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• I fase del “secondo stile” (fine II-inizio I secolo a.C.)

Glanum parete chiusa

Siamo nelle province ed importanti testimonianze della prima fase del 2°stile provengono da complessi edilizi di Glanum, gallia narbonense, Francia. In particolare la casa di Sulla conserva delle tracce di ortostati nella decorazione del cubicolo D. la ricostruzione grafica permette di cogliere le differenze decorative tra anticamera ed alcova, è proprio la colonna ionica a scandirne il passaggio, la cornice è differente ed è elemento di separazione tra zona mediana e zona superiore. La parte superiore è organizzata da filari di bugne, disposti diversamente a seconda dell’anticamera e dell’alcova, termina con cornice modanata e mensole prospettiche.

• Fase intermedia del “secondo stile” (metà del I secolo a.C.)

Villa di Settefinestre sfondamento

Vicino Grosseto. Decorazione di oecus, ambiente 12. Pilastri su alto podio scandiscono la superficie in 3 settori, all’interno delle quali son rappresentate 3 edicole, la centrale è frontale, le 2 laterali in fuga prospettica. Scenografia diventa genere. Queste strutture hanno sul fondo 3 porte, terzo livello di profondità della scena. L’insieme architettonico è arricchito poi da elementi accessori, ghirlande, acroteri, vasi di vetro. Allinearsi nella fase centrale del secondo stile, databile subito dopo metà del I a C che, a differenza della parete chiusa, tipico della prima fase, vede il diffondersi di composizioni articolate in giochi di prospettiva, fino a d arrivare ad uno sfondamento verso ulteriori spazi architettonici o vedute paesaggistiche o scene mitologiche.

• Secondo stile” maturo Magdalensberg austria

un altro complesso pittorico proveniente da una regione alpina testimonia l’altissimo livello tecnico e la ricchezza del patrimonio figurativo delle maestranze itineranti chiamate a decorare i complessi

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residenziali di facoltosi committenti, mercanti italici, stanziatisi in aree periferiche, e i quali aspirano ad un elevato decorativismo nelle proprie domus.

Edificio dipinto intorno al 20 ac. Dai frammenti si son ricostruite due scene, una mitologica e una bucolica inserite all’interno di uno schema architettonico ormai disgregato, con un’interpretazione ormai in chiave ornamentale. profondità ridotta da pannelli neri, ma ci avviciniamo alla ricerca di vivaci contrasti cromatici tipica del terzo stile.

La pittura nell’età augustea e giulio-claudia

Età augustea: fase di rottura e di rielaborazione delle decorazioni parietali negli spazi domestici

• Apparizione intorno agli anni 20 a. C. delle forme ornamentali dl c.d. “terzo stile”, aspramente criticate nel VII libro del De Architettura da Vitruvio per il loro carattere irreale e per la loro mancanza di legame funzionale con l’ architettura.

• Definizione degli elementi di un’arte aulica, attestata in numerose residenze imperiali edificate dopo la vittoria di Azio, che funge da modello per le abitazioni appartenenti a diversi strati sociali

• Riappare arte funeraria, affievolita fine II AC 1° stile-

Definizioni di un’arte aulica : le residenze imperiali sul PalatinoLa casa di augusto era costruita su terrazze disposte sul pendio che scendeva verso la valle del circo massimo, su una superficie di 12000 metri. La residenza includeva la casa della moglie Livia e del suo primo sposo Tiberio Claudio nerone. Una rampa metteva in comunicazione la residenza col tempio di apollo.

Dipinti furono eseguiti intorno al 30 a C. fase finale 2° stile, muri tendono a rinchiudersi, l’impianto architettonico, più esile, serve a mettere in evidenza i pannelli figurati al centro della parete. Policromia più discreta.

Apollo citaredo, Augusto è apollo, frammento di intonaco, fondo azzurro delimitato da palmette. Apollo seduto sul trono accanto al quale si erge l’onfalos rosso, coperto da rete bianca. La faretra è a riposo, dietro schiena, con la sinistra brandisce una cetra ornata di nastri e posata sul ginocchio. Boccoli lungo il corpo nudo. Riprende l’iconografia della celebre statua di Leocares situata nella cella del tempio nei pressi della Casa di Augusto. Gli Accostamenti cromatici derivano dalle ricerche della pittura macedone (scene di caccia da Verghina e soffitto con anthemia da Mieza).

Casa di Augusto e Casa di Livia

Dipinti della fase finale del “secondo stile” eseguiti intorno al 30 a.C.• I muri tendono a rinchiudersi • L’impianto architettonico, divenuto più esile e caratterizzato da ritmi regolari e simmetrici, serve a

mettere in evidenza i pannelli figurati disposti al centro della parete• La policromia si fa più discreta e fa risaltare le raffigurazioni

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Casa di livia Finto portico ornato con ghirlande, rese con grande senso plastico, che proseguono la tradizione fissata agli inizi del I sec. a.C. (cfr. Solunto)Paesaggio monocromo tipico del “secondo stile” (cfr. Boscoreale e Oplontis): piccole figure rese con tocchi di colore bruno e beige; la profondità di campo, nella sapiente composizione spaziale degli elementi architettonici, è resa con la rappresentazione in scala e la diversa precisione dei contorniTablinum, Prigionia di Io Il paesaggio è evocato, come nella pittura ellenistica (cfr. la caccia della Tomba di Filippo), dalla colonna centrale

