Analisi delle cause, diagnosi e interventi · 2016. 11. 12. · demolizione del fondello e...
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Sullo sfondellamento dei solai (latero-cementizi)
Analisi delle cause, diagnosi e interventi
AUTORE: Giuliano Gennari, ingegnere libero professionista
INTRODUZIONE
Lo “sfondellamento” dei solai è una problematica di carattere strutturale connessa al
cedimento del fondello delle pignatte nei solai latero-cementizi.
In realtà, la casististica di tale fenomenologia non è semplicemente o solamente
connessa ai solai latero-cementizi a travetti e pignatte; vedremo poi altre situazioni per le
quali occorre prestare le dovute attenzioni.
Minimo comune denominatore del fenomeno è comunque la presenza di elementi in
laterizio ai quali è affidata una funzione strutturale più o meno significativa nel contesto della
struttura orizzontale.
La problematica si evidenzia con il distacco e conseguente rottura, del fondello, dei
setti verticali della pignatta e successiva caduta di porzioni significative di intradosso di solaio
Figura 1 – Esempio di sfondellamento di porzione di solaio e schema di rottura
Si tende ad associare al termine sfondellamento anche il semplice distacco d’intonaco;
in realtà, pur essendo i due fenomeni spesso associati, non è detto che un distacco d’intonaco
comporti anche la successiva rottura del fondello delle pignatte.
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Figura 2 – Esempio di distacco d’intonaco; in questo caso si evidenzia comunque che i fondelli delle pignatte
sono al limite della rottura.
Il fenomeno dello sfondellamento è purtroppo frequente dato l’elevata percentuale di
utilizzo di tale tipologia strutturale nell’edilizia italiana.
La rottura è di tipo fragile, quindi per sua natura veloce e, spesso, senza segnali
premonitori, con potenziali conseguenze molto gravi per le persone e per l’agibilità stessa dei
locali.
CAUSE PRINCIPALI DELLO SFONDELLAMENTO
Le cause per le quali si arriva a un cedimento improvviso della tenuta del fondello delle
pignatte sono molteplici; in generale è possibile asserire che, a parte difetti legati alla cattiva
qualità dei materiali costituenti il laterizio, le cause delle rotture sono sempre di origine
esterna.
La cattiva qualità dei materiali (esempio la difettosità del laterizio in sede di
produzione), l’errata posa in opera dei blocchi e delle armature, possono essere cause
determinante di uno sfondellamento; in questi casi, si hanno effetti di caduta per causa
diretta.
Più spesso però, tali difettosità sono concausa di cadute che avvengono a distanza di
tempo rilevante rispetto alla realizzazione dell’opera.
Per tale motivo, la valutazione e l’eventuale prevenzione di fenomeni di
sfondellamento assumono oggi considerevole rilievo visto il patrimonio edilizio esistente e
l’elevata percentuale di fabbricati che presentano solai realizzati con le tecniche descritte.
Esula da questo breve articolo la trattazione del controllo qualità materiali e corretta
esecuzione in opera, ma s’intende fornire un quadro delle possibili cause di sfondellamento,
spesso legate ad aspetti di progettazione, al fine di fornire qualche suggerimento per eseguire
diagnosi su fabbricati esistenti.
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Premesso quanto sopra, le possibili cause di sfondellamento di solai possono essere
ricondotte macro-categorie così inquadrate:
1. Frecce elastiche e inelastiche del solaio eccessive o non valutate in sede progettuale;
2. Azioni esterne e/o coazioni dovute a schemi statici derivati da vincoli e comportamenti
statici effettivi non schematizzati nella progettazione del solaio
3. Carichi appesi
I primi due punti sono quelli più rilevanti al fine di comprendere il fenomeno, ma sono
anche quelli più difficili da valutare in anticipo al fine di esprimere un giudizio sullo stato di
consistenza di un solaio con un semplice esame visivo.
1-2 Frecce elastiche e inelastiche eccessive o non valutate in sede progettuale;
Azioni esterne/coazioni dovute a schemi statici derivati da vincoli e comportamenti
non schematizzati nella progettazione del solaio.
Per introdurre questo argomento, occorre ricordare l’evoluzione delle normative in
materia di calcolo e progettazioni dei solai in latero-cemento.
