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Z, 'assassino £/ 3 piatol oe Dove ha preso le armi? E* l'ultimo mistero della strage in Comune «Non so se ho sparato io, oppure'se è stato Severino». E' una delle tante fandonte raccontate da M.chele Man- zulli, il cinquantenne di Tor- remaggiore che giovedì scor- so è entrato nella sala-giun- ta del comune del centro del- l'alto Tavoliere per sparare all'impazzata e uccidere l'as- sessore democristiano all'an- nona, Lucio Palma di 38 anni e il segretario comunale, An- tonio Piacquaddio, 58 anni, originario di San Paolo di Ci- vitate. Feriti anche il sinda- co, Pietro Liberatore di 42 anni ancora ricoverato con prognosi riservata nella sala di rianimazione degli ospe- dali riuniti foggiani) e, Seve- , rino Carlucci, il capogruppo consiliare della De che aveva accompagnato l'assassino suo cugino) nella sala dov'e- ra appena terminata la riu- nione di giunta. Un tentativo di far scena, "costruirsi" l'impalcatura per un'infermità mentale ed evitare una condanna che si prospetta... senza fine? Lo stesso sostituto procuratore Eugenio Turco non esclude che Manzulli possa "recita- re", anche se pare scontato che verrà disposta una peri- zia psichiatrica. Manzulli era già stato riconosciuto semin- Michele Manzulli, l'omicidi di Torremaggiore fermo di mente all'epoca del- l'inchiesta sull'assassinio del fratello Antonio (lo ammaz- zò il 29 giugno del '75 e fu scarcerato il 17 luglio di due anni fa). E nell'interrogatorio reso nell'immediatezza del fatto, negli uffici della Questura dopo che una "volante" l'a- veva bloccato nei pressi del carcere con tre pistole nella cintola, Manzulli ha fatto di tutto per dare ragione a chi 10 vuole matto. Prima la sto- ria di essere stato ispirato da Padre Pio; era stato il frate con !e stimmate aveva so- stenuto a dirgli di ripulire 11 paese dagli amministratori corrotti. E ancora: aveva de- finito "zar" il sindaco. Una sorta di show tragico del quale filtrano nuovi par- ticolari. Manzulli ha raccon- tato alla polizia che quandoè entrato nella sala giunta ed ha chiesto una casa, gli am- ministratori gli hanno rispo- sto che per lui poteva andare bene il carcere (si riferivano all'ex casa mandamentale ri- strutturata e adibita ad abi- tazioni). «Allora gli ho chie- sto di darmi un loculo al ci- mitero e Palma mi ha detto: "per quello ci vogliono tre milioni". Gli ho detto una pa- rolaccia e poi...». E poi? «Non so se ho sparato io o Severi- no», ha continuato riferen- dosi al cugino. Una versione che non trova un solo riscon- tro nette testimonianze degli scampati: c'erano, oltre ai feriti, anche gli assessori Luigi Alfonzo, Ugo Maiella- ro, Alcide Di Pumpo, Mario Leccisotti e Marco Paienza. Quanto alle pistole, ancora buio sulla provienza della "Beretta calibro 9 corto" (matricola limata); i revolver calibro "38" e "22" (privi di matricola) che hanno fatto ripetutamente fuoco. A chi gli chiedeva dove le avesse prese quelle armi, Manzulli ha replicato: «dal tiretto di casa». Senza aggiungere co- me fossero finite nel tiretto.

Transcript of Z, piatol Dove ha preso le armi? E* l'ultimo mistero della ... · chele Manzulli che, per accordi...

Z, 'assassino £/ 3 piatoloe

Dove ha preso le armi?E* l'ultimo mistero

della strage in Comune«Non so se ho sparato io,

oppure'se è stato Severino».E' una delle tante fandonteraccontate da M.chele Man-zulli, il cinquantenne di Tor-remaggiore che giovedì scor-so è entrato nella sala-giun-ta del comune del centro del-l'alto Tavoliere per sparareall'impazzata e uccidere l'as-sessore democristiano all'an-nona, Lucio Palma di 38 annie il segretario comunale, An-tonio Piacquaddio, 58 anni,originario di San Paolo di Ci-vitate. Feriti anche il sinda-co, Pietro Liberatore di 42anni (è ancora ricoverato conprognosi riservata nella saladi rianimazione degli ospe-dali riuniti foggiani) e, Seve- ,rino Carlucci, il capogruppoconsiliare della De che avevaaccompagnato l'assassino (èsuo cugino) nella sala dov'e-ra appena terminata la riu-nione di giunta.