La pinacoteca della villa della Farnesina

La presenza di quadri fittizi posti al centro delle pareti domestiche è una caratteristica delle prime decorazioni parietali augustee ed è uno dei segni più chiari della novità della pittura del periodo.La parete riproduce una collezione di dipinti, caratterizzati da un diverso stile pittorico, che evoca la decorazione di un santuario e il tema augusteo della pietas. Vi sarebbe un’allusione esplicita all’attività politica e culturale di Agrippa, probabile proprietario della villa, che si impegnò nella restituzione delle opere d’arte alla fruizione pubblica fino ad allora celate in collezioni privateLa decorazione della villa testimonia le varie modalità in cui venivano esposti i dipinti. Essi potevano essere:

• appesi• appoggiati su colonne • inseriti nelle pareti• Studius e l’ “invenzione” del paesaggio

I paesaggi e le pitture di giardini, che vengono inseriti al centro delle pareti, sono un altro elemento caratteristico dell’arte augustea. Secondo Plinio il Vecchio (N.H., XXXV 116-117) Studius fu il primo a ad inserire scene paesaggistiche e di genere centrate sulle varie attività umane

Il rifiuto delle finte architetture Il c.d. terzo stile pompeiano (fine I sec. a.C. – prima metà I sec. d.C.)

• Rifiuto delle finte architetture

• Tendenza al decorativismo

• Grandi superfici piane colorate al centro delle quali spesso vi sono pannelli figurati

• Le colonne si riducono a esili fusti o candelabri

• Le rappresentazioni prospettiche sono relegate nella parte superiore della parete

• Generale gusto classicista sia nella sintassi decorativa che nella esecuzione ornamentale

Boscotrecase, Villa di Agrippa Postumo Affresco realizzato nel c.d. terzo stile 10-20 d.C.

Dalla stanza nera, parete nord Motivo egittizzante

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Dalla stanza rossa Paesaggio sacro.

Proseguendo una tendenza già adottata nella villa farnesina, ogni stanza ha un colore dominante che condiziona la ripartizione cromatica delle parti secondarie della decorazione. Nella stanza nera candelabri sorreggono piccoli pannelli nei quali son rappresentati scene di stile egittizzante . nella stanza rossa il pannello centrale presenta una rappresentazione idillico-sacrale su fondo bianco.

Caratteristica del terzo stile è il rifiuto delle finte architetture con l’uso di superfici piane e colorate da tinte vivaci e ornate nella loro parte centrale di grandi pannelli figurati. Le colonne si riducono ad esili fusti, spesso vegetalizzati, o si trasformano in candelabri che finiscono per caratterizzare tutto uno stile. Le tracce di rappresentazioni in prospettiva si conservano solo nella parte superiore della parete ma la loro esilità e delicatezza ne accentuano l’aspetto irreale.

Nel terzo ambiente, probabilmente una stanza bianca, abbiamo nell’edicola delle scene mitologiche, dove l’elemento paesaggistico predomina. Perseo e andromeda ad esempio. Con sfondi caliginosi che permettono di inserire altri episodi del racconto.

Villa di agrippa postumo Rielaborazione paesaggistica dei quadri in stile classicheggiante della fine del “secondo stile” (cfr. Casa di Livia).

La composizione si sviluppa intorno ad un motivo centrale che si staglia su un fondo caliginoso dai toni diafani.

Tale sintassi compositiva permette di inserire altri episodi del racconto mitico (l’arrivo di Perseo presso Cefeo) e rende il paesaggio il supporto di una rappresentazione narrativa

Villa imperiale L’interesse paesaggistico predomina nelle scene mitologiche. Personificazione promontorio è la figura femminile, Morte di Icaro.

Pompei, Casa del Frutteto Affresco realizzato nel c.d. terzo stile Con dedalo e Icaro, come Villa Imperiale Pompei

COPIE DI DIPINTI CELEBRI

DUE DONNE identiche appaiono a sinistra di un dipinto e di Ercolano e proveniente dalla casa dei dioscuri, testimonianza dell’esistenza di modelli comuni, soprattutto ispirati a cicli epici e alle biografie eroiche, perseo, teseo, achille..ecc

Il pittore di ispirazione proposto è Nicia di Atene, contemporaneo di apelle, dunque rielaborazione e diffusione dei modelli greci nella società romana.

DIFFUSIONE DEL TERZO STILE A ROMA

PROGRESSIVA RIDUZIONE DEGLI ELEMENTI ARCHITETTONICI E PERDITA TOTALE DI ILLUSIONE PROSPETTICA EVIDENTI Già NELLA FASE TARDA DEL SECONDO STILE.

• Mancanza di profondità

• Ridotto accenno prospettico

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• Rigore composititivo nella scansione parietale

• Sobrio calligrafismo nei motivi ornamentali

• Utilizzo di pochi colori di forte contrasto

1) Roma, via Flavia. Ambiente absidato DI UN EDIFICIO RESIDENZIALE. . Fine I sec.a.C- inizi I sec. d. CL’AFFRESCO conservava lo zoccolo in rosso cinabro, i cui rettangoli si alternano a pallide ghirlande. I primi son decorati ai lati da riquadri gialli e son costituiti da cornici bianche sottili, al centro recano un quadretto azzurro con motivi animalistici.mancanza profondità caratterizzante le colonne che separano le campiture nere. Notiamo tutti i punti esposti sopra.

