WORKSHOP “I GIOVANI E L’IMPRESA: VERSO LA CLASSE ... · ha parlato della figura del dirigente e...

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PROGETTO “LA CULTURA MANAGERIALE D’IMPRESA” WORKSHOP “I GIOVANI E L’IMPRESA: VERSO LA CLASSE DIRIGENTE 2.0” Catania, 7 maggio 2013 Ore 14.30 Aula magna Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Guglielmo Marconi” Via Vescovo Maurizio, 82

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PROGETTO “LA CULTURA MANAGERIALE D’IMPRESA”

WORKSHOP “I GIOVANI E

L’IMPRESA: VERSO LA CLASSE

DIRIGENTE 2.0”

Catania, 7 maggio 2013

Ore 14.30

Aula magna

Istituto Tecnico Tecnologico Statale “Guglielmo Marconi”

Via Vescovo Maurizio, 82

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I giovani e l’impresa: verso la classe dirigente 2.0

Il workshop mirava ad illustrare ciò che si sta facendo per far avvicinare i giovani ai

concetti spesso fraintesi (ma spesso no) di Impresa, Imprenditore, Cultura d’Impresa.

L’argomento riveste una notevole importanza. Da più parti si mette in evidenza come

la crisi che stiamo vivendo possa diventare un’opportunità per far nascere e

sviluppare nuove idee. Il punto cardine è certamente la possibilità di accedere a fondi

di cui non sempre si è a conoscenza ma che ci sono, sono disponibili e aspettano

soltanto che qualcuno si faccia avanti con un’idea innovativa ma, anche con idee di

imprenditoria classica, per poter essere sfruttati al meglio. Dopo un piacevole caffè

di benvenuto i lavori hanno preso il via.

I saluti di benvenuto sono stati affidati a Domenico Bonaccorsi di Reburdone

Presidente Confindustria Cataniai. Ha iniziato dicendo di dare spazio ai giovani! Lui

del resto è nato l'8 febbraio del 1948 quindi può dirlo senza remore. Ha presentato

una statistica sui giovani e in particolare ha puntato l’attenzione dei presenti sulla

percentuale di quelli che hanno meno di 30 anni e che sono già imprenditori ovvero

solo lo 0.2%! Cifre che impressionano ma non stupiscono visto come in Italia ci si

accaparrano i fondi destinati alle nuove idee imprenditoriali e ai giovani che

vogliono realizzare un’impresa. Ha poi preso la parola Gregorio Mirone Presidente

Federmanager di Cataniaii. Più avanti durante il seminario si è cercato di sfatare

alcuni luoghi comuni che circondano gli imprenditori. Uno di questi stereotipi, viste

le presenze nell’Aula Magna dell’ITIS Marconi, sarà duro da estirpare. Si dice infatti

che gli imprenditori siano sempre circondati da belle donne. Dobbiamo dire che il

genere femminile era degnamente rappresentato. Lasciando perdere le studentesse

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per ovvi motivi anagrafici e le colleghe A034 e A035, naturalmente fuori gara per

assoluta superiorità, le altre presenze femminili hanno reso piacevole la permanenza

in aula ma, a tratti sono state causa, di distrazione. Nonostante tutto abbiamo

percepito che il Presidente Mirone ha tenuto un discorso di alto profilo

sull'importanza di avere idee e che i giovani, al contrario di quanto si possa pensare,

ne sono una sorgente inesauribile.

L’intervento successivo è stato di Renato Cuselli Presidente Fondirigentiiii

il quale

ha parlato della figura del dirigente e dell’importanza che questi oggi non abbia solo

conoscenze ma, occorre qualcosa in più. Le distrazioni non mancavano come detto

ma, nonostante tutto si è capito che in un’impresa sono di fondamentale importanza

due figure, il leader e il manager. Anche se possono coincidere in realtà hanno ruoli

e funzioni molto diverse. Il leader è colui che deve avere una visione, un sogno. Sta

al manager realizzare questa visione. Il leader deve innovare e avere una prospettiva

a lungo termine. Il manager deve invece realizzare risultati e consolidarli,

inquadrando il tutto in una prospettiva a breve o medio termine. Entrambi però

devono credere in se stessi, essere consapevoli che siamo noi gli artefici del nostro

destino. Devono riscoprire il piacere del gioco e della creatività. Bisogna saper

apprezzare le piccole gioie, saper ridere ma, anche saper piangere se necessario. Al

presidente piace dire che non esistono fallimenti; domani è solo il primo giorno di

una nuova vita. Speriamo abbia ragione.

