi di AggiornAMenTo

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L’anno 1990 è stato un anno storico per il reparto foggiano, caratterizzato da avvenimenti che parevano non collega-

ti tra loro e vissuti, apparentemente, con stati d’animo diversi, ma tutti fondamentali, e consequenziali, per capire il raggiun-gimento di alcuni obiettivi.

eMergenzA A neonATologiA:più inFerMieri o lA CHiusurA

Il primo evento è a cavallo tra la fine dell’1989 e l’inizio del 1990, vissuto in maniera intensa e drammatica da tutto il Grup-po che nella compattezza trovò la forza per reagire. Cosa era successo? L’impegno quotidiano, la disponibilità ad offrire assistenza a tutti i neonati bisognevoli, la professiona-lità raggiunta, l’utilizzo di tecnologie avanzate avevano deter-minato un notevole incremento dei ricoveri, tanto che nel corso dell’anno non furono accettati 101 bambini: 21 di Foggia, 71 di altre città pugliesi e 9 provenienti dalla Basilicata e dal Molise.Nel corso dell’anno era stata più volte segnalata ai dirigenti sa-nitari ed amministrativi la carenza del personale infermieristi-co, senza ricevere alcuna risposta. Peggiorando la situazione, il 20 dicembre furono segnalate le ulteriori difficoltà che mina-vano la sicurezza dell’assistenza fornita al Prefetto di Foggia, dr. Capriulo, all’Assessore alla Sanità della Regione Puglia, dr. Marzo, e al Presidente dell’USL FG/8 Dal Maso.

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La realtà era che su un totale di 34 unità stabilite dalla pianta organica non aggiornata, mancavano otto infermiere, alle quali andavano aggiunte le unità assenti per malattia o gravidanza, senza sostituzioni, e due trasferimenti in atto, anch’essi senza sostituzione. Si era raggiunto il limite di sicurezza assistenzia-le, per cui il 12 gennaio il dr. Rinaldi fece alla giornalista Anna Langone de “La Gazzetta del Mezzogiorno” un’auto-denuncia, dichiarando che il Reparto di Patologia e Terapia Intensiva Ne-onatale non era in grado di assicurare il minimo di prestazio-ni in condizioni di sicurezza, data la carenza assoluta del per-sonale infermieristico.La denuncia del Primario, unitamente a quella degli aiuti, dr. Magaldi e dr. Gallo, seguiva di qualche giorno quella fatta dal prof. Vecchi dell’Ospedale “Mayer” di Firenze. Le dichiarazioni fatte alla stampa locale furono immediatamente riprese da quel-la Nazionale, dalla TV di Stato (TG 3, TG 2, TG 1), dalle televi-sioni private (Tele Norba, Tele Blu, Telefoggia e Antenna Sud).Il caso finì in Parlamento sia al Senato con i senatori Berlinguer,

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Merigi e i foggiani Montinaro e Iannone del PCI, che alla Ca-mera con gli onorevoli Galante e Cannelonga (foggiani), Bre-scia, Civita, Nardone, Perinei e Petrocelli.Fu presentata una interrogazione a risposta scritta al Ministro della Sanità per sapere quali decisioni intendesse prendere per superare la gravissima situazione esistente e quali interventi strutturali volesse proporre e perseguire per gli Ospedali Riu-niti di Foggia. Ormai era scoppiato il caso. Fu richiamata l’at-tenzione nazionale degli addetti ai lavori e non; molti furono gli attestati di solidarietà fatti recapitare in Reparto. Si ebbe la solidarietà del Presidente della Società Italiana di Pediatria, prof. Salvioli, di quello della Società Italiana di Neonatologia, prof. Rondini, dei colleghi di tutta Italia, da molte cliniche pe-diatriche universitarie e, tanto per descrivere il vissuto del mo-mento, ci furono anche ordini del giorno presso consigli comu-nali di piccole cittadine pugliesi, che sollecitavano l’interven-to immediato della Regione, in nome delle tante vite di piccoli bambini salvati nel Reparto di Terapia Intensiva di Foggia. Il clima divenne più acceso dopo il dibattito televisivo su RAI 1, nella trasmissione “UNO Mattina”, diretta da Puccio Corona. L’Assessore alla Sanità della Regione Puglia replicò immedia-tamente su “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 16/1/1990:

“È possibile che vi siano difficoltà, da parte dell’USL del capoluogo dauno, nel reperire personale precario per la sostituzione degli assenti o dei non idonei (…). Si può affermare che una Divisione come quella della T.I.N. dell’Ospedale Maternità, che ha l’88 per cento del tasso d’utilizzo dei suoi posti letto, non può non essere guar-data dalla Regione e dalla USL con grande interesse. Ogni azione va intrapresa perché possa operare al me-glio delle proprie possibilità. Se questo non dovesse esse-re avvenuto in passato, occorre che si ripari al più presto. Di qui a presentare la situazione del reparto in termini drammatici, o ad invocare irritualmente e ingiustificata-mente interventi prefettizi, ce ne corre moltissimo”.

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Le TV ne hanno parlato! Riportiamo, per motivi di sintesi e nel-lo stesso tempo per dare un’idea del clamore suscitato, le parole pronunciate dai giornalisti conduttori in apertura di servizio:

Sabato 13 gennaio il giornalista Altomare, Rai 3Altomare: Parliamo della Patologia e Terapia Intensi-va Neonatale di Foggia, che ha otto posti letto per i neo-nati più gravi, uno dei Reparti più efficienti, si afferma, del Meridione, tanto da essere punto di riferimento per i piccoli pazienti non solo pugliesi, ma anche per quelli delle altre regioni del Sud Italia. Un Reparto però inaf-fidabile, a detta del Primario dr. Rinaldi, per mancanza di personale paramedico. Da qui la conseguente riduzio-ne del livello di assistenza, ma soprattutto la impossibi-lità di ricoverare tutti i neonati a rischio: ben 101 non sono stati accettati dallo scorso anno, già una ventina dall’inizio di questo anno…

Lunedì 15 gennaio il giornalista Puccio Corona, Rai 1

Corona: È di poco tempo fa la drammatica denuncia del prof. Vecchi dell’Ospedale “Me-yer” di Firenze, costretto a rinunciare al ri-covero di neonati per l’inadeguatezza della struttura, ma Firenze purtroppo non è un ca-so isolato. A Foggia il Primario della Patologia e Terapia Intensiva Neonatale degli OO.RR.,

Giuseppe Rinaldi, si è autodenunciato chiedendo la chiu-sura del suo Reparto per mancanza di personale. Una ri-chiesta drastica, probabilmente, ma dettata dalla esaspe-razione di chi è costretto a negare il proprio aiuto a neo-nati in pericolo di vita. Il dr. Rinaldi ha accolto gentil-mente il nostro invito ed è presente oggi nel nostro stu-dio per spiegarci meglio la situazione. Dr. Rinaldi come è arrivato ad una decisione così sofferta? …

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Mercoledì 16 gennaio il giornalista Daniele Amo-roso, TelenorbaAmoroso: Nascere a rischio è il tema di questa sera, un dibattito che abbiamo organizzato all’indomani del caso Foggia e di tutte le polemiche che hanno fatto se-guito. Un Primario del capoluogo dauno che ha bloccato i ricoveri nel Reparto di Terapia Intensiva e si è autodenunciato. A distanza di qualche giorno, a Bari, un altro Primario ha denuncia-to carenze strutturali e di personale, la prof.ssa Mauto-ne. Si tratta di rilievi gravissimi che hanno aperto uno squarcio improvviso, ma è solamente l’ennesima crepa che viene ad aprirsi nel malandato edificio della sanità. Noi abbiamo riunito in questo dibattito i principali pro-tagonisti di questa polemica, insieme all’Assessore Re-gionale alla Sanità, Corradino Marzo…

Alcuni giorni dopo, la giornalista Lucia La Gat-ta, TelebluLa Gatta: Firenze, Milano, Bari ed infine Foggia. Que-ste città hanno un problema in comune: prestare assi-stenza ai neonati che hanno bisogno di terapia intensi-va per sopravvivere e vincere la morte. Personale para-medico trasferito in altri reparti, pochi medici, insom-ma la Cicogna è malata. Il caso, a Foggia, è scoppiato dopo le dichiarazioni del prof. Rinaldi della Patologia e Terapia Intensiva. Questo Reparto non è più sicuro per i neonati, ha affermato Rinaldi…

Per rispondere alla solidarietà di tanti neonatologi italiani, il dr. Rinaldi decise di scrivere, a tutti, una lettera, in data 18/1/90 che si riporta per intero:

“Cari amici, grati della solidarietà che ci avete espres-so per la nostra iniziativa di questi giorni, in difesa dei

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“neonati critici” che vengono affidati alle nostre cure, vi riferiamo degli ultimi sviluppi della vicenda. Siamo cer-ti che una mobilitazione che viene da diverse realtà terri-toriali possa contribuire ad una più organica e rapida so-luzione di alcuni dei molti problemi che affliggono l’as-sistenza neonatale.Abbiamo cercato di far fronte a tante richieste di assi-stenza con l’impegno personale e attivando al massimo le strutture disponibili, pur consapevoli di non potere, in tali condizioni limite, garantire in ogni momento e a tutti i ricoverati il massimo dell’efficienza. Chi conosce questi problemi, capisce come questo va ad aggiungersi al già alto livello di stress tipico di questi reparti (il noto fenomeno del bourn-out). Tutto questo è stato fatto pre-sente ai dirigenti sanitari ed amministrativi, ma non c’è stata risposta. Interessato il Prefetto, la sua alta solleci-tazione non è ugualmente riuscita a smuovere la situa-zione. Nel frattempo, ed è una situazione che ormai per-dura da circa un mese, non sono più stati accettati rico-veri neonatali da fuori città. Nel 1989 sono stati rifiutati 101 ricoveri, a cui, ritenia-mo, solo in minima parte si è riusciti a dare risposta al-trove, vista la scarsità dei posti-letto di Terapia Intensi-va Neonatale in Puglia e la mancanza di un servizio di trasporto neonatale regionale (solo il n/s reparto svolge, in pronta disponibilità, questo servizio con unità mobi-le di Terapia Intensiva Neonatale, ma la Puglia è lunga più di 400 km).Perdurando una situazione ormai insostenibile (…) ab-biamo coinvolto il quotidiano “La Gazzetta del Mezzo-giorno” su cui abbiamo denunciato la situazione di ri-schio per la scarsità di personale paramedico, la necessi-tà di integrare almeno l’organico scoperto o, altrimenti, di chiudere il reparto.La denuncia ha avuto vasta eco in televisioni locali e na-zionali (non coinvolte direttamente da noi), come avre-

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te saputo; evidentemente la salute dei neonati è un pro-blema sentito abbastanza o, nella peggiore delle ipotesi, fa “notizia”.Dobbiamo registrare numerosi attestati di solidarietà, sia da parte di chi, personaggio importante o semplice cittadino, è stato toccato dal problema (persino da geni-tori di neonati deceduti o sopravvissuti con gravi han-dicaps), sia da parte di operatori ed équipe che, come noi, vivono ogni giorno questi problemi, non solo sul piano organizzativo e professionale, ma anche su quello emo-tivo. Pensiamo importante che anche voi facciate senti-re la vostra voce presso i nostri amministratori di USL e regionali. In ogni caso teniamoci in contatto per gli sviluppi della vicenda e per eventuali iniziative comuni successive. Grazie ancora di esserci stati vicini”. Giuseppe Rinaldi.

Il dr. Rinaldi inviava una risposta anche al prof. Salvioli, Presi-dente della Società Italiana di Pediatria, al quale era da tempo

Il prof. Gianpaolo Salvioli

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legato da un rapporto di amicizia e di profonda stima profes-sionale, ringraziandolo per la sensibilità dimostrata nell’occa-sione e comunicandogli il consiglio ricevuto dal prof. Rondini, Segretario del Gruppo di Neonatologia, di utilizzare la sensi-bilità pubblica, sviluppatasi intorno alla vicenda, per spingere le autorità ministeriali verso una più rapida e positiva risolu-zione delle diverse questioni sul tappeto riguardanti la riorga-nizzazione dei servizi perinatali.

Nel corso dei giorni, il Comitato di Gestione dell’USL si riunì ri-petutamente per cercare punti deboli per un’azione punitiva nei confronti dei medici che si erano autodenunciati, ma la ricerca non diede risultati e l’unica risposta possibile fu: “Sensaziona-lismo e protagonismo non aiutano nessuno”. Per rispondere al Ministro De Lorenzo, l’Assessore Regionale Corradino Marzo inviò in data 18 gennaio un funzionario del proprio Assessorato, il dott. Michele Petroli, che, dopo la sua visita ispettiva ed i col-loqui con il personale in servizio, riconobbe non solo la necessità di apportare alcune modifiche alla pianta organica con l’arrivo di 10 infermieri da assumere quanto prima, ma anche la neces-sità di nuove, ulteriori apparecchiature per assicurare ai picco-li pazienti ricoverati un’assistenza più adeguata. Risultato fina-le: dopo 15 giorni dalla clamorosa autodenuncia, su “La Gazzet-ta del Mezzogiorno” del 29/1/1990 il Presidente dell’USL FG8, Renato Dal Maso, unitamente al Comitato di Gestione, afferma-va: “Il reparto di Terapia Intensiva Neonatale adesso funziona in maniera quasi ottimale”. Era finito un incubo.

ii giornATA di MediCinA perinATAleBAri

La drammaticità dei problemi dell’assistenza al neonato a ri-schio nella Regione Puglia, che gli organi di informazione ave-vano riportato nel mese di gennaio in seguito alla clamorosa

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autodenuncia del dr. Rinaldi, venne sottolineata in un’occa-sione particolarmente qualificata: la Seconda Giornata di Me-dicina Perinatale tenutasi a Bari l’8 febbraio, organizzata dalle Cattedre di Patologia Ostetrico-Ginecologica e di Neonatolo-gia dell’Università di Bari. Diversi interventi dei convenuti ri-badirono l’urgenza di risolvere i problemi dell’assistenza neo-natale, esistenti, in varia misura, nelle diverse realtà territoria-li ed il prof. Rondini, Segretario Nazionale del Gruppo di La-voro di Neonatologia della Società Italiana di Pediatria, fu ri-cevuto, con il dr. Rinaldi, dall’Assessore Regionale alla Sanità della Regione Puglia, on. Corradino Marzo, il quale anticipò il lavoro preparatorio che aveva già posto in essere, dopo l’au-todenuncia, ribadendo tutto il suo impegno affinché i prov-vedimenti più opportuni per risolvere le questioni sul tappe-to venissero presi nei tempi più brevi. Il prof. Rondini, Diret-tore della T.I.N. dell’Università di Pavia, artefice di una “fuci-na” di neonatologi emergenti ed instancabile animatore, per molti anni, della Cultura Neonatologica, ancora una volta si era battuto con vigore a favore delle problematiche richiama-te dal dr. Rinaldi. Diversi colleghi del Gruppo pavese, formati alla scuola del prof. Rondini, hanno occupato, in seguito, pro-gressivamente la responsabilità di molti Centri di Terapia In-tensiva dell’Italia del Nord.

Terzo Corso di AggiornAMenToin neonATologiA dell’iTAliA MeridionAlepugnoCHiuso

Non si era ancora spento il clamore della protesta, che una nuo-va iniziativa veniva promossa dal Gruppo foggiano: il “Terzo Corso di Aggiornamento in Neonatologia dell’Italia Meridiona-le”. Tale corso, tenutosi a Pugnochiuso (FG) nel mese di maggio, richiamò centinaia di medici coinvolti nell’evento nascita. Tenendo fede al titolo del Corso si diede particolare attenzio-

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ne ad alcuni aspetti propri della realtà meridionale, nel cam-po dell’assistenza neonatale, specie del neonato a rischio e del suo eventuale trasporto. Si discussero indagini condotte dal Gruppo di Lavoro di Neo-natologia sul problema del neonato di peso molto basso che in Italia risultava avere un’incidenza sulle nascite pari all’0,74% (Bonanno, Rinaldi e Popolo per la situazione dell’Italia Meri-dionale, Magaldi per la Regione Puglia). Nella Regione Puglia, invece, l’incidenza media presso i 69 punti-nascita esistenti, sia pubblici che privati., risultava dello 0,61% con oscillazioni tra lo 0,49 e lo 0,84 fra le varie province. Circa le ragioni di tale incidenza, il dr. Rinaldi (con i suoi col-laboratori Litta e Popolo) escludeva l’influenza, in gravidan-za, del fattore socio-economico o del fumo, sottolineando in-vece l’importanza delle minacce di aborto, della gestosi, del diabete e soprattutto del trasporto in utero intraregionale ed extraregionale. Inoltre il Gruppo mise in evidenza che il basso peso alla nascita e la stessa morbilità neonatale potevano es-

Da sinistra il dr. Rinaldi, i proff. Schettini, Salvioli e

Rondini

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sere sensibilmente ridotte da una migliore distribuzione delle T.I.N. (5 quelle esistenti con soli 22 posti letto di Terapia Inte-siva a fronte dei 70 necessari), che avrebbe eliminato la polve-rizzazione dei punti-nascita e garantito l’addestramento ade-guato del personale specie quello addetto al trasporto. L’iter del progetto di trasporto neonatale venne illustrato, du-rante il corso, dal prof. Guzzanti, Componente della Commis-sione di Studio del Ministero. Le due letture magistrali “Il neo-nato di peso basso, molto basso… quanto basso?” e “Il danno iatrogeno in Neonatologia” furono tenute rispettivamente dai prof. Bucci e Orzalesi, ancora una volta maestri della Neonato-logia Italiana e grandi amici del Gruppo foggiano. La possibi-lità di conoscere la realtà neonatologica meridionale ed in par-ticolare quella pugliese, anche alla luce della più alta mortalità dei neonati di peso inferiore al chilo e mezzo, diviene indispen-sabile per gli interventi correttivi e migliorativi, vista anche la presenza di Amministratori e Responsabili della Sanità, che cortesemente portarono il loro contributo ai lavori in corso.

Da sinistra: i proff. Palermo, De Curtis, Rinaldi, Armenio, Salvioli, Mazzaglia, Bonanno e Priolisi

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FioCCo rosA nel repArTo di TerApiA inTensiVA

I risultati visibili e concreti della necessità della riorganizzazio-ne assistenziale neonatale si ebbero proprio nel Reparto foggia-no, che nel mese di ottobre inaugurava una nuova Unità di Te-rapia Intensiva, con più personale, più posti letto, nuove attrez-zature e nuovi locali ricavati riattivando alcuni ambienti già a disposizione del Reparto. Alla giornalista Anna Langone, che chiedeva al dr. Rinaldi “Cosa cambierà per i piccoli pazienti?”, riprendiamo la risposta pubblicata da “La Gazzetta del Mez-zogiorno” dell’11 ottobre ’90:

”Intanto non dovremo più rifiutare i ricoveri – spiega il dr. Rinaldi – vista la disponibilità di 2 posti in più. Poi cambierà la qualità dell’assistenza. Pensi che grazie a queste apparecchiature forniteci dall’USL dietro finan-ziamento regionale, i genitori potranno restare a stretto contatto con il loro bambino, cosa che prima, per motivi logistici, non poteva avvenire (…). Le nuove 10 incuba-trici saranno prive di cavi e fili volanti, legacci che pri-ma ostacolavano anche il lavoro di medici ed infermieri. In più le apparecchiature si avvarranno di alettoni fissi al soffitto, uno stratagemma studiato dalla équipe e ru-bato dalle sale operatorie, allo scopo di migliorare l’agi-bilità della sala che ospita i piccoli…”

Il nuovo Reparto era frutto della razionalizzazione dell’assi-stenza neonatale che gli operatori del settore e l’équipe foggia-na, in particolare, predicavano da tempo.

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Dopo la ristrutturazione del 1990

Personale medico e paramedico dopo l’inaugurazione del Reparto, con l’arcivescovo Monsignor Casale, padre Crispino De Flumeri e don Luigi Nardella

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47° Congresso nAzionAlesoCieTà iTAliAnA di pediATriACAgliAri

Il lavoro svolto da Rinaldi e dai collaboratori Litta, Popolo, Magaldi e Marciello, sui neonati di peso molto basso realizza-to nei punti nascita dell’intera regione, venne particolarmen-te apprezzato al Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria, tenutosi a Cagliari, dal 3 al 6 ottobre. In tale occasio-ne il dr. Rinaldi venne eletto Consigliere del Consiglio diretti-vo Nazionale della Società Italiana di Pediatria (SIP), che con-tava circa 7000 iscritti, per il triennio 1990-93. Inoltre furono oggetto di comunicazione indagini multicen-triche frutto della collaborazione con varie università italiane coordinate dal prof. Bucci dell’Università di Roma. Le comu-nicazioni furono: “Sopravvivenza dei neonati di peso molto basso in rapporto alla nascita extramoenia ed a situazioni sfa-vorevoli di età gestazionale e peso” (M. Fasella, R. Agostino, G. Rinaldi e G. Bucci, Rivista Italiana di Pediatria, ed. Miner-va Medica, vol. 16, suppl. al n. 4, p. 126, Torino1990), “Soprav-vivenza e quadro radiologico polmonare in rapporto all’ap-proccio assistenziale iniziale in neonati di peso molto basso” (A. M. Delfino, R. Agostino, G. Rinaldi, G. Bucci et al., Idem, pp. 144-145).

ross ConFerenCesABAudiA

Nell’ottobre si tenne in Italia, a Sabaudia, una Ross Conferen-ce in Pedriatic Research, che riuniva i principali esperti italiani, sul “Neonato con peso alla nascita estremamente basso” ed il dr. Rinaldi fu invitato come discussant sulla relazione del prof. G. Bevilacqua “L’uso profilattico e terapeutico del surfattante suppletivo” presentando i risultati dei primi venti casi tratta-ti dal Centro foggiano.

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Frutto della collaborazione multicentrica (Roma, Padova, Na-poli, Foggia e Reggio Calabria) diretta dal prof. Bucci, fu anche la comunicazione “Setting ventilatorio massimo, sopravviven-za ed esiti bronco-polmonari nei neonati di peso molto basso con grave patologia respiratoria” (Atti del Convegno, Ed. Hu-mana, p. 66, 1992) al Primo Simposio Italo-Ungherese (“Nuo-ve Tendenze in Pediatria, Neonatologia e Cardiologia Pedia-trica”), Roma 12-13 ottobre.

XVii Congresso nAzionAle di neuropedriATriAroMA

Sempre nell’ottobre al XVII Congresso Nazionale della Società Italiana di Neuropediatria, tenutosi a Roma, l’esperienza fog-giana fu illustrata dal dr. Di Gianni (con Rinaldi e Gallo), con la comunicazione “L’EEG nell’encefalopatia ipossico-ischemi-ca del neonato a termine” (Atti del Convegno, Ed. Humana, p. 377, 1992).

Dalla testimonianza del dr. Angelo Mario Di Gianni risulta l’impegno profuso.

“Fu per puro caso che, nel gennaio del 1988, iniziai il mio primo incarico di assistente medico nella TIN degli Ospedali Riuniti di Foggia. Ero giovane e con tanta voglia di fare, conobbi Giuseppe Rinaldi, pri-mario del reparto, persona con molto entusiasmo e tanti progetti. Già da allora la Struttura era di no-tevole livello, di fama nazionale e con apprezzabile pubblicazione scientifica; ciò grazie anche alle capa-cità e all’impegno dei suoi collaboratori. Un ottimo reparto, una valida èquipe: nei fui subito conquistato. Così iniziò il mio percorso di neonato-logo, guidato da Giuseppe Rinaldi per 20 anni.

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Ross Conference on Pediatric Research

(1990)

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La direzione Rinaldi era caratterizzata da un conti-nuo fermento organizzativo e scientifico, teso al mi-glioramento e perfezionamento di tutti gli aspetti gestionali e assistenziali. Il primario era di sprone per tutti i suoi collaboratori e in ciascuno di essi ri-usciva a cogliere le varie inclinazioni per ottener-ne il meglio, suscitando nei diretti interessati grati-ficazione professionale. In me colse subito la passione per la neurologia e fu così che negli anni 1990-’91 ebbi la possibilità di fre-quentare uno stage in Neurofisiologia presso la Cli-nica Pediatrica dell’Università di Modena. Negli anni successivi assecondò anche la mia più grande passione: l’eco-Doppler cerebrale. Nel luglio 1997 mi spinse a frequentare il “Service de Medici-ne Neonatale de la Maternitè Port-Royal de Hopital Cochin” a Parigi, dove lavorava Michelle Monset-Couchard, colei che introdusse in Europa l’Ecogra-fia Cerebrale del neonato. Ho sempre ammirato in Giuseppe Rinaldi la grande stima mostrata verso i propri collaboratori e la ca-pacità di affidare ad ognuno un campo di interesse da coltivare con impegno e portare a confronto con le eccellenze nazionali dei vari settori. Il suo staff medico era motivo di orgoglio che esternava anche fuori dal reparto, con i vari colleghi ai congressi; per tutti ha sempre avuto parole di elogio. Naturalmente, come per ogni gestione, vi è sempre il rovescio della medaglia; a volte si è parlato di lui come di un primario autoritario ed accentratore, al-tre volte come di un primario paternalista. Io credo, però, che in realtà egli abbia interpretato appieno il ruolo manageriale che gli veniva richiesto. Come definire il mio rapporto con Giuseppe Rinal-di in questi 20 anni? Forse freddo e distaccato, so-prattutto a causa del mio carattere schivo e riserva-

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to? Forse tiepido e fattivo? In sede di bilancio, tut-tavia, devo riconoscere che mi è stato concesso tan-to spazio per cui ne è scaturita una collaborazione molto stimolante e produttiva. Tralasciando gli aspetti puramente assistenziali, vor-rei qui ricordare la grande fiducia accordatami per la stretta collaborazione nelle gare d’appalto per i me-dical device e gli elettromedicali, l’aiuto nella prepa-razione delle presentazioni di Power-Point, le nume-rose pubblicazioni scientifiche prodotte, l’organiz-zazione degli eventi formativi per l’aggiornamento del personale della TIN e successivamente di tutto il Dipartimento. Inoltre la collaborazione nel proget-to ministeriale “Videoconnessione Interospedaliera” (dal 1999 al 2004), coordinato dalla Cardiochirurgia dell’Ospedale “Giovanni XXIII” di Bari. Magari qualche anno fa, se mi fosse stato chiesto un giudizio a caldo su questa collaborazione, non l’avrei mai detto, ma oggi con un’analisi a freddo, dopo aver sedimentato e metabolizzato questo ventennio, mi sento di dire, con affetto: grazie dottor Rinaldi.

iX inConTro dAunoFoggiA

All’inizio dell’anno 1991, nel mese di aprile, si tenne il Nono Incontro Dauno di Medicina Perinatale a Foggia, organizzato dalla Divisione di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale con una larga partecipazione di neonatologi, ostetriche, infermieri, allievi di scuole infermieristiche dell’intera regione. Particolare interesse suscitò la presentazione di screening ecografico cere-brale, renale e del bacino, evidenziando l’affidabilità, l’accura-tezza diagnostica e l’assenza di rischio della metodica.

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iV Corso di AggiornAMenTo in neonATologiAl’AQuilA

Nel mese di giugno venne organizzato a L’Aquila il IV Cor-so di Aggiornamento in Neonatologia dell’Italia Centrale dal dr. G. Spennati, collega esperto formatosi anch’egli alla Scuo-la Romana col primo gruppo del prof. Bucci. In quell’occasio-ne la dr.ssa Marciello ed il dr. Gallo presentarono l’esperienza della diagnostica ecografica della D.C.A. (displasia congenita dell’anca), riferendo l’esperienza relativa a 508 neonati per un totale di 1016 anche esaminate nel corso del 1990. La dr.ssa Lit-ta presentò “Analisi dei fattori di rischio ostetrico-neonatali in pazienti con N.E.C. (28/2562 neonati osservati nella Divisio-ne tra l’1/1/86 ed il 31/12/90 con un’incidenza dello 0,9%) (R. Litta, R. Magaldi, G. Marciello, M. Rinaldi e G. Gallo, Atti del Convegno, Ed. C. del Romano, p. 37, L’Aquila 1991).

iii inConTro iTAlo-greCoCorFù

Nell’ambito del terzo incontro Italo-Greco, di Pediatria Pratica, tenutosi a Corfù nel mese di giugno, il prof. Ambrosioni invitò il dr. Rinaldi a tenere un aggiornamento su “Divezzamento: li-nee guida” (“Il Pediatra”, n. 20, anno ’91, Roma, p. 33-37).

48° Congresso nAzionAlesoCieTà iTAliAnA di pediATriAgenoVA

La tematica che il Gruppo foggiano stava affrontando nell’as-sistenza neonatale fu oggetto di comunicazione al XLVIII Con-gresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria tenutosi a Genova:

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“Assistenza neonatale in Puglia: considerazione sui da-- ti statistici ISTAT” (si evidenziavano i progressi dell’as-sistenza neonatale in Puglia), “Surfactant naturale suino” nel RDS neonatale (esperien-- za della Terapia Neonatale di Foggia riguardante 20/98 pazienti – 11 trattati e 9 controlli), “Infezioni ospedaliere nella patologia neonatale e T.I.N. - di Foggia” (dati riguardanti un’indagine policentrica con riferimento solo ai 266 neonati ricoverati nella Reparto foggiano). Le comunicazioni sono riportate sulla Rivista Italiana di Pediatria vol. 17, 1991.

iV Corso di AggiornAMenTo iTAliA MeridionAleAMAlFi

Nel mese di ottobre, ad Amalfi, al IV Corso di Aggiornamento dell’Italia Meridionale per medici ed infermieri professionali, il Gruppo portò la propria esperienza sulla diagnosi ecografica del danno neurologico con il dr. Gallo, esperto ecografista for-matosi alla Scuola di Pavia, unitamente alla dr.ssa Marciello. Il gruppo delle infermiere, con la caposala G. Pesante, si soffer-mò sull’assistenza infermieristica al neonato neurologico (Atti del Corso, pp. 46-53 e 55-64).

L’impegno del Reparto era ormai orientato alla predizione, nei neonati dimessi, delle possibili sequele neurologiche con l’uso combinato dell’esame neuro-comportamentale e degli esami strumentali quali l’ultrasonografia, la TAC e la risonanza ma-gnetica nucleare (RMN). La casistica degli esiti neurologici nei neonati di peso molto basso assistiti presso il Reparto in due quinquenni successivi (1980-84:187 neonati e 1985-89:315 neo-nati) fu oggetto della relazione “Valutazione neurologica del neonato di peso molto basso dopo la dimissione”, presentata al XXXII Congresso Nazionale A.O.G.O.I. tenutosi a Lecce dal 2 al 5 ottobre, dal dr. Rinaldi.

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F.A.s.ne. (FoggiA AMiCi per lo sViluppo dellA neonATologiA)FoggiA

Sulla scorta di altre esperienze nazionali sor-se anche a Foggia la F.A.S.NE., una associazione senza fini di lucro, creata da alcuni genitori ed operatori sanitari con lo sco-po di essere di supporto al piccolo nato e alla sua famiglia. L’as-sociazione si proponeva, e si propone ancora oggi, di sostenere la ricerca e l’aggiornamento per il personale medico ed infer-mieristico, oltre che garantire apparecchiature sempre più so-fisticate e funzionali per migliorare la qualità dell’assistenza ai neonati ricoverati nel Reparto di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale degli Ospedali Riuniti di Foggia. Nel tempo lo sta-tuto dell’associazione fu richiesto come modello da diversi isti-tuti universitari ed ospedalieri.

Il dr. Vittorio Postiglione, Presidente

della F.A.S.NE.

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Intanto, con l’utilizzazione di tecniche assistenziali sempre più sofisticate ed invasive in età neonatale, si assisteva ad un net-to miglioramento della mortalità infantile che in circa l’80% dei casi riconosceva una causa nell’epoca neonatale. Così i limiti di vivibilità, che nel 1984, nel Centro di Foggia, erano collocati in-torno alla 26.ma settimana di gestazione, ovvero ad un peso al-la nascita intorno agli 800 g., nel 1992 scesero intorno alla 24.ma settimana di gestazione e un peso intorno ai 500 g. Essendosi ri-dotta la mortalità e la morbilità dei “neonati di peso molto bas-so”, tra 1000 e 1500 g., l’interesse dei neonatologi, degli ostetrici e dei genitori cominciò a spostarsi verso i neonati con peso alla nascita “estremamente basso” (inferiore, cioè, a 1000 g.). Tutto questo grazie anche alla stretta collaborazione con le Divisioni di Ostetricia dirette dal dr. P. Lauriola e dal dr. G.P. Flaminio, particolarmente attenti alla cura delle gravide a ri-schio.

priMo Corso TeoriCo-prATiCo residenziAle di neonATologiAFoggiA

Pubblichiamo, in relazione al Corso Teorico-Pratico, un’intervi-sta al dr. Rinaldi riportata sul “Roma” del 9 luglio 1992:

”Quello che ci siamo prefissi – spiega il dr. Rinaldi – è di far sopravvivere un maggior numero di bambini pre-termine con peso inferiore al chilogrammo” ed i risultati conseguiti fino ad ora dall’équipe medica del Reparto so-no senz’altro incoraggianti. La mortalità di questi bam-bini è progressivamente diminuita: si è passati dal 60% a meno del 30%, con una sopravvivenza del 70%. “La nostra preoccupazione – continua il primario – è anche quella di restituire alla società dei bambini sani, rivol-gendo la nostra attenzione, in modo particolare, alla va-lutazione della situazione neurologica, per individuare,

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preventivamente, eventuali lesioni a carico del sistema nervoso centrale, servendoci di elettroencefalografia-po-ligrafica neonatale”.

Alla realizzazione di questo programma contribuivano i dot-tori Gallo e Marciello con l’ecografia cerebrale, il dr. Di Gian-ni con l’elettroencefalografia e la dr.ssa Litta con il follow-up. Dallo stesso articolo riportiamo:

“Un altro obiettivo da raggiungere è quello dell’aggior-namento continuo che – come sottolinea Rinaldi – viene curato in modo particolare con due incontri mensili. A partire dal 28 settembre, poi, e fino al primo ottobre or-ganizzeremo a Foggia, un corso di tirocinio teorico-pra-tico per i Neonatologi dell’Italia Meridionale: la matti-na ci saranno le lezioni ed il pomeriggio i quaranta me-dici che interverranno al corso faranno esercitazioni pra-tiche presso la nostra divisione per problemi riguardanti la Ventilazione, l’Alimentazione Parenterale, la Valuta-

Da sinistra: Montrone, Marciello, Di Gianni,

Gallo, Rinaldi, Nargiso, Litta, Magaldi, Popolo

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zione del danno neurologico e una esercitazione di Ge-netica che si svolgerà presso l’Ospedale di San Giovanni Rotondo, dove esiste un centro specializzato”.“Abbiamo voluto sperimentare – afferma il dr. Rinaldi nella prefazione del volume degli atti – questa moda-lità di aggiornamento nell’intento di favorire uno scam-bio più diretto delle esperienze assistenziali tra i parte-cipanti del corso. I lavori presentati affrontano da ango-lature diverse alcuni argomenti di Neonatologia in cui si affacciano stimolanti novità, pur tra problemi ancora aperti: il trattamento ventilatorio delle sindromi respira-torie neonatali (Mendicini, Agostino e Rinaldi) e quello sostitutivo con surfactant esogeno (Magaldi), l’applica-zione sempre più diffusa della nutrizione parenterale to-tale nell’assistenza al neonato di peso molto basso (Popo-lo, Gatta, Haas e Mastropasqua), la valutazione diagno-stica per immagini del danno cerebrale neonatale (Gallo e Zobel Beomonte), il perfezionamento delle metodiche di laboratorio applicate allo studio delle sindromi congeni-

Gruppo del Follow-up. Da sinistra: Taurino, Fiscarelli, Iliceto, Simone, Minelli, seduta Litta

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te su base ereditaria (Dalla Piccola e Zelante) (…). Spero che tutti i partecipanti al corso approfittino della presen-za dei professori Macagno, Orzalesi e Salvioli, dalla cui esperienza pluriennale nel campo dell’assistenza neonata-le potranno attingere conoscenze e stimolo per affrontare i problemi con cui si cimenta il Neonatalogo di oggi”.

Grande riconoscenza il Gruppo foggiano ha conservato per i prof. Macagno ed Orzalesi, ai quali spesso è ricorso per proble-matiche particolari, di difficile soluzione, invitandoli anche in Reparto come “Visiting Professor”.

Il prof. Orzalesi, divenuto Segretario del Gruppo di Lavoro di Neonatologia, nella relazione del 7/12/92, inviata a tutti i soci, sottolineava l’importanza dell’aggiornamento e la formazione permanente nell’Assistenza Infermieristica Neonatale, tenuta-si a Stresa, dicendo:“ Dobbiamo rilevare con soddisfazione che al-la suddetta iniziativa si sono affiancati corsi di aggiornamento teori-co-pratico, alcuni di lunga tradizione (Roma) ed altri di nuova isti-tuzione (Foggia, Trapani) e che ha già trovato una prima applicazio-ne l’istituto di “Visiting Professor” in alcune sedi (Cesena, Cosenza, Foggia, Reggio Calabria)”.

4° Congresso nAzionAle gruppo di lAVoro di neonATologiApisA

Al 4° Congresso Nazionale del Gruppo di Lavoro di Neonato-logia della Società Italiana di Pediatria, tenutosi a Pisa dal 15 al 18 giugno, il Reparto fu presente con 4 comunicazioni:

“EEG – poligrafia nella leucomalacia periventricolare - (PVL)” (A. M. Di Gianni, G. Rinaldi, G. Marciello, R. Ma-galdi, G. Gallo), “Leucomalacia periventricolare del pretermine: nostra -

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esperienza preliminare” (G. Gallo, G. Marciello, A. M. Di Gianni, M. Rinaldi), “Displasia toracica asfissiante: contributo clinico” (R. Ma-- galdi, R. Litta, G. Montrone, M. Rinaldi),“La sindrome di Pena – Shokeir II : contributo clinico di - 2 casi” (G. Rinaldi, R. Magaldi, G. Popolo, N. Nargiso, L. Zelante). (Atti IV Congresso G.L.N., Pisa 1992)

Si trattò dell’ultimo Congresso Nazionale del gruppo di lavoro di Neonatologia in quanto con il presidente prof. Orzalesi si provvi-de alla fondazione della Società Italiana di Neonatologia (SIN).

inConTro di MediCinA perinATAleBAri

Agli inizi di ottobre si tenne, a Bari, un incontro di Medicina Perinatale organizzato dai prof. Mautone e Selvaggi. Nella Ses-sione sulla Patologia della Gravidanza e Nutrizione Fetale, re-lazionarono i professori Lo Verro (“Ipertensione in gravidan-za”), Rinaldi (“Il neonato con I.U.G.R.”), Greco (“Diabete in gravidanza”) e Laforgia (“Il neonato di madre diabetica”).Per meglio significare l’attività svolta nel ’92 riportiamo alcune parti di due articoli pubblicati sul “Roma” (marzo ’93, il primo di Carmine Castoro, il secondo di Patrizio Mannu):

“E poi attrezzature all’avanguardia (…) screening ad ampio raggio, un’intera équipe di Trasporto Neonatale composta da medici ed infermieri esperti in terapia in-tensiva neonatale dotata di un’Unità Mobile con incu-batrice provvista di ventilatore meccanico, una regola-re attività seminariale interdisciplinare con un meeting di aggiornamento ogni 15 giorni e la visita di un profes-sore universitario ogni due mesi per una sorta di cam-po base medico con tutto l’organico del reparto (…). «Le cose vanno bene – sottolinea il primario – perché c’è una

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grande disponibilità da parte dell’intero personale infer-mieristico, una partecipazione totale alla sorte dei bam-bini gravi che vengono ricoverati da noi, una predispo-sizione all’accoglienza, visti i drammi che si consumano a livello familiare dopo la nascita di un bambino che i ge-nitori si aspettavano sano. Ai miei infermieri posso chie-dere di tutto, anche prestazioni supplementari, raddop-pi di turno (…). C’è un’umanizzazione che non si ritro-va in altri reparti – incalza Rinaldi – io dico che siamo una piccola comunità. Eppure avremmo bisogno di mi-glioramenti strutturali per garantire un’assistenza sem-pre più completa, non solo per la prevenzione e il tratta-mento della morbilità infantile, ma anche per il suppor-to psicologico agli stessi genitori. Dovremmo costitui-re dei nuclei familiari allargati intorno al bambino che sta male, i genitori dovrebbero imparare col nostro aiu-to a non rifiutarlo, a non aver paura della sua patologia, dovrebbero prendere maggiore dimestichezza con lui, e per far questo occorrerebbe una sorta di piccola foreste-ria per accoglierli quando vengono da fuori Foggia, far-gli consumare un pasto col figlioletto; invece abbiamo lo-cali abbastanza stretti, sono costretti ad entrare in orari di visita specifici, gli organismi competenti al riguardo non ci danno ancora risposte convincenti.”