Castel di Guido, villa extraurbana. Primo quarto del I sec. d. C.

Altro esempio di terzo stile. dal libro vediamo la zona superiore, a fondo bianco, elementi vagamente architettonici, organizzazione sapiente della scansione parietale dove compaiono eroti, figure dionisiache all’interno di strutture a tholos, satiri e menadi, coppie di uccelli. Pochi colori di forte contrasto, zoccolo nero, rossa la zona mediana e bianca la superiore, elementi architettonici privati però della funzione strutturale.

Testimonianze del “terzo stile” nella Cisalpina

Aquileia, torre di Pordenone.

L’adesione al “terzo stile” si manifesta con:

• il ricorso ad un repertorio ornamentale ricco di motivi vegetali resi in maniera calligrafica e con effetti luministici

• l’inserimento di elementi riconducibili alla moda egittizzante

• la limitata definizione spaziale dei soggetti raffigurati

• Forte risalto plastico delle figure ottenuto attraverso un pieno dominio del contrasto chiaroscurale. Gli effetti luministici e la capacità di creare volumi e incarnati attraverso sfumature di toni riconducono alle scoperte pittoriche della fine del IV sec. a.C. (cfr. Battaglia di Alessandro).

Sirmione, Grotte di Catullo, villa. Paesaggio con scena di pesca. Età augusteo-tiberiana imbarcazione a remi e una a vela, con equipaggio che è intento ad avvicinarsi alla costa, maestranze ben esercitate nella pittura di paesaggio, realizzato qui con pennellate veloci ed essenziali, attente agli effetti di ombra e luce sulla superficie dell’acqua, si intravede anche in altri frammenti, giovane pensatore con volumen,un poeta forse, anche catulloo forse, testa femminile con colore a macchia.

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Testimonianze di “terzo stile” maturo dall’area vesuviana

Pompei, Casa del Frutteto, cubicolo nero nei triclini estivi e nelle camere da letto si trovano le più belle decorazioni di giardini di Pompei. Gli elementi vegetali si distaccano su un fondo nero, mentre nella zona mediana abbiamo balaustre e fontane,

Pompei, Casa del Bracciale d’Oro, triclinio estivo luogo in cui la precisione del disegno ci permette di identificare specie animali, e dove quadretti su pilastri, stilopinakia, con divinità egizie si aggiungono a maschere sospese per dare una tonalità esotica e dionisiaca. La volontà di suggerire un’atmosfera alessandrina è espressa anche dalla presenza nella stessa casa del quadro raffigurante le nozze di Alessandro e rossane, o Statira.

Abbiamo anche piccoli quadri sorretti da candelabri. Molto riusciti dal punto di vista tecnico. Sono vedute naturalistiche realizzate con maestria dei giochi chiaroscurali . veduta di un porto, Stabia.

Pompei, paesaggio bucolico. Scena di ispirazione più tradizionale, che creano un genere, il paesaggio idillico sacrale, testimonianza durevole della nuova pietas propagandata da augusto.

Dall’epoca di Claudio vi è un cambiamento nel gusto classicheggiante del “terzo stile” che troverà il suo pieno esito nel “quarto stile” neroniano. Ciò è evidente nei sistemi decorativi caratterizzati da

• l’esaltazione dei valori plastici

• la rottura dei ritmi lineari e simmetrici

• tendenza alla creazione di fittizie prospettive architettoniche

• dinamismo delle forme architettoniche

• accentuazione dell’impressionismo pittorico e della policromia

Attestazioni di “terzo stile” maturo nelle province Motivi vegetali, cromatismo vivace

Quarto stile nelle città vesuviane

In una casa dell’insula 12 l’eruzione ha addirittura interrotto alcuni pittori allo’opera, lasciando tracce dei loro strumenti di lavoro, il compasso che permetteva la messa in scala dei motivi, il mortaio per macinare i colori che son stati rinvenuti in 57 coppette, alcuni pronti per essere stesi con coloranti già amalgamati a leganti organici, altri erano ancora puri, o destinati ad una tecnica a fresco. Si individuano 7 tonalità, arancio, bianco, blu, giallo, nero, rosso e verde. Ovviamente le mescolanze davano luogo a tante sfumature.

Rispetto allo stile precedente infatti:

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gli effetti pittorici nella resa dei personaggi come nella colorazione degli sfondi si intensificano;

accanto ai contrasti di rosso e di nero o alle superfici bianche caratteristiche dell’epoca augustea, i pannelli gialli si moltiplicano;

i bordi decorativi divengono dei veri e propri ricami.

Pompei, Casa dei Vettii Affresco del c.d. quarto stile con finta pinacoteca 62-79 d.C.

