XXII GIORNATA DELLA SPERANZA - LEGA ITALIANA ......Ottobre, mese del Nastro Rosa, il mese in cui...

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Educazione Assistenza Prevenzione Trasporto pazienti Centro ILMA Sostieni le nostre attività ed i nostri progetti. acquista una “Stella di Natale”. Saremo presenti nelle piazze di tutti i Comuni della provincia. Venerdì 6, Sabato 7 e Domenica 8 Dicembre 2013 XXII GIORNATA DELLA SPERANZA

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Educazione

AssistenzaPrevenzione

Trasporto pazienti Centro ILMA

Sostieni le nostre attività ed i nostri progetti.

acquista una “Stella di Natale”.

Saremo presenti nelle piazze

di tutti i Comuni della provincia.

Venerdì 6, Sabato 7 e Domenica 8 Dicembre 2013

XXII GIORNATA DELLA SPERANZA

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Ottobre, mese del Nastro Rosa,il mese in cui istituzioni e opi-nione pubblica sono chiamate

a prestare attenzione alla tematicadel cancro al seno, una malattiapurtroppo in aumento, anche sequello che dagli angoli del mondo ri-suona e si ascolta è il refrain ripe-tuto, il ritornello trionfalistico dinote vincenti già sentite. Voci e vol-ti di solisti e band di professione od’occasione che riecheggiano paro-le di vittoria e di risoluzione e che ri-mandano a diagnosi tempestive, acure e a centri d’eccellenza in gra-do di sconfiggere il male. Voci evolti che cantano e decantano i pro-gressi della ricerca, quelli passati esoprattutto quelli a venire, promet-tendo di battere il nemico e pro-mettendo pieno successo. Tanto èavvenuto anche in occasione dellarecente vicenda dell’attrice ameri-cana Angelina Jolie.

I sorrisi e le forme smagliantidelle donne che sostengono le cam-pagne Nastro Rosa lanciano dai ma-nifesti e dalle interviste messaggi diforza e di superamento; opinion lea-der di settore come medici o gior-nalisti e studiosi noti al pubblico lan-ciano messaggi di alti traguardi rag-

giunti e di sicura efficienza scienti-fica.

Peccato che siano parole e di-scorsi a metà. Peccato che i fatti suo-nino una musica diversa, la musicadell’aumento di malattia e dell’ab-bassamento dell’età d’insorgenza.

Per questo la LILT di Lecce nonsmette di ribadire che la vera lotta alcancro passa per la lotta ai fattoricausanti la malattia, che il tumore sibatte prevenendolo e non cercandolonell’organismo e curandolo quandogià c’é.

Per questo, per la LILT prov.le diLecce, aderire alla campagna NastroRosa significa ribaltare la culturaprevalente che rincorre la malattia(e quante corse e maratone si fan-no per raccogliere fondi per nuovifarmaci e nuovi strumenti!) e lavo-rare per contrastare l’incidenza del-la malattia.

Questo significa abbattere falsecertezze e correggere false pro-messe, significa produrre cono-scenze e diffonderle, significa spie-gare la prevenzione primaria e di-vulgarla.

Allora, da tempo, intendiamo ag-ganciare il Nastro Rosa all’infor-mazione documentata per dare evi-

2 Lega contro i Tumori | Settembre 2013

EDITORIALE

I lavori al Cen

Nastro o cappio rosa?Sull’onda delle accese discussioni suscitatedal caso dell’attrice Angelina Jolie, la LILT di Lecce,in occasione della tradizionale campagna del mesedi ottobre per la prevenzione del tumore del seno,promuoverà iniziative per sensibilizzare la pubblicaopinione sull’importanza della Prevenzione

Primaria, ossia della lotta ai fattori di rischio, strumentoefficace per contrastarel’avanzata della malattia

Dr. Giuseppe SerravezzaPresidente LILT Sezione Provinciale di Lecce

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denza ai numeri e ai dati: oggi si am-mala 1 donna su 8, la malattia col-pisce età prima risparmiate (20/30anni), il numero di donne morte percancro al seno negli ultimi decenninon è diminuito.

Intendiamo legare il Nastro Rosaall’etica della comunicazione: è fuor-viante asserire e far credere che loscreening mammografico salvi lavita. Una recente ricerca sul con-senso informato agli screeningmammografici ha mostrato comel’informazione data alle donne siainiqua nel presentare vantaggi esvantaggi della metodica; appaia dibasso aiuto per i processi di deci-sione autonoma; risulti silente circai falsi allarmi, gli eccessi di diagno-si e di trattamento (interventi chi-rurgici, chemioterapia, radiotera-pia, di fatto evitabili perché non ne-cessari).

Ancora, intendiamo collocare ilNastro Rosa nelle buone prassi disviluppo politico ed economico delterritorio perché l’incidenza di ma-lattia è riposta nelle esposizioni am-bientali precoci più che alla familia-rità o alla ereditarietà: no ai para-beni, al bisfenolo, alla tanta chimi-ca intorno a noi.

Intendiamo porre il Nastro Rosanelle tutele giuridico-istituzionalidei luoghi di nascita, di crescita e di

sviluppo, perchél’aumento e la diffu-sione della malattiarispondono all’epi-genetica oltre chealle condotte e aglistili di vita indivi-duali: no alle cen-trali a biomasse, acarbone, alle emis-sioni incontrollate,alle sofisticazionialimentari.

Per tutte questeragioni aderiamoalla rituale campa-gna Nastro Rosapromuovendo edando ancor più ri-salto alle azioni diPrevenzione Prima-ria portate avantitutto l’anno e da piùdi 20 anni nell’inte-ra provincia.

Illuminare di rosauna piazza o un mo-numento – comevuole la tradizione diquesta ricorrenza –è per noi illuminarele coscienze e illu-minare le azioni deisingoli e della co-munità, a tutti i li-velli.

Massima infor-mazione per schia-rire le troppe ombreancora esitenti (pro-fitti e interessi diparte a scapito del-la salute vera) emassimo coinvolgi-mento e partecipa-zione attiva per uni-re le forze, di tuttiquanti, istituzioni,associazioni, singo-li individui, profes-sionisti.

Se così non fosse,se il Nastro Rosafosse solo l’occasio-ne per celebrare laforza e l’incisività ditutto un sistemaproteso a curare chisi ammala, alloraper le donne quelNastro sarebbe soloil Cappio a cui staappesa e intrappo-lata la loro vita chediviene visibile e de-gna di interesse soloa malattia soprag-giunta.

EDITORIALE

CAMPAGNA “NASTRO ROSA”2013Molte le iniziative programmate per il mese di ottobre dalla LILT di Lecce, per celebrare il tradizionaleappuntamento annuale per la prevenzione dei tumori del seno

Nel prossimo mese di ottobre, la LILT di Leccepromuoverà la tradizionale campagna “NastroRosa”, dedicata alla prevenzione del tumoridel seno.Molte le iniziative in programma, per le quali siè chiesta la collaborazione di Enti Pubblici ed As-sociazioni di Categoria, come la Confcommercio. I 25 Ambulatori LILT presenti nel territorio del-l’intera provincia intensificheranno le visite se-nologiche e l’informazione consapevole con l’in-segnamento dell’autoesame.Nelle piazze, nelle scuole e nei luoghi di lavoro– durante tutto il mese - verranno diffusi tutti imateriali di informazione preparati per la Cam-pagna Nastro Rosa 2013.Verranno organizzati convegni ed incontri di-vulgativi rivolti alla popolazione femminile.Si presenterà inoltre il numero della rivista LILTin edizione speciale con il dossier sulla temati-ca del tumore al seno.Per concludere il mese della prevenzione fem-minile e per ringraziare gli aderenti alla Cam-pagna, domenica 27 ottobre verranno illuminatidi luce rosa le piazze e i monumenti dei centricomunali coinvolti e partecipanti all’iniziativa.

ntro ILMA

Completato lo scavo per le fondamenta,sono iniziati i lavori per la costruzione del-la struttura vera e propria. Inoltre, con lamessa in sicurezza dell’area, sarà possi-bile visitare il Centro anche con i lavori incorso. Sullo stato di avanzamento degli stessi la-vori, aggiorneremo la popolazione attra-verso il nostro sito (www.legatumorilec-ce.org). E’ il sogno che comincia prende-re realtà. Oggi più che mai abbiamo biso-gno del sostegno di tutti.

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4 Lega contro i Tumori | Settembre 2013

DOSSIER | CANCRO AL SENO

“Èsicuramente unasituazione com-plessa, e il discor-

so è diverso per ogni singo-la donna. Però, se la condi-zione di rischio per il tumo-re non genera un’ansia ec-cessiva, e non trasformaquindi la vita di tutti i giorniin una non-vita, allora obiet-tivamente ci sono più van-taggi a fare controlli ogni seimesi, e scoprire l’eventualetumore in epoca precocissi-ma, quando le possibilità diguarigione sono del 98%”.

Umberto Veronesi hapreso subito le distanze dal-la decisione presa da Ange-lina Jolie di sottoporsi allarimozione del seno per pre-venire l’insorgenza di tumo-ri. Una decisione che haaperto un dibattito molto

serrato tra gli esperti. Lamaggior parte degli esper-ti, infatti, non è affatto d’ac-cordo con l’attrice di TombRider considerando la ma-stectomia preventiva unascelta estrema e quindi nonobbligata.

Il dibattito è aperto. L’at-trice di Hollywood ha decisodi farsi togliere il seno perprevenire il cancro avendoereditato dalla sua mammail gene alterato BRCA 1 che,nel 60-80 % dei casi, predi-spone al tumore. Una scel-ta che sta contrapponendo imaggiori esperti in tutto ilmondo, anche in Italia.

Quello sulla mastecto-mia radicale preventiva nonè affatto un dibattito nuovo.Anzi, esiste fin da quando lamedicina ci ha messo a di-

Angelina Jolie ha deciso di farsi togliere il seno per prevenire il cancro. Una scelta che ha aperto un acceso dibattito

Mastectomia preventiva, è scontro tra gli esperti

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sposizione i test genetici. “La ri-cerca genetica è stata molto bravaa darci la possibilità di trovarequeste patologie, ma non è anco-ra stata altrettanto brava nel dar-ci delle possibili soluzioni a questemalattie”, ha ricordato Veronesi. Adoggi ci sono due opzioni di fronte auna situazione del genere. La pri-ma è quella che ha scelto la Jolie,che dal punto di vista tecnico è lameno difficile, ma non esente daproblemi. Il rischio di tumore nonsi annulla, ma rimane un 5% di pro-babilità che insorga lo stesso. Que-sto tumore, poi, è particolarmentecattivo, dato che è legato a cellulemammarie residue che non sonoevidenti e che è difficilissimo eli-minare completamente. Un se-condo problema sono le protesiche, in quanto estranee all’organi-smo, possono portare a una rea-zione. Il terzo problema, sempre le-gato alle protesi, è che anche quel-le migliori devono essere sostitui-te ogni 10 anni obbligando almenoquattro interventi chirurgici nelcorso della vita. Per Veronesi c’èuna seconda opzione sul tavolo:“Diventare una ‘controllata-spe-ciale’, ovvero fare una ecografia euna risonanza ogni 6 mesi per te-nere la situazione sotto controllo”.Una procedura che dà un’altissimaprobabilità di trovare l’eventuale tu-

more in fase precocissima, quan-do le percentuali di guarigionesono al 98%.

