Pronuncia Russa Per Italiani

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LA PRONUNCIA DELLE LINGUE PER ITALIANI

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La collana contiene degli agili volumi, destinati agli Italianiche vogliono imparare una buona pronuncia delle lingueche studiano e usano. L’approccio utilizzato è quello dellaFonotonetica contrastiva, all’interno della Fonetica etenetica naturale, messi a punto dal direttore della collana,formatosi alla Scuola fonetica di Londra, della qualeha esportato la riconosciuta tradizione sia scientifica chepratica, ampliandola e completandola con un sistema dinotazione di vocali, consonanti e intonazione. Il metodoproposto è efficace grazie al ricco apparato di figure e allaterminologia rigorosa e non ambigua; è contrastivo,perché ritiene essenziale conoscere prima la fonotoneticadella propria lingua, comprese le varianti regionali, perpoi passare a quella delle lingue straniere.

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  • LA PRONUNCIA DELLE LINGUE PER ITALIANI

  • Direttore

    Luciano Cprofessore di Fonetica e Fonologia Universit Ca Foscari di Venezia

    Comitato scientifico

    Paolo FLibera Universit Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli (LUISS)di Roma

    Silvia BUniversit Ca Foscari di Venezia

    JeanMarie KUniversit de Lige

    Isabella PSapienza Universita di Roma

  • LA PRONUNCIA DELLE LINGUE PER ITALIANI

    La collana contiene degli agili volumi, destinati agli Italianiche vogliono imparare una buona pronuncia delle lingueche studiano e usano. Lapproccio utilizzato quello del-la Fonotonetica contrastiva, allinterno della Fonetica etenetica naturale, messi a punto dal direttore della colla-na, formatosi alla Scuola fonetica di Londra, della qualeha esportato la riconosciuta tradizione sia scientifica chepratica, ampliandola e completandola con un sistema dinotazione di vocali, consonanti e intonazione. Il metodoproposto efficace grazie al ricco apparato di figure e al-la terminologia rigorosa e non ambigua; contrastivo,perch ritiene essenziale conoscere prima la fonotoneticadella propria lingua, comprese le varianti regionali, perpoi passare a quella delle lingue straniere.

  • Luciano CanepriDaniele Vitali

    Pronuncia russa per italiani

    Fonodidattica contrastiva naturale

  • Copyright MMXIIIARACNE editrice S.r.l.

    [email protected]

    via Raffaele Garofalo, /AB Roma()

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    I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

    con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

    Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dellEditore.

    I edizione: luglio

  • Pronuncia russa per italianiFonodidattica contrastiva naturale

    7 0. Breve introduzione alla fonodidattica8 Il metodo fonotonetico naturale

    15 L'alfabeto cirillico19 1. Sintesi preliminare24 Principali simboli usati nei primi capitoli e nel Pronunciario27 2. Per pronunciar bene le vocali27 Accostiamoci alle vocali (nel modo giusto)36 Gl'italiani e le vocali russe40 Vocali russe "internazionali alla nativa&41 Notazione delle vocali nella tradizione fonetica sovietica43 Per trascrizioni fonemiche e fonetiche del russo45 3. Per pronunciar bene le consonanti55 Tabella delle consonanti57 Consonanti russe "internazionali alla nativa&59 4. Per conoscer l'intonazione61 L'intonazione italiana66 L'intonazione russa73 L'intonazione russa "internazionale alla nativa&75 5. Brevi testi in trascrizione fonotonetica87 6. Pronuncia neutra: vocali97 7. Pronuncia neutra: consonanti

    107 8. Pronuncia neutra: strutture119 9. Pronuncia neutra: accento e intonazione125 10. Confronti fra pronunce: neutra e tradizionale137 11. Confronti fra pronunce: neutra e mediatica147 12. Minipronunciario189 13. Nota bibliograca

  • 0. Breve introduzione alla fonodidattica

    0.1. La fonotonetica naturale descrive accuratamente la pro-nuncia delle varie lingue. Gli autodidatti appassionati di foneticatrovano in quelle descrizioni ci che serve per apprender beneuna buona pronuncia, grazie alla fonodidattica contrastiva cheattivano, istintivamente, avendo a disposizione la descrizionedella lingua d'arrivo e di quella di partenza.