“Circa il trasporto Foggia fa parte con Roma e Udi-ne della “triade della salvezza” (…). Agli apparecchi dell’Unità si dedica adesso un nucleo specifico sollevato da altri incarichi: si parla di quattro medici e sei vigila-trici di infanzia che collaboreranno con la divisione, ma copriranno anche l’intero territorio.A questo punto, forse, tocca dare qualche dato: nel 1992 i trasporti in ambulanza sono stati 100, i trasporti in “ute-ro” 75. Trasporto in utero? Certo, una nuova frontiera che Rinaldi non manca di sperimentare. «Più che opera-re sul neonato – dice – stiamo cercando di operare, per

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così dire, a monte trasportando la madre da un ospedale all’altro. Non nascondo che ci sono state delle difficoltà anche di ordine culturale, la chiusura per interventi del genere era totale e solo adesso stiamo superando i gap». Avanti di questo passo si arriverà all’elitrasporto allora? Non proprio, l’elicottero per interventi del genere non è necessario, quello che interessa non è guadagnare tem-po. Il concetto è un altro. «La filosofia dell’Unità mobile – spiega Rinaldi – è quella della continuità dell’assisten-za che sarà fornita nell’ambulanza lungo tutto il viaggio, una sala operatoria su quattro ruote, insomma. Altra co-sa importante è la particolare conformazione morfologi-ca della nostra regione, le enormi pianure possono tran-quillamente essere percorse su gomme. Differente è il ca-so della Lucania, dove l’elicottero permetterebbe il rag-giungimento di zone montagnose impervie».

Nel mese di marzo, il 18-19-20 si tenne a L’Aquila un Corso Teo-rico-Pratico di Nutrizione Parenterale in Neonatologia a nume-ro chiuso ed il dr. Rinaldi fu invitato come coordinatore.

4th WorKsHop nepHrololgYroMA

Di particolare importanza fu il “4th International Workshop on Neonatal Nephrology” che ha visto riuniti a Roma, dal 6 all’8 maggio, oltre 300 fra pediatri, neonatologi, ostetrici, perinatolo-gi, ecografisti, chirurghi pediatri, con l’intervento di numerosi professori italiani e stranieri, delle diverse discipline. Il Grup-po foggiano fu presente con la moderazione del dr. Rinaldi in una sessione e la presentazione di una comunicazione “Uro-patie malformative: diagnosi prenatale e riscontro neonatale” (M. Rinaldi, G. Popolo, A. M. Di Gianni, P. Lauriola, R. Magal-di e G. Rinaldi) (Atti del Convegno, p. 197).

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Papa Giovanni Paolo II con i neonatologi partecipanti al Convegno

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Nella seconda giornata del convegno, i partecipanti si sono tra-sferiti nei Palazzi Vaticani, dove il Santo Padre Giovanni Pao-lo II, li ha ricevuti nella Sala Clementina, rivolgendo il Suo sa-luto e impartendo loro la Sua benedizione. Riportiamo dal te-sto del Pontefice:

“(…) Nell’ambito dello sforzo di promuovere e incorag-giare le conquiste al servizio della vita, che deve essere di tutti, la vostra professione diventa missione, il vostro amore per i piccoli pazienti è espressione di autentico servizio alla vita e la volontà di non arrendervi di fron-te alle tante difficoltà testimonianza esemplare di solida-rietà umana (…)”.

Particolarmente gradita giunse, nel mese di aprile, la richiesta del Sovrintendente Sanitario dr. Salvatore Rubino, dell’Ospe-diale Pediatrico “Bambino Gesù”, di inviare il dr. Giulio Segan-ti e il dr. Massimo Pennacchia presso il Centro di Foggia. Dalla lettera del 17/4/93 prot. 1550/93 riportiamo: “Nella previsione di una nuova organizzazione dell’area di neonatologia dell’Ospedale

Il dr. Rinaldi con S.S. Giovanni Paolo II. A sinistra del Papa

il dr. Longo di Lecce

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“Bambino Gesù”, comprendente una terapia intensiva ed un servizio di trasporto affidati ai Neonatologi, desidero prendere contatti, trami-te i miei collaboratori, per una visione diretta dell’organizzazione de-gli spazi, delle attrezzature e del personale di quel settore”.

ii ConVegno nAzionAle inFerMierisTiCosTresA

Al II Convegno per l’Aggiornamento e la Formazione perma-nente nell’assistenza infermieristica neonatale, tenutosi ancora a Stresa, dal 12 al 15 maggio, nell’ambito dell’uso di surfattante in neonatologia un intervento preordinato fu riservato al Grup-po foggiano sulla “Somministrazione del surfattante”.

giornATe neonATologiCHe dAuno-JoniCo-sAlenTinepugnoCHiuso (Fg)

L’esigenza di amalgamare le esperienze con le necessità orga-nizzative dell’assistenza neonatale della Regione Puglia, spinse il dr. Rinaldi ad organizzare, presso l’incantevole baia garganica di Pugnochiuso (FG), le “Giornate Neonatologiche Dauno-Joni-co-Salentine”, per la prima volta riunite insieme dalla Sezione Apula del Gruppo di Lavoro di Neonatologia della S. I. P.Ad un giornalista che chiedeva come si collocasse Foggia nel-la mappa sanitaria della neonatologia e quali fossero le aspet-tative del Convegno, il dr. Rinaldi rispondeva:

“Il Congresso di oggi riunisce le tre iniziative puglie-si di Foggia, Taranto e Brindisi. Nella stupenda corni-ce di Pugnochiuso si è concentrata, per motivi di econo-mia e di opportunità, un’occasione particolare, ricca di temi interessanti che vanno dall’Ematologia (Carapella,

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Schettini, de Stasio), alla Nefrologia neonatale (Ianni-ruberto, Guignard e Lubrano), al problema del Follow-up del neonato a rischio (Salvioli, Cavazzuti, Rinaldi, Curcio). I congressisti, oltre 400, saranno interessati al «Controllo della circolazione e dell’ossigenazione cere-brale del neonato» dalla trattazione del prof. Duc di Zu-rigo e uguale attenzione verrà data al settore dell’infetti-vologia neonatale con particolare riguardo alla «Infezio-ne da parvovirus B 19 in epoca neonatale» (Fumarola).Le cinque province pugliesi, rappresentate dalla De Si-mone (BA), Rosati (BR), Litta (FG), Longo (LE) e Vitac-co (TA) – ha continuato il dr. Rinaldi – offriranno il loro contributo alla lettura del quadro complessivo del desti-no, in Puglia, del neonato al di sotto dei 1500 gr. Quan-to alla situazione foggiana, non possiamo che ritenerci soddisfatti di quanto, la nostra città, fa nel settore spe-cifico, perché a fronte di una precaria situazione, pres-soché generalizzata, segnatamente in tema di posti let-to, Foggia non solo dispone di congrui impianti ma an-zi offre ospitalità ad un buon 50% di piccoli ospiti di al-tre zone del territorio nazionale e non solo per una que-stione di spazi”. (Roma, Carmine Castoro)

Nel saluto d’apertura del Convegno il dr. Rinaldi volle dedica-re i lavori al “padre spirituale” dell’Ospedale Pediatrico “Gio-vanni XXIII” di Bari. Riportiamo:

“Propongo di esordire con un segno di unanime ricono-scimento nei confronti di un collega che soltanto qual-che mese fa ci ha lasciato, dopo aver impresso un segno indelebile nel cammino della Pediatria con il suo con-creto operare in difesa del bambino malato. Ivan Papa-dia è il padre spirituale dell’Ospedale Pediatrico Giovan-ni XXIII ed alla sua memoria dedichiamo queste nostre giornate con la certezza che solo seguendo l’esempio di

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Maria Teresa Costa-Rinaldi consegna la targa ricordo alla dr.ssa Longo-Papadia

uomini illustri che ci hanno preceduto possiamo spiana-re la strada futura.”

Per evidenziare la figura del prof. Duc, di Zurigo, riportiamo la testimonianza del prof. Paolo Giliberti, attuale Presidente del-la Società Italiana di Neonatologia:

“PUGNOCHIUSO, 1993Come furono difficili i primi anni ’90! Lo furono sul piano personale e lo furono sul piano professio-nale. Ad Aprile del 1990 ero approdato al Monaldi, quale vincitore del concorso a Primario di Neona-tologia, ma tutto quello che trovai, furono due stan-ze vetuste, una delle quali, evidentemente uno stu-dio medico, era arredata da una scrivania , una se-

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dia malridotta, un piccolo armadio ed un piano la-voro dove appariva del tutto improbabile poter vi-sitare un bambino. Che errore madornale che ho fatto, pensai ripetu-tamente in quei giorni e nei mesi successivi: a Na-poli è già difficile conservare quel poco che esiste, figurati costruire qualcosa dal nulla, soprattutto in un Ospedale che sembra avere una vocazione car-diologica – cardiochirurgica, ha una forte tradizio-ne pneumologica, ma di certo non conosce il neona-to, tanto che molti dei dirigenti non riescono nem-meno a pronunciare correttamente la parola neo-natologia. Seguirono anni di estenuanti colloqui, di lunghe at-tese per ottenere l’approvazione degli atti ammini-strativi, propedeutici alla realizzazione di un repar-to di terapia intensiva neonatale, anni di isolamen-to dal mondo, anche per problemi personali tanto gravi da non lasciarti fiato.

Il prof. Duc col dr. Rinaldi

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C’era poi all’interno dell’Ospedale una sostanzia-le ostilità verso il nuovo, che ostacolava il proget-to , lo rallentava, lo distorceva. Allora capii che se volevo veramente avere una chance, dovevo fare in modo che tutte le figure decisionali assolvesse-ro al loro compito, senza comprendere completa-mente l’intera progettualità. La cortina di silenzio incominciò a funzionare: Si costruì il reparto, ven-ne realizzato il programma di allestimento, giun-sero le attrezzature e furono completati i concorsi per il personale, in un tempo tutto sommato bre-vissimo di meno di due anni. Vidi così arrivare i primi medici, si materializzò davanti ai miei occhi un gruppetto di giovani infermiere, ma poi dovetti attendere la soluzione di qualche situazione politi-ca per vedermi assegnata la restante parte dell’or-ganico medico. Era il 1993. I problemi personali continuavano ad esserci, ma volgevano al meglio. Nell’Ospedale bi-sognava attendere adempimenti residuali per po-ter iniziare. Inattesa mi giunse una telefonata da Zurigo, dalla quale apprendo della presenza di Gabriel Duc ad un Congresso a Pugnochiuso. Certo ho desiderio di rivedere il mio maestro. Quante cose mi ha insegna-to! Mi ha insegnato la corretta metodologia dell’ap-proccio clinico, basata sulla ricerca delle prove, ma mi ha soprattutto insegnato che se vuoi veramente curare il neonato, ne devi avere cura.Andai a Pugnochiuso, ma confesso di non ricorda-re molto, tranne i colloqui con Duc, pieni di senti-menti di amicizia, di stima, pieni di osservazioni e consigli professionali ed una serata, dove mi trovai seduto di fronte Giuseppe Rinaldi. Non ci conosce-vamo, ma facemmo amicizia, parlando io dei miei problemi di lavoro e lui delle sue battaglie a Fog-

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gia per costruire una terapia intensiva, che anco-ra oggi è un importante punto di riferimento, non solo regionale. Giuseppe amava l’approccio genti-le dell’assistenza al neonato, voleva una terapia in-tensiva rispettosa del neonato, aveva largamente capito l’importanza delle cure di seguito dopo la fase intensiva. Ne nacque una amicizia ed una stima che continua-no ancora oggi. Oggi Peppino è felicemente in pensione, sapendo di aver speso al meglio la sua vita professionale, sa-pendo che chi ama il neonato non potrà dimenti-carlo.Napoli, 2010”

Il dr. Rinaldi taglia la torta in occasione

del Convegno

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“BAMBino progeTTo sAluTe” 1993porTonoVo (An)

Il prof. Caramia, instancabile organizzatore degli Incontri Inter-nazionali Multidisciplinari, che teneva annualmente a Portono-vo, nel 1993 (18 giugno) invitava il dr. Rinaldi a partecipare ad una Tavola Rotonda con i professori Orzalesi, Rondini, Dimi-ta, De Betman (Parigi), sul “Neonato con insufficienza respira-toria, anossia cerebrale e danno neurologico. Attualità diagno-stiche, terapeutiche, prognostiche e assistenza domiciliare”.Prendiamo dal sito “www.bambinoprogettosalute.it” del prof. Caramia, la storia dei Congressi Internazionali “Bambino Pro-getto Salute”:

“I Congressi Internazionali “Bambino Progetto Salu-te”, giunti nel 2007 alla XXIV edizione, sono nati in se-guito ad un incontro avvenuto nell’autunno 1982 con il compianto prof. Ettore Rossi, a quel tempo Direttore della Clinica Pediatrica di Berna, il prof. Giorgio Mag-gioni, già Direttore della Clinica Pediatrica di Ancona e a quel tempo da poco trasferitosi all’Università “La Sa-pienza” di Roma, il prof. Gianni Bona e da chi ha il pia-cere di presentarvi questo sito. Lo scopo era quello di proporre progressi scientifici, con-fronti culturali strettamente collegati alla ricerca in am-bito dell’età evolutiva, non solo nazionali ed europei, e riflessioni sul modo di essere e di vivere la nostra pro-fessione.In tutti questi anni, che possono sembrare pochi per chi legge, ma che sono tanti per chi li ha intensamente vis-suti, si è cercato di favorire incontri fra scienza medica, tecnologia e dimensione umanistica della medicina, che deve tenere come riferimento centrale il bambino, il ri-spetto della qualità della vita, senza accanimenti tera-peutici, la sua dignità e il rapporto medico-paziente, per-

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ché l’anima della medicina, di questa nobile arte, si trova nella relazione fra chi guarisce e chi è guarito. Sono stati affrontati e dibattuti, da numerosi studiosi di fama nazionale ed internazionale, italiani e stranieri, i più attuali argomenti del momento, favorendo quella diffusio-ne delle conoscenze che è alla base del progresso” (…).

inConTro iTAlo-greCosKiATos

Continuava anche la tradizione degli Incontri “Italo-Greco di Pediatria Pratica”, a Skiatos (21-23 giugno), organizzati dal prof. G. Ambrosioni dell’Ospedale Maggiore di Bologna e dal prof. G. Karpousas dell’Università di Salonicco. Al dr. Rinaldi veniva assegnato il tema “L’addome acuto neonatale: proble-mi medici”, mentre al prof. Pavesio “Le meningiti batteriche”, nella seduta moderata dal prof. Bona.

londrA-oXFord

La partecipazione al Seminario Scientifico sui Surfattanti te-nutosi a Londra ed Oxford dal 30 giugno al 4 luglio 1993, per-mise al dr. Rinaldi di confrontare le esperienze sull’argomen-to. Il Seminario, infatti, organizzato dalla Wellcome Founda-tion Limeted intese sviluppare le conoscenze dei partecipan-ti sulla terapia dell’RDS e sull’organizzazione sanitaria di al-cuni centri londinesi all’avanguardia nel trattamento di que-sta patologia.

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2nd Word Congress oF perinATAl MediCineroMA

Dal 19 al 24 settembre si tenne a Roma 2nd Word Congress of Pe-rinatal Medicine. Il Gruppo presentò due comunicazioni:

“Relation between lasting interictal EEG monitoring and - neurological outcome in neonatal seizures”.“Neuro developmental outcome two years after natu-- ral surfactant treatment for neonatal respiratory distress syndrome (RDS)”. (Atti del Congresso, Monduzi Editore, Bolo-gna 1993, pp. 600-606, pp. 1205-1209)

Nel mese di settembre aveva termine per il dr. Rinaldi la cari-ca di Consigliere nel Comitato Direttivo Nazionale della Socie-tà Italiana di Pediatria per il triennio 1990-93. Di lui il prof. A. Rubino, Presidente del Direttivo, dice:

“La Società Italiana di Pediatria è grata al dott. Rinaldi per la partecipazione attiva e continua alle attività del Comitato Direttivo nell’intero triennio, per l’impareg-giabile lavoro svolto, per la qualità dei suoi contributi al-le decisioni e agli orientamenti del Direttivo”.

Nello stesso mese di settembre la dr.ssa Litta, responsabile dell’ambulatorio neonatale di follow-up, partiva in comando per l’America per uno stage di un anno, presso l’Università di Cleveland dalla prof.ssa Hack, maestra mondiale del follow-up neonatale.

inConTro glnBolognA

Il 13 ottobre del 1993, nel corso di un Incontro del Gruppo di La-voro di Neonatologia (GLN) della SIP Regione Emilia, l’espe-

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rienza sul trasporto del Gruppo di Foggia venne “esportata” a Bologna in un confronto con quella dei centri dell’Emilia Roma-gna. Particolarmente interessante fu il confronto tra il dr. Rinal-di, che evidenziava i vantaggi del trasporto nel ridurre la mor-talità dei neonati, ed il dr. Andreotti (Bologna), che ne sostene-va l’inutilità.Si teneva a Milano, dal 14 al 16 novembre, il VI Congresso Na-zionale O.I.G.I.G. ed il Gruppo foggiano fu presente con la co-municazione “Neonato IUGR: esperienze della USL FG/8 nel quinquennio 1986-90” (Atti del Congresso CIC Edizioni Inter-nazionali, pp. 401-403).

Corso di AggiornAMenTo nAzionAle glnMilAno

Al Corso di Aggiornamento Nazionale del Gruppo di Lavoro di Neonatologia (GLN) tenutosi a Milano (25-27 novembre) la Sessione sulla Farmacologia Neonatale fu moderata dal prof. Orzalesi e dal dr. Rinaldi. Il Gruppo foggiano fu presente con alcune comunicazioni:

VLBW e malattia polmonare cronica: follow-up respira-- torio (Magaldi et al).La nutrizione parenterale mediante catetere venoso cen-- trale per via percutanea: esperienza dell’UTIN FG/8 (Po-polo et al.).Valutazione dei criteri predittivi di reintubazione del - neonato nel corso di divezzamento respiratorio (Di Gian-ni et al.).Emorragia peri-intraventricolare nei neonati di peso mol-- to basso: diagnosi ecografica e controllo autoptico (Mar-ciello et al.).

La dr.ssa Marciello, del periodo pavese e del suo successivo im-pegno nel campo ecografico, così ricorda:

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“Quando il dott. Rinaldi chiedeva, non c’era pos-sibilità di tirarsi indietro: sì, perché lui riusciva a guardare oltre, a guardare lontano, al di là delle no-stre incertezze, dubbi e difficoltà.Fu così per me quando mi propose di occuparmi di Ecografia Neonatale, a cui cominciavo ad avvi-cinarmi con molta cautela utilizzando un vecchio apparecchio ecografico Toshiba in dotazione al no-stro reparto. Mille problemi, mille domande (ce la farò, non ce la farò, come farò a frequentare un cen-tro lontano da Foggia con due figli ancora piccoli, sarò all’altezza di quello che mi si chiede?): era però l’occasione da non perdere per il mio futuro profes-sionale. Partecipai così nel settembre del 1993 alle selezioni scritte per l’ammissione al corso di ecogra-fia presso il Policlinico S. Matteo di Pavia. Supera-to l’esame, iniziai la mia avventura, durata sei mesi, presso la Divisione di Patologia Neonatale a Pavia. Il corso, ufficialmente riconosciuto dalla Soc. Ital. di Ultrasonologia, era il primo corso per ecografi-sti neonatali tenuto in Italia, organizzato dal prof. G. Rondini. Le attività diagnostico-didattiche erano sotto la guida della dr.ssa A. Ometto, le cui capaci-tà professionali erano altamente riconosciute in tut-ta Italia. Un’esperienza importante e grande per la mia formazione: il campo dell’ecografia cominciava a schiarirsi e a diventare per me sempre più fami-liare, tutti i più piccoli segreti venivano da me pia-no piano scoperti, tanti i confronti continui con gli altri quindici colleghi provenienti da tutt’Italia con i quali ho stretto da allora un forte legame di amici-zia, stima e affetto. Superai brillantemente il collo-quio finale, riportando quel Diploma di Ecografista Neonatale di cui ancora oggi vado tanto fiera. Da al-lora il servizio di Ecografia Neonatale della nostra divisione è diventato una realtà: l’ecografia cerebra-

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le, renale e delle anche sono attività sempre in for-te crescita, e rappresentano un punto di riferimen-to per tutta la nostra Provincia.A volte non bisogna rimandare certe occasioni, ma viverle pienamente nonostante le difficoltà e le in-certezze: solo così si superano certe sfide. Ancora una volta il mio Primario aveva avuto ragione!”

sensiBilizzAzione F.A.s.ne.FoggiA

In occasione delle festività natalizie, il Presidente dell’Associa-zione F.A.S.NE. dr. Vittorio Postiglione organizzò una settima-na di sensibilizzazione a favore dei neonati ad alto rischio, af-fetti da estrema prematurità o da malattie congenite. Durante la settimana di beneficenza (dall’1 al 10 dicembre) fu organiz-zata una “festa” per genitori e bambini ricoverati negli ultimi anni, con un mercatino di oggetti realizzati dagli stessi iscritti all’associazione, situato nei pressi dell’ingresso dell’Ospedale Maternità dell’Ospedale Riuniti. Il 10 dicembre, presso la Sala Turtur degli Ospedali, si ebbe la serata conclusiva con la partecipazione massiccia di tanti ex prematuri con i loro genitori. La serata fu animata dallo spetta-colo di burattini dei “Burambò”, dalle musiche dei Sailing Ship e dalla Corale Polifonica “Z. Kodaly” diretta da S. Zicolillo.

A Roma, all’Hotel Parco dei Principi, nel mese di febbraio in oc-casione del Congresso Internazionale, nella ricorrenza del 40° anno di fondazione dell’Istituto ”Gregorio Mendel”, il Grup-po foggiano, con il dr. Di Gianni, presentò la comunicazione “Differenze cliniche fra neonati singoli e gemelli VLBW” esa-minando 335 neonati VLBW ricoverati nel quinquennio 1988-92 (2072 nati singoli e 63 gemelli).

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Corso di AggiornAMenTo in neurologiA dell’inFAnziA e dell’AdolesCenzAFoggiA

Al Corso di Aggiornamento in Neurologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza, tenutosi a Foggia nel periodo gennaio-apri-le ed organizzato dal dr. Angelo Spina, il dr. Rinaldi presentò una relazione “Evoluzione del danno neurologico nel neona-to di basso peso”, riportando i dati del follow-up a due anni di 129 VLBW dimessi dal Reparto nel triennio 1990-92, sotto-lineando l’importanza di prolungare il follow-up nel control-lo longitudinale dei neonati VLBW dimessi dalla TIN. L’am-bulatorio del Reparto segue, infatti, il destino dei neonati a ri-schio sostenendo le famiglie in tutto il percorso successivo alla nascita specie quando compaiono problemi. I genitori vengo-no accompagnati nelle valutazioni che riguardano il fabbiso-gno dei piccoli sia esso di tipo neurologico che chirurgico, or-topedico, auxologico.La valutazione del danno neurologico, a medio e lungo termi-ne, è un ambito nel quale il Gruppo si è particolarmente spe-cializzato. Il rientro della dr.ssa Litta, dopo l’esperienza a Cle-veland, ha consentito la formazione di un team di esperti con le dott.sse Minelli e Taurino e la psicologa dr.ssa Iliceto. Co-me vedremo in seguito tale programma di sorveglianza a lun-go termine (fino a 10 anni di età, in special modo nei neonati VLBW), ha consentito al Gruppo di seguire una casistica mol-to ampia, accumulando un’esperienza riconosciuta ed apprez-zata non solo dai genitori dei bimbi, ma anche dalla classe me-dica nazionale. Riportiamo la testimonianza della dr.ssa Litta sull’evento:

“Non è facile riassumere trenta anni vissuti in Tera-pia Intensiva Neonatale. Le esperienze, le emozio-ni ed i ricordi hanno coinvolto la mente ed il cuore in un unicum indistinguibile. È stata una crescita

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lenta ma tangibile, pur tra tante difficoltà e duro la-voro, mitigati dall’entusiasmo e da piccole e gran-di soddisfazioni.Al dr. Rinaldi riconosco il merito di aver coinvolto noi tutti in questo cammino, confortati dalla costan-te presenza e dall’inesauribile incoraggiamento.Nel 1983, qualche mese dopo l’assunzione mi è stata offerta la possibilità di frequentare la Divisione di Neonatologia di Udine, diretta dal prof. Macagno, per cimentarmi con un programma di informatiz-zazione dei dati perinatali , rivelatosi indispensa-bile per la ricerca e le verifiche periodiche del no-stro lavoro. Quella tra il 1993 ed il 1994 a Cleveland, negli USA, resta un’esperienza indimenticabile sul piano umano e professionale. L’amorevole attenzio-ne del dottor Avroy Fanaroff, direttore al Rainbow Babies and Children Hospital della Università Case Western Reserve, ha lasciato tracce anche nei miei familiari pienamente coinvolti in quest’avventura. Mi si è dispiegato un nuovo mondo che ha amplia-to le competenze nella cura dei piccoli prematuri in un rapporto costruttivo con i familiari. L’esperienza si è allargata anche a corsi teorico-pratici di Circo-lazione Extracorporea Prolungata (ECMO) ; l’attivi-tà di Follow-up del neonato a rischio, diretta dalla dr.ssa Maureen Hach, grande esperta nella valuta-zione neurologica dei prematuri critici, resta tutta-via l’eredità più importante di quel soggiorno.Mi è stata offerta, al ritorno a Foggia, la possibili-tà di avviare un’esperienza analoga che ha incon-trato la piena adesione dei genitori. Ne fa fede l’alto grado di adesione al programma di persone di va-ria estrazione sociale e residenti anche in città mol-to lontane.Individuare in una fase precoce eventuali deficit neurologici, porvi tempestivamente rimedio in mo-

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do da contenerne i riflessi, rapportarsi con una serie di realtà italiane tessendo una rete di relazioni pro-ficue e stimolanti resta il lascito di quella esperienza che, lungi dal considerarsi stabilizzata, apre sempre nuovi orizzonti. Non credo siano molti quelli che possono affermare di aver trovato l’America in Ita-lia, posso farlo con piena convinzione grazie al dot-tor Rinaldi , ai miei colleghi, agli infermieri ed all’ ambiente estremamente stimolante in cui ho avuto la fortuna di lavorare”.

ii Congresso nAzionAle pediATriA ospedAlierAroMA

Dal 13 al 15 gennaio, a Roma, presso l’Hotel Hilton, si tenne il II Congresso Nazionale di Pediatria Ospedaliera, con la pre-senza del prof. Mario Calvani. La Tavola Rotonda su “Attua-lità in Neonatologia: ventilazione meccanica in epoca neona-tale”, Presidente il prof. Bucci, vide come relatori i professo-ri Marzetti (introduzione), Colombo (“Modelli di ventilazione meccanica”), Caliumi Pellegrini (“Nuovi Trigger nella VM”), Rondini (“I surfattanti suppletivi in corso di VM), Mosca (“Me-todiche particolari di ventilazione”), Rinaldi (“I divezzamenti difficili”), Pedrotti (“Strategie per ridurre al minimo la VM”), Mazzaglia (“Terapie farmacologiche in corso di VM”) e Con-sole (“L’impatto delle complicazioni”). Venne presentata una comunicazione su “Divezzamento re-spiratorio del neonato: nostra esperienza” (G. Rinaldi, A.M. Di Gianni, R. Magaldi, GF. Maffei). Circa le modalità ventilatorie il Centro foggiano ha cercato di essere sempre all’avanguardia, come si rileva dall’esperienza del dr. Maffei:

“Era il mese di Aprile del 1992, quando entrò in Re-parto una nuova apparecchiatura per la ventilazio-

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ne neonatale. Fu subito uno stupore collettivo tra medici ed infermieri; un timore quasi riverenzia-le verso quel macchinario imponente, semplice ma allo stesso tempo oscuro nella sua funzionalità che ricordava molto, una volta accesso, il rumore di una lavatrice, tanto che ancor oggi qualche operatore di-ce: “Dottore, che mette in funzione la lavatrice?”. Venivano stravolte le comuni conoscenze sulla ven-tilazione meccanica ed il filmato che venne proiet-tato dall’ingegnere, lo ricordo ancor oggi, mostrava un prematuro di 700 grammi ventilato con questa macchina, che vibrava vistosamente incutendo pau-ra e perplessità. Magaldi ed io fummo inviati dal dr. Rinaldi ad approfondire il funzionamento di questa nuova macchina. Il dr. Magaldi andò a Milano (Cli-nica Mangiagalli – prof. Marini), dove era in uso da qualche mese, mentre io, nello stesso periodo, an-dai ad Udine (prof. Macagno), dove avevano già una buona esperienza con questo ventilatore.Al rientro ci confrontammo nelle diverse esperien-ze e stilammo un protocollo operativo per questa macchina. Esattamente due mesi dopo, ai primi di giugno, fu ricoverato nel ns. reparto C.V. neonato a termine con grave sindrome di aspirazione meco-niale. Già dal primo momento capimmo che forse era giunto il momento per provare la nuova appa-recchiatura. Tuttavia iniziammo con la ventilazione convenzionale, con cui l’esperienza ormai decenna-le ci faceva sentire più sicuri nell’operare quotidia-no, ma dopo diversi giorni i risultati erano deluden-ti. A quel punto, forse per disperazione, forse un po’ anche per curiosità, decidemmo di avviare la nuo-va metodica ventilatoria. Mi ricordo che l’ansia era davvero palpabile, perché nonostante gli studi fat-ti in proposito era la prima volta che ci trovavamo a ventilare con una macchina che raggiungeva fre-

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quenze sovra fisiologiche (intorno ai 900 atti per mi-nuto). Per diverse mattine nel caldo luglio foggiano ci siamo ritrovati ai piedi della culla di quel neonato cercando di capire quali erano i migliori parametri da impostare sulla macchina, e se tutto ciò che sta-vamo facendo era veramente utile per la sua salu-te (poco importava se qualcuno del gruppo si stava giocando le ferie estive). Comunque alla fine grazie al Buon Dio abbiamo goduto della più alta ricom-pensa che un medico possa ambire, la guarigione del proprio paziente, che senza ombra di dubbio in assenza del suo intervento non ce l’avrebbe mai fat-ta. Per me questa è stata la prima certamente, ma non credo la più importante, gratificazione che ho ricevuto dal reparto di Neonatologia e Terapia In-tensiva Neonatale di Foggia”.

Corso di AggiornAMenTo regionAle per il personAleinFerMierisTiCo di AssisTenzA neonATAleFoggiA

Nel mese di marzo il Personale Infermieristico del Reparto si assunse la responsabilità e l’onere di gestire direttamente (in-fermieri-docenti) le relazioni del Corso di Aggiornamento re-gionale per il personale infermieristico dei Reparti di Assisten-za Neonatale, organizzato a Foggia dalla F.A.S.NE. Dopo la let-tura magistrale del dr. Rinaldi sull’«Adattamento alla vita ex-trauterina» all’apertura del Corso, in seguito si è parlato:

“Routine assistenziale per il neonato nelle prime ore di - vita” (vigilatrici d’infanzia Ricucci e Lena).“Rianimazione ed emergenze in sala parto” (inf. Lepore, - vig. Trisolino e Di Mauro).“Assistenza ventilatoria al neonato patologico” (inf. Can-- cellara e Masucci).

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“Aspetti infermieristici del trasporto del neonato a ri-- schio” (vig. Mileti e Principe, inf. De Leonardis).“Maternage e igiene posturale del neonato ricoverato in - UTIN” (terapista Montanino).“Allattamento al seno” (puericultrici Ferrara, Fiscarel-- li, Ventrudo).“Nutrizione in un Reparto di Patologia Neonatale” (vigg. - Nesta, Fania e Di Pace).“Assistenza infermieristica al neonato neurologico” (inff. - Pesante e Musone).

Dalla prefazione degli Atti del Convegno riportiamo:

“I notevoli progressi, compiuti negli ultimi venti anni nell’assistenza del neonato, hanno permesso una ridu-zione notevole della mortalità e della morbilità neonata-le. Anche le più sofisticate tecniche assistenziali ai neo-nati con patologia sono diventate una pratica routina-ria nella maggior parte dei Centri di Patologia Neona-tale. Abbiamo pensato, dunque, con il personale di assi-stenza di preparare questo corso di aggiornamento per offrire alle infermiere, puericultrici, caposale che lavora-no nella nostra regione, una possibilità di scambio cul-turale e di approfondimento delle tecniche di assistenza per il neonato pugliese.” (Rinaldi)

4TH MeeTing in neonATologYBosCo (pg)

Nei giorni 21-23 aprile 1994, in occasione del 4th Meeting: Cur-rent topics in Neonatology presso il Relais “San Clemente” Bo-sco – Perugia, i Presidenti prof. Giovanni Bucci ed Antonio Ma-rini discussero sulle problematiche emergenti in Neonatologia con molti colleghi responsabili di Terapie Intensive, tra i qua-li anche il dr. Rinaldi.

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“BAMBino progeTTo sAluTe” 1994porTonoVo (An)

Nel mese di maggio il prof. Caramia chiamò il dr. Rinaldi co-me moderatore, con il prof. Macagno, al Congresso di Porto-novo (AN) CHILD. HEALTH PLAN – Advances in neonatolo-gy and Pediatrics.

Nel mese di agosto il prof. Vaclav, cattedratico dell’Università “Carlo V” di Praga, reduce da una visita in altri ospedali pu-gliesi, viene a Foggia nel Reparto di Terapia Intensiva Neona-tale, dove esprime particolare apprezzamento per i progressi compiuti nella ventilazione meccanica, nel monitoraggio della funzionalità polmonare e nell’applicazione del software per la nutrizione parenterale totale. Da “La Gazzetta del Mezzogior-no” del 27 agosto ’94, riportiamo:

“Il prof. Vaclav si è soffermato con interesse anche sul-le apparecchiature e sulle terapie utilizzate nel reparto

Il prof. F. Macagnocon il dr. G. Rinaldi

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per la funzionalità cerebrale. Un’attenzione non casuale quella dello studioso straniero, visto che in Polonia l’eti-ca impedisce l’accanimento terapeutico sui neonati: «Noi siamo molto meno aggressivi» - ha detto il prof. Vaclav; per questo la mortalità neonatale in quella nazione è an-cora molto alta (…). Da parte del prof. Vaclav, è stata profilata l’ipotesi di uno scambio di professionalità tra l’Università di Praga e la Divisione degli OORR. Al dr. Rinaldi, che faceva notare come il proprio fosse un re-parto ospedaliero e non una clinica universitaria, il prof. Vaclav ha replicato «Si sbaglia questo è un centro uni-versitario a tutti gli effetti» (…). La sua presenza a Fog-gia cade, (…) nel momento in cui i Neonatologi hanno deciso di rendere noto il successo conseguito con Prin-cipia Del Cambio, la bimba lucana che alla nascita pe-sava meno di mezzo chilo, restituita alla vita dopo mil-le malattie”. (Langone)

Sul “caso Principia” da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 24 agosto si evidenzia:

“Principia, sei mesi compiuti ieri, pesa due chili e no-vecento grammi e per i suoi genitore è… un gigante. La bimba, appena nata, dopo solo 25 settimane di gesta-zione, metteva insieme appena 460 grammi, una cir-costanza che lascia pochissime possibilità di sopravvi-venza (…). Nata il 24 febbraio nella Maternità di Foggia, insieme al gemello Biagio di 900 grammi (morto a 20 ore di vita), ha subito presentato una grave sindrome respiratoria, fronteggiata con surfattante e intubazione, che è durata due settimane. Difficile alimentarla: la somministrazio-ne del latte è stata interrotta alla diciannovesima gior-nata, per enterite necrotizzante. Obbligatoria l’alimen-tazione con flebo, ma quando questo problema viene su-perato, ecco un’emorragia cerebrale. Per fortuna l’episo-

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dio non lascia segni dal punto di vista neurologico, ma gli attenti controlli cui Principia è sottoposta nel repar-to diretto dal dr. Rinaldi consentono di scoprire in tem-po una grave malattia agli occhi, che richiede due rico-veri a S. Giovanni Rotondo, per eseguire la crioterapia. Al rientro a Foggia, il 4 luglio, il problema oculistico è risolto, ma viene riscontrata un’ernia ovarica a sinistra (…). Comunque il 4 agosto Principia è in gran forma e viene dimessa: al primo controllo è risultata cresciuta di 700 grammi”. (Langone)

ii Corso TeoriCo-prATiCo di neonATologiAFoggiA

Organizzato dall’Associazione F.A.S.NE. con il patrocinio Gruppo di Lavoro di Neonatologia della SIP e della USL FG/8, si tenne a Foggia dal 5 all’8 settembre 1994. Gli argomenti trattati affrontarono diversi aspetti dell’assisten-za neonatale sotto lo stimolo offerto da Moderatori esperti qua-li il prof. Marcello Orzalesi (Presidente Nazionale del Gruppo di Lavoro di Neonatologia), il prof. Giampaolo Salvioli (Past-Presidente della SIP) e il prof. Franco Macagno (Primario Neo-natologo di Udine). In particolare, si discusse di:

assistenza neonatale (in sala parto: dr. Magaldi, al nido: - dr. Di Comite, nell’UTIN: dr. Chirico, al neonato cardio-patico: dr. Balducci),neurologia neonatale (convulsioni: dr. Di Gianni, follow-- up neurologico: dr.ssa Litta); assistenza respiratoria (tecniche e modalità di ventilazio-- ne: dr. Maffei, dipendenza dalla ventilazione artificiale: dr. Rinaldi); comunicazione all’interno dell’UTIN (dr. Pedrotti);- alimentazione (allattamento al seno: prof.ssa Mautone, al -

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neonato in terapia intensiva: dr. Popolo, difficoltà nell’ali-mentazione naturale del neonato patologico: prof. Maca-gno, al neonato pretermine: prof. Faldella).

Gli argomenti più propriamente clinici furono completati da esercitazioni pratiche tenute in gruppi ristretti di partecipan-ti: ventilazione meccanica, screening ecografico, trasporto ne-onatale, EEG in epoca neonatale, nutrizione parenterale, emo-gasanalisi arteriosa, monitoraggio cardiorespirografico in tera-pia intensiva. Gli argomenti trattati furono pubblicati su “Ag-giornamenti in Neonatologia vol. 2, n.1, Roma 1994.Dal settimanale “Protagonisti” del 24 settembre 1994, alla gior-nalista Varone, che chiese al dr. Rinaldi “Foggia un’isola felice per i nuovi nati?”, riportiamo la risposta:

“I dati ISTAT relativi al triennio 89-91 registrano, ab inizio, una percentuale di mortalità infantile pari all’11,2 per mille nati, valori che cominciano a decresce-re già nel ’90, anno in cui la mortalità infantile scende al 10,2 per mille, fino a giungere all’8,1 nel 1991. At-tualmente il settimanale “Il Mondo” ha evidenziato un ulteriore calo nel numero dei nati che non superano il primo anno di vita. Se il valore del 6,60 è reale, vuol di-re che l’opera di riduzione della mortalità infantile ha sortito effetti insperati tanto da consentire di allineare la nostra situazione a livello della Lombardia, e questo ci conforta molto”.

50° Congresso nAzionAle dellA soCieTà iTAliAnA di pediATriAroMA

Si tenne a Roma, dal 21 al 24 settembre ed il Gruppo foggiano fu presente con la comunicazione: “Sequenza di Poland-Moe-bius: contributo clinico”.

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XVii Corso di AggiornAMenTo di neonATologiAroMA

Si tenne a Roma dal 14 al 17 novembre dello stesso anno. Alla Tavola Rotonda: “Regionalizzazione del Servizio di Trasporto neonatale” parteciparono i professori Agostino (Roma), Con-sole (Milano), Costa (Roma), De Curtis (Napoli), Donzelli (Fi-renze), Macagno (Udine), Pagani (Como) e Rinaldi (Foggia). Quest’ultimo presentò i dati riguardanti i primi quattro anni di esperienza del trasporto del Team foggiano (1 gennaio 1988-31 dicembre 1991), riguardanti 784 neonati trasportati.

