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15 La famiglia Curau di Weinfelden punta sull’isolazione sostenibile 4 Ristorante Florida: un’oasi nella terra dei laghi 8 Assemblea generale della Banca WIR: Karin Zahnd Cadoux succede a Karl Baumgartner 20 Come beneficiare del sistema WIR in qualità di cliente privato 22 National Summer Games 2014 di Special Olympics WIRPLUS Rivista per i clienti della Banca WIR soc. cooperativa luglio 2014

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La rivista per i clienti della Banca WIR

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15 La famiglia Curau di Weinfelden punta sull’isolazione sostenibile

4 Ristorante Florida: un’oasi nella terra dei laghi

8 Assemblea generale della Banca WIR: Karin Zahnd Cadoux succede a Karl Baumgartner

20 Come beneficiare del sistema WIR in qualità di cliente privato

22 National Summer Games 2014 di Special Olympics

WIRPLUS Rivista per i clienti della Banca WIR soc. cooperativa luglio 2014

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WIRMESSEBern

10 - 12 ottobre 2014BERNEXPOvenerdì 10 ott. ore 11 - 21, sabato, 11 ott. ore 10 - 20,domenica, 12 ott. ore 10 - 18

Fiera autunnale Bernese

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COOPERATIVAMENTE FORTEEDITORIALE

Cooperativamente forte: è questo lo slogan che nel 2014, anno del suo anniversario, la Banca WIR soc. cooperativa ha integrato nella propria pubblicità. Il prossimo ottobre l’istituto finanziario festeggerà ben 80 anni di esistenza. Non è da escludere che la Banca WIR debba la sua longevità anche alla sua forma societa-ria che, ad esempio, la tutela da eventuali acquisizioni. La Banca conta attualmente 2260 soci: in questa edizione di WIRPLUS noi ve ne presentiamo uno – Urs Schwab del ristorante Florida a Studen BE (pag. 4).

Il 28 maggio 268 soci hanno partecipato all’assemblea generale tenutasi a Basilea (pag. 8). All’ordine del giorno, oltre alle atti-vità statutarie, c’era anche il congedo di Karl Baumgartner, membro del consiglio di amministrazione. Dopo un totale di 34 anni spesi per la Banca WIR, di cui 20 in veste di CEO e 8 in qualità di membro del consiglio di amministrazione e presidente dell’Audit and Risk Committee, Baumgartner comincerà ora a godersi il suo tempo «libero dalla Banca WIR».

Non è certo un caso che nell’ottobre 1934 la Banca WIR sia stata fondata da Werner Zimmermann e dai suoi seguaci sotto forma di cooperativa. Zimmermann (gennaio 1935): «WIR è una società cooperativa, WIR siamo noi, e non può né deve essere lo stru-mento di singoli individui e del loro egoismo di breve termine o del loro desiderio di affermarsi.» Ciò che distingue ancora oggi la Banca WIR è la sua strategia che punta sulla sostenibilità a lungo termine nell’interesse di clienti, collaboratori e società, il che si ripercuote positivamente sia sul sistema di compensazione WIR,

sia sui settori di attività in CHF – pagamenti, risparmio, previden-za, finanziamenti (pag. 20).

La Banca WIR coltiva la sostenibilità a diversi livelli. Essa è però anche una caratteristica peculiare della sua nicchia unica al mon-do, il sistema di compensazione WIR e la moneta complementare WIR. La moneta è sostenibile perché non frutta interessi, rafforza l’economia locale e promuove le capacità collettive quali la cooperazione e la solidarietà. Inoltre, tramite il collocamento in una rete di 50 000 PMI, permette di sfruttare appieno le risorse delle imprese affiliate nonché di aumentarne il fatturato, l’utile e la sicurezza dei posti di lavoro. Cogliamo l’occasione per presen-tarvi l’azienda Curau AG di Weinfelden, cliente della Banca WIR, che da quasi 25 anni punta sulla sostenibilità (pag. 15) – e che come gli Schwab di Studen ha organizzato la successione. Un fatto non certo scontato, come mostra il contributo a pag. 30.

La sostenibilità a lungo termine si esprime anche nell’attività di sponsoring della Banca WIR. In veste di supporter di Special Olympics, la società cooperativa sostiene un’organizzazione che attraverso lo sport si prefigge di integrare meglio le persone con disabilità intellettiva. Circa 30 collaboratori della Banca WIR hanno dato un contributo personale supplementare partecipan-do per quattro giorni come aiutanti ai National Summer Games di Berna (pag. 22).

DANIEL FLURY

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SOMMARIO

PAGINA 8Con Karin Zahnd Cadoux di Erlach, l’assemblea generale ha eletto la seconda donna nel consiglio di amministrazione della Banca WIR.

PAGINA 4Nel loro ristorante Florida a Studen, vicino a Bienne, Stefanie e Urs Schwab hanno molto da offrire. In più, è possibile pagare con un tasso WIR del 50%.

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SOMMARIO

PAGINA 22Gli atleti dei National Summer Games di Special Olympics potevano contare sul sostegno di collaboratrici e collaboratori della Banca WIR.

4 RISTORANTE FLORIDA Un’oasi nella terra dei laghi

8 ASSEMBLEA GENERALE DELLA BANCA WIR SOC. COOPERATIVA

12 FIERA WIR DI LUCERNA Più divertente di un centro commerciale

15 LA FAMIGLIA CURAU DI WEINFELDEN PUNTA SULL’ISOLAZIONE SOSTENIBILE

20 COME BENEFICIARE DEL SISTEMA WIR IN QUALITÀ DI CLIENTE PRIVATO

22 NATIONAL SUMMER GAMES 2014 DI SPECIAL OLYMPICS

27 DIRITTI E DOVERI DEL CANDIDATO PER UN POSTO DI LAVORO

30 PIANIFICARE PER TEMPO CONVIENE

34 COMUNICARE LE MISURE DI RISPARMIO NEL MODO GIUSTO

36 QUAL È IL TALLONE DI ACHILLE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO? Dott. Richard Schwertfeger

39 COME SE FOSSERO VERE Colonna di Willi Näf

40 CARTOON

41 APPUNTAMENTI

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RISTORANTE FLORIDAUN’OASI NELLA TERRA DEI LAGHI

Il ristorante Florida a Studen nei pressi di Bienne propone una vasta scelta di menu tradizionali ed esotici a prezzi contenuti, un giardino tropicale con una ricca vegetazione – dalle orchidee alle palme – e una fantastica vista su un delizioso laghetto di bosco con fenicotteri rosa e uccelli acquatici indigeni. L’intera offerta può essere pagata con il 50% di WIR.

In realtà Ernst Wegmüller, suocero di Urs Schwab, aveva pensato inizialmente di creare un villaggio turistico in Ticino. Aveva già il terreno necessario, ma il cantone glielo espropriò. Questa di-savventura si rivelò provvidenziale perché portò nel 1948 a scrivere il primo capitolo dell’attuale ristorante Florida: Heidi e Ernst Wegmüller acquistarono una parcella di 30 000 m2 a Stu-den pagandola 80 centesimi al m2. Ma prima di arrivare al Flo-rida che conosciamo oggi, il cammino è stato lungo. Dapprima i Wegmüller costruirono una casa unifamiliare. Ernst, vernicia-tore di carrozzerie diplomato, aprì sul posto un’officina met-tendosi in proprio. Inoltre la famiglia avviò un allevamento avicolo con un dipendente. Nei prati circostanti accolse cervi e uccelli esotici.

Camp Florida Nel 1956 fu inaugurato il campeggio con una piscina. Il chiosco Camp Florida con il suo pergolato era un punto d’incontro parti-colarmente amato – proprio accanto al laghetto di bosco, sorto nel 1952 in seguito all’estrazione di ghiaia. L’intera area si svilup-pò progressivamente fino a diventare una zona di piacevole relax e divertimento.

Negli anni 1961-1962 fu costruito l’attuale ristorante Florida. Dopo il fallimento del progetto di un villaggio turistico in Ticino, i Wegmüller decisero di portare al nord il mondo lussureggiante e variopinto del sud. Importarono numerose palme dal Ticino e piantarono orchidee di tutti i tipi e tante altre piante tropicali. Il

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ristorante e il campeggio ebbero sorti completamente opposte. Mentre il campeggio fu chiuso nel 1966 – oggi sul suo spiazzo vi sono i parcheggi – il ristorante proseguì la sua attività con ottimi risultati e si ampliò sempre di più.

L’attuale patron Urs Schwab è cuoco professionista e ha fatto esperienza tra l’altro sulle navi da crociera. A un corso per eser-centi osti ha conosciuto Christine, la sua futura moglie. Più tardi ha frequentato la Scuola alberghiera di Lucerna. Anche la nuova generazione è pronta ad affrontare al meglio le sfide del mercato della ristorazione: la figlia e presidente del CdA, Stefanie, ha svol-to un apprendistato come cuoca e come sommelière ai tavoli, e successivamente ha ottenuto il diploma della Scuola alberghiera di Thun. Come il padre, anche Stefanie ha lavorato sulle navi da crociera e ha fatto una volta e mezzo il giro attorno al mondo.

L’ultimo balloDell’universo Florida fanno parte anche un fitness center, un bel-lissimo minigolf e un campo da golf in miniatura che sono stati sede dei Campionati mondiali nel 1997. In passato il Florida era conosciuto soprattutto per il suo dancing con un’invitante pista

80 anni di successi insieme «Genossenschaften: Gemeinsam erfolgreich» [Società cooperative: insieme con successo] è il titolo di un libro di Martin Arnold, Urs Fitze e Daniel O. Maerki (Pressebüro Seegrund; 144 pagine) in cui viene presentata anche la Banca WIR soc. cooperativa.

La Banca WIR soc. cooperativa e quindi il sistema WIR (denaro WIR/CHW) esiste da 80 anni – originariamente solo per piccole e medie imprese (PMI). Dal 2000 la Banca WIR offre prodotti interessanti anche ai clienti privati, attual-mente in tutti i settori: previdenza, risparmio/investimento e crediti.

L’obiettivo primario della Banca WIR soc. cooperativa resta comunque la promozione delle PMI, come sancito nel suo statuto. Il sistema WIR funziona come un circuito di pagamenti senza contanti basato su una propria moneta di scambio ed è uno straordinario strumento di marketing per le PMI aderenti. (Per saperne di più www.bancawir.ch > La Banca WIR.)

… e sua figlia Stefanie Schwab. La direzione del Florida: Urs Schwab …

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Palme, orchidee e altre piante tropicali adornano gli interni del Florida.

Il minigolf e il campo di golf in miniatura sono stati sede dei Campionati mondiali nel 1997.

Il piacere del gusto e della vista – il nuovo ristorante va ad arricchire la formula di successo del Florida.

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da ballo vicino alla piscina su cui si tenevano anche corsi di danza. «Con il tempo la richiesta di questo tipo di intrattenimento si è ridotta, i giovani hanno altre priorità», dichiara Schwab. Per questo motivo la direzione del Florida ha deciso a malincuore di chiudere il vecchio dancing. A fine aprile tutti sono stati invitati «all’ultimo ballo». Musica live per l’ultima volta e pista affollata di estimatori.

Dalla pasta fatta in casa al tandooriIl ristorante Florida propone una vasta scelta di menu tradiziona-li ed esotici a prezzi contenuti. Il menu spazia dalla fettina di maiale impanata alla fonduta cinese, dal filetto di manzo ai filet-ti di pesce persico, dalle ali di pollo fritte al Koli Leo Leo (pesce pappagallo multicolore), senza dimenticare il Vanuatu Fafa (pollo «Calypso») e altri piatti succulenti.

L’offerta gastronomica sta per essere ulteriormente ampliata. Al posto del grande dancing vi è ora un nuovo ristorante mediter-raneo con una capienza di 250 posti, la maggior parte dei quali con vista sul delizioso laghetto di bosco con i fenicotteri rosa. I commensali possono gustare specialità italiane come la pizza e la pasta fatta in casa, accanto a specialità indiane come il tandoori.

Nel nuovo ristorante con lounge ci sarà spazio per una piccola pista da ballo, ma senza orchestra dal vivo, che può essere utiliz-zata anche per manifestazioni aziendali o presentazioni di pro-dotti. «È possibile entrare con un’auto fino al palcoscenico», tiene a precisare Schwab.

Escursionisti e uomini d’affariGli ospiti del Florida provengono principalmente dalle regioni di Friburgo, Neuchâtel, Giura e Berna e dalla Svizzera nordoccidenta-le compreso il cantone di Soletta. Molti turisti arrivano in pullman dal resto della Svizzera e anche dalla Germania. «I tedeschi si sono fatti un po’ più difficili da quando l’euro ha perso valore», rileva Schwab. Il Florida è frequentato inoltre da molti uomini d’affari delle zone vicine: «Spesso pagano in WIR anche grossi importi», dichiara con soddisfazione il patron. «La partecipazione a WIR ci frutta senza alcun dubbio un fatturato aggiuntivo», aggiunge Schwab, socio convinto della Banca WIR (vedi riquadro a pag. 5).

Il denaro WIR viene utilizzato soprattutto nel settore immobiliare o per lavori di ristrutturazione, ampliamento e rinnovo sull’area del Florida.

Investimenti ecologiciSchwab afferma: «Dobbiamo fare continui investimenti di grossa entità.» Recentemente è stato installato un sistema innovativo di riscaldamento e aerazione rispettoso dell’ambiente. Il grosso

progetto è stato supportato dalla Fondazione svizzera per il clima con un contributo di 60 000 CHF. Il riscaldamento a nafta è stato in gran parte sostituito da termopompe. La nuova aerazio-ne filtra l’aria delle cucine e sfrutta il calore residuo. «Oggi spen-diamo circa 10 000 CHF di nafta, prima le fatture erano dieci vol-te tanto. Per contro consumiamo più elettricità per un totale di 25 000 CHF circa», illustra Schwab.

