Yuja Wang - Società del Quartetto di Vicenza · 2019-03-22 · Miss Wang alla Carnegie Hall...

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MERCOLEDÌ 18 FEBBRAIO 2015 Yuja Wang 105 a Stagione Concertistica 2014/2015

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mercoledì 18 febbraio 2015

Yuja Wang

105a Stagione concertistica 2014/2015

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Franz Schubert (1797-1828)

da Schwanengesang D. 957 (trascrizione per pianoforte di Franz Liszt) I. Liebesbotschaft V. Aufenthalt

da Die Schöne Müllerin D. 795 (trascrizione per pianoforte di Franz Liszt) XIX. Der Müller und der Bach

Fryderyk chopin (1810-1849)

Sonata per pianoforte in si minore n. 3 op. 58 Allegro maestoso Scherzo: Molto vivace Largo Finale: Presto, non tanto. Agitato

***

Alexandr Nikolaevič Skrjabin (1872-1915)

Preludio op. 9 n. 1 “per la mano sinistra”

Preludio op. 11 n. 8 in fa diesis minore

Fantasia in si minore op. 28

Preludio op. 37 n. 1 in si bemolle minore

Sonata n. 9 op. 68 “Messe noire”

Milij Alexeevič balakirev (1837-1910)

Islamey, fantasia orientale op. 18

PROGRAMMA Pubblicata nel 1829 pochi mesi dopo la morte dell’autore, la raccolta di 14 lieder Schwanengesang (Canto del cigno) di Franz Schubert venne trascritta per pianoforte da Liszt nel 1840. Sei anni più tardi – la pubblicazione è del 1847 – liszt trascrisse per pianoforte anche alcuni brani appartenenti al celebre ciclo liederistico Die Schöne Müllerin (La bella mugnaia) che Schubert aveva composto nel 1823. Quello fra Liszt e la musica di Schubert è un rapporto profondo che sfocia in trascrizioni le quali se da un lato restano fedeli alla partitura originale, dall’altro la innovano sostanzialmente: trascrizione come “invenzione”, dunque.Ma per capire ancor meglio l’intensità del rapporto fra le composizioni di Schubert e l’opera di Liszt, ci viene in aiuto una frase di Busoni: se con le Rapsodie ungheresi Liszt stregò gli ascoltatori, con le trascrizioni di Schubert le incantò.A questo punto vale solo la pena notare che il catalogo di Liszt ha una sezione molto estesa dedicata alle parafrasi e alle trascrizioni; tanto estesa che a volte rischia di mettere in ombra le sue composizioni originali.chopin si dedicò sporadicamente al genere Sonata, che fino a pochi decenni prima era la forma-principe della composizione strumentale. Scritta nel 1844, la Terza Sonata appartiene al suo ultimo periodo creativo ed ha suscitato non poche discussioni fra i critici musicali: se alcuni, infatti, la considerano una pagina poco ispirata, altri invece la collocano fra le più grandi creazioni chopiniane.Questa Sonata ha un marcato carattere lirico con un largo uso del cosiddetto “tempo rubato”, che secondo Liszt è quel tentennamento accentuato e quella morbidezza con le quali devono essere eseguite molte creazioni di Chopin.Il filo rosso che lega i brani del concerto di questa sera, prosegue – nella seconda parte – con il russo aleksandr Skrjabin, del quale si celebrano quest’anno i 100 anni dalla morte. Si racconta che da adolescente Skrjabin dormisse con le partiture di Chopin sotto il cuscino. Che sia vera o no, la circostanza ci dice quanto il principale punto di partenza della sua attività creativa fosse costituito dal pianismo romantico, in particolar modo dalla musica di Chopin. Ciò è ancor più evidente nelle opere giovanili (questa sera ascoltiamo tre Preludi e una Fantasia) che in quelle della piena maturità (come la Sonata “Messa nera” del 1913) dove invece vien fuori lo Skrjabin visionario e misterioso, in bilico fra decadentismo e modernità.Un altro aneddoto ci porta al brano conclusivo, la fantasia orientale “Islamey” che il russo Milij Alexeevič Balakirev compose intorno al 1869 di ritorno da un viaggio in Caucaso. Si tratta di una pagina di grande bellezza che trae origine da antiche melodie popolari “orientali”, ma è anche una composizione che pochi pianisti sono in grado di affrontare per le asperità tecniche – ai limiti dell’umano – alle quali è chiamato l’esecutore. Mentre era studente al Conservatorio di Mosca, Skrjabin s’intestardì nel voler eseguire questo brano nonostante l’estensione delle sue piccole mani rendesse l’impresa praticamente impossibile. Sta di fatto che sottopose la mano destra ad un tale superlavoro da danneggiarla per sempre in modo irreparabile.

