Walter Eucken - Friedrich August Von Hayek · Ordo liberismo Teoria economica che non si limita a...

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Walter Eucken - Friedrich August Von Hayek

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Walter Eucken - Friedrich August Von Hayek

Ordo liberismo

Teoria economica che non si limita a prescrivere il libero mercato in nome della libertà ma si preoccupa di istituire un ordine o sistema di leggi che sia abbastanza pervasivo da garantire tale libertà nel tempo. Come la Costituizione è un corpo di principi che mira a garantire la libertà in un certo modo, così l'ordoliberismo mira a istituzionalizzare cioè a fissare un ordinamento liberale che non si esaurisca nel mercato ma raggiunga ogni livello della società

Ordo liberismo Mercantilismo

L'inghippo si realizza quando l'idea di usare il libero mercato come garanzia della libertà dei popoli, si ribalta nel suo contrario:

La libertà e il benessere dei popoli sono fatti dipendere dalla libertà e dal benessere del Mercato. Nel primo caso il liberismo è al servizio dei popoli nel secondo caso i popoli sono al servizio del libero mercato.

Ordo liberismo Mercantilismo

L'ordoliberismo che nasce come garante della libertà dei popoli all'indomani dell'incubo totalitario, diventa garante del potere che è cresciuto all'ombra di un liberismo ingenuo.

Il potere ricattatorio della finanza sfrenata.

Liberalismo Ordinamentale

Teoria economica con la quale, nel dopo guerra, in Germania si reagisce al totalitarismo

Essendo una reazione, esaspera un po' il rifiuto del centralismo statale, fulcro del comunismo e del fascismo

Concepito da autori tedeschi (scuola di Friburgo), il più noto dei quali è Von Hayek, si distingue da altri liberalismi per l'enfasi sugli aspetti dell'ordine legislativo istituzionale

Liberismo Ordinamentale …

Ordinamentale, si riferisce all’aspetto normativo del liberismo tedesco. L’ordoliberismo non vede il mercato solo come strumento utilitaristico orientato all’efficienza ma come strumento in grado di ordinare la società e assicurare la libertà

Lo vede come mezzo per garantire effetti liberali, favorendo la decentralizzazione negli ambiti sociali, politici, economici della vita, ovvero contrastando il centralismo totalitario

Economia sociale di mercato …

Sviluppo recente del liberismo ordinamentale che si distingue per l'interesse agli aspetti non solo economici ma anche politici, sociali, etici, è l'economia sociale di mercato che con Monti è comparsa nei talk show italiani

Ma tra ordoliberalismo e “economia sociale di mercato”, vi sono differenze di enfasi e differenze di contenuto

La terza via …

Negli anni 30 si cercava una terza via tra totalitarismo (fascismo/comunismo) e liberalismo (lasciar fare al mercato).

Questa terza via fu individuata in una visione olistica in cui l'ordinamento economico liberale era in grado di strutturare la vita sociale stessa. Era parte di un sistema politico sociale coerente con il liberalismo, che allora appariva alternativo ai totalitarismi

La terza via …

Dovendo scegliere tra statalismo e mercantilismo si optò per il mercato, fiduciosi, secondo le teorie liberali, in quel momento forti della crisi del totalitarismo (rimaneva ancora il blocco comunista) che esso aveva una funzione naturale di autoregolazione basata sulla competizione tra individui informati e liberi di scegliere.

(Tale scelta ignorava il terzo settore e l’enorme potere condizionante del capitalismo finanziario)

ORDO MANIFESTO

Il Manifesto della scuola di Friburgo recitava:

[Nostro principio fondamentale] é considerare le questioni economiche quali elementi di un tutto più vasto. La soluzione dei problemi politico-legali e politico-economici dev’essere legata all’idea della costituzione economica

La costituzione economica va intesa come una decisione politica su come strutturare la vita economica della nazione

Walter Eucken

Per Eucken, la cura consiste nel decentralizzare e nel disinnescare le concentrazioni di potere attraverso un ordine economico competitivo.