    In questo libro, non si descrive solo, ma s'estende anche il confron-to mirato delle due lingue, presentando la situazione reale dell'italia-no, comprese le peculiarit pi frequenti o tipiche delle pronunceregionali (causa d'interferenza) e della lingua d'arrivo per quantoriguarda la pronuncia pi consigliabile agli stranieri (come ls, o an-che come lingua seconda, l2). Nel caso del russo, presentiamo untipo di pronuncia "internazionale&, cio con qualche semplicazio-ne, pur senza sacricar nulla della sua naturalezza.

    Nella seconda parte del libro, invece, approfondiremo le cono-scenze acquisite, per mostrar le dierenze con le pronunce eettivedei nativi, dando anche un tipo di pronuncia "internazionale allanativa&, cio con minori semplicazioni, mostrando come ottener-la partendo dal tipo "internazionale& usato prima. Poi, ovviamen-te, daremo dei capitoli specici, per la pronuncia russa "neutra&,sia "moderna& che "tradizionale&, e anche quella "mediatica&.

    0.2. Inevitabilmente, chi studia una lingua straniera (a menoche non abbia doti particolari o uno speciale allenamento) trasfe-risce, nella nuova lingua, le abitudini foniche della linguamaterna, perch le "nuove abitudini& non vengono spontanea-mente (come si pensa ancra), ma vanno apprese con un po' dilavoro, come qualsiasi altra attivit. La glottodidattica ha fattoun grande passo in avanti da quando s' capto che la pronuncia,come qualsiasi altro aspetto dello studio linguistico, pu esserinsegnata in modo scientico: nalmente s' capto che si pu

  • analizzar e descriver accuratamente la vera natura di qualunquesuono usato in qualsiasi lingua: si tratta di far vera fonodidat-tica (contrastiva, o anche applicativa, oltre che descrittiva).

    La fonotonetica naturale s'aanca ecacemente alle ca-pacit imitative di chi studia una lingua straniera, facendo da gui-da e da complemento indispensabile, ricorrendo a semplici e com-plete informazioni scientiche, e abolendo denitivamente fa-migerate espressioni come "questo suono non pu esser descrit-to& o "questo suono dev'esser appreso dalla viva voce dell'insegnan-te& (cosa che non "funziona& nemmeno cogl'insegnanti nativi).

    Nella prima parte di questo libretto, semplichiamo un po'l'approccio; comunque, nella seconda parte, forniremo gli appro-fondimenti necessari a chi voglia completar e perfezionar la co-noscenza anche delle pronunce native neutre e mediatiche.

    Il metodo fonotonetico naturale

    0.3. Ci si rende raramente conto di quali siano le vere dicol-t che s'incontrano nello studio d'una lingua parlata; ma, se ven-gono rivelate e spiegate chiaramente, molto pi facile supe-rarle. Infatti, l'interferenza fonica causata dal particolare sistemafonologico della propria lingua, pu esser di quattro tipi _ 1:non si distinguono certi fonemi ("ipodierenziazione&), 2: sifanno pi distinzioni del dovuto ("iperdierenziazione&), 3: sidanno valori diversi a certe distinzioni ("reinterpretazione&),4: si confondono certi foni ("sostituzione&).

    Il metodo fonetico (ch' l'ideale per l'autodidatta, purchcoscienzioso, ma senz'altro utile anche per l'insegnamentouciale, se adato alle persone adatte) consiste nel rendersipienamente conto delle possibilit dell'apparato fono--articolatorio e nell'esercitarsi a riconoscere, e a produrre apiacere, un gran numero di suoni, sistematicamente analizzati,no a frasi e fono-testi, coll'intonazione giusta.