Secondo Egidio Riggio, speciali-sta in chirurgia plastica, ricostrut-tiva ed estetica e microchirurgiapresso l’Istituto Nazionale Tumori diMilano, la chirurgia preventiva nondeve rappresentare una scelta ob-

bligata, ma va serena-mente ponderata ri-spetto alla decisione dieseguire per tutta ladurata della vita unostretto monitoraggiostrumentale degli or-gani a rischio. “È dove-roso precisare che ilpercorso che conducead un intervento profi-lattico al seno è basatosu indagini genetichee test ematici, e nonsolo sulla storia fami-liare di una madre o di una sorellacon carcinoma mammario”. Tutta-via, non deve essere mai una scel-ta emotiva della donna coinvolta. Ledonne ad alto rischio di cancro alseno rappresentano una minimaparte della popolazione, una su200, e non più del 5-10% di tutte ledonne affette da tumore, lo sono. “Inquesti casi, si parla di tumori ‘ere-ditari’ ed il rischio interessa lamammella e l’ovaio.

Controlli scrupolosi

Pertanto le donne nella situa-zione della Jolie devono affrontareanche un’annessiectomia, ovverol’asportazione delle ovaie”.

Dello stesso parere RiccardoMasetti, direttore del centro di se-

nologia del Poli-clinico Gemelli diRoma. “La sceltache ha fatto Ange-lina Jolie è piena-mente motivata,ma va detto subi-to che non è ob-bligatoria. Casicome il suo ri-guardano infattimeno del 10%delle pazienti cheaffrontano un tu-more del seno. Sitratta di quelle

donne che hanno una forte fami-liarità e che, sottoponendosi a untest genetico, scoprono di averedelle mutazioni al gene BRCA1 oBRCA2. Quando si riscontrano que-ste anomali in questi geni, il rischiodi sviluppo di un tumore del senoaumenta fino all’80%”. Tuttavia,anche in questi rari casi, la ma-

stectomia preventiva non è unascelta obbligata. “Le strade possi-bili, in presenza di test genetici cheriscontrano mutazioni dei geniBRCA1 o BRCA2, sono due”, con-tinua l’esperto ricordando che sipuò decidere di “sottoporre la pa-ziente a controlli molto scrupolosie ravvicinati, oppure di ridurre dra-sticamente il rischio come ha fat-to Angelina Jolie, asportando i senie ricostruendoli”. Ma si tratta di unascelta delicatissima, per niente fa-cile, sia perché si tratta di un in-tervento invasivo sia perché i seniricostruiti con protesi non sarannomai come i seni naturali: “Nem-meno se si occupasse dell’inter-vento il miglior chirurgo plastico”.

Per chi non rientra nella casi-stica dell’attrice statunitense, in-vece, ci sono norme precise per laprevenzione. Innanzitutto infor-marsi con i propri familiari sueventuali vicende cliniche dellapropria famiglia e chiedere al pro-prio medico quali sono i fattori di ri-schio per il tumore del seno. Inol-tre, fare una mammografia ognianno dai 40 anni in poi, se il fatto-re di rischio è medio.

Una visita clinica del seno al-meno una volta ogni tre anni, dai 20ai 40 anni, ed una ogni anno dopoi 40. Se il rischio è più elevato, coin-volgere il proprio medico chieden-dogli quali test di screening sianoi più adatti al proprio caso. Poi cisono delle regole di condotta ge-nerali che sono: mantenere il pro-prio peso forma, includere l’eser-cizio fisico alla routine quotidiana,limitare il consumo di alcool, limi-tare l’assunzione di ormoni dopo lamenopausa, allattare al seno, sepossibile.

CANCRO AL SENO | DOSSIER

Umberto Veronesi

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6 Lega contro i Tumori | Settembre 2013

DOSSIER | CANCRO AL SENO

Quante mastectomie pro-filattiche si fanno in Ita-lia? Sono in aumento?

Possiamo stimare che le ma-stectomie profilattiche annua-li possano raggiungere circa unnumero di 50-100. Non sono inaumento. L’approccio USAsembra in parte più aggressi-vo per tante ragioni, alcunedelle quali anche medico-le-gali. In Italia si preferisce unapproccio personalizzato: con-trolli individualizzati per cia-scuna donna, con l’attenzione

alle aspettative di vita (gravidanza, allattamento) e, ove utile e condivi-so, anche la mastectomia in una minoranza di casi.Il ragionamento di Angelina Jolie apparentemente non fa una grinza: fac-cio un test, so di avere un elevatissimo rischio di sviluppare un tumoreprima o poi nella vita. Perché non rimuovere il rischio e vivere con menopaura? La questione non è così semplice. Il rischio diminuisce certo, manon si azzera. La mastectomia può lasciare una piccola parte di tessu-to mammario sotto la pelle, e questo tessuto deve essere tenuto in con-siderazione. Poi c’è il fatto che un ragionamento apparentemente linearenon tiene conto dell’impatto psicologico, anche se le ricostruzioni conchirurgia plastica sono tecnicamente perfette, e delle possibili compli-canze chirurgiche o dell’insoddisfazione della donna di fronte a un’im-magine di sé alterata.Negli ospedali cosa accade? E’ un intervento richiesto dalle donne? Casiclamorosi come quest’ultimo avranno il loro impatto culturale anche neivostri ambulatori. Le donne chiedono informazioni, vogliono sapere. Sonopreparate, conoscono i rischi e si aspettano dai medici equilibrio nel con-sigliarle. Non chiedono molto la mastectomia profilattica, vogliono sa-pere cosa sia, ma quasi mai hanno il desiderio di farla. Vogliono, inve-ce, controlli accurati e personalizzati, e che i medici spieghino loro quan-to e cosa rischiano. La mastectomia non è nelle loro aspettative, ancheperché rende impossibile l’allattamento (donne che desiderano una gra-vidanza) e in ogni caso altera la percezione di sé. Certo, gli esempi didonne molto famose pongono il dubbio. Nessuno dice che la mastec-tomia profilattica sia sbagliata. Si deve avere un approccio individuale,sviluppare una buona relazione tra donna e medici e arrivare insiemea una decisione giusta per quella donna. La decisione in qualche casoè la mastectomia.Chi dovrebbe sottoporsi a test genetici e con quali accorgimenti? Chefare se si è positive al test? Chi è preparato a sentirsi dare la risposta.Non tutti lo sono. I test sono importantissimi ma hanno un peso psico-logico e nelle scelte della vita. Chi ha una familiarità molto alta per tu-more può chiedere una valutazione nei centri di eccellenza: non si fa su-bito il test, si procede con colloqui e test e questionari, per arrivare soloquando è il caso, e quando la persona è motivata, al test genetico.

Essere portatrici di mutazioni neigeni BRCA pone seri interrogativialla ricerca, alla clinica, alle don-

ne direttamente interessate, alle scien-ze umane.

Nel 50% dei casi diventano portatri-ci quelle persone che hanno un genito-re con mutazione nei geni coinvolti nel-l’insorgenza di un determinato tumore.Nel caso del tumore al seno su base ere-ditaria i geni interessati possono com-portare alto rischio di malattia (BRCA1,BRCA2, TP53) oppure moderato rischiodi malattia (Check-2, Pten, Atm). Lemutazioni a carico dei geni BRCA1 eBRCA2 sono suscettibili di favorire non

solo il cancro al seno ma anche all’ova-io. Questi geni, definti oncosoppressori,quando svolgono la loro funzione con-tribuiscono ad evitare che il normale tes-suto mammario si trasformi in tessutotumorale, quando mutano diventano fat-tori di rischio.

Migliaia di donne nel mondo arriva-

Utile in pochi casi ad alto rischioDomande e risposte sulla mastectomia profilattica

La consultazione medica e psicologica nel rischio geneticoLe realtà peggiori sono quelle che non esistono, ma si immaginano e basta

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no all’asportazione e alla ricostru-zione dei seni prima di sviluppare lamalattia (mastectomia preventiva) esi tratta sempre di una scelta intimae molto faticosa. Così come lo è sce-gliere l’alternativa dei controlli stru-mentali a cadenza fissa e comunquea intervalli non superiori ai sei mesi,già dai 25 anni d’età. Ma per qualidonne si pone il rischio genetico di svi-luppare la malattia ?

L’American Society of Clinical On-cology (ASCO) individua i criteri: a)donne che abbiano tre o più casi dicarcinoma mammario in famiglia pri-ma dei 50 anni; b) donne che abbia-

no in famigliadue o più casi dicarcinoma alseno e uno o piùall’ovaio; c) don-ne che abbianodue sorelle en-trambe con car-cinoma mam-mario prima dei50 anni, o cheabbiano entram-be una neopla-sia ovarica, op-pure una sorellacon una neopla-sia mammaria el’altra con unaneoplasia ovari-

ca; d) donne che abbiano in famigliatumori in età giovane e/o bilaterali; e)donne che abbiano un tumore al senoin un maschio di famiglia.

I geni BRCA1 e BRCA2 delle don-ne che rientrano in queste categorievengono indagati e in caso di riscon-tro delle mutazioni la prospettiva è

che il 70-85% di loro svilupperà un tu-more della mammella. Più specifi-camente, si ammalerà il 70% se lamutazione riguarda il gene BRCA1 eil 55% se la mutazione riguarda ilgene BRCA2.

La mastectomia preventiva bila-terale, con o senza conservazione diareola e capezzolo, riduce il rischio del95% e la mortalità per cancro al senodel 90%. L’indicazione all’intervento sipone per donne di età compresa tra30-50 anni e quando la mutazione ri-guarda entrambi i geni BRCA 1 eBRCA 2 vi è pure l’indicazione perl’asportazione bilaterale delle ovaie.

Questa la cornice conoscitiva chelo stato dell’arte della scienza porgealle donne dibattute nella difficilescelta personale. Tutto questo, inpiena consapevolezza, è stato sop-pesato da Silvia Mari, giornalista pub-blicista laureata in filosofia, quando a28 anni decise di sottoporsi a ma-stectomia preventiva, come raccontanel suo libro Il rischio: “Se l’unico van-taggio che ho è quello della cono-scenza e la strada più efficace che mioffre la medicina è quella di agire ora,per non vivere nell’attesa e nellapaura di ammalarmi, allora io laprendo”. E a questa posizione fa ecoquella di un’altra italiana “che forsele realtà peggiori sono quelle che nonesistono ma si immaginano e basta”,

sottopostasi anche lei a mastectomiapreventiva dopo la malattia e la per-dita della madre e della sorella percancro al seno.

