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Esami senza nozionismo ( di Ferdinando Maria Ciani) Quante volte all’esame di terza media abbiamo sentito la fatidica frase “parlami della seconda guerra mondiale” o “parlami del Manzoni” o “le centrali nucleari” o qualunque altro argomento che gli allievi avevano preparato a memoria con tanto di date, luoghi e commenti predigeriti? Stanco di sentir ripetere pagine di Scienze a memoria ho pensato di proporre ai miei allievi di portare all’esame non contenuti ma esperienze fatte. Certo è necessario aver impostato la didattica secondo metodologie laboratoriali e sperimentali, cosa che cerco di fare da anni per cui di materiale per un esame alternativo ne avevamo. Abbiamo così steso insieme con gli allievi, verso la fine dell’anno scolastico, un elenco abbastanza ampio di attività svolte tra le quali potessero scegliere. Alcuni esempi: coltivazione del giardino aromatico-medicinale (tutte le mie classi scendono a lavorarci periodicamente), riconoscimento delle piante medicinali ed esecuzione di prodotti curativi quali infusi , decotti, liquori, impiastri (che i ragazzi preparano e portano a dimostrazione e anche all’assaggio dei commissari d’esame), spiegazione di come abbiamo costruito l’ erbario e riconoscimento delle piante dalle foglie, lavoro sperimentale sul parco antistante la scuola, lavoro sperimentale sulle macchie solari, lavori sperimentali eseguiti dai singoli allievi, film sull’ambiente, sulla genetica o altri da commentare, giochi di ruolo sull’ambiente eseguiti in classe, esperienze sulla prevenzione della tossicodipendenza etc…..

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Esami senza nozionismo( di Ferdinando Maria Ciani)

Quante volte all’esame di terza media abbiamo sentito la fatidica frase “parlami della seconda guerra mondiale” o “parlami del Manzoni” o “le centrali nucleari” o qualunque altro argomento che gli allievi avevano preparato a memoria con tanto di date, luoghi e commenti predigeriti? Stanco di sentir ripetere pagine di Scienze a memoria ho pensato di proporre ai miei allievi di portare all’esame non contenuti ma esperienze fatte.

Certo è necessario aver impostato la didattica secondo metodologie laboratoriali e sperimentali, cosa che cerco di fare da anni per cui di materiale per un esame alternativo ne avevamo. Abbiamo così steso insieme con gli allievi, verso la fine dell’anno scolastico, un elenco abbastanza ampio di attività svolte tra le quali potessero scegliere. Alcuni esempi: coltivazione del giardino aromatico-medicinale (tutte le mie classi scendono a lavorarci periodicamente), riconoscimento delle piante medicinali ed esecuzione di prodotti curativi quali infusi , decotti, liquori, impiastri (che i ragazzi preparano e portano a dimostrazione e anche all’assaggio dei commissari d’esame), spiegazione di come abbiamo costruito l’ erbario e riconoscimento delle piante dalle foglie, lavoro sperimentale sul parco antistante la scuola, lavoro sperimentale sulle macchie solari, lavori sperimentali eseguiti dai singoli allievi, film sull’ambiente, sulla genetica o altri da commentare, giochi di ruolo sull’ambiente eseguiti in classe, esperienze sulla prevenzione della tossicodipendenza etc…..

Con gli stessi allievi definisco qual è lo scopo di raccontare un’esperienza anziché una pagina del libro a memoria: dimostrare agli insegnanti cosa essa ha lasciato a livello di riflessioni, di consapevolezza e di giudizio, cioè capire qualcosa della vera maturità di un allievo . I contenuti vengono così relegati a strumenti di riflessione e non più ad obiettivi fini a se stessi. Per i ragazzi non è una novità, ho sempre insistito nei tre anni sulla necessità di far diventare le cose imparate ragionamento, cellule del loro pensiero, ma fanno inizialmente un po’ fatica a comprendere : “ come, anche all’esame?”

Anche se l’imparare a memoria costa loro sicuramente molto più impegno e tempo la modalità mnemonica resta la loro preferita perché la conoscono bene e poiché la scuola li spinge a ripetere come verità unica ciò che dice l’insegnante o il libro ciò da

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loro una certa tranquillità e sicurezza. Di fronte alla mia richiesta di sfidare l’esame dimostrando di saper esprimere idee personali anziché concetti imparati i timori si materializzano e li assalgono. E’ necessario rassicurarli facendogli capire che l’effetto della loro presentazione originale sarà senz’altro più apprezzato e li aiuto con esempi pratici e prove ad impostare la preparazione . Si arriva così ai giorni dell’esame e tutti gli allievi presentano le loro riflessioni assolutamente autonome su una delle esperienze scientifiche dei tre anni e sulla loro presentazione instauro con loro un dialogo che quasi mai chiede di rispondere in modo oggettivo , risposta giusta o sbagliata, diviene invece uno scambio di opinioni in cui gli allievi hanno anche la possibilità di suggerire modalità migliori per rendere più interessanti le esperienze stesse.

Così Alice critica ragionevolmente uno degli incontri sulla tossicodipendenza che a lei è piaciuto di meno, Giovanna suggerisce di ricercare per il prossimo anno , nell’indagine statistica sulle scelte delle scuole superiori operate dagli allievi delle classi terze ( indagine che effettuiamo tutti gli anni verso Febbraio) parametri nuovi come il condizionamento dovuto alle amicizie o agli insegnanti avuti; Michele riconosce facilmente tutti i tipi di erbe del nostro giardino spiegando anche come si utilizzano e riceve un applauso dai commissari; Giuseppe invece parla delle macchie solari e di come attraverso l’uso semplice delle proporzioni abbiamo potuto calcolarne il diametro e così via. Tutti hanno fatto una bella figura di maturità in Scienze dimostrando pima di tutto a se stessi di essere qualcosa di più di semplici “pappagalli”.

Al termine della sessione d’esame il presidente esterno si congratula per il lavoro svolto e le modalità di conduzione del colloquio scientifico. Una bella soddisfazione per tutti.