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I VANTAGGI DI COPERNICUS PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI, LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE W INDOW ON COPERNICUS EDIZIONE SPECIALE UNA PUBBLICAZIONE DI COPERNICUS4REGIONS Scoprite il potenziale di Copernicus al servizio delle regioni e delle città europee I VANTAGGI DI COPERNICUS PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI, LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE L’angolo delle istituzioni Gerhard Stahl, Segretario generale del Comitato delle regioni, espone i motivi per cui l’alleanza tra Copernicus e le regioni offre vantaggi reciproci. Henri Malosse, Presidente del Comitato economico e sociale europeo, illustra la sua visione di Copernicus. Testimonianze degli utenti Copernicus Tredici utenti a livello locale e regionale riferiscono le loro esperienze con l’utilizzo dei prodotti e dei servizi Copernicus. L’angolo delle PMI Quattro imprenditori di successo condividono le loro storie, esperienze e consigli su come costruire un’azienda intorno ai servizi Copernicus. OPINIONI SU COPERNICUS Il valore aggiunto di Copernicus per la coopera- zione regionale e transfrontaliera in Europa I servizi MyAir: il contribu- to di Copernicus alla salute pubblica Thilo Erbertseder Monitoraggio degli habitat NATURA 2000 su scala locale, regionale ed europea Stefan Lang Lo Urban Atlas di Copernicus sviluppa applicazioni per la pianificazione urba- nistica a livello regionale e urbano Tomáŝ Soukup Servizi basati sull’osser- vazione della terra per migliorare la gestione dei rifiuti a livello locale Daniela Drimaco Monitoraggio dell’instabilità del suolo con i servizi Copernicus per le autorità locali Ren Capes Servizi Copernicus per il monitorag- gio della neve e dei ghiacci terrestri Thomas Nagler Servizi Copernicus per la gestione forestale locale Mathias Schardt Utilizzo di Copernicus per la mappatura e il monitoraggio delle frane e della subsidenza del terreno Fausto Guzzetti Servizi Copernicus per le energie rinnovabili Lucien Wald EDIZIONE SPECIALE W INDOW ON COPERNICUS

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UNA PUBBLICAZIONE DI COPERNICUS4REGIONS

Scoprite il potenziale di Copernicus al servizio delle regioni e delle città europee

I VANTAGGI DI COPERNICUS PER LE AMMINISTRAZIONI LOCALI, LA CRESCITA E L’OCCUPAZIONE

L’angolo delle istituzioni Gerhard Stahl, Segretario generale del Comitato delle regioni, espone i motivi per cui l’alleanza tra Copernicus e le regioni offre vantaggi reciproci.

Henri Malosse, Presidente del Comitato economico e sociale europeo, illustra la sua visione di Copernicus.

Testimonianze degli utenti CopernicusTredici utenti a livello locale e regionale riferiscono le loro esperienze con l’utilizzo dei prodotti e dei servizi Copernicus.

L’angolo delle PMIQuattro imprenditori di successo condividono le loro storie, esperienze e consigli su come costruire un’azienda intorno ai servizi Copernicus.

OPINIONI SU COPERNICUS Il valore aggiunto di Copernicus per la coopera-zione regionale e transfrontaliera in Europa I servizi MyAir: il contribu-to di Copernicus alla salute pubblica Thilo Erbertseder Monitoraggio degli habitat NATURA 2000 su scala locale, regionale ed europea Stefan Lang Lo Urban Atlas di Copernicus sviluppa applicazioni per la pianificazione urba-nistica a livello regionale e urbano Tomáŝ Soukup Servizi basati sull’osser-vazione della terra per migliorare la gestione dei rifiuti a livello locale Daniela Drimaco Monitoraggio dell’instabilità del suolo con i servizi Copernicus per le autorità locali Ren Capes Servizi Copernicus per il monitorag-gio della neve e dei ghiacci terrestri Thomas Nagler Servizi Copernicus per la gestione forestale locale Mathias Schardt Utilizzo di Copernicus per la mappatura e il monitoraggio delle frane e della subsidenza del terreno Fausto Guzzetti Servizi Copernicus per le energie rinnovabili Lucien Wald

EDIZIONE SPECIALE

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Editoriale

L adozione del regolamento GMES1 (Global Monitoring for Environment and Security - Monitoraggio globale per l’ambiente e la sicurezza) ha segnato la transizione

dall’esistenza del sistema GMES2 come semplice iniziativa al suo consolidamento come programma ufficiale dell’Unione europea. Il programma ha un solido fondamento giuridico e si sta attualmente cercando di consolidarne la base di utenti a livello locale all’interno dell’Unione europea. Questa pubblicazione ha l’obiettivo di contribuire ad aumentare la consapevolezza su Copernicus tra le autorità locali e regionali (ALR) europee, che costi-tuiscono il più ampio serbatoio di potenziali utenti dei servizi offerti. Questo numero di Window on Copernicus intende illustrare i numerosi vantaggi dei servizi proposti rispetto alle esigenze delle ALR; intendiamo inoltre mettere in risalto il fatto che il programma Copernicus contribuirà a promuovere la crescita e l’occupazione nell’Unione europea.

Le regioni, le province e i comuni operano in prima linea nella formulazione di politiche e nell’adozione di iniziative in materia di problematiche ambientali. Tuttavia, la grande etero-geneità delle ALR su scala europea si riflette nelle sfide che influiscono sulla pianificazione di tali politiche e iniziative. Il programma Copernicus offre soluzioni per affrontare in manie-ra efficiente tali sfide; molte di queste soluzioni sono illustrate nella presente pubblicazione.

Per agevolare la diffusione dei servizi Copernicus a livello locale e regionale, è necessario che le ALR siano a conoscenza delle soluzioni disponibili sul mercato, che i fornitori dei servizi comprendano adeguatamente le esigenze delle ALR e che le ALR che già utilizzano i servizi Copernicus condividano le rispettive esperienze. È proprio questa la raison d’être di questo numero di Window on Copernicus, dedicato alle regioni e alle autorità locali sottostanti.

Attraverso una serie di testimonianze provenienti da utenti dei servizi Copernicus e nu-merosi articoli di approfondimento, questo numero di Window on Copernicus vi guiderà attraverso le infinite applicazioni e servizi offerti dal programma Copernicus in svariati ambiti, tra cui pianificazione urbanistica, qualità dell’aria e dell’acqua, gestione dei rifiuti, monitoraggio ambientale, cooperazione transfrontaliera, monitoraggio degli incendi bo-schivi, gestione delle reti stradali e molto altro ancora.

Oltre ai singoli settori di applicazione, il programma Copernicus offre l’opportunità uni-ca di creare sinergie tra due obiettivi spesso considerati divergenti: crescita economica e sviluppo sostenibile. Copernicus permette alle ALR di avvalersi di servizi che influiscono positivamente sull’economia locale, sull’ambiente e, aspetto non meno trascurabile, sulla qualità della nostra vita.

Il team Copernicus4Regions ritiene che questa immersione nel mondo del programma Copernicus da una prospettiva regionale e locale genererà interesse, aumenterà la consa-pevolezza e permetterà di dimostrare che le ALR possono effettivamente diventare utenti attivi dei servizi Copernicus.

Infine, ci auguriamo che il portale copernicus4regions.eu agevoli il collegamento con i servizi Copernicus!

Il team Copernicus4Regions

1 Regolamento 911/2010, del 22 settembre 2010, relativo al programma europeo di monitoraggio della terra (GMES) e alla sua fase iniziale di operatività.2 Da dicembre 2012, Copernicus è il nuovo nome del programma GMES. Ciononostante, il termine GMES compare ancora in questa pubblicazione per ragioni storiche.

Copernicus – Un mare di opportunità per le autorità locali e regionali

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LA NECESSITÀ NON CONOSCE LEGGE. GMES raccoglie, per poi condividerli,

tutti gli innumerevoli dati relativi all’ambien-te e alla sicurezza, accumulati e prodotti da tutti i Paesi d’Europa in anni di fruttuose ricerche, che hanno portato alla maturità il nostro comune sviluppo tecnologico.

Anni di fruttuose ricerche

È così che è nato GMES. un gigantesco e ambizioso programma di monitoraggio, a uso di tutti gli operatori - sia pubblici che privati - con la missione di difendere l’am-biente e garantire la sicurezza dei cittadini europei.

La “G” di “Global” indica sia la dimensio-ne mondiale sia la varietà dei dati di cui bisogna tener conto. La “M” di “Monitoring” comprende tutte le attività di sorveglianza necessarie per il monitoraggio. La “E” di “Environment” e la “S” di “Security” indicano appunto le due grandi tematiche che traggono beneficio dall’ini-ziativa GMES: l’ambiente e la sicurezza.

Il programma GMES, ora noto come Copernicus, è un’iniziativa congiunta della Commissione europea, degli Stati membri, dell’Agenzia Spaziale Europea (per l’infra-struttura spaziale) e dell’Agenzia europea dell’ambiente (per l’infrastruttura in situ).

Copernicus punta a coordinare l’uso delle tecnologie di Osservazione della Terra con

i sistemi di raccolta dati attualmente esi-stenti e quelli futuri.

Una delle sue massime sfide è quella di compilare l’enorme e variegata mole di dati raccolti mediante ripresa da terra o mediante aerei o palloni aerostatici, nelle profondità oceaniche o sulla superficie dei mari, da reti di sonde e sensori, così come dallo Spazio, per osservare la Terra.

Queste risorse di informazione vengono poi rese compatibili con dati statistici di va-rio tipo, in particolare dati socio-economici relativi all’Unione europea, ai singoli Stati membri e alle rispettive autorità locali e regionali.

L’altra grande sfida è quella di riuscire a fornire i dati e le informazioni ai decisori, alle autorità pubbliche e alle aziende pri-vate cui tocca il compito di dare attuazione alle politiche o risolvere le situazioni di crisi, e che hanno bisogno di ricevere tem-pestivamente tali informazioni.

Permettere ai decisori e agli utenti di accedere a una mi-riade di informazioni

I primi servizi Copernicus sono attualmen-te entrati nella fase operativa iniziale in base al Regolamento GIO1, mentre altri sono disponibili in modalità pre-operativa. Essi consentono già ai decisori e agli utenti finali - sia quelli istituzionali sia quelli del settore privato - di accedere a una miriade

Copernicus/GMES decifrato

GMES: GLOBAL MONITORING FOR ENVIRONMENT AND SECURITY (MONITORAGGIO GLOBALE PER L’AMBIENTE E LA SICUREZZA) - BASTANO QUATTRO LETTERE PER RACCHIUDERE L’ESSENZA DI UN’IDEA NATA QUASI QUINDICI ANNI FA NELLA MENTE DI UN PICCOLO GRUPPO DI PIONIERI. QUESTI VISIONARI, CONSCI DELLE SFIDE FUTURE CON CUI SAREBBE STATO NECESSARIO MISURARSI IN EUROPA PER DIFENDERE L’AMBIENTE E GARANTIRE LA SICUREZZA DI TUTTI I CITTADINI, ERANO BEN CONSAPEVOLI DELL A NECESSITÀ DI AGIRE A LIVELLO PANEUROPEO.IL PROGRAMMA GMES È STATO RINOMINATO COPERNICUS NEL 2012, IN OMAGGIO AL GRANDE SCIENZIATO E OSSERVATORE EUROPEO, NICCOLÒ COPERNICO.

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di informazioni, quali: l’uso e le condizioni del suolo; la qualità dell’acqua che bevia-mo e dell’aria che respiriamo, e la natura e il livello del loro inquinamento; la direzione delle correnti marine e il livello degli oceani; gli spostamenti delle popolazioni animali e le variazioni della flora; i movimenti del particolato veicolato dall’atmosfera e l’e-stensione del buco nell’ozono; e, ancora, il monitoraggio dei ghiacciai e delle calotte dei poli. Tutto questo è Copernicus.

Garantire che gli operatori siano preparati e attrezzati

Queste informazioni metteranno gli utenti nella condizione di:

- organizzare la pianificazione a livello ur-bano e regionale, con piani di gestione più adeguati alle risorse naturali di cui si dispone;

- controllare efficacemente la produzio-ne agricola e le risorse ittiche;

- monitorare in maniera più accurata i fat-tori in grado di condurre a pandemie e la loro evoluzione, contenere efficace-mente le conseguenze delle catastrofi naturali, implementare le necessarie mi-sure per attenuarne gli effetti e persino anticiparne il manifestarsi.

Sul campo, i servizi Copernicus con-sentono agli operatori di essere meglio preparati ed equipaggiati per intervenire in caso di inondazioni, incendi forestali e frane, ma anche nei casi di inquinamento marino e di abbandono illegale di rifiuti, oltre che per fornire un supporto più ef-ficace alle missioni umanitarie nate per rispondere a eventi quali terremoti, eruzio-ni vulcaniche, tsunami e carestie.

Questi servizi permetteranno ai decisori politici e a tutti coloro che operano al ser-vizio della sicurezza dei cittadini di disporre dei dati necessari nell’ambito dei negoziati internazionali. A livello nazionale o regio-nale, come anche a livello locale, questi dati avranno anche il grande merito di consentire ai decisori di svolgere meglio il proprio mandato e di pianificare con mag-giore precisione le attività di bilancio.

Altri servizi Copernicus verranno sviluppati in futuro in base all’evoluzione tecnologica e scientifica e alla disponibilità dei finanzia-menti necessari. I servizi a livello europeo rispondono ai bisogni collettivi degli agen-ti istituzionali, ma anche alle esigenze più specifiche degli utenti finali a livello nazio-nale, regionale e locale.

Aiutare l’Europa ad assu-mere un ruolo guida nel monitoraggio ambientale

Copernicus è uno strumento essenzia-le nella lotta contro le conseguenze del cambiamento climatico che interessa l’in-tero pianeta, senza eccezioni. Infine, il Copernicus intende consentire all’Europa di assumere un ruolo guida nel monitorag-gio dell’ambiente globale.

Copernicus è uno strumento di coopera-zione internazionale che, sull’esempio dei servizi meteorologici, rappresenta il contri-buto dell’Unione europea alla creazione di quel vasto sistema mondiale dei sistemi di osservazione denominato GEOSS (Global Earth Observation System of Systems – Sistema dei sistemi di Osservazione glo-bale della Terra).

1 La fase iniziale di operatività di GMES (GIO) si riferisce al periodo 2011-2013, durante il quale i primi servizi GMES sono diventati operativi. Il regolamento GIO ha fornito la base giuridica per la fase ope-rativa iniziale e ha reso disponibili 107 milioni di euro di finanziamenti UE.

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PAGINA 1 EDITORIALE

PAGINA 2 COPERNICUS/GMES DECIFRATO

PAGINA 7 PRESENTAZIONE DELL’INIZIATIVA COPERNICUS4REGIONS

PAGINA 8 PRESENTAZIONE DELLA RETE DEGLI UFFICI DI CONTATTO REGIONALE

PAGINA 10 L’ANGOLO DELLE ISTITUZIONI Le regioni e Copernicus: un’alleanza promettente Gerhard Stahl

PAGINA 15 L’ANGOLO DELLE ISTITUZIONI Copernicus: un appello per un approccio guidato dai

cittadini Henri Malosse

PAGINA 18 TESTIMONIANZE DEGLI UTENTI COPERNICUS Pianificazione urbanistica - Puglia Rilevamento degli incendi boschivi - Provincia di Palermo Previsione delle inondazioni Monitoraggio dei fiumi Monitoraggio delle dune - Aquitania Vantaggi del sistema Copernicus per gli uffici regionali di

informazione ambientale Gestione delle risorse idriche Qualità dell’acqua lacustre - Comunità del Garda Applicazioni marittime e terrestri - Bretagna Controllo delle sovvenzioni in agricoltura - Lombardia Uso sostenibile dei pesticidi - Lombardia Monitoraggio delle infrastrutture stradali - Provincia di

Potenza Energia solare

PAGINA 44 I SUCCESSI DI COPERNICUS Un sospiro di sollievo con i servizi Myair Thilo Erbertseder

W INDOW ON COPERNICUS

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PAGINA 52 I SUCCESSI DI COPERNICUS Monitoraggio da satellite dell’umidità del suolo per

la gestione dell’irrigazione: un caso di studio nell’area mediterranea catalana

Antonio Reppucci

PAGINA 58 I SUCCESSI DI COPERNICUS MS.MONINA – Monitoraggio degli habitat NATURA 2000

di interesse comunitario su scala locale, regionale ed europea Stefan Lang, Geoff Smith e Jeroen Vanden Borre

PAGINA 66 I SUCCESSI DI COPERNICUS Dallo Spazio alle specie: soluzioni per il monitoraggio della

biodiversità Palma Blonda, Richard Lucas e João Pradinho Honrado

PAGINA 74 I SUCCESSI DI COPERNICUS Migliori informazioni sulle strutture forestali e sui danni

boschivi Mathias Schardt e Klaus Granica

PAGINA 79 I SUCCESSI DI COPERNICUS UrbanAtlas+: esplorare le potenzialità dei dati di Urban

Atlas (Copernicus) per applicazioni di pianificazione urbana a livello regionale e comunale

Tomáŝ Soukup

PAGINA 86 RELAZIONE SUI PROGRESSI Nuovi dati per monitorare l’evoluzione dell’uso del suolo Jana Hoymann

PAGINA 94 I SUCCESSI DI COPERNICUS PanGeo: monitorare l’instabilità del suolo per le autorità locali Ren Capes

PAGINA 101 I SUCCESSI DI COPERNICUS Uso di Copernicus per la mappatura e il monitoraggio di

frane e subsidenza Fausto Guzzetti, Alessandro Cesare Mondini e

Michele Manunta

PAGINA 107 OPINIONI SU COPERNICUS Copernicus: un’opportunità di cooperazione territoriale

regionale e transfrontaliera in Europa La redazione di Window on Copernicus

I N D I C E

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PAGINA 114 RELAZIONE SUI PROGRESSI SubCoast: preparazione di servizi per monitorare le

variazioni di quota del terreno in aree costiere esondabili David Hamersley e Rob van der Krogt

PAGINA 120 I SUCCESSI DI COPERNICUS I servizi Copernicus per le energie rinnovabili forniscono

supporto alle autorità locali e regionali Claire Thomas e Lucien Wald

PAGINA 128 I SUCCESSI DI COPERNICUS Un aiuto per gli enti locali, regionali e nazionali

nell’attuazione delle direttive UE: i prodotti in materia di qualità dell’acqua basati sull’Osservazione della Terra

Thomas Heege e Karin Schenk

PAGINA 134 I SUCCESSI DI COPERNICUS Wastemon, un servizio di monitoraggio dei rifiuti mediante

dati di Osservazione della Terra da satellite Daniela Drimaco

PAGINA 140 I SUCCESSI DI COPERNICUS CryoLand, il servizio Copernicus di monitoraggio della neve

e dei ghiacci terrestri Thomas Nagler

PAGINA 146 L’ANGOLO DELLE REGIONI La piattaforma PIGMA per la condivisione di informazioni

geografiche in Aquitania GIP ATGeRi

PAGINA 152 L’ANGOLO SCIENTIFICO Rilevamento dei cambiamenti ambientali a lungo termine

attraverso il monitoraggio regionale: la rete LTER (Long Term Ecosystem Research)

Alessandro Campanaro, Alessandro Oggioni e Alessandra Pugnetti

PAGINA 161 L’ANGOLO DELLE PMI Intervista

PAGINA 167 I PARTNER DEL PROGETTO

PAGINA 168 INFORMAZIONI EDITORIALI

I N D I C E

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I l portale copernicus4regions.eu è stato creato per facilitare l’incontro tra i fornitori di servizi e le autorità locali e regionali su scala europea. Copernicus4Regions vuole in

questo modo diventare uno strumento di sviluppo commerciale con il quale espandere la base di utenti del programma Copernicus tra le ALR. Le strutture industriali, economiche e sociali presenti a livello regionale e locale nell’Unione europea possono trarre notevoli vantaggi da servizi Copernicus su misura, rivolti ai decisori politici, agli utenti in ambito tecnico-scientifico e ai cittadini europei.

Il portale copernicus4regions.eu: un numero di telefono per CopernicusCopernicus4Regions intende diffondere la conoscenza del programma Copernicus e promuovere lo sviluppo dei suoi servizi tra le autorità locali e regionali. Nell’ambito dell’iniziativa Copernicus4Regions vengono creati svariati strumenti rivolti alle ALR, alle piccole e medie imprese (PMI), a organismi di ricerca e al mondo accademico:• per conciliare maggiormente l’offerta con la domanda e promuovere il passaggio da

un modello “dall’azienda ai clienti” a un modello “dai clienti all’azienda”, il portale web propone una piattaforma di matching ispirata ai servizi di web dating e adattata al programma Copernicus. Una presentazione multimediale illustra varie possibilità offerte dai servizi Copernicus per contribuire ad aumentare la consapevolezza sui potenziali vantaggi per le ALR;

• una sezione specifica è dedicata agli stakeholder del mondo del business (imprenditori e PMI). Essa si rivolge a organizzazioni pubbliche o private in cerca di fornitori di ser-vizi, ma anche a fornitori alla ricerca di partner per sviluppare nuovi prodotti o servizi, nonché a società private che necessitano di finanziamenti o di nuove opportunità di sviluppo commerciale. Questa sezione offre informazioni sulle diverse opportunità di finanziamento disponibili a livello europeo per imprenditori e PMI e contiene un re-pertorio di fornitori di servizi presenti nell’Unione europea;

• per quanto riguarda il mondo della ricerca, la Copernicus Academy è stata creata con lo scopo di promuovere relazioni efficaci tra il settore privato, le amministrazio-ni locali e le istituzioni accademiche. La “Copernicus Academy” è stata istituita da Copernicus4Regions come piattaforma dedicata allo scambio.

Infine, il portale copernicus4regions.eu costituisce uno dei punti di accesso agli Uffici di contatto regionale (Regional Contact Offices - RCO) per il programma Copernicus.

Avvicinare le ALR ai servizi Copernicus

L’INIZIATIVA COPERNICUS4REGIONS HA ORIGINE DA UN PARADOSSO: TENUTO CONTO DELLE LORO SPECIFICITÀ E PREROGATIVE AMMINISTRATIVE, LE AUTORITÀ LOCALI E REGIONALI (ALR) EUROPEE COSTITUISCONO IL PIÙ AMPIO BACINO DI POTENZIALI FRUITORI DEI SERVIZI COPERNICUS. EPPURE, LE ALR HANNO UNA CONOSCENZA MOLTO LIMITATA DEL PROGRAMMA COPERNICUS O DEI SUOI VANTAGGI.

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La sede dell’RCO è ospitata presso un ente indipendente su mandato dell’autorità regionale di riferimento e opera come centro regionale di competenza Copernicus.

I compiti principali dell’RCO sono i seguenti:• identificare potenziali utenti dei servizi Copernicus;• diffondere la consapevolezza delle potenzialità offerte dalle tecnologie di Osservazione della

Terra e in particolare dai servizi di Copernicus;• cercare opportunità di business per gli attori locali;• acquisire una conoscenza approfondita e aggiornata del pacchetto di servizi Copernicus già

consolidati e di quelli più recenti;• aiutare gli utenti a individuare bisogni o servizi che possono rispondere alle loro esigenze;• facilitare il dialogo tra utenti e fornitori di prodotti e servizi;• promuovere nuovi servizi a partire dalle richieste degli attori presenti sul territorio;• sostenere la formazione di esperti nel campo delle tecniche di Osservazione della Terra.

Gli RCO di Copernicus delle regioni europee sono in rete tra loro e si scambiano informazioni, esperienze e buone pratiche sulle opportunità di mercato, gli attori disponibili, l’innovazione e le iniziative in corso offerte da Copernicus.

La rete europea è nata con l’obiettivo di rendere le Regioni protagoniste del dialogo intra e inter-regionale. L’idea è di stimolarle a creare occasioni di collaborazione tra tutti i soggetti sul territorio interessati ad accedere ai servizi Copernicus per le proprie attività: mondo della ricerca, imprese, politici, cittadini.

I vantaggi di avere un RCO nella propria Regione sono molteplici e possono riguardare lo svi-luppo economico, l’ambiente, la qualità della vita dei cittadini. Inoltre, un RCO può contribuire a far raggiungere alle Regioni gli obiettivi strategici regionali: dando impulso alla competitività della Regione, stimolando l’innovazione e la collaborazione, consolidando la presenza della Regione nel panorama europeo.

Dal luglio 2011 si sono costituiti già sette RCO nelle seguenti regioni aderenti alla rete di NEREUS (www.nereus-regions.eu):

• Aquitania – Midi-Pirenei (FR) presso CETE • Azzorre (P) presso SRCTE• Basilicata (IT) presso TeRN• Brema (D) presso CEON• East Midlands (UK) presso G-STEP, Università di

Leicester• Lombardia (IT) presso CNR-IREA • Bretagna (FR) presso Polo Mer Bretagne

Altri 15 RCO sono in via di definizione presso altre regio-ni europee (vedi la mappa della rete di RCO a sinistra).

Uno strumento per avvicinare le Regioni e Copernicus: la rete degli Uffici di Contatto Regionale (RCO) di Copernicus

LA RETE EUROPEA DEGLI UFFICI DI CONTATTO REGIONALE (RCO) DI COPERNICUS È STATA CREATA PER SENSIBILIZZARE LE REGIONI EUROPEE SULLE OPPORTUNITÀ OFFERTE DALLE TECNOLOGIE SATELLITARI PER LO SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE DEI PROPRI TERRITORI E CONSOLIDARNE IL COINVOLGI-MENTO NELL’INIZIATIVA COPERNICUS. UN RCO È UN PUNTO DI RIFERIMENTO FONDAMENTALE PER LE REGIONI EUROPEE PERCHÉ METTE IN RELAZIONE TRA LORO TUTTI I SOGGETTI SUL TERRITORIO INTERESSATI A VARIO TITOLO AD ACCEDERE AI SERVIZI COPERNICUS PER LE PROPRIE ATTIVITÀ: MON-DO DELLA RICERCA, IMPRESE, POLITICI, CITTADINI.

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Il presente numero di Window on Copernicus illustra l’esperienza di alcuni utenti dei servizi Copernicus individuati nelle Regioni dei seguenti RCO:

RCO Lombardia, ospitata presso il CNR-IREA, un istituto di ricerca pubblico molto attivo negli studi sul telerilevamento e sulle sue applicazioni. Con le sue versatili attività econo-miche legate allo sviluppo del settore aerospaziale, tra cui figurano agricoltura, industria e servizi, la Lombardia offre condizioni ottimali per promuovere i servizi Copernicus e per

integrarli con le esigenze dei vari attori presenti sul territorio. Le priorità della Regione Lombardia sono: agro-alimentare, cambiamenti climatici, salute e ambiente, rischi e protezione civile.

RCO Aquitania – Midi-Pirenei, ospitata presso il CETE sud-occidentale (un servizio del Ministero francese per l’Ambiente), dal luglio 2011 promuove Copernicus e le applicazioni satellitari nelle sue regioni, dove sono presenti centri di fama internazionale nel settore aerospaziale, come il CNES, l’Aerospace Valley, Astrium, CLS, Mercator, piccole e medie

imprese e centri di ricerca (CNRS, IRD, ecc.). Questo RCO promuove eventi di successo ed azioni che mirano a far accrescere la consapevolezza per vari utenti dei benefici di Copernicus e delle applicazioni satellitari, in particolare per i settori marittimo e terrestre, strategici per le regioni Midi Pyrénées e Aquitaine.

RCO East Midlands ospitata presso il G-STEP, Università di Leicester, mira a consolidare lo sviluppo di servizi Copernicus e a promuovere le tecnologie spaziali nella pianificazione urbanistica e per la qualità

dell’aria. L’RCO fa da ponte tra mondo accademico, enti locali e piccole e medie imprese; organizza eventi regionali per accrescere la consapevolezza delle opportunità offerte da Copernicus, e seminari di approfondimento per diverse aree di applicazione (mappatura termica, energia solare, gestione del territorio e GIS); facilita la creazione di reti tra utenti

e fornitori per sviluppare applicazioni adatte alle esigenze degli utenti finali.

RCO Basilicata, Il Regional Contact Office della Regione Basilicata, ospitato e gestito dal Consorzio pubblico-privato TeRN - “Tecnologie per le Osservazioni della Terra e i Rischi Naturali” - opera come una struttura di interfaccia e di scambio di informazioni tra le autorità locali istituzionali, i potenziali utenti e fornitori di servizi

Copernicus e gli altri portatori di interesse a scala regionale, nazionale ed europea. La mis-sione del RCO Basilicata è quella di incrementare l’uso di tecnologie spaziali a beneficio dei potenziali utenti e dei fornitori di applicazioni innovative e facilitare l’attivazione di oppor-tunità di mercato che rispondano a specifiche esigenze e bisogni del territorio regionale. Le attività principali dell’RCO consistono nell’inventariare e monitorare i servizi Copernicus

esistenti a scala regionale, nel supporto alla valorizzazione dei risultati della ricerca in applicazioni innovative, servizi avanzati, brevetti, fino alla formazione ed informazione di potenziali utenti, al fine di stimolare, nella pubblica amministrazione, la domanda di prodotti a valore aggiunto nel settore delle tecnologie spaziali.

Polo Mer Bretagne (RCO in via di definizione), con sede in una delle regioni della Francia a maggiore vocazione ‘marittima’, mira a promuovere la nascita di progetti innovativi in grado di soddisfare le esigenze provenienti da nuovi mercati. In tale contesto e cercando di rispondere alla domanda di ‘sicurezza’ e alla necessità di uno ‘sviluppo sostenibile’, il Polo Mer Bretagne è diventato recentemente un RCO. Considerando che la Bretagna aderisce già alla rete NEREUS, la creazione di un RCO

in questa regione non potrà che consolidare la presenza di Copernicus a livello locale, e facilitare lo sviluppo di servizi marittimi per utenti finali.

Per ulteriori informazioni sulla rete regionale degli Uffici di contatto (RCO) di Copernicus si prega di contattare: [email protected]: http://copernicus4regions.eu - “Accedi al tuo Ufficio Regionale di Contatto (RCO)”.

Uno strumento per avvicinare le Regioni e Copernicus: la rete degli Uffici di Contatto Regionale (RCO) di Copernicus

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L’angolo delle istituzioni

Importanza di questa tecnologia per gli enti regionali e locali e ruolo del Comitato delle RegioniLo sviluppo di Copernicus presenta chia-ramente una dimensione territoriale molto concreta, in cui si distinguono due aspetti.

In primo luogo, il coinvolgimento degli enti locali e regionali può essere utile per spiegare ai cittadini il valore di Copernicus e così migliorare l’accettazione di queste nuove tecnologie. Poiché gli enti regiona-li e locali sono fortemente coinvolti nella vita quotidiana dei cittadini, essi sono in una posizione privilegiata per comunicare informazioni “su misura” in funzione del-le esigenze della base. Il Comitato delle

Regioni vede nel programma Copernicus uno strumento UE indispensabile per forni-re dati di importanza vitale - in particolare per il monitoraggio ambientale e la sicurez-za civile - e quindi di grande rilevanza per gli enti locali e regionali.

“Copernicus dà un aiu-to importante alle regioni europee nella lotta al cam-biamento climatico e nella mitigazione dei suoi effetti”

In secondo luogo, gli enti regionali e locali potrebbero, dal canto loro, dare un contri-buto prezioso all’attuazione del Copernicus:

IL SISTEMA GLOBALE DI MONITORAGGIO PER L’AMBIENTE E LA SICUREZZA (COPERNICUS/GMES) E IL PROGRAMMA DI NAVIGAZIONE SATELLITARE GALILEO – DUE INIZIATIVE EUROPEE DI PUNTA – HANNO ENTRAMBE RAGGIUNTO UNO STADIO AVANZATO IN TERMINI DI SVILUPPO ECONOMICO E SOCIALE E DI SICUREZZA. I SISTEMI DI NAVIGAZIONE FARANNO BEN PRESTO PARTE INTEGRANTE DELLA NOSTRA VITA, ALLA STESSA STREGUA DEI TELEFONI CELLULARI E DI INTERNET. IN QUANTO STRUMENTO DI GE-STIONE DELLE EMERGENZE, COPERNICUS STA CONQUISTANDO SEMPRE PIÙ L’INTERESSE DEL VASTO PUBBLICO. UNA DELLE SUE FINALITÀ PRINCIPALI È PRODURRE DATI CHE AIUTINO A PREVEDERE SIA LE CALAMITÀ NATURALI (TEMPESTE, INCENDI BOSCHIVI, INONDAZIONI, TSUNAMI) SIA LE CATASTROFI PROVOCATE DALL’UOMO (INCENDI NELLE ZONE URBANE, INCIDENTI CHIMICI), DA UTILIZZARE PER PREVENIRE O PER RIDURRE I DANNI CAUSATI DA TALI EVENTI. FINORA QUESTE INFORMAZIONI SI SONO RIVELATE PREZIOSE NEL RILEVAMENTO E NEL MONITORAGGIO DELLA FUORIUSCITA O DELLO SCARICO DI PETROLIO IN MARE, NELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E NELLA FORNITURA DI SER-VIZI AGLI AGRICOLTORI E AI FINI DELLA PROTEZIONE CIVILE, DELLA TUTELA DELL’AMBIENTE E DELLA SALUTE PUBBLICA (AD ESEMPIO NEL MONITORAGGIO DELL’ESPOSIZIONE ALL’OZONO E AI RAGGI UV).

OLTRE AD AVERE UNA VASTA GAMMA DI APPLICAZIONI, COPERNICUS CONTRIBUISCE A RAFFORZARE LA COMPETITIVITÀ EUROPEA IN UN SETTORE TECNOLOGICO DI PUNTA, PROMUOVENDO IMPRESE INNOVATIVE E CREANDO POSTI DI LAVORO ALTAMENTE QUALIFICATI. LA SFIDA CHE ESSO PONE, TUTTAVIA, È QUELLA DI PRODURRE RISULTATI CONCRETI CHE RENDANO TANGIBILE AI CITTADINI IL VALORE DI QUESTE NUOVE TECNOLOGIE AD ALTA INTENSITÀ DI RISORSE.

Le regioni e Copernicus: un’alleanza promettente

Di Gerhard Stahl, Segretario Generale del Comitato delle Regioni

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essi infatti non soltanto ospitano l’infra-struttura dei segmenti di terra della catena spaziale, ma promuovono anche la forma-zione di poli per diffondere le conoscenze su scala regionale, spesso in cooperazione con centri di ricerca. Essendo in prima linea nell’utilizzo delle nuove tecnologie e appli-cazioni, essi potrebbero creare un ambiente propizio all’innovazione guidata dall’indu-stria promuovendo e stimolando l’interesse per le attività di ricerca e sviluppo. Inoltre, Copernicus migliorerebbe significativamen-te il loro accesso ai dati, contribuendo così all’armonizzazione di questi ultimi.

Gli enti locali e regionali sono anche utenti finali dei servizi di informazione ambienta-le. Essi generano una specifica domanda di dati su misura per gestire meglio tutte le forme di trasporto nelle città e nelle regio-ni, effettuare adeguati preparativi in vista delle inondazioni, migliorare la gestione globale delle crisi, coordinare le operazioni di salvataggio e monitorare i cambiamenti ambientali. Il programma Copernicus, asso-ciato alla cartografia delle reti infrastrutturali e del sottosuolo, faciliterebbe la pianifica-zione per lo sviluppo territoriale. In questo senso, esso è importante per le regioni

europee nella lotta ai cambiamenti climatici e nell’attenuazione dei loro effetti.

Il CdR è dell’avviso che Galileo e Copernicus si trasformeranno entrambi in nuovi strumenti di stimolo alla crescita e di incremento della competitività delle regioni europee.1

“Copernicus rafforza la com-petitività dell’Europa nelle tecnologie all’avanguardia, promuove business inno-vativi e crea posti di lavoro altamente qualificati”

Dovrebbe inoltre essere possibile ricavare benefici da Copernicus a livello locale e regionale - un fatto, questo, di cui va te-nuto conto nello sviluppo dell’iniziativa e delle relative applicazioni. In particolare gli oneri finanziari aggiuntivi per gli enti locali e regionali derivanti dai necessari adeguamenti delle banche dati esistenti, ad esempio per armonizzare i dati già raccolti o

1 Si veda il parere del CdR 96/2007.

I cittadini e il patrimonio culturale sono soggetti a disastri naturali o causati dall’uomo. A Praga, il fiume Moldava ha causato diverse inondazioni devastanti. I servizi Copernicus permettono di mitigare i disastri naturali e migliorare la gestione delle emergenze. (Immagine: Ricardo Liberato)

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per modificare le interfacce relative ai dati, dovrebbero essere compensati con mecca-nismi appropriati, in modo da evitare che tali costi siano sopportati unicamente a li-vello locale e regionale, dove gran parte dei dati in questione sono raccolti.

Il Comitato delle Regioni è la voce degli enti locali e regionali d’Europa. Esso è pron-to ad assumersi il ruolo di intermediario e di coordinatore tra gli enti locali e regionali stessi, la Commissione europea e gli orga-nismi competenti per il sistema Copernicus. Un’azione coordinata a livello del CdR è quanto mai importante, poiché queste nuove tecnologie potrebbero contribuire in misura significativa alla crescita e all’occu-pazione nel quadro della strategia Europa 2020 e così facendo rafforzare la coesione territoriale. Per raggiungere questo obiet-tivo il CdR si propone come piattaforma di cooperazione e comunicazione tra gli enti locali e regionali e altri soggetti interessati.

I benefici di Copernicus e delle tecnologie spaziali non ricadranno soltanto sulle regio-ni con un coinvolgimento diretto in questa industria (verosimilmente le “regioni più ricche”), ma anche potenzialmente sulle altre regioni che useranno i suoi servizi e prodotti.

Il programma Copernicus potrebbe inoltre rafforzare le reti di cooperazione esisten-ti a livello locale e regionale, come ad esempio il Patto dei sindaci, un’iniziativa

con cui le città firmatarie si impegnano ad andare oltre gli obiettivi di riduzione del-le emissioni di CO2 previsti dalla politica energetica dell’UE tramite il miglioramento dell’efficienza energetica e la produzione e il consumo di un’energia più pulita. La co-operazione potrebbe essere migliorata in maniera significativa grazie ai sistemi satel-litari di telerilevamento di Copernicus. Uniti alle tecniche terrestri, aeree e marine, essi forniranno alle città informazioni geospaziali a sostegno di svariate politiche, dalla pro-tezione civile ai cambiamenti climatici. Le iniziative comuni degli enti locali sarebbero facilitate dal fatto di disporre di dati qualita-tivamente omogenei e la condivisione delle buone pratiche risulterebbe più agevole.

Sostegno politico per un’attuazione comune delle tecnologie spaziali a livello regionale e localeIl CdR è dell’avviso che uno degli ele-menti indispensabili per il successo del Copernicus e delle tecnologie spaziali in generale sia un forte impegno politico da parte degli attori locali e regionali, come dimostrato di recente dalla creazione della rete delle regioni europee che utilizzano le tecnologie spaziali (NEREUS), sostenuta dal CdR.

Lo sviluppo di capacità, informazioni e ser-vizi di Osservazione della Terra incide su molti dei settori gestiti dalle amministra-zioni regionali: ad esempio sui trasporti e le telecomunicazioni, i rilievi topografici, l’agricoltura, la pesca e i corsi d’acqua, il turismo, lo smaltimento dei rifiuti e la logistica.

Gli strumenti per l’apprendimento a di-stanza, la telemedicina, i servizi sanitari e amministrativi a distanza sono settori chiave per la futura applicazione di queste tecnologie in ogni regione. Le tecnologie dell’informazione e della comunicazione svolgono un ruolo fondamentale nel mi-glioramento della qualità di vita dei cittadini e delle loro opportunità sociali ed econo-miche, nello stimolare servizi pubblici più efficienti e personalizzati e nel promuovere le imprese locali.

L’angolo delle istituzioni

I firmatari del Patto dei Sindaci si impegnano volontaria-mente ad aumentare l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili nei loro territori.

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Nell’appoggiare le recenti misure di li-beralizzazione del mercato energetico, il Consiglio europeo ha chiesto che venga migliorato in tutta Europa l’accesso alle reti di trasmissione transfrontaliere e l’utilizzo di tali reti. Data la necessità di garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, l’uso di progetti satellitari per verificare le reti UE in tempo reale assume una particolare rile-vanza. Il Consiglio ha inoltre evidenziato la possibilità di applicare le tecnologie offerte nel quadro di Galileo e di Copernicus alla gestione intelligente delle reti in tempo reale e di sviluppare strumenti che po-trebbero contribuire a prevenire la perdita della biodiversità, come la pianificazione del territorio e la gestione sostenibile delle foreste. Finora, a livello locale e regionale, Copernicus è stato applicato più al monito-raggio ambientale che alla gestione delle reti energetiche. Ma gli enti locali e regio-nali non devono perdere di vista la frontiera avanzata dello sviluppo e dell’innovazione tecnologica.

Un’ultima considerazione, ma non di mi-nore importanza: per sviluppare nuove applicazioni e tecnologie per i programmi

spaziali presenti e futuri occorre migliora-re le conoscenze attuali. I centri di ricerca e le università d’Europa sono in grado di reggere la sfida di sostenere le attivi-tà dell’industria in un mondo competitivo e le amministrazioni regionali, dal canto loro, dovrebbero partecipare ai processi di sostegno all’istruzione e alla ricerca a tutti i livelli appropriati. Per questi motivi, abbiamo bisogno di una politica europea dello Spazio ambiziosa e chiara, sostenuta con adeguati finanziamenti nel quadro del bilancio dell’UE.

Osservazioni conclusiveLe tecnologie satellitari e di Osservazione della Terra rappresentano un importante passo avanti per lo sviluppo delle regioni europee. Una solida alleanza con gli enti locali e regionali intorno a questi progetti porterebbe a un miglioramento significativo dei servizi di Osservazione della Terra e del-le applicazioni sul campo, promuovendone al tempo stesso l’attuazione. Grazie alle tec-nologie e ai servizi di Osservazione della Terra, si possono ottenere benefici come ad esempio rafforzare la sicurezza e ridurre la congestione di tutte le forme di trasporto,

Gerhard Stahl, Segretario generale del Comitato delle Regioni, durante una conferenza di NEREUS - Network of European Regions Using Space Technologies. (Immagine: Comitato delle Regioni)

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migliorare il monitoraggio dell’ambiente, affinare la prevenzione e la gestione delle situazioni di crisi, effettuare interventi più mirati, rapidi ed efficaci, migliorando così la

vita quotidiana dei cittadini. Questi obiettivi meritano un’azione coordinata dei partner locali, regionali, nazionali ed europei in un’ottica di governance multilivello.

L’angolo delle istituzioni

Gerhard STAHL è nato a Ludwigsburg il 2 dicembre 1950. Dopo gli studi nella città natale si laurea in economia alla Technische Universität di Berlino, dove ottiene il suo primo impiego come assistente alla cattedra di finanze pubbliche. Trascorre poi tre anni a Bonn, dove lavora in qualità di eco-nomista presso il ministero tedesco delle Finanze. Lavora anche presso il Parlamento europeo e, a livello regionale, al ministero dell’Economia, dei trasporti e della ricerca del Land Schleswig-Holstein e, in seguito, come Direttore generale del dipartimento Affari europei e internazio-

nali del ministero degli Affari europei e federali. Nell’ambito di tale incarico si specializza nella preparazione di dossier sulle politiche comunitarie per conto del Bundesrat, la seconda camera legislativa tedesca, e in progetti di cooperazione interregionale. Dal 1995 al 1999, Stahl è membro del gabinetto del commissario europeo per la Politica re-gionale Monika Wulf-Mathies. Dal 1999 al 2002 è vicecapo di gabinetto del commissario europeo per gli Affari economici e monetari Pedro Solbes. Nel settembre 2002 diventa responsabile della direzione Lavori consultivi del Comitato delle regioni e il 1° aprile 2004 Segretario generale dello stesso Comitato delle regioni. Gerhard Stahl è membro del comitato consultivo (Kuratorium) dell’Istituto di ricerca economi-ca (IFO) di Monaco di Baviera e autore di pubblicazioni su vari aspetti di politica economica, regionale ed europea. È sposato e ha due figli.

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La mia ambizione come Presidente del Comitato economico e sociale europeo è molto precisa: dobbiamo rafforzare il lega-me tra l’Europa e i suoi cittadini. Dobbiamo imparare a interpretare i diversi messaggi che i cittadini ci mandano, per esempio in occasione degli “Eurobarometri” e dei vari referendum. Se vogliamo che l’Unione europea abbia successo, dobbiamo fare in modo che i cittadini si sentano più europei e tornino a sognare un’Europa più integrata. È partendo da questa prospettiva che in-tendo analizzare il programma Copernicus. Dobbiamo essere realisti. Il programma è ambizioso e molto costoso. L’investimento deve essere valutato sulla base di ciò che offre ai cittadini. In conclusione, l’unica do-manda da porsi è la seguente: abbiamo effettivamente bisogno di un sistema glo-bale di Osservazione della Terra?Alcuni studi economici hanno dimostrato che i vantaggi del programma Copernicus per la società sono dieci volte superiori ai suoi costi. In poche parole, si tratta di fondi pubblici ben investiti. Tuttavia questi studi, per quanto importanti, difficilmente riescono a convincere il cittadino medio che investire denaro in un progetto a lun-go termine di questo tipo sia una priorità. Il contesto economico attuale complica ulteriormente le cose. La crisi continua a colpire duramente l’UE, in particolare a li-vello regionale, e nel breve termine molte necessità basilari finiscono per rimanere insoddisfatte.Ma diamo un’occhiata più ravvicinata al programma Copernicus. Senza addentrar-ci in dettagli troppo tecnici, possiamo dire che l’obiettivo del programma Copernicus

è fornire informazioni costanti e indipen-denti ai legislatori europei, alla comunità d’affari e al grande pubblico. Il programma Copernicus è costituito da tre componenti: una costellazione di satelliti per la raccolta di dati ricavati dall’Osservazione della Terra dallo Spazio, infrastrutture terrestri di os-servazione (sensori terrestri, aviotrasportati o posizionati su navi o boe) e una rete di fornitori di servizi che producono e fornisco-no informazioni ricavate dall’Osservazione della Terra e relative a sei diversi ambiti: monitoraggio atmosferico, cambiamento climatico, monitoraggio terrestre, gestione delle emergenze, ambiente marino e servizi per la sicurezza.

“Copernicus ha un notevole impatto su occupazione e innovazione”

Oggi il programma Copernicus è una re-altà, anche se non tutti i sei servizi sono ancora operativi. Con l’attuazione di una fase iniziale di operatività, tra il 2011 e il 2013, il programma Copernicus è passato dallo stadio di ricerca a quello operazionale. Oggi sono due i servizi già operativi: il ser-vizio di monitoraggio terrestre, per il quale l’Agenzia europea dell’ambiente assicura il coordinamento tecnico, e il servizio di gestione delle emergenze (EMS). Gli altri servizi, ovverosia ambiente marino, monito-raggio atmosferico, cambiamento climatico e sicurezza, continuano a essere finanziati dall’UE nell’ambito del Settimo Programma quadro (FP7). Tutti e sei i servizi dovrebbero essere pienamente operativi entro il 2014.

HENRI MALOSSE È PRESIDENTE DEL COMITATO ECONOMICO E SOCIALE EUROPEO DALL’APRILE 2013. IN QUESTO ARTICOLO PRESENTA LA SUA VISIONE DEL PROGRAMMA COPERNICUS.

Copernicus: un appello per un approccio guidato dai cittadini

Di Henri Malosse

L’angolo delle istituzioni

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Per illustrare i vantaggi del programma Copernicus per i cittadini, esaminiamo uno dei suoi ambiti. Il servizio di gestione delle emergenze (EMS) è operativo dall’1 aprile 2012. Durante i primi sei mesi di attività l’EMS è stato attivato nove volte. Ecco un esempio della sua attività. In occasione del terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna, il servizio di gestione delle emergenze del Copernicus ha prodotto in sole sei ore nuo-ve mappe di riferimento. Queste mappe mostravano con grande precisione la po-sizione geografica dei danni, quali strade potessero essere utilizzate e quali fossero i percorsi più rapidi a disposizione di ambu-lanze e altri veicoli di soccorso per andare e tornare dalle aree colpite. Tali mappe hanno facilitato notevolmente il lavoro sul campo dei soccorritori. Se il program-ma Copernicus è in grado di accelerare le operazioni di soccorso e sostegno a popo-lazioni in pericolo o addirittura di salvare vite umane, non c’è dubbio che si tratti di un buon investimento. Ovviamente, tali vantaggi in termini di vite non sono presi in considerazione dagli studi economici citati in precedenza. Del resto, quanto vale una vita? Il suo valore è inestimabile.

Più Europa? Sì, grazie!Lo stesso ragionamento è valido nel caso in cui il programma Copernicus venga utilizza-to, ad esempio, per monitorare fenomeni di deforestazione o desertificazione. Senza monitoraggio, non è possibile mettere in campo alcuna azione politica adeguata. Di

conseguenza, gli strumenti di monitoraggio sono fondamentali. Il programma Copernicus è anche un buon esempio di collaborazione tra Paesi e re-gioni europee. In questo momento è quasi unanime la consapevolezza che il modo migliore per uscire dalla crisi non sia una frenata dell’integrazione europea, bensì una sua accelerazione. Nonostante il suo noto euroscetticismo, persino il vincitore del Nobel per l’economia Joseph Stiglitz pre-dica una maggiore integrazione europea. Il fatto che il programma Copernicus “eu-ropeizzi” i numerosi sistemi nazionali di Osservazione della Terra e di infrastrutture in situ è un ottimo esempio dei vantaggi di un’accelerazione dell’integrazione europea. La componente spaziale del programma Copernicus è pienamente coerente con le competenze spaziali acquisite dall’Europa a partire dal Trattato di Lisbona. Essendo uno dei programmi di punta dell’UE, il pro-gramma Copernicus ha anche un notevole impatto su occupazione e innovazione. Il settore dell’Osservazione della Terra è co-stituito da segmenti distinti. Innanzitutto c’è il segmento a monte (upstream), che riguarda i fornitori di infrastrutture spaziali e terrestri, compresi i costruttori di satelliti. Questo segmento è altamente innovativo. Ciò è vero in particolare per il programma Copernicus nel quale, a differenza del pro-gramma Galileo, ogni satellite è diverso dagli altri. Il segmento a valle (downstream) corrisponde invece ai servizi e ai prodotti che possono essere sviluppati grazie alla disponibilità di costanti e precise informa-zioni ricavate dall’Osservazione della Terra. Infine, a metà strada tra quelli sopracitati, c’è il segmento intermedio (midstream), rappresentato da quegli operatori che sfruttano i sistemi spaziali e terrestri per pro-durre e vendere dati. Alcuni studi mostrano che il segmento intermedio e quello a valle possono raggiungere dimensioni fino a otto volte maggiori rispetto a quello a monte. Esiste pertanto un effetto moltiplicativo per gli investimenti compiuti nel segmento a monte. Il programma Copernicus, insie-me al programma Galileo, rappresenta una parte molto significativa del segmento a monte.

L’angolo delle istituzioni

La mappa evidenzia gli edifici danneggiati dal terre-moto del maggio 2012 in Emilia-Romagna. (Immagine: Commissione europea)

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Ricomporre la frattura tra l’Europa e i suoi cittadiniSappiamo tutti che le istituzioni europee non sono sempre efficaci nelle loro comuni-cazioni. Ciò è vero anche per il programma Copernicus, che però so essere molto com-plesso da spiegare (ne siano testimonianza i complicatissimi articoli che pubblicano i suoi responsabili). Galileo, l’altro pro-gramma spaziale di punta, è più semplice: banalizzando, lo si potrebbe definire il siste-ma GPS europeo, sebbene in realtà sia più sofisticato e preciso del GPS attuale. È tuttavia innegabile che vadano compiu-ti ulteriori sforzi per spiegare in che modo il programma Copernicus sia in grado di migliorare la qualità della nostra vita. In questo senso, la European Space Expo è un’iniziativa molto interessante, in quanto illustra i legami tra lo Spazio (in particola-re il programma Copernicus) e la nostra vita quotidiana. Visitando la Space Expo a Tolosa, sono rimasto molto sorpreso nello scoprire che esistono circa 30.000 appli-cazioni basate su tecnologie spaziali e già attualmente utilizzate per migliorare la no-stra vita di tutti i giorni. È evidente che non

ci rendiamo conto di quanto lo Spazio sia importante. A Helsinki, la European Space Expo è stata visitata da ben 25.000 persone in soli tre giorni. Si tratta quindi di un’inizia-tiva in grado di contribuire ad avvicinare i cittadini a quello che stiamo facendo per loro. Il fatto che questa manifestazione toc-cherà altre 25 città europee nei prossimi due anni è, a mio modo di vedere, un eccel-lente esempio di “buona comunicazione”.

Uno dei miei compiti in veste di Presidente del Comitato economico e sociale europeo sarà quello di esaminare programmi come il Copernicus dal punto di vista delle parti direttamente interessate. In questo conte-sto non bisogna dimenticare che, quando si parla di programmi comunitari, la parte interessata più importante sono i cittadini. Rappresentare i cittadini è uno dei compiti fondamentali del Comitato economico e sociale europeo. Durante il mio mandato, la mia priorità sarà quella di ricomporre per quanto possibile la frattura tra i cittadini e le istituzioni europee, per far sì che gli europei tornino a sognare un’Europa più unita.

Henri MALOSSE è Presidente del Comitato economico e sociale europeo (CESE) dall’aprile 2013. Prima di diventare Presidente del gruppo Datori di lavoro in seno alla stessa istituzione nel 2006, era Presidente delle sezioni SOC ed ECO del CESE, nonché Copresidente del Comitato consultivo misto UE-Bulgaria. Attualmente è inoltre consigliere istituzionale e responsabile per gli affari europei presso l’Assemblea delle Camere di Commercio e dell’Industria francesi. È il creatore della rete di eurosportelli Euro Info Centres che, con gli attuali 250 uffici e oltre 600 operatori, forniscono preziose informazioni alle pic-

cole imprese in tutta Europa. Inoltre è Vice-Presidente e membro fondatore dell’Associazione europea delle PMI, l’organo di rappresentanza delle PMI all’interno del Parlamento europeo. Henri Malosse si è laureato presso l’Istituto di studi politici di Parigi, è Cavaliere dell’Ordine nazionale al merito, nonché membro dell’assemblea consultiva dell’Associazione Jean Monnet. Tiene lezioni sull’Unione europea presso numerose università del continente (Strasburgo, Parigi, Mosca, Breslavia) e ha firmato diversi volumi, tra cui “Building Europe: The History and Future of a Europe of the People”, “Europe at your door”, “Europe from A to Z”, “Reuniting the Greater Europe” e “Saving the European citizen”.

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Testimonianze degli utenti Copernicus

Servizio Copernicus a sostegno dei piani urbanistici per i comuni del patto Territoriale Nord Barese Ofantino

NELL’AMBITO DEL PROGETTO GSE LAND1,

FINANZIATO DALL’AGENZIA SPAZIALE EUROPEA,

L’AGENZIA PER L’AMBIENTE DEL PATTO

TERRITORIALE NORD BARESE OFANTINO IN

PUGLIA (ITALIA) HA UTILIZZATO LE MAPPE DEI

CONTESTI URBANI E RURALI, REALIZZATE DA

PLANETEK ITALIA S.R.L., COME STRUMENTO DI

SUPPORTO ALLA DEFINIZIONE DEI NUOVI PIANI

URBANISTICI COMUNALI.

Mauro IACOVIELLO durante una conferenza sulla Pianificazione

“Nel 2008 il nuovo Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) della Regione Puglia ha obbligato tutti i Comuni ad indi-viduare e a mappare le aree dei contesti urbani e rurali, intese come porzioni di terri-torio situate tra le città e le campagne.Le mappe dei Contesti sono state realizzate rispettando le nostre specifiche esigenze ed utilizzando i prodotti dell’Urban Atlas imple-mentati nel progetto GSE Land per nove comuni del Patto Territoriale Nord Barese Ofantino.”

Architetto Mauro IACOVIELLO (Coordinatore Tecnico dell’Agenzia Territoriale

per l’Ambiente del Patto per l’Occupazione e lo Sviluppo del nord barese Ofantino)

1 Servizio di monitoraggio del territorio nell’ambito dell’iniziativa GMES Service Element (Elemento Servizi del programma Copernicus/GMES)2 Sistema informativo geografico (Geographic Information System)

Le mappe dei Contesti sono poi state in-tegrate nei nostri sistemi GIS2 per fornire supporto tecnico a:• Le attività decisionali nell’ambito di azioni

di programmazione negoziata volontaria, che le amministrazioni comunali, in forma associata, hanno inteso avviare nell’arco del periodo 2004/2011: Agenda 21 di area Vasta (Rapporto sullo Stato dell’Am-biente e Piano di Azione);

• Le attività di Valutazione Ambientale Strategica di Piani e programmi.

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Urban Atlas del Patto Territoriale Nord Barese Ofantino (2006).

Vista generale sulla Mappa dei Contesti (2009). (Immagine: Planetek Italia s.r.l.)

La Mappa dei Contesti, estratta da dati satelli-tari SPOT 5, costituisce un utile supporto nella redazione dei Piani Urbanistici Programmatici. (Immagine: Planetek Italia s.r.l.)

La Mappa dei Contesti, ottenuta combi-nando le classi dell’Urban Atlas secondo opportuni criteri di aggregazione, si pre-figge l’obiettivo di fornire un “land use interpretato” che sia di supporto alla de-cisione ma, allo stesso tempo, abbastanza generico perché si presti ad accogliere dati ancillari che perfezionino l’informazione ri-spetto all’utilizzatore.I diversi contesti rurali e urbani sono elen-cati nel riquadro accanto.

CONTESTI URBANI:• Contesti urbani periferici e marginali• Contesti urbani in formazione• Contesti della diffusione

CONTESTI RURALI:• Contesti rurali periurbani• Contesti rurali multifunzionali • Contesti rurali marginali• Contesti rurali a prevalente funzione

agricola• Contesti rurali a prevalente valore am-

bientale e paesaggistico

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Testimonianze degli utenti Copernicus

Un servizio Copernicus per l’identificazione tempestiva degli incendi boschivi nella Provincia di Palermo

LA DIREZIONE DELLA PROTEZIONE CIVILE DELLA PROVINCIA DI PALERMO (SICILIA-ITALIA) SI AVVALE SISTEMATICAMENTE, ORMAI DA QUALCHE ANNO, DI UN SISTEMA AVANZATO PER L’IDENTIFICAZIONE DEI PRINCIPI DI INCENDIO BASATO SULLA METO-DOLOGIA RST-FIRES, SVILUPPATA DALL’UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DELLA BASILICATA E DALL’IMAA-CNR. IL SERVIZIO È ATTUALMENTE DISTRIBUITO DALLA GEOSPAZIO ITALIA COME PARTE DEL SUO PRO-GRAMMA PER LA PREVENZIONE E LOTTA AGLI INCENDI. IL SUO VALORE AGGIUNTO È STATO DIMOSTRATO NEL CORSO DEL PROGETTO BIEN-NALE AVVISTA, FINANZIATO DALLA PROVINCIA DI PALERMO, DURANTE IL QUALE IL SERVIZIO È STATO MESSO A PUNTO, TESTATO E VALIDATO.

Direzione della Protezione Civile della Provincia di Palermo..Da sinistra a destra:

Girolamo Crivello, Responsabile Ufficio Gestione Interventi e Mezzi Speciali;  Salvatore Serio, Direttore Protezione Civile;

Giuseppe Benigno, Responsabile Ufficio Tecnico e Organizzativo.