Accanto alla scelta della mastec-tomia preventiva attuata volontaria-mente e responsabilmente da alcunedonne, altre scelgono di intensifica-re i controlli e di attendere l’esito de-gli esami, nella piena conoscenzache l’eventuale sviluppo di malattiaavrà aspetti istologici di maggioreaggressività e di minore responsivitàai trattamenti farmacologici.

Per dovere di informazione, vaaggiunta la questione della negativi-tà al test genetico per i geni BRCA1 eBRCA2 in donne sospette per anam-nesi familiare che sviluppano un car-cinoma mammario in forma eredita-

CANCRO AL SENO | DOSSIER

La consultazione medica e psicologica nel rischio geneticoLe realtà peggiori sono quelle che non esistono, ma si immaginano e basta

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Il cancro al seno interessa circa unadonna su 8-10, e solo il 5% di que-sti tumori è ereditario, per altera-

zioni di geni (BRCA ed altri, noti e non).Questo 5% si sviluppa in famiglie adalto rischio, con almeno due casi dicancro mammario precoce (prima dei40 anni) o con un caso di cancro ova-rico.

La ragazza di 28 anni del nostrocaso sembra appartenere ad una fa-miglia ad alto rischio. Va detto che, apriori, solo metà dei membri di una fa-miglia sono a rischio e che il test ge-netico va a buon fine solo nel 20-25%dei casi. Purtroppo, infatti, è spessomuto. Vale comunque la pena sotto-porre a test genetico o una parenteprossima della ragazza con malattiapregressa, oppure la giovane stessa,tenendo presente che in questo caso leprobabilità di successo si riduconodella metà perché, in quanto sana, leiha una probabilità su due di avere o nonavere l’anomalia specifica della sua fa-miglia.

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DOSSIER | CANCRO AL SENO

ria, in quanto esiste un 25% di casidi tumori al seno familiari legati ageni non ancora identificati.

La ricerca non ha verità assolu-te, specie nel settore della diagno-si e della prognosi oncologica. E’piuttosto una bussola che individuarotte possibili, lasciando alle navi-ganti la facoltà di scegliere quellepiù percorribili. Le strutture sani-tarie hanno il compito di accompa-gnare le donne lungo percorsi cliniciin grado di leggere il rischio ogget-tivo e di comunicarlo, riservando ac-coglienza e dignità al rischio sog-gettivamente percepito. La parten-za è l’informazione ampia ed esau-riente, da accompagnarsi a occa-sioni di decantazione emotiva persostenere la donna durante la fasedecisionale. Per informazione com-pleta si intende anche l’esplicita-zione di aspetti molto spesso tra-scurati, ma che le donne, a poste-riori, lamentano come tematichepoco o per nulla trattate, inerenti leconseguenze dei trattamenti or-monali. E’ l’area della sessualità, ar-gomento sottaciuto, ma che assumevalenza di rilievo nella prospettivadella Qualità di Vita relazionale e delbenessere affettivo. Il desiderio e ilpiacere subiscono consistente ri-duzione - temporanea e transitoriaoppure protratta e permanente - pergli effetti collaterali di interventi e te-rapie quali le modificazioni/mutila-zioni somatiche, la menopausa chi-mica con tutta la sintomatologiadel fenomeno, la compromissione o

la soppressione della fertilità.La scelta tra mastectomia bila-

terale preventiva e anticipazionediagnostica da sorveglianza strettacomporta la conoscenza e la valu-tazione dei costi complessivi. En-trambe le strade intendono inqua-drare i livelli di rischio globale: ri-ducendo le possibilità di sviluppodella malattia nel primo caso, limi-tando i danni grazie alla diagnosiprecoce nel secondo, nutrendo l’au-spicio di un tumore piccolo, localiz-zato e senza metastasi, anche mi-croscopiche, che pure dopo ven-t’anni dall’asportazione potrebberodare malattia.

La consulenza psicologica neicasi di rischio genetico accoglie isentimenti presenti e provati dalledonne, la cui identità finisce perpoggiare su percezioni soggettive diincertezza, di vulnerabilità e, tal-volta, di incurabilità per le morti fa-miliari sofferte. Il supporto psico-logico ha la finalità di rafforzare l’au-tostima e il senso di controllo, en-trambi fortemente intaccati dai con-tenuti di una comunicazione dove algenerico rischio statistico di am-malarsi si sostituisce il proprio epersonale rischio concreto. Perchéandare a ricercare la vulnerabilitàgenetica personale significa anda-re a occupare un posto nuovo e piùinsidioso nel continuum tra salute emalattia, quello del rischio calcola-to e determinato, e di non poterlo,da allora in poi, più ignorare.

Un caso concreto di familiaritàUna giovane donna di 28 anni, con una madre e una zia maternadecedute per cancro al seno. Quale percorso seguire? La ragazzafa l’ecografia al seno e all’apparato genitale ogni anno, finora con risultati sempre negativi. E’ sufficiente?

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Se l’alterazione genetica nella fa-miglia di appartenenza è nota, e la ra-gazza non ce l’ha, il suo rischio d’am-malarsi è pari a quello della popola-zione generale (1 a 10); se invece ri-sultasse portatrice di mutazione, il ri-schio può arrivare anche all’80%

Per completezza, va detto che oltreal tumore del seno le persone con mu-tazione BRCA hanno un rischio del 20-40% anche di cancro dell’ovaio, raronella popolazione generale (1 a 100) edi difficile diagnosi precoce.

La storia familiare della ragazza delnostro caso riguarda solo il cancrodella mammella. Dai 25 ai 35 anni, lelinee guida nazionali ed internaziona-li suggeriscono ecografia, risonanzamagnetica nucleare (con e senza con-trasto) e visita clinica, annuali. Si trat-ta di persone sane, che non si devonosentire ammalate (neanche in perico-lo) e, in assenza di una sintomatologiaprecisa, non devono frequentare trop-po i presidii sanitari.

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CANCRO AL SENO | DOSSIER

La valutazione del rischio di sviluppare una neoplasia da parte di unsoggetto asintomatico sulla base della sua anamnesi famigliare rap-presenta un aspetto importante della prevenzione oncologica di tipo

secondario. L’opera di prevenzione dei tumori “ereditari” è diretta a sog-getti altamente selezionati che presentano un elevato rischio “specifico”di sviluppare una o più neoplasie. L’impatto di questo rischio a livello as-sistenziale è tale da giustificare l’impiego di tecniche di analisi più sensi-bili, e quindi anche più costose, come il test genetico, purché siadimostrata la validità dell’analisi genetica, e il risultato del test si traducain una informazione clinicamente utile.

La selezione di “soggetti alto rischio”. La consulenza genetica oncolo-gica, con eventuale test, ha la finalità di verificare, nel contesto di un nu-cleo famigliare, se la ricorrenza di specifici tumori, possa essere o menorelata ad una forma di predisposizione geneticamente determinata, condifferenti implicazioni per i soggetti affetti e i relativi parenti sani. Questaprobabilità va sospettata in presenza di numerosi casi dello stesso tipo ditumore tra i parenti, quando vi sono individui colpiti da tumori multipli osubentrati in età giovanile (< 36-40 anni), o quando possano essereesclusi fattori legati alle abitudini di vita o di tipo ambientale.

Pertanto vengono definiti ad “alto rischio”: 1) tutti gli individui (donneo uomini) portatori di mutazioni genetiche con effetto biologico deleterio(es. geni BRCA1 e BRCA2); 2) tutti i parenti di 1° grado del caso indice(BRCA +) che per fondati motivi rifiutano il test genetico; 3) tutti i membridi nuclei famigliari con alta probabilità di mutazione (> 30-50%).

Il percorso della consulenza : 1) raccolta della storia personale e fa-miliare di tumore attraverso la compilazione dell’albero genealogico; 2)acquisizione e verifica dei dati clinici disponibili relativi a tutti i casi di tu-more della famiglia e valutazione del rischio di mutazione anche con l’au-silio di software dedicati; 3) eventuale esecuzione del test genetico; 4)consegna del referto (fase post-test), in cui il genetista spiega il significatodel risultato ottenuto e l’oncologo, in uno o più colloqui di consulenza, pia-nifica uno specifico protocollo di prevenzione; 5) possibilità di usufruiredi colloqui psicologici in cui poter esprimere emozioni, preoccupazioni,vissuti problematici connessi all’esperienza del rischio e alla possibilità dieffettuare il test genetico.

Per fissare un appuntamento per una consulenza genetica, telefonare alnumero 080/5555331 (dal lunedì al venerdì, ore 10-12). Al momento dellarichiesta vengono raccolte le informazioni principali sulla storia perso-nale e famigliare allo scopo di proporre, se necessario, un percorso diconsulenza genetica più adatto alla situazione.

Un caso concreto di familiaritàUna giovane donna di 28 anni, con una madre e una zia maternadecedute per cancro al seno. Quale percorso seguire? La ragazzafa l’ecografia al seno e all’apparato genitale ogni anno, finora con risultati sempre negativi. E’ sufficiente?

La consulenza genetica presso l’Istituto Tumori

“Giovanni Paolo II” di Bari

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10 Lega contro i Tumori | Settembre 2013

DOSSIER | CANCRO AL SENO

Il recente studio condotto all’Uni-versità di Oxford e pubblicato nelJournal of the Royal Society of

Medicine evidenzia che accanto al-l’apprezzabile diminuzione di de-cessi per cancro al seno, tale fattonon è correlato all’introduzione deiprogrammi di screening mammo-grafico adottati a partire dagli anni‘80. Lo studio di mortalità ha difat-ti trovato che la riduzione dei decessiè più significativa nelle donne di etàinferiore ai 40 anni che solitamen-te non rientrano nel target di scree-ning. Accanto a indubbi benefici in-dividuali, per il singolo caso, loscreening non incide sui grandi nu-meri ossia a riguardo del targetcomplessivo del Paese (Regno Uni-to) e i fattori correlabili con la mi-gliore sopravvivenza sono da ascri-versi ad altre determinanti, come adesempio il miglioramento delle cure.

I risultati di questo studio pongo-no conclusioni diverse da quellocommissionato dal Dipartimentodella Salute (Marmot Report pub-blicato nel 2012) che riportava tas-si di mortalità diminuiti del 20% trale donne invitate allo screening.

Reali benefici

Il gruppo di ricercatori di Oxfordla pensa diversamente evidenzian-do che lo screening favorisce sìl’anticipazione diagnostica ma nelcontempo favorisce il rischio di so-vratrattamenti (chirurgia e altre ti-pologie di interventi effettuati manon necessari). E in effetti, lo stes-so Dipartimento della Salute haammesso che per ogni caso di can-cro al seno precocemente indivi-duato ce ne sono altri tre immessiin percorsi di cura nonostante quei

tumori non sarebbero stati causa didanni o di morte.

Per dirla con le parole della re-sponsabile della ricerca di Oxford, lastudiosa Toqir Mukhtar: “lo scree-ning del cancro al seno aiuta ledonne a livello individuale, ma ri-mane una metodica discutibile per-ché non dà risposte significative a li-vello di popolazione ampia. Chi diceche la mammografia salva 1500vite all’anno, come in questi mesi nelRegno Unito il Cancer Research e ipoteri forti affermano a più riprese,parla senza evidenze rasentandola ciarlataneria”.

