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Corso di Lingua latina I anno
Modulo 1
La pronuncia delle consonanti
In quanto la lingua italiana deriva dal latino, la pronuncia delle parole è molto simile.
Le consonanti latine che sono 18, si pronunciano in genere, come le corrispondenti italiane: B,C,D,F,G,H (muta),K,L,M,N,P,Q,R,S,T,V,X,Z.
Vi sono tuttavia alcune differenze:
1) il gruppo ti seguito da vocale si pronuncia zi
Es. natio si pronuncia nazio = nazione
factio si pronuncia fazio = associazione
La t si legge come è scritta quando nel gruppo ti, l’accento cade sulla i o quando il gruppo ti è preceduto da s, t, x
Es. petìeram ( avevo chiesto), totìus (di tutto)
Es. hostia ( la vittima), Cottius (Cozio), mixitio (la miscela).
2) Il gruppo gl si legge sempre come nell’italiano gloria e mai come nell’italiano figli
Es. gleba ( la zolla), glisco (cresco)
3) Il gruppo ph si pronuncia f come in inglese
Es. philosophus si legge filosofo ( il filosofo)
La pronuncia delle vocali
Le vocali latine sono: A,E,I,O,U (che si leggono come in italiano) + Y (che si pronuncia i).
Attenzione però: quando la a e la o si incontrano con la e in una stessa sillaba, i dittonghi ae e oe si pronunciano e
Es. aetas si pronuncia etas (l’età )
Foedus si pronuncia fedus (il patto)
Nella parole in cui ae e oe non formano dittongo, quando cioè le due vocali appartengono a sillabe diverse, ae ed oe si leggono come sono scritte. In questo caso troviamo sopra le vocali due puntini detti dieresi.
Es. aer si pronuncia aer
poema si pronuncia poema.
3) L’accento
Bisogna tener presente che nelle parole di due sillabe , l’accento cade sempre sulla prima
Es. màter, pàter, ròsa. Nelle parole formate da tre o più sillabe, l’accento cade sulla penultima se questa è lunga ( - ), cade sulla terzultima se questa è breve (^ ).
A differenza di quanto accade in italiano , in latino l’accento non può risalire oltre la terzultima sillaba.
Es. rosarum si legge rosàrum (delle rose )
timere di legge timère
dicere si legge dìcere
4) I casi della declinazione
Come in italiano anche in latino nelle parole che variano si distinguono un tema o radice e una desinenza ( es. ragazz-o, ragazz-a).
In italiano la funzione logica che un nome svolge nella frase è indicata –oltre che dalla posizione nella frase stessa – con gli articoli, le preposizioni semplici e articolate
Es. I ragazzi sono usciti: i ragazzi è il soggetto
Ho conosciuto l’insegnante dei ragazzi : dei ragazzi è complemento di specificazione.
In latino non abbiamo l’articolo e molto spesso anche le preposizioni quindi è la desinenza che svolge la funzione logica. In generale, a funzioni logiche corrispondono desinenze diverse. La desinenza è ciò che caratterizza il caso
5) Le declinazioni
La flessione dei nomi si chiama declinazione. In latino le declinazioni sono cinque. Le prime tre comprendono sia nomi , sia aggettivi; la quarta e la quinta comprendono solo sostantivi.
Per riconoscere a quale declinazione appartenga un nome occorre considerare la desinenza del genitivo singolare.
Il dizionario latino dà di ogni sostantivo : la forma del nominativo singolare, la desinenza del genitivo singolare il genere.
6) La prima declinazione
La prima declinazione è caratterizzata dalle uscite a per il nominativo ed ae per il genitivo. Comprende nomi femminili e pochi nomi maschili.
Come si può notare molti casi hanno la stessa desinenza dunque sarà il contesto a farci comprendere la funzione logica all’interno della frase.
Es. Primula (soggetto nominativo) puella est = Primula è una ragazza
Livia avia Primulae (genitivo di specificazione) est = Livia è la nonna di Primula
Avia Primulae (compl. di termine dativo) armillam donat = La nonna dona un
Braccialetto a Primula
Avia Primulam amat (compl. oggetto accusativo) = La nonna ama Primula
Primula, (compl. di vocazione vocativo) pulchra es! = Primula, sei bella!
Primula comam rosa(compl. di mezzo ablativo) ornat = Primula adorna la chioma con
una rosa.
Osservazioni
Come in italiano anche in latino alcuni sostantivi sono usati solo al plurale. Vendono detti nomina pluralia tantum.
Ricordiamo i nomi comuni:
· divitiae, divitiarum = le ricchezze
· deliciae, deliciarum = il divertimento
· nuptiae, nuptiarum = le nozze
· insidiae, insidiarum = le insidie l’agguato
· minae minarum = le minacce
i nomi propri di città:
· Athenae Athenarum = Atene
· Syracusae, Syracusarum = Siracusa
· Cannae, Cannarum = Canne
· Cumae,, Cumarum = Cuma
Alcuni nomi al plurale hanno un significato diverso da quello del singolare.
Es. littera, litterae = la lettera dell’alfabeto
litterae, litterarum = la letteratura
copia, copiae = l’abbondanza
copiae, copiarum = le truppe
Essendo nomi al plurale sia il vero che gli attributi ad essi riferiti, vanno concordati al plurale
7) Il caso Nominativo traduce il soggetto e il nome del predicato
8) Il predicato verbale e il predicato nominale
· Il predicato verbale consiste in un verbo che da solo ha senso compiuto
Es. Tullio legge
Tullius legit
· Si ha il predicato nominale quando il verbo, per avere senso compiuto richiede un elemento che lo completi
· Il predicato nominale è costituito dall’insieme del verbo essere con un nome o un aggettivo.
· Il verbo essere prende il nome di copula (cioè legame) e il nome o l’aggettivo è detto nome del predicato.
Es. Tullio è lieto
Tullius laetus est.
9) Il verbo Sum (sum, es, fui, esse)
Il verbo esse (essere), come in italiano è un verbo intransitivo, è un verbo difettivo in quanto manca di alcuni modi ( il gerundio, il gerundivo, il supino e i participi presente e perfetto), è un verbo anomalo cioè ha una coniugazione irregolare.
Di seguito la coniugazione del verbo Sum