Un compromesso tra i principi della economia pianificata e dell’economia di mercato sarebbe stato contraddittorio e instabile: come due direttori che dirigano due orchestre nella stessa sala

Walter Eucken

Perciò l’ordine economico deve fare la sua parte nel garantire l’indipendenza e la libert{ del cittadino dagli altri cittadini e dallo Stato

Si parla di un Ordine competitivo costituito e regolamentato da una politica dell’Ordine, compatibile con lo Stato di diritto

Eucken enuncia i princìpi per un ordine basato sul libero mercato, nella ricerca di una “terza via” tra il lasciar fare, accusato di favorire l’accumulo del potere privato e il totalitarismo

Walter Eucken

L’obiettivo fondamentale è assicurare la libert{ dell’individuo. Per assolvere le sue funzioni di Ordinatore, lo Stato deve avere quell’autorit{ che ha perduto in larga misura nel XX secolo con la progressiva estensione delle sue attività.

Espandendo il suo intervento nel Mercato, lo Stato si è legato ai gruppi d'interesse privati, alcuni dei quali esercitano competenze riservate allo Stato.

Così la sua autorità ordinamentale s'indebolisce

Walter Eucken

C’è in Eucken una grande fiducia nella capacit{ umana di progettare e costruire un nuovo ordine, (Ordo) e nella successiva capacità dello Stato di regolamentarlo. Egli colloca un modello irrealistico di concorrenza perfetta al centro di tale Ordine e lasciare alle pubbliche autorità un ampio spazio di manovra, come nella politica della concorrenza

Walter Eucken

L’ordoliberismo però denuncia le tendenze degenerative degli ordini spontanei (specie l’ascesa del potere monopolistico dei privati) e raccomanda di correggere queste tendenze

L’opera di Eucken e dei suoi contemporanei della scuola di Friburgo, esprime sotto alcuni aspetti un liberalismo “controllato”, come lo definisce Hayek

Röpke e Rüstow

Con Röpke e Rüstow la scena si sposta dal costituzionalismo giuridico-economico (Böhm) alla filosofia della storia, alla sociologia storica e a una critica culturale penetrante

Röpke e Rüstow si preoccupano delle precondizioni sociologiche per una riforma economica di successo, dell’ambiente etico necessario per un ordine di mercato sostenibile e, alle fondamenta non economiche della società – “ciò che sta al di l{ dell’offerta e della domanda”

Röpke e Rüstow

Al centro del lavoro di Rüstow e di Röpke c’è una spietata critica culturale della società di massa, sulle orme di Burckhardt e Tocqueville

La cosa che Röpke trova più allarmante è il “centralismo”: un pensiero che si fonda su modelli grandiosi, sul culto del colossale, e si contrappone al “decentralismo”,

Ciò che più irrita Röpke e colleghi è l’assenza di valori che accomuna gli economisti

Röpke e Rüstow

Questo distingue i fondatori dei neoliberalismo tedesco dai successivi autori postbellici

Eucken, Böhm e altri colleghi di Friburgo furono coinvolti nella resistenza e si esposero al rischio dell’arresto e anche della fucilazione.

Non c’è dunque da meravigliarsi se questo gruppo di esiliati – composto in gran parte da cristiani praticanti – era deciso a ricostruire un ordine libero e umanitario per la Germania e per l’Europa

Röpke e Rüstow

Per loro, la soluzione è tornare ai valori individuali e comunitari del XVIII secolo su cui si fondava un ordine sociale armonioso e naturale.

La visione sociale di Röpke e Rüstow è un po’ più radicale e nostalgica, rispetto ai toni più misurati dei loro omologhi neoliberali.

Röpke e Rüstow pensano a comunità di borghesi e contadini che risiedono in cittadine e villaggi e un’economia basata su piccole e medie imprese

Röpke e Rüstow

Lo stesso Rüstow aspira idealisticamente a una solidarietà non competitiva che si dovrebbe applicare in misura massima fuori dall’ambito specifico della competizione economica.

Con il senno di poi, questa appare una visione alquanto ottimistica delle possibilità offerte dalle società moderne; e nel caso di Röpke si basa su una prospettiva indotta dal vivere nelle campagne svizzere

Economia sociale di mercato

Etichetta usata da Ludwig Erhard nel 1948 per definire il suo programma di politica economica

Alfred Müller-Armack è l’ideatore del concetto di economia sociale di mercato che combina l’economia con le preoccupazioni etiche.