XV giornATe JoniCHenoCi

Si tennero nel novembre ’94 a Noci (BA) sul tema “Neonatolo-gia fra mito e scienza”, organizzate dal dr. Di Comite in colla-borazione con il dr. Basile. Fra gli altri studiosi, relatori della Se-conda Sessione furono i professori Ambrosioni (Bologna), Tatò (Verona), Bonioli (Genova), Rubaltelli (Padova) e Rinaldi (Fog-gia). Quest’ultimo relazionò su “Aspetti neurologici del follow-up nel neonato a rischio di peso inferiore a 1500 grammi”. Ar-gomento ripresentato come Lettura Magistrale su “Destino del neonato di basso peso”, negli Incontri di Pediatria Specialistica tenutosi a Milano nell’Aula Magna dell’Istituto Scientifico “S. Raffaele” organizzato dal prof. Chiumello il 17 dicembre.

Nel corso dell’anno 1995 il dr. Rinaldi viene eletto come Neo-natologo nel Direttivo Regionale Pugliese di Medicina Perina-tale.

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inConTro rop e proBleMATiCHesAn gioVAnni roTondo (Fg)

Nel mese di gennaio si tenne a San Giovanni Rotondo un in-contro di Neonatologia: “La ROP e le sue problematiche” orga-nizzato dal dr. Luigi Gatta, Primario Neonatologo dell’Ospe-dale “Casa Sollievo della Sofferenza”, che per molti anni ha condiviso con competenza l’assistenza dei neonati patologi-ci dauni con il Gruppo foggiano. Moderatori dell’incontro fu-rono la prof.ssa Mautone e il dr. Rinaldi, mentre come relato-ri si alternarono i prof.ri E. Campos (“Storia ed Eziopatogene-si della ROP”), V. Console (“la ROP oggi”), A. De Fazio (“Pro-blemi organizzativi e protocollo di sorveglianza”) e M.T. Mar-sili (“Diagnosi e trattamento ROP”). La collaborazione con il gruppo della ROP divenne sempre più intensa, visto il lega-me di reciproca stima che univa il dr. Rinaldi al prof. Console e il lavoro prezioso del dr. V. Fredella ed in seguito del prof. N. Delle Noci, Direttore della Cattedra di Oculistica dell’Univer-sità di Foggia con tutta la sua Scuola.

Il prof. V. Console

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ii ConVegno di neonATologiAroMA

Nel mese di aprile il prof. Marcello Assumma organizzò presso l’Auditorium Pontificia Università Urbaniana, il II Convegno di Neonatologia “I problemi a distanza del neonato a rischio e l’assistenza nel territorio”. Con la Presidenza del prof. Rondi-ni, i problemi “Polmonari” furono trattati dal dr. Rinaldi (Fog-gia), mentre quelli “Auxologici” dal dr. Spennati (L’Aquila) e quelli “Ematologici” dalla prof.ssa Carapella De Luca (Roma). A quest’ultima il Centro foggiano fu particolarmente legato, ricorrendo alla sua enorme disponibilità ed esperienza per le problematiche ematologiche neonatali. Particolare emozione suscitò, nel dr. Rinaldi, mentre relaziona-va, l’ingresso in aula del prof. Giorgio Maggioni, Maestro del-la Pediatria Italiana, suo indimenticabile insegnante durante il Corso di Specializzazione in Clinica Pediatrica.

ConVegno neonATologiCoTrenTo

Il 21 e il 22 aprile il dr. Dino Pedrotti, attivo difensore dello sta-to di salute del neonato (non solo trentino), organizzò un Con-vegno Neonatologico ed alla “Tavola Rotonda” sulla “Epide-miologia perinatale area-based e confronto con i dati trentini”, moderata dai professori Rondini e Rubaltelli, invitò i dottori Bonati, Corchia, Macagno, Rinaldi (con la relazione “Informa-tizzazione dei dati perinatali dei VLBW di tutta la provincia di Foggia), De Vonderweid e Mastropasqua.

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ConVegno neonATologiA pediATriA oggiBolognA

Il prof. Ambrosioni, Primario Pediatra e Neonatologo dell’Ospedale “C.A. Pizzardi”, il primo giugno organizzò a Bo-logna il Convegno “Neonatologia Pediatria… oggi” e la Sessio-ne riguardante l’apparato respiratorio fu affidata alla Modera-zione del prof. Salvioli, con relatori il prof. Marini (“Recenti ac-quisizioni nell’uso del surfattante) ed il dr. Rinaldi (“Il follow-up respiratorio del lattante dimesso dall’UTIN”). Il prof. Ma-rini, Direttore della Cattedra di Patologia Neonatale, Diparti-mento di Ostetricia e Ginecologia Clinica “Mangiagalli” di Mi-lano, con il prof. Bucci ed il prof. Moretti nella fase iniziale, ha rappresentato per la Neonatologia italiana un continuo punto di riferimento, per la sua enciclopedica preparazione culturale legata non soltanto al campo della neonatologia.Il collega Rinaldo Zanini, attuale Direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’Ospedale “A.Manzoni” di Lecco lo ri-corda così:

Ricordare e dare testimonianza del professor Anto-nio Marini è davvero difficile perché la sua naturale “prorompenza” lo ha reso personaggio “pubblico” con azioni e comportamenti frequentemente sotto gli occhi di tutti. Ricordo con particolare nostalgia le sue lezioni durante il corso per la specializzazio-ne in neonatologia.Lezioni, con grande frequenza, fatte sulla mia pel-le di allievo più anziano e con maggiore esperien-za lavorativa. In quegli anni lavoravo, infatti, come Aiuto (termine ormai desueto ma a cui sono affe-zionato) in Terapia Intensiva Neonatale a Lecco. Il mio orario di lavoro prevedeva una notte di guar-dia in modo che smontando al mattino potessi fre-quentare le lezioni. Allora l’età contribuiva, in mo-

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do sostanziale, a sostenermi nella attenzione in tar-da mattinata a lezione.Bene, ogni volta la lezione del Professore iniziava con “…dr. Zanini ci dica come è andata la sua not-te, che casi ha affrontato, che cosa ha fatto, illustri ai suoi colleghi come ha affrontato…”.Ovviamente mi era impossibile, dopo le prime pa-role, contrastare la marea montante della cultura scientifica e dell’esperienza clinica del Professore ed io al massimo fungevo da sponda per rilancia-re, o meglio, far rimbalzare (come a biliardo), il suo obiettivo didattico.Fantastico, da piccoli gesti di un medico di guardia si spaziava in ambiti di fisiologia in ogni settore, un filo rosso univa il quotidiano della attività in una TIN ai grandi problemi della medicina.Così per tutte le settimane, per un semestre. Ogni volta, pur in totale assenza di volontà di mettere in luce i miei limiti di conoscenze scientifiche, venivo travolto dalla sua “enciclopedica” cultura. Un “massacro”.Alla fine venne il momento dell’esame, come al soli-to mi recai a Milano dopo uno smonto notte. Ricor-do con lucidità una notte di particolare fatica, due trasporti con neonati gravi recuperati da altri ospe-dali. Soltanto l’importanza dell’occasione e l’impos-sibilità di negoziare la data di un esame mi portaro-no a Milano quel mattino.Arrivo quasi puntuale, il Professore appena mi ve-de mi dice “ se la Commissione non ha nulla in con-trario vorrei chiamare per primo il dr. Zanini, …dr. Zanini si accomodi”.Aiuto, e adesso? Come al solito, come a lezione? No magari ha percepito sul mio volto la stanchezza del-la nottata passata tutta sulle ambulanze e mi vuole consentire di tornare a casa!

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Non ricordo le domande, mi pare di aver risposto decentemente.Sicuramente ricordo l’emozione alla fine del breve esame nel sentirmi dire “…bene dr. Zanini, penso che i suoi Colleghi e la Commissione non abbiamo nulla in contrario se adesso lei viene da questa parte del tavolo e continua con noi come esaminatore”.Professore, grazie anche per questo. Da allora il no-stro rapporto professionale si è fatto sempre più stretto e quotidiano specialmente nei suoi anni di presidenza della Società Italiana di Neonatologia.

Il prof. Antonio Marini con il prof. Franco

Macagno

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“BAMBino progeTTo sAluTe” 1995porTonoVo (An)

Agli Incontri Internazionali Multidisciplinari “Bambino: Pro-getto-Salute ‘95”, organizzati dal prof. Caramia, il 16 e 17 giu-gno a Portonovo (AN), il Gruppo foggiano comunicò i risul-tati su “CLD e follow-up respiratorio ad un anno di vita cor-retto dei 336 VLBW del quinquennio 1989-93 ricoverati nella “UTIN di Foggia”.

i Congresso nAzionAle soCieTà iTAliAnA di neonATologiA e iii ConVegno nAzionAle inFerMierisTiCoMonTeCATini

Nel “I Congresso Nazionale della Società Italiana di Neonato-logia” il Gruppo foggiano presentò diverse comunicazioni:

“La nutrizione parenterale: risultati di un quinquennio - nel Reparto di Patologia Neonatale e Terapia Intensiva dell’USL FG/3” (Popolo et al.).“La lissencefalia tipo I: neuroimmagini e quadro EEG” - (Gallo et al.).“Nato da madre con iperparatiroidismo primario: con-- tributo clinico” (Taurino et al.).“Stato socio-economico e mortalità nei VLBW della pro-- vincia di Foggia negli anni 1989-93. Analisi annuale per fasce di peso” (Magaldi, Coviello et al.).“Mortalità nei VLBW della provincia di Foggia negli an-- ni 1989-93 in rapporto all’Apgar al quinto minuto” (Ma-galdi, Coviello, Litta et al.).

- “Sindrome da Trisomia 9 p: descrizione di un caso” (Mar-ciello et al.).

Nel III Convegno Nazionale per l’Aggiornamento e la Forma-zione Permanente Infermieristica Neonatale (21-24 giugno), fu

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riservato al dr. Rinaldi la Moderazione nella Sessione dedicata a “La Care come risposta delle esigenze del pretermine”, ed alla fisioterapista Montanino la relazione su “Contenimento postu-rale”. Nella Tavola Rotonda dal titolo “Inserimento dei neoas-sunti e orientamento all’attività di servizio”, relazionò l’infer-miera Nesta, mentre in quella sul “Ruolo infermieristico nella prevenzione delle infezioni” comunicò l’infermiera A. Cancel-lara sulla gestione dell’accesso venoso profondo.

iV giornATe sAlenTine di neonATologiA essenziAlerAVello (sA)

Nello splendido scenario della “Villa Rufolo” di Ravello (12-14 ottobre 1995), il dr. Citro organizzò tali giornate ed alla Sessio-ne su “Problemi respiratori”, con Presidenza Bucci e Modera-zione Miraglia Del Giudice e Macagno, chiamò come relatori Tripodi, Tortorolo, Papoff, Orzalesi e Rinaldi sul tema “Outco-me respiratorio e sequele polmonari tardive nei VLBW”.

Xii giornATA di MediCinA perinATAleFoggiA

Fu organizzata dal Gruppo foggiano e dal prof. Selvaggi, del-la Cattedra di Ostetricia e Ginecologia di Bari, presso la Sala Convegni Ordine dei Medici di Foggia, il 13 novembre 1995. Nella sessione su “Maturità polmonare perinatale”, moderata dai professori Mautone e Restaino, il dr. Rinaldi relazionò su “Dall’ontogenesi… al danno polmonare acuto e cronico”, con interventi preordinati (Surfattante: Magaldi; Ruolo del surfat-tante: Mastropasqua; Valutazione della funzionalità polmona-re in terapia intensiva neonatale: Maffei).

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ConVegno di AllergologiAlAgonegro (pz)

Il prof. Paolo Giliberti il 16 dicembre coinvolse il dr. Rinaldi in un “Incontro di allergologia pediatrica” che si tenne a Lagone-gro: “Il bambino atopico: esperienze a confronto”.

ii Corso AggiornAMenTo inFerMierisTiCoFoggiA

Nel mese di marzo (28-29) 1996, visto il successo dell’edizio-ne precedente, la F.A.S.NE. organizzò a Foggia il II Corso Resi-denziale di Aggiornamento Infermieristico dei Reparti di As-sistenza Neonatale a numero chiuso, di 40 partecipanti. Tra le

I partecipanti al Corso

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relatrici, oltre al Gruppo foggiano, l’a.i.d. Trainotti (Trento) e la v.i. Pozzi (Policlinico “Gemelli” di Roma). Le richieste furo-no talmente numerose da creare problemi nell’accettazione e il questionario distribuito alla fine delle due giornate mise in evidenza il soddisfacimento generale e l’auspicio di corsi suc-cessivi. Le relazioni furono pubblicate su “Neonatologica In-fermieristica” vol. 8, n. 1, supplemento 1996, Edizioni Medico-Scientifiche Pavia.

ii europeAn pAediATriC CongressBerlino

Si tenne a Berlino dal 24 al 26 aprile 1996 ed il Gruppo foggia-no fu presente con la comunicazione “Morbilità and outcome in very low birth weight (VLBW) single v/s twins”.

V inConTro nAzionAle di neonATologiAisCHiA

Il 2-3-4 maggio 1996, nel V Incontro Nazionale di Neonatolo-gia ad Ischia, con la relazione “Profilassi e Terapia della BDP/CLD”, il dr. Rinaldi mise in evidenza, in campo terapeutico, le nuove prospettive del miglioramento del potenziale antipro-teasico, sia attraverso l’uso di antiossidanti come la vit. A, sia attraverso l’utilizzo di anti-proteasi naturali o di tipo ricombi-nante (Atti dell’Incontro p. 17-27, Pronto Stampa, Napoli).

ii Corso di AggiornAMenTo inFerMierisTiCoiesi

L’infermiera professionale G. Nesta, del team infermieristico foggiano, fu invitata a Iesi (AN), dal 16 al 18 maggio 1996, al II

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Corso di Aggiornamento Regionale per Personale Infermieri-stico, diretto dal prof. Orzalesi, con la relazione “Assistenza al neonato patologico”. Dopo 15 giorni, il 30 maggio, al Congresso di Maiori – Costiera Amalfitana, “Il pediatra, il neonatologo e l’infermiere professio-nale in terapia intensiva”, il dr. Popolo e l’inf. prof. Nesta porta-rono la loro esperienza su “La gestione dell’accesso venoso pro-fondo” di 114 neonati, bisognosi di nutrizione parenterale totale nel periodo compreso tra agosto 1991 e marzo 1995.Riguardo la nutrizione parenterale riportiamo le riflessioni odier-ne dell’esperto del Reparto foggiano, dr. Giuseppe Popolo:

“Un episodio ricordo con piacere: il momento in cui introducemmo l’alimentazione parenterale nel Re-parto foggiano, sollecitati insistentemente dal Pri-mario. C’era grande difficoltà nell’alimentare so-prattutto i prematuri che frequentemente presen-tavano intolleranza alimentare e che venivano nu-triti per via parenterale con semplici soluzioni glu-cosate ipocaloriche, attraverso vene periferiche. Do-po una NEC o un intervento chirurgico di resezio-ne intestinale, seguiva sistematicamente una inade-guata nutrizione calorico-proteica. Spesso era possi-bile vedere neonati, sottoposti a tali interventi chi-rurgici o prematuri, che avevano superato un gros-so problema respiratorio, andare incontro a malnu-trizione, sepsi e talvolta all’exitus. Seguendo l’indi-rizzo del Gruppo lombardo di Studio per la Nutri-zione Parenterale in epoca neonatale (formato dai colleghi quali Ekema, Gancia, Maccabruni, Motta, Tagliabue ed altri), cercammo di trovare soluzioni al gravoso problema nutrizionale. Ricordo che in compagnia di due infermieri pro-fessionali del Reparto (Domenico Masucci e Anto-nietta Cancellara) partecipammo, nel marzo 1990, al Corso di Alimentazione Parenterale, a Triuggio, un

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piccolo borgo alla periferia di Milano. Qui fummo ospitati in un convento e frequentammo un corso “full-immersion”. Senza badare alla maniera spar-tana con la quale venivamo ospitati (letti duri… da cella francescana, colazione pranzo e cena molto frugali), fummo veramente felici di usufruire delle novità tecniche di quella esperienza e ricordo che eravamo impazienti di rientrare in Reparto per met-tere in pratica tutto quello che avevamo appreso. Durante il ritorno pensavamo a come coinvolgere il personale tutto nell’applicazione delle nuove tecni-che, soprattutto nel preparare le miscele per la NP e nel posizionare un catetere venoso centrale. Grazie all’appoggio morale e paterno del dr. Rinaldi, al fi-nanziamento della USL, a poco a poco le nuove tec-niche di alimentazione parenterale divennero una consuetudine. È da venti anni che le sacche per l’ali-mentazione parenterale vengono preparate dal per-sonale infermieristico del nostro Reparto ed ormai tutti i colleghi sono capaci di posizionare un catete-re venoso centrale. La mia più grossa soddisfazio-ne fu constatare una maggiore sopravvivenza dei prematuri, sicuramente dovuta ad un’alimentazio-ne più appropriata. Come conseguenza della com-petenza raggiunta, fui coinvolto dal Gruppo stori-co nazionale di nutrizione parenterale e successiva-mente divenni Consigliere per un biennio del Grup-po di Studio Nazionale “Nutrizione e Metabolismo” della SIN. Questo fu per me, ovviamente, fonte di grande soddisfazione”.

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BAMBinoprogeTTo sAluTe ’96porTonoVo (An)

Nel giugno dello stesso anno si tennero gli Incontri Internazio-nali Multidisciplinari “Bambino: Progetto Salute ‘96”, organiz-zati dal prof. Caramia. Alla Tavola Rotonda su “Development of the respiratory system”, con Presidenza del prof. Rubaltel-li, relatori furono i dottori Dani (Rovigo), Nyagu (Ukraine), Ri-naldi (Foggia): quest’ultimo relazionò su “Sviluppo e matura-zione polmonare normale”.

Viii inConTro iTAlo-greCo di pediATriA prATiCAosTuni

L’incontro venne organizzato dal prof. Ambrosioni e dal prof. Pan-teliadis ad Ostuni dal 25 al 28 giugno 1996 ed il dr. Rinaldi, con il dr. Spyriglou moderò la sessione “Poster e Comunicazione”.

52° Congresso nAzionAle dellA soCieTà iTAliAnA di pediATriAMonTeCATini2° Congresso nAzionAlesoCieTà iTAliAnA di neonATologiA

In occasione della Settimana Pediatrica Nazionale, tenutasi a Montecatini Terme dal 22 al 26 settembre 1996 , nell’ambito del LII, Congresso Nazionale della SIP si tenne il II Congresso Nazio-nale della SIN. Il dr. Rinaldi, con il prof. Marini, moderò la Tavola Rotonda su “Il destino del neonato di peso molto basso”. Relatori i professori S. Chiappe, P. Colarizi, A. Ometto e C. Vegni. Il Gruppo foggiano presentò anche un Poster su “Outcomes de-gli ELBW nella TIN di Foggia: confronto tra due trienni (1986-88 e 1992-94)”.

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Xiii inConTro dAuno di MediCinA perinATAleFoggiA

Con la Presidenza del prof. Bucci ebbe luogo, il 2 ottobre 1996 a Foggia, il Convegno su “Problematiche respiratorie del neonato”. Si sono alternati nella trattazione dei diversi argomenti i dottori Maffei, Mastropasqua, Latini, Vitacco, Magaldi, Gatta, Zimbalat-ti, Gallo, Longo, Mautone e l’infermiere professionale Nesta.

XXiV giornATe MediCHe dAuneFoggiA

Alle XXIV Giornate Mediche Daune, tenute a Foggia, dal 3 al 5 ottobre 1996, sul tema “Attualità in tema di obesità”, i dottori

Caricatura di Franco Cordelli.

Da sinistra: Rinaldi, Colarizi, Marini,

Vegni, col dito alzato Chiappe

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Rinaldi e Magaldi presentarono la relazione su “I fattori di ri-schio-obesità in età evolutiva”.

i ConVegno MeridionAledi pediATriA e neonATologiAsiBAri

Grande partecipazione di medici e di personale infermieristi-co, si ebbe al Convegno organizzato a Sibari (CS) dal dr. Scar-pelli, il 16 novembre 1996 con la presenza dei prof. F. Chiappe (Cagliari), G. Ugazio (Brescia), C. Vullo (Ferrara) e G. Rinaldi (Foggia). Quest’ultimo relazionò su “La gestione intra ed extra ospedaliera del neonato con malattia respiratoria cronica”.

ConVegno ospedAle MiulliACQuAViVA delle FonTi

Nell’ambito dei programmi di aggiornamento e formazione promossi dall’Ospedale “F. Miulli”, si tenne il 30 novembre 1996, ad Acquaviva (Bari), un Convegno su “Follow-up del ne-onato a rischio” con la presidenza del prof. Bucci, i dottori Co-larizi e Rinaldi moderarono la Tavola Rotonda su “Finalità, or-ganizzazione e risultati”.

i ConFerenzA didATTiCA dell’uniVersiTà degli sTudi di BAriFoggiA

Nel mese di dicembre 1996 (12-13-14) si tenne a Foggia, orga-nizzata dal prof. Livrea, la I Conferenza Didattica. Nell’ambito della collaborazione fra SSN e Università, il dr. Rinaldi si sof-fermò su “La formazione specialistica: tirocinio in Neonatolo-

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gia”, portando l’esperienza dei medici specializzandi in Pedia-tria al 4° anno, che effettuano uno stage presso la TIN di Fog-gia. Altre relazioni presentate dal dr. Rinaldi: “D.U. in Scienze Infermieristiche: indirizzi di assistenza generale pediatrica” e “Corsi teorico-pratici residenziali in Neonatologia nell’espe-rienza della TIN dell’USL FG/3”.

Nel 1996, giunse anche a Foggia, dopo che era stata già forni-ta ad alcuni altri centri di Terapia Intensiva Neonatale, una in-cubatrice da trasporto dotata di respiratore, che il cabaretti-sta Ezio Greggio, su segnalazione del prof. Rondini, Segreta-rio Nazionale della Società di Neonatologia, aveva acquistato e donato al Reparto con i proventi derivanti dalla vendita di un suo libro.

Nel marzo del 1997 tornarono in Reparto i genitori di un bam-bino affetto da una malattia del metabolismo, per coinvolge-re il dr. Rinaldi, e i suoi collaboratori, in una iniziativa miran-te all’emanazione di una legge che tutelasse i malati di malat-tie metaboliche. “La Gazzetta del Mezzogiorno”, del 12 mar-zo del 1997, riporta:

“Battersi per il diritto alla salute. È ciò che da due anni fa una coppia di lucerini, genitori di un bambi-no affetto dalla malattia delle urine a sciroppo d’acero, più semplicemente una malattia del metabolismo degli aminoacidi che causa danni cerebrali irreversibili. Il lo-ro bambino, «solo per miracolo», come loro stessi affer-mano, è riuscito a salvarsi. Un miracolo possibile gra-zie all’immediata diagnosi effettuata nel Reparto di Neo-natologia diretto da Giuseppe Rinaldi. Questa malattia colpisce un bambino ogni 200 mila nati, ed i primi sin-tomi si avvertono dopo un paio di giorni dalla nascita. «Quando nascono stanno bene – spiega Rinaldi – ma do-po 4-5 giorni si registrano i primi danni cerebrali fino a giungere alla morte se non si riesce a diagnosticare per

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tempo il tipo di malattia». Ed in questo caso i tempi so-no stati veramente brevissimi (…). Oggi, il piccolo An-gelo è un bambino come tanti altri della sua età, cresce, cammina, piange quando fa i capricci e ride quando gio-ca con i genitori, la sorellina, ma il suo calvario non è fi-nito. Infatti, è costretto ad una dieta particolare e a fare prelievi settimanali per controllare il livello delle protei-ne nel sangue. «Ci sono ancora tante difficoltà – com-menta il padre del bambino – perché si parla e si fa po-co per le malattie metaboliche. Per questo abbiamo chie-sto l’intervento del Ministro della Sanità Rosy Bindi, af-finché venga emanata una legge che colmi questa lacu-na portando certezza ai malati, alle famiglie ed anche ai medici e agli operatori sanitari». E in preparazione c’è un disegno di legge regionale da affiancare ad un com-plesso lavoro di ricerca che il signor Rossi, sta portando avanti con altri volontari e responsabili dell’associazio-ne nazionale Cometa, una struttura di volontariato na-ta due anni fa, e che riunisce le associazioni che si occu-pano delle malattie metaboliche”. (Lucia La Gatta)

ConVegno Apulo-luCAno di priMAVerATArAnTo

Nel marzo 1997, per conto della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, la Sezione Apulo-Lucana tenne a Taranto un Convegno “Per una cultura di medicina preventiva e socia-le in età evolutiva nel Mezzogiorno d’Italia”. La Prima Sessio-ne vide la partecipazione della dr.ssa Litta (Foggia), con i dot-tori De Vita e Merico (Taranto), con la relazione “Madri e padri adolescenti: le esperienze di Taranto e Foggia”.La Seconda ebbe come Moderatori il prof. Armenio e il dr. Ri-naldi e come Relatori i professori Chiumello e De Mattia.

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1° Corso inTernAzionAle in neonATologiApAlerMo

Dal 7 al 9 aprile si tenne a Palermo, presso il Centro “Paolo Bor-sellino”, il Primo Corso Internazionale di Aggiornamento in Ne-onatologia organizzato dal dr. Ubaldo Dimita, Primario della Neonatologia e Terapia Intensiva dell’Ospedale “Buccheri La Ferla”, struttura religiosa convenzionata del “Fatebenefratelli” di Palermo. Grosso merito del dr. Dimita, oltre a quello di riuni-re relatori internazionali affermati, fu la ricerca di un rapporto stretto con i colleghi ostetrici e l’introduzione, nel suo Reparto, dell’Umanizzazione delle cure materno-infantili, con particola-re attenzione alla diade madre-bambino. Il suo progetto era quel-lo di ricreare in corsia un registro professionale, comportamenta-le e relazionale da applicare al trattamento farmacologico del pa-ziente, quasi come se si trattasse di una sorta di terapia di com-plemento.

6° inConTro nAzionAle di neonATologiAisCHiA

Al sesto incontro organizzato dalla Società Italiana Medici Ospe-dalità Privata, a Ischia l’1-3 maggio 1997, con la presidenza del prof. Salvioli e la Moderazione dei dottori Paludetto e Rinaldi, relazionarono il prof. Ciccimarra (“Il neonato di madre diabeti-ca”) e il prof. Barberi (“Ipoglicemie persistenti del neonato”).

BAMBino progeTTo sAluTe ’97porTonoVo

Al Convegno tenutosi ad Ancona, a Portonovo, dal 15 al 17 maggio, il dr. Rinaldi con il prof. Ziino ed il prof. Bona, mode-rarono la sessione su “Umanizzazione dell’assistenza”.

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XXVii JourneÈ nATionAles de neonATologiepArigi

Di notevole interesse fu la partecipazione del dr. Rinaldi alla Ri-unione annuale di Insegnamento Postu-niversitario tenutasi a Parigi nel maggio 1997, presso l’Hopital de Port-Royal, organiz-zata dal prof. J.P. Relier. Presso il suddetto ospedale, in seguito, soggiornarono per uno stage di diversi mesi i dottori M. Rinal-di e R. Magaldi, per un periodo più breve il dr. Di Gianni.

WorKsHop AliMenTAzione del preTerMineACQuAViVA delle FonTi

Proseguendo gli incontri organizzati dal dr. S. Mastropasqua, presso l’Ospedale Generale Regionale “F. Miulli”, Acquavi-va delle Fonti (BA), il 31 maggio 1997 si tenne un Workshop sull’alimentazione del neonato pretermine. Nella seduta mo-derata dal prof. N. Rigillo, il dr. Rinaldi presentò “La nutrizio-ne parenterale: quando e perché?”.

Da sinistra: Bona, Rinaldi, Ziino

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ConVegno AieopsAn gioVAnni roTondo

Presso l’Ospedale “Casa Sollievo della Sofferenza”, il 5 luglio 1997, si tenne un convegno di aggiornamento su “Applicazioni terapeutiche dei fattori di crescita emopoietici: quando e come in età pediatrica”. Il dr. Rinaldi, unitamente al dr. L. Gatta, orga-nizzatore dell’incontro, moderò la seduta che vide relatori bril-lanti quali i professori Chirico, Buonocore, Locatelli e Arrigini.

1° ConVegno sullA VenTilAzione osCillAToriABolognA

A Bologna, il 24, 25 settembre 1997, si tenne il 1° Convegno del Gruppo di Studio sulla ventilazione oscillatoria ad alta fre-quenza della SIN su “Assistenza respiratoria nel neonato: vec-chi e nuovi approcci”. Alla Tavola Rotonda su “La Terapia In-tensiva Neonatale alle soglie del 2000; minimal handling care e nuove tecniche ventilatorie: quali strategie e per quali neona-ti?”, moderati dai professori Marini e Tancredi, parteciparono come opinionisti i professori Donzelli (Firenze), Fabris (Torino), Kinsella (Denver, Colorado), Macagno (Udine), Milerand (Stoc-colma), Minton (Provo, Utah), Rinaldi (Foggia). Dagli Atti del Convegno citiamo:

“Il dr. Rinaldi parlò dell’uso del surfattante, sia nella profilassi che nella terapia riportando l’esperienza del Centro foggiano risalente al 1988, anno in cui la TIN di Foggia venne coinvolta nel programma di collabora-zione multicentrica europea di valutazione, nella tera-pia della RDS neonatale, dell’efficacia di un surfattan-te suppletivo naturale non modificato, di origine suina. Il Gruppo di Foggia ha partecipato a due studi di colla-borazione multicentrica europea. Il primo, chiuso nel maggio 1991 prevedeva il confronto di un trattamento precoce, early, (…) verso un gruppo di controllo che ri-

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ceveva trattamento tardivo, late. Il secondo studio a cui il Gruppo ha partecipato, iniziato nel secondo semestre dell’anno 1991 e terminato nel primo semestre dell’an-no 1993, era finalizzato alla valutazione dell’efficacia del Curosurf, somministrato alla nascita in sala parto, nella prevenzione dell’RDS nei prematuri. In tale occasione il dr. Rinaldi accennò anche all’utilizzo dei surfattanti di terza generazione considerati più efficaci e meglio tolle-rati, costituti da fosfolipidi associati a miscele sintetiche di proteine ricombinanti e peptici sintetici.”

53° Congresso nAzionAle dellA soCieTà iTAliAnA di pediATriAMonTeCATini

Nella Settimana Pediatrica Nazionale, tenutasi a Montecati-ni Terme, dal 4-8 ottobre 1997, in occasione del 53° Congresso Nazionale della SIP, nell’ambito del 5° Congresso del Gruppo di Lavoro di Pediatria Ospedaliera della SIP, il dr. Rinaldi ten-ne l’aggiornamento su “Meningiti ad esordio neonatale. Epi-demiologia di uno studio multicentrico in 21 TIN italiane”. Il Gruppo presentò con la dr.ssa Taurino il Poster “Utilizzo di Eri-tropoietina umana ricombinante: risultati di uno studio rando-mizzato nella Divisione di Patologia Neonatale e Terapia Inten-siva dell’USL FG/3” (RIP 53° vol. 23, n. 4, p. 745-753, 1997).

3° Congresso nAzionAle dellA soCieTà iTAliAnA di neonATologiApAesTuM

Venne organizzato dal 14 al 18 ottobre 1997 e il dr. Rinaldi re-lazionò su “Attualità in tema di terapia della BPD”. Il Gruppo foggiano presentò una comunicazione dal titolo “Weaning nei VLBW della TIN di Foggia negli anni ’92-’96”.

capitolo v

Corsi di riAniMAzione CArdio-respirAToriA

inConTri di MediCinAperinATAle

uMAnizzAzione delle Cure e proMozione dell’AllATTAMenTo MATerno

progeTTo MinisTeriAle Video-Connessione

ulTeriore risTruTTurAzione del repArTo

Corsi di AggiornAMenTo

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Corso di riAniMAzione CArdiorespirAToriA neonATAleFoggiA

Il 9, 10 maggio e il 17, 18 novembre 1997, presso il Reparto foggiano si svolsero i primi due corsi di rianimazione in ac-

cordo alle indicazioni fornite dall’American Heart Association e dall’American Accademy of Pediatrics e sotto il patrocinio della Società Italiana di Neonatologia, limitati a 40 partecipan-ti in numero di uno per ogni centro.Dalla presentazione del Corso riportiamo:

“L’evento nascita è, probabilmente, il momento più com-plesso e pericoloso che ciascun essere vivente incontra nella propria esistenza. Il passaggio, dalla vita intra-ute-rina a quella extra-uterina, prevede una serie di aggiu-stamenti fisiologici molto complessi e interconnessi tra di loro. Fortunatamente, in oltre il 90% dei neonati, ta-le passaggio si compie senza alcuna difficoltà e senza al-cun intervento da parte di terzi. Purtroppo, però, in me-no del 10% dei nati sono richiesti interventi rianimato-ri in generale e proprio a questi si indirizza il Corso di Rianimazione Neonatale che oggi prende inizio. Para-dossalmente l’esigua percentuale, a cui si fa riferimen-to, si traduce, nella realtà foggiana, in circa 350 nati l’an-no che richiedono manovre rianimatorie. Le conseguenze, legate al non ricevimento di una adeguata assistenza al-la nascita, possono altresì tradursi o nella morte del neo-nato stesso o peggio nella comparsa di danni neurologi-ci, che si ripercuoteranno per tutta la vita del soggetto in questione. Da ciò deriva l’importanza di una cono-

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scenza approfondita delle pratiche rianimatorie neona-tali, anche perché una valida rianimazione di un neona-to solitamente viene coronata da un successo terapeuti-co, a differenza di ciò che accade, invece, nel bambino o peggio nell’adulto. E proprio questo successo terapeuti-co rappresenta una delle esperienze più gratificanti che un operatore sanitario possa ricevere nel corso della sua professione”. (G. Rinaldi)

XVii giornATe JoniCo-sAlenTineleCCe

“Dal 5 al 6 dicembre 1997 si tennero a Lecce nel Grand Hotel Tiziano le XVII Giornate Jonico-Salentine di Neo-natologia organizzate dal dott. Raffaele Longo, Primario Neonatologo di Lecce, in collaborazione col dott. Di Co-mite, la Società di Pediatria (prof. L. Giuffrè), la Società

Medici partecipanti al Corso

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di Medicina Perinatale (prof. G. Bevilacqua) e la Socie-tà di Neonatologia (prof. G. Bucci) (…). Vi fu anche una seduta dedicata a “Puglia Neonatologica”. Parteciparo-no anche i cattedratici pugliesi Lucio Armenio, Nico-la Rigillo e Franco Schettini, nonché la prof.ssa Angela Mautone e tutti i Primari neonatologi indigeni (Rinaldi, Latini, Longo, Famà, Gatta e Di Comite)”. (Le Giorna-te Joniche di Neonatologia di A. Di Comite, 2006)

Nel 1997 su Journal of Epidemiology and Biostatistic vol. 2, n. 3, 171-178, furono presentati i risultati dei 13 centri di 3° livel-lo presenti nelle regioni meridionali italiane (Abruzzo, Puglia e Calabria), nella pubblicazione “The Southern Italy Neonatal Intensive Care Units Network: very low birth-weight outco-mes for 1994”. Il Gruppo italiano fu coordinato dal dr. Bonati dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “M. Negri” e si avval-se della collaborazione dei Neonatologi dei Centri partecipan-ti, tra i quali quelli del Gruppo foggiano.

elBW up dATe ’98BolognA

Il prof. Ambrosioni organizzò, il 3 e 4 marzo, a Bologna, un Congresso dal titolo “Il neonato di peso estremamente basso (ELBW: Up date ’98). Alla tavola rotonda, moderata dal prof. Bucci, sui “Primi cruciali momenti di vita del neonato ELBW” presero parte i dottori Rinaldi (“Accoglienza del neonato EL-BW nella UTIN”), Zanini (“Il trasporto”) e Zorzi (“Rianimazio-ne in sala parto”) (Atti Developmental Physiopathology and Clinics, pp. 11-14, 1998).

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Sul “Quotidiano” di Foggia, 14-03-’98, una coppia di genitori di Corato (BA), ringrazia ufficialmente il Reparto di Terapia In-tensiva Neonatale di Foggia:

“(…). Lo scorso 9 febbraio verso le ore 12,00 nell’ospe-dale di Corato, è venuta alla luce la piccola Francesca. Alla gioia, ben presto, si univa la disperazione: France-sca, infatti, era in costante cianosi. Dopo vari tentativi di farla riprendere, la piccola è stata trasferita dall’ospe-dale di Corato a quello di Foggia, presso la Divisione di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale. Fin dal suo ar-rivo nell’ospedale di Foggia Francesca è stata sottoposta a intensi ed immediati accertamenti. A sera inoltrata il responso: Francesca è affetta da persistenza della circo-lazione fetale. I genitori hanno capito subito la gravità del caso. Ma le solerti cure ed una adeguata terapia intensi-va, protrattasi fino al 17 febbraio, hanno restituito ai ge-nitori la piccola Francesca, bella e sana. In questo calva-rio, i genitori della piccoletta hanno potuto toccare con mano le alte doti professionali ed umane del dr. G. Ri-naldi, Primario del Reparto, nonché la sua instancabile presenza tra i suoi piccoli ammalati ed i suoi collabora-tori e l’encomiabile organizzazione interna del reparto. Dina e Savino La Marca, genitori di Francesca, addita-no all’opinione pubblica, attraverso il “Quotidiano” la qualificata assistenza offerta dai medici e dal personale infermieristico di quel reparto”. (Mario De Benedittis)

7° Congresso nAzionAle di MediCinA perinATAleBAri

Il 7° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Perinatale fu organizzato a Bari, dal 25 al 28 marzo 1998, dai professori Mautone e Selvaggi. Alla Tavola Rotonda su “Pro-

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tocolli di prevenzione e terapia del distress respiratorio neo-natale”, moderata dai professori Nappi (Bari) e Marini (Mi-lano), si alternarono come relatori i professori Cosmi (Roma), Padovani (Verona), Orzalesi (Roma) e Rinaldi (Foggia). Il dr. Rinaldi discusse su “Il surfattante sostitutivo: esperienza nel-la TIN di Foggia e protocolli di terapia”. Allo stesso Congres-so la dr.ssa Litta presentò la comunicazione “Confronto della prognosi dei nati ELBW tra due periodi” (62 neonati, 1990-92 e 76 neonati, 1993-95).

