XI-XIII secolo Baldi-Giusso et al. pp. 20-75

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L’età cortese XI-XIII secolo

Baldi-Giusso et al. pp. 20-75

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• Situazione dell’Alto Medioevo

– Volgare solo parlato (se scritto, per uso pratico)

• Quando e perché il volgare nella Letteratura?

– Francia XI sec.

• Gruppo sociale laico con propria visione della vita (cavalleria)

• Pubblico laico che ama leggere opere di Letteratura (nobiltà laica che si esprime in lingua d’oїl)

Presupposti culturali e sociali della Letteratura in volgare p. 22

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Codice cavalleresco p. 23

cavalleria: classe sociale composta dai cadetti (figli non primogeniti senza diritto di successione) e dai nobili senza feudo

2 | L’età cortese

in Francia verso la fine dell’XI secolo

in lingua volgare

- la prodezza - il senso dell’onore - la lealtà - la generosità con i vinti - il rispetto della parola data - la fedeltà al signore o al sovrano - la nobiltà d’animo

rafforzamento della cavalleria

basata sul nuovo repertorio di valori e di modelli di comportamento

esigenza di una nuova produzione

letteraria

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nasce il concetto di

che ispirano la composizione delle

3 | L’età cortese

GUERRA SANTA

la guerra deve avere come obiettivo la difesa della

vera fede

il cavaliere deve impegnarsi al

servizio dei deboli e degli oppressi I valori cavallereschi vengono

rielaborati dalla cultura religiosa

liberazione della Spagna dal dominio arabo

liberazione della Terra Santa dai musulmani

CANZONI DI GESTA

poemi epici che esaltano le imprese eroiche dei cavalieri in difesa

della fede cristiana

la Reconquista le Crociate

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Evoluzione del codice cavalleresco p. 23-24

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Orlando, paladino di Carlo Magno

Sigfrido, eroe della saga dei Nibelunghi

Rodrigo Diaz de Vivar, detto il Cid Campeador (signore delle battaglie)

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eroi e paladini

Parole e immagini p. 30

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IDEALE CORTESE cortesia vs villania

Da codice cavalleresco a ideale cortese p. 24

4 | L’età cortese

sopravvivono alcuni valori tipici del codice

cavalleresco nel corso del XII secolo all’interno delle corti feudali del Sud e del Nord della Francia si affermano nuovi modelli

di comportamento più raffinati ed eleganti

virtù militaresche

virtù civili

• prodezza • onore • lealtà

• liberalità • magnanimità • culto della

misura culto della donna

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ha origine

che si diffonde poi presso le corti

che è caratterizzata

da

– la donna è una creatura sublime e irraggiungibile

– l’amante deve assicurare devozione assoluta alla sua dama

– l’amore deve restare inappagato

– l’esperienza d’amore consente l’elevazione morale

– il vero amore è adultero e si vive segretamente al di fuori del vincolo coniugale

– l’amore è una passione esclusiva e totalizzante (religione dell’amore, conflitto con Chiesa)

5 | L’età cortese

Il codice dell’amor cortese p. 25

nel corso del XII secolo all’interno delle corti provenzali (Francia meridionale)

un CODICE RIGOROSO (regole non scritte ma che dovevano essere rispettate)

la POESIA LIRICA dei

TROVATORI

del Nord della Francia

poesia lirica: genere poetico caratterizzato dall’espressione dei sentimenti e dell’interiorità dell’autore (in prima persona)

trovatori: poeti attivi presso le corti provenzali del Basso Medio Evo; cantavano in lingua d’oc e con accompagnamento musicale

dell’Italia

dei territori germanici

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Andrea Cappellano, De amore, p. 26-27

• (1150 – 1220); De amore o De arte honeste amandi.

• Trattato in latino, in tre libri, in cui si fissano norme e canoni dell'amor cortese.

• Protagonista dell'opera è un maestro d'amore, Gualtiero, che intrattiene quattro nobildonne: Maria di Champagne, Eleonora d'Aquitania, Ermengarda di Narbona, e Elisabetta di Vermandois.

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Il castello di Gourdon Il castello reale di Tarascon Il castello di Châteaurenard

6 | L’età cortese

i castelli dei trovatori

Parole e immagini

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genere

EPICA (canzoni di

gesta)

- Francia del Nord - lingua d’oïl

temi principali repertorio di

personaggi e situazioni autori pubblico

- guerra (in difesa della fede cristiana)

ciclo carolingio (la corte di Carlo Magno e i suoi paladini)

giullari , menestrelli, canterini (trovieri)

il popolo nelle piazze e nei mercati

zona d’origine e lingua usata

NARRATIVA (romanzo cortese)

- Francia del Nord - lingua d’oïl

- amore - avventura - magia - anche religione

ciclo bretone (la corte di re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda)

chierici dame e cavalieri presso le corti feudali

LIRICA (poesia per

musica)