Brevemente, si vogliono qui ricordare due tra le numerose regole di progettazione dei
solai latero-cementizi, che si ritengono fondamentali per meglio esporre i successivi temi.
- Nel D.M. 30/05/1972, al punto 5.3.4 si indicava che “… lo spessore dei solai, che non
siano di semplice copertura non deve essere inferiore a 1/30 della luce e in nessun caso
inferiore a 8 cm “.
- Con il D.M. 27/07/1985 tale rapporto era ridotto a 1/25 tra la luce di calcolo (1/30
solo per solai a travetti precompressi) e l’obbligo, in assenza di soletta in calcestruzzo
(solai cosiddetti “rasati”) di prevedere una nervatura di ripartizione per quelli aventi luce
maggiore di 4.5 metri.
- Le attuali norme tecniche (NTC 08 e relativa circolare) non indicano limiti in modo
esplicito, ma richiedono una verifica diretta di deformabilità (C4.1.2.2.2).
Tali cogenti prescrizioni non erano esplicitamente riportate nelle norme in precedenza
vigenti; pertanto i progettisti potevano limitarsi a verificare le geometrie strutturali di un
solaio sulla base del soddisfacimento delle tensioni (ammissibili) nei materiali, lasciando le
verifiche sulla limitazione delle inflessioni elastiche a una sorta di applicazione volontaria
basata prevalentemente sul buon senso o l’esperienza diretta.
Le motivazioni che spinsero il legislatore (dal 1972) a inserire prescrizioni cogenti in
merito a spessori minimi e limitazioni di deflessione erano evidentemente legati a:
- Limitare le deformazioni/vibrazioni dei solai
- Ridistribuire il più possibile carichi concentrati e deformazioni trasversali in virtù del
fatto che il calcolo del solaio difficilmente teneva conto delle deformazioni del complesso
strutturale (vedi fig. 3)
- Cautelarsi dagli effetti di deformazioni viscose a lungo termine
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Figura 3 – Schematizzazione delle deformazioni reali di un solaio nel contesto strutturale di un telaio in c.a.
Osservando le reali deformazioni di un campo di solaio tipo (in un telaio in c.a.), è del
tutto evidente che, per congruenza, si creano sollecitazioni parassite di compressione e taglio
nei laterizi; tali effetti sono tanto più elevati, tanto maggiore saranno le deformazioni del
solaio stesso (vedi fig. 4) e tanto maggiori tanto è più deformabile la struttura nel suo
complesso.
Figura 4 – Schematizzazione delle sollecitazioni parassite dovute a distorsioni del solaio
E’ facile intuire come tali sollecitazioni possano comprimere trasversalmente le
pignatte , provocando azioni di compressione indesiderate e non controllabili, fino al limite
della espulsione del fondello della pignatta per superamento della capacità di compressione
del laterizio stesso.
Nella pratica progettuale corrente, è noto che un solaio è calcolato come elemento
singolo monodimensionale (a meno non si tratti di un solaio con travetti incrociati) su una o
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più luci secondo lo schema di appoggi effettivamente presenti; la valutazione di effetti
secondari di tipo torsionale non è presa in conto.
Risulta evidente come il fenomeno descritto può essere causa di sfondellamento del
solaio.
Un altro punto da focalizzare legato alla progettazione dei solai è il nodo strutturale
ove questi sono orditi parallelamente alle strutture principali che presentano maggiore
rigidezza; è il caso di solai paralleli a travi di bordo in c.a.; laddove non sia presente un
collegamento di armatura (cappa superiore), la differenza di freccia elastica/inelastica a lungo
termine, comporta l’insorgere di momenti flettenti parassiti che, se non tenuti da apposite
armature (ad esempio per mancanza di cappa armata superiore) tendono a generare lesioni
parallele al solaio; lesioni usualmente localizzate in corrispondenza del primo travetto di
solaio (fig. 5)
Figura 5 – Schematizzazione problematiche di bordo solaio
La stessa problematica può essere dovuta alla presenza di muri divisori all’intradosso
del solaio; soprattutto per deformazioni viscose a lungo termine, solai poco performanti
possono letteralmente “adagiarsi” su tali murature, facendole diventare a tutti gli effetti
murature semi portanti.