Un tentativo di far scena,"costruirsi" l'impalcaturaper un'infermità mentale edevitare una condanna che siprospetta... senza fine? Lostesso sostituto procuratoreEugenio Turco non escludeche Manzulli possa "recita-re", anche se pare scontatoche verrà disposta una peri-zia psichiatrica. Manzulli eragià stato riconosciuto semin-

Michele Manzulli, l'omicididi Torremaggiore

fermo di mente all'epoca del-l'inchiesta sull'assassinio delfratello Antonio (lo ammaz-zò il 29 giugno del '75 e fuscarcerato il 17 luglio di dueanni fa).

E nell'interrogatorio resonell'immediatezza del fatto,negli uffici della Questuradopo che una "volante" l'a-veva bloccato nei pressi delcarcere con tre pistole nellacintola, Manzulli ha fatto ditutto per dare ragione a chi10 vuole matto. Prima la sto-ria di essere stato ispirato daPadre Pio; era stato il fratecon !e stimmate — aveva so-stenuto — a dirgli di ripulire11 paese dagli amministratoricorrotti. E ancora: aveva de-

finito "zar" il sindaco.Una sorta di show tragico

del quale filtrano nuovi par-ticolari. Manzulli ha raccon-tato alla polizia che quando èentrato nella sala giunta edha chiesto una casa, gli am-ministratori gli hanno rispo-sto che per lui poteva andarebene il carcere (si riferivanoall'ex casa mandamentale ri-strutturata e adibita ad abi-tazioni). «Allora gli ho chie-sto di darmi un loculo al ci-mitero e Palma mi ha detto:"per quello ci vogliono tremilioni". Gli ho detto una pa-rolaccia e poi...». E poi? «Nonso se ho sparato io o Severi-no», ha continuato riferen-dosi al cugino. Una versioneche non trova un solo riscon-tro nette testimonianze degliscampati: c'erano, oltre aiferiti, anche gli assessoriLuigi Alfonzo, Ugo Maiella-ro, Alcide Di Pumpo, MarioLeccisotti e Marco Paienza.

Quanto alle pistole, ancorabuio sulla provienza della"Beretta calibro 9 corto"(matricola limata); i revolvercalibro "38" e "22" (privi dimatricola) che hanno fattoripetutamente fuoco. A chigli chiedeva dove le avesseprese quelle armi, Manzulliha replicato: «dal tiretto dicasa». Senza aggiungere co-me fossero finite nel tiretto.

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11 nostro collaboratore testimone diretto della vicenda diTorremaggiore

La strage di San Nicoladi Scvcrino Carlucci seniorTORREMAGGIORE.Ore vcnli e nove minuti di gio-

vali 6 dicembre 1990, San Nicoladi Buri. Su corso Muucoili i pus-santi sono rari. A spizzico cadequalche fiocco di neve. I negozihanno chiuso o stanno chiudendo ibattenti nel!'attesa di servire gliultimi elicmi. Sono ancora apertele tabaccherie e le botteghe artigia-ne. Sono illuminate le finestre delprimo piano del Municipio perchenel Gabinetto del Sindaco la Giun-ta al completo e riunita per delibe-rare su alcuni argomenti.

Nel Gai .etto del vicesindacoci sono otto dirigenti della localesezione socialista. Tra i due Gabi-netti ci sono: il messo comunajcSabino Antonucci, seduto caval-cioni su un tavolo, il capogruppoconsiliare della DC Scvcrino Car-lucci junior (mio omonimo) e, ad-dossato allu ringhiera della balau-stra della scalinata, suo cugino Mi-chele Manzulli che, per accordipresi in precedenza, doveva essereintrodotto nel Gabinetto dei Sinda-co per esporre qualcosa all'interaGiunta, non appena questa termi-nasse i lavori.

La Giunta termina la propriariunione.

li vicesindaco Luigi Alfonzoesce dalla sala e si reca nel suoGabinetto per conferire con i suoicompagni di partito, mentre ilManzulli e suo cugino entrano inquello del Sindaco. Qualche asses-sore sta firmando il verbale diGiunta di propria competenza, ilsegretario capo raccoglie le suecarte e si accinge a recarsi nellapropria stanza, ma il Manzulli loinvita a restare perché ciò che devedire interessa anche lui.

Il segretario, Tonino Piacqua-dio, ritorna al suo tavolo e l'asses-sore Mario Lcccisolli si approssi-ma all'uscio e siccome la poltronasulla quale si o seduto il Man/.uili

era davanti a lui volge verso ilsindaco Pietro Liberatore l'indiceleso ed il pollice alzalo, mimundoil gesto di chi può sparare.