Triclinio settentrionale finta pinacoteca= fondo rosso su cui si distaccano delle megalografie. Enfasi nella costruzione dei corpi, le espressioni stereotipate dei volti dagli occhi sbarrati si allontanano dall’idealizzazione classica per evocare tratti più particolari. Si moltiplicano le visioni prospettiche alla maniera del 2° stile, canestri e maschere come accessori decorativi, scenografia ripresa del 2 stile. Motivi mitologici dei quadri, ercale che strangola i serpenti, la punizione di issione, il primo uomo che si sporcò le mani con il sangue di un congiunto, il suocero. Zeus mosso a pietà lo invitò sull’olimpo dandogli posto al tavolo degli dei, Qui cercò di sedurre Era e Zeus per metterlo alla prova, plasmò una nuvola, nefele, che significa appunto nuvola in greco, a somiglianza di Era e issione con questa giacque. Zeus lo condannò per l’eternità nel Tartaro legato ad una ruota rovente che girava senza posa su se stessa. Nefele diede vita a un figlio mostruoso, Centauro che diede inizio alla stirpe dei centauri. Si vede la ruota a sinistra del quadro.

Nord peristilio, oecus q = candelabro con scena cultuale. Pannelli rossi animati da coppie che sembrano fluttuare su bande nere verticali ornate di candelabri, questi assicurano il legame con lo zoccolo, sempre nero, e la banda ornata da amorini in compagnia di Psychai impegnati in diverse attività ludiche o lavorative: vendemmia, tintoria, profumeria, oreficeria. Sceme mitologiche si alternano a Psychai che raccolgono fiori.

MOTIVI DECORATIVI

• Nature morte e giardini Pompei, Necropoli di Porta Vesuvio, Tomba di C. Vestorius Priscus

• Paesaggi immaginari Pompei, Casa dello Scultore, Scena nil

• Ritratti Ritratto di fanciulla, saffo, Dioniso e Menade. Gusto della clientela per il ritratto di tradizione ellenistica. Tratti realistici.

• Scene di genere e scene cultuali stabia Attori e musicisti ambulanti; Ercolano culto isiaco, Pompei. Bacco e vesuvio

• Cronache della vita quotidiana bottega di fornaio e rissa all’anfiteatro, Pompei

• Un’antologia di stili e maniere

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L’EVOLUZIONE DEL “QUARTO STILE” IN CISALPINA E NELLE PROVINCE

• Assenza delle elaborazioni architettoniche fantastiche

• Riduzione della parete ad un gioco di pannelli monocromi delimitati da bordure ornamentali

• Attenzione alla decorazione degli scomparti inseriti tra i pannelli: INTERPANNELLI

• Predilezione dello Schema a Candelabri

• Diffusione del TAPETENMUSTER

Brescia, Domus di via Trieste INTERPANNELLI

Colonia, Edificio residenziale SCHEMA A CANDELABRI

Narbonne, Maison à Portiques du Clos de la Lombarde ILLUSIONISTICHE VEDUTE DI GIARDINO

MENTRE IN ITALIA si assiste al recupero, come 2°stile, dei motivi architettonici che tornano ad essere l’elemento di partenza nella costruzione del sistema parietale, rielaborati sotto un illusionismo fantastico, qui in occidente e a nord dell’impero le rielaborazioni architettoniche sono assenti e le testimonianze denunciano una riduzione dello spazio parietale a un gioco di pannelli monocromi delimitati da bordure ornamentali.

Tendenza di decorare gli interpannelli,, tra un pannello e l’altro della zona mediana, appare visibile in cisalpina, a <brescia, area scavata in Via trieste , di cui abbiamo ipotesi ricostruttiva per scarsità di frammenti. Su di un plinto di 11 cm si imposta uno zoccolo di 50 cm decorato da meandri. Al di sopra si snoda una predella con motivi animali, la zona mediana poi, vede una successione di pannelli intervallati da stretti scomparti occupati da candelabri conclusi da piccoli pinakes. Dunque lo schema è concepito con campiture piatte prive di sfondamenti prospettici, rimanda alle tendenze del 3°stile, e la dominanza cromatica di rosso e giallo rimandano alla fase iniziale del 4 stile, metà I d C.

COLONIA, EIDFICIO RESIDENZIALE antica Colonia capitale della germania inferior. La zona mediana è costituita da una serie di pannelli a fondo rosso delimitato da colonnine con capitelli corinzi e da cornici architettoniche. Interpannelli su fondo nero, di cui quello centrale si differenzia da quelli laterali per una larghezza doppia e sviluppo decorativo autonomo, i laterali son occupati da candelabri ad ombrello sostenenti coppie di figure, personaggi alati, cigni, sirene, e figure singole nella sommità, Dionso per esempio,la zona superiore è molto più stretta e vede un fregio su fondo nero organizzato con una squenza di ghirlande, cigni, pinakes e maschere. Evidente lo schema a candelabri.

Narbonne, Maison à Portiques du Clos de la Lombarde ILLUSIONISTICHE VEDUTE DI GIARDINO

Capitale della <narbonense. VANO D SECONDA METà I D C. sequenza di pannelli su fondo bianco decorati al centro da figure di amorini alati, gli interpannelli presentano una composizione tripartita con chiaro tentativo di sfondamento prospettico. Finestre con balaustra ed immaginario esterno evocato da un semplice alberello, zona inferiore interpannello e un’altra finestra aperta nell’interpannello superiore , con veduta esterna richiamata da 2 arbusti e un uccello appollaiato sul balcone. L’illusione prospettica viene

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però incriminata poi nell’inserimento nella parte centrale dell’interpannello di quadretti con scene di genere come un duello tra amorino e uno scoiattolo o un duello tra un satiro e un caprone.