“Uno degli aspetti più critici dell’intera catena antincendio è l’identifi-cazione tempestiva dei focolai di incendi. La rapidità nell’avvistamento e allerta, infatti, può consentire un’immediata reazione delle forze di contrasto sul territorio che, intervenendo quando l’incendio è ancora di piccole dimensioni, riescono a estinguere le fiamme più facilmente ed efficacemente. Dal 2008 la Provincia Regionale di Palermo ha deciso di migliorare le sue procedure antincendio avvalendosi di tecnologie satellitari avanzate fornite dall’Università degli Studi della Basilicata e IMAA-CNR. Durante gli ultimi due anni, grazie alle mappe degli in-cendi, basate su dati satellitari e fornite in tempo quasi reale (ogni 15 minuti), centinaia di incendi sono stati identificati grazie al solo siste-ma satellitare e spesso individuati ben prima dei tradizionali sistemi di sorveglianza. Molti ettari di foresta si sono salvati grazie a tale sistema e, in un caso, il servizio ha addirittura consentito di cogliere in flagranza di reato i piromani!”

Salvatore SERIO

Ufficio di contatto regionale (Regional Contact Office - RCO) per la BasilicataUlteriori informazioni su http://www.doris-net.eu/en/node/340

Referente: Carmela Cornacchia [email protected] - Tel.: +39-0971-427275

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UN SERVIZIO COPERNICUS PER L’IDENTIFICAZIONE TEMPESTIVA

DEGLI INCENDI BOSCHIVIIl servizio, basato sulla metodologia RST-FIRES, utilizza tre differenti sistemi satellitari per fornire mappe di allerta. Queste ven-gono aggiornate ogni 15 minuti e possono essere immediatamente visualizzate tramite un plugin di GoogleEarth® direttamente nel-la sala di monitoraggio dell’utente. Specifici strumenti informatici (e corsi di formazione per il personale della Protezione Civile) sono altresì forniti per l’identificazione degli eventi più grandi o più pericolosi e per dare sup-porto alle decisioni riguardo alle priorità di intervento.

Un esempio di intervento tempestivo: sono necessari circa sette minuti per ricevere anomalie dal satellite, dare allerta agli aerei già in volo sull’area e ricevere conferma della presenza di un focolaio di incendio. (Immagine: adnkronos, Repubblica.it 28 agosto 2010)

La capacità unica di identificare incendi molto piccoli ha mostrato la sua utilità anche nel controllare gli orari in cui vengono appiccati i fuochi di pulitura (proibiti durante le ore più calde) o per evitare che si estendano verso aree bo-scate. Nell’immagine in alto, in rosso è rappresentata l’area della cella al suolo del sensore SEVIRI entro la quale un fuoco di pulitura è stato identificato il 10 settembre 2010 dal sistema RST-FIRES, proprio nelle immediate vicinanze di una Zona di Protezione Speciale (ZPS), delimitata dal-la linea blu (M. Iato, Kumeta, Maganoce e Pizzo Parrino). Nell’immagine in basso: foto aerea scattata il giorno suc-cessivo all’evento conferma la corretta identificazione del fuoco di pulitura (immagine: S. Giuseppe Jato, PA).

Mappa di allerta degli incendi, aggiornata ogni 15  minuti, mostra lo sce-nario degli incendi attivi. Nella mappa, i punti caldi identificati sono riportati applicando la metodologia RST-FIRES a immagini satel-litari MSG/SEVIRI, NOAA/AVHRR e EOS/MODIS. (Immagine: Università degli Studi della Basilicata, CNR-IMAA, Geospazio Italia s.r.l.)

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Monitoraggio della neve per migliorare la previsione delle inondazioni

NEGLI ULTIMI ANNI LA REPUBBLICA CECA È STATA INTERESSATA

DA INONDAZIONI DI DIVERSO TIPO, QUALI ALLUVIONI ESTIVE

IN SEGUITO A PERIODI PROLUNGATI DI PRECIPITAZIONI (LUGLIO

1997, AGOSTO 2002), PIENE IMPROVVISE (LUGLIO 1998, GIUGNO

2009) MA ANCHE ALLAGAMENTI DI NOTEVOLE ENTITÀ DOVUTI

ALLO SCIOGLIMENTO DELLE NEVI (MARZO 2000, MARZO E

APRILE 2006). A SECONDA DEL TIPOLO DI PIENA VENGONO

UTILIZZATI DIVERSI MODELLI IDROLOGICI DI PREVISIONE CON

DIFFERENTI DATI DI INPUT. L’ISTITUTO IDROMETEOROLOGICO

DELLA REPUBBLICA CECA (CZECH HYDROMETEOROLOGICAL

INSTITUTE – CHMI) MONITORA REGOLARMENTE LA QUANTITÀ

DI NEVE PER FORNIRE PREVISIONI DI EVENTI DI PIENA. DAL

MOMENTO CHE I DATI OTTENUTI DALLE STAZIONI A TERRA

NON SONO SUFFICIENTI, I SATELLITI PER L’OSSERVAZIONE

DELLA TERRA OFFRONO UN IMPORTANTE CONTRIBUTO IN

TERMINI DI INFORMAZIONE SPAZIALIZZATA.

“Le metodologie di rilevamento della copertura nevosa in caso di condizioni meteorologiche sfavo-revoli (copertura nuvolosa), così come la valutazione idrologica/geografica, sono solo alcune delle nume-rose attività che rivestono una grande importanza per l’idrologia operativa. Le informazioni ottenute sono essenziali per una precisa interpolazione delle misurazioni puntuali eseguite per determinare il con-tenuto d’acqua della neve. Il CHMI si avvale di procedure GIS1 per l’inter-polazione del contenuto d’acqua della neve e la valutazione dell’accumulo d’acqua nel manto nevoso nella Repubblica ceca. I risultati dell’attività di identi-ficazione dell’estensione del manto nevoso vengono utilizzati come base per la stima dei parametri di interpolazione, eseguita da un idrologo esperto. Sui rilievi, non è possibile stimare l’equivalente in acqua del manto nevoso tramite osservazione satellitare. Ciononostante, il monitoraggio delle caratteristiche superficiali del manto nevoso può contribuire a ipotizzare l’impatto regionale e spazia-le dello scioglimento della neve nel periodo critico primaverile. In questo modo, è possibile identificare in anticipo i punti maggiormente soggetti a fenome-ni di inondazione prima che il rischio venga rilevato dai sistemi di monitoraggio del livello idrometrico”.

Jan DAŇHELKA, Dottore di ricerca in scienze naturali

1 Sistema informativo geografico (Geographical Information System)

Testimonianze degli utenti Copernicus

FLOREO - SERVIZIO PER LA MAPPATURA DELL’INNEVAMENTO

Nell’ambito del progetto FLOREO (piano PECS dell’ESA) è stato sviluppato un sistema di allerta precoce in merito al pericolo di inondazioni. Esso conferma la va-lidità dell’utilizzo delle tecnologie per l’Osservazione della Terra con il supporto di dati in situ. Questo sistema è stato sviluppato per supportare le attività esistenti di monitoraggio degli aspetti idro-logici, in modo particolare lo scioglimento della neve e il de-flusso delle acque superficiali, che contribuiscono agli eventi di piena. Il GISAT è in servizio in modalità operativa ormai da due anni.

Jan DAŇHELKA, Dottore di ricerca in scienze naturali

Vicedirettore del Dipartimento di idrologia - Istituto idrometeorologico della Repubblica ceca

(Czech Hydrometeorological Institute - CHMI)

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23W INDOW ON COPERNICUS

La copertura nevosa e le sue variazio-ni (linea delle nevi) sono monitorate attraverso diversi sistemi satellitari, quali il sistema di osservazione Terra MODIS, con risoluzione spaziale di 250 m, o il sistema radar ENVISAT ASAR, con risoluzione spaziale di 150 m. MODIS ha il vantaggio di ac-quisire i dati su base giornaliera con copertura globale dell’area di inte-resse, a condizione che il tempo non sia nuvoloso. In tal caso, si utilizza il sistema ASAR, che consente di ela-borare i dati anche con cielo coperto. Inoltre, in assenza di immagini SAR e in presenza di copertura nuvolosa, la probabilità di innevamento viene stimata.

Verso fine giugno del 2009, diversi fiumi della Boemia meridiona-le, tra cui la Moldava, hanno provocato l’inondazione di svariati villaggi e città. Praga è situata in un’area soggetta a piene e ha subito una grave inondazione nel 2002. (Immagine: Aktron / Wikimedia Commons)

Esempio di estrazione di informazioni sulla copertura nevosa dalla combinazione di dati provenienti da Terra MODIS e in situ (dati: NASA, CHMI). (Immagine: GISAT)

MODIS ClassificationProbability (indicator

co-kriging)

SNOW COVER PRODUCT

Hybrid snow

cover map

next day after acquisition

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24 W INDOW ON COPERNICUS

Prodotti per il controllo della qualità dell’acqua basati sull’Osservazione della Terra al servizio delle autorità di bacino per monitorare le dinamiche delle particelle sospese

NELL’AMBITO DEL PROGETTO COPERNICUS

FRESHMON È STATA ELABORATA UNA LINEA DI

SERVIZI PER IL MONITORAGGIO DELLA QUALITÀ

DELL’ACQUA NEI FIUMI E NEI LAGHI. IL DOTT.

NORBERT WINKEL, DIRETTORE DELLA SEZIONE

INCARICATA DELLE AREE COSTIERE PRESSO

L’ISTITUTO FEDERALE PER LE OPERE IDRAULICHE

(BUNDESANSTALT FÜR WASSERBAU - BAW) DI

AMBURGO SI AVVALE DEI NUOVI PRODOTTI

SATELLITARI , PER OTTIMIZZARE L’APPLICABILITÀ

DELL’INGEGNERIA FLUVIALE IN SINERGIA CON

MODELLI IDRODINAMICI E DATI IN SITU.

Dott. Norbert WINKELDirettore del dipartimento K3 - Aree costiere

Istituto federale per le opere idrauliche(Bundesanstalt für Wasserbau - BAW), Amburgo

“Comprendere le dinamiche di spostamento dei sedimenti sospesi nei corsi d’acqua è fondamentale per ridurre gli oneri legati ad interventi come il dragaggio. In qualità di au-torità federale responsabile per i corsi d’acqua in Germania, il BAW lavora per ottimizzare gli interventi di ingegneria idraulica, come, ad esempio, quelli effettuati presso gli estuari dei fiumi Elba, Weser ed Ems. Per poter comprendere i processi e ottimizzare tali attività è fondamentale avvalersi di una combinazione di misurazioni e modelli idrodinamici tri-dimensionali. I prodotti di rilevamento remoto forniti dal consorzio FRESHMON offrono misurazioni sinottiche estremamente accurate delle concentrazioni superficiali di particelle sospese sulle intere aree interessate. Ci aspettiamo che la risoluzione temporale e spaziale delle osservazioni eseguite tramite i sistemi satellitari Copernicus contribuirà a rendere più efficiente il nostro lavoro quotidiano”.

Dr. Norbert WINKEL

Testimonianze degli utenti Copernicus

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25W INDOW ON COPERNICUS

MONITORAGGIO DELLE PARTICELLE SOSPESE NEI FIUMI

Grazie al progetto FRESHMON è stato possibile mettere a disposizione dell’Istituto federale per le opere idrauliche (BAW) di Amburgo una serie di mappe per il monitoraggio delle particelle sospese.I prodotti forniti includono informazioni dettagliate sulla torbidità e sulle concentrazioni totali di particelle sospese con diverse risoluzioni spaziali e temporali. I dati satellitari MODIS, MERIS e RapidEye, con risoluzione spaziale di 300 m, 250 m e 5 m rispettivamente, sono stati utilizzati per il rilevamento di particelle sospese con intervalli di concentrazione com-presi tra 0 e 500 mg/l.L’acquisizione di più mappe nella stessa giornata permette di rilevare le variazioni legate alla marea delle particelle sospese totali dalla foce verso terra, e anche di fenomeni a scala molto ridotta, come ad esempio pennacchi causati da centrali elettriche, scie lasciate da imbarcazioni e processi di miscelazione lungo il corso del fiume.

Serie temporali relative al monitoraggio delle particelle sospese nel fiume Elba ottenute tramite l’utilizzo di dati satellitari MODIS Terra e Aqua 250 m. (Immagine: NASA e RapidEye per i dati sorgente, EOMAP per l’elaborazione)

Rilevamento della scia di un’imbarcazione tramite l’utilizzo di dati satellitari RapidEye, con risoluzione di 5 m. (Immagine: NASA e RapidEye per i dati sorgente, EOMAP per l’elaborazione)

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26 W INDOW ON COPERNICUS

I servizi Copernicus per lo studio dell’erosione costiera in Aquitania

PER VALUTARE L’EROSIONE DELLE COSTE, RISCHIO NON

TRASCURABILE IN AQUITANIA, E PREVENIRNE L’IMPATTO

AMBIENTALE, IL CONSIGLIO DELLA REGIONE FRANCESE STA

SOSTENENDO LO SVILUPPO DI STRUMENTI DECISIONALI

OPERATIVI. A TALE RIGUARDO, LE IMMAGINI FORNITE DAI

SATELLITI SPOT 5 E FORMOSAT-2 PERMETTONO DI OTTENERE

LA MAPPATURA DELLA COSTA SABBIOSA DELLA REGIONE

CHE SI ESTENDE PER 240  KM. I RESPONSABILI DELLA

PIANIFICAZIONE DELLE ZONE COSTIERE POSSONO COSÌ

ANALIZZARE LE VARIAZIONI ANNUE ED ELABORARE SCENARI

EVOLUTIVI. SULLA SCIA DI QUESTO EFFICACE STRUMENTO

CHE UTILIZZA IMMAGINI SPAZIALI PER LO STUDIO DELLE AREE

COSTIERE, L’UNIVERSITÀ DI BORDEAUX, CON IL SOSTEGNO

DEGLI UTENTI FINALI DEL SISTEMA, STA ATTUALMENTE

SVILUPPANDO DUE SOLUZIONI DI MONITORAGGIO SULLA BASE

DI OSSERVAZIONI SPAZIALI: I SERVIZI INFOLITTORAL-1 E DDUST.

Cyril MALLET e i suoi collaboratori eseguono rilevamenti in situ sulla linea

costiera della regione Aquitania.

“La protezione del litorale dall’erosione e dalla sommersione marina è ormai una priorità per i responsabili della gestione delle zone costiere e per tutti gli attori coinvolti. Lungo la costa sud-occidentale della Francia (regione Aquitania), l’erosione costiera provoca il ritiro verso l’interno del litorale sabbioso; in molte aree, un arretramento cronico rischia addirittura di condizionare la pianificazione urbanistica e l’evoluzione futura del turismo. Attraverso una partnership regionale per la definizione di una strategia comune di intervento, si in-tende prevenire i rischi che interessano l’intera fascia costiera. L’Osservatorio delle coste dell’Aquitania (Observatoire de la Côte Aquitaine - OCA) monitora e analizza le dinamiche della linea costiera attraverso una combinazione di osservazioni a terra, aeree e spaziali. Tra queste, le ultime presentano il vantaggio di offrire una copertura frequente ed estesa, oltre a costi ridotti, rispetto a prestazioni analoghe ottenute con mezzi aerei. Per questo, una volta ogni due anni ricorriamo a immagini satellitari ad alta risoluzione per ottenere mappe in formato GIS1 della linea costiera (240 km circa). In seguito alla valutazione e all’analisi delle variazioni nel tempo, vengono elaborati scenari per i prossimi decenni, così da consentire alle autorità territoriali di adottare strategie di gestione coerenti a livello locale e regionale.Il successo di questa esperienza ha dimostrato l’utilità di un servizio di mappatura operativa basato su immagini spaziali, con il duplice scopo di stilare mappe della linea costiera e di valutarne l’evoluzione nel corso del tempo2. Per questo motivo è attualmente in fase di sviluppo un servizio dimostrativo applicabile a scala mondiale.Inoltre desideriamo sottolineare il potenziale offerto dalle immagini spaziali ad alta risoluzio-ne per quantificare l’impatto delle tempeste sulle dune costiere e per monitorare il ripristino della vegetazione litoranea dopo violente mareggiate. L’innovativo servizio DDUST intende rispondere a entrambe le esigenze.”

Cyril MALLET, ingegnere e geologo delle aree costiere, Istituto di ricerca geologica e mineraria

1 Sistema informativo geografico (Geographic Information System)2 http://infolittoral.spotimage.com

Testimonianze degli utenti Copernicus

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27W INDOW ON COPERNICUS

DDUST - Un servizio operativo per il monitoraggio dell’erosione delle dune costiere

DDUST è un servizio basato su immagini satellitari per la mappatura delle dinamiche delle dune litoranee. Finanziato dal Consiglio regionale dell’Aquitania nell’ambito del pro-getto INTERREG IV B SUDOE condotto da GEO-Transfert presso l’Università di Bordeaux (www.geotransfert.epoc.u-bordeaux1.fr), DDUST predisporrà applicazioni satellitari per il moni-toraggio delle dune e la pianificazione gestionale. Le soluzioni disponibili aiuteranno a stimare l’impatto delle tempeste, nonché le esigenze di ripristino per le spiagge e le dune in seguito a eventi atmosferici particolarmente violenti. DDUST analizza l’impoverimento della vegetazione e le variazioni delle dune litoranee e utilizza i dati telerilevati come indicatori di erosione, causata sia da mutazioni sul lungo termine che da tempeste. Il sistema elabora serie temporali (annue o in seguito a eventi rilevanti) di dati satellitari ad alta e altissima risoluzione per ottenere tre prodotti cartografici:• analisi dello stato di tutela dei sistemi di dune (cfr. immagine in basso a sinistra);• monitoraggio dei punti di deterioramento della linea costiera (cfr. immagine in basso a destra);• monitoraggio delle azioni di tutela volte a stabilizzare i sistemi di dune.Agli utenti finali verranno forniti layer raster e vettoriali compatibili con il sistema GIS. Nella fase iniziale il servizio sarà implementato lungo la costa dell’Aquitania e sulla costa settentrionale del Portogallo. Successivamente, nell’ambito di Copernicus, intendiamo estendere la copertura offerta dal servizio DDUST alle aree costiere sabbiose dell’intero territorio europeo.

A sinistra: Immagine satellitare GeoEye. Mappatura delle dune (i colori bianco, verde chiaro e grigio dipendono dal tipo di vegetazione presente), tra la spiaggia (giallo) e le aree boschive (verde scuro). Le crocette identificano punti di controllo utilizzati per validare la mappatura. (Immagine: CNES, GeoEye, OCA Geo-Transfert)A destra: Analisi del periodo 2005-2007 con indicazione delle variazioni a livello del limite occidentale della duna. Le aree rosse mostrano un deterioramento (”breaching”) e le aree verdi indicano zone di costa restituite (”restoration”). (Immagine: CNES, DLR, OCA, GEO-Transfert)

Ufficio di contatto regionale (Regional Contact Office - RCO) per i Midi-Pirenei e l’Aquitania

Ulteriori informazioni su http://www.doris-net.eu/en/node/309Referente: Christelle Bosc

[email protected] - Tel.: +33 (0)5.62.25.97.07

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28 W INDOW ON COPERNICUS

Testimonianze degli utenti Copernicus

I servizi Copernicus di monitoraggio del territorio a livello paneuropeo offrono dati locali agli uffici regionali di informazione ambientale

NEL REGNO UNITO LA CRESCENTE DOMANDA DI DATI AGGIORNATI, COERENTI ED ALLINEATI A

LIVELLO TERRITORIALE STA SPINGENDO GLI UFFICI LOCALI DI INFORMAZIONE AMBIENTALE

(LOCAL ENVIRONMENTAL RECORDS CENTRES - LERC) A CONSIDERARE L’UTILIZZO DEI SERVIZI, SIA

INFORMATIVI SIA DI DATI, FORNITI NELL’AMBITO DEL SERVIZIO COPERNICUS DI MONITORAGGIO DEL

TERRITORIO, PER EVITARE DI SUPPORTARE COSTOSI SVILUPPI INFORMATICO-INFORMATIVI IN-HOUSE

E IL RELATIVO MANTENIMENTO IN PRODUZIONE.

“Nel Cambridgeshire disponiamo attualmente di risorse limitate, se non quasi inesistenti, in termini di dati digitali sull’habitat, ma stiamo iniziando a notare che l’interesse dei partner si sta progressivamente spostando dai dati sulle specie ai dati sull’habi-tat. Le autorità locali stanno diventando sempre più consapevoli di dover comprendere al meglio gli habitat interessati dalle di-namiche di sviluppo - in particolare quelli del BAP (Biodiversity Action Plan). Riteniamo che la mappatura degli habitat tramite l’Osservazione della Terra da remoto rappresenti una soluzione potenzialmente efficace a tale problema, nonché un’opzione sempre più praticabile grazie anche alla crescente disponibilità di serie di dati, recenti e mirati, forniti tramite la nostra Agenzia Governativa”.

John CORNELL, Responsabile per il Cambridgeshire e Peterborough

Centro di informazione ambientale

“Negli ultimi anni, il NBIS (Norfolk Biodiversity Information Service) ha assistito ad un incremento nella domanda di dati spaziali di alta qualità relativi ad habitat ed uso del suolo. Questi dati sono fondamentali per le Istituzioni Nazionali, gli Enti Locali e i consulenti ecologici. A ciò si unisce l’esigenza di aggiornamenti regolari per consentire il monitoraggio dei siti e degli habitat. Attualmente l’NBIS si avvale di foto aeree per la mappatura degli habitat tramite GIS. Dato che questo processo richiede molto tempo, siamo desiderosi di sperimentare l’analisi semi-auto-matica di immagini telerilevate, soprattutto in vista della futura possibilità di libera fruizione delle immagini satellitari europee”.

Martin HORLOCK, Responsabile delle informazioni sulla biodiversità, Servizio di informazione

sulla biodiversità del Norfolk

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29W INDOW ON COPERNICUS

GLI UFFICI LOCALI DI INFORMAZIONE AMBIENTALE

I Local Environmental Records Centres (LERC) sono stati istituiti nel Regno Unito negli ultimi dieci anni per raccogliere, conservare e rendere disponibili informazioni ambientali a scala locale (comunale). Si tratta in genere di organizzazioni no-profit che fungono da “sportello unico” per i dati ambientali a livello di contea o territoriale. Le informazioni detenute dai LERC coprono svariate componenti ambientali, tra cui habitat, siti protetti, specie e aspetti morfologici del paesaggio.

La mappa sopra riportata illustra dieci tipologie di copertura del territorio, legate a diverse forme di vegetazione, gestione del suolo e caratteristiche superficiali. (Immagine: MS.MONINA)

I VANTAGGI DEL SISTEMA COPERNICUS PER I LERC

I singoli LERC operano come una rete, che copre il Regno Unito e l’Irlanda all’interno dell’Associazione dei LERC (ALERC). Seppur diversificati per dimensione, struttura e attri-buzione, è facile identificare attività comuni ai vari Centri. Ai LERC è richiesto di supportare gli utenti, sviluppare relazioni con i fornitori di dati, condividere buone pratiche e operare in un contesto territoriale allargato. Capita sovente che più LERC collaborino a ricerche o progetti comuni ma che interessano contee diverse. Nell’Inghilterra orientale, sei LERC si incontrano ogni anno per discutere tematiche generali connesse alle rispettive attività. Complessivamente, lo scopo dei LERC è quello di offrire servizi e prodotti di altissima qua-lità agli utenti e ai fornitori di dati, aumentando sia il supporto finanziario sia il patrimonio informativo.

Data la crescente domanda di dati aggiornati, coerenti e strutturati da parte degli utenti, i LERC stanno considerando di ricorrere all’Osservazione della Terra per soddisfare, almeno in parte, questa richiesta. La disponibilità di servizi Copernicus di monitoraggio del territorio in grado di fornire dati e informazioni all’interno di un contesto operativo consentirà ai LERC di adottare i prodotti basati sull’Osservazione della Terra senza bisogno di costosi sviluppi in-house. Ora, i LERC dell’Inghilterra orientale stanno considerando di utilizzare il telerileva-mento per la mappatura dell’habitat nell’ambito del progetto MS.MONINA.

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30 W INDOW ON COPERNICUS

Telerilevamento per la gestione integrata delle risorse idriche: il caso dell’Autorità di bacino di Tensift, Marocco

L’AUTORITÀ È RESPONSABILE PER LA GESTIONE

INTEGRATA DELLE RISORSE IDRICHE (GIRI), UN

APPROCCIO CHE PROMUOVE LA PROTEZIONE

DELLE RISORSE IDRICHE MA ANCHE LO

SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO. NELL’AMBITO

DI QUESTA INIZIATIVA, DIVERSI OPERATORI

LOCALI DEL SETTORE E ORGANISMI DI RICERCA

(ABHT, ORMVAH, UCAM, DMN)1 COINVOLTI NEL

LABORATORIO INTERNAZIONALE CONGIUNTO

“TREMA” ED ENTI STRANIERI (CESBIO, IRD, GIZ,

BGR, ACSAD)2 HANNO COLLABORATO PER

IMPLEMENTARE UN SISTEMA DI SUPPORTO ALLE

DECISIONI PER LA GESTIONE INTEGRATA DELLE

RISORSE IDRICHE.

Brahim BERJAMY durante la presentazione del piano generale per la gestione integrata delle risorse idriche

nella pianura di Haouz. Marrakech, 2011.

“L’irrigazione, concentrata principalmente nella pianura di Haouz-Mejjate (6.000 km²), rap-presenta circa l’80% del consumo idrico nell’area. Inoltre, il fabbisogno idrico della città di Marrakech è in costante crescita, mentre il livello della falda acquifera è calato continuamente negli ultimi decenni (fino a 2 metri/anno), accentuato dall’intensificarsi del pompaggio delle acque sotterranee. In passato le nostre stime sono sempre state caratterizzate da notevoli incertezze circa la captazione delle acque sotterranee per scopi di irrigazione; ciò è dovuto alle variazioni temporali e spaziali che caratterizzano tali estrazioni, a loro volta legate a fluttuazioni di livello dovute alle variazioni climatiche e dell’utilizzo del suolo. Abbiamo quindi deciso di costruire uno strumento totalmente nuovo in cui il fabbisogno idrico delle piante venga cal-colato tramite tecniche di telerilevamento e l’astrazione delle acque sotterranee rappresenti la quota residua di tale fabbisogno. I vantaggi sono notevoli. Le immagini fornite tramite i servizi Copernicus offrono una panoramica sinottica e continua della situazione in termini di utilizzo del suolo, evoluzione delle aree irrigate e fabbisogno idrico delle colture con una precisione senza precedenti. Inoltre, il metodo utilizzato è totalmente tracciabile, così da consentire a tutte le parti interessate di rivedere le ipotesi di modellizzazione. Infine, abbiamo iniziato a delineare scenari sul medio termine per la gestione delle acque sotterranee tenendo conto dei vari punti di vista e dei progetti delle parti interessate nel bacino di Haouz.”

Brahim BERJAMYCapo del dipartimento Sistemi di informazione, comunicazione e cooperazione

Agence de Bassin Hydraulique du Tensift, Marocco.

Testimonianze degli utenti Copernicus

1 Agence de Bassin Hydraulique du Tensift, Office de Mise en Valeur Agricole du Haouz, Université Cadi Ayyad de Marrakech, Direction de la Météorologie Nationale2 Centre d’Etudes Spatiales de la Biosphère, Institut de Recherche pour le Développement, Gesellschaft für Internationale Zusammenarbeit, Bundesantalt für Geowissenschaften und Rohstoffe, Centro arabo per lo studio delle zone aride e non irrigue (ACSAD)

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31W INDOW ON COPERNICUS

DALLE IMMAGINI SATELLITARI A UN SISTEMA DI SUPPORTO DEL

PROCESSO DECISIONALE BASATO SULLA GESTIONE INTEGRATA

DELLE RISORSE IDRICHE

Il CESBIO ha calcolato stime mensili dell’evapotraspirazione dal 2001 al 2009 utilizzando tre fonti di dati principali: (1) interpolazione spaziale giornaliera dell’e-vaporazione di riferimento da stazioni meteorologiche a terra; (2) mappe annue della copertura del suolo; (3) calcolo dei coefficienti colturali tramite dati satellitari.È stato adottato un modello esplicito dei flussi d’acqua superficiali (fabbisogno e approvvigionamento irriguo e aree urbane) per cinquanta sottozone considerate omo-genee in termini di fabbisogno e risorse idriche. Il modello è collegato a un modello rappresentativo delle acque sotterranee in modo da riflettere le variazioni spaziali e temporali del livello di carico piezometri-co e da consentire il calcolo dell’equilibrio delle acque sotterranee. Il modello è con-figurato e validato per l’intero periodo ed è sottoposto ad aggiornamento annuale. È attualmente in corso lo studio di scenari sul medio termine (fino a 20 anni). Alcuni sono basati sul fabbisogno (riconversio-ne all’irrigazione per infiltrazione, ricarica artificiale della falda acquifera), alcuni sull’approvvigionamento (nuove dighe, incremento del trasporto d’acqua), men-tre altri sono basati sulle politiche idriche adottate.

Mappa delle aree irrigate sulla base dell’analisi di immagini relative a dieci anni sovrapposte alle aree amministrative. (Immagine: LMI TREMA, 2011)

Uso del suolo sulla base della categoria prevalente di ogni classificazione annua ottenuta tramite tecniche di teleri-levamento tra il 2001 e il 2009. (Immagine: LMI TREMA, 2011)

Brahim Berjamy testa un radiometro multispettrale con alcuni studenti su un’area irrigua della pianura di Haouz.

Ufficio di contatto regionale (Regional Contact Office - RCO) per i Midi-Pirenei e l’Aquitania

Ulteriori informazioni su http://www.doris-net.eu/en/node/309Referente: Christelle Bosc

[email protected] - Tel.: +33 (0)5.62.25.97.07

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32 W INDOW ON COPERNICUS

I servizi Copernicus a supporto delle comunità locali per monitorare la qualità delle acque dei laghi europei

LA COMUNITÀ DEL GARDA RAPPRESENTA I COMUNI E LE RE-

ALTÀ TERRITORIALI DELLA REGIONE GARDESANA E HA TRA

I SUOI SCOPI LA TUTELA DEL TERRITORIO E DELL’AMBIENTE,

LA QUALITÀ DELLE ACQUE E LA SICUREZZA, LA VIABILITÀ

E I TRASPORTI, IL TURISMO E LA CULTURA, L’AGRICOLTURA

E LA NAVIGAZIONE. LA COMUNITÀ È PARTICOLARMENTE

SENSIBILE ALLA GESTIONE DELL’AREA LACUSTRE, A CAU-

SA DEL GRANDE IMPATTO CHE IL LAGO DI GARDA HA SUL

TURISMO.

Giorgio PASSIONELLI Presidente della Comunità del Garda

“Le risorse ambientali dell’area Gardesana, e in particolare il suo lago, costituiscono un elemento di attrazione per milioni di persone ogni anno, ma sono nel contempo motivo di preoccupazione per gli amministratori che devono tutelare la qualità delle acque. Per affrontare questo tema, da diversi anni la Comunità del Garda ricorre a prodotti e servizi ottenuti tramite le più moderne tecniche di Osservazione della Terra. La possibilità di accedere con facilità a mappe aggiornate sui vari parametri di qualità dell’acqua, come la temperatura e la trasparenza, facilita enormemente il compito di gestire il territorio ma anche di informare cittadini e turisti in maniera efficace e chiara. Un altro vantaggio di tali strumenti è la possibilità di ottenerli a costi decisamente sostenibili per le istituzioni. Un esempio concreto di servizio basato sulle immagini satellitari è la mappa di distribuzione delle macrofite dell’intero lago di Garda. L’uso di piante acquatiche come indicatori dello stato di salute dell’acqua viene citato e sostenuto dalla Direttiva Quadro sulle Acque. Riuscire ad avere mappe stagionali di concentrazione di questi indici o di altre importanti sostanze, come clorofilla, sostanze organiche sospese o disciolte in acqua è utile per migliorare nel complesso la gestione e la programmazione dell’utilizzo delle risorse naturali, che è uno dei nostri temi di interesse.”

Giorgio PASSIONELLI

Testimonianze degli utenti Copernicus

Il lago di Garda, il più grande lago italiano, si trova nel Nord Italia. Il territorio della Comunità del Garda comprende 70 Comuni ed abbraccia tre regioni, Veneto, Lombardia e Trentino Alto Adige (NUTS2) e quattro Province, Brescia, Mantova, Trento, Verona (NUTS3) (immagine: Comunità del Garda).

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33W INDOW ON COPERNICUS

LE MAPPE DI QUALITÀ DELL’ACQUA OTTENUTE TRAMITE I SERVIZI COPERNICUS E IL LORO IMPIEGO PER LA GESTIONE DEI LAGHI EUROPEI

Fin dagli anni ‘80 il telerilevamento satellitare rappresenta uno strumento utile ed una op-portunità preziosa per monitorare la qualità delle acque lacustri. Nell’ambito del Progetto EULAKES (European Lakes under Environmental Stressors), finan-ziato dal Programma Central Europe 2010-2013, le tecniche di telerilevamento sono state usate per ottenere molte informazioni a scala spaziale e temporale sullo stato dello strato eufotico delle acque di diversi corpi idrici. A questo scopo, sono state elaborate numerose immagini MERIS (Medium Resolution Imaging Spectrometer), fornite dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), utilizzando modelli bio-ottici, che hanno permesso la produzione di mappe di concentrazione di clorofilla, di solidi sospesi e di sostanze organiche disciolte, oltre a mappe di trasparenza delle acque. Grazie all’analisi spaziale e temporale delle mappe ottenute, è stato possibile identificare le aree e i periodi maggiormente sensibili all’impatto antropico e ai cambiamenti climatici.I risultati relativi al lago di Garda, classico esempio di lago oligotrofico, hanno evidenziato come le maggiori concentrazioni di clorofilla si registrino durante il periodo primaverile. L’analisi spaziale della trasparenza delle acque ha permesso di localizzare nella parte in-feriore del bacino orientale del lago la zona con la maggiore torbidità, dovuta a maggiori concentrazioni di solidi sospesi totali.I prodotti ottenuti sono utilizzati all’interno di uno specifico modello, creato con lo scopo di supportare le decisioni di autorità ed enti locali impegnati a vario titolo nella gestione dei bacini idrici. Il modello prevede, inoltre, azioni di mitigazione dei rischi ambientali e scenari di previsione delle future condizioni delle acque, che tengano conto dell’impatto dei cambiamenti climatici.

Ufficio di contatto regionale (Regional Contact Office - RCO) per la LombardiaUlteriori informazioni su http://www.doris-net.eu/en/node/299

Referente: Anna Basoni – [email protected] - Tel.: +39 0223699299

Concentrazioni medie annue di clorofilla (mg/m3) nella parte superiore della figura, e di trasparenza (m-1) nella parte infe-riore, relative al lago di Garda. Sono state scelte 6 immagini per ciascun anno in conformità con i periodi di campionamento suggeriti dalla Direttiva Quadro sulle Acque. Le mappe sono ottenute con immaginiMERIS fornite dall’ESA nell’ambito del progetto EULAKES (immagine: IREA CNR).

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34 W INDOW ON COPERNICUS

Collaborazione tra mondo accademico e imprese per lo sviluppo dei servizi Copernicus

IL GRUPPO DI RICERCA SCIENTIFICA BRETAGNE

TÉLÉDÉTECTION (BRETAGNA TELERILEVAMENTO

– WWW.BRETEL.EU) È UN CENTRO DI ECCELLENZA

S P E C I A L I Z Z AT O N E L L E A P P L I C A Z I O N I

DELL’OSSERVAZIONE DELLA TERRA NEL CAMPO

MARITTIMO E TERRESTRE. PROMUOVE IL

PROGETTO REGIONALE DELLA STAZIONE RADAR

DI TERRA VIGISAT (GESTITO DA CLS) E METTE

IN RISALTO LE COLLABORAZIONI TRA MONDO

DELLA RICERCA, ACCADEMIA E AZIENDE PER

COSTITUIRE UN RAGGRUPPAMENTO STRUTTURATO

DI ATTIVITÀ INTORNO AL TEMA CENTRALE DEL

TELERILEVAMENTO, CON UN’AMPIA GAMMA

DI APPLICAZIONI TERRESTRI, URBANISTICHE E

OCEANICHE. Prof. René GARELLO

Testimonianze degli utenti Copernicus

“L’utilizzo di dati satellitari ad alta risoluzione spaziale costituisce un prerequisito fondamen-tale per gran parte dell’attività di ricerca legata alla comprensione dei fenomeni fisici che caratterizzano il nostro ambiente. In Bretagna, molti di questi fenomeni sono ulteriormente complicati dalle interazioni terra/mare. Come avviene in tutte le altre regioni, anche le interazioni tra campagna e centri urbani sono in costante evoluzione. La sinergia tra i dati Copernicus e altre fonti di dati ci permette di capire meglio tali fenomeni e di compiere progressi nella comprensione delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Come scienziati, possiamo lavorare a favore di una pianificazione ottimale dello sviluppo socio-economico su scala regionale, scongiurando i rischi legati a eventi naturali, ed eventualmente contribuire all’adozione di energie da fonti rinnovabili. Questo approccio intende rappresentare un modello per le altre regioni”.

René GARELLOProfessore presso Telecom Bretagne, Département Image et Traitement Information

Direttore del Gruppo di ricerca scientifico Bretagne Télédétection (GIS BreTel)

RILEVAMENTO DELLE PERDITE DI IDROCARBURI CON I SISTEMI COPERNICUS

L’inquinamento da idrocarburi è uno dei principali rischi a cui l’ambiente marino della Bretagna è esposto. La possibilità di rilevare, rintracciare e identificare le fonti di inquinamento dallo spa-zio, utilizzando una combinazione di radar satellitari e dati in situ e terrestri (AIS – Automatic Identification System) è l’idea alla base dello sviluppo di applicazioni orientate all’utente.

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35W INDOW ON COPERNICUS

IL PROGETTO VIGISAT

Il progetto VIGISAT, supportato e messo in atto dal GIS BreTel, è gestito dalla so-cietà CLS (Collecte Localisation Satellites). È incentrato sullo studio delle proprietà delle onde elettromagnetiche (EM) che interagiscono con la superficie e del com-portamento dei dati in termini di frequenza, polarizzazione, angolo di incidenza, ecc. La possibilità di accedere a un elevato nu-mero di immagini permette di supportare applicazioni di elaborazione dati associa-te a radar ad apertura sintetica. Dato che GIS BreTel intende introdurre la stazio-ne radar di terra VIGISAT nei programmi scientifici nazionali (e internazionali), la quasi totalità dello staff di GIS BreTel è stata direttamente coinvolta nelle attività della rete dei centri di competenza o degli osservatori spaziali regionali del territorio francese. Il GIS BreTel è stato descritto in due articoli all’interno della pubblicazione ESA NEREUS “The Growing Use of GMES across Europe’s Regions”.

A sinistra: inquinamento da idrocarburi rilevato dall’ASAR (Advanced Synthetic Aperture Radar) a bordo del satelli-te ENVISAT. A destra: la stazione radar di terra VIGISAT. (Immagini: CLS, copyright 2011).

Identificazione di bacini e corridoi ecologici allo scopo di fornire misure sostenibili per la salvaguardia delle specie selvatiche. (Immagine: Hubert-Moy, COSTEL – Université Rennes 2)

Ufficio di contatto regionale (Regional Contact Office - RCO) per i Midi-Pirenei e l’Aquitania

Ulteriori informazioni su http://www.doris-net.eu/en/node/309Referente: Christelle Bosc

[email protected] - Tel.: +33 (0)5.62.25.97.07

COPERNICUS AL SERVIZIO DELLA GESTIONE SOSTENIBILE DELLE

AREE ECOLOGICHE

Per quanto riguarda le problematiche le-gate al territorio, l’Ufficio regionale per l’ambiente, lo sviluppo territoriale e l’e-dilizia abitativa (Direction régionale de l’Environnement, de l’Aménagement et du Logement - DREAL) e gli enti pubblici, in collaborazione con le regioni Bretagna, Midi-Pirenei e Aquitania, sono tenuti a redigere un piano regionale di coeren-za ecologica (Regional Plan of Ecologic Coherence - RPEC). Si tratta di uno stru-mento di pianificazione urbanistica e rurale per l’identificazione di bacini e corridoi ecologici (sistema di cinture verdi e blu), nonché delle barriere associate, per con-sentire un’elevata libertà di movimento alle specie selvatiche e proporre misure di salvaguardia sostenibili.

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36 W INDOW ON COPERNICUS

LA POLITICA AGRICOLA COMUNITARIA (PAC UE) REGOLAMENTA LA DISTRIBUZIONE DELLE SOVVENZIONI ANNUALI AGLI AGRICOLTORI EUROPEI. ESSA NECESSITA DI UN SISTEMA GIS ESAURIENTE A LIVELLO NAZIONALE E REGIONALE IN GRADO DI GESTIRE E CONTROLLARE I 27  AMBIENTI AGRICOLI DIFFUSI IN EUROPA E I FLUSSI DI FINANZIAMENTO DESTINATI DALLA COMMISSIONE EUROPEA AD OGNI SINGOLO AGRICOLTORE. UN SISTEMA DI P IANIFICAZIONE CHE SI AVVALGA DI TECNICHE DI OSSERVAZIONE DELLA TERRA, COME GIS E TELERILEVAMENTO, CONSENTE INFATTI DI CONTROLLARE LA CORRETTEZZA TRA LE RICHIESTE AVANZATE DAGLI AGRICOLTORI E I FINANZIAMENTI CONCESSI.

Antonietta DE COSTANZO (a destra) e i membri dell’OPLO, Roberta ANNONI e Paolo OTTOBONI

“Per consentire i controlli necessari ad elargire in modo obiettivo le sovvenzioni dovute agli agricoltori europei, la direzione generale Agricoltura (DG AGRI) della Commissione europea porta avanti dal 2003 un ampio progetto basato sulla trasmissione di dati a tutti gli Stati membri dell’UE (e/o di Enti locali di pagamento) su campioni territoriali pre-selezionati. In questo ambito, l’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura), in collaborazione con l’OPLO (Organismo Pagatore della Regione Lombardia) e con le altre agenzie regionali di pagamento, ogni anno usa le tecnologie di Osservazione della Terra e i GIS per la gestione delle sovvenzioni annuali. Questo strumento presenta un elevato rapporto costi/benefici ed inoltre consente un monitoraggio completo del sistema agro-ambientale.La metodologia che usiamo ci ha permesso di ridurre i tempi per individuare le parcelle dichiarate, rispetto alle tradizionali indagini sul campo. In effetti oggi abbiamo una visione d’insieme delle condizioni agronomiche di uso del territorio per tutte le aziende agricole individuate dalle immagini ottenute con le tecniche di Osservazione della Terra. Questo servizio serve anche come monitoraggio temporale delle aree sovvenzionate, e ci permette di controllare in ogni momento e in ogni luogo (sulla base di un sistema via web) la presenza di colture effettive e la gestione delle aziende agricole nel tempo e di adempiere con corret-tezza ai requisiti del PAC UE, essenziale per il pagamento rapido dei sussidi agli agricoltori.”

Antonietta DE COSTANZOdirettrice dell’OPLO (Organismo Pagatore della Regione Lombardia)

Ufficio di contatto regionale (Regional Contact Office - RCO) per la LombardiaUlteriori informazioni su http://www.doris-net.eu/en/node/299

Referente: Anna Basoni – [email protected] - Tel.: +39 0223699299

Testimonianze degli utenti Copernicus

Organismo Pagatore della Regione Lombardia

I servizi Copernicus per migliorare la gestione delle sovvenzioni agli agricoltori dell’Unione europea (UE)

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CONTROLLI IN AGRICOLTURA REALIZZATI GRAZIE AL TELERILEVAMENTO

Le Agenzie di pagamento europee hanno creato un Sistema Integrato di Gestione e di Controllo basato su dati provenienti dal telerilevamento (aereo e satellitare), da mappe catastali e topo-grafiche, da indagini annuali sul campo, da modelli del terreno e di copertura del suolo, volti a mantenere, sviluppare e controllare una produzione agronomica sostenibile.In particolare, l’Italia dispone di una copertura completa del territorio agricolo, ogni tre anni, composta da immagini aeree (0,5 m di risoluzione) usate per tenere aggiornato il Sistema Italiano di Identificazione delle Parcelle Agricole (SIPA): una mappa di copertura ed uso del suolo con una scala 1: 10.000 ad elevata precisione tematica. I dati satellitari, oltre a quelli aerei, forniti dalla DG AGRI della Commissione europea ad AGEA vengono elaborati ogni anno attraverso una procedura affidabile che fornisce sistemi GIS na-zionali/regionali con immagini telerilevate ad alta risoluzione riferite alla singola piccola coltura/campo di rilevamento. Tutto ciò viene poi confrontato con altre informazioni relative ai confini amministrativi, con immagini storiche, catastali, dati sulla morfologia, clima, caratteristiche del paesaggio, mappe del rischio idrogeologico, di rete, informazioni forestali, ecc.In questo modo, grazie alla risoluzione multispettrale (che serve ad identificare le colture) e ad una qualificata e corretta interpretazione delle immagini, è possibile avere un controllo ogget-tivo, distribuito e ripetuto della richiesta di finanziamento da parte degli agricoltori. Inoltre, il telerilevamento risulta molto utile per monitorare i parametri ambientali (erosione del suolo, buone condizioni del raccolto, presenza di elementi del paesaggio, ecc), che consentono di salvaguardare l’ambiente rurale.In conclusione si può dire che i sistemi di telerilevamento, integrati in un sistema GIS, forniscono una risposta molto rapida per controllare l’intero settore e, in generale, per chiunque si occupi di gestione e protezione delle aree agricole.

Confronto tra immagini satellitari e ricognizioni sul campo; le immagini multispettrali (in questo caso in infrarosso falso colore) permettono di identificare le colture. EU/AGEA – Immagine satellitare ad alta risoluzione da Quick Bird. (Immagine: AGEA)

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Copernicus a sostegno della Direttiva europea per l’uso sostenibile dei pesticidi

NEGLI ULTIMI ANNI IN EUROPA SONO STATE

PROMULGATE DIVERSE DIRETTIVE VOLTE A

FAVORIRE LA DIFFUSIONE DI UN’AGRICOLTURA

DI TIPO SOSTENIBILE CON L’OBIETTIVO DI

RIDURRE L’IMPATTO AMBIENTALE DI QUESTO

IMPORTANTISSIMO SETTORE PRODUTTIVO. LA

DIRETTIVA 128/2009 “USO SOSTENIBILE DEI

PESTICIDI”, AD ESEMPIO, PREVEDE UNA SERIE DI

AZIONI CHE MIRANO A RIDURRE IL RISCHIO PER

L’UOMO E PER L’AMBIENTE CONNESSO ALL’USO

DI QUESTA TIPOLOGIA DI PRODOTTI. LA DIRETTIVA

IMPONE AGLI STATI MEMBRI LA FORMULAZIONE DI

UN PIANO D’AZIONE NAZIONALE CHE PREVEDA

LO SVILUPPO SUL TERRITORIO DI AZIONI DI

MITIGAZIONE DEL RISCHIO, PER CONIUGARE

UN’ADEGUATA PRODUZIONE AGRICOLA

(RISPETTOSA ANCHE DEL REDDITO DEGLI

AGRICOLTORI), LA SALVAGUARDIA DELLA SALUTE

UMANA E LA QUALITÀ DEGLI AMBIENTI ACQUATICI

E TERRESTRI.

Roberto COLOMBO, Antonio FINIZIODipartimento di Scienze dell’Ambiente e del

Territorio e di Scienze della TerraUniversità di Milano Bicocca

“Il rischio ecotossicologico derivante dall’uso dei pesticidi si riferisce agli effetti che la sostanza immessa nell’ambiente può avere sulle comunità naturali con cui entra in contatto e ai livelli di esposizione raggiunti. Questi ultimi, definibili in maniera generica come la concentrazione di una sostanza in un determinato comparto ambientale (suolo, acqua, aria, ecc.), possono essere misurati attraverso tecniche di monitoraggio ambientale oppure stimati grazie all’uso di modelli previsionali. Rispetto alle prime, i modelli previsionali risultano essere meno di-spendiosi e possono essere applicati in maniera proattiva, in quanto consentono di fare delle previsioni sull’eventuale efficacia di misure di mitigazione del rischio introdotte sul territorio. Per queste loro caratteristiche, i modelli predittivi sono estremamente utili nello sviluppo di sistemi di supporto alle decisioni, e possono aiutare a raggiungere gli obiettivi previsti dalla Direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi. I modelli previsionali si basano sulle proprietà chimico-fisiche e di uso dei pesticidi, nonché sulla definizione di scenari ambientali che riflettano in maniera realistica le caratteristiche del territorio nel quale vengono utilizzati. Le immagini provenienti dai sistemi informativi territoriali (SIT) o ottenute con tecniche di telerilevamento sono fondamentali per i nostri studi sul rischio ambientale dei pesticidi, in quanto forniscono informazioni preziose in merito alle caratteri-stiche del territorio (ad es. proprietà ed uso del suolo, condizioni climatiche, idrografia, ecc.) utili per la definizione degli scenari ambientali su quali applicare la modellistica previsionale.”

Antonio FINIZIO

Ufficio di contatto regionale (Regional Contact Office - RCO) per la LombardiaUlteriori informazioni su http://www.doris-net.eu/en/node/299

Referente: Anna Basoni – [email protected] - Tel.: +39 0223699299

Testimonianze degli utenti Copernicus

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39W INDOW ON COPERNICUS

IDENTIFICAZIONE DI CORPI IDRICI POTENZIALMENTE ESPOSTI ALL’INQUINAMENTO DA PESTICIDI MEDIANTE L’USO DI TECNICHE DI TELERILEVAMENTO (RS) E DEI SISTEMI

INFORMATIVI GEOGRAFICI (GIS)

Il fenomeno dello spray drift (deriva), vale a dire la dispersione dei pesticidi nell’atmosfera nel momento in cui viene operato un trattamento fitosanitario, è stato riconosciuto come uno dei principali processi di contaminazione delle acque superficiali, in grado di generare un potenziale rischio per gli organismi acquatici. Negli ultimi anni si è discusso molto sull’applicazione di misure di mitigazione atte a ridurre la contaminazione dei corpi idrici superficiali e si è arrivati alla conclusione che dovrebbero essere presi seriamente in considerazione gli elementi paesaggistici e ambientali che caratterizzano un territorio. Per esempio la presenza di barriere naturali, come le siepi poste in prossimità di corpi d’acqua, possono costituire uno strumento efficace per ridurre il fenomeno della deriva. Inoltre, la portata e la dimensione dei corpi idrici riceventi, così come l’intensità e la direzione dei venti, possono essere tutti fattori importanti che influenzano il livello di esposizione raggiunto dalle comunità acquatiche in seguito ai processi di deriva dei pesticidi.La recente Direttiva UE “Uso Sostenibile dei Pesticidi” ha introdotto il principio di una gestione di queste sostanze basata sull’adozione di misure di mitigazione del rischio da applicarsi a livello locale. In questo contesto, DOW AgroScience, un’azienda che si occupa di prodotti per la prote-zione delle colture, ha recentemente finanziato un progetto per verificare la possibilità di utilizzare tecnologie RS con l’obiettivo di sviluppare degli indicatori basati su un sistema GIS. A partire dalle informazioni sulla collocazione fisica sul territorio delle colture agrarie e sulla rete idrografica presente in un bacino, ottenibili tramite queste tecnologie, sarebbe così possibile identificare la presenza di barriere naturali o artificiali nell’area in cui viene operato il trattamento fitosanitario che possano mitigare in maniera attiva il rischio da deriva dei pesticidi, e identificare tratti di fiume maggiormente vulnerabili, in cui intervenire con azioni di gestione e di mitigazione del rischio.

La Valtellina è una zona italiana sita nella regione Lombardia, particolarmente famosa per la produzione agricola specializzata nella viticol-tura e nelle colture arboree da frutta. Per tali caratteristiche l’area della Valtellina è stata selezionata per valutare la potenziale applicabilità di uno degli indicatori sviluppati nel progetto. L’indicatore si basa sulle caratteristiche spaziali della zona (es. la distanza tra le aree coltivate ed i corpi idrici, la presenza di siepi, stabilizzatori, ecc.) e su un modello previsionale attraverso il quale è possibile stimare i carichi di pesticida che arrivano ad un recettore idrico. Un esempio dei risultati ottenuti è riportato nella figura sopra. (Immagine: Università Bicocca)

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Sensori elettromagnetici per lo studio di infrastrutture viarie ubicate in aree interessate da fenomeni di dissesto idrogeologico

NELL’AMBITO DEL PROGETTO POR FESR BASILICATA 2007-2013, LA PROVINCIA DI POTENZA HA SVILUPPATO UN SISTEMA PER IL MONITORAGGIO DI AREE INTERESSATE DA FENOMENI DI DISSESTO IDROGEOLOGICO CHE COINVOLGONO TRATTI STRADALI PROVINCIALI. IL SISTEMA, BASATO SULL’INTEGRA-ZIONE DI TECNICHE GEOLOGICHE, GEOMORFOLOGICHE E GEOFISICHE INNOVATIVE, È IMPLEMENTATO DAI TECNICI E RICERCATORI DEL CNR-IMAA IN COLLABORAZIONE CON L’U-NIVERSITÀ DELLA BASILICATA. I PRODOTTI DI TALE SISTEMA POSSONO SUPPORTARE L’AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE NELLA DEFINIZIONE DELLO STATO DI ATTIVITÀ DELLE AREE INVESTIGATE, DI APPROFONDIMENTO DELLE INDAGINI A SEGUITO DI EVENTI DI PIOGGIA SIGNIFICATIVI E NELL’AT-TUAZIONE TEMPESTIVA DELLE MISURE NECESSARIE PER RIPRISTINARE LA SICUREZZA DEL TRAFFICO STRADALE, RI-DUCENDO TEMPI E COSTI DI INTERVENTO.

Il presidente della Provincia di Potenza, Piero LACORAZZA, durante un’ispezione per la verifica delle operazioni di intervento svolte su un tratto di strada interessato da fenomeni

di instabilità.

“In Italia, le frane rappresentano uno dei fenomeni più comuni di rischio geomorfologico. La Basilicata è la regione del Sud Italia caratterizzata dalla più alta densità di frane, con più di 27 aree di frana ogni 100 km2. Ciò è dovuto principalmente alla presenza di materiali argillo-si, nonché agli eventi estremi di pioggia, alla deforestazione, alla intensa urbanizzazione ed industrializzazione. Molto spesso le frane hanno interessato infrastrutture stradali causando gravi danni alla circolazione stradale con successivo rallentamento dell’attività economica.

Dal dicembre 2010, l’Amministrazione Provinciale di Potenza, a capo di una rete stradale di circa 2587 km, si è munita di un sistema di monitoraggio per la definizione dello stato di attività dei versanti a ridosso delle arterie provinciali e per la valutazione del loro stato di degrado. Il sistema di monitoraggio si basa sull’integrazione sistematica, in una piatta-forma GIS, di informazioni geologico-geomorfologiche e di indagini geofisiche. In questo contesto, la Tomografia di Resistività Elettrica (ERT) e il georadar (GPR) mobile, entrambi utilizzati dal CNR-IMAA, hanno dimostrato la loro utilità. In particolare, la ERT fornisce in-formazioni relative alle caratteristiche geometriche della frana e alla presenza di zone con alto contenuto di acqua. Il nuovo sistema GPR mobile implementato dal CNR-IMAA fornisce la possibilità di effettuare un monitoraggio periodico delle condizioni del manto stradale per la manutenzione preventiva e per ottenere rapidamente informazioni sulla presenza di eventuali danni, al fine di ottimizzare la pianificazione delle operazioni di riparazione.

Testimonianze degli utenti Copernicus

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41W INDOW ON COPERNICUS

Durante i primi 18 mesi del progetto, la ERT ha permesso la caratterizzazione geometrica di molteplici frane, fornendo importanti informazioni per la progettazione degli interventi. Inoltre, il sistema GPR mobile ha permesso di investigare strade provinciali situate in zone molto critiche, consentendo di valutare lo stato di integrità dello strato caratterizzante il manto stradale.” Piero LACORAZZA

(Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Potenza)

SENSORI ELETTROMAGNETICI PER LO STUDIO DI

INFRASTRUTTURE VIARIE UBICATE IN AREE INTERESSATE

DA FENOMENI DI DISSESTO IDROGEOLOGICO

Il sistema di monitoraggio elettromagne-tico, basato sull’integrazione di diverse tecniche geofisiche, fornisce tomogra-fie di resistività elettrica e radargrammi. Questi prodotti possono contenere infor-mazioni specifiche sulle variazioni delle proprietà fisiche del sottosuolo, dopo il verificarsi di un fenomeno di dissesto idrogeologico.Le tomografie di resistività elettrica sono state effettuate in zone colpite recente-mente da fenomeni di dissesto e già mappate con l’analisi aero-fotogram-metrica. Sono state studiate cinque aree di frana nella provincia di Potenza, otte-nendo informazioni sulle dimensioni del movimento, la profondità della superficie di scorrimento e lo spessore del materia-le di frana.Diversi chilometri di strade provinciali sono stati esaminati mediante il sistema GPR mobile, ottenendo così informazio-ni sulle condizioni del fondo stradale ed evidenziando i tratti per i quali risultano essere urgenti interventi di riparazione.

Sistema mobile GPR IDSRIS Hi Pave. a) antenna; b) Radar control group: Digital analogic Multichannel (AD MCh) Fast Wave; c) esempio di acquisizione in real-time.

Rilievo GPR effettuato lungo la strada provinciale SP12 nei pressi del Comune di S. Angelo le Fratte (Regione Basilicata). a) ubicazione del tratto di strada investigato; b) particolare del tratto di strada investigato; c) radargramma.

Tomografie di Resistività Elettrica (ERT) eseguite per lo stu-dio della frana di S. Angelo le Fratte (Regione Basilicata). A) mappa della frana (in grigio trasparente) con l’ubicazione dei profili ERT (linee in rosso) e GPR (linea blu) ed area di alimentazione della frana (linea in giallo); B) ERT trasversale (ERT 1) e longitudinale (ERT 2).

Ufficio di contatto regionale (Regional Contact Office - RCO) per la BasilicataUlteriori informazioni su http://www.doris-net.eu/en/node/340

Referente: Carmela Cornacchia [email protected] - Tel.: +39-0971-427275

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42 W INDOW ON COPERNICUS

Mappare il potenziale fotovoltaico dei tetti usando i servizi Copernicus

LA CRESCENTE DOMANDA DI ENERGIA

GENERATA DA FONTI RINNOVABILI RICHIEDE LA

CAPACITÀ DI INDIVIDUARE IN MODO EFFICIENTE

ED EFFICACE I TETTI IDONEI AD ACCOGLIERE

GLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI. PER OTTENERE

IL MASSIMO VANTAGGIO DA UN IMPIANTO

FOTOVOLTAICO, IL TETTO DEVE SODDISFARE

DETERMINATI REQUISITI IN TERMINI DI

UBICAZIONE GEOGRAFICA, PENDENZA,

ASPETTO, AREA UTILE, ESPOSIZIONE E

IRRAGGIAMENTO. SE LA VALUTAZIONE DI

TUTTE QUESTE CARATTERISTICHE RISULTA

PROBLEMATICA IN ASSENZA DI UN ACCESSO

DIRETTO AI LUOGHI, COPERNICUS OFFRE UNA

SOLUZIONE PRECISA E COLLAUDATA.