    Si spiega come si producono determinati suoni consonantici,servendosi di diagrammi appositi: orogrammi, linguogram-

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  • mi e palatogrammi. Ovviamente, s'ascolteranno registrazioni(raccolte anche occasionalmente, o _meglio_ gi predispostemiratamente) e si ripeteranno.

    Per i suoni vocalici, ci si serve, necessariamente, anche delvocogramma (o "quadrilatero vocalico&).

    pi che naturale che anche l'intonazione sia mostrata tramitetonogrammi, che vanno analizzati nei minimi particolari (co-me, del resto, anche qualsiasi gura articolatoria), per "scoprir-ne& tutte le caratteristiche, che portano alla vera conoscenza.

    0.4. La prima dicolt da superare, per acquisir una buonapronuncia d'una lingua, riguarda la capacit di percepir i suonidella lingua, in modo adeguato. Gl'individui dieriscono moltoin ci, ma non raro trovar chi sia in grado di distinguer facil-mente molti suoni, di sentir anche piccole sfumature, di produr-re a piacere suoni uditi altre volte, di confrontar mentalmentesuoni familiari e nuovi.

    Per riuscir a pronunciar bene una lingua straniera, si deve_per primissima cosa_ esercitar l'orecchio a riconoscer suoninuovi. Senza dubbio, l'esercizio migliora qualsiasi orecchio, an-che cattivo. L'importante rendersi conto delle dierenze, eche tali dierenze esistono; ma non si pu far a meno d'esercizisistematici, in misura maggior o minore.

    Per studiar le lingue, fondamentale esercitarsi a riconoscermolti suoni e molte sfumature di suono. ovvio che non si puriuscir a imitar e a usare, in modo conveniente e opportuno, isuoni d'una lingua straniera, se non si riesce, prima, a distinguertali suoni.

    0.5. La seconda dicolt da superare consiste nel produrrei suoni. Come si pu facilmente vericare, ogni lingua ha uncerto numero di suoni caratteristici; alcuni di questi sono, gene-ralmente, estranei alla lingua materna dello studente, che deve,allora, imparar a produrli, e ci comporta nuove (e, spesso, inso-lite) abitudini articolatorie, che bisogna acquisire con eserciziparticolari, talvolta un po' complicati e lunghi, ma che non

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  • mancheranno di dar una vantaggiosa, e meritata, ricompensa,in termini di facilit a capire e a farsi capire, nonch apprezzare!

    importante che chi studia un altro sistema fonico si renda pri-ma conto delle proprie capacit percettive e articolatorie, esercitando-si a riconoscer i suoni della propria lingua e le varie realizzazionidei fonemi (cio i foni e i tassfoni), da parte sua e di molte altrepersone che, pur parlando la "stessa& lingua, usano (o possono usa-re) suoni pi o meno diversi, pi o meno "(s)corretti&.

    molto importante anche notar quale pronuncia usano le personeche sentiamo, riconoscendo analiticamente i tratti che ci fanno dire,per esempio, che qualcuno toscano, o campno, o veneto, . Enon basta accontentarsi dell'insieme delle sue emissioni foniche,ma bisogna individuarne le particolari variet di suoni vocalici oconsonantici e tratti intonativi, che, in qualche modo, dierisconoda (o s'avvicinano a) quelli ch'emettiamo noi stessi.

    0.6. C' una terza dicolt sul cammino di chi studia la pro-nuncia d'una lingua (straniera, o anche della propria): consistenel saper dove usar i suoni imparati, cio la corretta distribuzio-ne dei suoni d'una data lingua, nella catena parlata, val a diranche nelle frasi, non solo in parole isolate. In questo caso, lamemoria ha molta importanza; ma, il metodo fonetico, ancrauna volta, viene in soccorso, permettendo di veder i suoni chesi devono pronunciare (e che si sentono nelle registrazioni), se-gnati gracamente mediante i simboli dell'alfabeto fonetico.

