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Gli spazi degli dei La religione svolgeva un ruolo primario nella vita quotidiana dei romani. Le città e i loro abitanti più facoltosi eressero templi e altari in onore delle diverse divinità, per garantire la protezione e la prosperità del centro urbano e dei suoi immediati dintorni. Tramite scavi, grazie al rinvenimento di statue o iscrizioni, e in particolare attraverso le recenti indagini di fotografia aerea e alle prospezioni geofisiche, vari siti religiosi sono stati localizzati all’interno e nei pressi delle città della valle del Potenza. Almeno otto nuovi templi sono stati rinvenuti, attreverso indagini non invasive, nei pressi dei fori delle città romane della valle, così a Ricina, Trea e Septempeda. Importanti siti cultuali sono stati anche individuati in alcune aree all’esterno del perimetro delle mura urbiche, come un enigmatico vasto complesso porticato con una struttura centrale (una piattaforma per un altare ?) a Septempeda ed un piccolo edificio dalla classica pianta templare alla periferia di Ricina. Si presentano qui brevemente le principali scoperte, procedendo dall’alta alla bassa valle. Poco distante dalla moderna San Severino Marche, sul sito dove si sarebbe sviluppata la città romana di Septempeda, doveva esistere, all’epoca dei Piceni, un santuario legato alle proprietà guaritrici dell’acqua, impiantato, in corrispondenza di una sorgente, ai piedi di un’area in leggero pendio, posta su un terrazzo fluviale che si affaccia sul fondo della valle. Possiamo supporre che qui, come altrove in Piceno e nell'Umbria orientale, santuari veri e propri non siano attestati fino al V secolo a.C., ma che si trattasse inizialmente di semplici piattaforme prive di copertura e di pozzi votivi, nominati come “sacella” dalle fonti romane successive. Per questo motivo, i siti a valenza cultuale dell’età del Ferro sono difficili da individuare archeologicamente e, al di fuori dei contesti funerari, le nostre sole evidenze sono rappresentate dai depositi votivi che sono stati rinvenuti nel territorio. Nel Picenum, come in altre regioni italiche, questi si localizzano normalmente a distanza degli insediamenti e delle relative necropoli, non costituendo di per se stessi elementi marcatori dei confini territoriali. Ciò non esclude che la struttura a forma di piattaforma rettangolare, ampia circa 29 x 17 m, rinvenuta al limite della città romana di Septempeda, fra il 2005 e il 2010, grazie alla fotografia aerea e alle prospezioni geofisiche, possa essere considerata una traccia materiale del santuario piceno che si suppone sia stato all’origine dell’insediamento urbano. Questa struttura venne, in una qualche fase costruttiva, circondata da un portico che delimitò un enorme spazio rettangolare di 88 m di

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Gli spazi degli dei

La religione svolgeva un ruolo primario nella vita quotidiana dei romani. Le città e i loro abitanti più facoltosi eressero templi e altari in onore delle diverse divinità, per garantire la protezione e la prosperità del centro urbano e dei suoi immediati dintorni. Tramite scavi, grazie al rinvenimento di statue o iscrizioni, e in particolare attraverso le recenti indagini di fotografia aerea e alle prospezioni geofisiche, vari siti religiosi sono stati localizzati all’interno e nei pressi delle città della valle del Potenza. Almeno otto nuovi templi sono stati rinvenuti, attreverso indagini non invasive, nei pressi dei fori delle città romane della valle, così a Ricina, Trea e Septempeda. Importanti siti cultuali sono stati anche individuati in alcune aree all’esterno del perimetro delle mura urbiche, come un enigmatico vasto complesso porticato con una struttura centrale (una piattaforma per un altare ?) a Septempeda ed un piccolo edificio dalla classica pianta templare alla periferia di Ricina. Si presentano qui brevemente le principali scoperte, procedendo dall’alta alla bassa valle.