Egli tenta di riconciliare il liberalismo col socialismo e l’etica sociale cattolica

Su questa base filosofica egli innesta l’idea di un ordine da realizzare mettendo in equilibrio libertà di mercato e protezione sociale

Economia sociale di mercato

Müller-Armack enfatizza il principio di sussidiariet{, un’etica finalizzata a coordinare le iniziative degli individui, dei gruppi e dello Stato. Bisogna evitare, secondo lui, che una burocrazia amministri impersonalmente uno “stato sociale”.

Ciò nonostante egli va oltre quello che propongono gli altri neoliberali. Include sovvenzioni statali alle piccole imprese, formazione professionale, codeterminazione nei luoghi di lavoro, diritto di partecipare all'organizzazione del lavoro e l’uso di strumenti per assicurare la piena occupazione

Economia sociale di mercato

L’influenza neoliberale guidò lo sviluppo della politica monetaria, concorrenziale e commerciale e fece sentire la sua presenza nei negoziati sull’integrazione europea.

Ma a partire dagli anni Sessanta, l’influenza neoliberale scemò, di fronte all’incalzare delle politiche keynesiane, al sempre più ampio intervento del governo nell’economia e alle incipienti politiche anticicliche

Franz Böhm

Il leimotif dell’opera di Franz Böhm è che le norme di legge vanno formulate e applicate per limitare le aggregazioni di potere pubblico e privato – per frenare le volontà particolari e appoggiare la volontà generale. Al pari di Hayek, anche Böhm è particolarmente attento alle regole di diritto privato su cui si fonda un’economia di mercato ben funzionante

Franz Böhm

Con Franz Böhm, lo Stato assicura la stabilità della cornice istituzionale per facilitare lo scambio di mercato.

Ma c’è una linea che non deve oltrepassare, altrimenti l’attivit{ del governo indebolisce, anziché rafforzare, una cornice istituzionale appropriata

Liberalismo Ordinamentale

Conclusione:

Sebbene sia stato mosso da intenti nobili, esso è stato adottato dal grande capitale per farne la strategia di penetrazione in Europa, riportandola nelle condizioni ante 1929,

Cioè distruggendo il modello sociale europeo

Tra le altre strategie, ciò è stato possibile equiparando lo Stato a un'Azienda

AZIENDA vs STATO

STATO: organizzazione non aziendale, ente politico comunitario che garantisce l'ordinata convivenza civile, promuovendo il benessere.

Perciò lo Stato non può essere assoggettato alle leggi economiche, ma la sua azione deve sempre influire sul combinarsi delle leggi economiche, che incorporano la deviazione dagli equilibri teorici

AZIENDA vs STATO

Una volta che lo Stato sia concepito come una “societ{ per azioni”, l'interesse generale viene piegato ad altri interessi.

La prima forzatura è che gli Stati sono visti come maxi-imprese in contesa economica tra loro nella logica della “competitivit{”, a scapito della pace della prosperità e del benessere dei cittadini

Ora le analisi e le soluzioni che discendono dall’UE risultano immerse nella politica preconfezionata dalla ideologia UEM, concepita come corollario della competitività tra Stati

AZIENDA vs STATO

Tale ideologia è stata ben nascosta, dato che è non solo criticata dalla maggioranza degli economisti seri (premi Nobel) ma anche contraria alle Castituzioni dei paesi interessati

È la versione Bundesbank del Washington consensus ed ha in Von Hayek il suo profeta … del darwinismo sociale

AZIENDA vs STATO

Ogni Stato democratico ha già compiuto le sue scelte ma su queste cade con tutto il suo peso l’assiologia occulta del disegno europeo, che sterilizza o annulla i valori democratici

Nel versante mediatico, così cruciale per la formazione della pubblica opinione e del consenso, si trova probabilmente il più alto grado di responsabilità per tale situazione.

AZIENDA vs STATO

E quale risulta il tratto essenziale di questo potere trasversale?