Il Florida ha già attraversato varie fasi di trasformazione e anche in futuro dovrà tenere il passo con le tendenze del mercato. «L’unica costante è la soddisfazione dei clienti», sostiene Schwab «Gli ospiti apprezzano il giardino tropicale all’interno e la vista sul laghetto di bosco con i fenicotteri rosa – e naturalmente le proposte culinarie del ristorante.»

ROLAND SCHAUB

Restaurant Florida AGRestaurant Florida AG Aareweg 25 2557 Studen

Tel. 032 374 28 30 Fax 032 374 28 32 www.florida.ch

Direzione: Stefanie Schwab (presidente del CdA) e Urs Schwab Costituzione: 1956 (campeggio con chiosco e pergolato Camp Florida) Numero di collaboratori: ca. 40 nel ristorante (+ ca. 20 nell’hotel)

Tasso di accettazione WIR: 50% fino a 3000 CHF, quote superiori secondo accordo

Orari di apertura: do-gio, ore 9.00-23.30 ve-sa, ore 9.00-00.30

Offerta - Ristorante con giardino tropicale ed esposizione di

orchidee nel periodo gennaio-marzo al laghetto di bosco con fenicotteri rosa; ampia scelta di menu tradizionali ed esotici

- Prossima apertura di un ristorante mediterraneo

- Banchetti, feste di famiglia, presentazioni aziendali

- Area giochi per i piccoli ospiti

- Hotel a tre stelle con sale per seminari

- Fitness center con sauna e bagno turco

- Minigolf e campo da golf in miniatura (sede CM 1997)

- 250 parcheggi gratuiti

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CONGEDO DI KARL BAUMGARTNERASSEMBLEA GENERALE DELLA BANCA WIR SOC. COOPERATIVA

Prendendo congedo da Karl Baumgartner, l’assemblea generale della Banca WIR soc. cooperativa ha preso commiato da una personalità che è stata al servizio della banca per 34 anni e che in qualità di suo direttore ha dato avvio e messo in pratica i radicali cambiamenti degli anni 1990. L’assemblea ha eletto come suo successore nel consiglio di amministrazione Karin Zahnd Cadoux, di Erlach. I 268 soci presenti hanno approvato i rapporti annuali, il rendiconto 2013 con un utile annuo di 13,3 milioni di CHF e la richiesta del consiglio di amministrazione di aumentare da 9 a 9.40 CHF il dividendo sulla parte ordinaria. È stato inoltre deciso che in futuro gli onorari del consiglio di amministrazione saranno resi pubblici e sottoposti all’approvazione dell’assemblea generale.

«Finora nessuno ha plasmato la Banca WIR soc. cooperativa così a lungo come te» ha sottolineato il presidente del consiglio di amministrazione Oliver Willimann nel discorso di commiato indi-rizzato al consigliere Karl Baumgartner (Biel-Benken). Baumgartner è entrato nel WIR Circolo economico soc. cooperativa nel 1980 per poi essere nominato sostituto dell’allora direttore Emil Stutz

6 anni dopo. Dopo altri tre anni ha assunto la direzione operativa fino al 2006, anno in cui è andato in pensione ed è stato eletto nel consiglio di amministrazione della Banca WIR. La vicinanza alle PMI – sole clienti fino a quando la Banca WIR ha aperto le sue porte al largo pubblico – Baumgartner l’aveva nel sangue, visto che suo padre era falegname nella valle del Reno sangalle-

Il presidente del consiglio di amministrazione Oliver Willimann e il CEO Germann Wiggli congedano il membro del CdA Karl Baumgartner con un «insider tipp» rosso del Ticino.

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se. Lui stesso ha effettuato la propria formazione di base in am-bito commerciale e ha lavorato fino al 1980 per Nixdorf e Philips. Durante l’epoca Baumgartner sono stati compiuti passi decisivi, come l’istituzione di una nuova struttura finanziaria nel 1992, l’ingresso nel comparto del franco svizzero con i primi prodotti d’investimento e i crediti combinati CHF/CHW, la modifica del nome in Banca WIR soc. cooperativa nel 1998 e l’apertura della Banca WIR al largo pubblico nel 2000. Nel 2006 Karl Baumgart-ner ha trasferito la gestione operativa a Germann Wiggli. Dopo la sua elezione a membro del consiglio di amministrazione e a pre-sidente dell’Audit and Risk Committees appena creato (2007), Baumgartner è stato di notevole supporto per il consiglio di am-ministrazione vista la sua grande esperienza in ambito bancario e creditizio, ha affermato Willimann. Il presidente del consiglio di amministrazione ha augurato a Karl Baumgartner tanto succes-so, soddisfazione e salute per il futuro.

Società cooperativa, un modello di successoKarl Baumgartner ha ricordato che ai tempi del suo ingresso nel 1980 la forma giuridica della cooperativa veniva generalmente considerata superata. La legge sulle banche escludeva addirittura la possibilità che venissero fondati nuovi istituti nella veste di società cooperative. «Eppure questa forma giuridica è l’ideale per il nostro modello operativo perché rende possibile, ora come allora, un’evoluzione continua e sostenibile della nostra azienda – a differenza delle società anonime, basate su strategie a bre-ve termine, e spesso anche miopi, incentrate interamente sugli utili.» I ringraziamenti di Baumgartner sono quindi andati an-che a tutti i soci che non hanno mai fatto mancare il proprio appoggio alle richieste del consiglio di amministrazione. Il con-sigliere uscente ha dato particolare importanza alle conquiste del suo predecessore nella carica di CEO: «Negli anni 1970 e 1980 Emil Stutz ha gettato le basi per il successo della Banca

Con Karin Zahnd Cadoux (nuova; sinistra) e Petra Müller sono ora due le donne nel consiglio di amministrazione della Banca WIR. Gli uomini: (sopra; sinistra) Georg Anthamatten, Oliver Willimann, Marc Reimann, Germann Wiggli (presidente del direttorio); (sotto; sinistra) Kornel Tinguely et Jürgen Bletsch.

Germann Wiggli, presidente del direttorio, presenta l’eccellente rendiconto annuale 2013.

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WIR, un’opera di tutta una vita per la quale gli dobbiamo ogni lode e riconoscimento!» Baumgartner si ritira a cuor leggero per-ché a sostituirlo nella carica di CEO è chiamato un uomo assolu-tamente valido: Germann Wiggli. Anche Wiggli gestisce con av-vedutezza.

Vincente nella crisi finanziariaNel suo rapporto annuale Oliver Willimann ha messo in evidenza che le banche cooperative sono uscite rafforzate dagli anni della crisi finanziaria, tanto da poter essere designate come vere e pro-prie vincitrici della crisi finanziaria: «Con il suo modello organiz-zativo piuttosto poco eclatante, ma allo stesso tempo duraturo e resistente alle crisi, la Banca WIR è ben radicata nell’economia locale e rappresenta una valida alternativa agli eccessi del mondo finanziario internazionale che ha portato l’economia mondiale sull’orlo del precipizio.» In quanto banca cooperativa persegue una strategia a lungo termine nell’interesse di clienti, finanziatori e collaboratori. Mantenerla pronta per il futuro preservandone il carattere di cooperativa è la sfida dei prossimi anni. «Per crescere e aumentare il valore della Banca WIR in modo duraturo sono necessarie nuove idee in tutti i settori» ha affermato Willimann.

Rafforzamento dell’immagineNel 2013 la Banca WIR ha precisato la propria strategia azienda-le per creare le premesse ottimali per superare le sfide future. Tra i suoi capisaldi vi è il proposito di diventare la relazione bancaria di preferenza per le PMI svizzere. Per determinati clienti privati la Banca si prefigge di arrivare a essere un interessante offerente di nicchia. Il sistema di compensazione WIR punta ad aumentarne la competitività come nicchia unica nel suo genere su scala mon-diale. L’azienda intende inoltre stringere collaborazioni che favo-riscano il raggiungimento dei propri obiettivi. Oggi la sua parte-cipazione alla rete di banche Esprit dà buoni risultati e quella a IG Leasing ha già aperto nuove possibilità a tanti clienti. Elementi centrali della strategia sono anche la cultura aziendale e il raffor-zamento dell’immagine come banca cooperativa affidabile con condizioni eccezionali.

WIR, un vantaggio competitivoGermann Wiggli, presidente del direttorio, ha presentato il rap-porto annuo e il rendiconto annuale 2013, che sono immagine della forza dell’economia interna. La Banca WIR è riuscita a raf-forzare il capitale proprio e a far salire del 4% la somma di bilan-cio, arrivata a 4,17 miliardi CHF/CHW. «I nostri volumi creditizi hanno registrato una notevole crescita grazie alla forte domanda di abitazioni di proprietà; inoltre, i fondi della clientela si evolvo-no in modo soddisfacente.» Nel complesso è stato messo a segno un utile annuo di 13,3 milioni di CHF.

Un ruolo importante, soprattutto ai fini del successo nel settore creditizio, spetta al sistema di compensazione WIR, che rappre-senta un vantaggio competitivo che la banca trasmette ai propri clienti sotto forma di condizioni estremamente convenienti. An-cora una volta Wiggli ha fatto notare che la garanzia statale of-fre alla maggior parte delle banche cantonali un vantaggio com-petitivo ingiustificato. A maggior ragione alla luce del fatto che molti istituti cantonali non riescono a resistere al richiamo del commercio dei derivati, delle operazioni creditizie internazionali o della gestione patrimoniale. «Così facendo si spingono in am-biti rischiosi che potrebbero gettarle in rovina» ha dichiarato Wiggli, adducendo come esempi del passato quelli delle banche cantonali di Berna, Vaud, Soletta e Ginevra.

In programma pagamenti tramite smartphoneAnche Wiggli ha dedicato parte del suo discorso alla strategia aziendale. Nell’esercizio in esame con la Balanced Scorecard è stato testato un sistema che sarà introdotto nel 2014 e prevede di stabilire e armonizzare obiettivi, parametri e misure in quattro ottiche – finanze, clienti, processi e collaboratori – per collegare tra loro tutti i fattori d’importanza. «Così si elimina qualsiasi ot-tica unilaterale e ci assicuriamo di disporre di tutte le informa-zioni necessarie per prendere decisioni fondate.» La pipeline di prodotti prevede una carta di debito per clienti commerciali e clienti privati con corrispondente conto stipendio ovvero conto

268 soci si sono riuniti nel centro congressi di Basilea in occasione dell’assemblea

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privato, nonché una carta di credito in collaborazione con un importante provider. In conformità con la strategia della Banca WIR improntata alla sostenibilità e a complemento del credito VERDE già esistente – utilizzato per il rinnovo di impianti di ri-scaldamento sulla base di energie rinnovabili – è in programma un credito solare. A partire dal 2015 sono previsti il miglioramen-to del mercato elettronico e la possibilità di pagare importi in WIR e CHF in forma mobile, tramite smartphone.

Divulgazione volontaria degli onorari del consiglio di amministrazioneNegli ultimi 25 anni il compenso per il lavoro svolto dal consi-glio di amministrazione è stato tre volte oggetto di discussione dell’assemblea generale. Il consiglio di amministrazione ha quindi preso spunto da una richiesta di Benjamin Kunz, di Her-giswil, di rendere noti gli onorari del consiglio di amministrazio-ne e di farne oggetto di discussione durante l’assemblea gene-rale per disciplinare la questione a livello statutario. E ciò nonostante la Banca WIR non sia obbligata a farlo in quanto cooperativa e non quotata in borsa. Con 178 voti favorevoli e 48 contrari l’assemblea ha approvato la proposta del consiglio di amministrazione di votare su una modifica in tal senso dello statuto durante l’assemblea generale dell’anno prossimo. Kunz ha ritirato altre due richieste, tra cui una sulla politica delle commissioni.

Karin Zahnd Cadoux entra nel consiglio di ammini-strazioneDue persone si erano candidate alla successione di Karl Baumgartner nel consiglio di amministrazione, ovvero Karin Zahnd Cadoux, di Erlach, e Heinz Fuchs, di Hofstetten bei Brienz. Zahnd Cadoux si è aggiudicata l’elezione già al primo turno con 174 voti favorevoli. In quanto comproprietaria di una PMI, Zahnd Cadoux è motivata a impegnarsi appieno per la Banca WIR e per la sua predisposizione verso le PMI e a contribuire a convincere anche le generazioni di imprenditori più giovani della validità del sistema di compensazione WIR .Karin Zahnd Cadoux, quarantunenne, ha svolto dapprima un tiro-cinio come giardiniera paesaggista, poi ha studiato lingue per quattro semestri alla Facoltà di Filosofia dell’Università di Friburgo. Laureatasi in legge presso la stessa università, nel 2007 ha otte-nuto la patente di avvocato. Dal 2005 Karin Zahnd Cadoux lavo-ra presso Nerinvest AG a Ins. In qualità di membro della direzione è responsabile di questioni legali, personale, sviluppo di progetti, calcolo ed esecuzione nonché organizzazione aziendale. Karin Zahnd Cadoux è sposata e ha due figli.

DANIEL FLURY

Approvati dividendo e ripartizione dell’utileL’assemblea generale ha approvato con 230 voti favorevoli e 3 contrari l’impiego dell’utile di bilancio proposto dal consiglio di amministrazione. Pertanto dalla somma del risultato di esercizio (13 265 711 milioni CHF) e del riporto dell’utile (323 934 CHF) 13,5 milioni CHF verranno destinati alle riserve libere e 89 645 CHF verranno riportati a nuovo.