Poco distante dalla moderna San Severino Marche, sul sito dove si sarebbe sviluppata la città romana di Septempeda, doveva esistere, all’epoca dei Piceni, un santuario legato alle proprietà guaritrici dell’acqua, impiantato, in corrispondenza di una sorgente, ai piedi di un’area in leggero pendio, posta su un terrazzo fluviale che si affaccia sul fondo della valle. Possiamo supporre che qui, come altrove in Piceno e nell'Umbria orientale, santuari veri e propri non siano attestati fino al V secolo a.C., ma che si trattasse inizialmente di semplici piattaforme prive di copertura e di pozzi votivi, nominati come “sacella” dalle fonti romane successive. Per questo motivo, i siti a valenza cultuale dell’età del Ferro sono difficili da individuare archeologicamente e, al di fuori dei contesti funerari, le nostre sole evidenze sono rappresentate dai depositi votivi che sono stati rinvenuti nel territorio. Nel Picenum, come in altre regioni italiche, questi si localizzano normalmente a distanza degli insediamenti e delle relative necropoli, non costituendo di per se stessi elementi marcatori dei confini territoriali. Ciò non esclude che la struttura a forma di piattaforma rettangolare, ampia circa 29 x 17 m, rinvenuta al limite della città romana di Septempeda, fra il 2005 e il 2010, grazie alla fotografia aerea e alle prospezioni geofisiche, possa essere considerata una traccia materiale del santuario piceno che si suppone sia stato all’origine dell’insediamento urbano. Questa struttura venne, in una qualche fase costruttiva, circondata da un portico che delimitò un enorme spazio rettangolare di 88 m di larghezza (e dalla lunghezza ancora non definibile). Poichè tale complesso monumentale è sicuramente precedente alla costruzione delle mura di II o I secolo a.C., che lo relegano all’esterno del loro circuito, esso sembra assimilabile ad un grande santuario costruito secondo prototipi ellenistici, sul modello di quello di Monterinaldo, vicino a Firmum Picenum. Indagini pregresse avevano già rivelato la presenza di un importante luogo di culto nei pressi dell’area centrale della città di Trea. I resti di un tale complesso, identificato con un santuario dedicato alle divinità egizie di Iside e Serapide, furono scoperti sotto il campanile del santuario del SS. Crocifisso, oggetto degli scavi dell'Università di Macerata negli anni '80 del secolo scorso. Tale interpretazione si basa sulla scoperta di una testa marmorea raffigurante Serapide, di varie piccole statuette egizie, nonchè di un’iscrizione del II secolo d.C. (CIL IX 5652) menzionante il tempio della “Domina” (la dea Isis). La bellissima testa marmorea e una parte del corpo, appartevano ad una grande statua di Serapide di età adrianea, oggi conservati al museo comunale di Treia. Gli scavi hanno dimostrato che diversi ambienti del santuario, lungo lo stesso orientamento dei quali si impiantarono i successivi edifici del monastero, avevano pavimenti a mosaico e un sistema di condotte acquifere afferenti ad una serie di bacini e cisterne. Il principale tempio al centro della città è stato, invece, individuato durante le indagini di fotografia aerea condotte dal team del progetto PVS. In posizione assiale rispetto al lato corto orientale della piazza forense è stato, infatti, individuato un edificio dalla forma rettangolare ampio circa 20 x 10 m. La sua localizzazione rende facile la sua interpretazione come tempio capitolino, dalle strutture di fondazione chiaramente ripartite, fra un profondo pronao e una cella con suddivisioni interne per

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l’alloggiamento delle diverse statue delle divinità venerate, e accessibile tramite una scala. Per Trea ci sono evidenze epigrafiche che testimoniano i culti di Minerva, Victoria, Serapis, Domina, cioè Isis e l’imperatore. Ed è possibile che a quest’ultimo sia stato in un certo momento dedicato il tempio nel foro.

Al centro delle città romana di Ricina, in una zona a nord del piccolo agglomerato di Villa Potenza, il team del progetto PVS ha individuato, nell’ambito di alcuni campi arati, un’area templare. Questa è stata dedotta sulla base della tipica planimetria, di alcuni resti in situ di muri in opera cementizia, nonchè di vari pregevoli frammenti di decorazioni architettoniche raccolti tramite ricognizioni di superficie. La pianta definisce un ampio edificio di forma rettangolare, orientato NO-SE e situato pressochè al centro di un recinto (ampio circa 90 m). Questo doveva essere il principale tempio di Ricina, disposto perpendicolarmente al decumanus maximus e probabilmente situato al limite meridionale della piazza forense. La localizzazione topografica del foro non solo posizionerebbe il grande tempio in luogo dominante, sull’asse della piazza, ma indurrebbe a creare un collegamento fra la zona forense e l’area del teatro e dell'anfiteatro, riferendo allo stesso piano programmatico la definizione dei principali spazi funzionali nel cuore della città. Non sappiamo a quale dio il santuario fosse dedicato, ma testimonianze epigrafiche citano luoghi di culto in città dedicati ad Augusto, Giove e Mercurio.

Infine, a Potentia, abbiamo già descritto il podio del tempio messo in luce ad est del foro (vedi supra). Questo santuario tardo repubblicano era decorato con lastre di terracotta nella sua parte superiore. In età augustea, il tempio fu interessato da una seconda fase costruttiva, nel corso della quale fu cinto da un portico. Ma secondo le più recenti indagini non invasive questo non era il principale luogo di culto cittadino, e il podio trovato vicino al lato corto nord della piazza del forum potrebbe suggerire la posizione di un santuario grandioso. Solo futuri scavi potranno determinare quale fosse la sua effettiva funzione e la data di costruzione.

Bibliografia essenziale: FABRINI 1990; LANDOLFI 2003; PERCOSSI SERENELLI, BUDINI ET ALII 2001; VERMEULEN 2017.