Riportiamo le esperienze della prof.ssa Angela Mautone, ani-matrice ed organizzatrice, a Bari, degli Incontri di Medicina Pe-rinatale:

“Sono partita dalla Clinica Pediatrica con esperien-za prevalente in campo ematologico; la mia avven-tura Neonatologica è iniziata nel 1972 con una Bor-sa di Studio per la frequenza di 3 mesi in un Cen-tro Neonatologico straniero. Frequentai il reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva dell’Università di Zurigo, alloggiato letteralmente in una palazzina assieme al Reparto di Ostetricia. Fin dal primo mo-mento, perciò, mi resi conto che il Pediatra, che si oc-cupa di neonati sani o patologici che siano, non può prescindere dalla conoscenza minuziosa della gra-vidanza e della sua evoluzione, né vivere in contrap-posizione con lo Specialista Ostetrico. Nel padiglio-ne delle Cliniche ostetriche-ginecologiche (4 Divisio-ni) con un numero di nati di circa 3500/anno iniziai, così, una esperienza impagabile di Medicina Perina-tale che diveniva progressivamente una realtà nel-la assistenza materno-infantile a Bari. La formazione del Pediatra-Neonatologo, destinata ad essere la figu-ra centrale nella cura e nella gestione del neonato sia sano che critico, viene attuata, e progressivamente raggiunta, con corsi di aggiornamento di Medicina

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Perinatale, organizzati in associazione con gli Oste-trici, sulla scorta di periodici incontri interni di di-scussione su casi clinici, che di volta in volta si pre-sentavano alla nostra osservazione.Entrata in punta di piedi, ma con decisione, nella sala da parto, dove fino ad allora il Collega Ostetri-co gestiva madre e neonato sano, mentre l’Anestesi-sta gestiva il neonato critico, riuscii a prendermi ca-rico della gestione globale del neonato. A Bari, gra-zie alla collaborazione di illuminati colleghi Ostetri-ci (in particolare del Presidente della Società Italiana di Medicina Perinatale) e con l’aiuto di uno sparu-to gruppetto di Pediatri all’epoca guardati con dif-fidenza e incredulità, creai, nell’ambito della Pedia-tria, un Team di Medici, ognuno con competenze specifiche, dediti alla cura ed allo studio della di-sciplina neonatologica, che diventava sempre più aggiornata e si spingeva, in campo assistenziale, al raggiungimento di traguardi fino ad allora ritenu-ti impossibili. La formazione dei tanti medici come me affascinati dal campo delle cure neonatologi-che, iniziava pertanto “naturalmente” nei padiglio-ni delle Cliniche Ostetriche. L’esperienza acquisita negli anni ed il crescente miglioramento delle cure al neonato, mi ha consentito di impegnarmi con suc-cesso nella didattica di insegnamento della Neona-tologia nel Corso di laurea di Medicina e Chirurgia e nella Direzione della 1° Scuola di Specializzazio-ne in Pediatria nella quale ancora è attivo l’indirizzo in Neonatologia. Il lavoro di organizzazione e stan-dardizzazione dell’assistenza al neonato sano per il Gruppo di Lavoro di Neonatologia, sorto nell’ambi-to della Pediatria negli anni ’80, anche in qualità di responsabile per la Regione Puglia, ha motivato l’or-ganizzazione annuale di incontri scientifici di Me-dicina Perinatale, che hanno sempre richiamato un

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folto gruppo di partecipanti ed un coinvolgimento sempre più allargato a branche specialistiche chirur-giche, anche in campo neonatale. Detta così, la sto-ria della Neonatologia barese sembra fatta di rose e fiori: la realtà è stata tutt’altra cosa. Innumerevoli le battaglie vinte con la tenacia, con la presenza, con la dimostrazione che pur lavorando nelle ristrettezze e nel disagio, i risultati sono stati ottenuti. Primo fra tutti insostituibile il risultato della vittoria sulla “non cultura” in ambito neonatologico. Per concludere la storia mi è stato chiesto anche un “aneddoto”: ebbe-ne, eccolo. Dicembre del ’78: neonato a termine di 12 ore nato “benissimo” che sta “malissimo”. Ha una cardiopatia congenita che si sta scompensando. Si organizza il trasporto per l’Ospedale di Potenza, al-lora disponibile per il trattamento della cardiopatia. Si parte con il neonato in infusione ombelicale e am-bulanza attrezzata all’occorrenza con incubatore, os-sigeno ecc.. Salgo nell’ambulanza e alloggio nel vano posteriore su di un sediolino accanto all’incubatore: non siamo nemmeno usciti dal corridoio del Pronto Soccorso che il flacone dell’infusione, sull’asta a tre piedi, mi cade sulla testa. Come se niente fosse lo ri-metto in sesto e si riprende il viaggio portando il ne-onato a destinazione in salvo. Quando si dice: il ber-noccolo della neonatologia della Mautone!”.

7° inConTro nAzionAle di neonATologiAisCHiA

Al 7° Incontro Nazionale tenuto ad Ischia, dal 29 aprile all’1 mag-gio 1998, il dr. Rinaldi, con il dr. Ziino, moderò le relazioni dei pro-fessori Donzelli (“LC – Pufa nell’alimentazione del neonato pre-termine”) e Vigi (“Latti formulati: passato, presente e futuro”).

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1° edizione giornATe neonATAlogiCHe inTerAMnensiTerni

Il Direttore del Dipartimento Materno-Infantile di Terni, dr. Mario Fornaci, organizzò a Terni dal 14 al 16 maggio 1998, la 1° Edizione delle Giornate Neonatologiche Interamnensi ed in-vitò il dr. Rinaldi a tenere la relazione “Prevenzione della pato-logia polmonare cronica”.

lA neonATologiA:dAllA riCerCA AllA CliniCACAserTA

Grande successo ebbe il Simposio Internazionale “La Neonato-logia: dalla Ricerca alla Clinica”, organizzato a Caserta, dal 22 al 23 maggio 1998, nella suggestiva Cappella Palatina del Pa-lazzo Reale dal compianto Ubaldo Dimita, Neonatologo esper-to, indomito e coraggioso, allievo del prof. Orzalesi. Dall’invito

Da sinistra: Donzelli, Rinaldi, Vigi

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giunto al dr. Rinaldi, riportiamo “Stiamo preparando una riunio-ne internazionale che vuole rendere omaggio alla Neonatologia tut-ta e agli uomini che negli ultimi anni con il loro impegno e con il loro modo di operare hanno permesso il miglioramento continuo di questa branca della medicina. Premieremo alcune figure istituzionali, come esempio, ma siamo pienamente convinti che senza l’impegno di tanti non avremmo mai raggiunto i nostri buoni risultati. Per tale motivo vorremmo che tu fossi presente ed ospitarti a Caser-ta, in occasione di questa festa, riconoscenti per il ruolo e l’impegno profuso da te e dal tuo gruppo per il raggiungimento dei livelli assi-stenziali odierni”.

“C’eravamo proprio tutti e fu l’ultima occasione per rendere omaggio ad un Amico protagonista e pun-ta avanzata della Neonatologia centro-meridiona-le”. (G. Rinaldi)

ConVegno “il pediATrA, il neonATologo e l’inFerMiere proFessionAle”pAesTuM

Nei giorni 11-13 giugno 1998 si è tenuto a Paestum il 3° Conve-gno “Il Pediatra, il Neonatologo, l’Infermiere Professionale in Terapia Intensiva”. Il dr. Rinaldi ha partecipato ai lavori con-gressuali con la relazione “Management del neonato ELBW in terapia intensiva neonatale nei primi giorni di vita”.

Nel mese di agosto il Ministro Bindi visitò gli Ospedali Riuniti di Foggia, soffermandosi nei Reparti di Neonatologia-Terapia Intensiva e di Chirurgia Pediatrica. Dall’articolo de “La Gaz-zetta del Mezzogiorno” riportiamo:

“Ines, poco più che neonata, succhia tranquilla il suo ciucciotto, per niente impressionata dai flash e dalla fol-

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Il dr. Rinaldi con il Ministro

della Sanità Rosy Bindi

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la che sta attorno al suo lettino. È ricoverata in Chirur-gia Pediatrica ed è fra i più giovani pazienti incontrati dal ministro della sanità Rosy Bindi, durante la sua visi-ta a Foggia. Accompagnata dai parlamentari Luigi Fol-lieri e Franco Carella, dal questore Visone, dal Prefetto Fusco e dal direttore amministrativo dell’azienda ospe-dali riuniti, Morlacco, l’on. Bindi ha riservato al capo-luogo un’oretta, quella più calda del pomeriggio. Prima tappa Anatomia Patologica, dove il ministro ha inaugu-rato la nuova biblioteca, poi rapido passaggio all’Ospe-dale di Maternità, nel Reparto di Neonatologia diretto dal dott. Giuseppe Rinaldi. Indossato il camice verde, il Ministro ha trascorso un po’ di tempo con i piccoli rico-verati in terapia intensiva e all’uscita si è definita mol-to soddisfatta. “Oggi – ha dichiarato alla Gazzetta – ho visto una pagina di buona sanità. Si dice sempre che la buona sanità è solo al Nord, io continuo a ripetere che vi sono luoghi di eccellenza anche al Sud”. Possibile che nei “nostri” ospedali non vi sono problemi? “Non mi permetto di entrare nel merito di soluzioni che spetta-no alla Regione, anche se gli ultimi fatti – è la risposta – dimostrano che una vigilanza e un controllo maggio-re da parte centrale sono necessari. La Puglia sta appro-vando il piano ospedaliero: vedremo”. L’esigenza di con-trolli rigorosi permane soprattutto in materia di azien-de ospedaliere, candidate, con la recente autonomia, alla competizione e all’utilizzo di maggiori risorse: “È vero, la moltiplicazione delle aziende ospedaliere può risulta-re, se non si stabilisce un sistema di controlli molto se-rio e raffinato, un consumo di risorse”. Ha puntato sul concetto di collaborazione tra pubblico e privato il dott. Rinaldi: “Ho mostrato al ministro l’in-tero reparto – dice – ha visto che non vi sono differen-ze tra Nord e Sud. Le ho detto che è un risultato dovuto anche al grande aiuto che abbiamo dai genitori dei bimbi ricoverati e questo ci permette di lavorare con una certa

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serenità”. Il sorriso e i disegni dei bambini hanno fatto da cornice all’arrivo in Chirurgia Pediatrica, dove l’on. Bindi è stata accolta dal responsabile dott. Marinaccio e dall’aiuto Niglio”. (Anna Langone)

54° Congresso nAzionAlesoCieTà iTAliAnA di pediATriATorino

In occasione del Centenario della Società Italiana di Pediatria si tenne a Torino la Settimana Pediatriaca Nazionale dal 20 al 24 settembre 1998. Nell’ambito della Sessione S.I.N. “Attuali-tà in Neonatologia”, con la Presidenza della prof.ssa Carapel-la, espertissima ematologa neonatale ed amica del Centro fog-giano, il dr. Rinaldi moderò la relazione del prof. Bracci e le co-municazioni dei dottori Borrelli, Somaschini e Lanzi.

iV Congresso nAzionAle soCieTà iTAliAnA di neonATologiAriMini

Nel mese di ottobre 1998, dal 22 al 24, si tenne a Rimini il Con-gresso di Neonatologia “Trasporto e rianimazione”. Il dr. Rinal-di, con il Presidente Bucci, moderò la Tavola Rotonda “Costi-efficienza-efficacia”. Il Gruppo foggiano presentò un Poster su “Concordanza diagnostica clinico-autoptica nel quinquennio 93-97. Correlazione tra neonati inborn e trasportati”. In tale data terminava il triennio 1995-98 durante il quale il dr. Rinaldi, aveva svolto il ruolo di Consigliere del Gruppo di La-voro Trasporto Neonatale della SIP. Alle votazioni per il trien-nio successivo, il dr. Rinaldi venne eletto Segretario Nazionale del Gruppo, succedendo al dr. R. Agostino.

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Dal comunicato stampa diffuso dall’Azienda Ospedaliera de-gli OORR di Foggia, ripreso dai giornali “Puglia” e “La Gaz-zetta del Mezzogiorno”, riportiamo:

“Un importante riconoscimento all’Azienda Ospedalie-ra OORR, è pervenuto da parte del Ministro della Sani-tà Bindi, che ha nominato il dr. Giuseppe Rinaldi, Pri-mario dell’Unità Operativa Aziendale Patologia Neona-tale e Terapia Intensiva, componente della Commissione Nazionale incaricata di predisporre una proposta di li-nee guida sulla istituzione ed il funzionamento del Di-partimento Materno-Infantile”.“I Dipartimenti costituiscono un modello organizzativo per rendere razionale, omogeneo e efficiente il percorso diagnostico e terapeutico mediante l’integrazione fun-zionale di più settori di attività. Compito della Commis-sione è quello di delineare un Dipartimento Materno-Infantile, che abbia un modello organizzativo costitui-to dalle unità operative ospedaliere e/o territoriali, affini

Da sinistra: Montrone, Iacobellis, Popolo, Rinaldi, Maffei, Di Gianni

Da sinistra: dr. Rinaldi e prof. Bucci

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e complementari, che perseguono comuni obiettivi e che sono pertanto operativamente interdipendenti, pur man-tenendo una propria autonomia e responsabilità profes-sionali ben definite. Gli obiettivi rispettano quelli prede-finiti ed individuati nei Piani Sanitari Nazionali e Re-gionali.” (“Puglia” 29 gennaio 1998)

Circa il problema dell’UMANIZZAZIONE delle cure, ripren-diamo un articolo di Daniela Corfiati del settimanale “Prota-gonisti” del 28 novembre 1998, che potremmo chiamare “uma-nizzazione: marsupio-terapia e cura delle coccole”:

“Da cinque anni il dr. Giuseppe Rinaldi e i suoi colla-boratori applicano un approccio gentile nella cura e as-sistenza dei neonati prematuri. Dalla marsupio-terapia alla terapia delle coccole pazienti, genitori e personale medico si integrano in un nuovo modo di confrontarsi col dolore e di trattare la malattia (…). Il prof. Rinaldi e la sua équipe stanno provando a ricalibrare i rappor-ti in corsia e i segni di questa lenta, ma costante mar-cia di avvicinamento alla “umanizzazione”, sono ben visibili nel reparto di patologia neonatale (…). “La na-scita del bambino pretermine – spiega la dottoressa Ga-briella Marciello – è diversa dalla nascita di un neona-to a termine (…) per i prematuri si impone il distacco dalla madre e il ricovero di urgenza, e poi segue il perio-do dell’osservazione del nato, in cui gli vengono sommi-nistrate quelle cure mediche necessarie a fargli acquisi-re una giusta stabilizzazione e a permettergli l’adatta-mento alla vita extrauterina”. È una vera e propria lot-ta per la sua sopravvivenza. Ma, se in passato si era ri-tenuto che il solo modo efficace di sostenere questa batta-glia fosse una ottimale dotazione tecnologica, oggi que-sta certezza non è più così solida. Dal 1987 l’orario di ingresso dei genitori al reparto di Neonatologia è stato prolungato per consentire una maggiore presenza, so-

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prattutto della madre, accanto al loro piccolo nelle incu-batrici. L’intuizione si è rivelata proficua, non solo sot-to il profilo dell’attenuazione delle apprensioni e dei di-sturbi depressivi delle madri, ma anche per la stessa sta-bilizzazione fisiologica dei nati pretermine. “Da un po’ di anni si è capovolto il concetto di assistenza – conti-nua il dr. Rinaldi – nel senso che si è cercato di affian-care, alle pur necessarie cure mediche, le cure dell’amo-re che proviene dalla coppia genitoriale e naturalmente, in via preliminare, dalla vicinanza del corpo della ma-dre. L’«I Care» è diventato l’elemento portante della no-stra assistenza a questi neonati”. Da mezzogiorno alle 19.30 di tutti i giorni, le mamme possono entrare libera-mente nel reparto e partecipare all’assistenza fornita ai neonati dal personale medico ed infermieristico; ma so-no loro che diventano protagoniste della fase più crucia-le e importante del nuovo corso della cura, spetta a lo-ro cioè la messa in pratica della marsupio-terapia e del-la normale terapia delle coccole. In un tenero abbrac-cio al seno materno, il piccolo, è indotto a recuperare le stesse sensazioni che lo hanno accompagnato nell’utero e la madre può abbandonarsi, anche per più ore, al pia-cere di ritrovare il figlio. Meglio se il rito viene scandito da una dose esagerata di carezze, dolci paroline sussur-rate all’orecchio, canti sommessi di nenie e filastrocche per riportare il bambino a sentire la vicinanza con l’or-

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ganismo che lo ha concepito. “Con la marsupio-terapia si permette al bambino di stare a contatto di pelle con la madre – puntualizza il primario –; non appena i neonati hanno una stabilizzazione cardio-respiratoria, vengono prelevati dall’incubatrice e adagiati sul seno nudo della madre, ogni giorno per un certo numero di ore. Questo produce vantaggi notevoli: maggiore stabilità della fre-quenza respiratoria e cardiaca, miglioramento dell’ossi-genazione, riduzione dell’attività motoria afinalizzata, una riduzione del pianto data dal senso di consolazio-ne del rapporto madre-bambino, aumento del numero di donne che allattano”. Anche l’ambiente diventa oggetto di modificazione per affermare la cura della persona, co-me spiega ancora Rinaldi: “Cerchiamo di ammorbidire il contesto ambientale in cui si trovano i bambini: le lu-ci sono sempre basse e spesso si sta al buio, regna un si-lenzio ovattato, e le stesse incubatrici vengono sistema-te come dei nidi per favorire il contenimento posturale. Il bambino, che è stato nel liquido amniotico, che ha vis-suto nel movimento continuo dell’utero, non può esse-re messo su di una superficie piana, ma si deve ricrea-re una condizione quanto più possibile similare a quella di origine” (…). “I bambini che curiamo non sono come quelli belli e sani che siamo abituati a vedere nelle pub-blicità – precisa la dottoressa Marciello –; alcuni di es-si pesano anche 700-800 grammi e sono nascosti da un groviglio di cavi, elettrodi, cerotti e tubicini. All’inizio, i genitori, hanno bisogno molto del sostegno di medici e del personale paramedico, per superare la crisi del di-stacco. Molti cadono in preda ai sensi di colpa, si sento-no responsabili di aver fatto nascere un bimbo imprepa-rato alla vita, fragilissimo e sofferente. È molto impor-tante, nei primi giorni, star loro vicino, rispondere al-le loro domande, anche quelle che sembrano più banali; ma loro devono capire quanto sono importanti, quanto e forse più di noi medici, in questa fase. Insomma, non de-

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vono scappare, ma esserci”. All’inizio devono imparare a tenerlo in braccio, ad accarezzare quel fragile esserino che sta tutto nel palmo di una mano. Alle madri viene chiesto di fissare lo sguardo negli occhi del piccolo, qua-si che una sorta di insondabile e silenziosa comunicazio-ne possa trasmettere i benefici di questa voglia amorosa, che chiama la vita. “Appena possibile, cerchiamo di ve-stire il neonato, con cuffiette e calzini, in modo che i ge-nitori non lo percepiscano più solo come un ammalato. Alcuni registrano delle cassette con delle filastrocche e noi le facciamo ascoltare ai bambini in momenti parti-colari della giornata. È importante dare subito il nome ai bambini, perché questo li fa diventare persone e non semplici numeri e arricchisce il colloquio tra le famiglie e i sanitari di un calore confidenziale”.”

A conferma dei contenuti del suddetto articolo, riportiamo la lettera che la coppia Flavio Ferrari e Antonella Caruso ha invia-to, in data 9 dicembre 1998, al Direttore Generale della Azien-da Ospedaliera OORR dott. Francesco Orfino:

“Egregio Direttore, Le scriviamo per raccontarle cosa sono stati per la nostra giovane famiglia i 49 giorni tra-scorsi nel Reparto di Patologia Neonatale e Terapia In-tensiva diretta dal dr. Giuseppe Rinaldi. Stefano, il no-stro primo figlio, ha deciso, malgrado tutto, di nascere

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in anticipo di 2 mesi. Il 2 settembre di quest’anno a so-le 29 settimane e non proprio “ciaciotto” visto il suo pe-so, kg 1,590, Stefano ha fatto il suo ingresso nel Reparto di Terapia Intensiva, dopo aver ricevuto un’ottima assi-stenza durante il parto nella Divisione di cui è respon-sabile il dott. Cesare Trojsi. Fragile, indifeso, con tutte le complicazioni che una na-scita prematura comporta, Stefano ha ricevuto, a nostro avviso, non solo le migliori cure possibili, ma soprattut-to tanto amore. Affetto di cui siamo stati circondati an-che noi in quei 2 mesi, durante i quali abbiamo impara-to tante cose sui bambini, sulla loro vulnerabilità, ma soprattutto sulla loro grande capacità di reagire alle dif-ficoltà, alle complicazioni legate alla loro prematurità. L’ambiente della Terapia Intensiva non è certo familia-re né tanto meno intimo. Ricordo che la mattina dopo il parto, quando per la prima volta sono andata a trovare Stefano, ho avuto l’impressione di essere stata catapul-tata in un altro mondo, dove non mi sarei ambientata. I monitors, quel suono inconfondibile di ogni incubatri-ce, il tubicino per l’ossigeno, e Stefano così piccolo e già al suo primo impatto con la sanità. Non era così che im-maginavo il giorno della nascita di mio figlio. Ma dietro quelle incubatrici ho scoperto un altro mondo. Il reparto diretto dal dottor Rinaldi è tutt’altro che arti-ficiale. Tutti: medici, infermieri, puericultrici, assisten-ti, ripeto tutti, non sono solo altamente qualificati, rigo-rosi e professionalmente capaci, ma sono prima di tutto dei compagni di viaggio che fanno sentire i genitori co-me a casa propria, mai degli esclusi. Un reparto dove si è capaci di grande pazienza, comprensione e solidarie-tà. Dove i bambini sono Stefano, Francesco, Michela, Claudia… dei bambini e poi dei pazienti e i genitori af-frontano con più serenità la loro prima grande sofferen-za: la separazione, per un parte della giornata, dal pro-prio bambino. Così a casa, soprattutto la sera, le fanta-

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sie e i fantasmi che il trauma di una nascita prematura comporta, sono meno angosciose. Un bambino prematuro ha molte esigenze, prima fra tut-te ha un immenso bisogno di comunicare. E per que-sto abbiamo trovato straordinariamente coinvolgente la marsupio-terapia, o terapia delle coccole. Siamo così di-ventati per Stefano mamma e papà canguro, e oggi sia-mo certi che se, a lui ha fatto bene, a noi è servito an-cor di più.Stefano oggi è un bel bambino sano, che cresce a vista d’occhio. È soprattutto un bambino sereno e questo è anche merito dell’équipe del dottor Rinaldi, che abbia-mo deciso di ringraziare anche con questa nostra lette-ra. Oggi ci chiediamo: e se quel reparto non fosse esisti-to a Foggia, ma soprattutto se non fosse così com’è? Ov-vero culturalmente sempre proiettato verso un’assisten-za migliore, eccellente. Questo è quello che noi ritenia-mo debba essere il ruolo della sanità pubblica, punto di riferimento insostituibile del cittadino”.

Dal primo gennaio 1999, il dr. Nicola Soccio, Dirigente Medi-co di secondo livello (primario) della Divisione di Neonatolo-gia, che si occupa dell’assistenza ai neonati sani, viene collo-cato a riposo per raggiunti limiti d’età. La copertura del posto di dirigente viene soppressa e l’incarico viene affidato ad inte-rim al dr. Rinaldi (delibera N. 1438 DEL 15/12/98). Si comple-ta così il processo di razionalizzazione delle strutture pediatri-che neonatali presenti a Foggia, con l’Unità Operativa Com-plessa di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, a dire-zione unica.Il dr. Rinaldi aveva conosciuto il dr. Soccio nel 1964, duran-te il tirocinio post-laurea, nel Reparto di Medicina Generale dell’Ospedale di Foggia, con la Sezione aggregata di Pediatria, dove il suddetto era assistente volontario. Nel 1999 entrambi risultarono vincitori del concorso di assistente, presso la Sezio-ne (divenuta Divisione) di Pediatria. In seguito il dr. Soccio di-

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venne Aiuto, fedele e stimato, del prof. Curatolo, sino al mar-zo 1992 anno in cui, in seguito a pubblico concorso, assunse la Direzione della Divisione di Neonatologia. Riportiano, a seguito, il ricordo del dr. Nardella, collaboratore del dr. Soccio, sia nell’esperienza pediatrica che in quella neo-natale:

Il dott. Soccio è stato un pioniere della pediatria fog-giana, ancor prima della venuta del prof. Curatolo e quindi della istituzione della Divisione di Pedia-tria. In quell’epoca spesso mi ricordava che insieme al prof. Cela, altro illustre successivo Primario del-la Divisione, dirigeva una realtà che dipendeva, tra mille difficoltà organizzative e strutturali, dalla Di-visione di Medicina, cercando, tuttavia, di apporta-re nella pediatria della città tutte le novità che po-tessero garantire un miglioramento concreto dello stato di salute dei piccoli pazienti ricoverati. In ef-fetti le condizioni in cui si trovò ad operare nella fa-se iniziale della sua attività, possono sicuramente essere definite eroiche; erano periodi in cui, nono-stante tutto, non esisteva una grande cultura pre-ventiva dello stato di salute, l’organizzazione terri-toriale dell’assistenza pediatrica era di là da veni-re e, pertanto, nella struttura ospedaliera afferiva-no sia le situazioni banali che quelle critiche con ri-chiesta di risoluzione di casi più gravi, mediamen-te, di quelli odierni, con disponibilità tecnologiche e strutturali nettamente inferiori rispetto alle attua-li. Ma, nonostante ciò, l’impegno e la conoscenza erano tali da permettere al dr. Soccio di fronteggia-re con sicurezza e capacità situazioni anche ad alto rischio. Ed in effetti ciò che più colpiva una perso-na che entrava per la prima volta in contatto con lui era una sorta di rassicurante contatto, basato, però, non su situazioni teoriche, ma su dati di fatto con-

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creti, oltre i quali non osava sbilanciarsi; e devo dire che questo suo modo di comportarsi ha permeato la mia attività professionale, cioè il non mistificare né in senso positivo, né negativo una realtà che può es-sere un sintomo, una malattia o qualcos’altro; credo che un medico debba avere sempre un tale compor-tamento, che per alcune persone risulta spontaneo, ma, qualora non lo fosse, bisogna sforzarsi perché lo diventi; e la stessa cosa si dica del giudizio sull’ope-rato dei colleghi; non ho mai sentito da parte sua fa-re apprezzamenti o dare giudizi negativi in nessu-na circostanza, anche quando sussistevano forse i presupposti per comportarsi diversamente. Nei ri-guardi del personale non medico ha sempre tenuto un comportamento cordiale e ossequioso, mante-nendo, però, sempre un garbato distacco che, in ve-rità, non si avvertiva più di tanto; in effetti ai buoni rapporti con il personale infermieristico egli teneva parecchio e lo possiamo considerare un vero educa-tore in tal senso; generazioni di infermieri profes-sionali si sono formati con lui al tempo della Scuola per infermieri professionali e la cura e la meticolo-sità con cui preparava le sue lezioni mi stupiva. Per quanto mi riguarda posso dire senza ombra di dubbio che i suoi consigli e la sua metodologia pro-fessionale mi sono stati e sono tuttora di grande aiu-to, e anche tutti gli altri colleghi che hanno avuto la fortuna di incontrarlo nel loro cammino hanno avu-to modo di apprezzare le Sue grandi doti professio-nali ed umane; la sue famose tabelle sulla reidrata-zione, che noi avevamo scherzosamente definito “il Vangelo secondo Nicola” dopo tanti anni sono an-cora presenti nella nostra struttura e ad esse ancora si attinge nel calcolo dei liquidi da infondere.Per alcuni mesi, dopo il pensionamento del prof. Curatolo, il dott. Soccio ha diretto la Divisione di

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Pediatria degli Ospedali Riuniti di Foggia e, suc-cessivamente, la Divisione di Neonatologia, dove ha concluso la sua carriera nel 1998; in quel periodo le nostre strade si sono divise ma gli incontri, più occasionali, sono stati sempre improntati a gran-de cordialità e senso di profonda stima e ringrazia-mento da parte mia.

Corso uniCeFproMozione AllATTAMenTo MATernoFoggiA

Il primo impegno del dr. Rinaldi come responsabile della Neo-natologia fu ristrutturare logisticamente l’assistenza al neona-to sano con l’introduzione del “rooming-in” e preparare il per-sonale ad incoraggiare le donne che lo desiderano, ad allattare al seno i propri figli. Su segnalazione del dr. Davanzo, del Co-mitato della Promozione all’Allattamento Materno, si organiz-zò a Foggia un Corso di Formazione invitando come docenti la dr.ssa Dalla Barba di Padova, l’ostetrica Gennaretti di Cese-na e l’infermiera Pavan di Trieste. Così si legge nel comunicato stampa, n. 28 del 13/4/99 dell’Azienda Ospedaliera:

“Si è appena concluso presso gli OO.RR. di Foggia un Corso di Allattamento al seno destinato ad operatori sa-nitari. Vi hanno partecipato 20 operatori dei Reparti di Patologia Neonatale, Neonatologia, Ostetricia (…). A fronte dei benefici del latte materno, scientificamente provati, recenti studi rilevano infatti una scarsa cultu-ra dell’allattamento al seno. A Foggia si stima che so-lo il 40% dei circa 3.500 bambini nati in un anno vie-ne allattato esclusivamente a seno. Una percentuale che il personale sanitario conta di raddoppiare nel corso del primo anno dell’adozione del decalogo OMS – UNICEF per promuovere l’allattamento al seno dentro l’ospedale. Motivi di ordine sociale, culturale ed economico hanno

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minato nel tempo la pratica millenaria dell’allattamen-to al seno, costretta a subire le aggressioni della pubbli-cità, delle compagnie produttrici di alimenti per bambi-ni, sempre meno rispettose delle norme etiche, dimenti-che del milione di neonati che ogni anno muore nel mon-do per il ricorso al latte artificiale. Nel 1994 il settore è stato finalmente regolamentato dal Decreto Legge n. 500 sulla commercializzazione di lat-te artificiale, che, sulla base di un codice internazionale approvato nel 1981 dall’Assemblea Mondiale della Sa-nità, vieta, tra l’atro, agli operatori sanitari, di distribu-

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ire alle mamme campioni di latte artificiale. Una pratica del tutto assente nei reparti di Maternità degli Ospeda-li Riuniti di Foggia, decisi a chiudere le porte a qualsia-si forma pubblicitaria che interferisca con l’allattamen-to al seno. In un ambiente già bene avviato verso la cre-azione di un ospedale a misura di bambino, gli obietti-vi da perseguire sono l’allattamento del bambino entro mezz’ora dalla nascita, la promozione del “rooming-in”, cioè la possibilità per madre e figlio di stare nella stessa stanza, l’abolizione di tettarelle e succhiotti nel periodo dell’allattamento al seno. Le proposte dei corsisti, emerse a conclusione delle lezio-ni, sono state esposte alla presenza del dr. Morlacco, Di-rettore Amministrativo dell’Azienda Mista e del dr. Ri-naldi, Primario dei Reparti di Neonatologia e Patologia Neonatale, nonché Coordinatore del Corso. Tra le altre indicazioni, l’individuazione di locali ospedalieri da de-dicare alle madri nutrici che abitano fuori Foggia.”

7° ConVegno nAzionAle pediATriA ospedAlierAroMA

Dal 21 al 23 gennaio 1999 i professori Perletti e Pieragostini or-ganizzarono a Roma, presso l’Auditorium del Massimo, il “7° Congresso Nazionale del Gruppo di Studio di Pediatria Ospe-daliera”, invitando tra gli altri relatori anche il dr. Rinaldi.

i inConTro sCienTiFiCoMATerA

Il dr. Savino Mastropasqua, dinamico Primario Neonatologo, già esponente del Gruppo Neonatologico del prof. Orzalesi, or-ganizzò, il 20 febbraio 1999, il I Incontro Scientifico della Sezione

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Apulo-Lucana della Società Italiana di Neonatologia ed i neona-tologi foggiani relazionarono su “Rianimazione neonatale”.

V Congresso nAzionAle soCieTà iTAliAnA di neonATologiAsTresA

Dal 14 al 17 aprile 1999, si tenne a Stresa il V Congresso Nazio-nale Società Italiana di Neonatologia, in collaborazione con la NEO-NED (The Dutch Neonatal Network) ed il dr. Rinaldi re-lazionò su “Weaning respiratorio in VLBW”, nella Sessione ri-guardante le tecniche diagnostiche nella patologia respiratoria, unitamente al dr. Giordano (“L’indagine nella patologia respi-ratoria del neonato”), al prof. Romagnoli (“Criteri ottimali per l’estubazioni”), e al dr. Villamor (“Persistent pulmonary hyper-tension of the newborn”). Furono presentati nella Sessione Poster:

“Trasferimento e mortalità in Italia”, con la collaborazio-- ne del Gruppo romano (dr. Agostino) e di Lecco (dr. Za-nini).“Ventilazione meccanica e danno cerebrale in neonati - VLBW”.“Concordanza diagnostica clinico-autoptica nel quin-- quennio ’93-’97 Correlazione tra neonati inborn e tra-sportati”.(Atti “Developmental Physiopatology and Clinics”, suppl. Vol. 9, n.1, 1999)

8° inConTro nAzionAle di neonATologiAisCHiA

Alla fine del mese di aprile 1999, ad Ischia, venne organizzato l’8° Incontro Nazionale di Neonatologia e nella Sessione “Ca-

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re in Neonatologia”, il dr. Rinaldi fu invitato come Moderato-re con la collega Paola Greci (Napoli). Sull’importanza degli incontri neonatologici di Ischia leggia-mo le riflessioni attuali del dr. Giustardi, organizzatore dei sud-detti incontri:

“Il 2010 è il XXI anno nel quale si realizza l’incontro nazionale di Neonatologia che rappresenta un mo-mento di scambio, di informazioni e conoscenze tra neonatologi professionisti e giovani medici all’ini-zio della loro carriera. Da 21 anni questo evento ap-porta sempre un valore aggiunto a tale disciplina, in quanto sono trattate tematiche sempre innovati-ve ed aggiornate agli ultimi lavori scientifici nazio-nali ed internazionali.Vari ed interessanti sono gli argomenti e gli spun-ti, che emergono da questi incontri su una mate-ria come la Neonatologia sempre in continuo mo-vimento. Abbiamo sempre cercato di rendere questo momen-to non solo come un incontro di trasferimento di co-noscenze ma è stato sempre basato su metodologie didattiche interattive, come lavori di gruppo su ca-si clinici e role planing. Sono stati sempre ben accolti uditori e studenti uni-versitari ai quali è stata fornita la possibilità di re-lazionarsi con direttori di Asl, Rettori di Universi-tà italiane di medicina, con Direttori sanitari e Pri-mari. Ogni anno sono invitati professionisti internaziona-li che svolgono la loro professione con l’ utilizzo di tecniche dell’ umanizzazione delle cure in ospedale come l’ospedale svedese di Stoccolma, il Carolinska, e professionisti degli ospedali americani.Quest’incontro non è solo un momento di formazio-ne, ma è un evento che offre la possibilità di un’in-

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tegrazione sociale tra due generazioni diverse, tra medici professionisti e giovani medici. Se ancora oggi svolgiamo tale incontro è perché noi crediamo nelle nostre idee e nella possibilità che es-se si possano evolvere ed arricchire di nuove sco-perte scientifiche, rendendo il momento pre-post della nascita la cosa più naturale che ci sia. I partecipanti, provenienti da varie regioni d’ Italia, portano le loro esperienze ed il loro impegno per migliorare le condizioni di vita, la crescita e le tera-pie farmacologiche per i neonati italiani. Tale evento ha affrontato tematiche relative a sva-riati argomenti neonatologici: la nutrizione del pre-maturo, del neonato e del bambino; l’importanza dell’allattamento al seno; l’applicazione della mar-supioterapia; l’assistenza del neonato in sala par-to con la dimostrazione di diverse manovre riani-matorie; l’importanza della comunicazione bidire-zionale tra operatori sanitari e la triade; la priorità dell’educazione prenatale”.

3° Corso TeoriCo-prATiCo di neonATologiAFoggiA

Il 4 e 5 giugno 1999 venne organizzato dalla F.A.S.NE., a Fog-gia, il 3° Corso teorico-pratico residenziale di Neonatologia” (a numero chiuso). Dalla presentazione degli Atti riportiamo:

“Abbiamo voluto questo terzo incontro teorico-pratico residenziale di Neonatologia, a carattere monotematico, riguardante una patologia purtroppo ancora in auge, il Neonato Asfittico, quale espressione viva dell’impegno culturale, clinico ed organizzativo da parte dell’U.O. della Patologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’Ospe-

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dale di Foggia. Il tema dell’incontro, viene affrontato sotto molteplici aspetti quali:

rilevazione dei fattori di rischio perinatali- prevenzione del danno asfittico attraverso una adegua--

ta rianimazione in sala partoanalisi dei fattori patogenetici della patologia polmo--

nare associata a trattamento ventilatorioprotocollo diagnostico-assistenziale e follow-up neu--

rologicomanagement metabolico-nutrizionale.-

(…). È oramai nostra convinzione, essendo giunti alla ter-za edizione del Corso, che il comune arricchimento cultu-rale, che deriva da questo tipo di incontri, scaturisce non tanto e non solo dall’ascolto delle varie relazioni, ma so-prattutto dalla discussione che ne segue, dallo scambio al-la pari di esperienze e punti di vista diversi.” (G. Rinaldi)

lA riCerCA in neonATologiAosTuni (Br)

Il Convegno, organizzato annualmente dal dr. Latini, Prima-rio Neonatologo di Brindisi, quest’anno si è svolto il 19 giugno 1999, a Ostuni Marina, presso il Centro Congressi del Grand Hotel “Masseria Santa Lucia”, con il tema “La Ricerca in Neo-natologia e Pediatria: Aspetti Metodologici, Clinici ed Etici”.

V ConVegno AggiornAMenTo inFerMierisTiCosTresA (VB)

Il “V Convegno Nazionale per l’Aggiornamento e la Forma-zione Permanente Infermieristica Neonatale” ritorna al Cen-tro Congressi di Stresa, dal 23-25 giugno 1999. Alla Tavola Ro-

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tonda “L’inserimento degli infermieri neo-assunti in Neonato-logia”, l’esperienza di Foggia fu presentata dall’i.p. Lepore su “La Care: dall’apprezzamento di una filosofia all’acquisizione di una mentalità” e l’i.p. Salvatore relazionò su “La Care: pro-blemi della realizzazione”.

55° Congresso nAzionAle soCieTà iTAliAnA di pediATriABolognA

Il 55° Congresso Nazionale di Pediatria si tenne a Bologna, dal 19 al 23 settembre 1999 con la Presidenza del prof. Liborio Giuf-frè. Il Gruppo foggiano presentò due Poster:

Weaning respiratorio nei VLBW: esperienza della TIN - di Foggia.Impatto degli steroidi su assistenza respiratoria e danno - cerebrale nei neonati VLBW.(Atti su RIP vol. 25, suppl. al n. 4, pp. 106 e 107, 1999)

1° Congresso di neonATologiAMonTe silVAno lido (pe)

Il 1° Congresso Interregionale di Neonatologia e Pediatria (Abruzzo, Molise, Marche e Umbria), fu organizzato dal dr. Vincenzo Angelozzi, Primario Neonatologo di Pescara, a Mon-tesilvano Lido, nei giorni 7, 8 e 9 ottobre 1999. La IV Sessione sul danno neurologico, con la Moderazione dei professori Brac-ci (Siena) e Allemand (Roma) relazionarono il dr. L. Ramenghi di Pescara (“Migrazione di cellule gliali: implicazioni nella pa-tologia della sostanza bianca nel pretermine”), il prof. Ferrari di Modena (“Indici precoci del danno neurologico”), e il dr. Ri-naldi di Foggia (“Follow-up neurologico del neonato VLBW a due e quattro anni di vita”).

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ConVegno neonATo preMATuro nellA proVinCiA di TArAnTo

Il 30 ottobre 1999 il dr. Giuseppe Famà, primario neonatologo della Patologia Neonatale di Taranto, riunì diversi primari ne-onatologi pugliesi al Convegno “Il neonato prematuro nella provincia di Taranto”. “Dal Centro Immaturi all’UTIN: i risul-tati di 30 anni di impegno professionale”.

Corso su ConTroVersie sui drgsAn gioVAnni roTondo (Fg)

Nel mese di novembre 1999, presso “Casa Sollievo della Sof-ferenza”, si tenne, il 4, 5 e 6, un corso per medici ospedalieri “Tra razionalizzazione delle risorse e qualità dell’assistenza: la nuova sfida del medico ospedaliero”. Alla Tavola Rotonda su “Controversie sui DRG” partecipò il dr. Rinaldi per l’ambi-to neonatologico.

2° World Congress oF pediATriC inFeCTionsMAnilA (Filippine)

Il Centro di Foggia fu presente al Congresso Mondiale di Pedia-tria di Malattie Infettive, tenutosi a Manila, dal 2 al 5 novembre 1999, con la relazione “Palivizumab-expanded access study in 1998-99 – Northern Hemisphere”.

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Congresso nAzionAle MediCinA perinATAleTorino

Al Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Pe-rinatale, “La nascita alle soglie del 2000”, tenutosi a Torino dal 2 al 4 dicembre 1999, il Presidente prof. Claudio Fabris volle co-me Moderatore il dr. Rinaldi.