- Francia del Sud - lingua d’oc

- amore - attualità - politica

il codice dell’amor cortese trovatori dame e cavalieri presso le corti feudali

7 | L’età cortese

Generi letterari in età cortese p. 30

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Aree di influenza della lirica provenzale p. 28

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genere

EPICA (canzoni di

gesta)

- Francia del Nord - lingua d’oïl

temi principali repertorio di

personaggi e situazioni autori pubblico

- guerra (in difesa della fede cristiana)

ciclo carolingio (la corte di Carlo Magno e i suoi paladini)

il popolo nelle piazze e nei mercati

zona d’origine e lingua usata

NARRATIVA (romanzo cortese)

- Francia del Nord - lingua d’oïl

- amore - avventura - magia - anche religione

ciclo bretone (la corte di re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda)

chierici dame e cavalieri presso le corti feudali

LIRICA (poesia per

musica)

- Francia del Sud - lingua d’oc

- amore - attualità - politica

il codice dell’amor cortese trovatori dame e cavalieri presso le corti feudali

7 | L’età cortese

Generi letterari in età cortese p. 30

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giullari , menestrelli, canterini (trovieri)

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Paola Biglia Il più bello dei mari

Epica C

Epica medievale

pp. 266-301

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Epica medievale: valori XI-XII sec. • classici: modelli sono Iliade,

Odissea, Eneide

• germanici: guerra, vendetta personale e magia delle divinità nordiche

• Cristianesimo: simbolismo, legame tra dimensione terrena e spirituale;

– Reconquista e crociate contro i Turchi Selgiuchidi (popolazione mongolica di religione islamica)

– ordini monastici per difesa pellegrini in Terra santa

• Feudalesimo: fedeltà personale vs fellonia

p. 267

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Cavalieri p. 269 Biglia

• Figli cadetti

• + Amministratori e castaldi

• Cerimonia investitura

Baldi p. 26

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Le corti e i giullari

• Castelli e abbazie

– Trovatori (Provenza)

– Trovieri (lingua d’oïl)

– Giullari, cantari, menestrelli

[ se vuoi ascoltare Cantagallo, vai al minuto 2:35 del video]

https://www.youtube.com/watch?v=OMAjbajhVg0

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Chanson de Roland

Il tradimento di Gano, p. 300

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Chanson de Roland

Biglia, La morte di Orlando, p. 273

Baldi-Giusso, Morte di Orlando e vendetta di Carlo p. 37

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Olifante

Olifante detto "Corno di Orlando" (Salerno?, XI secolo), Tolosa, musée Paul-Dupuy.

Gli angeli del Giudizio - particolare dal portale della cattedrale di Saint-Trophime, Arles - XII sec.

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Codice miniato tedesco del XIV secolo

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Biglia p. 271

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Paola Biglia Il più bello dei mari

Epica C

Epica medievale

pp. 266-301

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Ciclo bretone

Biglia, Le roman de Tristan, p. 293

Baldi-Giusso, Lancelot, p. 45

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Ciclo bretone

Biglia, Le roman de Tristan, p. 293

Baldi-Giusso, Lancelot, p. 46

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Chrétien de Troyes, p. 45

• Erec e Enide

• Cligés

• Yvain il cavaliere del leone

• Lancillotto o il cavaliere della carretta

• Perceval o il racconto del Graal

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genere

EPICA (canzoni di

gesta)

- Francia del Nord - lingua d’oïl

temi principali repertorio di

personaggi e situazioni autori pubblico

- guerra (in difesa della fede cristiana)

ciclo carolingio (la corte di Carlo Magno e i suoi paladini)

il popolo nelle piazze e nei mercati

zona d’origine e lingua usata

NARRATIVA (romanzo cortese)

- Francia del Nord - lingua d’oïl

- amore - avventura - magia - anche religione

ciclo bretone (la corte di re Artù e i cavalieri della Tavola Rotonda)

chierici dame e cavalieri presso le corti feudali

LIRICA (poesia per

musica)

- Francia del Sud - lingua d’oc

- amore - attualità - politica

il codice dell’amor cortese trovatori dame e cavalieri presso le corti feudali

7 | L’età cortese

Generi letterari in età cortese p. 30

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giullari , menestrelli, canterini (trovieri)

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La lirica provenzale

Baldi – Giusso et al., pp. 63-64; 68-70

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Luoghi della lirica cortese • Provenza, corti feudali

– Guglielmo IX d’Aquitania (1071-1126)

• Lingua d’oc

• Trobadors

• Innocenzo III e re di Francia; 1209 crociata contro Albigesi (catari)

• Maria di Champagne, Francia Nord; trovieri, lingua d’oïl

• Scuola siciliana

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Generi e figure

• Canzone d’amore

• Sestina

• Sirventese

• Planh

• Tenzone

• Pastorella

• Plazer

• Enueg

• Gab (o gap)

• Adynata

• Senhal

• Trobar clus

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per approfondire

Università della Svizzera italiana

Lectura Dantis, Pg XXVI, Arnaut Daniel

Prof.ssa Mira Veronica Mocan

https://www.youtube.com/watch?v=9_gc67gZcPI&t=2777s

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Guido Guinizzelli presenta Arnaut Daniel «O frate - disse -, questi ch'io ti cerno col dito - e additò un spirto innanzi - fu miglior fabbro del parlar materno. Versi d'amore e prose di romanzi soverchiò tutti: e lascia dir li stolti che quel di Lemosì credon ch'avanzi.» (Purg. XXVI, 115-120)

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Francesco Petrarca su Arnaut Daniel «Fra tutti il primo Arnaldo Daniello gran maestro d'amor; ch’alla sua terra Ancor fa onor col suo dir novo e bello.»