Pietro spiega al proprio con-giunto che la casa da lui richicsia,situala in via Marsala n.105, nonpuò essergli assegnala perche giàlocala, ma che gli verrà assegnataquanto prima una casa di propricùcomunale rimessa a nuovo e coningresso indipendente. 11 Man/ullisi alza dalla poltrona, arretra di

qualche passo ed esclamando alcugino Pietro :" Ah! la casa non mela volete dare?!" cslrac la pistola egli spara. Mario Lcccisotli fuggcper 1& scale chiedendo aiuto perfarsi accompagnare fuori. Il para-piglia accaduto nel Gabinetto delSindaco giunge fino a quello delvicesindaco.

Il Manzulli, sempre nell'inten-to di freddare il Sindaco, scarica lapistola sul Segretario Capo e sul-l'assessore Lucio Palma, colpen-doli in pieno. Al rumore dei colpisparati, prima fraintesi con quelliprovocati dai "raudi" natalizi, ilvicesindaco, seguito da tre dei suoicompagni, 'si precipita nel Gabi-netto del Sindaco. Il Manzulli conla sinistra sulla porta e con la pisto-la nella destra, ridendo come unsatanasso gli chiede: "E tu che faiqua!?". Luigi Alfonzo ritorna nel

suo Gabinetto e si accascia privodi sensi sulla poltrona, mentre inquello del Sindaco Pietro Libera-tore, strisciando sul pavimento,guadagna l'uscio e fuggc per lescale. Lo stesso fa Scvcrino Car-lucci iunior, ma il cugino gli puntala pistola alia lempia e preme ilgrilletto; fortunatamente il colponon parie perché il caricatore eesaurito.

Il Manzulli cstrac un'altra pi-stola e inscguc i due parenti per lescale sparando loro nella schiena.Scvcrino di corsa guadagna il por-tone del Palazzo di città, attraversail Corso e solo quando raggiungevia Dante si accorge di perderesangue. Pietro Liberatore cade do-po avere disceso l 'ultimo gradinosono il portico, seguilo dal Man-zulli che lo scavalca e si dirigeali 'angolo di via Coito dove si fer-ma. Quattro persone raccolgonoPietro dal punto in cui era cadutoC lo trasportano verso il centro delCorso. Il Manzulli si avvicina algruppo e dicendo: "Ah! sci ancoravivo!" gli spara nella schiena e poisi dirige verso la sua auto parcheg-giata una diccina di metri disiante,ma vedendola imbottigliata ira al-tre due auio, ailravcrsa il Corso edimpone, con la pisiola in pugno, aun guidatore che stava accendendoil motore del suo furgoncino, diaccompagnarlo a San Severo. •

Sono le ore vcnli e undici minu-ti di giovedì sci dicembre 1990,San Nicola di Bari. Nel Gabinettodel Sindaco sono riverse per terracinque persone: chi esanime, chisvenuta e chi per terra per istintodi conservazione. La porta è bloc-cala da un congegno automatico esolo dopo qualche minuto vienesfondata a spallale dal Comandan-te dei Vigili Urbani, Agostino DeFlorio. Lo scrivente, quinta vittimadi questa tragedia, era a 30 metri didistanza.

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R|lp o||l abi li tà D o vuf|di Severino Carlucci

Torremaggiore. "Con un Decreto-Legge il Governo Nazionale ha dispo-sto che le Regioni provvedano alla no-mina dei dirìgenti responsabili delle va-rie Unità Sanitarie Locali e che gli at-tuali componenti dei Consigli di Ge-stione si trasformino in "Comitato diGaranti" ed in consegna di ciò le attualiAssemblee usline verranno sciolte"."Questo se il Parlamento ratificherà laproposta di Governo entro il termineprefissato per Legge, altrimenti tuttoreiteri come prima, se non peggio diprima". Questa è una dichiarazione ri-lasciataci dal prof, Ugo Maiellaro, pre-sidente della Assemblea dei componen-ti della USL FG/I mentre si era in attesadella riunione delta stessa convocataper deliberare su alcuni accapi postiall'O. del Giorno tra i quali la costitu-zione di Parte Civile nel processo pena-le contro Michele Manzulli che lo scor-so sei di Dicembre compì una strage inMunicipio.