L’effetto locale sul solaio è ancora una volta quello di creare tensioni trasversali
indesiderate, con possibilità di indurre sollecitazioni non volute sulla componente debole del
solaio stesso, ovvero la pignatta (fig. 6) e portare a fenomeni di sfondellamento
Figura 6 – Effetto di muri all’intradosso di soli cedevoli
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Una esemplificazione di come fenomeni di coazione indesiderati possano provocare
sfondellamenti è il caso dell’incendio; infatti in quel caso, elevati gradienti termici generano
elevate dilatazioni (confinate lateralmente e longitudinalmente ) con conseguente
compressione localizzata e relativa rottura dei fondelli di laterizio(fig.7).
Figura 7 – Effetto di debole incendio in solaio di latero cemento
Come accennato nell’introduzione, esiste una tipologia strutturale di solai per la quale
la rottura del laterizio è anche sinonimo di vero e proprio crollo strutturale, con conseguenze
anche per le strutture “portate” dal solaio stesso.
Infatti, nel caso dello sfondellamento di solai latero-cementizi (con geometrie come
descritte nei paragrafi precedenti) le problematiche legate all’incolumità delle persone e
all’agibilità dei luoghi sono usualmente limitate alla zona poste di sotto il solaio, lasciando
inalterate le condizioni di utilizzo dei locali posti sopra lo sfondellamento.
Per la tipologia strutturale sotto descritta questo non avviene.
Si tratta dei solai a travi e tavelloni interposti (figg. 8-9); tale tipologia strutturale
risulta molto frequente nell’edilizia realizzata tra la fine ‘800 e gli anni 50 del secolo scorso.
Figura 8 – Esempio di solai a travi metalliche e tavelloni interposti
Questa tipologia è qui trattata in quanto anch’essa presenta problematiche che
potremmo definire di sfondellamento.
Escludendo dal presente discorso l’utilizzo di tale tipologia strutturale come
controsoffitto, quando la stessa è utilizzata come solaio, è evidente che il tavellone (che
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mediamente presenta luci comprese tra gli 80 cm e i 120 cm), assume una valenza strutturale
rilevante , essendo lo stesso caricato dai pesi permanenti del riempimento dei massetti, delle
pavimentazioni e dai variabili di solaio.
Al tavellone sono evidentemente assegnati sforzi di flessione significativi, che sono
contrastati dalla nascita di azioni di trazione/compressione nelle cartelle di solo laterizio.
Senza entrare in aspetti normativi di dettaglio, è evidente che gli sforzi di trazione
possono risultare incompatibili con il materiale.
Tale tipologia strutturale, in caso di interventi di recupero, non può che essere
consolidata dall’alto mediante la messa in opera superiore di cappe di calcestruzzo armate, cui
affidare i carichi verticali sopra descritti.
E’ inoltre da ricordare che il tavellone risulta sensibile alla problematica legata alle
azioni di trazione che si generano nella cartella inferiore del laterizio quando vengano
realizzati intonaci in aderenza se, questi, molto adesivi e ad elevato ritiro volumetrico
(esempio classico: intonaco ad elevata o totale base cemento); tali azioni di trazione possono
raggiungere intensità tali da portare alla rottura stessa del tavellone.
Figura 9 – Esempi di tipologie di solai in acciaio e tavelloni che possono presentare fenomeni di rottura del
laterizio.
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Carichi appesi
Naturalmente lo sfondellamento dovuto alla sola presenza di carichi appesi risulta
possibile in quei casi ove il carico sia tale da risultare pregiudizievole per il superamento della
resistenza a trazione delle cartelle in laterizio .
E’ bene chiarire subito che le usuali appensioni ai solai di singoli e leggeri punti luce
non sono sicuramente causa di sfondellamento.
Naturalmente occorre porre attenzione laddove i carichi possano assume un certo
rilievo, oltre che alla necessità di eseguire numerosi fori nella stessa pignatta o laterizio per
eseguire l’appensione, con conseguente riduzione della consistenza della stessa.
L’attenzione infatti deve essere posta in relazione alla tipologia di solaio che ci si trova
di fronte (intendendosi in questo caso la tipologia di associazione travetto+pignatta).
Infatti le tipologie di solai latero-cementizi che storicamente sono stati realizzati
presentano geometrie le più disparate.