Sustain, società di consulenza che opera nel campo dell’ambiente e della sostenibilità, utilizza ormai da due anni i servizi di mappatura fotovoltaica offerti da Bluesky per gestire le attività con associazioni di edilizia residenziale ed enti locali. I dati sulla mappatura fo-tovoltaica, combinati con l’esperienza della società nel valutare il potenziale di risparmio energetico di un’ampia gamma di soluzioni rinnovabili, si stanno dimostrando uno strumento potente e utile in fase di progettazione.

“Utilizzando i servizi di Bluesky, fino ad oggi abbiamo stimato la resa energetica di quasi 15.000 abitazioni in tutto il Regno Unito. Grazie ai dati a disposizione siamo in grado di misurare il potenziale fotovoltaico di ogni singolo tetto. Tutto ciò si può tradurre in un im-portante valore aggiunto per l’intero parco immobiliare. Collaboriamo anche con le singole associazioni di edilizia residenziale per offrire consulenza sulle possibilità di finanziamento e di realizzazione nonché sulla gestione del programma di installazione”.

Gli esperti di Sustain sono rimasti particolarmente colpiti dal livello di precisione spaziale ottenibile con il servizio di Bluesky, grazie al quale è possibile l’individuazione delle singole proprietà. Tali livelli di precisione spaziale sono resi possibili tramite dati GPS particolarmen-te accurati, nonché dall’avanzato software di pianificazione del volo aereo.

Antony SCOTTSocio senior (GIS e dati spaziali) Sustain

Testimonianze degli utenti Copernicus

Il Gruppo Kier utilizza i dati sulla mappatura fotovoltaica per identificare i tetti idonei all’interno

del proprio parco immobiliare.

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43W INDOW ON COPERNICUS

MISURARE IL POTENZIALE FOTOVOLTAICO DEI TETTI

Bluesky ha sviluppato un metodo esclu-sivo per generare mappe del potenziale fotovoltaico utilizzando serie di dati tele-rilevati, fotografie aeree e modelli digitali del suolo. L’utilizzo di tecniche fotogram-metriche (determinazione delle proprietà geometriche degli oggetti tramite imma-gini fotografiche) consente di determinare con precisione le dimensioni, l’aspetto e il gradiente dei tetti delle singole abitazioni, da cui è possibile misurare e registrare i fattori che contribuiscono al potenziale fo-tovoltaico. A questo punto viene valutata l’idoneità di ciascun elemento del tetto, prendendo in considerazione la forma e altri vincoli, quali lucernari o abbaini, non-ché potenziali ostruzioni, come strutture o alberi adiacenti. I risultati vengono quindi associati a indirizzi geo-codificati, consen-tendo l’individuazione di edifici specifici.

Utilizzo dei rapporti fotovoltaici di Bluesky nel settore immobiliare commerciale.

L’area utile del tetto è acquisita sotto forma di poligono tridimensionale. Gli esempi mostrati sopra provengono da una fotografia aerea in 2D. (Immagine: Bluesky)

Ufficio di contatto regionale (Regional Contact Office - RCO) DORIS_Net per l’East MidlandsUniversità di Leicester/G-STEP

E-mail: [email protected] - Tel.: +44 (0) 116 2297843

I valori dell’irraggiamento solare sono calcolati utilizzando PVGIS, un sistema consolidato e ampiamente accettato dagli esperti di settore. (Immagine: Bluesky)

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44 W INDOW ON COPERNICUS

Un recente studio del Centro tematico europeo sull’inquinamento atmosferico e sulla mitigazione dei cambiamenti climati-ci (European Topic Centre for Air Pollution and Climate Change Mitigation - ETC/ACM) attribuisce alla presenza nell’aria di polveri sottili inquinanti ben 492.000 decessi pre-maturi all’anno in tutta Europa. Questo dato corrisponde a una riduzione media dell’a-spettativa di vita di 8 mesi e, in alcune aree, addirittura di 36 mesi. Nulla di sorprenden-te se si considera che in media respiriamo 20 volte al minuto e che l’aria è la sostanza nutritiva più importante per il corpo uma-no. È ormai giunto il momento di accettare l’esistenza di un legame diretto tra l’inqui-namento atmosferico e la salute umana, legame dimostrato da numerosi studi epi-demiologici e riconosciuto anche dalle linee guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Parte integrante del programma europeo Copernicus, il progetto PASODOBLE ha l’o-biettivo di fornire informazioni e supporto a regioni e città colpite dall’inquinamento atmosferico. Il progetto PASODOBLE lavora anche alla creazione di un quadro, armonizzato a li-vello europeo, di servizi a valle dedicati alla qualità dell’aria e pienamente sostenibili. Lo sviluppo di un’infrastruttura di servizi globa-le e modulare, costituita da strumenti pronti per l’uso, interfacce intuitive, un accesso semplice ai dati e una gestione applicata della qualità, consentirà in futuro di migliora-re l’efficienza di realizzazione di nuovi servizi.

In questo modo, sarà più facile realizzare servizi specifici a favore di altre regioni, città e utenti. Gli sforzi compiuti nell’ambito del progetto PASODOBLE a livello locale, ma anche su scala più ampia, hanno l’obiettivo di accelerare l’armonizzazione europea, ad esempio integrando e promuovendo stru-menti per la diffusione delle migliori prassi del settore.

Supporto alle strutture sanitarieCosa potrebbe succedere se si verificasse un grave episodio di inquinamento atmosferico in una qualsiasi regione europea? Gli ospe-dali sarebbero preparati? Chi ordinerebbe ai medici dell’area di cominciare a prepararsi? E in quale momento? Le farmacie disporreb-bero di sufficienti scorte di medicinali? Cosa potrebbero fare i soggetti più vulnerabili per ridurre il probabile impatto sulle proprie con-dizioni di salute?Grazie alla collaborazione delle strutture sanitarie, è in fase di sviluppo una serie di servizi per fornire informazioni tempestive e localmente appropriate che consentano a ospedali, farmacie e medici di contenere gli effetti potenzialmente dannosi dell’inquina-mento atmosferico sui gruppi più vulnerabili della popolazione. Attraverso il contributo di medici specializzati, sono stati sviluppati e già messi in funzione nuovi prodotti informativi. Uno dei frutti di questo lavoro è l’Indice di rischio aggregato (Aggregated Risk Index - ARI), indice basato sul rischio relativo di un aumento della mortalità e della morbosità giornaliere e che consente una valutazione

SE SI CONSIDERANO GLI EFFETTI NEGATIVI DELL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO SULLA SALUTE UMANA, INIZIATIVE COME IL MONITORAGGIO, LA VALUTAZIONE E LA PREVISIONE DELLE CONCENTRAZIONI DI SOSTANZE INQUINANTI - SU SCALA GLOBALE COME A LIVELLO URBANO - APPAIONO PIÙ CHE MAI NECESSARIE PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA NOSTRA VITA. IL PROGETTO PASODOBLE, CHE RIENTRA NEL QUADRO DEL PROGRAMMA COPERNICUS, HA L’OBIETTIVO DI AUMENTARE LA DISPONIBILITÀ DI INFORMAZIONI SULLA QUALITÀ DELL’ARIA IN OLTRE TREN-TA REGIONI E CITTÀ EUROPEE GRAZIE ALLO SVILUPPO DEL PORTAFOGLIO DI SERVIZI MYAIR.

Un sospiro di sollievo grazie ai servizi Myair

Di Thilo Erbertseder

I successi di Copernicus

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45W INDOW ON COPERNICUS

degli effetti additivi dell’esposizione a breve termine alle principali sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera: PM2.5

1, PM102, SO2

3, O3

4 and NO25. Questo indice consente

quindi di rendersi conto dei molteplici effetti negativi derivanti dall’esposizione a sostanze chimiche pericolose, oltre che di adattare il modello alle diverse patologie; a partire da tale indice sanitario sono stati infine realizzati svariati modelli di previsione a livello locale. Grazie al monitoraggio e alla previsione delle concentrazioni di sostanze inquinanti, l’indice

1 Particelle di sostanze atmosferiche inquinanti con un diametro massimo di 2,5 micrometri.2 Particelle di sostanze atmosferiche inquinanti con un diametro massimo di 10 micrometri.3 Anidride solforosa.4 Ozono.5 Diossido di azoto.

ARI consente di avvertire le strutture sanitarie e l’intera popolazione degli eventuali rischi rilevati, in modo da poter applicare tempe-stivamente misure pratiche volte a ridurre l’impatto sulla qualità della vita.

“La valutazione della qua-lità dell’aria necessaria per rispettare le direttive della Commissione europea rende le previsioni a livello locale fondamentali per gli enti e le amministrazioni cittadine”

Allo scopo di migliorare il flusso di informa-zioni destinate alla comunità medica, nella Francia meridionale, in Grecia e in Olanda è stata realizzata, in stretta collaborazione con ospedali, farmacie e reti di primo soccorso,

Il portafoglio di servizi Myair

Ai livelli attuali si stima che entro il 2020 i costi sanitari legati alla scarsa qualità dell’aria nell’UE a 27 Paesi supereranno i 189 miliardi di euro all’anno.

Grazie alla combinazione di dati ricavati dai satelliti e di modellizzazioni e misurazioni in situ, PASODOBLE sta sviluppando e collaudando un portafoglio di servizi, chiamato Myair, relativo a quattro aree tematiche:

• supporto alle strutture sanitarie (ospedali, farmacie e medici) e alla popolazione a rischio;

• supporto alla valutazione e alla previsione dell’inquinamento atmosferico a favore di regioni, città, turisti, organizzatori e spettatori di eventi sportivi (come le Olimpiadi di Londra del 2012);

• supporto al monitoraggio delle polveri sottili da parte di governi e agenzie ambientali regionali;

• supporto alla valutazione di modelli di previsione locali a vantaggio di enti e ammini-strazioni cittadine.

Collocandosi in posizione complementare al progetto di Monitoraggio della composizione atmosferica e del clima (Monitoring Atmospheric Composition and Climate - MACC), che fa parte dell’area di servizi del programma Copernicus dedicata al monitoraggio atmosferico, e basandosi sui risultati ottenuti dal progetto PROMOTE nell’ambito del “GMES Service Element”dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), il progetto PASODOBLE sta sviluppando servizi a valle sostenibili e orientati agli utenti in oltre 30 regioni e città di tutta Europa (www.myair.eu). A partire dal 2010, e fino al 2013, verranno analizzate le attuali esigenze degli utenti allo scopo di proporre e realizzare servizi nuovi e migliori che consentano di monitorare, valutare e prevedere in modo continuativo la qualità dell’aria. Attraverso una stretta collaborazione con il progetto MACC, il progetto PASODOBLE mira a soddisfare le esigenze di una determinata categoria di utenti, unendo le potenzialità globali dei satelliti e delle modellizzazioni a quelle di specifiche applicazioni locali. Grazie al prezioso contributo di oltre 50 utenti provenienti da 18 Paesi diversi, sono in corso numerosi cicli di collaudo e valutazione dei servizi sulla base delle esigenze da soddisfare.

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I successi di Copernicus

una serie di piattaforme di comunicazione a supporto del personale specializzato. Ad esempio, nella regione Provence-Alpes-Côte-d’Azur (sud-est della Francia), l’effetto combinato dell’intenso traffico su strada e di un periodo estivo particolarmente afoso, tipico del clima mediterraneo, si traduce in una scarsa qualità dell’aria, notoriamente una delle peggiori d’Europa. Gli effetti rico-nosciuti dell’inquinamento atmosferico sulla salute pubblica implicano maggiori rischi di ricovero ospedaliero e mortalità a causa di patologie respiratorie o cardiovascolari. Tali rischi per la salute legati all’inquinamento, combinati con la vulnerabilità di anziani e bambini, sono fonte di serie preoccupazioni sanitarie. Per facilitare le interazioni con le strutture sanitarie e consentire la convalida dell’indice ARI, nella piattaforma di comu-nicazione è stato integrato uno studio su gruppi di bambini.

In stretta collaborazione con le strutture sanitarie, è in fase di sviluppo una serie di servizi che consentiranno di fornire informazioni tempestive e localmente rilevanti a ospeda-li, farmacie e medici, allo scopo di contenere gli effetti potenzialmente dannosi dell’inquinamento atmosferico sui gruppi più vulnerabili della popolazione. (Immagine: Shutterstock)

Per ridurre gli effetti potenzialmente dannosi dell’inquinamento atmosferico sui gruppi più vulnerabili, sono stati messi a punto servizi specifici per singole patologie e classi di età. L’immagine mostra le previsioni dell’indice ARI per il 29 marzo 2012 nella regione Provence-Alpes-Côte-d’Azur, in relazione soprattutto al rischio di mortalità al quale sono esposti i soggetti con patologie respiratorie. (Immagine: ACRI-ST)

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Questi servizi, sviluppati in collaborazione con il Centro ospedaliero universitario di Nizza e l’Ospedale Papageorgiou di Salonicco, favoriscono una maggiore consapevolezza da parte delle strutture sanitarie, supportata anche dalle attività di divulgazione attual-mente promosse dall’Associazione Medica Europea (European Medical Association- EMA) e dalle sue consociate regionali. Da quest’area di servizi stanno inoltre nascendo prodotti informativi intuitivi, come previsioni e analisi di discomfort specifiche per alcune città. Sviluppi del genere sono fondamen-tali per consentire ai gruppi interessati di predisporre opportune azioni e misure pre-cauzionali e di ridurre quindi i costi per il sistema sanitario.

Supporto alla valutazione e all’informazione della popolazioneLe Olimpiadi di Pechino del 2008 hanno dimostrato il potenziale impatto negativo dell’inquinamento atmosferico sugli eventi sportivi di grandi dimensioni e sull’economia regionale. In Europa, la legislazione in vigore stabilisce che la popolazione debba essere informata sui livelli di inquinamento atmosfe-rico. Pertanto, il supporto alla valutazione e alla previsione della qualità dell’aria mira a offrire servizi tecnologicamente all’avanguar-dia e basati su un’alta risoluzione spaziale. I servizi informativi in questione vengono sviluppati insieme alle parti interessate e sono messi a disposizione della popola-zione attraverso gli enti pubblici e i loro siti Web, oppure grazie ad altri canali di divul-gazione. Da quest’area di servizi sono già stati sviluppati sotto-servizi tematici integrati, che combinano cioè informazioni su qualità dell’aria, concentrazione di polline, raggi UV e meteorologia, contribuendo inoltre ai progressi nelle previsioni meteorologiche basate su dati fisici, chimici e biologici e a trasformarle in informazioni di facile com-prensibilità. Per tutti i Paesi europei sono in corso di elaborazione indici integrati sugli al-lergeni e altre modalità di informazione sugli allergeni di origine naturale. A Londra viene pubblicato e diffuso in scuole, biblioteche, centri ricreativi, ecc. un bollettino quotidiano su qualità dell’aria, temperatura, concentra-zioni di polline e raggi UV.

“L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che, ridu-cendo le patologie causate dalle polveri sottili traspor-tate dall’aria, l’UE potrebbe risparmiare 29  miliardi di euro all’anno”

Tra i nuovi servizi relativi alla qualità dell’aria e realizzati grazie ai progressi del progetto PASODOBLE possono essere citati anche il servizio di supporto alla gestione del porto di Anversa, il servizio di gestione dinamica del traffico stradale in Olanda, il servizio di previsioni per le Olimpiadi di Londra del 2012, messo a punto grazie alla collabora-zione di un ente sanitario pubblico come l’Agenzia britannica per la protezione del-la salute (Health Protection Agency - HPA), nonché il miglioramento, grazie a nuovi parametri ambientali, dei sistemi di naviga-zione e di informazione turistica della Foresta Nera. Immaginate di essere un genitore, un ciclista oppure un escursionista che vuo-le organizzare una gita di un giorno. Non sarebbe magnifico poter decidere la meta anche in base alla qualità dell’aria? Oggi la pianificazione di attività all’aperto può esse-re ottimizzata prendendo in considerazione l’esposizione all’inquinamento atmosferico.I servizi regionali hanno dimostrato l’esigen-za di una modellizzazione ad alta risoluzione che vada ad affiancare quella intrapresa su scala europea. Uno studio di valutazione della qualità dell’aria condotto a Bruxelles ha infatti mostrato che nel 2005 oltre 342.000 cittadini erano stati esposti a con-centrazioni medie annue di diossido di azoto superiori alla soglia europea di 40 µg/m3, mentre applicando la modellizzazione di lar-ga scala questo stesso dato risultava pari a zero. È quindi apparso chiaro che, per rile-vare elevati gradienti di concentrazione di NO2 e calcolarne con precisione i livelli di esposizione della popolazione, è necessario utilizzare una modellizzazione della qualità dell’aria ad alta risoluzione spaziale e tempo-rale, combinata con tecnologie satellitari e di osservazione all’avanguardia. Il diossido di azoto è una sostanza atmosferica inquinante con effetti negativi sulla salute umana, le cui concentrazioni massime sono regolate dalla Direttiva europea sulla qualità dell’aria.

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I successi di Copernicus

Vari servizi su diversa scala e incentrati sulla qualità dell’aria (in senso orario, partendo dall’angolo superiore sinistro): previsione della concentrazione giornaliera massima di NO2 nell’Europa centrale (5 x 5 km) per il 12 aprile 2012. Stessa previsione ad alta risoluzione (1 x 1 km) per un’area densamente popolata e industrializzata della regione Nord Reno-Westfalia (Germania). Previsione delle concentrazioni di ozono (2 x 2 km) in orografia complessa per la Foresta Nera, regione montagnosa e turistica tedesca. Valutazione a livello stradale delle concentrazioni annue di NO2 per Bruxelles; la rilevazione mostra come nel 2005 oltre 342.000 abitanti siano stati esposti a concentrazioni medie annue di diossido di azoto superiori alla soglia europea di 40 µg/m³. (Immagine: DLR/RIU/VITO)

Supporto al monitoraggioL’uomo conosce i pericoli dell’inquinamento atmosferico già da millenni.

Già nell’antica Roma il Senato aveva appro-vato una legge che proibiva di inquinare l’aria. Oggi la Direttiva europea 2008/50/CE, conosciuta anche come “Aria pulita per l’Europa” sancisce l’esigenza di ridurre i li-velli di inquinamento per minimizzarne gli

effetti negativi sulla salute umana. La diret-tiva stabilisce i requisiti per il monitoraggio delle sostanze inquinanti più pericolose e per la redazione di rapporti sugli sforamenti delle rispettive soglie.Immaginate che un’agenzia ambientale regionale rilevi un grave sforamento della soglia di concentrazione di polveri sottili. In che modo tale agenzia può verificare i dati? Si tratta di emissioni prodotte sullo stesso

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territorio in questione? Si tratta di polveri minerali trasportate per avvezione6? Le so-stanze inquinanti giungono da un territorio vicino? In che modo è possibile calcolare l’esatta estensione della zona interessata? Che informazioni occorre trasmettere alla Commissione europea?Il servizio di supporto al monitoraggio delle polveri sottili collabora con enti chiamati a rispettare la direttiva sulla qualità dell’aria con l’obiettivo di semplificare la redazione dei loro rapporti. Tra i primi risultati ottenuti dal progetto PASODOBLE possiamo citare l’erogazione di servizi per la spiegazione degli sforamenti, cioè per stabilire se siano causati da emissioni locali o da polveri tra-sportate per avvezione. Per coprire in modo più efficace l’estensione dell’inquinamento, questo servizio ha introdotto l’utilizzo di dati satellitari, complementari ai dati terrestri, e ha ottenuto molti risultati positivi, in parti-colare per la quantificazione della carica di polveri minerali e dei livelli di Pm2,5. Sono invece ancora in corso gli studi necessari per rendere possibile l’attribuzione e l’identifica-zione delle fonti di inquinamento. Una serie di esperimenti è in corso nel Nord Reno-Westfalia (Germania), nelle Isole Canarie (Spagna), in Olanda e nelle regioni italiane dell’Emilia-Romagna e della Lombardia.

“I sistemi di valutazione della qualità dell’aria basati su dati satellitari contribuiscono all’o-biettivo della Commissione europea di contrastare la ri-duzione dell’aspettativa di vita causata dalle polveri sottili presenti nell’atmosfera”

Supporto alla valutazione delle previsioniL’80-90% delle popolazioni urbane è esposto a livelli di polveri sottili superiori alle soglie indicate dalle linee guida per la qualità dell’a-ria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La valutazione della qualità dell’aria necessaria per rispettare le direttive della

6 Trasferimento di una proprietà dell’atmosfera, come temperatura o umidità, per mezzo del movimento orizzontale di una massa d’aria

Commissione europea rende le previsioni a livello locale fondamentali per gli enti e le amministrazioni cittadine. Per facilitare il loro intervento quotidiano e consentire una convalida approfondita più semplice, è stato sviluppato un servizio di supporto alla valutazione dei modelli di previsione locali, integrato anche da servizi accessori.Tale servizio definisce criteri e protocolli stan-dard per la valutazione dei risultati, favorisce la creazione di interfacce standardizzate e la realizzazione di studi di responsabilità/ripar-tizione. Al momento il servizio è in fase di collaudo presso sette amministrazioni cit-tadine, ma è già disponibile anche per altri enti. La valutazione dei risultati dei diversi modelli utilizza dati in situ e dati satellitari e sfrutta linee guida e metodologie di va-lutazione messe a punto dal Forum per la modellizzazione della qualità dell’aria in Europa (Forum for Air Quality Modelling in Europe - FAIRMODE).Immaginate ora di essere un sindaco che desidera mettere a punto un sistema di previsione della qualità dell’aria e di infor-mazione agli abitanti per migliorare la loro qualità di vita. Sapreste come procedere per ottenere una soluzione efficace, efficiente e in grado di fornire i dati e le misurazioni più obiettive e precise per le specifiche condizio-ni ambientali dell’area in questione? Questo servizio consentirà di supportare e facilitare i processi decisionali delle amministrazioni cittadine interessate.

Armonizzazione e sostenibilitàIl progetto PASODOBLE sta consentendo di sviluppare non soltanto dei servizi specifici, ma anche un’infrastruttura di servizi globale e modulare sostenibile. Visto l’elevato nu-mero di servizi locali e regionali che sono già

Per supportare enti locali e amministrazioni cittadine, è stato sviluppato un servizio di valutazione dei modelli di previsione locali, integrato anche da servizi accessori.

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I successi di Copernicus

disponibili, appare evidente come il progetto sia in grado di contribuire all’armonizzazione regionale in tema di conformità alla Direttiva 2007/2/CE sulle infrastrutture per l’informa-zione territoriale in Europa (Infrastructure for Spatial Information in Europe - INSPIRE), nonché in termini di interoperabilità, gestione della qualità e accessibilità dei dati.I primi passi per arrivare a un coerente qua-dro europeo di servizi locali e regionali sulla qualità dell’aria sono già stati compiuti, in particolare per quanto concerne i seguenti aspetti: interfacce armonizzate e accessibilità dei dati in ingresso provenienti dallo Spazio, misurazioni, condizioni ed emissioni, modalità di annidamento semplificate, interfacce Web all’avanguardia, tra cui un catalogo conforme agli standard applicabili per i metadati e un servizio di creazione di metadati. Un partico-lare sforzo è stato compiuto per collegare i componenti dei servizi dei progetti MACC e PASODOBLE in catene di elaborazione stabili in termini di successive modalità di annida-mento, utilizzando l’insieme delle previsioni europee sulla qualità dell’aria. Infine, per met-tere a punto servizi sostenibili e in grado di auto-alimentarsi, si stanno monitorando ap-posite procedure di pianificazione aziendale e di sviluppo delle quote di mercato.

Qualità, interoperabilità e idoneità allo scopoNella prospettiva della creazione di un qua-dro comune e di un’infrastruttura europea per dati e servizi locali e regionali sulla qualità dell’aria, si stanno compiendo notevoli sforzi

per ottenere un’armonizzazione dei metadati e delle specifiche sui dati. L’obiettivo è fa-vorire l’interoperabilità e la tracciabilità dei servizi sulla qualità dell’aria tra i servizi stessi, ma anche rispetto ad altre iniziative colle-gate al Sistema dei sistemi di Osservazione globale della Terra (GEOSS), principalmente lavorando alla conformità con le regole della Direttiva INSPIRE riguardanti la realizzazione dei metadati e le specifiche sui dati, nonché alla conformità con standard e infrastruttu-re sulla qualità dell’aria riconosciuti a livello internazionale.Di conseguenza, per contribuire ufficial-mente al processo di stesura delle regole di realizzazione, raccomandare metadati ap-propriati e fornire un feedback relativo alle specifiche sui dati rilevati per i servizi sulla qualità dell’aria, il progetto è stato registrato come vera e propria Comunità di interesse per i dati territoriali (Spatial Data Interest Community - SDIC), denominazione istitui-ta dalla Direttiva INSPIRE. È inoltre in corso un’analisi critica dell’attuale applicazione dei metadati richiesti dalla Direttiva INSPIRE e della loro conformità con i punti di riferi-mento internazionali in materia di strategie relative alla qualità dell’aria, in particolare con il Quadro di garanzia della qualità per l’Osservazione della Terra (Quality Assurance framework for Earth Observation - QA4EO) del GEO-CEOS (Gruppo intergovernativo per l’Osservazione della Terra – Comitato per le osservazioni satellitari della Terra), con le procedure standard del Quadro di gestione della qualità dell’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO-QMFT) e i corrispondenti standard ISO (un requisi-to legale fissato dalla Direttiva INSPIRE). In questo contesto, è in corso di sviluppo e di realizzazione un editor di metadati per servizi sulla qualità dell’aria, compatibile con l’editor di metadati istituito dalla Direttiva INSPIRE e integrato in base alle esigenze specifiche della comunità scientifica interes-sata. Ne consegue che la compatibilità con i servizi atmosferici forniti dal progetto MACC è garantita.

Interfaccia utente, supporto ai processi decisionali e gestione della qualità dell’ariaÈ in corso di sviluppo un’interfaccia utente online che offrirà strumenti modulari per

Intuitivi strumenti online semplificano la trasmissione di in-formazioni sui livelli delle sostanze atmosferiche inquinanti a livello regionale e locale (compresi servizi di supporto ai processi decisionali, servizi di allerta e grafici di validazione).

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accedere e analizzare i dati dei servizi sulla qualità dell’aria. Tale interfaccia comprenderà un catalogo, uno strumento di visualizzazio-ne all’avanguardia, una convalida online automatica, un sistema di supporto ai pro-cessi decisionali, uno strumento di gestione della qualità dell’aria ottimizzato per i tablet, una serie di moduli per calcolare i livelli di esposizione umana, nonché prodotti per la fusione di dati. Per massimizzare usabilità e interoperabilità del sistema, sono previsti i seguenti elementi: copertura Web, funzioni Web e servizi di mappatura Web conformi agli standard dell’Open GIS Consortium (OGC) e al software Google Earth, nonché una serie di funzionalità di esportazione di dati e metadati. L’interfaccia utente, lo stru-mento di supporto ai processi decisionali e il sistema di gestione della qualità dell’aria sono accessibili all’indirizzo www.myair.eu.

Rilevanza per l’EuropaPoiché la qualità dell’aria è un problema transnazionale che ha origini locali, questo progetto appare decisamente importante per l’Europa. Il suo obiettivo è mettere in moto contromisure a livello locale e favorire un’armonizzazione a livello europeo, realiz-zando un’infrastruttura tecnica di servizi sulla qualità dell’aria modulare, decentralizzata e in grado di offrire interoperabilità, garanzia della qualità, strumenti di convalida e con-formità alla Direttiva INSPIRE. Tale risultato

migliorerà l’estensione futura di nuovi servizi in nuove regioni e contribuirà ad aumenta-re la competitività dei fornitori di servizi europei. Il progetto prevede la collaborazione con l’Agenzia europea dell’ambiente, l’Agen-zia Spaziale Europea, il forum FAIRMODE per la modellizzazione della qualità dell’a-ria in Europa e i progetti MACC, GENESIS (Generic European Sustainable Information Space for environment) e obsAIRve, e si basa sulla Direttiva INSPIRE, sul Sistema comune di informazioni ambientali (Shared Environmental Information System - SEIS) e sulla Direttiva INSPIRE (Aria pulita per l’Europa), contribuendo inoltre alla loro applicazione.

Effetti e conclusioneAumentando la consapevolezza di cittadini e amministratori e riducendo costi sanitari e morbilità, il progetto contribuirà a migliorare la qualità della vita e la sostenibilità del siste-ma di assistenza sociale. I servizi in questione porteranno importanti vantaggi ai cittadini europei, poiché offriranno soluzioni in grado di contenere i danni causati dall’inquinamen-to atmosferico, raggiungendo direttamente gli abitanti più a rischio, consentendo loro di modificare i propri comportamenti oppure fornendo loro i dispositivi medici adeguati. Tutto ciò, a lungo termine, è destinato a ri-durre i tassi di morbilità e di mortalità.

Thilo ERBERTSEDER lavora dal 1998 come studioso dei fenomeni atmo-sferici presso il Centro aerospaziale tedesco (DLR). Oggi è coordinatore di PASODOBLE, progetto sulla qualità dell’aria che fa parte del programma Copernicus e finanziato dal 7°Programma quadro della Commissione europea. Nel 1998 si è laureato in Geografia fisica, chimica atmosferica e rilevazioni a distanza presso l’Università Ludwig-Maximilians di Monaco di Baviera. Tra le sue competenze vi sono le tecniche di combinazione di dati satellitari e modelli per mezzo dell’assimilazione dei dati, tecniche applicabili alla previsione della

qualità dell’aria, al monitoraggio dell’attività vulcanica, alla convalida di modelli climatici e al monitoraggio dell’ozono.

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I successi di Copernicus

Molte attività si basano sulla capacità di misurare l’umidità del suolo su aree rela-tivamente grandi: previsioni dei raccolti, previsioni delle piene dei fiumi, previsione di eventi meteorologici locali, monitorag-gio dei fenomeni di erosione e previsione di smottamenti, gestione delle risorse idriche, etc. In generale, settori come l’agricoltura, il monitoraggio biologico e ambientale,

la meteorologia locale, la geologia e l’i-drologia richiedono informazioni affidabili sull’umidità del suolo.Prima dell’avvento delle tecniche di teleri-levamento, l’umidità del suolo si misurava principalmente con specifici sensori du-rante campagne di misura in situ. Tuttavia, l’uso di misure puntuali come queste può non essere adeguato per rappresentare

LA GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE PER L’IRRIGAZIONE È UN’ATTIVITÀ ESSENZIALE IN GENERALE, MA IN PARTICOLARE NELLE ZONE CON RISORSE IDRICHE LIMITATE, O CARATTERIZZATE DA PRATICHE AGRICOLE INTENSIVE. PER DEFINIZIONE, LA GESTIONE DELL’ACQUA RAPPRESENTA L’UTILIZZO DELLA QUANTITÀ ADEGUATA DI ACQUA AL MOMENTO GIUSTO E DI SOLITO VIENE OTTENUTA COMBINAN-DO MISURAZIONI DI UMIDITÀ DEL TERRENO CON UN PIANO DI IRRIGAZIONE OTTIMIZZATO. MENTRE IL SECONDO ELEMENTO È FACILMENTE REALIZZABILE SE L’ACQUA È DISPONIBILE, AVERE UNA IN-FORMAZIONE SPAZIALE DETTAGLIATA SULL’UMIDITÀ DEL TERRENO È ANCORA UN TEMA APERTO. LE MISURE IN SITU, UTILIZZANDO SONDE, SONO COSTOSE ED IN GENERE NON SONO SUFFICIENTI PER RIPRODURRE IL COMPORTAMENTO SPAZIALE DI UNA REGIONE CON RISOLUZIONE ADEGUATA. IN QUESTO CONTESTO, I DATI TELERILEVATI DA SENSORI ATTIVI (RADAR A MICROONDE) IMBARCATI SU SATELLITI PER L’OSSERVAZIONE DELLA TERRA HANNO UNA BUONA CAPACITÀ NELLO STIMARE L’UMIDITÀ DEL SUOLO IN MANIERA QUANTITATIVA, IN PARTICOLARE SU SUOLI NUDI O SCARSAMENTE VEGETATI. GRAZIE ALLA LORO CAPACITÀ DI OPERARE IN TUTTE LE CONDIZIONI ATMOSFERICHE CON UN’AMPIA COPERTURA, I DATI OTTENUTI DA MISURE CON RADAR AD APERTURA SINTETICA (SAR) OFFRONO LA POSSIBILITÀ DI MONITORARE AREE DI GRANDI DIMENSIONI CON ALTA RISOLUZIONE SPAZIALE. IL SAR AVANZATO (ASAR - EPH.ASAR.GLOSS.RADSAR: ASAR), IMBARCATO SUL SATELLITE ENVISAT DELL’AGENZIA SPAZIALE EUROPEA (ESA) E LE FUTURE MISSIONI COPERNICUS SARANNO DI GRANDE AIUTO PER MIGLIORARE LA GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE ATTRAVERSO IL CONTINUO MONITORAGGIO DELL’UMIDITÀ DEL SUOLO PER VARIE APPLICAZIONI,ED IN PARTICOLARE PER AREE CHE SOFFRONO DI SCARSITÀ IDRICA. CON IL PRESENTE LAVORO SI INTENDE FORNIRE AL LETTORE LE CONOSCENZE DI BASE SU ALCUNE DELLE METODOLOGIE UTILIZZATE PER LA STIMA DELL’UMIDITÀ DEL SUOLO A PARTIRE DA DATI TELERILEVATI PER LA GESTIONE DELL’IRRIGAZIONE. IN PARTICOLARE SARANNO PRESENTATI ALCUNI RISULTATI DI STIME DELL’UMIDITÀ DEL SUOLO A PARTIRE DA DATI SAR OTTENUTI NELL’AMBITO DEL PROGETTO AGORA, PARZIALMENTE FINANZIATO DAL GOVERNO REGIONALE CATALANO.

Monitoraggio da satellite dell’umidità del suolo per la gestione dell’irrigazione: un caso di studio nell’area mediterranea catalana

Di Antonio Reppucci*

* Questo lavoro è stato realizzato in collaborazione con Motte Erwan e Xavier Banque.

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il comportamento spaziale e temporale dell’umidità del terreno su zone ampie ed è, il più delle volte, costoso in termini d’in-stallazione, esecuzione della campagna e manutenzione, riducendo quindi la gamma di applicazioni che possono beneficiare di tali importanti informazioni geofisiche.I dati telerilevati hanno dimostrato di essere, in questo senso, una fonte di infor-mazione più adeguata. La scelta del tipo di sensore dipende dall’applicazione. Per la gestione delle risorse idriche per l’irriga-zione, gli strumenti più adatti sono quelli basati nell’uso delle microonde. In parti-colare, i radar ad apertura sintetica (SAR) offrono un’alta risoluzione spaziale, un’area di copertura di grandi dimensioni e anche la capacità di operare indipendentemente dalle condizioni di luce (giorno e notte) e dalle condizioni meteorologiche.

I risultati presentati in quest’articolo sono stati ottenuti nell’ambito del progetto AGORA, parzialmente finanziato dal gover-no regionale della Catalogna. Lo scopo di AGORA è stato studiare i miglioramenti che si possono ottenere nella monitorizzazione del ciclo dell’acqua grazie all’assimilazione di dati telerilevati in un modello idrologico. In particolare, uno degli obiettivi di questo progetto è stato studiare la possibilità di produrre mappe di umidità superficiale del terreno che coprissero tutta la Catalogna. In altre parole, nel corso del progetto, durato due anni, i partner coinvolti hanno affron-tato le diverse problematiche riguardanti la creazione di un servizio operativo di map-pe di umidità del suolo mediante immagini SAR.

Le mappe di umidità del suolo generate con dati SAR possono essere utilizzate, per esempio, da agenzie governative che gestiscono la distribuzione dell’acqua o anche da singoli agricoltori per pianificare l’irrigazione dei loro campi in modo più ef-ficiente, risparmiando acqua e riducendo i costi di produzione. Le informazioni conte-nute in queste mappe potrebbero quindi essere un importante input per gli algorit-mi di irrigazione nel settore dell’agricoltura intelligente.

Come i dati di Osservazione della Terra possono essere d’aiuto per il monitoraggio dell’umidità del suoloLa ricerca scientifica sulla stima dell’umi-dità del suolo a partire da dati telerilevati dallo Spazio è cominciata con la disponibi-lità delle prime immagini ottiche. Da quel momento in poi, è stata fatta molta ricer-ca utilizzando diversi sensori che coprono molte parti dello spettro elettromagnetico. Tutti gli algoritmi sviluppati sono basati sull’inversione di modelli, di natura analitica

Ottimizzazione della gestione delle risorse idriche

Il monitoraggio della variabilità dell’umidità del suolo è di estrema im-portanza, soprattutto nelle zone in cui le risorse idriche sono limitate. L’umidità del suolo è uno dei parametri chiave nella caratterizzazione del ciclo idrologico su-perficiale. L’accumulo d’acqua nel suolo, sia nello strato superficiale che in livelli più profondi, non solo influenza l’eva-potraspirazione, ma anche la capacità di accumulo di calore del suolo, la sua conducibilità termica, e la ripartizione dei flussi energetici legati al calore latente e sensibile. Inoltre, l’evaporazione dell’u-midità nello strato superficiale del suolo influenza direttamente la possibilità di scorrimento dell’acqua piovana.

Il grado di umidità del suolo è un fattore importante nel passaggio a un’agricoltura sostenibile; ad esem-pio, esso ha un impatto sullo scorrimento superficia-le di acqua e fertilizzanti.

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I successi di Copernicus

o empirica, che mettono in relazione i pa-rametri misurabili dai sensori satellitari con l’umidità superficiale del terreno. Secondo il tipo di sensore impiegato per osservare (e a volte illuminare) la superficie terrestre, si possono ottenere differenti risoluzioni spa-ziali e temporali. Per questo la selezione del sensore appropriato sarà direttamente legata al tipo di parametro e fenomeno che si vuole monitorare e, non ultimo, all’appli-cazione finale.

I sensori ottici remoti sono strumenti di rilevamento in grado di acquisire i dati in diverse bande dello spettro, dall’ottico al vicino infrarosso. Il parametro che è possi-bile misurare con questo tipo di strumento è la riflettanza spettrale, cioè il rapporto tra energia riflessa ed energia incidente, in funzione della lunghezza d’onda. Questa quantità può essere direttamente messa in relazione con l’umidità superficiale del suo-lo, anche se la riflettanza è influenzata da altre variabili, come la rugosità del suolo, la trama e la copertura vegetale, che possono indurre un’ampia variazione nelle misura-zioni per un valore costante di umidità del terreno. Per ovviare quanto possibile a que-sto problema, una metodologia più robusta fa uso d’informazioni combinate della parte ottica e di quella infrarossa dello spettro. Un grave inconveniente degli strumenti ottici è l’impatto delle condizioni atmosferiche e la impossibilità di essere utilizzati di notte, per la mancanza dell’illuminazione solare.

I sensori a microonde acquisiscono dati nella gamma di frequenza da 0,3 GHz a 300 GHz (cioè una lunghezza d’onda che si estende da 1 m a 1 mm). Questi stru-menti possono dividersi in due categorie principali: attivi e passivi. I sensori passivi a microonde, o radiometri, misurano la ra-diazione emessa dalla superficie terrestre alla lunghezza d’onda per cui lo strumento è stato progettato. Sulla Terra, la radiazione emessa dipende soprattutto dalla tempe-ratura del terreno e dalle sue proprietà dielettriche, quest’ultime direttamente in-fluenzate dall’umidità del suolo. Sebbene i radiometri non richiedano illuminazione

solare e l’atmosfera abbia solo un impatto marginale sul segnale misurato, la risoluzio-ne spaziale di tali strumenti è dell’ordine di alcuni chilometri rendendoli utili solo per studi su scala globale, e quindi non adat-ti per la applicazioni legate alla gestione dell’irrigazione.I sensori a microonde attivi, o radar, inviano degli impulsi di radiazione elettromagneti-ca verso la superficie terrestre e misurano la quantità che è retrodiffusa in direzione del sensore stesso. I dati registrati dai ra-dar a microonde (scatterometeri, SAR) sono molto sensibili alle variazioni di umidità del suolo (oltre agli altri parametri già menzio-nati, come la rugosità o la vegetazione, dipendendo dalla frequenza utilizzata). Avere una propria fonte d’illuminazione fa sì che tali sensori siano in grado di acquisire i dati sia di notte che di giorno e anche in presenza di copertura nuvolosa (in quanto la radiazione elettromagnetica a queste frequenze penetra facilmente le nubi). Gli scatterometri, con una risoluzione spaziale di alcuni chilometri, sono stati utilizzati con successo per studi su scala globale, men-tre gli strumenti SAR, con una risoluzione spaziale che può essere addirittura di pochi metri, sono adatti per studi su scala locale.Le metodologie sviluppate per la stima dell’umidità del suolo da sensori a microon-de attivi sono basate sul concetto generale che la radiazione a microonde retrodiffusa da superfici con scarsa vegetazione è in-fluenzata dalle proprietà dielettriche della zona illuminata, dalle caratteristiche della superficie (rugosità, condizioni topografi-che) e dalle caratteristiche dello strumento. La costante dielettrica del suolo è altamen-te dipendente dell’umidità del terreno. Il suo valore tipico per suolo secco è circa 3 mentre quella dell’acqua è 80. I modelli teorici (ad esempio, “small perturbation”, o “geometric optics”) sono in grado di rappresentare le variazioni del coefficiente di retrodiffusione dovute ai cambiamenti nel contenuto di umidità del suolo, la ru-gosità superficiale e l’attenuazione della vegetazione. Tuttavia, da un punto di vi-sta operativo, questi modelli non possono essere impiegati perché spesso le restrit-tive ipotesi fatte durante lo sviluppo non

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trovano validità in situazioni reali. Di con-seguenza, sono stati sviluppati dei modelli empirici, più utili e robusti per la misura operazionale dell’umidità del suolo a par-tire da dati SAR.L’approccio scelto nell’ambito del proget-to per la misurazione dell’umidità del suolo nella zona mediterranea della Catalogna è basato sulla calibrazione di un algoritmo semi-empirico esistente [1]. La calibrazione tenta di ottimizzare il modello tenendo in conto le specificità della vegetazione e del tipo di suolo nella zona d’interesse. La stima dell’umidità del suolo è un procedimento diviso in due fasi. Prima si converte il segna-le misurato in costante dielettrica. Questo processo viene fatto usando una nota rela-zione semi-empirica. In una seconda fase, si esegue la conver-sione della costante dielettrica in umidità del terreno. A questo scopo si utilizza uno specifico modello (“dielectric mixing”). L’algoritmo utilizzato è stato originaria-mente sviluppato e validato in un’area del centro Europa, dove i principali tipi di ve-getazione sono campi coltivati con cereali, prati,colture da radice o terreno nudo.

Siccome le caratteristiche del suolo e la ve-getazione variano enormemente da regione a regione, nell’ambito del progetto si è resa necessaria una calibrazione dell’algoritmo per tenere conto la specificità dell’area di studio. A tal fine, una serie di campagne in situ sono state previste nell’ambito del pro-getto. Una parte dei dati raccolti è stata poi utilizzata per validare l’algoritmo sviluppato.

L’area scelta per questa attività si trova all’estremo nord-orientale della penisola iberica, sul versante mediterraneo. I con-fini naturali di questa zona sono i Pirenei, il mare Mediterraneo e la pianura dell’Em-pordà delimitata dall area del Baix Empordà e la zona dell’Alta Garrotxa. Si tratta di una pianura alluvionale solcata dai fuimi Muga e Fluvià. Le campagne di raccolta dati sono state condotte su 24 campi distribuiti su una superficie di circa 20 km x 20 km (Fig. 1). Le colture più comuni presenti in Catalogna (frumento, avena, erba medica, erba pe-renne, piante da radice, oliveti) sono state scelte come riferimento. I campioni del suo-lo e della vegetazione sono stati raccolti in numero di tre per ciascun sito.

L’area geografica utilizzata per la calibrazione dell’algoritmo, che si estende per circa 20 km x 20 km, si trova nel nord-est della Catalogna (Alt Empordà); i punti rossi localizzano i campi in cui sono stati prelevati i campioni nel corso delle campagne di misura in situ. (Immagine: Google Earth)

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I successi di Copernicus

In Fig. 2 si mostra un esempio di una mappa d’umidità del terreno generata utilizzando un’immagine acquisita dal satellite ESA ENVISAT con il sensore ASAR. Le misu-re di umidità del suolo basate sui dati di Osservazione della Terra si riferiscono ai primi centimetri del terreno (circa 5 cm nel caso di uno strumento in banda C, come l’ASAR).I risultati sono stati confrontati con le misure a terra acquisite durante le diverse campa-gne in situ, dimostrando che il prodotto ottenuto dall’immagine SAR è in grado di stimare l’umidità superficiale del terreno con un errore quadratico medio rispetto ai dati in situ che può variare tra il 5% e il 10% (unità volumetriche), dipendendo dal tipo della copertura vegetale. Una volta che l’algoritmo è stato calibrato per l’a-rea d’interesse, queste mappe di umidità del terreno, con una risoluzione di 150m x 150m, possono essere prodotte con una frequenza di alcuni giorni, secondo la la-titudine, a seconda del satellite utilizzato.

Ad esempio,quando i satelliti Sentinelle della Agenzia Spaziale Europea saranno pienamente operativi, la frequenza di ac-quisizione dei dati sarà di uno/tre giorni in Europa e in Canada.Le mappe di umidità del suolo generate con la tecnica descritta possono essere utilizzate per monitorare l’evoluzione del-le condizioni di umidità del suolo a scala regionale con elevata risoluzione spazia-le. Ciò è particolarmente interessante per un’applicazione come la gestione dell’ac-qua per l’irrigazione, dove la conoscenza specifica della distribuzione del contenuto idrico del suolo permette di individuare le aree secche con precisione, ottimizzando il consumo dell’acqua. Inoltre, tale prodotto potrebbe portare un miglioramento della precisione delle previsioni dei modelli nu-merici esistenti, tramite l’assimilazione dei dati telerilevati.I risultati ottenuti nella prima fase del progetto saranno utilizzati per studiare la possibilità di sviluppare un innovativo

Mappa di umidità del terreno generato da un immagine ENVISAT ASAR acquisita il 3 settembre 2011 sull’area di studio. I valori riportati corrispondono alla percentuale in volume di acqua. (Immagine: Starlab)

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sistema di previsione delle risorse idriche basato sull’ utilizzo di tecniche d’intelligen-za computazionale unito a dati telerilevati e misure in situ. Tale modello avrà l’obiettivo di fornire previsioni per l’irrigazione ai sin-goli utenti di una specifica area geografica.

ConclusioniI risultati di questo studio hanno confer-mato che la stima dell’umidità del suolo utilizzando dati satellitari SAR è fattibile avendo a disposizione una corretta cono-scenza del tipo di vegetazione locale e le caratteristiche del terreno. Le mappe ad alta risoluzione spaziale di umidità superficiale possono essere di grande interesse per il monitoraggio della siccità e per controlla-re la crescita della vegetazione soprattutto nelle zone che soffrono di scarsità idrica.Per migliorare ulteriormente i risultati e

la robustezza del metodo impiegato, è in fase di studio la possibilità di combinare misurazioni SAR con un numero limitato di misure in situ. Ciò potrebbe consentire una regolazione dinamica dell’algoritmo in tempo reale per produrre risultati più ac-curati e in modo continuo. Le uscite da un approccio combinato potrebbero essere di grande interesse per molte applicazioni in cui la conoscenza continua di umidità del suolo è un parametro chiave.

Riferimenti[1] Loew, A., Ludwig, R., Mauser, W. (2006).

Derivazione di umidità del suolo super-ficiale da Swath ENVISAT ASAR Wide e dati di immagine in modalità provviso-ria in zone agricole. IEEE Trans. Geosci. Remote Sens, vol. 44, pp 889-899.

Antonio REPPUCCI ha conseguito la Laurea in Scienze Nautiche presso l’U-niversità degli Studi di Napoli ‘Parthenope’, nel 2004. Da settembre 2004 ad aprile 2005 ha lavorato come assistente di ricerca presso il Laboratorio di Telerilevamento dell’Università degli Studi di ‘Parthenope’. Nel maggio 2005 ha iniziato il dottorato di ricerca presso il “Remote Sensing Technology Institute” (FMI) del Centro Aerospaziale Tedesco (DLR). Dal settembre 2008 Antonio lavora

presso Starlab S.L. come ricercatore nel campo dell’Osservazione della Terra.

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La biodiversità, intesa come ‘diversità di vita’, ovvero la varietà e variabilità tra gli organismi viventi e gli habitat, è essenziale per l’integrità di ogni ecosistema, e tuttavia è stata sottoposta a pressioni sempre maggiori dall’avvento e dalla diffusione dell’umanità in ogni parte del globo. Questo periodo di espansione umana è noto col nome di Estinzione dell’Olocene ed ha visto un sus-seguirsi di riduzioni di biodiversità, causate in primo luogo dalla distruzione e dal degra-do degli habitat. La Convenzione dell’ONU sulla Diversità Biologica (CBD), sottoscritta durante il Summit Mondiale tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992, rappresenta il primo accordo di diritto internazionale legalmente vincolante che riconosca la conservazione

della biodiversità quale problema di interes-se globale. La CBD include tutte le specie e le risorse genetiche, propone una filosofia basata sull’uso sostenibile di questa risorsa finita e assicura che, mentre gli ecosistemi possono e devono essere usati a beneficio degli esseri umani, il declino della biodiver-sità nel lungo periodo non potrà continuare in maniera incontrollata. NATURA 2000, la ri-sposta europea alle sfide poste dalla CBD, è una delle iniziative paneuropee di maggiore successo, e rappresenta uno degli strumenti legali di maggiore efficacia a livello mondiale nell’ambito della biodiversità e della conser-vazione della natura (si veda il riquadro).

Osservazione e gestione degli habitat naturaliNATURA 2000 ha istituito una rete di siti protetti/designati in tutta Europa, compren-dente anche le relative acque territoriali, che richiede un monitoraggio dettagliato delle tipicità e dello stato dei suoi habitat, non-ché, ogni sei anni, relazioni standardizzate da parte degli Stati membri.

Le relazioni sui siti, fornite dagli enti locali e regionali, vengono raggruppate su sca-la europea, così da consentire alla UE di tenere traccia dell’efficacia delle Direttive Habitat e Uccelli e di adeguare le politiche ove necessario. La varietà dei siti presenti nella rete, i loro habitat fondamentali e le diverse pratiche di gestione e monitoraggio fanno sì che l’integrazione a livello euro-peo delle informazioni fornite rappresenti

UN SERVIZIO DI MAPPATURA MULTISCALA SFRUTTA IL POTENZIALE DI COPERNICUS PER IL MONITO-RAGGIO SU SCALA LOCALE, REGIONALE E CONTINENTALE DELLE SPECIE E DEGLI HABITAT PROTETTI EUROPEI.

MS.MONINA – Monitoraggio di interesse comunitario, su scala locale, regionale ed europea, degli habitat NATURA 2000

Di Stefan Lang, Geoff Smith e Jeroen Vanden Borre

I successi di Copernicus

Le attività umane sono strettamente legate alla perdita di biodiversità. NATURA 2000 è la più vasta rete di aree pro-tette al mondo e la UE si impegna a favore della protezione della biodiversità e a porre fine alla perdita di biodiversità nell’UE entro il 2020. (Immagine: Chris Harshaw)

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una vera e propria sfida. Per queste ragioni è indispensabile trovare una soluzione di monitoraggio obiettiva, operativa, trasferi-bile ed economicamente vantaggiosa, che possa essere applicata in maniera coerente in tutta Europa. Questa soluzione dovrebbe idealmente poggiare su approcci integrati e incorporare le recenti conquiste tecnologi-che, in particolare nel campo della scienza dell’informazione geografica e dell’Osserva-zione della Terra.

“Si richiede una soluzione di monitoraggio basata sull’Os-servazione della Terra, che sia obiettiva, operativa, tra-sferibile ed economicamente vantaggiosa, che possa es-sere applicata in maniera coerente in tutta Europa.”

A queste esigenze di monitoraggio si ri-volge un progetto Copernicus finanziato dal Settimo Programma Quadro della Commissione europea nell’ambito del tema “Spazio”. Il progetto ‘Servizio multiscala di monitoraggio degli habitat NATURA 2000 di interesse comunitario (MS.MONINA)’ mira a sviluppare nuovi servizi basati sulle tecniche di Osservazione della Terra, al fine di racco-gliere, in modo economicamente efficace, informazioni su scale diverse in tutta la rete di NATURA 2000 ma anche al di là di essa.I partner di MS.MONINA (si veda il riquadro relativo al progetto) rappresentano una vasta gamma di utenti locali e regionali, fornitori di servizi ed istituti di ricerca con background rilevante nel campo della mappatura spe-rimentale degli habitat, nello sviluppo e realizzazione dei sistemi di monitoraggio operativi e con esperienza nella redazione di relazioni locali, nazionali ed europee. Il

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design di MS.MONINA applica approcci di mappatura integrati dal livello locale a quello regionale a quello europeo e risponde alle esigenze di rendicontazione, monitoraggio e gestione degli stakeholders su tre scale: quella del sito locale individuale, quella dello Stato membro e quella della UE. La concezione “multiscala” del progetto non solo affronta lo schema gerarchico di attua-zione di NATURA 2000, ma riflette anche il concetto di sistemi ecologici organizzati in modo gerarchico.

“MS.MONINA risponde anche alle esigenze di rendi-contazione, monitoraggio e gestione dei siti individuali”

Come si è potuto osservare nel corso di ini-ziative precedenti e attività attualmente in corso, i requisiti di monitoraggio a livello degli Stati membri o della UE vanno ben al di là di una semplice raccolta di dati ricavati dai rispettivi livelli inferiori: le relazioni de-gli Stati membri devono fornire una visione d’insieme dello stato della biodiversità nel loro territorio complessivo, e non soltanto all’interno dei siti protetti. Allo stesso modo, il monitoraggio a livello di UE esige che si tenga conto della grande varietà natura-le esistente tra le regioni biogeografiche d’Europa, in modo da fornire conclusioni efficaci per la politica. Per colmare la lacu-na esistente tra il monitoraggio a livello di sito e le informazioni importanti a livello di Stato membro o UE, saranno sviluppati me-todi avanzati di upscaling che considerano i siti individuali in un più ampio contesto biogeografico e paesaggistico. Tale ap-proccio sarà supportato da strumenti e informazioni supplementari, quali tecniche di modellazione di habitat potenziali e l’uso di layers generici a supporto dell’interpre-tazione. Questi strumenti verranno utilizzati in combinazione con analisi avanzate di dati satellitari a diverse risoluzioni spaziali, simu-lando ancora una volta i processi ecologici che si svolgono a scale diverse nell’ambien-te, e forniranno i risultati finali all’interno di uno strumento di analisi delle immagini a livello nazionale. L’attività a livello di Stato membro e UE si concentrerà sugli habitat

principali nell’ambito di quattro regioni bio-geografiche (Atlantica, Continentale, Alpina e Mediterranea). Inoltre, essa guarderà sia all’interno che all’esterno dei siti protetti per dare un’indicazione dell’efficacia della legislazione.

Il valore aggiunto dell’Osservazione della TerraA livello di sito locale, il telerilevamento e l’analisi delle immagini si stanno rivelando strumenti efficaci e versatili sul fronte delle esigenze di monitoraggio di NATURA 2000, con evidenti vantaggi rispetto ai metodi tradizionali con base a terra. I recenti pro-gressi nella tecnologia di acquisizione delle immagini, insieme a una crescente risolu-zione spaziale e spettrale (ad es. il sistema satellitare WorldView-2 con risoluzione 0,5 m e otto bande spettrali), hanno ampliato il campo e il dettaglio di ciò che può essere misurato da remoto. Le immagini iperspet-trali offrono informazioni spettrali dettagliate per l’identificazione di particolari specie ve-getali e la caratterizzazione delle condizioni di vegetazione. Le tecnologie di scansione laser registrano la struttura tridimensionale della vegetazione, fornendo informazioni sull’altezza e densità della copertura delle chiome e consentendo una successiva sud-divisione dei tipi di vegetazione arborea. I progressi nell’analisi di immagini (quali la segmentazione e gli approcci orientati all’oggetto) hanno ulteriormente rafforzato il potenziale di applicazione di questa tecno-logia alla complessa e delicata distribuzione degli habitat all’interno dei siti protetti. Il te-lerilevamento offre una visione di più grandi aree della superficie terrestre coerente ed esaustiva dal punto di vista spaziale, poten-do acquisire dati quantitativi ad alte densità di campionatura e con copertura totale. È inoltre una tecnica non invasiva per le aree sensibili ai disturbi ambientali o inaccessibili per altre ragioni. Al contrario, il lavoro sul campo può fornire simili informazioni solo attraverso una campionatura puntuale ed esaustiva, seguita da interpolazione spaziale.

La tecnologia di telerilevamento offre inol-tre la possibilità della ripetizione frequente delle misurazioni, e il più rapido proces-so di estrazione di informazioni permette

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aggiornamenti più frequenti delle mappe e dei prodotti, garantendo così un monitorag-gio più intensivo. A differenza della maggior parte delle campagne di misurazione su larga scala, in cui è necessario definire in anticipo la tipologia di mappatura da ese-guire, il processo di acquisizione dati tramite telerilevamento non richiede alcuna interpre-tazione a priori. Ciò consente una maggiore flessibilità nell’estrazione delle informazioni, e al contempo una migliore documentazione e ripetibilità delle analisi effettuate. Per alcu-ne regioni l’esistenza di archivi di immagini risalenti ad alcuni anni o addirittura decenni addietro può inoltre permettere una valuta-zione retrospettiva dei cambiamenti occorsi fino ad oggi.

“A livello locale il telerile-vamento e l’analisi delle immagini offrono evidenti vantaggi rispetto ai metodi tradizionali sul campo”

Nel progetto è stata selezionata una gamma di siti rappresentativi delle regioni biogeo-grafiche utilizzate a livello di Stato membro e UE, al fine di sviluppare e dimostrare il moni-toraggio a livello di patch. La Figura 1 riporta due esempi di cambiamenti di paesaggio del sito NATURA 2000 di Salzachauen in Austria, un’importante area caratterizzata da habitat di foresta ripariale dominata da ontani e fras-sini, con altri habitat di zone umide dell’area alpina. Nel primo esempio di cambiamen-to il letto del fiume è stato allargato con conseguente perdita di habitat, mentre nel secondo la composizione dell’habitat è stata modificata dalla rimozione di alcune specie di alberi, cosa che ha provocato un cambia-mento del tipo di habitat con conseguente necessità di una nuova mappatura. Questi tipi di cambiamento di habitat devono es-sere monitorati, sia in termini di estensione che di composizione, nell’ambito dei rego-lamenti di NATURA 2000. Nella regione atlantica, la riserva natura-le transfrontaliera De Zoom–Kalmthoutse

Figura 1: Esempio dei prodotti dal sito pilota di Salzachauen, Austria, con ‘zoom’ sui cambiamenti critici delle condizioni degli habitat. (Immagine: PLUS/Z_GIS; ortofoto: Stato federale di Salisburgo; delineazione dell’habitat: Revital; compo-sizione della figura: T. Strasser)

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Heide, lungo il confine belga-olandese, è un ottimo esempio di tipo di sito in cui approcci di monitoraggio coerenti e paneu-ropei sarebbero utili sia agli utenti locali che regionali. La riserva Kalmthoutse Heide è un sito vario e complesso con molti stagni, bru-ghiere, dune continentali e foreste. Anche la gestione dell’area è complessa, facendo riferimento a diverse autorità nazionali e lo-cali, alle ONG di conservazione della natura, nonché a numerosi piccoli e medi proprietari privati responsabili dell’area. La Figura 2 a-d mostra i tipi di prodotti che possono essere sviluppati per ogni sito e che, realizzati nell’ambito del progetto Habistat, dimostrano come si possano im-plementare strumenti al fine di produrre mappe di patch vegetazionali e di habitat, nonché di indicatori ricavati dai dati di tele-rilevamento. Questi tipi di prodotti e servizi sono sviluppati e testati in una serie di siti

diversi in tutta Europa per valutare la possi-bilità di trasferimento dell’approccio.