Molto interessanti sono stati poi gli interventi di Valeria Cantoni A.D.

Trivioquadrivioiv; Fulvia Guazzone A.D Liberitutti Srl

v partner di Sfc Sistemi

Formativi Confindustriavi; Cristina Toniolo Responsabile Education Assindustria

Vicenzavii

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La professoressa Valeria Cantoni Amministratore Delegato di Trivioquadrivio,

responsabile dell’area TQ per la Cultura, insegna Arte e impresa all’Università

Cattolica di Milano e dirige il corso di alta formazione in “Arts & Cultural skills for

management” alla LUISS Business School di Roma. Ha presentato tre giochi che

hanno lo scopo di diffondere la cultura d’impresa, intesa come atmosfera familiare,

nelle scuole. Si tratta di giochi che stimolano i ragazzi a compiere delle scelte i cui

effetti ricadono sullo sviluppo, la crescita e il miglioramento di una PMI. Sono stati

presentati:

Impresando.viii

Un videogame realizzato da CONFINDUSTRIA lo scopo del

gioco è far nascere, crescere e prosperare un’azienda.

Gli Impresibili. ix

Un libro di racconti che può essere usato per insegnare

l’impresa con metodi ludici.

Business Culture Game.x Un gioco online. “Il primo Business Game sulla

cultura d'impresa” come recita il sottotitolo.

Soprattutto sul gioco online a quanto si è capito, sono rivolte le aspettative di

CONFINDUSTRIA che sta cercando di diffondere la cultura d’impresa nelle scuole

usando degli strumenti vicini al mondo dei giovani. Il Business Culture Game è un

gioco che è possibile giocare online dopo aver effettuato la registrazione e dopo aver

letto le 39 pagine del manuale (compresi il frontespizio e l’indice e con molte figure

esemplificative però). Lo scopo è, come detto, invitare i giocatori ad effettuare delle

scelte e ad esaminare i risultati che queste comportano. Alla fine del percorso si avrà

un punteggio che sarà frutto delle scelte effettuate e sarà basato su dieci punti:

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1. Investimenti sul futuro

2. Competizione Mercato e Regole

3. Merito come Virtù sociale

4. Proprietà, Gestione, Impresa

5. Crescere con i mercati

6. Innovazione come valore

7. Impresa Responsabile

8. Il lavoro, le persone

9. Sostenibilità ambientale progetto di Impresa

10. Impresa plurale per società plurale

La figura seguente tratta dal manuale, mostra il radar di un punteggio.

Figura 1- visualizzazione dell'allineamento con i valori del manifesto di Confindustria tramite radar

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Ad avvalorare l’utilità e l’importanza del gioco la dottoressa Cristina Toniolo

Responsabile Education Assindustria Vicenza, ha descritto la realizzazione di un

progetto al quale hanno partecipato quattro scuole che hanno potuto cimentarsi con il

Business Culture Game. Il gioco si è sviluppato per 10 anni di attività dell’impresa

realizzata dai giocatori. Dopo 4 anni (virtuali ovviamente) è stato fatto un incontro

con i ragazzi e i tutor che si sono occupati di aiutarli nel gioco. Lo scopo

dell’incontro era chiarire la situazione, cercando di capire le scelte effettuate e i

risultati ottenuti. Alla fine dei 10 anni del ciclo di vita dell’azienda c’è stato un

incontro conclusivo per tirare le somme di quanto si era riusciti a realizzare, per

analizzare le scelte e gli errori commessi. Alla fine è stato erogato un questionario

per poter valutare l’esperienza. Tutti gli incontri erano incentrati soprattutto

sull’importanza di mettersi in gioco e sul saper imparare dai propri errori. Il progetto

sarà allargato in quanto ha avuto un notevole successo.

