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2 Volontariato Marche 2 Volontariato Marche EDITORIALE Fedeltà al volontariato SOTTO LA LENTE Il mondo può cambiare Parola d’ordine: protagonisti Quel sorriso riempi-tutto Spazio ai giovani Fuori (e dentro) il volontariato Volontari oltre confine ATTUALITÀ Tra continuità e nuove sfide Vedere persone, non malati Il volontariato ha “valore economico”? Quando il corpo è una prigione Donazioni: la tecnica innovativa Solidarietà a portata di mano PROGETTI Toc toc: un nuovo modo di abitare La montagna per tutti La guerra non è mai dolce I poveri non possono aspettare Immigrati, universo da scoprire SALA STAMPA Le notizie dalla nostra regione CSV INFORMA L’ALTRA ECONOMIA AMMINISTRAZIONE E FISCO LEGISLAZIONE RECENSIONI GIROVAGANDO 3 4 6 8 10 12 14 15 16 18 20 22 24 26 28 30 32 33 34 36 38 40 42 44 46 Sommario V olontariato Marche [email protected] BIMESTRALE DI INFORMAZIONE SOCIALE Autorizzazione Tribunale di Ancona n. 21/99 del 1/10/99 Anno VIII - N. 03 / 2008 Chiuso in redazione: il 19 maggio 2008 DIRETTORE EDITORIALE Enrico Marcolini DIRETTORE RESPONSABILE Lanfranco Norcini Pala REDAZIONE Alberto Astolfi - Alessandro Fedeli - Gianluca Frattani - Chiara Principi Alessandro Ricchiuto - Nico Coppari - Monica Cerioni - Ivano Perosino Monika Ruga - Francesca Pedini. IMPAGINAZIONE Gustavo Guglielmotti STAMPA Bieffe s.r.l - Recanati (MC) Tiratura 4000 copie EDITORE AVM (Associazione Volontariato Marche) DIREZIONE E REDAZIONE c/o CSV Marche - Via Trionfi, 2 60127 - Ancona Tel. 071.2814126 - Fax 071.2814134 Stampata su carta riciclata certificata dall'Ecolabel europeo per i prodotti a basso impatto, sbiancata senza cloro

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EDITORIALEFedeltà al volontariato

SOTTO LA LENTEIl mondo può cambiare

Parola d’ordine: protagonisti

Quel sorriso riempi-tutto

Spazio ai giovani

Fuori (e dentro) il volontariato

Volontari oltre confine

ATTUALITÀTra continuità e nuove sfide

Vedere persone, non malati

Il volontariato ha “valore economico”?

Quando il corpo è una prigione

Donazioni: la tecnica innovativa

Solidarietà a portata di mano

PROGETTI Toc toc: un nuovo modo di abitare

La montagna per tutti

La guerra non è mai dolce

I poveri non possono aspettare

Immigrati, universo da scoprire

SALA STAMPALe notizie dalla nostra regione

CSV INFORMAL’ALTRA ECONOMIAAMMINISTRAZIONE E FISCOLEGISLAZIONERECENSIONIGIROVAGANDO

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S o m m a r i o

Volontariato

Marche

[email protected]

BIMESTRALE DI INFORMAZIONE SOCIALE

Autorizzazione Tribunale di Ancona

n. 21/99 del 1/10/99

Anno VIII - N. 03 / 2008

Chiuso in redazione: il 19 maggio 2008

DIRETTORE EDITORIALE

Enrico Marcolini

DIRETTORE RESPONSABILE

Lanfranco Norcini Pala

REDAZIONE

Alberto Astolfi - Alessandro Fedeli - Gianluca Frattani - Chiara Principi

Alessandro Ricchiuto - Nico Coppari - Monica Cerioni - Ivano Perosino

Monika Ruga - Francesca Pedini.

IMPAGINAZIONE

Gustavo Guglielmotti

STAMPA

Bieffe s.r.l - Recanati (MC)

Tiratura 4000 copie

EDITORE

AVM (Associazione Volontariato Marche)

DIREZIONE E REDAZIONE

c/o CSV Marche - Via Trionfi, 2

60127 - Ancona

Tel. 071.2814126 - Fax 071.2814134Stampata su carta riciclata

certificata dall'Ecolabel europeoper i prodotti a basso impatto,

sbiancata senza cloro

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EDITORIALE

MarcheVolontariato

Fedeltàal volontariato

Enrico Marcolini

Quest’anno, come forse non tutti sanno, ricorre il primodecennale d’attività del nostro Centro servizi volontariato.Un traguardo ragguardevole, che offre l’occasione di trac-ciare un bilancio dei risultati raggiunti e al tempo stessoporsi nuove sfide e obiettivi per il futuro. Guardando agli anni trascorsi, possiamo affermare contranquillità che oggi la fase “pionieristica” del Csv è termi-nata: la struttura è presente in tutto il territorio regionale,si sono accumulate molte e varie esperienze, si è assestatoil quadro istituzionale, le risorse economiche sono certe erilevanti, e il Csv è maturato nel tempo anche come luogodi incontro e non solo di domanda-offerta di servizi.A voler indicare una qualche criticità significativa, direi chenegli anni l’operatività ha evidenziato problemi di gover-nance. In altre parole, si è visto come la partecipazionedelle associazioni al governo del Csv faccia un po’ fatica astare al passo coi tempi di una struttura operativa, che cre-sce molto velocemente, con il risultato che il volontariatorischia di diventar sempre più solo un “consumatore” delCsv, invece che un attore-protagonista della sua evolu-zione.Guardando all’oggi invece, che scenario stiamo attraver-sando? Viviamo innanzitutto una moltiplicazione costante e unadiversificazione delle associazioni e dunque una crescitacomplessiva del nostro mondo. Sperimentiamo una fortetrasformazione del ruolo sociale del volontariato, che nonè più soltanto quello di carattere socio-assistenziale, maanche quello ambientale, di protezione civile, di tutela deidiritti e di attivismo civico, culturale, ecc. Constatiamo daun lato, che l’irruzione della dimensione economica nelnon-profit è stata difficile da “digerire” dato che la gratuitàè da sempre un elemento costitutivo, dall’altro che i nuovimeccanismi di allocazione delle risorse (5 per mille, Fon-dazioni, filantropia istituzionale…) hanno riflessi impor-tantissimi sullo stile e sulle azioni del nostro settore. Ed ora veniamo al futuro. Sono convinto che in questa fasele prossime sfide del Csv Marche si possano riassumere indue concetti: fedeltà al volontariato e capacità di approccioa una nuova, più complessa realtà. Essere fedeli al volon-

tariato significa mantenere e diffonderne un’idea rigorosa,fatta di gratuità e solidarietà, e promuovere un sistema diincentivi per l’azione volontaria senza lucro, evitando de-rive verso l’impresa sociale. Significa essere al servizio delvolontariato in tutti i diversi ambiti in cui si esprime, perchènon esiste un volontariato migliore di altri. Significa cre-dere nella soggettività politica del volontariato, come sog-getto di cambiamento sociale, che si batte per la rimozionedelle cause di disuguaglianza. In questo senso occorre co-stituire un vero protagonismo politico, che supporti ed“educhi” anche il protagonismo delle organizzazioni piùpiccole e sostenere la nascita di rappresentanze del vo-lontariato a tutti i livelli, innanzitutto nei territori. Restarefedeli al volontariato vuol dire continuare ad avere unastruttura inclusiva, partecipata e democratica: un’organiz-zazione che professa certi valori deve essere essa stessaesemplare e necessariamente coerente nella loro attua-zione. E significa infine essere efficienti e massimamentetrasparenti, poiché una buona disponibilità di risorse im-pone una grande attenzione nel loro uso.Quanto alla seconda sfida, ritengo che la complessità nonvada subita, che occorre porsi il problema di avere un vi-sione complessiva, e, di conseguenza, inglobare e orga-nizzare la complessità e finalizzarla. A questo punto perreggere il quadro di governance prospettato, che tipo distruttura dovremo essere/avere ? Secondo il principio “della porta aperta” dovremo inglo-bare i soggetti e gli interessi. Chiunque soddisfi determi-nati requisiti ha diritto ad associarsi all’Avm-Csv, perché laproprietà dei Csv è di tutti e questo diritto, che è delle as-sociazioni del territorio, va difeso e rafforzato, sulla lineache abbiamo già intrapreso. Questo legittima il Csv ed haun valore immenso perché elimina l’arbitrarietà e il rischiodi gestioni oligarchiche, ma d’altro canto impone la fissa-zione di regole, la delimitazione di ambiti ed una idoneastruttura di controllo. Come superare allora la dicotomia gestione-governo? At-traverso una maggiore tematizzazione dei settori e delleresponsabilità, ovvero, l’individuazione di un responsabileper settore e dei soci volontari che seguono quel settore.Anche su questo stiamo lavorando, ma il processo non èancora compiuto fino in fondo. In conclusione, se, come diceva, “la cosa più concreta èavere una buona teoria”, sento che queste sfide possiamoaffrontarle serenamente.

presidente Csv-Avm

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SOTTO LA LENTE

Il mondo può cambiareNel rapporto tra giovani e volontariato il peso di adulti “cattivi maestri”

Ho incontrato inquesti anni mi-gliaia e migliaia

di giovani e tutti vo-gliono capire se vera-mente credi a quelloche dici, vogliono ca-pire se sei credibile. Seè così allora entrano inrelazione, ti danno fiducia, ti raccontano le loro difficoltà,i loro sogni. Se non hanno la certezza che non sei un pre-dicatore, uno che parla al vento, uno che fa una confe-renza, non si espongono, non ti aprono il cuore. In fondosono uguali in qualsiasi parte del mondo, in MedioOriente come in Africa o in America Latina o in Europa. Siaspettano comportamenti coerenti da chi dice di essere aservizio degli altri nella società, nelle associazioni comenelle istituzioni; da un mondo che hanno ricevuto in ere-dità e in cui sono gli adulti a dettare le regole si aspettanosegnali di credibilità. A molti giovani non importa piùniente di fare volontariato, non importa più niente di co-struire una società migliore, perché vedono troppa ingor-digia, troppi interessi, troppo individualismo.La situazione di tanti uomini di potere, di tanti intellettuali,imprenditori, politici, di gente che pensa solo a straguada-gnare invece di prendersi a cuore il bene comune, il servi-zio e le buone pratiche oltre ai propri legittimi interessi,indebolisce i giovani e diventa un deterrente per il loro im-pegno: se la società è così, che se la tengano! Se il mondodegli adulti non fa una riflessione, un cambio di rotta, se ipadri non si riconciliano con i figli, se non c’è veramenteun miracolo - ma i miracoli non vengono dall’alto, vengonodal basso - i giovani si scosteranno sempre di più dal vi-vere sociale e dal servizio volontario e gratuito reso ai piùdeboli.L’anima del volontariato è donare, è sapere di poter esseredono per qualcuno; è commuoversi, mettersi nei pannidell’altro, il carcerato, l’immigrato, la ragazza madre, l’affa-mato, di chi patisce e dare all’altro la stessa risposta che

vorresti fosse data a te. Ma se non siamo stati capaci di tra-smettere ai giovani il senso di gratuità, la forza del dono disé, non possiamo pretendere che lo pratichino. Il volonta-riato attrae quando è testimonianza pura, quando nessunodi noi ci guadagna una lira, quando ci paghiamo le spese,quando viviamo veramente la gratuità. All’Arsenale dellaPace ci poniamo costantemente questo problema e con

tutti i nostri limiti cerchiamo di vivere inmodo trasparente la gratuità, rendiamoconto di tutto quello che riceviamo edel modo in cui utilizziamo il denaro,pubblicando anche i nostri bilanci, perdare testimonianza in modo lampanteche il Sermig è in mano alla gente co-mune, che è ancora capace di di frontealla povertà e all’ingiustizia.

Il disagio da problema

ad opportunitàIl disagio tra i giovani è il problema più grave di questo no-stro tempo, ma un problema può sempre diventare unagrande opportunità. Da tempo abbiamo messo i giovani alprimo posto aprendo loro le porte dell’Arsenale della Pace,accogliendoli per periodi di riflessione e dialogo, impe-gnandoli in gesti di solidarietà, aprendo i loro orizzonti allamondialità, ma siamo consapevoli che non si possono rac-chiudere in quattro mura: le mura dei giovani sono ilmondo, sono il desiderio che loro possono cambiare ilmondo. È nato allora l’Arsenale dei Giovani per ascoltarli eincontrarli lì dove sono, dove vivono, all’aperto, per lestrade del mondo, nelle piazze, nelle scuole, nei bassifondidelle città dove le tensioni sono corrosive e devastanti; lìdove si sfamano, si curano e si istruiscono come lì dovetutto questo è irraggiungibile. Sono loro il futuro e chi liascolta impara a guardare lontano.Amo veramente i giovani e chi ama parla anche a musoduro, perché non vorrebbe mai che i propri amici imboc-cassero una strada che spappola loro il cervello. Quandomi ritrovo faccia a faccia con qualcuno di loro, una dellefrasi che dico in continuazione è: “Quanti di voi devonoancora schiattare prima che troviate la forza di ribellarvi edire basta?”. Basta alla droga, basta ad una vita da sballati.Ma conosco anche ragazze e ragazzi che non si sono rifu-giati nello sballo, hanno invece detto “sì” alla vita, alla pace,alla solidarietà, ragazze e ragazzi che hanno scoperto chela libertà non è fare quello che capita, evadere per il gustodi evadere, ma scegliere liberamente di “fare il bene”; ra-

Ernesto Olivero*

Se i grandi non offrono verità e coerenzai giovani si allontanano dal vivere sociale

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Olivero allʼAppuntamento Mondiale dei Giovani della Pace (Torino 2002).

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gazzi e ragazze che danno la vita in un modo eroico. Ancheper riguardo a questi giovanimeravigliosi, i grandi e gliadulti devono trovare il mododi riconciliarsi con le nuovegenerazioni, per aver propostoun modello di vita così terrifi-cante che li autorizza a far peg-gio dei loro “non maestri”. Aigiovani spesso consiglio dinon farsi ingannare dagli adultiche discutono sulla loro pellese la droga fa male o no, li in-vito a riprendersi in mano lavita a chiedere ai loro amici difare altrettanto.