“Con il prof. Claudio Fabris mi lega non solo una stretta collaborazione professionale di grande sti-ma, ma anche un rapporto di sincera amicizia basa-ta su una comune visione della vita”. (dr. Rinaldi)

Il prof. Claudio Fabris

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progeTTo MinisTeriAleVideo-Connessione

Dopo una fase organizzativa, durata circa un anno, con l’instal-lazione di complesse apparecchiature all’avanguardia, frutto di un Progetto sperimentale di Ricerca per lo studio delle cardio-patie congenite, promosso e finanziato dal Ministero della Sa-nità, il Centro di Foggia ebbe la possibilità di effettuare video-connessioni e video-conferenze con le U.O. degli Ospedali “Di Summa” di Brindisi e “Vito Fazi” di Lecce, sotto la Direzione del prof. P. Arciprete, Direttore della Cardiochirurgia dell’Ospe-dale “Giovanni XXIII” di Bari. Il Programma di Ricerca, partito all’inizio di settembre, prevedeva tra l’altro lo studio epidemio-logico delle cardiopatie congenite, la possibilità di perfezionare la diagnosi con l’ausilio della video-connessione, l’eventuale ge-stione a distanza del paziente e il follow-up. Tale sistema, oltre alla video-multiconferenza, consentiva di trasmettere registra-zioni ecocardiografiche, immagini radiografiche e quanto altro potesse essere utile nella gestione, a distanza, del paziente.

Il dr. Matteo Rinaldi alle prese

con la video-connessione

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Da “La Gazzetta del Mezzogiorno” del 31 ottobre 1999 riportia-mo l’articolo dal titolo “Il «miracolo» Giovanni Pio”:

“(…). Quando è nato era trasparente, aggiunge la zia Ti-na. Giovanni Pio, che porta lo stesso nome del nonno pa-terno cui somiglia moltissimo, aveva invece tanta voglia di farcela e ha superato alla grande patologie cerebrali, re-spiratorie, visive, insomma tutti i problemi di salute fre-quenti in un neonato prematuro. Un prematuro proprio al limite di sopravvivenza, visto che Giovanni Pio è venuto alla luce dopo appena 23 settimane di gestazione. “Era l’8 giugno – ricorda mamma Luigia – avevo dei dolori e an-dai all’ospedale, mai pensavo che fossero le doglie”. Qual-che ora più tardi il bimbo è nato ed è stato subito trasfe-rito nel reparto di Neonatologia diretto dal Giuseppe Ri-naldi. Prima di Giovanni Pio nessun bambino così picco-lo era sopravvissuto, ma tra incubatrici e tubi è avvenu-to il prodigio. Nel reparto, fra cure e coccole di infermiere e medici, Giovanni Pio ha trascorso tutta l’estate e in set-tembre ha fatto anche la sua prima grande conquista: Miss Italia Manila Nazzaro, che ha voluto tenerlo tra le braccia durante la sua visita nel reparto. Poi, dopo cinque mesi di attesa spasmodica da parte dei genitori, il 22 ottobre Gio-vanni Pio era arrivato in famiglia, dove è diventato subi-to l’adorabile tiranno di casa”. (Anna Langone)

Qui di seguito riportiamo un altro articolo (“La Gazzetta del Mezzogiorno”, del 17 ottobre 1999), che ci sembra meritevo-le (anche perché il neonato è stato ricoverato in Neonatologia dopo la nascita), dal titolo “Foggia, donna dice no all’aborto e muore per dare alla luce il figlio”:

“Morire a trent’anni, per dare alla luce il secondo fi-glio. È toccato ad una casalinga della provincia di Fog-gia, una donna che, dopo il parto, ha trascorso un pa-io di settimane tra nefrologia e rianimazione, lottando,

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sperando con tutte le forze di farcela. Invece si è spenta qualche ora dopo aver parlato col marito, contento per-ché era uscita dalla rianimazione. (…): altri congiunti della casalinga sono morti per patologie renali. (…). E la donna cosa pensava? “Mia moglie aggiunge l’uomo – ha saputo subito della malattia. Insieme abbiamo parla-to della possibilità di abortire, ma lei non l’avrebbe mai fatto. Era consapevole di rischiare molto, ma non avreb-be mai rinunciato al bambino”. La gravidanza prosegue, tra cure e ricoveri, mentre la povera donna, per via del-la malattia, continua a gonfiarsi. A fine settembre arri-va il giorno tanto atteso: il bimbo nasce, la mamma entra in nefrologia. Le sue condizioni peggiorano rapidamen-te e dopo la nefrologia per lei si aprono le porte della ria-nimazione: “Lì hanno fatto l’impossibile – dice il mari-to – ma ormai mia moglie era piena di liquidi che aveva-no danneggiato tutti gli organi vitali. Hanno aspettato troppo, è questo che penso: perché non è stata anticipata la nascita del bambino? Ormai i prematuri sopravvivo-no anche a cinque mesi: perché non hanno salvato mia moglie?”. (…). Quasi per una legge di compensazione di cui sfuggono i criteri, in questi giorni un’altra puer-pera a rischio ce l’ha fatta. Una donna di 24 anni, anche lei foggiana, malata di fibrosi cistica (una malattia che rende difficile persino raggiungere la maggiore età) ha partorito due gemelli.” (Anna Langone)

Nel mese di novembre si è inaugurata una nuova ala del Cen-tro di Terapia Intensiva Neonatale degli Ospedali Riuniti di Foggia. Dal Comunicato stampa dell’Azienda Ospedaliera ri-portiamo:

“Sono stati ampliati gli spazi e realizzati otto posti let-to (tra cui due di isolamento) dotati di modernissime apparecchiature:

Ogni coppia di posto letto viene servita da una co--

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Piantina del Reparto

Inaugurazione del Reparto. Da sinistra il direttore F. Orfino, l’Arcivescovo D.U. D’Ambrosio, il dr. G. Rinaldi e padre L. Carozza

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lonna pensile ancorata al soffitto da cui si diparto-no due bracci oscillanti dotati di tutti gli accessori necessari (prese elettriche e per gas medicali, aspira-zione, pompe di infusione,…). Ogni braccio è dotato di binari su cui si agganciano due ripiani con brac-cio orientabile (uno per il Respiratore ed uno per il Monitor).

I respiratori sono di ultima generazione (presso-volu-- metrici), in grado di adeguare automaticamente, re-al time, il setting ventilatorio alle esigenze cliniche del paziente.

I monitors multiparametrici rilevano in modo “non in-- vasivo” (i dati vengono rilevati da un sensore a tem-peratura ambiente col semplice contatto sulla cute del neonato) tutte le funzioni vitali del neonato: atti-vità cardio-respiratoria, pressione arteriosa, satura-zione dell’ossigeno.

Il neonato può essere accolto in modernissime incuba-- trici o in cullette appositamente studiate per poter as-sistere un neonato critico.

Il live motive che anima tutti i componenti dell’equipe è stato sempre quello di cercare di offrire al neonato sof-ferente tutte le proprie energie psicofisiche e quanto di meglio viene proposto dal progresso scientifico. I frut-ti di tanto impegno non si sono certo fatti attendere: i trends di morbilità e di mortalità, anche e soprattutto per i cosiddetti microneonati o extremely (peso nascita tra 500 e 1000 grammi), sono andati via via allinean-dosi con quelli nazionali, colmando, almeno nel settore neonatale, il gap con i più attrezzati Centri delle Regio-ni del Nord.”

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8° Congresso nAzionAle di pediATriA ospedAlierAnApoli

Il Gruppo di Studio di Pediatria Ospedaliera tenne l’8° Con-gresso Nazionali, a Napoli dal 27 al 29 gennaio 2000. La tavola rotonda riguardante la Neonatologia “La Care e la continuità assistenziale: perché è difficile cambiare?” si svolse con la Pre-sidenza del prof. A. Marini e la Moderazione del prof. U. Flau-to e del dr. G. Rinaldi.

ii inConTro sCienTiFiCo di neonATologiAFoggiA

In data 19 febbraio 2000, si è tenuto a Foggia il “II Incontro Scientifico della Società Italiana di Pediatria. Sezione Puglia-Basilicata”. È stato un momento di meditazione, a cui hanno partecipato Pediatri di Base, Neonatologi, Ostetriche e Perso-nale Infermieristico su una tematica di estrema attualità: l’al-lattamento al seno. La prima parte dell’incontro verteva su argomenti di carattere generale (allattamento ed alimentazione materna, farmaci ed allattamento), mentre nella seconda parte sono state esposte le esperienze della Neonatologia foggiana ed il managment do-miciliare riportando altresì le riflessioni e le problematiche ri-levate dai pediatri di base. Durante la manifestazione vi è stata, inoltre, la consegna di due targhe ricordo ai dottori Antonio Di Comite e Giuseppe Famà, per la loro instancabile attività nel promuovere la Neonatolo-gia nella Regione Puglia.

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TeleMediCinA“THe lAnCeT”

Sulla rivista “The Lancet” (vol. 355, p. 728, febbraio 2000), veni-va segnalato “Telemedicine used to diagnose mycetoma”, un ca-so raro di micetoma occludente il ventricolo destro, evidenziato mediante telemedicina tra il gruppo foggiano ed il Centro di Car-diochirurgia di Bari, diretto dal prof. Arciprete. Tale segnalazio-ne rientrava nel Progetto Ministeriale (della durata di due anni) finalizzato allo studio e alla cura delle cardiopatie congenite.

Come esempio di proficua collaborazione tra la Neonatologia foggiana e la Cardiochirurgia barese riportiamo da “La Gaz-zetta del Mezzogiorno” del 10 luglio:

“Un bimbo di un mese e mezzo, del peso di appena 800 grammi, è stato operato al cuore agli Ospedali Riuniti. (…). L’intervento non è cosa consueta per Foggia, vista l’assenza della Cardiochirurgia, ma è stato possibile gra-zie alla collaborazione avviata tra la Divisione di Neona-tologia e l’Ospedaletto dei Bambini “Giovanni XXIII” di Bari. “Il piccolo – spiega il primario di Neonatologia Giuseppe Rinaldi – è nato a 24 settimane, cioè a poco più di cinque mesi di gestazione. Ha sofferto di asfissia, di sindrome respiratoria e poi la persistenza del dotto ar-terioso di Botallo, che non è stato possibile fronteggiare con la terapia medica. Viste le condizioni del bambino, era impensabile trasferirlo per operarlo: di qui la richie-sta avanzata all’Ospedale “Giovanni XXIII”. A Rispon-dere è stato il primario della Divisione di Cardiochirur-gia pediatrica Paolo Arciprete (…). “Fase determinan-te – dice il prof. Arciprete – è stato il teleconsulto tenuto con i colleghi di Foggia. Una possibilità che solo la Pu-glia ha. Poi c’è stato l’intervento di microchirurgia, che ha richiesto il trasferimento a Foggia di una intera sala operatoria. Un evento inconsueto, ma possibile quando si uniscono gli entusiasmi”.

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9° inConTro nAzionAle di neonATologiAisCHiA

Inaugurato dai professori Giuffrè, Marini, Selvaggi, Tancredi e Giustardi, il “9° Incontro Nazionale di Neonatologia”, tenu-tosi ad Ischia, dal 4 al 6 maggio, ha visto la Lettura Magistrale del prof. Armido Rubino. I dottori Falco e Rinaldi moderarono la tavola rotonda su “Re-visione critica di alcune metodiche in medicina perinatale, le novità in genetica medica ed il parto pretermine”, con i relato-ri i professori Bevilacqua, Scarano e Di Renzo.

Nella prima fila, da sinistra: Marini, Giuffrè, Tancredi, Giustardi. Nella seconda fila: Marzetti, Serra, Rinaldi. A sinistra della colonna: De Curtis. Sullo sfondo: Spennati

Da sinistra: dr. Giliberti, dr. Spennati, dr. Rinaldi, prof. Rubino

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Riportiamo la lettera che il dr. Stefano Villani ha inviato in da-ta 22/05/2000 al Direttore Generale dell’Azienda OORR dr. Francesco Orfino:

“Pregiatissimo Direttore Generale,sono un cardiologo specialista ambulatoriale della ASL FG/3 e FG/1 e Le scrivo perché sento il dovere di manife-stare pubblicamente la mia grande soddifazione di citta-dino che ha avuto la fortuna di poter curare la figlia nel reparto di Neonatologia degli OO.RR. di Foggia, diret-to dal dr. Giuseppe Rinaldi.In un periodo in cui si portano alla ribalta della cronaca solo episodi di “malasanità”, è bene che invece si esalti-no le virtù professionali ed umane di operatori sanita-ri che quotidianamente prestano la loro opera con dili-genza e dedizione.La mia vicenda è iniziata il 6/01/2000, quando mia mo-glie ha partorito prematuramente alla 25ª settimana la nostra cara Anna. Nonostante si trattasse di un gior-no festivo e di un orario particolare (ore 23.59) abbia-mo avuto a nostra disposizione tutto il personale che il particolare momento richiedeva: ginecologi, anestesisti, neonatologi, infermieri, ostetriche, nutrici, i quali han-no permesso alla nostra bambina, nonostante le critiche condizioni, di combattere la sua battaglia per la vita.Non è possibile descrivere lo stato d’animo di due genito-ri costretti improvvisamente, come in un incubo, a vive-re un dramma la cui protagonista è la propria figliuola.Per fortuna sul nostro cammino abbiamo incontrato il dr. G. Rinaldi e la sua équipe, che momento dopo mo-mento hanno saputo somministrare alla nostra cara An-na tutte le cure che ella richiedeva e Le assicuro, egregio Direttore, che, in qualità di medico, ho potuto apprez-zare la loro preparazione professionale, l’esperienza, lo spirito di iniziativa nei momenti critici, la tranquillità di chi è padrone della materia.Ma decantare solo le virtù professionali sarebbe davve-

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ro riduttivo: Le posso assicurare che non ho mai visto in tanti anni curare un paziente con tanto amore e dedizio-ne, come fosse un proprio figlio.Mia figlia è rimasta in ospedale per quattro mesi e quat-tro giorni e in tutto questo tempo abbiamo avuto sem-pre il conforto professionale ed umano da parte di tutti: medici, caposala, infermieri, nutrici, agenti tecnici. Non ho mai colto in nessuno un gesto di insofferenza, ma so-lo comprensione e solidarietà.Onore dunque al dr. G. Rinaldi che è riuscito a creare un reparto efficientissimo, capace di affrontare qualunque patologia la scienza sia in grado di curare. Mia figlia adesso vive felicemente a casa nostra, miraco-losamente sana e salva: Le lascio immaginare la nostra gioia. Per questo non potremo mai ringraziare abbastan-za il reparto di Neonatologia, nella persona del dr. G. Ri-naldi e di tutti coloro che ci lavorano, per averci fatto ab-bracciare la nostra piccola Anna.Distinti saluti Stefano Villani”.

QuinTe giornATe pediATriCHeisolA d’elBA

Grande affluenza congressuale ed enorme soddisfazione, per le tematiche esposte, si ebbero alle “Quinte Giornate Pediatri-che” dell’Isola d’Elba dall’1 al 3 giugno 2000, organizzate dai drr. Rizzo (Portoferraio) e Zanardi (Padova). Nell’ambito delle attualità in Neonatologia si ebbe un dibattito “Workshop: CPAP – indicazioni e modalità di utilizzo in neo-natologia”, condotto dai dottori Zanardo e Rinaldi (Atti Mee-ting Internazionale 2000).

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Corsi inTerregionAli di riAniMAzioneCHieTi

Per fornire le competenze mediche teorico-pratiche della ri-animazione neonatale in sala parto ed informare con un pro-tocollo comune, nei vari punti nascita, la gestione del neona-to in sala parto si tennero in Italia, sotto la spinta del dr. Gili-berti, Segretario del Gruppo di Studio della Rianimazione Car-diorespiratoria del Neonato, corsi interregionali di rianimazio-ne neonatale. A Chieti, dal 22 al 24 giugno 2000, si tenne quello interregiona-le (Abruzzo, Campania, Molise, Puglia) a numero chiuso (40 partecipanti) con gli Istruttori i drr. De Cesaris (Pescara), De Vita (Taranto), Di Fabio (Chieti), Domizio (Chieti), La Forgia (Bari), Maffei (Foggia), Mantovanelli (L’Aquila), Popolo (Fog-gia) e Santilli (Campobasso). Le Letture Magistrali su “Danno ipossico-ischemico” furono tenute dai dottori Spennati (ezio-logia), Sabatino (patogenesi), Angelozzi (clinica), Rinaldi (pro-gnosi) e Giliberti (aspetti peculiari della rianimazione del ne-onato VLBW).

iii inConTro sCienTiFiCo dellA sip sezione Apulo-luCAnAsAn gioVAnni roTondo (Fg)

Nel mese di giugno 2000 si tenne alla “Casa Sollievo della Sof-ferenza” San Giovanni Rotondo, il III Incontro Scientifico del-la Società Italiana di Neonatologia Sezione regionale di Puglia e Basilicata, sul tema “Trasporto in utero – trasporto di emer-genze neonatali”. Il dr. Di Gianni, nella Tavola Rotonda moderata dal prof. Sel-vaggi, Presidente SIMP, e dal dr. Rinaldi, relazionò su “Team di trasporto dell’UTIN di Foggia: esperienza degli ultimi 10 anni”.

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Xii inConTro iTAlo-greCoCApo sounion (greCiA)

Al XII Incontro Italo-Greco di pediatria pratica, tenutosi a Capo Sounion dal 27 al 30 giugno 2000, organizzato dai professori Am-brosioni e Carpousas, il dr. Rinaldi portò l’esperienza dell’am-pia casistica del Reparto con la relazione “Follow-up neurologi-co dei VLBW in continuità con il Pediatra di famiglia”.

pAliVizuMABproFilAssi AnTi Vrs

Per ridurre sensibilmente la mortalità associata all’infezione del virus respiratorio sinciziale (VRS), la S.I.N. ha condotto in Italia un’indagine sull’utilizzo di un anticorpo monoclonale specifico anti VRS, sviluppato con la tecnica del DNA ricombinante. Nel-lo studio nazionale, Foggia fece parte dei 28 Centri che recluta-rono 144 bambini ai quali fu somministrato il Palivizumab, di-mostrandone la tollerabilità e l’efficacia (G. V. Zuccotti, L. Giuf-frè, A. Marini (…) G. Rinaldi, Immunoprofilassi dell’infezione da VRS in lattanti ad alto rischio: impiego del Palivizumab e sua tollerabilità, I.J.P. 2000, vol. 25, n. 3, p. 456-462, 2000).I responsabili dei Centri partecipanti all’indagine presero parte successivamente, a Parigi, l’8 e il 9 settembre al Simposio “Ad-vances in Prevention and Treatmend of Respiratory Tract Di-seases”, presso il CNIT Convention Centre.

8° Congresso nAzionAledellA soCieTà iTAliAnA di MediCinA perinATAlepArMA

L’8° Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Pe-rinatale, si tenne dal 14 al 16 settembre 2000, a Parma. Nell’am-

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bito del Simposio satellite dell’Association International for the surfactant sistem ci fu una Tavola Rotonda su “Indagine cono-scitiva multicentrica sull’impiego in Italia del Surfattante nel-la pratica clinica”, con la partecipazione di tutti i responsabili dei Centri, tra i quali il dr. Rinaldi.All’inaugurazione del Congresso il prof. Manlio Moretti, in qualità di Presidente, diresse la Lettura Magistrale del prof. Battaglia di Denver su “Problemi etici nelle malformazioni con-genite”. Al prof. Moretti, Maestro, con Bucci e Marini, agli albo-ri della Neonatologia, fu tributato un applauso prolungato per il suo impegno costante nell’ambito della Medicina Perinatale. L’allievo, prof. Giulio Bevilacqua, così lo ricorda:

“Il prof. Manlio Moretti, si è ritirato dal servizio, per raggiunti limiti di età, nel 2004, quando era Pro-fessore ordinario di Pediatria e Direttore dell’Isti-tuto di Puericultura e Medicina Neonatale presso l’Università di Parma. La maggior parte della sua vita professionale e umana l’ha trascorsa a Parma, città che lui e la sua famiglia hanno adottato come seconda patria. Laureato nel 1954 in Medicina e Chirurgia all’Uni-versità di Parma, dopo alcuni anni trascorsi nella Clinica Pediatrica dell’Università di Napoli, nel 1962 è ritornato stabilmente a Parma concentrando tutta la sua attività professionale all’ambito neonatale, quale responsabile del Reparto di Patologia e Tera-pia Intensiva Neonatale di questa Università.L’intensa attività scientifica e di ricerca di Moretti è documentata da oltre 380 pubblicazioni scientifiche, rivolte prevalentemente ai problemi della madre e del neonato. È stato tra i neonatologi un convinto sostenitore della necessità di una stretta collabora-zione ostetrico-neonatale. Tale attività può essere sintetizzata in 2 monografie, una “Il neonato ad alto rischio” e la seconda “Requisiti e raccomandazioni

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per l’assistenza perinatale ospedaliera in Italia”, che sono state pietre miliari per la cura dei neonati, so-prattutto dei più piccoli: i prematuri. La sua preparazione scientifica è stata ampiamente riconosciuta in campo nazionale ed internazionale. Moretti, infatti, è stato Presidente di numerose socie-tà scientifiche tra le quali quella di Neonatologia e quella di Terapia Intensiva (SITI). In particolare è sta-to socio fondatore, oltre che Presidente, della Società Italiana di Medicina Perinatale (SIMP) che riunisce ostetrici e neonatologi interessati alla cura e allo stu-dio dei problemi della madre e del bambino. Chi l’ha conosciuto, accanto alla sua preparazione scientifica, ha potuto apprezzare le sue straordina-rie doti umane. Pioniere della Neonatologia, era pri-ma che scienziato, medico con un profondo rispetto della vita e dei neonati. Questa sua sensibilità umana si concretizzava, an-che fuori dall’attività professionale, nella valorizza-zione della famiglia e dell’amicizia.

Il prof. Moretti col dr. Rinaldi

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I colleghi e i collaboratori hanno sempre trovato in lui, oltre al maestro, l’uomo, pronto a discutere pa-catamente e pazientemente i più svariati problemi, capace di accettare consigli e suggerimenti. I suoi collaboratori non erano solo colleghi di lavo-ro, ma diventavano parte integrante della sua vita personale e della sua famiglia. La perdita dell’amatissima sposa, signora Tullia, che l’ha accompagnato e sostenuto per lunghi an-ni in questo suo progetto professionale e umano, aveva reso più tristi gli ultimi anni della sua vita, nonostante la presenza e la vicinanza dei figli e dei nipoti.Anche dopo il suo ritiro, Manlio aveva sempre con-tinuato a interessarsi dei problemi della Neonato-logia ed anche di quelli del reparto, sempre pron-to a partecipare a ogni iniziativa che era proposta nell’ambito dell’Università o dell’Ospedale.Fra le valli dell’Alto Adige, da lui tanto amate, ha concluso serenamente i suoi giorni, nel 2006, all’età di 74 anni.Con Manlio Moretti ho avuto la possibilità di con-dividere, per oltre 30 anni, le principali tappe della mia formazione professionale e umana, quest’ulti-ma estesa in modo non formale anche alle nostre famiglie e per questo mi è gradito esprimere la gra-titudine più sincera a lui e alla sua famiglia per i tanti momenti di gioia e di successi”.

progeTTo euroniClAnCeT e JournAl oF pediATriCs

Si concludeva, nell’anno 2000, un grande studio, finanziato dal-la CEE, denominato Euronic, condotto negli anni 1994-96, che

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coinvolse 11 paesi europei. Si trattava di un progetto finalizza-to ad indagare quali fossero i pareri e le prassi adottate dalle TIN europee in relazione al background socio-culturale, etico e legale dei diversi paesi interessati. Il progetto coinvolse 140 Centri (tra i quali Foggia), 1400 neonatologi e circa 3400 infer-mieri che risposero su:

Propensione a non iniziare e/o sospendere il tratta-- mento.Rapporto tra medico e genitori e grado di coinvolgimen-- to di questi ultimi sulle decisioni inerenti il neonato. I da-ti derivanti dalle risposte al questionario furono oggetto di diverse pubblicazioni, tra cui: M. Cuttini (...), and other membres of the Euronic Stu-- dy Group, End-of-life decisions in neonatal intensive ca-re: physicians’ self-reported practices in seven European countries. (The Lancet, vol. 355 – June 17, 2000)Richard de Leeuw (…), and other membres of the Euro-- nic Study Group, Treatment choices for extremely pre-term infants: An international perspective. (The Journal of Pediatrics, vol. 137, n. 5, 2000)

56° Congresso nAzionAle dellA soCieTà iTAliAnA di pediATriApAlerMo

Alla fine di settembre 2000, in occasione del 56° Congresso del-la Società Italiana di Pediatria, a Palermo, la Pediatria italiana visse un momento molto triste: la perdita improvvisa del prof. Liborio Giuffrè, Presidente della SIP. Al riguardo il dr. Rinal-di ricorda:

“La tristezza era sul volto di tutti, la chiesa era tra-boccante e molti furono costretti a restare fuori, a seguire in silenzio le esequie, in lacrime. Ero par-ticolarmente scosso, perché legato da grandissima

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amicizia e da enorme stima per l’uomo, prima an-cora che per le sue notevoli capacità professiona-li. Avevo vissuto intensamente, a Roma, con lui e con Rondini e Macagno, dal febbraio ’88 al febbraio ’89, l’esperienza di progettazione presso il Ministe-ro della Salute, per la elaborazione e predisposizio-ne del Progetto Obiettivo Materno-Infantile.”

Per evidenziare le doti umane dell’amico Giuffrè ci avvaliamo della testimonianza di uno dei suoi tanti discepoli: Giuseppe Attardo, attuale Direttore facente funzioni della Neonatologia e Terapia Intensiva Ospedale Civico di Palermo:

“Liborio Giuffrè, Presidente della S.I.P. dal 1997, muore prematuramente il 2 ottobre 2000 a Paler-mo, sua città natale, all’età di 64 anni, durante il 56° Congresso Nazionale di Pediatria da Lui stesso organizzato.Dopo la Laurea, conseguita a Palermo, fu ricercato-re presso la John Hopkins University di Baltimora; nei primi anni 80 divenne presidente dell’Opera

Il prof. Giuffrè con la sua Scuola

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Universitaria di Palermo e successivamente nel 1985 Ordinario di Pediatria dell’Università degli Studi di Palermo e Direttore della divisione di Pediatria e Neonatologia dell’Istituto Materno Infantile. Fece parte, inoltre, del Consiglio Superiore di Sanità e fu membro della commissione unica del farmaco.Negli anni aveva fortemente contribuito alla crescita dell’Università di Palermo ed era diventato un pun-to di riferimento per la Pediatria Nazionale, quale genetista stimato in tutto il mondo. È stato facile per me descrivere la carriera e l’impegno Scientifi-co del “Prof.“, così lo chiamavo nel quotidiano, più difficile raccontare in poche righe dell’ uomo, con il quale ho vissuto quotidianamente per vent’anni una splendida esperienza umana e professionale, che ancora oggi porto ad esempio.Ripensando al Prof., come Uomo, per descriverlo mi vengono in mente tre aggettivi “Rigoroso, Affettuo-so, Esemplare”.Un Vero Maestro, con un grande carisma, che prima ti conquistava e poi ti portava a dare il massimo, ma mai ti chiedeva più di quanto lui stesso non fosse disposto a dare. Insegnava a credere nei veri valo-ri, mettendo in primo piano il rispetto per la vita, la famiglia, e le istituzioni. Progettare e realizzare era il suo quotidiano, instancabile nel suo impegno per la difesa dei bambini sofferenti. Per sintetizzare la sua figura mi vengono in mente due episodi, che meglio lo rappresentano. Fu il primo a soccorrere il Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarel-la, nell’attentato del 6 gennaio del 1980, in cui rimase ucciso. Il suo volto segnato dal dolore per la tragica fine dell’amico, che abitava a pochi metri da casa sua, fu ripreso ed immortalato dai fotografi e fece il giro del mondo. Come se il destino nella sua vita lo por-tasse ad essere sempre un protagonista esemplare.

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L’altro episodio riguarda un piccolo mistero che per anni nessuno all’Istituto Materno Infantile, riuscì a spiegare. Purtroppo come in tutte le UTIN, capitava che alcuni neonati non riuscissero a sopravvivere, e per 24 ore venivano riposti in una camera non aper-ta al pubblico. Spesso al momento del trasferimento venivano ritrovati dei fiori, che né i parenti né al-tri avevano messo. Solo dopo anni il mistero mi fu svelato: all’alba di una mattina quando, dopo una dura notte di guardia, affacciato ad una finestra, vidi il Prof. che frettolosamente entrava in camera mortuaria con un mazzo di fiori in mano. Caro Prof., continui a vivere sempre nel cuore di mol-ti che come me hanno avuto il privilegio e l’onore di apprezzarti. Con affetto Giuseppe Attardo”.

Il prof. Giuffrè con un piccolo nato

pretermine

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Il dr. Rinaldi moderò la Sessione Poster del 6° Congresso della Società Italiana di Neonatologia, che si svolgeva in contempo-ranea al 56° Congresso Italiano di Pediatria. Il Reparto foggiano, inoltre, fu presente con tre comunicazioni:

“Peritonite meconiale fetale a risoluzione spontanea” - (Maffei et al.).“Trend management VLBW e incidenza lesioni cerebra-- li, anni 1991-1998” (Villani et al.).“Dieci anni di attività dello STEN di Foggia: ruolo dell’as-- sistenza perinatale nei VLBW”. Quest’ultima fu particolar-mente interessante perché valutava nell’arco di dieci anni di attività (’89-’98) il ruolo dell’assistenza perinatale nei ne-onati pretermine di due popolazioni: inborn e trasferiti. (Rivista Italiana di Pediatria, vol. 26, suppl. n. 4, agosto 2000)

iV inConTro sCienTiFiCo sinBAri

Nel mese di dicembre, a Bari, organizzato dalla prof.ssa Mau-tone e dal dr. Mastropasqua si svolse il IV Incontro Scientifico monotematico della Sezione Puglia-Basilicata della Società Ita-liana di Neonatologia su “L’asfissia feto-neonatale”. Nel corso dell’incontro il dr. Maffei relazionò su “Patologia respiratoria in corso di asfissia” ed il dr. Rinaldi moderò, con il dr. Longo, la Sessione su “Diagnostica strumentale e terapia”.

1° inConTro TrA neonATologo e pediATrA di BAseFoggiA

Nel mese di marzo del 2001, con il coinvolgimento dei Pediatri di base di Foggia e provincia, il Gruppo foggiano organizzò il 1° Incontro tra Neonatologi e Pediatri di Base, presso la Sala Con-

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vegno Ordine dei Medici. L’incontro, dedicato al “Follow-up del neonato a rischio: collegamento tra ospedale e territorio”, mode-rato dal dr. Rinaldi, vide la partecipazione numerosa dei pedia-tri di base ed un dibattito interattivo sulle problematiche che il neonato di basso peso può presentare dopo la dimissione.

18° inConTro pediATriCoosTiA lido (roMA)

Durante il 18° Incontro Pediatrico, dal 15 al 17 marzo 2001, con oltre 800 iscritti, furono proposti argomenti contingenti e quo-tidiani per coloro che operano ed hanno potere decisionale e d’orientamento (pediatri, ostetrici, infermieri e quanti altri) per la salute del bambino, così da fornire semplificazioni e soluzio-ni ai vari problemi in discussione. Il dr. Rinaldi fu chiamato a trattare un argomento concreto: “Il futuro del nato da condizioni di tossicodipendenza”.

inTernATionAl WorKsHopsienA

All’Europe Against Infant Brain Injury (Euraibi International Workshop) tenutosi a Siena, dal 5 al 7 aprile 2001, il Gruppo foggiano presentò due Poster:

“Motor and cognitive development of VLBWI” (R. Litta, - G. Marciello et al.).“Rate of brain damage according to different policiers of - treatment for VLBW” (M. Rinaldi, R. Magaldi et al.). (At-ti Biology of the Neonate 2001, 80 : 98 : 99)

A proposito delle modifiche assistenziali proposte nel ’99, re-lative alla promozione dell’allattamento al seno, il dr. Rinaldi sottolineava:

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“Dopo il 1999, anno in cui furono analizzate le cau-se che portavano al fallimento dell’allattamento ma-terno con latte artificiale, rilevato che tra i fattori principali che lo ostacolavano, nella struttura ospe-daliera, c’erano quelli legati ad un ritardato contat-to madre-neonato dopo il parto, venne introdot-ta la pratica del rooming-in ed istituiti incontri bi-settimanali di informazione. Veniva promossa una maggiore sensibilità e cultura sui vantaggi del lat-te materno, restituendo così alle mamme la fidu-cia sulla propria capacità di allattamento, riducendo così, in loro la tensione e lo stress. A distanza di due anni si vollero confrontare i risultati ottenuti pren-dendo in considerazione il primo semestre 2001. In tale periodo sono stati presi a campione una coor-te di 439 nati, che alla dimissione erano allattati al seno. Alle mamme di questi neonati proponemmo un questionario alla dimissione e successivamente un’intervista telefonica relativa alla durata dell’al-lattamento. Dallo studio dei dati evidenziammo che ad un mese dal parto l’allattamento esclusivo al se-no era praticato dal 91% del campione, tenendo pre-sente che nel ’98 eravamo al 70%. Questa percentua-le si manteneva elevata (76% al secondo mese, con valori del 50% al terzo mese e 25% dopo il decimo mese). Queste percentuali degli allattati esclusiva-mente al seno, sia ad un mese di vita che nei mesi successivi, sono state più elevate rispetto ai dati de-gli anni precedenti. Per cui ci sentiamo di affermare che la cultura dell’allattamento al seno prolungato è in incremento, e che una costante informazione, sui benefici e vantaggi, costituisce un fattore decisivo per ottenere risultati sempre più soddisfacenti. Ta-li vantaggi, rilevati nei neonati a termine, ha avuto dei riflessi anche nella promozione dell’utilizzo del latte materno nei prematuri ricoverati in Patologia

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e Terapia Intensiva Neonatale, dove ci si avvale an-che di una Banca del Latte Umano Donato (BLUD), istituita per la prima volta in Puglia circa due anni fa nell’ambito di un programma di umanizzazione del Reparto”. (Atti 9° Congresso Nazionale SIN, Napoli, 21 – 24 maggio, 2003)

Da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, aprile 2001, riportiamo un trafiletto dal titolo “E qui il latte va in banca”:

“Si riesce a mettere insieme mezzo litro di latte al giorno, offerto da tre neo-mamme, ma se la cultura della dona-zione del latte materno fosse più diffusa la Banca del Lat-te custodirebbe un tesoro. Ne è convinta la dott.ssa Gio-vanna Minelli che segue l’iniziativa avviata da qualche mese nel reparto di Neonatologia. “Ogni mattina – spie-ga il medico – un’auto raccoglie il latte presso le abitazio-ni delle mamme che hanno accettato di donarlo. Per capi-re l’importanza di questo gesto, si pensi ad un neonato di 800 grammi e a quanto più aiutarlo il latte di donna”. Una volta in reparto, prima della somministrazione, il

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latte viene pastorizzato a 63 gradi e mezzo. “Le donatrici – aggiunge il medico – vengono sottoposte ad anamnesi di carattere medico e sullo stile di vita. Il latte viene do-nato soltanto da donne sane, ma sono ancora poche. Chi può aiutarci, lo faccia subito””. (Anna Langone)

7° Congresso nAzionAle soCieTà iTAliAnA di neonATologiACHieTi

Nel mese di giugno 2001 (20-23), si tenne a Chieti il 7° Congres-so Nazionale della Società Italiana di Neonatologia. Il Gruppo foggiano partecipò, oltre che il dr. Rinaldi nella veste di “Guest discussant”, con molte comunicazioni che riflettevano l’attivi-tà di Reparto nei vari campi:

“CPAP nasale profilattica vs rescue nel neonato pretermi-- ne: risultati preliminari di uno studio multicentrico ran-domizzato-controllato” (F. Sandri (…), M. Rinaldi).“Fattori di rischio dell’emorragia polmonare massiva nei - VLBWI: uno studio retrospettivo di cinque anni” (G. F. Maffei ed al.).“Micetoma intracardiaco ostruente il ventricolo destro” - (A. Rinaldi, P. Arciprete et al.).“Sepsi acquisita da candida: sopravvivenza ed esiti” (M. - Rinaldi, L. Taurino, et al.).“Neonato con grave idrocefalo triventricolare e miceto-- mi intrarenali” (G. Villani et al.).“Epatite citotossica da cisapride: descrizione di un caso - in epoca neonatale” (R. Magaldi et al.).

ForuM progeTTo oBieTTiVo MATerno-inFAnTileACQuAViVA delle FonTi (BA)

Il 9 giugno 2001 fu organizzato ad Acquaviva delle Fonti, dal prof. Macagno, nella sala convengo dell’Ospedale, un Forum

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dal tema “Progetto Obiettivo Materno-Infantile”, con la parte-cipazione di tutti i responsabili delle TIN pugliesi. Il primo luglio 2001, un articolo de “La Gazzetta del Mezzo-giorno”, mette in rilievo che a Foggia c’è il tasso di mortalità infantile più basso della regione Puglia:

“Il dato relativo al numero dei nati vivi che muoiono nel primo anno di vita è riferito dal Bollettino della Socie-tà Italiana di Medicina Perinatale. Secondo la pubbli-cazione, che riprende gli ultimi dati ISTAT, a fronte di una mortalità infantile del 6,2 per mille in Italia, Foggia è al 5,9 per mille, contro il 6,6 di Brindisi, il 6,7 di Bari, l’8,6 di Taranto ed il 9,5 di Lecce. Dall’indagine risulta che la Puglia, in ambito nazionale, si colloca alle ultime posizioni, con la Campania, la Calabria e la Sicilia. (…). “Nel bacino di Foggia – dice il primario di Neonatologia Giuseppe Rinaldi – esistono due Neonatologie di terzo livello, Foggia e San Giovanni Rotondo” (…). I risultati potrebbero essere migliorati. “Vi sono delle semplici strategie di prevenzione – aggiunge Rinaldi – come la concentrazione delle gravidanze a rischio nei cen-tri di terzo livello, la diffusione regionale delle cure peri-natali, con la chiusura dei centri che fanno nascere meno di cinquecento bambini all’anno”. (Anna Langone)

5° World Congress oF perinATAl MediCineBArCellonA

Al 5° Congresso Mondiale di Medicina Perinatale, tenutosi a Barcellona, dal 23 al 27 settembre 2001, il Gruppo foggiano pre-sentò due comunicazioni:

Bronchopulmonary Dysplasia (BPD) in the VLBWI. In - Neonatal Intensive Care Unit” (Maffei et al.).Bronchopulmonary Dysplasia (BPD) in the VLBWI: Respi-- ratory Follow-up at 24 Months of Life” (M. Rinaldi et al.).

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57° Congresso nAzionAle soCieTà iTAliAnA di pediATriAVeneziA

Al Congresso Italiano di Pediatria, tenutosi a Venezia, dal 29 settembre al 3 ottobre 2001, il Gruppo foggiano presentò una comunicazione su “Organizzazione del trasporto neona-tale sul territorio nazionale: stato di attuazione”. L’indagine ha permesso di conoscere lo stato dei servizi di trasporto neo-natale di emergenza (STEN) sul territorio nazionale, riferibile all’anno 1999, individuandone le problematiche annesse. I da-ti ottenuti,mediante un questionario inviato ai responsabili re-gionali della SIN, sono stati paragonati con quelli del 1994 del Gruppo romano del dr. Agostino. Circa la copertura STEN sul territorio nazionale, le regioni provviste di U.O. STEN sono 14 su 20, ma solo 7 su 20 sono a totale copertura regionale: 3 con U.O. dedicate (Lazio, Liguria e Campania) e 4 con U.O. attiva-bili su richiesta (Lombardia, Valle d’Aosta, Friuli-Venezia Giu-lia e Trentino Alto Adige). In 7 regioni su 20, la copertura STEN del territorio, è solo parziale.

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Corso di perFezionAMenTo in MediCinA MATerno-FeTAleFoggiA

Dall’1 al 5 ottobre 2001 si svolse un Corso di Perfezionamento in “Medicina Materno-Fetale”, organizzato dal prof. Pietropa-olo, Direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Uni-versità di Foggia. Particolarmente interessanti gli argomenti trattati, due dei quali “Il neonato con difetto di crescita: pro-blemi alla nascita” ed “Il nato da madre diabetica”, furono af-fidati al dr. Rinaldi.