Coinvolgere gli utilizzatoriIl lavoro raccolto da MS.MONINA e gli svi-luppi che avranno luogo durante il progetto produrranno un ricco set di strumenti d’ana-lisi ed esempi di applicazioni, che stanno già ora iniziando ad essere apprezzati in seno alla comunità degli utilizzatori finali. Per fa-cilitare ulteriormente la condivisione delle tecnologie e lo sfruttamento dei risultati, il progetto sta sviluppando un archivio degli strumenti o “Body of Knowledge” (BoK), per raccogliere tutto ciò che è stato fatto e fornire un’interfaccia semplice e flessibile a coloro che cercano una soluzione a una ne-cessità di monitoraggio. Il BoK avrà l’aspetto di un’applicazione web, in cui i partner di progetto possono postare i loro strumenti e risultati e gli utilizzatori possono cercare gli

Figura 2: Esempi dal Kalmthoutse Heide, 2 giugno 2007. Angolo in alto a sinistra: Mosaico a colori naturali dell’immagine AHS-160 per l’area di studio. Angolo in alto a destra: Mappa di copertura della vegetazione. Angolo in basso a sinistra: Mappa dell’habitat. Angolo in basso a destra: Copertura di gramigna liscia Molinia caerulea (in classi percentuali) per patch di habitat. (Immagine: progetto HABISTAT; VITO – INBO – UA – BELSPO)

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strumenti per mezzo di un range di attributi chiave quali il prodotto finale o i prerequisiti dei dati iniziali. Il BoK viene costantemen-te ampliato in funzione delle richieste e del feedback degli utilizzatori durante il proget-to e potrà acquisire funzionalità aggiuntive quali la validazione online dei set di dati in-seriti dall’utente e la fornitura di alcuni degli strumenti come ‘Software as a Service’ via Internet.

Il progetto ha un programma dedicato al coinvolgimento degli utilizzatori, finalizzato allo sviluppo degli strumenti di monitorag-gio e di altre attività sulle tre scale spaziali. Il progetto coinvolge utenti dei siti test se-lezionati quali partner di progetto, che in tal modo sono integrati completamente nel processo di sviluppo. Ciò faciliterà l’a-dozione dei risultati del progetto da parte della vasta comunità di utilizzatori su vari livelli di NATURA 2000 e garantirà la con-venienza economica dello sfruttamento dei risultati. Fino ad oggi questo lavoro ha in-terrogato una vasta gamma di utilizzatori sia all’interno sia all’esterno del progetto e sta già iniziando a produrre messaggi chiave in risposta alle esigenze di monitoraggio su scale diverse e alle difficoltà tecniche. Questi messaggi sono importanti per MS.MONINA, per Copernicus e più in generale per il set-tore ambientale, e continueranno ad essere analizzati nel corso del progetto.

Una richiesta particolare ricevuta dagli uti-lizzatori riguarda la disponibilità di dati di Osservazione della Terra in un formato adatto all’integrazione nei loro sistemi d’in-formazione esistenti. MS.MONINA ha preso nota di questa richiesta grazie alla preceden-te attività dei partner e ha quindi adottato sia l’acquisto diretto dei dati sia l’accesso ai dati satellitari del programma Copernicus/GMES (GMES Space Component Data Access - GSCDA o Data Warehouse), al fine di rispondere alle esigenze del progetto. Il Data Warehouse è una nuova, importan-te opportunità per utenti dei servizi basati sull’Osservazione della Terra, poiché offre da un lato acquisizioni generiche per supportare la mappatura di habitat dettagliati in tutta Europa, dall’altro acquisizioni mirate rivolte alle esigenze specifiche di MS.MONINA.

NATURA 2000

NATURA 2000 è una rete europea di ‘siti di interesse comunitario’ designati, ciascuno dei quali rappresenta zone pro-tette di grande valore naturale e ricche di biodiversità. È stata istituita dalla diretti-va Habitat (Direttiva del Consiglio 92/43/EC), che ha designato Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e fa da complemen-to alle zone designate dalla precedente direttiva Uccelli (in origine Direttiva del Consiglio 79/409/EEC, oggi codificata come Direttiva 2009/147/EC), che de-signa le Zone di Protezione Speciale (ZPS). Entrambe le Direttive sono consi-derate un fiore all’occhiello della politica dell’UE, che in futuro saranno auspicabil-mente portate ad esempio del modo in cui si possono realizzare obiettivi di con-servazione in vaste aree biogeografiche. La rete di ZSC e ZPS copre attualmente oltre 25.000 siti, che rappresentano cir-ca il 17,6% dell’intera superficie terrestre dell’UE. I siti di NATURA 2000 ospitano molti degli habitat e delle specie tra i più rari e minacciati d’Europa. I siti variano da luoghi specifici a parchi nazionali este-si su migliaia di ettari.

La rete si è posta degli obiettivi am-biziosi, puntando, entro il 2020, a un incremento del 100% del numero di va-lutazioni di habitat che dimostrano uno status di conservazione migliorato (COM (2011) 244 definitivo della Commissione europea). Il raggiungimento di questi obiettivi richiederà vaste conoscenze basate su una raccolta dati sistematica e continua: molti Stati membri tuttavia non dispongono ancora delle capacità di for-nire simili informazioni su base regolare e continua.

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Dettagli del progetto

Durata: 36 mesi. Partner: Coordinatore – Paris-Lodron-Universität Salzburg, Centre for Geoinformatics Z_GIS (AT), Cemagref (FR), Flemish Institute for Technological Research (BE), National Observatory of Athens / Institute for Space Applications and Remote Sensing (GR), EURAC Research – Istituto per il Telerilevamento Applicato (IT), Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität (DE), Instytut Geodezji i Kartografii (PL), Berlin Institute of Technology (DE), University of Málaga, European Topic Centre for Spatial Information and Analysis (ES), EFTAS Fernerkundung Technologietransfer GmbH (DE), eo-Vision GmbH (AT), Specto Natura Ltd. (UK), Luftbild Umwelt Planung GmbH (DE), Research Institute for Nature and Forest (BE), Regional Conservatory for Natural Areas Languedoc– Roussillon (FR), State Agency for Agriculture, Environment and Rural Areas of the State of Schleswig-Holstein (DE), Goulandris Natural History Museum (GR).

Un servizio per l’Istituto di Ricerca per la Natura e le Foreste (INBO) nelle Fiandre, Belgio

L’Istituto di Ricerca per la Natura e le Foreste (INBO) è un’istituzione scientifica del Governo Fiammingo in Belgio. È responsabile del monitoraggio dello stato della natura nelle Fiandre, comprese le relative relazioni all’UE. Le Fiandre sono una delle regioni più densamente popolate in Europa, il che comporta una forte pressione an-tropogenica sull’ambiente e un’elevata frammentazione delle restanti aree naturali. La distribuzione degli habitat di NATURA 2000 e di altri biotopi con grande biodiversità è stata mappata sul campo in modo molto dettagliato negli ultimi dodici anni, ma mancano ancora in gran parte le informazioni sulla qualità degli habitat (‘strutture e funzioni’). Inoltre questo tipo di mappe diventa rapidamente obsoleto ed un aggior-namento attraverso le attività sul campo non è più ovvio, dati gli alti costi.

INBO si aspetta che MS.MONINA metta in atto un servizio che aggiorni regolarmente le mappe degli habitat, garantendo in tal modo valutazioni più affidabili delle tenden-ze di sviluppo delle zone e delle varietà di habitat. Inoltre tale servizio dovrà fornire una visione migliore della qualità degli habitat nei siti selezionati di NATURA 2000 (ivi comprese le aree di difficile accesso quali le zone militari), e identificare le cause probabili di ulteriore degrado. Queste informazioni faciliteranno notevolmente il pro-cesso di valutazione delle politiche fiamminghe e il sistema di rendicontazione alla Commissione europea sullo status degli habitat.

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Stefan LANG è Vice-Direttore del Centro di Geoinformatica (Z_GIS) dell’Univer-sità di Salisburgo ed è attivo nel campo dell’analisi avanzata di immagini geo-spaziali, del monitoraggio basato sull’Osservazione della Terra e dello sviluppo degli indicatori spaziali. Nell’ambito di Copernicus, Z_GIS si occupa del design, dell’ottimizzazione e della validazione per l’utente di concetti di servizio nel campo delle applicazioni relative all’ambiente e alla sicurezza.

Geoff SMITH è un consulente di Osservazione della Terra con esperienza in mappatura della copertura del territorio e degli habitat a livello nazionale e di sito. Specto Natura Limited è coinvolta in numerosi progetti volti allo sviluppo e alla promozione dell’uso di prodotti e servizi di Osservazione della Terra e Copernicus per il monitoraggio del territorio.

Jeroen VANDEN BORRE è un biologo con esperienza in ecologia evolutiva, mappatura della vegetazione e pianificazione e gestione della natura e delle foreste. All’Istituto di Ricerca per la Natura e le Foreste (INBO) è coinvolto nella creazione di uno schema di monitoraggio per gli habitat di NATURA 2000 nelle Fiandre, in cui è responsabile della valutazione dei contributi potenziali del telerilevamento in questo campo.

Osservazioni finaliMS.MONINA sviluppa e promuove servizi, strumenti e piattaforme, qui illustrati, che hanno dimostrato di fornire un valore ag-giunto significativo per gli stakeholder locali e regionali, gli Stati membri e le istituzioni europee. Mettendo a disposizione infor-mazioni spaziali chiare ed essenziali (e oggi spesso mancanti), il progetto rafforza il ruolo strategico di NATURA 2000 quale suppor-to agli impegni ambientali dell’Europa. Ha

inoltre un impatto globale al di là dei con-fini europei, contribuendo all’applicazione e alla verifica delle politiche ambientali co-munitarie, dei regolamenti nazionali e delle convenzioni internazionali.

Infine, il progetto mira a introdurre la tec-nologia di Osservazione della Terra come elemento fondamentale nella pratica di mo-nitoraggio per i siti e i paesaggi che ospitano habitat minacciati in Europa e altrove.

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La disponibilità molto recente di dati tele-rilevati ad alta risoluzione spaziale (<4 m) e di tecniche di classificazione automati-ca costituisce un’opportunità unica per la mappatura periodica e automatica di ampie porzioni di territorio, degli habitat e dei loro cambiamenti nel tempo. Dal momento che tale monitoraggio può essere effettuato in remoto (da satellite) ad alta frequenza, le Autorità Locali e Regionali potranno avere a disposizione informazioni sempre aggiorna-te sulle pressioni e sugli impatti e potranno prendere decisioni sulle azioni più appropria-te per la conservazione. I dati e le tecniche sviluppate potranno anche contribuire ad assolvere gli obblighi nazionali e internazio-nali di rendiconto periodico (monitoraggio) dell’estensione e dello stato di conservazio-ne degli habitat.

Quali sono le richieste da parte degli utenti finali?Nell’Unione europea (UE), la Direttiva Habitat (92/43/CEE) e la Direttiva Uccelli (79/409/CEE) obbligano gli Stati membri a riferire in merito allo stato di conservazione di specie e habitat di importanza comunita-ria ogni sei anni, nonché sull’andamento nel periodo considerato (trend). Tuttavia, come riportato dal Centro Tematico Europeo sulla Biodiversità, i dati sulle specie e sugli habi-tat sono raccolti in modi diversi, non sono

sempre disponibili o sono insufficienti in termini di copertura spaziale del sito. Per queste ragioni, lo sviluppo di un sistema di osservazione semi-automatico che pos-sa essere facilmente utilizzato dagli Stati membri per gli obblighi di resoconto e per la definizione di strategie di gestione (sia strategica che operativa) è molto importante in termini di supporto agli Enti di Gestione. Questo è particolarmente vero nei Paesi del Mediterraneo, per i quali in genere man-cano dati di lungo termine necessari per la valutazione quantitativa dei cambiamen-ti di indicatori di biodiversità (estensione, frammentazione,etc). Il lavoro di monitorag-gio della biodiversità a terra è spesso svolto da gruppi di volontari e il personale delle agenzie di protezione dell’ambiente è sot-todimensionato e spesso non ben attrezzato per i compiti da svolgere.

“Per essere innovativa, l’atti-vità di pianificazione a livello locale deve cercare di tra-sformare un sistema statico di pianificazione comunale in un sistema di pianificazione dinamico“

Le richieste degli utenti sono molteplici, ma presentano alcuni requisiti comuni:

A VARI LIVELLI, I SITI NATURA  2000 CHE SONO STATI DESIGNATI PER LA PROTEZIONE DELLA BIODIVERSITÀ E DEGLI ECOSISTEMI SONO ANCORA MINACCIATI DA ATTIVITÀ UMANE COME AD ESEMPIO L’ESTRAZIONE MINERARIA, IL BRACCONAGGIO, L’INTENSIFICAZIONE AGRICOLA, LA CONTAMINAZIONE, LO SVILUPPO DI INFRASTRUTTURE PER IL TURISMO E LO SVERSAMENTO DI RIFIUTI. TALI EVENTI E PROCESSI SONO VIETATI ALL’INTERNO DEI CONFINI DI AREE PROTETTE; TUTTAVIA, ESSI POSSONO SPESSO VERIFICARSI NEL PAESAGGIO CIRCOSTANTE E IN PARTICOLARE QUANDO NELLE IMMEDIATE VICINANZE CI SONO AREE AGRICOLE O DI USO URBANO O LUOGHI DI INTERESSE TURISTICO. L’EFFETTO CUMULATIVO DI TALI ATTIVITA’ NEL CORSO DEL TEMPO PUÒ CONDURRE AL DEGRADO DEGLI HABITAT E ALLA LORO FRAMMENTAZIONE, RIDUZIONE O SCOMPARSA. IN PASSATO, TALI CAMBIAMENTI SONO STATI RARAMENTE MONITORATI SISTEMATICAMENTE E CON EFFICACIA.

Dallo Spazio alle specie: soluzioni per il monitoraggio della biodiversità

Di Palma Blonda, Richard Lucas e João Pradinho Honrado – a nome del Consorzio BIO_SOS

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• Banche dati a lungo termine (ad esempio, mappe tematiche a scala 1:5.000 o più fine) delle classi di copertura del suolo e di habitat, affiancate da tecniche di monito-raggio automatiche, standardizzate, rapide ed economiche. Questo è necessario per far fronte agli impegni, definire le politiche di gestione e valutare gli impatti delle po-litiche esistenti;

• La possibilità di ridurre i costi legati alle campagne a terra;

• Metodi per valutare la significatività delle misure di variazione di copertura del suolo e i suoi andamenti.

• Modellistica per la valutazione degli im-patti combinati che differenti agenti che influiscono sul suolo e/o sulla vegetazio-ne possono avere sulla biodiversità nel tempo.

Le mappe di habitat, che sono alla base dell’estrazione degli indicatori di biodiver-sità, possono essere ottenute mediante l’interpretazione di mappe di copertura del suolo di dettaglio sufficiente (scala fine); queste ultime sono spesso generate da prodotti derivati dal telerilevamento e da dati ausiliari.Il sistema di classificazione che BIO_SOS ha adottato per l’identificazione delle classi di copertura/uso del suolo è la tassonomia Food and Agriculture (FAO) Land Cover Classification System (LCCS), per via del suo approccio più generale. Tale sistema è anche più adatto di CORINE in quanto le categorie di copertura del suolo possono essere più facilmente tradotte in categorie di habitat, che meglio descrivono i sistemi (semi)-natu-rali (Tomaselli et al. 2012). Una volta prodotta la mappa, una trasformazione complessa e delicata è quella di tradurre le classi di co-pertura del suolo in categorie di habitat necessarie per gli scopi di conservazione.L’uso delle General Habitat Categories (GHCs) è stato considerato coerente ed efficace per la definizione degli habitat ed il loro monitoraggio nei precedenti proget-ti europei BioHab ed Ebone (Bunce et al., 2008, 2011). Le GHCs sono state proposte perché forniscono una tipologia esaustiva dei tipi di habitat che possono essere tro-vati in qualsiasi paesaggio terrestre in tutto il mondo, dagli ecosistemi naturali alle aree

urbane, dalle aree con vegetazione spar-sa alle foreste tropicali stratificate (Bunce et al. 2011). Le GHCs mantengono anche una stretta relazione con altri sistemi di clas-sificazione di habitat e in particolare con l’Annesso I della Direttiva Habitat, che è di fondamentale importanza per la gestione dei siti NATURA 2000 (Bunce et al. 2012). Infine, poiché descrive i paesaggi in termini di mosaici di habitat, la metodologia di mo-nitoraggio basata su GHCs è anche efficace nel descrivere e prevedere la distribuzione delle specie e della biodiversità nel tempo offrendo un contributo alla richiesta di un set internazionale di indicatori di biodiversità e, allo stesso tempo, un supporto alla gestione locale delle specie in via di estinzione e alla conservazione di habitat prioritari.

Una volta generate, le mappe di habitat possono essere aggiornate nel corso del tempo per quantificare i cambiamenti in supporto alle varie opzioni di gestione (strategica o operativa) e agli obblighi del-la direttiva Habitat per la gestione dei Siti NATURA 2000.

In questo contesto, il progetto BIO_SOS può fornire agli enti locali e regionali i seguenti servizi:• Mappe molto dettagliate di copertura/

uso del suolo, basate sull’analisi integrata di (almeno) due immagini satellitari ad alta e altissima risoluzione spaziale, acquisite in due stagioni diverse corrispondenti al

Figura 1. Consorzio BIO_SOS: visita sul campo nel sito olandese.L’articolo è dedicato alla grande scienziata ed amica dei ri-cercatori di BIO_SOS, la Professoressa Maria Petrou, che è ritratta nella foto sopra durante una visita del sito di studio olandese, e che è venuta a mancare nel mese di ottobre 2012. (Immagine: Sander Mucher, Alterra)

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I successi di Copernicus

TESTIMONIANZE DAGLI UTENTI

Gli utenti, ad esempio i pianificatori regionali, chiedono alla comunità scientifica lo sviluppo di una modellistica capace di fornire evidenza scientifica e strumenti per la valutazione di politiche di conservazione e per le attività di pianificazione sostenibile.

“Quando le autorità regionali elaborano e approvano un piano per una zona protetta, è necessario definire una zona cuscinetto (buffer) intorno all’area protetta, per la quale devono essere identificate, di-scusse e approvate regole diverse (meno rigide) da quelle applicate all’interno del sito. Fino ad ora, non abbiamo alcuna prova scienti-fica dell’impatto che i diversi livelli delle norme di tutela (politiche) possano avere all’interno delle aree e in genere usiamo “a priori” una zona cuscinetto che va dai 100 m ai 5 km. Quando entriamo in

trattativa con le autorità locali ed i residenti, dobbiamo sostenere le nostre decisioni con prove scientifiche degli effetti che tali norme possono avere sulle aree e l’importanza della zona cuscinetto con regole restrittive. Per questo siamo interessati ai prodotti deri-vanti dal progetto BIO_SOS. Inoltre, un’attività di pianificazione innovativa a livello locale deve cercare di trasformare un sistema statico di pianificazione comunale in un sistema di pianificazione dinamico. Quindi, abbiamo bisogno di indicatori in grado di eseguire un monitoraggio dinamico dei diversi processi di pianificazione e una valutazione dell’efficacia delle politiche attuate.”

Prof.ssa Angela BARBANENTE, Membro del Consiglio regionale per la qualità dell’ambiente

e per le aree protette, Regione Puglia, Italia.

Clive HURFORD del Countryside Council del Galles (CCW) contribui-sce in BIO_SOS alla sviluppo dei metodi per la mappatura dell’uso del suolo e degli habitat, con particolare attenzione al sito Cors Fochno in Galles.“Il CCW sta investendo in nuove tecnologie per il monitoraggio dei siti protetti ed in particolare all’interno della rete NATURA 2000 in Galles. Tutti i nostri siti stanno subendo cambiamenti, con cause che

vanno dalla successione degli habitat, ai disturbi antropici e agli eventi naturali come le inondazioni, e abbiamo bisogno di quantificare e comprendere l’impatto di questi cambiamenti.Abbiamo anche bisogno di valutare come le nostre azioni di gestione stiano influenzando l’estensione e lo stato degli habitat NATURA 2000 minacciati e delle specie associate, non solo all’interno della nostra rete di riserve, ma anche nelle aree circostanti. Il progetto BIO_SOS sul sito di test Cors Fochno in Galles ci ha dato un’idea di come i dati di Osservazione della Terra possano essere utilizzati per dare supporto al nostro monitoraggio in campo e questo ci ha motivato ad acquistare dati satellitari ad altissima risoluzione spaziale e a fornire supporto ai dati raccolti da sistemi aviotrasportati a pilotaggio remoto (Unmanned Airborne Systems (UAS)) presso altri siti NATURA 2000. Data la rapidità dei cambiamenti che possono verificarsi su aree abbastanza grandi, abbia-mo bisogno di utilizzare i dati telerilevati in modo più proattivo nel nostro monitoraggio per soddisfare gli obblighi di rendicontazione a livello nazionale ed internazionale. BIO_SOS è stato determinante nella formulazione del nostro approccio a questo monitoraggio.”

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picco di biomassa e al periodo immedia-tamente precedente o successivo;

• Mappe di Categorie Generali di Habitat (General Habitat Categories (GHCs)) e mappe degli Habitat contenuti nell’Al-legato I della direttiva Habitat, basate sull’integrazione di mappe di copertura/uso del suolo e dati ancillari1 secondo un sistema di regole espresse dagli esper-ti del settore (botanici, ecologi, biologi). L’insieme delle regole può anche essere applicato a mappe preesistenti di coper-tura/uso del suolo, purchè validate, e a immagini satellitari di archivio acquisite in date corrispondenti alla validazione della mappa per produrre una mappa di habitat che copra l’intera area di interesse;

• Mappe di cambiamento di copertura/uso del suolo e di cambiamento dell’estensio-ne degli habitat ottenute confrontando mappe di anni diversi.

Inoltre, il progetto può estrarre:• Indicatori di biodiversità da dati telerilevati,

quali l’indice di frammentazione;• Gli andamenti degli indicatori di biodiversi-

tà per un’analisi delle pressioni nel tempo.

Come esempio, il progetto BIO_SOS in Inghilterra si è focalizzato principalmente sul sito NATURA 2000 di Cors Fochno (Galles), che presenta un habitat (contenuto nell’Al-legato I) caratterizzato da una palude attiva ed accresciuta in un ambiente di estuario, comprendente anche torbiere e complessi sabbiosi dunali.

Per questo sito, è stata considerata una serie temporale ad altissima risoluzione spaziale (2m) di dati WorldView-2 acquisiti in marzo, luglio e novembre in accordo con regole fenologiche significative per la discrimina-zione degli habitat di interesse. Per questi dati, così come per altri siti di studio, è stato possibile sviluppare un sistema automatico di classificazione basato sullo schema della FAO-LCCS per la classificazione della co-pertura/uso del suolo. Il metodo utilizza una

1 In elaborazione digitale delle immagini, sono i dati provenienti da fonti diverse dal telerileva-mento, utilizzati per contribuire all’analisi ed alla classificazione o per inserire metadati (fonte: www.esri.com).

BIO_SOS in sintesi (www.biosos.eu)

BIO_SOS ha fatto progressi nello svi-luppo di un sistema operativo per il monitoraggio efficace e tempestivo dei siti NATURA 2000 e dei loro dintorni. Sulla base dell’esperienza di botanici, ecologi ed enti di gestione locale dei siti, BIO_SOS sta lavorando ad un siste-ma di classificazione che è in grado di integrare dati telerilevati da sensori su satellite ed aereo con dati in situ.

Le classi di copertura/uso del suolo e di habitat sono descritte dagli esper-ti in termini delle loro caratteristiche temporali e/o relazioni spaziali e queste informazioni vengono utilizzate nella classificazione. Per esempio, le foreste di latifoglie e di conifere sono discrimi-nate in base alle differenze stagionali di riflettanza in funzione della copertura e del tipo fogliare, mentre le dune di sab-bia possono essere separate da altre aree nude a causa della loro vicinanza o adiacenza alla linea di costa.

Qualunque sito potrebbe essere map-pato e di conseguenza monitorato nel tempo una volta che le classi di co-pertura del suolo e gli habitat che lo caratterizzano siano descritti secondo un linguaggio semantico prestabilito Nei casi in cui fosse difficile fornire rego-le che descrivono le classi di interesse, dati specifici potrebbero essere raccolti a terra ma solo in aree di attenzione omogenee individuate da satellite me-diante algoritmi di segmentazione dell’immagine, con conseguente ridu-zione del carico di lavoro e dei costi di campagne a terra (come quelle per l’ inventario della vegetazione). BIO_SOS è anche orientato allo svilup-po di una modellistica ambientale per l’analisi delle pressioni e la valutazione delle minacce in differenti aree protette (Mairota et al., 2012, Harini et al. 2012) con lo scopo di valutarne l’impatto su-gli habitat.

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combinazione di regole spettrali e contestua-li nell’ambito dello schema FAO-LCCS ed in ultima analisi può essere applicato in qualsi-asi località indipendentemente dal sensore ottico di Osservazione della Terra utilizzato (es. IKONOS, QuickBird, WorldView-2). Nell’ambito di BIO_SOS è stato sviluppato un metodo per la traduzione delle categorie di copertura del suolo espresse in tasso-nomia FAO-LCCS in categorie di habitat, secondo la metodologia GHC. Questi habi-tat sono stati descritti in maggior dettaglio nel caso della torbiera attiva. Le mappe di habitat così generate, di cui un esempio è mostrato in Figura 2, forniscono il miglior dettaglio del sito NATURA 2000 e delle zone limitrofe. Inoltre, ulteriori immagini sono in corso di acquisizione per la definizione di metodi per la rilevazione automatica dei cambiamenti e l’individuazione delle aree in cui tali cambiamenti incidono sullo stato di conservazione a lungo termine del sito.

Nel Mediterraneo, i nostri studi si sono concentrati sulla generazione di mappe

I successi di Copernicus

Figura 2. Classificazione delle General Habitat Categories (GHCs), Cors Fochno (UK0014791 SIC / ZPS), Galles, ge-nerato utilizzando le serie storiche di dati WorldView-2 dell’Università di Aberystwyth. La classificazione all’inter-no della torbiera attiva e modificata (al centro) è a 2m di risoluzione spaziale e riflette la complessità di specie ve-getali che comprende la superficie di palude. (Immagine: Aberystwyth University)

Figura 3. Mappe di Habitat per il sito Le Cesine (IT9150032 SIC / ZPS). Mappa a sinistra: Categorie Generali di Habitat (GHC), sito di Le Cesine. I colori corrispondono a differenti habitat nella tassonomia GHC. Il giallo rappresenta superfici coltivate con uliveto; il celeste corrisponde ad aree umide con Idrofite erbacee, il blu scuro è il mare. Mappa a destra: habitat secondo l’Allegato 1. I colori rappresentano habitat dell’Allegato I; ad esempio, il celeste corrisponde a lagune costiere. (Immagine: CNR-ISSIA)

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di habitat seguendo la tassonomia GHC e l’Allegato I della Direttiva europea per due siti NATURA 2000 a Le Cesine (Figura 3) e

Murgia Alta in Sud Italia. Altre aree di stu-dio del progetto si trovano in Portogallo, in Grecia e in Olanda. Per dimostrare la

Figura 4. Sito NATURA 2000 “Murgia Alta” (IT9120007 SIC / ZPS). Immagine originale WorldView-2 e mappa GHC. In questo sito gli ecosistemi di praterie sono considerati come tipi di habitat fondamentali. Perdite significative di questo ecosistema si sono verificate tra il 1990 e il 2000, principalmente a causa di incentivi UE che promuovono la produzione di grano duro, contemporaneamente all’applicazione della direttiva 92/43/CEE (Mairota et. Al 2012). I colori della mappa in basso rappresentano diverse GHC. Alcuni esempi: il verde chiaro corrisponde a emicriptofite erbacee a foglia, il colore marrone rappresenta alberi di fanerofite conifere sempreverdi, il verde scuro corrisponde ad alberi di latifoglie caduche. (Immagine: CNR-ISSIA)

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I successi di Copernicus

capacità di generalizzazione della metodo-logia è in corso l’analisi dei dati di due siti in Paesi ad elevata biodiversità quali il Brasile e l’India.

“L’uso delle Categorie Generali di Habitat (GHC) supporta la gestione locale di specie minacciate e habitat prioritari. “

Prodotti Copernicus per il monitoraggio della biodiversità (esempi tratti da diversi siti sulla copertura del suolo e gli habitat GHC).In questo contesto, i dati di Osservazione della Terra ad altissima risoluzione spaziale sono molto utili per il monitoraggio della biodiversità e quindi di supporto alla ge-stione adattiva su scala regionale e locale. Infatti, questi dati sono in grado di fornire informazioni molto prossime a quelle di tipo morfologico-strutturale che vengono normalmente raccolte a terra (in situ) con la possibilità di ridurre la necessità di estese, costose e lunghe indagini sul campo, nonché di diminuire l’intervallo di tempo tra i succes-sivi aggiornamenti. Essi forniscono pertanto l’opportunità di una più rapida ed efficace gestione della risposta ai cambiamenti e alle pressioni (Nagendra et al., 2012).

L’approccio di classificazione basato sulla rappresentazione della conoscenza, adot-tato da BIO_SOS, coinvolge fortemente gli utenti finali, compresi quelli provenienti dalla comunità scientifica (ad esempio, botanici,

ecologi) e le autorità locali di gestione. Il metodo consente di poter generalizzare la descrizione di uno specifico habitat in modo tale da poterlo identificare automaticamen-te quando si incontrano luoghi e condizioni diverse. Di conseguenza, i prodotti proposti da BIO_SOS, quali ad esempio le mappe degli habitat e degli indicatori di biodiver-sità, saranno più familiari agli utenti finali in quanto disegnati e generati sulla base della loro competenza e potranno essere miglio-rati man mano che saranno ulteriormente coinvolti nel processo di esplicitazione della conoscenza.BIO_SOS offre pertanto un notevole sup-porto alla Convenzione sulla Diversità Biologica (CBD), alla Strategia Europea per la Biodiversità (European Biodiversity Strategy) e alla Direttiva Habitat, rendendo le informazioni direttamente compatibili con tali programmi ed assumendo un ruolo cen-trale nell’intero processo di gestione della biodiversità in Europa. Integrando dati in situ con affidabili dati di Osservazione della Terra (telerilevati) e prodotti da questi generati, BIO_SOS permetterà di interpretare processi prima poco compresi per l’assenza di dati sia a lungo termine che a scala fine. Queste in-formazioni potranno essere utilizzate per modificare o ottimizzare obiettivi di conser-vazione esistenti, in particolare nell’area del Mediterraneo. Inoltre, BIO_SOS propone un sistema di modellistica ecologica che può offrire un importante strumento per monito-rare i cambiamenti della distribuzione e dello stato degli ecosistemi all’interno e lungo i confini delle aree protette.

BibliografiaBunce RGH, Metzger MJ, Jongman RHG, Brandt J, de Blust G, Elena-Rossello R, Groom

GB, Halada L, Hofer G, Howard DC, Kovàř P, Mücher CA, Padoa Schioppa E, Paelinx D, Palo A, Perez Soba M, Ramos IL, Roche P, Skånes H, Wrbka T (2008) A standardised pro-cedure for surveillance and monitoring European habitats and provision of spatial data. Landscape Ecolology 23:11-25.

Bunce R.G.H., M.M.B. Bogers, P. Roche, M. Walczak, I.R. Geijzendorffer and R.H.G. Jongman, 2011. Manual for Habitat and Vegetation Surveillance and Monitoring: Temperate, Mediterranean and Desert Biomes. First edition. Wageningen, Alterra report 2154. 

Bunce R.G.H., M.B.B. Bogers, D. Evans and R.H.G. Jongman, 2012. Rule based system for in situ identification of Annex I habitats. Wageningen, Alterra Report 2276.

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Mairota, P, Cafarelli, B, Boccaccio, L., Leronni, V., Labadessa, R., Kosmidou, V., Nagendra, H., The use of landscape structure to develop quantitative baseline definitions for an early warning system to use for habitat monitoring and change detection in protected areas. Accepted by Ecological Indicators on August 24th, 2012.

Nagendra H., Lucas R., Honrado J.P., Jongman R. H., Tarantino C., Adamo M., Mairota P., Remote Sensing for Conservation Monitoring: Assessing Protected Areas, Habitat Extent, Habitat Condition, Species Diversity and Threats. Accepted by Ecological Indicators, on September 18th, 2012.

Tomaselli V., Dimopoulos P., Marangi C., S. Kallimanis A. S., Adamo M., Tarantino C., Panitsa M., Terzi M., Veronico G., Lovergine F., Nagendra H., Lucas R., Mairota P., Mücher S., Blonda P. Translating Land cover/Land use Classifications to Habitat Taxonomies for Landscape Monitoring: A Mediterranean Assessment, submitted to Landscape Ecology on Sept. 2012.

Strand H., Hoft R., Strittholt J., Miles L., Horning N. and Fosnight E., 2009. Sourcebook on Remote sensing and biodiversity indicators. CBD technical Series no 32.

Palma BLONDA. Ricercatrice senior al CNR dal 1984. È esperta di elaborazione di immagini digitali mediante tecniche di intelligenza artificiale per la segmenta-zione, classificazione, fusione dati e change detection. Ha partecipato a nume-rosi progetti nazionali ed internazionali finanziati dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dalla Agenzia Spaziale Europea (ESA) e dalla Commissione europea. È la coordinatrice del progetto triennale (Dic. 2010-Nov. 2013) BIO_SOS (GA

263435). È stata la referente scientifica del CNR_ISSIA in altri progetti della Commissione euro-pea quali il progetto LEWIS (Landslide Early Warning System) finanziato nel Quinto Programma Quadro ed il progetto FIRESENSE finanziato in FP7.

João PRADINHO HONRADO è membro dell’Università di Porto, Facoltà di Scienze, e ricercatore senior presso il CIBIO, dove dirige il gruppo Biodiversity & Conservetion Ecology (BIOCON).La sua ricerca si concentra sull’ecologia della vegetazione e del paesaggio, e sul monitoraggio della biodiversità mediante modellistica avanzata.Recentemente ha coordinato o partecipato a diversi progetti sulla biodiversità

e sul monitoraggio e la conservazione degli habitat. Attualmente coordina anche il progetto nazionale EcoSensing, finalizzato allo sviluppo di approcci migliorativi per la progettazione di reti di monitoraggio per le specie e gli habitat in paesaggi rurali in evoluzione. È coinvolto nel progetto BIO_SOS in qualità di coordinatore del workpackage 4 (acquisizione di dati in situ).

Prof. Richard LUCAS dirige il Gruppo di Osservazione della Terra e Dinamiche degli Ecosistemi all’interno dell’Istituto di Geografia e Scienze della Terra, Università di Aberystwyth. La sua ricerca si concentra sulla comprensione della risposta degli ecosistemi terrestri agli eventi ed ai processi antropici e naturali attraverso l’integrazione di dati telerilevati da sensori a terra, da aereo e da satellite. Nonostante il suo lavoro in BIO_SOS si sia concentrato sull’analisi di

siti Europei, è stato anche coinvolto in una vasta gamma di attività di ricerca sulla caratterizza-zione, mappatura e monitoraggio di foreste pluviali tropicali e subtropicali, savane boscose e mangrovie in associazione con varie organizzazioni in Australia, Giappone e Stati Uniti.

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Lo scopo di Copernicus consiste nel fornire informazioni che rispondano alle esigenze degli utenti. I servizi forestali sviluppati da EUFODOS (European Forest Downstream Services) comprendono la valutazione dei danni boschivi e la misurazione dei parame-tri funzionali per le foreste commerciali e di protezione.

Questi servizi di monitoraggio, imprescindi-bili per le autorità forestali regionali, sono

in via di sviluppo per mano di un consorzio di organizzazioni di ricerca, utenti e fornitori di servizi commerciali di Austria, Bulgaria, Finlandia, Germania, Italia e Polonia. Sebbene EUFODOS punti principalmente sui servizi regionali, l’intenzione è di mettere i risultati a disposizione anche delle autori-tà nazionali e internazionali. Questo offrirà loro un supporto nell’adempimento degli obblighi di relazione delle politiche forestali loro imposti nel quadro, ad esempio, della Conferenza ministeriale sulla protezione del-le foreste in Europa (Ministerial Conference on the Protection of Forests in Europe - MCPFE), della valutazione delle risorse forestali UNECE/FAO, dei programmi di co-operazione internazionale sul monitoraggio degli effetti dell’inquinamento atmosferico sulle foreste (ICP Forests) e sul monitorag-gio integrato degli effetti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi (ICP Integrated Monitoring) e della Convenzione delle Alpi. L’uso dei dati di Osservazione della TerraL’uso di piattaforme satellitari e aeree do-tate di sensori consente di acquisire dati a intervalli di tempo molto brevi e in maniera economicamente efficiente.

Ad esempio, una prima valutazione dei danni da vento può essere fornita all’utente

LE FORESTE RIVESTONO UN RUOLO ESSENZIALE PER L’ECONOMIA E L’AMBIENTE EUROPEI. TALE RUOLO INTEGRA FUNZIONI SIA ECOLOGICHE SIA ECONOMICHE, CHE POSSONO ESSERE ALTERATE DA INFESTAZIONI DI INSETTI, INCENDI, NEVICATE INTENSE E SRADICAMENTI DA VENTO. LE AUTORITÀ LOCALI E REGIONALI HANNO DUNQUE BISOGNO DI INFORMAZIONI DETTAGLIATE SULLO STATO DI DEGRADO DELLE FORESTE AL FINE DI ADOTTARE LE MISURE ADEGUATE PER ASSICURARE UNA GESTIONE FORESTALE SOSTENIBILE. IL PROGETTO EUFODOS IMPIEGA TECNOLOGIE DI SCANSIONE LASER E SATELLITARI ALL’AVANGUARDIA CON L’OBIETTIVO DI FORNIRE ALLE AUTORITÀ FORESTALI INFORMAZIONI ESAUSTIVE, TEMPESTIVE ED ECONOMICAMENTE EFFICIENTI SULLA STRUTTURA DELLE FORESTE E SUI DANNI BOSCHIVI.

Migliori informazioni sulle strutture forestali e sui danni boschivi

Di Mathias Schardt e Klaus Granica

I successi di Copernicus

Poiché le foreste europee sono esposte a minacce di vario tipo, sia naturali (ad esempio i danni provocati da tempe-ste, nevicate intense, incendi o infestazioni di insetti) sia antropiche, la valutazione dei danni è fondamentale per le attività di gestione forestale. (Immagine: ReSAC)

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sotto forma di mappe georiferite dei dan-ni basate su dati satellitari, in modo molto più rapido ed economicamente efficiente rispetto ai tradizionali metodi di valutazio-ne che richiedono visite in loco o sorvoli in elicottero. Grazie ai servizi basati sul teleri-levamento, è possibile offrire informazioni rapide e affidabili per la valutazione effica-ce dei danni e la gestione sostenibile delle foreste a livello locale e regionale, a tutto vantaggio di diversi gruppi di utenti e per una vasta gamma di applicazioni.

Collaborazione con i servizi Copernicus esistentiUn altro aspetto importante nello svilup-po dei servizi forestali si fonda sull’uso e sull’integrazione delle informazioni esistenti (derivate, ad esempio, dai servizi Copernicus) nei processi di elaborazione. Per conseguire questo obiettivo, il consorzio ha elaborato metodologie efficienti per l’impiego dei servizi Copernicus e le ha attuate nei diversi test case. È stato dimostrato che la disponi-bilità di tali servizi è in grado di migliorare

In alto a sinistra - Gli obblighi di relazione impongono la revisione delle mappe e degli inventari forestali, la compilazione di rapporti periodici e statistiche annuali (ad esempio, in merito ai mutamenti della zona boschiva) o la creazione di sistemi informativi sui danni boschivi. In figura: aree forestali danneggiate dagli incendi. (Immagine: ReSAC)

In alto a destra - Gestione sostenibile delle foreste commerciali: un processo di pianificazione efficiente dell’approvvigiona-mento di legname è una condizione fondamentale per lo sfruttamento sostenibile di questo tipo di foreste. In figura: mappa del volume dei tronchi (forme quadrate) derivata da immagini satellitari. (Immagine: VTT)

In basso a sinistra - Gestione sostenibile delle foreste di protezione: la gestione mirata di queste foreste è essenziale per mantenerne e promuoverne la funzione, ovvero contribuire a tutelare gli insediamenti e le infrastrutture dalle conseguenze dei rischi naturali. In figura: distribuzione delle classi di copertura delle chiome in base a rilievi LIDAR (a intervalli del 10%) sovrapposta a una fotografia aerea in infrarosso falso colore. (Immagine: Joanneum Research)

In basso a destra - I dati di Osservazione della Terra derivati dai servizi Copernicus consentono agli utenti di ottenere mappe che offrono una visione dettagliata della distribuzione delle specie di alberi in un’area di interesse. In figura: distribuzione delle specie di alberi (a intervalli del 10%) sovrapposta a un’immagine satellitare di RapidEye. (Immagine: Joanneum Research)

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I successi di Copernicus

la creazione di prodotti EUFODOS, prin-cipalmente per quanto attiene ai costi e all’efficienza nell’impiego delle risorse.

Realizzazione tecnicaUno degli obiettivi chiave di EUFODOS è la realizzazione di set di strumenti operativi che possano essere distribuiti all’interno del con-sorzio e applicati dai fornitori di servizi per ciascun tipo di servizio. I primi prototipi sono stati realizzati e presentati nel corso di una sessione di formazione sul software nel set-tembre 2011, mentre già all’inizio del 2012 i set di strumenti operativi completi sono stati distribuiti ai fornitori di servizi.

Successivamente, per ogni test case sono state portate a termine le fasi di adatta-mento, integrazione e collaudo delle linee di produzione, giungendo infine alla conse-gna di una serie di prodotti dimostrativi agli utenti. Tali prodotti sono stati quindi valutati

e convalidati dagli utenti in sessioni forma-tive e visite in loco e le osservazioni degli utenti sono state inserite in una relazione di valutazione. La prima fase di EUFODOS si è conclusa dopo 18 mesi nel corso di un wor-kshop intermedio, svoltosi nel giugno 2012. I riscontri positivi da parte degli utenti fun-geranno da orientamento per consentire ai fornitori di servizi di completare e ottimizza-re i compiti di dispiegamento nella seconda fase.

“Le autorità locali hanno bisogno di informazioni dettagliate sullo stato di de-grado delle foreste”

Un altro aspetto di EUFODOS si occupa di questioni attinenti alla ricerca, concen-trandosi sulla valutazione del potenziale dei nuovi dati ottenuti da sensori. Le inda-gini sono incentrate sulle immagini ottiche di RapidEye, sui dati ricevuti da radar ad apertura sintetica (Synthetic Aperture Radar – SAR) o sull’elaborazione dei modelli digitali delle superfici derivati dalla fotogrammetria aerea. In questo modo gli utenti potranno usufruire di un’importante panoramica sulle capacità tecniche e sulle più ampie possibi-lità di utilizzo dei futuri sistemi.

Sostenibilità dei serviziLa sostenibilità, o continuazione oltre il tem-po di vita dei progetti, è un elemento chiave dei servizi forestali. Per poter garantire un uso sostenibile dei servizi sviluppati, si pre-vede di incrementare il numero degli utenti europei: i risultati delle attività di diffusione saranno integrati in una relazione sulla fatti-bilità economica.

Risultati ottenutiDurante la prima fase è stato completato il quadro di riferimento per lo sviluppo dei servizi forestali, costituito (1) dall’identifica-zione delle condizioni per il funzionamento dei servizi EUFODOS, (2) dal coordinamen-to con altri sistemi e servizi Copernicus e (3) dalla produzione e dalla standardizzazione delle catene di produzione. A proposito delle esigenze degli utenti, è stato avviato un processo di intensa collaborazione tra

La comunità degli utenti di EUFODOS

EUFODOS si estende a un’ampia comunità di utenti ben collegata ad altri gruppi di utenti Copernicus. Un’organizzazione di questo tipo faci-lita il dispiegamento e l’adozione dei servizi da parte degli utenti, nonché lo sviluppo di attività di promozione e sensibilizzazione a beneficio dei poten-ziali interessati. A tale scopo, all’inizio del progetto è stata istituita una sorta di “consiglio di amministrazione degli utenti”, i cui membri sono in contatto permanente. Il segretariato di questo CdA ha pubblicato sette newsletter, che sono state diffuse tra gli utenti e i fornitori di servizi di EUFODOS e inviate anche ai potenziali utenti e a chiunque potesse essere interessato.

Le newsletter possono essere scaricate all’indirizzo www.eufodos.info.

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questi e i fornitori di servizi, i cui esiti costi-tuiranno la base per l’attuazione dei diversi tipi di servizio nei siti selezionati per le pro-ve. L’attuazione di un ciclo di monitoraggio e feedback continuo fra utenti e fornitori di servizi ha dimostrato di poter garantire il buon esito dello sviluppo di prodotti e servizi.

Conclusioni e panoramicaIl progetto EUFODOS è riuscito a realizzare i primi prodotti dimostrativi per ciascuno de-gli scenari presi in esame (tempeste, incendi boschivi, nevicate intense e infestazioni da insetti). Tutti i pacchetti di software tec-nici sono stati completati e integrati nei rispettivi set di strumenti in vista della loro applicazione in caso di danni da tempesta o infestazioni da insetti. Inoltre, sono stati

installati altri servizi forestali, ad esempio per il rilevamento dei cambiamenti provocati da nevicate intense o danni da incendio. Altre applicazioni comprendono strumenti per la derivazione dei parametri forestali da dati LIDAR o la derivazione di parametri relativi alle foreste commerciali. Tali prodotti servo-no a sostenere i compiti di gestione nelle foreste di protezione o lo sfruttamento com-merciale del legname, e sono necessari per la loro integrazione nel sistema informativo geografico sulle foreste. I prodotti realizzati hanno ottenuto una valutazione positiva da parte dei fornitori di servizi e del consiglio di amministrazione degli utenti: le loro con-clusioni sono state inserite in una relazione e integrate nella pianificazione della fase di di-spiegamento prevista per i prossimi 18 mesi.I risultati preliminari dimostrano come

Per le autorità forestali è importante ottenere dati che consentano loro di adempiere ai propri compiti di gestione. Elemento essenziale a questo fine è la conoscenza dei luoghi in cui si verificano i mutamenti nelle foreste: informazioni al riguardo possono essere ottenute in maniera rapida ed economicamente efficiente mediante l’uso di immagini satellitari. In questa mappa viene illustrato un esempio dei cambiamenti verificatisi nella copertura forestale tra il 2010 e il 2011 nella regione della Turingia, in Germania. (Immagine: GAF AG)

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I successi di Copernicus

EUFODOS sia sulla buona strada per cen-trare il suo obiettivo: lo sviluppo di servizi forestali efficienti ed efficaci. Tutti i prodotti e i servizi sono stati selezionati in accordo con gli utenti regionali dei Paesi selezionati, i quali potranno trarne enormi vantaggi e utilizzarli in caso di emergenza e per scopi

di pianificazione. I servizi forestali saranno inoltre armonizzati in modo da poter essere utilizzati in altri Paesi dell’Unione europea: gli utenti regionali avranno pertanto l’opportu-nità di ottenere rapidamente le informazioni richieste sulla portata dei danni provocati dal degrado delle foreste.

Il prof. dott. Mathias Schardt, formatosi nel campo delle scienze forestali, si è laureato nel 1984 all’Università di Friburgo. Nel 1990 ha terminato il dottorato di ricerca sull’applicabilità dei dati ottenuti da un sistema di ripresa TM alla classificazione delle specie di alberi e delle classi di età naturali e ha redatto una tesi di abilitazione nel campo della pianificazione del paesaggio, e in particolare del telerilevamento e della geoinformatica, all’Università Tecnica di Berlino.

Attualmente è a capo del dipartimento di telerilevamento e geoinformazione presso Joanneum Research. Dal 2002 è titolare della cattedra di Fotogrammetria e telerilevamento all’Istituto di geodesia dell’Università Tecnica di Graz.

Klaus GRANICA, senior scientist e project manager presso il dipartimento di telerilevamento e geoinformazione di Joanneum Research, ha maturato vent’anni di esperienza nel campo del telerilevamento. Laureato in geografia e storia all’U-niversità di Graz, lavora principalmente nei settori del monitoraggio ambientale, della gestione delle catastrofi e della mappatura forestale. Altro suo campo di specializzazione è l’interpretazione delle fotografie aeree. Granica ha gestito nu-

merosi progetti ed è stato project manager presso Joanneum per il progetto SEMEFOR (DG XII). Attualmente coordina il progetto FP7 EUFODOS (www.eufodos.info).

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ContestoComprendere le implicazioni dei mutamenti che avvengono nella copertura e nell’uso del suolo è un elemento fondamentale della pianificazione ai fini dello sviluppo sostenibile. In Europa, le città attualmen-te ospitano il 75% della popolazione, ma secondo le previsioni dell’Agenzia euro-pea dell’ambiente (European Environment Agency - EEA; 2006, 2009) tale propor-zione lieviterà fino all’80% entro l’anno 2020: disporre di informazioni aggiornate e confrontabili sulla copertura e sull’uso del suolo è pertanto essenziale se non vogliamo trovarci impreparati di fronte alle proble-matiche emergenti, quali la dispersione urbana, la riduzione delle aree verdi urbane o lo sviluppo urbano sostenibile in genera-le. Attualmente, il programma Copernicus si trova nella fase iniziale di operatività e molti dei suoi servizi sono già preoperativi. Uno degli esempi più interessanti nel cam-po del monitoraggio terrestre è l’iniziativa Urban Atlas: effettuata fra il 2009 e il 2011, questa mappatura fornisce, per le aree urbanizzate e a livello paneuropeo, dati

armonizzati sulla copertura e sull’uso del suolo basati sull’Osservazione della Terra (si veda il riquadro 1).

I dati territoriali forniti da Urban Atlas, ab-binati ai dati statistici dell’audit urbano di Eurostat (si veda il riquadro 2), rappresen-tano una fonte straordinaria di dati affidabili e confrontabili relativi alla pianificazione

MAN MANO CHE IL PROGRAMMA COPERNICUS DIVENTA UNA FONTE OPERATIVA DI DATI TERRITORIALI SULLA COPERTURA E SULL’USO DEL SUOLO IN TUTTA EUROPA, SI PALESA LA NECESSITÀ DI TRASFORMARE I DATI IN INFORMAZIONI STANDARD E DI ESPLORARNE LE POTENZIALITÀ CON L’OBIETTIVO DI FORNIRE AGLI UTENTI UNA SERIE DI STRUMENTI PRATICI A SOSTEGNO DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE A TUTTI I LIVELLI. IN EUROPA, LE AREE URBANE (CHE OSPITANO OLTRE I TRE QUARTI DELLA POPOLAZIONE) SONO CRESCIUTE RAPIDAMENTE NEGLI ULTIMI DECENNI: SIA I CENTRI CITTADINI SIA LE ZONE CIRCOSTANTI HANNO SUBITO NUMEROSE TRASFORMAZIONI, E AI DECISORI NEL CAMPO DELLA PIANIFICAZIONE URBANA, DAL LIVELLO LOCALE A QUELLO COMUNITARIO, SERVONO PERTANTO DATI ACCURATI CHE CONSENTANO LORO DI MONITORARE E INTERPRETARE TALI MUTAMENTI. IL PROGETTO URBANATLAS+, SOSTENUTO DALL’AGENZIA SPAZIALE EUROPEA (EUROPEAN SPACE AGENCY - ESA), CONTRIBUISCE A SODDISFARE QUESTA ESIGENZA.

UrbanAtlas+: esplorare le potenzialità dei dati di Urban Atlas (Copernicus) per applicazioni di pianificazione urbana a livello regionale e comunale

Di Tomáŝ Soukup

I successi di Copernicus

I servizi Copernicus possono aiutare chi si occupa di stra-tegie di pianificazione urbana a lungo termine a mitigare l’impatto della dispersione urbana sull’ambiente. Veduta aerea di Mosta e della sua regione nei pressi della co-sta meridionale di Malta. (Immagine: JonasS/Wikimedia commons)

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I successi di Copernicus

urbana e regionale in tutta Europa e sono in grado di rispondere alle esigenze di uten-ti europei e nazionali, ma anche regionali e locali.

“Ai pianificatori territoria-li servono dati accurati che consentano loro di monitora-re e interpretare i mutamenti relativi alla copertura del suolo”

ScopoIl progetto UrbanAtlas+, condotto da Gisat e sostenuto dall’ESA, intende promuo-vere l’esplorazione di tale potenziale e si pone due obiettivi: trasformare i dati in informazioni standard e fornire strumenti intuitivi per esplorare, descrivere, raffronta-re e spiegare i mutamenti della copertura e dell’uso del suolo relativi all’ambiente urbano. A trarne beneficio sarà il settore della pianificazione territoriale, a tutti i li-velli amministrativi. Il progetto fa leva sulle esperienze e sui risultati ottenuti in seno ai progetti ESA GSE1 (GSE Land2, GSE GUS) e sulle recenti attività di sostegno alla piani-ficazione territoriale di Copernicus condotte nel corso del progetto Geoland2 (G2 Core Information Services – Spatial Planning, ser-vizi informativi centrali sulla pianificazione spaziale). In collaborazione con utenti re-gionali e locali in Repubblica ceca (si veda il riquadro 3) e con l’aiuto di un’intuitiva piat-taforma di esplorazione dati, UrbanAtlas+ punta a compiere progressi in questo set-tore tramite una dimostrazione dei servizi incentrata su: • Monitoraggio e valutazione delle dinami-

che dello sviluppo urbano• Integrazione dei dati socio-economici

1 GMES Service Element (Elemento Servizi del programma Copernicus/GMES)2 Čtyřoký J. and Pochmann M., “Urban Atlas helps urban planners in Prague” (2009), atti del-la conferenza “Towards eEnvironment, a Shared Environmental Information System for Europe” svoltasi il 25-27 marzo 2009 a Praga

ServiziIl servizio offerto dal progetto UrbanAtlas+ risponde a specifiche esigenze informative, principalmente a livello comunale e regio-nale, relative alla definizione, all’attuazione e al monitoraggio degli strumenti di pia-nificazione territoriale. Gli utenti principali sono le autorità regionali e comunali attive nei settori dell’ambiente e della pianifica-zione territoriale, ma sono allo studio anche metodi per contribuire all’applicazione dei risultati ottenuti a livello nazionale ed euro-peo. Dal punto di vista tematico, il servizio è incentrato sulle caratteristiche territo-riali delle aree urbanizzate (morfologia e

Urban Atlas

Urban Atlas rientra nel processo di attuazione del servizio di monitorag-gio terrestre di Copernicus, finanziato dalla Commissione europea con il so-stegno del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e prodotto in colla-borazione con gli Stati membri e l’industria spaziale europea. L’atlante si occupa delle cosiddette zone urbane allargate (Larger Urban Zones - LUZ), ovvero le aree amministrative europee coperte anche dall’audit urbano di Eurostat: sono incluse tutte le capitali dell’Unione europea (UE) e numerose città di dimensioni medio-grandi. La raccolta di dati basati sull’Osserva-zione della Terra fornisce informazioni relative a oltre 300 città dell’UE per l’anno di riferimento 2006. Sono in programma nuove edizioni di Urban Atlas a intervalli di tre-cinque anni, a integrazione dell’audit urbano: il primo aggiornamento è previsto nell’ambi-to della fase iniziale di operatività di GMES per l’anno di riferimento 2012. Ulteriori informazioni sulle attività di Urban Atlas e sui dati risultanti sono reperibili sul sito Web dell’EEA all’in-dirizzo http://www.eea.europa.eu/data-and-maps/data/urban-atlas.

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forme, dispersione, densità, sviluppo delle aree verdi e cambiamenti strutturali), ma si occupa anche delle conseguenze econo-miche, ecologiche e sociali (cambiamenti demografici, qualità della vita, competiti-vità economica e biodiversità) mettendo in correlazione le informazioni fisiche sul-la copertura e sull’uso del suolo con i dati statistici.

“Urban Atlas può mettere il suo elevato potenziale a disposizione degli utenti re-gionali e locali”

DatiUrban Atlas e l’audit urbano di Eurostat (con l’aggiunta di statistiche locali) forni-scono i principali set di dati per entrambi

gli elementi della dimostrazione dei servizi di UrbanAtlas+. Tuttavia, vista l’assenza del-la dimensione temporale nei dati di Urban Atlas, nell’ambito del progetto sono stati utilizzati set di dati multitemporali creati a scopo dimostrativo sulla base dei risul-tati del progetto GSE Land e set di dati di Urban Atlas modificati tramite update/downdate in modo semiautomatico (per cinque città selezionate, seguendo approcci di classificazione orientati all’oggetto).

AttuazioneAl fine di raggiungere il livello di flessibili-tà e utilità richiesto dagli utenti, il servizio offerto ha superato il tradizionale concetto di fornitura di dati. È stato infatti adottato un approccio interattivo basato sul Web che prevede un’erogazione organica, tra-mite strumenti dedicati, dei dati statistici

Urban Atlas – Esempio di dati: Praga, Repubblica ceca. (Immagine: Commissione europea)

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I successi di Copernicus

territoriali e socio-economici all’interno di un ambiente rapido e flessibile. I dati pos-sono essere visualizzati e analizzati in tutta semplicità dall’utente secondo temi prede-finiti (indicatori), ma anche esaminati più nel dettaglio in maniera interattiva. Costruito su applicazioni open source, lo strumento Web integra le principali modalità di presenta-zione standard (mappe, tabelle e grafici) collegandole fra loro: i cambiamenti che l’utente apporta utilizzando una modalità vengono istantaneamente replicati in tutte le altre. Infine, gli utenti possono sceglie-re di esportare prodotti e dati informativi standard in copia temporanea (dati, meta-dati, tabelle) o permanente (PDF, mappe, immagini).

In base alle richieste degli utenti e in considerazione delle limitazioni dei dati di-sponibili, sono stati selezionati i seguenti temi predefiniti:

• Indicatore 1: Sviluppo urbano• Indicatore 2: Sviluppo delle aree

residenziali

Audit urbano – Esempi di zone urbane allargate e suddivisioni amministrative: Praga (a sinistra) e Brno (a destra). (Immagine: ESTAT)

L’iniziativa “audit urbano”

L’audit urbano della direzione generale della Politica regionale e urbana forni-sce regolarmente dati statistici in merito a città e relativi distretti amministrativi di tutta l’UE. L’iniziativa è cofinanziata dalla Commissione europea ed è gesti-ta in stretta consultazione con Eurostat e gli istituti nazionali di statistica degli Stati membri. Ulteriori informazioni sul-le sue attività sono reperibili all’indirizzo http://www.urbanaudit.org.