La parola poi è passata a Fulvia Guazzone A.D Liberitutti Srlxi partner di Sfc Sistemi

Formativi Confindustria. La giornalista, bella ragazza, come ha tenuto a sottolineare

qualcuno, è un’imprenditrice che ha presentato il progetto “latuaideadimpresa”xii

. Si

tratta di un progetto di CONFINDUSTRIA e dal video presentato, si evince che si

tratta di un concorso per nuove idee imprenditoriali. Chi vuol partecipare, può

caricare un video nel quale descrive la propria idea di impresa. Hanno partecipato

numerose scuole e quindi migliaia di studenti. Una vera e propria community di

giovani che ha permesso e permette la diffusione della cultura di impresa. Chi vuole

può compilare online un Business Plan, trasformarlo in un video e lasciare che gli

imprenditori valutino l’idea. Il concorso si svolge prima a livello provinciale. Alla

fine i vincitori per ciascuna provincia, partecipano alla finale nazionale che si svolge

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a Venezia. Lo scopo del progetto è anche far cambiare la percezione che i giovani

hanno della figura dell’imprenditore. Secondo un’inchiesta, l’80% dei giovani

interpellati vede l’imprenditore come qualcuno che corrisponde più o meno a questa

immagine:

Figlio di imprenditore.

Fa la bella vita.

Sfrutta il lavoro degli altri.

Evade le tasse.

Si tratta certamente di stereotipi che nella maggioranza dei casi sono fuorvianti. Il

vero imprenditore vive l’azienda ed è spesso amato dai dipendenti. Molte volte è il

primo ad arrivare a lavoro e l’ultimo ad andarsene. Si sforza di essere onesto a

rischio della sopravvivenza dell’azienda stessa e quando deve licenziare qualcuno

per motivi economici, ci pensa mille volte perché sa che quel know how

difficilmente potrà essere recuperato. Naturalmente i modelli “di successo” sono

altri. Sono i furbetti un po’ truffatori, un po’ spacconi che furoreggiano in tv e in

politica. Inutile fare nomi. Una ragazza tra il pubblico ci tiene a precisare che il

cambio generazionale è la causa principale di moria (“delle imprese”, si scorda di

dire, e tutti scoppiano a ridere). Naturalmente si scorda di dire anche perché ci tiene

tanto a precisarlo. Probabilmente è interessata in prima persona ma, oltre a constatare

che si trattava di una bella ragazza, come hanno commentato in tanti, altro non

sapremo mai. Quest’anno hanno partecipato al progetto 18 province con 130

business plan presentati. I vincitori si ritroveranno per la finale nazionale del 30

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maggio 2013 a Venezia. Grazie a questo progetto è stato possibile per i giovani

conoscere degli imprenditori che mediante dei video hanno raccontato la loro storia e

sono riusciti a cambiare un po’ quell’immagine distorta della figura

dell’imprenditore. Si è dunque potuto instaurare un clima di collaborazione tra

giovani e imprenditori e in molti casi alcuni progetti sono nati proprio grazie a questa

“joint venture”.

Alcune domande concludono questa parte del convegno. Quasi tutti si chiedono dove

è possibile trovare i fondi, perché non si dice che la burocrazia è tanta e che spesso i

progetti nascondono l’aspetto meno piacevole, lasciando poi al neoimprenditore

l’amara sorpresa di scoprire che non si tratta certamente solo di rose ma anche di

parecchie spine.

La terza parte del congresso si apre con un richiamo del coordinatore del workshop

nei confronti della classe dirigente inadeguata che governa l’Italia e la Sicilia in

particolare. Tuttavia è possibile andare oltre queste situazioni e realizzare dei progetti

interessanti sfruttando una nuova mentalità imprenditoriale fino ad oggi ancora

sconosciuta ai più.

Inizia il suo intervento la Professoressa Elita Schillacixiii

Ordinario di Economia e

Gestione di Impresa presso la Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di

Catania. La professoressa tiene a sottolineare l’importanza del sogno nell’ambito

della cultura d’impresa. In fondo l’imprenditore deve essere un sognatore e deve

continuare ad esserlo se vuole che la sua attività continui a mantenersi in buona

salute. Nel corso dell’intervento si sottolinea come il territorio si stia mobilitando per

aiutare le start up. La professoressa si sofferma su un parallelismo tra padre e

imprenditore e consiglia un libro di Luigi Zoja, “Il gesto di Ettore”, edito da

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Feltrinelli. Si tratta di un saggio che descrive la figura del padre dall’antichità a oggi,

partendo da alcune figure dell’antichità classica come Ettore, Ulisse ed altri,

utilizzando un approccio storico, sociologico e soprattutto psicologico. Per

concludere la professoressa ci ribadisce che la crisi oltre che economica è anche una

crisi di valori e della società. Esistono attualmente due paradigmi vincenti:

Aziende di grandi dimensioni: too big to fail si dice, ovvero troppo grande per

fallire.