Si riporta un caso concreto in cui lo scrivente si è trovato nella condizione di imporre la
demolizione del fondello e prescrivere l’esecuzione dei vincoli degli impianti appesi in sola
corrispondenza dei travetti.
Il solaio era all’interno di un edificio realizzato nel 1952 nel nord Italia; la tecnologia
costruttiva del solaio è stata ricondotta a solai tipo SAPAL RDB.
Figura 10 – Sezione Sapal M-(da manualetto RDB edizione 1962)
Come può osservarsi l’intradosso del solaio è realizzato, tra i travetti, con un fondello
sottile, appoggiato con un semplice dente al laterizio esterno al travetto stesso.
E’ evidente che tale fondello non può essere in grado di sopportare carichi significativi;
inoltre piccoli assestamenti/cedimenti possono compromettere l’equilibrio dell’appoggio con
conseguente caduta di file intere di cartelle.
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Figura 11 – Foto di cantiere relativa a solaio con cartelle inferiori (tipo Sapal), ; si osserva che le cartelle
presentano un appoggio molto modesto; tutte le cartelle inferiori sono state eliminate per evitare
problematiche successive.
Tale caso concreto suggerisce che in ogni caso la verifica della tipologia del solaio può
essere determinante anche al fine dell’emissione di un giudizio finale di merito relativamente
ad eventuali problematiche di sfondellamento in relazione all’appensione di carichi
all’intradosso.
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TIPOLOGIE EDILIZIE MAGGIORMENTE SENSIBILI A FENOMENI DI
SFONDELLAMENTO
I paragrafi precedenti hanno evidenziato quali possano essere le problematiche che più
frequentemente portano allo sfondellamento del solaio.
Tra le righe risulta evidente come gli edifici realizzati in periodi in cui la normativa non
poneva particolari limiti al controllo delle frecce elastiche, non era obbligatoria una cappa
superiore o travetti di ripartizione intermedi, unitamente alla vetustà dei fabbricati (quindi
all’invecchiamento dei materiali) , fa’ delle costruzioni edificate tra i primi anni ‘40 e gli anni
‘70 del secolo scorso con solai in laterocemento, l’edilizia più soggetta alla problematica dello
sfondellamento (come detto, discorso a parte per i solai con tavelloni).
Fattori rilevanti nell’aumentare la probabilità di anomalie di funzionamento del solaio
risultano essere le caratteristiche dei materiali, la situazione d’uso, l’accuratezza del progetto
e degli accorgimenti specifici di progettazione del solaio, i carichi e le luci degli stessi.
Generalmente la rottura avviene su solai molto impegnati staticamente e la probabilità
che il fenomeno si manifesti, è legata all’aumentare della luce (frecce elastiche eccesive).
La tipologia di sezione (soprattutto per la parte laterizia) è poi a sua volta decisiva per
determinare la probabilità di sfondellamento oltre che l’eventuale gravità dello stesso.
Figura 12 – Solai con intrinseca diversa robustezza della pignatta di alleggerimento.
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Non è quindi possibile a priori stabilire se con certezza un solaio subirà un fenomeno
di sfondellamento, ma la probabilità che vi possano essere problemi, aumenterà alla presenza
di una o più di una delle caratteristiche sopra elencate.
DIAGNOSI
E’ possibile sapere in anticipo se un solaio sarà affetto da una problematica di
sfondellamento in un futuro prossimo?
La domanda non può avere una risposta con grado di certezza assoluto trattandosi di
un fenomeno di tipo fragile, condizionato da una molteplicità di fattori incogniti.
E’ possibile eseguire una serie di verifiche; alcune speditive e di facile ed economica
applicazione, altre più raffinate.
Sinteticamente e volendo limitare a fornire indicazioni di massima e di facile utilizzo, si
elencano alcune delle tecniche più in uso; le prime (metodo visivo e battitura del solaio sono
ovviamente eseguibili anche da personale non specializzato), le seconde richiedono
ovviamente strumentazioni specifiche, tarature certe e personale specializzato nella
rilevazione e soprattutto nella corretta interpretazione dei dati.
- Ispezioni visive e battitura dell’intradosso del solaio
- Analisi soniche
- Analisi termografiche,
- Misure vibrazionali e dinamiche
- Ispezioni visive e battitura
Si è detto che essendo lo sfondellamento un fenomeno di natura fragile, non sempre è
possibile accertare segnali che la rottura stia per compiersi.