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• Indicatore 3: Sviluppo delle aree industriali• Indicatore 4: Sviluppo urbano e della

popolazione• Indicatore 5: Produttività del territorio

occupato• Indicatore 6: Intensità della dispersione

urbana• Indicatore 7: Copertura del suolo sostitu-

ita da aree edificate• Indicatore 8: Uso del suolo• Indicatore 9: Perdita di aree naturali• Indicatore 10: Indicatori strutturali

RisultatiEntrambi i dimostratori, ovvero (1) il monitoraggio e la valutazione delle dina-miche dello sviluppo urbano (che fornisce

informazioni sui processi di occupazione e formazione del territorio) e (2) l’integrazione dei dati socio-economici (che sostiene l’in-tegrazione dei dati di Urban Atlas con le statistiche tradizionali in generale e collauda il set di indicatori standard dell’audit urbano in particolare), sono forniti in un ambiente comune sotto forma di schede predefinite, personalizzabili e facilmente condivisibili tra gli utenti. Gli utenti, soprattutto quelli locali e regionali, apprezzano questo approccio collaborativo e intuitivo.

I suoi risultati mostrano chiaramente qua-li vantaggi garantiscano i dati territoriali (come quelli di Urban Atlas) rispetto ai dati statistici tradizionali grazie a:

A sinistra in alto: esplorazione flessibile dei dati di una struttura urbana nel dettaglio.A destra in alto: occupazione e cambiamenti nella struttura della copertura/dell’uso del suolo.A sinistra in basso: confronto tra dati territoriali e statistici tramite scatterogrammi.A destra in basso: confronto tra dati territoriali e statistici in merito alle inondazioni e alle zone di conservazione. (Tutte le immagini: Gisat)

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I successi di Copernicus

• Unità territoriali flessibili• Informazioni sui processi (consumi,

formazioni)• Confrontabilità nel tempo e nello spazio• Indicatori territoriali relativi alla morfologia

urbana e alle forme urbane• Modellizzazione dell’uso del suolo• Articolazione o distribuzione territoriale

delle variabili statistiche

Nonostante i limiti di scala dei prodotti di Urban Atlas, i risultati hanno evidenziato chiari benefici per la pianificazione nelle aree residenziali periferiche. In queste aree si assiste a uno sviluppo estremamente di-namico, ma le informazioni a disposizione dei pianificatori urbani sono limitate: la loro posizione decentrata le rende di fatto estranee alla responsabilità di chi si occupa della pianificazione delle zone più centrali della città. Tuttavia, queste aree residenziali hanno un’enorme influenza sulle altre zone della città, e dunque servono dati aggior-nati che consentano di pianificare, attuare e

monitorare misure politiche adeguate. Altra caratteristica estremamente apprezzata è la possibilità di effettuare un confronto tra indicatori sullo sviluppo e sullo status del-le singole città o regioni della Repubblica ceca o di altri Paesi: l’incompatibilità della documentazione relativa alla pianificazione regionale o urbana aveva infatti reso vani tutti i tentativi precedenti.

“Urban Atlas aiuta i pianifi-catori urbani e i decisori a comprendere le conseguen-ze economiche, ecologiche e sociali dei cambiamenti urbani”

D’altro canto, il progetto UrbanAtlas+ dimostra chiaramente che talune caratteri-stiche di base sono essenziali per sfruttare il potenziale analitico dei dati di Urban Atlas. Alcune modifiche dell’ultimo minuto nel-la progettazione di Urban Atlas (rispetto

Il progetto UrbanAtlas+

Il progetto UrbanAtlas+ è condotto nell’ambito del programma ESA di incentivazione per la Repubblica ceca e, sebbene risponda principalmente a esigenze nazionali in ma-teria di pianificazione urbana e regionale, rientra nel contesto delle direttive nazionali e comunitarie. I suoi risultati, pertanto, possono aiutare le autorità che si occupano di pianificazione territoriale in altri paesi ad adempiere un’ampia rosa di obblighi di moni-toraggio e comunicazione dei dati. Di seguito, l’elenco delle organizzazioni ceche che partecipano al progetto:

• Autorità comunale per lo sviluppo urbano di Praga (URM/MHMP)• Autorità regionale della regione di Plzeň• Autorità regionale della Moravia-Slesia• Autorità regionale della Moravia meridionale• Agenzia nazionale dell’ambiente (CENIA)

Il progetto UrbanAtlas+ contribuisce alla diffusione dei servizi basati su Urban Atlas e alla loro applicazione in tutta Europa. L’attuale versione del dimostratore (parte pubblica) è visibile all’indirizzo http://uaplus.gisat.cz.

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all’idea originale ESA GSE) non hanno con-sentito all’iniziativa di dispiegare tutti i suoi usi potenziali. L’esempio più lampante di tali modifiche è l’eccessiva semplificazione delle classi non urbane, che riduce consi-derevolmente la capacità analitica del set di dati per quanto concerne la valutazione delle variazioni dei flussi. Queste proble-matiche possono essere tuttavia risolte nei prossimi aggiornamenti dei dati di Urban Atlas.

Il progetto UrbanAtlas+ è riuscito a conse-guire il suo scopo: dare una dimostrazione dei possibili prodotti di Urban Atlas derivati

dall’Osservazione della Terra e incremen-tarne la diffusione nella comunità di utenti attivi nel campo della pianificazione urbana o regionale in Repubblica ceca. Pertanto, è probabile che gli investimenti presenti e futuri di Copernicus nelle infrastrutture per l’Osservazione della Terra, nonché gli investimenti nei nuovi servizi di monitorag-gio terrestre di Copernicus (quali lo stesso Urban Atlas), raggiungeranno gli utenti e saranno utilizzati in toto ai fini dell’obiettivo originale del servizio Urban Atlas, ovvero la pianificazione territoriale, non soltanto a livello comunitario, ma anche regionale e comunale.

Tomáŝ SOUKUP è senior project manager presso Gisat s.r.o. (Praga, Repubblica ceca). Ha ottenuto la laurea in Geodesia, cartografia e sistemi informativi ge-ografici/telerilevamento presso l’Università Tecnica Ceca di Praga nel 1991. È senior consultant in telerilevamento, sistemi informativi geografici e monito-raggio terrestre, specializzato in integrazione dei dati territoriali, elaborazione digitale delle immagini satellitari ed elaborazione e analisi dei dati territoriali in ambiente GIS. A partire dalla metà degli anni Novanta, Soukup ha parteci-pato a numerose attività di monitoraggio terrestre, inclusi progetti correlati a

Copernicus, quali SAGE, GSE LAND e RESPOND (ESA), FTSP Sealing (EEA), Geoland2 e SAFER (FP7). È collaboratore dell’EEA a vari livelli (PTL/LC, ETC/TE, ETC LUSI, ETC SIA) dal 1998 ed è inoltre membro del team di attuazione del progetto CORINE Land Cover.

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Le informazioni territoriali sull’uso del suolo e sulle sue variazioni sono essen-ziali al momento di affrontare molte delle problematiche ambientali e relative alla pianificazione territoriale. Ad esempio, il monitoraggio delle variazioni dell’uso del suolo rappresenta una componente chiave della relazione sullo sviluppo sostenibile in Germania, ma anche le attività di previsione possono aiutare le autorità a prendere deci-sioni sulla pianificazione delle infrastrutture o sull’adattamento ai cambiamenti clima-tici. Applicare le informazioni territoriali ai modelli di variazione dell’uso del suolo con-sente di svolgere una valutazione ex ante di talune decisioni politiche. Una compo-nente del progetto CC-LandStraD (si veda il riquadro) si occupa proprio dell’analisi delle strategie di gestione del territorio che con-tribuiscono al processo di adattamento ai cambiamenti climatici e attenuazione dei loro effetti in Germania. In questo conte-sto, l’impatto delle strategie di gestione del territorio viene analizzato tramite modelli di variazione dell’uso del suolo che richie-dono informazioni con elevata risoluzione spaziale. Il progetto collabora con autorità locali, regionali e nazionali tedesche con l’obiettivo di garantire che l’analisi prenda in esame misure pertinenti e che i risultati siano utili agli utenti. Negli ultimi anni, sono stati elaborati vari set di dati sull’uso del suolo con riferimenti spaziali espliciti che

potrebbero ben adattarsi al programma di monitoraggio tedesco sulle variazioni dell’uso del suolo e alla modellizzazione di tali variazioni (quest’ultima attività è uno strumento importante per valutare gli effetti delle misure adottate sui pattern d’uso del suolo). Stiamo parlando di:

• CORINE Land Cover 2006• Urban Atlas 2006• DLM-DE 2009

I primi due set di dati fanno parte del ser-vizio di monitoraggio sulla copertura e sull’uso del suolo di Copernicus, ora de-nominato GIO-Land, mentre il terzo è un prodotto tedesco. Nel prosieguo dell’arti-colo procederemo al confronto fra i set di dati disponibili e ne discuteremo l’appli-cabilità ai fini della modellizzazione delle variazioni dell’uso del suolo.

Set di datiPer la Germania, sono disponibili vari set di dati relativi all’uso del suolo, che differisco-no tra loro in termini di risoluzione tematica, spaziale e temporale. Nelle immagini che seguono viene fornita una panoramica dei diversi set.

CORINE Land CoverCORINE Land Cover (CLC) è un set di dati sull’uso del suolo armonizzato a livello

LA PRESENZA DI SET DI DATI SULL’USO DEL SUOLO È FONDAMENTALE AL MOMENTO DI AFFRONTARE PROBLEMATICHE AMBIENTALI O RELATIVE ALLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, SOPRATTUTTO A LIVELLO LOCALE. DA POCO SONO APPARSI NUOVI SET DI DATI PER L’EUROPA E IN PARTICOLARE PER LA GERMANIA: ADESSO È NECESSARIO VALUTARNE L’APPLICABILITÀ NELL’AMBITO DEI MODELLI DI VARIAZIONE DELL’USO DEL SUOLO. FINORA, I RISULTATI INDICANO PROGRESSI PER QUANTO CONCERNE LA RISOLUZIONE (SPAZIALE E TEMATICA), MA C’È ANCORA MOLTO DA LAVORARE.

Nuovi dati per monitorare l’evoluzione dell’uso del suolo

Di Jana Hoymann

Relazione sui progressi

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Figura 1: la risoluzione tematica più elevata è garantita da Basis DLM di ATKIS. Urban Atlas include anche le aree di tra-sporto. (Immagini: BBSR)

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europeo. Disponibile per tre anni di rife-rimento (1990, 2000 e 2006), copre tutti i tipi pertinenti di uso del suolo (quali le aree urbane, agricole o naturali, le zone boschive e le acque di superficie) ed è stato impie-gato in numerosi studi regionali ed europei a carattere transfrontaliero per analizzare le variazioni nella copertura e nell’uso del suolo. A livello europeo, ad esempio, CLC è stato utilizzato per studiare la frammenta-zione del territorio, sviluppare infrastrutture verdi e analizzare la suburbanizzazione (EEA 2006a, EEA 2006b, EEA 2011a, EEA 2011b), ma è stato preso in considerazione anche nell’ambito di molti studi di scenario per l’analisi degli sviluppi futuri nell’uso del suolo (fra cui EEA 2007, Hoymann 2010 e Lavalle et al 2011).

Urban AtlasUrban Atlas (UA) può essere utilizzato a inte-grazione del CLC, grazie alla sua copertura europea delle zone urbane allargate (Larger Urban Zones – LUZ), ovvero aree con più di 100.000 abitanti. Le 35 LUZ specificate in Germania coprono circa il 28,5% del territorio complessivo tedesco. UA offre una risolu-zione spaziale più elevata rispetto a CLC e dispone anche di una maggiore risoluzione

tematica nel contesto delle superfici artificiali, riuscendo quindi a individuare più categorie di uso urbano del suolo.

Digital Landscape Model for GermanyIl Digital Landscape Model for Germany (DLM-DE) è stato sviluppato dall’Agenzia federale tedesca per la cartografia e la ge-odesia (Bundesamt für Kartographie und Geodäsie – BKG) e si basa sul database Basis DLM di ATKIS, il sistema informativo tedesco per la topografia e la cartografia. Al posto degli oltre 190 tipi di caratteristi-che presenti nel database ATKIS, tuttavia, DLM-DE utilizza lo schema di classificazione di CLC, e per questo motivo si è resa neces-saria una trasformazione semantica di tali tipi (Arnold 2009). Il database, inoltre, viene ulteriormente aggiornato con l’interpreta-zione delle immagini satellitari. Questo approccio all’elaborazione verrà usato an-che per il prossimo aggiornamento di CLC in Germania.

Combinazione di DLM-DE e Urban AtlasPer l’analisi che segue, è stato appositamen-te sviluppato un set di dati supplementare in grado di combinare i vantaggi di più set di dati.

Relazione sui progressi

Figura 2: le superfici artificiali nelle 35 regioni tedesche coperte da Urban Atlas. Nessun set di dati territoriali è in grado di monitorare completamente le superfici artificiali. (Immagine: BBSR)

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DLM-DE e UA presentano una risoluzione spaziale di almeno 1 ha e offrono una mi-gliore diversificazione delle categorie di uso del suolo rispetto a CLC. In DLM-DE le su-perfici non artificiali vengono descritte più dettagliatamente in termini tematici, mentre Urban Atlas fornisce una descrizione migliore per quanto riguarda le superfici artificiali.

Confronto dei set di dati sull’uso del suoloDi seguito eseguiremo un confronto fra i livelli di risoluzione tematica e spaziale dei diversi set di dati. Data la loro grande importanza a livello politico, le superfici artificiali vengono analizzate in maggiore dettaglio. Nella Figura 2 viene indicato il totale complessivo di tutte le superfici ar-tificiali (livello 1 di CLC) nelle 35  regioni tedesche coperte da UA. A titolo di riferi-mento, la figura comprende anche le aree residenziali e di trasporto del database uffi-ciale di statistiche per il monitoraggio delle variazioni dell’uso del suolo in Germania

(Flächennutzung nach Art der tatsächlichen Nutzung - tFLNU).Rispetto a quest’ultimo, CLC e DLM-DE presentano un totale notevolmente inferio-re di superfici artificiali, mentre il risultato per UA si avvicina maggiormente. Il risul-tato migliore, però, è quello ottenuto dalla combinazione DLM-DE/UA: infatti, se CLC copre soltanto il 67% delle aree residen-ziali e di trasporto incluse in tFLNU, presi singolarmente DLM-DE e UA ne coprono, rispettivamente, il 76 e l’88%, mentre il set di dati combinato arriva al 95%. Nell’ambito di CLC2000, Meinel et al (2007) ha rilevato una maggiore sottostima delle superfici artificiali quando i comuni sono più piccoli e frammentati, poiché l’unità di mappatura minima corrisponde a 25 ha. UA contiene un’indagine quasi completa dei comuni con più di 100.000 abitanti. Nel set di dati combinato DLM-DE/UA, anche le superfici artificiali nei comuni più piccoli sono ben rappresentate.

Figura 3: le superfici artificiali nelle 35 regioni tedesche coperte da Urban Atlas differenziate per database e tipo di uso del suolo. Le aree verdi urbane e le aree di trasporto sono considerevolmente sottostimate. (Immagine: BBSR)

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CORINE Land Cover

Urban Atlas DLM-DE tFLNU

Traduzione dei tipi di uso del suolo nella nomencla-tura di un altro set di dati sull’uso del suolo

No, non direttamente

Sì, con CLC Sì, con Basis-DLM di ATKIS e CLC 2009

No, non direttamente

Disponibilità delle serie temporali

Sì In futuro In futuro Sì

Coerenza temporale con altri set di dati sull’uso del suolo

Con la classificazio-ne delle aree per tipo di uso corrente dal 2000 al 2006

Con CLC 2006 e la classificazione delle aree per tipo di uso corrente 2006

In futuro con CLC

Con CLC 2000 e 2006

Copertura spaziale comple-ta della Germania

Sì No, 35 regioni coperte Sì No, unità amministrative

Risoluzione tematica nelle aree urbane

Bassa Molto elevata Bassa Bassa

Risoluzione spaziale nelle aree urbane

Bassa Elevata Elevata Nessuna

Nella Figura 3 si fa una distinzione fra tipi di uso del suolo pertinenti alle superfici artificia-li. In CLC, le aree verdi urbane non sono ben rappresentate a causa dell’unità di mappa-tura minima che provoca la perdita dei lotti di territorio più piccoli per generalizzazione. La proporzione tra le aree verdi urbane e l’a-rea catastale complessiva raggiunge appena l’1% in CLC, mentre in tFLNU arriva al 3% circa. Anche le aree di trasporto sono sotto-rappresentate in CLC e DLM-DE, risultando, rispettivamente, inferiori e intorno all’1%: il risultato di tFLNU in questo caso si attesta sul 5%. I motivi di queste differenze verranno spiegati qui di seguito.

SfideI motivi principali delle differenze descritte più sopra risiedono nell’eterogeneità delle fonti di dati, degli approcci e delle scale di mappatura, come più diffusamente spie-gato qui sotto. Questi criteri sono inoltre molto importanti per la selezione di un set di dati sull’uso del suolo adatto ai futuri compiti di modellizzazione.

• Elementi lineari: la maggior parte dei set di dati spaziali non include gli elementi lineari (quali strade, linee ferroviarie e vie fluviali) in maniera adeguata. Sono stati compiuti dei progressi nei dati UA, in cui gli elementi lineari vengono mappati gra-zie alla risoluzione spaziale più elevata e all’uso di dati secondari. Questo spiega anche perché le aree di trasporto sono meglio rappresentate in UA e nel set di dati combinato (Figura 3).

• Classificazione tematica: il confronto ha rivelato che in alcuni casi gli oggetti sono classificati in maniera differente. Ad esempio, gli edifici nei parchi vengono assegnati a tipi di uso del suolo diffe-rente in CLC e UA, ma anche le piazze vengono assegnate ad aree di trasporto, industriali o urbane a seconda del set di dati. Questa situazione causa una riduzio-ne della confrontabilità.

• Unità minima di mappatura: una riso-luzione spaziale e tematica elevata è

Relazione sui progressi

Tabella 1: valutazione dei differenti tipi di uso del suolo secondo criteri pertinenti. (Immagine: BBSR)

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fondamentale per eseguire l’analisi ex ante delle misure che comporteranno va-riazioni dell’uso del suolo. Diversamente da CLC, UA e DLM-DE offrono un con-siderevole miglioramento per quanto concerne l’unità minima di mappatura e la scala. In questo modo si ottiene una migliore rappresentazione spaziale, in particolar modo delle superfici artificiali, e il vantaggio cresce con l’aumento della risoluzione tematica.

• Risoluzione temporale: i dati delle serie temporali servono per analizzare le varia-zioni passate e comprendere il processo di cambiamento ai fini della calibratura del modello di variazione dell’uso del suolo. Finora, soltanto CLC fornisce serie temporali. In futuro, i dati DLM-DE ver-ranno utilizzati come base di partenza per gli aggiornamenti di CLC: sarà una svolta per la confrontabilità dei set di dati nel tempo. Presto, anche UA e DLM-DE di-sporranno dei dati di serie temporali.

Si può quindi giungere alla conclusione che tutti i set di dati presi in esame presentano vantaggi e svantaggi. Nella tabella 1 viene fornita una panoramica delle caratteristiche dei diversi set di dati.

Modellizzazione delle variazioni nell’uso del suoloLe variazioni della copertura e dell’uso del suolo dipendono da un ampio ventaglio di processi naturali e sociali, i quali devono pertanto essere necessariamente compre-si e rispecchiati nei modelli di variazione. Questi ultimi possono quindi essere impie-gati per simulare processi di successione naturale e di suburbanizzazione o per valu-tare le decisioni in merito alla pianificazione.Esistono diversi modelli di variazio-ne dell’uso del suolo, differenti in termini di estensione spaziale, teoria dei modelli, approccio di modellizzazione o risoluzione temporale. Una breve panora-mica viene ad esempio proposta in Stillwell et al (2007) o Hoymann (2010). Nella se-zione seguente viene invece presentato un modello di variazione dell’uso del suolo utilizzato nell’ambito del progetto di ricerca CC-LandStraD (si veda il riquadro).

Il “Land Use Scanner”L’analisi delle misure volte all’adattamento ai cambiamenti climatici e all’attenuazio-ne dei loro effetti nell’ambito dell’uso del suolo viene svolta mediante un modello di simulazione con riferimenti spaziali espli-citi: il cosiddetto “Land Use Scanner”, letteralmente uno scanner dell’uso del suolo. Operativo e basato sui sistemi infor-mativi geografici (Geographic Information Systems – GIS), questo modello di variazio-ne dell’uso del suolo segue un approccio di ottimizzazione per equilibrare la domanda e l’offerta di territorio su griglia. Tutti i tipi di uso del suolo possono essere modellizzati (Hilferink et al 2000): nella Figura 4 vengono illustrati i modelli principali.

Lo scanner utilizza input esterni per simulare la variazione dell’uso del suolo. Le esigenze delle autorità locali e regionali, ad esempio, sono ricavate tramite modelli settoriali. Le mappe di idoneità, che rappresentano l’of-ferta di territorio, sono invece sviluppate in base all’uso attuale del suolo, alle restrizio-ni fisiche (quali pendenze o tipi di terreno), alle distanze tra punti di riferimento e alle norme di pianificazione.

Lo scanner è già stato applicato in diver-si case study, ad esempio nei Paesi Bassi e nel bacino del fiume Elba per analizzare gli effetti delle variazioni dell’uso del suo-lo sul ciclo dell’acqua (Dekkers et al 2007, Hoymann 2010). Altri studi sono invece stati dedicati alla valutazione del rischio di al-luvioni (Verburg et al 2012, Leeuwen et al 2012) o alla valutazione ex ante delle deci-sioni di pianificazione (Koomen et al 2011, Jacobs et al 2011, Koomen et al 2008).

La scelta di un set di dati sull’uso del suoloCome detto, finora nessun set di dati, pre-so singolarmente, soddisfa tutti i criteri richiesti (tabella 1). Sarà dunque necessario scegliere il set di dati più adatto a ciascun compito di modellizzazione. Poiché nell’am-bito di CC-LandStraD la risoluzione spaziale e quella tematica rivestono una particolare importanza, per la simulazione delle future variazioni dell’uso del suolo verrà impiegato il set di dati combinato DLM-DE/UA.

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Relazione sui progressi

Figura 4: operativo e basato sui GIS, il “Land Use Scanner” è un modello di variazione dell’uso del suolo che segue un approccio di ottimizzazione per equilibrare la domanda e l’offerta di territorio su griglia. (Immagine: BBSR)

Il progetto CC-LandStraD

Le interdipendenze fra l’uso del suolo e il cambiamento climatico sono complesse e richiedono l’analisi di tutti i settori di uso del suolo. I modi in cui l’uso del suolo in Germania può contribuire ad attenuare gli effetti del cambiamento climatico costitu-iscono la tematica centrale del progetto interdisciplinare congiunto “CC-LandStraD – Interdependencies between land use and climate change – Strategies for a sustainable land use management in Germany” (Interdipendenze fra l’uso del suolo e il cambiamento climatico – Strategie per una gestione sostenibile del territorio in Germania). Il progetto è finanziato dal ministero tedesco dell’Educazione e della Ricerca nell’ambito del program-ma di ricerca sulla gestione sostenibile del territorio (Nachhaltiges Landmanagement). In base all’approccio degli scenari, vengono sviluppate diverse strategie intersettoriali per la gestione dell’uso del suolo. Tali strategie vengono quindi analizzate in base alla loro efficienza e alle possibilità di conflitto nel perseguimento degli obiettivi di tutela del clima. Infine, viene elaborata una serie di raccomandazioni da girare alle parti interessate.

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DLM-DE viene usato come database di fon-do, al quale vengono sovrapposti i dati UA per le regioni disponibili, ma soltanto per le superfici artificiali. Il motivo sta nel fatto che UA offre una migliore risoluzione tematica soltanto per questo tipo di superfici, e non per le aree forestali, naturali e agricole. Per queste ultime, si preferisce usare DLM-DE.

ConclusioniLo sviluppo di dati territoriali nuovi e ag-giornati sull’uso del suolo vuole soddisfare esigenze di vecchia data, ma non risolve tutte le problematiche esistenti. Per la mag-gior parte dei set di dati, le informazioni relative alle serie temporali non sono anco-ra disponibili, anche se un aggiornamento di UA è stato effettuato nel 2012. È inoltre necessario aumentare la confrontabilità dei dati: sono stati già compiuti dei pro-gressi, grazie all’uso di dati secondari, ma bisogna raggiungere un maggior livello di

armonizzazione per poter utilizzare i vantag-gi specifici di ciascun set di dati in maniera combinata.

La selezione di un set di dati idoneo sull’uso del suolo è cruciale per svolgere un’analisi delle strategie di gestione del territorio nell’ambito di CC-LandStraD, perché soltanto in presenza di informa-zioni dettagliate sulla situazione attuale si possono ottenere risultati di simulazione af-fidabili. CC-LandStraD si affida al set di dati combinato DLM-DE/UA. In seguito all’ap-plicazione dello scanner dell’uso del suolo al territorio tedesco, nel 2013 sono previsti i primi risultati relativi all’elaborazione di mi-sure sull’uso del suolo idonee nell’ambito dell’adattamento ai cambiamenti climatici e all’attenuazione dei loro effetti. Tali risultati verranno inviati alle parti interessate al pro-getto, ovvero le autorità locali e regionali tedesche, con cui verranno discussi.

La dott.ssa Jana HOYMANN ha ottenuto un dottorato in Economia ambientale e territoriale presso l’Università Tecnica di Berlino. Attualmente, lavora come scienziato presso l’Istituto tedesco per la ricerca sull’edilizia, gli affari urbani e lo sviluppo territoriale (Bundesinstitut für Bau-, Stadt- und Raumforschung – BBSR), dove è responsabile del progetto CC-LandStraD. In passato, ha lavorato come scienziato nell’ambito del progetto GLOWA-Elbe all’Università Tecnica di Berlino. Hoymann ha maturato una vasta esperienza nell’analisi delle variazioni dell’uso del suolo in correlazione con la ricerca sui cambiamenti climatici me-

diante l’uso di modelli di variazione, in particolar modo per quanto concerne le aree urbane tedesche ed europee.

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Mappatura dei rischi geologiciI rischi geologici sono fenomeni naturali o artificiali che rendono il suolo instabile, e l’in-stabilità del suolo in ambiente urbano può

essere pericolosa e costosa. I rischi geologici si dividono in due grandi categorie; quelli improvvisi, evidenti, su vasta area, a volte ca-tastrofici, che causano perdita di vite umane e danni alle cose. Questo tipo di fenomeni geologici comprende terremoti, eruzioni vulcaniche, frane, ecc. Sono generalmente abbastanza facili da mappare, perlomeno dopo che il fenomeno ha avuto luogo, dato che tipicamente risultano ben visibili. Poi ci sono fenomeni geologici più insidiosi, più lenti, spesso invisibili perché nascosti sot-to la superficie e gli edifici, che generano solitamente meno rischi per la vita delle persone (anche se ci sono molte eccezioni), ma che ogni anno causano miliardi di euro in danni e costi all’economia. Ad esempio, i danni alle costruzioni causati dai cicli di con-trazione-rigonfiamento dei suoli argillosi nel sud-est dell’Inghilterra, aggravato dai recen-ti cambiamenti climatici, costano al settore assicurativo britannico circa sette miliardi di euro l’anno (British Geology Survey, 2001).

I RISCHI GEOLOGICI SONO COSTOSI, POSSONO ESSERE PERICOLOSI E CI RIGUARDANO TUTTI. CIONONOSTANTE, LE INFORMAZIONI SUI RISCHI GEOLOGICI SONO O NON DISPONIBILI O MOLTO DIFFICILI DA REPERIRE. UNO DEI MOTIVI DI QUESTA SITUAZIONE È LEGATO ALLA IMPRATICABILITÀ DI MISURARE L’INSTABILITÀ DEL TERRENO ASSOCIATA A MOLTI FENOMENI GEOLOGICI CHE DÀ LUOGO A SPOSTAMENTI SPESSO NASCOSTI E IMPERCETTIBILI, FINO A QUANDO È ORMAI TROPPO TARDI PER PORVI RIMEDIO E IL DANNO È FATTO.I RECENTI PROGRESSI NELLA TECNOLOGIA SATELLITARE, TUTTAVIA, CONSENTONO AL GIORNO D’OGGI LA MAPPATURA DEI MOVIMENTI DELLA SUPERFICIE TERRESTRE SU VASTE AREE CON UNA RISOLUZIONE SENZA PRECEDENTI. QUESTO SIGNIFICA CHE, AD ESEMPIO, OGGI È POSSIBILE CAL-COLARE I MOTI DEL TERRENO CHE HANNO INTERESSATO TUTTA L’AREA DI LONDRA A PARTIRE DAL 1991, GRAZIE A SOFISTICATI ALGORITMI DI ELABORAZIONE. IL PROGETTO PANGEO È BASATO SU QUESTO NUOVO TIPO DI DATI DERIVATI DA IMMAGINI SATELLITARI. LE MAPPE DI INSTABILITÀ DELLE 52 CITTÀ PIÙ GRANDI DELL’UNIONE EUROPEA VENGONO ANALIZZATE E INTERPRETATE DA ESPERTI DEI SERVIZI GEOLOGICI NAZIONALI E POI RESE DISPONIBILI IN MODO STANDARDIZZATO ATTRAVERSO UN PORTALE DI VISUALIZZAZIONE ON-LINE. TUTTI I PRODOTTI GENERATI ALL’INTERNO DI PANGEO SONO INTERAMENTE GRATUITI E POSSONO ESSERE UTILIZZATI ANCHE PER FINI COMMERCIALI. QUESTO ARTICOLO FORNISCE QUALCHE INFORMAZIONE IN PIÙ SUL MONDO DEI RISCHI GEOLOGICI E DE-SCRIVE COME IL SERVIZIO PANGEO POSSA CONTRIBUIRE A COLMARE UNA LACUNA IMPORTANTE NELLA NOSTRA CONOSCENZA.

PanGeo: monitorare l’instabilità del suolo per le autorità locali

Di Ren Capes

I successi di Copernicus

Effetti di un tipico rischio geologico urbano. (Immagine: Paul Anderson 2010)

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E questo è il dato relativo solo ad una parte del Regno Unito e per una sola tipologia di rischio geologico. Se si estrapola il rischio di danni a tutte le altre città costruite su terreni argillosi in tutta Europa, unitamente alle città e alle strutture costruite su vecchie miniere, su falde acquifere, suoli torbosi, zone ogget-to di bonifica, zone di faglia, a rischio frana, aree di vecchi sedimenti in compattazione, e così via, si può facilmente riconoscere come i costi complessivi associati ai rischi geologici siano oggi davvero molto alti.

“Il servizio ha lo scopo di aiutare chi gestisce il ter-ritorio, in particolare le autorità locali di pianifica-zione e di regolamentazione che si occupano di gestione del rischio e di controllo del-lo sviluppo”

Dato questo quadro, ci si aspetterebbe che delle mappe relative a tutti i tipi di rischi geologici, che mostrino dove e cosa siano tali rischi, siano facilmente accessibili, in particolare per coloro che ne hanno biso-gno, come le Agenzie di Protezione Civile che si occupano di strategie di prevenzio-ne, o le Autorità incaricate della gestione del territorio e dello sviluppo urbano che hanno bisogno di garantire la sicurezza nel concedere permessi di costruire. In realtà, le mappe relative ai rischi geologici gene-ralmente non sono disponibili. Se lo sono, sono generalmente relative a fenomeni su

scala locale (ad esempio, una specifica fra-na) o ad uno specifico tipo di pericolo (ad esempio, una mappa di terremoti a livello europeo) o sono riservate e accessibili solo a pochi (banche dati di sinistri del settore assicurativo). Ad oggi non è generalmente disponibile alcun accesso diretto alle infor-mazioni relative ai rischi geologici e non vi è alcuna standardizzazione nella mappatura dei rischi geologici.Le ragioni di questa situazione sono mol-teplici, ma un elemento chiave è stata tradizionalmente l’impraticabilità, per non dire l’impossibilità, di mappare l’instabili-tà del terreno su vasta area. Per molti anni gli scienziati hanno dedotto la vulnerabilità delle aree soggette a fenomeni d’instabi-lità interpretando mappe geologiche, ma la rilevazione e la misurazione effettive dei fenomeni di instabilità del terreno poteva essere eseguita solo in modo frammentario, contingente e su scala locale. Fino ad oggi, nessuno ha conosciuto l’enti-tà dei fenomeni geologici nelle nostre città in modo sistematico. Nessuno poteva sti-mare quanto potesse costare all’economia europea il lascito delle attività minerarie legate all’estrazione del carbone, né quan-te persone siano interessate a livello locale da modifiche dei livelli di falda di un certo acquifero. La componente fondamentale della pericolosità è assente in molte mappe di rischio di emergenze. In poche parole, an-che se i rischi geologici riguardano tutti, c’è ancora poca accessibilità alle informazioni a essi relative.

Mappatura dell’instabilità del suolo dallo SpazioNegli ultimi anni sono stati fatti sorprenden-ti progressi nelle tecnologie satellitari. Con l’utilizzo di satelliti radar europei, oggi ven-gono regolarmente effettuate misure ad alta risoluzione spaziale e temporale del movi-mento della superficie terrestre nel corso del tempo. Questo movimento è direttamente legato all’instabilità del terreno e ai rischi geologici.Per la prima volta, intere città possono es-sere mappate in un unico processo. Queste mappe rivelano, con precisione millimetrica, gli spostamenti relativi di milioni di oggetti al

Un tragitto inconsueto per la linea 49!(Immagine: Mira66 2012)

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suolo che riflettono il segnale radar emesso dal sensore satellitare (questi elementi cor-rispondono ad esempio a cordoli, elementi metallici, pareti degli edifici, piloni, ecc.). Le serie storiche relative ai movimenti del ter-reno possono essere stimate da quando il satellite ERS-1 dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ha iniziato, nel 1991, a creare un ar-chivio di immagini radar. Il proseguo degli archivi è garantito dalla prossima missione del satellite radar dell’UE Sentinella 1, il cui lancio è previsto nel 2013. L’immagine che segue mostra una mappa dello spostamento medio di Londra in un periodo di dieci anni. Il colore rosso indica un movimento di allon-tanamento dal satellite, mentre il colore blu un movimento verso il satellite. I colori verde e giallo sono associati alla stabilità del terre-no. Diversi aspetti relativi ai rischi geologici possono essere osservati.

Il servizio PanGeoLa mappa riportata in Figura 1 è il risulta-to di una tecnica rivoluzionaria chiamata Persistent Scatterer Interferometry, o PSI. Questo tipo di dati stanno formando la base di un nuovo servizio, chiamato PanGeo, che fornisce informazioni standardizzate relative ai rischi geologici per 52 tra le principali città europee, dove oggi vive circa il 13% della popolazione. Il servizio è completamente gratuito e comprende uno strumento online di visualizzazione che mostra, in ogni città, dove si trovano le aree soggette ad alcuni rischi geologici. Ogni area instabile presen-ta un link a un testo che fornisce all’utente un’analisi interpretativa compilata da esperti del Servizio Geologico nazionale di ciascun Paese. Sia le mappe che identificano le aree a rischio geologico sia le analisi interpretati-ve sono scaricabili come file “stand-alone”

I successi di Copernicus

Area soggetta a sollevamento in-dotto da innalza-mento del livello freatico (cessazione di attività economi-che consumatrici)

Aree localizzate soggette a sub-sidenza dovuta a terreni comprimibili e sedimenti

Effetti relativi ad attività di scavo

Subsidenza indotta da abbassamento del livello freatico

Figura 1: Mappa di velocità media dello spostamento di Londra. (Immagine: FNPA 2000)

Figura 2: Realizzazione dei prodotti PanGeo. (Immagine: PanGeo project consortium 2011)

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da utilizzare in qualsiasi Sistema Informatico Territoriale (o altri servizi di cartografia) in uso all’utenza. Il grafico qui di seguito ripor-ta schematicamente il flusso di informazioni utilizzato dai Servizi Geologici nazionali per realizzare i prodotti finali di PanGeo.

Il processo genera due prodotti finali, ge-nerati dai Servizi Geologici nazionali: uno Strato Informativo relativo alla Stabilità del

Terreno e un Documento di Descrizione del Rischio Geologico associato alla mappa stessa; questo viene generato per ognu-na delle città oggetto di analisi. Lo Strato Informativo relativo alla Stabilità del Terreno mostra aree di rischio suddivise in sei di-verse classi, le quali a loro volta vengono suddivise in 20 sottoclassi in fase di inter-pretazione. Il Documento di Descrizione del Rischio Geologico contiene una panoramica

Figura 3: Rappresentazione grafica dei prodotti PanGeo: Strato Informativo relativo alla Stabilità del Terreno e Documento di Descrizione del Rischio Geologico. (Immagine: PanGeo project consortium 2011)

Figura 4: Dati di copertura del suolo nell’Urban Atlas della Commissione europea per l’area di Londra. (Immagine:EEA 2012)

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del quadro geologico relativo ad ogni città, seguito da analisi interpretativa per ciascun area soggetta a rischio. Cliccando su un’area di rischio si apre immediatamente l’analisi ad essa relativa. Il servizio PanGeo include integrazioni con dati di copertura del suolo e dati statistici sulla popolazione in modo da fornire delle misure di esposizione al rischio. L’Atlante urbano europeo (Urban Atlas), prodotto all’interno del servizio Copernicus di moni-toraggio del territorio e disponibile presso l’Agenzia ambientale europea (European Environment Agency - EEA), è una mappa contenente 20 diverse classi di copertura del suolo, in scala 1:10.000, relativa a tutte le 305 città europee con più di 100.000 abitanti (Figura 4).

L’utilizzo congiunto dell’Urban Atlas con le aree soggette a rischio geologico permette di ottenere dati utili sul tipo di fabbricati e di

strutture o sulle classi di copertura del suolo a rischio. Integrando poi i dati statistici EEA relativi alla popolazione, vengono fornite sta-tistiche sulla popolazione che vive o lavora in ciascuna area e che è soggetta a un tipo particolare di rischio geologico.

AccessoL’accesso alle informazioni relative a PanGeo è facile e intuitivo ed è stato progettato per-ché il flusso informativo possa risultare utile sia per l’utente esperto, sia per la persona comune. Visitando il sito web di PanGeo, l’u-tente può immediatamente cliccare sul link denominato ‘Coverage Map’ e visualizzare una “Google Map” relativa a tutte le città incluse nel servizio. Quelle evidenziate in verde sono già state completate, quelle in rosso sono ancora da completare.

L’utente può decidere se visualizzare i risulta-ti all’interno del portale OneGeology o nella

I successi di Copernicus

Figura 5: Accesso ai prodotti PanGeo. (Immagine: PanGeo project consortium 2011)

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familiare interfaccia Google Earth (Figura 6). Diversi livelli di trasparenza possono esse-re attivati per permettere di analizzare i vari strati informativi in modo congiunto. I dati statistici possono essere visualizzati o i pro-dotti possono essere scaricati direttamente. Gli utenti possono poi digitare il proprio codice postale per vedere quale rischio ge-ologico potrebbe interessare la loro area.

Utenti del servizio PanGeoPanGeo è rivolto a sei classi di utenti-chiave:• Personale delle Autorità Locali di piani-

ficazione e di regolamentazione che si occupano di gestione del rischio e di con-trollo dello sviluppo;

• Autorità di Protezione Civile interessate all’uso di dati per la prevenzione e la miti-gazione delle emergenze;

• Servizi Geologici e Istituti di Ricerca che raccolgono e pubblicano dati relativi ai rischi ambientali per pubblico beneficio;

• Legislatori interessati a verificare e confron-tare i livelli di rischio su scala europea;

• La gente comune, per l’autonomia generale;

• I mercati relativi alle assicurazioni e alla ren-dicontazione ambientale.

CostiIl costo per includere una nuova città nel servizio fornito da PanGeo è di circa 40.000 euro. Questo include l’elaborazio-ne di tipo PSI dei dati satellitari radar, le analisi interpretative da parte del Servizio Geologico nazionale, la compilazione dello Strato Informativo relativo alla Stabilità del

Terreno e del Documento di Descrizione del Rischio Geologico, nonché la formattazione dei prodotti in modo tale che il portale di PanGeo possa consultarli in tempo reale sui server dei Servizi Geologici.

Figure 6: Visualizzazione dei prodotti PanGeo: attraverso il portale OneGeology o tramite Google Earth.(Immagine: PanGeo project consortium 2011)

Il progetto PanGeo

PanGeo è un progetto Copernicus del Settimo Programma Quadro – Tema Spazio. Il progetto è stato concepito e proposto da Ren Capes (Fugro NPA Ltd, UK) che è tuttora Coordinatore di Progetto. PanGeo comprende 37 par-tner divisi in due squadre: un Core Team di 13 partner, che include FNPA, British Geological Survey, Landmark Information Group, TNO, SIRS, Institute of Geomatics, BRGM, EuroGeoSurveys, European Federation of Geologists, AB Consulting, Tele-Rilevamento Europa, Gamma Remote Sensing e Altamira Information; e un National Geological Survey Team che comprende 27 esperti da tutti i 27 Stati membri dell’Unione europea.

Per ulteriori informazioni: www.PanGeoproject.eu

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I successi di Copernicus

Le 52 città già incluse nel progettoNella lista riportata qui di seguito sono iden-tificate le 52 città già incluse nel progetto PanGeo. Cipro e Lussemburgo hanno ciascu-no una sola città, dal momento che hanno un solo centro urbano coperto dallo Urban Atlas (la soglia minima per l’inclusione nello Urban Atlas è una popolazione di 100.000 abitanti). Nella maggior parte dei casi le città selezio-nate sono semplicemente le due città più grandi di ciascuna nazione. La decisione fi-nale su quali città selezionare è stata assunta dai Servizi Geologici nazionali.

Ren CAPES ha 18 anni di esperienza in telerilevamento satellitare, con specializ-zazione in sviluppo di applicazioni, gestione di progetto e interferometria SAR. Nel 1995, Ren ha dato origine alla prima catena di elaborazione InSAR ad uso commerciale, proseguendo poi verso ciò che è riconosciuto a livello mondiale come uno dei sistemi di trattamento InSAR di maggior successo. E’ stato a capo dell’Earthquake Panel che ha contribuito al CEOS Disaster Management Support Group – predecessore di GMES e del cosiddetto Charter. Ren è stato l’iniziatore di un progetto nell’ambito del GSE (GMES Service Element) dell’ESA

chiamato Terrafirma, dal 2002 al 2009 (volto allo sviluppo di applicazioni relative ai rischi geo-logici), e, oltre ad essere coinvolto in diversi progetti ESA e della Commissione europea, è al momento Coordinatore del Progetto PanGeo del Settimo Programma Quadro (che coinvolge 37 partner, compresi tutti i 27 Servizi Geologici dei 27 Paesi dell’Unione europea).

Le 52 città incluse in PanGeo

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I successi di Copernicus

DORIS è un servizio Copernicus avanzato per l’individuazione, la mappatura, il mo-nitoraggio e la previsione di deformazioni del suolo (soprattutto frane e subsidenze) che utilizza la tecnologia satellitare europea esistente, opportunamente combinata con informazioni al suolo e strumenti innovativi di modellazione.

Tenuto conto della diversità dei fenomeni franosi e di subsidenza presenti in Europa, per la sperimentazione dei servizi di DORIS sono state selezionate sei aree di studio distribuite tra Italia, Ungheria, Polonia, Spagna e Svizzera. I siti scelti coprono un ampio spettro di caratteristiche fisiografiche e ambientali, e rappresentano la maggior parte dei tipi di deformazione del suolo per i quali il servizio proposto sarà utilizza-to. Le aree test sono caratterizzate, inoltre, da differenti condizioni sociali, politiche e organizzative, al fine di garantire un’este-sa applicabilità del servizio DORIS sia in Europa che altrove.

I sensori per l’Osservazione della Terra montati a bordo di moderne piattafor-me satellitari possono acquisire immagini relative ad ampie aree della superficie ter-restre con dettagli spaziali, rivisitazioni temporali e potenziali coperture globali

senza precedenti. L’integrazione di dati e tecnologie di Osservazione della Terra con informazioni superficiali e sub-superfi-ciali della crosta terrestre fornisce nuove opportunità per il miglioramento della com-prensione dei movimenti di massa. Poiché la distribuzione spaziale di questi pericolosi fenomeni è complessa e largamente varia-bile, DORIS adotta un approccio duale che combina dati e tecnologie dello Spazio con misure a terra, sfruttando opportunamente strumenti di modellazione innovativi. Tale

FRANE E SUBSIDENZE SONO FENOMENI MOLTO DIFFUSI E FREQUENTI IN EUROPA DOVE, OGNI ANNO, CAUSANO VITTIME E INGENTI DANNI AMBIENTALI CHE SPESSO HANNO COME CONSEGUENZA CON-SIDEREVOLI COSTI PER LE COMUNITÀ INTERESSATE. I MOVIMENTI DI MASSA DEL TERRENO SONO CAUSATI DA DIVERSI FATTORI METEOROLOGICI, CLIMATICI E GEOFISICI E DA DIVERSE ATTIVITÀ UMANE. UNA CONOSCENZA APPROFONDITA DI TALI FENOMENI, IN PARTICOLARE UNA MIGLIORE CAPACITÀ DI RICONOSCIMENTO E UN’ACCURATA MAPPATURA E PREVISIONE DEI MOVIMENTI DI MASSA, GIOCA UN RUOLO FONDAMENTALE PER LA RIDUZIONE DEL NUMERO DI VITTIME E PER LA MITIGAZIONE DEI COSTI ECONOMICI E AMBIENTALI DERIVANTI.

Uso di Copernicus per la mappatura e il monitoraggio di frane e subsidenza

Di Fausto Guzzetti, Alessandro Cesare Mondini e Michele Manunta

Molte importanti città europee sono esposte a rischi natura-li. I dati Copernicus possono essere utilizzati sia precedente-mente al verificarsi di un evento, nelle fasi di monitoraggio e valutazione del rischio, sia successivamente ad esso, a supporto delle azioni della Protezione Civile durante la fase di gestione post-evento. (Immagine: Vikingenergy)

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I successi di Copernicus

approccio fornisce notevoli benefici nella costruzione di un completo e dettagliato quadro dei fattori che contribuiscono ad ogni evento deformativo del suolo.

“La mappatura e il monito-raggio dei movimenti del suolo contribuiscono a mi-tigarne i costi economici e ambientali”

Mappe di evento delle franeDORIS utilizza immagini satellitari ottiche ad altissima risoluzione e tecniche di ela-borazione innovative per il riconoscimento e la mappatura di frane causate da spe-cifici eventi naturali come precipitazioni intense o prolungate. Al fine di riconoscere e mappare le frane, il progetto adotta sia tecniche basate sull’analisi di singole im-magini acquisite immediatamente dopo un determinato evento, sia tecniche basa-te sull’utilizzo congiunto di immagini pre- e post-evento.

Per esempio, il 25 ottobre 2011 un even-to piovoso estremo colpì la costa Ligure, in Italia settentrionale, con una quantità di pioggia cumulata superiore a 540 mm in 6 ore. L’evento provocò numerose frane ed erosioni superficiali, colate detritiche e inon-dazioni in un’area superiore a 1000 km2, causando anche la morte di undici perso-ne, nonché ingenti danni all’agricoltura e all’ambiente. Subito dopo l’evento, DORIS ha generato un’accurata mappa che mo-stra l’estensione dell’area colpita da frane e alluvioni. Tale informazione è stata molto importante per la valutazione della quantità di danni e per stabilire il livello di rischio residuo. Per la preparazione della mappa, il 28 ottobre fu commissionata l’acquisizio-ne di un’immagine satellitare ad altissima risoluzione per un’area di 210 km2 mag-giormente interessata dalle precipitazioni. Il 31 ottobre il satellite WorldView acquisì immagini pancromatiche e multispettrali stereoscopiche dell’area, messe a di-sposizione lo stesso giorno. Utilizzando innovative tecniche di classificazione di immagini e la supervisione di esperti ge-omorfologi, frane e aree inondate sono state riconosciute in modo semi-automatico all’interno delle immagini satellitari e sono state prodotte accurate mappe dell’even-to. La Figura 1 mostra una porzione della mappatura ottenuta per l’area di Borghetto di Vara, un paese che subì imponenti inon-dazioni e diffusi smottamenti.

DORIS ha analizzato anche eventi defor-mativi localizzati al di fuori del territorio europeo. Dal 5 al 10 agosto 2009, il tifo-ne Morakot ha colpito l’isola di Taiwan causando piogge di intensità particolar-mente elevata. In alcune zone, la quantità di pioggia accumulata ha superato anche 2880 mm in 100 ore. L’altissima intensi-tà di precipitazioni ha causato migliaia di frane superficiali e colate detritiche, oltre a inondazioni e al movimento di grandi masse e depositi di sedimenti. Le vittime causate dalle frane e dalle inondazioni sono state più di 650 e i danni economici piutto-sto ingenti. A seguito dell’evento, DORIS ha prodotto una mappa inventario delle frane che mostra l’ubicazione e il tipo di frane causate dal tifone. Per questo scopo,

Figura 1. Mappa delle frane e delle inondazioni per Borghetto di Vara, Italia, dove l’impatto dell’evento piovo-so estremo verificatosi il 25 ottobre 2011 è stato piuttosto severo. L’area subì massicce esondazioni e diffusi movi-menti di masse. La mappa è stata ottenuta elaborando un’immagine satellitare ad altissima risoluzione spaziale acquisita il 28 ottobre 2011.

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DORIS ha utilizzato un’innovativa tecnica di classificazione di immagini satellitari multi-spettrali che fa uso di diverse metriche di cambiamenti tra immagini pre- e post-e-vento. La Figura 2 riporta un esempio della mappa ottenuta processando immagini ac-quisite dal satellite FORMOSAT-2 il 3 luglio 2007 e il 5 novembre 2009 in un’area dove le frane superficiali furono particolarmente abbondanti.

“Il monitoraggio risulta particolarmente importan-te quando le deformazioni coinvolgono aree urbane, infrastrutture critiche, o il patrimonio artistico e archi-tettonico di una città”

DORIS sta migliorando le attuali capacità di riconoscimento e mappatura delle frane in differenti ambienti fisiografici e climatici. Tali informazioni porteranno particolari benefici alle Protezioni Civili e autorità ambientali in-teressate alla conoscenza dell’estensione di un evento di frana e alla valutazione dell’im-patto delle deformazioni del terreno subito dopo un evento.

Monitoraggio delle deformazioni del suoloLaddove sono presenti frane lente, o dove sono evidenti fenomeni di subsidenza dovuti ad attività umana (miniere, scavi sotterra-nei, sfruttamento di acquiferi e giacimenti di gas naturale), è strategico monitorare la

distribuzione spaziale e temporale degli spostamenti del terreno. Questo tipo di controllo risulta particolarmente importante quando le deformazioni coinvolgono aree urbane, infrastrutture critiche, o il patrimo-nio artistico e architettonico di una città. Da alcuni anni a questa parte, il controllo delle deformazioni del terreno causate da frane e subsidenze può essere eseguito sfruttando efficacemente immagini acquisite da senso-ri Radar ad Apertura Sintetica (SAR) montati a bordo di piattaforme satellitari.

“Tra gli utenti finali figurano la Protezione Civile e le au-torità ambientali locali”

DORIS sfrutta l’Interferometria SAR Differenziale (DInSAR) per il monitoraggio della frana di Ivancich, nella città di Assisi in Umbria, Italia. La frana di Ivancich è un fenomeno di deformazione gravitativa pro-fonda di tipo scivolamento traslativo che interessa un’area residenziale caratterizzata da edilizia privata costruita tra il 1960 e il 1970, oltre all’ospedale di Assisi e al con-vento francescano. I dati SAR, acquisiti dai satelliti europei in banda C ERS-1/2 tra apri-le 1992 e luglio 2007 ed ENVISAT ASAR tra

Le frane costituiscono una seria minaccia per i cittadini che vivono in aree soggette ai movimenti del suolo. (Immagine: Pflatsch)

Figura 2. Mappa delle frane relativa ad un’area nel cen-tro di Taiwan, dove il tifone Morakot nell’agosto 2009 ha causato abbondanti frane. La mappatura è stata ottenuta elaborando immagini satellitari ottiche acquisite prima e dopo l’evento.

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I successi di Copernicus

ottobre 2003 e settembre 2010, sono stati usati per misurare la deformazione totale e la velocità media dello spostamento avve-nuto nel corso dei quasi 20 anni analizzati. L’elaborazione delle immagini radar, che ha interessato aree stabili e in movimento, ha prodotto serie storiche di deformazione ca-ratterizzate da una copertura temporale mai ottenuta prima. Queste informazioni sono state utilizzate per individuare le diverse ve-locità all’interno del corpo di frana durante il periodo studiato. Le misure disponibili,

inoltre, hanno permesso di valutare l’even-tuale presenza di una correlazione tra gli spostamenti e le piogge locali registrate dai pluviometri. I risultati hanno mostrato l’as-senza di un effetto immediato delle piogge sulla frana e confermato, invece, l’esistenza di un’interazione complessa tra le precipi-tazioni e la massa in movimento. Questa informazione è molto importante nella va-lutazione delle opere di consolidamento da mettere in atto per la mitigazione del rischio associato alla frana di Ivancich.

Figura 3 – Mappa della velocità di deformazione di una zona della frana di Ivancich, Assisi, Italia, e serie storiche di de-formazione di due punti della frana. I risultati sono stati ottenuti elaborando 116 immagini SAR acquisite dai sensori in banda C ERS-1/2 (in nero) ed ENVISAT (in rosso) nel periodo aprile 1992 - settembre 2010.

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La Figura 3 riporta la mappa relativa alla velocità di deformazione dell’area in frana, misurata tra aprile 1992 e settembre 2010, e le serie storiche dell’evoluzione temporale dello spostamento per due punti localizzati nella zona di massima deformazione, che in alcuni casi ha superato 15 cm.DORIS sfrutta al massimo i moderni sen-sori SAR in banda X montati a bordo dei satelliti delle costellazioni COSMO-SkyMed e TerraSAR-X. I ridotti tempi di rivisita e l’elevata risoluzione spaziale di tali siste-mi offrono la possibilità unica di studiare deformazioni del terreno caratterizzate da velocità di spostamento che possono arri-vare anche a decine di centimetri all’anno, troppo veloci per poter essere monitorati con i sensori in banda C, caratterizzati da tempi di rivisita di circa un mese. Inoltre, i nuovi radar in banda X, consentono di aumentare nettamente la densità dei punti per i quali è possibile ricavare una misura affidabile della deformazione. Tale

miglioramento si riflette direttamente nella qualità e accuratezza dell’interpretazione geologica del fenomeno.

In uno dei siti test, localizzato nelle monta-gne intorno al paese di Zermatt in Svizzera dove le deformazioni sono causate da diversi fenomeni geologici, DORIS sta collezionando e analizzando dati SAR ac-quisiti con diversi sensori, tra cui ENVISAT e TerraSAR-X. Inoltre, l’interferometro radar portatile di Gamma (GPRI), un sistema in-novativo di radar da terra, è utilizzato per acquisire continuamente immagini dell’a-rea di studio. La Figura 4 mostra le mappe di velocità di deformazione ottenute ela-borando immagini acquisite da differenti sensori SAR. L’analisi di queste mappe ri-vela l’aumento significativo del numero di target coerenti al diminuire del tempo di rivisita del sensore utilizzato (35 giorni per ENVISAT, 11 per TerraSAR-X, 1 giorno per il GPRI).

Figura 4 – Mappe di velocità media di deformazione relative ad un’area nei pressi di Zermatt, Svizzera, generate ela-borando dati acquisiti dai sensori (a) ENVISAT, (b) TerraSAR-X e (c) Interferometro Radar terrestre Portatile di Gamma (GPRI). Dall’analisi della figura, si nota come il numero dei punti coerenti aumenti con il diminuire del tempo di rivisita dei sensori (35 giorni per ENVISAT, 11 per TerraSAR-X e 1 per il GPRI). (Immagine: Tazio Strozzi, Gamma Remote Sensing AG)

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I successi di Copernicus

DORIS sfrutta tecniche DInSAR multisensore per produrre serie storiche di deformazio-ne relative a periodi lunghi o caratterizzate da elevato campionamento temporale per diversi siti di studio in Europa. Queste

informazioni si stanno dimostrando mol-to utili per determinare il comportamento cinematico di fenomeni geologici e ge-omorfologici indotti o riattivati da fattori meteorologici e climatici.

Fausto GUZZETTI ha una laurea in Geologia e un Dottorato in Geografia, e più di 25 anni di esperienza nella mappatura delle frane, nella modellazione e zonazione della suscettibilità e pericolosità da frana, e nella valutazione del rischio da frana. Fausto Guzzetti ha ricoperto il ruolo di coordinatore scientifico del progetto ASI (Agenzia Spaziale Italiana) MORFEO, progetto per l’utilizzo di dati e tecnologie satellitari per la mitigazione del rischio da frana, ed è il

coordinatore del progetto FP7-DORIS, per lo sviluppo di un servizio a valle (downstream) per il riconoscimento, la mappatura, il monitoraggio, e la previsione di deformazioni del suolo.

Michele MANUNTA ha una laurea in Ingegneria Elettronica e un Dottorato in Informatica e Ingegneria Elettronica, e più di dieci anni di esperienza nell’ela-borazione di dati SAR interferometrici, sia ad alta che bassa risoluzione, per ap-plicazioni geologiche e nella loro integrazione in sistemi GIS. Michele Manunta collabora in diversi progetti nazionali e internazionali per l’utilizzo di tecnologie satellitari, incluso il progetto ASI MORFEO. In DORIS è responsabile della pia-nificazione e acquisizione dei dati satellitari.

Alessandro Cesare MONDINI ha una laurea in Fisica, sta completando un Dottorato in Scienze della Terra, e ha più di dieci anni di esperienza in applicazio-ni di Telerilevamento, incluse l’analisi della temperatura superficiale, mappatura e modellazione della copertura nevosa, riconoscimento e mappatura delle frane. Alessandro Mondini ha collaborato al progetto ASI MORFEO e, attualmente, è il coordinatore di un progetto bilaterale tra il Consiglio Nazionale delle Ricerche

Italiano e il Consiglio Nazionale della Scienza Taiwanese per l’utilizzo di dati ottici e SAR per il rapid mapping di eventi franosi.

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Come tutti sanno, l’erba del vicino è sempre più verde. Ma quando si parla di Copernicus le autorità locali degli Stati membri affer-mano spesso di possedere i dati geografici migliori... Questa affermazione, tuttavia, non tiene conto della situazione delle zone di frontiera e delle attività transfrontaliere. In molti casi, infatti, queste aree risentono di uno svantaggio economico. La coopera-zione territoriale transfrontaliera tra regioni limitrofe occupa un posto importante nell’a-genda politica europea, è incoraggiata dalla politica di coesione ed è oggetto del regolamento comunitario relativo ai gruppi europei di cooperazione territoriale (GECT). Il regolamento, ora in fase di revisione, con-ferisce ai GECT uno status giuridico che li rende parzialmente autonomi rispetto alla normativa in materia in vigore nei rispettivi Stati membri. Di cooperazione tra le regioni europee si occupano anche varie associa-zioni e reti (oltre al Comitato delle regioni e allo Euro-Institute).

I progetti nell’ambito della coesione e della pianificazione regionale criticano in gene-re la scarsità di informazioni geografiche idonee. Un esempio di questa tendenza è lo studio ESPON FOCI, nella cui relazione finale si legge: “I database disponibili per la ricerca urbana sulle città di tutta Europa sono inadeguati. Eurostat e la DG REGIO sottolineano la necessità di dati più detta-gliati dal punto di vista territoriale, ma molto

dipende dal sostegno assicurato dagli Stati membri. In questo senso, l’audit urbano si è rivelato molto utile, e stanno emergendo al-tre iniziative per la fornitura di dati locali”1. Nello stesso studio, inoltre, si legge: “Tuttavia, allo stato attuale, ma ancor più nella versione del 2004 rispetto alle prece-denti, abbondano i vuoti di dati. A questi si devono poi aggiungere le frequenti incoe-renze relative ai confini nazionali. L’impiego dei dati si rivela pertanto difficile, quando non impossibile”2. I dati di nuova acquisi-zione menzionati nello studio ESPON FOCI fanno riferimento a Urban Atlas, l’atlante ur-bano europeo di Copernicus che fornisce dati paneuropei confrontabili sull’uso e sulla copertura del suolo nelle zone urbane allar-gate (Larger Urban Zones - LUZ) con oltre 100.000 abitanti.

