Domenico Linsalata

WALKING TRIPS

Itinerari brevi attraverso lunghi sentieri

Edizioni Miele

L’unica verità è la musica,

l’unico significato privo di significato

La musica si confonde con il pulsare

del cuore dell’universo

E così dimentichiamo il pulsare del cervello

Jack Kerouac

JAZZ

Si chiamava Loise, ma i suoi amici, quei pochi chela conoscevano abbastanza bene, l’avevano ribattez-zata Daisy, in ricordo di chissà quale romanzo diFitzgerald. Poco tempo era trascorso da quandoaveva lasciato che il suo compagno partisse, unicoamore della sua vita, come lei stessa amava ricorda-re, per riacquistare quella tanto più amata libertà dicui aveva spesso sentito parlare.

Uscita presto dalla sua abitazione, lontano dalla cao-tica città, si era recata come faceva spesso al parco,portando con sé un libro, uno dei tanti che divoravacon superficialità. Quella mattina il sole riverberavaancora di più sulle gialle foglie d’autunno, renden-dole sempre più simili ad un ormai invecchiatogioiello d’oro.

Seduta su di una panchina color verde, si dilettava,o almeno così sembrava, a volgere lo sguardo aicigni che, pigramente, posavano il loro volo velluta-to su di un piccolo specchio d’acqua. Non fu moltoil tempo che trascorse a sfogliare il suo libro, e dopoun po’, alzandosi lentamente, si sporse sul laghettoartificiale riproducendo con certezza i suoi

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lineamenti in un’immagine speculare. Aveva raccol-to i colori più belli per ricoprire il suo volto.

Le leggere increspature dell’acqua, rendevano i suoicapelli un po’più mossi del solito, mentre il colore deisuoi occhi non trovava alcuna difficoltà a confonder-si con l’acqua in cui si specchiavano.

Rimase in quella posizione per un bel po’, finchénon riuscì ad accorgersi, dal silenzio che la circon-dava, che le prime ombre della sera cominciavano laloro lenta discesa sulla terra. Nell’immobilità diquella notte stellata, l’unico rumore che riuscì a per-cepire furono i passi di qualcuno che lentamente le siavvicinava.

“Sei tu Jimmy ?” chiese con voce decisa, ma perniente turbata dall’incertezza;

“Sì, sono io”. La risposta ricevuta aveva per lei untono rassicurante, ma chi ne aveva pronunciato leparole sembrò accompagnarle da un sottile velo dimalinconia.

“Anche oggi sei venuto qui, con la certezza di tro-varmi”, furono le parole di lei, senza riuscire anascondere quel piccolo sorriso che le si disegnavaad ogni sillaba pronunciata.

“Non sapevo dove andare” fu la risposta dell’uomoche con molta accuratezza le aveva preso una manostringendola con delicatezza.

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“Sai anche oggi non ho visto nessuno. A volte michiedo se non sia vero quello che diceva il poeta: ‘sivive così come si sogna: soli’“.

“Era Conrad, un romanziere”.

“Già” disse lei, con una leggera inflessione di tri-stezza nel tono della sua voce. Lentamente iniziaro-no a camminare, mentre la luna sembrava che limantenesse sulla ribalta di un palcoscenico tuttoloro, così come avrebbe fatto un riflettore.

“Credi che sia troppo tardi per leggere ancora unpo’?” riprese la donna; “La luce artificiale dellelampade del parco è del tutto insufficiente”. “Allorasarà meglio tornare a casa”. Queste parole sembròpronunciarle con un leggero fremito sulle labbra,come se provasse timore nel riferirle.

Jimmy intanto si era cacciato una mano nella tascadella sua giacca e ne aveva tirato fuori un paio diocchiali completamente scuri.

“Tieni, le disse, anche oggi li avevi dimenticati”.

Lei li prese con dolcezza, sfiorando leggermentecon le dita la mano gentile del suo accompagnatore,li indossò con grazia e prese Jimmy per un braccio.“Andiamo, chissà se domani ci sarà di nuovo ilsole”, commentò Loise.

Così si allontanarono nel silenzio della notte, in cuil’unico rumore percettibile che li accompagnava era

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il regolare picchiettare di un bastone per ciechi sucui, delicatamente, Loise si appoggiava.

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