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X CONVEGNO S.I.I.V. – CATANIA – 26/28 OTTOBRE 2000 X CONVEGNO X CONVEGNO X CONVEGNO X CONVEGNO NAZIONALE NAZIONALE NAZIONALE NAZIONALE S.I.I.V. S.I.I.V. S.I.I.V. S.I.I.V. INDAGINE SU UNA PROVA DI DEMOLIBILITÀ DI MISCELE BETONABILI PER RIEMPIMENTI FLUIDI Giampaolo Rossi Dipartimento di Idraulica, Trasporti e Strade Università di Roma “La Sapienza” – Via Eudossiana 18 – 00184 – Roma – Italy Tel: +39.06.44.585.110 Fax: +39.06.44.585.110 E-mail: [email protected]

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X CONVEGNO S.I.I.V. – CATANIA – 26/28 OTTOBRE 2000

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S.I.I.V.S.I.I.V.S.I.I.V.S.I.I.V.

INDAGINE SU UNA PROVA DI DEMOLIBILITÀDI MISCELE BETONABILI PER

RIEMPIMENTI FLUIDI

Giampaolo RossiDipartimento di Idraulica, Trasporti e Strade

Università di Roma “La Sapienza” – Via Eudossiana 18 – 00184 – Roma – ItalyTel: +39.06.44.585.110Fax: +39.06.44.585.110

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INDAGINE SU UNA PROVA DI DEMOLIBILITÀ DIMISCELE BETONABILI PER RIEMPIMENTI FLUIDI

GIAMPAOLO ROSSI – Dip. Idraulica, Trasporti e Strade – Università di Roma “La Sapienza”

SOMMARIOIn relazione alla previsione della posa in opera di pubblici servizi per uno sviluppo dimigliaia di chilometri, un ufficio tecnico speciale del Comune di Roma e le Società deiPubblici Servizi (SPS) hanno operato, nell’ambito di una commissione di studi, per ilriesame delle metodiche e delle procedure di riempimento degli scavi stradaliIn questo gruppo di lavoro il Laboratorio Materiali Stradali del Dip.to di Idraulica,Trasporti e Strade, ha avuto un importante ruolo di supporto tecnico e scientifico.L’impegno sperimentale del Laboratorio è stato esteso alla individuazione di un criteriosperimentale di valutazione dell’attitudine dei materiali ad essere demoliti in opera.L’affidabilità del metodo è stata oggetto di particolare attenzione, ponendo le basi per ladefinizione della ripetibilità della metodica.

ABSTRACTA special technical department formed by Rome Municipality and Public UtilityCompanies has re-examined the methods and procedures for the backfill of roadwayexcavations, bearing in mind the planned laying of public utilities with a length ofseveral thousand kilometres.The Road Materials Laboratory of the Department of Hydraulic, Transportation andRoads has provided important technical and scientific support.Research was performed at the Laboratory in order to identify a procedure that wouldallow evaluation of the suitability of a material for demolition by using samplesprepared in the laboratory or taken from site.The reliability of the tests was confirmed by using batches of samples with differentstrengths and different types of aggregates.The demolition index measurement has been accepted by the Quarrying Regulations ofthe Rome Municipality and the test is officially carried out at the Laboratory uponrequest.Further tests, in order to study the matter in more detail, are currently underway with theaim of proposing the test for acceptance as a standard test method.

1. PREMESSANell’imminenza dell’anno giubilare, le SPS (acronimo scelto per indicare nel seguito

le Società dei Pubblici Servizi) avevano pianificato la posa in opera, nell’ambitoterritoriale della città di Roma, di nuove linee per migliaia di chilometri.

• In limitate situazioni, servizi diversi e fra loro compatibili, potevano essere gestitiattraverso canalizzazioni opportunamente predisposte (cunicolo intelligente), mala maggior parte degli interventi programmati sulle reti sarebbero stati effettuatifacendo ricorso a tradizionali tecnologie di riempimento degli scavi.

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In relazione al pesante impatto che tali lavori avrebbero avuto sulla circolazioneviabile, si è ritenuto indispensabile ottimizzare le procedure di messa in opera deimateriali di riempimento e definire la caratterizzazione tecnica degli stessi.

Pertanto, con il coordinamento del Comune di Roma, è stato formato un gruppo dilavoro che doveva interessarsi di tali problemi.