Il territorio della Foggia uno abbrac-cia sette comuni con una popolazionedi 38mila abitanti ed è amministralo da40 componenti espressione di tutte leforze politiche con un comitato di ge-stione da tre democristiani e da duesocialisti. Sull'argomento, parlando innome del proprio gruppo politico e delcomitato di gestione in qualità di vicepresidente, il socialista Piero Minchillo,"con parole toccanti che denotavano una

presa di coscienza consona alla realtàche si sta vivendo in questi giorni, hadetto tra l'altro "Stiamo attraversandoun periodo caratterizzato da un proces-so di degradazione morale e sociale enoi pubblici amministratori ci sentiamoindifesi mentre la criminalità si fa sem-pre più spavalda". "Dobbiamo dare unarisposta unanime a questi eventi crimi-nosi e, pur consapevoli che lo Stato ècarente nel fronteggiare la situazione, ènostro dovere rinsaldare i nostri rappor-ti con i cittadini invitando la Magistra-tura a celebrare i processi sino in fondoad evitare ritardi e rinunce ed a dimo-strare la propria trasparenza con il tute-larci e con il garantirci dei mezzi adattia fronteggiare questa situazione"."Dobbiamo avere più coraggio e piùcoerenza perché quello che è successoA Torremaggiore potrebbe essere ripro-posto verso altre Istituzioni ed invito gliamici che intendono ritirarsi dalla vita

.politica a non mollare perché la crimi-nalità sfrutta psicologicamente anchequeste cose".

D'accordo con quanto affermato inAuladu Piero Minchillo si e dichiaratoanche il comunista Malico Toschcs,Sindaco di Casal vecchio, che ha esorta-to tulli a tenere duro "anche conservan-do il liuto dentro di noi".

Armando Palmieri, vice presidentedcll'Enle Provincia, associandosi alledichiarazioni del Minchillo, afferma:"Le vitt ime di questo tragico avveni-mento appartengono tulle alla Demo-"

crazia Cristiana, il parlilo che ci gover- •na da oltre 40 anni. La mafia aleggiaproprio all'interno del "palazzo", vistoche non si ha il coraggio di modificarela Legge "Gozzini" e di assicurare latutela ai pubblici amministratori che atull'oggi costituisce la categoria più in-difesa".

"Quando la società è governata daldio danaro, ha detto a sua volta il socia-lista Filippo Mascolo, dobbiamo preoc-cuparci di rieducarla dal punto di vistamorale. Personalmente sono contrarioalla nostra costituzione in Parte Civileperché ritengo sia più utile un dibattitogenerale tra le varie forze politiche".

Michele Pitassi, Presidente del co-mitato di gestione della Usi Fg/Uno,con parole che riparliamo in sintesi purrispettandone il concetto: "Oggi sonosottovalutati quei concetti che costitui-scono la morale di ogni individuo: l'a-more per la famiglia e la morale cristia-na.

E' criticabile il comportamento diquel pubblico amministratore che difronte a certe realtà dice di non volerescendere più nella trincea per difenderegli interessi degli amministrali. "Dob-biamo comballcre gli inquinatori all'in-terno dei nostri parliti se vogliamo di-fendere la Cultura e la Storia dei nostrisani principi i". Così terminai! 1990, unanno iniziato nell'incerle/.za politicadeterminala dai giuochi di polcre e fini-Io con una Irageclia che sia svonvolgcn-do lutti, o quasi tulli.

spedito II fratello al cimiteroL'uomo era stato dichiaratoinvalido a causa della sua pre-caria stabilità mentale ed eraassistito economicamentedalla civica amministrazione

Un proiettile ha raggiunto anche il cugi-no dell'assassino che lo aveva accom-pagnato in municipio - Dopo il delittol'ex detenuto si è dato alla fuga con unmotocarro e si è presentato al carcere

Torremaggiore (Foggia).dicembre

V oleva a tulli i costi unacasa popolare e, poiché •non gliela davano, ha

aperto il fuoco con due pisto-le sul segretario comunale, suun assessore, sul sindaco e susuo cugino consigliere comu-nale. Bilancio: due moni (iprimi due) e due feriti.

A •compiere la sparatoria estato Michele Maliziili, exdetenuto di cinquaiil'anni.senza famiglia e con qualcheproblema di niente, «/o salivo

. le .tenie del niunkiiiio e loroitli\'l>rt>i<li'Vtiiio in l'ilo- hadetìolijopo l'arresto. EsigevaUt casa popolare perche non

.poteva pagare l'affitto di 200mila lire mensili che gli chie-deva il padrone di casa.

Il sindaco. Pietro Liberato-re, messo itile s t re t te promet-teva che la casa l'avrelibe

' • ' avuta. Stanco di aspellare; Michele Manzulli si è fatto, • giustizia da sii. li andalo inj i municipio e ha fallo fuoco: il

•i sindaco si è buscalo un colpo:! alla gola e uno all'addome ed|>j £ stato ricoverato in serio sta-ì'I jó all'ospedale di Foggia.i ' ' j ' Antonio Piacquadio. se-

; gretario comunale. 56 anni, e, Lucio Palma, .IKunnc assesso-: re alla polizia urbana, sono

rimasti uccisi, con un paio dicolpi di pistola ciascuno. C'èun ferito ancora: beverinoCarlucci, 39 anni, consigliere

: comunale e cugino dello spa-ratore, ferito al petto.

