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La colonizzazione romana e la prima urbanizzazione La regione medio adriatica fu conquistata da Roma nella prima metà del III secolo a.C., nel lasso di tempo intercorso fra la battaglia di Sentino (295 BC) e la pressochè totale annessione delle terre dei Piceni nel 264 a.C. Lo stato inizialmente controllò il territorio e i suoi abitanti tramite una serie di colonie di diritto latino e romano. Questa annessione militare non ha avuto un drastico impatto sulle popolazioni italiche che vivevano nella zona. La creazione dei nuovi centri cittadini lungo o in prossimità della costa adriatica durante i primi decenni dopo la conquista, come Ariminum (Rimini) Sena Gallica (Senigallia) e Firmum (Fermo) non modificò direttamente l'organizzazione e l'occupazione delle valli, che non vennero interessate da questa iniziale ondata militare. Tuttavia, la creazione di un sistema stradale che collegava le colonie a Roma e l'organizzazione di punti di raccolta per le tasse, di mercati e di porti, avrebbe gradualmente trasformato la vita degli insediamenti dei popoli alleati e dei loro territori. Questo processo subì un’accelerazione allorchè si cominciò a popolare con coloni viritani il più vasto territorio dell'Adriatico conquistato direttamente da Roma, subito dopo il 232 a.C., quando il senato di Roma votò la lex de agro Gallico et Piceno viritim dividundo. Insieme all’apertura della via Flaminia nel 220 a.C. e al conseguente sviluppo di importanti diverticoli che si dipartivano da questa strada, si crearono così le condizioni definitive per il completo popolamento delle aree rurali della regione da parte dei nuovi arrivati. Ciò avrebbe infine portato alla formazione di villaggi di strada nelle zone interne delle valli e alla creazione da parte di Roma, dopo il passaggio di Annibale all'inizio del II secolo a.C., di una serie di colonie di cittadini romani, quali Pisaurum (Pesaro), Potentia (presso Porto Recanati) e Auximum (Osimo), sulla costa o in prossimità di essa. Il processo di romanizzazione proseguì nel II secolo con l'arrivo di un gran numero di coloni nei villaggi dell’entroterra. Quando, nel I secolo a.C., ad essi si aggiunsero consistenti gruppi di veterani dell'esercito, le numerose colonie di piccole e medie dimensioni e i nuovi municipia di questa regione furono completamente trasformati e monumentalizzati, creando paesaggi urbani densamente popolati. Con l’eccezione delle aree effettivamente montane, l’intera regione medio adriatica vide nelle generazioni precedenti il regno dell’imperatore Augusto (27 a.C.-14 d.C.) la creazione di una fitte

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Page 1: biblio.ugent.be · Web viewGli eventi che hanno condotto al compimento di tale processo sono stati dapprima la Guerra Sociale (91-88 a.C.), tra Roma e alcuni dei suoi alleati italici,

La colonizzazione romana e la prima urbanizzazione

La regione medio adriatica fu conquistata da Roma nella prima metà del III secolo a.C., nel lasso di tempo intercorso fra la battaglia di Sentino (295 BC) e la pressochè totale annessione delle terre dei Piceni nel 264 a.C. Lo stato inizialmente controllò il territorio e i suoi abitanti tramite una serie di colonie di diritto latino e romano. Questa annessione militare non ha avuto un drastico impatto sulle popolazioni italiche che vivevano nella zona. La creazione dei nuovi centri cittadini lungo o in prossimità della costa adriatica durante i primi decenni dopo la conquista, come Ariminum (Rimini) Sena Gallica (Senigallia) e Firmum (Fermo) non modificò direttamente l'organizzazione e l'occupazione delle valli, che non vennero interessate da questa iniziale ondata militare. Tuttavia, la creazione di un sistema stradale che collegava le colonie a Roma e l'organizzazione di punti di raccolta per le tasse, di mercati e di porti, avrebbe gradualmente trasformato la vita degli insediamenti dei popoli alleati e dei loro territori.

Questo processo subì un’accelerazione allorchè si cominciò a popolare con coloni viritani il più vasto territorio dell'Adriatico conquistato direttamente da Roma, subito dopo il 232 a.C., quando il senato di Roma votò la lex de agro Gallico et Piceno viritim dividundo. Insieme all’apertura della via Flaminia nel 220 a.C. e al conseguente sviluppo di importanti diverticoli che si dipartivano da questa strada, si crearono così le condizioni definitive per il completo popolamento delle aree rurali della regione da parte dei nuovi arrivati. Ciò avrebbe infine portato alla formazione di villaggi di strada nelle zone interne delle valli e alla creazione da parte di Roma, dopo il passaggio di Annibale all'inizio del II secolo a.C., di una serie di colonie di cittadini romani, quali Pisaurum (Pesaro), Potentia (presso Porto Recanati) e Auximum (Osimo), sulla costa o in prossimità di essa.