La mistica del "ce lo chiede l'Europa", il dogma che, tutto quanto sia già stabilito in quella sede sia un valore operativo incontestabile, tale che intere nazioni e milioni di esseri umani, teoricamente dotati di possibilità critiche, ne debbano essere plasmati senza possibilità di mediazione

Europa: la bella addormentata

A livello europeo, l'ordine costituito svolge quindi la funzione tipica dei principi rivelati delle religioni monoteiste

Una nuova teologia si esercita in paralogismi, senza che siano messi in dubbio i presupposti del nuovo ordine

Organizzazioni Internazionali vs Stati

Gli Stati sono oggi circa 200 e le Organizzazioni internazionali più del doppio. La loro azione è esente da controllo e responsabilità attraverso i consueti meccanismi democratici nazionali

La gente non coglie la differenza tra organizzazioni nate per sviluppare pace e cooperazione internazionale e quelle che hanno fini puramente economici e che stanno portando ad una riformulazione del vecchio sistema di Westfalia.

Oligarchia Mondiale vs Stati Nazionali

Di fatto le Organizzazioni internazionali con fini economici sono strumento di penetrazione culturale e politica di un'Oligarchia che non ha alcun interesse a difendere lo Stato Sociale

I rapporti di forza della comunità internazionale, che una volta erano legati ai cannoni, avvengono oggi sul piano economico, legati alla capacità di penetrazione di gruppi finanziari internazionali

Oligarchia Mondiale vs Stati Nazionali

Tramite l'individuazione e il corteggiamento di una classe dirigente compiacente (nel caso dell'Italia, bisognosa di una legittimazione internazionale), l'Oligarchia mondiale, tramite le organizzazioni internazionali con fini economici, pilota le scelte degli Stati non più nell’interesse nazionale in senso democratico ma nella direzione degli interessi immediati del grande capitale

Cattivi Samaritani

Molte organizzazioni internazionali sono dominate dai gruppi economici che utilizzano gli Stati per la loro legittimazione formale. In sede UE, WTO, Banca mondiale, FMI, gli Stati non vanno a rappresentare gli interessi delle componenti sociali che danno luogo all’investitura elettorale, ma sono presenti in quelle sedi con elites definite tecniche, che in realtà sono emanazione diretta di quei gruppi economico-finanziari che sempre di più controllano le istituzioni

Cattivi Samaritani

L’internazionalismo buono, nato alla fine della II guerra mondiale per curare pace e cooperazione internazionale, è relegato a fenomeno culturale recessivo

L’unica possibilit{ per ripristinare la sovranit{ popolare negli Stati è riscoprire lo spirito delle Costituzioni

L’art. 11 della Costituzione dice che cooperazione e pace tra i popoli sono il vincolo da rispettare per partecipare alle organizzazioni internazionali

Cattivi Samaritani

Washington Consensus (FMI): come imporre a paesi progrediti uno standard così riduttivo di benessere e democrazia?

Si doveva trovare un’etichetta forte che consentisse di denazionalizzazione la moneta: la moneta che non fa capo a nessuna sovranità nazionale e che quindi tutela i “Mercati". Si doveva far perno sull'idea del libero scambio fra i popoli

Cattivi Samaritani

Se si ricerca la genesi della moneta unica, si risale al Rapporto Werner del 1971, che prefigurava la creazione dell'Euro come preludio alla successiva e meramente “auspicabile”, creazione eventuale di un governo federale dei trasferimenti sotto la necessità imposta dai mercati, non dalla esigenza logico-economica di assicurare equilibrio commerciale e sociale nell’area.

Cattivi Samaritani

Ciò non ha nulla a che fare con l’internazionalismo della pace e della cooperazione: la data del 1971 esclude che la sua creazione possa risalire ai fatti post 1989 e 1991, vale a dire la fine dell’Unione Sovietica e l’unificazione della Germania.

Si tratta invece del subdolo percorso che porterà il liberismo ordinamentale a impadronirsi delle istituzioni democratiche, mascherandosi sotto il vessillo dell’internazionalismo della pace

Unione dei capitalisti europei

Tramite il vessillo del’internazionalismo della pace, l’ordo-liberismo è riuscito a creare le premesse per instaurare un capitalismo ante ’29 e invertire la direzione delle istituzioni democratiche: dal programma costituzionale della redistribuzione, dei patti sociali e del welfare si è arrivati all'idea del lavoro come merce. Questa strategia nascosta culmina nella moneta unica

Internazionalismo dell'indistinto

L'equivalenza Internazionalismo cooperativo = liberismo ordinamentale, viene utilizzata per estendere questa caratteristica ad ogni organizzazione internazionale.