Sei mesi fa Michele Man-zulli aveva scritto al sindacouna lettera di preghiere. So-steneva di trovarsi in una si-tuazione di grave disagio, es-

sendo un ex detenuto, invali-do (per le sue condizionicelimente) e disoccupato,-conuna pensione di 460 mila lireal mese. In più, secondoquanto affermava, non avevanemmeno l'esenzione dal pa-gamento del ticket.

Non sappiamo se il sindacoabbia risposto alla lettera.

Michele Manzulli era uno dei4.SO assistiti dal Comune.Prendev.i qualche decina di imigliaia di lire ogni mese. Mal'uomo era solo, senza faivi-liari (soprattutto dopo una lite con il fratello Felice, av-venuta quindici anni fa, du-rante la quale aveva ucciso a 'pistolettate il congiunto).

Beverino Carlucci, il consi- 'gliere ferito dal cugino Mi-chele Manzulli, aveva preso acuore la sua situazione. Si eraproposto, per le conoscenteche aveva nel palazzo comu-nale, di accompagnarlo dalsindaco. Alle otto e mezzodella sera i due cugini hannofatto assieme le scale. Il sin-

daco Liberatore era chiusonella sua stanza preso dai suoiimpegni. I due cugini si sonodiretti allora nell'ufficio delscartano del Comuni', An-tonio Piacquadio, Sotto ilcappotto, infilate nella cintu-ri! dei pantaloni. MicheleManzulli aveva due pistole,una calibro 7,65 e una 6.3.S.

Non si sa come se le sia pro-curate.

All'improvviso l'ex carce-rato ha aperto il fuoco. Hadetto dopo l'arresto: * Mi'so-no sentito ancora unii voltapreso per il culo». L'espres-sione infastidita di Piacqua-dio si è dipinta di terrorequando il pensionato ha solle-vato appena il cappotto e ha

'messo la mano destra sul cal-cio della pistola.

Furiosoinseguimento

Michele Manzulli ha presol'arma, Piacquadio si è buttatodi lato e col movimento hagettato per aria un telefono euna calcolatrice. L'ex carcera-to ha sparalo due colpi: il se-gretario comunale, raggiuntoalle spalle, è morto sul colpo.

L'assessore Lucio Pulmanon e riuscito a scappare,stretto com'era trn la scriva-nia del povero Piacquadio, untelevisore a colori e IH paretedell'ufficio. Michele Manzulliha sparato anche contro di luidue volte, con la stessa arma,

e anche per l'assessore lamorte è giunta i-nprovvisa.

Ma l'ex carenato, ormaiscatenato, voleva vendicarsidel sindaco, il maggiore re-sponsabile del fallimentodelle sue richieste. Pietro Li-beratore ha sentito gli spari,è uscito dalla sua stanza inpreda alla paura e si è messoa correre lungo !e scale delmunicipio.

Michele Manzulli gli è cor- •*so dietro mentre il cugino Se-verino si dava da fare pertrattenerlo e per evitare che •corresse altro sangue. Duecolpi con l'altra p.stola Man- ,zulli è riuscito a spararli.Uno, di striscio, i-I petto, sel'è buscato anche Carlucci.

L'ex carcerato è uscito, harapinato un motofurgone ed èfuggito. È arrivato a Foggia esi è diretto al carcere, dal qua-le era uscito dopo aver sconta-lo dodici ilei elidono anni aiquali era slalo tomi,innato peraver ucciso il fruitilo Felice.Ma chiesto di riertrare. pagodella vendetta. *.

s.n.o.

O

I PERSONAGGI,

TOKIHO.

Ci conoscevamo fin dagli inizi degli anni sessanta ed i nostri rapporti si limi-tavano a quelli che possano intercorrere tra il capogruppo consiliare del partitodi maggioranza ed il vice segretario comunale : di stima reciproca e di collabora-zione d'ufiicio e d'Istituzione.Spesso gli toccava di sostituire il segretario capo nel verbalizzare le'riunio-