    Inoltre, l'uso della trascrizione fonetica (e di quella fonemica: se-parate, o _meglio_ abbinate), come si sa bene, ha il vantaggio dimostrar quali siano i suoni che, eettivamente, si devono produrre,con le loro ben denite qualit, mostrando eventuali assimilazionied elisioni, e segnando chiaramente dove sono gli accenti delle paro-le e delle frasi, senza confonder e distoglier chi studia con le ortogra-e tradizionali che, spesso, rispecchiano poco, o addirittura ormaiquasi per nulla, la struttura fonica della lingua.

    Le trascrizioni pi utili, perch pi complete (e tipiche delleversioni pi avanzate del metodo fonetico naturale), indicanoanche le curve melodiche delle frasi: l'intonazione, che pu

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  • esser l'unico elemento di dierenza, come in domani /do'ma-ni./ (do'ma:ni23), domani? /do'mani?/ (do'ma:ni21), .

    0.7. La quarta dicolt da superare, poi, consiste nell'arrivarad acquisir una suciente facilit e velocit, nel pronunciar fra-si complete nella lingua studiata. Prima di tutto, come gi detto,si deve aver imparato a riconoscer e riprodurre, senza tropposforzo, i suoni isolati d'un nuovo idioma, o quelli neutri d'unalingua gi appresa (materna o straniera che sia).

    Finch ogni nuovo suono non viene emesso con sucientefacilit e naturalezza (quando pronunciato da solo, o in combina-zioni improvvisate), non se ne pu aver un'esecuzione (sucien-temente) corretta e naturale, nella catena parlata. Per arrivara ci, necessario esercitarsi a pronunciar tutti i suoni (specialmentei pi dicili) in sillabe e gruppi (specie i pi complessi), procedendodagli elementi pi semplici a quelli pi complicati.

    Per completar adeguatamente l'opera, si dovranno usar il rit-mo e l'intonazione adatti al senso degli enunciati, dalle singolefrasi a periodi pi lunghi, no alla conversazione quotidiana(anche improvvisata).

    0.8. Inne, c' una quinta dicolt, di natura diversa, per quantoriguarda l'acquisizione adeguata dell'aspetto signicante d'unalingua. Riguarda la scrittura, secondo le convenzioni tradizio-nali, che spesso hanno poco senso, oggi, o non ne hanno pimolto, visto che la graa tende a ripetersi, per inerzia, senz'ade-guarsi all'evoluzione, naturalissima e inevitabile, della linguaparlata, ch' alla base di tutto.

    La scrittura , quindi (come s' gi evidenziato), un aspetto decisa-mente secondario, rispetto all'oralit, anche se, correntemente, lesi attribuisce un valore eccessivo, decisamente esorbitante.

    Il metodo fonetico _a dir il vero_ dovrebbe arrivar alla graa,solo dopo che tutte le strutture foniche (: vocali, consonanti eintonazione {con eventuali tonemi}) d'una data lingua sianostate apprese adeguatamente. Nello spirito vero del metodo,perci, si dovrebbe arrivar a pronunciar correntemente la lingua

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  • (e, quindi, a saperla gi usare, per comunicare), prima di passarall'"ortograa& e a tutti i suoi _tristemente noti_ problemi.

    L'interferenza della graa sulla produzione fonica inevitabile;e, purtroppo, limita anche le capacit percettive stesse, imbri-gliandole in false analogie, sia a causa della propria lingua mater-na (e per le dierenze nelle convenzioni grache), sia per i troppicapricci delle varie "ortograe&.

    0.9. Appena una lingua viene analizzata e descritta fonicamen-te, i vari suoni sfuggenti diventano dei foni ben precisi, che ne-cessariamente appartengono a qualcuno dei fonmi particolaridi quella lingua. Solo cos si possono far comparazioni utili perdescriver lingue e dialetti, rendendone possibile anche l'appren-dimento e l'insegnamento, in modo serio, senza dannose improv-visazioni e senza rovinosi pressappochismi.

    Il fonema in grado di far cambiar signicato a una di due parolesimili d'una stessa lingua (dando, quindi, due concetti dierenti);cane e lane, cio /'kane, 'lane/, formano una coppia minima, comeanche botte: /'botte/ "recipiente& e /'bOtte/ "percosse&.