I giovani “maestri”

dei giovaniOggi di maestri adulti ce nesono ben pochi. Credo che igiovani che hanno conosciutola bruttezza della vita e chesanno dire “no” alla droga eagli sballi, possano rinasceredalle ceneri della loro esi-stenza e diventare maestri dialtri giovani.Per questo alcuni anni fa abbiamo dato vita al “Mondialedei giovani”, un G8 alla rovescia in cui i Grandi della terraper una volta ascoltano quello che le nuove generazionihanno da raccontare, da proporre, da sognare, anche per-ché i loro sogni diventeranno presto il futuro di tutti noi.Bisogna che il mondo trovi il modo di fermarsi a riflettere,che i cosiddetti “grandi” trovino il modo di ascoltare i gio-vani e di cambiare atteggiamento, di restituire invece diprendere per soddisfare esigenze di potere e di avere. Aigiovani dico: alzatevi e camminate! Abbiamo per le mani un’occasione storica. Siamo in gradodi dare ogni giorno una certezza di vita ai mille e millebambini che muoiono di fame, ai milioni e milioni didonne e uomini che muoiono senza cure. Possiamo en-trare in politica, nelle università, nelle banche, nelle indu-strie in modo trasparente e creativo. Abbiamo le forze percambiare in bene questo mondo ingiusto che non dà damangiare a chi ha il diritto di mangiare; che non dà acquapulita a chi ha diritto di bere, che non dà dignità e non ri-spetta i diritti umani più elementari; che non sa accoglierelo straniero e non recupera il carcerato. Conto sui giovani per cambiare il mondo. Conto su di loroperché possono diventare politici che non difendono in-teressi propri o di parte, ma fanno un servizio a vantaggiodi tutti. Conto sui giovani perché possono diventare preti,consacrati e consacrate e riconciliare almeno un po’ que-sto mondo così arido che ha una grande sete di Dio. Conto

sui giovani perché possono mettersi in affari, entrare nellebanche e mostrare a tutti cheanche i banchieri hannoun’anima. Conto sui giovaniperché possono spartire ilpane della cultura e dellascienza con tutti e non esseredi quelli che lo usano perl’ideologia, per la guerra, per lemanipolazioni genetiche, perla morte. Conto che possanoriprendersi la vita e viverla neiloro 16, 18, 20 anni. Far respi-rare il profumo della loro bel-lezza. I giovani non possiamomai considerarli persi. Anchese fossero i “peggio” possonodiventare i “meglio”, se sono“persi” si possono ritrovare,perché i giovani non possonofar notizia solo quando sonoprotagonisti di fatti di cronacanera, si dovrebbe parlare diloro perché sono portatori dibene e di positivo. Questomondo così com’è ha i giornicontati. Va male perché tanticontinuano a pensare solo aifatti propri. Noi invece vo-gliamo pensare ai fatti deglialtri, al bene degli altri. Non ac-cettiamo il negativo, la guerra,

le ingiustizie. Impegniamoci per un mondo di pace, per ladignità e i diritti di tutti. Me lo sento dentro: se un pugnodi giovani cambia, il mondo può cambiare.

*Fondatore del Servizio Missionario Giovanie dell’Arsenale della Pace di Torino

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Il cortile dellʼArsenale della Pace, con la fontana realizzatadagli allievi artigiani-restauratori del Sermig.

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SOTTO LA LENTE

Parola d’ordine: protagonistiDa Novafeltria ad Ascoli, viaggio nelle associazioni che guardano ai giovani

Laboratori teatrali, viaggi in Africa e incontri dove i pro-tagonisti sono i giovani. Sempre più spesso, a volte inmodo anche superficiale, si dice che i ragazzi siano

poco attenti alle problematiche sociali e indifferenti a ciòche accade intorno a loro. Ma facendo un breve excursus

tra le asso-ciazioni divolontariatodel territorior e g i o n a l e ,quelle che sioccupano inp a r t i c o l a rmodo diloro, la situa-zione ap-pare moltodiversa. Tan-tissimi sono,infatti, i gio-

vani “impegnati” e pronti a rispondere agli stimoli prove-nienti dal mondo del volontariato. Ad Ancona, per esempio l’associazione Arca Volante, si oc-cupa di avvicinare i giovani al teatro. “Il laboratorio teatrale– spiega la presidente Ramona Ragni - è iniziato l’estatescorsa e a settembre andremo in scena con lo spettacolo‘Giulietta e Romeo’. I ragazzi che partecipano al corso sonocirca quattordici e la maggior parte di loro lavora, quindi ègrandissimo l’impegno che ci mettono.Il progetto, grazie al quale tutto questoè stato possibile, si chiama ‘Il palco deimondi’ e l’obiettivo era quello di riu-scire a creare integrazione tra i giovani,alcuni dei quali disabili. Credo che ilteatro abbia una grande valenza edu-cativa soprattutto nell’età adolescen-ziale”. Sempre di teatro si occupa ilLaboratorio teatrale San Paolo. “La no-stra associazione - dice Alessandro De

Rosa - si occupa di teatro, danza, musica per educare i ra-gazzi. La compagnia principale, quella formata dai soci, ècomposta da molti giovani ed hanno un’età che va dai 18 ai21 anni. Di solito – continua De Rosa - mettiamo su unospettacolo per poi portarlo nei vari teatri. Proprio a feb-braio ne abbiamo messo in scena uno, ‘Caterina in Musi-cal’, che si ispira alla ‘Bisbetica domata’. In questo periodola compagnia principale sta preparando un altro spetta-colo, probabilmente si chiamerà ‘Quattro scapoli ed unavedeva’”.

Percorsi di studioe lavoro

É invece di Fermo l’associazione Farsi Prossimo. “Il pro-getto che ora stiamo portando avanti si chiama ‘Terra’ eprevede diverse iniziative – illustra il presidente PierluigiRiccioni - in particolare orientamento allo studio e orien-tamento all’autoimprenditorialità; verranno invitati a par-lare giovani under 30 che sono riusciti a ritagliarsi un lorospazio nel mondo del lavoro”. Ma è previsto anche un altrolavoro, quello sulla memoria fotografica. I giovani coinvoltifrequentano i centri di aggregazione del comune di Fermo,il progetto Università Roma 3, ma ci sarà anche un collet-tivo studentesco e i ragazzi del servizio civile. Incontri di tipo diverso sono quelli organizzati da L’Arca,che come ci ha spiegato il referente dell’associazioneGianfranco Valentini, dall’anno scorso porta avanti un pro-getto dal titolo “Fuori classe”. Il primo dei tre incontri pre-visti con i maturandi sulla “Crisi del Novecento” è già statofatto. “Riteniamo che l’interesse verso certi argomenti cre-sca solo se c’è una ragione – dice Valentini - insieme vo-gliamo condividere una fatica, che è quella dello studio, equesta si supera appunto solo se c’è una ragione profonda.Sempre per i maturandi è prevista una convivenza-studionel mese di giugno”.Si trova invece a Macerata l’associazione I nuovi amici che

promuove l’integrazione tra ragazzi di-versamente abili e normodotati.“L’idea di fondo – spiega la vice presi-dente, Roberta Falcetta – è che non cisono differenze tra i giovani. Il pro-getto che grazie al Centro Servizi peril Volontariato stiamo portando avantisi chiama ‘La danza dei giochi’ e pre-vede attività di diversa natura, dal tea-tro alle attività ludiche, anche con altreassociazioni e gli scout”.

Teatro, missioni, scambi culturali:così i ragazzi si scoprono impegnati

Monika Ruga

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Volontariatomissionario

e per la paceIn favore dell’Africa invece si impegna l’associazione MgsSermigo “Il fulcro sta nell’organizzare esperienze di vo-lontariato missionario - illustra Ivan del Gobbo, presidentedell’associazione – infatti, dal2000 ad oggi, siamo stati nellamissione di Makuyu in Kenya. Daquest’anno andremo anche inTanzania e Nigeria. I ragazzi chepartecipano sono davvero tantis-simi, l’anno passato siamo andatiin quarantatre. Poi - continua –c’è anche il finanziamento di pic-coli progetti di sviluppo nellemissioni con cui siamo collegatiattraverso varie attività. Inoltrefacciamo attività di educa-zione alla mondialità ed eventidi sensibilizzazione sulle problematiche del Sud delMondo, come quelli avvenuti all’interno della Setti-mana Missionaria”. Ad Ascoli Piceno, due in particolare sono le associazionidi volontariato che promuovono delle iniziative per e coni giovani: il Gruppo Emergency ed Ascoliequosolidale. Laprima, proprio in questo periodo, si sta occupando di edu-cazione alla pace. Molti ragazzi grazie al progetto nellescuole promosso dal Csv, hanno deciso di fare uno stagenell’associazione e sono proprio loro che partecipano at-tivamente all’organizzazione dei banchetti informativi ealla raccolta fondi per sostenere Emergency. “Grazie ai pro-getti ‘Mr. Cittadino’ e ‘Volontaria…mente’ – dice AnnibaleMarini, presidente dell’associazione Ascoliequosolidale –molti studenti hanno iniziato a comprendere meglio dicosa si occupa il commercio equo e questo anche grazie aivolontari che hanno portato le loro esperienze personali.

Spesso i ragazzi sono abbastanza consapevoli di ciò cheaccade, ma poi non sanno quali sono le alternative per-corribili per cambiare la situazione. Ogni anno, inoltre, or-ganizziamo una grandissima festa ‘équa la festa’ fatta con eper i giovani”.

Esperienzeinterculturali

e accoglienzaA Fossombrone, in provincia di Pesaro si trova invece l’or-ganizzazione Nuvole e Zenzero. “La nostra associazione –spiega Paride Prussiani – proprio per statuto si occupa digiovani ed intercultura. Nasce da un gruppo di ragazzi cheper molti anni hanno organizzato un’importantissima ma-nifestazione interculturale ‘In viaggio’, con cene tipiche econvegni. Da quell’esperienza è nata in seguito l’associa-zione che ha gestito ancora questa rassegna. In questo mo-mento – continua Prussiani - stiamo videointervistandomolti stranieri ed italiani. É una vera e propria indagine so-ciale che vuole mettere in evidenza come molti siano ipregiudizi da una parte e dall’altra, ma anche come un’in-tercultura sia possibile”. Di Novafeltria, sempre in provincia di Pesaro, è Linea d’om-bra. “L’anno scorso – dichiara Sonia Rinaldi – ci siamo oc-cupati dei bambini del Saharawi, da noi ospitati. Li abbiamo

intrattenuti con passeggiate, par-tite a biliardino e portandoli perun’intera giornata a Fiabilandia.Inoltre, per due anni consecutiviabbiamo organizzato un eventointitolato ‘Terra di mezzo’. Du-rante la manifestazione c’eraanche l’allestimento di un mer-catino artigianale, fatto dagli arti-giani e artisti delle quattro vallateche circondano Perticara. Era unmomento dato dalla fusione dimusica, arte e cultura. In questomomento – continua Rinaldi -

stiamo organizzando una commedia teatrale dove gli at-tori siamo noi dell’associazione. Ci prepariamo anche al-l’accoglienza a luglio dei bambini del Saharawi e stiamoproseguendo il laboratorio di cartapesta”.

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SOTTO LA LENTE

Quel sorriso riempi-tuttoPerché fare volontariato? Rispondono i giovani che si spendono per l’altro

I giovani motivati che scel-gono di dedicare una partedel loro tempo ad attività di

volontariato portano con sé unprezioso bagaglio di entusia-smo, carica emotiva ed idee. Dalle loro testimonianze emer-gono le forti sensazioni cheprovano nel fare del bene a chine ha bisogno, nel vedere ilsorriso di chi soffre e, più in ge-nerale, nella consapevolezza dicontribuire, nel proprio piccolo, a costruire una società piùprofonda, più attenta e meno vuota.A soli 27 anni, Ilaria Bartolucci già si può considerare una“veterana” del volontariato. “Mi sono avvicinata a questomondo prima con gli scout e poi, attorno ai 14 anni, in at-tività con ragazzi disabili e in casa di riposo. Ho fatto varieesperienze di missioni umanitarie in Paesi africani per or-ganizzazioni non governative e per Emergency. Poi sonoentrata a far parte dell’associazione ‘Tutti i cuori di Rossana’di Pesaro con cui diamo un sostegno a bambini e ragazzicardiopatici”. “Fare volontariato – dice Ilaria, che di lavorofa l’educatrice – significa riscoprire il valore della vita, maanche incontrare sé stessi, i propri limiti e le proprie po-tenzialità. Inoltre noi giovani possiamo esprimere le no-stre capacità e mostrare di non essere vuoti e demotivaticome spesso dicono di noi”.

Tirarefuori

il meglio“Il volontariato ti riempie – dice invece Giulio Bravi – e rie-sci a tirare fuori il meglio di te”. Giulio, che ha 24 anni e dimestiere fa il meccanico, due-tre volte a settimana riesce a

trovare il tempo, dopo il lavoro, per trascorrere qualcheora presso la casa accoglienza “Città della gioia”, associa-zione di Pesaro di cui è vicepresidente. “Ti riempie riuscirea tenere compagnia agli ospiti della casa, condividere deltempo con loro, distrarli dai loro problemi. Poi, quandoqualcuno riesce a trovare lavoro e ad aprirsi uno spiraglio

di speranza, allora ti accorgiche quelli sono i momentiper i quali vale veramente lapena dedicare del tempo alvolontariato”.Si è avvicinata da poco al vo-lontariato la 18enne France-sca De Leo: “Ho conosciuto larealtà dove ora opero (La Ca-rovana di Ancona che si oc-cupa di diversamente abili,ndr) a scuola due anni fa. Miha molto colpito l’idea dipoter far concretamentequalcosa per chi ha bisogno.Allora sono andata in associa-zione e mi sono inserita”.Molto giovane e molto moti-vata, Francesca sta prepa-

rando l’esame di maturità e ha molte amiche e amici, matrova ugualmente tempo per dedicarsi al volontariato: “Mipiace proprio tanto, mi fa sentire viva. Ho stabilito bei rap-porti con i ragazzi del centro e il loro sorriso ti cambia lavita”. “Cerchiamo di fornire ai ragazzi degli spazi di autonomianella società odierna in cui tutto è già impacchettato e pre-confezionato, persino il divertimento”. Federico Marinelliha 28 anni ed è presidente dell’associazione Centro Cul-turale Fonti San Lorenzo di Recanati. Il volontariato cui sidedicano Federico e gli altri ragazzi dell’associazione è ri-volto alla gestione di spazi per adolescenti. Il centro è unluogo altamente socializzante in cui i ragazzi possono con-

“Un’esperienza capace di emozionaremoltiplica il bene e fa sentire vivi”

Nico Coppari

Nella foto David Galasso (in primo piano a destra)

Nella foto a sinistra Ilaria Bartolucci

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FrancescaDe Leo

FedericoMarinelli

DiegoBonfranceschi

MarcellaPerongini

SimoneLuciani

AndreaLeoni

frontarsi, discutere e costruire qualcosa. “I giovani oggi ri-schiano di diventare utenti passivi di tutto e invece devonoimparare a creare, a organizzarsi i propri spazi e le proprieattività. Nella mia personale esperienza, fare volontariatosignifica stare con gli adolescenti, impegnarmi in attivitàper loro e con loro costruire qualcosa insieme”. Muove dagli stessi principi Simone Luciani, presidente del-l’associazione Il tempio di Kurna di Fermo. “Muovere qual-cosa, muoversi insieme e aggregare interessi comuni –dice Simone – è questo uno degli scopi del mio volonta-riato”. Il principio è quello di fare qualcosa, ognuno nelproprio piccolo e nel proprio ambito, per un progetto al-l’insegna della “bella” convivenza con gli altri. Nel suo casoil terreno di questa convivenza è il gioco e l’azione è rivoltaa creare degli spazi ludici.

Esperienzaformativa

e gratificante“L’esperienza del volontariato è estremamente formativae gratificante – dice Marcella Perongini, dell’associazioneAntidroga Picena di Ascoli - ciascun incontro mi arricchi-sce, ogni ragazzo mi offre spunti di riflessione”. Marcella,attualmente, è impegnata in incontri nelle scuole per sen-sibilizzare ed informare sul problema delle droghe. “Ho ri-scontrato personalmente come ti percepiscono i giovaniquando spieghi loro lo spirito del volontario. Li aiuta adaprirsi ancor di più perché sanno che davanti hanno unapersona con l’autentico desiderio di aiutarli, senza altrifini”. “Per questi motivi – continua Marcella – il volontariatoti riempie”.David Galasso, 30 anni, è responsabile del gruppo Unitalsidi Pagliare del Tronto. Le sue parole confermano l’essenzadel volontario che trae spinta e motivazioni nel fare delbene “quando chi soffre ti sorride – come dice David – equando vedi gente che riesce a star bene con quel pocoche ha”. “Il mio primo pellegrinaggio – continua - l’ho fattoa 19 anni, dopo qualche anno ho collaborato a organizzareil gruppo parrocchiale Unitalsi di Pagliare; ora, oltre aiviaggi, organizziamo varie attività e iniziative”. Respira da sempre l’aria del volontariato e ben presto hadeciso di dedicarsi anche lui a questo impegno. Il 23enneAndrea Leoni è presidente dell’associazione L’Alveare diMonturano, tra i cui fondatori, oltre 22 anni fa, vi era ancheil padre. “Il grazie che ricevi quando aiuti chi ha bisogno èun grazie profondo – dice Andrea – diverso da tutti gli altri.E’ un grazie che ti dà la carica di andare avanti. E poi que-sto è un mondo enorme, ricco di così tante realtà differentiche ti arricchiscono interiormente.. Dicono che noi gio-vani oggi siamo svogliati. In realtà dobbiamo semplice-mente recuperare stimoli e uno dei compiti delleassociazioni dovrebbe essere proprio questo”. “Tra gli aspetti più belli di questa attività c’è che fai, allostesso tempo, del bene agli altri, ma anche a te stesso” diceDiego Bonfranceschi, presidente dell’associazione Cine-circolo Giovanile Socioculturale “Vittorio Bachelet” di To-

lentino. Diego ha 29 anni e trova il tempo per portareavanti l’università, lavorare come impiegato e condurre lasua attività di volontario con grande entusiasmo: “L’aspettomagico del volontariato è proprio il fatto che l’azione po-sitiva rivolta agli altri genera effetti altrettanto positivi nelvolontario stesso”.