NOTE AL PROGRAMMA

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Quando scende dal treno Frecciabianca, Yuja Wang sembra una qualsiasi studentessa orientale che sta viaggiando in Europa per ammirare i nostri capolavori architettonici. Jeans, sneakers, strati di felpe, un trolley dal quale penzolano dei pupazzetti colorati, auricolari attaccati all’inseparabile iPod, cuscino da viaggio a ferro di cavallo, guantini in lana senza dita. Il trucco quasi non c’è. Si ferma un attimo per inviare un “WhatsApp”, fa un gran sorriso e poi la prima cosa che chiede è: dov’è un pianoforte?Si sbaglia di grosso chi l’ha definita, anche in questi giorni, “la pianista più sexy del mondo”, perché Yuja – 28 anni compiuti la settimana scorsa – è lontana anni luce dall’essere una femme fatale, anche se sul palco la vedete avvolta da mini-abiti fascianti abbinati a dei tacchi vertiginosi. Nel suo sorriso sincero, nel suo sguardo pulito, nella sua affabilità, nell’incedere veloce sul palcoscenico o nell’inchino di scatto a 90° con il quale ringrazia il pubblico non c’è la minima traccia di malizia o di sensualità. Se in concerto si veste così, è solo perché così piace a lei: scelgo i miei abiti in base alla musica che suono, mi piacciono i contrasti.Dunque non c’è alcuna volontà di stupire, di conquistare il pubblico a colpi di centimetri (in meno del vestito, in più dei tacchi). Come ha osservato Zachary Woolfe sulle pagine del New York Times dopo aver assistito ad un recital di Miss Wang alla Carnegie Hall (mini-abito rosso e tacco 15 con plateau), devo ammettere che sono stato rapito per il 90% dal suo pianismo esuberante e solo per il 10% dal suo abbigliamento.Ecco il punto. Yuja ha conquistato il pubblico di tutto il mondo con la sua tecnica

sbalorditiva, con un controllo fuori dal comune, con un senso profondo della forma musicale, con la resa espressiva dei capolavori che esegue, decisamente formidabile per una pianista della sua età. E poi c’è quel vigore fisico che riesce a tirar fuori chissà come, da un corpo così minuto e apparentemente fragile.

Yuja Wang nasce a Pechino il 10 febbraio del 1987. Il padre (batterista jazz) e la madre (ballerina professionista e pianista dilettante) l’avvicinano alla musica fin dalla tenera età. A 7 anni Yuja entra al Conservatorio della capitale cinese e qualche anno più tardi, visto il talento fuori dal comune, i genitori decidono di mandarla a studiare al Mount Royal College Conservatory di Calgary, Canada. Il passo successivo e determinante è l’incontro al Curtis Institute di Filadelfia con Gary Graffman, classe 1928, che diventerà il suo insegnante per i successivi 5 anni. Fra l’anziano professore e la sedicenne pianista cinese s’instaura un bellissimo rapporto umano ed un sodalizio lavorativo che darà grandi frutti: Yuja si fida ciecamente degli insegnamenti di Graffman e fa propri tutti i suoi suggerimenti, mentre il maestro cerca di indirizzare nel migliore dei modi l’incredibile talento della ragazzina, senza l’assillo di dover bruciare le tappe.Così il diploma arriva (solo) nel 2008, ma nel frattempo Yuja è già una stella nascente del pianismo mondiale da quando – l’anno prima – aveva sostituito la leggendaria Martha Argerich in una tournée con la Boston Symphony Orchestra diretta da Dutoit. Nel 2009 Yuja debutta con le grandi orchestre sinfoniche statunitensi e suona il terzo Concerto di Prokof’ev con l’Orchestra Mozart diretta da Claudio Abbado. Da allora l’ascesa è tanto rapida quanto inarrestabile ed il suo nome si fa prepotentemente largo anche in Europa, dove Yuja Wang stupisce – in récital e come solista – il competente pubblico delle grandi capitali della musica. Fare un elenco delle prestigiose orchestre con le quali si è esibita sarebbe superfluo; basterà ricordare che a 28 anni la signorina Wang ha già suonato sotto la direzione di Sir Neville Marriner, Gustavo Dudamel, Claudio Abbado, Daniel Baremboim, Antonio Pappano, Michael Tilson Thomas, Lorin Maazel, Zubin Mehta e Kurt Masur, ovvero le migliori bacchette del panorama contemporaneo.Fra un paio di mesi Yuja aggiungerà un altro importante tassello al suo già straordinario curriculum, esordendo con i Berliner Philharmoniker.Yuja Wang, che tiene oltre 100 concerti l’anno, incide in esclusiva per l’etichetta Deutsche Grammophon ed è un’artista Steinway.

IL PROSSIMO CONCERTO

Biglietti: intero € 20 / ridotto over65 € 15 / ridotto under30 €10,60

MARTEDì 3 MARZO ore 20:45

FILIPPO GAMBA pianoforteBeethoven: le 32 Sonate per pianoforte (1° concerto)I concerti saranno accompagnati da interventi dello studioso Alessandro Zattarin.

BENTORNATA YUJA!

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Il pianoforte della serata è fornito dalla ditta Zanta pianoForti