    Normalmente, i foni sono dati fra parentesi quadre: (a, m); men-tre i fonemi sono posti fra barre oblique: /a, m/. I grafemi sonoindicati in corsivo: a m, oppure fra parentesi angolari: >a, m, ousando un alfabeto diverso, come il cirillico.

    Uno degli obbiettivi pi importanti della fonetica naturale quello di liberar mentalmente i lettori dalla schiavit dell'ortogra-a, coi suoi nefasti inussi sulla pronuncia delle lingue stranieree anche della propria lingua.

    Per questo, insistiamo molto sull'importanza fondamentaledella separazione dei due livelli: graco, che inevitabilmente troppo statico, e fonico, ch' quello della vera lingua, che (primad'essere scrittura) suono!

    0.10. Quindi, la fonetica naturale si compone inevitabil-mente di tre parti: fonetica articolatoria, uditiva e funzionale. Ov-viamente, sarebbe pi completo dire sempre "fono-ton-etica&,per esser pi precisi; ma anche la tonetica rientra nella fonetica,

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  • essendo fonetica sovrasegmentale (in particolare pi uditiva).La fonetica articolatoria ci permette di produrre i foni, che

    realizzano i fonemi della nostra lingua; e li abbiamo imparatida bambini, grazie alla fonetica uditiva. Infatti, prima si devonoriconoscer i foni (e le intonazioni), che sentiamo attorno a noida bambini; poi riusciamo a riprodurli in modo naturale e fede-le, acquisendo anche tutte le "peculiarit regionali& che contrad-distinguono la pronuncia eettiva delle varie localit.

    Tutto questo reso possibile dalla fonetica funzionale (dettaanche fonologia o fonemica o fonematica), che ci permette diricavar il valore dei singoli fonemi (e intonazioni _ compresele sovrastrutture parafoniche). I fonemi non hanno una vera so-stanza: la loro essenza quella di non esser nessuno degli altrielementi dello stesso sistema fonologico, piuttosto che suoniparticolari. Questo permette d'identicar il valore d'ogni fonema,anche se le realizzazioni eettive siano peculiari.

    Pensiamo ai vari difetti di pronuncia: non ha importanza chel'r sia prodotta esattamente come previsto; l'importante cheresti un "suono& diverso da tutti gli altri, all'interno dello spaziofonico appartenente a ogni sistema fonologico, che crea opposizio-ni e relazioni fra i vari elementi.

    I diversi tipi d'"r moscia& restano pur sempre diversi da tuttigli altri fonemi dell'italiano, evitando le confusioni. In fondo,anche quando il fonema /r/ diventa (V) (approssimante labioden-tale sonoro), rado /'raDo/ ('ra:Do) ('Va:Do), rimane abbastanzadiverso, comunque, dal fonema /v/ (realizzato dal costrittivo la-biodentale sonoro, (v)), vado /'vaDo/ ('va:Do) _ anche se certi ascol-tatori possono esser tratti in inganno, come denuncia l'espressio-ne popolare "parlar coll'evve& (paV'laV kol'lEV:Ve) ( 3.9).

    0.11. Ribadiamo, inne, che il suono un elemento impreci-sato e vago, ancora inclassicato. Mentre il fono , invece, struttu-rato e classicato, perch rientra in un particolare tassello dellafonetica generale, in relazione con altri, pi o meno simili. Ilfonema un elemento strutturale e funzionale, con un ruolo(oppositivo e negativo) ben preciso nel sistema fonemico (o fo-

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  • nologico) d'una data lingua, anche se non aatto concreto, osico, ma piuttosto teorico e virtuale.

    0.12. Gl'insegnanti di russo come , con qualche nozionedi base di fonetica, potrebbero esser in dicolt vedendo i primisimboli , o anche i simboli che non compaiono soli-tamente nei manuali e nei dizionari.