Volontariato Marche 9

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10 Volontariato Marche

SOTTO LA LENTE

Spazio ai giovani!Progetti e iniziative: tante le proposte del Csv per i ragazzi

Il Centro Servizi per il Volon-tariato da anni è attivo nellaproposta ai giovani di pro-

getti, iniziative formative ed in-formative e di diffusione deivalori del volontariato e dellasolidarietà sociale. L’obiettivo èessere ponte e punto di incon-tro tra le associazioni e gli aspi-ranti volontari, a partire dallagrande spinta propria dei gio-vani a mettersi alla prova e spe-rimentare le capacità. Perquesto, il Csv ha puntato sul va-lore dell’esperienza, con pro-getti proposti per il sostegno e la qualificazione dell’attivitàdelle associazioni attraverso il coinvolgimento dei giovani,l’educazione dei ragazzi ai temi della cittadinanza attiva edella promozione del benessere sociale e la conoscenzadel mondo delle associazioni con i loro molteplici servizied iniziative. Accanto a questo, ha dato spazio a progettielaborati dagli stessi giovani, a partire dai loro bisogni,idee, percezioni, desideri e sogni.

Nelle scuolee nelle

università Tra le proposte, due riguardano il mondo della scuola edell’università. Dal 1999, il Csv ha avviato il progetto “Vo-lontaria…Mente” per la promozione della cultura della so-lidarietà e del volontariato nelle scuole medie superioridelle Marche (tab. 1). Attraverso attività educative e coin-volgenti, il progetto propone esperienze che portano glistudenti alla scoperta delle possibilità che il territorio incui vivono offre loro per impegnarsi in modo concreto nel

volontariato. Ciò avviene in collaborazione con le scuole,luoghi primari per la diffusione della cultura dell’impegnosociale e della gratuità e per la formazione di soggetti attivie partecipativi (in poche parole, di giovani volontari). “Volontaria…Mente” prevede incontri di analisi e con-fronto sul tema del volontariato, con la possibilità per glistudenti di scegliere uno stage da svolgere presso le sedidelle associazioni, per entrare a contatto con l’esperienza

dei volontari e con l’attivitàdell’organizzazione. Accanto a questo, sono pre-visti percorsi di approfondi-mento su tematiched’interesse, come l’educa-zione alla pace, i dirittiumani, la tutela dell’am-biente, il dolore, l’intercul-turalità, la legalità el’economia sostenibile. Tra le proposte del progettoc’è “Peer to peer”, un per-corso che utilizza la peereducation come metodolo-gia educativa. Negli istitutiche scelgono di aderire, glistudenti che hanno vissutol’esperienza degli stagepresso le associazioni parte-

cipano ad un percorso formativo che li prepara a coinvol-gere i coetanei nella formazione e nella sperimentazionedel volontariato. “Volontaria…Mente” attiva inoltre per le scuole “Cittadinid’Europa”, per contribuire alla crescita di futuri cittadinieuropei solidali e per la conoscenza dell’Unione Europea,dei suoi meccanismi di funzionamento, dei programmi difinanziamento e delle molteplici possibilità esistenti perconoscere, anche viaggiando, i Paesi comunitari. Da quest’anno è anche attivo presso le Facoltà dell’Uni-versità Politecnica delle Marche uno Sportello di orienta-mento e consulenza al volontariato, per diffondere i valoridel volontariato ed offrire agli studenti occasioni di parte-cipazione sociale e crescita. Il progetto è stato condiviso con i presidi e professori dellecinque facoltà dell’Ateneo anconetano, i rappresentanti ele associazioni studentesche, le organizzazioni di volonta-riato già presenti nelle sedi universitarie, con l’intento diindividuare possibili percorsi di collaborazione tra ilmondo del volontariato e quello universitario. In partico-lare, lo Sportello è gestito insieme alle associazioni e co-ordinato da una figura professionale a disposizione deglistudenti che vogliono impegnarsi concretamente in atti-vità solidaristiche.

Un impegno particolareper le nuove generazioni

Cristina Giorgini

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Servizio civile ed esperienze

all’esteroTra le possibilità offerte ai giovani e alle organizzazioni divolontariato del territorio marchigiano, il Csv propone ilServizio civile nazionale, attraverso il sostegno all’attua-zione di progetti promossi dalle associazioni, realizzati inbase alle legge 64/01 che prevede per i ragazzi e le ragazzetra i 18 e i 28 anni d’età la possibilità di fare un’esperienzadi un anno di servizio presso un’organizzazione di volon-tariato (o un ente no-profit). In questo modo, i giovanihanno la possibilità di vivere un’esperienza particolar-mente interessante per la loro formazione personale eprofessionale, per il riconoscimento di crediti da spenderenel mondo del lavoro e dell’università, con un compensodi € 433,82 mensili. Il Centro Servizi inoltre è attivo nel sostegno alle associa-zioni e ai giovani relativamente ad esperienze di volonta-riato all’estero. In particolare, il Servizio volontarioeuropeo consente di svolgere attività di volontariato in unpaese straniero per un periodo di tempo limitato, com-preso tra i 6 e i 12 mesi. Lo Sve si inserisce nell’ambito delleiniziative, raccolte nel “Programma Gioventù”, che la Com-missione Europea ha elaborato con l’obiettivo di favorire la

mobilità, lo spirito d’iniziativa e la solidarietà tra i giovani intutta Europa e nel mondo. Con l’obiettivo di sostenere le iniziative promosse diretta-mente e attivamente dai giovani e la loro partecipazionealla realizzazione di progetti di interesse locale, il Csv pro-pone “GiovanilMente”, un concorso di idee riservatoalla partecipazione di gruppi informali di almeno 4 per-

sone, di età compresa tra i 16 e i 30anni, e alle associazioni marchigianecon base sociale composta in mag-gioranza da giovani di età compresatra i 16 e 30 anni. I progetti presen-tati nell’ambito del concorso (que-st’anno alla sua 3a edizione) hannol’obiettivo di realizzare interventinel contesto sociale e culturale incui vivono i giovani, valorizzando lacreatività degli stessi ed il loro spi-rito d’iniziativa, soprattutto nella let-tura di bisogni ed aspettative loro edei coetanei.

Volontariato Marche 11

Ancona

Ascoli Piceno

Fermo

Macerata

Pesaro Urbino

Totale(dati sulla regione Marche)

Tab. 1 Dati relativi al progetto “Volontaria…Mente”sul territorio regionale nell’anno scolastico 2007/08

86

68

40

65

70

329

30

18

9

20

21

98

149

92

36

104

100

481

10

6

7

14

9

46

1037

451

40

435

680

2643

AssociazionicoinvolteTerritorio

ScuoleSuperioriaderenti

Classi (di cui)Miniprogetti di

approfondimento

Studentiiscritti

agli stage

Promozione del volontariatofra i giovani delle scuole superiori

Progetto

Volontaria…

MENTEMENTE

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12 Volontariato Marche

SOTTO LA LENTE

Fuori (e dentro) il volontariatoPorto Sant’Elpidio, dal 20 al 22 giugno l’evento regionale giovani targato Csv

Metti il primo vero weekend estivo. Metti un’ampiaarea verde all’aperto, che si affaccia su una dellepiù movimentate spiagge marchigiane. Aggiungi

un programma fitto fitto di musica, forum, spettacoli, la-boratori e stand, workshop, espressamente dedicati agliunder 30 e tutti rigorosamente gratuiti, inserito in una fe-stosa cornice di associazioni di volontariato e testimo-nianze di solidarietà. Mescola un po’ e avrai la ricettaoriginale della prima festaregionale del volontariatoper i giovani promossa dalCentro servizi volontariatodelle Marche. L’appunta-mento, da non perdere, èper il 20, 21 e 22 giugno al-l’ex stadio Orfeo Serafini aPorto Sant’Elpidio, conuna tre giorni di iniziativedi vario genere, dal ve-nerdì pomeriggio alla do-menica sera, nata conl’intento di offrire ai gio-vani marchigiani che sono“dentro”, e soprattutto“fuori” il mondo del vo-lontariato, il contesto giu-sto per avvicinarsi econoscerlo un po’. Il tutto in un’atmosfera coinvolgente erilassata, dove i ragazzi sperimentino in prima persona chei temi della partecipazione e della solidarietà possono es-sere affrontati con serietà e leggerezza al tempo stesso, adimostrazione che il volontariato è uno stile di vita apertoa tante altre esperienze. Nella ricorrenza del primo decennale d’attività del CsvMarche, ha preso forza l’idea di un evento di spessore re-gionale, che non fosse un momento auto-celebrativo mauna nuova occasione di apertura delle associazioni al-l’esterno. L’obiettivo infatti è anche quello di offrire alle or-ganizzazioni più attive nella ricerca di un dialogo con i

giovani, un’ulteriore e importante opportunità di “mettersiin vetrina” per promuovere i valori e le culture di cui sonoportatori. Naturalmente, per attrarre i giovani, occorrechiamarli a un’esperienza coinvolgente, vicina alle lorotante sensibilità e ai loro linguaggi. Uno sforzo, quest’ul-timo, che si è tradotto in un programma “contenitore”: ditutto un po’, tra il leggero e l’impegnato, in cui ai giovaninon mancheranno di certo gli stimoli.

Dibattiticoncerti espettacoli

Sul fronte musicale, venerdì sera giovani sul palco per le fi-nali del concorso musicale “FAG2” per MusicBand, orga-nizzato dai Centri aggregazione giovanile di PortoSant’Elpidio, ma il vero clou sarà sabato con la “lunga nottedel volontariato”, una no-stop di sonorità diverse, inter-

vallate da intense testimo-nianze di volontari. Alle21,30 si metteranno in mar-cia (nel vero senso della pa-rola) gli stravaganti FunkOff , una marchin’ band ita-liana, di parecchi elementitra fiati e ritmica, che ese-guiranno funky-jazz, cam-minando e ballando sullungomare fino all’ex-OrfeoSerafini. Alle 23:30 la notteentrerà nel vivo con il con-certo di “Roy Paci e Aretu-ska” e la loro travolgenteenergia, per continuaredalle 2 in poi con il dj set eanimazione di Radio LineaNetwork. Alle 4:00, per chi

avrà la forza di “reggere”, concerto all’alba con Daniele diBonaventura e le voci de “A Filetta”, gruppo di canto dellaCorsica. Quanto agli spettacoli, si andrà dagli sketch co-mici di “Improvvivo” (venerdì sera) al gran finale con l’esi-larante cabaret di Max Giusti (domenica sera). Assolutenovità saranno due workshop teorico-pratici per i giova-nissimi sul “DJ Style” e la “Scrittura per narrativa, tv e ci-nema” tenuti da esperti del settore. Fin qui lo svago, che,come si diceva, si avvicenderà anche a momenti di incon-tro e dibattito, come i forum pomeridiani su religione, in-formazione e economia in cui ospiti culturali di spessoresaranno chiamati a confrontarsi con i giovani e il pubblico

Musica, spettacoli, forum culturali, stand e testimonianze di solidarietà

Monica Cerioni

Roy Paci Max Giusti

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presente (programma dettagliato su www.csv.marche.it).E le associazioni? In tante si avvicenderanno negli standdel volontariato, disposti a festosa cornice dell’evento, conl’opportunità di una grande visibilità e di entrare in con-tatto con centinaia e centinaia di persone, ed alcune si im-pegneranno anche gestendo piccolispazi all’interno della festa: labora-tori pomeridiani, giochi, attività e di-mostrazioni sportive, come laricerca di persone scomparse o ilsalvataggio in mare con i cani, l’atti-vità velica e l’ ippoterapia, dandocosì prova della grande varietà di in-tervento che offre il volontariatomarchigiano. Per una full immersiontotale nell’evento, saranno in fun-zione anche stand gastronomici ebar-paninoteca.La prima festa del volontariato re-gionale per i giovani è promossa dalCentro servizi volontariato, con lacollaborazione di Regione Marche -Giunta regionale, Provincia diAscoli, Comune di Porto Sant’Elpi-dio e Tam “Tutta un’altra musica”,

con il patrocinio delle province di Pesaro-Urbino, Anconae Macerata. Saranno inoltre presenti Circuml@vorandol’autobus del Ministero del Lavoro e il progetto GEL - Gio-vani Energie Latenti dell’assessorato Politiche sociali dellaprovincia di Ascoli.

Volontariato Marche 13

Dietro l’evento, ha lavorato per mesi uno staff organizza-tivo, fatto di personalità interne ed esterne al Csv, con for-mazione e competenze diverse. Ne sa qualcosa il direttoredel Csv Marche Alessandro Fedeli, vero “deus ex machina”dell’iniziativa.Come è nata l’idea di questa festa regionale per giovanie volontariato?L’idea è nata da un momento di valutazione dei nostri pro-getti di promozione del volontariato tra i giovani nellescuole, dalla necessità di dare vita a un evento diverso daglialtri, extra-scolastico, di spessore regionale e aggreganteper molti. Poi, i contorni dell’iniziativa si sono delineati inmaniera imprevista, in un contesto insolito… Ricordo che ilprimo “brain storming” lo abbiamo fatto nel giardino di casadella coordinatrice progetto scuola di Macerata, in un’at-mosfera rilassata. Abbiamo lasciato andare le nostre mential sogno del binomio giovani-volontariato, e poi, presi dal-l’entusiasmo ognuno ha messo in campo la propria idea, ilproprio pezzetto di festa, che nel tempo è stato poi svilup-pato. Solo in seguito, abbiamo realizzato che quest’annocadeva anche l’anniversario del nostro decennale d’attività,e a quel punto l’unione d’intenti è venuta da sé. Cosa vorresti che restasse a chi parteciperà alla tre gio-vani di Porto Sant’Elpidio?Vorrei che tutti possano rientrare a casa con la consapevo-lezza che c’è anche un mondo giovanile che s’impegna nelvolontariato, e con la voglia di approfondire una cono-scenza appena cominciata. Non è vero infatti, come spessodi sente dire, che la maggioranza dei giovani sono “vuoti”ed incapaci di impegnarsi: è solo una minoranza chiassosa

che fa “rumori” negativi, ma ci sono anche moltitudini si-lenziose e di valore che chiedono solo di essere informatee coinvolte e che possono garantire un rinnovato entusia-smo ed un futuro alle esperienze di solidarietà e volonta-riato. Non è un caso che l’evento sia stato pensato da unteam di educatori e formatori che lavorano con i più gio-vani e li conoscono, ma in futuro, se l’evento avrà un’altraedizione,vorremo arrivarci come tappa finale di un per-corso, coinvolgendoli maggiormente fin dalla fase proget-tuale. Per il Csv è la prima volta alle prese con un evento diquesta portata. Che cosa ti aspetti?Che sia prima di tutto un momento di divertimento spen-sierato, ma con un occhio puntato sul prezioso lavoro deivolontari e una nuova sensibilità per i destinatari del loroimpegno. Poi mi aspetto che l’attivismo dei giovani vengafuori, aiutato da un contesto di musica,spettacoli ed espe-rienze, che parla soprattutto a loro. E le associazioni di volontariato che ruolo avranno?Beh, avranno un duplice importante compito: da un alto sa-ranno gestori in prima persona di alcune attività, dall’altropotranno auto-promuoversi, anche attraverso le testimo-nianze di alcuni giovani volontari sul palco. Per chiudere, perché un giovane dovrebbe venire all’ex-Orfeo Serafini dal 20 al 22 giugno?Perché sarà un contenitore con un’offerta ricca e variegatadi musica, spettacoli, esperienze e testimonianze, in cui tuttipotranno trovare qualcosa di loro gradimento. Per di piùl’ingresso a tutte le iniziative sarà gratuito e di questi tempinon è poca cosa.(M.C.)