Vi giornATe pediATriCHeMArATeA

Alle VI Giornate Pediatriche di Maratea, tenutesi dal 12 al 13 ottobre 2001, con la Presidenza del prof. Rubaltelli, il dr. Rinal-di presentò i dati del “Follow-up del neonato di basso peso”, riguardanti l’ampia casistica del Reparto foggiano, nella sedu-ta che vide il dr. Corchia presentare i dati dei nati di peso infe-riore a 1500 grammi nelle TIN italiane.

i Congresso FAColTà di MediCinA e CHirurgiAFoggiA

Il Primo Congresso della Facoltà di Medicina e Chirurgia di Foggia, con la Presidenza del prof. L. Ambrosi, si tenne il 13 e 14 novembre 2001 presso l’Auditorium Amgas. Nella Sessione riguardante “Attualità in Patologia Materno-Infantile”, il dr. Rinaldi, con il prof. Selvaggi, moderò le relazioni del prof. Gre-co (“Le gestosi”), del prof. Angarano (“HIV e HCV in gravidan-za”) e del prof. Pietropaolo (“Medicina perinatale”).

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Corso residenziAle di neonATologiAlAinATe (Mi)

Il Gruppo foggiano partecipò con interesse al Corso Residen-ziale organizzato dal prof. Macagno a Lainate, dal 3 al 5 dicem-bre 2001, col tema “Le linee guida in Neonatologia”.

TopiCs in pATologiA CArdiorespirAToriA neonATAleBrindisi

Il dr. Latini organizzò il 14 dicembre 2001, a Brindisi, per con-to della Sezione Apulo-Lucana della SIN, un Convegno: “TO-PICS in patologia cardio-respiratoria neonatale”. Nel “Focus: Distress respiratorio neonatale” furono impegnati come rela-tore il dr. Matteo Rinaldi (“Infant flow: nuove applicazioni), e come moderatore della tavola rotonda (“Casi clinici partico-lari in patologia cardiorespiratoria neonatale”) il dr. Giusep-pe Rinaldi.

riunione regionAle soCieTà iTAliAnA di neonATologiABAri

Il 18 maggio 2002, nell’ambito della SIN regionale, tenne ban-co “Il neonato ELBW. Fisiologia di un feto, patologia di un neo-nato”, con la presentazione dei dati pugliesi di sopravvivenza per i neonati ELBW (confronto 1999-2001). Relatrice fu la prof.ssa Mautone, con la moderazione dei dr. Rinaldi e dr. Laforgia. Nell’ambito dei casi clinici, il dr. Magaldi presentò l’incidenza di “Trasfusioni e retinopatia del prematuro”.

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AggiornAMenTo reFlusso VesCiCo-ureTerAleFoggiA

Il 25 maggio 2002, presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi di Foggia, si tenne un Corso di Aggiornamento “Stato dell’arte sul reflusso vescico-ureterale in età pediatrica”. Nel-la prima Sessione, moderata dai prof. Leggio e Schettini, si so-no succeduti:

Dr.ssa Riccipepitoni: “Fisiologia della funzione vescica-- le. Epidemiologia ed eziologia del reflusso vescico-ure-terale.Prof. Greco: “Ruolo della diagnosi prenatale nel reflus-- so vescico-ureterale. Dr. Rinaldi: “Inquadramento del neonato con reflusso ve-- scico-ureterale”.Prof. Iolascon: “Ruolo dell’analisi genetica nella patolo-- gia da reflusso vescico-ureterale.

Il dr. Rinaldi per la sua relazione si avvalse della collaborazione del dr. Gabriele Villani, di cui riportiamo l’esperienza:

“Era il 17 febbraio del 1991, ero andato a trovare un’amica che aveva appena partorito, quando in-contrai il dottor Giuseppe Rinaldi sul pianerotto-lo del terzo piano, il quale mi disse: “Gabriele, vuoi frequentare il mio reparto?” Io risposi: “e perché no?”. Ci conoscevamo già, perché frequentavamo entrambi ambienti diocesani del laicato cattolico. Per la verità, in passato avevo già avuto a che fa-re col reparto di Terapia Intensiva Neonatale degli Ospedali Riuniti di Foggia quando, ancora studente di medicina, circa otto anni prima, vi era stato rico-verato un mio nipotino. Avendo avuto modo di ap-prezzare già allora il lavoro che si svolgeva, colsi al volo l’occasione che, anni dopo, mi venne offerta.Frequentando e vedendo i miei colleghi all’opera,

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capii subito che colui il quale sarebbe diventato il mio primario, era un vero talent scout.Dopo circa un anno di volontariato, al concorso mi piazzai a metà graduatoria e fui assunto solo l’an-no successivo. Il dottor Rinaldi mi affidò l’incarico di approfondire la diagnostica, la terapia e il follow up delle patologie renali neonatali – cosa che faccio tuttora – ed io cercai di non tradire la sua fiducia, impegnandomi e seguendo il suo esempio di dare al lavoro più di quanto mi venisse richiesto.E così, nell’ambito delle patologie renali neonata-li abbiamo ottenuto ragguardevoli risultati: una crescita, costante negli anni, documentabile, della quantità e della qualità degli interventi; la ristrut-turazione e l’ammodernamento delle apparecchia-ture dell’ambulatorio; l’elaborazione di un apposito data-base elettronico per l’archivio e l’elaborazione statistica dei casi clinici, utile strumento ancora og-gi attuale; la stretta collaborazione a livello nazio-nale col Gruppo di Studio di Nefrologia Neonata-le della Società Italiana di Neonatologia; numerose pubblicazioni scientifiche nazionali ed internazio-nali; interventi a congressi nazionali.Col passare degli anni, l’incarico di “Dismorfologia (screening patologia renale)”, affidatomi nel 1996 e confermato nel 2003, divenne nel 2007 “Incarico di-rigenziale di attività ad elevata professionalità in Patologia renale neonatale”.Ma il riconoscimento più confortante di tanto im-pegno ci è pervenuto dai genitori dei nostri picco-li pazienti: abbiamo realizzato e distribuito, in via sperimentale per circa un anno, un questionario di soddisfazione dell’utente, al fine di migliorare la no-stra disponibilità nei confronti dell’utenza. Circa le domande inerenti al rapporto umano e professio-nale e l’organizzazione dell’attività, per un punteg-

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gio da 1 a 7, la media delle risposte ha conferito un punteggio di 6.43. Merita una menzione particola-re la voce “attenzione ricevuta dal personale infer-mieristico: 6.6” per ricordare Italia, l’infermiera che ha collaborato con noi per tanti anni, ed il suo gran-de cuore.Nei tempi più recenti, la stima reciproca si è concre-tizzata nel diventare promotori e contribuire, attra-verso meeting perinatologici, pubblicazioni scienti-fiche, interventi pubblici, conferenze, articoli su ri-viste e quotidiani, al vivace dibattito nazionale che ha portato all’elaborazione nel 2008 del documento del Consiglio Superiore di Sanità: “Raccomandazio-ni per le cure perinatali nelle età gestazionali estre-mamente basse”, pietra miliare per la salvaguardia della vita e della dignità del neonato prematuro.È stata ed è solo stima reciproca? No, di più: la con-divisione di un ideale dentro un’amicizia vera”.

8° Congresso nAzionAle dellA soCieTà iTAliAnA di neonATologiAgenoVA

Dal 29 maggio al 1 giugno 2002 si tenne a Genova, al Centro Congressi Magazzini del Cotone, l’8° Congresso Nazionale del-la Società Italiana di Neonatologia. Il Gruppo foggiano (dr.ssa Litta) con il Gruppo di Udine (dr.ssa Chiandotto) presentaro-no la relazione “Follow-up di 2 distinte coorti di neonati VLBW accolti presso l’UTIN di Udine e di Foggia e valutati con crite-ri omogenei nel periodo perinatale, a 2 e 7 anni”. Furono pre-sentate, inoltre, due comunicazioni:

“Trasporto neonatale assistito e regionalizzazione - dell’assistenza perinatale: 1994-1999”, in collaborazio-ne col Gruppo romano (dr. Agostino).“La retinopatia della prematurità: incidenza e fattori di -

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rischio nei VLBW con EG di 23-32 settimane nel decen-nio 1990-1999”.

XXii inConTro di prATiCA pediATriCAsABAudiA

Nell’ambito del Seminario di Studio del Circeo, nei giorni 4-7 giugno 2002, dal titolo “XXII Incontro di Pediatria Pratica”, la terza giornata fu dedicata alla Neonatologia, con relatori: G. Compagnoni, P. Giliberti, G. Rinaldi, G. Corsello, G. Chiumello e F. Macagno. Con la coordinazione di M. Castello e la modera-zione di F. Mosca e di M. De Curtis, il dr. Rinaldi con la relazio-ne “Trasporto neonatale” analizzò la situazione nazionale del servizio di trasporto d’emergenza neonatale, rilevata median-te questionario inviato ai Presidenti regionali della SIN. Nelle conclusioni, riportate negli atti, rilevava che:

“Occorre incrementare ulteriormente la centralizzazio-ne delle gravidanze a rischio ed il trasporto in “utero”, in modo da limitare l’attività delle STEN esclusivamen-te alle situazioni non prevedibili e non procrastinabili. Al ruolo didattico che l’équipe del trasporto svolge du-rante le fasi di assistenza nell’ospedale trasferente, cioè l’outreach education, è auspicabile un aggiornamento continuo del personale medico e paramedico. A tale sco-po, già da alcuni anni, la Società Italiana di Neonatolo-gia organizza corsi di rianimazione neonatale”.

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Corso nAzionAle di riAniMAzione neonATAlenApoli

La conclusione di Sabaudia, del dr. Rinaldi, trovava conferma nell’ulteriore Corso Nazionale di Rianimazione Neonatale or-ganizzato a Napoli, dal 20 al 22 giugno 2002, dal prof. Paolo Giliberti, Coordinatore nazionale del Programma di Rianima-zione Neonatale della SIP. Il Gruppo foggiano fu presente con i suoi istruttori (dr. Maffei e dr. Popolo), mentre il dr. Rinaldi si soffermò con una Lettura Magistrale su “Neuroprotezione del neonato asfittico”.

Corso di eduCAzione pediATriCA ConTinuAFoggiA

Il 15 giugno si tenne a Foggia, nel 2002, nell’ambito del Corso di Educazione Pediatrica Continua una giornata dedicata a “Nuo-

Da sinistra: dr. Cimmino, prof.

Sabatino, dr. Angelozzi, dr. Mastropasqua, prof.

Giliberti, prof. Spennati, prof. Carnielli , dr. Rinaldi

e dr. Riboldi

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va Nutrizione Pediatrica”. Lo scopo del convegno fu quello di far luce su moderni aspetti dell’alimentazione della madre e del bambino, per sfatare alcuni miti e indirizzare la pediatria di famiglia alla conoscenza di corrette regole per l’alimentazione nell’età evolutiva. Nell’ambito della prevenzione delle malat-tie legate alla nutrizione “sbagliata”, prime fra queste l’obesi-tà, il dr. Rinaldi relazionò su “Allattamento al seno”.

Riportiamo tre articoli de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, maggio 2002, per descrivere le situazioni drammatiche, cari-che di emozioni contrastanti, che si vivevano, quando i casi di neonati assistiti erano problematici.

Mio figlio? Volevo morisse. Poi ha vinto la speran-za. “Il nostro bambino ce la farà”. Cosa c’è di più dispe-rato della speranza? E se la speranza è quella di veder so-pravvivere il proprio figlio, contro ogni ragionevole pre-visione, che nome ha questo sentimento? Se fosse legale l’eutanasia, questo sarebbe un caso emblematico. Secondo piano dell’ospedale di Maternità, Reparto di Neonatologia: in uno degli otto lettini di terapia inten-siva c’è Francesco (un nome di fantasia), tenuto in vita dalle macchine. Il bimbo ha circa due mesi e i suoi occhi non hanno mai visto oltre il respiratore. Mamma Anna e papà Giuseppe vengono a Foggia una – due volte a set-timana, da un paese del Molise, in cui vivono. Francesco ha un gemello, ma questo non basta a lenire la sofferen-za dei genitori, che hanno conosciuto lo sconforto asso-luto, quello che spinge a chiedersi qual è davvero il bene per la propria creatura. “Lo confesso – dice la giovanis-sima Anna – quando ho saputo che mio figlio doveva vi-vere così, ho pensato: è meglio che muoia. Io sono sem-pre stata per l’eutanasia, mi sembra una grande scelta d’amore, perché se vuoi bene a una persona non puoi ac-cettare di vederla soffrire, non ti rassegni alla sua vita ridotta a un vegetale. Quando questa scelta passa però

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sulla tua pelle, tutto cambia”. Come? “Il dolore si evol-ve verso la speranza, la più caparbia – è la risposta – ve-de, io so che dobbiamo andare avanti per l’altro bambino, che è sano ed ha tutto il diritto di avere il nostro amore, ma come faccio a spiegare che non riusciamo a goderci neanche lui? La nostra vita è un tunnel d’ansia: appe-na il piccolo che vive con noi cambia il ritmo del respi-ro, ci allarmiamo, pensiamo che anche lui possa star ma-le come Francesco. Ormai abbiamo smesso di progettare il nostro futuro, la nostra vita la viviamo di ora in ora, col cellulare acceso anche di notte per sapere di France-sco e iperpreoccupati per la salute del gemello”. La gio-vane coppia, durante l’ultima visita a Francesco, ha fat-to tappa anche a San Giovanni Rotondo perché, insieme ai familiari e agli amici più cari, c’è anche la fede a sor-reggerli in questa prova di coraggio, ma la dose di forza occorrente è sovrumana. Giuseppe deve continuare a la-vorare, Anna il suo impiego l’ha lasciato e non sa se po-trà mai farvi ritorno, nella migliore delle ipotesi con un part-time. “Mi muovo in una casa che era stata prepa-rata per accogliere due neonati, con due culle, due corre-dini, tutto doppio – dice Anna con tristezza – ogni cosa che mi circonda mi parla di Francesco e non riesco nep-pure a pensare che lui, la sua cameretta, non l’ha mai vi-sta”. (Anna Langone)

Rinaldi: “È bene tenerlo così?”. La difficile scelta del medico, tra problemi etici e “accanimento”. “Il bambino ha una grave compromissione neurologica, da cerebropatia prenatale. Qui da noi è arrivato dopo esse-re stato in altri due ospedali. Le aspettative di vita? Può vivere, anche per anni, soltanto attaccato al respirato-re”: il primario di Neonatologia, Giuseppe Rinaldi, de-scrive lo stato clinico del piccolo Francesco. Nel suo stu-dio vi sono icone bizantine alle pareti, il testo del Padre Nostro su di un armadietto, un volume di Fonti France-

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scane sulla scrivania, ma la fede di cui il dr. Rinaldi non ha mai fatto mistero non rende più semplice parlare del suo stato d’animo: “In questi casi – dice Rinaldi – il me-dico non ha una linea di comportamento netta, nel sen-so che di fronte a ogni bambino tenuto in vita dall’assi-stenza ventilatoria nascono problemi di carattere etico, deontologico, medico-legale, scientifico”. Senza trascurare il dettaglio crudo, ma pure reale, che i lettini in terapia intensiva sono soltanto 8, su cui gra-vano almeno 200 dei 400 piccoli accolti ogni anno nel Reparto. “Il problema – riflette Rinaldi – è questo: fino a che punto possiamo disporre della vita? È chiaro che io ho l’obbligo di agire nel maggiore interesse del neona-to, ma è anche vero che questo interesse può non coinci-dere con quello della famiglia e della società. Nello spe-cifico, chi può dire che tenere così questo bambino signi-fichi non fargli del male?”. Non è un caso che, sui medi-ci e paramedici di terapia intensiva neonatale, sia stata condotta un’indagine europea, per evidenziare proprio le difficoltà di tipo etico, psicologico, umano, cui sono esposti ogni giorno. Francesco è nato, come detto, in un’altra regione, al ter-mine di una gravidanza gemellare che la mamma de-scrive tranquilla, seguita da tutti i controlli del caso. I problemi sono emersi subito dopo il parto. “Il bambino è stato portato in rianimazione – racconta la mamma – poi, da lì, in un altro ospedale della nostra regione e sol-tanto dopo ore a Foggia. Io sono sicura che i problemi di Francesco si potessero prevedere. Qualcuno ha sbaglia-to, ma adesso interessa soltanto che Francesco viva”.” (Anna Langone)

Ciao piccolo Angelo. Non ce l’ha fatta. A tre mesi esatti ha smesso di respirare il bimbo che era tenuto in vita dalle macchine. Il neonato ricoverato in Terapia Intensiva Neonatale era il gemello di un bambi-

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no sano, che vive con i genitori in un’altra regione.“Abbiamo fatto di tutto – dice il primario di Neonatolo-gia, Giuseppe Rinaldi – ma questi casi ci mettono a dura prova e ogni visita diventa un esame di coscienza”.Il papà e la mamma, che non hanno potuto tenere fra le braccia il loro figlioletto, hanno sperato sino all’ultimo “il bambino, aggiunge Rinaldi, è cresciuto, grazie agli antidolorifici non è mai apparso sofferente ed era in quel-la fase di stasi che faceva sperare anche noi”.Invece nulla e la morte del piccolo ha prostrato anche le infermiere che si occupavano di lui. Non è un caso che in Neonatologia sia sempre presente una psicologa, per fornire supporto ai genitori, ma anche per prevenire il born-out del personale (Anna Langone).

Per testimoniare il livello raggiunto di “umanizzazione”, ri-portiamo l’esperienza di una coppia costretta, per la patolo-gia multiforme del loro bambino, al ricovero in diversi Repar-ti assistenziali:

“Valmorea (Como) 25/08/’02. Cari dottori, infermieri e personale tutto della T.I.N., chi vi scrive sono i genito-ri di Enrico Salvadè. Solo adesso, da quando c’è stato il trasferimento da Foggia, possiamo dire di aver trovato la strada giusta, poiché Enrico, dopo tanti tentativi te-rapeutici, ha cominciato a star bene. Sta crescendo, sfio-ra i 5 kg. di peso, è molto vispo, mangia le prime pappe e farfuglia già qualche parolina. Insomma, ci sono tutti i presupposti per fare di Enrico un bambino sano e for-te. Noi genitori siamo senz’altro più sereni, guardiamo ora al futuro con molto più ottimismo, ed è in questo cli-ma di serenità che abbiamo trovato la forza e la voglia di scrivervi per ringraziarvi infinitamente per tutto ciò che avete fatto per il nostro piccolo Enrico. Grazie per l’enorme pazienza e disponibilità che avete dimostrato nei confronti di noi genitori confusi, impauriti e debo-

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li. Non ci avete mai fatto sentire “di troppo” e ci siamo sempre sentiti fiduciosi che il nostro bambino fosse assi-stito al meglio delle vostre possibilità. È stato un viaggio lungo e doloroso ma, grazie a Dio, è andato a buon fine. Noi oggi ringraziamo Dio che tutto ciò è successo, sia accaduto lì a Foggia. Purtroppo in nessun altro ospeda-le, in seguito, (lo diciamo con estrema sincerità) abbia-mo trovato la stessa comprensione e umanità ricevuta da voi!!! In attesa di venire a trovarvi con il nostro pic-colo, vi auguriamo tanta serenità e tanto bene. Un ab-braccio forte a tutti!Marco/Patrizia”

capitolo vi

CollABorAzione Con lA CArdio-CHirurgiA

MediCi e MAgisTrATi A ConFronTo:proBleMi eTiCi e legAli dell’AssisTenzA neonATAle

Corsi di AggiornAMenTo

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Il Reparto, che normalmente si avvale della collaborazione multidisciplinare, ancora una volta ricorre alla cooperazio-

ne con il Reparto di Cardiochirurgia del “Giovanni XXIII” di Bari. Rileviamo da “La Gazzetta del Mezzogiorno”, del 19 lu-glio 2002:

“Neonato operato, è tutto ok. Sta bene Giovanni Pio, il bimbo di 950 grammi sottoposto ad un delicato inter-vento chirurgico, per la chiusura del dotto arterioso di Botallo, nel Reparto di Neonatologia. L’operazione, ese-guita dal primario di cardiochirurgia dell’Ospedale Gio-vanni XXIII di Bari, Paolo Arciprete (grazie alla col-laborazione avviata da tempo tra il nosocomio barese e il reparto diretto da Giuseppe Rinaldi) è un interven-to non molto frequente. “Il fatto di operare su un bimbo nato al quinto mese, che pesa meno di un chilo – dice il prof. Arciprete – accentua le difficoltà”. La prognosi ri-mane riservata, ma l’operazione, precisa il cardiochirur-go, è andata bene e il bimbo si riprenderà nel giro di al-cuni giorni (…). La mamma del piccolo, la signora Ma-ria, è felice: il peggio adesso è passato e non vede loro di portare a casa il suo bambino, dove lo attendono, con il papà, una sorellina di 9 anni e un fratello di 18 (…).” (Anna Langone)

Come riscontro alla notizia riportata dal giornale, giunse al dr. Rinaldi, in data 24 agosto 2002, una lettera di auguri per l’inter-

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vento e nello stesso tempo di ringraziamento per un’assisten-za fornitagli dal Reparto nel 1972:

“Egregio dottore, sono un ragazzo che vuole esprimer-vi le più vive congratulazioni per aver effettuato, circa un mese fa, un intervento molto delicato, insieme ai col-leghi dell’Università di Bari, se non erro, salvando così la vita ad un neonato prematuro ed evitandogli una vi-ta successiva con problemi, bensì sana quando diverrà più grande. Io, allo stesso tempo, sono molto legato a voi, poiché nel 1972, quando nacqui, ebbi gravi problemi di salute a causa del vaccino antipolio Sabin somministra-tomi all’età di tre mesi, senza che ai miei genitori venis-sero illustrate le complicanze a cui potevo andare incon-tro. Grazie all’incoscienza di alcuni medici del Centro di Igiene di Foggia, ho rischiato di morire, o di restare para-lizzato per una tetraparesi spastica. Proprio lei, in perso-na, insieme ad altri medici stupendi, come Mastrangelo, Romondia ed altri, che mi sfuggono, dichiaraste ai miei genitori che il mio era un caso raro e potevo ritenermi miracolato. Proprio l’8/12/72, giorno dell’Immacolata, mi ripresi piano piano, anche se poi ho continuato le cu-re fino all’età di 17 anni, presso la struttura dell’Ospe-dale Bambin Gesù di Roma. Credo pertanto che tra un po’ di tempo lei andrà in pensione per limiti di età, spero che non verrà rimpianto il lavoro svolto da lei e dai suoi assistenti in tutti questi anni, sperando che chi le succe-derà nell’incarico riesca ad imitare il vostro impegno la-vorativo. Purtroppo nel vostro Reparto vi sono neona-ti che soffrono e che riescono a superare brillantemente la loro malattia anche con la mano di Dio, oltre che con la vostra. Concludo sperando in futuro di incontrarci e credo che questo le farà piacere, oppure per lo meno di ricevere una vostra missiva di risposta che terrò gelosa-mente conservata. Ancora auguri per l’intervento effet-tuato recentemente. Francesco Cappiello”.

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Corso di AggiornAMenTo inTerregionAleleCCe

Il 13 e 14 settembre 2002, si organizzò a Lecce, presso il Grand Hotel Tiziano, il Primo Corso Interregionale di Aggiornamen-to in Neonatologia (Puglia, Lucania e Calabria). La I Sessione, “L’esperto risponde”, vide come presidente il dr. G. Rinaldi, mentre come esperti si alternarono il prof. C. De Felice (“Dan-ni della sostanza bianca cerebrale: patogenesi, diagnosi ed esi-ti”) ed il prof. M. Orzalesi (“Corticosteroidi e cure perinatali”). La III Sessione, “Esperienze regionali a confronto”, mise in evi-denza le diverse realtà neonatologiche esistenti nelle tre regio-ni partecipanti.

3° Corso TeoriCo-prATiCo di AggiornAMenToFoggiA

Nei giorni 20 e 21 settembre 2002, nell’Aula Magna della Facol-tà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Foggia, si tenne il 3° Corso Teorico-Pratico di Aggiornamento per il personale in-fermieristico di Neonatologia: Esperienze a confronto. Dal co-municato stampa del 18 settembre 2002 ricaviamo:

“Nei due giorni di lavoro, venerdì 20 e sabato 21 settem-bre, le scuole delle cinque province pugliesi si confron-teranno sui problemi più attuali della professione infer-mieristica, in strutture di particolare e delicato impe-gno come la Neonatologia, dall’assistenza in sala par-to all’accoglienza del neonato in Terapia Intensiva, dal controllo delle infezioni all’alimentazione parenterale, dalla cartella infermieristica neonatale al rapporto con i genitori del prematuro e alla disciplina infermieristica. Intenso, quindi, il programma che prevede, tra l’altro,

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la lettura magistrale del dr. Rinaldi su “L’allattamento al seno” e due laboratori su “Rianimazione in sala par-to” e “Il trasporto neonatale”. Considerato l’alto nume-ro di iscrizioni già pervenute, anche da infermieri di al-tre regioni italiane, la Struttura di Patologia e Terapia Intensiva Neotanatale, che organizza l’aggiornamento a riconosciuti livelli di eccellenza, realizzerà in tempi bre-vi un Corso bis di aggiornamento sulle stesse tematiche, ugualmente dotato dei crediti formativi ECM, già con-cessi dal Ministero della Salute”.

Dalla introduzione degli Atti del Convegno, riprendiamo le considerazioni del prof. Franco Macagno:

“L’assitenza infermieristica al neonato è in continua evoluzione ed è dominata da un sentire, un essere ed un fare sempre più complessi e coinvolgenti tutta la perso-nalità di chi è chiamato ad assolvere un’assistenza co-sì delicata. Tra l’atteggiamento professionale più rispettoso possibile dell’evolvere degli eventi fisiologici e l’intervento basato sulle competenze specialistiche tecnologiche più invasive e sofisticate, tra la crescente richiesta di maggiore uma-nizzazione e l’esigenza di interventi operativi più tem-pestivi e solleciti a salvaguardia del feto-neonato in sta-to di sofferenza, tra la richiesta di cure di sollievo dalla sofferenza, talora commiserevoli, e l’intensivismo domi-nato dalla speranza e dal bisogno di dare sempre di più a chi soffre di più, tra la grinta dimostrata al neonato nel tentativo estremo di aiutarlo a “farcela” alla commozio-ne quando si ritiene che la battaglia sia ormai perduta: in questo scenario più che mai la conoscenza più conso-lidata e la novità fornita dall’aggiornamento permanen-te rappresentano la lampada che illumina il cammino as-sistenziale e sostiene l’infermiere nei momenti più diffi-cili della professione”.

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58° Congresso nAzionAle soCieTà iTAliAnA di pediATriAMonTeCATini TerMe

Dal 28 settembre al 2 ottobre 2002 il prof. Franco Tancredi orga-nizzò, a Montecatini Terme, il 58° Congresso Nazionale della Società Italiana di Pediatria. La Sessione “Nutrizione e cresci-ta dei VLBW prima e dopo la dimissione”, presieduta dal prof. Marini e moderata dal prof. Fabris e dal dr. Rinaldi, vide le re-lazioni dei professori Rigo (“I fabbisogni nutrizionali e la nu-trizione parenterale”), De Curtis (“L’alimentazione enterale”), Bertino (“Crescita postnatale: quale standard?”) e Vigi (“La nu-trizione nel 1° anno di vita”).

Vi ConVegno nAzionAle ForMAzioneinFerMierisTiCA neonATAleVeronA

Nei giorni dall’9 all’11, di ottobre 2002, si tenne a Verona, al Pa-lazzo della Gran Guardia, il VI Convegno Nazionale per l’Ag-

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giornamento e la Formazione Permanente Infermieristica Ne-onatale. Il gruppo infermieristico foggiano presentò due rela-zioni:

L’Ospedale tradizionale visitato dall’UNICEF: esperien-- za di un’Azienda Foggiana (V. Villani, G. Desantis, R. De Angelis, A. Agriesti, G. Russo, M. R. Iliceto). La comunicazione infermieri, medici e genitori: vissu-- to a distanza di tempo (A. Salvatore, G. Nesta, A. Mile-ti, M. R. Iliceto).

Il dr. Rinaldi fu il Presidente della Sessione “La comunicazio-ne infermieri-medici-genitori”.

WorKsHopproBleMi neonATologiCiBAri

L’8 febbraio 2003, organizzato dalla prof.ssa Mautone e dal prof. Schettini, si tenne a Bari un Workshop “Problemi neona-tologici per il Pediatra di Famiglia”.

WorKsHop “ossido di AzoTo”roMA

Nei giorni 13 e 14 marzo 2003, si tenne a Roma, organizzato dal Gruppo di Studio di Pneumologia Neonatale della Socie-tà Italiana di Neonatologia (SIN), un Workshop su “Ossido di Azoto per via inalatoria” in Terapia Intensiva Neonatale, con la partecipazione di diversi responsabili dei Centri di T.I.N., tra i quali il dr. Rinaldi.

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ConVegno di neonATologiCA inFerMierisTiCAAssisi

Dal 20 al 23 marzo 2003, in occasione delle Giornate Umbro-Lombarde di Neonatologia e Pediatria, si tenne in Assisi un Convegno di “Neonatologica Infermieristica” sull’attualità nell’assistenza infermieristica neonatale e pediatrica. Il dr. Ri-naldi fu invitato in qualità di Presidente di Sessione.

Banca del latte umano. Dal comunicato stampa dell’Azienda Sanitaria degli OO.RR., del marzo 2003, estrapoliamo:

“Dal 2001 a Foggia la Banca del Latte Umano Donato. Per l’alimentazione dei neonati altamente a rischio, rico-verati presso l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale de-gli OO.RR. di Foggia, è stata costituita, presso la stessa Azienda Ospedaliera, la “BLUD”, ovvero la “Banca del Latte Umano Donato”, nata esattamente nel dicembre 2001 e che ad oggi ha raccolto circa 200 litri del prezioso alimento. La “BLUD” è il primo esempio in Puglia del programma di “umanizzazione” delle strutture di as-sistenza ospedaliera che rappresenta uno degli obietti-vi più importanti nell’assistenza del neonato prematu-ro. È di pochi giorni fa la notizia che anche all’Ospeda-le “Di Venere” a Bari è sorta un’analoga iniziativa, per la quale la Banca foggiana è stata, per altro, consulta-ta, avendo accumulato esperienza e capacità organizza-tive funzionali. Un bilancio considerato “estremamente significativo e positivo” dal dott. Giuseppe Rinaldi, direttore della Struttura di Terapia Intensiva Neonatale dove è situata la Banca che conserva, pastorizza e scongela il latte ri-tirato giornalmente al domicilio delle mamme donatrici dal personale addetto al Servizio Prelievi Domiciliari”.

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Congresso nAzionAle “TrAsporTo neonATAle:updATe”. FoggiA

Dal comunicato stampa del 19 marzo 2003, dell’Azienda Ospe-daliero-Universitaria, rileviamo:

“Con la lettura magistrale introduttiva del prof. F. Ma-cagno (Udine), Presidente della Società Italiana di Neo-natologia, su “Cinquant’anni di trasporto neonatale”, si aprono domenica 6 aprile a Foggia, alle ore 9.30 nell’Au-ditorium della Facoltà di Agraria dell’Università di Fog-gia, i due giorni di lavori del convegno nazionale orga-nizzato dall’Azienda ospedaliero-universitaria “Ospe-dali Riuniti” di Foggia, Struttura di Patologia e Tera-pia intensiva Neonatale, diretta dal dr. Giuseppe Rinal-di, presidente del Convegno. “Trasporto neonatale: update” è il tema del convegno, articolato in sessioni di lavoro su “L’ambulanza neona-tale” (H. Messner, Bolzano), “Cartella clinica compu-terizzata del trasporto” (G. Segante, Roma), “Assisten-za infermieristica in ambulanza” (A. Salvatore, Foggia), “Stabilizzazione del neonato critico” (G. Popolo, R. Ma-galdi, Foggia), “Trasporto ed emergenza respiratoria” (G. F. Maffei, M. Rinaldi, Foggia), “Rischi del traspor-to neonatale” (M. Gente, Roma), “Trasporto neonata-le e servizio territoriale del 118” (R. Agostino, Roma), “Il servizio del 118 nella Regione Puglia” (E. Morlacco, Ares Regione Puglia), “Trasporto neonatale: rapporto madre-figlio” (M. Orzalesi, L. Aite, Roma). Di assoluto rilievo i Presidenti delle Sessioni A. Iolascon, A. Mauto-ne, F. Tancredi, G. Rinaldi ed i moderatori V. Vitacco, L. Esposto, V. Console, S. Mastropasqua, L. Falco, R. Lon-go, L. Gatta e G. Latini.Nel pomeriggio di domenica, 6 aprile, è prevista anche una Tavola Rotonda sulle responsabilità e gli aspetti me-

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dico-legali del trasporto neonatale, secondo il taglio in-terpretativo del Magistrato (L. Giorgio, Foggia), del Me-dico Legale (V. Fineschi, Foggia), del Penalista (A. Man-na, Foggia), dell’Ostetrico (L. Greco, Foggia), e del Neo-natologo (R. Zanini, Lecco).Si terranno, inoltre, esercitazioni pratiche su “Ambu-lanza ed incubatrice da trasporto”, “Assistenza venti-latoria in ambulanza”, “Farmaci e procedure di urgen-za”, con G. Montrone, A. Di Gianni, G. Villani, tutti della Struttura di Patologia e Terapia Intensiva Neona-tale degli OO.RR. di Foggia”.

Riportiamo, per meglio illustrare la problematica del traspor-to, il discorso introduttivo del dr. Rinaldi, segretario nazionale del Gruppo di Studio del Trasporto Neonatale:

“Il trasporto neonatale riveste un ruolo quanto mai at-tuale per le molteplici implicazioni sociali che lo stesso comporta, come il diritto di ogni neonato, dovunque egli nasca, ad avere le migliori cure possibili, e per l’impegno di risorse umane ed economiche che lo stesso richiede. Mi è stato insegnato: la storia è maestra di vita.Per tale motivo la valutazione dell’evoluzione del tra-sporto negli ultimi 30 anni, ovvero il riconoscimento de-gli errori fatti e delle conquiste raggiunte, non può che arricchire il nostro bagaglio culturale ed essere d’inse-gnamento per i futuri sviluppi. E sono sicuro che il Prof. Macagno, con la sua lettura magistrale, non potrà che appagare la nostra comune ricerca di conoscenza. Ma il futuro è già iniziato, se pensiamo a quanti pro-gressi sono stati compiuti. Una cartella informatizzata era impensabile fino a 10 anni fa e certamente non si po-tevano neanche immaginare gli enormi vantaggi deri-vanti dalla creazione di un database che contenesse tut-te le informazioni analitiche riguardanti il neonato da trasportare. Solo un’attenta analisi di quanto viene fat-

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to, ci permette di riconoscere i nostri errori e di porre ri-medio. Oggi siamo già nel futuro. E quanta importanza assolvesse, nel trasporto, il ruolo umano e professionale dell’infermiere certamente non era compiutamente va-lorizzato negli anni addietro. Sarà la Sig.ra De Bellis a sottolineare tale ruolo, che prevede una specifica prepa-razione basata non solo sulla perfetta conoscenza di tut-te le attrezzature in dotazione (incubatrice da traspor-to, monitors multiparametrici, apparecchiature proprie dell’ambulanza…), ma anche la capacità di mettere in atto le manovre rianimatorie neonatali e le comuni pro-cedure assistenziali. Tutte queste innovazioni tecnolo-giche, oggi, permettono e promettono grandi sviluppi. Ambulanze sempre più sofisticate e confortevoli sono messe al servizio di medici ed infermieri affinché possa-no esprimere al meglio la loro professionalità, nel curare e trasportare un neonato malato e sono certo che il Dr. Messner ci fornirà un chiaro quadro della situazione at-tuale e di quelle che sono le future prospettive. Nel corso degli anni, poi, abbiamo anche assistito ad una mutazione della filosofia dello stesso trasporto, passan-do dal concetto di “accorri e preleva” a quello di “stabi-lizza il neonato prima di trasportarlo”.

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Questo orientamento ha evitato che gli interventi e le emergenze durante il trasporto, in primo luogo quelle re-spiratorie, potessero costituire elementi di ulteriore mor-bilità per il neonato stesso.È anche vero che, a tutt’oggi, non si può ancora parlare di trasporto senza rischi, però questo dato ci deve stimo-lare sempre ad ulteriori progressi.Uno degli aspetti oggigiorno più sentiti è rappresentato dalle responsabilità medico-legali che il trasporto com-porta. È senz’altro una materia delicata, in continua evoluzione e che deve permeare l’operato di chi quoti-dianamente si dedica con entusiasmo a tale lavoro. Recentemente è stato istituito il 118 nella nostra pro-vincia e ciò per un Foggiano verace come me, è senz’al-tro fonte di orgoglio. Ma quale sarà il ruolo del Traspor-to Neonatale nell’ambito di tale Servizio territoriale? Personalmente credo che, dall’integrazione di un nuovo Servizio istituzionalizzato con la decennale esperienza di Neonatologi nell’ambito del trasporto ed emergenza neonatale, non può che scaturirne un proficuo vantag-gio per tutta la popolazione. Comunque, per concludere, mi sia consentito ancora di ricordare quale dramma rappresenta il trasporto neona-tale per una neo-famiglia che si vede allontanare il pro-prio figlio per motivi di salute. Un valido servizio di tra-sporto non può prescindere da questo importante aspet-to: l’umanizzazione delle cure deve iniziare già al mo-mento del prelevamento del neonato, per permettere un sereno ingresso dei genitori in un mondo nuovo, quello della Terapia Intensiva Neonatale. Sono questi gli argo-menti che ci terranno compagnia in questi due giorni, trattati da colleghi di regioni da tempo approdate all’isti-tuzione dello STEN, con modelli organizzativi a volte diversi, ma certamente, come citava il Prof. Macagno nell’introduzione al libro “Il trasferimento neonatale”, da noi pubblicato (Verduci Editore), “l’organizzazione

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del trasporto si rivela un momento fortemente aggregan-te tra gli operatori dei punti di nascita e rappresenta un ottimo volano nella diffusione delle conoscenze e que-sto può risultare utile nell’aggiornamento permanente e nell’acquisizione di nuove competenze a vantaggio della popolazione più debole: il neonato critico”.

Per valutare lo stato assistenziale nel Reparto, riportiamo l’in-tervista al dr. Rinaldi, pubblicata su “La Grande Provincia”, del 15 aprile 2003:

“Obiettivo: umanizzare la cura. “Fondamentale è creare un ambiente sereno”. Il Reparto di neonatolo-gia di Foggia è una struttura all’avanguardia nella cura e l’assistenza ai nati prematuri. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Rinaldi direttore della Struttura di Patologia Neonatale e Terapia Intensiva del Policlinico foggiano. Su cosa si basa principalmente l’attività del repar-to di Neonatologia? Tutta la nostra attività è tesa naturalmente a migliorare la sopravvivenza di neonati che vengono alla vita con un peso molto basso, ovvero intorno al chilo e mezzo o addi-rittura inferiore al chilo, pertanto cerchiamo di dare lo-ro tutta l’assistenza possibile affinché in futuro possano avere una buona qualità della vita. Spesso questi neonati sono il frutto di gravidanze difficili, portate avanti dal-la coppia con estrema difficoltà, quindi puntiamo mol-to sull’umanizzazione delle cure, fattore fondamentale per dare serenità a quei genitori magari traumatizzati dall’evento della nascita di un bambino piccolissimo di appena 500 grammi.Qual è l’indice di sopravvivenza dei neonati che nascono così prematuri? Ormai questi bimbi fanno parte della storia: l’indice di vivibilità che prima era a 26 settimane di età gestazio-nale, attualmente è sceso a 24 e addirittura anche a 23

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settimane. Parliamo quindi di neonati di cinque mesi, quelli che per legge italiana sono considerati “prodot-ti abortivi”.La sopravvivenza può essere esente da “danni”?Immediatamente noi garantiamo assistenza ventilatoria (per consentire poi ai bambini di avere un’autonomia re-spiratoria) e nutrizionale (anche attraverso il latte mater-no, arricchito, donato alla Banca del Latte Umano). Suc-cessivamente valutiamo l’eventuale danno neurologico, sempre in agguato, e per questo li monitoriamo attenta-mente e costantemente attraverso l’ecografia cerebrale ed altre indagini. Siamo dotati anche di un ottimo ambula-torio di ecografia per la lussazione congenita dell’anca e le patologie renali. Inoltre, ci avvaliamo in particolar mo-do della collaborazione dei colleghi oculisti nel monito-raggio del danno che potrebbe verificarsi a carico della re-tina. In questo caso si eseguono trattamenti con la laser terapia e con la crioterapia e credo che la Scuola di Ocu-listica di Foggia, diretta dal prof. Delle Noci sia tra i po-chi centri in Italia ad eseguire questo tipo di interventi. Tuttavia, con il miglioramento dell’assistenza ventilato-ria, che può essere convenzionale, oscillatoria e, a bre-ve, anche all’ossido nitrico, si è ridotto di molto il nume-ro di bambini che vanno incontro a queste affezioni visi-ve. Sono circa trent’anni che svolgiamo attività assisten-ziale e devo dire che l’indice di sopravvivenza dei neona-ti del nostro centro è abbastanza buono, tant’è che è alli-neato ai centri maggiormente qualificati non solo in Ita-lia ma anche all’estero. Ultimamente sono in corso degli studi in collaborazione con il prof. Franco Bagnoli, Di-rettore dell’Unità di T.I.N. di Siena tesi a valutare i pos-sibili ed eventuali rapporti che intercorrono tra affezioni materne e nascita prematura. I bambini, dopo le “dimissioni”, necessitano sem-pre di essere seguiti?Una volta nati, con o senza problemi, vengono comun-

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que seguiti a lungo termine e per questo c’è un’unità che si occupa appositamente del follow-up. È importan-te per i genitori avere un punto di riferimento a cui ri-volgersi per trovare soluzioni a eventuali problemi fu-turi. In questo campo siamo un centro all’avanguardia, basti pensare che i nostri dati lo scorso anno sono stati portati in un congresso nazionale di Neonatologia, nel corso del quale la struttura di Patologia Neonatale e Te-rapia Intensiva foggiana è stata presa come modello di assistenza a distanza. Un altro dei punti qualificanti è il nostro trasporto neonatale, partito alla fine degli an-ni ’70 come unico centro regionale, tutt’ora tale, creato per prelevare in tutta la regione quei bambini che nasco-no improvvisamente in reparti non attrezzati, per una terapia intensiva. Adesso questo trasporto dovrebbe ri-entrare anche nell’ambito del 118 e mi pare che la regio-ne Puglia si stia orientando a estendere il nostro model-lo organizzativo alle altre aziende provinciali.