    Bisogna senz'altro dire che gli usi correnti, con pochi simboli econ poche "stranezze& spaventano e proccupano meno, ma soloperch, con le loro trascrizioni eccessivamente fonemiche, sorvo-lano sui particolari fonetici, illudendosi di poter far miracoli conpochi pani e pesci. Tutto questo, indipendentemente dall'usosbagliato di certi simboli, per scarsa perizia o per semplici refusi.

    In realt, trascrizioni troppo semplici non fanno che nasconderla verit, lasciando creder che non ci siano molte dierenze frauna lingua e l'altra, nella convinzione che la pronuncia non sipossa insegnare, n imparare. C' chi ritiene che non valga la pe-na di "perder tempo& con la fonetica, di solito perch non haavuto una vera preparazione specica e considera i simboli foni-ci un'inutile complicazione, persuaso _forse_ che l'ortograa siasuciente a far dedurre la pronuncia delle parole e delle frasi.

    Al contrario, un po' d'impegno iniziale coi simboli non pu che aiutare e far anche risparmiar tempo, una voltaentrati nello spirito della fonetica naturale.

    0.13. Ora, vediamo per bene l'alfabeto cirillico, usato per ilrusso, sia nel tondo che nel corsivo. Mostriamo anche alcunevarianti, che si possono trovare in vari testi russi.

    Sebbene, nei primi capitoli del libro e nel Minipronunciario,sia impiegata la trascrizione per la pronuncia internazionale delrusso, che pi semplice come avvio fonodidattico, qui usiamola trascrizione fonemica (ancora pi semplice, ma meno astrattad'una pi rigorosa, ma meno utile), preceduta da quella fonetica,secondo la pronuncia neutra (moderna), che prevarr nei capitolicentrali del libro (e che si spera divenga la pronuncia deniti-va di chi user questo libro, anche se quella internazionale pur sempre migliore d'una pronuncia selvaggiamente straniera).

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  • 0.14. L'alfabeto cirillico:

    A/A a//a/, A/A a/ ('Fa;) /'a/B b/, B/ b ('bF;) /'b/V/ v/, V/ v ('vF;) /'v/G/G g, G/G g ('gF;) /'g/D/ d/, D d/// ('dF;) /'d/E/E e/e/, E/E e/e ('j;) /'j// //, /^ / ('j;) /'j/>/ /

  • 0.15. Per chi comincia lo studio del russo, l'alfabeto cirillico senz'altro un problema, come per chi aronta il greco senz'aver-lo fatto al liceo (ma con dicolt per la dierenza col greco mo-derno, specie per le vocali). Tuttavia, col cirillico pi sempliceche per lingue come quelle dell'India, con alfabeti sillabici divari tipi e con legature particolari. Anche l'alfabeto dell'araboe persiano complicato, pur non essendo sillabico, ma con va-rianti contestuali nella parola. Comunque, in confronto allascrittura del cinese o del giapponese, il cirillico quasi una pas-seggiata.

    Ovviamente, i problemi maggiori sono dati dai valori diversidi lettere uguali o simili a quelle latine. Purtroppo, l'iniziativa dipassar dall'alfabeto cirillico a quello latino per il russo fu blocca-ta da Stalin. pur vero che la romanizzazione del turco (dall'al-fabeto arabo) pu presentar dilemmi e tranelli, dati certi valoriun po' "sorprendenti& per chi abituato a scriver e legger linguedell'Europa occidentale (non esenti, comunque, da problemi ere-ditati storicamente), ma la si considera senz'altro un progresso.Lo stesso avviene per la romanizzazione uciale del cinese, tra-mite il pin yin, che costituisce un grand'aiuto per gli stranieri,sebbene, ugualmente, con un certo numero di valori "strani&. Inativi cinesi, d'altra parte, tranne coloro che si dedicano alle lin-gue, non l'usano, sebbene gli venga presentato all'elementari.

    Ma vediamo alcuni esempi concreti che causano incertezzee ambiguit per gl'italiani che arontano il russo, come pureper i russi che arontano l'italiano.