METTI UN BRAINSTORMING IN GIARDINO

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14 Volontariato Marche

SOTTO LA LENTE

Volontari oltre confineDallo Sve agli scambi culturali: il volontariato per i giovani in Europa

Sempre più giovani oggi vo-gliono impegnarsi in attivitàvolontarie che permettano

loro sia di vivere una forte espe-rienza di utilità sociale, sia di con-dividere questi momenti conpersone di culture diverse e in unpaese diverso dal proprio. E tante oggigiorno sono le op-portunità messe a loro disposizione dall’Unione europea(Ue) in primis, ma anche da network internazionali.Si tratta di esperienze di apprendimento non formale chefavoriscono il dialogo interculturale tra i giovani e la lorocrescita personale, professionale e culturale; sviluppano lasolidarietà e la tolleranza per rafforzare la coesione sociale;promuovono la cittadinanza attiva dei giovani e favori-scono l’apprendimento delle lingue straniere. Il Servizio volontario europeo (Sve) per esempio, permetteai giovani dai 18 ai 30 anni compresi di partecipare comevolontari ad un progetto di sviluppo locale per un periodoche varia tra i 2 e i 12 mesi, sia in uno dei 27 paesi dell’Ue-sia in un paese extra Ue. I progetti possono riguardarel’ambiente, l’arte, la protezione dei patrimoni culturali, laxenofobia, la diffusione della consapevolezza della citta-dinanza europea, progetti di animazione sociale, etc. Tuttele spese sono coperte (viaggio, vitto, alloggio, trasporti lo-cali, assicurazione sanitaria e corso di lingua) e viene anchedato un pocket money mensile.

Scambiculturali

di gruppoInoltre, l’Ue dà la possibilità ai giovani tra i 13 e i 25 annicompresi di partecipare a scambi socioculturali della du-rata di 6-21 giorni. Il vitto e l’alloggio sono coperti e si devepagare soltanto il 30% dei costi del viaggio. Questa oppor-

tunità consente di vivere un’esperienza con gruppi di gio-vani provenienti da contesti diversi molto intensa dalpunto di vista dello scambio interculturale, anche se piùbreve rispetto allo Sve. Incontrando altre culture e realtà,discutendo e confrontandosi su diversi temi (razzismo, xe-nofobia, diritti umani, arte, musica, ambiente, sport, etc.),

i giovani possono imparare gli uni daglialtri e scoprire analogie e differenze. Gliscambi di giovani possono servire a com-battere pregiudizi e stereotipi negativi e acontribuire a sensibilizzare la popola-zione locale in merito alle altre culture. Al termine di queste due esperienze vienerilasciato un attestato chiamato You-thpass. Per avere un’informazione più diffusa edettagliata del programma europeo inquestione – “Gioventù in Azione” – bastacollegarsi al sito web dell’Agenzia Italianaper i Giovani, responsabile a livello de-

centrato dell’attuazione del programma: www.gioventu-inazione.it. Infine, per fare un’esperienza di volontariato internazio-nale a breve termine (massimo 3 settimane salvo eccezioni)si può partecipare ad un campo di lavoro, dove si vive e silavora insieme ad un piccolo gruppo di volontari prove-nienti da tutto il mondo. Si supportano varie attività di uti-lità sociale in diversi temi (protezione ambientale,animazione con i bambini, attività con rifugiati, organizza-zione di festival culturali, lavori manuali ecc). La lingua par-lata è solitamente l’inglese. Oltre ad offrire un validoapporto alla comunità locale, lo scopo del campo di lavoroè permettere ai volontari di conoscersi, imparare, superarei pregiudizi e convivere in maniera pacifica, risolvendo iconflitti con il dialogo e la comprensione reciproca. Il viag-gio in questo caso non è coperto, ma i volontari ricevonovitto, alloggio e assicurazione gratuiti per tutta la duratadel campo.Per maggiori informazioni, si possono contattare diverseorganizzazioni italiane elencate sul Portale dei Giovani:http://www.portaledeigiovani.it/volontariato_campi.asp

*Ufficio Csv.net - Bruxelles

L’Ue sostiene le esperienze all’esterocome occasioni di crescita e di dialogo

Stefania Macchione*

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ATTUALITÀ

Volontariato Marche 15

Sarà Enrico Marcolini, da pocorieletto presidente, a guidareper i prossimi tre anni l’Avm -

Associazione Volontariato Marche,l’ente gestore del Centro Servizi Vo-lontariato delle Marche.Ad aprile scorso infatti, i nuovi or-gani sociali dell’Avm - Csv (Consigliodirettivo, Collegio dei garanti e Col-legio dei revisori dei conti), i cui componenti erano statinominati in precedenza dall’assemblea regionale di tutti idelegati dalle Avm provinciali, si sono riuniti ad Anconaper nominare il nuovo Presidente e vice presidente del-l’Avm regionale, il tesoriere Economo e i rispettivi Presi-denti degli altri organi.Marcolini, 58 anni, da poco rieletto presidente anche del-l’Avm provinciale di Macerata, è da diversi anni respon-sabile del Centro di ascolto e di prima accoglienza dellaCaritas Diocesana di Macerata e socio della Comunità diCapodarco.“Negli anni - ha commentato Marcolini - abbiamo datovita ad un’Avm in cui tutti si sentono a casa propria senzapreclusioni e devo dire che i membri del direttivo hannoaccettato l’incarico con un forte spirito di servizio e diimpegno civile, in linea con le realtà che rappresentiamo.Il mondo del volontariato, che mette al centro i valori delbene comune, della gratuità, della solidarietà, non è an-cora sufficientemente ascoltato presso le istituzioni, peressere davvero soggetto attivo del cambiamento. Eccoperché – ha concluso il presidente regionale dell’Avm –tra gli obiettivi di questo mandato ci sono senz’altro piùruolo e rappresentanza del volontariato nelle sfere deci-sionali e la sfida, da qui in avanti, è di capitalizzare sottoil profilo politico l’impegno e il lavoro fatto”. Su propostadel presidente, l’assemblea ha eletto Alberto Astolfi pre-sidente onorario.Alla carica di vice presidente regionale è stata designatauna donna, Francesca Matacena dell’Age - AssociazioneGenitori di Pesaro. Il tesoriere economo è Francesco Bru-gnoni (P. A. Croce Verde Porto S. Elpidio), mentre i pre-sidenti del Collegio dei Garanti e del Collegio dei

revisori dei Conti sono rispettivamente Nello Morelli(Avulss Loro Piceno) e Sebastiano Di Diego (professioni-sta esterno).L’Avm regionale è un’associazione di volontariato di se-condo livello con 390 organizzazioni socie iscritte al Re-gistro regionale e dal 1998 è il soggetto che gestisce il Csv

- Centro servizi volontariato delleMarche, una struttura operativanata a seguito della legge quadrosul volontariato 266/91, per offrireservizi gratuiti alle associazioni divolontariato, con l’obiettivo di svi-lupparne e qualificarne le attività.Unica titolare della gestione delCsv Marche, l’Avm regionale è dun-que assegnataria e responsabile deifondi erogati dal Comitato di Ge-stione del Fondo Speciale per il Vo-lontariato delle Marche, costituitoper legge da una quota degli utili

annuali delle Fondazioni di origine bancaria. Per farsiun’idea delle risorse in campo, basti pensare che nel 2007il Csv-Avm ha impiegato circa 2.500.000 di euro, prove-nienti dal Fondo Speciale, in tutte le attività, beni e ser-vizi offerti alle associazioni di volontariato marchigiane(dagli sportelli territoriali alla formazione, dal servizio in-formazione e comunicazione al sostegno ai progetti ecc).

Monica Cerioni

Tra continuità e nuove sfideRinnovate le cariche sociali dell’Avm regionale per il prossimo triennio

Enrico Marcolini riconfermato presidente,neovice-presidente Francesca Matacena

Del Consiglio direttivo del Csv-Avm fanno parte:Marcolini Enrico(Centro di Ascolto Caritas Macerata), Matacena Francesca (Age Pe-saro), Brugnoni Francesco (P. A. Croce Verde Porto S. Elpidio), OliviSaverio (Cb Club Enrico Mattei Fano), Argentati Mario (Avis Jesi),Quarchioni Luigino (Legambiente Marche), Saccomandi Anna Pia(Ecco Tuo Figlio Ancona), Falcetta Roberta (I Nuovi Amici Macerata),Tomassini Marco (Federprociv Porto S. Elpidio), Sabbatini Ubaldo(Avis Spinetoli), Traini Guerriero (Auser Monteprandone). Nel Collegio dei Garanti sono stati eletti: Morelli Nello (Avulss LoroPiceno), Franco Alberto (Il Baco Ascoli Piceno), Montebelli Gilberto(Auser Marche), Marconi Maria (Apcat Pesaro), Bambini Fabrizio (Ss.Annunziata Ancona). Nel Collegio dei Revisori dei Conti figurano invece: Di Diego Seba-stiano (professionista), Gentili Giorgio (professionista), Sciarra Ga-briella (professionista), Riciputi Marco Gabriele (Aido Pesaro) ePetrini Marco (professionista). In occasione dell’ultima riunione della Consulta regionale del vo-lontariato presso la Regione Marche, sono stati eletti anche i quattronuovi membri del volontariato all’interno del Co.Ge.: Davide Guidi(Officina Fano), Aldo Monteverde (Auser Falconara), Paola Agnani(Gvv Marche) e Teresa Spampanato (Lav – Lavoratori anziani per ilvolontariato S. Benedetto del Tronto). Al Co. ge., di cui fanno partele Fondazioni, il volontariato, il Ministero, la Regione Marche e gliEnti Locali, spetta il compito di vigilare sul corretto utilizzo di questifondi destinati al volontariato.

TUTTE LE ALTRE CARICHE SOCIALI

Enrico Marcolini

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16 Volontariato Marche

ATTUALITÀ

Trent’anni fa veniva approvata la legge180, meglio nota come Legge Basa-glia, che impose la chiusura dei ma-

nicomi e regolò i ricoveri obbligatori. Allora, che vogliamo fare? Festeggiare una ricorrenza? Sto-ricizzare una data? Oppure molto più semplicemente e piùconcretamente dire quanto accaduto nel frattempo, cosasarebbe dovuto accadere, quanto ancora c’è da fare e, so-prattutto, se esista la necessità del come e del cosa?All’inizio, erano due le necessità rispetto allo stato dei ma-nicomi nel nostro paese: in primo luogo ridurre la spesaper gli altissimi costi di tali impianti; quindi sostituire taliimpianti con i cosiddetti “servizi sul territorio”. A mio parere, si è risposto bene alla prima domanda e i nu-meri, molto coerentemente, sono lì a testimoniarlo. La

spesa annualeper abitantecon la pre-senza dei ma-nicomi era dicirca 90 euroodierni; allostato attuale laspesa per tuttala salute men-tale è invece dicirca 37 europer abitante. Di

contro, il Posm (Progetto obiettivo per la salute mentale,ultima edizione Dpr biennio 1999/2000 e tuttora in vigore)indica in almeno, e sottolineo almeno, 70 euro per abitantela spesa necessaria a dare una risposta coerente ai bisognidi una psichiatria che è, ormai da tutti, accettata nella suaconcezione di comunità e quindi di “servizi sul territorio”in un matrimonio obbligato e indissolubile tra sociale e sa-nitario.Una scelta seriamente collegata a tale indicazione avrebberisposto, essa sì, a quel secondo aspetto per cui si decisenel 1978 di chiudere i manicomi!

Invece ciò è accaduto solo in parte e in diverse regioni,troppe, solo in minima parte.

Sulle famigliepesanti

costi socialiNaturalmente, la differenza tra gli euro spesirealmente per la tenuta della salute mentalee quelli che indica il Posm grava irrimediabil-mente sulle famiglie con insopportabili,ormai, costi materiali, sociali, esistenziali, diqualità della vita, che decade a livelli indegniper quella che si definisce “società del be-

nessere”.Conosciamo innumerevoli casi di nuova povertà scaturitada situazioni incompatibili con l’esigenza di una vita ade-guatamente accettabile: il familiare che deve rinunciare allavoro, o ad un lavoro soddisfacente, la chiusura delle re-lazioni sociali con l’inizio di un circuito vizioso di messa inperiferia e di auto-chiusura che innesca altri problemi difragilità che possono sfociare in patologie psichiche,l’esplosione di preesistenti nuclei familiari, la perdita dellasperanza per agognati e poi abbandonati cambiamenti, in-fine la rassegnazione e qualche volta anche lo sfociare ineclatanti atti di autolesionismo.Che fare? Qui ci troviamo di fronte a due strade: o farsi prenderedalla convinzione che la cosa migliore sia quella di “ria-prire” una qualsiasi forma di circuiti neomanicomiali (cosìalmeno salviamo una parte del sistema, quella delle fami-glie, seppur con sofferenze facilmente immaginabili); op-pure esigere il rispetto dei diritti inalienabili di cittadinanzae l’onorabilità del patto morale, ed anche legislativo, de-ciso a suo tempo con l’introduzione della psichiatria di co-munità e la chiusura, doverosa dico io, di quelle struttureinfernali e costose, nonché inutili sotto il profilo clinico,che erano i manicomi nati con la legge del 1904.

Potenziarela psichiatriadi comunità

E a tal punto occorre dire chiaro e tondo a cosa collegarsi. Impianti di neomanicomialità? Seppure non più da gironedantesco come in precedenza, sarebbero pur sempre re-

Vito Inserra*

Vedere persone, non malati A 30 anni dalla Legge Basaglia una rivoluzione rimasta a metà

Per chi vive e convive con il disagio psichicospese e servizi assistenziali insufficienti

Nella foto Franco Basaglia

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strittivi delle libertà personali, gettando così a mare tuttauna letteratura scientifica, che oggi invece afferma la “tec-nologia delle nuove molecole” disponibili, o l’elabora-zione di risposte alle necessità sociali di inclusione, alleterapie del dialogo, alla presenza dei servizi territoriali, allagiusta organizzazione e al numero corretto degli operatoridi riabilitazione, di educazione al recupero cognitivo e delcomportamento. Persone specializzate e preparate in unasocietà che è sempre di più immateriale e relazionale (ogginel paese mancano per la psichiatria ben ottomila unità ad-dette). Così si metterebbero in pratica metodologia e approccio

rigorosi, come indicato, fin dal 2001, dall’Oms (Or-ganizzazione mondiale della sanità), prendendoad esempio per tutti i paesi associati proprio l’Ita-lia con le sue leggi e i suoi ordinamenti in campopsichiatrico.È necessario quindi uscire da questa contraddi-zione, pena la sofferenza insopportabile dellepersone con disagio e delle loro famiglie. La cifra di riferimento deve essere: una casa, unlavoro, una rete di relazioni. Tradotto in soldoniciò vuol dire consentire la guarigione sociale edabbandonare l’idea del disagio psichico come pa-tologia non curabile, perché oggi il caso contra-rio non ha più senso.