Il dividendo per parte ordinaria ammonta a 9.40 CHF (esercizio precedente 9 CHF) per le parti ordinarie vecchie e 2.35 CHF per le parti ordinarie nuove.

Per la distribuzione del dividendo vengono prelevati 8 413 470 CHF dalle riserve per apporti di capitale, come già avvenuto negli esercizi precedenti (payout ratio: 63,4%). Se le parti ordinarie sono detenute da privati, i dividendi distribuiti non sono soggetti né all’imposta preventiva, né a quella sui redditi.

Inoltre l’assemblea generale ... ... ha concesso il discarico al consiglio di amministrazione e al direttorio;

... ha riconfermato per un altro anno Deloitte SA di Basilea quale autorità di controllo statutaria.

generale della Banca WIR.

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«PIÙ DIVERTENTE DI UN CENTRO COMMERCIALE»La Fiera WIR Lucerna ha avuto l’onore di essere la prima esposizione pubblica organizzata nei padiglioni di recente costruzione presso l’Allmend di Lucerna. Nessun problema per l’affiatato team e il responsabile della fiera Werner Appetito – anche se le dimensioni, in particolare quelle del foyer, sono state una vera sorpresa: «Le dimensioni sono strepitose. Il nostro obiettivo per il 2015 è creare un’atmosfera ancora più vivace nel foyer che collega i padiglioni 1 e 2».

In occasione dell’apertura della Fiera WIR, sia Werner Appetito, sia Alexander Gonzales, presidente dell’associazione economica della città di Lucerna (Wirtschaftsverband Stadt Luzern, WVL), hanno sottolineato l’importanza della piazza espositiva di Lucerna sotto il profilo economico e come luogo per la cura dei contatti. Non per nulla, in quanto lobby e portavoce del commercio, la WVL è azionista della Fiera di Lucerna inaugurata di recente, ha affermato Gonzales. La Fiera WIR Lucerna è il luogo ideale per prendere coscienza delle aziende indipendenti, ha aggiunto Werner Appetito. Per loro non sarebbe semplice imporsi in un contesto caratterizzato da salari in crescita e prezzi al ribasso, dove si fanno strada offerte dumping poco serie e società ombra sospette. «Anche quest’anno, alla Fiera WIR Lucerna hanno partecipato oltre 150 autentiche PMI svizzere, di norma rappresentate addirittura dal titolare stesso o da un membro della famiglia.»

Dall’esperimento ...Proprio di un esperimento si è trattato per René Marti della H&R Servietten GmbH. «Proviamo», ha pensato, quando ha deci-

Per gli esercizi gastronomici: tovaglioli speciali di H&R Servietten GmbH.

Ideata per il giardino: la sauna a forma di botte di Sonnenkönig in cedro rosso canadese.

Il tappeto rosso per i visitatori della Fiera WIR di Lucerna.

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so di partecipare per la prima volta a una fiera WIR in veste di espositore. La sua azienda si rivolge infatti nello specifico solo a esercizi gastronomici e di solito si trova pertanto soltanto alle fiere settoriali. Tuttavia, Marti ha affermato con entusiasmo: «Le mie aspettative sono state più che superate, è andata meglio che a qualsiasi altra fiera settoriale.» Il suo bilancio: una serie di nuo-vi clienti che apprezzano l’effetto dei tovaglioli di qualità o dei menu speciali e che promettono ordinazioni periodiche. «Di certo un motivo per essere presente anche il prossimo anno.»

... alla costanzaRoland Fischer di Zweiradsport Fischer GmbH si è lasciato alle spalle la fase sperimentale legata alle fiere WIR già da molto tempo: grazie alla sua pluriennale presenza a tali eventi ha crea-to una base di clienti fedeli che apprezzano la qualità delle sue biciclette e del servizio offerto. Ma c’è un aspetto che gli lascia l’amaro in bocca: la città di Lucerna non permette più di allestire stand all’esterno dei padiglioni della fiera. «In passato ero pre-sente sia all’ingresso che all’uscita e i visitatori attraversavano il mio stand almeno due volte. Era piuttosto facile indurli a salire

su una bicicletta e a fare un giro nell’area espositiva. Venivano quindi visti anche da altre persone che a loro volta volevano pro-vare una bicicletta», ha affermato Fischer. Ora viene a mancare questo potenziale supplementare di clienti; tuttavia grazie alle richiestissime biciclette elettriche può comunque ritenersi soddi-sfatto in termini di fatturato anche in questo periodo.

Un richiamo visivoAnche la ditta Hunn Gartenmöbel è un fedele espositore che, come Fischer, ha dovuto trasferirsi dall’area esterna a quella in-terna. «Non ho avuto alcun problema con la nostra nuova ubica-zione, il concetto espositivo è buono», ha affermato Hanspeter Bänninger, che però ha notato un flusso di visitatori più esiguo rispetto all’anno precedente. La colpa è da attribuire perlopiù al bellissimo tempo di quei giorni. In linea con le alte temperature, la ditta Sonnenkönig ha presentato un’originale sauna a forma di botte. Pensata per il giardino, grazie alla sua forma arrotondata garantisce una perfetta circolazione del calore. «Il successo di questa sauna è stato grandioso», ha dichiarato il capo dell’azien-da Armin Schmid, che raccomanda a ogni espositore di prevedere

Sulla passerella sfilano abiti e accessori che si possono acquistare alla fiera.

Con il bob da Soci (Sochi) a Lucerna: Fabienne Meyer e Rico Peter.

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un richiamo visivo straordinario per attirare il pubblico. «Elementi di questo genere creano una particolare atmosfera durante la fiera. Dovessero mancare, si tratterebbe di semplice commercio e la fiera si rivelerebbe sterile. In altre parole: una fiera è proficua se offre qualcosa in più di un semplice centro commerciale». Per questo motivo, Schmid apprezza l’impegno della direzione della fiera, che ogni anno riesce ad abbinare alla manifestazione espo-sizioni speciali e altri eventi.

Migliaia di CV in pochissimo spazio In effetti, le esposizioni speciali della Fiera WIR Lucerna vantano una lunga tradizione. Quest’anno erano incentrate sul tema dei giganti e dei CV. E certamente sono state gigantesche le dimen-sioni. Monster Truck Rides Switzerland ha esposto il primo mon-ster truck prodotto in Svizzera, che, con i suoi 800 CV e le 5 tonnellate di peso, distribuite su 3,3 m di altezza, 3,6 m di lar-ghezza e 5,8 m di lunghezza, non poteva certo passare inosser-vato, ma che non si potrà mai incrociare sulle strade normali. Proprio al contrario delle motociclette di Boss Hoss Cycles Swiss che, munite di motori V8 (Chevrolet), pesano soltanto 650 kg e si aggiudicano senza alcun dubbio lo scettro di Kings of the Road con i loro in parte oltre 500 CV. Impressionanti anche le lucidis-sime Drag Race Cars di Lex-Power: che si tratti di Chevrolet Bel Air o Plymouth Road Runner, chi almeno una volta ha sentito sotto il piede gli oltre 1000 CV apprezza di sicuro il supporto fornito dal parafreno quando si schiaccia il pedale del freno. Non sui CV di potenza, ma solo sulla forza dei muscoli puntano

invece Fabienne Meyer, campionessa europea di bob femminile a due, e Rico Peter, pilota di bob: su invito del gruppo WIR Svizzera centrale hanno parlato del loro sport e delle esperienze vissute alle Olimpiadi di Soci (Sochi).

DANIEL FLURY

Fiere WIR per tuttiLe Fiere WIR Berna, Zurigo e Lucerna sono accessibili al grande pubblico in quanto esposizioni aperte a tutti. I titolari o i collaboratori di una PMI che hanno a disposizio-ne denaro WIR possono pagare anche con questa moneta i prodotti e i servizi offerti in occasione di tali eventi. Le fiere WIR sono società anonime (Zurigo e Lucerna) risp. organiz-zazioni (Berna) indipendenti dalla Banca WIR e svolgono un’importante funzione come mercato e vetrina per le PMI che partecipano al sistema di compensazione WIR.

Fiera WIR Berna: 10–12 ottobre 2014 www.wirgruppebern.ch

Fiera WIR Zurigo: 21–24 novembre 2014 www.wmzag.ch

Fiera WIR Lucerna: 27–30 marzo 2015 www.luwira.ch

Il monster truck esposto per la prima volta alla Fiera WIR Lucerna può essere guidato a Roggwil.

Motocicletta con motore V8 Chevrolet.

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DA PASTORE DEI GIOVANI A PAPA DELL’ISOFLOCOggi Beat Curau-Aepli potrebbe fare il disegnatore in architettura o il costruttore stradale, oppure il pastore dei giovani o addirittura l’agricoltore biologico. Invece è stato pioniere nel settore dei materiali isolanti sostenibili e dirige con la moglie Simone Curau-Aepli e la figlia Anina Curau Staub una PMI con sede a Weinfelden e filiali a Bienne e Zofingen.

Beat Curau-Aepli assieme alla figlia Anina Curau Staub.

Beat Curau ha portato a termine due apprendistati, uno come disegnatore in architettura e l’altro come costruttore stradale, per poi seguire una formazione di educatore giovanile e pastore dei giovani che l’ha condotto a svolgere questa appagante pro-fessione per ben sette anni. Messosi finalmente in proprio, Curau si è occupato inizialmente di paesaggismo e agricoltura diven-tando uno dei primi coltivatori di ortaggi biologici in Turgovia, dopodiché ha deciso di dare una mano a un amico carpentiere che si occupava di ristrutturazioni. È stato proprio il brutto ecze-ma causato dalla manipolazione della lana di vetro che ha spinto

Isofutura GmbHInsieme all’architetto e consulente energetico Peter Büchel e al costruttore di strutture in legno Roland Wiesli, Beat Curau ha fondato nel 2009 la Isofutura GmbH (www.isofutura.ch) con sede a Weinfelden. La ditta si occupa della progettazione globale di interventi di ristrutturazione. La prima tappa del processo è l’analisi energetica GEAK, l’obiettivo è arrivare a soddisfare gli standard Minergie o Minergie P. Dice Beat Curau: «Spesso i proprietari di casa investono il minimo nell’isolamento ma è sbagliato, perché 15 anni dopo la maggior parte di queste costruzioni sono già energetica-mente sorpassate.» Quando si considera un intervento di ristrutturazione, bisogna concepirlo in modo che il proprie-tario possa stare tranquillo per i successivi 30-50 anni.

Come la Curau AG, anche la Isofutura GmbH aderisce al sistema WIR con una quota di accettazione del 30%.

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Curau a seguire alcuni corsi di edilizia ecologica e bioedilizia a San Gallo. «Quelle lezioni mi hanno aperto gli occhi: non solo ho sco-perto che, in virtù delle loro proprietà isolanti, la cellulosa e la carta costituiscono un’eccellente alternativa alla lana minerale, ma mi sono anche reso conto di quanto sia importante l’isola-mento degli edifici per l’ambiente e il benessere di chi ci abita.»

Alla fine degli anni 1980 Beat Curau decide dunque di puntare tutto sulla cellulosa iniettabile come isolante per l’edilizia. Il ma-teriale di partenza viene fornito da una ditta tedesca, la Isofloc. «È dal 1983 che la Isofloc trasforma la carta di giornale, cioè una materia prima ecologica, in fibre termoisolanti; si tratta di una lavorazione relativamente poco dispendiosa in termini energetici», spiega Beat Curau. Allora era un sistema completamente nuovo che richiedeva doti di convincimento non comuni, anche perché a quei tempi non si parlava molto di isolamento. Massimo entu-siasmo da parte dei costruttori di strutture in legno «perché, in fin dei conti, la cellulosa non è altro che legno».

«Una follia di gioventù»Dal 1988 in poi Beat Curau va sempre più per la sua strada. Pre-sente alle fiere specializzate e assiduo visitatore degli studi di architetti a cui illustra le caratteristiche dell’isolante iniettabile realizzato a partire da una materia prima rinnovabile, nel 1990 Curau fonda insieme alla moglie Simone la Curau AG con sede a Weinfelden. «Una follia di gioventù»: così definisce scherzosa-mente oggi Beat Curau quel passo decisivo, perché all’epoca nulla lasciava presagire il successo che l’idea avrebbe avuto. Ma pian piano i vantaggi dei materiali isolanti iniettabili hanno co-minciato a parlare da sé ... «La cellulosa può essere iniettata facil-mente ovunque; i filamenti si incastrano fra loro creando uno strato isolante compatto, stabile e senza buchi», spiega Curau. Nel caso di isolamento con pannelli, invece, la formazione di fu-ghe e vuoti è inevitabile, soprattutto se le superfici non sono lisce e gli angoli non perfettamente retti. Per questo gli isolanti iniet-tabili si prestano molto bene anche per gli edifici storici: chiese, edifici governativi, stazioni ferroviarie, il Landesmuseum di Zuri-go e il Burgerspital di Berna figurano tra gli oggetti di riferimen-to su cui la Curau AG è intervenuta.

«Papa dell’Isofloc»L’isolamento con pannelli non è ideale nemmeno per i treni. È per questo che nel 1992, quando deve procedere all’isolamento di cinque Eurocity nella sua officina di Altenrhein, Stadler Rail sceglie naturalmente di lavorare con la Curau AG. L’instancabile impegno di Beat Curau a favore di materiali isolanti sostenibili a base di cellulosa gli è valso il soprannome di «papa dell’Isofloc». Nel 1995 la ditta tedesca Isofloc si è ingrandita aprendo uno sta-

Isolamento di una pavimentazione di difficile accesso con Isofloc.

Lo spessore di isolamento Isofloc del tetto di questa doppia casa unifamiliare Minergie P supera i 40 cm.

Gli elementi in legno possono essere isolati in fase di fabbricazione o durante la posa.