Alle volte però è possibile visualizzare piccole lesioni che, opportunamente
interpretate, possono indurre ad approfondire l’indagine, ad esempio in prima fase con la
semplice battitura dell’intradosso al fine di verificare i diversi “suoni” del solaio.
Un esempio di lesioni che possono presentarsi alla vista di un’ispezione sono riportate
nella figura 13, ove le lesioni evidenziate con freccia rossa, a seguito di successiva indagine
con battitura e rimozione dell’intonaco, hanno verificato la presenza di un incipiente
sfondellamento (figura 14).
In questo caso si trattava di un solaio di luce elevata con barre inferiori importanti
(2ϕ26+1ϕ16 ogni travetto); si noti come le barre fossero praticamente in appoggio al fondello
in laterizio senza adeguato ricoprimento di calcestruzzo (errata posa in opera.)
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Figura 13 – Lesioni a vista su solaio, indice di possibile anomalia che porta a sfondellamento
Figura 14 – Stessa posizione rimosso l’intonaco e le porzioni di fondello in distacco (si notino le armature dei
travetti non ricoperte di calcestruzzo e quindi appoggiate direttamente sul fondello in laterizio.)
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- - Analisi soniche strumentali
Le analisi soniche strumentali sfruttano il principio della diversa risposta sonora a
impulsi che sono dati all’intradosso del solaio; trattasi di un estendimento strumentale di
quella che è la battitura eseguita con mezzi meccanici per verificare, a orecchio umano,
eventuali anomalie legate a distacchi d’intonaco e/o principi di sfondellamento.
- Analisi termografiche,
Le termo camere producono immagini d’infrarossi invisibili, o radiazioni di calore, e
rappresentano un preciso strumento di misurazione non a contatto delle temperature.
In edilizia l’indagine termografica è mezzo di diagnosi non distruttiva che presenta un
vasto campo di applicazioni, fra le quali il rilevamento dell'umidità, l’identificazione di
elementi architettonici nascosti, l'individuazione di discontinuità o di eventuali difettosità, lo
studio della dispersione termica degli edifici ecc..
L’utilizzo pertanto si presta per valutare eventuali anomalie all’intradosso dei solai.
Figura 15 – Esempio di analisi termografica – l’analisi è utile per valutare in prima battuta anche il senso di
orditura dei solai
- Misure vibrazionali e dinamiche
Il principio di funzionamento si basa sul presupposto che, a parità di percussione, si
generano onde vibrazionali con caratteristiche diverse in funzione dello stato della superficie:
tanto più il materiale è compatto e con stratificazioni ben aderenti e tanto maggiore è la
velocità di propagazione dell’onda vibrazionale, mentre in caso di presenza di discontinuità
interne al materiale, dovute a distacchi e/o lesioni, l’onda si propaga più lentamente.
Il segnale è poi convertito da una centralina in un valore numerico che, valutato in
conformità a una scala di misura sperimentale, fornisce informazioni sullo stato di
conservazione del solaio.
Figura 16 – Esempio di restituzione di prova vibrazionale
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Come accennato, prima, va ribadito che le anomalie riscontrabili dalle strumentazioni
sopra descritte, pur rappresentando un sintomo di possibile degrado del solaio, non sono
direttamente correlabili con potenziali rischi di crollo più o meno imminenti, ma segnalano
solamente la presenza di uno stato fessurativo o di scarsa adesione fra gli strati.
Inoltre, particolare importanza assume che la taratura delle strumentazioni sia
eseguita e validata per la tipologia di solaio effettivamente presente.
La presenza di anomalie (generalmente lesioni) è una condizione necessaria ma non
sempre sufficiente affinché si determini il distacco e quindi il crollo dell’intradosso del solaio.
Tale criticità si manifesta quando lo stato fessurativo si presenta continuo,
sufficientemente esteso, ramificato e posto in punti tali da favorire il distacco dell’intonaco o,
nei casi peggiori, del fondello delle pignatte.
In ogni caso è importante sapere se un solaio è interessato da un fenomeno fessurativo
interno, limitato o esteso che sia, poiché tale fenomeno potrebbe aggravarsi nel tempo in
conseguenza di modifiche nel comportamento statico della struttura e/o introduzione di
azioni esterne inizialmente non presenti.