*presidente Associazione Libera.mente Fano e Tavolo regionale salute mentale

Volontariato Marche 17

I casi formalmente seguiti dai tredici Dipartimenti di salute mentale(Dsm) della regione sono circa 30.000, dei quali ben il 23% sono com-presi nella fascia d’età, che va dai 18 ai 34 anni.La spesa media per abitante è di circa 39 euro, con una forte diso-mogeneità sui diversi territori che vede alcuni di essi con una spesadi circa 50/60 euro ed altri che si attestano appena tra i 22 e i 30 euro.Dunque cittadini di serie B e di serie… C (di serie A nemmeno a par-larne, vista la bassa spesa media)! In proposito si vedano i risultati di una ricerca, organizzata dal Ta-volo Regionale Salute Mentale, che prevedeva la risposta diretta deicittadini e degli interessati alle seguenti questioni: la qualità dei ser-vizi presenti, i momenti di crisi e la continuità sul territorio.Ne è venuto fuori un risultato non certo eccellente e ciò ha fatto na-scere reali dubbi sulla necessità di proseguire ancora con una vi-sione contraddittoria tra enunciati e realtà vissuta quotidianamenteda chi vive il disagio psichico nelle Marche.Nei lavori della Consulta regionale della salute mentale, è stato pro-posto di invertire la rotta e rendere operative scelte che possano fi-nalmente consentire a questa regione di marcare la discontinuitànecessaria.Si è proposto di far nascere due poli sperimentali di Csm (Centri disalute mentale), uno nelle Marche nord e l’altro nell’area sud, fun-zionanti h24. Una scelta del genere comporterebbe la possibilità diregistrare un sicuro rientro dei momenti di ingresso nei repartiospedalieri di psichiatria, costosissimi e inutili, con riproposizionidi entrata/uscita da tali reparti che a nulla servono, se non a crearepoi puntuali stati di cronicità.E’ stata anche proposto di realizzare la prima Conferenza regionaledella Salute Mentale in cui si possano confrontare tutte le istanzeche si occupano di tale materia (operatori, università, politici, am-ministratori, utenti, famiglie, volontariato, imprese profit, coopera-tive, cittadinanza…), per arrivare a fotografare dettagliatamente lostato attuale dell’arte e produrre un’agenda del fare puntuale e pro-grammata per uscire dall’attuale guado, e soprattutto uscire dal dub-bio se “fare per cambiare” valga la pena oppure no.“I servizi di prossimità sono estremamente fragili, quando inesi-stenti spesso, c’è una sorta di contraddizione tra le indicazioni di-chiarate di attenzione alla persona e alla famiglia e il modellomedico che persiste e vede solo la malattia e non le persone” ha di-chiarato di recente al Corriere della sera Peppe Dell’Acqua, diret-tore del Dsm di Trieste.Allora è da tale dicotomia che occorre affrancarsi e per fare ciò sononecessarie scelte di coraggio coerenti con la visione di una psichia-tria avveduta e rispondente ai bisogni attuali. La Regione Marchedovrà fare la sua parte di capofila in tale processo innovativo, e cisono tutti i presupposti perché ciò avvenga. (V.I.)

IL DISAGIO PSICHICO NELLE MARCHE

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18 Volontariato Marche

ATTUALITÀ

Nel corso del 2007 il Csv delle Marche è entrato a farparte del Cev (Centro Europeo del Volontariato)che raccoglie decine di organismi di coordina-

mento e di sostegno al volontariato dei 27 paesi che com-pongono oggi la Comunità europea, più alcuni organismidi Paesi che sono nella fase di pre-adesione alla stessa co-munità.Il Cev persegue lo scopo di coordinare le diverse realtà disupporto al volontariato presenti in Europa con l’obbiet-tivo di favorire il confronto e la conoscenza tra i diversiPaesi europei, soprattutto di favorire la rappre-sentazione degli interessi e dei bisogni delmondo del volontariato presso le istituzioni eu-ropee. Il 18 e 19 aprile scorso si è tenuta a Lubiana unadelle due assemblee annuali che il Cev tieneabitualmente nel corso di ogni anno e alla qualehanno partecipato anche due membri del Csvdelle Marche, nell’intento di ampliare il raggiodi azione e di conoscenza anche in Europa.Nello specifico si è dibattuto sulla possibilità digiungere ad una misurazione del valore econo-mico del fare volontariato.Come è stato detto durante uno degli incontri,“E’ come chiedersi qual è il valore economico diun sorriso? E quello di una carezza data da unvolontario ad un malato in una corsia di ospe-dale?”.A queste ed ad altre domande hanno cercato didare una risposta i 100 partecipanti provenientida 24 diversi paesi, in rappresentanza di oltre 50 enti, traCentri per il supporto del volontariato, regionali, nazionalied internazionali, insieme a docenti universitari ed espo-nenti del governo Sloveno che ospitava l’incontro.Titolo della conferenza: “Putting volunteering on econo-mic map of Europe”, ossia la possibilità di misurare anchein Europa il valore economico del volontariato.Tre i momenti principali in cui si è articolata la conferenza:la presentazione della ricerca da parte del prof. Salomon

seguita da una tavola rotonda e, alla fine, dallo svolgimentodi lavori di gruppo e di confronto tra i partecipanti.

La tesidi LesterSalomon

Si è cominciato venerdì 18 aprile con la presentazione dellarelazione del prof. Lester Salomon, direttore dell’ameri-cana Johns Hopkins University – Centro per gli Studi sullaSocietà Civile sul tema della misurazione dell’impatto delvolontariato in termini economici.La tesi presentata dal prof. Salomon afferma l’importanzadi effettuare una valutazione economica del volontariatoe ciò principalmente allo scopo di dare risalto ad un’attivitàspesso nascosta ma non per questo secondaria né di pic-cole dimensioni. A riprova il prof. Salomon ha illustratodati provenienti dalle sue ricerche che mostrano la per-centuale di volontari rispetto agli occupati in molti paesidel mondo (vedi grafico).

La misurazione economica viene vista in questa prospet-tiva come quella che meglio permette di raggiungere unaserie di obiettivi. In primis quello di rafforzare la demo-crazia, aumentando la legittimità e visibilità delle organiz-zazioni della società civile. E’ stato detto durante gli incontri che le organizzazionidella società civile sono baluardi del processo di gover-nance. Dare risalto alle organizzazioni della società civilesignifica, inoltre, promuoverne la funzione di accountabi-

Benedetta PoliniGianluca Frattani

Il volontariato ha “valore economico”?Il quesito al centro dell’assemblea generale del Cev, in Slovenia

Alcuni ne sostengono l’immisurabilità,altri la necessità di una valutazione

0 5 10 15 20

Filippine

Sud Africa

Argentina

Australia

Stati Uniti

Belgio

Olanda

36 Paesi

Volontari come percentuale della popolazioneeconomicamente attiva

0,7 0,2

2,7 1,6

9,2 5,1

8,6 2,3

6,3 3,5

4,4 1,9

2,9 1,9

1,8 1,6

OccupatiVolontari

Fonte: The Johns Hopkins Comparative Nonprofit Sector Project

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lity. Infine, un ultimo aspetto ma non meno rilevante èquello che attiene alla possibilità di perfezionare le stati-stiche economiche nei diversi Paesi.Le statistiche fino ad ora esistenti ignorano il valore del vo-lontariato che invece viene unito alle attività del settorepubblico e/o privato. Un’attenta misurazione dell’impattoeconomico del volontariato permetterebbe di renderemaggiormente accurati i dati economici di una nazione.

Moltii dubbi

e le criticheAlla presentazione del professore ha fatto seguito la tavolarotonda con interventi di Davor Dominkuš, Ministro degliAffari Sociali della Slovenia, Renzo Razzano, PresidenteSpes e vicepresidente Cev, Adriana Mata Greenwood, del-l’International Labour Organisation (Ilo), Edith Archam-bault, professoressa di Economia all’Università Sorbona diParigi.Rispetto alla tesi presentata dal professor Salomon, moltisono stati i dubbi e le osservazioni poste in particolare ri-salto dai diversi partecipanti. Non sono mancate posizionidi distinguo anche forti. Tre in particolare i nodi di discus-sione. In primo luogo come intendere il volontariato. C’èun accordo ormai generalizzato sul fatto di considerare ilvolontariato come attività gratuita, che produce beneficio,rivolta all’esterno della propria cerchia familiare.Tuttavia le posizioni europea ed americana, ma anche al-l’interno della stessa Europa, differiscono circa l’opportu-nità o meno di guardare al volontariato anche come attivitàsvolta dai singoli al di fuori delle associazioni. La comples-sità del termine volontariato non è un dato acquisito ovun-que, vuoi per gli impedimenti posti dalle rispettivenormative, vuoi per tradizioni e rappresentazioni socialidell’attività di volontariato ormai consolidate. In secondo

luogo la misurazione economica sembra sollevare un pro-blema di confini: il volontariato è sia una forza lavoro, siaun’attività che produce crescita personale e sociale. Se ilvolontariato non può ricoprire una posizione separata madeve essere inserito in un continuum che va dall’econo-mico al gratuito, la misurazione economica si confermacome semplificazione necessaria alla descrizione della re-altà sociale. Infine, posta in questi termini, la misurazioneeconomica può essere utile ad attribuire un valore speci-fico al volontariato e meno ad un’azione di bilanciamentoe di riequilibrio dell’attività di volontariato rispetto alle tra-dizionali attività economiche e di lavoro.

Capitalesociale

e bene comune La strada aperta dagli studi di Salomon è ancora contro-versa, merita approfondimenti e infatti anche nel nostropaese si stanno avviando attività di ricerca e riflessione sultema. Ne sono un esempio i lavori condotti a Parma e nellaprovincia di Arezzo che stanno iniziando una ricerca e unavalutazione dell’impatto dei diversi fattori e di cui nei pros-simi anni potremmo disporre per ampliare il confronto e ladiscussione. In particolare, se il sentiero tracciato dal prof.Salomon porta il volontariato verso la dimensione dellaprofessionalità, dopo quella caritativa e quella etico-valo-riale, le ricerche più recenti mostrano l’importanza di te-nere in considerazione anche altri elementi qualora sivoglia attribuire un valore al volontariato, in particolare lacapacità di produrre capitale sociale e bene comune.Rimane quindi aperto l’interrogativo se possa essere pos-sibile misurare il valore di un sorriso e, nel caso la rispostasia affermativa, capire se questo possa essere utile o menoper interpretare la portata del volontariato non solo sueconomia e Pil ma soprattutto sul benessere delle comu-nità nazionali.

Volontariato Marche 19

Nel corso dell’assemblea sono anche state rinnovate lecariche sociali del Cev con la nomina del presidente edel consiglio di volontari che guideranno il sodalizioper i prossimi tre anni.

• Marijke Steenbergen ; President (Olanda)• Elaine Bradley (Irlanda)• Wouter Danckaert (Belgio)• Eva Hambach (Belgio)• Gisela Lucke (Germania)• Karl Monsen – Elvik (Gran Bretagna)• Nwadi Okereke (Gran Bretagna)• Renzo Razzano (Italia)• Cristina Rigman (Romania)• Olga Sozanska (Repubblica Ceca)• Susana Szabo (Francia)

IL NUOVO CONSIGLIO CEV

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20 Volontariato Marche

ATTUALITÀ

Con l’arrivo dell’estate, l’imperativocategorico è “apparire in perfettaforma”. E allora giù a fare diete dra-

stiche e a comprare pillole magiche che sì,tolgono la fame, ma non curano quel di-sagio profondo che porta molte ragazze (enon solo) a rifiutare il cibo e a distruggereil proprio corpo. Per riportare l’attenzionesu un problema più che mai attuale, l’As-sociazione Mogli dei Medici Italiani(Ammi), in collaborazione con l’Associa-zione pesarese per i Disturbi del Comportamento Ali-mentare, ha organizzato a Pesaro un incontro dal titolo “Lefalse opinioni su anoressia, bulimia e obesità psicogena”.

Ogni anno, solonella provincia diPesaro, insorgono200 nuovi casi traanoressia, bulimiae disturbi alimen-tari. L’epidemia nonsolo continua, masi adegua ai tempi,nel senso che si as-socia con patologieattuali come l’usodi sostanze stupe-facenti. E la fascia dietà non è più soloquella adolescen-ziale, né coinvolgesolo donne. Si puòsoffrire per annisenza che nessunose ne accorga.Resta un grande se-greto, una malattiasilenziosa capacedi covare in sordina

e che porta lentamente all’autodistruzione.A parte campagne episodiche ed eclatanti, come quella re-cente di Oliviero Toscani, il sospetto è che resti un disagiosottovalutato.

I campanellid’allarme

non mancano“Il problema – afferma il dottor Dome-

nico Colapinto, responsabile del Servizioambulatoriale per i disturbi del compor-tamento alimentare di Pesaro - è che dianoressia nervosa, bulimia e obesità psi-cogena si parla soprattutto in seguito afatti tragici, presentando spesso una vi-sione semplicistica e soluzioni miracoli-stiche autoreferenziate. Questo, in effetti,fa sì che si diffonda una sottovalutazionedella patologia”.Dottor Colapinto, quali sono i campa-

nelli d’allarme che permettono di riconoscere la ma-lattia? “Nei disturbi della condotta alimentare c’è una debolezzastrutturale nella sfera dell’identità, in cui il corpo diventa ilcampo di battaglia dei propri conflitti interiori e di rela-zione. I primi segnali che devono far scattare l’allarmesono l’evitare di mangiare davanti agli altri, per il timore diessere smascherate e il profondo disagio a mostrare il pro-

Francesca Pedini

Quando il corpo è una prigioneConvegno dell’Ammi sui problemi legati all’anoressia e alla bulimia

Gli esperti lanciano l’allarme: manca la coscienza del problema

Domenico Colapinto

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prio corpo. Questo può portare a comportamenti esaspe-rati, come non andare in spiaggia o anche non farsi visitaredal medico. Quando l’inizio di una dieta diventa preoccupante?“Deve far insospettire per esempio l’inizio di una dieta dra-stica, in cui si eliminano zuccheri, grassi, pasta, pane e fritti.Le ragazze con disturbi del comportamento alimentaretendono ad informarsi sulle calorie di ogni alimento, con-discono con aceto e limone e spesso mangiano solo carotee finocchi. Si pesano ripetutamente e per paura che il ciborimanga nell’intestino e venga assimilato, ricorrono a dra-stici lassativi, facendo contemporaneamente un’esagerataattività fisica, che permette di bruciare sempre più calorie.Tutto ciò le porta ad un “ipercontrollo” sul propriocorpo e sul cibo, in funzione del quale organizzanotutta la loro giornata. Per questo è importante fare at-tenzione alla loro volontà di mangiare da sole o al volerandare costantemente al bagno dopo il pasto. Occorrenotare anche se c’è la presenza di particolari odorinella stanza, come vomito o deodorante”. Quali effetti producono queste malattie sulla sa-lute? “Normalmente le ragazze anoressiche o bulimicheperdono il ciclo mestruale avvertono disturbi a caricodell’apparato cardiaco e hanno la pressione bassa. Losfasamento ormonale favorisce la crescita di una la-nuggine diffusa sul corpo e comporta insufficienze adanno del fegato e delle ovaie. Naturalmente quandoil fisico deperisce viene compromesso interamente enei casi più gravi la malattia può portare anche allamorte”.