Parole forti, dunque, che hannoil merito di riproporre i limiti dei pro-grammi di screening e di mantene-re acceso il dialogo tra i ricercatorisui dati, sui metodi di studio e di rac-colta delle informazioni e sulle ri-cadute in termini di reali benefici disalute.

I limiti dello screening mammografico

Uno studio dell’Università di Oxford ha evidenziato che un’apprezzabile diminuzione dei decessi per cancro al seno non ha relazione coi programmi di prevenzione secondaria

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11Lega contro i Tumori | Settembre 2013

L’elevata incidenza del cancro alseno nei paesi europei piùsviluppati non può essere at-

tribuita solo a fattori ereditari. Stu-di effettuati su coppie di gemelli in-dicano che l’ambiente influisce piùdel fattore genetico sulle probabili-tà per una donna di ammalarsi dicancro al seno.

Fattori di rischio accertati

Fattori ereditari. La predisposizio-ne genetica incide per un 5% deicasi. Ma il semplice fatto che unadonna sia portatrice di tali variantigenetiche non implica cheessa svilupperà la malat-tia. Stile di vita e fattoriambientali influiscono sulfatto che tali geni siano omeno espressi.

Estrogeni naturali. Pro-dotti dalle ovaie ed essen-ziali per lo sviluppo delseno, svolgono, parados-salmente, un ruolo anchenello sviluppo del cancro alseno, in quanto stimolano

e favoriscono la proliferazione del-le cellule neoplastiche. Il rischio èdirettamente proporzionale alla du-rata dell’esposizione della mam-mella agli estrogeni circolanti. Se inuna donna il ciclo mestruale com-pare precocemente e la menopau-sa ritarda oltre la media, essa ri-mane esposta più a lungo.

Anche il numero di gravidanze di-minuisce l’esposizione complessivadella donna agli estrogeni e riduceil rischio. Questa potrebbe essereuna delle cause dell’incremento diincidenza del cancro al seno nellesocietà occidentali, in cui le donne

hanno meno figli (e in più tardaetà), o non ne hanno affatto.

L’allattamento al seno poi ridu-ce i rischi. Le ragioni non sono an-cora del tutto note, ma si pensa chel’allattamento possa modificare lecellule mammarie, riducendo laloro tendenza alla trasformazione insenso neoplastico.

Estrogeni contenuti in prodotti far-maceutici (Pillola e Terapia Ormo-nale Sostitutiva). La pillola anti-concezionale (che contiene ormonifemminili) accresce i rischi di can-cro al seno. Il rischio diminuisce len-

tamente dopo l’interru-zione dell’assunzione, percessare del tutto nel girodi 10 anni. Anche l’utiliz-zo dopo la menopausadella Terapia OrmonaleSostitutiva può aumenta-re il rischio. E’ quindimolto importante che ladonna possa prendere inesame, con il proprio me-dico, tutte le opzioni pri-ma di iniziare una TOS,valutando la gravità dei

Cancro al seno e ambiente

L’incidenza del cancro al senoè in aumento. La malattia colpiscesempre più donne in giovane età. I fattori genetici sono responsabili solo del 5% dei casi, mentre numeroseevidenze scientifiche chiamano in causa i fattori di rischio presenti nell’ambiente e nei prodotti di consumo quotidiano

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12 Lega contro i Tumori | Settembre 2013

DOSSIER | CANCRO AL SENO

sintomi a fronte dei possibili effetticollaterali. Negli Stati Uniti, in Ger-mania e in Francia le cifre indicanoche l’incidenza del cancro al seno èleggermente diminuita negli ultimianni, e questo dato è stato messo incorrelazione con la drastica ridu-zione del numero di donne a cui vie-ne prescritta la TOS.

Altri fattori di rischio. Oltre a quel-li succitati, sono i seguenti: radia-zioni ionizzanti, aumento pondera-le, consumo di alcool e fumo.

Fattori ambientali

I fattori ambientali sono consi-derati responsabili di quella fra-zione di casi in costante aumentoche non trova spiegazione nei fattorinoti o accertati.

Un’ulteriore prova dell’influenzadell’ambiente sulla probabilità disviluppare la patologia è venuta dauna ricerca condotta su donne giap-ponesi (che tradizionalmente hannoun’incidenza di cancro al seno mol-to più bassa rispetto alle donne oc-cidentali) emigrate negli Stati Uni-ti. Nel giro di una o due generazio-ni, l’incidenza di cancro al seno nel-le discendenti delle emigrate giap-ponesi è infatti aumentata, rag-giungendo livelli di incidenza ana-loghi a quelli delle donne statuni-tensi. L’ambiente può anche influi-re sullo sviluppo del cancro al senonelle donne che hanno un’alta pro-babilità di sviluppare la patologia, inquanto portatrici di geni predispo-nenti.

Esposizione a sostanze chimiche disintesi. Quelle più chiamate in cau-sa sono le sostanze dotate di azio-ne simile a quella degli estrogeni. Lanostra dipendenza dalle molecolechimiche di sintesi è aumentata inmodo drammatico negli ultimi 50anni. Assai poche quelle adeguata-mente testate. Particolare preoc-cupazione destano le molecole chi-miche in grado di indurre, nei test dilaboratorio, una trasformazioneneoplastica del tessuto mammarioe le sostanze chimiche dotate di at-tività estrogeno-mimetica. Questeultime appartengono a un gruppo disostanze chiamate interferenti or-monali o “distrutto-ri endocrini”, cui siè esposti per la loropresenza nell’aria,negli alimenti, nel-l’acqua e nei pro-dotti di consumoquotidiano.

Interferenti endo-crini. Ecco quellipiù incriminati:

i metaboliti delpesticida DDT che,benché bandito dadecenni in Europa,si trova ancora nel-la catena alimen-tare: il cibo rappre-senta quindi laprincipale via diesposizione. Diver-si altri pesticidi,come ad esempioalcuni insetticidi alpiretro e il metossi-

cloro, oggi bandito, agiscono sulrecettore degli estrogeni;

i policlorobifenili (PCB), usati neicondensatori e nei trasformatori, ein taluni materiali per l’edilizia. Laproduzione è da tempo cessata inEuropa, ma dato che i PCB sono al-tamente persistenti, l’esposizionecontinua tutt’ora, generalmente at-traverso il cibo;

le diossine, molecole chimiche discarto, rilasciate nella combustionedi carbone, olio o materiali clorurati.Vengono prodotte da inceneritori,cartiere e altre fabbriche, come le in-dustrie metallurgiche. Sono alta-mente tossiche e si ritrovano in ca-tena alimentare;

il bisfenolo A (BPA), usato nellaplastica e nelle resine per la pro-duzione di contenitori per acqua egeneri alimentari, rivestimenti dilattine in alluminio per cibi e be-vande, stoviglie e posate, sigillantidentali e biberon (da marzo 2011 vie-tato nei prodotti per la prima infan-zia). L’esposizione avviene per il di-retto passaggio del BPA dal conte-nitore nel cibo o nelle bevande;

i parabeni, conservanti e antios-sidanti usati negli articoli da toilet-te e nei cosmetici, per esempio neideodoranti per le ascelle. Esperi-menti in vitro dimostrano che diversiparabeni agiscono da distruttori en-docrini, mentre il butilparabene haazione estrogeno-mimetica, dopoassorbimento cutaneo;

i filtri anti-UV, come il benzofe-

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13Lega contro i Tumori | Settembre 2013

none e il 4-MBC. Diverse sostanzechimiche contenute nelle cremesolari agiscono da distruttori endo-crini, come antiestrogeni, e hannoeffetti sugli animali. Alcuni filtrianti-UV possono essere assorbiti pervia transcutanea;

gli alchil-fenoli, tra cui il nonilfe-nolo (NP) e l’octilfenolo (OP) che sitrovano in sostanze plastiche, vernici

per pareti, inchiostri e detergenti esono impiegati nell’industria tessi-le. L’uso del nonilfenolo è oggi rigi-damente regolamentato; sia l’NPche l’OP hanno azione estrogeno-mimetica in alcuni organismi. Sipossono trovare come contaminan-ti nel cibo. L’esposizione può avveniretramite assorbimento transcutaneo,per inalazione o attraverso i cibi.

Un altro estrogeno di sintesi, ildietilstilbestrolo (DES), veniva som-ministrato alle donne negli anni ‘50e ‘60, per prevenire l’aborto. Nonsolo non si dimostrò efficace, maraddoppiò il rischio di cancro alseno nelle figlie delle donne a cui erastato somministrato. Questo dimo-stra come un ormone, se presentenel momento sbagliato (in questocaso durante lo sviluppo di un fetofemmina) possa causare problemi inetà adulta.

Che cosa può allora succedere sele molecole, a cui sono oggi espostele donne durante la gravidanza,esercitano effetti consimili sul feto?

La ricerca ha messo in rilievo duefattori critici: 1) l’effetto cocktail: lostile di vita moderno espone a un in-

sieme di sostanze chimiche diverse,molte delle quali ad attività endo-crino-mimetica. Esse possono raf-forzare l’azione degli estrogeni na-turali, anche se presenti a livelli bas-sissimi, di per sé insufficienti a de-terminare alcun effetto, e quindiaccrescere il rischio; 2) l’effetto ti-ming: è importante considerare an-

che l’esposizione in periodi crucia-li dello sviluppo: periodo embrio-fe-tale e pubertà. Donne esposte du-rante la pubertà a livelli relativa-mente alti di DDT avevano probabi-lità cinque volte maggiori di svilup-pare in età adulta il cancro al seno,rispetto a donne meno esposte. Latragica storia del dietilstilbestrolo(DES) dimostra che l’esposizione asostanze chimiche estrogeno-mi-metiche durante la vita intrauterinapuò avere effetti devastanti sullo svi-

luppo del seno nella donna adulta.Anche gli studi su femmine gravidedi roditori, esposte al bisfenolo A(BPA), presente in prodotti di con-sumo, hanno dimostrato che l’espo-sizione in utero può alterare lo svi-luppo del tessuto mammario nelfeto, aprendo la strada al cancro alseno nell’animale adulto.

La lotta ai fattori ambientali. Ledonne possono modificare il loro sti-le di vita (ad es. ridurre il consumodi alcool), ma non possono eserci-tare alcun controllo su altri fattori(ad es. il ritardo della menopausa).Per questo, esistono poche strate-gie validate per la riduzione delcancro al seno.

Tuttavia, tenendo in considera-zione le prove accumulate esse,sarebbe saggio cercare di ridurrel’esposizione alle sostanze chimichead azione endocrino-mimetica. Ledonne possono allora limitare l’usodi prodotti chimici per la casa, evi-tare le pellicole di plastica per av-volgere gli alimenti, i prodotti per ilbricolage e i cosmetici contenentisostanze a rischio. Possono tenta-re di ridurre l’assunzione di pestici-di, consumando frutta e verdurabiologiche, ma le scelte di maggio-re portata e ricaduta devono esse-re fatto a monte, dai decisori dellasalute pubblica, per incidere neisettori di produzione e di vita, conleggi e controlli, con politiche disviluppo sostenibili, con servizi dieducazione e reale prevenzione pri-maria. Agli organismi preposti (l’Uni-versità, i Centri di ricerca, ecc.)spetta il compito di identificare le so-stanze pericolose, ad altri quello diregolamentare e favorire l’uso di so-stanze alternative sicure, sulla basedelle ricerche scientifiche.