Di questo facevano parte tecnici delle SPS, del mondo imprenditoriale e, in qualità disupporto tecnico-scientifico del Comune, rappresentanti del Dipartimento di Idraulica,Trasporti e Strade.

Il contributo delle SPS era connesso, ovviamente, alla conoscenza approfondita delleproblematiche legate al servizio in senso stretto e di quelle operative di cantiere.

Questo interesse conoscitivo ad ampio spettro, rispondeva all’esigenza di garantireche gli interventi di ripristino da realizzare, non presentassero ammaloramenti precoci oimprovvisi, causa, quest’ultimi, di situazioni di rischio per la circolazione stradale.

La volontà di pervenire ad un approfondimento conoscitivo, la revisione dellemetodiche di riempimento e dei parametri prestazionali delle miscele erano sintomaticidella volontà di garantire la durabilità e la sicurezza degli interventi.

In talune situazioni, peraltro, riempimenti effettuati con miscele legate ed oggetto diinterventi a breve termine per sopraggiunte necessità tecniche, si erano rilevatiparticolarmente difficili da demolire e rimuovere.

In questi casi, interventi d’urgenza su linee di distribuzione di alcuni servizi, avevanosubito ritardi e condizionamenti non opportuni in relazione al rischio di innesco disituazioni di obiettiva pericolosità.

Allo scopo di contrarre i tempi tecnici operativi all’atto della posa in opera ed evitareinaccettabili fenomeni di cedimento differito, il gruppo di studio aveva convenuto chepoteva essere opportuno impiegare materiali di riempimento legati, premiscelati e chenon necessitassero di operazioni di costipamento in cantiere.

Da qui scaturiva, pertanto, la proposta di impiego di miscele betonabili fluide,trasportate e gettate in opera con l’ausilio di autobetoniere, sulla scorta di analogheesperienze già maturate negli Stati Uniti ed in Canada a partire dagli anni ’80 [1] [2] [3].

In relazione alla obiettiva complessità delle problematiche operative, nell’ambitodella collaborazione con l’Ufficio Speciale Sottosuolo e Manutenzione Programmata(U.S.S.MA.P.) del Comune di Roma, il Laboratorio ha attivato una sperimentazioneinterna, mirata ad assumere maggiori e più mirate conoscenze sulle caratteristiche chedovevano possedere queste miscele.

Facendo seguito ad un’analisi dello stato tensionale del materiale in opera, la ricercaha avuto una articolazione sperimentale mirata alla individuazione di relazioni tracaratteristiche di resistenza meccanica e di escavabilità delle miscele indurite.

2. ARTICOLAZIONE DELLA SPERIMENTAZIONE PILOTATradizionalmente, il riempimento degli scavi a sezione obbligata era articolato nella

messa in opera di un multistrato costituito da:• materiale di allettamento del servizio;• pozzolana costipata in opera;• mix, costipato, di pozzolana e calce, esteso fino al raggiungimento della quotadella superficie viabile.Dopo un breve periodo di apertura al traffico, qualche centimetro di questo strato

superficiale veniva rimosso e sostituito dalla pavimentazione definitiva.

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Di frequente il ripristino denunciava, attraverso ammaloramenti superficiali precoci,l’inaffidabilità dei materiali e/o delle procedure della loro messa in opera (insufficientecostipamento, non omogenea miscelazione con la calce, ecc.).

Ciò costituiva una evidente non conformità che imponeva, evidentemente, nuoviinterventi per assicurare la funzionalità strutturale ed il recupero del livello di sicurezzaper la circolazione.

Nell’ambito del gruppo di lavoro si è convenuto circa l’inopportunità operativa diprodurre miscele specializzate, a caratteristiche meccaniche differenziate (menoresistenti quelle da destinare all’intorno del servizio, più resistenti quelle per la zonasovrastante e maggiormente sollecitata dai carichi di superficie).

Ciò per motivi logistici, operativi e di costo globale.Per queste miscele, innovative per il nostro paese, sono state preliminarmente

individuate caratteristiche prestazionali di indirizzo ed è stata posta particolareattenzione alle loro caratteristiche di demolibilità, ossia la facilità con la quale potevanoessere rimosse dal sito nel caso di un intervento di manutenzione urgente su un servizio.