Aziende in piccole nicchie di mercato: too small – and too well connected – to

fail, ovvero troppo piccole e troppo ben connesse in rete (consociate) per fallire.

Un esempio è rappresentato da una rete di piccole aziende di Randazzo che per via

delle continue eruzioni dell’Etna, mentre tutti stanno vivendo una crisi nera, hanno

potuto sfruttare la situazione per incrementare il numero di turisti che si servono dei

loro servizi. Gli esempi sono tanti. Bisogna far comprendere una nuova cultura

d’impresa ai giovani. Non bisogna chiedersi “qual è il mio posto nel mondo del

lavoro” ma, “quanti posti di lavoro potrei inventare con la mia creatività”.

A questo punto a prendere la parola è Federico Dosio Coordinatore Nazionale

Gruppo Giovani Federmanagerxiv

. Il succo del suo intervento è stato che ciascuno di

noi, i giovani in particolare ma, non solo, deve crearsi da solo il proprio futuro.

Viviamo in un Italia depressa da Politica che non funziona, Lavoro che non c’è,

Imprese che chiudono. Bisogna guardare a valori positivi e la dimensione del sogno,

di cui si parlava prima ne racchiude almeno tre:

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Fiducia, nel futuro e negli altri per associarsi

Passione per ciò che si fa.

Creatività.

A queste va aggiunta la Responsabilità che ciascuno deve avere quando fa una scelta.

Cita un libro “Centomila punture di spillo. Come l'Italia può tornare a correre”

di Federico Rampini; Carlo De Benedetti; Francesco Daveri, Mondadori (collana

Strade blu. Non Fiction). Al workshop non si era sentito né il titolo né l’autore.

Peccato, un’occasione persa avevamo pensato. Non abbiamo nemmeno trovato

un’email alla quale contattare l’Ingegner Dosio. Alla fine siamo riusciti a risalire al

titolo. L’Ingegner Desio usa comunque il libro a supporto delle sue tesi, per

sottolineare l’importanza delle nuove tecnologie e della rete per lo sviluppo di nuove

idee imprenditoriali. Dobbiamo renderci conto che tutto quello che facciamo ogni

giorno, fa parte integrante di un progetto più ampio. Poi fa un esempio forse calzante

ma, altrettanto inquietante. Negli anni ’30 la situazione economica in Italia era simile

a quella attuale. Gli Italiani si misero d’impegno e l’Italia si risollevò. Certo, peccato

però che ci furono vent’anni di buio di democrazia in Italia tra la fine degli anni ’20 e

l’inizio degli anni ’40. Molto significativo è invece l’esempio della nascita e della

crescita del Movimento cinque stelle nello scenario politico italiano. Molto

particolare l’accostamento dei due fenomeni, crescita negli anni trenta, con annesso

scenario politico e la crescita del Movimento di protesta capeggiato da Beppe Grillo.

Che sia voluto?

Antonio Perdichizzi Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Cataniaxv

ci ha

rincuorato col suo intervento. Ci ha assicurato che i tre classici ostacoli a fare

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impresa in Italia, in realtà non sono di impedimento per il tipo di mentalità

imprenditoriale che CONFINDUSTRIA vuole portare avanti. Classicamente si dice

che il fare impresa è vincolato a:

Credito

Burocrazia e Infrastrutture

Legalità

I fondi ci sono, basta sapere dove cercarli, sono disponibili da subito e senza troppi

vincoli di carattere burocratico. Per le piccole aziende che si vuol far sorgere non c’è

il rischio della richiesta di “pizzo” da parte delle associazioni mafiose. Per le

infrastrutture, non ci sono veri problemi, in quanto ogni sede in cui si può sviluppare

l’azienda va bene, non servono particolari infrastrutture.

Ci ha fornito anche dei consigli. L’idea serve ma, citando Edison, l’inventore della

lampadina, l’idea contribuisce per l’1%, il restante 99% è la capacità di realizzarla.