Il tetto dello stadio del ghiaccio di Weinfelden è stato isolato mediante l’iniezione di Isofloc.

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bilimento a San Gallo: indovinate chi ha presieduto la cerimonia di inaugurazione? Beat Curau, ovviamente! Oggi la Curau AG è il principale cliente svizzero di Isofloc. «Certo, potremmo comprare il materiale isolante a base di cellulosa all’estero e pagarlo meno. Ma per motivi di sostenibilità e qualità preferiamo, quando è possibile, i prodotti nazionali» afferma Simone Curau-Aepli, spe-cialista di marketing e presidente del consiglio di amministrazio-ne della Curau AG.

Pietra fusaA questi prodotti si è aggiunta nel 2006 la lana di roccia della Flumroc, ditta con sede a Flums. La lana di roccia iniettabile è un granulato fine composto da pietre originarie della Svizzera, fuse a una temperatura di 1500 gradi centigradi e trasformate in fibre. Oltre a essere permeabile al vapore, a non trattenere l’umidità e a evitare la dispersione di calore, la lana di roccia ha un punto di fusione alto che la rende un ottimo isolante e ignifugo. Un’altra caratteristica di questo materiale, cioè quella di fungere da isolante acustico, ha permesso alla Curau AG di ottenere uno dei suoi ordinativi più voluminosi e interessanti. Poco prima dell’apertura della galleria di base del Lötschberg gli ingegneri si erano accorti che la fermata di emergenza non assolveva al suo compito: a causa dell’eco, infatti, gli annunci attraverso gli alto-parlanti risultavano incomprensibili, a scapito della sicurezza in caso di emergenza. Racconta Beat Curau: «Prima ci è stato chiesto se avevamo già posato la lana di roccia direttamente sulla pietra. Così abbiamo fatto dei test e siamo arrivati alla conclusione che era fattibile.» Sui circa 4500 m2 della fermata di emergenza è stato quindi spruzzato il granulato fine Flumroc per uno spesso-re di 10 cm sulle pareti e via via più sottile, fino a 0 cm, sulla volta del tunnel. Gli specialisti dell’EMPA, che successivamente hanno effettuato le misurazioni acustiche, si sono dichiarati sod-disfatti. «Insomma, finalmente la galleria di base del Lötschberg poteva iniziare a funzionare», commenta orgoglioso Curau.

Turgovia, cantone pionierePer la famiglia Curau il Canton Turgovia non è precisamente la culla dell’innovazione ... Ma un’eccezione esiste, ed è quella del programma di promozione energetica avviato nel 2008 che ha portato soprattutto alla ribalta l’importanza del risanamento dell’isolamento nell’edilizia. Il programma ha fatto scuola, tan-to che il 1° gennaio 2010 è stato implementato in tutta la Sviz-zera. «La nostra strategia, nata già vent’anni prima, si è così vista confermata, e naturalmente ne abbiamo approfittato an-che noi», sottolinea Simone Curau-Aepli. La risposta della ditta a questo sviluppo non si è fatta attendere a lungo: nel 2011 il consiglio di amministrazione ha deciso di dare alla Curau AG una vocazione nazionale e nel 2012 è stata inaugurata la terza

La fermata di emergenza della galleria di base del Lötschberg è stata isolata con un granulato in lana di roccia ignifugo mischiato a colla.

Curau AGwww.curau.ch Quota di accettazione WIR: 30%

Sede principale Weinfelden Direttore: Beat Curau Weststrasse 15 8570 Weinfelden Tel. 071 622 37 18 Fax 071 622 37 67 E-mail [email protected]

Succursale di Weinfelden Responsabile: Alex Pfiffner Weststrasse 15 8570 Weinfelden Tel. 071 622 37 18 Fax 071 622 37 67 E-mail [email protected]

Succursale di Bienne Responsabile: Amadeus Furrer Bahnhofstrasse 11 2575 Täuffelen Tel. 032 355 38 60 Fax 032 355 38 61 E-mail [email protected]

Succursale di Zofingen Responsabile: Konradin Furrer Areal Bleiche West 24 4800 Zofingen Tel. 062 751 81 83 Fax 062 751 81 84 E-mail [email protected]

Presidente del consiglio di amministrazione: Simone Curau-Aepli Anno di fondazione: 1990 Numero di collaboratori: 20

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succursale a Zofingen. Nel 2000 la ditta aveva aperto i battenti anche a Bienne.

Ruolo decisivo di una concezione globale Fino a dieci anni fa l’80% degli ordinativi della Curau AG riguarda-vano lavori di ristrutturazione, ma nel tempo le cose sono cambia-te e il settore delle nuove costruzioni è diventato sempre più im-portante per l’azienda. Interessanti sono soprattutto le case uni- e plurifamiliari con strutture in legno, quelle per le quali l’isolante in cellulosa a iniezione è stato originariamente concepi-to. Per quanto riguarda invece le case plurifamiliari in cemento, i servizi della Curau AG sono richiesti in particolare per l’isolamento acustico del vano scala e della tromba dell’ascensore. Comunque, che si tratti di rinnovare o di costruire ex novo, per i Curau l’essenziale è che ci sia una concezione globale che inglobi serramenti, tetto, facciata e riscaldamento e che lo spessore di iso-lamento risulti sufficiente. «Con Minergie P si arriva anche a 50 cm», afferma Beat Curau. Troppo spesso infatti le ditte di costruzioni hanno optato per un isolamento di appena 6-8 cm, per accorgersi solo qualche anno dopo che era necessaria una ristrutturazione.

In WIR da 23 anniLa Curau AG ha aderito al sistema di compensazione WIR nel 1991, appena un anno dopo la sua fondazione. Decisivo è stato sicura-

mente il fatto che la moneta complementare WIR affonda le pro-prie radici proprio nel campo dell’edilizia, ma non è questo l’unico motivo. Racconta Beat Curau: «Il sistema di compensazione WIR ha una storia molto interessante e, in più, promuove la so-stenibilità perché aiuta l’economia locale e favorisce la collabo-razione.» Per questo si sposa da sempre molto bene con la filoso-fia degli affari della Curau AG. L’azienda spende gli introiti in WIR per pernottamenti in albergo, per l’acquisto di autovetture o di mobilio. Anche i collaboratori hanno un conto in WIR e ricevono una parte della gratifica di fine anno in questa moneta. Una grande banca come partner è impensabile per la famiglia Curau, ma non per questo la Banca WIR può permettersi di dormire sugli allori: «A noi interessa sapere che cosa la Banca WIR intende per sostenibilità, come la applica, quali prodotti offre e come investe il capitale disponibile.»

Sponsorizzazione in NamibiaTra gli obiettivi della Curau AG non c’è soltanto diventare la ditta specializzata più competente della Svizzera nel campo dei mate-riali isolanti iniettabili e promuovere attraverso il successo finan-ziario l’autonomia e lo sviluppo dell’azienda, ma anche rafforzare lo spirito di squadra, l’assunzione di responsabilità e l’equilibrio tra vita privata e professionale. Nell’impegno sociale della ditta rientra la sponsorizzazione dell’Arts Performance Center APC in

Per l’efficienza di un isolamento è determinante la densità (kg per m3) del materiale iniettato. Beat Curau calibra il set di verifica prima di effettuare una misurazione della densità.

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Sostenibilità: la carta vincenteSe è vero che «sostenibilita» è ormai un’espressione abusata o persino sconsigliabile, è altrettanto vero che chi la sperimenta nella pratica in qualità di azienda si assume le proprie responsabilità nei confronti dell’ambiente, dei collaboratori e dei partner commerciali. Con il sistema WIR, la Banca WIR offre uno strumento sostenibile proprio, fortemente ancorato al territorio svizzero, che genera valore aggiunto per i suoi membri. Anche i clienti della Banca WIR sono un esempio virtuoso di sostenibilità. Per questo motivo, nel 2014 presenteremo sulle pagine di WIRPLUS alcune aziende che incarnano tali principi. Sono dedicati a questo tema anche i colloqui autunnali in programma l’8 novembre 2014 presso il KKL di Lucerna. La partecipazione ai colloqui autunnali è aperta ai clienti della Banca WIR che detengono parti ordinarie.

Namibia (www.apcnamibia-lis.ch). Questo centro di incontro permette ai giovani di seguire corsi di musica, ballo e pittura, incoraggiando ad esempio la perseveranza e lo spirito di gruppo tra i bambini. A livello locale la famiglia è impegnata in politica: Beat Curau siede nella direzione del PPD di Weinfelden, la figlia Anina rap-presenta il gruppo apartitico jung&aktiv all’interno della com-missione giovani mentre Simone Curau-Aepli (www.simone- curau.ch) è attiva nella sezione femminile del PPD, è vicepresi-dente dell’Associazione PPD Donne svizzere, membro della Com-missione federale per le questioni femminili e membro della dire-zione dell’Unione svizzera delle donne cattoliche.

Preparare la successioneSimone e Beat Curau hanno quattro figli, ognuno dei quali ha pre-so una strada professionale diversa. Anina Curau-Staub ha seguito un apprendistato in banca, ha lavorato prima come consulente alla clientela privata presso la Thurgauer Kantonalbank e poi presso il Centro di consulenza bancaria a San Gallo. «Quando due anni fa mio padre mi ha detto che aveva bisogno di una mano nel marke-ting non ci ho pensato su due volte perché comunque il campo mi interessava da tempo» afferma Anina Curau-Staub. Recentemente anche suo marito, Pascal Curau-Staub, è entrato in azienda come vicedirettore della succursale di Weinfelden. Grazie alla sua forma-

zione di carpentiere e venditore tecnico con esperienza di direttore della produzione e del personale, l’incarico gli calza a pennello. I titolari hanno quindi già pensato anche a regolamentare la suc-cessione. «La cosa migliore è pensare alla cessione dell’azienda e alla configurazione dell’azionariato dieci anni prima del pensiona-mento» sostengono convinti Simone e Beat Curau.

DANIEL FLURY

Beat Curau controlla la macchina iniettante. Simone Curau-Aepli, presidente del CdA.

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IL CREDITO WIR PER PRIVATICOME BENEFICIARE DEL SISTEMA WIR IN QUALITÀ DI CLIENTE PRIVATO

Chi sa fare bene i conti ed effettua un confronto (v. esempi nel riquadro) paga meno interessi.I clienti privati della Banca WIR possono beneficiare, a determinate condizioni, dei tassi d’interesse particolarmente vantaggiosi per i crediti WIR pur non avendo rapporti con il sistema monetario WIR.

Presupposti:– deve trattarsi di un credito di costruzione o di un credito ipo-

tecario – ed esclusivamente finalizzato alla proprietà abitativa;– il partner contrattuale nella costruzione o nell’acquisto di una

proprietà abitativa deve essere un partecipante WIR.

Architetti o imprese generali WIRAvete intenzione di costruire una casa o siete interessati a un appartamento di proprietà? Rivolgetevi allora ai nostri consulenti (tel. 0848 947 949) o cercate direttamente gli architetti WIR o le imprese generali WIR nel Mercato WIR.

www.bancawir.ch > Mercato > Cerca > +architetti +tel:041

In questo esempio trovate tutti gli architetti WIR con il prefisso telefonico 041. (Vogliate tener presente i seguenti punti: 1. scrivere

«tel» con minuscole e senza punto; 2. senza spazio prima e dopo i due punti)

www.bancawir.ch > Mercato > Piazzamento > Ricerca ampliata > ZG (per il Canton Zugo) > edilizia > Imprese generali > oggetti abitazione > Cerca > Anteprima di stampa

Verranno visualizzati in totale 19 indirizzi di imprese generali nel Canton Zugo.

Cifre! Anche se siete interessati a una determinata proprietà abitativa esistente, chiedete semplicemente se può essere pagata con una quota WIR o se è possibile accendere un’ipoteca WIR.

Le cifre mostrano (v. riquadro) se si tratta di un credito di costru-zione o di un’ipoteca: vale la pena optare per una quota WIR!

ROLAND SCHAUB

Pur essendo clienti privati potete beneficiare del sistema WIR e dei tassi d’interesse particolarmente contenuti per i crediti WIR. Per saperne di più, leggete l’articolo – ne vale la pena!

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Esempio 1

Credito di costruzione in CHF/CHW (fase di costruzione) Importo Interessi p.a. Tasso

Costi complessivi della costruzione 1 200 000 CHF/CHW Mezzi propri (20%) 240 000 CHF/CHW Credito di costruzione WIR 180 000 CHW 900 CHF 0,5%1 Credito di costruzione CHF 780 000 CHF 3900 CHF 0,5%1

1 più la consueta commissione di credito trimestrale dello 0,35% sul saldo massimo

Questo modello di finanziamento può essere mantenuto come ipoteca a tasso variabile dopo il consolidamento (il tasso d’interesse applicato al credito WIR e al credito in CHF – per un importo pari al credito WIR utilizzato – è dello 0,5% per un periodo di 3 anni), come un’ipoteca fissa (p. es. pacchetti combinati con diverse durate e con una riduzione dello 0,20%, v. es. 2), o come un’ipoteca LIBOR (v. es. 3).

A seconda del tasso di anticipazione (a conclusione della fase di costruzione) i crediti WIR vengono integrati in una seconda ipoteca. Anche in questo caso resta in vigore il vantaggioso tasso d’interesse dello 0,5%.