ni del Consiglio Comunale ed in una di queste occasioni,allorquando si trattò diformulare dei voti augurali al Cardinale Montini eletto qualche giorno prima al Se-glio Pontificio con il nome di Paolo Seste,parlando a none del mio gruppo consiliaa»*re auguravo al nuovo ?apa di improntare il sue pontificate più al " Mater et Magi-stra gentium " di Papa Roncalli che al " Si via pacem,para bellum " di Papa Pacel-li. Tra il mormorio che fece seguito a queste mie affermazioni tra i "banchi dellaminoranza consiliare Tonino mi chiese di tradurre in italiano le due frasi latineper poterle inserire nel verbale e glie le fornii dicendogli : M La prima : Madre• maestra delle genti la Chiesa cattolica apostolica romana ... si riferiva allaEnciclica di Papa Giovanni XXIII e la seconda," Se vuoi la pace,prepara la guerra"venne pronunziata in un consesso da Papa Pi» XII.Un'altra volta,in occasione di risolvere definitivamente lina vertenza serta alle

interno del grupp» consiliare a proposito della municipalizzaziene del serviziodella nettezza urbana venne convocata dal sindaca pre-tempore una riunione tra lui,l'assessore del ramo ed il capogruppo con il segretario ed il ragioniere capo delComune per avere chiarimenti sul carattere economico-legale della questione ma en-trambi i funzionari delegarono Tonino a rappresentarli. Oli venne prospettata lasituazione s si spendeva una certa somma per il servizio,una somma dalla quale loappaltatore doveva detrarne il 57 da versare quale contributo assicurativo per cuial singolo netturbino toccava una paga giornaliera di 950 lire, mentre, municipaliz-zando il servizio,con la stessa somma inclusiva dei vari contributi assicurativi,si sarebbero assunti altri cinque netturbini in più ed assicurando a tutti e tren-ta una paga giornaliera di 2.050 lire seconde la normativa allora vigente,.

In quella occasionerei prender» atte della mia capacità di fare dixcent« tenende -,presente la Giuri sprudenza, Tenine ai cengratulò cen me ed ie di rimande gli diasiche alle elementari mi avevano insegnate che moltiplicando sette per sette si ette-neva quarantaneve e che forte di questa cegniziene acquisita la metteve in praticaegni qualvolta incentrare qualcuno che voleva dimestrarmi che l'aritmetica fesse u-

na epiniene»Malgrado il mie allontanamele dalla politica attiva — l'impostazione da me da-

ta ai^a risoluzione, della questione del servizio della nettezza urbana ne rappre-sentò il " casus "belli "— e& il trasferimento di Tonino a Kettola i nostri rappor-ti personali continuarono sempre improntati a cordialità.Ricordo che una volta mi raccontò,con le lacrime agli occhi,che " dall'alta '•' gli

avevane imposto duramente di raccogliere la sua " roba " e di lasciare la stanza a—diMta a suo ufficio — quella stessa stanza deve esalò l'ultimo respire — e di

trasferirsi in un "bugigattolo situato àell'altra ala del Palazzo di Città,in quel-le stesso "bugigattolo dove,qualche anno dopo,mi consigliò di ritirare l'elenco deifirmatari dei presentatori della lista di Democrazia Proletaria se volevo evitare

che gli stessi fossero ricattati da chia. aveva tutto l'interesse che la lista stes-sa non fosse presentata.Seguiva con interesse i miei servizi giornalistici su " Meridiano 16 " e non era

mai parco di notizie quando glie le chiedevo. Mi invitava ad assistere ai convegniindetti dall'Associazione dei Segretari Comunali di cui ne era il Presidente Pro-

vinciale. Una volta si con^rarolò co:, me perche in uno dei miei articoli avevo da-to i nomi a tutti i • personaggi in cerca di cortei "che in un certo corteo senzané capo e né coda non vengono mai rappresentati.

Ci salutammo per l'ultima volta la prima domenica- dello scerso Di cernire nella Pa-sticceria Innelli» La foto che pubblice venne scattata in occasione della mia Mo-

stra fotografica dedicata al Lavoro dei Torremaggioresi. Le ricorderò sempre così :

cordiale,sorridente e sempre al suo poste di lavoro.

XV ,LUCIO. — *•

Presentatosi candidato nella lista democristiana nel 1983 preferì,assieme ad alcu-ni suoi amici di par titolarsi la pubblicità elettorale con un* gigantografia ch«

Tenne affissa negli spazi eletterali destinati alla propaganda dirottai.Sopra una di queste gigante grafi e qualche buontempone ci disegnò una tenda cen

le relative tirelle che gli cepriva l'occhio sinistre. Ritenni interessante il seg-gette e le fetegrafai e qualche tempo depe,in eccasiene di una mia mestra fetegra-fica,aggiunsi accante alla sua immagine un fumette che pertava scritte " Ho dateun occhio per la causa " e dall'altre late della feto sua,accante a quella di Cian-ni Lamura che nel frattempo «ra passato dall'altro lato della "barricata facendo di-re a Gìanni in quel fumetto " E tu ii-sa le sapevi che le cause costano un occhio ?".Lucie rise di cuore quando gli mostrai la fotografia così conciata. Ne firmò l'au-torizzazione alla esposizione e ne pretese una copia che poi mostrava agli amici ri-dendoci sopra di gusto perché egli era fatto di questa pasta.Aperto ad ogni dialogo,franco nel dire quello che pensava,energico nell1esporre

il proprio punto di vista,la sua "bonomia traspariva,non dal volto arcigne,ma dalrisolino talvolta "beffardo che gli spuntava da sotto i bafì'i.Abbonato a Meridiano 16 mi rimproverò una volta di dare troppa importanza ad Aldo