CANCRO AL SENO | DOSSIER

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14 Lega contro i Tumori | Settembre 2013

AMBIENTE

Residui di clorpirifos etile, unpotente pesticida utilizzatocontro la «mosca dell’ulivo»,

sono stati rilevati in olii pugliesi e sa-lentini destinati agli americani eora bloccati alla dogana degli StatiUniti. Il fitofarmaco, infatti, è auto-

rizzato in Europa, ma non Oltreo-ceano.

Da diverse settimane, ben 98container sono fermi nei porti di NewYork e Seattle, per un totale di10mila quintali di olio extra verginedi alta qualità prodotto in diverse re-

gioni italiane, tra cui la Puglia. Perquesto, il 22 maggio scorso, la Re-gione ha inviato una lettera alle as-sociazioni di categoria, ai produtto-ri olivicoli, alle società di agrochi-mica, ai rivenditori e ai tecnici, in cuii responsabili del Servizio fitosani-tario pugliese hanno comunicatoche la sostanza attiva clorpirifosetile subirà “forti limitazioni d’im-piego”: l’utilizzo del pesticida è sta-to revocato su olivo a partire dal 12giugno scorso e si è inoltre stabili-to di limitare a un solo trattamentoil suo impiego nei disciplinari diproduzione anche sulle altre coltu-re in etichetta. Questa singola ap-plicazione, inoltre, è stata limitataanche nel tempo, («entro e non ol-tre il 30 giugno»), per evitare l’uso inperiodi di inoleazione delle drupe.

Peccato che il provvedimentoregionale che impone regole strin-genti nell’utilizzo di questo pestici-da, sia scattato solo a seguito dellostop dei container deciso dalle au-torità americane. Eppure, la stessanota della Regione evidenzia come«le Norme eco-sostenibili per ladifesa fitosanitaria e il controllo

Troppi pesticidi nell’olio del SalentoClamorosa la decisione USA di bloccare circa un centinaio di container nei porti di New York e Seattle, perché il prodotto presentava residui di clorpirifos etile

Flavia Serravezza

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15Lega contro i Tumori | Settembre 2013

delle infestanti delle colture agrarie,elaborate e pubblicate annualmen-te dalla Regione Puglia, non hannomai previsto l’impiego di clorpirifosetile su olivo, per la sua elevata li-posolubilità».

Non solo. Dalle indagini avviatedall’Osservatorio fitosanitario re-gionale, sono stati individuati diver-

si «punti critici» relativi all’uso diquesta sostanza: dalla «presenza dideriva per l’impiego su oliveti e sualtre colture limitrofe, come vigne-ti e fruttiferi» al «diffuso utilizzo del-la sostanza attiva nel periodo diinoliazione delle olive», fino all’«impiego non razionale di questa so-stanza attiva sulle colture e avver-

sità parassitarie» e, ancora più gra-ve, all’«inquinamento durante lefasi di trasformazione delle olive, perla promiscuità nella lavorazionepresso i frantoi di partite trattate enon, con riscontro della sostanza at-tiva sull’intera partita di olio».

Negli Stati Uniti, l’impiego del fi-tofarmaco menzionato, benché am-messo e autorizzato su diverse col-ture, non può essere utilizzato nel-le produzioni olivicole. L’olio Ue im-portato dagli Usa viene per questosottoposto a procedure di verificapreordinate ad accertare l’assenzadel fitofarmaco in questione nelprodotto: nella ipotesi in cui tale ac-certamento abbia esito negativo,sono avviate procedure di allerta intutto il territorio nazionale.

Secondo il Consorzio nazionaledegli olivicoltori (Cno) che ha scrit-to ai ministri dell’Agricoltura e del-la Salute, questo problema sta pro-vocando danni per circa 100milaeuro al giorno mettendo a repenta-glio gli scambi commerciali tra i duePaesi. E ogni giorno che passa, evi-denzia Cno, il danno economico au-menta, essendo l’extravergine unprodotto di alta qualità con unascadenza temporale. Sempre la cir-colare della Regione Puglia, sotto-linea come «il problema ha deter-minato maggiori danni nelle produ-zioni di qualità che rispettano il di-sciplinare regionale di produzioneintegrata e nella produzione di oliobiologico, in quanto in tali prodottinon è assolutamente consentito lapresenza anche minima di residui difitofarmaci non ammessi». Pertan-to, d’ora in avanti cambiano le re-gole: tutti coloro che sono coinvoltinella filiera produttiva - dice la Re-gione - hanno l’obbligo di adottarecomportamenti rispettosi della nor-ma eco sostenibile e della sicurez-za alimentare a tutela dei consu-matori. Nella circolare non si parladi eventuali sanzioni per i trasgres-sori. Tuttavia, viene ben evidenzia-to che saranno messi in atto «si-stemi di controllo» per verificare: usiimpropri del clorpirifos etile du-rante i trattamenti fîtosanitari sul-le colture; la vendita presso le fito-farmacie oltre il 30 giugno e il suoutilizzo in campo oltre la stessadata e la presenza di residui nellefasi di ingresso delle olive nei fran-toi «per evitare inquinamento di olisani».

AMBIENTE

Il clorpirifos è un pesticida che “galleggia”. A rivelarlo è l’ultimo “Rap-porto nazionale pesticidi nelle acque”, redatto dall’Ispra, l’Istituto su-periore per la protezione e la ricerca ambientale che lo annovera tra lesostanze più rilevate nel 2010 nelle acque superficiali. La gran partesono residui di prodotti fitosanitari usati in agricoltura: oltre al clorpi-rifos, glifosate e il metabolita Ampa, terbutilazina e il metabolita ter-butilazina-desetil, metolaclor, cloridazon, oxadiazon, Mcpa, lenacil,azossistrobina, diuron, metalaxil, atrazina e il metabolita atrazina-de-setil. Proibito in America per, in Italia è contenuto in più di 70 pesticidi, è unodei fitofarmaci più presenti nella frutta ed è impiegato in tutti i più dif-fusi insetticidi per uso domestico. Il clorpirifos è figlio dei gas nervini utilizzati nella prima guerra mon-diale. Se ingerito o inalato, in particolare dai bambini, può provocarenausea, vomito, crampi addominali, diarrea, difficoltà di respiro, lacri-mazione, tremori, convulsioni, e in casi estremi addirittura stati dicoma.

Clorpirifos, un’eredità dei gas nervini

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16 Lega contro i Tumori | Settembre 2013

AMBIENTE

Idati elaborati dall’Agenzia Regio-nale per l’Ambiente nella Rela-zione sullo stato di salute del

2011 dicono che la Puglia, con155.555 quintali di prodotto distri-buito nel 2010, è al quarto posto inItalia per quantità di fitofarmaci uti-

lizzati. Nel Leccese, due anni fa, nesono stati impiegati 2.032.691 chilo-grammi, il 15 per cento in più rispettoal 2009. Ma dal conteggio sfuggonoi dati relativi ad una delle pratiche piùdiffuse tra le famiglie. Non è, infat-ti, solo una questione relativa al

mondo imprenditoriale agricolo. NelSalento, ovunque appestato dai car-telli “Zona avvelenata”, l’uso di di-serbanti, fungicidi e concimi sinteti-ci è pratica più che ordinaria anchetra i piccoli produttori. Anche tra chicoltiva l’orto per sé. Una stortura fi-glia di una mancata consapevolezzadegli effetti sulla salute e della faci-lità estrema dell’acquisto dei prodottitossici, persino nei supermercati.Come nel caso del clorpirifos, dellafamiglia dei pesticidi “organofosfo-rici”, tra i più utilizzati in agricoltu-ra, la cui tossicità è ben evidenziatanei rapporti di ricerca dell’Istituto Su-

Oltre 1000 firme sono state finoraraccolte per dire “no” alla chimica inagricoltura. E’ la petizione “Vietia-mo i pesticidi nel Salento” lanciataa giugno 2013 a Castiglione d’Otran-to dall’associazione “Tullia e Gino -Casa delle Agriculture” e il comita-to “Notte Verde”. Il successo dellacampagna di sensibilizzazione con-tro l’uso di fitofarmaci nocivi e l’abu-so di pesticidi nella campagne sa-lentine e pugliesi è la dimostrazio-ne di un’esigenza matura da temposul territorio.

Le firme, raccolte attraversobanchetti informativi e on line (supetizionepubblica.it), saranno con-segnate al ministro dell’Agricoltura,Nunzia De Girolamo, al presidentedella Regione Puglia, Nichi Vendo-la e al presidente della Provincia An-tonio Gabellone. Saranno interessati,tuttavia, anche i sindaci dei Comu-ni salentini.

Si richiede, da un lato, lo stop as-soluto all’utilizzo di fitofarmaci clas-sificati come “tossici”, “molto tos-sici” e nocivi”, che rappresentano le

categorie più pericolose; dall’altro,di regolamentare in modo restritti-va l’uso di pesticidi “irritanti” e “nonclassificati”, oltre che dei fertilizzantisintetici. L’obiettivo finale è quello direndere il Salento zona biologica.

La petizione è stata lanciata daCastiglione d’Otranto, ove è in cor-so da mesi l’esperimento collettivodi riconversione in orti biologici del-le terre rimaste incolte per anni.Sono state cedute in comodato d’usogratuito dai legittimi proprietari a ungruppo di giovani: sette ettari sonogià stati coltivati a cereali antichi ein via d’estinzione, poi si sono ag-giunti gli ortaggi, tra cui i pomodo-ri di Morciano. Tutto rigorosamen-te bio. A portare avanti il progetto,assieme al Comitato Notte Verde, èla neonata associazione “Tullia eGino - Casa delle Agriculture”, de-dicata ai precursori del biologico inItalia, i coniugi Girolomoni. L’inten-to è duplice: recuperare sementi,tecniche, saperi del passato e pro-vare a fare economia reale, tornan-do alla terra e rispettandola.

Una petizione contro i pesticidi nel Salento

Salento da recordnell’uso della chimica

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17Lega contro i Tumori | Settembre 2013

I“pesticidi” sono prodotti utiliz-zati in agricoltura a protezionedelle colture da parassiti o inset-

ti. Ne è stato sintetizzato un nume-ro enorme e le quantità utilizzateoggi in agricoltura sono impres-sionanti. I pesticidi si possono tro-vare in gran parte degli ambienti incui viviamo (case, scuole, luoghi dilavoro, ecc.), in alimenti quali frut-ta e verdura, nelle acque sotterra-nee e potabili, aria, fuliggine e nelsuolo. Sono assorbiti rapidamenteattraverso i polmoni, la cute e il trat-to gastro-intestinale. I bambini, inparticolare, sono più esposti.