Breno, Santuario di Minerva

Decisamente più ambiziosa è la decorazione dello zoccolo proveniente dal sito di Brenno, vicino brescia, dove son state ritrovate alcune strutture a ridosso di uno sperone roccioso in relazione probabilmente al santuario di Minerva date le dediche alla dea e le immagini di culto ritrovate nello scavo, un santuario di età flavia. Presentava un fregio a girali con rosoni centrali e probabilmente si interrompeva alla base della statua di culto inserita entro una nicchia nella zona parietale superiore.

Brescia, Domus dell’Ortaglia di Santa Giulia

Edificio metà I dc . zoccolo alto circa 30 cm vede superficie ancora strutturata in una sequenza di rettangoli su fondo nero e separati da fasce di color arancio, la zona mediana è suddivisa in rettangoli divisi in interpannelli ornati da erme, i quadretti recavano scene di genere su paesaggi o soggetti animalistici

Rimini, Domus di palazzo Arpesella

Motivo di rose su fondo azzurro distribuito su uno schema di linee oblique.

MEDIA ETA’ IMPERIALE. II D C

NEL CORSO DEL II D C assistiamo alla ristrutturazione della tipologia della casa che ora è documentata da dimore più modeste, occupate anche da ceti medi benestanti, i più complessi sistemi decorativi vengono esemplificati, per arrivare ad un linguaggio espressivo originale e creativo on la scomposizione e ricomposizione dei vecchi repertori di immagini. In questo 4 stile inventato dagli archeologi è compreso un gran numero di varianti che si configurano come continuazione del 3 stile.

Semplificazione dell’animazione architettonica Ripartizione parietale con risalto zona mediana, come 3°STILE MA RARO INSERIMENTO DI QUADRI

DI GRANDI DIMENSIONI Grande libertà di scelta del decoratore che estrapola e ricompone elementi 3 e 4 stile , effetto è di

non nuovo di già visto e di completamente diverso= destrutturazione di un sistema decorativo orientato verso la riduzione dell’apparato architettonico a semplice inquadramento e disinteresse per le scene mitologiche, che già nella domus aurea erano relegate in secondo piano.

La destrutturazione del sistema architettonico: Roma e Ostia

Una documentazione pittorica che ci permette di cogliere il rapporto di continuità tra produzione tardo flavia e periodo posteriore è offerta da alcuni ambienti di residenze lussuose sull’aventino, colle prima destinato alla plebe ma che fu conquistato dal patriziato durante il I secolo. si tratta di edifici mal esplorati ma le cui strutture in reticolato garantiscono con sicurezza una cronologia traianeo adrianea.

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• Domus presso il santuario di Giove Dolicheno sull’Aventino (età traianea-adrianea): tripartizioni parete attraverso esili elementi divisori, evidenti nella volta e nella lunetta, riquadri, rettangoli al centro dei campi a fondo bianco sottili tralci fioriti. Nella lunetta maschera di oceano è punto di partenza per tralci a volute nello spazio semicircolare

Nuovo gusto per una composizione ariosa, leggera, semplice. Forse reazione all’eccessiva pesantezza della decorazione di età flavia.

Alla domus della tradizione repubblicana, limitata a pian terreno, era subentrata a Roma, un’edilizia intensiva con complessi di abitazioni dette a insula, termine che definisce un blocco abitativo a più piani suddiviso in appartamenti, coenacula, da affittare separatamente. Questa è la soluzione adottata a ostia quando con lo sviluppo del porto traianeo si assistette all’incremento della popolazione, in particolare del ceto mercantile. ad ostia è documentata sia la casa a cortile porticato che sostituisce l’atrio con scale esterne che conducono ai piani superiori, sia il tipo con corridoio centrale e stanze ai due lati illuminate da finestre chiuse da vetri e con aree a giardino comuni. In media almeno a pian terreno in queste abitazioni erano presenti decorazioni e pavimentazione a mosaico, tranne in quelle casette tipo, davvero modestissime.

Significativa è ad Ostia la Casa delle Muse, nella Regio III che è l’insula più grande del quartiere delle case a giardino, presenta cortile porticato, contrariamente ad edifici della stessa tipologia, amb. V di rappresentanza (età adrianea).

Riservata a piano terra ad una sola famiglia, mancano i piani superiori accessibili da una scalinata esterna.

persistenza della tripartizione architettonica orizzontale e verticale della parete; esili architetture concentrate nello spazio ridotto tra i pannelli; figurine isolate di Apollo e delle Muse ‘galleggianti’ all’interno della superficie a colore pieno dei pannelli

nella stanza ciascuna parete è tripartita in senso orizzontale con zo nero, zona centrale e fascia superiore, e in senso verticale con colonne ioniche. Pannelli centrali gialli e laterali rossi al centro dei quali sulla parete principale son rappresentati apollo e due muse, le altre sei distribuite sulle altre 3 pareti.