Esperienze pilota, condotte in ambiti sperimentali messi a disposizione dalle SPS,avevano contemplato il confronto tra:

• caratteristiche di resistenza meccanica di alcuni materiali di riempimento(campionati all’atto del getto in opera e successivamente testati in Laboratorio);

• valutazioni circa la demolibilità degli stessi da parte di macchine ed attrezzi dicantiere non strumentati (escavatore rovescio, demolitore e piccone).

Si trovava conferma a quanto noto dalla letteratura scientifica esistente: una minorresistenza meccanica del materiale di riempimento si coniuga strettamente con lamaggior facilità di demolizione.

Allo scopo si è ritenuto significativo intraprendere una ricerca volta ad individuareuna procedura sperimentale obiettiva che, su provini di miscele confezionate inlaboratorio (o, eventualmente, campionate all’atto del getto in opera), consentisse divalutare le caratteristiche di demolibilità dei materiali di riempimento, in associazioneed ad integrazione delle caratteristiche di resistenza meccanica.

In relazione alla dotazione strumentale esistente in Laboratorio, ed in particolare alladisponibilità di una apparecchiatura per prove dinamiche Schenck Hydropuls PBS, si èpensato di simulare, su provini cubici, con spigolo di 15 cm, l’azione di martellidemolitori o comunque, la sollecitazione dei materiali con impegno della loro resistenzaal taglio.

E’ stata effettuata, pertanto, una ricerca preliminare presso società specializzate,finalizzata alla caratterizzazione dei demolitori commerciali, pneumatici ed elettrici, intermini di:

• peso;• energia per colpo;• forma e dimensioni delle punte con le quali potevano essere equipaggiati.A seguito di questa indagine, si è deciso di installare, solidalmente alla cella di carico

dell’apparecchiatura, uno scalpello commerciale avente un tagliente a forma prismaticatriangolare isoscele (larghezza 19 mm, altezza 24 mm, spessore 13 mm).

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Foto 1

I provini venivano posizionati sul piatto solidale all’attuatore ed erano vincolati inmodo da escludere loro movimenti nel piano ortogonale all’asse di applicazione deicarichi. La situazione di termine della prova è stata convenzionalmente fissatanell’avvenuta penetrazione dello scalpello per metà dell’altezza del provino, contandosul fatto che, in tale situazione, quest’ultimo sarebbe stato completamente sconfigurato(Foto 1).

Attraverso il controllo di forza dell'apparecchiatura, si è esaminata la possibilità disollecitare il provino fino al raggiungimento della condizione di fine prova:

a - con legge ciclica e forma d’onda triangolare, entro un campo di sollecitazioniprefissato e costante nel tempo (fig. 1);

b - con un gradiente di carico costante nel tempo (fig. 2);c - con sollecitazioni dinamiche impulsive ad ampiezza crescente in modo

progressivo (fig. 3).

Carico ciclico triangolare (50 Hz)

020406080

100120140160

0 0.5 1 1.5 2 2.5 3

cicli di carico

Car

ico

di p

icco

[

daN

]

Figura 1

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Nelle prime due ipotesi, attraverso l’acquisitore dati a servizio dell’apparecchiaturadi prova, sarebbe stato possibile rilevare, con sufficiente continuità, la legge carico-infissione, seguendone lo sviluppo fino al termine della prova.

Legge di variazione del carico

0

50

100

150

200

250

300

350

tempi

Ram

pa d

i car

ico

[daN

]

Figura 2

Nella terza ipotesi di lavoro non sarebbe stato possibile cogliere con continuitàl’evoluzione sperimentale, perché si voleva esasperare la componente impulsiva dellasollecitazione riducendo al massimo il tempo di rampa (10 millisecondi).

Ciò non era in linea con la configurazione del software in dotazione, predisposto peraltre applicazioni, le cui fasi di scansione e campionamento non potevano essere messein fase con l’inizio della rampa di carico.

Su una serie di provini pilota, di cui erano note caratteristiche compositive e diresistenza meccanica, sono state eseguite alcune prove di approccio secondo la primamodalità di sollecitazione, che sembrava riprodurre al meglio le condizioni di esercizioal vero di un demolitore.