Non essendo facilmente degra-dabili dai microrganismi, né meta-bolizzati dagli organismi superiori,tendono ad accumularsi in organi etessuti e ad entrare nelle catene ali-mentari. Sono da considerare tra lesostanze in assoluto più tossiche(specie nel medio-lungo termine)per gli esseri umani: nove dei dodi-ci prodotti chimici enumerati dallaConvenzione di Stoccolma, cosid-detti POPs (Inquinanti Organici Per-sistenti) sono pesticidi.

Diversi studi indicano come ipesticidi costituiscano un serio pro-blema di salute pubblica, incre-mentando nell’uomo il rischio dicancro, malattie neuro-degenerati-ve, aborti, teratogenesi, malattieimmunologiche, ecc. Uno studio re-cente ha dimostrato, utilizzando lestime di esposizione tratte da un

“database storico”, che i bambininati da madri maggiormente espo-ste in gravidanza a insetticidi orga-noclorati hanno 6-7 volte più pro-babilità di patologia autistica ri-spetto ai figli di madri meno espo-ste. Dalla fine del 2001 l’Environ-mental Protection Agency (EPA) havietato negli USA il commercio delclorpirifos, un insetticida organofo-sfato tra i più utilizzati per uso re-sidenziale. Tale sostanza si trovavapraticamente in tutti campioni di ariaindoor e nel 60% - 70 % di campio-ni di sangue raccolti da madri e neo-nati al momento del parto. I loro li-velli ematici risultavano fortemen-te correlati, mostrando che il pesti-cida attraversa facilmente e rapi-damente la placenta. I possibili ef-fetti conseguenti sullo sviluppo delnascituro si possono immaginare.

AMBIENTE

I pesticidi e le conseguenze (gravi) sui bambini

Una petizione contro i pesticidi nel Salento

periore di Sanità, che dimostranocome il clorpirifos è un interferenteendocrino, con meccanismi ineditied inattesi ed effetti a lungo terminesulla regolazione neuro-endocrina etiroidea. Vuol dire che ha la capacitàdi alterare i meccanismi di regola-zione ormonale e causare iperecci-tazione del sistema nervoso, soprat-tutto nei bambini. Gli effetti del clorpirifos sono parti-colarmente rilevanti infatti quandoad essere esposti sono gruppi mag-giormente vulnerabili come le donnein gravidanza e, di conseguenza, il fetoed i bambini.

Salento da recordnell’uso della chimica

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18 Lega contro i Tumori | Settembre 2013

Uno studio europeo che ha coinvoltodiversi ricercatori europei ha dimo-strato una stretta relazione tra in-

quinamento atmosferico e rischio di tu-mori al polmone. Lo studio è stato pub-blicato su Lancet Oncology ed è stato rea-lizzato su oltre 300.000 persone. È servi-to a dimostrare che più alta è la concen-trazione di inquinanti nell´aria e maggio-re è il rischio di sviluppare un tumore alpolmone. E´ inoltre emerso che i centriitaliani monitorati hanno la più alta pre-senza di inquinanti. Allo studio hannocollaborato 36 centri europei, oltre 50 ri-cercatori. Si tratta del primo lavoro sullarelazione tra inquinamento atmosferico etumori al polmone che interessa un nu-mero così elevato di persone, con un´areageografica di tale estensione e un rigoro-so metodo per la misurazione dell´inqui-namento.

Lo studio pubblicato su Lancet Onco-logy fa parte del progetto europeo ESCA-PE (European Study of Cohortes for AirPollution Effects), che si propone l´obiet-tivo di studiare gli effetti a lungo terminedell´inquinamento atmosferico in Europasulla salute dei cittadini.

Il lavoro ha riguardato 17 coorti per untotale di 312.944 persone di età compre-sa tra i 43 e i 73 anni, uomini e donne pro-venienti dai seguenti paesi europei: Sve-zia, Norvegia, Danimarca, Olanda, Re-gno Unito, Austria, Spagna, Grecia e Ita-lia. In Italia, le città interessate sono sta-

te Torino, Roma, Varese. Le persone sonostate reclutate negli anni ´90 e sono sta-te osservate per un periodo di circa 13 annisuccessivi al reclutamento, registrandoper ciascuno gli spostamenti dal luogo diresidenza iniziale.. E´ stato mi-surato in particolare l´inquina-mento dovuto alle polveri sottilitossiche presenti nell´aria (par-ticolato PM 10 e PM 2.5) dovutein gran parte alle emissioni dimotori a scoppio, impianti di ri-scaldamento, attività industria-li, ecc.

Lo studio ha permesso diconcludere che per ogni incre-mento di 10 microgrammi di PM10 per metro cubo presentinell´aria aumenta il rischio di tu-more al polmone di circa il 22%.Tale percentuale sale al 51% peruna particolare tipologia di tu-more, l´adenocarcinoma. Questoè l´unico tumore che si sviluppa in un si-gnificativo numero di non fumatori la-sciando quindi più spazio a cause non le-gate al fumo da sigaretta di espletare illoro effetto cancerogeno. Inoltre si è vistoche se nell´arco del periodo di osserva-zione un individuo non si è mai spostato dalluogo di residenza iniziale, dove si è regi-strato l´elevato tasso di inquinamento, ilrischio di tumore al polmone raddoppia etriplica quello di adenocarcinoma.

Le attuali normative della Comuni-

tà europea in vigore dal 2010 stabili-scono che il particolato presentenell´aria deve mantenersi al di sotto dei40 microgrammi per metro cubo per iPM 10 e al di sotto dei 20 microgrammi

per i PM 2.5. Questo studio, tuttavia, di-mostra che anche rimanendo al di sot-to di questi limiti, non si esclude del tut-to il rischio di tumore al polmone, es-sendo l´effetto presente anche al di sot-to di tali valori.

Dalla misurazione delle polveri sotti-li l´Italia è risultato essere tra i paesi eu-ropei più inquinati, infatti, in città come To-rino e Roma sono stati rilevati in media ri-spettivamente 46 e 36 microgrammi almetro cubo di inquinanti PM 10 in con-

fronto a una media eu-ropea decisamente piùbassa (ad esempio aOxford 16, a Copena-ghen, 17). Il tumore delpolmone rappresentala prima causa di mor-te nei Paesi industria-lizzati.

Solo in Italia nel2010 si sono registrati31.051 nuovi casi. Dasolo rappresenta circail 20% di tutte le mortiper tumore nel nostroPaese.

Lo smog causa il cancro ai polmoni

È la conclusione cui è giunta unaricerca scientifica durata tredicianni e condotta in nove paesieuropei. Le città italiane tra quelle più a rischio in Europa

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19Lega contro i Tumori | Settembre 2013

Desidero portare alla Lega Italiana perla Lotta contro i Tumori (LILT) la miaadesione all’iniziativa “Parchi liberi

dal fumo”, da Voi promossa per celebra-re la Giornata Mondiale senza Tabacco. E’sorprendente come, a fronte dei datiscientifici di cui da tempo disponiamo sul-la pericolosità del tabacco, il contrasto alsuo uso sia tanto debole e incerto.

I danni che la società subisce dall’usodel tabacco sono di tipo sanitario e am-bientale; il danno alla salute si esercita sututti gli organi e apparati a seguito dellaimmissione nel sangue di migliaia di so-stanze tossiche derivanti dalla combu-stione del tabacco e inalate. Esso è tale daridurre la vita media in misura molto si-gnificativa (circa 10 anni di vita in meno)e da comportare alla società una spesa an-nua di oltre 1000 Euro a fumatore in pre-stazioni sanitarie e giornate di lavoroperdute. Ma anche i danni all’ambiente nonsono irrilevanti: i mozziconi di sigarette di-spersi nell’ambiente sono inquinanti permoltissimi anni, sono causa di incendi nel-le case e nei boschi, molte sostanze tos-siche presenti nel fumo di tabacco nonsono volatili e si depositano su cose e per-sone permanendo nell’ambiente per mol-to tempo anche se questo viene ventilato.

Tutto questo viene tollerato quasi sen-za reazioni della società e provvedimentidi contrasto al fumo si fanno strada con fa-tica. Come mai? La risposta è semplice:i produttori di sigarette investono enormiquantità di denaro in pubblicità, uffici le-gali di protezione, azioni di lobby capaci dicontrastare i dati scientifici, disinforma-re il pubblico, “convincere” giornalisti, par-lamentari, scienziati a sostenere principidi libertà individuale, a dimostrare l’inno-cuità del tabacco e degli additivi usati nel-la fabbricazione delle sigarette, a impor-re comportamenti sociali dove il fumo ap-pare come un atto della normale vitaquotidiana.

La Giornata Mondiale senza Tabacco diquest’anno è dedicata alla lotta contro lapubblicità. Ufficialmente, questa è proibitain Italia e in tutti i Paesi avanzati, ma lapubblicità occulta imperversa. Nei film enelle fiction, gli attori fumano sistemati-camente (e ben sappiamo come ciò indu-ca i giovani ad iniziarsi al fumo), il branddelle sigarette compare sugli oggetti piùdiversi, i pacchetti di sigarette fanno bel-la mostra di sé e dei rispettivi marchi nel-le tabaccherie, nelle macchinette di di-stribuzione automatica e fino a pochi annior sono comparivano sulle macchine dacorsa e nel mondo dello sport.

I marchi sono studiati per suscitareemozioni positive con colori e disegni

combinati magistralmente allo scopo.Oggi l’Australia ha bandito i marchi deipacchetti di sigarette, una rivoluzioneche ha scatenato una battaglia legalecon i produttori, che il Governo australia-no ha vinto di recente. Sulla scia di que-sta conquista, l’Unione Europea potrebbeapprovare un analogo provvedimento, mala strada è tutta in salita. E’ necessario chela popolazione italiana faccia sentire an-cora una volta la sua voce a favore diun’Europa libera dalla calamità del fumo,così come fece 10 anni fa quando sosten-ne vigorosamente il divieto di fumo nei lo-cali pubblici e nei luoghi di lavoro.

Un esempio, quello, di consapevo-lezza che dobbiamo ripetere, per con-vincere i deboli e i dubbiosi che il fumodi tabacco e un male per tutti ad ecce-zione di coloro che, danneggiando gli al-tri, traggono enormi profitti. Il fumo ditabacco è una schiavitù di cui dobbiamoliberarci se vogliamo interrompere lalunga serie di morti che ha caratteriz-zato il XX secolo e che sembra continuiaddirittura a crescere anche nel seco-lo che stiamo vivendo. E’ a mio avviso ur-gente proibire il fumo nelle aree ospe-daliere e scolastiche, nei parchi, negliambiti sportivi (stadi) e in tutti i luoghiassembrati (bar, ristoranti, cinema al-l’aperto) e nelle auto private oltre chepubbliche. Bisogna inoltre sanzionarecoloro che gettano i mozziconi a terra,danneggiando così I’ambiente e il decorourbano. Sarebbe questo un bel segna-le che potremmo dare al nostro Paesee all’Europa.