Quante persone si curano nel Centro di Pesaro?“Il nostro servizio, istituito dall’Asur, visita ogni annocirca 60 pazienti, un numero decisamente inferiore aquello delle persone realmente colpite dal problema. Aciò si somma il fatto che il 53% dei soggetti visitati ri-fiuta la terapia, mentre il 22% di coloro che decidono dicurarsi abbandona i percorsi terapeutici. Il nostro cen-tro attualmente segue due gruppi: uno rivolto ad ano-ressia e bulimia, l’altro per curare l’obesità psicogena (icosiddetti mangiatori compulsivi, ndr.). Per ora il teamdi specialisti fornisce un’assistenza solo ambulatoriale,ma sarebbe opportuno che la rete regionale si ade-guasse alle reali esigenze”. Pare di capire che esista un allarme giovani…“Tutte quelle che si rivolgono a noi, sono persone giàadulte, con molti anni di malattia alle spalle. Ciò signi-fica che i giovani non hanno coscienza del problema,oppure credono di poterlo dominare, o peggio, nonhanno motivazione a guarirsi. Per questo è più che maiimportante informare e sensibilizzare, prima che ilcaso diventi cronaca nera”.

Volontariato Marche 21

I disturbi del comportamento alimentare colpisconodall’8 al 10% delle donne tra i 12 e 25 anni, con problemida lievi a molto gravi. Secondo i dati Istat riferiti al 2000,in Italia il dato relativo alle persone colpite da anoressiaoscilla da 7.542 a 15.084 e l’incertezza è dovuta al fattoche spesso la malattia resta segreta per anni, nell’inti-mità del paziente. Molto più preoccupante il bilanciorelativo alla bulimia, dove i casi oscillano tra i 15.084 e i45.253. Spostando la lente di ingrandimento sulla situa-zione nelle Marche, i casi di anoressia sono stati stimatitra i 188 e i 376, mentre quelli di bulimia da 376 a 1128. Nella Provincia di Pesaro, in particolare, si ipotizza chesolo nel 2000 le persone coinvolte con problemi di ano-ressia siano state tra le 47 e le 94. Tra le 94 e le 282 in-vece quelle colpite da bulimia. In ogni caso, il 98% deipazienti con problemi del comportamento alimentareè donna.

I NUMERI DEL PROBLEMA

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22 Volontariato Marche

ATTUALITÀ

Vincere la paura e l’indifferenza di chi vorrebbe ten-dere una mano ma non ci riesce. La sezione regio-nale dell’Associazione Donatori Midollo Osseo

lancia dal Fermano la “sfida” della conoscenza attraversouna serie di incontri finalizzati ad una corretta divulga-zione delle tecniche di donazione.A Sant’Elpidio a Mare, nel corso di un evento denominato“Il cuore oltre l’ostacolo”, promosso dalla sezione Admo“L. Rossi” di Montegranaro, è stato tracciato lo status quodella donazione in Italia. “In Italia i donatori iscritti nell’apposito registro – ha sot-tolineato il presidente della locale sezione, Paolo Romitelli– sono circa l’0,5% della popolazione e questo la dice lungasulla diffidenza che allontana la gente verso questa tema-tica”. Nelle Marche i dati sono più confortanti, tanto più che lasezione veregrense, nata nel 1991, accoglie oggi oltre 450potenziali donatori residenti, oltre che a Montegranaro,nei Comuni di Porto Sant’Elpidio, Sant’Elpidio a Mare,Montegiorgio e Monte San Pietrangeli. La percentuale, suuna popolazione residente di circa 47.000 abitanti, è circail doppio rispetto alla media nazionale. L’incontro svoltosilo scorso 30 aprile presso l’auditorium “Giusti” di Sant’El-

pidio a Mare si è avvalso del patrocinio dell’Assessorato aiServizi Sociali del Comune di Sant’Elpidio a Mare e ha vistola presenza del presidente regionale dell’Admo, VitangeloPaciotti e del dott. Riccardo Centurioni, ematologo e pri-mario di medicina interna il quale ha fugato al pubblicopresente ogni dubbio circa le nuove tecniche utilizzateanche nelle Marche.“Non è corretto parlare di donazione di midollo osseo –ha chiarito il dott. Centurioni – perché in realtà ad esseredonate sono le cellule staminali emopoietiche, prelevatedal paziente volontario secondo due diverse modalità:quella tradizionale e quella da sangue periferico, possibilein Italia dal 2005”.

Nuova tecnica meno

invasiva

C’è oggi una scarsa conoscenza, da parte del grande pub-blico, dei temi della donazione delle cellule staminali emo-poietiche midollari. Pratica avviata in Italia a partire dal1959, da qualche anno ha subito un’importante accelera-zione, derivante dall’utilizzo di una tecnica assai meno in-vasiva. In passato le cellule venivano generalmenteprelevate dalle ossa del bacino (creste iliache posteriori).Tale tecnica richiedeva l’ospedalizzazione del volontario.L’intervento avveniva in anestesia generale o epidurale conuna permanenza in sala operatoria del volontario della du-rata media di 45 minuti. Negli ultimi anni, con l’avvento dinuovi protocolli in materia di trapianti, la donazione puòessere eseguita in Italia con una tecnica assolutamente

Ivano Perosino

Donazioni: la tecnica innovativaL’Admo illustra a Sant’Elpidio a Mare il nuovo protocollo per il trapianto

Occorre maggiore informazione per averepiù donatori e superare la diffidenza

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meno invasiva. La donazione, in questo caso, prevede lasomministrazione di un farmaco nei 3-4 giorni precedentiil prelievo. Il farmaco è un “fattore di crescita” che ha laproprietà di rendere più rapida la crescita delle cellule sta-minali e di facilitarne il passaggio dalle ossa al sangue pe-riferico; esso viene somministrato mediante iniezionisottocutanee. Nelle Marche, nel corso degli ultimi anni,sono stati compiuti alcuni interventi con quest’ultima tec-nica (riferiamo dell’esperienza di Danilo Lanciotti in que-

sto servizio) che consentono di provare a vincere labattaglia contro alcuni gravi malattie: leucemia, thalasse-mia, immunodeficienze congenite e, più recentemente,casi di tumore solido.Permane la difficoltà di reperire un numero congruo di po-tenziali donatori che, collegati in rete a livello internazio-nale, sono inseriti in 58 registri. “Per poter pensare di avereun donatore con le caratteristiche idonee a livello mon-diale per un caso specifico – ha sottolineato il dott. Centu-rioni – è necessario partire da un potenziale di aspiranti

non inferiore a 15/20 unità. Da quella selezione, con unpizzico di fortuna, sarà possibile salvare una vita umana”. Per rendere l’idea di quanto sia importante la banca mon-diale dei donatori di midollo osseo, e delle cellule cheesso contiene, “la compatibilità tra paziente e donatore –è stato ribadito nel corso dell’incontro – si verifica unavolta su quattro nell’ambito familiare (fratelli e sorelle, ndr)ma diventa molto rara, circa uno su centomila, tra individuinon consanguinei”.

Volontariato Marche 23

Il suo nome è Danilo Lanciotti, ha 44 anni, risiede a San-t’Elpidio a Mare ed è uno degli oltre 450 iscritti alla se-zione di Montegranaro dell’Admo (AssociazioneDonatori Midollo Osseo). Lanciotti è il primo donatoredi midollo osseo delle province di Fermo, di Ascoli Pi-ceno e di Macerata ad essere stato sottoposto alla nuovatecnica di donazione con l’utilizzo di cellule staminaliemopoietiche da sangue periferico con fattori di cre-scita.Nelle Marche tale tecnica è stata utilizzata sinora in soletre occasioni. A seguire il donatore elpidiense è statal’équipe della dott.ssa Scalari dell’ospedale regionale diTorrette di Ancona.“Rispetto alla tecnica classica – sottolinea Lanciotti -

questa nuova metodologia è certamente meno invasiva,non richiede che il donatore venga sottoposto ad ane-stesia e non è affatto dolorosa”. Per alcuni giorni Lanciotti ha assunto dei farmaci speci-fici contenenti i cosiddetti “fattori di crescita”, assun-zione finalizzata, tra l’altro, alla massima produzione diglobuli bianchi. Successivamente, in day hospital, il do-natore è stato sottoposto al prelievo di cellule staminaliemopoietiche in aferesi, impiegando separatori cellu-lari: il sangue, prelevato da un braccio, attraverso un cir-cuito sterile entra in una centrifuga dove la componentecellulare utile al trapianto viene isolata e raccolta in unasacca, mentre il resto del sangue viene reinfuso nelbraccio opposto. Nel caso specifico, della donazione habeneficiato un paziente italiano ricoverato in un ospe-dale lombardo. “La sensazione fisica dopo la donazione – sottolineaLanciotti – è quella di essere uscito da un’influenza,nulla di più”. Ovviamente, prima del prelievo, il dona-tore viene sottoposto a tutta una serie di controlli atti aprevenire ogni possibile complicazione.La tecnica utilizzata per vincere la leucemia e altre pa-tologie del sangue è sviluppata da qualche tempo sianegli Stati Uniti che in Germania, mentre in Italia la suadiffusione è ancora assai limitata. L’attività divulgativacontinuerà ad essere promossa dall’Admo nelle Marchenel corso dei prossimi mesi. A livello nazionale uno deiprincipali promotori della campagna di sensibilizza-zione è l’Aeronautica Militare. “Sulle ali della speranza”è il messaggio lanciato dalle Frecce Tricolori che pro-muoveranno il messaggio dell’Admo anche nel corsodella tradizionale esibizione estiva che si svolgerà,anche quest’anno, a Lido di Fermo.(I.P.)

UN ELPIDIENSE TRA I PRIMI A BENEFECIARNE

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24 Volontariato Marche

ATTUALITÀ

VOLONTARIA… MENTE IN MUSICAUn concerto spettacolare per condividere, attraversol’emozione della musica, l’esperienza di fare volontariato.Un testimonial d’eccezione, notissimo tra gli adolescenti,che si è fatto portavoce della cultura del dono, del dedi-care sé stessi agli altri. Insieme a lui, sul palco, un gruppodi artisti, disposti ad esibirsi gratuitamente, con un reper-torio senza tempo che ha spaziato dal pop alla lirica. Sono stati questi gli “ingredienti” che hanno decretato ilsuccesso dello spettacolorivolto all’universo giova-nile, che martedì 18marzo, al teatro Sperimen-tale di Pesaro, ha avutocome “special guest” An-tonino Spadaccino, vinci-tore della quarta edizionedi “Amici”, la nota trasmis-sione condotta da MariaDe Filippi. Un successocondiviso insieme a tantialtri giovani cantanti, al-cuni dei quali già affer-mati, altri ai primi esordi,che accompagnati daun’orchestra d’archi,hanno saputo regalare allaplatea momenti di pro-fonda emozione.L’appuntamento ha rap-presentato l’evento cloudel progetto “Volontaria…mente”, voluto dal Centro Servizi Volontariato per diffon-dere la cultura della solidarietà tra i ragazzi, che frequen-tano le scuole della provincia di Pesaro e Urbino. Oltre 20gli istituiti coinvolti, per un totale di 85 classi partecipantie circa 70 associazioni che hanno ospitato gli stage dei ra-gazzi. “É stata un’esperienza molto emozionante - raccontaNicoletta Lucchesi operatrice del Csv di Pesaro, che ha pre-sentato lo spettacolo - sia per i contenuti emersi durante

l’evento, che per la grande partecipazione dei giovani. Ungrazie particolare va rivolto ai presidi, che con grande di-sponibilità hanno concesso ad intere classi di compiere as-senze giustificate in nome di una collaborazione che daanni permette di curare il valore della solidarietà tra i ra-gazzi”. “La presenza di Antonino Spadaccino - ha affermatoFrancesca Matacena, presidente dell’Avm di Pesaro e Ur-bino – è stata una grande opportunità che ci ha permessodi entrare in dialogo con gli adolescenti. L’Avm ha in que-sto caso il ruolo politico di farsi testimone della culturadella responsabilità, del prendersi cura del territorio in cuisi vive”.

Repertoriotra classico

e pop-music

Il concerto, ideato dalmaestro Davide Di Grego-rio (cooproduttore di Spa-daccino, venuto a Pesaroproprio per registrare undisco), ha presentato unrepertorio in cui la lirica siè fusa con il pop. Una spe-rimentazione tra più stili,un incontro tra sonoritàantiche e moderne, dovele generazioni si sono in-contrate e la tradizione hacontaminato il moderno, eviceversa. “La musica - haspiegato Claudia Vanzo-lini, responsabile del pro-getto - è uno strumentoefficace che ci ha per-messo di coinvolgere i gio-vani in modo diretto,nell’intento di farli diven-tare protagonisti del

mondo in cui vivono. Con questo concerto abbiamo vo-luto ringraziarli per quanto hanno già fatto con i loro stagenelle associazioni, confermando che sanno impegnarsi edhanno molto da dare”. “Crediamo molto in questa inizia-tiva e nei suoi valori - ha detto l’assessore alla Cultura delComune di Pesaro Luca Bartolucci - uno stimolo alle nuovegenerazioni, un’occasione per approfondire i propri ta-lenti. Del resto cultura è trasmissione dei valori”.

Solidarietà a portata di manoDue “risvolti” di successo del progetto Volontaria… mente promosso dal Csv

Da scuole in festa col vincitore di “Amici”a studenti alle prese con “convivenza e servizio”

il concerto di Antonino Spadaccino

Francesca PediniMonica Cerioni

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Lo spettacolo musicale è stato di tanto in tanto interrottoda riflessioni importanti sul tema della generosità, e sullescelte di dono e aiuto agli altri che i giovani sanno e pos-sono compiere. I ragazzi sono stati peraltro stimolati da unarticolo provocatorio uscito sulla stampa e letto dalla pre-sentatrice, in cui li si accusa di immobilismo. Da dietro lequinte, hanno risposto di voler scrivere una lettera a quelgiornalista per testimoniare che non è così.

VOLONTARI DALLA VITA IN COMUNE“Settimana di convivenza e servizio”. Si chiama così l’ori-ginale quanto costruttiva esperienza vissuta da un centi-naio di studenti, di 17-18 anni d’età, del liceo scientificoGalilei di Ancona nell’ambito del pro-getto Volontaria… mente del CsvMarche. Tra fine marzo e metà aprile infatti, 6quarte dell’Istituto, su due turni da 3classi, hanno trascorso alcuni giornipresso il Centro Pastorale “StellaMaris” a Colle Ameno di Ancona, spe-rimentando appunto una vera e pro-pria convivenza alternata a momentidi “servizio”, inteso sia come operapresso associazioni di volontariatodella zona, sia come impegno perso-nale degli uni verso gli altri per farfunzionare la vita collettiva. Dopo co-lazione, la mattina andavano normal-mente a scuola, poi rientravano alcentro dove pranzavano insieme, nelpomeriggio si recavano a fare volon-tariato, rientravano per cena e poi dormivano in camerateda 15-20 posti. Il tutto, sempre affiancati dai professori LivioMartinangeli, Stefania Felici e Aurica Podea, tre docenti direligione, che in questi giorni hanno esercitato più chealtro un ruolo da “osservatori”. La convivenza è stata molto ben organizzata. I ragazzi, checon una quota si sono autofinanziati vitto e alloggio, sisono suddivisi in gruppi con specifici compiti autogestiti:c’era chi si svegliava prima per preparare la colazione, chipensava al menù del giorno, a fare la spesa e cucinare (es-sendo dispensato per quel giorno dalla scuola), chi servivaa tavola, chi lavava i piatti e rassettava, a qualcuno tocca-vano le pulizie e riordinare le stanze. Insomma, in queigiorni i ragazzi si sono messi alla prova, sforzando di ve-nirsi incontro su tutto, dalla condivisione degli spazi allascelta del cibo, con lo “spirito di aiuto e servizio” che, fanotare il prof. Martinangeli “deve essere alla base di ogniconvivenza”.