Apparato architettonico è semplicemente inquadrato: in secondo piano compaiono leggere strutture fra colonne e pannelli, anche il registro superiore era occupato da scenografiche architetture. Nonostante l’inquadramento architettonico razionale si avverte la tendenza a chiudere la parete e a suggerire le prospettive solo dietro ai pannelli. Le figure poggiano su strisce di terra rappresentate in prospettiva, il corpo nudo di apollo risalta sul mantello verde e lo isola sul fondo giallo, leggera torsione e testa alzata sfila dalla faretra una freccia tenendo l’arco con la sinistra. Le muse son identificate con l’attributo, il globo per Urania e il rotolo per Polimnia. Tutte hanno la piuma in testa, il pittore contamina i mdoelli accostando le muse ad un apollo arciere. Le figure son sovraddipinte sul fondo che solo è ad affresco. Realismo volti. Contrasto colori.

Roma, domus (SIMBOLO DI AGIATEZZA) di P.zza Sonnino (150-160 d.C): contesto urbano e collocazione in dimora signorile > maggiore finezza di esecuzione rispetto agli es. ostiensi

gli elementi architettonici hanno esecuzione più precisa e accurata ma la correttezza della struttura architettonica non toglie astrattezza al complesso della decorazione: le architetture sono slegate da visione unitaria diventano esse stesse ‘frammenti di decorazione al pari delle figurine e degli oggetti volanti- SOLO INQUADRAMENTO- ALLA

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TRIPARTIZONE VERTICALE corrisponde la presenza di colonne ioniche scanalate, finestroni a fondo chiaro in cui si stagliano figurine volanti.

Ostia, Casa delle Volte Dipinte, cubicolo (età antonina): elementi pseudoarchitettonici di partizione della parete, privi di rilievo prospettico, diventano elementi modulari in una composizione paratattica (Joyce)

Ostia, Casa di Giove e Ganimede, tablino 27, parete di fondo (età tardo-antonina): perdita di organicità e mancanza di una sintassi logica, linee prospettiche sospese convergono sul quadro centrale; ricerca del contrasto cromatico con l’accostamento di superfici rosse, gialle, bianche, nere, senza passaggi intermedi. Prospettiva non ha relazione compositiva con gli altri elementi ed è messa in risalto dall’obliquità delle linee di fuga dell’inquadramento architettonico.

Ostia, insula di Giove e Ganimede, ambiente 33 “sala gialla” (tarda età antonina):

Le architetture, spesso incoerenti e sospese nel vuoto, diventano decorazione lineare a cornice di piccoli quadretti . sono solo le linee rosse su fondo giallo senza base di partenza con epistili sospesi nel vuoto.

. La pittura funeraria e il recupero del mito

progressiva divaricazione tra decorazione domestica e pittura funeraria evidente a partire dalla seconda metà del sec.: se nelle case le immagini sono schemi ornamentali, nelle tombe le immagini spesso a soggetto mitologico conservano valore espressivo, narrativo, simbolico.

Anche nelle tombe, come nelle case, al marmo è affidata l’espressione del lusso, mentre la pittura e lo stucco son confinati alle sole volte, dunque gli affreschi sulle pareti nelle tombe si trovano solo in quelle più modeste, ma il rito dell’inumazione comporta nei ceti più abbienti l’uso di quelli decorati sui quali si trasferisce il racconto per immagini personalizzato per ciascun defunto. Ci troviamo di fronte ad elementi depositari di una diversa consapevolezza. Nella decorazione funeraria il ricorso al mito sembra prima focalizzato sul ratto di ade e persefone, presente fin dal IV ac, allegoria della morte è un topos nell’arte romana e si esprime in pittura ma anche in mosaico. Al promessa pttenuta di persefone, di ritornare periodicamente sulla terra, addolcisce la brutalità del gesto che però è rappresentato nel suo aspetto più tragico e non sembra, almeno in ambito occidentale, funzionalizzato alla speranza di sopravvivere.

Tomba da Caivano (prima età traianea): Ancora il IV stile finale della decorazione domestica (specchiature a fondo chiaro con oggetti rituali appesi e con sottili girali; nella lunetta paesaggio marino osservato da una riva in episodi indipendenti,, con banchetto, sacrificio, pesca..). tomba ipogea, 3 letti funebri lungo le pareti, come di tradizione attestata in Campania in età ellenistica, sulla parete di fondo nicchia piccola, nello spazio delimitato da un festone son dipinti 3 balsamari di vetro, rosso il centrale, azzurro i 2 laterali.

Roma, via Portuense, tomba rupestre (metà del II sec. d.C.): allegoria dei Campi Elisi con scene di gioco, conversazione, banchetto; elementi narrativi e simbolici in più scene accostate; forme espressive dell’arte plebea. Pittura su 2pareti. Una reca delle nicchie per incinerazioni, con 2 pavoni affrontati sulla sommità, l’altra senza nicchie, è divisa in 2 fasce. Una con 2 arieti affrontati sono affiancati rispettivamente da un cratere a calice e da uno scudo appoggiato su una colonna. Nella parte mediana è dipinta una scena, l apiù esotica, sotto ghirlande, come nelle immagini cultuali, dove si affollano 12 persone adulte e 1 bambino, in

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qualche modo isolato. Alcuni giocano a palla, altri conversano, in pieidi o sdraiati, alla destra il giovinetto da proporzioni esagerate si appoggia ad una specie di carrello, forse per imparare a camminare. Il ritratto di 2 giovani rafforza l’ipotesi che la tomba originariamente fosse dedicata a 2 fanciulli.