Il processo di romanizzazione proseguì nel II secolo con l'arrivo di un gran numero di coloni nei villaggi dell’entroterra. Quando, nel I secolo a.C., ad essi si aggiunsero consistenti gruppi di veterani dell'esercito, le numerose colonie di piccole e medie dimensioni e i nuovi municipia di questa regione furono completamente trasformati e monumentalizzati, creando paesaggi urbani densamente popolati.

Con l’eccezione delle aree effettivamente montane, l’intera regione medio adriatica vide nelle generazioni precedenti il regno dell’imperatore Augusto (27 a.C.-14 d.C.) la creazione di una fitte rete di insediamenti che meritano di essere definiti come “urbani” secondo gli standards romani. Fra Rimini, al limite della pianura padana, e Atri nell’Abruzzo settentrionale, e fra l’Appennino e il mare, più di 40 insediamenti poterono allora essere chiamati “città”. Questo implicò che essi possedessero edifici per l’autonomo esercizio delle funzioni politiche (curia, comitium, basilica, …), avessero un luogo di mercato (forum) attorno al quale vennero disposte la maggior parte degli edifici a valenza politica, religiosa e commerciale, e un territorio che era gestito dal centro urbano. Gli eventi che hanno condotto al compimento di tale processo sono stati dapprima la Guerra Sociale (91-88 a.C.), tra Roma e alcuni dei suoi alleati italici, e successivamente una serie di guerre civili, tra i principali capi politici dello stato romano, nel corso del I secolo a.C.

Bibliografia essenziale: VERMEULEN 2017.

Roman colonization and early urbanisation

The central Adriatic territory was conquered by Rome in the first half of the 3 rd century BC, between the battle of Sentinum (295 BC) and the almost full annexation of the land of the Picentes in 264 BC. The State initially controlled the land and its people by way of a series of Latin and Roman colonies.

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This military annexation had no drastic impact on the Italic populations living in the area. The creation of the new town centres on or near the Adriatic coast during first decades after the conquest (e.g. Ariminum/Rimini, Sena Gallica/Senigallia, Firmum/Fermo) did not directly change the organisation and occupation of the valleys which were not affected by this initial military wave. Nevertheless, the creation of a road system linking the colonies to Rome, and the organisation of collection points for taxes, markets and harbours, would gradually alter the life of the allied population centres and their territories.

Everything accelerated when a process started of populating the wider conquered central Adriatic territories directly possessed by Rome with viritane colonists, soon after the vote in 232 BC in the Roman senate of the lex de agro Gallico et Piceno viritim dividundo. Together with the opening of the Via Flaminia in 220 BC, and thereafter the development of important diverticula from this road, this created the definitive conditions for full rural infill by newcomers in this region. This would eventually also lead to roadside village formation in the inner valleys and to the creation by Rome, after the passage of Hannibal in the early 2nd century BC, of a series of colonies for Roman citizens on or near the coast, such as Pisaurum (Pesaro), Potentia (near Porto Recanati) and Auximum (Osimo).

The process of Romanization continued in the 2nd century with the arrival of huge numbers of settlers in inland villages. When in the 1st century BC they were joined by large groups of army veterans, the many small- and medium-sized colonies and new municipia of this region were thoroughly transformed and monumentalized, creating a very dense urban landscape.

With the exception of the very high mountainous areas, the whole central Adriatic region saw in the generations leading up to the reign of Emperor Augustus (27 BC-AD 12) the creation of a dense network of central settlements which deserve to be called ‘urban’ according to Roman standards. Between Rimini on the edge of the Po plain and Atri in northern Abruzzo, and between the Apennines and the sea, more than 40 population centres could now be called (small) “cities”. This meant that they owned structures for autonomous political institutions (e.g. curia, comitium, basilica, …), had a market-place (forum) around which most of the settlement’s political, religious and commercial architecture was assembled, and a territory that was exploited from the town centre. The events that triggered all this were first the Social War (91-88 BC), between Rome and certain of its Italic allies, and thereafter a series of civil wars between the main political leaders of the Roman state, in the course of the 1st century BC.

Essential bibliography: VERMEULEN 2017.

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Fig. 7 Insediamenti a carattere urbano e strade romane principali altorno a 150 a.C. nel’Italia centro-adriatico / Settlements with urban character and main Roman roads around 150 BC in central Adriatic Italy.