AMBIENTE

Pubblichiamo il messaggioinviato alla LILT dall’exMinistro della Salute,Girolamo Sirchia, in

occasione della GiornataMondiale senza Tabacco 2013

Anche la LILT di Lecce, in occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco 2013,aveva proposto ai sindaci della provincia di Lecce di adottare, a scopo preven-tivo ed educativo, provvedimenti restrittivi, per vietare il fumo nei parchi citta-dini, frequentati da bambini. Abbiamo avuto dei riscontri positivi, e li ringraziamoper la sensibilità dimostrata, dai sindaci di Collepasso (Paolo Menozzi), Melis-sano (Roberto Falconieri) e Parabita (Alfredo Cacciapaglia).

Una schiavitù da cui liberarci

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In occasione della Giornata Mondiale senza Tabacco 2013, il 31Maggio,  presso la sede provinciale LILT a Casarano si è tenutala manifestazione conclusiva di Star Bene Creando  che, comeogni anno, ha visto protagonisti gli allievi  e i docenti delle scuoleaderenti al progetto  “La Salute: una responsabilità sociale”.L’iniziativa ha permesso di dare visibilità all’impegno dellescuole  nella promozione del benessere (prevenzione delle di-pendenze in genere, del tabagismo, tutela dell’ambiente, sanaalimentazione). Affiancati da esperti LILT, gli allievi hanno pro-dotto materiali originali (testi poetici o letterari, cartelloni, slo-gan, canzoni, rappresentazioni teatrali, disegni, ecc.). E’ statainoltre un’occasione di confronto tra  gli adulti significativi (inse-gnanti, genitori) che hanno a cuore la salute dei ragazzi. Si sonopotute ammirare, in una sala gremita di studenti ed insegnanti,produzioni di alto livello, attraverso cui i ragazzi hanno dimo-strato di aver fatto propria la tematica della prevenzione. Questigli istituti coinvolti : Comprensivo di Matino, Comprensivo di Cu-trofiano, Istituto di Liceo “Capece” di Maglie, Liceo Artistico“Ciardo” di Lecce, Istituto Tecnico “Mattei” di Maglie, Compren-sivo di Vernole e Comprensivo di Salve.A tutti i nostri più sentiti complimenti per la sensibilità e la de-dizione con cui sono stati portati avanti i progetti.

Star bene creando 2013

Giornata Mondiale senza Tabacco 2013

7° CORSO DI AGGIORNAMENTO “AMBIENTE E SALUTE”

Lecce, Università del Salento, 12 Ottobre 2013

Sulla scorta del successo ottenuto dalle precedenti inizia-tive, la LILT di Lecce ha programmato, il 12 Ottobre 2013, lasettima edizione del Corso di Aggiornamento “Ambiente eSalute”, che si terrà a Lecce, presso l’Università del Salento(Centro Ecotekne - Aula D10 - Via per Monteroni); e che èdiretto a operatori del mondo della scuola, oltre che ad edu-catori e cittadini. Vuole costituire un fattivo contributo allaconoscenza delle tematiche legate alla salvaguardia del-l’ambiente ed all’impatto che determinati squilibri possonoavere sulla salute di ognuno di noi, potendo causare patolo-gie anche gravi, come i tumori. L’auspicio che ci proponiamo è che, grazie alla nostra ini-ziativa, soprattutto chi lavora nel mondo della scuola, abbiala possibilità di acquisire ulteriori strumenti per farsi pro-motore di salute. Questo il programma dell’evento : Ore 9.00- Saluto delle Autorità - Ore 9.15 - LECTIO MAGISTRALIS -Perché è difficile curare i tumori (Prof. Silvio GARATTINI -Direttore Istituto “M. Negri” – Milano) - Ore 9.45 - La pre-venzione primaria dei tumori e le emissioni industriali (Prof.Giorgio ASSENNATO - Direttore Generale ARPA Puglia) - Ore10.15 Sicurezza alimentare : si può fare a meno dei pesticidi?(Dr. Giovanni MUIA – Agronomo, Dr. Walter INGROSSO -Presidente Cooperativa S. Lorenzo, Leverano) – Ore 11.00 -Disconnect, il sapere chiuso nel cassetto(Dr. Giuseppe SER-RAVEZZA - Presidente LILT - Sez. Prov. di Lecce) - Ore 11.30- La società paziente (Dr.ssa Marianna BURLANDO - Psico-loga, U.O. Oncologia – Casarano) - Ore 12.00 - Come comu-nicare la buona scienza nell’epoca di Internet (Dr. GiovanniDELLE DONNE – Giornalista) - Ore 12.30 - Discussione econclusione.Per iscrizioni ed informazioni, contattare la LILT (Tel e Fax :0833/512777 – [email protected]). Castrignano de’ Greci Acquarica del Capo

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21Lega contro i Tumori | Settembre 2013

Scorrano, 9 giugno. “Insieme per la LILT”,è stato il titolo del primo torneo di calcettofemminile, manifestazione sportiva orga-nizzata dalla Delegazione LILT di Scorra-no, presso i locali campetti comunali,allo scopo di raccogliere fondi per la rea-lizzazione del Centro Ilma. Nutrita la par-tecipazione delle squadre.

Nardò, 13 giugno. Sempre attiva la Dele-gazione LILT di Nardò. Lo scorso 13 giu-gno, in occasione della locale festa in ono-re di S. Antonio, ha organizzato uno stand

per la prima “Sagra del Dolce”, che ha vi-sto la fattiva collaborazione delle volon-tarie, le quali hanno preparato in primapersona le specialità offerte per racco-gliere fondi a nostro favore.

Gallipoli, 13-15giugno. Terzaedizione del Me-morial di Cal-cetto “Ciao Cri”,per ricordare lafigura di una va-lida e generosasportiva, Cristi-

na Greco, prematuramente scomparsa.L’evento, organizzato anche dalla nostraDelegazione di Gallipoli, si è svolto pres-so il campo sportivo “Evergreen”, sullaprovinciale Gallipoli- Alezio.

Galatina, 18 Giugno. Interessante e se-guito convegno organizzato presso il Cen-tro Polifunzionale dalla Delegazione LILTdi Galatina, in collaborazione con “ZeffiriSereni – Emporio Ecologico”. Un tema

quanto mai d’attualità, per la prevenzio-ne primaria : “Le insidie dei cosmetici, for-mulazione e INCI”. Dedicato alle donne,per approfondire e conoscere meglio la po-tenziale tossicità dei prodotti per l’igienepersonale e la casa.

Arnesano, 22 Giugno. A cura della nuovaDelegazione di Arnesano, presso il PalazzoMarchesale, si è tenuto un concerto di be-neficenza, per rac-cogliere fondi a fa-vore della LILT. Par-tecipazione straor-dinaria di LudovicaRana e del Coro diVoci Bianche “Sul-l’ali del Canto” delConservatorio “TitoSchipa” di Lecce, Di-rettore Tina Patavia- al Pianoforte Fran-cesca Mammana.Grande il successo della manifestazione.

Botrugno, 24 giugno. A cura dell’Asso-ciazione Pizzaioli Salentini e delle localiPizzeria “Bella Napoli” e “Peter Pan”, perraccogliere fondi per la LILT, è stata or-ganizzata la prima edizione della “Festadella Pizza”, con esibizione del TeamAcrobati Pizzaioli Salentini e concerto

della “Banda del Liga”. Grande la parte-cipazione del pubblico.

Specchia, 20-23 luglio. Una mostra del-le opere pittoriche di Laura Petracca,presentate nellibro “Il sensodell’incanto”,con versi diPina Petracca,è stata orga-nizzata pressoil Palazzo Ri-solo. Notevolela partecipa-zione del pubblico. Parte del ricavato del-l’iniziativa è stato devoluto alla LILT.

Presicce, 25 luglio. Seconda edizionedella Maratona notturna cittadina, orga-nizzata per raccogliere fondi da devolve-re alla LILT. Grande successo, con nume-rosi partecipanti e tanta solidarietà.

Torre dell’Orso, 30 luglio. Presso l’anfi-teatro comunale, nell’ambito della ras-segna estiva “Blu Festival” promossa dalComune di Melendugno, spettacolo “Mu-sica per la LILT”. Evento organizzato dal-la Delegazione LILT di Melendugno e Bor-gagne, in collaborazione con l’Accademiadi Musica e Spettacolo di Lecce. Per l’oc-casione, è stato allestito uno stand per ladistribuzione di materiale informativo e perraccogliere fondi a sostegno della LILT.

Scorrano, 8 Agosto. Decima edizione del-l’ormai classica serata estiva curata dalla De-legazione LILT di Scorrano “Note contro il

cancro”, con tanta musica in Piazza V. Ema-nuele e con lo spettacolo del “Teatrino di Be-niamino” dell’Associazione “Spazio Libero”di Sanarica. I fondi raccolti sono stati devo-luti alla LILT per il Centro ILMA.

LA LILT

INIZIATIVE

Giornata Mondiale senza Tabacco 2013

Acquarica del Capo Ruffano Casarano - Matino

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22 Lega contro i Tumori | Settembre 2013

LA LILT

Lo scorso 19 giugno si è tenuta l’inaugurazionedella sede di Melendugno e Borgagne della LILT.L’iniziativa è nata dall’impegno di un gruppo di vo-

lontari che si è adoperato per offrire sul territorio im-portanti servizi nel campo della prevenzioneoncologica. I volontari, fortemente motivati, sono gui-dati dal dottor Carmelo Catalano, responsabile dellaDelegazione, affiancato dalla dottoressa Simona Ma-strogiovanni, coordinatrice del gruppo di Borgagne.

I locali, in via D’Amely, 16, a Melendugno, concessidall’Amministrazione Comunale, saranno un centro diinformazione ed educazione sanitaria e di diffusione dimateriale divulgativo. Inoltre, nella sede, grazie ai con-tributi raccolti, funziona un ambulatorio, dove, su pre-notazione, si effettuano visite specialistiche gratuite,a cura dida medici volontari.

La cerimonia d’inaugurazione ha avuto inizio con labenedizione della struttura da parte di Don Leonardo,parroco di Melendugno. Quindi, la relazione del dott.Carmelo Catalano, responsabile della Delegazione, ilsaluto del sindaco di Melendugno, Ing, Marco Potì, edun seminario del Dr. Giuseppe Serravezza, presidenteprovinciale LILT.

La Delegazione di Melendugno sarà aperta tre voltela settimana: il lunedì e mercoledì dalle ore 17 alle ore19, il venerdì dalle ore 9 alle ore 11. Può essere con-tattata anche al n. telefonico 324/7860628 o via mailall’indirizzo [email protected]. E’ stata rea-lizzata peraltrouna pagina Facebook (gruppo “LILTMelendugno e Borgagne”), per essere sempre aggior-nati sulle varie iniziative.

Tanti i settori di intervento previsti: educazione edinformazione sanitaria (in programma incontri divul-gativi), visite preventive, campagne promozionali perla raccolta fondi, corsi sulla corretta alimentazione esui danni de fumo, da tenere nelle scuole, organizza-zione di eventi sociali e altre iniziative in collaborazionecon le altre associazioni.