Ostia, necropoli della via Laurentina, tomba 34 dei Caecilii (fine II sec. d.C.):Ratto di Persefone scena di tragedia (non chiaro il significato). Quadri staccati dalla pf tomba, oggi al museo gregoriano profano. Il pittore ha contaminato lo schema originale, di IV ac e leggibile in tutto il mondo romano sia occidentale che orientale, due grosse melagrane danno significato funerario alla scena.

Secondo quadro, presenta un gruppo di personaggi su un basso podio, tutti muniti di maschera teatrale, ma quale non sappiamo, anche qui grossa melagrana.

RITRATTI DEL FAYYOUM

Produzione tra I e IV d.C., ca. 100 esemplari di ineguale qualità artistica.

ritratti realistici probabilmente eseguiti prima del loro utilizzo funerario. SI TRATTA DI PANNELLI DI LEGNO sui quali, con la tecnica della tempera o dell’encausto, son dipinti ritratti femminili e maschili, caratterizzati da intensa espressività e da un’accurata individuazione dei tratti fisionomici. Erano inseriti nelle fasciature dei corpi imbalsamati, occupando il posto della testa e del viso, a volte il ritratto era dipinto sul lino o sostituito da maschere di gesso o in cartonnage, diversi spessori di tela di lino stuccata e dipinta.

Eclettismo nella pittura dell’Italia e delle province

apparati architettonici destrutturati e privi dei terza dimensione, i materiali a Roma e ostia sembrano denunciare rarefazione delle scene figurate.

Invece nelle province notiamo un recupero Architetture più concrete in un impianto scenografico, con ripresa del II stile insieme a elementi di IV, pannelli, e con maggiore spazio a quadri a soggetto figurato.

Altra tendenza diffusa: sistema a pannelli

Narbonne, ambiente K, triclinio, parete con megalografia, restituzione grafica . ripetizione sulle 4 pareti dello stesso schema. Registro inferiore molto alto, come succede nel II d c, parte centrale con megalografia in un’edicola a emiciclo, scenario architettonico ispirato ad una facciata teatrale. Lo sviluppo in profondità dell’edicola è bilanciato dalle architetture laterali, costituite da avancorpi tetrastili su 2 piani, di cui quello superiore è coronato da un timpano. All’interno di queste strutture son collocate figure stanti, più piccole di quelle laterali o busti di divinità-

Protagonisti della megalografia al centro della parete nordovest, p fondo, sono un genio con patera per libagioni e cornucopia e una vittoria alata che con sopra la testa uno scudo. Si tratta del genius Augusti e della Victoria virtus , simboli legati al culto e alla propaganda imepriale

LA DOCUMENTAZIONE DI III SECOLO, CONTINUITà E TRASFORMAZIONE

PRIMO TRENTENNIO III DOMINATO DALLA DINASTIA SEVERI

Ancora evidenti le tendenze già chiare nella produzione pittorica della fine del II secolo, in particolare la preferenza per composizioni abbreviate con l’uso di sintetiche formule figurative.

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Il patrimonio precedente è considerato un “ serbatoio da cui attingere”. Costruzione simbolica elaborata attraverso un carattere selettivo dell’immaginario figurato per

evocare la propria concezione del mondo Figure perdono plasticità, crisi del senso naturalistico dello spazio Continua la svalutazione della pittura come forma espressiva e di mestiere (Editto De Pretiis ) di

Diocleziano, dove è fissata la paga massima per i lavoratori e per i pittori si tratta di una somma esigua, dunque fa presumere una scarsa dignità dello stesso mestiere. Oltre alla rarità della documentazione va segnalata anche la difficoltà di individuare una cronologia delle pitture, spesso eseguite su pareti di epoche precedenti.

FONDI BIANCHI CON PANNELLI E VIGNETTEDomusClivus Scauri, domus sotto la chiesa dei SS. Giovanni e Paolo , Tablino Efebi che sorreggono ghirlande .fascia superiore vendemmia di putti.Villa piccola sotto San Sebastiano, probabile edificio di culto funerario vicino alla vicina necropoli, datata entro la prima metà del III Dc il sistema è diventato inquadramento delle vignette stesse, linee sottili, rosse e verdi, su superficie bianca, impressione di irrequietezza.Laterano, domus dei Laterani, volta, domus rinnovata da Giulia mamea, madre di Alessandro Severo, 222-235-, ambienti identificati sotto la chiesa di San G in Laterano,motivo geometrico di quadrato centrale con 2 ovali vicini.