La frequenza della sollecitazione dinamica è stata fissata in 50 Hz (prossima allafrequenza di esercizio della generalità dei demolitori elettrici) con forma d’ondatriangolare.

Fissato un precarico statico pari a 100 daN, indicativo, come ordine di grandezza, delcontrasto offerto al vero da un operatore (fig. 1) si è sovrapposta una componentedinamica di +/- 50 daN.

Si è rilevato che all’aumentare delle forze di attrito, al contatto tra superficie lateraledella punta dello scalpello e corpo del provino, la progressione dello spostamentodell’attuatore tendeva asintoticamente a zero.

In tale situazione le forze di attrito eguagliavano la sollecitazione di picco massima.Lo stesso fenomeno si manifestava anche operando a livelli di sollecitazione

superiori ed eccedenti rispetto le condizioni di esercizio al vero, nonché impiegandoscalpelli con forma diversa e più divaricante.

I vincoli e la geometria del sistema di laboratorio consentivano solo spostamentiverticali della punta dello scalpello, mentre nell’impiego di un demolitore in opera, adogni colpo, è possibile scaricare l’energia su punti diversi del riempimento da rimuoveree, in tal modo, è agevolata la disgregazione dell’ammasso.

Si è deciso, pertanto, di cambiare le modalità di prova.

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Anche se la procedura b poteva ritenersi abbastanza indicativa delle azioni tagliantitrasmesse dai denti della benna di un escavatore sul materiale del riempimento darimuovere, si è optato per la terza procedura.

Foto 2

In questo caso le caratteristiche di sollecitazione impostate sull’apparecchiatura diprova sono state le seguenti:

• precarico statico pari a 50 daN (dettato dalla necessità di mantenere stabilmente incompressione il sistema);

• tempo di rampa della componente dinamica del carico pari a 10 millisecondi;• cicli progressivi impulsivi ottenuti aumentando la componente dinamica, a partire

da 25 daN con passo 25 daN in modo iterativo, fino a rottura del provino (fig. 3).Ad ogni ciclo di carico faceva seguito una fase di scarico fino al ritorno al livello del

precarico statico.La condizione di fine prova era identificata e programmata strumentalmente, al

solito, al raggiungimento dell’infissione dello scalpello fino alla metà dell’altezza delprovino.

Non disponendosi di un generatore di segnali, ciascuna fase di carico-scarico è gestitamanualmente; di conseguenza i tempi di permanenza del sistema al livello di precaricocostante e, soprattutto, ai livelli di picco, in corso prova, erano casuali.

Pur con questo condizionamento operativo e con ipotizzabili riflessi in termini diripetibilità della procedura, questa ha consentito il raggiungimento della completasconfigurazione dei provini (Foto 2).

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Legge di variazione del carico

0

25

50

75

100

125

150

175

tempi

Car

ico

ista

ntan

eo [

daN

]

Figura 3

3. LO STUDIO DI RELAZIONE TRA CARATTERISTICHE DI RESISTENZAE DI DEMOLIBILITÀSi è così deciso di confezionare in laboratorio più impasti aventi composizione e

resistenze attese diverse, ma caratteristiche di fluidità affini a quelle dei materialibetonabili commerciali.

Ci si è svincolati da termini prefissati di stagionatura per l’esecuzione delle prove,che sono state eseguite, comunque, tra i 7 ed i 28 giorni dalla data del getto delle diversemiscele.

In pari data sono state effettuate le misure delle resistenze a rottura per compressionee di quelle che sono state chiamate “prove di demolibilità”.

Le miscele testate sono state composte con inerti locali (sabbie alluvionali e materialipozzolanici).

Le miscele con inerti alluvionali sono state confezionate con dosaggi di cementocompresi tra 150 e 200 kg/m³, mentre le miscele con inerti vulcanici ne hanno previstoun impiego più modesto (80-90 kg/m³).

In relazione alla capacità della betoniera di laboratorio (160 litri) ed all’opportunità digarantire la migliore omogeneizzazione degli impasti, questi sono stati studiati mediantemiscele che non superassero i 45 litri di volume a fine miscelazione.

Ciò ha garantito la possibilità di confezionare sistematicamente un minimo di 12provini cubici con spigolo 15 cm; 8 di questi sono stati destinati, a lotti di 2, alle misuredi resistenza e di demolibilità.