Fig. 41 Immagine di prospezione geofisica del santuario extra-murale di Septempeda/ Image of geophysical prospection of the extra-mural sanctuary of Septempeda

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Fig. 42 Testa di Serapide da Trea/ Head of Serapis from Trea

Fig. 43 Veduta aerea di tracce di vegetazione dai resti sepolti di un tempio extra-murale Ricina/ Aerial view of vegetation traces from the buried remains of an extra-mural temple in Ricina

Places for the gods

Religion played a major role in the daily lives of the Romans. Towns and its affluent citizens erected temples and shrines for the various gods to ensure the protection and the prosperity of the town and its immediate surroundings. Old and recent excavations and surviving statuary or inscriptions, but especially recent aerial photography and geophysical research, have allowed for locating various religious sites in and around the main towns of the Potenza valley. At least eight temples were

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discovered via non-invasive fieldwork near the forum of the Roman towns in the valley, such as those of Ricina, Trea and Septempeda. Important religious sites were also revealed in the extra-mural parts of the towns, such as a very enigmatic large complex with portico and central structure (platform for an altar?) at Septempeda and a small temple on the outskirts of Ricina. Let us review briefly the most important discoveries from upper to lower valley.

Just outside modern San Severino Marche, where the Roman town of Septempeda would develop, there probably existed in Picene times a healing water sanctuary on the spring-line at the foot of a small promontory overlooking the valley floor. We can assume that, as elsewhere in Picenum and eastern Umbria, no building structures occur on sanctuaries until the fifth century BC, but possibly only simple unroofed platforms and votive pits were created, to be seen as the sacella of later Roman sources. Therefore, cultic activities in Iron Age non-funerary contexts are difficult to identify archaeologically and our only evidence are votive deposits across the landscape. In Picenum, as in other Italic regions, they are normally strategically located at a distance from settlements and cemeteries, not seldom demarcating the limits of territories. It is not excluded that the large and rectangular platform type of structure of some 29 x 17 m, found between 2005 and 2010 through aerial photography and geophysical survey, at the edge of the Roman town of Septempeda is to be interpreted as a materialisation of the presumed Picene sanctuary that was at the origin of the urban development here. This structure was at some moment of its development surrounded by a monumental portico creating an enormous rectangular space of 88 m wide (and still unknown length). As this monumental structure predates the building of the Roman city wall in the late second or first century BC, which left it extra muros, it looks very much like a large sanctuary built according to Hellenistic prototypes, such as the sanctuary at Monterinaldo near Firmum Picenum. Once the town of Septempeda was fully urbanized other temples were possibly built within its walls, such as is suggested by some traces on aerial photographs near the north-western corner of the forum.

Older research had already revealed an important sanctuary near the centre of Trea. The remnants of such a complex were discovered under the bell tower of the sanctuary of SS. Crocifisso and partly excavated by the University of Macerata in the 1980s. It can be considered as an Egyptian sanctuary for Isis and Serapis. The discovery of a marble head of Serapis and a number of smaller Egyptian statuettes, as well as a second century AD inscription (CIL IX 5652) that mentions the temple of the “Domina” ( the goddess Isis), can lead to the interpretation that this foreign cult was practiced here. The beautiful marble head and part of the body belonged to a large statue of Serapis of Hadrianic age, now displayed at the municipal museum of Treia.The excavations gave evidence that several sanctuary rooms, with the same orientation as the later monastery buildings, contained mosaic floors as well as a system of aqueducts leading to a series of basins and cisterns. The main temple of the city was however found during the aerial photography operations by the PVS team. Centrally placed on the eastern short side of the forum is the configuration of a rectangular and axially placed building of some 20 x 10 m. Its position facilitates a determination that it is a temple of the capitolium type. The podium building is clearly subdivided in an approach with stairs, a deep pronaos and a cella with internal infrastructure for the statuary of the venerated deity. For Trea there is epigraphic evidence of the cults of Minerva, Victoria, Domina-Isis and the Emperor. It is possibly to the latter that this temple was at some time dedicated.

In the central part of Ricina, in an area to the north of the small agglomeration of Villa Potenza, the PVS team were able to distinguish a temple precinct in the crops of some arable fields. This can be deduced from its typical plan, some above ground in situ remains of concrete walls with opus caementicium and from a series of typical surface finds, such as marble fragments with fine decorations. The plan suggests a large rectangular building, orientated NW-SE and placed almost centrally within a precinct (circa 90 m wide). This was probably the main temple of Ricina, perpendicular to the main decumanus and possibly bordering a forum square on its south. Locating the forum in this way, would not only place the detected grand temple in the axis of the plaza, but

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would also link this sanctuary and square to the grandiose setting of theatre and amphitheatre, creating a formidable architectural complex in the heart of the town. It is not known to which god the sanctuary was dedicated, but epigraphic evidence mentioning Augustus, Jupiter and Mercury are known from the town.

Finally at Potentia, we have already described the podium temple excavated east of the forum (see above). This late Republican sanctuary was decorated with stylish terracotta plates on its upper parts. The temple was rebuilt and surrounded by a monumental portico during the reign of Augustus. According to the new surveys this temple was probably not the most important one in town, and the podium found near the northern short side of the forum plaza could well suggest the location of a grandiose sanctuary. Only excavations can reveal its significance, date and character.

Essential bibliography: FABRINI 1990; LANDOLFI 2003; PERCOSSI SERENELLI, BUDINI ET ALII 2001; VERMEULEN 2017.