AMBITO PROVINCIALELA FORTUNA dei sistemi decorativi a fondo bianco organizzati in una sequenza di pannelli mediante semplici fasce arricchite solo da filettature di colore differente, si ritrova anche in ambito provinciale come testimoniano casi di Efeso, casa H2/12, parete sud, Euterpe collocato sempre nella metà III secolo .l’essenziale linearità è interrotta con inserimento di piccole figure al centro dei pannelli mediani, non immagini di repertorio banali ma allusive ad un’atmosfera culturale ben precisa, iscrizioni didascaliche ci permettono di riconoscere i personaggi raffigurati, ad esempio le muse, apollo e Saffo. Le fasce fungono da elementi i inquadramento degli interpannelli bipartiti, parte superiore balaustra e inferiore ghirlande, conservano un riflesso pallido delle architetture illusionistiche del I secolo.

CatacombeQuesto stile esemplificato è attestato anche nelle catacombe cristiane, nella prima metà del III, c on inserimento saltuario di immagini che rimandano alle fonti bibliche. Roma, ipogeo degli Aureli, volta con suddivisione in campi e vignette- in questi ipogei abbiamo anche immagini neutre,non riconducibili alla sfera cristiana, animali, fiori, vasi, uccelli, solo alcuni,m come i pavoni, si fanno portatori di carattere soterico. Sul piano espressivo è ambigua la differenza tra oagano e cristiano, le comunità cristiane ancora son prive di un corpus iconografico codificato, sul piano interpretativo ci son difficoltà di comprensione ed esegesi, un esempio è l’ipogeo degli aureli a Roma, datato entro la prima metà del III .La singolarità dei temi trattati ha suggerito l’ipotesi, dibattuta, che la committenza appartenessero a sette eretiche o scismatiche, molte A ROMA in quel periodo.Alcune scene son connotate in senso cristiano, come la presenza della croce, rarissima ancora in questo periodo, ma complessivamente la decorazione è priva di un’unità dogmatica, altre

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immagini, banchetto, ritorno di Ulisse, scene forensi, si prestano sia a interpretazioni realistiche che simboliche e contribuiscono alla generale incertezza del significato complessivo.MitreiRoma, mitreo Barberini, edicola. Immolazione del toro e imprese di Mitra .Un’altra importante documentazione di pittura legata a culti, in qualche modo privati e radicati aì nel mondo romano, ci è fornita da alcuni mitrei. Il Mitreo barberini è stato rinvenuto nel giardino retrostante il palazzo B,a Roma, inizio III. La pittura non esprime eccelse qualità formali ma raggiunge un livello interessante come pittura narrativa, dove insieme alla continuità del racconto per immagini viene recuperata l’immediatezza della pittura plebea., ricorda pag 315 via portuense, 2 sec dc, allegoria campi elisi, roma. Mitra scena centrale Vs toro, sole e luna, dadofori, serpente, scorpione cane. Fasce laterali inquadrano la scena centrale e presentano 5 quadretti per lato, composizione ciclica, 1 in alto a sinistra, ultima a destra e cosi via--

Ambito funerario motivi e raffigurazioni legate all’immaginario dell’oltretomba

Pittura in tale ambito perde carattere ornamentale, abbiamo raffigurazioni salvifiche o prefigurazioni tragiche di un destino senza speranza.

Porto, necropoli dell’isola Sacra, Tomba25. Inizio III due pavoni simbolo di Resurrezione. La coppa allude all’immortalità. Pittura eseguita con cura ma non esattamente interpretabile in senso cristiano.Marsala, necropoli di Lilibeo .fine II inizio III. Produzione popolare. Immaginario sereno dell’oltretomba, personaggi danzanti, ghirlande, defunta musicista, si direbbero scene di vita realistica se il fondo non presentasse fiori che avviluppano le figure.

Ostia, necropoli della via Laurentina, colombario 31- documenti prima metà III secolo. la rappresentazione del mestiere del defunto è qui tradotta in pittura, la barca da carico è personalizzata col nome isis, sulla quale schiavi caricano merce, res, e il padrone, Abascantus e il timoniere son identificati coi nomi. Personaggi frontali e eseguiti con linea di contorno.Pf banchetto, immagine di repertorio. Con nomi, tutti frontali con calice. Figure appiattite animate solo dai gesti.

Recupero dell’immaginario mitologicoDivinità olimpiche e eroi (Eracle) = Ostia, necropoli della via Laurentina, tomba a camera, Sacrificio in onore di Eracle. Eroe con clava e leontè, barbato e coronato, con kantharos, offerente minuscolo, barbato, versa offerta sulla fiamma di un tripode secondo i riti della religione pagana. Recupero dell’immaginario mitologico in forme popolari è presente nella decorazione ad Ostia, colombario 33 di Decimus Folius Mela , Orfeo ed Euridice . raffigura scena nell’oltretomba, cane cerbero, schiavo,, portinaio, Orfeo, Euridice orante, Oknos e asino…visione senza speranza, Orfeo non ha salvato Euridice e oknos condannato a intrecciare una corda che un asino continua a mangiare. Cerbero guardiano degli inferi, racconto non consolatorio.

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Al contrario, tra tematiche svincolate dal racconto mitologico e riferibili a ispirazione realistica:Leptis Magna, terme della caccia, frigidario, Fregio con scena di caccia-parete frigidario delle terme della caccia. Richiama all’atmosfera dell’anfiteatro. Scene di caccia a leopardi, leoni con appellativi.Vienne, terme dei Lottatori, Lotta tra gli atleti. Gallia narbonense.