L’internazionalismo dell’indistinto che ne risulta consente poi di attrarre sotto questa bandiera anche forze post-marxiste, legate allo internazionalismo del proletariato, senza che esse notino la discontinuità dalle proprie origini mitiche

Sindrome di Stoccolma?

Cosa ha spinto i partiti della sinistra tra le braccia dell'internazionalismo liberista dagli anni’80?

L’idea era quella di farsi accettare come forza di governo, finita la paura dei carri armati sovietici.

Per questo scelsero di legarsi all’internazionalismo liberista (Napolitano)

Questa contraddizione é stata tenuta nascosta. Così che ancora oggi le fonti mediatiche di sinistra ripropongono l’equivoco di una scissione di facciata fra liberismo libero-scambista mondiale e politiche europee.

Sindrome di Stoccolma?

Quando c'è stata la saldatura tra potere finanziario che si prefigge come obiettivo il ritorno all’economia ante crisi del 1929 e partiti di sinistra, si sono create le premesse per un agglomerato di forza inarrestabile.

Strategia che von Hayek aveva previsto proprio in questi termini quando chiariva come il controllo dell’economia sulla societ{ sia un controllo globale che riguarda il controllo di tutti i mezzi, soprattutto culturali

Trattati o Costituzione

L’ordo-liberismo è un capolavoro di strategia perché è riuscito a invertire il senso del conflitto sociale, avendo dalla sua la cooperazione di coloro che ne sono maggiormente danneggiati.

Se si compisse una corretta interpretazione, ci si accorgerebbe come i trattati siano una fonte neo-liberista in violazione palese dello spirito e dei principi della nostra Costituzione

Trattati vs Costituzione

Una volta era del tutto pacifico che la nostra Costituzione avesse rigettato totalmente il neo-liberismo. Oggi, di fronte al disastro, si denunciano generiche oligarchie come se fossero svincolate da dinamiche normative che implicano l’affermazione prevalente dei trattati e la violazione della Costituzione, da parte di forze identificabili che hanno sempre spinto verso la costruzione europea

Com'è stato possibile?

Quest'opera di penetrazione nelle sovranità nazionali e negli interessi dei popoli, tramite i trattati, è avvenuta con due tecniche :

La tecnica goccia a goccia, di lenta progressione che permette di cuocere una rana senza attivare il suo riflesso di fuga

La tecnica di nascondere sotto grandi enunciati gli autentici concetti operativi

Cavalli di Troia

All'interno di enunciati che enfatizzano generici valori come "crescita", "libertà", "pace" e che sono lasciati essere generici senza una vera volontà normativa e procedurale di realizzarli si nascondono i veri interessi che sono:

incentivare una "forte competizione"

in un'economia di mercato unico ma "sociale"

e la "stabilit{ dei prezzi”

Cavalli di Troia

Quelle spacciate come "riforme" nascondono la esigenza di mutare per sempre il modello socio-economico delle Costituzioni sociali per instaurare il modello Maastricht;

Modello che esclude ogni forma di solidarietà (tra le classi sociali, tra i paesi aderenti, e nella stessa più ampia comunità internazionale) auspicando invece forte competizione …

L'europa fa cassa infliggendo multe

L'Europa da una parte commina sanzioni stabilendo arbitrariamente l'entità della multa, dall'altra con altri trattati vincolanti impedisce di allocare risorse economiche per risolvere i problemi sanzionati.

In questo modo la troika ottiene misure di controllo economico sui Stati, facendo nel contempo cassa.

L'europa fa cassa infliggendo multe

Niente è più lontano di queste procedure dalle finalità che le esse vorrebbero realizzare.

Perché i fini dell’Unione Europea e dei Trattati, è risaputo, non è il benessere e la pace tra i popoli, ma un'economia competitiva … una perenne guerra, insomma.

E in guerra, come si sa, ogni strumento è lecito.