Esempio 2

Credito ipotecario in CHF/CHW da consolidamento del credito di costruzione Importo Interessi p.a. Tasso

Costi complessivi della costruzione 1 200 000 CHF/CHW Mezzi propri (20%) 240 000 CHF/CHW Credito ipotecario WIR 180 000 CHW 900 CHF 0,5%1 Credito ipotecario CHF 180 000 CHF 900 CHF 0,5%2 Credito ipotecario CHF 300 000 CHF 3510 CHF 1,17%3 Credito ipotecario CHF 300 000 CHF 4170 CHF 1,39%4

Onere complessivo p.a. 9480 CHF 0,99% (il 1° anno, ammortamento dal 2° anno)

1 per 3 anni dalla stipula del contratto di credito di costruzione, in seguito 1,75%2 per 3 anni per un importo pari alla quota WIR3 ipoteca a tasso fisso a 2 anni. Situazione al 21 maggio 20144 ipoteca a tasso fisso a 6 anni con riduzione del tasso d’interesse dello 0,2%. Situazione al 21 maggio 2014

Esempio 3

Credito ipotecario LIBOR in CHF/CHW da consolidamento del credito di costruzione Importo Interessi p.a. Tasso

Costi complessivi della costruzione 1 200 000 CHF/CHW Mezzi propri (20%) 240 000 CHF/CHW Ipoteca LIBOR WIR 180 000 CHW 40 CHF 0,022%1 Credito LIBOR CHF 780 000 CHF 9922 CHF 1,272%2

Onere complessivo p.a. 9962 CHF 1,038%.(il 1° anno, ammortamento dal 2° anno)

1 Credito LIBOR WIR (per la proprietà d’abitazione), 2° trimestre 20142 Credito LIBOR CHF 2° trimestre 2014 0,022% + 1,25% margine bancario = 1,272%)

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«PERCHÉ PIANGE?»NATIONAL SUMMER GAMES 2014 DI SPECIAL OLYMPICS

Dal 29 maggio al 1° giugno la città di Berna ha ospitato circa 1500 visitatori speciali. Si tratta di atleti con disabilità mentale che si sono misurati in 13 discipline sportive. Pienamente coinvolti in questi National Summer Games di Special Olympics, quasi 30 «tuttofare» con un legame con la Banca WIR: impiegati, pensionati, familiari, tre dei sette membri del consiglio di amministrazione e un ex presidente del consiglio di amministrazione e la presidente del gruppo WIR Romandie.

La vita di molte persone con una disabilità mentale o con distur-bi evolutivi si svolge in famiglia e all’interno di istituzioni nelle quali si dedicano a un’occupazione. Essendo quindi sempre affi-date alla protezione dell’ambiente familiare o di lavoro, in pratica possono venire a mancare completamente i momenti di contatto con il resto della popolazione. Questo è forse uno dei motivi per i quali molti manifestano fobie del contatto fisico e si è quasi del tutto persa la capacità di gestire i rapporti con le persone affette da disabilità mentali. Eppure è facilissimo: si incontrano proprio come tutti gli altri.

Lo sport entusiasma e unisceSpecial Olympics utilizza lo sport non solo per offrire alle persone con disabilità mentale l’opportunità di fare movimento e di vive-re esperienze gratificanti, ma anche per far loro incontrare per-sone senza handicap, negli allenamenti e nelle gare. La Banca WIR da diversi anni sostiene questa causa in qualità di supporter di Special Olympics. Già nel 2012 sette collaboratori della Banca WIR hanno fornito supporto ai National Winter Games di Lenk, affiancando all’impegno finanziario e ideale della banca il loro intervento personale. Le esperienze sono state così eccezionali che il gruppetto di Lenk ha motivato altri (ex) colleghi, ma anche partner e figli, a partecipare come aiutanti ai National Summer Games 2014.

Per quattro giorni circa 30 persone legate alla Banca WIR si sono unite ai circa 1250 volontari che hanno agito da trait d’union tra i 1500 concorrenti, i 500 coach e gli organizzatori di Special Olympics. I compiti da svolgere sono stati molteplici: l’ex presi-dente del consiglio di amministrazione della Banca WIR, Jürg Michel, abituato a maneggiare apparecchiature pesanti, ha pre-stato il suo aiuto per l’allestimento già il giorno prima dell’inau-gurazione; Hervé Dubois, tifoso di calcio e responsabile della comunicazione della Banca WIR in pensione, ha fornito il suo sostegno a una squadra di calcio di Losanna mentre il consigliere

di amministrazione Marc Reimann ha affiancato la squadra di basket Pro Infirmis del Giura; la responsabile delle pubbliche re-lazioni della Banca WIR, Patrizia Herde, non ha avuto bisogno di

Una corsa portata a termine o una vittoria si festeggia nuotando così...

... o così.

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Beatrice Simon, direttrice finanziaria del Cantone di Berna, e Stephen Mills, Presidente del consiglio di fondazione di Special Olympics Switzer-land, alla cerimonia finale consegnano la bandiera di Special Olympics a Urs Marti, sindaco di Coira e ospite dei National Winter Games 2016.

Patrizia Herde (Banca WIR) sempre al fianco dei suoi protetti (maglia verde) di San Marino.

Duelli appassionanti.

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Giornata di apertura: Nadja Maurer (Marketing, Banca WIR) in qualità di capo dei volontari a cavallo accoglie uno dei 32 cavalieri.

Bo Katzman con la sua Gang ha infiammato la platea della cerimonia d’inaugurazione.

Davide contro Golia? Non necessariamente. Durante il cosiddetto «divisioning», il giorno prima delle gare si verificano i livelli degli atleti. Dato che età, sesso e corporatura non contano, coppie non omogenee sono del tutto normali.

Nessuna paura del contatto: il consigliere federale Ueli Maurer prima del suo discorso d’inaugurazione.

Scenografia suggestiva: cerimonia d’inaugurazione dei National Summer Games di Special Olympics nella Bundesplatz.

Dominique Alabor (consulente, Banca WIR, succursale di Lugano) aiuta il team di bocce «rosso» a vestirsi.

Compito importante: il membro del CdA della Banca WIR Kornel Tinguely e Dominique Alabor assegnano le medaglie ai nuotatori.

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dare consigli per le bocce o l’atletica ai quattro atleti e ai tre coach di San Marino, ma in compenso li ha scortati con sicurezza nel comprensorio di BEA e Wankdorf; Sophie Favez, presidente del gruppo WIR Romandie, ha accompagnato un gruppo di nuoto di Neuchâtel; Antoine Berger (consulente della succursale della Banca WIR di Losanna) e sua moglie Helena, anche loro ambiti aiutanti di lingua francese proprio per questo sono stati asse-gnati alla delegazione belga, per poi scoprire che tutti gli atleti e gli allenatori parlavano solo fiammingo. Queste sono solo alcune delle sfide che sportivi, coach e volontari hanno dovuto affron-tare.

Olympic Village e Bo Katzman La Banca WIR non è solo supporter di Special Olympics, è anche sponsor del coro di Bo Katzman. Così, per la festa d’inaugurazione è riuscita ad aggiudicarsi la partecipazione del famoso artista, che ha colto l’occasione per portare sul palco gli ex colleghi della Bo Katzman Gang e davanti a un pubblico di oltre 3000 appas-sionati di sport si è esibito in una rassegna di hit degli anni Ot-tanta. Insieme alla Band e alla figlia Ronja, Bo Katzman è andato in scena anche al villaggio olimpico, dove, tra i padiglioni della fiera BERNEXPO, gli atleti hanno incontrato idoli come Simon Ammann e Matthias Sempach, Ariella Käslin e Giulia Steingruber, si sono fatti fotografare con Christa Rigozzi, hanno provato i quad dello sponsor principale di Special Olympics, Würth, e si sono fatti stampare poster ricordo personali o dei loro team.

«Perché piange?»Dopo ogni gara, un ruolo speciale è toccato ai vincitori, perché anche alle manifestazioni di Special Olympics le premiazioni sono uno dei momenti più emozionanti. La Banca WIR, con Tina Hugentobler, Dominique Alabor, Halina Studhalter, Marcel Wäfler, Jennifer von Burg e i membri del consiglio di amministrazione Petra Müller e Kornel Tinguely, ha avuto l’onore di consegnare molte medaglie. Alle cerimonie sono stati sempre celebrati tutti i partecipanti a una competizione, generalmente non più di cin-que. La formazione di piccoli gruppi, non basati su età o sesso, ma semplicemente sulle abilità sportive, consente di assegnare molte medaglie in ogni disciplina. Ai disabili accade raramente di ottenere dei riconoscimenti, ha detto Bruno Barth, direttore di Special Olympics Switzerland, per cui in queste gare si cerca di dare al maggior numero possibile di partecipanti l’occasione di essere festeggiati e celebrati.

L’esultanza dei premiati e anche di coloro che non hanno vinto medaglie è sempre stata genuina e rivolta anche agli altri con-correnti, mai trattati da avversari. A proposito di esultanza, tal-

volta chi stava sul podio veniva riconosciuto solo da chi conosce oppure ha osservato gli atleti: un cenno del capo qui, un saluto con la mano là, un breve sguardo al coach, ai genitori o ai fratelli.

L’esultanza davanti al podio è stata abbondantemente mescolata alle lacrime. Non tutti sanno o osano esprimere felicità ed entu-siasmo come si deve. Le persone con disabilità mentale non han-no perso questo dono e non hanno motivo di vergognarsi, per cui spesso commuovono fino alle lacrime. O magari suscitano stu-pore: «Perché piange? Mi dispiace tanto per lei!», è stata la rea-zione di un atleta di fronte agli occhi umidi di una ragazza del team medaglie.

DANIEL FLURY

www.specialolympics.ch

Healthy AthletesAi National Summer Games di Special Olympics erano presenti anche i programmi Healthy Hearing (Hear the World Foundation del gruppo Sonova) e Opening Eyes (Lion’s International, Fondazione Essilor Vision e gruppo Safilo). Oculisti e otorini hanno visitato centinaia di partecipanti, hanno individuato problemi di vista e udito e offerto occhiali e apparecchi acustici. L’impegno, sinte- tizzato nel concetto Healthy Athletes, è importante poiché le persone con disabilità intellettive sono esposte al 40% in più di rischio di contrarre altri deficit fisici e non sempre sono in grado di richiamare l’attenzione su un eventuale problema di vista o di udito.

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DIRITTI E DOVERI DEL CANDIDATO PER UN POSTO DI LAVORO

Il mercato del lavoro subisce l’influsso di vari fattori. A seconda della congiuntura e del tipo di occupazione, si possono creare situazioni in cui ad essere avvantaggiato è il datore di lavoro – quando il numero dei candidati supera i posti di lavoro disponi-bili (mercato dei datori di lavoro) – o il lavoratore – se sono ap-punto i candidati a scarseggiare (mercato dei lavoratori). Va da sé, quindi, che processo e strategia di candidatura risentono pro-fondamente delle condizioni di mercato contingenti.

• Mercato dei datori di lavoro: per evitare di perdersi nella massa di domande, il candidato deve riflettere sul modo migliore per attirare l’attenzione, ad esempio prendendo personalmente contatto con l’interlocutore dopo aver inviato la candidatura e mettendo in rilievo le caratteristiche della propria persona che rispondono al profilo del posto vacante.

• Mercato dei lavoratori: il candidato non ha l’impellente necessità di distinguersi. Per l’invio della candidatura può quindi scegliere l’iter standard, inoltrando la documentazione per via elettronica o postale. Ovviamente una presa di contatto perso-nale dopo l’invio può essere di aiuto.

Esito negativo della candidaturaLa documentazione relativa alla candidatura è di proprietà del candidato stesso. Se la domanda viene respinta questi ha dun-que diritto alla sua restituzione per posta. Spesso per risparmiare costi i datori di lavoro distruggono la documentazione dei candi-dati non ritenuti idonei, ma questa pratica è lecita solo se l’inte-ressato ha espresso il proprio consenso o se ne è stata fatta menzione nell’inserzione del posto di lavoro.

Le cose vanno diversamente quando la documentazione viene trasmessa per via elettronica. In queste circostanze il candidato

respinto ha diritto alla cancellazione delle mail e degli allegati concernenti la sua candidatura. La conservazione in forma fisica o elettronica della documentazione inviata in forma cartacea o elettronica non è consentita dalla legge sulla protezione dei dati personali, salvo nel caso in cui il candidato acconsenta esplicita-mente che il suo dossier venga preso in considerazione in un secondo momento.

Invito al colloquio di presentazione Se la documentazione è stata giudicata idonea, e quindi il candi-dato supera il primo step della selezione, si giunge a un colloquio di presentazione. Il candidato deve potersi preparare al colloquio e sapere quale tipo di domande gli potranno essere poste.

Sono ammesse domande nei seguenti campi:– percorso professionale – esperienza professionale– obiettivi professionali– desideri in merito alla percentuale lavorativa e al salario

Vi sono per contro dei quesiti vietati:– domande sullo stipendio percepito. In tal caso il candidato ha

diritto a fornire una risposta non veritiera (diritto alla menzo-gna), cosa che di fatto avviene regolarmente;

– domande di carattere personale che non hanno nulla a che ve-dere con la posizione in oggetto, come ad esempio opinioni politiche o religiose;

– domande che pregiudicano la tutela dalla discriminazione raz-ziale o sessuale;

– domande sulle pene scontate e/o sulle ammende pagate prive di nesso diretto con il posto di lavoro. In tal caso si ha diritto a tacere;

Almeno una volta nella vita la maggior parte di noi deve candidarsi per un posto di lavoro; un passaggio importante per dare una svolta al proprio futuro, professionale e privato. In che modo si vive il processo di candidatura e come si dovrebbe comportare il candidato? In questo ambito entrambe le parti hanno tutta una serie di diritti e di doveri.