Al serviziodell’altro

da volontari

Un servizio verso l’altro, che i liceali hanno sperimentatoanche presso le associazioni di volontariato, dove, alla stre-gua di altri volontari hanno contribuito alle attività ordina-rie, dalla preparazione dei pasti, alla Mensa del Povero, allosmistamento di abiti usati all’animazione nelle attività condisabili. Martina e Valentina ad esempio, hanno prestatoservizio alla Ss. Annunziata presso il Centro Caritativo divia Podesti ad Ancona, Giacomo ha fatto delle pulizie allaTenda di Abramo di Falconara ed è stato al centro per di-sabili Il Samaritano di Posatora, Alessandro infine è andatoall’Istituto Bignamini di Falconara, un centro di riabilita-zione per disabili gravi, in cui, racconta “siamo stati accantoagli ospiti, aiutandoli a mangiare e nelle ore di musicote-rapia. Superato un certo timore iniziale è stata un’espe-rienza positiva, di forte impatto ed emotivamente molto

coinvolgente”. Una sera inoltre i ragazzi hanno ascoltatola testimonianza dei Missionari Saveriani impegnati nel-l’Unità di strada e della Compagnia teatrale “La strada” for-mata da poveri e senza fissa dimora di Ancona. Ed è proprio l’“onda d’urto emotiva” e la concretezza ope-rativa dell’essere volontari nelle associazioni, l’aspetto piùapprezzato del fare “servizio” durante la convivenza. “Cisiamo avvicinati alle associazioni in coppia o in gruppetti -spiegano alcuni di loro – cosa che da soli forse nonavremmo fatto. É stata un’esperienza un po’ faticosa, macertamente utile” che qualcuno ha definito“spiazzante e altempo stesso illuminante”. “Su 130 classi di scuole superiori della provincia di Anconache anche quest’anno hanno aderito a Volontaria… mente– fa notare Nicola Magnanelli, coordinatore del progetto peril Csv – le quarte del Galilei sono le uniche a fare un’espe-rienza del genere, ormai da tre anni”.“Inserita nel nostro Piano offerta formativa – conclude Mar-tinangeli – la settimana di convivenza e servizio è conosciutaed apprezzata anche da corpo docente e genitori. I ragazzine sono entusiasti e c’è addirittura chi farebbe a cambio conla gita d’istruzione! Ha un grande valore educativo, perchéviene fuori la capacità di cavarsela da soli e si creano dina-miche interne positive tra i ragazzi,che sono chiamati a fareognuno la propria parte. Senza contare i legami e le amici-zie che si sviluppano anche tra classi diverse”.

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Un momento della settimana "convivenza e servizio"

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26 Volontariato Marche

PROGETTI

Un nuovo modo di pen-sare, d’intendere la vitacon riferimento ai biso-

gni primari, tra i quali assumeparticolare importanza l’idea diconcepire un nuovo modo di“abitare” e condividere spazi etempi che possano essere assaidiversi rispetto al ritmo frenetico di oggi. Sono i contenuti del progetto “Toc toc - prove tecniche dibuon vicinato” promosso dall’associazione capofila “I vi-cini di quartiere” di Porto Sant’Elpidio che è valso la quali-fica di progetto d’eccellenza da parte del Comitato digestione tra quelli presentati dalle associazioni nel corsodel 2007. Il progetto si avvale pertanto di uno specificocontributo da parte del Centro Servizi per il Volontariato.“L’idea è nata con un gruppo di amici – spiega il presidentedell’associazione, Roberto Di Chiara – sulla base di unaconsiderazione condivisa. L’elevato costo di acquisto delleabitazioni non corrisponde ad un’equivalente qualità delle

soluzioni abitative. Crediamo sia possibile, allo stessoprezzo, realizzare unità abitative che rispettino realmentel’ambiente, che non generino consumi elevati e che sianoun volano per realizzare qualcosa che cambi radicalmenteil modo d’intendere la vita”. Un progetto ambizioso che supera in realtà il concetto diedilizia eco-compatibile per promuovere il reale benessere

della comunità attraversogruppi di acquisto solidali, losviluppo di circuiti relazionalivirtuosi tra vicini di casa, la vo-lontà di creare quell’empatiache oggi appare travolta da stilidi vita insostenibili.Al progetto aderiscono nume-rosi partner: associazioni di vo-lontariato del Fermano(Mondo Solidale, L’Alveare, Ita-lia Nostra, Famiglia Sociale, Ilsamaritano, Farsi Prossimo,Università del Tempo Libero, Il

Cerchio, Famiglia Nuova, Nuovaricerca.agenziares, CiFor-MaPer), gli Ambiti Sociali 14 e 20, i Comuni di Porto San-t’Elpidio, Porto San Giorgio e Monte Urano, la Provincia diAscoli Piceno e la Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo.L’incontro di presentazione del progetto si è svolto nelmese di febbraio presso la sala riunioni del Comune diMonte Urano. Sorgerà infatti in un’area destinata all’edilizia economica epopolare, messa a disposizione dal Comune di MonteUrano, un primo condominio concepito secondo unnuovo sistema abitativo che coniuga il rispetto dell’am-biente, l’utilizzo dell’energia rinnovabile con la riscoperta

delle regole del buon vicinato.

Un condominiodavvero

“di serie A”“Siamo partiti da una semplice considerazione: ilnostro stile di vita va modificato – prosegue Ro-berto Di Chiara, presidente dell’associazione – equindi abbiamo elaborato un sistema abitativodal punto di vista energetico e che non tralasci irapporti di buon vicinato. Abbiamo perciò ini-ziato la progettazione di un primo condominioche sarà di classe energetica A+ (sviluppa15W/mq contro i 150-250W/mq di media abituali)e quello che consuma viene auto-prodotto at-

Ivano Perosino

Toc toc: un nuovo modo di abitareA Monte Urano un progetto di eccellenza dell’associazione “I vicini di quartiere”

Nasce l’eco-condominio con spazi sociali e buon vicinato

Rendering della costruzione di MonteUrano

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traverso pannelli solari, foto-voltaici per cui il bilancioenergetico dell’edifi-cio sarà positivo”. Saranno anche previ-sti spazi condominialicondivisi come un sa-lone per feste comunie la progettazione èpartecipata fin dall’ini-zio. Nel corso di un primoincontro illustrativodel progetto sonostate individuate al-cune famiglie interes-sate a questaopportunità abitativache, alla fine, nono-stante tutti gli aspettiinnovativi che com-porta, dovrebbe es-sere a semplice costo di mercato. Ciò sarà possibile ancheattraverso la costituzione dei condomini in cooperativa egrazie alla disponibilità del Comune. Ovviamente la progettazione di “Toc toc” non si esauriràcon la progettazione e la messa in cantiere della prima pa-lazzina. Parallelamente si stanno sviluppando azioni pro-pedeutiche al conseguimento dell’obiettivo. Tra queste,una sarà perfezionata nel corso del corrente mese di giu-gno. Nello specifico si tratta dell’elaborazione e della di-stribuzione di un piccolo manuale riguardante gli aspetticomportamentali in relazione al risparmio e all’efficienzaenergetica a livello domestico. Il depliant verrà distribuitoa tutte le famiglie dei territori interessati oltre che pressogli sportelli informativi. L’agile strumento, nelle intenzionidei soggetti promotori del progetto, dovrà fornire l’op-portunità ad ogni famiglia di confrontarsi con i problemienergetici quotidiani, cercando piccole soluzioni che pos-sano incidere positivamente sull’economia di ciascuno edi conseguenza sull’intera cittadinanza. Il manuale con-tiene suggerimenti riguardanti l’isolamento degli infissi,l’utilizzo della luce elettrica e la sostituzione delle lampa-dine, l’attenzioni alla raccolta differenziata e agli sprechiquotidiani.

Socialità eeventi di

quartiereAnche l’area sociale, ovviamente, rientra nell’ambito pro-gettuale. L’attivazione nei centri di ascolto delle associa-zioni di una consulenza specifica sulla dimensione deirapporti tra i vicini è propedeutica all’organizzazione deicosiddetti “eventi di quartiere, meglio se di condominio”,nel corso dei quali attivare le vecchie pratiche della festatra paesani di un piccolissimo borgo: cucina comune, or-ganizzazione di giochi di strada, informalità del contesto.

In quest’ottica verranno sollecitati anche i centri sociali diquartiere per coinvol-gere il più possibile ilcontesto locale. L’in-tento dell’azione èquello di far partire daun condominio o da unpiccolo nucleo di caseuna festicciola dove, inmaniera “protetta”, sipossano vivere le vec-chie sensazioni del pic-colo borgo.L’insieme di questiobiettivi non può pre-scindere certamente daun’azione strutturaleche preveda per il “pub-blico” un ruolo determi-nante. Durante i dueanni di attuazione del

progetto verrà pertanto chiesto ad ogni amministrazionecomunale partecipante di organizzare un Consiglio co-munale aperto nel quale parlare dei temi descritti chie-dendo impegni legati alla continuità del progetto eall’attuazione di politiche concrete di sostenibilità eco-so-ciale.La collaborazione con gli Enti locali, nelle intenzioni delleassociazioni coinvolte, prevede inoltre di monitorare glispazi verdi pubblici progettando, laddove possibile, un uti-lizzo diverso di quelle aree. Esiste già un’esperienza messain atto dall’associazione Italia Nostra presso il Comune diFermo. In questo caso la volontà del progetto è quella diestendere l’esperienza ad altri Comuni, realizzando una“mappa delle aree verdi locali” e attivando tavoli di pro-gettazione in collaborazione con le Amministrazioni locali.Il primo mattone, pertanto, non sarà decisamente rivoltoalla costruzione della “casa” ma sarà quello di provare, tuttiinsieme, a “costruire” degli spazi e a recuperare anticheabitudini sommerse dai ritmi frenetici odierni.

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PROGETTI

Le due associazioni di volontariatoAvulss e Cai di Potenza Picenahanno concluso il progetto “La

montagna senza barriere: percorsi esentieri per diversamente abili”, finan-ziato dal Centro servizio per il volon-tariato. L’ultima tappa di questo percorso pro-gettuale si è tenuta lo scorso 19 aprilequando, presso il cineteatro “DivinaProvvidenza” di Porto Potenza Picena,le due associazioni hanno organizzatoun convegno di presentazione del ri-sultato finale del progetto, una guidadi itinerari e passeggiate in montagnaper disabili.La pubblicazione, che ha lo stesso ti-tolo del progetto, è il frutto di un lavoro cominciato moltotempo prima e durato ben 10 anni: una sintesi delle espe-rienze raccolte dal 1998 ad oggi, quando annualmente Caie Avulss hanno accompagnato i ragazzi disabili dell’Istitutodi Riabilitazione S. Stefano in escursioni in montagna. Intere giornate trascorse insieme, volontari delle due as-sociazioni e ragazzi del S. Stefano, nel corso delle qualisono stati condivisi tanti bei momenti e gioie derivanti dasemplici cose: il viaggio in pullman, la passeggiata immersinella natura, il pranzo tutti insieme.

Un sodalizioche nasce

da lontano“É nata nel ’98 – racconta Ezio Berdini, responsabile Avulssdi Potenza Picena – l’idea di una collaborazione con gliamici del Cai. Condividevamo la stessa sede sociale e cisiamo chiesti perché non condividere anche qualcosa di

più, un lavoro, un progetto, un’idea importante da realiz-zare e portare avanti. L’idea iniziale si è concretizzata benpresto e la sua prima realizzazione è stata la gita a LamaBianca, nel parco della Maiella, in Abruzzo”. “Abbiamoriempito sei pulmini con 30 ragazzi disabili – continua Ber-dini - e una mattina d’estate del 1998 la nostra ‘carovana’ halasciato i cancelli del S. Stefano. Un viaggio suggestivo,un’escursione all’interno di un bellissimo bosco di faggi

seguendo un sentiero assolutamenteadatto e accessibile, con sosta in un ca-sale dove gli escursionisti hanno potutosistemarsi, rifocillarsi e riposarsi. Ma difronte a quel viaggio, troppo lungo, perraggiungere la meta, abbiamo decisoche le successive escursioni sarebbestate nelle nostre montagne”.E allora ecco la successiva escursione inquel di Macereto e a seguire nel Lago diFiastra, a Pintura di Bolognola, ancora aMacereto, a Frontignano di Ussita, a Cin-goli, a Pioraco e a Calcara di Ussita. “L’idea di individuare dei sentieri in lo-calità di montagna e percorrerli insiemeai disabili – ha detto Paolo Parigi, presi-dente del Cai di Potenza Picena – ci èsembrata, fin dall’inizio, la formula giu-sta per unire le anime delle due associa-zioni: l’una, dedita alle escursioni e allagrande passione per la montagna, l’altraad attività assistenziali nei confronti di

soggetti disabili presso l’Istituto di Riabilitazione S. Ste-fano”. Così è stato e l’idea, assai suggestiva, ha preso il via fino adiventare un appuntamento fisso di tutti gli anni e un veroe proprio progetto strutturato, finanziato dal Csv, checome risultato finale prevedeva la realizzazione della guida“La montagna senza barriere: percorsi e sentieri per diver-samente abili” e, come tassello conclusivo del progetto,anche l’organizzazione di un convegno nel corso del qualepresentare la guida e tutto il lavoro svolto nei dieci anni diescursioni. Nel corso del convegno Cai e Avulss hanno illustrato illungo e articolato lavoro che le ha portate a realizzare unamappa dei percorsi paesaggistici accessibili anche ai disa-bili. All’appuntamento sono intervenuti anche il sindaco diPotenza Picena Sergio Paolucci, il presidente del Csv En-rico Marcolini, il responsabile zonale dell’Avulss LuigiSergi, il segretario regionale del Cai Angelo Romagnoli e ildottor Franco Lolli, psicoterapeuta dell’Istituto di Riabilita-zione S. Stefano, la struttura portopotentina che, fin dallaprima escursione, ha fornito la massima disponibilità.“Questo bel lavoro portato avanti dalle due associazioni –

Nico Coppari

La montagna per tutti A Potenza Picena Cai e Avulss autori di una guida sui sentieri accessibili

Anni di escursioni con gli ospiti del S. Stefano diventano un vademecum e un convegno

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ha detto Enrico Marcolini, presidente del Csv Marche - do-vrebbe servire anche da pungolo e da stimolo per far sì chele cose migliorino e che sempre nuovi percorsi venganoresi accessibili per i disabili”. “Con la decima escursione – ha detto invece Rodolfo Of-fidani, presidente Avulss – è terminato il periodo che pos-siamo chiamare ‘pioneristico’ e abbiamo avvertito lanecessità di fare il punto della situazione. Ecco il motivo diquesto vademecum e del convegno che ha cercato di ap-prontare un bilancio e di proporre nuove iniziative. Unagiornata che ci auguriamo possa aver contribuito ancheper sensibilizzare l’opinione pubblica verso tutte quelle si-tuazioni di disagio e di difficoltà in cui vivono i diversa-mente abili. Al contempo l’auspicio è anche quello distimolare iniziative istituzionali, soprattutto all’interno deiparchi nazionali e regionali, mirate a creare e migliorare lasentieristica adatta ai disabili, ben certi che i benefici sa-rebbero per tutti, compresi anziani e bambini”.