Fantauzzi mentre da lui pretendevo i soldi per il rinnovo dell'abbonamento. Gli ri-sposi in quella occasione " E tu,fatti eleggere Sindaco,così E-***"** avrai la tua paite di importanza riportando nel giornale tutto quello che vorrai ".Eletto Assessore nello scorso mese di giugno ha fatto del suo meglio nel riordino

della segnaletica stradale±«i,del mercato quotidiane ed infrasettimanale e dell'uti-lizzo razionale dei Vigili Urbani piazzando alcuni di essi nei punti cruciali jneiquali la nostra gioventù correva il rischio di essere vittima, degli spacciatori disostanze stupefacenti.Venuto a conoscenza che stavo ritraendo in alcune vignette umoristiche i più noti

tra i politici locali e dopo averle viste in fotografia mi chiese a bruciapelo: " APietre lo hai ritratto sul cavalle,a Fantauzzi lo hai messe in musicala! " Pelittic-chie"dici che lo farai in divisa da cardinale,cesa mi farai fare nella mia carica-tura ? ". "Ti ritrarrò in tenuta da petatere che viene a potare I1 al "bere di " Aini-sca " che sta crescendo davanti casa mia viste che il tue amice Fantauzzi mi dice efe-che io non posso manometterle in quante costituisce parte integrante del verde "pci11 pubblico "cittadino.La rottura di un tubo della conduttura della rete idrica passante poco discosta

da casa mia e la sua successiva riparazione comportò il ristagno di una massa melmo-sa proprie deve pareheggio il mie rimorchio agricole e sopra questa melma,poiché ildispluvio defluisce l'acqua piovana verse l'eppesto marciapiede lasciando i detritisetto quello di casa mia,attecchirono e prosperarono semi,tralci e tuberi di ognivarietà tra i quali presperò in piena vegetazione una pianta di " ainisca " dellaspecie commestibile sia agli " aini " che agli uomini che si sviluppò a tal punte daraggiungere nel giro di un mese i quattro centimetri di diametro alla base del tron-co e superare il metro in altezza. Qualcuno estirpò il tubero della salvia per tra-piantarsele altrove,qualche altre pensò che mi ere creato il mie piccole giardinoprivato aggiungendovi che lo concimavo e le annaffiavo cen cura e qualcun1 al tre, con-frontando il mio " verde " cen quelle che cresceva sette e sopra lo stesse marciapie-de destre di via Marsala,sosteneva che le lasciavo crescere apposta per dimostrareil degrado in cui era caduta la pulizia delle strade cittadine nel momento in cui inetturbini erano in ferie simultaneamente e gli avventizi-chiamati a sostituirli siguardavano bene dal manometterle considerandole un " verde pubblice " che ad onta diquello vero,prevate dalla siccità,era in pieno rigoglio.Lucie mangiò la foglia e parò la betta e tre giorni dopo,un netturbino,stornate dal

la sua zona di competenza per espresso ordine dell'Assessore,armate degli attrezzidi servizio,nel giro di dieci minuti,riuscì a ripulire quel metro quadrato di suolepubblice da terriccio essiccate e da erbe varie in piena vegetazione.Un piccole problema pubblico risolta da Lucie»Di piccoli problemi pubblici irrisolti co ne ie tanti {Mi* Lucie non c'è più.!.

Era la aera dell» sc»rs» oabat» di San Sabin». La statua d»l Sante Preettere e-ra stata portata in precessione per le maggiori vie cittadine a " passe di tersagti-gliere " perché doveva ritirarsi prima dell'inizio della partita di calcio tra lesquadre nazionali di Italia ed Austria prevista per le ere ventuno.Due ore dopo,la gente,«sultante per la vittoria riportata dalla nostra nazionale

su iiU.el.ia austriaca.,si riversò su Corso Katteotti a godersi la festa ascoltando mu-sica e sbirciando tra le "bancarelle allestite sotte la luminaria.Già come torremageioresi,il giorno prima,eravamo riustiti ad ottenere un'altra