Secondo il dott. Steinborn, Copernicus ha l’opportunità di migliorare la situazio-ne dei database geografici tematici su scala regionale. Infatti, a livello regionale e locale, ovvero dove le potenziali appli-cazioni di Copernicus sono più numerose, le uniche soluzioni disponibili per gli uten-ti sono i sistemi informativi geografici (Geographic Information Systems - GIS).

1 ESPON, Future orientations for Cities, Final report, dicembre 2010.2 ESPON, Future orientations for Cities, Interim report, aprile 2009.

IL TEAM DI WINDOW ON COPERNICUS HA INCONTRATO IL DOTT. WOLFGANG STEINBORN DEL CENTRO AEROSPAZIALE TEDESCO (DEUTSCHES ZENTRUM FÜR LUFT- UND RAUMFAHRT - DLR) PER CAPIRE IN CHE MODO COPERNICUS POSSA FAVORIRE LA COOPERAZIONE TERRITORIALE TRANSFRONTALIERA TRA LE AUTORITÀ LOCALI E REGIONALI EUROPEE.

Copernicus: un’opportunità di cooperazione territoriale regionale e transfrontaliera in Europa

Dalla redazione di Window on Copernicus

Opinioni su Copernicus

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In un comunicato stampa di UNOSAT del marzo 2012, Francesco Pisano ha affermato: “Più aumentano la comprensione e l’ado-zione dei GIS, più il nostro lavoro di esperti nel campo dell’analisi satellitare sarà utile e pertinente”.

Esistono diversi case study sull’uso dei GIS nelle aree transfrontaliere in Germania e sulle prospettive per Copernicus. Il caso tedesco è particolarmente interessante, poiché la Germania è il Paese con il maggior numero di nazioni confinanti in Europa (ben nove, rispetto alle otto di Austria, Francia e Ungheria e alle sette della Polonia): questa situazione richiede un grado elevato di coo-perazione transfrontaliera, che, nel contesto della gestione territoriale e spaziale, inte-ressa soprattutto il livello regionale.

Esigenze informative e di pianificazione nelle regioni transfrontaliereIl processo di unificazione europea è sfo-ciato nell’attuale assenza di controlli alle frontiere. La libertà di vivere e lavorare in altri Stati membri dell’Unione europea (UE) ha spinto cittadini di tutta Europa a cerca-re lavoro oltre confine, pur continuando a risiedere nel Paese di origine: la mobilità, diventata un aspetto essenziale nell’UE, ha incrementato considerevolmente il

pendolarismo quotidiano nelle regioni di frontiera, come il Canton Vaud, l’Alto Reno, la regione Centrope (tra Vienna, Bratislava, Brno e Győr) e l’euroregione Mosa-Reno, mentre la zona intorno a Lussemburgo, par-te integrante della Grande regione (Vallonia, Lorena, Saarland, Renania-Palatinato e Lussemburgo), è diventata l’area transfron-taliera con il più alto flusso di manodopera nel mondo, visti i quasi 200.000 pendolari quotidiani sul totale di mezzo milione in tutta Europa. Tuttavia, uno studio recente ha dimostrato che la situazione amministra-tiva e infrastrutturale non ha saputo tenere il passo con questo aspetto della realtà europea.

“Le potenziali applicazioni di Copernicus sono più nu-merose a livello regionale e locale”

Per assicurare una corretta gestione della pianificazione territoriale e infrastrutturale, della prevenzione delle catastrofi e della protezione ambientale, è fondamentale una buona geoinformazione. Ma questo è noto fin dall’introduzione dei GIS negli anni Settanta. Della mappatura, termine con cui in passato si designava la geoinformazione, si sono sempre occupati i governi nazionali o addirittura le amministrazioni provincia-li. Di qui, l’importanza di iniziative come la direttiva INSPIRE (relativa all’istituzione di un’infrastruttura per l’informazione ter-ritoriale nella Comunità europea)3, che, nell’era della globalizzazione, si propone di superare i problemi di interoperabilità esi-stenti4. La Grande regione (che rappresenta un modello di “piccola Europa” poiché riunisce regioni di quattro fra i Paesi fonda-tori dell’UE) vanta una lunga tradizione di armonizzazione e applicazione dei dati pre-cedente a INSPIRE, oltre che solide relazioni amministrative transfrontaliere in materia di pianificazione territoriale, prevenzione e

3 Direttiva 2007/2/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e allegati.4 Il progetto HUMBOLDT stima che l’investi-mento necessario per armonizzare tutti i dati geografici europei sia pari a 25 miliardi di euro.

Opinioni su Copernicus

I pendolari transfrontalieri sono sempre più numerosi, con conseguenze non soltanto sulle infrastrutture di trasporto, ma ad esempio anche sulle attività di pianificazione urba-nistica a lungo termine. L’Osservazione della Terra fornisce dati in grado di contribuire allo sviluppo di politiche coordi-nate fra aree transfrontaliere. (immagine: David Monniaux)

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gestione delle catastrofi e affari culturali e turistici.

Il servizio Copernicus di monitoraggio del territorio si è scontrato con difficoltà inatte-se durante la fase di valutazione dell’utilità dei dati geografici esistenti per una mappa-tura uniforme di copertura e uso del suolo nel bacino della Mosella-Saar (che tocca quattro Paesi), ovvero l’area prescelta come banco di prova per sviluppare servizi per gli obblighi di relazione concertata previsti dalla direttiva quadro sulle acque e dalla direttiva sui rischi di alluvioni5. È stato in-fatti necessario attingere i dati da molteplici fonti eterogenee con condizioni di licenza differenti, ed esperienze simili si sono veri-ficate in altre regioni transfrontaliere in tutta Europa.

Le migliori pratiche transfrontaliere nel trattamento dei dati geograficiIn tutta Europa, molte regioni di frontiera stanno cercando di armonizzare i dati ge-ografici esistenti e creare nuovi contenuti informativi coerenti al fine di sostenere la crescente cooperazione territoriale tra Paesi. La mappatura di elementi come fo-reste, corpi idrici, strade e persino edifici che si estendono su ambo i lati di uno stes-so confine dovrà ottemperare alla direttiva INSPIRE. Di seguito presentiamo una breve panoramica delle attività intraprese nelle re-gioni di confine della Germania.

Germania – Paesi BassiLa cooperazione tra catasti e agenzie cartografiche della Renania settentrionale-Westfalia e dei Paesi Bassi è di lungo corso. Le attività sono incentrate su tematiche quali il miglioramento dei tempi di reazione alle catastrofi naturali (ad esempio incendi e inondazioni). La mancanza di coerenza delle proiezioni cartografiche è superata grazie a un software di conversione in grado di visualizzare entrambi i set di dati in modo uniforme e nel rispetto degli standard internazionali. È stata inoltre creata un’infra-struttura congiunta per i dati geografici che

5 Rispettivamente, direttiva 2000/60/CE e diret-tiva 2007/60/CE del Parlamento europeo e del Consiglio

permetterà di realizzare un mosaico delle immagini aeree e spaziali. Tramite il pro-getto Cross-border geo-data infrastructure (Infrastruttura transfrontaliera di dati geo-grafici; http://www.x-border-gdi.org), varato nell’ambito del programma INTERREG IV, sono già stati individuati diversi settori di applicazione.

Germania – Repubblica ceca – PoloniaTra i nuovi Bundesländer, la Sassonia è uno dei più innovativi e organizzati in termini di geoinformazione. La sua vicinanza alla Slesia (Polonia) e alla Boemia (Repubblica ceca) ha consentito di sviluppare una cooperazione intensa, in particolare a cavallo di una delle linee di confine più antiche d’Europa, quella tra Sassonia e Boemia (risalente addirittura al 1459). In un progetto6 di recente conclu-sione sostenuto dal programma INTERREG IV sono stati armonizzati sotto l’aspetto geometrico e semantico dati topografici provenienti da ambo i lati del confine, in modo tale da renderli utilizzabili per varie applicazioni transfrontaliere. In una piccola zona della regione molto frequentata dai tu-risti (il Parco nazionale della Svizzera boema e sassone situato fra le montagne di arena-ria dell’Elba), il telerilevamento spaziale era già stato impiegato in un pionieristico pro-getto per la realizzazione di un modello del terreno e di mappe tematiche congiunte.

La cooperazione con la Polonia non ha raggiunto uno stadio altrettanto avanza-to, sebbene sia stato firmato un accordo quadro che permetterà di ideare proget-ti e scambiare dati geografici. Fra le altre attività realizzate in passato troviamo un progetto finalizzato a collaudare i dati di CORINE Land Cover (CLC) per valutare i danni potenziali e contribuire al ripristino ambientale e agricolo in seguito allo stra-ripamento dell’Oder nel 1997. Tuttavia, secondo un workshop riassuntivo tedesco

6 ”Grenzüberschreitende Homogenisierung von Geobasisdaten zwischen dem Freistaat Sachsen und der Tschechischen Republik” (Armonizzazione transfrontaliera dei dati geografici di riferimento fra la Sassonia e la Repubblica ceca), Institut für Ökologische Raumentwicklung (IÖR), Dresda 2011, http://www.geodat.ioer.info.

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relativo a CLC2000, all’epoca non vennero soddisfatte le aspettative in termini di riso-luzione geometrica.

Incoraggiate dall’organizzazione ombrello europea EUROGI, le associazioni interdisci-plinari di geoinformazione (associazioni di fornitori di servizi di geoinformazione pri-vati e pubblici, enti di ricerca e associazioni settoriali) dei tre Paesi (DDGI in Germania, CAGI in Repubblica ceca e PASI in Polonia) hanno stabilito di dare vita a una coopera-zione e a uno scambio trilaterale di buone pratiche a sostegno di queste attività.

Germania – Austria – SvizzeraDal 1972, questi tre Paesi si incontrano nell’ambito della Conferenza internazionale del Lago di Costanza (che comprende anche il Liechtenstein). Il progetto HUMBOLDT ha dato il via a intense attività di armonizzazio-ne dei dati geografici nella zona circostante il lago. In particolare, uno dei nove scenari di applicazione si è dedicato ai rischi colle-gati all’acqua, analizzando la regione come caso esemplare. I dati esistenti in merito a strade, ferrovie e corpi idrici avrebbero do-vuto diventare interoperabili e a questo fine serviva avviare una stretta collaborazione fra gli istituti geografici e altri attori coinvolti nella gestione delle inondazioni7. Le attività

7 http://www.esdi-HUMBOLDT.eu/files/hs_eriska_user_report_diss_version_110405.pdf (documento in inglese).

sono continuate anche dopo la conclusio-ne del progetto: i partecipanti continuano a fornire dati geografici congiunti e sono anche previsti dei premi per le migliori pra-tiche di applicazione. Un caso speciale: la Grande regioneGrazie all’entrata in vigore della direttiva INSPIRE, e dunque dell’obbligo di crea-zione dei metadati inclusi nell’allegato II (elevazione, copertura del suolo, orto im-magini e geologia) e nell’allegato III (tra gli altri, habitat e biotopi, risorse energetiche, condizioni atmosferiche, distribuzione della popolazione e utilizzo del territorio) che essa stabilisce per gli Stati membri, le opportu-nità per utilizzare Copernicus aumentano significativamente. Mentre tutte le altre iniziative di armonizzazione transfrontaliera citate si sono finora limitate all’allegato I (dati di riferimento), la Grande regione è più ambiziosa e mira a includere i dati geogra-fici tematici menzionati negli allegati II e III nel proprio portale condiviso. Il sistema in-formativo geografico della Grande regione (GIS-GR, attualmente in via di realizzazione) è stato concordato nel corso dell’undicesi-mo summit politico della Grande regione (2009) ed è coordinato dall’agenzia di ge-oinformazione della Renania-Palatinato. Lo statuto bilingue (francese e tedesco) dichiara che, per lo scopo precipuo dello sviluppo territoriale, l’obiettivo è “creare un GIS che preveda un geoportale Internet della Grande regione per il consolidamento e l’armonizzazione di tutti i dati esistenti in possesso dei vari partner nonché dei dati esistenti a livello europeo riguardanti la Grande regione. L’obiettivo è rendere i dati geografici disponibili al grande pubblico”8.

Il piano di attuazione dell’11° summit poli-tico della Grande regione elenca l’insieme dei dati Copernicus da includere nel GIS, che riguardino l’impermeabilizzazione del suolo, le foreste, Urban Atlas, le risorse idriche o l’agricoltura (dati provenienti

8 11e Sommet de la Grande Région: Déclaration commune – annexes, 2009. La Grande regione è per dimensioni (65.000 km²) e popolazione (11 milioni di abitanti) paragonabile alla Baviera, il più grande Land della Germania.

Opinioni su Copernicus

Alla luce degli impatti transfrontalieri, migliorare il coor-dinamento della gestione delle catastrofi e delle capacità di risposta è ancora più importante. (Immagine: SAFER e SERTIT)

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soprattutto dal progetto Geoland). Urban Atlas, ad esempio, ha dato priorità alle conurbazioni della Grande regione e ha mappato la copertura e l’uso del suolo nell’anno di riferimento 2006 utilizzando in 21 classi una scala superiore a 1:10.000, l’ideale per la mappatura locale. Le dieci LUZ prese in considerazione (tre in Belgio, quattro in Germania, due in Francia e una in Lussemburgo) corrispondono al 20% circa dell’intera Grande regione.

Gli impieghi di Urban Atlas per le sfide odierne (come la riduzione dell’occupa-zione del suolo tramite una pianificazione territoriale e infrastrutturale di tipo olisti-co, la preparazione alle catastrofi e i nuovi concetti energetici) sono stati discussi con i rappresentanti dei comuni della Grande re-gione. Nel corso dei colloqui sono tuttavia emerse barriere politiche strutturali all’uso di Copernicus: nonostante le amministra-zioni urbane apprezzassero la disponibilità su larga scala di dati geografici coerenti (ovvero raccolti nello stesso momento se-guendo lo stesso modello e negli stessi formati) in grado di superare i ristretti limiti delle loro città, le autorità regionali non si sono dimostrate molto inclini ad avviare un dialogo transfrontaliero su questi temi. Il caso più emblematico è stato quello del Lussemburgo. L’era della globalizzazione in-voca, con sempre maggior forza, una nuova forma mentis capace di superare i confini nazionali. La normativa europea sui GECT è il primo passo in questa direzione, ma è fondamentale che anche i governi nazionali si adeguino e diano il loro contributo.

A proposito di limitazioni di competenza territoriale, si può raccontare un’eccezio-nale storia di successo: quella del Sillon Lorrain, in cui quattro città (Thionville, Metz, Nancy ed Épinal) si sono impegnate a diventare il primo polo metropolitano se-condo una nuova legge francese del 2010. Analogamente alla normativa sui GECT, lo scopo di questa legge consiste nel pro-muovere lo sviluppo territoriale sostenibile e l’attrattiva delle regioni valicando le unità territoriali (dipartimenti) e persino i confini nazionali. Nel caso in questione, si mira a equilibrare l’asse francese Ovest-Est già

esistente (linea TGV Est Parigi-Strasburgo) rafforzando l’asse Nord-Sud. Tra le misure considerate figurano il migliora-mento dei collegamenti ferroviari verso il Lussemburgo, per ovviare alle congestioni stradali quotidiane, e il collegamento dei corsi d’acqua della Mosella e della Saona, per gestire il previsto incremento del tra-sporto merci. I rappresentanti della regione hanno espresso interesse nei confronti dell’uso dei dati di Copernicus a questi fini.

Lungi dall’essere soltanto un fornitore di servizi di geoinformazione, Copernicus è anche un fattore importante per lo svilup-po di una mentalità territoriale innovativa in Europa, poiché favorisce un approccio co-operativo di tipo olistico fra politici di vari livelli all’interno di una stessa regione e pro-muove l’emancipazione delle informazioni geografiche tematiche dai dati di riferi-mento, finora predominanti. Quest’ultimo aspetto è il più importante, soprattutto alla luce della recente insoddisfazione, espres-sa da idrologi e amministratori del suolo, per il modo in cui i dati degli allegati II e III della direttiva INSPIRE sono specificati, ovvero secondo gli standard degli istituti cartografici. Le Commissioni internazionali per la protezione dei fiumi Mosella e Saar (Commissions Internationales pour la Protection de la Moselle et de la Sarre - CIPMS) hanno sottolineato il vantaggio dell’impiego di Copernicus dichiarando:

Il bacino della Mosella-Saar è un buon esempio di coor-dinamento transfrontaliero tra regioni nell’utilizzo dei dati di Copernicus.

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“Le mappe della copertura dei suoli fornite da GMES Service Element Land alle CIPMS sono armonizzate superando i confini na-zionali. Dal punto di vista tematico, sono migliori di qualunque mappa attualmente disponibile. Questi set di dati digitali, quin-di, possono essere utilizzati per numerose attività di pianificazione e gestione in cam-po ambientale”.

Conclusioni e panoramicaOggi, le aspettative delle comunità che in tutta Europa utilizzano le informazioni geo-grafiche sono elevate per quanto riguarda l’interoperabilità dei dati geodetici o di rife-rimento (allegato I della direttiva INSPIRE), ma anche dei dati tematici (allegati II e III). Dal momento che la sfida sembra essere ancora più ambiziosa, c’è la possibilità di generare contenuti informativi geografici paneuropei a integrazione di Copernicus, in modo da colmare le lacune e offrire standard in base ai quali calibrare i dati tradizionali. Un segnale positivo è dato dall’aumento degli incontri per gli utenti nel corso dei quali Copernicus viene presentato e discusso: ad esempio, nel 2011 un forum strategico sulle possibilità e potenzialità dell’Osservazione della Terra nel campo della pubblica amministrazione, organiz-zato dal Ministero degli Interni tedesco e dal Centro aerospaziale tedesco (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt - DLR), ha registrato una forte presenza da parte delle autorità regionali (circa il 20% dei 160 par-tecipanti all’evento).

Per quanto attiene alla Germania, due re-centi sviluppi a livello politico inaspriranno l’esigenza di nuovi dati geografici tematici.

La trasformazione del sistema energe-tico tedesco (cui si associa il termine “Energiewende”) consiste nel passaggio all’era delle fonti rinnovabili e dell’efficien-za energetica. Il governo tedesco ha infatti stabilito che entro il 2050 l’energia naziona-le dovrà provenire principalmente da fonti rinnovabili, ma questo significa che l’intero sistema di approvvigionamento energetico dovrà essere ristrutturato da capo a pie-di, e le sfide economiche e tecnologiche, per la Germania, non saranno indifferenti:

sarà infatti necessaria la transizione dall’ap-provvigionamento centralizzato a uno di carattere decentralizzato, con un maggiore potere decisionale a livello regionale e loca-le e, per i decisori, la necessità di effettuare scelte informate.

Sulla base di una raccomandazione del 2009 del Wissenschaftsrat, il consiglio scientifico tedesco, in merito all’infra-struttura dei dati di ricerca per le scienze sociali, comportamentali ed economiche, il Consiglio tedesco sui dati sociali ed econo-mici (Rat für Sozial- und Wirtschaftsdaten - RatSWD) ha istituito il gruppo di lavo-ro interdisciplinare per la geocodifica dei dati. Alla fine del 2011, il gruppo di lavoro aveva prodotto una relazione con suggeri-menti pratici per lo sviluppo e l’utilizzo dei dati geografici a fini decisionali. Nel docu-mento, gli esperti hanno più volte ribadito la necessità di dati territoriali statistici più dettagliati all’interno di una griglia con passo di 100 metri (già in uso in altri Paesi europei). In questo modo, sarà possibile dare un maggiore impulso alla generazio-ne e all’aggiornamento di dati geografici tematici. Il potenziale contributo di Urban Atlas alla generazione di dati territoriali con risoluzione più elevata è stato pre-sentato alla rete internazionale SCORUS (Standing Committee on Regional and Urban Statistics, una commissione perma-nente di statistica regionale e urbana) in occasione dell’incontro annuale del 2010. I casi descritti illustrano quanto stia au-mentando l’importanza dell’uso locale e regionale dei dati geografici tematici, una tendenza che non può non essere tenuta in considerazione dalle attività di ricerca e svi-luppo in materia di Osservazione della Terra, Copermicus compreso. Le prospettive e i limiti del telerilevamento urbano per appli-cazioni quali le fonti di energia rinnovabile, la prevenzione delle catastrofi, la sicurezza degli eventi di massa, l’impermeabilizza-zione del suolo, la gestione dei trasporti, il miglioramento del microclima, la pianifica-zione del territorio, le tipologie di utilizzo del suolo e la visualizzazione in 3D, sono analizzate nel documento “Fernerkundung im urbanen Raum – Erdbeobachtung auf

Opinioni su Copernicus

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dem Weg zur Planungspraxis”, pubblicato dal DLR nel 2010.

Per la stragrande maggioranza, gli utenti che si avvalgono di geoinformazioni locali e regionali non sono certo esperti in tec-nologia spaziale e non cercheranno dati di input in Copernicus o in altri portali setto-riali, rimanendo al contrario fedeli alle fonti di dati geografici che conoscono, ovvero, nella maggior parte dei casi, i portali nazio-nali e regionali (in Germania, dei Länder). Per loro, i dati non reperibili in questi por-tali di fatto non esistono: i fornitori perdono

dunque una grande opportunità. La mi-gliore strategia per promuovere l’impiego regionale e locale di Copernicus, pertan-to, è offrirlo tramite infrastrutture di dati geografici e canali ormai noti e in formati che consentano un’immediata sovrapposi-zione con altri dati. In Germania sono già stati avviati progetti che puntano proprio a questo “accesso intuitivo”. Le associazioni professionali del settore, come EUROGI e le sue organizzazioni affiliate nei Paesi euro-pei, sono pronte per diffondere le migliori pratiche all’interno della comunità della geoinformazione.

Wolfgang STEINBORN è laureato in fisica e ha un dottorato in scienze na-turali. Lavora presso la divisione Gestione spaziale del Centro aerospaziale tedesco (DLR), a Bonn, dove si occupa delle reti di Osservazione della Terra, ed è vicepresidente dell’organizzazione ombrello tedesca per l’informazione geografica DDGI, nonché membro del comitato esecutivo dell’organizzazione europea EUROGI. Dal 2004 al 2008 è stato temporaneamente assegnato alla Commissione europea per la realizzazione di Copernicus. Ulteriori informa-zioni sono reperibili nell’articolo intitolato “Borderline Cases”, pubblicato in

GeoConnexion International Magazine, numeri 6 (giugno) e 7 (luglio e agosto), 2012.

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Relazione sui progressi

La subsidenza e i rischi associatiLa subsidenza ha molte cause che possono essere ricondotte in due ampie categorie; superficiale, se dovuta per esempio all’os-sidazione delle torbe, alla compattazione e all’estrazione di acque sotterranee, o profonda, dovuta per esempio a fenomeni tettonici ed agli effetti delle attività mine-rarie e di estrazione (gas, sale). Sebbene la subsidenza possa costituire un pericolo diretto (frane, doline), più frequentemente sono i pericoli associati, che vengono ag-gravati da essa, che costituiscono una seria minaccia per le popolazioni umane ed i mezzi di sussistenza.La subsidenza è generalmente poco ricono-sciuta come un rischio geologico. In verità, il movimento indotto dalla subsidenza è ge-neralmente troppo lento per la percezione umana e gli effetti sono spesso invisibili, almeno prima dell’apparizione di danni strutturali. Questo rende la subsidenza una minaccia insidiosa, che può procedere inos-servata per decenni, apportando un effetto cumulativo significativo sia sul rischio prima-rio che su quelli associati.

“SubCoast è progettato per consentire l’identificazione delle regioni e strutture che devono essere monitorate”

Nelle aree di costa bassa i rischi più ovvi che sono aggravati dalla subsidenza sono quelli relativi all’acqua. Le recenti tenden-ze del clima hanno mostrato variazioni nella distribuzione e intensità delle preci-pitazioni. Contemporaneamente, il livello globale del mare ha raggiunto un aumento medio annuo di circa 3 millimetri nel cor-so degli ultimi due decenni (Bally, 2012), anche se esistono differenze regionali (in alcune zone il livello risulta diminuito). Combinare queste informazioni con misure di abbassamento della quota del terreno consentirebbe una più facile identificazione delle autorità locali e regionali (ALR) espo-ste all’aumento del rischio di inondazioni, permettendo così ad esse di progettare pia-ni di mitigazione. Le misure di mitigazione esistenti, come le opere di difesa contro le inondazioni, possono essere monitorate

LE AREE PIANEGGIANTI COSTIERE SONO AMPIAMENTE RICONOSCIUTE COME LUOGHI VULNERABILI AD EVENTI ESTREMI, CHE POSSONO PROVOCARE UNA VASTA GAMMA DI IMPATTI DI TIPO SOCIALE, ECONOMICO ED AMBIENTALE. IL CAMBIAMENTO CLIMATICO È UNA DELLE PRINCIPALI SFIDE CHE IL PIANETA DEVE AFFRONTARE, ORA E NEL FUTURO. GLI STUDI SCIENTIFICI SUL CAMBIAMENTO CLIMATI-CO, SUPPORTATI DAI PROGRESSI NELLE TECNOLOGIE SPAZIALI, HANNO NOTEVOLMENTE MIGLIORATO LA NOSTRA COMPRENSIONE SULL’AMBIENTE NATURALE E SULLE COMPLESSE RELAZIONI ESISTENTI TRA LA POPOLAZIONE UMANA E LE AREE SENSIBILI QUALI SONO LE REGIONI COSTIERE. LA VULNERA-BILITÀ DELLE REGIONI COSTIERE ASSUME DUE ASPETTI: GLI EFFETTI DERIVANTI DAL MARE E L’IMPATTO ANTROPICO RISULTANTE DA UN ACCRESCIUTO USO DEL SUOLO. LA SUBSIDENZA È UN RISCHIO CHE COLLEGA QUESTI DUE PROBLEMI ED È L’OBIETTIVO DEL PROGETTO SUBCOAST.

SubCoast: preparazione di servizi per monitorare le variazioni di quota del terreno in aree costiere esondabili

Di David Hamersley e Rob van der Krogt

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anche per determinare la loro efficacia nel tempo. Guasti alle infrastrutture, dovuti alle ridotte dotazioni di bilancio o all’abbassa-mento del suolo al di sotto del livello di difesa dalle inondazioni, possono compor-tare grandi costi e rischi crescenti, qualora vengano lasciati incontrollati. I servizi forniti da SubCoast sono progettati per identifica-re le regioni e le strutture che necessitano di essere monitorate. Altri dati collaterali, quali variazioni nelle falde acquifere sotter-ranee e nei bilanci idrici, potrebbero essere utilizzati, anche in combinazione con i pro-dotti di base SubCoast, per evidenziare i rischi posti da una maggiore esposizione alle inondazioni e dalle carenze di acqua, e le implicazioni sociali ed economiche che possono presentarsi.

Il rischio ha diverse definizioni e connota-zioni ma è comunemente associato con il potenziale (o probabilità) che un pericolo possa provocare un evento con conseguen-te perdita (ISDR, 2009). Questa perdita può riguardare le vite umane, le infrastrutture, l’ambiente o una moltitudine di altri fattori.La subsidenza è un pericolo di per sé, ma

Comunità di utenti dei servizi SubCoast

Il progetto SubCoast mira a fornire dati sulle variazioni di quota del terre-no a differenti scale: locale, regionale, nazionale ed europea. Le comunità di utenti con un interesse potenziale verso SubCoast sono quelle principalmente interessate al controllo dei rischi che possono minacciare la vita umana o mettere a repentaglio le infrastrutture. Gli utenti dei servizi SubCoast includo-no le parti interessate che si occupano di questioni relative alla gestione del rischio, al monitoraggio e alla politi-ca di sviluppo (ad esempio enti che si occupano delle opere idrauliche, dipartimenti delle infrastrutture all’in-terno di ministeri, province, regioni e comuni nelle regioni costiere europee, così come autorità a livello europeo quali ad esempio l’Agenzia europea dell’ambiente).

Figura 1. Concetto di “zone di rischio”, basato su INSPIRE: «Zone di rischio naturale» dove zone a rischio naturale interse-cano zone densamente popolate e/o zone di particolare valore ambientale/culturale/economico (indicati come “elementi esposti”) (INSPIRE, 2007; http://inspire-forum.jrc.ec.europa.eu/pg/pages/view/1768) (Immagine: TNO).

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altri processi che portano a cambiamenti nella elevazione del terreno e che altera-no il paesaggio, così come il modo in cui vari processi interagiscono tra loro, posso-no peggiorare la situazione. Ad esempio, la subsidenza può aumentare la possibilità (frequenza o ampiezza) degli eventi di inon-dazione in alcune aree (aree a rischio, vedi Figura 1).

Sviluppo di una mappa delle variazioni di quota del terreno o “Modello Digitale Dinamico delle quote”Il principale obiettivo del progetto SubCoast è quello di fornire dati relativi alle variazioni di quota in aree con coste basse. Le velocità di variazione di quota debbono essere connesse in modo affi-dabile a un punto di riferimento comune a scala regionale o nazionale, o datum geo-detico. Per quanto riguarda la gestione del rischio di inondazioni, ciò è necessario per consentire la determinazione delle quo-te del terreno rispetto al livello del mare, comprese le variazioni nel tempo di en-trambi i livelli (ad esempio subsidenza del terreno e innalzamento del livello del mare). Il progetto SubCoast ha pertanto definito

la produzione di un cosiddetto “Modello Digitale Dinamico delle Quote” (DEM dinamico) per mostrare le variazioni in ele-vazione del terreno ad una data posizione in funzione del tempo. In questo caso il DEM è definito come un modello digitale del terreno che esclude le coperture degli edifici e che rappresenta la quota del terre-no, connessa con precisione ad un datum regionale o nazionale.

In molte regioni o nazioni i DEM sono ge-nerati a partire da misure ottiche o radar (stereoscopia ottica o SAR, interferometria SAR); a volte sono disponibili ulteriori in-formazioni ottenute mediante campagne topografiche di livellazione, GPS o altre mi-sure. Il valore aggiunto di un DEM dinamico è di esprimere la velocità di variazione di quota del terreno. Collegato ad un modello di quote locale o regionale, crea la possi-bilità di stimare la quota del terreno nel futuro. Tuttavia, nonostante il fatto che un DEM dinamico esprima parametri piuttosto semplici ed espliciti (velocità di variazione delle quote/quota assoluta) vi sono proble-mi tecnici sostanziali da risolvere. In questa fase del progetto SubCoast, il risultato più

Relazione sui progressi

Figura 2. Mappa di subsidenza in Olanda, che mostra la velocità stimata di variazione assoluta di quota in mm/anno, e mappa del valore di deviazione standard associato. (Immagine: Hanssen, 2012)

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avanzato relativo allo sviluppo di un DEM dinamico è la cosiddetta “mappa di sub-sidenza assoluta dell’Olanda” (Hanssen, 2012). La Figura 2 è una illustrazione di que-sto prodotto e mostra il tasso di variazione verticale delle quote. La seconda mappa mostra le incertezze stimate che vi sono associate, come rappresentazione delle ca-ratteristiche di qualità richieste. Debbono essere ancora messi a punto metodi e solu-zioni per le autorità locali e regionali.

Fornitura del ServizioLe modalità di fornitura di servizi SubCoast sono ancora oggetto di discussione con i potenziali utenti. Si prevede tuttavia di svi-luppare un geo-portale web-based come mezzo più efficace per la visualizzazione e l’accesso ai dati. Il geo-portale potrà fornire i dati relativi, le informazioni e le mappe raffiguranti il modello assoluto delle quote del terreno in tempi diversi a scala loca-le, regionale, nazionale e paneuropea. Il geo-portale sarà potenzialmente la prima tappa di un servizio più completo futuro, a copertura areale molto più ampia, con scale di tempo più estese, con un numero mag-giore di modelli e scenari. Durante questa fase preliminare il servizio si baserà su insie-mi di dati limitati e informazioni all’interno delle aree pilota.

Studi pilota a livello regionale Sono state studiate quattro aree pilota per sviluppare il servizio SubCoast. Queste aree sono il Delta del Rhine-Meuse in Olanda, la parte meridionale della costa della Regione Emilia-Romagna in Italia, e una parte dell’a-rea baltica che è appartenente a tre Paesi: Danimarca, Polonia e Lituania. Il quarto stu-dio pilota comprende un insieme di servizi di ‘Integrazione europea’.

I quattro siti di studio pilota sono distribuiti in diversi Paesi in Europa ed hanno pertan-to una varietà di fattori che influenzano la loro vulnerabilità ai rischi, anche se si tratta sempre in tutti i casi di aree costiere.

Area pilota del Baltico: gli studi condotti nell’area pilota del Baltico usando la tec-nica PSI hanno dato risultati che mostrano una generale stabilità del terreno. Tuttavia,

Persistent Scatterer Interferometry

I dati principali per produrre un DEM Dinamico derivano da una tecnica sa-tellitare denominata Persistent Scatterer Interferometry (PSI). La tecnica PSI usa stack multi-temporali di immagini radar per misurare variazioni millimetriche nel tempo nella distanza tra il satellite e oggetti sulla superficie terrestre che ope-rano come riflettori radar. La tecnica PSI misura in questo modo i “movimenti del terreno”, e ha diversi vantaggi tra i quali l’alta precisione e l’ampiezza dell’area di copertura. È anche un metodo non inva-sivo (vedi Figura 3).Il metodo è tuttavia vincolato dalle ca-ratteristiche delle coperture del suolo (le aree vegetate non riflettono al satellite con coerenza sufficiente affinché la tecni-ca possa operare), dal fatto che la misura avviene in modo monodimensionale lun-go la sola direzione ‘line-of-sight’ dal satellite, dalla disponibilità di dati satel-litari in archivio. Quest’ultimo problema sarà notevolmente ridotto dal successo (e dalla durata operativa) della prossima missione dei satelliti Sentinelle 1A e 1B della Commissione europea, per il primo dei quali il lancio è previsto nel corso del 2013.

Figura 3. I dati PSI sono acquisiti da sensori satellitari radar ad apertura sintetica (SAR) per determinare il movimento del terreno nel piano verticale, per esempio ai fini del-la gestione del rischio di inondazione in aree costiere o pianure fluviali. Oggetti fissi al suolo quali edifici ed infra-strutture si comportano come riflettori per il segnale radar. (Immagine: TNO)

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lo studio delle ortofoto del passato e del presente ha evidenziato avanzamenti ed arretramenti sostanziali dei litorali dovuti all’accumulo e all’erosione dei sedimenti costieri, che in qualche regione hanno già portato alla distruzione di alcuni edifici. Più ancora, l’erosione delle difese naturali, come le dune, ha dimostrato di rappresen-tare una minaccia imminente.

Area pilota del Rhine-Meuse: l’area pilota olandese rappresenta un caso unico in cui i cambiamenti in quota del terreno giocano un ruolo significativo nella gestione del ri-schio da inondazioni e per la sicurezza delle risorse idriche. La regione del Waterboard Delfland è caratterizzata da sedimenti soffici e il naturale processo di ossidazione della torba causa un tasso di subsidenza consi-stente. I livelli delle acque sotterranee sono compensati continuamente per tener conto di corrispondenti abbassamenti del livello del suolo. Purtroppo, la regolazione dei livelli delle acque sotterranee aumenta an-che la quantità di subsidenza, contribuendo a un ciclo di feedback positivo, e ciò risulta quindi in un continuo ciclo di subsidenza naturale/artificiale. L’impatto umano sui li-velli delle acque sotterranee può influire su acquiferi differenti posti a profondità diver-se. Per ottenere una migliore comprensione delle relazioni causali, è stata eseguita una elaborazione PSI per il periodo 1992-2000 per separare le misure su punti posti a li-vello del terreno da quelle su edifici. Dal momento che gli edifici in queste zone sono spesso fondati su strati di sabbia profonda, essi non sono sensibili agli acquiferi super-ficiali. Confrontando i risultati dei tassi di subsidenza degli edifici con la deformazio-ne del terreno si dimostra il significato dello strato di terreno superficiale sul processo.

Area pilota della costa meridionale dell’E-milia-Romagna: questo studio si concentra su un tratto delle coste pianeggianti regio-nali alla base delle colline appenniniche.

La subsidenza naturale e gli effetti del pompaggio delle acque sotterranee da depositi profondi hanno portato a subsi-denza ed erosione della costa, abbassando l’efficienza degli impianti acquedottistici e aumentando il rischio di inondazioni. I ri-sultati dell’analisi PSI sono convalidati e integrati con tecniche di posizionamento satellitare e database di misure di livellazio-ne ottiche. L’obiettivo è stato di estendere l’elaborazione convenzionale PSI dallo spo-stamento lungo la line-of-sight ad una stima completa 3D.

Studio pilota di Integrazione europea: le ini-ziative verso una integrazione paneuropea hanno richiesto il confronto su varie que-stioni, tra cui la determinazione dei bisogni utente, la valutazione della disponibilità di dati basati su tecnologie trasversali, l’identi-ficazione di un sito iniziale di messa a punto, lo sviluppo di metodologie per scenari di alta e bassa disponibilità dei dati, la speri-mentazione e validazione di metodologie.

ConclusioniLa diminuzione della quota del terreno è un vero e proprio pericolo, spesso imper-cettibile, per le aree di costa bassa, che nel tempo può avere ripercussioni negative e cumulative sulle infrastrutture e le capacità economiche di una comunità costiera, per esempio attraverso un aumento del rischio di inondazione. Il prossimo miglioramento nella disponibilità di dati satellitari promes-so dalla missione Sentinella 1 rafforzerà in modo significativo le potenzialità di DEM dinamici, soprattutto se saranno acquisite serie di dati di maggiore estensione tem-porale. Terrafirma, SubCoast e la relativa ricerca forniscono importanti basi per lo sviluppo di servizi di monitoraggio più al-largati, costituiti da una completa catena di raccolta dati, elaborazione, interpretazione, modellazione e rilascio di queste informa-zioni attraverso portali interattivi, per servizi integrati per la gestione del rischio.

Relazione sui progressi

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Bibliografia

Ph. Bally Ed. (2012), Scientific and Technical Memorandum of The International Forum on Satellite EO and Geohazards, 21 – 23 maggio 2012, Santorini, Grecia. doi:10.5270/ esa-geo-hzrd-2012. http://esamultimedia.esa.int/docs/EarthObservation/Geohazards/esa-geo-hzrd-2012.pdf.

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Direttiva 2007/2/EC del Parlamento europeo e del Consiglio del 14 marzo 2007, che stabi-lisce una Infrastruttura di Informazioni Spaziali nella Comunità Europea (INSPIRE).

Hanssen, R.F. e Caro Cuenca, M. (2012), Absolute Wide Scale Subsidence Map of the Netherlands, Rapporto 3.2.1 del progetto SubCoast.

http://inspire-forum.jrc.ec.europa.eu/pg/pages/view/1768.

ISDR (2009), UNISDR Terminology on Disaster Risk Reduction, UNISDR, Ginevra, Svizzera.

David HAMERSLEY ha una formazione geografica con un Master nella dinamica ambientale e il cambiamento climatico acquisito presso la Swansea University. Ora lavora per Fugro NPA, ed è il primo responsabile per una varietà di progetti oceanografici e di interpretazione di immagini satellitari SAR in mare aperto. Il suo ruolo nel progetto SubCoast è relativo allo sviluppo delle specifiche di servizio, alla sostenibilità e alla commercializzazione.

Rob VAN DER KROGT, con una formazione nella pianificazione territoriale e nelle politiche di gestione (MSc), ha 17 anni di esperienza nella gestione di progetti relativi allo sviluppo di politiche (spaziali), infrastrutture (porti, strade, ferrovie), geo-informazione, gestione delle risorse idriche e adattamento clima-tico in Olanda e in Europa. Ha operato con DHV Consultancy and Engineering, Deltares e TNO / Geological Survey olandese. Per TNO è pienamente coinvolto

come coordinatore per progetti dell’UE, quali ad esempio il progetto FP7-Spazio SubCoast che costruisce servizi dalla Osservazione della Terra a fini di monitoraggio e previsione dei rischi della subsidenza in zone di pianura costiere, e il progetto FP7-Infrastrutture EGDIScope, in preparazione di una infrastruttura dati geologica europea. Quest’ultimo progetto è un pilastro importante per la strategia internazionale comune di 27 Servizi Geologici europei.

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La domanda di energia nell’UE è in aumen-to. Una delle opzioni a cui si è fatto ricorso per soddisfarla è il maggiore sfruttamento delle energie rinnovabili (solare, idraulica, marina, eolica, geotermica e da biomasse), note da molti anni e già parzialmente utiliz-zate in tutta Europa. Ora è però necessario aumentare in maniera considerevole la quo-ta di energia prodotta da queste fonti: si tratta di una vera e propria rivoluzione per il settore, una sfida di importanza crucia-le che sta ricevendo grande attenzione da parte di ricercatori, ingegneri e altre parti interessate.

Le fonti rinnovabili che attualmente si trova-no a uno stadio più avanzato sono l’energia solare e quella eolica. Trattandosi di fonti volatili (vale a dire soggette alle condizioni atmosferiche) e, solitamente, organizzate in unità di generazione distribuita, l’efficacia del loro sfruttamento dipende da un’a-nalisi accurata in termini di pianificazione e funzionamento del sistema elettrico. Al fine di ridurre l’incertezza operativa e ot-timizzare il ritorno sugli investimenti, sono fondamentali strumenti di monitoraggio e

valutazione delle risorse che sostengano la gestione della produzione di energia: tali strumenti possono infatti contribuire a ridurre il costo della pianificazione e della realizzazione degli impianti di produzione e favorire l’integrazione delle fonti “variabili” nel sistema energetico.

La quota di energia prodotta da fonti rin-novabili è in aumento, e lo stesso vale per la domanda di elettricità. I gestori delle reti hanno dunque bisogno di previ-sioni accurate per bilanciare generazione e consumo in tempo reale o per gestire l’accumulo di energia su larga scala negli impianti di pompaggio e, a breve, in bat-terie elettrochimiche di grande capacità. I responsabili degli impianti ricorrono a valutazioni in tempo reale per individuare potenziali malfunzionamenti confrontando la potenza attesa e quella effettivamente erogata.

Gli strumenti già disponibili sul mercato per formulare valutazioni e previsioni ac-curate sono costosi. Per i parchi eolici e le centrali solari dovrebbero essere condotte

L’UNIONE EUROPEA (UE) SI È IMPEGNATA A PORTARE AL 20% LA QUOTA DI ENERGIA PROVENIENTE DA FONTI RINNOVABILI ENTRO IL 2020. IN QUESTO MOMENTO, TUTTAVIA, LO SVILUPPO E L’ADOZIONE DELLE ENERGIE RINNOVABILI DA PARTE DELLE AUTORITÀ LOCALI E REGIONALI SONO LIMITATI DALLA MANCATA CONOSCENZA DELLE RISORSE DISPONIBILI E DELLA LORO VARIABILITÀ NELLO SPAZIO E NEL TEMPO. L’UE INTENDE PROMUOVERE STRUMENTI PER LA MAPPATURA DELLE FONTI RINNOVABILI E FAVORIRE LO SVILUPPO DI SERVIZI IN LINEA CON LE ASPETTATIVE DEGLI ESPERTI E DELLE AUTORITÀ LOCALI E REGIONALI. IL PROGETTO ENDORSE È STATO CREATO A QUESTO FINE: DIECI SERVIZI IMPIEGANO I DATI DI OSSERVAZIONE DELLA TERRA IN CINQUE AMBITI (ENERGIA EOLICA, ENERGIA SOLARE, OTTIMIZZAZIONE DEL CARICO ELETTRICO, BIOMASSA E LUCE NATURALE) CON L’OBIETTIVO DI OFFRIRE SOLUZIONI SU SCALA REGIONALE. NELLE INTENZIONI, TALI SERVIZI, DEL TUTTO PIONIERISTICI, DOVREBBERO RIUSCIRE A INCENTIVARE LO SVILUPPO DI SOLUZIONI ANALOGHE IN ALTRE REGIONI.

I servizi Copernicus per le energie rinnovabili assicurano sostegno alle autorità locali e regionali

Di Claire Thomas e Lucien Wald

I successi di Copernicus

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misurazioni meteorologiche per almeno un anno completo e a tale scopo è necessario acquisire strumentazioni ad hoc e assicu-rarne la manutenzione e il funzionamento. Inoltre, si rende necessaria l’analisi dedicata delle misurazioni, comprendente un con-trollo di qualità. Ottimizzare questi costi è fondamentale, soprattutto perché devono essere sostenuti un anno prima di formulare la decisione di investimento. Attualmente, per valutare il potenziale energetico di una foresta locale come fonte di biocarburante si utilizzano fotografie aeree e sopralluoghi terrestri, i quali hanno lo svantaggio di es-sere costosi e spesso di portata limitata, e dunque impossibili da svolgere con regola-rità. Di conseguenza, i cambiamenti annuali della biomassa non sono rilevati.

“La comunità nel settore dell’energia rinnovabile chie-de a gran voce un servizio integrato”

ENDORSE sta sviluppando dieci servizi in collaborazione con gli utenti regionali. Qui di seguito ne vengono elencati sette, mentre gli ultimi tre sono illustrati più in det-taglio nel prosieguo dell’articolo:• “Local Solar Atlas Generation” è finaliz-

zato alla produzione di atlanti locali per sostenere le decisioni relative agli inve-stimenti privati e alla pianificazione delle politiche in materia di energia solare. È stato realizzato un atlante per la Provenza (Francia).

• “Design CSPS” fornisce un servizio per la progettazione dei sistemi a concentra-zione solare e l’analisi preventiva del loro rendimento. È stato realizzato un progetto dimostrativo per la Sicilia.

• “Irradiance Forecasts” realizza previsioni a breve termine per la produzione di elet-tricità di una centrale solare in Andalusia (Spagna).

• “TMY” crea set di dati ad elevata risoluzio-ne spaziale per anno meteorologico tipico (Typical Meteorological Year – TMY) ai fini della progettazione e della valutazione

Il progetto ENDORSE

ENDORSE è un progetto triennale cofinanziato dalla Commissione europea che si con-cluderà nel 2013. Il suo obiettivo consiste nel fornire un aiuto alle regioni sviluppando servizi intesi a incrementare la conoscenza e la comprensione delle loro risorse energe-tiche rinnovabili e migliorando la gestione del carico elettrico.

ENDORSE mira a favorire lo sviluppo, guidato dall’utente, di nuovi servizi nel campo delle energie rinnovabili sfruttando i servizi Copernicus esistenti e altri dati e modelli di Osservazione della Terra. Il progetto promuove l’impiego dell’energia del sole, del vento e delle biomasse a livello regionale, oltre a concentrarsi sulla gestione della rete elettrica a livello locale. ENDORSE risponde ai bisogni...• delle società che forniscono previsioni e dati relativi alle risorse adeguati alle esigenze

del settore delle energie rinnovabili;• degli utenti finali a livello industriale (consulenti ingegneri, produttori di energia, inve-

stitori, gestori di impianti, gestori di reti elettriche e servizi di manutenzione);• di enti pubblici e altre organizzazioni che sostengono l’elaborazione di politiche e l’as-

segnazione di incentivi e permessi a livello nazionale, regionale e locale, nonché dei politici europei responsabili del sostegno all’attuazione delle politiche UE.

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del rendimento di sistemi solari complessi per la produzione di elettricità. Il sistema è in fase di collaudo in Provenza (Francia).

• “CSP-GIS” mira a realizzare un sistema informativo geografico (Geographic Information System - GIS) basato sul Web per i sistemi a concentrazione solare. Le attività dimostrative sono condotte in Marocco.

• “Certification of Sustainable Bioenergy Use” intende certificare la produzione sostenibile dei prodotti bioenergetici im-portati nell’UE.

• “Lighting energy savings” calcola il rispar-mio energetico annuale che è possibile ottenere negli edifici regolando le tende oscuranti e le luci artificiali in base alla luce naturale. Un progetto dimostrativo condotto a Nantes (Francia) ne evidenzia i vantaggi per la costruzione e l’ammo-dernamento degli edifici, la pianificazione delle politiche di risparmio energetico e gli investimenti privati.

Il servizio per l’energia eolicaLo sviluppo di un parco eolico on shore richiede un’accurata analisi dell’energia pro-dotta annualmente (Annual Energy Output - AEO), anche in una fase precoce, ai fini del processo decisionale, delle valutazioni d’investimento e della definizione delle cor-rette dimensioni dell’impianto. Tale analisi viene svolta da società ingegneristiche che si avvalgono di modelli numerici (i cui input provengono dal sistema eolico pianificato) e informazioni geografiche e meteorologi-che concernenti il sito in questione. I dati che descrivono il sistema eolico sono co-municati direttamente dallo sviluppatore del parco eolico e non presentano dunque problemi di raccolta. Le informazioni relati-ve alla meteorologia e al potenziale eolico (ad esempio i dati sull’orografia superficiale, sulla rugosità del suolo e sul clima eolico locale) sono invece più difficili da racco-gliere e analizzare, poiché provengono da fonti eterogenee aventi gradi diversi di affidabilità. Il processo di raccolta ed ela-borazione dei dati necessari per le prime fasi di valutazione di un progetto è pertanto molto complesso e sono molteplici le parti interessate che si scontrano con questo pro-blema: le amministrazioni locali nel campo

degli investimenti e della pianificazione in materia di energia, le autorità pubbliche e le banche responsabili della valutazione degli impianti nonché gli stessi sviluppatori dei parchi eolici.

Da parte della comunità delle energie rinnovabili esiste quindi una forte doman-da nei confronti di un servizio integrato in grado di offrire una stima preliminare delle risorse. Il servizio ENDORSE intito-lato “Generation of annual energy output (AEO) for decision-support in on-shore wind energy policy planning and private investment” (stima dell’AEO a sostegno dei processi decisionali per gli investimenti privati e la pianificazione delle politiche nel campo dell’energia eolica on shore) rispon-de a questa necessità offrendo una stima delle risorse eoliche che tenga conto dei vari dati richiesti nell’ambito del processo decisionale.

Il servizio è sviluppato dall’azienda belga 3E. Una delle innovazioni principali consiste nell’impiego dei modelli numerici di previ-sione meteorologica (Numerical Weather Prediction - NWP) su base giornaliera per ottenere mappe dei venti in superficie e a varie altitudini. La seconda innovazione è il potenziamento di tali mappe in direzione sia orizzontale sia verticale (per arrivare a una risoluzione rispettivamente di 200 e di 20 metri), realizzato tramite un model-lo basato sull’orografia e sulla lunghezza di rugosità aerodinamica derivate da una mappa della copertura del suolo. I profili e le mappe dell’intensità del vento (Figura 1) sono infine combinati con le specifiche del sistema eolico al fine di produrre la stima dell’AEO. Prima di proporre il servizio all’u-tenza, 3E ha convalidato i risultati ottenuti confrontandoli con le misurazioni effettuate in alcuni parchi eolici: l’errore relativo medio e la deviazione standard sono pari rispetti-vamente all’1 e al 6%.

Il beneficio fondamentale del servizio è l’automazione dell’intero processo. Al mo-mento, infatti, gli operatori hanno bisogno di molti giorni per elaborare i dati, mentre utilizzando i risultati dei modelli NWP e co-niugandoli ad altre informazioni geografiche

I successi di Copernicus

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il livello di automazione aumenta no-tevolmente e il processo può essere completato in meno di un’ora.

“Il vantaggio di questi servizi nella vita quo-tidiana degli utenti è dimostrato”

Il servizio per un livello maggiore di stabilità e affidabilità dell’approv-vigionamento con una quota più elevata di energia solareLa quota di elettricità prodotta dai sistemi fotovoltaici (FV) è in aumen-to, ma le fluttuazioni sono all’ordine del giorno a causa dei mutamenti

Il punto di vista dell’utente

Il primo utente di questo servizio è EDF-Luminus, ovvero il secondo operatore sul mer-cato belga dell’energia, con una capacità di produzione totale pari a circa 2.000 MW, il 12% della quale proveniente da fonti rinnovabili nazionali. EDF-Luminus ha constatato con sorpresa che il servizio per l’energia eolica richiedeva solo i dati relativi alla velocità del vento degli ultimi 10 anni, contro i 20-30 anni solita-mente richiesti da banche e investitori. Al riguardo, 3E ha dichiarato che le nuove ricerche rivelano un leggero e graduale calo della velocità media del vento nell’area in questione: gli ultimi 10 anni sono dunque più rappresentativi della situazione attuale. EDF-Luminus è stata dunque informata che avrebbe avuto i risultati nel giro di una giornata, ma alla fine sono bastati pochi minuti. L’utente si aspettava una deviazione massima del 10% tra i risultati ottenuti dal servizio e quelli derivanti da misurazioni in situ precedenti: in linea con le attese, la deviazione era solo del 6%.La prima versione del servizio era disponibile solo per una singola turbina. Non era dun-que ancora considerata l’influenza di altre turbine (il cosiddetto “effetto scia”) sul flusso eolico, mentre d’ora in poi, in seguito anche a una richiesta formulata da EDF-Luminus, questo aspetto sarà integrato nel servizio.L’utente ha espresso interesse nei confronti di varie opzioni, tra cui un numero maggiore di stazioni al suolo per la calibrazione in base all’importazione dei dati anemometrici per il calcolo dell’AEO e la possibilità di utilizzare nel calcolo dati reali relativi alla produzione per effettuare un raffronto oppure da impiegare nel caso di un’espansione del parco eolico. La prima versione non prevede ancora la possibilità di scegliere tra un sistema di coor-dinate e l’individuazione di un punto su una mappa o una fotografia aerea.

Testimonianza dell’utente: “Le prestazioni attuali del servizio sono in linea con le aspetta-tive. I risultati complessivi sono validi”.

Figura  1: mappa della densità di potenza eolica (W/m²) a 100 metri sul livello del terreno. (Immagine: 3E)

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repentini della radiazione solare, provocati dai cambiamenti della copertura nuvolosa. Tali fluttuazioni influiscono sulla stabilità della rete e sulla qualità della fornitura di elettricità in termini di frequenza e voltag-gio. Le ripercussioni aumentano man mano che cresce la quota di energia prodotta da sistemi FV sul totale della produzione, ed è per questo motivo che i gestori hanno bi-sogno di prevedere l’impatto di una quota maggiore di energia solare sulle proprie reti e di scoprire in che modo integrare l’energia solare nelle previsioni di carico e nei piani di funzionamento delle centrali elettriche tradizionali per una gestione efficace delle reti. Una conoscenza accurata del comporta-mento dell’energia solare al livello della rete elettrica è un requisito fondamentale per lo sviluppo di servizi energetici e per l’ottimiz-zazione del carico.

L’Università di Ulm (Germania) ha sviluppa-to un servizio denominato “Load balancing within electricity distribution grids enabling high penetration of photovoltaic power sy-stems” (ovvero, ottimizzare il carico nelle reti di distribuzione dell’elettricità per consenti-re un’elevata penetrazione dei sistemi solari fotovoltaici), che mira a fornire previsioni dell’energia prodotta da un insieme di siste-mi FV con l’obiettivo di aiutare i gestori delle reti a ottimizzare il carico elettrico, in modo da garantire la qualità della fornitura di elet-tricità. Finora, previsioni simili sono state formulate solo con modelli di rete virtuali.La Figura  2 rappresenta un’immagine ri-sultante dall’elaborazione dei dati acquisiti con un satellite a risoluzione spaziale estre-mamente elevata: sono visibili i tetti di un quartiere e i singoli sistemi FV facenti par-te di una sottorete a basso voltaggio. Per ognuno di questi sistemi viene prodotto un modello del rendimento elettrico, in modo da ottenere una mappa del potenziale di produzione. Tale mappa costituisce un input al metodo per la previsione della produzio-ne della sottorete. Gli altri sono le previsioni di vento e temperatura, in base ai modelli NWP, e della radiazione solare, in base a un altro servizio ENDORSE. La previsione for-mulata per ogni sottorete offre informazioni supplementari che possono essere integrate nel centro operativo di gestione della rete.

La capacità di rappresentare e prevedere le fluttuazioni al livello delle sottoreti è un pun-to di forza essenziale del servizio.

Il principale vantaggio del servizio è la mag-giore efficienza dei processi di pianificazione e gestione della rete. Una migliore cono-scenza delle previsioni per l’energia solare a livello locale riduce l’errore nelle previsioni di carico e, di conseguenza, migliora l’accu-ratezza della pianificazione e la prevedibilità del funzionamento della rete. Dal momento che servono investimenti per adattare la rete in modo da incrementare il numero dei siste-mi FV, questo servizio apporta conoscenze supplementari e consente un ritorno più si-curo sul denaro investito.

Il servizio per la biomassa delle aree boschiveAttualmente, la biomassa delle aree bo-schive è utilizzata per l’energia e le materie prime. Si prevede che l’impiego ai fini della produzione energetica aumenterà per sosti-tuire i combustibili fossili e che la coltivazione di boschi a rotazione rapida come fonti di biocarburante riceverà una maggiore atten-zione negli anni a venire.

Le foreste sono gestite da enti pubblici o agenzie private responsabili dell’elabora-zione delle politiche e delle strategie di gestione e sfruttamento. Per valutare il

I successi di Copernicus

Figura  2: elaborazione di un’immagine satellitare raf-figurante un quartiere alla periferia di Ulm. Si compone di 133 case, di cui 17 con impianti FV, per un totale di 221 kWp, un trasformatore di 630 kVA e un’area di 0,2 km2. (Immagine: Università di Ulm)

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potenziale di biomassa di una foresta a li-vello regionale si utilizzano principalmente fotografie aeree e sopralluoghi terrestri. Questi ultimi, in particolare, sono costosi, co-prono soltanto aree limitate e non possono essere svolti con una frequenza sufficiente a tenere traccia dei rapidi mutamenti a livel-lo di biomassa, caratteristiche che implicano conseguenze negative sulla completezza del monitoraggio e sull’efficienza della gestione.Cresce dunque l’interesse nei confronti di un metodo automatico e affidabile per stimare la crescita delle aree boschive, specialmente

se di grandi dimensioni. Il Centro aerospazia-le tedesco (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt - DLR) ha sviluppato un nuovo metodo per stimare il potenziale di biomas-sa sulla base di modelli numerici, immagini telerilevate e dati meteorologici e forestali. Il servizio realizza valutazioni regolari degli aumenti annuali della biomassa di superfi-cie sotto forma di strati compatibili con i GIS che esprimono la biomassa in tonnellate per ettaro alla risoluzione spaziale di 1 km e su base annuale (Figura 3). Tale servizio favorirà lo sviluppo sostenibile, economico ed ecolo-gico a livello regionale per quanto riguarda la produzione di legname ed energia.

Il metodo utilizza il modello di ecosistema terrestre BETHY. L’immissione di input di alta qualità è assicurata tramite la pre-ela-borazione dei dati: essendo ricavati da fonti diverse, i dati possiedono proprietà spaziali e temporali dissimili fra loro e devono per-tanto essere armonizzati mediante l’utilizzo di tecniche di fusione. Le campagne a terra producono dati estremamente accurati, che vengono dunque utilizzati come informazioni di riferimento per quantificare il rendimento dei risultati del modello.