Trionfo d'amore (IV, 40 ss)

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Arnaut Daniel El cominciò liberamente a dire: «Tan m’abellis vostre cortes deman, qu’ieu no me puesc ni voill a vos cobrire. Ieu sui Arnaut, que plor e vau cantan; consiros vei la passada folor, e vei jausen lo joi qu’esper, denan. Ara vos prec, per aquella valor que vos guida al som de l’escalina, sovenha vos a temps de ma dolor!».

Poi s’ascose nel foco che li affina.

Lui cominciò volentieri a dire: «La vostra cortese domanda mi piace a tal punto, che non posso né voglio nascondere la mia identità. Io sono Arnaut, che piango e vado cantando; preoccupato guardo la mia passata follia d'amore, e vedo gioioso la gioia, che spero, davanti a me. Ora vi prego, per quella virtù che vi guida alla sommità di questa scala, di rammentarvi al momento opportuno del mio dolore!» Poi si nascose nel fuoco che li purifica.

Purgatorio, Canto XXVI

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Ab gai so cuindet e leri

fas motz e capus e doli,

que seran verai e sert

quan n’aurai passat la lima,

qu’Amor marves plan’e daura

mon chantar que delieis mueu

cui Pretz manten e governa

Tot jorn melhur e esmeri

quar la gensor am e coli

del mon, so∙us dic en apert:

sieu so del pe tro qu’al cima,

e si tot venta∙ill freg’aura

l’amor qu’ins el cor mi plueu

mi ten caut on plus iverna.

Mil messas n’aug e∙n proferi

e∙n art lum de cer’e d’oli

que Dieu m’en don bon acert

de lieis on no∙m val escrima;

e quan remir sa crin saura

e∙l cors qu’a graile e nueu

mais l’am que qui∙m des Luzerna.

Con gaio suono graziosetto e lieto faccio parole e sgrosso e piallo che saranno vere e certe quando ci avrò passato la lima; perché Amore subito appiana e indora la mia canzone che da lei muove il cui Pregio sostiene e governa. Ogni giorno miglioro e mi affino perché la più gentile amo e servo del mondo, ve lo dico apertamente; suo sono dal piede fino al capo, e se anche soffia un'aura fredda l'amore che nel cuore mi piove mi tiene caldo quanto più s'inverna. Mille messe ascolto ed offro e ardo lume di cera e d'olio che Dio mi doni buona riuscita con lei con cui non vale scherma; e quando guardo il suo crine d'oro e il corpo che ha agile e nuovo più l'amo di chi mi desse Lucerna.

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T’an l’am de cor e la queri

quìab trop voler cug la∙m toli,

s’om ren per trop amar pert,

que∙l sieu cors sobretrasima

lo mieu tot e non s’aisaura:

tan n’a de ver fag reneueu

q’obrador n’ai’e taverna.

No vuelh de Roma l’emperi

ni qu’om m’en fassa postoli

qu’en lieis non aia revert

per cui m’art lo cors e∙m rima;

e si∙l maltrait no∙m restaura

ab un baizar anz d’annueu,

mi auci e si enferna.

Ges pel maltrag que∙n soferi

de ben amar no∙m destoli;

si tot me ten en dezert

per lieis fas lo son e∙l rima:

piegz tratz, aman, qu∙om que laura,

qu’anc non amet plus d’un hueu

selh de Moncli Audierna.

Ieu sui Arnaut qu’amas l’aura

e cas la lebre ab lo bueu

e nadi contra suberna.

Tanto l'amo di cuore e la bramo, che per troppo volere penso di togliermela, se cosa per troppo amare si perde, perché il suo cuore sovrasta il mio talmente e non si stacca tanto n'ha davvero fatto usura ch'artigiano n'abbia e taverna. Non voglio di Roma l'impero, né che mi si faccia apostolo se in lei non ho riparo per cui m'arde il cuore e brucia; e se il duolo non mi risana con un bacio prima dell'anno, mi uccide e s'inferna. Per la doglia di cui soffro di ben amare non mi distolgo, anche se così mi tiene in abbandono per lei faccio il suono e la rima: peggio sto, amando, che chi lavora, che mai non amò più di un uovo quegli di Moncli Audierna. Io sono Arnaldo che ammucchio l'aria, e caccio la lepre con il bue, e nuoto contro corrente.

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