Per conferire la fluidità desiderata è stato sistematicamente impiegato un additivofluidificante/aerante, così come, per assicurare la sistematica disponibilità a 24 ore deglistampi, è stato sempre impiegato un accelerante di presa.

Anche nel caso di miscele basso-resistenti il raggiungimento di soglie di resistenza a24 ore era tale da poter disarmare facilmente ciascuna serie di provini.

Nella figura 4 viene presentata la distribuzione dei 45 valori di resistenza acompressione (Rc) e del relativo carico di picco a rottura “dinamica” valutati, ciascuno,come media delle misure su una coppia di provini.

Si può osservare che il coefficiente di regressione, che descrive la bontàdell’approssimazione del fenomeno attraverso la legge di regressione scelta, èabbastanza interessante (0.8006).

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Relazione tra Rc e carico di picco a rottura

y = 0.0405x2 + 13.717x + 46.584R2 = 0.8006

0

50

100

150

200

250

300

350

400

450

500

0 5 10 15 20 25 30

Rc [daN/cm²]

Car

ico

di p

icco

[daN

]

Figura 4

4. LA DEFINIZIONE DI INDICE DI DEMOLIBILITÀLa modalità secondo la quale viene condotta la prova di demolibilità consente, in una

scala diretta, il legame tra il raggiungimento di un obiettivo (sconfigurazione delprovino per infissione dello scalpello a taglio per almeno metà dell’altezza del provino)e la sollecitazione dinamica di picco che porta a detta condizione.

L’n-esimo impulso dinamico, che determina la condizione prefissata di rottura, vienetrasmesso ad un campione che ha accumulato una storia pregressa in termini tensionali edeformativi.

Per tale ragione si è inteso definire le caratteristiche di demolibilità di un campioneattraverso un parametro che portasse in conto, cumulandoli, anche gli n-1 impulsiprecedenti quello finale.

Si è così proposta, per l’Indice di demolibilità, la seguente definizione:“sommatoria degli n carichi impulsivi necessari per giungere alla rottura del provino,

divisa per il passo di crescita di detti carichi”cioè: FOR I = 1 TO N : C(I) = C(I)+25

ID=ID+C(I) : NEXT : ID = ID/25

Relazione tra carico di picco ed Indice di demolibilità

0

50

100

150

200

250

300

350

0 100 200 300 400 500 600 700

Carico di picco [daN]

Indi

ce d

i dem

olib

ilità

Figura 5

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Si è sostituita, quindi, ad una scala posta in relazione lineare con le sollecitazioniistantanee “a rottura”, una legge che penalizza numericamente i materiali, quantomaggiore è il livello della sollecitazione di picco necessario per demolirli (fig. 5).

Relazione Id - Rc

y = 0.1873x2 + 0.9727x + 4.4385R2 = 0.7992

0

50

100

150

200

0 5 10 15 20 25 30

Rc [daN/cm²]

indi

ce d

i dem

olib

ilità

Id

Figura 6

L’assunzione di questa definizione porta alla trasposizione grafica di fig. 6 che, infunzione dell'’algoritmo di Id, comporta una distribuzione della nuvola di punti benrappresentata da una polinomiale del second’ordine.

La sperimentazione ha messo a confronto materiali eterogenei tra loro che, inrelazione all’impiego di schiumogeno, hanno fornito risposte diverse in termini di ariainglobata e, conseguentemente, di resistenze.

5. VALUTAZIONI SULLA AFFIDABILITÀ DEL METODOFin dall’inizio delle attività sperimentali, è stata seguita con interesse la distribuzione

degli scarti dei valori individuali delle prove di demolibilità [4].Si è osservato che, sul singolo lotto, le differenze tra i due valori del carico di picco

erano dell’ordine del 25 daN per provini con resistenze a compressione inferiori ai 10daN/cm²; per resistenze superiori alcuni scarti hanno raggiunto anche i 75 daN.

Attraverso l’algoritmo di definizione dell’Indice di demolibilità si desume che lostesso scarto ha un peso diverso, in termini di Id, a seconda che sia riferito a bassioppure ad alti livelli del carico di picco.

A titolo di esempio uno scarto di +25 daN “pesa” 17 punti in termini di Id se il caricodi picco è pari a 200 daN, mentre “pesa” 41 se il carico è pari a 500 daN (fig. 7).