vittoria riuscendo a strappare al Ministro dell% Pubblica Istruzione Mattarella laassicurazione che il nostro liceo Classico " Nicola Fiani " non avrebbe perduta lapropria autonomia ed a maggior ragione,quindi,si poteva trascorrere in letizia la

prima delle tre serate della festa patronale»Quella sera stessa,passeggiando lungo il Corso,incontrando Pietro in compagnia

di amici,gli ho mostrate le fotografie delle vignette umorietiche sui politicantilocali prima fra tutte quella che lo ritraeva vestito da guerriero medioovaie,con

la lancia in resta e sopra un cavallo a dondolo marciava alla conquista del Palaz»zo di Città difesa da una enorme falce e marteli» mentre in didascalia,alla Soinan-da : " Quo vadis,Pietro ? " lui rispondeva " E che non si vede ?."Pietro ridacchiò sotto i baffi,non solo alla vista della fotografia ma anche quan-

do gli h<5 chiesto " Sarai il nostro " liberatore " o il nostro Sindaco ?.Kove giorni dopo,il 18 giugno 1990,nel giorno dell'anniversario della battaglia

di Waterloe,Pietro Liberatore veniva eletto Sindaco da. una maggioranza poiitico-an-mini strati va che coali zzandosi riusciva a porre fine ad un p»ri«do di iin^cbilisn»

da quella frazione democristiana capeggiata dallo stesso Pietro e determinata a rom-

per e 1 "accordo con i comunisti con i qJàali gestivano la cosa pubblica.

Pietro prestò il suo giurament» di' deltà alla Repubblica Italiana ed alle sueLeggi la mattina della domenica successiva alla sua elezione e le fece nelle manidel Prefette Vicario,Br Scarlate. A quella cerimonia ere presente anch'i» ma quelgiorno non avrei mai immaginato che il Sindaco Liberatore,in quel Jalazz» di Cittàconquistat» c»n tanta perseveranza,una sera^avr»bb» travata vaia, man» c»nsanguin»«eh» gli avrebbe scaricata addosso una della sue pist»l«»

Fella feto t II filodrammatice Beverino Carlucci Junior nelle vesti di Feliciel-le Sciesciammocca. ne * II medicji liàk pazzi. * d£. Edoardo Scarpetta.

Mi* cugino omonime nacqueMarze «d il tn »rno dap» la suanascita iniziò la primavera àitrent'anni fa»Di cugini di sesse maschile,

in famiglia,ce ne Brane altrisette senza cantare gli altritre morti in tenera età,ma nesBuno di lerò c«n il nostro ce—gnome e la sua nascita venneaccolta con gioia in famiglia,specialmente da parte mia cheali'età di trentacinque annipeteve chiamare un mio parentecen il mio stesso nome di bat*tesino.Junio erette come un "bimbe

vispo e dai coetanei e dallecomari del vicinato venne con-siderate un " enfant t erritele'"a causa delle marachelle checombinava nella sua vivacitàinfantile.Riuscì a diplomarsi in Ragie

neria e si impiegò nel Banco diTorremaggiore e San Severo,aradi" Capitanata ".La sua innata capacità di re

citare immedesimandosi nellaparte del personaggio prescelte!venne abilmente sfruttata,pri-ma,da Elie Antonucci quando quésti organizzò la sua " K?.ct Pcnz Cempany " e,dopo,da Beppe Guerra quando lo volle come prime attere nella sua compagnia teatrale " 'AZantraglia *.Ovviamente,come in ogni caso di omonimia,I1apparire del su» nome e cognome sui ma

nifesti teatrali mi arrecò qualche fastidio, Quando glie 1* dissi mi rispose, che deveve ritenermi fortunate perché lui,dopo che gli chiedevano se l'attore fosse liieppure ie pretendevano anche il biglietto gratis»Altri grattacapi seri mi procurò quando il suo nome comparve nella lista dei can-

didati democristiani nelle amministrative del Siugne 1988» Mi chiese il vote prespttandomi quale onore sarebbe stato per avere un cugino Consigliere Comunale. Slie lenegai dicendogli che quell'onere * le avevo avuto direttamente per ette anni quandcla Politica era una cosa pulita e seria. Non venne elette ma sedette ugualmentecui banchi del Consiglio Comunale fino a quando il TAB Regionale confermò la elezine a Consigliere di Marie Leccisetti. Fu uno strascico giudiziario che costò al Co-mune un paio di milioni» Cerne prime dei non eletti nella lista 1X3,Junio venne nomi:nate Consigliere in seguite alle dimissioni di Leonardo De Tita,un altro mie cugi-ne acquisite.

Da allora Junie svelge la propria mansione di capogruppo consiliare