Sono necessari lavoro di squadra e competenze. CONFINDUSTRIA si batte per la

tutela delle imprese ad essa associate ma, investe tempo e risorse per contribuire al

dibattito sullo sviluppo di una nuova cultura d’impresa. Per informazioni il lunedì

dalle 16 alle 17 in viale Vittorio Veneto, 109 95127 Catania.

Da notare che CONFINDUSTRIA Catania è la più grande del Sud Italia. Ha superato

per numero di iscritti le sezioni di Palermo e di Napoli.

Molto interessante è (sarebbe) stato l’intervento di Ivan Lo Bello Vice Presidente

Confindustria per l’Education. Probabilmente era il più atteso ma, lo streaming non

era dei migliori e tra un picco e un vuoto nella voce, siamo riusciti a cogliere

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sostanzialmente quanto segue. Una situazione come quella di oggi rischia di far

incattivire la società e le notizie degli ultimi giorni non lasciano presagire niente di

buono. Il rischio per il Sud Italia è di rimanere sempre un posto marginale.

Assistenzialismo (senza regole) e cattiva politica hanno fatto solo danni. Si è

guardato all’interesse particolare penalizzando l’interesse generale. I giovani devono

rifiutare ogni logica clientelare. Bisogna cambiare la struttura sociale per poter

aspirare ad un futuro lavorativo migliore. La futura classe dirigente nasce nelle

scuole di oggi che hanno una grande responsabilità.

Come sempre un intervento di alto profilo fortemente penalizzato purtroppo dalla

cattiva connessione. Qualcuno si è chiesto se davvero Ivan Lo Bello sia stato

trattenuto a Roma da impegni istituzionali o se per lui spostarsi non è semplice dopo

la lotta senza quartiere che ha sostenuto contro le aziende in odor di mafia quando

era presidente di CONFINDUSTRIA Sicilia. Non ci sarà mai dato saperlo. Rimane il

rammarico di non aver potuto cogliere per intero il senso del suo discorso.

Alla fine sono state un’interessante chiosa le conclusioni di Giorgio Ambrogioni

Presidente Federmanager

Va dato merito dell’ottimo coordinamento a Claudio Gentili V. Direttore

Confindustria Politiche Territoriali Innovazione e Education.

In fine un’osservazione personale. Molto interessante la presentazione dei progetti

per la diffusione della cultura d’impresa nelle scuole ma, se non si vuol dare l’idea di

un approccio ideologico, forse sarebbe il caso di far partecipare a questi seminari

qualche esponente del mondo sindacale che possa in qualche modo fare da

contraltare a tutte le meraviglie descritte. Le messe cantate non sono mai utili.

Rischiano di descrivere un mondo incantato, senza problemi e in cui imprenditore e

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lavoratori vanno sempre e solo d’amore e d’accordo e tutti sanno (o dovrebbero

sapere) che non è proprio così. Ben vengano comunque iniziative come questa per la

diffusione della mentalità imprenditoriale senza però dimenticare che non è detto che

tutti abbiano questa capacità e non sarebbe certamente giusto penalizzare chi non ce

l’ha. Siamo contrari al cannibalismo sociale e alle lotte senza quartiere contro chi

aspira ad un lavoro dipendente, da qualunque parte esse provengano.

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Notizie correlate:

http://catania.livesicilia.it/2013/05/07/claudio-gentili-serve-nuova-classe-dirigente_240812/

http://catania.livesicilia.it/2013/05/08/confindustria-doppio-appuntamento-workshop-e-sviluppo_240967/

i http://www.confindustriact.it/

ii http://www.catania.federmanager.it/default.do

iii http://www.fondirigenti.it/default.do

iv http://triq.it/2011/

v http://www.liberituttiweb.it/

vi http://www.sfc.it/

vii http://www.confindustria.vicenza.it/nuovosito.nsf/homepage/home

viii http://videogioco-confindustria.com/home.htm

ix http://www.fondirigenti.it/ActionPagina_2511.do

x http://www.businessculturegame.it/fondirigenti/cultureintro/HomePage_benvenuto.action

xi http://www.liberituttiweb.it/

xii http://www.latuaideadimpresa.it/

xiii http://elitaschillaci.eu/

xiv http://www.federmanager.it/

xv http://www.giovanimprenditorict.it/