Se le dispersioni sperimentali aumentano col crescere del carico di picco, così comesi è verificato, queste inducono riflessi numerici sempre più ampi sul coefficiente Id.

In altra chiave di lettura, potrebbe essere opportuno riferire gli scarti rilevati al livellodella misura di Id, piuttosto che assumerli in misura assoluta.

In ogni caso è emersa la necessità di approfondire l’analisi della varianza dei datisperimentali per verificare l’affidabilità del metodo di prova attraverso l’individuazionedella sua ripetibilità [5] [6].

Come è noto quest’ultima è la massima differenza accettabile tra due valoriindividuali ottenuti dallo stesso operatore, con la stessa apparecchiatura su provinistatisticamente uguali, al disopra della quale si deve ragionevolmente supporre che irisultati non siano affidabili.

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Incidenza su Id di scarti sperimentali di +/- 25 daN del carico di picco

0

50

100

150

200

250

300

0 100 200 300 400 500 600Carico di picco [ daN ]

Indi

ce d

i dem

olib

ilità

Figura 7

Disponendo di un campione statistico con numerosità campionaria almeno pari a 30misure, verificata preliminarmente la normalità della distribuzione numerica, laripetibilità è espressa dalla relazione:

r = 1.96 x 2 0.5 x S.D.ove con S.D. si intende la deviazione standard del campione.Questo parametro, inoltre, può dipendere dal livello della grandezza in esame (Id =

50, 150, 250, ecc.); pertanto anche questo aspetto dovrebbe essere verificato, così comequello relativo alla dipendenza dalle caratteristiche di materiali di diverse tipologie(alluvionali, vulcanici, assortiti granulometricamente o prevalentementemonogranulari).

Si intuisce che la catena sperimentale costituita dalla:• confezione di più lotti identici quanto a composizione, ciascuno, con numerosità

pari a 30;• esecuzione delle prove di demolibilità sugli stessi;• risulta piuttosto impegnativa in termini di risorse umane e strumentali.• Pertanto, in questa fase di studio, si è proceduto ad una sperimentazione su scala

ridotta, con la confezione di lotti di provini di composizioni già studiate e cosìarticolati:

• 1 serie di 36 provini di una miscela con inerti di matrice vulcanica caratterizzatada una resistenza a compressione (Rc) a 28 giorni pari a 18 daN/cm² (Mix 1);

• 1 serie di 14 provini confezionati con inerti di natura vulcanica aventi Rc a 28giorni pari a 9 daN/cm² (Mix 2);

• 2 serie di 14 provini confezionati con inerti di natura alluvionale e con Rc a 28giorni pari rispettivamente a 10 e 21 daN/cm² (Mix 3 e 4).

Per ogni mix 4 provini sono stati destinati alle misure di Rc.Sul complesso di 1 lotto di 30 e 3 lotti di 10 provini sono state eseguite le prove per

la valutazione della demolibilità e per le successive considerazioni di carattere statistico.L’ipotesi della normalità della distribuzione dei quattro lotti è stata verificata

attraverso il test di Shapiro-Wilk ed è risultata accettabile al livello di confidenza del5%.

I parametri statistici salienti delle 4 distribuzioni sono raccolti nella tabella 1 chesegue:

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Mix N Media S.D. C.V.% Range Ripetibilità

1 30 98.567 6.616 6.712 27 18

2 10 21.200 4.341 20.476 13 n.d.

3 10 53.100 6.540 12.316 21 n.d.

4 10 108.100 8.279 7.659 29 n.d.Tabella 1

Se si potesse estrapolare in modo significativo il valore della ripetibilità di Id rilevataper il livello 100, anche ai livelli 20 e 50 (non esaustivamente indagati), potremmoaffermare che sono da ritenersi sospette differenze tra due misure individuali di Id chesuperano i 20 punti.

Questi risultati sono stati ritenuti globalmente soddisfacenti e, in quanto tali, sonostati assunti di indirizzo per l’accettazione dell’affidabilità del metodo di prova.

A partire dalla fine del 1997 questa metodologia è stata presentata e proposta alComune di Roma come criterio di valutazione delle caratteristiche di demolibilità deimateriali di riempimento fluido.