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– richiesta di un estratto del casellario giudiziale, se non chiara-mente motivata, ad es. la presentazione dell’estratto del casel-lario giudiziale da parte di un semplice collaboratore di un’agenzia pubblicitaria sarebbe assolutamente ingiustificata, mentre per il responsabile finanziario di un’azienda di grosse dimensioni appare appropriata;

– domande sulla pianificazione familiare (figli) o su un’eventuale gravidanza in corso. Le donne non sono tenute a rispondere;

– è consentito rivolgersi per informazioni alle persone indicate come referenze solo previo consenso del candidato, ciò vale anche per la verifica degli attestati di lavoro, i datori di lavoro devono essere consapevoli delle proprie responsabilità per quanto riguarda l’attendibilità dei contenuti dei certificati che rilasciano e delle eventuali azioni risarcitorie che possono esse-re avanzate nei loro confronti.

Ogni candidato è tenuto a rispondere in modo veritiero alle do-mande consentite. Maggiore è il grado occupazionale che si pro-spetta, più dettagliate e più numerose saranno le domande alle quali il candidato dovrà rispondere. In linea di massima, se si è veramente interessati ad essere assunti si raccomanda di adotta-re un atteggiamento quanto più cooperativo possibile.

Il datore di lavoro è libero di ricorrere ad assessment (vedi riqua-dro a destra) nell’ambito del processo di selezione. Vi è inoltre la possibilità di effettuare perizie grafologiche, anche se questo tipo di analisi è ormai in disuso. I risultati di questi metodi di se-lezione sono di proprietà del datore di lavoro, ciò significa che non è tenuto a consegnarli, ma per motivi di protezione dei dati personali non può né conservarli né archiviarli.

Per pura curiosità?Il candidato non ha fondamentalmente diritto al rimborso dei costi della candidatura. Qualora la candidatura avvenga dall’e-stero è consigliabile trovare un accordo con il datore di lavoro, in particolare nel caso in cui il processo di selezione preveda vari colloqui per i quali ci si avvale eventualmente di metodi come gli assessment.

Candidato e datore di lavoro si impegnano a condurre il processo di candidatura secondo il principio della buona fede. Sarebbe per-tanto considerato un abuso effettuare colloqui di candidatura per pura curiosità o addirittura per ottenere informazioni confi-denziali. Un comportamento del genere potrebbe avere conse-

guenze di varia gravità, tra cui anche una richiesta di risarcimen-to. In questi casi è comunque molto difficile addurre prove.

Se l’esito del processo di candidatura è positivo, il candidato ha il piacere di ricevere un’offerta e una bozza di contratto, di cui deve verificare la conformità legale. Spesso infatti succede che nei contratti di lavoro sfuggano degli errori in violazione di nor-me di legge imperative, nella maggior parte dei casi a svantaggio del dipendente.

Conclusione Una candidatura è un processo in più fasi che implica per il can-didato diritti e doveri in egual misura a tutti i livelli. Il diritto di non fornire dati, ovvero di mentire se il datore di lavoro crea si-tuazioni illecite, tutela il candidato che, tuttavia, in tutti gli altri casi è tenuto, come d’altronde il datore di lavoro, a fornire indi-cazioni veritiere e ad agire in buona fede.

MIRCO LOMBARDI

WWW.LOMBARDIPARTNERS.COM

Assessment (ingl. to assess: valutare, giudicare)

Un assessment è una procedura volta ad appurare le competenze specialistiche, personali, sociali e dirigenziali dei candidati. I compiti che possono essere richiesti nell’ambito di un assessment sono i più svariati, ad es.:

- relazioni e presentazioni - allestimento di piani e scadenzari - discussioni di gruppo - lavori di gruppo - giochi di ruolo - interviste - test di intelligenza - autopresentazioni - questionari biografici ecc.

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Portare avanti una PMI comporta tante sfide e spesso anche molte rinunce. Può pertanto accadere che la questione della successione si perda nel tran tran giornaliero, finché non è troppo tardi: in Svizzera tra le PMI da cedere una su cinque viene liquidata per mancanza di un successore.

PIANIFICARE PER TEMPO CONVIENEPIANIFICAZIONE SUCCESSORIA NELLE PMI

Nei prossimi cinque anni è previsto il cambio di timone nel 20% delle PMI elvetiche. In quattro casi su cinque va in porto il pas-saggio alla generazione successiva o a terzi: questi imprenditori hanno vagliato per tempo le varie opzioni, regolato oneri residui, definito prezzi realistici e trovato soluzioni di finanziamento so-stenibili, eliminato attivi non necessari dal punto di vista azien-dale e costituito un patrimonio privato. Questi argomenti vanno in effetti affrontati con calma e possibilmente con l’aiuto di esperti esterni. Come dimostra l’esempio riportato di seguito, bi-sogna in ogni caso procedere con la massima cautela.

Uno sfacelo …Ogni anno assistiamo a tante storie come quella riportata di se-guito o simili.

Per anni i coniugi Rossi*, una coppia di imprenditori, hanno co-struito e portato avanti la propria impresa artigiana di successo e formato apprendisti, contribuendo così alla crescita nella loro re-gione. La loro azienda vantava una buona reputazione, in quanto garantiva un servizio di qualità e prezzi equi. Benché ne avessero parlato di tanto in tanto, i coniugi, rimasti giovani nella mente e nel corpo, non si erano mai occupati in maniera più concreta del proprio ritiro dall’attività lucrativa. Fino a quando non ne sono stati obbligati dai problemi di salute del titolare che non era più in grado di condurre l’azienda con lo slancio abituale. Sotto pressio-ne sia per l’età che per la salute precaria del marito, i coniugi Rossi dovevano al più presto trovare una soluzione successoria.

Il valore dell’azienda costituiva una parte della previdenza di vec-chiaia, il ricavato della vendita, la garanzia di una pensione senza preoccupazioni. E così hanno affidato la vendita a un broker am-piamente pubblicizzato conferendogli un mandato esclusivo. Quest’ultimo ha inserito nella documentazione di vendita il prez-zo molto elevato richiesto dai venditori, senza fare alcuna verifica approfondita. Di conseguenza, all’annuncio non ha risposto neanche un acquirente realmente interessato.A causa dei suoi problemi di salute l’artigiano doveva assentarsi sempre più spesso dal lavoro e i suoi dipendenti dovevano esegui-re gli ordini senza di lui. Grossi clienti divenuti insolventi hanno causato delle perdite, mentre le condizioni dell’azienda continua-vano a peggiorare.Non avendo avuto molte notizie dal loro broker per un anno in-tero, la famiglia Rossi ha deciso di cercare personalmente un acquirente. Nel frattempo ha realizzato di dover dimezzare le aspettative iniziali in merito al ricavato dalla vendita. Ma era troppo tardi, l’impresa aveva perso tutto il suo splendore. Alla fine si è imposta la liquidazione ed è stato possibile vendere solo gli apparecchi e le attrezzature.Una volta liquidata l’azienda e venduti gli apparecchi, il broker ha presentato una fattura di all’incirca 20 000 CHF come provvigione sugli apparecchi venduti. Per vie legali è stato possibile ridurre l’importo di questa richiesta, ma dopo una vita di successo come imprenditori i coniugi Rossi si sono ritrovati davanti a uno sfacelo. Non potevano più contare su questa parte della loro previdenza di vecchiaia.

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… oppure una storia di successoPer fortuna le storie con simili premesse non devono finire necessariamente male.

Nel caso dell’azienda della famiglia Bianchi* non si è riusciti a realizzare l’auspicata successione all’interno della famiglia che per anni sembrava oramai assodata. La coppia d’imprenditori ha dovuto rimanere in attività per tre anni in più del previsto affin-ché i nuovi quadri dirigenti fossero sufficientemente integrati. Dal momento che anche dopo tre anni non è stato possibile tro-vare una soluzione all’interno della famiglia, i coniugi Bianchi hanno iniziato a considerare l’opzione della vendita. L’azienda vantava una buona gestione e molti successi sul mercato.Erano tanti gli interessati all’acquisto, tra cui anche uno dei loro principali concorrenti che ha sottoposto loro un’offerta davvero interessante. L’obiettivo apertamente dichiarato del concorrente era quello di chiudere la produzione a medio termine e di sfrut-tare il buon nome dell’azienda come canale di distribuzione. Per questo motivo i coniugi Bianchi hanno deciso di accettare l’of-ferta meno lucrativa di due membri dei quadri che grazie a una creativa soluzione di finanziamento hanno potuto rilevare l’azienda in qualità di proprietari. La loro competenza tecnica è una garanzia per il successo futuro dell’azienda che hanno già guidato negli anni precedenti. Grazie alla loro competenza so-ciale e al loro legame sia con l’azienda che con i coniugi Bianchi è stato possibile mantenere i posti di lavoro e la sede nella re-gione. Gli ex proprietari sono ora degli apprezzati consulenti dei due giovani imprenditori. Sanno che l’azienda cui hanno dedica-to tutta la loro vita è in buone mani. In più godono della merita-ta stima da parte dei nuovi proprietari. Colgono i frutti della loro vita da imprenditori non solo a livello finanziario, ma anche sociale.

PMI davanti al cambio generazionaleNei prossimi cinque anni all’incirca il 20% dei titolari di PMI si troverà davanti alla difficile incombenza di pianificare il proprio ritiro dall’attività lavorativa e di individuare una soluzione per la successione e la cessione della relativa azienda. L’eventuale in-successo in questo compito si ripercuote su posti di lavoro, for-nitori, clienti e sull’intera regione in cui si opera. La chiusura di un’azienda avviene al valore di liquidazione e comporta quindi un massiccio smantellamento dei valori patrimoniali. Le relazioni d’affari e i valori immateriali come la reputazione e il marchio vengono annientati con lo scioglimento. Vale pertanto la pena di interrogarsi sul perché del successo o dell’occasione persa. Quali sono i fattori che determinano l’esito positivo di una successione aziendale?

Definire i motiviIn questo ultimo progetto aziendale svolgono un ruolo impor-tante i motivi della successione. Questo passo è determinato da ragioni legate all’età, alla salute, al mercato in evoluzione o even-tualmente a nuovi progetti?Da questi motivi scaturiscono emozioni che a loro volta influi-scono in maniera notevole sulle decisioni. È pertanto essenziale essere consapevoli dei propri motivi e delle proprie emozioni.Secondo le teorie della psicologia dello sviluppo, superati i 50 anni di età i drastici cambiamenti a cui è esposto l’essere umano sono equiparabili a quelli in fase adolescenziale. Affron-tare questi cambiamenti, staccarsi e dare fiducia – tutto ciò non rende la cosa più semplice. Più un imprenditore invecchia più pensa di essere insostituibile. È quindi fondamentale pensare per tempo alla fase dopo l’avvicendamento in azienda.

I coniugi Rossi non hanno compiuto questo passo. Hanno parla-to spesso della successione aziendale, ma non si sono mai occu-pati concretamente della pianificazione, né della definizione degli obiettivi, fin quando i problemi di salute del marito non li hanno obbligati a farlo.

Stabilire gli obiettiviPerché il ricambio generazionale in azienda si svolga nel migliore dei modi occorre definire obiettivi chiari. Si desidera portare avan-ti la tradizione familiare? I posti di lavoro vanno mantenuti? Vanno tenuti in considerazione partner in affari di lunga data? L’azienda fa parte della previdenza di vecchiaia e pertanto deve fruttare il più possibile in termini monetari? Le risposte a queste domande sono di fondamentale importanza nel prosieguo della procedura.

I coniugi Bianchi hanno ritenuto più importante assicurare il mantenimento dell’azienda e dei posti di lavoro che trarre il mas-simo profitto dalla vendita. È questo il motivo per cui sono stati i membri dei quadri ad aggiudicarsi l’azienda e non il migliore offerente. Per la coppia di imprenditori il guadagno a livello emo-tivo, ossia la certezza di aver affidato la propria azienda in buone mani e di aver salvato i posti di lavoro dei collaboratori, ha com-pensato la differenza di prezzo.

Richiedere l’aiuto di espertiAl più tardi dopo aver definito i motivi e gli obiettivi per la succes-sione aziendale occorre rivolgersi a degli specialisti che sostenga-no questo importante progetto. È ovvio che molti vogliono una fetta della torta lasciata dagli imprenditori uscenti. Ma solo un partner competente e onesto è in grado di contribuire al buon esito della successione. Spesso non è necessario usufruire dell’in-

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tera gamma di servizi di questi offerenti, ma soltanto di un so-stegno individuale in singole fasi.

I coniugi Bianchi hanno determinato chiaramente il loro fabbiso-gno in materia di consulenza e si sono affidati a un esperto con-tabile che con professionalità e trasparenza li ha accompagnati durante tutte le fasi del processo, limitandosi sostanzialmente alla valutazione dell’azienda e delle possibili conseguenze fiscali dei vari modelli di finanziamento.

I coniugi Rossi invece, sotto pressione, si sono affidati a un’azienda sicuramente capace di vendere bene i propri servizi, ma che non operava realmente nell’interesse dei clienti.Con quest’ultima i Rossi hanno stipulato un contratto di inter-mediazione esclusivo che prevedeva un onorario di risultato sul ricavato. Ciò significa che per ogni importo guadagnato con la vendita o la liquidazione dell’azienda dovevano versare la per-centuale concordata al broker a prescindere dal fatto che questi avesse contribuito concretamente alla transazione. In tali casi spesso conviene pertanto concordare un pagamento in base all’onere che può essere revocato in qualsiasi momento e preve-de solo la rimunerazione dell’onere effettivo.