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Quali sono le situazioni più frequenti che colpisco-no i neonati prematuri?Sicuramente la estrema immaturità di tutti gli organi, e in particolare dell’apparato respiratorio. È indispen-sabile quindi intervenire tempestivamente per sopperi-re a queste situazioni di deficit. Al proposito, siamo stati i primi in Italia ad utilizzare un tipo di farmaco tensio-attivo e ad elaborare dei protocolli assistenziali. I nostri bambini sono entrati a far parte di uno studio che suc-cessivamente ha consentito alla ditta del farmaco la sua commercializzazione, autorizzata sia dal Ministero che dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma siamo anche punto di riferimento per le patologie chirurgiche: da tempo svolgiamo un’attività dipartimentale, seppu-re non ancora riconosciuta a livello amministrativo, in quanto collaboriamo strettamente con le sale parto e con tutti gli altri operatori sanitari che agiscono nella sfera della medicina neonatale”.

Incontro conviviale del personale del Reparto

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iii Corso inTerregionAle di riAniMAzione neonATAleFoggiA

Per illustrare i contenuti e le motivazioni del Corso di rianima-zione, tenutosi il 24 e 25 aprile, leggiamo l’articolo de “La gran-de Provincia”, del 23 aprile 2003:

“Il protocollo didattico dell’Accademia Americana di Pe-diatria per le sale parto. Si svolgerà domani e dopodo-mani, presso l’Aula Magna dell’Università di Foggia, il III Corso Interregionale di Rianimazione Neonatale ri-servato a 36 partecipanti delle regioni Puglia e Basili-cata. Il Corso è accreditato al programma di formazione nazionale “Educazione Continua in Medicina”, e rien-tra nel piano strutturale della Società Italiana di Neo-natologia, il cui scopo è finalizzato a creare uno staff di esperti in grado di fornire assistenza completa ai neona-ti nel momento dell’adattamento alla vita extrauterina. “In tutte le città d’Italia deve essere garantita la stessa attesa di vita a tutti i bambini” – spiega Giuseppe Ri-naldi, coordinatore per l’Italia Meridionale del program-ma, nonché direttore della struttura di Patologia Inten-siva Neonatale del Policlinico del capoluogo. “Abbiamo già provveduto a formare gli istruttori regionali, ades-so tocca ai provinciali – continua – è necessario dare la possibilità a tutto il personale di assistenza di sala parto di conoscere le manovre di rianimazione neonatale. Solo in questo modo sarà possibile dare un’adeguata e ugua-le assistenza a tutti i bambini che necessitano di cure spe-cifiche e tempestive”. Importato nel nostro territorio ne-gli anni novanta e poi esteso a tutte le regioni con l’indi-viduazione di tre responsabili per il Nord, il Centro e il Meridione, il Corso Interregionale di Rianimazione Neo-natale nasce su iniziativa dell’illustre Accademia Ame-ricana di Pediatria, che ha provveduto altresì a stilare il programma e ad elaborare il corso nelle sue varie fasi.

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Durante le lezioni sono previste attività ed esercitazio-ni pratiche come, ad esempio, la ventilazione con pallone e maschera, il massaggio cardiaco esterno, l’intubazio-ne endotracheale e test di autovalutazione della capaci-tà pratica di ogni corsista. Il ricco programma sarà con-cluso dalla relazione del presidente del corso dr. Rinaldi che provvederà ad illustrare le problematiche, anche in relazione agli aspetti etici”. (Mariella Bulso)

Tale Corso Interregionale è stato ripetuto a Lecce, il 9 e 10 ot-tobre 2003.

9° Congresso nAzionAle soCieTà iTAliAnA di neonATologiAnApoli

Il Congresso è stato organizzato dal prof. Franco Macagno, dal 21 al 24 maggio 2003, presso il Centro Congressi Hotel Conti-nental-Castel dell’Ovo di Napoli. Dal giornale “Stampa Sud”, del 22 maggio 2003, riportiamo:

“Al 9° Congresso Nazionale della Società Italiana di Ne-onatologia, che si svolgerà a Napoli dal 21 al 24 maggio prossimo, sarà il Direttore della Struttura di Neonata-logia e Terapia Intensiva Neonatale degli “OO.RR.” di Foggia, dott. Giuseppe Rinaldi, a presentare l’indagine conoscitiva nazionale sul servizio di trasporto neonata-le presso le T.I.N. italiane nell’anno 2002, elaborata con i dati raccolti in 102 centri su 108, in collaborazione con l’analoga struttura dell’Ospedale “S. Giovanni Calibita - Fatebenefratelli” di Roma. Sarà anche presentato il rapporto sullo stato di attuazio-ne del trasporto neonatale di emergenza (STEN) nella regione Puglia e comunicazioni:

“L’ospedale tradizionale visitato dall’UNICEF: espe-- rienza dell’Azienda foggiana”.

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“Grave anemia neonatale causata da massiva trasfu-- sione feto-materna: è prevedibile?”.

“Isoimmunizzazione tipo KELL: causa rara di ascite - fetale”.

“Idrotorace come complicanza della cateterizzazione - della vena giugulare esterna”.

“Differenze sessuali nell’outcome dei VLBW: è an-- cora presente lo svantaggio del sesso maschile?”.

- “Eventi antecedenti la diagnosi di pneumotorace nei neonati con assistenza ventilatoria: studio caso-con-trollo”.

- “Stenotrophomonas Maltophilia: un germe emer-gente”.

Interessante anche il lavoro sulla “Comunicazione infer-mieri-medici-genitori: vissuto a distanza di tempo”, che evidenzia la necessità dell’accoglimento in corsia dei ge-nitori dei bambini ricoverati, e delle madri in particola-re, introducendo la metodica della CARE e spingendo il personale ad una maggiore attenzione non solo ai bisogni psichici e fisici del bambino ma anche ad una maggiore sensibilità verso le esigenze della madre. Il dott. Giusep-pe Rinaldi sarà poi a Padova, il 30 maggio, invitato al “Convegno sul trasporto del neonato critico nella regione Veneto”, dove terrà l’illustrazione dell’indagine sul trasporto neonatale in Italia nell’Aula Magna del Di-partimento di Pediatria dell’Università di Padova”.

ConVegno “up-dATe in neurologiA neonATAle”TArAnTo

Il 28 giugno 2003, presso il Centro Congressi Circolo Ufficiali M. M., organizzati dal dr. Vitacco, si tenne il Convegno su “Up date in Neurologia Neonatale”. Il dr. Rinaldi partecipò in qualità di relato-re su “Il parto pretermine: problemi ostetrici e neonatologici”.

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ConVegnoneonATo preMATuropesCArA

Il 6 settembre 2003, organizzato dal dr. Vincenzo Angelozzi, Direttore dell’U.O. di Neonatologia e TIN di Pescara, si tenne presso l’Aula Magna dell’Ospedale “S. Spirito” un Convegno su “Il neonato prematuro tra ospedale e territorio”. Al dr. Ri-naldi fu assegnata la Lettura Magistrale su “Follow-up neuro-comportamentale longitudinale del prematuro asfittico”.

59° Congresso nAzionAle dellA soCieTà iTAliAnA di pediATriAroMA

Presso l’Hotel Cavalieri Hilton, dal 27 settembre al 1 ottobre 2003, si tenne a Roma il 59° Congresso Nazionale della Socie-tà Italiana di Pediatria (S.I.P.) con la presidenza del prof. Fran-cesco Tancredi.

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Congresso nAzionAleproBleMi MediCo-legAliFoggiA

Il Convegno organizzato dalla Struttura di Patologia e Tera-pia Intensiva all’Ordine dei Medici, il 3 e 4 ottobre, così vie-ne descritto dalla stampa. Dalla “Grande Provincia” del 2 ot-tobre 2003:

“Medici e Magistrati a confronto sull’assistenza neona-tale. Rinaldi: “Non si accetta più che un bambino pos-sa morire“.La responsabilità medico-legale nell’assistenza ostetri-ca e neonatale, lo scottante argomento al centro del con-vegno nazionale che si terrà domani a Foggia. Medici, Pediatri, Magistrati e Legali provenienti da tutta Ita-lia, oltre che ai responsabili delle associazioni italiane di Pediatria, di Neonatologia e di Medicina Perinatale fa-ranno il punto sui problemi medico-legali, quindi sul-la responsabilità professionale, e discuteranno la validi-tà delle principali linee guida in Ostetricia e Neonatolo-gia. Organizzato dalla struttura di Patologia e Terapia Intensiva Neonatale degli Ospedali Riuniti, diretta da Giuseppe Rinaldi, l’evento si svolgerà presso l’Audito-rium dell’Ordine dei Medici. “In un momento particolare come questo – spiega Rinal-di – in cui la medicina è diventata particolarmente pu-nitiva nei confronti dei medici, è arrivato il momento di fare chiarezza. Oggi la mentalità della gente è cambiata: mentre in passato si accettava quasi con rassegnazione l’ineluttabilità di una malattia, oggi non si accetta più che un bambino possa morire o che delle terapie non pos-sano funzionare. C’è una sorta di accanimento nei con-fronti dei medici e li si vuole colpevolizzare ad ogni co-sto. Se fino a non molto tempo fa i neonati di 23 o 24 set-timane non sopravvivevano, attualmente, grazie al mi-glioramento tecnologico, riusciamo ad assistere bambini

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per il quali mai prima si sarebbe tentata una rianimazio-ne. Quindi si è avuto un aumento della sopravvivenza e, in maniera parallela, anche un aumento dei problemi neurologici – aggiunge. A questo punto bisogna chiarire in che modo e fino a che punto si può e si deve interveni-re per risolvere le varie problematiche assistenziali”. Problematiche che oggi hanno posto forti interrogativi di tipo legale, etico, sociale e clinico a livello mondiale, a cui ancora non si riesce a dare una risposta definitiva ed univoca. Dallo studio europeo “Euronic”, ad esempio, è emerso che anche in Gran Bretagna e Olanda, i compor-tamenti dei medici e del personale paramedico nei con-fronti dei limiti della vivibilità e dell’assistenza neona-tale è differente anche tra i diversi componenti dell’equi-pe assistenziale all’interno degli stessi reparti di terapia intensiva. Medici che, spesso, devono fare i conti anche con i parenti dei pazienti, per i quali deve essere tenta-ta ogni strada per garantire la sopravvivenza ai loro ca-ri. “È un problema mondiale – conclude Rinaldi. Anche in America c’è la medesima situazione. È insorta una nuova medicina, per l’appunto punitiva, perché nessu-no più è disposto ad accettare la malattia e le sue even-tuali complicanze. Basti pensare che l’ospedale di Trie-ste oggi non trova più un’assicurazione a coprirlo a cau-sa di queste problematiche”. In particolare, dei problemi medico-legali in tema di pre-venzione del danno feto-neonatale, si discuterà nella ses-sione presieduta dal professor Carrieri, con relazione sul-le possibilità e limiti degli attuali metodi per la valuta-zione della sofferenza fetale, con il punto di vista del me-dico legale, Aristide Norelli di Firenze, e del magistrato, Rocco Blaiotta di Roma. Presenterà il convegno il prof. Giulio Bevilacqua, Presidente della Società Italiana di Medicina Perinatale.” (Mariella Bulso)

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Dall’articolo de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, uscita alcu-ni giorni dopo:

“Eutanasia neonatale. Nessuno può decidere di un fe-to malformato”. “Un atteggiamento di tolleranza nei confronti della sop-pressione dei neonati portatori di handicap, ancor di più, la legalizzazione di tale prassi, oltre a costituire obietti-vamente una biasimevole pratica selettiva, potrebbe at-tenuare il dovere di solidarietà sociale verso i portatori di handicap e le loro famiglie”: è quanto afferma Giuseppe Rinaldi, primario del Dipartimento Materno-Infantile degli Ospedali Riuniti, organizzatore di un seguitissimo meeting sulle cure terminali del neonato. Un argomen-to delicato e complesso che ha sollevato un dibattito oltre l’incontro svoltosi qualche giorno fa. Di qui l’interven-to di Rinaldi. “I neonati – dice il medico – debbono esse-re oggetto di particolarissime e fermissime tutele, vanno difesi come soggetti deboli contro tutte le indebite preva-ricazioni nei loro confronti, che minacciano il diritto alla vita e alla salute. D’altra parte, per impedire che l’azio-ne medica si trasformi in accanimento, occorre che la de-cisione di interrompere i trattamenti sia riservata solo quando essi risultino futili, non proporzionati e privi di alcuna prospettiva terapeutica per il paziente”. Il pensiero sulla rianimazione in sala parto: “Al mee-ting – puntualizza Rinaldi – è stato ribadito più volte che in ordine al diritto di nascere nessuno può sentirsi legittimato a decidere della vita del feto “vitale” ancor-ché malato o malformato o presumibilmente destinato a cattiva qualità di vita extrauterina, come in tale senso già si esprime la legge 194/78”. Insomma «il concetto di “qualità della vita” è estremamente soggettivo – ag-giunge Rinaldi – e nessuno si può arrogare il diritto di decidere se la vita di una persona sarà degna di essere vissuta o meno, tanto più che alla nascita di un neona-

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to prematuro di tutto si può essere certi tranne che della prognosi». E quindi è vero che «chi cura i neonati è più esposto a rischio di denunce – conclude il primario – ma non esiste “una vita non giusta” e ogni nato ha diritto alle cure, così come ogni famiglia di persona disabile ha già dalla nascita diritto alla massima assistenza da par-te della società e dello Stato». (Anna Langone)

sTudio rAdAr

In questo periodo si concludeva lo studio RADAR, diretto dal prof. Giovannini, di tipo osservazionale, prospettico e longitu-dinale che ha coinvolto 9 centri pediatrici di terzo livello (tra cui Foggia) sulla valutazione della “Patologia respiratoria in bambini ospedalizzati nei primi due anni di vita per infezio-ni virali delle basse vie respiratorie: 1 anno di follow-up”. (Mi-nerva Pediatrica, vol. 55, pp. 1-7, 2003)

inConTro di neonATologiAsAn gioVAnni roTondo

Organizzato dal dr. Luigi Gatta, Direttore dell’U.O. Neonato-logia e TIN Ospedale I.R.C.C.S. “Casa Sollievo della Sofferen-za”, si tenne nei giorni 10, 11 ottobre2003, un Incontro di Ne-onatologia su “La prevenzione della patologia e la promozio-ne della salute del bambino”. Il Gruppo foggiano, con il dr. Di Gianni, relazionò su “Il trasporto neonatale di emergenza in Puglia oggi”.

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Corso di ForMAzione“ACCrediTAMenTo Funzione neonATologiCA”BAri

Con la presidenza della prof.ssa Mautone e del dr. Rinaldi, il 18 ottobre 2003, il Gruppo di Studio Qualità delle Cure in Neo-natologia (Zanini, Maccabruni, Pugni e Marangone), organiz-zò a Bari, presso l’Hotel Sheraton, un Corso di Formazione per l’utilizzo del Manuale “Accreditamento volontario della fun-zione neonatologica”. Il corso, a numero chiuso (30 neonato-logi/pediatri), fornì le conoscenze di base sulla Qualità in am-bito assistenziale e fornì la possibilità di applicazione del Ma-nuale nelle Neonatologie.

MeeTing regionAledAnno neurologiCoFAno

Il dr. Rinaldi partecipò come relatore (“Follow-up longitudina-le del neonato a rischio”) al Meeting regionale tenutosi a Fano il 30/10/2003, organizzato dal prof. Carnielli su “Danno neu-rologico da asfissia perinatale”.

neW Trends in neonATologYBrindisi

Anche nell’anno 2003 il dr. Latini organizzò, dal 20 al 22 no-vembre, presso il Centro Congressi Grand Hotel, tenuto a Mo-reno (Mesagne), un Convegno su “New trends in Neonatolo-gy”, con la partecipazione di esperti relatori stranieri e di re-sponsabili neonatologi delle Terapie Intensive pugliesi.

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ii Corso TeoriCo-prATiCo residenziAleroMA

Organizzato dal prof. M. Orzalesi, Direttore del Dipartimento di Neonatologia Medica e Chirurgica, si tenne a Roma, pres-so l’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”, il II Corso Teorico-Pratico Residenziale per medici ed infermieri su “Servizio di trasporto ed emergenza neonatale (STEN)”. Le relazioni della prima giornata furono tenute da: dr. Gente (“Venti anni di sto-ria dello STEN”), dr. Di Lallo (“Epidemiologia dello STEN”), dr. Agostino (“Valutazione dello STEN da parte dell’utente”), dr. Rinaldi (“Lo STEN in altre regioni”), dr. Seganti (“Sistema informativo e cartella clinica del trasporto”) e dr.ssa Guadagni (“Farmaci per emergenze e rianimazione”).

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Corso di AggiornAMenToil neonATo preMATuroACQuAViVA delle FonTi

Il dr. Luigi Esposito riunì i Neonatologi pugliesi il 9 dicembre 2003 ad Acquaviva delle Fonti (Ba), per un Corso di Aggiorna-mento per medici ed infermieri su “Il neonato prematuro: le sue sequele e le sue opportunità”. In tale occasione furono ef-fettuate le votazioni per l’elezione del nuovo Consiglio Diretti-vo Regionale S.I.N.: il dr. Vitacco venne eletto presidente.

Corso “AppropriATezzA e MAnAgeMenT per direzione u.o.”MilAno

Dall’1 al 5 marzo 2004, il dr. Rinaldi prese parte al Corso “Ap-propriatezza e management per la direzione di Unità Operati-va”, organizzato dalla Scuola di Direzione Aziendale dell’Uni-versità “Luigi Bocconi” di Milano, per la Società Italiana di Neonatologia.

pediATriC CArdiAC surgerYBAri

Il 27 marzo 2004, presso la Villa Romanazzi, si tenne a Bari un evento congressuale che raccolse Cardiochirurghi, Neonato-logi, Patologi ed Intensivisti per affrontare il problema delle cardiopatie ad indicazione chirurgica del bambino pretermine. Organizzato dal prof. Paolo Arciprete, Direttore della Cardio-chirurgia Pediatrica dell’Ospedale Giovanni XXIII, il congres-so “The Premature baby: an increasing challenge for Pediatric Cardiac Surgery”, vide la partecipazione del dr. G. Rinaldi co-

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me chairmen, mentre i dottori M. Rinaldi e G. Maffei relazio-narono su “The Immature lung”.

3° Corso TeoriCo-prATiCo per MediCi ed inFerMieriCAMpoBAsso

Nei giorni 22, 23 aprile 2004, organizzato dal dr. A. Vendem-miati, Direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’Azien-da Ospedaliera, a Campobasso si riunì il Gruppo di Studio “Il dolore del neonato” per il 3° Corso Teorico-Pratico Residen-ziale “Aiutami a non soffrire”. Il Gruppo si propose di divul-gare le conoscenze raggiunte sulla sofferenza determinata dal dolore, sui danni, anche irreversibili, che provoca nel neona-to e sulle possibilità che esistono per limitarne gli effetti. Il dr. Rinaldi moderò la seconda Sessione con le relazioni del prof. Ferrari (“Dolore e stress”), della dr.ssa Fede (“Assistenza allo sviluppo neurocomportamentale del neonato in terapia inten-siva”), della dr.ssa Pugliese (“Esperienza e contenimento del dolore nella TIN”) e della dr.ssa Gaiani (“Dolore nel tempo – tempo del dolore”).

Corso di AggiornAMenTo sull’eMergenzA-urgenzATArAnTo

Il 15 maggio 2004, presso l’Auditorium Masseria Vaccarella (Ta-ranto), si tenne un Corso di Aggiornamento sulle “Linee gui-da e percorsi diagnostico-terapeutici nell’emergenza-urgen-za pediatrica”. Nella sessione neonatologica, con la presiden-za del prof. L. Castaldi, si alternarono come oratori, tra gli al-tri, il prof. Simeoni (Marsiglia) sulle “Emergenze respiratorie neonatali” ed il dr. Rinaldi sulle “Emergenze-urgenze neona-tali da sepsi”.

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10° Congesso nAzionAlesoCieTà iTAliAnA di neonATologiAMAnToVA

Con la presidenza del prof. Giorgio Rondini, dinamico e in-stancabile organizzatore, si tenne a Mantova, dal 16 al 19 mag-gio 2004, il 10° Congresso Nazionale della Società Italiana di Neonatologia (SIN). In una città stupenda, con qualche disa-gio alberghiero, vista la notevole affluenza di partecipanti, nel-la Sessione dedicata alle attualità, si alternarono il dr. Rinaldi (“La stabilizzazione ed il trasporto del neonato critico”), il dr. Zanardo (“Taglio cesareo elettivo a termine: implicazioni per il neonato”), il prof. Marseglia (“Uso degli idrolisati di riso”), il prof. Chirico (“Oligo elementi nel neonato”) ed il dr. Agosti (“Vitamina K e malattia emorragica”).Il Gruppo foggiano presentò le seguenti comunicazioni:

“Weaning from assisted ventilation of the VLBW” (G.F. - M. Maffei, M. Rinaldi, G. Popolo, R. Magaldi e G. Rinal-di).“Stato di attuazione dello STEN in Puglia” (G. Rinaldi, - A. M. Di Gianni, G. Popolo, G. Montrone, G. Villani, M. Rinaldi, G. F. Maffei, L. Taurino, G. Minelli, R. Litta, G. Marciello e R. Magaldi).“Sepsi nei VLBW: un’analisi degli ultimi quattro anni” - (L. Taurino, A. M. Di Gianni, R. Magaldi, R. Antonetti, A. Di Taranto, G. Montrone, M. Rinaldi e G. Rinaldi).

Corso di ForMAzione ConTinuA in pediATriAFoggiA

Il 26 giugno 2004, presso l’Ordine dei Medici di Foggia, in col-laborazione con i Pediatri di famiglia, il dr. Rinaldi organizzò, con il suo Gruppo (Marciello, Di Gianni, Minelli, M. Rinaldi e Magaldi) un Corso di Formazione Continua su “Danno peri-natale, precocità e modalità dell’intervento riabilitativo. La ria-

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bilitazione cognitiva”. Con la collaborazione del prof. Alberti-ni, i relatori avviarono una riflessione sul bambino con danno perinatale, che coinvolse molti operatori, i quali, con diverse modalità di intervento, gestiscono le numerose problematiche sollevate da tali quadri.

MeeTing TreATMenT oF HYdronepHrosisFoggiA

Il 28 e il 29 giugno 2004, a Foggia, venne organizzato, dal prof. Bartoli, Direttore della Cattedra di Chirurgia Pediatri-ca dell’Università di Foggia, il 2nd UPDATE MEETING ON “PHYSIOPATHOLOGY AND TREATMENT OF HYDRONE-PHROSIS IN PEDIATRIC AGE”, con il contributo anche dei dottori Rinaldi e Villani.

ConVegno pugliA pediATriAMArinA di osTuni (Br)

Nei primi giorni di luglio 2004 (1-2-3) le società SIP, SIMEUP, SIN Puglia riunirono, ad Ostuni, presso il Grand Hotel Rosa Marina, la Pediatria pugliese. Nella Sessione SIN, con presiden-te Giorgio Rondini, parteciparono il dr. Rinaldi (“Il trasporto neonatale in Puglia”), il dr. Stronati (“Cytomegalovirus in età neonatale”), il dr. Laforgia (“Sviluppo neurologico nei VLBW”) e la caposala Tagliente (“La CARE del neonato”).

60° Congresso soCieTà iTAliAnA di pediATriAnApoli

Dal 30 settembre al 4 ottobre 2004, presso la Mostra d’Oltrema-re, si svolse a Napoli il 60° Congresso Nazionale della Società

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Italiana di Pediatria (SIP), con la presidenza del prof. Franco Tancredi. Il Comitato Organizzatore designò il dr. Rinaldi qua-le Discussant della Sessione di “Aggiornamenti in tema di te-rapia intensiva, con discussione di Poster selezionati e comu-nicazioni di giovani ricercatori”. Il Gruppo foggiano presentò:

“Mortalità ed outcome respiratorio pre-dimissione nei - VLBW di peso appropriato e piccoli per età gestaziona-le” (G. F. Maffei, R. Magaldi, G. Popolo, G. Montrone, R. Litta, G. Rinaldi).“Tamponamento cardiaco: possibile emergenza neona-- tale” (G. Popolo, M. Rinaldi, G. F. Maffei, R. Magaldi, G. Rinaldi). “Mortalità neonatale precoce (MNP): considerazioni in - rapporto al servizio di trasporto ed emergenza neonata-le” (G. Rinaldi, R. Magaldi, G. Popolo, A. M. Di Gianni, M. Rinaldi e G. Villani).“Follow-up longitudinale a 7 anni dei VLBW: esiti neuro-- logici, cognitivi e scolastici” (R. Litta, L. Taurino, G. Mi-nelli, M. Iliceto, G. Marciello, M. Rinaldi, A. M. Di Gian-ni e G. Rinaldi).“Epidemiologia delle cardiopatie congenite presso gli - OO.RR. di Foggia negli anni 2001-2003” (M. Rinaldi, F. Palma, A. Candela, A. Cella, P. Arciprete, R. Ieva e M. Di Biase).“Ruolo dell’ecocardiografia tridimensionale live (3D) nel-- la diagnosi del canale atrio-ventricolare” (M. Rinaldi, R. Ieva, M. Correale, M. De Biase e G. Rinaldi).

Riportiamo la testimonianza del Dott. Matteo Rinaldi.

Estate 1999… trent’anni compiuti da poco… Bologna, i colli, i giardini Margherita, le osterie ma anche il “Sant’Orsola” con la sua Terapia Intensiva Neonata-le, gli “strutturati”, gli specializzandi, i medici fre-quentatori ed io con il mio dottorato di ricerca in Medicina Materno Infantile e dell’Età Evolutiva…

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Si preparano studi nazionali con altri colleghi, si va a congressi, si sostituisce “a tempo perso” qualche pediatra di famiglia e poi,un giorno, suona il telefo-no ed ecco l’offerta fatta dai colleghi pugliesi.Tutto cambia: lasciare Bologna, i tanti amici e colle-ghi e tra questi non posso non citare il per me im-pareggiabile prof. Salvioli.Rieccomi così in Puglia: pochi mesi trascorsi pres-so la Neonatologia di San Giovanni Rotondo, finché il 13 dicembre 1999 sono assunto presso la Divisio-ne di Patologia Neonatale e Terapia Intensiva degli “Ospedali Riuniti” di Foggia.Vi risparmio il noioso ripetersi di domande del tipo “Tu sei il figlio del Primario… ma come fai?!” ecce-tera… La fortuna (ma probabilmente non si è trat-tato solo di fortuna) vuole che nel giro di pochi me-si mi trovo inserito a pieno titolo in tante attività di reparto, dal Trasporto Neonatale di cui avevo tan-to sentito parlare fino ad essere responsabile di vari studi nazionali ed internazionali. Sicuramente uno dei ricordi più belli riguarda la collaborazione tra-mite video-conferenza con i colleghi della Cardio-Chirurgia di Bari. I dubbi professionali erano tan-ti: andrò in un centro dove potrò crescere? Sarò ben visto dai colleghi? Avrò ancora contatti con il resto del mondo? Mi faranno scontare le “angherie” del primario? Ma nel giro di poco tempo i miei dubbi vengono fugati.Inoltre, in contemporanea alla mia assunzione in re-parto, prendeva l’avvio l’Università con il corso di Laurea di Medicina: iniziò così con il prof. Pettoel-lo-Mantovani una collaborazione che, ancora oggi, mi permette di svolgere le Lezioni di Neonatologia al Corso di Laurea in Medicina (quanto tempo era passato da quando accompagnavo il prof. Salvioli per proiettargli le diapositive sulle vaccinazioni!).

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Oggi, dopo dieci anni, tante cose sono cambiate, tante persone sono andate vie (tra i miei ricordi più cari, l’ultimo pomeriggio lavorativo del dott. Naza-rio Nargiso), tanti i suggerimenti ricevuti, tante le esperienze che oggi fanno di me un medico fiero e orgoglioso di occupare questo posto in parte temu-to. Pochi i rimpianti che mi lascio alle spalle perché sostituiti ogni giorno dall’entusiasmo, dalla voglia di fare e di dare sempre di più per questo reparto che faceva parte della mia vita… forse da sempre.

AggiornAMenTo inTerdisCiplinAresAn gioVAnni roTondo

Il dr. Rinaldi diresse il corso di “Aggiornamento Interdiscipli-nare di Neuroradiologia Pediatrica e Neonatale”, organizzato a S. G. Rotondo (FG), nei giorni 22 e 23 ottobre 2004, presso la Sala Congressi I.R.C.C.S. “Casa Sollievo della Sofferenza”. Il corso fu finalizzato all’aggiornamento continuo professiona-le degli Operatori Professionali che operano prevalentemente in strutture dotate di reparti di Pediatria e Neonatologia, con particolare riferimento alle tecniche di indagine in diagnostica per Immagini in Neuroradiologia.Una delle Letture Magistrali fu tenuta dal dr. Rinaldi (“Miglio-ramento delle capacità organizzative e del livello di integrazio-ne e di responsabilizzazione degli operatori”).

giornATe su “urgenze-eMergenze”orosei (nu)

Durante le giornate su “Urgenze-Emergenze” nel neonato e nel bambino, tenutesi a Orosei (Nuoro), dal 22 al 23 ottobre 2004,

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nell’ambito della Sessione riguardante il trasporto neonatale, si ebbe un interessante confronto sulla realtà esistente in Russia ed in Italia, relatori: prof. S. P. Shepetkov ed il dr. Rinaldi.

La organizzazione nazionale e territoriale del trasporto neona-tale fu ripresentato alle V Giornate Neonatologiche Casertane, organizzate dal dr. Luigi Falco, nei giorni 5 e 6 novembre 2004 ed al convegno “Moderna assistenza gravida-neonato”, tenu-tosi a Lagonegro il 27 novembre. In tale occasione il dr. Rinaldi presentò un’ipotesi di trasporto per la regione lucana.

ConVegno di endoCrinologiA perinATAlesienA

Nei giorni 25 e 26 novembre 2004, organizzato dal prof. Bagno-li, si tenne a Siena un convegno sull’endocrinologia perinatale. La Sessione riguardante il ruolo degli ormoni sull’apparato re-spiratorio fu moderata dai dottori G. Rinaldi e O. S. Saia. I dot-tori M. Rinaldi e R. Magaldi presentarono alcune comunicazio-ni e Poster frutti della collaborazione con i colleghi della clinica senese e delle TIN di Bergamo, di Torino e di Milano.

capitolo vii

sinTesi dell’ATTiViTà del CenTro

ulTiMi Anni e Congedo

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Per una valutazione dell’attività dei medici del Reparto di Terapia Intensiva Neonatale, nel 2005, riprendiamo un’in-

tervista fatta al dr. Rinaldi dalla giornalista Tiziana Daniello e pubblicata sul “Corriere del Sud” in data 30 marzo.

doVe nAsCe il FuTuroun CenTro di riFeriMenTo inTernAzionAleiMpegnATo A proMuoVere lA ViTA

È un Reparto con una storia assistenziale di oltre 30 an-ni, in cui sono state utilizzate costantemente tutte le no-vità tecniche assistenziali”. Sono le parole del Dr. Giu-seppe Rinaldi, Direttore della Struttura Complessa di Neonatologia-Terapia Intensiva Neonatale. “In questi anni – aggiunge – abbiamo dato vita ad un gruppo di lavoro particolarmente esperto nel quale ogni collaboratore si è impegnato in uno specifico campo dell’assistenza neonatale”.Possiamo parlare di una “scuola foggiana” di neo-natologia competente, dovunque, in tutti i campi assistenziali neonatali?Sicuramente un campo che in particolar modo abbiamo privilegiato è quello dell’assistenza ventilatoria. L’insuf-ficienza respiratoria, dovuta alla carenza di produzione di surfattante (sostanza prodotta da un tipo di cellule polmonari), è una delle problematiche che maggiormen-

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te interessano i neonati prematuri. Il surfattante serve sostanzialmente a tenere distesi gli alveoli polmonari. Primi in Europa, insieme al mio collaboratore Dr. Ro-sario Magaldi, abbiamo sperimentato circa 20 anni fa, in uno studio multicentrico, l’uso del surfattante d’ori-gine animale, suino, prodotto dalla Ditta Chiesi di Par-ma. Con questo farmaco e con la tecnologia avanzata di cui siamo attualmente dotati (ventilazione sincronizza-ta, ventilazione ad alta frequenza, e possibilità d’uso, se necessario, in associazione anche dell’ossido nitrico, va-sodilatatore specifico dei vasi polmonari) diamo la pos-sibilità ai neonati di respirare meglio. L’aspetto assisten-ziale respiratorio è affidato ai Dr. Giuseppe Popolo e Gianfranco Maffei. Parliamo di neonati anche al di sotto delle 25 settimane di vita. Siamo riusciti a dare possibilità di sopravvivenza a neonati che per la legge sono prodotti abortivi; sono neonati di soli 160 giorni, e per la legge italiana prodotto abortivo è un feto con età inferiore a 180 giorni. Un altro campo di nostro interesse è quello legato all’at-tività dell’ambulatorio di Follow-up diretto dalla Dr.ssa Rosangela Litta, che per un anno intero, circa 15 an-ni fa, è stata in comando in America presso l’Universi-tà di Cleveland, dalla Prof.ssa Hack, maestra mondia-le del follow-up neonatale. L’ambulatorio segue il desti-no dei neonati a rischio, sostenendo le famiglie in tutto il percorso successivo alla nascita specie, quando com-paiono problemi: i genitori possono essere accompagna-ti nelle valutazioni che riguardano i fabbisogni di questi piccoli siano essi neurologici, chirurgici, ortopedici, etc. La valutazione del danno neurologico è un altro campo nel quale siamo particolarmente esperti, con una valu-tazione sia strumentale sia dell’indice di intelligenza di questi bambini, supportati dalla presenza della Psicolo-ga, Dr.ssa Maria Rosaria Iliceto, che si dedica esclu-sivamente a questi neonati, già durante la degenza in re-

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parto, ed effettuando, una volta che questi ultimi vengo-no dimessi, una serie di valutazioni psicometriche pro-grammate. Il tutto viene completato dalla presenza di un servizio di ecografia cerebrale, veramente all’avanguar-dia, diretto dalla Dr.ssa Gabriella Marciello, con l’au-silio del Dr. Angelo Mario Di Gianni. Per l’assistenza dei neonati a rischio, la competenza e la responsabilità è affidata al Dr. Rosario Magaldi. Altro campo di nostro interesse è quello delle infezioni prena-tali e postnatali; per questo campo infettivo (molto im-portante per qualsiasi terapia intensiva, neonatale e pe-diatrica o dell’adulto) da anni il Centro, da me diretto, fa parte del Gruppo di studio delle Infezioni Ospedalie-re in Terapia Intensiva Neonatale, coordinato dall’Isti-tuto Superiore di Sanità; la responsabilità è affidata al Dr.ssa Lucia Taurino. La nascita di un bambino con una cardiopatia con-genita sconvolge l’armonia e l’equilibrio familia-re oltre i limiti della gravità della malattia stessa, perché il cuore rappresenta nell’immaginario col-lettivo il fulcro centrale dell’organismo. Qual è al-lora, l’atteggiamento che voi specialisti adottate nel presentare l’evento ai genitori e quali sono le tecniche utilizzate per questa patologia?La prima assistenza viene fatta dal personale medico ed infermieristico del reparto. Tra le prerogative assisten-ziali che ci siamo imposti l’umanizzazione è fondamen-tale: il supporto è dato dal nostro personale e cerchiamo di sostenere i genitori alla notizia di un problema del lo-ro bambino, notizia che sempre in un primo momen-to crea un grave impatto nei familiari. Coordinati dal-la Psicologa, tutto il personale assistenziale si attiva e supporta i genitori perché accettino la diagnosi in mo-do sereno. Responsabile per le cardiopatie congenite è il Dr. Matteo Rinaldi; unitamente all’importante ausilio che viene offerto dai colleghi della cardiologia della no-

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stra Azienda, alcuni dei quali brillantemente preparati, come il Dr. Riccardo Ieva che si occupa della ecografia cardiologica neonatale. Oggigiorno è possibile fare delle valutazioni in tempo reale con videoregistrazione con il centro di Cardiochirurgia e Cardiologia di Bari, diretto dal Prof. Paolo Arciprete.In base a quanto detto finora, quanto è importan-te una diagnosi prenatale?La diagnosi prenatale è fondamentale, perché offre al me-dico e, conseguentemente, ai genitori le migliori infor-mazioni possibili sui rischi della nascita di un bambi-no affetto da un’anomalia congenita o da una malattia genetica, prima della comparsa di sintomi, che possono verificarsi anche dopo alcuni anni. Con la diagnosi pre-coce è possibile programmare anche l’eventuale iter chi-rurgico, come nel caso di situazioni compromettenti la funzionalità renale. Di conseguenza i neonati hanno la possibilità di nascere in un posto adeguato come la no-stra Azienda, ed avere immediatamente idonee cure chi-rurgiche, presso i nostri reparti di chirurgia pediatrica ospedaliera ed universitaria. Ai dr. Gabriele Villani e Gerardo Montrone è affidato lo screening, subito dopo la nascita, dei reni e delle vie urinarie, oltre il follow-up dei pazienti affetti da uropatia malformativa. Come vengono nutriti i neonati prematuri e quelli affetti da patologie?Con l’assistenza e il supporto del personale sia del nido sia della terapia intensiva i nostri neonati usufruiscono del latte materno. Non è mai superfluo sottolineare che il latte materno è fondamentale per la crescita dei neo-nati non solo a termine ma in modo particolare in quelli pretermine. Negli ultimi tempi, circa il 95% di neonati dimessi dal nido sono in allattamento al seno, mentre il 40% di neonati in terapia intensiva prendono latte ma-terno. Al riguardo abbiamo creato una Banca del Lat-te Materno; essa è abbastanza rifornita, non solo, dalle

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mamme dei neonati degenti ma anche da volontari che portano il latte da casa. La responsabilità, del coordina-mento e funzionamento, è delle Dr.sse Giovanna Mi-nelli, per la terapia intensiva, ed Alessandra Campa-nella, per il nido. Quali sono i vantaggi dell’allattamento al seno per la mamma e il neonato?Per il bambino l’allattamento al seno, da un punto di vista psicologico, è molto importante perché accentua il rapporto con la madre. Una madre che riesce a dare il latte al proprio bambino è una mamma che molte volte trova la sua serenità, e questo contatto rafforza l’equi-librio del sistema neurovegetativo del neonato. In lette-ratura è ampiamente descritto il vantaggio dell’allatta-mento al seno anche da un punto di vista intellettivo; i neonati che prendono latte materno presentano, a di-stanza di tempo, un quoziente intellettivo superiore ai neonati che assumono latte artificiale. In sintesi grazie all’allattamento materno viene ridotta una larga gam-ma di patologie. Tiziana Daniello

i Congresso nAzionAle TrAsporTopAlerMo

In occasione del V Corso Internazionale di Fisiopatologia Neo-natale, organizzato a Palermo l’1 e 2 Aprile 2005 dal Dr. Barto-lomeo Spinella, primario del Reparto di Neonatologia Ospeda-le “Buccheri La Ferla Fatebenefratelli”, si tenne anche il I° Con-gresso Nazionale del Gruppo di studio sul Trasporto Neona-tale della SIN. Relatori furono il dr. Labonia sull’umanizzazio-ne del trasporto neonatale, il dr. Messner sui mezzi di traspor-to neontale, il dr. Agostino sulle esperienze del proprio Istitu-to e il dr. Rinaldi sul trasporto neonatale in Italia.