Il Comune ha provveduto ad inserire il parametro Id nell’attuale Regolamento Cavi,con l’indicazione del tetto massimo ritenuto ammissibile (Id max = 150).

Attualmente tale prova è eseguita su commissione di terzi.Sono in corso, in ogni modo, quegli approfondimenti sperimentali e di analisi

statistica necessari per promuovere la proposta di normalizzazione della procedura.

6. VALUTAZIONI SUL LUNGO PERIODONella figura 8 è riportata la distribuzione dei punti Id-Rc rilevati nel corso di

sperimentazioni per conto terzi.Sono dati relativi a 25 materiali impiegati come riempimenti fluidi da Società che

operano nei subappalti delle opere civili relative ai lavori delle SPS.Indipendentemente dalla legge di regressione individuata, per la quale R² = 0.8943, si

rileva che i dati mostrano una buona correlazione tra Id e Rc.In questo caso, si deve osservare, i materiali sono estremamente eterogenei come

composizione, e sono tutti relativi a provini con 28 giorni dichiarati di stagionatura.

Relazione Rc-Id sul lungo periodo

y = 0,2749x2 + 0,5646x - 3,6471

R2 = 0,8943

0

50

100

150

200

250

300

350

0 5 10 15 20 25 30 35

Rc a 28 gg [daN/cm²]

Indi

ce d

i dem

olib

ilità

Figura 8

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In termini di resistenza la maggior parte dei risultati si colloca nella fascia compresatra 10 e 20 daN/cm², mentre i valori relativi di Id sono sostanzialmente inferiori a 150.

Tra questo andamento e quello riportato in figura 6 sussistono analogie checonfermano la validità di questo metodo originale di valutazione della escavabilità delmateriale attraverso una prova di Laboratorio.

7. CONCLUSIONINel quadro di una collaborazione con il Comune di Roma è emersa l’opportunità di

quantificare, per le miscele destinate ai riempimenti fluidi, l’attitudine ad esseredemoliti mediante frantumazione, dagli ordinari mezzi di cantiere.

La difficoltà di parametrare interventi di rimozione al vero, in cantieri pilota, haindirizzato la presente ricerca sperimentale di laboratorio per consentire di testare, suprovini di dimensioni uguali a quelli impiegati per le verifiche di resistenza, lecaratteristiche di demolibilità.

Attraverso un’apparecchiatura per prove dinamiche sono stati testati provini concaratteristiche compositive multivariate, applicando leggi di carico che simulassero almeglio le sollecitazioni di taglio che escavatori, martelli demolitori o picconi esercitanosul materiali in opera da demolire.

Individuata una legge di carico, idonea a differenziare da un punto di vista oggettivola demolibilità di materiali, diversi come composizione e caratteristiche di resistenza, siè affrontato il problema della affidabilità statistica del metodo.

In relazione al notevole carico di lavoro, questo aspetto è stato svolto, per ilmomento, su un gruppo di materiali limitato, anche se sono in corso approfondimenti inquesto senso.

I riscontri ottenuti hanno permesso di ritenere valida l’assunzione di questa provacome criterio di giudizio per la valutazione, in Laboratorio, della attitudine delle miscelebetonabili ad essere demolite.

Il metodo in oggetto è stato inserito nel Regolamento Cavi del Comune di Roma e laprova è ufficialmente eseguita presso il Laboratorio su richiesta di terzi.

8. RINGRAZIAMENTISi vuole esprimere un sentito ringraziamento ai tecnici del Laboratorio, Sig.

Francesco Amoroso e Sig. Armando Di Curzio, per la attenta collaborazione e ladisponibilità mostrata nello svolgimento delle attività sperimentali.

9. BIBLIOGRAFIA[1] Controlled Low Strength Materials (CLSM) – ACI 229R-94[2] ASTM C94 Standard specifications for ready-mixed concrete[3] Illinois ready mixed concrete association CP004, 1990[4] AFNOR - Fidelité d’une méthode d’essai” NF, X 06-041, Paris 1970[5] S.S. Shapiro - M.B. Wilk “An analysis of variance test for normality” - Biometrika

1965[6] R. D’Orsi - P. Giannattasio “La ripetibilità e la riproducibilità di un metodo di

prova” XVIII^ Convegno Nazionale Stradale A.I.P.C.R. 1978