Fare il punto della situazionePer poter pianificare i passi successivi occorre fare il punto della situazione.L’azienda deve essere valutata in modo realistico tenendo conto di vari scenari (conservativo, realistico, ottimistico) e metodi. Un buon consulente crea un mix con i diversi metodi di valutazione possibili e interpreta in seguito i differenti risultati. In questo modo definisce un valore di argomentazione, basato su aspetti oggettivi e su cui poggieranno le trattative. Dal valore di argomentazione emerge chiaramente che il valore rilevato in genere non coincide con il prezzo effettivamente pagato. Vi si aggiungono fattori soggettivi e specifici delle trattative. Mentre il consulente della famiglia Bianchi ha definito proprio questa fascia di valori creando una buona base di contrattazione, il broker dei coniugi Rossi ha semplicemente ripreso le loro aspettative irrealistiche per le sue inserzioni, facendo perdere loro tempo prezioso.

La definizione della situazione e degli obiettivi fornisce indicazioni su dove trovare potenziali acquirenti. Si tratta quindi di rivolger-si in maniera mirata ai possibili interessati, all’interno della fami-glia, del management, tra i principali partner contrattuali, o a terzi. Le scuole universitarie professionali frequentate in paralle-lo alla vita lavorativa costituiscono ad esempio una fonte di pos-sibili successori. Giovani imprenditori competenti con un’ottima

formazione e un bagaglio di esperienze professionali di in media 10 anni sono alla ricerca di sfide e autonomia. La possibilità di rilevare un’azienda dopo qualche anno di collaborazione come membri dei quadri potrebbe essere determinante nella scelta di un posto di lavoro. Ma anche in questo caso è necessario un certo orizzonte temporale che i coniugi Rossi non avevano più a disposizione.

Finanziamento e imposteSpesso la transazione di rilevamento non va a buon fine perché i candidati fondamentalmente adatti non dispongono del capita-le richiesto. Ciò non è necessario. All’interno della famiglia è pos-sibile inserire il successore come beneficiario in contratti matri-moniali o ereditari e semplificargli così il rilevamento dal punto di vista finanziario.Ma anche il management e i giovani imprenditori possono otte-nere la possibilità di rilevare un’azienda grazie a modelli di finan-ziamento creativi. Un versamento scaglionato e prestiti conve-nienti e coperti vanno sempre preferiti alle perdite che comporta una liquidazione.Un buon consulente è in grado di proporre modelli di finanzia-mento creativi sostenibili per tutte le parti coinvolte e validi anche dal punto di vista fiscale.

Rendere l’azienda più attraenteNel caso in cui sia previsto l’acquisto da parte di terzi, occorre rendere l’azienda il più interessante possibile. Bisogna instaurare relazioni d’affari possibilmente durature e vincolanti. Il porta-foglio clienti deve essere legato all’azienda e non agli imprendi-tori. Le aziende snelle sono più facili da finanziare. È necessario analizzare la struttura del capitale. Occorre liberarsi di valori in titoli o immobili che non servono alla produzione. Il deposito ti-toli va trasferito nel patrimonio privato degli imprenditori. Gli immobili devono essere distaccati dall’azienda e possono essere affittati a quest’ultima tramite un contratto a lungo termine. L’azienda deve presentare una struttura organizzativa semplice e chiara. Eventuali oneri residui devono essere eliminati e bisogna verificare le posizioni incerte. È in questo modo che si prepara un’azienda alla successione.Chi tiene conto di questi fattori di successo, è aperto a nuove vie e si occupa per tempo di pianificare il ricambio generazionale ha ottime probabilità di trovare una buona soluzione per la succes-sione nella sua azienda. Questa è una responsabilità che un im-prenditore ha nei confronti dei suoi collaboratori e dei suoi part-ner in affari.

PROF. URSULA GUGGENBÜHL

* Nome fittizio

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COMUNICARE LE MISURE DI RISPARMIO NEL MODO GIUSTOIn alcuni casi le misure per ridurre le spese all’interno di un’azienda sono inevitabili, anche se per i collaboratori colpiti risultano particolarmente pesanti. I motivi che impongono di risparmiare possono essere i più disparati. A volte si tratta di provvedimenti programmati già da tempo, in altri casi di piani decisi a breve termine. In questo ambito, il modo in cui viene informato il personale ha un ruolo determinante.

Le informazioni che devono essere trasmesse possono creare nei collaboratori colpiti sorpresa e frustrazione. Ponderando accura-tamente i passi da compiere è possibile evitarne o quanto meno attutirne l’impatto negativo.

Tagli dolorosi ma necessari La ditta RamAcciaio Sagl* è obbligata ad adottare delle drastiche mi-sure di risparmio a causa della massiccia contrazione degli ordinativi. Purtroppo nei mesi a venire 4 dei 12 collaboratori che compongono il team di produzione perderanno il loro posto di lavoro.

I dipendenti in questione, tra i 55 e i 61 anni, hanno ricevuto una breve comunicazione verbale. L’insieme del team è stato infor-mato per sommi capi delle decisioni prese. Tutti e quattro i licen-ziati lavorano presso l’azienda da almeno dieci anni.

Quali reazioni ci si deve aspettare dai collaboratori colpiti in pri-ma persona, dai colleghi del team di produzione più fortunati e dal resto del personale negli altri reparti? All’inizio la notizia cau-serà un vero e proprio shock e susciterà un sentimento di coster-nazione più o meno accentuato, a seconda del grado di coinvol-gimento. Ciò potrebbe indurre a tenere un comportamento negativo nel lavoro, nei rapporti con colleghi e clienti e, in gene-rale, nei confronti dell’azienda. Inoltre potrebbero diffondersi delle voci di corridoio, all’interno o all’esterno.

La direzione della ditta RamAcciaio Sagl e i superiori devono af-frontare la situazione con professionalità e tatto per muoversi nel modo migliore.

Se si supportano i collaboratori colpiti e il team di produzione con un dialogo aperto e informazioni chiare, è possibile avere da loro una certa comprensione e forse chi deve andarsene riescirebbe anche a farsene una ragione. Un simile processo può richiedere tempi lunghi con possibili battute d’arresto e

involuzioni. I responsabili sono chiamati a dare una risposta il più possibile onesta ed empatica alla fatidica domanda che com-prensibilmente verrà posta da ogni persona licenziata: perché proprio io? L’ideale sarebbe sottoporre ai collaboratori in que-stione una valida proposta per un pensionamento anticipato.

Uno dei momenti più difficili è rappresentato dagli incontri indi-viduali prima dell’uscita dal servizio. Quest’ultima occasione deve servire a incoraggiare e sostenere il dipendente attraverso un colloquio leale e oggettivo.

Il team ridimensionato a otto collaboratori si occupa senza pro-blemi del volume ridotto della produzione. I componenti si ren-dono conto che i tagli erano necessari per adeguare l’organico alla nuova realtà aziendale e che il licenziamento dei quattro colleghi è duro da accettare ma comprensibile, anche alla luce dell’agguerrita concorrenza sul mercato che assottiglia i margini.

Zero su tutta la lineaIn una seduta informativa Giulia De Luca*, membro di direzione della S. Montanari & Co. SA*, illustra al personale – 80 collabora-tori – le varie misure di risparmio che la società intende introdurre. Una di queste è l’abolizione del caffè gratis a partire dalla settima-na prossima. Il prezzo sarà di CHF 1.50 a tazzina. L’informazione è stringata, fredda e impersonale. I presenti non capiscono i motivi di questi interventi, dato che da anni si è sempre parlato di ottimi risultati degli affari. Anche il provvedimento esposto in seguito appare assolutamente incomprensibile: dal prossimo mese la metà dei parcheggi per il personale sarà affittata a esterni. Resteranno solo 35 posti auto a disposizione dei dipendenti. In sala si moltipli-cano i mormori. Il disappunto della maggior parte dei collaborato-ri è tangibile. Giulia De Luca dichiara laconica che la decisione è ormai presa e che non c’è spazio per le discussioni. L’irritazione dei collaboratori cresce. Tutti sono concordi nel giudicare la comuni-cazione troppo sintetica e trasmessa in modo brusco. Le misure di

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risparmio sono state presentate a cose fatte senza fornire giustifi-cazioni accettabili. La riduzione dei parcheggi penalizza soprat-tutto i collaboratori che abitano lontano dall’ufficio e che quindi devono prendere l’auto per recarsi al lavoro. Molti avrebbero pre-ferito pagare una tariffa un po’ più alta piuttosto che perdere il posteggio, ma questa opzione è stata ignorata dall’azienda. Anche a distanza di mesi la rabbia e la delusione continuano a serpeggia-re tra i collaboratori. La loro motivazione non viene certo incenti-vata da una simile situazione.

Cura snellente per le speseNella ditta Pinto & Tonini SA* devono essere adottati diversi provvedimenti per abbattere i costi. Nel corso di una riunione Arturo Musso* informa, con il dovuto anticipo, i suoi dieci colla-boratori del servizio esterno delle decisioni della direzione, sof-fermandosi in particolare sulle misure volte a ridurre le spese.

D’ora in poi i pernottamenti e i pasti saranno rimborsati secondo tariffe forfettarie pari a 110 CHF (invece degli attuali 130 CHF) e a 25 CHF (invece degli attuali 35 CHF). Le motivazioni fornite sono trasparenti e comprensibili per il suo team.

Arturo Musso può così contare sulla comprensione di almeno una buona parte dei suoi collaboratori. Per chiarire nei dettagli le ra-gioni che hanno spinto l’azienda ad adottare queste misure di ri-sparmio e per rispondere alle singole domande svolge dei colloqui individuali. Sa bene che un coro di chiacchiere tra il personale sul regolamento dei rimborsi spese potrebbe avere un effetto demo-tivante e incidere negativamente nei rapporti con i clienti. Arturo Musso pensa inoltre di organizzare in futuro una cena con il team

per festeggiare risultati particolarmente brillanti nell’acquisizione clienti e anche per rafforzare il legame tra i componenti.

ConclusioneIl contesto e le modalità in cui vengono programmati e soprat-tutto comunicati i tagli alle spese hanno un’importanza capitale. Inviare una mail per annunciare una misura di risparmio è sicura-mente una soluzione rapida e sbrigativa, ma è un modo di tra-smettere un messaggio senza curarsi minimamente delle reazioni dei destinatari, che potrebbe essere decisamente controprodu-cente per l’azienda. I collaboratori potrebbero provare sentimenti di sfiducia e di avvilimento. Alcuni direttamente interessati po-trebbero inoltrare la mail ai media. La notizia sfuggirebbe così al controllo dell’azienda, con gravi danni per la sua immagine.

È indispensabile che le decisioni riguardanti i tagli alle spese ven-gano comunicate personalmente. Ma non è tutto. Occorre sce-gliere il momento opportuno, la giusta dose di informazioni e uno stile aperto e credibile. Un’assistenza immediata e compe-tente ai collaboratori colpiti anche nei tempi ristretti a disposi-zione ed eventualmente un accompagnamento dopo l’uscita dal servizio infonde maggiore serenità al team e concorre alla sua riuscita nel lavoro.

Ogni decisore può contribuire a una comunicazione chiara e tra-sparente.

ENRICO LOMBARDI

INTRA DM AG, TRAINING & MARKETING,

ZURIGO

* Tutti i nomi citati sono fittizi.

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QUAL È IL TALLONE DI ACHILLE DEL COMMERCIO AL DETTAGLIO?

Dopo una pluriennale parabola ascendente, in Svizzera il commercio al dettaglio registra una contrazione del fatturato già dal 2011, quando all’iniziale flessione dell’1,6% ha fatto seguito un biennio sottotono. Il 2014 sembra foriero di una lieve inversione di tendenza che apre uno spiraglio di speranza.

Dopo i deludenti dati di febbraio, marzo è stato teatro di una netta ripresa del 3% rispetto all’andamento dell’anno preceden-te. In termini reali, alla luce del calo generalizzato dei prezzi, il progresso è stato del 2,2%.

Notevoli differenze settorialiSul fronte dei generi alimentari, delle bevande e dei tabacchi si è registrato un recupero stentato (+0,8% in termini reali), che non tiene nemmeno il passo con la crescita demografica, mentre il comparto non food ha messo a segno un’espansione del fattura-to pari al 4% su base reale.

Anche il settore non food appare tuttavia vulnerabile. In base agli ultimi dati disponibili, nel confronto annuale il fatturato del settore editoriale, degli articoli sportivi e dei giocattoli ha infatti subito una marcata flessione del 3,4%, seguita dal calo del 3,1% accusa-to dai dispositivi informatici e di comunicazione e dal regresso del 2,3% registrato dai combustibili presso le stazioni di servizio.

Un quadro in leggero contrasto con le statistiche ufficiali emerge invece dai dati rilevati nell’ambito del sondaggio GfK condotto presso i grossisti, che per il primo trimestre 2014 evidenzia non già una crescita, bensì una stagnazione dei fatturati delle vendite al dettaglio (0%), a cui si accompagna un calo dello 0,4% nel segmento alimentare e un aumento dello 0,8% nel comparto non food. In termini di fatturato, la classifica è guidata dagli articoli di fai da te e di giardinaggio (+7,7%), dal tempo libero (+3%) e dal comparto «moda/stile» (+2%). I dati rilevati forniscono una panoramica delle quote di mercato conquistate e perse dai gran-di distributori, grossisti in testa.

Particolarmente degne di nota sono le stime elaborate dagli ope-ratori del commercio al dettaglio. Dall’ultimo sondaggio con-giunturale condotto in aprile 2014 dal Politecnico di Zurigo

emerge una valutazione dell’andamento degli affari nettamente più rosea che in passato. Benché l’affluenza dei clienti risulti più elevata rispetto all’anno precedente e le vendite siano finalmente in ripresa, le giacenze di magazzino sono tuttora in eccesso. A dispetto di tale dinamica, il commercio al dettaglio è più inclino ad acquistare nuove merci e a espandere l’organico. Il rovescio della medaglia sarà un ulteriore inasprimento della concorrenza. La ricetta del successo sembra basata sulla tempestività nel lan-cio di nuovi prodotti e su un servizio alla clientela di qualità.