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Riportiamo la testimonianza del dr. Giuseppe Gallo che nei primi 15 anni ha collaborato in maniera decisiva alla vita del Reparto ed in particolare alla nascita del Trasporto Neonata-le in Puglia.

Questa “raccolta di storie” è per me una buona oc-casione per rivedere alcuni passaggi di vita: bilan-ci forse è troppo, o troppo presto. Mentre provo a riguardare una messe di fatti, di volti, ricostruiti a fatica, quelle che inquadro invece, forte e chiaro, sono le emozioni e le relazioni.Non sono più da tempo nel gruppo dei Neonatologi dell’ Ospedale di Foggia e per questo mi manca la dimensione della quotidianità e della consuetudi-ne, qualche dettaglio. Posso però raccontare di co-me un gruppo di giovanissimi medici e infermie-re hanno avviato, ormai qualche decennio fa, una esperienza umana, prima che professionale, in una disciplina assistenziale, quella della terapia inten-siva neonatale, che all’ epoca faceva i primi passi, uscendo dalla dimensione pionieristica, per assu-mere la dignità scientifica, in questo Ospedale co-me in altri più blasonati, in Italia e altrove.Di quel clima, al limite dell’ avventura, conservo la percezione netta, così come quella di un avvio pro-fessionale per me, fondamentalmente casuale ( mi accingevo ad un impegno disciplinare in altra dire-zione, quando mi fu proposta quest’ altra strada ), che ha corrisposto, lo posso dire oggi, con non volu-ta retorica, a distanza di anni dalla fine di quel per-corso professionale, ad un intimo, forse non comple-tamente consapevole, imperativo di far qualcosa di importante per questa terra, l’ occasione di un’espe-rienza privilegiata.Se mi addentrassi nei tanti momenti in cui ho sen-tito, emotivamente quanto consapevolmente, di vi-

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vere un’esperienza umana assolutamente partico-lare, annoierei chi legge con una lunga categoria di eventi, relazioni occasionali e percezioni che, dopo un po’, sembrerebbero tutte simili.Al contrario, la ricchezza e la specificità di ognuno di quei momenti mi consiglia piuttosto di sceglier-ne alcuni qua e là, andando a memoria, sperando che restituiscano la vitalità delle relazioni piuttosto che il fatto in sè, anche a distanza di anni.Mi ritorna alla memoria il periodo di aggiornamen-to presso la terapia intensiva neonatale dell’Insel-spital di Berna, dove grazie alla disponibilità di al-cuni colleghi di varia nazionalità, appresi le basi dell’ assistenza ventilatoria dei neonati. Da lì ci sia-mo avviati, era trenta anni fa, verso un più appro-priato uso della tecnologia applicata all’assistenza. Penso a quel bambino, cardiopatico congenito, (era un lontano pronipote dell’eroe albanese della resi-stenza agli ottomani ) con un nome e cognome trop-po grandi per la fragilità derivante dalla sua malat-tia, che mi indusse all’epoca a dedicargli una poe-sia, nata dal suo rocambolesco trasferimento aereo verso l’Ospedale dove avrebbe dovuto essere ope-rato.Penso alla forza attonita di quella mamma, alla qua-le, sulla base dei riscontri ecografici cerebrali, con la tempestività che la tecnologia ormai ci permette-va, dovemmo pronosticare un avvenire di svilup-po neuro-muscolare scadente.E non dimentico quel bambino, tanto grave, in bra-dicardia estrema, che, sostenuti da apparecchiature sofisticate e con esperienza ancora iniziale, curam-mo tanto intensamente da sfiorare il limite dell’ac-canimento terapeutico, e che ci sorprese riprenden-do le funzioni vitali, mentre non gli avremmo attri-buito pressocchè nessuna possibilità di farcela.

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Le persone con cui ho lavorato in Neonatologia so-no tante, qualcuna non c’è più, nominandole farei torto alle altre. Con ognuna ho stretto una relazione non riproducibile. Da tutte ho avuto: spero di aver dato qualcosa.

11° Congresso nAzionAle soCieTà iTAliAnA di neonATologiAMonTeCATini TerMe (pT)

Riprendiamo al riguardo dal “Quotidiano di Foggia” in data 22 giugno 2005: Neonatologia foggiana, en plein al congresso di Montecatini.

“La Terapia Intensiva Neonatale degli Ospedali Riuni-ti di Foggia, diretta dal dr. Giuseppe Rinaldi Direttore anche del Dipartimento Materno-Infantile del Policlini-co foggiano, è stata protagonista all’XI Congresso Na-zionale della Società Italiana di Neonatologia svoltosi a Montecatini Terme a maggio scorso. Il dr. Rinaldi ha presentato l’indagine conoscitiva nazionale sul Servizio di Trasporto ed Emergenza Neonatale (STEN) nell’an-no 2002. L’indagine, svolta ed elaborata completamente presso la TIN di Foggia è stata molto apprezzata sia per la quantità dei contenuti informativi, sia perché ha vi-sto coinvolte per la prima volte tutte le Unità di Terapia Intensiva Neonatale Italiana. Con questa indagine si è potuto fotografare la situazione nazionale dell’assisten-za neonatale, attraverso l’analisi dell’organizzazione sul territorio nazionale dello STEN. Alla relazione princi-pale hanno fatto da cornice ben 10 lavori scientifici pre-sentati dalla Terapia Intensiva Neonatale di Foggia, al-cuni in collaborazione con centri nazionali, altri multi-disciplinari con centri internazionali (Svizzera) e con le Cattedre di Oftalmologia, Cardiologia e Genetica Medi-ca dell’Università di Foggia.

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Di seguito gli studi scientifici presentati e gli autori:“Mortalità ed outcome respiratorio predimissione nei - VLBW di peso appropriato e piccoli per Età Gestazio-nale“ (GF. Maffei, R. Magaldi, M. Rinaldi, G. Popo-lo, G. Montrone, R. Litta e G. Rinaldi)“Lo stato dell’assistenza respiratoria nelle TIN ita-- liane indagine conoscitiva a cura del gruppo di pneu-mologia neonatale” (Soffritti S, Vento G, …GF. Maf-fei, M. Rinaldi …) – ricerca multicentrica naziona-le.“Raccolta dati sull’allattamento materno nelle Tera-- pie Intensive Neonatali: una nuova proposta” R. Da-vanzo, C. Agostoni ….. G. Rinaldi ….)- ricerca col-laborativa multicentrica nazionale.“Tamponamento cardiaco: possibile emergenza neo-- natale” (G. Popolo, M. Rinaldi, GF Maffei, R. Ma-galdi, G. Rinaldi).“Fattori di rischio della retinopatia del prematuro nei - VLBW” (GF. Maffei, R. Litta, G. Popolo, R. Magal-di, G. Marciello, A.M. Di Gianni, N. Delle Noci, G. Rinaldi) – ricerca con la Cattedra di Oftalmologia dell’Università di Foggia.“Ruolo dell’ecocardiografia tridimensionale live (3D) - nella diagnosi del canale atrio-ventricolare” (M. Ri-naldi, R. Ieva, M. Correale, M. De Biase, G. Rinal-di) – ricerca con la Cattedra di Cardiologia dell’Uni-versità di Foggia.” I deficit congeniti del surfattante nel caso di di-- stress respiratorio del neonato a termine” (M. Soma-schini, I. Sassi, …. R. Magaldi,…) - ricerca collabo-rativa multicentrica nazionale.“Angioma cavernoso parieto – occipitale destro” – - (A.M. Di Gianni, G. Marciello, M. Rinaldi).“Arterial ischemic stroke associated with protein C - and S deficiency. Case report” – (GF. Maffei, A. Ri-naldi, M. Margaglione) – ricerca con l’istituto di Ge-

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netica Medica ed Oncologia della Svizzera Meridio-nale e con la Cattedra di Genetica Medica dell’Uni-versità di Foggia.” “Descrizione di un caso atipico di duplicazione pie-- lo-ureterale in neonato VLBW” (G. Villani, G. Mon-trone, G. Rinaldi).

perCorsi AssisTenzAili in neonATologiAsenigAlliA (An)

In occasione delle votazioni per il rinnovo del Consiglio Diret-tivo della Società Italiana di Pediatria regione Marche, il 18 giu-gno 2005 si tenne a Senigallia un convegno su “Percorsi assisten-ziali in Neonatologia”. Nella sessione “trasporto del neonato” con la presidenza del prof. G. Coppa si alternarono : la dott.ssa Migliozzi “il trasporto in utero ed in termoculla nelle Mar-

Trasporto di un neonato stabilizzato

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che” il dr. Cester “quali sono le donne da trasferire”, dr. Gan-cia “quali sono i neonati da trasferire” ed il dr. Rinaldi “la sta-bilizzazione del neonato prima del trasporto”.

Dopo le giornate di Medicina Perinatale ed i corsi di aggiorna-mento, dal 2005 il Direttore del dipartimento Materno Infanti-le e della S.C. di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, dr. Rinaldi, pensò di organizzare delle conferenze clinico-pa-tologiche con discussione epicritica dei casi clinici.L’evento, ripetuto successivamente ogni anno, aveva la carat-teristica di affrontare attraverso la presentazione di relazioni scientifiche e la discussione interdisciplinare di casi clinici em-blematici, le varie patologie della sfera materno-infantile. Il cor-so dal marzo all’ottobre di ogni anno si articolava in 17 sessio-ni monotematiche, affrontando argomenti di interesse multi-disciplinare (dalla fecondazione, alla vita fetale, alla patologia neonatale, alla correzione chirurgica sino all’età pediatrica). Gli obiettivi del corso consistevano nel:

fornire un aggiornamento sulle problematiche ostetriche, fe-- tali e neonatali nel neonato pretermine, a termine con basso peso alla nascita o nel neonato chirurgico;fornire un aggiornamento delle conoscenze sull’outcome a - breve e lungo termine;fornire un aggiornamento delle conoscenze sui rapporti fra - accrescimento, genetica e metabolismo e sui criteri di sele-zione dei bambini che potrebbero trarre beneficio dal trat-tamento con ormone della crescita;fornire una messa a punto sui rapporti fra basso peso al-- la nascita, malformazioni congenite e rischio metabolico in età adulta;miglioramento dell’approccio relazionale inter-disciplinare - fra gli operatori che si prendono cura della prima infanzia, a partire dalla vita fetale fino all’età pediatrica.

Lo stesso interesse di aggiornamento fu offerto al personale in-fermieristico dei reparti di assistenza neonatale, nei mesi di ot-

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tobre-novembre 2005. Tale corso si articolava in 4 sessioni per affrontare le problematiche dei vari aspetti assistenziali nei re-parti di Neonatologia/TIN. Per ogni anno si sono svolte 2 o 3 edizioni, per dare la possibilità a più infermieri della stessa U.O. di partecipare. Gli obiettivi principali tenuti presenti erano:

aggiornamento e formazione teorico-pratica per infermieri - al fine del miglioramento della qualità attraverso la revisio-ne di processi assistenziali;fornire le competenze teorico-pratiche in tema di rianima-- zione neonatale per l’assistenza infermieristica al neonato patologico, gestione della BLUD, trasporto neonatale;uniformare i protocolli assistenziali delle varie Unità Ope-- rative nella gestione del neonato;migliorare l’organizzazione delle procedure assistenziali al - fine di risparmio delle risorse e di ottimizzazione dei pro-cessi.

Riportiamo la lettera pervenuta al Direttore della Struttura in data 30 agosto 2005 dai genitori di due gemelline ricoverate in reparto.

“Noi, genitori delle gemelline Ciacca Rosa e Maria Ca-terina nate prematuramente il 23 luglio 2005 e imme-diatamente ricoverate presso il reparto di Terapia Inten-siva Neonatale di codesta Azienda Ospedaliera, voglia-mo esprimere attraverso queste poche righe tutta la no-stra gratitudine a voi direttore e all’intera équipe medi-co-infermieristica. Questa ha assistito le nostre bambi-ne non solo con grande professionalità ma con altrettan-to amore materno ed ha confortato e rassicurato noi ge-nitori nei momenti più difficili ed ha gioito con noi nei momenti più belli.Durante tutto il periodo di ricovero delle bambine ab-biamo vissuto infatti sentimenti contrastanti:dalla pre-occupazione ed ansia dei primi giorni siamo passati alle belle aspettative degli ultimi; dai pianti nel vedere le no-

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stre piccole creature ingarbugliate in un reticolo di tu-bi, aghi, cerotti, e macchinari che squillavano di conti-nuo, alla gioia di trovarle a sorpresa nel Reparto di sub-intensiva, man mano liberate dai quei grovigli di fili che stringevano il cuore di noi genitori.È impossibile comunicare l’immensa gioia che provava-mo ad ogni piccolo progresso, ma è doveroso ed inevita-bile ringraziare quanti ci hanno permesso di viverla.Grazie, grazie, grazie dalle gemelline Rosa e Maria Ca-terina e dai loro genitori Nicola ed Angela”.Foggia, lì 30 agosto 2005

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ii inTernATionAl WorKsHop “gAsTroinTesTinAl FAilure in CHildren”pugnoCHiuso

Dal 22 al 24 settembre 2005 si tenne a Pugnochiuso (FG) il Con-vegno internazionale “Meet the Expert on Gastrointestinal fai-lure in children”, organizzato dalla S.C. di Chirurgia Pediatrica di Foggia (Prof. Bartoli) e da quella di Bari (Prof. Leggio).La V sessione riguardante la nutrizione artificiale si avvalse dei relatori: dr. Gentile (“Central venous access in children”) dr. Ri-naldi (“Total parenteral nutrition in neonates”) e il Prof. Pan-nella (“Parenteral nutrition in gastrointestinal failure”).

TeleConFerenzA “lA rop”BAri-FoggiA

Il 12 novembre 2005 si tenne a Bari organizzato dalla Prof.ssa Mautone e dal Prof. Borgia un convegno sulla ROP. Nella sede di Bari erano presenti i dr. Laforgia (“Ipotesi patogenetiche”) ed il dr. Manzionna (“Programma di sorveglianza nelle UTIN”) mentre in collegamento in teleconferenza con il dipartimento di Oftalmologia dell’Università di Foggia il dr. Rinaldi (“Pre-maturità e ROP: nostra esperienza”).

neW Trends in neonATologYMesAgne (Br)

Dal 17 al 19 novembre 2005 il dr. Latini riunì i colleghi neona-tologi pugliesi come chairmen con luminari relatori stranie-ri, (Gordon Avery, Alan Jobe, Ola Sangstadt, Rolf Zatterstom e Umberto Simeone).

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Da La Gazzetta del Mezzogiorno del 4 dicembre 2005 rileviamo una iniziativa del Dipartimento Materno-Infantile dell’Azien-da Ospedaliero-Universitaria

“DONATE 11 INCUBATRICI ALL’IRAQ. Ospeda-li Riuniti, Neonatologia “esporta” la sanità dove governa la guerra. Gli Ospedali Riuniti doneranno 11 incubatrici ad un ospedale di Baghdad. Inoltre il noso-comio foggiano ospiterà per due settimane un medico ed un ingegnere iracheno per un periodo di formazione fi-nalizzato all’uso delle incubatrici. …L’idea è partita un anno fa con la visita foggiana di Riyadh Al-Adhadh (me-dico specialista in tecniche di riabilitazione), accompa-gnato dalla moglie Samara Ahmmad Khdir (insegnan-te e membro dell’Iraq Women Society). La coppia visitò il nosocomio e in quella occasione ci fu l’impegno degli Ospedali Riuniti a donare le incubatrici ad un ospeda-le della capitale irachena. Sulle prime i medici foggiani avevano pensato di portare direttamente le apparecchia-ture a Baghdad ma l’ipotesi è stata scartata per le inne-gabili difficoltà organizzative e di sicurezza. Per questa ragione le incubatrici saranno inviate nella capitale ira-chena con il contributo della Nunziatura Apostolica del Vaticano a Baghdad.” (Anna Langone)

Personale medico (dr.ssa Marciello, dr. Rinaldi Matteo e dr. Rinaldi Giuseppe) e infermieristico (De Lia, Colangelo, Esposto, Nesta, Mileti) con l’Arcivescovo di Foggia-Bovino, Mons. Francesco Pio Tamburrino.

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Nel 2005 viene assunto a tempo indeterminato il dr. Adolfo Cella:

“La mia esperienza lavorativa presso la Neonato-logia e Terapia Intensiva Neonatale degli Ospedali Riuniti di Foggia ha avuto inizio nell’estate del 2001 quando ho cominciato a lavorare in reparto in qua-lità di Dirigente Medico dapprima con incarichi a tempo determinato e successivamente a tempo in-determinato dopo il concorso espletato nel 2005. Già durante il corso di specializzazione in Pedia-tria presso l’Università degli Studi di Bologna ave-vo mostrato particolare interesse per la Neonatolo-gia e la TIN ed era nata in me l’ambizione di svol-gere un giorno la mia attività lavorativa presso un reparto di cure intensive neonatali.Quando si è prospettata la possibilità di lavorare presso il reparto diretto dal dott. Rinaldi ero con-vinto che per me potesse essere una importante op-portunità; ero a conoscenza infatti che si trattava di un centro d’eccellenza, altamente specializzato, che negli anni era diventato tra i migliori in assoluto in Italia, dove avrei potuto lavorare con una équipe di colleghi che da anni operavano con dedizione e grande impegno in questo delicato settore.Ricordo il primo colloquio con il dott. Rinaldi; ero fortemente motivato ed entusiasta ma al tem-po stesso anche preoccupato per le difficoltà che potevano attendermi. Il direttore mi disse di sta-re tranquillo e mi esortò ad impegnarmi sempre al massimo delle mie possibilità, ad apprendere il più possibile dai colleghi più “anziani” del re-parto ma anche a studiare e ad aggiornarmi con-tinuamente. Sono grato soprattutto a lui se oggi sono integrato nel gruppo dei colleghi con i quali lavoro, se ho po-

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tuto ulteriormente “crescere” e perfezionare meto-diche quali quelle ecografiche di anche e reni.Ho sempre apprezzato e cercato di far tesoro dei consigli e dei suggerimenti che il dott. Rinaldi quo-tidianamente mi dava e che spero mi abbiano aiu-tato a crescere sia da un punto di vista umano che professionale.”

Corso di AggiornAMenToinFezioni perinATAli BAri

Organizzato dal prof. L. Selvaggi, si tenne a Bari il 1 Aprile 2006 presso la Villa Romanazzi un Corso di aggiornamento “Up-da-te in Infezioni Perinatali”. La IV sessione, moderata dai proff. G. Lo Verro e S. Schonauer , si avvalse delle relazioni del prof. Greco (“Infezione fetale e morte intrauterina”) del dr. Rinal-di (“Infezioni fetali e danno neurologico”) del prof. E. Di Naro (“Infezione fetale e rischio di parto pretermine”) e del prof. Re-sta (“Infezione fetale e istomorfologia placentare”).

XiX gionATe JoniCHe di neonATologiATArAnTo

Dopo sei anni dall’ultimo incontro, i neonatologi tarantini, di-retti dal dr. Vincenzo Vitacco, celebrarono le XIX giornate di neonatologia a Taranto il 19 e 20 maggio 2006. Nella II sessio-ne moderata dal dr. Rinaldi e dal dr. Esposito, si alternarono il prof. Bevilacqua (“Il grande prematuro”) il dr. Giliberti (“L’uso dell’iNO nell’ipertensione polmonare persistente del neona-to”) ed il prof. Romagnoli (“La displasia bronco-polmonare del pretermine”).

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12° Congresso nAzionAle soCieTà iTAliAnA di neonATologiAMonTeCATini TerMe

Dal 28 al 31 maggio 2006 si tenne a Montecatini il XII Congres-so Nazionale della Società Italiana di Neonatologia (SIN). Nel-la sessione “Organizzazione” con la presidenza del Prof. M. Or-zalesi e la moderazione dei dr. Giliberti e dr. Rinaldi relaziona-rono: F. Mosca (“Strutture di una moderna patologia neonata-le”), G. Ferrara (“Rapporti tra la Direzione Sanitaria e i repar-ti”) T. Langiano (“DRG”), C. Corchia (“Volumi di attività e ri-sorse umane nelle TIN”) ed R. Bellù (“ Le linee guida per la pratica clinica”).

Nella sessione poster il gruppo foggiano presentò:Monitoraggio dell’allattamento materno nelle Terapie In-- tensive Neonatali. Primi risultati di uno studio multicen-

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trico Italiano (R. D’Avanzo, S. De Marini, M. Assumma …. G. Rinaldi)Assistenza ventilatoria e danno cerebrale nei VLBW di pe-- so appropriato e piccoli per età gestazionale (GF. Maffei, G. Marciello, A.M. Di Gianni, M. Rinaldi, G. Popolo, R. Magal-di, G. Rinaldi)

ConVegno nAzionAleVirus respirATorio sinCiziAleudine

Il prof. Macagno organizzò ad Udine presso il centro Conve-gni Paolino da Aquileia un Convegno Nazionale Esperti a Con-fronto sul “Virus Respiratorio Sinciziale” dal laboratorio alla pratica clinica quotidiana. Il dr. Rinaldi con il prof. Romagnoli moderò la II Sessione riguardante le categorie a rischio e le in-fezioni da VRS.

inConTri su ATTuAliTà in gAsTroenTerologiAosTuni

Il 9 settembre 2006 presso la biblioteca comunale di Ostuni il dr. Rinaldi partecipò come moderatore al II incontro SIP-SIN Puglia “Attualità in gastroenterologia pediatrica e neonatale” organizzato dai dr. Colucci e dr. Vitacco.

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5° Congresso nAzionAleCoMlAs CoordinAMenTo MediCi legAliAziende sAniTAriegenoVA

Nel novembre 2006 si è tenuto a Genova il 5° Congresso Na-zionale COMLAS su: “Processi avanzati e priorità delle Medi-cine Legali del Servizio Sanitario Nazionale”.Nella sessione dedicata alle “Linee guida tra Ostetricia/Gine-cologia e Medicina Legale: il parto come causa del danno pre-natale e neonatale” era presente il gruppo di Foggia, con la partecipazione del prof. V. Fineschi su “Il danno cerebrale pre-natale e neonatale: una corretta diagnostica medico-legale”; il prof. P. Greco su “Parto cesareo: sicurezza per la madre e per il feto”; la dr.ssa G. Marciello su “La diagnosi di sofferenza feta-le pre-parto: opinioni a confronto” e la prof.ssa E. Turillazzi su “La gestione del parto fisiologico”.Il gruppo foggiano si avvalse in seguito della preziosa collabo-razione della Scuola del prof. Fineschi per affrontare i problemi etici che animavano ormai la Neonatologia Nazionale.

WorKsHop “AdVAnCes in neonATAl respirATorY CAre”MiAMi

Organizzato dal prof. Bancalari, il dr. Rinaldi partecipò dal 9-11 novembre alla Conference International Neonatology 2006 presso the University of Miami Miller School of Medicine De-partment of Pediatrics Division of Neonatology.

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inConTro “perCorsi diAgnosTiCo- sTruMenTAli”CerignolA (Fg)

Dal Dipartimento Materno Infantile del presidio Ospedaliero “G. Tatarella” di Cerignola fu organizzato un corso di forma-zione continua sulla gestione del travaglio di parto fisiologico. Il dr. Rinaldi tenne una lettura magistrale su “Assistenza e Ria-nimazione Neonatale”.

ConVegno su proBleMi neonATologiCiBrindisi

In occasione del XX anniversario dell’Unità di Terapia Intensi-va Neonatale di Brindisi il dr. Latini riunì i colleghi neonatolo-gi pugliesi presso l’Aula Magna Ospedale “Di Summa”. Il dr. Rinaldi partecipò all’evento come moderatore sulle problema-tiche del follow-up del neonato a rischio (dr. Quartulli) e sulla diagnostica delle cardiopatie congenite (dr. Rosati).

XXXiV giornATe MediCHe dAuneFoggiA

Il 14 dicembre 2006 presso l’Auditorium “Vincenzo Lanza “ dell’Ordine dei Medici, in occasione delle XXXIV Giornate Me-diche Daune sull’Adolescenza, il dr. Rinaldi fu il presidente della IV sessione: l’Adolescenza nella vita sociale.

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Corso in neFro-urologiA neonATAleleCCe

Il dr. R. Longo organizzò il 4 maggio 2007 a Lecce, nell’Aula Polo Didattico Direzione Generale A.U.S.L. Lecce, un Corso di aggiornameto in nefro-urologia neonatale. La III sessione ven-ne moderata dai drr. Mastropasqua e Rinaldi con le relazioni del dr. Del Cuore (“Valutazione clinica ed ecografica della pa-tologia malformativa delle vie urinarie”) e del dr. Agostiniani (“Il color doppler nella patologia renale”).

ii ConVegno sull’elisoCCorsoMAssA CArrArA

Presso l’aeroporto Cinquale di Massa nei giorni 16-17 maggio 2007 venne organizzato dal dr. A. Baratta, responsabile del ser-vizio di soccorso di Massa, un Convegno-Mostra di mezzi, tec-nologie e servizi per l’elisoccorso.

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Nella sessione dedicata al Trasporto Neonatale parteciparono il dr. R. Agostino (“Trasporto neonatale in Europa”) il dr. P. Ta-gliabue (“Il sistema di trasporto neonatale d’emergenza: lo sta-to dell’arte in Italia”) la dr.ssa Bonacci (“Il trasporto neonatale in Liguria”) il dr. Marrone (“Il trasporto assistito del neonato nell’area fiorentina”) il dr. Rinaldi (“Indagine conoscitiva sul Servizio di Trasporto Neonatale in Italia”) ed il dr. Messner (“Il Trasporto neonatale in elicottero”).

Riportiamo la testimonianza del. dr. Gerardo Montrone respon-sabile della Struttura Semplice di Trasporto di Emergenza Ne-onatale.

“Durante il recente Congresso Nazionale della So-cietà Italiana di Pediatria a Padova, ho incontrato un anziano collega, il quale mi ha ricordato uno dei miei primi trasporti di emergenza neonatale. Mi ha riempito di gioia la sua testimonianza di questo no-stro incontro avvenuto in un ospedale del Sud della Puglia tanti anni fa, nel lontano 1988, presso la divi-sione di Pediatria da lui diretta. Si trattava di trasfe-rire nel nostro Reparto un neonato che non poteva essere assistito lì per l’estrema prematurità, ai limi-ti della vivibilità per l’epoca, nato a 26 settimane di età gestazionale con un peso di circa 700 grammi.Io, giovane medico appena specializzato, in servi-zio ancora con incarico temporaneo presso l’Unità di Terapia Intensiva Neonatale degli Ospedali Riu-niti di Foggia, ad andare fui spronato, come di so-lito faceva, dal dottor Rinaldi, con un mio vissuto di ansia e, insieme, di soddisfazione: l’ansia, perché non mi sentivo ancora preparato sufficientemente, e la soddisfazione per la fiducia accordatami.Mentre il collega mi ricordava questo episodio, mi è tornato alla mente il senso di sollievo che lessi, allo-ra, nei suoi occhi per la mia presenza, nonostante la

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giovane età, e ciò mi riempì di orgoglio. Recentemen-te mi è stato riferito che il bambino di allora, oggi uo-mo, gode di buona salute. A questo punto mi piace sottolineare la capacità che aveva il dottor Rinaldi di stimolarci per farci crescere nella professione.Il trasporto neonatale di Foggia, tra i primi in Italia ed operativo già da qualche anno, nel 1991, con de-libera del Consiglio Regionale per il piano di attiva-zione del Servizio di Trasporto d’Emergenza Neona-tale, divenne finalmente una realtà strutturata. Ne-gli anni questa realtà è andata continuamente cre-scendo allargando il suo raggio d’azione anche al-le regioni limitrofe. Tale crescita era in rapporto al continuo ammodernamento delle attrezzature, ad un’impeccabile organizzazione del servizio, ma so-prattutto al miglioramento della mortalità e della morbilità dei neonati trasportati, nonostante le ine-vitabili condizioni di rischio aggiuntivo che un ser-vizio di rianimazione mobile comporta, per quan-to perfettamente organizzato e con personale alta-mente qualificato, può comportare.Dunque, di strada se ne è fatta parecchio da quel-la mia prima esperienza, fino ad arrivare al 2007, anno in cui il dottor Rinaldi mi ha gratificato, affi-dandomi l’incarico di responsabile della Struttura Semplice di “Urgenza Neonatale Territoriale”, ap-pena istituita.Ripercorrendo con la memoria gli anni trascorsi in-sieme, la stima, l’affetto e la gratitudine per il dot-tor Rinaldi sono sentimenti più che mai vivi nel mio cuore, e gli auguro che questa sua fatica abbia il me-ritato successo a coronamento di una vita dedicata al bene della Neonatologia”.

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Corso di TossiCologiA CliniCAFoggiA

Dal 6 marzo al 14 giugno 2007 si tenne a Foggia un Corso di for-mazione teorico pratico in tossicologia clinica organizzato dalla dr.ssa Lepore responsabile della Struttura Semplice di Tossico-logia. Il dr. Rinaldi il 22 maggio tenne una lettura su “Le tossi-co dipendenze: rapporto madre-feto”. La parte pratica riguar-dante i casi clinici fu presentata dal dr. Popolo.

13° Cogresso nAzionAle dellA soCieTà iTAliAnA di neonATologiAriMini

Con la Presidenza del Prof. Claudio Fabris si tenne a Rimini nei giorni 20-23 maggio 2007 il XIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Neonatologia (SIN) per medici ed infermieri. È la prima volta che il congresso è aperto anche al personale infermieristico a sottolineare il ruolo fondamentale del binomio medico- infermiere nelle discipline neonatologiche. Il dr. Rinaldi fu invitato come Mo-deratore in occasione della sessione “Livelli di cure neonatali” re-latori furono il dr. Gagliardi (“Necessità di una revisione?”) il dr. Zorzi (“Requisiti strutturali ed organizzativi”), il dr. Memo (“Ap-propriatezza delle pratiche diagnostiche e terapeutiche “) ed il dr. Giliberti (“Trasporto del neonato : quando e come”). Il gruppo foggiano fu presente anche con poster e comunica-zioni:

Epidemiologia dell’allattamento materno nelle UTIN. Ri-- sultati finali di uno studio multicentrico italiano. (R. Da-vanzo, S. Demarini, M. Assumma, R. Bellù, E. Bertino, ….. G. Minelli, …G. Rinaldi).Sindrome di Bruck: contributo clinico preliminare (M. Ri-- naldi, R. Magaldi, L. Zelante, L. Taurino, A.M. Di Gianni, G. Rinaldi)

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Livelli plasmatici di cortisolo nella prima settimana di vita - nel neonato “healty” di peso compreso fra 500 e 1500gr. (F. Bagnoli, R. Magaldi, M. Rinaldi, E. Nistri, et al).Un caso di idronefrosi neonatale di notevoli dimensioni - (G. Villani, G. Montrone, G. Popolo).La nascita di un neonato SGA può costituire un fattore di - rischio per la malattia celiaca ? (M. Baldassarre, A.Laneve, A. Mautone, V. Vitacco, G. Rinaldi et al).

ConVegno di neFrologiA pediATriCAFoggiA

Il 9 giugno 2007 presso la “Sala del Tribunale” Palazzo Doga-na a Foggia, il dr. Romondia, Direttore della S.C. di Pediatria Ospedaliera, organizzò un Convegno su “Nefrologia pediatri-ca up-date”. Il dr. Rinaldi moderò, durante la prima sessione, le relazioni della dr.ssa Gigante (“La ricerca genetica nella sin-drome nefrosica”) i dr. Chiggeri e Coppo (“Sindrome nefrosi-ca idiomatica “) e la prof.ssa Penza (“Indicazioni alla biopsia renale”).

Riportiamo la lettera che il dott. Tommaso Moretti, Direttore Generale degli OO.RR. ha inviato in data 27 agosto 2007, al dr. Rinaldi in occasione del suo pensionamento:

“Carissimo dottore, con grande sincerità devo dirLe che il suo prossimo pensionamento mi rattrista come uomo e come amministratore.Lei è stato, presso questa azienda ospedaliero-Univer-sitaria, un pioniere di una Sanità migliore e più quali-ficata.La Sua professionalità ha varcato i confini della nostra Puglia imponendosi all’attenzione del resto del Paese. Lei, con la sua équipe, ha fatto cose egregie suscitan-

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do l’ammirazione e il compiacimento di illustri Scuo-le di Neonatologia verso le quali, grazie ai livelli rag-giunti, non poteva sussistere nè giustificarsi alcun sen-so di inferiorità.Proprio per questo nei suoi riguardi ho sempre avuto ri-spetto ed attenzione. Inutile dirLe che mi sono sincera-mente legato alla sua persona e con Lei mi sono confidato fiducioso nei momenti più difficoltosi ed impegnativi.Al di là del suo indiscusso valore professionale, Lei è apparso ai miei occhi come un uomo speciale: fedele al-le istituzioni e votato completamente alla cura dei pic-coli infermi.L’ospedale e tutti noi, i Suoi colleghi, i Suoi collaboratori dell’assistenza sentiremo la sua mancanza. Senza di Lei verrà meno qualcosa di importate per il nostro Presidio Ospedaliero. Verrà meno, in definitiva, un ostinato co-struttore dell’immagine e della reputazione degli Ospe-dali Riuniti di Foggia nel settore neonatologico.L’intera Capitanata, e più ancora la città di Foggia, Le devono essere riconoscenti per ciò che ha saputo realiz-zare e difendere in questi lunghi anni.Buona fortuna, gentile Direttore, sia coraggioso e forte in questo distacco che, peraltro, non è mai definitivo se si sono creati vincoli affettivi e culturali forti con i pro-pri allievi e viva felice e sereno per tutto il tempo che il Signore vorrà concederLe.Con affetto e stima.Tommaso Moretti, Direttore Generale OO.RR.”.

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28 seTTeMBre 2007CApolineA

“Quel giorno c’erano proprio tutti a salutarmi.Le parole sentite e sincere del Direttore Generale Tommaso Moretti, accompagnate dal riconoscimen-to del mio lavoro prestato nella struttura ospedalie-ra, insieme alle parole commosse del Direttore Sani-tario Deni Procaccini, mi hanno davvero emoziona-to e confortato. L’amico Procaccini ha elencato, inol-tre, le mete raggiunte dal reparto tutto, grazie non solo al mio impegno professionale e scientifico, ma anche alla capacità di aver fatto crescere lo spirito di gruppo, guidato da un obiettivo comune, in cui tutti abbiamo creduto.Il dr. Rosario Magaldi, mio successore, ha ricordato come “il futuro abbia un cuore antico”, sottolinean-do così la volontà e il desiderio di seguire una stra-da già tracciata in tutti gli anni precedenti: “non si può sapere dove si vuole arrivare se non si sa da dove veniamo e dove siamo diretti, ma la strada già tracciata dal dott. Rinaldi, questa strada lunga e spesso in salita, continueremo a percorrerla tut-ti noi”.Commovente per me è stato anche rivedere tanti colleghi di vecchia data, già in pensione e non (Spi-na, Rizzitelli, Di Carlo, Del Bianco, Nargiso, Pistoia, Greco, Marinaccio, Flaminio, Russo, Stoppino, la ca-

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posala Pesante… e tanti altri), ed ascoltare il raccon-to di alcuni genitori che anni prima avevano vissu-to l’esperienza di un figlio prematuro assistito nel nostro reparto. Si trattava di visi familiari che mi avevano accompagnato in questo percorso davve-ro lungo, dove non sono mancati momenti difficili, di sconforto, di lotte e di conquiste, di rinunce e di passi indietro, in cui ero sempre sostenuto, comun-que, dalla convinzione di dover dare e fare di più, per migliorare l’assistenza al neonato piccolissimo ricoverato nel nostro centro.Alla fine ho salutato tutti con grande commo-zione:

“Quanto a me… è giuntoil momento di sciogliere le vele.

Ho combattuto la buona battagliaho terminato la mia corsa.

Ho conservato…” (San Paolo)

Ho conservato il desiderio di farmi prossimo,ora mi resta, cari collaboratori tutti,solo la gioia di vedervi ancora uniti,tesi ad offrire assistenza premurosa ed affettuosaa quei neonati che il Signore vorrà affidarvi…

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indiCe essenziAle degli ArgoMenTi

Allattamento: 200, 230, 257, 290Assistenza Perinatale a Foggia: 35, 41, 47, 56, 96, 197Congressi Nazionali GLN SIN: 57, 62, 92, 126, 161, 167, 175, 190,

203, 233, 240, 267, 294, 304, 311Congressi Nazionali SIP: 25, 86, 114, 120, 154, 167, 175, 190, 207,

225, 235, 255, 269, 279Corsi di Aggiornamento Residenziali: 42, 109, 121, 133, 149,

153, 163, 205, 253, 278, 297Corsi di Rianimazione Cardio-respiratoria: 179, 219, 242, 266F.A.S.NE. 122, 144, 149, 153, 163, 205Giornate Joniche: 51, 63, 85, 133, 155, 180, 303Incontri Dauni di Medicina Perinatale: 41, 62, 81, 119, 162, 168Lettere dei genitori: 182, 195, 217, 243, 246, 252, 298Surfattante: 76, 81, 93, 114, 121, 125, 140, 158, 158, 162, 174, 183,

221, 287, 295Trasporto: 73, 86, 106, 111, 128, 141, 155, 181, 190, 203, 220, 228,

235, 240, 241, 258, 264, 267, 273, 275, 278, 279, 282, 283, 291, 294, 296, 308, 309, 311

Umanizzazione: 60, 64, 91, 128, 172, 192, 196, 217, 239, 246, 254, 261, 289, 298

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indiCe

Premessa di Angelo Capozzi ............................................................................. pag. 5Introduzione di Franco Macagno .............................................................. » 9Nota di Giuseppe Rinaldi....................................................................................... » 15

CApiTolo i ............................................................................................................................ » 21La nascita del Reparto

CApiTolo ii ........................................................................................................................... » 33Primi anni dell’assistenza perinatale a FoggiaRazionalizzazione dell’assistenza perinatale nell’Ospedale MaternitàGiornate JonicheIncontri Dauni

CApiTolo iii ......................................................................................................................... » 71Apertura della Chirurgia Pediatrica NeonatalePrimi contatti nazionali ed internazionaliIstituzione Ministeriale del Trasporto NeonataleSperimentazione Surfattante

CApiTolo iV ........................................................................................................................ » 99Emergenza a Neonatologia: infermieri o chiusuraRistrutturazione del RepartoNascita della F.A.S.NE.Corsi di Aggiornamento

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CApiTolo V ........................................................................................................................... pag. 177Corsi di Rianimazione cardio-respiratoriaIncontri di Medicina PerinataleUmanizzazione delle curePromozione Allattamento MaternoProgetto Ministeriale Video-connessioneUlteriore ristrutturazione del RepartoCorsi di Aggiornamento

CApiTolo Vi ......................................................................................................................... » 249Collaborazione con la CardiochirurgiaMedici e Magistrati a confronto: problemi etici e legali dell’assistenza neonataleCorsi di Aggiornamento

CApiTolo Vii ....................................................................................................................... » 285Sintesi dell’attività del CentroUltimi anni e congedo