La nuova Delegazione di MelendugnoSi rafforza la presenza della LILT sul territorio della provincia. Fortemente voluta dai volontari, si aggiunge una nostra nuova sede, per offrire un migliore servizio ai cittadini

ARTISTI PER LA LILTLo scorso 10 luglio, a Lecce, si è aperta la mostra“Artisti per la LILT” promossa dall’Associazione “LeAli di Pandora”, in collaborazione con la LILT, finaliz-zata alla raccolta fondi per il Centro Ilma. Il 30 mag-gio 2009, presso la Società Operaia di MutuoSoccorso di Lecce, si aprì l’Asta di beneficenza “60 ar-tisti per la LILT”. Le opere furono in parte vendute equelle rimaste sono state oggetto della recente mo-stra. Sono state esposte creazioni di Paivi Aala, Um-berto Albanese, Eliabò, Filippo Altomare, VittorioBalsebre, Roberto Bergamo, Uccio Biondi, Ogu, LucioCalogiuri, Maddalena Castegnaro Guidorizzi, MinaD’Elia, Michela Del Tinto, Federico Gismondi, SandroGreco, Piera Ingrosso, Andrea Laudisa, Ezechiele Le-andro, Monica Lisi, Sandro Marasco, Luigi Marzo, An-tonio Massari, Angelo Monte, Orodè, CristianoPallara, Adriano Pasquali, Maria Grazia Presicce,Tina Saletnich, Enza Santoro, Elio Scarciglia, CarloSolidoro, Fernando Spano, Francesca Speranza, Wal-ter Spennato, Romina Tafuro, Giuseppe Zilli.Nel corso della mostra, durata 10 giorni, molte altreopere hanno trovato un acquirente e gli artisti nehanno gentilmente offerte delle altre per proseguirela raccolta fondi.

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23Lega contro i Tumori | Settembre 2013

RUBRICA

L’impatto delle comunicazioni in-formative inerenti la salute perallontanare le malattie e mante-

nersi in buona forma produce risultatiche la ricerca sta studiando sotto mol-teplici aspetti. Si indagano le perce-zioni evocate nei singoli soggetti, leeventuali scelte e i comportamentisusseguenti l’esposizione di tali an-nunci anche in termini di condiziona-menti e di pressioni, i metalinguaggidei messaggi stessi e il loro coinvolgi-mento nella formazione di convinci-menti e di aspettative collettive, anchein riferimento a specifici target (parti-colari categorie, quali: anziani, donne,operatori professionali, ecc.).

La società contemporanea si carat-terizza per l’alta fiducia riposta nellescoperte e nei ritrovati della ricercache tutto possono e tutto o quasi tuttorisolvono. Accanto a indubbi e signifi-

I quesiti e i dubbi insieme alla voglia di raccontarsi. Di questo e d’altro hanno desiderio i malati oncolo-gici e i loro familiari ma non c’è mai tempo sufficiente per farlo, perché ci sono altre priorità, altre urgenzeo manca l’occasione per fermarsi un attimo e dialogare. L’intento di queste pagine è proprio questo, of-frire spunti e considerazioni e trattare argomenti partendo dalle richieste o proposte che arrivano in re-dazione. Sarà una conversazione a più voci, d’incontro e di scambio, sarà uno spazio per trovare insieme“le parole per dirlo”, per dire, ricordare, immaginare o chiedere quello che attraversa i pensieri e si faesperienza. I recapiti sono: Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori - “Le parole per dirlo” - via Alpestre,4 - 73042 Casarano (Lecce) o per posta elettronica: [email protected]

Le parole per dirlo

Rubrica a cura dellaDr.ssa Marianna BurlandoEsperta in Psico-Oncologia

Rischio generale e rischio individuale le mezze verità delle linee guida

(…) mi sono ammalata di tumore al seno a 33 anni e in famiglia non ci sono altri casi.Quando sento o leggo i consigli degli esperti come non fumare, mangiare cibi sani, al-lattare i figli e altri suggerimenti mi convinco che la malattia colpisce a prescinderedagli stili di vita e limitare a ciò il discorso fa sentire colpevole chi si ammala. Oltreal danno la beffa! Dobbiamo tutte seguire l’esempio dell’attrice americana e tagliare viai seni per scongiurare di ammalarci e rischiare di morire? Francamente non so più chepensare e vorrei qualcuno che mi aiutasse a farlo, per me che nonostante la mia gio-vane età e le mie buone abitudini mi ritrovo a combattere contro il male, e per le miefiglie affinché non debbano mai passare quello che ho passato io (...) (Una mamma an-gosciata – Manduria)

Mappa dei fattori di rischio per il cancro al seno

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24 Lega contro i Tumori | Settembre 2013

RUBRICA

cativi aiuti che molte situazioni clinicheottengono in fatto di miglioramento oaddirittura di soluzione completa, siverificano anche delle distorsioni e deiparadossi che snaturano mezzi, moda-lità e obiettivi perché rispondenti a lo-giche diverse dal benessere reale dellepersone. Prendiamo a esempio il set-tore farmaceutico, non a caso definito ilgioiello della corona di una organizza-zione di sistema volta più agli interessieconomici che alla tutela collettiva.

E’ esperienza comune come neimedia imperversino pubblicità di far-maci che risolvono piccoli e grandi pro-blemi facendo ritrovare presto sorrisoe forma smagliante. Ma per un males-sere che scompare la comunicazionene propone di nuovi, molti dei qualineppure riconosciuti come tali dallepersone ma enfatizzati e imposti dietroaccurate strategie informative, dietrovere e proprie campagne pro-malattiacon lo scopo di persuadere a ricorrereai farmaci per ogni minimo disturbo ofisiologicità (pesantezza di stomaco, digambe, alito cattivo, timidezza, inson-nia, lutti, impotenza, agitazione, enu-resi, menopausa, ecc).

Nel momento stesso in cui si uffi-cializza la malattia e se ne precisano isintomi si dà pure la soluzione aumen-tando così il credito a scienza e ai tec-nici in termini di prestigio, diautorevolezza, di affidabilità. In questosta lo snaturamento di un sistema chepromuove culturalmente disturbi e re-clamizza la via comoda dei farmacisenza minimamente preoccuparsi di

intercettare problematiche(ammesso che tali siano) edi inserirle in un quadro dicomprensione più ampio edi affrontamento diversifi-cato.

Amplificazione di eventidi vita fisiologica fisica epsicosociale, da un lato, edilatazione fideistica versola tecnica, dall’altro, spia-nano la via a sovracon-sumo di farmaci, abuso diindagini strumentali, pato-logizzazione della salute.Nei soggetti sani che concontrolli e con esami vannoalla ricerca di patologie si-lenti si radica il convinci-mento che tutto ciò siaazione di prevenzione e,quando arriva la diagnosi,elevato in loro è il livello disgomento quanto l’infon-dantezza del convinci-mento nutrito e da nessunaddetto del settore maicorretto. La prevenzioneprimaria è l’insieme degliatti e delle scelte miranti aevitare la malattia, la pre-

venzione secondaria è l’insieme degliatti e delle scelte miranti a scoprireprecocemente la malattia.

Nel settore degli screening oncolo-gici (ad esempio per la prostata e peril seno) è riscontrabile l’effetto della di-storsione laddove la comunicazioneprevalente esprime i benefici e nonesprime i limiti. Non è raro sentiredonne che, per il sol fatto di aderirealla periodica chiamata mammogra-fica o perché fanno l’esame autonoma-mente, pensano di essere al riparodalla malattia. La scienza, quando é ri-volta esclusivamente alle cure e al cu-rare, passa informazioni che vengonorecepite in termini assoluti. Slogancome: “La mammografia ti salva lavita” o altre frasi simili presenti in opu-scoli e nella pubblicità sono il riverberodi questa scelta di campo, parziale edalle conseguenze fuorvianti.

Una recente ricerca europea svoltaanche in Italia sul consenso informatoagli screening mammografici ha mo-strato come l’informazione data alledonne sia iniqua nel presentare van-taggi e svantaggi della metodica; ap-paia di basso aiuto per i processi didecisione autonoma; risulti silente

circa i falsi allarmi, gli eccessi di dia-gnosi e di trattamento (interventi chi-rurgici, chemioterapia, radioterapia, difatto evitabili perché non necessari).

Le linee guida delle malattie falli-scono nei molti casi clinici che pur ri-sultano osservanti quelle stesseindicazioni raccomandate dalla comu-nità scientifica (per il seno: vita sana,niente fumo, nessuna assunzione di te-rapie ormonali, ecc.).

La aumentata incidenza di carci-noma mammario (1:8) porta all’osser-vazione specialistica sempre più donnegiovani e giovanissime senza prece-denti in famiglia. Il fenomeno è spiega-bile in termini di epigenetica e diesposizioni ambientali precoci che in-cidono sfavorevolmente già in utero.Argomenti che tracciano un inquadra-mento del fenomeno diverso dalla pre-venzione secondaria e terziaria oggiprevalenti, poiché spostano l’atten-zione dell’origine e delle concausedella malattia non tanto nelle abitudinidi vita e nella eredità/familiarità manelle matrici biologiche quali l’acqua,il suolo e il sottosuolo, l’aria compro-messe dall’azione distruttiva indotta dainquinamento, sfruttamento, dapaupe-ramento, aggressioni ambientali e intutta la chimica che impregna i luoghidi vita. Sifatto orientamento chiama aresponsabilità i modelli di sviluppoeconomici e politici e restituisce allaconoscenza un’informazione aderentecirca il fenomeno di malattia in tutte lesue componenti e variabili.

La comunicazione scientifica e di-vulgativa detiene queste informazionied è necessario portarle alla più ampiadiffusione affinché sempre più personesappiano, scelgano, difendano e richie-dano a gran voce città e paesi salubri.L’emergenza ambientale è giunta a unpunto di non ritorno e continuare asaccheggiare e distruggere il patrimo-nio naturale è un boomerang che af-fossa il futuro stesso dell’eco-sistemae di tutte le specie viventi. L’epidemio-logia e gli studi che correlano le ma-lattie con l’ambiente avvertono deirischi accertati e probabili, e le curetentano di aggiustare quanto su altrifronti viene coscientemente danneg-giato. Alle persone che dall’oggi al do-mani hanno la vita stravolta dallamalattia l’offerta delle tecniche d’in-tervento validate da seguire secondodisponibilità e possibilità fisiche ementali. Tutte opzioni degne ma dascegliersi nel pieno accesso e nellapiena fruizione di informazioni com-plete e provenienti da organismi di stu-dio e di ricerca indipendenti. Perchémezze verità possono far conoscere lametà sbagliata.

La Dr.ssa Marianna Burlando operacome psicologa presso il Serviziodi Oncologia Medica dell’Ospedale “F. Ferrari” di Casarano. Per contattarla, telefonare allo 0833 508445

Esempio di opuscolo indipendente sulla mammografia(http://www.cochrane.dk/screening/mammografia-it.pdf)