L’accesa concorrenza rivoluzionerà inevitabilmente l’offerta e i prezzi. Soprattutto nel settore dei beni di consumo quotidiano si osserva infatti una vera e propria mania di offerte speciali. Nella sua ultima pubblicazione, l’istanza dell’Ufficio federale dell’agri-coltura preposta al monitoraggio dei prezzi ha ad esempio rese note iniziative nazionali circoscritte al settore ortofrutticolo che nel periodo compreso tra il 12 e il 17 maggio hanno comportato una riduzione dei prezzi di melanzane, peperoni, pomodori, zuc-chine, cipollotti, albicocche, fragole e mirtilli di origine svizzera. Lungi dal limitarsi a un paio di articoli volti ad adescare i consu-matori, la lotta per la conquista di quote di mercato disputata tra i grossisti interessa ormai circa un quinto dell’assortimento com-plessivo. Alla luce dell’andamento piatto osservato nel consumo di generi alimentari, le quote di mercato vengono sottratte ai commercianti al dettaglio autonomi e alle piccole catene che lot-tano per sopravvivere. Lo scotto per i grossisti consiste in mag-giori difficoltà di finanziamento e attuazione di iniziative nel set-tore non food, che a loro volta vanno a vantaggio degli offerenti autonomi.

La fiacca dinamica del settore dei generi alimentari è attribuibile non da ultimo al costante aumento delle importazioni private. Nel 2013, l’Unione Professionale Svizzera della Carne ha ad esempio reso noto un aumento delle importazioni private di carne

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e derivati dall’estero pari al 5%, un dato di per sé tutt’altro che irragionevole. In forza delle nuove disposizioni in materia, a de-correre dal 1° luglio le importazioni private di carne fresca subi-ranno un’ulteriore impennata, in quanto i limiti doganali sono stati raddoppiati e i dazi per la merce in eccesso sono stati ridotti a 17 franchi al chilo sull’intero territorio nazionale. Al fatturato annuo delle vendite al dettaglio, pari a 100 miliardi di franchi, si contrappongono già oggi importazioni private nell’ordine di 10 miliardi. A tarpare le ali al fatturato – benché solamente a di-scapito del settore non food – sono inoltre gli acquisti online, che non figurano nelle statistiche, ma pare abbiano superato da tem-po i 10 miliardi di franchi all’anno. Nel complesso, nel prossimo futuro il fatturato delle vendite al dettaglio dipenderà dalla dinamica delle importazioni private e degli acquisti online. Stando alle previsioni degli esperti, nel giro di pochi anni la quota di fatturato generata dall’e-commerce e dalle vendite online salirà al 25% del giro di affari totale, penalizzando il commercio di stampo tradizionale. Già oggi, il 40% dei detta-glianti non intende aprire nuove filiali e vaglia piuttosto l’oppor-tunità di chiudere il 36% dei punti vendita. Oltre a comportare un inasprimento della concorrenza tra i grossisti e i grandi magazzini da un lato e i commercianti autonomi superstiti dall’altro, tale sviluppo metterebbe i bastoni tra le ruote alle filiali di piccole e medie dimensioni. Già oggi si intravedono avvisaglie in tal senso nel settore tessile e calzaturiero.

Un ulteriore effetto di questa prevedibile dinamica consiste nella flessione dei prezzi e in un aumento del tasso di sfitto delle su-perfici di vendita nei centri commerciali e nelle aree urbane. Fino-ra, molti rivenditori specializzati hanno infatti potuto esercitare la libera professione in immobili di proprietà, traendone vantag-gio. Oggi, le mutate condizioni del mercato immobiliare offrono ai commercianti ormai insoddisfatti dell’ubicazione un’ampia gamma di alternative.

CommentoOre contate per i centri commerciali?

Tempi duri per i centri commerciali, dove fino a qualche anno fa le superfici di vendita andavano a ruba in quanto decantate come un catalizzatore degli investimenti. I problemi, talvolta di natura endo-gena, sono in parte esacerbati dalle nuove abitudini di consumo. A differenza degli Stati Uniti, in Svizzera i centri commerciali non sono ancora sistematicamente soggetti alla bancarotta e alla rovina. Nel nostro Paese, a ostacolare le nuove costruzioni e le ristrutturazioni non è l’ inasprimento dei requisiti di pianificazione degli spazi, bensì una serie di fattori avulsi da considerazioni di natura politica.

Attualmente, la Svizzera vanta un’intensità di centri commerciali alquanto elevata, pari a 0,31 m2 di superficie contro gli 0,25 m2 della Germania, gli 0,28 della Francia e gli 0,24 dell’Italia. Nella maggior parte dei casi, i centri sono stati edificati oltre 20 anni fa. Il fatturato per metro quadrato evidenzia da anni una flessione che non risparmia nemmeno i grandi magazzini e i grossisti.

D’altro canto, i grandi magazzini svizzeri offrono indubbi vantaggi. Nel confronto internazionale vantano ad esempio dimensioni contenute e una vicinanza al consumatore che consente di ridurre le emissioni di gas di scarico. Ciononostante, si impone l’esigenza di innovazioni. In occasione del congresso svizzero dei centri commerciali, tenutosi l’8 maggio a Zurigo, sono state avanzate proposte in tal senso, come ad esempio la piantumazione dei tetti, un maggiore orientamento alle famiglie tramite appositi campi giochi (i cosiddetti «Family Playground»), una maggiore trasparenza organizzativa e l’otti-mizzazione dell’offerta di strutture.

Il fatto che le autorità sono una spina nel fianco dei gestori è un segreto di Pulcinella. Nella maggioranza dei casi, la motivazione

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«I mutamenti strutturali non vanno necessariamente a discapito dei picco-li lavoratori indipendenti, che dispongono invece di nuove opportunità.»

addotta è il traffico. Al giorno d’oggi, i centri commerciali della Svizzera sono solitamente raggiungibili con i mezzi di trasporto pubblici, benché la qualità dei collegamenti vari notevolmente. La rete che lascia più a desiderare è quella ticinese, dove anche nella pianificazione stradale non si è preso in debita considerazione l’aumento del traffico, tanto che – come nel caso del Pian Scairolo1 – le code sono interminabili.

Tutti i centri del Canton Berna, anche quelli più piccoli, si sono invece visti costretti a introdurre parcheggi a pagamento. Benché le tariffe siano esigue, nessuno mette mano al portafogli di buon grado men-tre spinge un paio di carrelli della spesa pieni. Dalle indagini condot-te finora è emerso che, invece di incidere di fatto sull’uti- lizzo dei parcheggi o sul volume del traffico, le tariffe – alla pari delle rigide disposizioni edilizie e ambientali – sembrano piuttosto fungere da efficace deterrente per l’edificazione di nuovi centri.

Come inizialmente previsto, i centri commerciali della Svizzera sono inevitabilmente divenuti un punto di ritrovo per emarginati e giova-ni nullafacenti, alla stregua delle stazioni ferroviarie. Sebbene le limitazioni imposte all’apertura serale e domenicale penalizzino l’attività, molti consumatori – in particolare le madri di bambini piccoli – sembrano dare peso a un ambiente accogliente, il che le induce a fare la spesa nelle immediate vicinanze pur essendo motorizzate. Questa lacuna di mercato è stata recentemente rico-nosciuta non solo dai grossisti, bensì anche dai dettaglianti privati, che l’hanno messa a frutto risollevando le sorti dei piccoli negozianti. Tra gli aspetti positivi va menzionata la crescente pre-ferenza accordata nei prodotti di base alle aziende a conduzione familiare, indipendenti o in franchising.

I centri commerciali e le aree urbane soggette a un parziale abban-dono condividono inoltre un comune denominatore: il primo sinto-mo della perdita di qualità è la concentrazione di merce mediocre, che si manifesta sotto forma di un’offerta più o meno generalizzata di tessuti di scarsa qualità da parte di diversi offerenti e prelude alla cosiddetta «banalizzazione», quando proliferano bancarelle di fast food e cibo per palati facili. Una volta raggiunto uno stadio di

avanzata degenerazione dell’offerta, l’affluenza e il fatturato ac-cusano inevitabilmente un calo e i clienti che rientrano nelle classi di reddito più elevate prendono gradualmente le distanze.

Per farsi un’idea dell’agguerrita concorrenza che regna tra i centri commerciali è sufficiente aprire la cassetta delle lettere, dove ogni settimana vengono promessi al destinatario sconti irresistibili tramite coupon. Tali iniziative suffragano con efficacia la tesi se-condo cui il normale livello dei prezzi dei negozi centrali sarebbe esagerato.

Sfortunatamente, il fatto che quasi tutti i centri commerciali la-mentino la scarsa presenza di correntisti WIR passa in sordina. In qualità di correntisti WIR, i centri commerciali stessi godrebbero di notevoli vantaggi, integrati dalla possibilità di contabilizzare in WIR gli elevati costi operativi e di locazione nel quadro delle pre-stazioni edili erogate. Dal canto loro, i commercianti al dettaglio sarebbero motivati a subentrare nella gestione di filiali affermate e ad ampliare la propria rete. È fuori dubbio che i costi operativi e di locazione attualmente praticati mettono in ginocchio le piccole imprese.

I centri commerciali abbondano di piccoli negozi esclusivi che tentano di colmare le lacune del mercato trascurate dai grandi magazzini di grido, proponendo ad esempio orologi, gioielli, spe-zie rare e altri articoli destinati a una clientela dotata di un eleva-to potere di acquisto. Un centro commerciale però non è la Bahnhofstrasse di Zurigo. La posizione svantaggiata dovrebbe riflettersi anche nei canoni di locazione. Pur essendo una colonna portante del commercio al dettaglio anche nel settore non food, per affermarsi definitivamente sul mercato e far fronte alla re-sponsabilità che rivestono quantomeno in virtù delle proprie di-mensioni, i centri commerciali della Svizzera dovranno tuttavia ricorrere a concetti innovativi.

DOTT. RICHARD SCHWERTFEGER

1 Il Pian Scairolo è un territorio economico speciale di ben oltre 1 km2 che tocca i comuni di Collina d’Oro, Grancia e Lugano.

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COME SE FOSSERO VERE

C’è una questione che mi assilla da tempo: ma da che cosa scher-ma uno schermo? Un ombrello ha il compito di proteggere dalla pioggia. Può capitare che un’attempata signora lo brandisca per scacciare un cane molesto, o che un agente segreto ne avveleni la punta, trasformandolo così in un arma per spedire i cattivi all’altro mondo. Proprio come l’ombrellone è stato inventato per donare riparo dai raggi del sole. Ma lo schermo, da cosa scherma esatta-mente? Non certo dalle immagini. Anzi, ne sforna a getto conti-nuo, sempre più nitide, variopinte, gigantesche. Gli architetti hanno cominciato a dimensionare le pareti del soggiorno sul 16:9, allargandole per accogliere le megadiagonali.

Naturalmente si potrebbe fare di più. Ad esempio, togliere le fi-nestre. Così lo schermo si spalmerebbe voluttuosamente sull’in-tera parete. Tanto la finestra disperde il calore, mentre lo scher-mo lo produce. Uno schermo piatto inoltre fa entrare in casa meno zanzare e ladri. E quando non viene usato, propone le im-magini della webcam esterna. A conti fatti, non ci si perde niente.

In realtà, da perdere non c’è molto. Di solito davanti a casa suc-cedono sempre le stesse cose. È il grosso difetto delle finestre. Mostrano solo quello che c’è. In Argovia mostrano l’Argovia e in inverno mostrano quindi la nebbia. E purtroppo gli argoviesi non possono fare un forward per trovare un paesaggio soleggiato. Passare a un’altra finestra poi non serve a niente, tutte trasmet-tono nebbia argoviese. Un po’ come al Musikantenstadl, dapper-tutto la stessa solfa.

Se però si guarda l’Argovia non da una finestra ma da uno schermo piatto a tutta parete, da una sorta di finestra LCD, si schiudono improvvisamente possibilità insospettate che propongono il Cantone nel suo look più accattivante. «Nebbia con ritocchino in tempo reale» è solo uno dei mille programmi a disposizione. E quando l’argoviese ne ha abbastanza di un’Argovia rifatta, ecco che premendo un tasto la sua finestra LCD gli porta davanti a casa i prati dell’Emmental, una bella gru portuale o uno scorcio della Turgovia, che vanta una nebbia ancora più bagnata.

Lo stesso possono fare i ticinesi, i friburghesi, insomma tutti co-loro che sono aperti alla vita come gli argoviesi e che hanno voglia di vedere qualcosa di diverso. Si svegliano ogni giorno in un nuo-vo posto eccitante, con una vista panoramica impareggiabile: il Golden Gate Bridge nel chiarore mattutino, la Legian Beach a Bali o Hasle-Rüegsau downtown. All’inizio la finestra LCD pren-derà dalla rete qualche foto o video in loop della località scelta, ma con lo stream cristallino della webcam HD di nuova genera-zione porterà in casa il mondo in tempo reale con ogni minimo dettaglio ottico e acustico.

Una volta o l’altra a qualcuno verrà in mente di agganciarsi alla webcam HD del vicino per vedere la propria casa dal di fuori. Si accorgerà così che non ci sono più finestre. E risolverà il proble-ma dipingendole sul muro. Per farle sembrare come se fossero vere. Proprio come fa lo schermo.

WILLI NÄF

WILLI NÄF È AUTORE INDIPENDENTE, SCRITTORE E CABARETTISTA.

VIVE NELLE REGIONI DI BASILEA E DI APPENZELLO.

WWW.WILLINÄF.CH

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WIRPLUSRivista per i clienti della Banca WIRLuglio 2014, 81 annata, n. 916

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