Il vantaggio fondamentale di questo servi-zio consiste nella valutazione più frequente dell’aumento della biomassa delle foreste. La fornitura di informazioni armonizzate e pronte per i GIS consente di raggiungere un pubblico più ampio, ad esempio enti pubblici o agenzie private. Il potenziale di biomassa delle foreste, infine, viene fornito con una risoluzione spaziale e temporale su-periore rispetto ai processi tradizionali.

ConclusioniENDORSE ha collaborato con gli utenti locali per sviluppare dieci servizi per il settore delle energie rinnovabili in grado di recare benefici per le loro attività quotidiane. Sebbene esuli dallo scopo preciso di ENDORSE, attual-mente è in corso una collaborazione con gli utenti al fine di sviluppare una serie di servizi operativi. Il progetto ha inoltre dimostrato che lo sfruttamento dei servizi Copernicus e dei modelli e dei dati di Osservazione della Terra è un mezzo efficiente per fornire so-luzioni su scala regionale in cinque ambiti

Il punto di vista dell’utente

L’utente principale di questo servi-zio è SWU Netze GmbH, un’azienda di pubblica utilità di Ulm e Neu-Ulm (Germania). Attiva nel settore dell’e-nergia e dei trasporti, la società conta circa 100 dipendenti ed è responsabile della gestione di tre reti locali: idrica, elettrica e del gas.Entro il 2020, SWU intende affidarsi esclusivamente a fonti rinnovabili per coprire il 100% della domanda di elet-tricità delle utenze domestiche. I vari sistemi FV che l’azienda possiede e gestisce inviano la propria produzione alla rete a basso voltaggio: SWU deve trovare il modo di ottimizzare questa produzione (variabile) per garantire la qualità della fornitura.SWU si è detta soddisfatta del fatto che il modello prendesse in considerazione l’irradianza, la temperatura ambien-te e la velocità del vento e nel corso del progetto ENDORSE avrà anche la possibilità di selezionare essa stessa i parametri meteorologici.

Testimonianza dell’utente: ”Questo nuovo prodotto della ricerca è forie-ro di grandi miglioramenti. Nessuno dei sistemi precedenti può reggere il confronto”.

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I successi di Copernicus

Il punto di vista dell’utente

Il primo utente a testare questo servizio è stato il centro di competenza forestale di Eberswalde (Landeskompetenzzentrum Forst Eberswalde - LFE). La sfida era quella di elaborare nuove strategie per la gestione delle foreste alla luce del cambiamento climatico a livello locale, nazionale e internazionale. Dopo aver valutato i risultati su un’area della foresta del Brandeburgo, nel nord-est della Germania, l’LFE ha richiesto alcuni miglioramenti, in particolare riguardo all’ac-curatezza delle mappe realizzate e alla risoluzione spaziale (da aumentare fino a 300 m).

Testimonianza dell’utente: “I risultati preliminari sono piuttosto soddisfacenti. Il servizio potrebbe rivelarsi un efficiente strumento di consultazione pubblica e aiutare i gestori delle foreste a ottemperare alle politiche ambientali. Stimare la crescita dei soprassuoli forestali utilizzando metodi terrestri richiede molto lavo-ro. L’impiego di prodotti di telerilevamento ha dunque tutte le carte in regola per garantire un risparmio di tempo e denaro”.

Figura 3: aumento della biomassa di superficie delle foreste del Brandeburgo in tonnellate per ettaro tra il 2000 e il 2007 a una risoluzione di 1 km2. La mappa della copertura del suolo (Global Land Cover 2000, copyright Unione europea 2010) descrive le foreste (decidue, di conifere e miste) e la copertura non forestale (copertura erbacea, aree gestite, aree nude, aree urbane). (Immagine: DLR)

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(energia eolica, energia solare, ottimizza-zione del carico elettrico, biomassa e luce naturale). I servizi forniti hanno carattere di-mostrativo e intendono stimolare lo sviluppo di soluzioni analoghe in altre regioni. L’ultima

fase del progetto ENDORSE, prevista nel 2013, consiste proprio nell’incentivare tale sviluppo e nell’identificare altri utenti poten-zialmente interessati.

Claire Thomas ha conseguito la laurea in Elettronica, immagini e cibernetica all’Università Louis Pasteur di Strasburgo (Francia) nel 2002. Dopo un tirocinio di 6 mesi presso il National Severe Storm Laboratory (Oklahoma, USA), nel 2003 si è unita al gruppo di ricerca “Observation, Modélisation et Décision” presso Mines ParisTech, Sophia Antipolis (Francia), per iniziare la tesi di dottorato nell’ambito della fusione delle immagini (pan-sharpening). La tesi verteva sul

potenziamento della risoluzione spaziale delle immagini satellitari multispettrali mediante dati pancromatici a maggiore risoluzione spaziale. In seguito è entrata a far parte di un centro di ri-cerca specializzato in geografia ed elaborazione delle immagini a Rennes (Francia), occupandosi per 18 mesi dell’assimilazione dei dati per il rilevamento e il tracciamento delle tempeste su immagini Meteosat infrarosso. Da aprile 2009 lavora presso Transvalor S.A. (Sophia Antipolis), azienda responsabile della valorizzazione e della promozione dei risultati della ricerca di Mines ParisTech. Thomas si occupa della commercializzazione delle informazioni sulla radiazione solare derivate da immagini Meteosat ed è responsabile del pacchetto di lavoro per la diffusione dei risultati di ENDORSE, progetto di cui Transvalor fa parte.

Lucien Wald si è laureato in Fisica teorica all’Università Aix-Marseille II di Marsiglia (Francia) e all’Università Pierre e Marie Curie di Parigi (Francia) nel 1976-1977. Nel 1980 ha ottenuto un dottorato in telerilevamento a infrarossi dell’oceano presso l’Università Pierre e Marie Curie e nello stesso anno è entrato a far parte di Mines ParisTech (Sophia Antipolis). Nel 1985 ha ottenuto un dotto-rato di Stato (Doctorat d’Etat ès Sciences) sulle applicazioni del telerilevamento

all’oceanografia. Dal 1991, è professore ordinario presso Mines ParisTech. Wald ha concentrato le sue ricerche su matematica applicata, fusione dei dati e meteorologia e radiazione solare, ottenendo i premi Autometrics (1998) ed Erdas (2001) per i suoi articoli sulla fusione dei dati. La sua carriera nel campo delle tecnologie dell’informazione è stata riconosciuta nel 1996 con la celebre “Médaille Blondel”. Wald ha inoltre contribuito allo sviluppo dei metodi Heliosat per la valutazione della radiazione solare da immagini satellitari e ha istituito un’équipe per la loro gestione quotidiana e la produzione dei database HelioClim. È stato promotore del SoDa Service, un sistema collaborativo basato sul Web che offre ai professionisti l’accesso a decine di database e applicazioni forniti da istituti e aziende di tutto il mondo nel campo dell’energia solare. Ha collaborato con vari progetti europei ed è responsabile di ENDORSE.

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Le pressioni a cui sono sottoposti i sistemi idrici interni a causa dell’agricoltura, dello sviluppo economico e del cambiamento cli-matico sono considerevoli. Sul proprio sito Web, la direzione generale dell’Ambien-te della Commissione europea sottolinea che “l’acqua è vita”, in quanto “requisito fondamentale per la vita umana, anima-le e vegetale e risorsa indispensabile per l’economia”1. Gli Stati membri sono tenuti a riferire regolarmente alla Commissione europea sullo stato ambientale dei propri ecosistemi acquatici, il cui mantenimento e/o miglioramento è espressamente richie-sto da alcune direttive comunitarie, come la direttiva quadro sulle acque (Water Framework Directive – WFD).

1 http://ec.europa.eu/environment/water/in-dex_en.htm (in inglese).

Obblighi di monitoraggioLe attività che hanno un impatto sugli eco-sistemi acquatici sono soggette a obblighi di monitoraggio. Poiché i programmi di monitoraggio nazionali devono offrire una panoramica esaustiva e coerente dello stato delle acque di ogni bacino fluviale e di ogni bacino di raccolta di tipo lacustre, si fa pa-lese la necessità di produrre, con una certa frequenza, mappe ad alta risoluzione della qualità dell’acqua. La direttiva quadro sul-le acque richiede di determinare la qualità dell’acqua in base alle deviazioni dallo stato originario, che corrisponde alle condizioni inalterate di un ecosistema tipico specifico.

“I prodotti Copernicus sono strumenti preziosi per le autorità pubbliche nella ge-stione dei corsi d’acqua”

FRESHMON È UN PROGETTO COPERNICUS DELL’UNIONE EUROPEA (UE) CHE SI AVVALE DEI DATI DI OSSERVAZIONE DELLA TERRA PER FORNIRE SERVIZI DI INFORMAZIONE E MONITORAGGIO AD ALTA RISOLUZIONE RELATIVI ALL’ACQUA DOLCE. IL SUO OBIETTIVO PRINCIPALE CONSISTE NELL’ASSICURARE SERVIZI CONTINUI ED ESTESAMENTE UTILIZZATI PER IL MONITORAGGIO DELLE ACQUE INTERNE NEI FIUMI E NEI LAGHI EUROPEI. LE PRIME FASI DEL PROGETTO SONO SERVITE AD ARMONIZZARE I FORMATI DEI DATI, A DEFINIRE GLI STANDARD DI VALIDAZIONE E CONTROLLO QUALITÀ E A FORNIRE AGLI UTENTI FINALI I PRIMI SERVIZI IN MATERIA DI QUALITÀ DELL’ACQUA.

Un aiuto per gli enti locali, regionali e nazionali nell’attuazione delle direttive UE: i prodotti basati sull’Osservazione della Terra in materia di qualità dell’acqua

Di Thomas Heege e Karin Schenk*

I successi di Copernicus

* Articolo scritto in collaborazione con Kerstin Stelzer (Brockmann Consult) e Timo Pyhälahti e Sampsa Koponen (SYKE).

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Qualsiasi variazione dei parametri in esame, che si tratti di un segnale di allarme o di uno sviluppo desiderabile, deve essere docu-mentata. I prodotti basati sull’Osservazione della Terra sono in grado di migliorare la capacità di monitoraggio armonizzato dei diversi componenti dell’acqua a livello di

bacino idrografico per desumere gli impatti diretti sulla qualità dell’acqua e i mutamenti verificatisi negli ecosistemi acquatici: a ripro-va della loro utilità, le autorità fluviali li hanno già integrati nei processi di gestione dei cor-si d’acqua (si veda la sezione Testimonianze degli utenti Copernicus, pagg. 24-25).

Mappa della concentrazione di clorofilla nei laghi alpini realizzata utilizzando lo spettrometro MERIS con media risoluzione di 300 m. (Immagine: ESA; elaborazione: FRESHMON)

FRESHMON – un progetto Copernicus

I servizi in materia di qualità dell’acqua basati sull’Osservazione della Terra offrono soste-gno alle autorità locali, regionali, nazionali e comunitarie che si occupano della qualità delle acque interne nei fiumi e nei laghi. Il progetto FRESHMON prevede lo sviluppo di una nuova linea di servizi per la fornitura continua di prodotti basati sull’Osservazione della Terra, integrati con componenti di modellizzazione idrodinamica e in situ, per il monitoraggio della qualità dell’acqua.Il nucleo del consorzio è costituito da cinque partner di quattro paesi europei: EOMAP GmbH & Co.KG e Brockmann Consult GmbH (Germania), l’Istituto finlandese per l’am-biente (Finnish Environment Institute - SYKE), Water Insight BV (Paesi Bassi) e l’Istituto per la Ricerca sulle Acque nel Settore dei Politecnici Federali (Das Wasserforschungs-Institut des ETH-Bereichs - EAWAG, Svizzera).

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“I servizi Copernicus in ma-teria di qualità dell’acqua offrono sostegno alle auto-rità locali e regionali che si occupano della qualità delle acque interne nei fiumi e nei laghi”

I principali utenti di FRESHMONGli utenti dei servizi Copernicus sviluppati da FRESHMON sono le autorità locali, re-gionali e nazionali incaricate di coordinare e realizzare l’attuazione della direttiva quadro sulle acque e di altre direttive correlate.

Tra gli altri utenti figurano realtà private na-zionali e internazionali che si occupano di qualità dell’acqua e questioni affini. Grazie all’offerta di informazioni geografiche ad alta risoluzione spaziale sui parametri di qualità dell’acqua è infatti possibile sod-disfare numerose esigenze. Fra gli enti che usufruiscono già dei servizi offerti dal

progetto troviamo l’Azienda comunale di approvvigionamento idrico di Zurigo (Wasserversorgung Zurich, Svizzera), l’I-stituto per l’ambiente, le misurazioni e la conservazione della natura del Baden-Württemberg (Landesanstalt für Umwelt, Messungen und Naturschutz Baden-Württemberg, Germania), gli istituti federali tedeschi di idrologia (Bundesanstalt für Gewässerkunde - BfG) e per le opere idrau-liche (Bundesanstalt für Wasserbau - BAW), l’istituto di ricerca Deltares nei Paesi Bassi, l’Osservatorio di Tartu in Estonia, i centri di ricerca marina e sulle acque dolci del SYKE e il consorzio JVP/VET Combo in Finlandia.

Contributo all’attuazione della politica europea in materia di acqueL’obiettivo principale è la creazione di ser-vizi continui e generalmente accettati per il monitoraggio delle acque interne a livel-lo europeo. Tale scopo viene perseguito mediante una ricerca volta a migliorare e armonizzare le diverse metodologie basate

Il contenuto di sostanze in sospensione nei fiumi è regolarmente monitorato dalle autorità portuali e fluviali a causa del suo significativo impatto economico ed ecologico sui corsi d’acqua (porto di Rotterdam).

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La direttiva quadro sulle acque

“La direttiva quadro sulle acque istituisce un quadro giuridico per la tutela, e l’even-tuale ripristino qualitativo, delle acque pulite in tutta l’UE. La direttiva, che interessa sia le acque superficiali (comprese le acque costiere) sia le acque sotterranee, stabili-sce requisiti, approcci e principi comuni per la gestione delle acque nell’UE, lasciando ampio margine di manovra per quanto riguarda gli interventi a livello nazionale. Entro il 2015, gli Stati membri dovranno raggiungere un ‘buono stato delle acque’, defi-nizione che comprende parametri sia chimici (livelli di inquinamento) sia ecologici (salute degli ecosistemi). Ai sensi della direttiva, la gestione delle acque si basa sui bacini idrografici, che devono essere assegnati alle unità amministrative dei singoli di-stretti idrografici designati dagli Stati membri” (fonte: http://waterwiki.net/index.php/European_Union_Water_Framework_Directive).

Tra le caratteristiche da monitorare per la classificazione dello stato ecologico figurano elementi biologici quali la composizione, l’abbondanza e la biomassa del fitoplancton, misurati, ad esempio, tramite la concentrazione della clorofilla-a. Ai fini della classifica-zione, a sostegno di questi elementi biologici vengono utilizzati elementi idromorfologici (le variazioni della profondità dei laghi ecc.) o chimici e fisico-chimici (le condizioni ter-miche ecc.).

Il portafoglio di prodotti e servizi di FRESHMON

Attualmente, il portafoglio di FRESHMON comprende:

- Prodotti relativi alla qualità dell’acqua• Contenuto totale di sostanze in sospensione in rapporto alla riflessione (scattering)

delle particelle nella colonna d’acqua (mg/l)• Torbidità, strettamente correlata alla concentrazione di sostanze in sospensione in

unità nefelometriche di torbidità (Nephelometric Turbidity Unit - NTU)• Clorofilla-a come misura del fitoplancton (µg/l)• Sostanze gialle, ovvero le concentrazioni di sostanze organiche colorate disciolte in

(1/m)- Mappatura della profondità delle acque da 0 a 25 metri nelle acque limpide

In base alle necessità dell’utente, la gamma di prodotti può estendersi a:- Indicatori di fioritura algale- Copertura delle macrofite sommerse o composizione del fondale marino- Profondità di Secchi- Temperatura della superficie marina

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sull’Osservazione della Terra per la determi-nazione dei componenti e della profondità dell’acqua. FRESHMON si propone di svi-luppare una linea di prodotti e standard di validazione e gestione della qualità al con-tempo trasparenti e conformi alla direttiva INSPIRE (direttiva 2007/2/CE che istituisce un’infrastruttura per l’informazione territo-riale nella Comunità europea). Il progetto prevede inoltre la creazione di portali stan-dardizzati per il trasferimento dei dati e un processo di integrazione efficiente dei dati di Osservazione della Terra nei flussi di lavo-ro degli utenti. Per migliorare la valutazione dei processi spaziali e temporali nei laghi e nei fiumi, viene realizzata l’integrazione di componenti di trasporto e modellizzazio-ne idrodinamica con dati di Osservazione della Terra e in situ. FRESHMON mira a offrire ai suoi utenti finali una serie di

prodotti personalizzati, affidabili e sicuri basati sull’Osservazione della Terra. Le pros-sime fasi saranno incentrate sulla diffusione delle informazioni riguardanti il progetto, i suoi obiettivi, gli approcci seguiti, la rete di servizi e gli utenti finali e sull’istituzione di una rete europea di fornitori e utenti di servizi correlati alle acque interne.

Politiche dell’Unione europeaNumerose direttive comunitarie in materia di conservazione toccano da vicino anche FRESHMON: • Direttiva quadro sulle acque (2000/60/CE)• Direttive sulle acque di balneazione

(76/160/CEE e 2006/7/CE)• Direttiva quadro sulla strategia per l’am-

biente marino (2008/56/CE)• Direttive sul trattamento delle acque re-

flue urbane (91/271/CEE e 98/15/CE)

Mappa del contenuto totale di sostanze in sospensione nel Lago di Costanza realizzata utilizzando i dati satellitari di RapidEye con risoluzione di 5 metri. (Immagine: RapidEye; elaborazione: FRESHMON)

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• Direttiva “Nitrati” (91/676/CEE)• Direttive “Habitat” e “Uccelli” (rispetti-

vamente, 92/43/CEE e 79/409/CEE), che istituiscono la rete NATURA 2000

Il successo dei servizi di FRESHMON dipen-derà dalla qualità e dalla disponibilità di prodotti con un livello di dettaglio adegua-to (nel tempo e nello spazio) e acquisibili a

prezzi ragionevoli. Le immagini satellitari e i prodotti correlati dovranno essere utilizzati per molteplici scopi e rispondere esigenze di diversi utenti in modo da garantire prezzi competitivi. È pertanto necessario conseguire un’eleva-ta accettazione dei prodotti e una diffusione ottimale dei servizi, sia in Europa sia su scala globale.

Il dott. Thomas HEEGE, amministratore delegato di EOMAP GmbH & Co.KG, vanta oltre 15 anni di esperienza nell’ambito della consulenza tecnica e del te-lerilevamento acquatico. Prima di fondare EOMAP, ha lavorato come scienziato e project manager presso il Centro aerospaziale tedesco (Deutsches Zentrum für Luft- und Raumfahrt - DLR) e l’Università Tecnica di Monaco di Baviera. Da esperto nel campo del telerilevamento, con vari progetti al suo attivo in Asia, Australia ed Europa, sa trasformare in soluzioni pratiche le esigenze complesse e specifiche degli utenti. EOMAP è responsabile del coordinamento del pro-getto FRESHMON.

Karin SCHENK ha studiato geografia a Tubinga (Germania), specializzandosi in scienza del suolo, telerilevamento e sistemi informativi geografici. Dopo la tesi di laurea sullo studio dei sedimenti in Yemen, ha lavorato per un’azienda di telerilevamento a Monaco di Baviera occupandosi di vari progetti, tra cui il sistema integrato di gestione e di controllo (Integrated Administration and Control System - IACS). Da settembre 2011 lavora al progetto FRESHMON presso EOMAP GmbH & Co.KG.

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I successi di Copernicus

Il monitoraggio e la gestione dei rifiuti in EuropaI rifiuti, in base alla Direttiva Europea 2006/12/CE “Waste Framework Directive”, sono definiti come “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfa, ha de-ciso di disfarsi o abbia l’obbligo di disfarsi”.I rifiuti possono così classificati:1. Rifiuti pericolosi che di solito possiedono

una o più di quattro caratteristiche (in-fiammabilità, corrosività, radioattività, o tossicità)

2. Rifiuti non pericolosi3. Rifiuti inerti

Le differenze di terminologia hanno spinto a un’azione comune atta a stabilire una classifi-cazione standardizzata per la definizione dei rifiuti. L’Unione europea (UE) ha generato un unico catalogo che soddisfa le esigenze di

classificazione e di definizione di tutti i rifiuti, la cui versione finale è entrata in vigore il 1° gennaio 2002 con la decisione 2001/118/CE della Commissione europea (come modifica-ta dalla 2001/119/CE).I rifiuti possono essere smaltiti in vari modi, mediante discariche, incenerimento, rici-claggio, trattamento meccanico biologico (digestione anaerobica e/o compostaggio), la pirolisi e la gassificazione al plasma ad arco.La gestione dei rifiuti non pericolosi di ori-gine residenziale e istituzionale nelle aree urbane, compresa la raccolta, lo smaltimento e gli aspetti di pianificazione, è solitamente di competenza delle autorità governative locali.A livello nazionale, la normativa comunitaria (Direttiva del Consiglio 75/442/CEE relativa ai rifiuti) prevede che ogni Stato membro

A LIVELLO MONDIALE LA CRESCENTE PRODUZIONE DI RIFIUTI STA DIVENTANDO UNA TEMATICA

ESTREMAMENTE COMPLESSA DA AFFRONTARE. LA GESTIONE DEI RIFIUTI È INFATTI UNO DEI PRO-

BLEMI AMBIENTALI PIÙ CRITICI CHE LA SOCIETÀ MODERNA SI TROVA AD AFFRONTARE. RECENTI

NORMATIVE INTERNAZIONALI E NAZIONALI STANNO CERCANDO DI DEFINIRE SCENARI SOSTENIBILI

CHE IMPEDISCANO O TENDANO A RIDURRE GLI EFFETTI NEGATIVI SULL’AMBIENTE DOVUTI AL TRAT-

TAMENTO DEI RIFIUTI E AL LORO SMALTIMENTO.

QUESTI ELEMENTI NEL LORO COMPLESSO RENDONO I DATI DI OSSERVAZIONE DELLA TERRA DALLO

SPAZIO UNO STRUMENTO CHIAVE PER IL MONITORAGGIO E LA GESTIONE DI UNA VASTA GAMMA DI

QUESTIONI RELATIVE ALLA GESTIONE DEI RIFIUTI.

PLANETEK ITALIA S.R.L. HA PREDISPOSTO UN SERVIZIO DI MAPPATURA E DI MONITORAGGIO DEI RIFIUTI

PER MIGLIORARNE LE PRATICHE DI GESTIONE ED AL TEMPO STESSO INDIVIDUARE LE DISCARICHE

ABUSIVE MEDIANTE DATI DI OSSERVAZIONE DELLA TERRA DA SATELLITE. LA STRETTA COLLABORA-

ZIONE CON GLI UTILIZZATORI FINALI HA PERMESSO A PLANETEK ITALIA DI RACCOGLIERE IN MODO

CHIARO LE LORO ESIGENZE, PER MEGLIO SUPPORTARLI NELLA FORNITURA DI PRODOTTI AD HOC

COMPLETAMENTE INTEGRABILI NEI LORO PROCESSI DI LAVORO.

Wastemon, un servizio di monitoraggio dei rifiuti mediante dati di Osservazione della Terra da satellite

Di Daniela Drimaco

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elabori uno o più piani di gestione dei rifiuti, in conformità con le pertinenti direttive UE, che vengono attuati dalle autorità regionali o locali. Ogni singolo Stato membro ha il dovere di applicare i principi di queste diret-tive nel momento in cui va ad implementare un sistema nazionale di gestione dei rifiuti.Gli Stati membri dell’UE sono tenuti per leg-ge a identificare tutti i siti di smaltimento dei rifiuti, effettuare un’analisi del rischio e poi definire un ordine di priorità per le attività di bonifica, ove necessario.

“La gestione dei rifiuti non pericolosi di origine resi-denziale e istituzionale nelle aree urbane, compresa la raccolta, è solitamente di competenza delle autorità governative locali.”

Il monitoraggio e la gestione dei rifiuti in ItaliaIl decreto “Ronchi” (Normativa sui rifiuti 22/97), emanato nel febbraio 1997, e le sue successive revisioni, disciplinano la questio-ne dei rifiuti a livello nazionale, vietando le discariche incontrollate e prevedendo che ogni regione predisponga un piano di ge-stione dei rifiuti. Nonostante la direttiva UE del 1999 che limita l’uso delle discariche, lo smaltimento in discarica rimane il metodo principale di smaltimento dei rifiuti in Italia. Inoltre, la presenza di un elevato livello di discariche abusive ha portato a numerose condanne da parte della Corte di Giustizia Europea (CGE) nel 2007. Il problema delle discariche è particolarmente sentito nel Sud Italia, dove si annovera il maggior numero di discariche illegali.In Puglia il piano di gestione dei rifiuti si pro-pone di combattere l’abbandono, lo scarico e lo smaltimento incontrollato dei rifiuti. Le pratiche correnti per il monitoraggio dei ri-fiuti nella regione includono:• Attività di ispezione e monitoraggio che

vengono svolte da dipartimenti provinciali con competenze locali

• Un registro regionale dei rifiuti che è in fase di attuazione

• L’implementazione di un database delle discariche abusive

In questo scenario europeo e nazionale, Planetek Italia s.r.l, ERA-Maptec Ltd. ed EBA Engineering Consultants sono coinvolti in un progetto europeo finanziato dall’Agen-zia Spaziale Europea (ESA), denominato Wastemon, mirato a supportare le pratiche di gestione e monitoraggio dei rifiuti.

WastemonIl progetto Wastemon (“Monitoraggio dei Rifiuti”) assicura la mappatura dei rifiuti e ser-vizi di monitoraggio volti al miglioramento della qualità ambientale, alla protezione del-la salute umana e all’aumento dell’efficienza nella gestione dei rifiuti in Europa e Canada.L’ARPA Puglia (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione dell’Ambiente), organo tecnico della Regione Puglia respon-sabile del monitoraggio delle discariche e dei siti contaminati, è l’utente italiano che beneficia dei risultati di Wastemon come strumento di supporto per garantire la con-formità alle direttive europee, italiane e regionali..

L’offerta di servizi Wastemon Wastemon fornisce un servizio di mappatura delle discariche e di monitoraggio volto a mi-gliorare la qualità dell’ambiente, la protezione della salute umana e l’aumento dell’effi-cienza nella gestione dei rifiuti in Europa e Canada. I servizi si basano sull’utilizzo di dati telerilevati da satellite e sull’esperien-za di analisti territoriali di elevato profilo scientifico.

Le autorità locali e regionali sono spesso responsabili per la gestione dei rifiuti. Al di là dell’inquinamento visivo che esso rappresenta, lo smaltimento illegale di rifiuti ha an-che un impatto sugli ecosistemi locali. (Immagine: Carla Antonini)

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Wastemon sfrutta immagini satellitari iper-spettrali e termiche ad altissima risoluzione e, in misura minore, tecniche di interfero-metria differenziale con radar ad apertura sintetica (InSAR). Queste tecnologie ven-gono applicate sia per individuare aree che potenzialmente presentano rifiuti interrati e di superficie che per attività di monitoraggio di discariche attive.In base all’analisi dei requisiti utente e delle opportunità di business dei dati di Osservazione della Terra nel campo dei rifiu-ti, sono stati definiti quattro differenti servizi:• Servizio 1A - Individuazione di siti con po-

tenziali discariche interrate• Servizio 1B - Supporto alle indagini in situ

ed al monitoraggio di discariche interrate ufficialmente riconosciute

• Servizio 2 - Individuazione di siti con po-tenziali rifiuti in superficie

• Servizio 3 - Mappatura discariche attive

Primi risultati di Wastemon e feedback dell’utenzaPlanetek Italia ha sviluppato alcuni dei sud-detti servizi realizzando prodotti per un Comune situato 30 km a sud-est di Bari, in Puglia.L’estensione della zona di test è di circa 130 km2 ed è caratterizzata da un’area ur-bana che copre circa il 10% del territorio comunale; la maggior parte del territorio

I successi di Copernicus

Il progetto Wastemon ARPA Puglia

ARPA Puglia ha manifestato l’interesse e la volontà di utilizzare tecnologie innovative di Osservazione della Terra per il monitoraggio delle discariche, auspicando di integrare i prodotti Wastemon nei sistemi di monitoraggio dei rifiuti utilizzati abitualmente. In particolare l’utente intende sfruttare i risultati del progetto per adottare una strategia di prevenzione e di monitoraggio delle discariche abusive a livello comunale. I risultati del progetto sono quindi compatibili con la strategia di ARPA Puglia per il monitoraggio dei rifiuti.L’interesse degli utenti è in particolar modo focalizzato sul monitoraggio delle discariche interrate o vicine alla superficie, discariche illegali di pneumatici e per lo smaltimento di rifiuti industriali.I prodotti specifici richiesti da ARPA Puglia sono brevemente descritte nella tabella seguente.

Servizi Requisiti dei Prodotti

Rifiuti sepolti o vicino alla superficie Ubicazione ed estensione delle discariche di rifiuti con terriccio argilla o pietra arenaria

Rifiuti di superficie Ubicazione, estensione e descrizione dei rifiuti di superficie (per lo più discariche industriali)

Rifiuti di superficie Ubicazione ed estensione di eventuali discariche abusive di pneumatici

Tabella 1 Specifiche di prodotto espresse da ARPA Puglia

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restante è coperta da frutteti, uliveti e semi-nativi. Come spesso accade nel Sud Italia, questa zona è interessata da fenomeni di smaltimento illegale dei rifiuti che spesso si verificano in aree di aperta campagna.Di seguito sono descritti i passi della pro-cedura implementata da Planetek Italia e testata in Puglia.

• Step 1 Richiesta dei prodottiARPA Puglia e l’Ufficio locale per la Pianificazione Urbana del Comune hanno richiesto un servizio di individuazione di potenziali siti illegali di rifiuti nella zona di interesse nel sud-est barese. Planetek Italia ha verificato che la richiesta potesse essere soddisfatta dopo un’analisi sulla disponibilità dei dati (dai satellitari ad altissima risoluzione e dati ancillari sul sito di test) e delle necessarie tecnologie.

• Step 2 Analisi di fattibilitàDopo la verifica della disponibilità dei dati di input necessari, Planetek Italia ha analizzato la fattibilità della richiesta da parte del cliente e ha definito gli aspetti economici.

• Step 3 Acquisizione dei dati di inputPer la fase di test del servizio, nell’aprile 2011 sono state acquisite immagini sia pancromatiche che multispettrali dal sa-tellite WorldView-2.L’utente ha, a sua volta, messo a dispo-sizione dati ancillari utili per la fase di “integrazione”. Nella fase di test è stata fornita una versione della carta di coper-tura del suolo aggiornata a luglio 2011 ed un’ortofoto del 2006.

• Step 4 Elaborazione dei dati di Osservazione della Terra e Step 5 Analisi integrata dei datiLe fasi “Elaborazione dei dati di Osservazione della Terra”, insieme ad “Analisi integrata dei dati” e a “Validazione del Prodotto” hanno rappre-sentato le componenti fondamentali della catena del servizio.Come pr imo passo, l ’ immagine WorldView-2 è stata corretta geometrica-mente nel sistema di riferimento UTM33 WGS84.

Successivamente l’immagine corretta è stata sottoposta ad un processo di seg-mentazione, in un ambiente software di classificazione object-based, per produrre un insieme di oggetti spettralmente omo-genei. Basandosi sulla risposta spettrale dei siti campione nella zona con presenza di rifiuti è stata quindi eseguita una classi-ficazione ad oggetti.Per filtrare tali risultati preliminari sono sta-te utilizzate le informazioni di copertura del suolo ed il reticolo stradale, costruen-do così una sorta di mappa di probabilità basata su criteri selettivi (es. distanza dalla rete stradale <100m; distanza dalle discariche esistenti, ecc.). La concorrenza dei parametri relativi ai criteri precedenti rende molto basse le probabilità d’erro-re e permette di confermare la presenza di discariche rilevate su mappa attraver-so il preliminare trattamento dei dati di Osservazione della Terra.

• Step 6 Validazione del prodottoLa fase 6 “Validazione del prodotto” è stata implementata e testata per garantire un’adeguata precisione spaziale e tema-tica dei dati di Osservazione della Terra in output.Una prima verifica di controllo è stata eseguita a schermo, mediante analisi qualitativa sulla base dell’immagine VHR

Subset del sito di prova attestante l’output del processa-mento automatico (in rosso) e la perimetrazione finale di una discarica di rifiuti illegale (in giallo). L’immagine World-View2 permette di identificare e riconoscere le tracce del trasporto illegale di materiale al sito. (Immagine: Planetek Italia s.r.l.)

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disponibile su tutta l’area di interesse (im-magine WorldView-2 e ortofoto).In seguito è stato eseguito un rilievo in pieno campo per valutare la plausibilità del risultato di uscita. Nella Figura 2, ac-quisita nel corso dell’indagine in campo, è chiaramente evidente la presenza di di-scariche abusive.Su oltre dieci siti potenzialmente illegali di rifiuti mappati nella zona di interesse, è stata effettuata una verifica in campo per cinque siti campione. L’indagine in campo ha confermato la presenza di discariche per quattro siti su cinque, con una accu-ratezza finale pari all’80%.

“L’Ufficio Urbanistica del Comune ha ritenuto il pro-dotto un mezzo efficace per ottimizzare l’attività corren-te di monitoraggio”

• Step 7 Predisposizione del prodottoLa mappa dei siti con presenza potenziale di rifiuti è stata prodotta utilizzando un lay-out standard in ambiente GIS (Figura 3) ed è stata fornita corredata da una relazione tecnica che descrive la caratterizzazione della zona in esame, con riferimento al particolare evento critico che colpisce il sito.

I successi di Copernicus

Esempio di mappa delle discariche in superficie prodotta per un sito pugliese. (Immagine: Planetek Italia s.r.l.)

Evidenze di aree con presenza di rifiuti a confronto con le fotografie scattate durante i rilievi in campo. (immagine: Planetek Italia s.r.l.)

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• Step 8 Consegna del prodottoLa mappa delle aree con rifiuti è stata infine consegnata all’utente via FTP e su supporto DVD. La consegna è stata seguita da una presentazione dei risul-tati all’utente finale, al fine di illustrare il contenuto del prodotto e raccogliere feedback sulla qualità delle informazioni estratte dall’integrazione e analisi dei dati.

I vantaggi per gli utenti del servizio WastemonGli utenti finali coinvolti nel progetto Wastemon sono enti responsabili per il mo-nitoraggio ambientale sia a scala regionale (ARPA Puglia) che a scala locale (Comune, Ufficio per la Pianificazione Urbanistica).Al termine dell’attività di test, il prodotto risultante è stato consegnato direttamente all’utente, l’Ufficio Urbanistica del Comune, al fine di raccogliere la prima impressione sulla qualità della produzione. L’Ufficio è sta-to coinvolto nell’aggiornamento del quadro

ambientale locale e il prodotto Wastemon ha rappresentato un contributo importante per comprendere l’evoluzione del territorio a livello locale. L’utente si è dichiarato mol-to interessato ai risultati ottenuti, ritenendoli utili strumenti di supporto per l’aggiorna-mento cartografico. Il prodotto derivato dal dato satellitare è stato considerato un mez-zo efficace per ottimizzare l’attività corrente di monitoraggio e come strumento com-plementare per affrontare i fenomeni più frequenti di sfruttamento illegale delle risor-se del territorio.

Il risultato finale è stato così recepito come uno strumento molto utile per prendere de-cisioni operative e rigorose in maniera più precisa, veloce ed economica. Inoltre, la perfetta integrazione dei prodotti finali negli abituali flussi di lavoro dell’utenza ha per-messo al cliente di apprezzare ulteriormente i risultati e comprendere meglio la potenzia-lità dei dati di Osservazione della Terra.

Daniela DRIMACO si è laureata in Ingegneria delle Telecomunicazioni nel 2005 all’Università Federico II di Napoli. Da luglio 2006 a febbraio 2007 ha svolto un periodo di formazione professionale in Planetek Italia s.r.l., Bari, durante il quale ha seguito un tirocinio presso il centro ESRIN, Agenzia Spaziale Europea, Frascati, focalizzato sull’utilizzo delle tecnologie di Osservazione della Terra e WebGIS per le applicazioni di monitoraggio e gestione dell’ambiente. Da marzo 2007 lavora in Planetek Italia s.r.l. come Business Development Manager R&D, occupandosi delle proposte di progetti dal punto di vista tecnico ed economico

e seguendo le principali attività di R&D nell’ambito dell’Osservazione della Terra portate avanti dalla Commissione europea, dall’Agenzia Spaziale Europea, dall’Agenzia Spaziale Italiana e dagli istituti nazionali e locali.

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I successi di Copernicus

Sono poche le tematiche ambientali più urgenti dell’approvvigionamento costante di acqua dolce. A causa del cambiamento climatico, infatti, la disponibilità e la distri-buzione dell’acqua dolce si fanno sempre più incerte. Per questo, conoscere le enormi risorse idriche “nascoste” nella neve e nei ghiacciai diventa un fattore determinante nella pianificazione per il futuro. Il possibi-le esaurimento dell’acqua negli ambienti coperti da neve e ghiaccio può avere ef-fetti non indifferenti sul consumo umano, sull’agricoltura, sulla generazione di energia idroelettrica e su molte altre attività, per non parlare, poi, del ruolo che l’acqua svolge nel contesto degli ecosistemi e della diversità biologica.Il progetto CryoLand (2011-2015), soste-nuto dal Settimo programma quadro (FP7) dell’Unione europea, sviluppa e realizza prodotti integrati e completi per il monito-raggio e la gestione delle risorse di neve e ghiaccio. Facendo leva sui dati satellitari di Osservazione della Terra e sulle misurazioni in situ, il progetto crea e fornisce a clienti attivi in diversi campi di applicazione una se-rie di prodotti, fra cui l’estensione dei manti nevosi stagionali, la mappatura delle zone in cui la neve è in fase di fusione, informazioni statistiche sulla neve per i bacini di dre-naggio, i profili dei ghiacciai, le mappe dei ghiacciai (aree coperte da neve e ghiaccio) e l’estensione del ghiaccio lacustre e fluviale.

La neve e il ghiaccio sono caratterizzati da un’elevata variabilità temporale e spazia-le. I manti nevosi stagionali dipendono da condizioni meteorologiche a breve termine, ma anche le variazioni su base stagionale e annuale risultano essenziali ai fini del moni-toraggio idrologico e climatico. A causa di questa variabilità, eseguire controlli incrociati e sovrapposizioni utilizzando dati temporali e spaziali ad ampio spettro è fondamentale per gestire l’acqua proveniente da manti ne-vosi in fase di fusione e per valutare gli effetti del cambiamento climatico.

“CryoLand propone un ser-vizio autosufficiente per migliorare la gestione delle risorse di neve e ghiaccio”

I satelliti si rivelano uno strumento eccel-lente per il monitoraggio dei ghiacciai, dei manti nevosi stagionali e delle loro proprie-tà fisiche, perché garantiscono osservazioni accurate che permettono non soltanto di aiutare la ricerca sul cambiamento climatico, ma anche di contribuire al benessere socio-economico di grandi comunità. Servizio a valore aggiunto, CryoLand riceverà dati di Osservazione della Terra direttamente dalla componente spaziale di Copernicus e da al-tre missioni satellitari. In base a questi dati, il progetto elaborerà, attiverà e convaliderà

IL PROGETTO CRYOLAND SI PROPONE DI SVILUPPARE E COLLAUDARE UN SERVIZIO DI MONITORAGGIO DELLA NEVE E DEI GHIACCI TERRESTRI BASATO SUI DATI DI OSSERVAZIONE DELLA TERRA, COMPRESI QUELLI RACCOLTI DAI SATELLITI “SENTINELLE” DI COPERNICUS PRESTO IN ORBITA. TOTALMENTE INTEGRATO E DEDICATO A UN’AMPIA TIPOLOGIA DI UTENTI, IL SERVIZIO INTENDE OFFRIRE, QUASI IN TEMPO REALE, UNA SERIE DI PRODOTTI PIENAMENTE CONVALIDATI E DISPONIBILI A VARI LIVELLI (DA QUELLO LOCALE A QUELLO CONTINENTALE) NEL CAMPO DELLA NEVE E DEI GHIACCI TERRESTRI. CRYOLAND HA LE POTENZIALITÀ PER OCCUPARSI IN TOTO DELLA COMPONENTE RELATIVA ALLA CRIOSFERA DEL SERVIZIO COPERNICUS DI MONITORAGGIO DEL TERRITORIO.

CryoLand, il servizio Copernicus di monitoraggio della neve e dei ghiacci terrestri

Di Thomas Nagler

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un servizio standardizzato e sostenibile sul monitoraggio di aree innevate, ghiacciai e ghiacci lacustri e fluviali che permetterà di raggiungere le parti interessate in diversi settori (come la generazione di energia idro-elettrica, la gestione delle risorse idriche, la sicurezza e la gestione del traffico stradale, ferroviario e fluviale, l’edilizia e la geotec-nica, l’industria del turismo, l’ecologia e la gestione dell’agricoltura).

Prodotti geospaziali correlati alle risorse di neve e ghiaccioCryoLand propone un servizio autosufficien-te per migliorare la gestione delle risorse di neve e ghiaccio in svariati campi di applica-zione. I requisiti dei prodotti relativi a neve

e ghiaccio per le diverse applicazioni sono stati raccolti nel corso di numerosi workshop svoltisi nel 2011, ai quali hanno partecipato più di 60 organizzazioni attive in settori quali la gestione delle risorse idriche, la previsione delle inondazioni, la meteorologia, la gene-razione di energia idroelettrica, l’ecologia e l’agricoltura. Per elaborare prodotti in questo contesto è infatti necessario seguire metodi e linee di produzione sviluppati dagli scien-ziati e dai tecnici dei partner del progetto, ottimizzandoli nell’ambito di CryoLand al fine di soddisfare le esigenze dei diversi utenti. Le specifiche dei prodotti e le priorità di at-tuazione sono state decise in collaborazione con gli utenti durante un incontro svoltosi a Stoccolma (Svezia) nel maggio 2012.

Mappa della neve frazionaria per la regione delle Alpi (2 aprile 2011) basata su dati satellitari del MODIS. Le linee blu delineano i bacini di drenaggio specificati dai servizi idrologici regionali austriaci. Le informazioni statistiche sulla neve per ciascun bacino vengono calcolate a richiesta. Qui viene illustrato un esempio di area innevata/curva di elevazione ed estensione nevosa per classi di aspetto del bacino di drenaggio di Mittersill, in Austria. (immagini: ENVEO)

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I successi di Copernicus

“I prodotti di CryoLand sod-disfano le esigenze di un ampio ventaglio di utenti, dalle autorità locali all’indu-stria del turismo”

I prodotti relativi alla neve che godono della massima priorità nell’ambito del servizio di CryoLand sono l’estensione della copertura nevosa, l’equivalente in acqua della neve (attualmente disponibile a una risoluzione spaziale ridotta) e le aree innevate in fase di fusione. Tra i prodotti di follow-up troviamo invece l’umidità della neve, la temperatura di superficie e le mappe di albedo spettra-le. I prodotti relativi all’estensione dei manti nevosi sono disponibili dal livello regionale a quello continentale e si basano su dati ottici satellitari con elevata risoluzione spaziale (ad esempio ASTER, Landsat TM/ETM+, SPOT e, prossimamente, Sentinella 2) e sensori ottici con media risoluzione (ad esempio MODIS e, prossimamente, Sentinella 3). Migliorare la mappatura delle aree innevate in ambienti diversi è possibile mediante l’in-tegrazione di dati territoriali accurati forniti dal servizio di monitoraggio del territorio di Copernicus negli algoritmi di reperimento della copertura nevosa frazionaria (fractional

snow cover - FSC)1. Oltre ai prodotti utilizzati a livello regionale, il team del progetto sta lavorando a un prodotto paneuropeo piena-mente convalidato sull’estensione nevosa. Ai fini della modellizzazione del deflusso della neve sciolta, sono necessarie informazioni aggiornate sull’estensione delle aree inne-vate in fase di fusione. Per la loro mappatura ci si avvale di un metodo automatizzato ba-sato sulle immagini ricevute da radar ad apertura sintetica (Synthetic Aperture Radar – SAR). A causa della loro elevata variabi-lità temporale e spaziale, le nevi stagionali vengono monitorate su base quotidiana. La fornitura tempestiva dei prodotti agli utenti si basa sull’invio al centro di elaborazione di CryoLand di flussi di dati ben definiti e otti-mizzati da parte dei fornitori di dati satellitari.

I prodotti di CryoLand relativi ai ghiacciai si basano su dati multispettrali e ad alta riso-luzione spaziale, ottici e SAR. Le linee guida

1 Questo tipo di mappatura consente di risolvere il problema della bassa risoluzione spa-ziale delle immagini acquisite dai satelliti con copertura quotidiana. Esistono diversi algoritmi FSC, con una sfida comune: mappare la neve nelle zone boschive, compito reso difficile dagli effetti delle coperture vegetali.

Confini dei ghiacciai (linee rosse) ed estensione di neve e ghiaccio in tarda estate, Alpi dell’Ötztal, 31 agosto 2009. Aree co-perte da neve (in azzurro) e ghiaccio (in blu scuro) in base a dati Landsat-5 TM (R-G-B: bande TM 5-4-3). (Immagine: ENVEO)

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seguite per il formato e l’elaborazione di tali prodotti sono conformi agli standard internazionali definiti dal programma per la misurazione globale dei ghiacci terrestri dallo Spazio (Global Land Ice Measurement from Space – GLIMS). Il prodotto principa-le consiste nella definizione dei confini dei ghiacciai. Seguono le mappe delle aree coperte da neve e ghiaccio, le velocità del ghiaccio e le mappe dei laghi glaciali. I confini, che definiscono l’area totale dei ghiacciai, rappresentano un’informazione fondamentale, necessaria anche per ricavare altri prodotti a partire da immagini satellitari. Nelle linee di produzione vengono utilizzate immagini satellitari ottiche multispettrali ri-cevute da sensori ad alta risoluzione spaziale (SPOT 5, IKONOS, Landsat ETM+, ASTER ecc.). Le sequenze temporali dell’estensio-ne di neve e ghiaccio nei ghiacciai durante la fase di fusione (fornite dal progetto) sono di vitale importanza per il calcolo del contri-buto idrico derivante dalla fusione e per la stima dell’equilibrio di massa dei ghiacciai. A fine estate, il rapporto fra l’estensione dell’area coperta da neve e quella coperta da ghiaccio è un indicatore del bilancio di massa annuale di un ghiacciaio, una variabile climatica essenziale. Per determinare e pre-vedere la risposta dinamica di un ghiacciaio al cambiamento climatico sono necessari dati sui movimenti del ghiaccio. Le imma-gini SAR a passaggio ripetuto consentono di eseguire una mappatura estremamente precisa di tali movimenti mediante tecniche di elaborazione differenziale.Tra i prodotti principali relativi al ghiaccio lacustre e fluviale troviamo l’estensione e la

concentrazione del ghiaccio e la copertura nevosa sul ghiaccio lacustre, tutti derivati da dati satellitari ottici. Le informazioni sulla copertura di ghiacci lacustri e fluviali sono an-che ottenute mediante dati SAR. Inoltre, gli utenti sono interessati alla profondità della neve e all’equivalente in acqua della neve sul ghiaccio lacustre. Per questi elementi sono allo studio algoritmi basati su dati passivi a microonde con bassa risoluzione spaziale. Per quanto riguarda i prodotti relativi alla temperatura di superficie di neve e ghiac-cio, sono disponibili prototipi di algoritmo.Un compito importante di CryoLand con-siste nel convalidare pienamente i prodotti e le linee di produzione e fornire stime sul rendimento e sull’incertezza dei servizi. A

Campo di velocità del ghiaccio in base a dati multitempo-rali di TerraSAR-X e correlazione incrociata delle immagini, Breidamerkurjokull, Islanda. (immagine: ENVEO)

Serie temporali relative all’estensione del ghiaccio lacustre presso il lago Peispi (Estonia) derivate da dati satellitari ottici. (Immagini: Finnish Environment Institute/SYKE)

Mappa della neve in fase di fusione (in rosso) nella zona delle Alpi orientali (9  giugno 2006), derivata da dati ENVISAT ASAR Image Mode sovrapposti a un’immagine di ampiezza ASAR. (Immagine: ENVEO)

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I successi di Copernicus

seconda della natura del prodotto, vengo-no svolte attività di convalida e valutazioni di rendimento mediante dati satellitari con risoluzione spaziale molto elevata, disponi-bili tramite il meccanismo Copernicus Data Warehouse, o le misurazioni in situ disponi-bili presso i partner o gli utenti.

Flussi di dati ben congegnatiLe fasi di progettazione, sviluppo e attuazio-ne dell’intera rete di servizi relativi alla neve e al ghiaccio sono state concepite con un ele-vato livello di interoperabilità, in conformità con la direttiva INSPIRE e il sistema GEOSS, nonché con il servizio di monitoraggio del territorio e il sistema di accesso ai dati della componente spaziale di Copernicus e l’ac-cesso ai dati di riferimento e in situ richiesti. A causa delle rapide variazioni temporali dei parametri relativi a neve e ghiaccio, ai fini di una fornitura tempestiva di prodotti aggiornati è necessario disporre di linee di produzione pienamente automatizzate e di flussi di dati ben congegnati. I servizi di CryoLand vengono offerti da vari fornitori di servizi, tutti con grande esperienza nel

telerilevamento nel campo della neve e del ghiaccio. Il sistema di servizi è congegnato in modo tale da permettere una fornitura standardizzata di servizi online consultabili da clienti attivi in diversi settori per una faci-le e diretta integrazione delle funzioni e dei prodotti di CryoLand nel sistema informativo geografico (Geographic Information System – GIS), negli strumenti di modellizzazione e negli ambienti di supporto ai processi de-cisionali dell’utente. Grazie a esaurienti collaudi e verifiche dei prodotti e dei servizi in ambienti preoperativi, è garantito il rispet-to di procedure e protocolli rigorosi ai fini della convalida e della qualifica.

“Gli utenti sono interessati alla profondità della neve e all’equivalente in acqua della neve sul ghiaccio lacustre”

Il sistema dei servizi di CryoLandI prodotti in sé e per sé sono importanti, ma garantire una fornitura tempestiva ed efficiente lo è altrettanto. L’architettura del

Flusso di dati dei servizi di CryoLand.

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sistema del progetto assicura che i suoi pro-dotti siano resi disponibili agli utenti tramite meccanismi moderni ed efficaci per la distri-buzione delle informazioni e l’accesso ai dati con interfacce ben definite. La progettazione del sistema dei servizi di CryoLand segue le raccomandazioni dell’azione di sostegno a GEOSS, INSPIRE e GMES (GEOSS, INSPIRE and GMES, an Action in Support – GIGAS) e applica il modello di riferimento del con-sorzio geospaziale aperto (Open Geospatial Consortium – OGC) relativo a un’elaborazio-ne aperta e distribuita. Le interfacce vengono definite e implementate in modo da con-sentire l’integrazione diretta dei prodotti di CryoLand nei sistemi GIS, negli strumenti di

modellizzazione e negli ambienti di supporto ai processi decisionali. Inoltre, il sistema per-mette la fornitura di informazioni per intervalli spaziali e temporali specificati direttamente dall’utente, senza che vi sia la necessità di scaricare file di grandi dimensioni contenenti soltanto una piccola quantità di informazioni pertinenti. Gli strumenti per l’elaborazione e l’estrapolazione delle informazioni a richie-sta, ad esempio il calcolo dell’estensione nevosa in un bacino di drenaggio, vengono ottimizzati in collaborazione con gli utenti. Lungi dall’essere un servizio fisso, in futuro CryoLand verrà migliorato e ampliato con l’o-biettivo di soddisfare le esigenze degli utenti presso le istituzioni partner.

Thomas NAGLER, amministratore delegato di ENVEO, ha una laurea in Meteorologia e Geofisica e un dottorato ottenuto presso la facoltà di Scienze naturali (rispettivamente nel 1991 e nel 1996) dell’Università di Innsbruck (Austria). Dal 1991 al 2004 è stato ricercatore all’Istituto di Meteorologia e Geofisica della stessa università. Nel 2001 ha fondato ENVEO (Environmental Earth Observation IT GmbH), con sede a Innsbruck, azienda in cui ha assunto anche il ruolo di amministratore delegato. Fra le sue principali attività di ricerca figurano le firme spettrali a microonde e i metodi di inversione per il recupero

dei parametri relativi a neve e ghiaccio, le applicazioni satellitari per l’idrologia e la ricerca sulla criosfera, il monitoraggio dei rischi naturali e l’assimilazione dei prodotti di telerilevamento nei modelli dei processi geofisici. Nagler è stato leader di progetto nell’ambito di progetti ESA e FP6 dell’UE e di progetti di ricerca nazionali. Attualmente è coordinatore del progetto Copernicus CryoLand. Ha coordinato e/o partecipato a numerose spedizioni scientifiche nelle Alpi, in Patagonia e in Antartide e ha partecipato a campagne internazionali sul campo in preparazione ai nuovi sistemi satellitari.

CryoLand in breve...Sito Web del progetto: http://www.CryoLand.eu

Partner del progetto

ENVEO IT GmbH (Coordinatore), Innsbruck, Austria

Norwegian Computing Centre, Oslo, Norvegia

EOX IT Services GmbH, Vienna, Austria Northern Research Institute AS, Tromsø, Norvegia

Finnish Environmental Institute, Helsinki, Finlandia

Agenzia meteorologica nazionale, Bucarest, Romania

Finnish Meteorological Institute, Sodankylä, Finlandia

Gamma Remote Sensing AG, Gümligen, Svizzera

Kongsberg Satellite Services AS, Tromsø, Norvegia

Swedish Meteorological and Hydrological Institute, Norrköping, Svezia

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L’angolo delle Regioni

I principi di PIGMA: lo scambio e la condivisione di informazioni geograficheLe informazioni geografiche, quali le foto-grafie aerea, i dati satellitari, le mappe, i dati digitali, ecc. sono oramai indispensabili ai fini della pianificazione territoriale. A parti-re dal 2008, grazie alla piattaforma PIGMA, le agenzie statali, le autorità locali, gli enti pubblici e parastatali, gli istituti didattici e di ricerca e il settore del volontariato della regione Aquitania (Francia) hanno accesso a un’ampia raccolta di dati territoriali. In pieno accordo con la direttiva INSPIRE (direttiva 2007/2/CE del Parlamento europeo e del Consiglio), che intende pro-muovere la produzione e lo scambio di dati geografici a livello comunitario, la piattafor-ma PIGMA ha due obiettivi principali:• r elativamente ai dati, creare un riferimento

comune e un mercato per lo scambio di dati geografici a livello regionale;

• relativamente ai servizi, aiutare gli utenti intenzionati a sviluppare e utilizzare le in-formazioni geografiche.

I membri di PIGMA possono avvalersi delle informazioni geografiche presenti nella piat-taforma e mettere in condivisione i propri dati, realizzando in tal modo un database a carattere partecipativo o, in altre parole, una biblioteca virtuale di dati geografici.

Ogni membro è chiamato a firmare un ac-cordo di partenariato relativo ai dati digitali che regola la fornitura delle informazioni acquisite da PIGMA e il loro utilizzo. In parti-colare, tale accordo precisa gli aspetti della proprietà e della concessione in licenza dei diritti dei dati condivisi che non sono utiliz-zabili a fini commerciali.

Al 1° luglio 2012, PIGMA riuniva 361 mem-bri e offriva 1.691  livelli di dati. La piattaforma è cofinanziata per il 45% dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e per il 25%, dalla Regione Aquitania mentre il restante 30% è garantito dal GIP ATGeRi. PIGMA offre vantaggi reali ai suoi utenti: il più evidente consiste nel risparmio di denaro pubblico grazie al libero accesso a dataset di dati geografici di riferimento.

Questo servizio consente l’uso combinato di informazioni di diverso tipo al fine di mi-gliorare la comprensione del territorio. Si tratta di una novità assoluta, che lo rende uno strumento ideale per chi è coinvolto nei processi decisionali.

Uno strumento strategico per i processi decisionali della Regione Aquitania: il portale di PIGMAIl portale di PIGMA (all’indirizzo www.pig-ma.org) intende agevolare la consultazione

PIGMA, LA PIATTAFORMA PER LA CONDIVISIONE DELLE INFORMAZIONI GEOGRAFICHE IN AQUITANIA (PLATEFORME D’INFORMATION GÉOGRAPHIQUE MUTUALISÉE EN AQUITAINE - PIGMA) SI PROPONE DI FORNIRE, CON LE SUE ATTIVITÀ, UN CONTRIBUTO INNOVATIVO AI PROCESSI DECISIONALI PUBBLICI NEL CAMPO DELLA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, UNA TEMATICA CHIAVE A LIVELLO REGIONALE.COSTITUITA NEL 2008 E GESTITA DAL GRUPPO DI INTERESSE PUBBLICO PER LA PIANIFICAZIONE TERRITORIALE E LA GESTIONE DEI RISCHI (GROUPEMENT D’INTÉRÊT PUBLIC AMÉNAGEMENT DU TERRITOIRE ET GESTION DES RISQUES - GIP ATGERI), PIGMA MIRA A DEFINIRE UN AMBITO IN CUI RIUNIRE LE INFORMAZIONI GEOGRAFICHE E RENDERLE ACCESSIBILI A TUTTE LE PARTI INTERESSATE DEL SETTORE PUBBLICO.

La piattaforma PIGMA per la condivisione di informazioni geografiche in Aquitania

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dei dati territoriali da parte dei partner del-la piattaforma, garantendo loro un accesso sicuro a tutti i servizi proposti. Sono attual-mente disponibili cinque servizi: la sezione informativa, il catalogo dei dati, lo strumen-to di estrapolazione dei dati, il visualizzatore di dati e l’accesso ai flussi di dati. A partire dalla seconda versione del portale, tutti i diritti di accesso vengono gestiti central-mente e i cinque servizi interagiscono fra di loro.

Al fine di consentire la massima interopera-bilità con gli strumenti utilizzati dai partner di PIGMA, con le piattaforme eventual-mente attive nelle regioni vicine, con gli strumenti in uso a livello nazionale e altro ancora, il portale è conforme a tutti gli stan-dard in materia.

Il visualizzatore di dati: come “leggere” il territorioIl visualizzatore proposto da PIGMA costi-tuisce un punto di accesso comune a un set combinato di dati acquisiti dalla piatta-forma, ovvero SCAN25® (mappe 1:25.000), BD TOPO® (rilievo), BD ADDRESS® (indi-rizzi geo-localizzati) e BD ORTHO® (foto aeree). La copertura fotografica aerea dell’intera Aquitania, a opera dell’Istituto Geografico Nazionale francese (Institut national de l’information géographique et forestière - IGN), è stata realizzata con una risoluzione spaziale di 40 cm che consente di riconoscere la segnaletica stradale.

Per distribuire alcuni dei suoi prodotti (in particolare quelli destinati al servizio pub-blico), dall’inizio del 2011 l’IGN ha scelto

Homepage del portale di PIGMA.

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L’angolo delle Regioni

PIGMA come partner regionale per la diffu-sione di tali prodotti e dati presso i membri della piattaforma.

Inoltre, il visualizzatore consente di accedere ai dati forniti dai partner catalo-gandoli, ad esempio, in base alle seguenti tematiche:

• Aree ambientali• Aree a rischio• Siti classificati e monumenti storici• Percorsi ferroviari ad alta velocità• Uso del territorio• Impianti fotovoltaici• Reti aeree o sotterranee (rete idrica, rete

elettrica, fibre ottiche…); ecc.