    Le lettere "peggiori& sono senz'altro le seguenti (per le qualiusiamo volutamente un font molto simile qui, aggiungendo ilvalore fonemico): B B /v/, N N /n/, P P p p /r/, C C c c /s/, X Xx x /h/, Y Y y y /u/. Inoltre, in corsivo troviamo: $ /i/, /p/, t/t/. pur vero che Y Y un po' diverso, ma assomiglia proprioa Y Y latini. Lo stesso vale per g /g/, generalmente confuso daiprincipianti con r r (in corsivo g, che rischia di sembrar s).Anche d d /d/ ha la variante "malvagia& ; e non scherzano nep-pure n n /n/ e * * $ $ /i/ Pi "amichevoli& sono m m /m/,k k /k/.

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  • Noi, non solo per eleganza, ma anche per aiutar a distinguermeglio, usiamo un font abbastanza diverso e pi utile per: i i,k k, m m, n n, p p, r r, t t, u u, h h. Infatti, pi convenienteanche per queste lettere, se viste isolate: A A a a /a/, E E e e /je/,K K k k /k/, M M m m /m/, N N n n /n/, O O o o /o/, P P p p/p/, R R r r /r/, S S s s /s/, T T t t /t/, U U u u /u/, H H h h /h/.

    Anche col nostro font, il maiuscoletto presenta potenzialmen-te problemi soprattutto per v /v/, n /n/, r /r/, s /s/, u /u/, h /h/.

    Ma veniamo, quindi, a qualche esempio "a rischio& (di nuovocol font pi simile e usando certe maiuscole iniziali, per crearmaggiori dicolt): Nacoc, Nacoc; Nacmopk, Nacmopk; Nact,Nact; Nedpa, Nedpa/Nepa; Nabet, Nabet; Nadcada, Nad-cada, Nacaa; Napod, Napod, Napo; Mope, Mope; Paketa,Paketa; Boctok, Boctok; Yccyp$, Yccyp$; Bepa, Bepa; Bod-ka, Bodka, Boka.

    Anche: moct, moct; ot, ot; o, o; oa, oa; oka,oka; ocyxy, ocyxy; oct, oct; op, op; xop, xop; xo, xo;opok, opok; xpyct, xpyct; atoka, atoka; xan, xan; xamca,xamca; xaoc, xaoc; xepec, xepec; dama, dama, ama.

    Ma, lo stesso vale, ovviamente per i russi nei riguardi dell'i-taliano (e simili): cane oca cono opa pane pappa poppa pa-ce penna pecca pacco opaco capo cupa pyx Pay Pax HapaxHay Bon Bom Poma

    0.16. Chiudiamo ricordando a tutti (doppiatori e docu-mentaristi compresi!) che abbiamo: Mihail Gorbaxv (Mihilgrbxof), Vladimir Putin (vlDi_Mir pu_Tin), Nova Zeml(no_vj ZimLa), Xajkovskij (xiikofsKii), vodka (votk) e sssr(eseseser), non certo: *(mi'kail 'gOr:bacof, 'vla;dimiR 'pu:tin, 'nO;-vajaQ 'QEm:lja, cai'kOs:ki, 'vOd:ka, &cicciccip'pi), n, tantome-no, *('maikol), che imperversava fra la gente e i giornalisti (co-me pure *('ri:caRd) per il tedesco Richard ('RICat)!).

    Per, anche fra non specialisti, pu bastare qualcosa come(&miha'il gaRba'cOf:, vla'di;miR 'pu:tin, 'nO;vaja zem'lja, cai'kOfski,'vOd:ka, sse&ssesse'Er:Re).

    170. Breve introduzione al metodo fonotonetico contrastivo

  • Inne, ringraziamo molto Hctor Als i Font, Aleksandr Bli-nov, Giacomo Ferrieri, Aleksandr Prokopcuk, Dumitru Suciu,Alberto Venturi, Yvonne Weichsel.

    Universit di Venezia, 2013/05/[email protected]://venus.unive.it/canipa(per il sito canIPA ~atural honetics+

    [email protected]/Bruxelles

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