Pur non essendo un sistema informativo geografico (GIS), il visualizzatore è in gra-do di soddisfare le esigenze di mappatura delle comunità che non dispongono delle risorse necessarie per sviluppare strumen-ti propri. Oltre a riportare più livelli di dati sovrapposti per la stessa area geografica, il visualizzatore consente di combinare dati diversi per eseguire analisi pluritematiche o multicriterio.

Il catalogo dei dati: in continua espansioneChiunque firmi l’accordo con PIGMA si impegna a inviare regolarmente nuo-ve informazioni al catalogo dei dati e ad aggiornare quelle già presenti, comple-tandole il più possibile. Al 1° giugno 2012, nel catalogo erano presenti 1.377  livelli di dati. Il catalogo consente all’utente di eseguire una ricerca per area geografica o argomento utilizzando una o più parole chiave. L’utente è aiutato nella scelta da una funzione di ricerca intuitiva. I dati sono accompagnati da una scheda descrittiva, stilata secondo un formato standard con-forme ai requisiti della direttiva INSPIRE.

Nella seconda versione della piattaforma, ai servizi già disponibili sono stati aggiunti la sezione informativa e gli strumenti per l’e-strapolazione dei dati e la condivisione dei flussi di dati. Il primo servizio dà agli uten-ti la possibilità di diffondere informazioni relative a tematiche, tecnologie e pratiche specifiche a livello nazionale o europeo,

I servizi Copernicusa breve disponibili su PIGMA

Nell’ambito del progetto APSAT (Azioni pubbliche, tecnologie satel-litari e sviluppo sostenibile - Action Publique, technologies SATellitaires et développement durable), cofinanziato dall’Unione europea tramite il pro-gramma Interreg IVB SUDOE e in cui la Regione Aquitania è presente come partner, sono in via di sviluppo tre nuovi servizi Copernicus a valle (downstream). Uno di questi è dedicato alla stima volumetrica della biomassa e delle foreste, mentre gli altri due sono in-centrati sullo studio della batimetria in prossimità delle coste e sul monitorag-gio dell’erosione delle dune. Entro giugno 2013, i risultati di questi progetti verranno resi disponibili nel catalogo dei dati di PIGMA.

Formazione su PIGMA

PIGMA offre ai propri membri attività di formazione sul funzionamento della piattaforma.Per quanto riguarda il catalogo dei dati, le attività di formazione si concentrano su questioni di primaria importanza, ad esempio come leggere un metadato, come scaricare i dati o come identifica-re quale partner è in possesso di quali dati in un’area specifica.

Per quanto riguarda il visualizzatore, in-vece, la formazione erogata consente ai membri di imparare a conoscere lo strumento, le sue funzioni (navigazio-ne, ricerca, livelli, stampa), i requisiti per l’accesso (velocità di connessione a Internet, browser) e gli archivi dispo-nibili per la consultazione.

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mentre gli altri due consentono di scaricare i dati richiesti.

La piattaforma PIGMA è uno strumento in continua evoluzione, essendo arricchita re-golarmente dall’ingresso di nuovi partner e dalla continua condivisione di (nuovi) dati da parte dei suoi membri.

Aiutare i partnerL’equipe di PIGMA assiste i membri della piattaforma in diversi modi. Nell’ambito di progetti mirati alla produzione o all’utilizzo di dati geografici, PIGMA può fornire soste-gno per definire le specifiche di progetto, identificare e scegliere un committente, monitorare gli sviluppi o produrre i dati stessi. L’obiettivo di PIGMA consiste però principalmente nel garantire la massima considerazione delle esigenze regionali nel

processo di progettazione e realizzazione di strumenti che utilizzano dati territoriali.

PIGMA incoraggia e aiuta inoltre i suoi part-ner a catalogare i dati in loro possesso e li sostiene nel difficile, ma imprescindibile compito di creare una conoscenze di base delle informazioni disponibili in Aquitania.

L’equipe di PIGMA, in particolare, guida i partner nel processo di standardizzazione dei loro dati e li aiuta a pubblicarli sul portale.

Tale assistenza viene fornita tramite l’or-ganizzazione di eventi: due volte l’anno a livello regionale, con maggiore frequenza a livello locale, in ciascuna provincia della Regione. Inoltre, vengono proposti corsi di formazione dedicati ai vari strumenti dispo-nibili sul portale.

Il funzionamento della piattaforma PIGMA.

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Gruppi di lavoro incentrati su tematiche fondamentaliL’equipe di PIGMA organizza gruppi di lavoro con l’obiettivo di riunire le diverse parti interessate ad alcune delle temati-che fondamentali concernenti l’Aquitania.

Questi gruppi servono anche per stimolare gli scambi tra i vari membri relativamente alle proprie esigenze ed esperienze e le di-scussioni relative a iniziative varate in altre regioni oppure a livello nazionale o comu-nitario. Attualmente, sei gruppi di lavoro si riuniscono tre-quattro volte l’anno per di-scutere dei seguenti argomenti:• Gestione delle zone costiere• Uso del territorio su ampia scala• Settore socio-economico• Reti di telecomunicazioni• Dati aperti• Pianificazione

Gruppi di questo tipo hanno già favorito il lancio di progetti congiunti, come lo svi-luppo di un dimostratore socio-economico, l’adozione di strumenti per le reti di teleco-municazioni (Gr@ce, si veda il riquadro) o l’avvio di uno studio sull’uso del territorio lungo l’intera costa dell’Aquitania.

Un centro informativo regionaleIl GIP ATGeRi partecipa a diversi gruppi di lavoro a livello nazionale dedicati all’attua-zione della direttiva INSPIRE e allo sviluppo

L’angolo delle Regioni

Gr@ce: uno strumento regionale per la georeferenziazione e la

referenziazione automatica delle comunicazioni elettroniche

Gr@ce è uno strumento online dedica-to alla gestione delle infrastrutture di telecomunicazione (mappatura, aggior-namento, forum e altro) che gode del sostegno della Regione Aquitania. E’ anche disponibile in una versione mo-bile che attraverso l’uso di un tablet PC semplifica la raccolta, la mappatura e l’aggiornamento dei dati sul campo, anche qualora non si disponga di con-nessione Internet.

Evento regionale PIGMA.

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di strumenti incentrati sulle infrastrutture di dati territoriali (IDT). Inoltre, esso fa parte del gruppo di lavoro nazionale sull’uso del territorio ed è attivamente coinvolto nel gruppo delle piattaforme regionali dell’As-sociazione francese per le informazioni geografiche (Association française pour l’information géographique - AFIGEO).

Gli obiettivi che persegue grazie a queste attività sono svariati:

• mantenersi aggiornato negli ambiti dell’attuazione della direttiva INSPIRE e dello sviluppo di strumenti per le IDT;

• promuovere e diffondere le esigenze della Regione Aquitania a livello nazionale;

• trasferire informazioni e le pratiche miglio-ri dal livello nazionale al livello regionale;

• interagire con altre piattaforme regionali.PIGMA agisce pertanto come centro re-gionale per la raccolta e la condivisione di informazioni.

In questo contesto, il GIP ATGeRi fornisce dati territoriali, attività di formazione per gli utenti, assistenza allo sviluppo di nuovi prodotti (ap-plicazioni e database), servizi di consulenza e ingegneria nell’area dei sistemi informativi geografici e un contributo alla diffusione delle infor-mazioni nei suoi campi di competenza.

Il GIP ATGeRi, costituito ufficialmente nell’ottobre del 2005, vede coinvolti:• Governo francese• La Regione Aquitania• Diversi servizi provinciali antincendio e di soccorso• L’associazione regionale per la difesa delle foreste contro gli incendi (Association régionale de défense des forêts contre les incendies - ARDFCI)• L’ufficio nazionale delle foreste (Office national des forêts - ONF)

La base di competenze sviluppata dal GIP ATGeRi in riferimento alla tematica fonda-mentale del rischio di incendi forestali ha iniziato a prendere forma ben prima della creazione del gruppo, ed esattamente nel 1996 con la condivisione di informazioni cartografiche fra le parti interessate.

Per ulteriori informazioniwww.PIGMA.org – www.PIGMA.com – [email protected]

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L’angolo scientifico

La visione LTER promuove iniziative di collaborazione con le amministrazioni localiLe reti LTER raccolgono un grande varietà di dati ecologici su un’ampia scala spazio-temporale, per cui esse sono un ottimo punto di partenza per pianificare iniziative di protezione e di gestione ambientale. Risultati di successo sono stati raggiunti a livello locale attraverso l’implementazio-ne di specifici sistemi di previsione e di supporto alle decisioni (DSS), al fine di fa-vorire lo sviluppo e l’attuazione di strategie di pianificazione ambientale efficienti.

Promuovere una più proficua cooperazio-ne tra scienza e politica, non solo a livello locale ma anche nazionale e internazio-nale, è una delle sfide principali delle reti LTER. Un primo passo in questa direzione è stato fatto nell’ambito del Progetto Life+ EnvEurope (cfr. riquadro). L’area prioritaria “Environmental Policy and Governance” di Life+, contribuendo all’implementazione di SEIS (“Shared Environmental Information System”) e di Copernicus, supporta il rafforzamento delle basi conoscitive per l’elaborazione e l’attuazione delle politiche ambientali. Il progetto Life+ EnvEurope,

GLI OBIETTIVI FONDANTI DELLE RETI LTER SONO LA RICERCA ECOLOGICA E IL MONITORAGGIO, SU SCALA MULTIDECADALE, DELLE DIVERSE TIPOLOGIE DI ECOSISTEMI CHE ABBRACCIANO UN’AMPIA GAMMA DI CONDIZIONI AMBIENTALI E DI DOMINI ANTROPICI DEL PAESAGGIO. A TALE RIGUARDO, LE RETI LTER POSSONO SOSTENERE LO SVILUPPO E L’IMPLEMENTAZIONE DI COPERNICUS SIA PER LA VALIDAZIONE DI PRODOTTI SIA PER LA PRODUZIONE DI DATI IN-SITU. LE ATTIVITÀ DI RICERCA E MONITORAGGIO LTER SONO CONDOTTE IN COORDINAMENTO CON I RESPONSABILI POLITICI LO-CALI E CON FIGURE TECNICHE COINVOLTE NEL MONITORAGGIO AMBIENTALE. DAI DATI RACCOLTI NELL’AMBITO DELLE ATTIVITÀ LTER POSSONO TRARRE BENEFICIO UTENTI FINALI CHE OPERANO A SCALA LOCALE, I QUALI POTRANNO, A LORO VOLTA, CONTRIBUIRE AL MIGLIORAMENTO DI EVENTUALI SERVIZI COPERNICUS.

Rilevamento dei cambiamenti ambientali a lungo termine attraverso il monitoraggio regionale: la rete LTER (Long Term Ecosystem Research)

Di Alessandro Campanaro, Alessandro Oggioni Alessandra Pugnetti*

* Articolo scritto in collaborazione con:Paolo Colangelo, Università La Sapienza - Roma – Dip. di Biologia e Biotecnologie “Charles Darwin”;Mauro Bastianini, Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Scienze Marine;Claudia Giardino, Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per il Rilevamento Ambientale Elettromagnetico;Paola Focaccia, Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Scienze Marine;Michele Freppaz, Università di Torino - DIVaPRA - NatRisk - LNSA;Mariangela Ravaioli, Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Scienze Marine.

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rientra in quest’area prioritaria, e promuo-ve la partecipazione di siti LTER selezionati in diversi Paesi europei. La Rete LTER-Italia è fortemente coinvolta in questo progetto e vede la partecipazione di diversi siti LTER nazionali.

LTER Italia (www.lteritalia.it) comprende venti siti, che rappresentano le principali tipologie di ecosistemi terrestri, d’acqua dolce e marini, del territorio nazionale. La Rete include anche due siti internazio-nali (Laghi Himalaiani e Stazioni Marine in Antartide) a gestione italiana. Tutti i siti LTER-Italia sono stati selezionati sulla base dei criteri LTER adottati e condivisi a livello Internazionale.

“La raccolta coordinata di una grande varietà di dati ecologici su ampie scale spa-zio-temporali, è un ottimo punto di partenza per soste-nere iniziative di protezione e di gestione ambientale”

LTER-Italia vede la partecipazione di mol-te Istituzioni, sia per la gestione dei siti sia per il coordinamento della rete: il Consiglio Nazionale delle Ricerche, il Corpo Forestale dello Stato, varie Università, la Stazione Zoologica di Napoli e alcune Agenzie per la Protezione dell’Ambiente Regionali.

I siti LTER-Italia sono potenziali fornitori di dati in situ per i servizi Copernicus. In questo articolo sono presentati tre diversi esempi di produzione di dati in ecosiste-mi terrestri, lacustri e marini. Il sito LTER “Adriatico Settentrionale” fornisce già dati nell’ambito del servizio Copernicus per il monitoraggio marino, per mezzo dei pro-getti MyOcean e MyWaves. In altri due siti, “Lago di Garda” e “Alpi nord-occidenta-li”, le registrazioni automatiche di dati in campo a medio-lungo termine forniscono l’opportunità di un confronto con i dati te-lerilevati. I dati telerilevati, spazialmente estesi, multitemporali e multispettrali, a loro volta possono contribuire all’interpolazione spaziale delle informazioni raccolte in-situ.

Il geoportale di LTER-Italia, che mostra i siti italiani coinvolti nella rete LTER. I siti terrestri sono evidenziati in verde, quelli di acqua dolce in azzurro, quelli marini in blu. (Immagine: LTER Italia)

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L’angolo scientifico

Una rete condivisa di osservazione oceanografica e costiera nell’Adriatico Settentrionale (Sito LTER Italia: “Adriatico Settentrionale”)Le stazioni di misura fisse e le boe oce-anografiche sono fondamentali per comprendere e gestire l’ambiente mari-no. Questo è particolarmente importante in aree costiere dinamiche, dove vige un delicato equilibrio tra fattori ambientali e antropici.

A livello europeo, il progresso tecnologico sta rendendo sempre più facile misurare au-tomaticamente molte variabili di stato del mare, in particolare per il controllo della qualità delle acque, ai fini della balneazio-ne, della salute pubblica, della sicurezza alimentare e della tutela dell’ambiente, e per la comprensione dei cambiamenti nell’ambiente. La misurazione delle condizioni fisiche, chimiche e biologiche del mare attraverso

sistemi di raccolta dei dati automatici rap-presenta la nuova frontiera della moderna oceanografia; a questo scopo, l’impiego di un sistema osservativo coordinato e con-diviso è fondamentale. I sistemi automatici sono in grado di svolgere il monitoraggio in tempo reale, con alta risoluzione tempo-rale per:• i principali parametri che descrivono le

condizioni fisiche, chimiche e biologiche di un ambiente marino, come temperatu-ra, salinità, correnti (velocità e direzione), pH, saturazione di ossigeno, clorofilla, trasparenza e backscattering;

• parametri meteorologici in prossimità della superficie, dove la dinamica dello scambio di energia tra atmosfera e il mare rappresenta una fonte di criticità per la previsione numerica.

“I siti LTER-Italia sono poten-ziali fornitori di dati in situ per i servizi Copernicus”

La rete LTER

La rete di ricerca ecologica a lungo termine (Long term ecosystem network: LTER) è una rete di siti in cui vengono raccolte, su scala multidecadale, serie di dati ecologici a scala regionale, nazionale e continentale. I siti LTER sono costituiti dagli ecosistemi di riferi-mento, che, assieme alle strutture di ricerca e di monitoraggio, formano parte della rete LTER globale. LTER fornisce un background scientifico per lo studio e l’interpretazione di modifiche ambientali globali causate da attività umane (ad esempio l’aumento del tasso di produzione di materia organica in un ecosistema -eutrofizzazione- o l’introduzione di specie esotiche). La rete può essere utilizzata per definire trend, per pianificare e valutare il successo di progetti di gestione ambientale. Può anche supportare l’analisi degli effetti socio-economici derivanti dalle variazioni dell’ambiente naturale. LTER beneficia di un solido approccio ecologico interdisciplinare, che negli ultimi anni ha integrato anche gli aspetti sociali nello studio di problemi ambientali.

Dopo l’inizio del primo programma LTER (USA, 1980) è stato stabilito un elevato numero di reti nazionali, che hanno dato luogo a LTER-International (www.ilternet.edu) e LTER-Europe (www.lter-europe.net).

Le reti LTER europee sono associate a una serie di rilevanti iniziative o programmi a livello europeo (ad esempio NATURA2000, Copernicus e SEIS) o internazionale.

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In Italia diversi Istituti di Ricerca, riuniti nel Gruppo Nazionale di Oceanografia Operativa (GNOO), sono responsabili per il mantenimento e gestione della strumenta-zione installata sulle boe oceanografiche. Ci sono sei principali stazioni dedicate all’os-servazione dello stato del mare in Adriatico Settentrionale (Figura 2): due nel Golfo di Trieste, nei pressi della riserva di Miramare, dove sono ancorate la boa MAMBO (ge-stita dall’OGS - Istituto di Oceanografia e Geofisica Sperimentale - di Trieste) e la meda Paloma (gestita dal CNR-ISMAR di Trieste); la Piattaforma Oceanografica Acqua Alta (gestita dal CNR-ISMAR di Venezia) nel Golfo di Venezia; i due siti S1, a sud del Delta del Po, e E1, di fronte a Rimini, (entrambi gestiti da CNR -ISMAR di Bologna); la meda TeleSenigallia (gestita dal CNR-ISMAR di Ancona), posizionata al limite meridionale del Nord-Adriatico.

I progetti Copernicus MyOcean e MYWAVE utilizzano i dati forniti dalla piattaforma e dalle boe di seguito descritte per la valida-zione dei modelli di previsione:

• La boa MAMBO è ormeggiata nel Golfo di Trieste, in un’area con profondità mas-sima di 20 m, al limite del Parco Marino di Miramare. Essa raccoglie e trasmet-te in tempo reale dati meteorologici e marini; temperatura e salinità sono re-gistrate continuamente. La boa è un “laboratorio” ideale per l’utilizzo di stru-mentazione avanzata per la misurazione di correnti marine o per il monitoraggio della concentrazione di anidride carboni-ca disciolta;

• La meda Paloma si trova a 12 km dalla costa nel Golfo di Trieste su un fondale profondo 25 m. Registra i dati di tempe-ratura del mare, velocità e direzione del vento, temperatura dell’aria, umidità re-lativa, precipitazioni, radiazione solare, e pressione atmosferica. L’acquisizione e l’elaborazione dei dati avvengono ogni 5 minuti, la trasmissione ogni 3 ore;

• La piattaforma di ricerca Acqua Alta, in-stallata nel gennaio 1970, si trova a 15 km al largo della città di Venezia. Un sistema

di comunicazione wireless in banda larga tra la piattaforma e l’Istituto di Scienze Marine consente la trasmissione di dati in tempo reale. Le misurazioni acquisite di routine, tramite campionamenti periodici, sono relative alla biologia, alla chimica e alla fisica oceanografica. Strumenti au-tomatici rilevano parametri atmosferici (vento, temperatura dell’aria e dell’acqua, pressione atmosferica, umidità, precipita-zione) e idrologici (onde, correnti lungo la colonna d’acqua - tramite ADCP - tempe-ratura alla superficie e al fondo, salinità, torbidità, ossigeno, clorofilla-a e livello del mare) tramite una serie di stazioni me-teorologiche e strumenti oceanografici. Un’osservazione continua e diretta sulle condizioni del mare è disponibile grazie all’installazione di tre webcam ad alta ri-soluzione sul tetto della piattaforma, e di due webcam sottomarine a -3 m e -12 m, per osservare popolazioni biologiche e per monitorare fenomeni potenzialmente critici, quali, ad esempio, sciami di medu-se e formazione di mucillagini.

• La boa S1 si trova a 7,5 km a sud-est della foce del Po di Goro nel Delta del Po. Essa è ormeggiata a una profondità di 22,5 m in una zona costiera dominata dallo scam-bio mare-fiume, sensibile anche alle più

Localizzazione delle boe e della piattaforma fisse nell’A-driatico Settentrionale. (Immagine: CNR-ISMAR)

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L’angolo scientifico

piccole variazioni delle condizioni am-bientali. Il sito è ottimale per lo studio della variabilità climatica in alto Adriatico, del ruolo del fondale marino durante le crisi distrofiche1 locali, dei processi di sedimentazione e risospensione dei sedi-menti nelle aree di pro-delta;

• La boa E1 si trova 5,5 km a nord della città di Rimini. Essa è posta a una profon-dità di 10,5 m ed è rappresentativa delle condizioni oceanografiche di un ampio tratto di costa, tra Rimini e Ancona. Il monitoraggio è utilizzato principalmente per la previsione di episodi di ipossia2 e

1 Il termine distrofico è riferito a un bacino con acque di colore marrone, a causa di un’alta concentrazione di sostanze umiche e di acidi organici sospesi.2 L’ipossia è un fenomeno che avviene negli ambienti acquatici quando le concentrazioni dell’ossigeno disciolto diventano così scarse da mettere in pericolo la vita degli organismi acquatici.

anossia3 che spesso, in passato, hanno caratterizzato questo tratto costiero;

• La meda TeleSenigallia, che si trova a 2 km al largo della città di Senigallia, a una profondità di fondale di 10,5  m, fornisce dati meteorologici (velocità e direzione del vento, temperatura dell’a-ria) e dati oceanografici (temperatura del mare, velocità della corrente e livello del mare) con trasmissione in near real time (recupero di dati manuale via GSM ogni 2-7 giorni).

Le boe misurano parametri meteorologici dell’atmosfera (temperatura, pressione, ve-locità e direzione del vento, umidità relativa e radiazione netta) e oceanografici (direzio-ne e intensità della corrente, temperatura, salinità, ossigeno disciolto, ph, torbidità e fluorescenza). Alla loro manutenzione e a quella della piattaforma contribuiscono

3 Eventi anossici avvengono quando nelle acque viene completamente esaurito l’ossigeno.

ENVEUROPE (LIFE+ PROJECT ENV/IT/000399)

www.enveurope.eu

Il Progetto EnvEurope (2010-2013) è iniziato e si sta sviluppando all’interno della rete LTER-Europe, che è rappresentata da più di 400 siti in Europa. Il progetto contribuisce all’integrazione e al coordinamento della ricerca a lungo termine sugli ecosistemi e delle iniziative di monitoraggio in Europa. Il Progetto è focalizzato sulla comprensione dello stato attuale degli ecosistemi e della loro evoluzione, ed è caratterizzato da un approccio trans-ecodomini (ecosistemi terrestri, di acqua dolce e marina) su larga scala: vi partecipano oltre 65 siti LTER distribuiti in undici Paesi. EnvEurope è stato concepito e pianificato per svolgere un ruolo sia concettuale sia ope-rativo nel contesto SEIS, promosso dalla Commissione europea. Il network permanente di siti a lungo termine sul quale il progetto EnvEurope si basa rappresenterà un sistema prezioso per la validazione in situ di dati satellitari e anche un supporto per l’attuazione del programma Copernicus. EnvEurope fornirà dati ecologici e informazioni sullo stato e sulle tendenze a lungo termine degli ecosistemi terrestri, di acqua dolce e marina, a livello europeo, sulla base di dati raccolti in campo su diversa scala. Il Progetto contri-buirà così a colmare il divario tra scienza e politica e a migliorare il supporto scientifico alla politica ambientale e ai piani di conservazione europei. Il Consiglio Nazionale delle Ricerche, attraverso l’Istituto di Scienze Marine, coordina il progetto.

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le Regioni coinvolte (Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Emilia-Romagna e Marche) e le ri-spettive Agenzie Ambientali.

Le lunghe serie di dati in situ acquisite in Adriatico sono state fondamentali per lo sviluppo d’iniziative di ricerca applicata che hanno coinvolto Autorità politiche Regionali e Locali, Agenzie Ambientali e attori socio-economici.

“La serie di dati ecologici acquisita in situ sul lungo pe-riodo in Adriatico ha portato, per esempio, allo sviluppo di un sistema di supporto decisionale, di aiuto alle au-torità locali nella gestione degli eventi che possono compromettere l’integrità dell’ecosistema”

Un esempio di quanto sopra viene dall’implementazione di un sistema di osservazione, previsione 3-D e supporto decisionale finalizzato alla gestione degli eventi ipossici e anossici, nella zona co-stiera di Rimini. Questo è un sistema di cosiddetto “early warning”, che prevede la raccolta dei dati relativi all’evoluzione spa-ziale e temporale della concentrazione di ossigeno in mare, sostenendo in tal modo la Pubblica Amministrazione (Comune di Rimini, Regione Emilia-Romagna, ARPA Emilia-Romagna) nell’adozione di strategie, a breve e lungo termine, per la riduzione dell’impatto che tali fenomeni possono avere sul turismo, la pesca e l’ambiente. In generale, le implementazioni e i progressi nel campo delle previsioni oceanografiche e meteorologiche a lungo termine sono il frutto di un’intensa cooperazione con Autorità Nazionali e Regionali, Agenzie Ambientali (ISPRA-Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ARPA Emilia-Romagna e Protezione Civile) e gruppi di ricerca (GNOO-Gruppo nazio-nale di Oceanografia Operativa, sostenuto dal Ministero dell’Ambiente). I dati pro-venienti dalle boe, inclusivi di quelli delle fasi di avvio e di validazione dei modelli

di previsione, assicurano un elevato livello qualitativo di previsioni meteo-oceanogra-fiche nel Mare Adriatico.

La combinazione di dati in situ e satellitari per la gestione del lago di Garda (Sito LTER-Italia: “Lago di Garda”)Il Lago di Garda è una delle zone turistiche più importanti d’Italia, ma è anche molto rilevante per le risorse idrologiche. Infatti svolge un ruolo centrale nel bilancio idrico complessivo della Pianura Padana, rappre-sentando insieme agli altri laghi subalpini (Maggiore, Lugano, Como e Iseo), il 20% dell’intero bacino del fiume Po.

La possibilità di monitorare questi ecosiste-mi lacustri in modo permanente, attraverso osservazioni da remoto e in-situ, può for-nire molte risposte in merito all’impatto delle modifiche umane e naturali, alla dimi-nuzione della biodiversità, al riscaldamento globale e al crescente verificarsi di rischi naturali.

I primi studi di applicazione di tecniche di telerilevamento sul lago di Garda, alla Stazione Sperimentale Eugenio Zilioli del CNR, iniziarono nei primi anni ‘90. Questi studi sono stati consolidati dopo il 1996 con la partecipazione al progetto SALMON (Satellite Remote Sensing for Lake

Il Lago di Garda, il più grande d’Italia, è circondato da montagne e rappresenta un’importante area turistico-ambientale. Le attività di monitoraggio aiutano a proteg-gere lo status ecologico dell’area, nonostante le molteplici attività ricreative.

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L’angolo scientifico

Monitoring), nell’ambito del IV programma quadro di finanziamento europeo alla ricer-ca. Nel 2000 la stazione è stata costituita come punto di riferimento permanente per la raccolta di misurazioni in situ a suppor-to del telerilevamento. Questa stazione ha raccolto parametri specifici finalizzati alla validazione e all’analisi di immagini satelli-tari per l’intero bacino del Garda.

“Il monitoraggio permanen-te degli ecosistemi lacustri fornisce risposte in merito all’impatto delle modifiche antropiche e naturali, della perdita di biodiversità, ecc.”

Attraverso l’integrazione di misure in situ e una regolare acquisizione di immagini satellitari, possono essere prodotte due tipologie di mappa di distribuzione. La pri-ma fornisce parametri di qualità dell’acqua, quali la clorofilla, i solidi sospesi totali, le sostanze gialle e la trasparenza, su base mensile o bimestrale tramite l’utilizzo d’immagini satellitari MERIS dell’ESA. La seconda è ricavata utilizzando un sensore montato sul satellite NASA MODIS AQUA 11A, che restituisce mappe di temperatura delle acque del lago.

In un’occasione sono state acquisite anche specifiche misure in situ per la produzione di carte tematiche relative alla distribuzio-ne delle macrofite acquatiche4. Queste

4 Termine utilizzato per descrivere una pianta acquatica di dimensioni macroscopiche, cioè abbastanza grande da essere visibile ad occhio nudo.

osservazioni hanno fornito informazioni significative per la gestione delle rive del lago e si sono rese utili per la valutazione dell’evoluzione a lungo termine delle popo-lazioni di macrofite.

Tutte queste attività, in linea con la filosofia Copernicuse d’integrazione di osserva-zioni remote con dati in-situ, consentono la fornitura di servizi e d’infrastrutture di monitoraggio costanti non solo per il lago di Garda, ma anche per l’intero distretto di laghi subalpini. I principali beneficia-ri di questi servizi e infrastrutture sono le Agenzie Locali e le Comunità che hanno il compito di monitorare e valutare lo stato del lago. Un esempio applicativo è quello del Centro di Rilevamento Ambientale del Comune di Sirmione, che utilizza immagini telerilevate per il monitoraggio della qualità dell’acqua al fine di conseguire la certifica-zione ‘bandiera blu’ dalla Foundation for Environmental Education (FEE).

Il monitoraggio dell’ambiente alpino con dati satellitari e in situ (Sito LTER-Italia: “Alpi nord-occidentali”) Le Alpi rappresentano uno degli ecosistemi terrestri più sensibili in Europa, a causa di fattori naturali e antropici. La Convenzione

Alpina afferma che l’ambiente alpino è sotto un’imminente minaccia di degrado

Mappe della concentrazione di clorofilla-a in superficie, trasparenza e temperatura dell’acqua - Lago di Garda. (Immagine: CNR-IREA)

Evoluzione delle aree colonizzate da macrofite sommerse nel litorale della penisola di Sirmione (le percentuali di copertura sono descritte in legenda). I dati sono stati ac-quisiti da sensori iperspettrali aviotrasportati. (Immagine: CNR-IREA)

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ambientale e richiede contromisure esau-stive. La pianificazione e il successo di ogni misura preventiva dipendono strettamente dalla disponibilità di conoscenza e d’in-formazioni sullo stato e l’evoluzione delle condizioni ecologiche di queste aree. In particolare, il mantenimento delle osser-vazioni a lungo termine è essenziale per la gestione di un ecosistema così sensibile. Le sinergie tra indagini convenzionali e sa-tellitari forniscono uno strumento ideale e conveniente allo scopo. Le immagini satelli-tari possono registrare sinotticamente vaste aree e fornire osservazioni ripetute, le quali permettono un monitoraggio dettagliato a lungo termine. La Rete LTER-Italia com-prende diversi siti in alta quota nelle Alpi nord-occidentali: essi rappresentano gli am-bienti più elevati di quest’area (Piemonte e Valle d’Aosta). In particolare nella rete LTER-Italia sono inclusi sei siti di ricerca, si-tuati lungo un gradiente altitudinale che va da 2100 m a 3100 m sopra il livello medio del mare, dove il suolo è stagionalmente coperto dal manto nevoso. La vegetazione comprende formazioni boschive e praterie alpine, con la presenza di suoli a diver-so livello di evoluzione. Uno di questi sei siti appartiene alla rete GLORIA (GLobal Observation Research Initiative in Alpine Environments), mentre un altro, situato a una quota più alta (3100 m slm), è un’area permanente di monitoraggio del perma-frost e dello strato di terreno attivo. L’Ente che gestisce entrambi i siti è l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente della Valle d’Aosta (ARPA Valle d’Aosta).

“Le informazioni raccolte contribuiscono al monito-raggio del rischio valanghe e alla costruzione e gestio-ne delle piste da sci nel comprensorio sciistico del Monterosa Ski”

Il sito di ricerca dell’Istituto Scientifico Angelo Mosso (Mosso), nei pressi del mas-siccio del Monte Rosa (Comuni di Alagna Valsesia - Gressoney La Trinité), appartiene all’Università di Torino. Si trova in alta quota (2901 m slm) e ospita il centro di ricerca

NatRisk-LNSA (www.natrisk.org). I dati cli-matici sono raccolti dal 1926 grazie alla presenza, nelle sue vicinanze, di una sta-zione di monitoraggio appartenente ai Regi Osservatori Meteorologici e Geofisici del Monte Rosa. Una stazione meteorologica automatica, gestita dall’Esercito Italiano, è operativa dal 2005. Questa stazione ha spe-cifici sensori per la misura della temperatura all’interfaccia neve-suolo e alla profondità di 10 cm.

Le informazioni raccolte contribuiscono al monitoraggio del rischio valanghe e alla co-struzione e gestione delle piste da sci nel comprensorio sciistico del Monterosa Ski, al cui interno si trova il sito di ricerca Mosso. Inoltre, grazie ad accordi specifici con le Amministrazioni Locali, l’Istituto Mosso ospita attività educative e di comunicazione rivolte alle scuole e ai cittadini. Tra queste attività risulta particolarmente rilevante il Programma Internazionale per la Montagna (IPROMO) organizzato dalla FAO-Mountain Partnership Secretariat e da Torino-NatRisk.

Osservazioni finaliGli amministratori ambientali stanno rico-noscendo che una strategia di gestione ambientale di successo si deve basare su un approccio integrato, finalizzato al mante-nimento della struttura e del funzionamento dell’ecosistema, così da ottimizzare i servizi

La stazione di ricerca del Monte Angelo Mosso (2901 m slm – Massiccio del Monte Rosa). (Immagine: Università degli Studi di Torino-NatRisk-LNSA)

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L’angolo scientifico

ecosistemici a beneficio dell’uomo e della natura. La domanda chiave è se ci siano sufficienti conoscenze in campo ecologi-co per fornire le informazioni necessarie in merito alla struttura degli ecosistemi, alla loro funzione e alla risposta al disturbo. In quest’ambito, le sinergie tra osservazioni in situ a lungo termine (reti LTER), tecnologie innovative, telerilevamento (Copernicus) e

modelli ecologici, sono fondamentali per migliorare la conoscenza dell’ambiente e ottimizzare i tentativi di gestire e proteggere in modo adeguato l’ecosistema. Le attività descritte, relative a tre siti LTER-Italia, sono esempi di “verifica a terra” dell’applicabilità del telerilevamento finalizzato al monitorag-gio a lungo termine degli ecosistemi.

Alessandro CAMPANARO (biologo, Dottore di Ricerca in Biologia Animale) è assegnista di ricerca presso l’Università di Roma “La Sapienza” in collaborazione con il Centro Nazionale per la Biodiversità Forestale “Bosco Fontana” di Verona. Il principale interesse di ricerca riguarda l’ecologia e il monitoraggio degli insetti saproxilici. E ‘coinvolto nella rete LTER Italia dal 2009 e nel progetto LIFE + EnvEurope per l’azione di “Network design”.

Alessandro OGGIONI (Laurea in Scienze Naturali, Dottore di Ricerca in Ecologia) è ricercatore presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche. Il principale interesse di ricerca è relativo a elaborazioni GIS, gestione dei dati, ecologia lacustre, fitoplancton e piante lacustri. E’ coinvolto nella rete LTER-Italia dal 2010 e nel progetto LIFE + EnvEurope per l’azione di gestione dati e sviluppo infrastrutture.

Alessandra PUGNETTI (biologa, Dottore di ricerca in Scienze Ambientali) è ricercatrice presso il Consiglio Nazionale delle Ricerche (ISMAR). Il principale interesse di ricerca riguarda l’ecologia del fitoplancton in ambienti lacustri, di transizione e marini. E’ coinvolta nel coordinamento della rete LTER-Italia dal 2004 ed è la coordinatrice del progetto LIFE + “EnvEurope”.

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L’angolo delle PMI

Potete raccontare ai nostri lettori quando avete creato le vostre aziende e cosa vi ha spinti a farlo?

Jan Kolar: Fondai Gisat nell’ottobre del 1990. A spingermi fu soprattutto l’interesse professionale che nutrivo nei confronti del telerilevamento spazia-le, la disciplina a cui avevo dedicato oltre dieci anni di ricerca universitaria. L’azienda, tuttavia, diventò realtà solo grazie ai mutamenti rivoluzionari avve-nuti nella nostra società, che avevano reso possibile l’impresa privata.

Giovanni Sylos-Labini: Planetek Italia è nata nel 1994. All’epoca, in Italia, tutti gli attori nel campo dell’Osservazione della Terra erano aziende orientate alla tecnologia: in sostanza, mancava sul mercato una azienda specificamente orientata alle applicazioni.

Giulio Ruffini: Quando fondai Starlab ritenevo ci fosse spazio per i ricercatori orientati al risultato che aspiravano a fare la differenza al di fuori della realtà accademica. La scienza e la tecnologia facevano passi da gigante e i processi di sviluppo di prodotti e servizi si stavano velocizzando. Dal momento che ambivamo a creare un ambiente interdisciplinare, ci concentrammo su due campi: l’Osservazione della Terra e le neuroscienze applicate. Il nesso è tec-nologico: elaborazione di dati ed equazioni di Maxwell.

Christian Hoffmann: Fondai GeoVille nel 1998 come ditta individuale. All’epoca ero sicuro che il telerilevamento spaziale per attività collegate alla gestione del territorio offrisse un valore aggiunto. E finora è stato effettiva-mente così.

La creazione di un’impresa deve basarsi su un piano aziendale solido. Consigliereste a un giovane imprenditore di elaborare il suo piano aziendale da solo o di chiedere un aiuto a terzi (ad esempio, consulenti specializzati)?

CH: La ricetta del successo prevede un piano aziendale solido e realistico, un’argomen-tazione esclusiva di vendita, una società di revisione contabile eccellente e abbastanza fondi da poter sopravvivere nel primo anno di vita.

JK: È fondamentale avere un’idea propria e conoscere bene come funziona il settore prescelto. I servizi di consulenza sono utili per l’attività commerciale in generale, ma

COPERNICUS ASSICURA PRODOTTI E SERVIZI DI VALORE AI VARI LIVELLI DEL GOVERNO LOCALE, MA NON SOLO: È ANCHE UNA PIETRA ANGOLARE DELLA STRATEGIA EUROPA 2020, POICHÉ PROMUOVERÀ CRESCITA E OCCUPAZIONE NELLO SPAZIO ECONOMICO EUROPEO. DATA LA DIMENSIONE INNOVATIVA DELLA FORMULAZIONE DEI SERVIZI COPERNICUS, L’IMPRENDITORIALITÀ RIVESTIRÀ UN RUOLO DETERMINANTE NEL LORO SVILUPPO. PER ILLUSTRARE IL POTENZIALE DI SVILUPPO IMPRENDITORIALE DI COPERNICUS, WINDOW ON COPERNICUS HA INVITATO GLI AMMINISTRATORI DELEGATI E FONDATORI DI QUATTRO PMI DI SUCCESSO A CONDIVIDERE LE LORO STORIE, LE LORO ESPERIENZE E I LORO CONSIGLI.

Intervista

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il piano aziendale dovrebbe concentrarsi su un tipo specifico di servizio, produzione o applicazione.

GSL: Non è sempre facile definire le competenze necessarie a una start-up in que-sto campo. Ritengo che i partner della nuova azienda debbano vantare conoscenze tecniche, ma anche buone capacità finanziarie e gestionali. Per quanto riguarda il reperimento di fondi, potrebbe essere utile un consiglio professionale.

GR: La cosa più importante è individuare un mercato praticabile, in cui il prodotto o servizio della start-up abbia valore ed esistano clienti pronti a pagare per averlo. Inevitabilmente, le incognite sono sempre dietro l’angolo: la seconda cosa più impor-tante è dunque il denaro, perché, come si dice nell’ambiente, “cash is more important than your mother”... Avere un piano aziendale, dalle aspettative realistiche (ma sempre ottimistiche), è ovviamente molto importante. I piani, però, sono fatti per essere stravolti.

Avete richiesto finanziamenti esterni? Se sì, a quali fonti? Sapevate che, oltre a sov-venzioni per attività di R&S, l’Unione europea offre vari meccanismi di finanziamento a sostegno della creazione di aziende (ad esempio, capitali di ventura, capitali di rischio, prestiti e garanzie di prestiti)?

GSL: Nella storia di Planetek Italia abbiamo reperito fondi in vari modi: dai prestiti bancari ai capitali di ventura fino all’autofinanziamento. Finora, tutte le operazioni incentrate sulla partecipazione azionaria si sono rivelate infruttuose. I motivi sono due: prima di tutto, in questo settore può essere difficile generare un flusso di cassa di dimensioni consistenti; secondariamente, i potenziali azionisti hanno spesso difficoltà a comprendere l’enorme quantità di beni immateriali generati dalla nostra azienda.

CH: Possiedo il 25% dell’azienda, mentre il restante 75% appartiene a investitori che hanno effettuato un investimento iniziale di un milione di scellini austriaci (circa 75.000 euro), che a quei tempi era una cifra altissima! Queste persone hanno credu-to nell’idea e si sono assicurate, anno dopo anno, un buon ritorno sull’investimento iniziale.

JK: Il mio caso è fuori dell’ordinario da vari punti di vista. Avviai l’attività a casa mia, nella sala da pranzo, utilizzando un semplice personal computer. Per vari motivi, avevo deciso di impostare il ritmo di sviluppo dell’azienda sulle risorse finanziarie a mia di-sposizione, evitando il fardello dei prestiti. Il mio Paese stava attraversando un periodo di trasformazioni rivoluzionarie e il lungo viaggio che l’avrebbe portato all’adesione all’UE non era ancora iniziato.

GR: Sì, ho ricevuto sovvenzioni europee. So che sono disponibili altre fonti di finan-ziamento e ho una vaga idea dell’esistenza di capitali di ventura, capitali di rischio e garanzie di prestiti, ma sono scettico riguardo al loro valore pratico. Chissà, forse dovrei informarmi meglio!

Quali sono i principali ostacoli che avete affrontato nell’accesso al mercato?

GR: Nel caso dei servizi di Osservazione della Terra, il problema principale è che i potenziali clienti faticano a comprendere la tecnologia. Pertanto, è molto difficile avviare il dialogo tra le parti che è alla base di ogni attività commerciale. Altri colli di bottiglia sono la disponibilità e la continuità dei dati. Basti pensare a cos’è successo con ENVISAT: noi abbiamo sviluppato vari servizi basati su questo satellite, ma ora, a causa della sua scomparsa, non possiamo più fornirli.

GSL: Nel 1995, quando fondammo Planetek Italia, le principali barriere tecnologiche che ostacolavano l’ingresso nel mercato dell’elaborazione dei dati relativi all’Osserva-zione della Terra stavano scomparendo. Anche per questo, ritenemmo che l’azienda

L’angolo delle PMI

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avesse buone speranze di prosperare. Tra le altre difficoltà incontrate posso citare la burocrazia, i finanziamenti e la posizione geografica: il fatto di trovarci nel Sud Italia ci ha tenuti lontano da molti potenziali acquirenti.

JK: All’inizio degli anni Novanta, il telerilevamento spaziale era ancora una tecnologia relativamente nuova e trovare acquirenti per prodotti basati sulle immagini satellitari era molto più difficile che al giorno d’oggi.

CH: Essendo una start-up, e dunque priva di un solido curriculum, era molto difficile convincere i clienti a firmare un contratto.

Avete tutti partecipato a numerosi progetti finanziati, o cofinanziati, dalla Commissione europea. Potete raccontare ai nostri lettori se e in che modo questi progetti hanno contribuito alla crescita delle vostre aziende?

CH: GeoVille ha partecipato a tutti i principali progetti della Commissione o dell’A-genzia Spaziale Europea (European Space Agency - ESA) nel campo del monitoraggio terrestre. I benefici sono stati molteplici (in termini, ad esempio, di networking, oppor-tunità commerciali e attività di ricerca e sviluppo), ma cerchiamo di fare in modo che questi progetti non rappresentino mai più di un terzo del nostro fatturato complessivo.

JK: I progetti europei sono stati molto importanti per Gisat nei primi anni di attività, quando mi garantivano ben tre quarti del fatturato. Questa situazione si doveva, alme-no in parte, al fatto che le caratteristiche delle immagini satellitari di vent’anni fa erano più adatte ad applicazioni continentali e regionali, ma anche alla quasi totale assenza di un mercato domestico per l’Osservazione della Terra.

GSL: Dal mio punto di vista, sono importanti due aspetti: la collaborazione con altre aziende, soprattutto straniere, e l’opportunità di testare nuovi prodotti su nuovi mercati. A questo proposito, ritengo che il progetto Geoland esemplifichi bene quali benefici è possibile ottenere. Grazie all’esperienza maturata con questo progetto, infatti, abbiamo oggi creato una ventina di nuovi prodotti con il marchio registrato Preciso®.

GR: Per noi, le sovvenzioni dell’UE sono state fondamentali per sviluppare nuove tecnologie. Ci hanno infatti aiutato a portare avanti i nostri programmi tecnologici in modo altrimenti impossibile, considerata la riluttanza a correre rischi propria delle altre fonti di finanziamento.

Copernicus4Regions pone l’accento sull’adozione dei servizi Copernicus a livello locale e regionale. Secondo voi, quali sono i più importanti fattori che limitano lo sviluppo dei servizi di Osservazione della Terra e informazione geografica tra gli enti locali e regionali?

GSL: In questo settore, gli utenti finali hanno spesso difficoltà a comprendere il valore aggiunto che i nostri servizi possono apportare alle loro attività. In questo senso, è evidente la differenza con altri servizi spaziali, come quelli di posizionamento: infatti, pur non avendo una conoscenza dettagliata della tecnologia impiegata, gli utenti so-litamente non hanno alcun problema a capire i benefici del posizionamento. Bisogna poi tenere in considerazione i pregiudizi che ancora resistono in merito all’efficacia e ai possibili inconvenienti dell’Osservazione della Terra, poiché in passato i tentativi di sviluppare applicazioni in questo campo non hanno dato i frutti sperati. I progetti Copernicus finanziati dall’UE hanno consentito a Planetek Italia di rafforzare le attività di tutoraggio e formazione presso la comunità degli utenti. Ne è conseguita l’adozione di un approccio più orientato all’utente nella progettazione di applicazioni e servizi.

GR: Al momento, considerata la situazione finanziaria, la mancanza di un budget è il primo fattore. Più in generale, è fondamentale parlare con le persone giuste all’interno di tali enti, in modo da identificare i problemi reali e risolvibili e modellare un’offerta.

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CH: La crisi finanziaria ha sicuramente un ruolo nel rallentamento dell’adozione dei servizi Copernicus a livello locale. Nonostante la situazione cominci a migliorare, molti potenziali utenti finali non comprendono ancora appieno i benefici dell’uso di servizi basati sull’Os-servazione della Terra. E allora siamo noi, i fornitori di servizi, a dover svolgere un’opera di sensibilizzazione a livello locale: dopotutto, è uno degli aspetti della nostra attività.

JK: Molti servizi di Osservazione della Terra non sono tuttora ritenuti idonei dai poten-ziali utenti locali e/o nazionali, anche se la situazione sta gradualmente migliorando. Le ragioni sono varie. Innanzitutto, tali servizi propongono tecniche e processi com-pletamente diversi da quelli tradizionali e agli utenti, in generale, manca la volontà di affrontare cambiamenti di questo tipo. In secondo luogo, alcuni servizi devono miglio-rare la propria affidabilità in termini di tempestività e di qualità dell’informazione. Infine, in alcuni casi (ad esempio per quanto concerne i servizi di emergenza e sicurezza) è necessario modificare il quadro giuridico al fine di agevolarne l’uso operativo.

Le vostre aziende forniscono servizi soprattutto a livello locale o siete riusciti a espor-tare le vostre attività in altri Stati membri o addirittura oltre le frontiere dell’UE?

JK: Oggi, Gisat fornisce una parte considerevole dei suoi servizi al di fuori dei confini nazionali. Le preziose esperienze maturate con la partecipazione a progetti europei nell’ambito dell’Osservazione della Terra, come CORINE Land Cover o MARS, hanno fruttato all’azienda un importante patrimonio di conoscenze, che oggi ci permette di fornire servizi di alta qualità a un numero sempre maggiore di utenti nazionali e di essere flessibili di fronte alle richieste dei nostri clienti in Europa e nel resto del mondo.

GSL: Planetek Italia punta fortemente sulle esportazioni in Europa: non a caso, cinque anni fa abbiamo fondato Planetek Hellas in Grecia. Oltre i confini europei, ci siamo di recente aggiudicati un appalto per lo sviluppo dell’infrastruttura di dati territoriali del Marocco. Nel medio periodo, siamo alla ricerca di partner europei con l’obiettivo di far fruttare la nostra vasta esperienza nella progettazione e nello sviluppo del Geoportale INSPIRE, realizzato per conto del Joint Research Centre (JRC) e presto disponibile.

CH: GeoVille è fortemente internazionalizzata: è proprietaria al 100% di una filiale in Lussemburgo e ha referenze di progetto in quattro continenti. L’80% circa delle nostre attività si svolge fuori dall’Austria.

GR: Lavoriamo principalmente in Spagna.

Gli studenti di oggi sono il futuro di Copernicus. Negli anni, man mano che le vostre aziende crescevano, avete provato a creare interazioni con le università europee che formano i giovani in campi attinenti a Copernicus?

CH: Il collegamento con il mondo accademico è fondamentale. Sfortunatamente, il telerilevamento e la mentalità imprenditoriale sono scarsamente rappresentati nei pro-grammi di studio universitari.

JK: Certamente. Forse sono stato avvantaggiato, perché tengo lezioni sul telerileva-mento e sui sistemi informativi geografici (GIS) negli atenei di Praga. In questo modo, posso integrare le informazioni su Copernicus e su altre iniziative nei miei corsi e, al contempo, condividere con i miei studenti la mia esperienza sull’uso pratico dei servizi basati sull’Osservazione della Terra. Alcuni dei miei ex studenti ora si occupano di Osservazione della Terra proprio presso Gisat.

GSL: Abbiamo numerosi e costanti contatti con le università italiane. Ad esempio, da ormai più di dieci anni sono visiting professor all’Università IUAV di Venezia. Anche la nostra filiale greca condivide le proprie esperienze con gli atenei locali. La formazione è una delle nostre maggiori priorità.

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GR: Certo. Tuttavia, la mentalità nei nostri atenei è ancora un po’ arretrata. Manca una buona comprensione del ruolo imprescindibile delle aziende all’interno della società, ma penso che la situazione cambierà.

Da imprenditori di successo, quali consigli dareste ai giovani imprenditori che desi-derano fondare un’azienda nel settore dei servizi dell’Osservazione della Terra e di informazione geografica partendo da zero?

GSL: Consiglierei loro di partire dalle esigenze degli utenti, non dalla tecnologia. Poi di studiare le nozioni commerciali fondamentali e infine di trovare un mentore, prefe-ribilmente del settore.

GR: L’aspetto tecnico è la parte più semplice. Quella più difficile è chiedersi: ho dav-vero individuato una vera opportunità commerciale? Ho un elenco di nomi e indirizzi di clienti? È necessario rispondere a questi interrogativi (o, quanto meno, preparare un piano per affrontarli) quanto prima.

JK: Cercate di comprendere la tecnologia. Fate in modo che la vostra impresa si basi saldamente sulla vostra conoscenza dei metodi di Osservazione della Terra per l’ac-quisizione e l’elaborazione dei dati. In questo modo, sarete in grado di valutare cosa è possibile ottenere e i rischi associati ai servizi che intendete fornire per rispondere alle esigenze e alle richieste dei vostri clienti. Per iniziare, dovete decidere che tipo di servizi specifici potrete offrire al meglio e concentrare i vostri sforzi su questi.

CH: Nel nostro settore i servizi personalizzati sono basilari, ma l’accesso ai clienti e i finanziamenti sono altrettanto importanti. Dunque... convincete qualcuno a investire nella vostra azienda! Se ci riuscite, avrete buone possibilità di successo.

L’Unione europea finanzia i servizi Copernicus e invoca una politica di dati aperti e gratuiti. Potete spiegare ai nostri lettori in che modo i dati Copernicus aiuteranno la vostra azienda a sviluppare servizi per nuovi ambiti di applicazione o per nuovi clienti?

JK: I dati sono la materia prima fondamentale per l’erogazione di qualsiasi tipo di servizio informativo. Un accesso limitato a questa materia prima equivale a un servizio limitato in termini di contenuto, ricchezza e disponibilità delle informazioni nel corso del tempo. Inoltre, il costo dei dati influisce sul costo dei servizi. Migliorare i servizi esistenti perché i clienti li trovino più allettanti risulterebbe impossibile, o perlomeno molto più difficile, senza i dati Copernicus. Lo stesso dicasi per lo sviluppo di nuove e promettenti applicazioni per l’Osservazione della Terra, quali la determinazione del contenuto idrico della neve per la previsione delle inondazioni a primavera o la map-patura dei suoli e della vegetazione inquinati.

GSL: Possiamo dire che i dati rappresentano l’essenza dell’Osservazione della Terra. Trasformarli in informazioni è l’obiettivo principale delle nostre aziende. Una politica di dati aperti e gratuiti favorirebbe ovviamente la creazione di nuovi prodotti e servizi, con la promessa che questi saranno sostenibili (e dunque con un impegno alla generazione a lungo termine di set di dati coerenti).

CH: Un accesso incompleto all’ingrediente più essenziale per le nostre attività, ovvero i dati, limita le opportunità commerciali principali soltanto a chi li possiede. In altre parole, un accesso aperto e gratuito favorirà la moltiplicazione di servizi, opportunità e introiti.

GR: A seconda dei dati necessari, esistono modi, a volte poco pratici, per ottenere l’accesso ai dati gratuiti di diverse entità, tra cui ESA e NASA. Copernicus può aiutare a sviluppare nuovi servizi, a creare una rete di R&S e a finanziare parzialmente le proprie attività di R&S.

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In breve...

Jan KOLAR fondò Gisat nel 1990, a Praga. Gisat fu la prima azienda pri-vata nel settore dei servizi di telerilevamento e informazione geografica in Repubblica Ceca. Sin dagli esordi, l’azienda ha operato nel campo

della geomatica con un’attenzione particolare alle tecnologie avanzate del telerilevamento e dei GIS. Per ulteriori informazioni: http://www.gisat.cz/content/en

Gisat (CZ) – cifre chiave 1991 2000 2010

Numero di dipendenti 1 7 15Fatturato (in migliaia di euro) 25 550 1,000

Giovanni Sylos-Labini è fondatore e CEO di Planetek Italia S.r.l., azienda di consulenza leader nel campo dei servizi GIS e dell’Osservazione della

Terra e specializzata nelle informazioni sulla gestione del territorio. Creata nel 1994, Planetek è cresciuta rapidamente nel mercato italiano dei GIS integrando le tecniche più avanzate e un eccezionale team di professionisti di alto livello. Per ulteriori informazioni: http://www.planetek.it/eng

Planetek (IT) – cifre chiave 1995 2001 2010Numero di dipendenti 4 20 48Fatturato (in migliaia di euro) 100 1,500 4,600

GeoVille Information Systems è un’azienda privata fondata a Innsbruck (Austria) nel 1998 dal dott. Christian Hoffmann. La filiale GeoVille Environmental Services Luxembourg è stata fondata nel 2007. I clienti

di GeoVille sono industrie private, organizzazioni pubbliche e istituti di ricerca. L’azienda fornisce un ampio ventaglio di servizi di valore aggiunto per dati ottenuti tramite telerile-vamento e applicazioni GIS. Per ulteriori informazioni: http://www.geoville.com

GeoVille (AT) 1998 2001 2011Numero di dipendenti 1 4 28Fatturato (in migliaia di euro) 140 450 3,200

Giulio Ruffini ha fondato Starlab nel 2000 a Barcellona (Spagna). Obiettivo di Starlab è trasformare la scienza in tecnologie che abbiano

un impatto ampiamente positivo sulla società. Le aree di attività principali sono i settori dello Spazio e delle neuroscienze. Starlab offre soluzioni, prodotti e servizi tecnici per governi, industrie e mercati a valle (downstream). Per ulteriori informazioni: http://starlab.es

Starlab (ES) – cifre chiave 2000 2012Numero di dipendenti 4 30Fatturato (in migliaia di euro) 100 2,000

L’angolo delle PMI

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167W INDOW ON COPERNICUS

I partner del progetto

Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Italia

Centre for Communication, Earth Observation and Navigation Services GmbH (CEON), Germania

University of Leicester (ULEIC), Regno Unito

Centre d’Études Techniques du Sud-Ouest (CETE), Francia

Capital High Tech (CHT), Francia

Secretaria Regional da Ciência Tecnologia e Equipamentos (SRCTE), Portogallo

Tecnologie per le Osservazioni della Terra e i Rischi Naturali (TeRN), Italia

Agencia de Innovacion e Financiacion Empresarial de Castilla e Leon, Spagna

Madrid Cluster Aerospace (MPAE), Spagna

Forum Luft und Raumfahrt Baden-Württemberg e.V (LRBW/), Germania

Pole Mere Bretagne (PMBret), Francia

Guyane Technopole, Francia

Institute of Geodesy and Cartography (IGiK), Polonia

SpaceTec Partners SPRL, Belgio

Planetek, Italia

Starlab Barcelona SL, Spagna

FDC, Francia

Deutsches Zentrum fur Luft und Raumfahrt e.v. (DLR), Germania

Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambiantale (ISPRA), Italy

European Regions Research and Innovation Network (ERRIN), rete internazionale

Paris Lodron University, Austria

GISAT, Repubblica ceca

Specto Natura, Regno Unito

Page 169: W INDOW ON COPERNICUS · vazione della terra per migliorare la gestione dei rifiuti a livello locale Daniela Drimaco Monitoraggio dell’instabilità del suolo con i servizi Copernicus

168 W INDOW ON COPERNICUS

Editore Stéphane Ourevitch, SpaceTec Partners, coordinatore del progetto GRAAL

[email protected]

Direzione editoriale Arnault Contet, SpaceTec Partners, vicecoordinatore del progetto GRAAL

Comitato editoriale Geoff Smith, SPECTO NATURA, a rappresentanza del progetto GRAAL

Anna Basoni, CNR, a rappresentanza del progetto DORIS_NetChristelle Bosc, CETE, a rappresentanza del progetto DORIS_Net

Magali Clavé, Capital High Tech, a rappresentanza del progetto DORIS_Net

Redazione della versione italiana Valeria Forlin e Isabella Pirolo, SpaceTec Partners

Gaetano La Rosa

Progettazione grafica M’hamed Belahouel (Paris)

Impaginazione

SEFF & Art Mature sprl (Brussels) – [email protected]

La presente rivista è pubblicata dal consorzio del progetto GRAAL ed è cofinanziata dalla Commissione europea (Agenzia esecutiva per la ricerca). È sviluppata congiuntamente al progetto DORIS_Net ed è distribuita gratuitamente a un gruppo di destinatari selezionati.

Tiratura: 10.000 copie (4.000 in inglese, 1.500 in francese, 1.500 in italiano, 1.500 in tedesco, 1.500 in spagnolo).

Window on Copernicus è disponibile anche in formato elettronico (PDF) sul sito web www.copernicus4regions.eu.

Numero di registrazione legale: ISSN 2030-5419

La responsabilità per le opinioni espresse nella presente pubblicazione ricade esclusivamente sugli autori degli articoli. Esse non rappresentano le opinioni degli editori, dei redattori, dei consorzi o dei rispettivi partner, né tantomeno quelle della Commissione europea.

La riproduzione dei testi è autorizzata previa autorizzazione scritta dell’editore.Per ricevere questa pubblicazione in un’altra lingua, richiedere ulteriori copie per uso per-sonale o per distribuzione tra colleghi o altri soggetti, invitiamo a inviare un’e-mail all’indirizzo [email protected] on Copernicus è pubblicato per gentile concessione di Astrium GEO-Information Services e Arsenale Novissimo.

Stampa: E3 Expansion (Parigi)Stampato nell’UE