Un territoriopiù a misura

di disabileMa l’entusiasmo e le motivazioni di Cai e Avulss non sisono esaurite qui. Per loro è proprio il caso di dire che laguida “La montagna senza barriere” rappresenta, oltre cheun traguardo raggiunto, un punto da cui partire per co-struire ancora. “Sarebbe bello se il nostro lavoro fungesse da stimolo af-finché qualcosa cominciasse a cambiare e il territorio fossesempre più a misura di disabile” dicono Paolo Parigi e EzioBerdini. “Per questo – continuano - la nostra intenzione ècoinvolgere i vari livelli di amministrazione pubblica delterritorio per avviare un lavoro insieme”.“Vorremmo coinvolgere – prose-guono gli animatori dell’espe-rienza - comuni, province, parchie comunità montane in un lavoroarticolato, portato avanti in retemagari anche con altre associa-zioni di volontariato. Perché faregruppo è importante e la causaper cui intendiamo impegnarcicrediamo meriti uno sforzo collet-tivo. Effettuando i percorsi in-sieme ai ragazzi disabili, abbiamopurtroppo riscontrato diretta-mente le non poche difficoltà ebarriere presenti lungo le passeg-giate che abbiamo fatto nelle no-stre montagne dove, spesso, nonci sono servizi e bagni, pocaombra, percorsi accidentati per lecarrozzine, fontane di acquatroppo alte e inaccessibili, e cosìvia. Ma, nonostante questo ge-nere di difficoltà, è stato molto

bello vedere la felicità dei ragazzi disabili del Santo Ste-fano”. Una felicità ben rappresentata proprio dalla battuta diuno dei ragazzi: “Mi sentivo così libero che mi sem-brava di volare!”.

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PROGETTI

“La guerra che verrà non è laprima. Prima ci sono statealtre guerre. Alla fine dell’ul-

tima guerra c’erano vincitori evinti. Fra i vinti la povera gente fa-ceva la fame. Fra i vincitori facevala fame la povera gente ugual-mente”. Sono parole del dramma-turgo tedesco Bertold Brecht chepurtroppo, nonostante gli anni, ri-sultano ancora drammaticamenteattuali. Attuali come le guerre di-menticate, quelle “nascoste” daimedia perché fanno poco au-dience, quelle distorte ed espor-tate sotto il falso nome della giustizia, quelle dove a moriresono soprattutto i civili. “Codici di pace. Stili di vita e informazione contro laguerra”, progetto promosso da Emergency Ascoli, in colla-borazione con Amnesty International, Legambiente, Aste-rix, Ascoliequosolidale, Albachiara, con il supporto ed ilcontributo del Centro Servizi per il Volontariato di AscoliPiceno, si pone l’obiettivo di promuovere la cultura con-tro la guerra. Ma non solo. “L’idea che accompagna tutto ilpercorso – spiega Caty Gaspari del Gruppo Emergency diAscoli Piceno – è quello di insinuare nei ragazzi il dubbio,di far vedere in modo più critico e oggettivo le notizie chevengono esposte dai mass media. La nostra speranza èquella di incuriosire i giovani, di spingerli a conosceremaggiormente la realtà che li circonda. Spesso analizzandole radici di un conflitto si rendono conto di quanto laguerra in realtà non sia così lontana da noi. E vengono aconoscenza di dati allarmanti, magari prima poco cono-sciuti. Per esempio non in molti sapevano che l’80% dellerisorse vengano usate da solo il 20% della popolazionemondiale. Ognuno di noi – continua - può fare informa-zione e capire quanti siano i modi di farla. Anche solousando in un certo modo la macchina da presa si può in-fluenzare l’opinione pubblica”. Ma l’obiettivo è stato anche

quello di far comprendere loro come proprio dalle piccolecose si possano fare grandi cambiamenti.

Cambianole parole

non la sostanza“Vogliamo far conoscere agli studenti maanche ai cittadini attraverso diverse azioni,alcune già in atto – spiega la coordinatricedel progetto, Ilaria Mascetti – anche le tecni-che e le scelte del sistema dei mass mediasull’informazione di guerra ed analizzare in-sieme a loro le radici di alcuni conflitti inatto”. Sempre più spesso si assiste ad un’in-formazione, sia a livello mondiale ma pur-troppo e soprattutto a livello nazionale, chetende a censurare le notizie che provengonodalle zone “calde”. “Basta notare come giàsolo il linguaggio usato dai mass media –continua Mascetti – testimoni l’inganno chesi nasconde dietro ogni notizia. Per esempioinvece di morti civili si sente parlare di “ef-fetti collaterali o indesiderati” oppure i mis-sili vengono definiti “armi intelligenti” e

ancora vengono usate le parole “missioni umanitarie o dipace” per parlare di guerre, e questo solo per fare qualcheesempio”.Gli effetti di un conflitto, benché descritto in modo più“dolce”, restano quelli drammatici di ogni guerra: fino al90% delle vittime sono civili inermi; il 30% sono spessobambini. Il lavoro di Emergency è già iniziato, a partire dagli incon-

Monika Ruga

La guerra non è mai dolce Una attività promossa da Emergency Ascoli sul ruolo dei media

Come leggere tra le righe dell’informazione ufficiale

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tri previsti nelle scuole secondarie di secondo grado, or-ganizzati in collaborazione con il progetto “Volonta-ria…mente” del Csv, che hanno trattato argomenti qualil’informazione di guerra e lesue distorsioni. “Nello speci-fico – spiega Mascetti - si èfatto un lavoro di analisi suun paese in guerra dove haoperato, o sta ancora ope-rando, Emergency. Si sonoanalizzati i motivi del con-flitto, le conseguenze sullapopolazione civile, sulla vitadei bambini e come si riescaa reperire il cibo. Ma anchecome queste notizie ven-gono trattate dai mass media.Le scuole che hanno aderitoal nostro progetto sono sette. Venti classi per un totale ditrecentocinquanta studenti”. Alla fine i ragazzi che hannopartecipato agli incontri, hanno aderito anche a laboratoripomeridiani che si sono svolti presso l’Istituto d’arte “Li-cini” di Ascoli Piceno ed hanno prodotto un cortometrag-gio di circa venti minuti. “Sia i testi che le immagini – continua Caty Gaspari – sonodegli studenti. Ognuno di loro ha raccontato le proprie im-pressioni sulla guerra e l’informazione, facendo in questomodo loro stessi informazione. In particolare c’è stata unaragazza che ha vissuto in prima persona la guerra ed ha fil-mato la battaglia sul ponte Mostar, quello che venne di-strutto dalle forze croato-bosniache nel corso della guerrain Bosnia. Nel corto sono state aggiunte anche delle im-magini dell’operatore Claudio Speranza che ha ripresomoltissime guerre”. Il corto, proprio perché di altissimaqualità, parteciperà anche al concorso “Conoscere il No-vecento” indetto dalla Provincia di Ascoli Piceno. Inoltre, èstato proiettato durante una grande manifestazione, nellaquale ad essere protagonisti sono stati proprio i ragazzi.“E’ stato un momento molto importante – continua Ga-spari – a cui hanno partecipato tutti gli alunni, insieme aCecilia Strada, giornalista di PeaceReporter e figlia del fon-datore di Emergency Gino Strada. Presenti, ovviamente,

anche gli autori del cortometraggio e gli organizzatori diEmergency Ascoli e dell’associazione Ascoliequosolidale”.Parallelamente a queste iniziative sono state organizzate

presso il Cinema Piceno due proie-zioni a cui hanno partecipato semprei ragazzi. La prima è stato quella delfilm “Good night, Good luck” per laregia di George Clooney mentre la se-conda è stato quella di “Blood Dia-mond” il cui regista è Edward Zwick.“Grazie al contributo visivo di questifilm – spiega Gaspari – i giovani hannovisto un altro modo di fare informa-zione. Gli incontri hanno avuto ungrande successo”.

Materiale multimediale

on line“Altra azione di particolare interesse è la prossima realiz-zazione di una piattaforma web permanente che conterràil materiale multimediale prodotto durante questo pro-getto”.Sarà predisposta per effettuare un aggiornamento conti-nuo e interattivo sulle tematiche che sono state trattate. Al-l’inizio lo staff di “CodiciDiPace” si occuperà di raccoglieremateriale fotografico, audio-visivo e grafico. In seguito, sa-ranno messi a disposizione degli studenti sul web. E sa-

ranno proprio i ragazzi che, “diretti” da giornalisti e tecnici,rielaboreranno i documenti raccolti e implementeranno ilcontenuto della piattaforma con interviste, filmati, articolie materiale grafico. Anche in questo caso saranno loro adiventare protagonisti. “Prevediamo – conclude Gaspari – per settembre un altrogrande evento pubblico finale. Ci stiamo ancora pensandoma credo organizzeremo un concerto e diversi altri in-contri che tratteranno questi temi”.

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PROGETTI

Dalle Marche l’ennesimo grido d’aiuto per il sud delmondo. A 8 anni di distanza dalla firma, nel 2000 aNew York, della Dichiarazione del Millennio, in cui

189 capi di Stato e di Governo - fra cui l’Italia - si impegna-rono a raggiungere entro il 2015 otto obiettivi strategicinella lotta alla povertà mondiale, molti di essi sono ancorasulla carta. Ecco perché un gruppo di associazioni e realtàdel non-profit marchigiano sta portando avanti da circa unanno il progetto “Target 2015 - I poveri non possono aspet-tare”, che rilancia a livello regionale la Campagna Onusugli 8 Obiettivi di sviluppo del Millennio.Promosso dal Cvm – Comunità volontari per il mondo, conAmici di Piabetà, Isf - Ingegneria Senza Frontiere, IniziativaRomeo, Iscos Marche, Cantieri di Pace, Liberato-Zambia2001, Mondo Solidale, Nie Wiem, Luoghi in comune, Cari-tas, Azione Cattolica e Cisl, con il contributo del Centroservizi per il volontariato che l’ha finanziato come progetto“di eccellenza”, Target 2015 è un progetto-contenitore dipiù iniziative di sensibilizzazione con lo scopo di pro-muovere atteggiamenti di partecipazione consapevole,dando nuovo impulso “dal basso” a un’azione di lobbingverso Governo e Istituzioni affinché concretizzino gli im-pegni presi sul fronte della povertà. Un percorso che havisto il patrocinio di Giunta e Consiglio Regionale delleMarche, Provincia di Ancona e numerosi Comuni, e mo-menti di incontro e coinvolgimento anche del Coordina-

mento regionale Entilocali per la Pace.“L’esigenza – spiegala coordinatrice delprogetto Angela Sfor-zini – è di affiancareal lavoro dei volontarinel sud del mondo,un’informazione coe-rente anche qui a li-vello locale. Suldiritto di accesso al-l’acqua, ad esempio,è fondamentale la co-struzione dei pozzi in

Africa, ma di pari passo deve radicarsi anche qui la culturadel risparmio idrico. Ed è nella rete di sensibilizzazione tratanti soggetti diversi -volontariato, enti locali, scuola- ilpunto di forza del progetto”.

8 archi8 porte

8 obiettiviTra gli eventi pubblici di maggior impatto c’è stata la par-tecipazione delle associazioni, lo scorso ottobre, adEco&Equo, fiera-mercato dedicata all’ambiente e all’equo-solidale, organizzata dalla Regione Marche e dall’Erf ad An-cona.A dominare il padiglione fieristico c’era infatti “8 archi, 8porte per 8 obiettivi”, l’imponente mostra itinerante - se-dici megapannelli, alti ognuno più di 5 metri - che è statatappa obbligata per tutte le scolaresche in visita. Grandeattenzione ha suscitato anche lo “stand up” in cui tutto ilpubblico raccolto presso l’auditorium della fiera si è alzatoin piedi all’unisono per protestare contro la povertà. Unsuccesso, quello degli Obiettivi del Millennio adEco&Equo, che è valso all’assessorato regionali ai servizisociali e immigrazione un premio ricevuto a Roma, in oc-casione dell’inaugurazione della sede europea dell’Onuper la campagna. Per quanto riguarda la scuola, il Cvm ha già tenuto partedei percorsi didattici previsti (la restante continuerà il pros-simo anno) coinvolgendo in tutto circa 200 studenti: in al-cuni istituti superiori di Ancona e Recanati è stataaffrontata la condizione femminile nel sud del mondo, inalcune classi elementari di P. to S. Giorgio e P. to S. Elpidioinvece, è stato condotto un laboratorio sull’acqua e il ri-sparmio idrico. All’università sono stati organizzati dei se-minari, rivolti perlopiù agli studenti: alla facoltà diMedicina, sulla prevenzione dell’Hiv e la mortalità ma-terno-infantile, al polo di Ingegneria - nell’ambito della“Settimana senza frontiere” dell’associazione partner Isf– su ciclo dei rifiuti e sostenibilità ambientale. Nel pros-simo anno accademico eventi analoghi sono in pro-gramma ad Economia, per approfondire le dinamicheall’origine della povertà e le possibili vie d’uscita e alla fa-coltà di Agraria e Biologia sui temi della biodiversità e del-l’acqua. Nei mesi a venire il progetto prevede inoltre altredue iniziative piuttosto ambiziose: un seminario con te-stimonianze autorevoli pensato per i giornalisti delle te-state locali marchigiane e un appello agli onorevoli elettinella regione perché sostengano in Parlamento l’au-mento degli aiuti pubblici allo sviluppo.

Monica Cerioni

I poveri non possono aspettareIl Cvm capofila di un progetto sugli Obiettivi del millennio fissati dall’Onu

Dallo “stand up” ai percorsi didattici sensibilizzare alle sorti del sud del mondo

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Volontariato Marche 33

PROGETTI

Secondo una stima realizzata dal Comune di Fano, glistranieri residenti in città nel 2007 risultavano 3.625.Un numero importante per una comunità che rac-

chiude 61.000 abitanti, anche se il dato eclatante è rappre-sentato dal fatto che il numero dei “nuovi fanesi” negliultimi 5 anni ha subito unincremento del 95,93%.Fano dunque, come ac-cade nel resto della peni-sola, racchiude in sé unavarietà di culture e di biso-gni molto diversi. Una re-altà in cui sono inaumento le nascite di figlistranieri, i matrimoni mistie i permessi per il ricon-giungimento dei figli diimmigrati.La città, grazie alla sensibi-lità del mondo del volon-tariato, e in particolaredell’associazione Mille-voci, si è resa conto cheper essere accogliente, deve sì offrire un posto a chi arriva,ma anche la dignità di uomo. Si è resa conto che l’acco-glienza non è uno stato, ma un divenire, un percorso in cuii mediatori culturali sono un ponte sospeso fra ciò che siè lasciato (tradizioni, costumi e modi di pensare) e ciò chesi trova, che a volte appare così incomprensibile e scono-sciuto. Se il processo funziona si va verso l’integrazione. Ed è per raggiungere l’integrazione che l’associazione Mil-levoci ha realizzato il progetto “Mille culture una città”:una possibilità e un invito agli immigrati ad essere accoltinon per annullarsi, ma per arricchirsi, per diventare me-diatori culturali non solo dei propri concittadini, ma anchedei fanesi, svelando loro le tradizioni, la storia, le radici delproprio paese d’origine. Tutto ciò nell’intento di rendereFano una città dove sia possibile la relazione, l’ascolto, ildialogo, la gestione dei conflitti, la tutela della legalità ed il

rispetto dei limiti. Insomma, una città “interculturale”.

Il dirittoad essere

se stessiPer fare questo Millevoci ha sviluppato una serie di azioniche interesseranno ogni forma di espressione artistica.Dalla musica alla danza, dalla pittura alla letteratura, dal ci-nema al teatro fino alla scultura. Interventi per promuo-vere la conoscenza, la comprensione e la comunicazionetra le culture. In particolare, il 15 e 16 aprile scorso, Mille-voci ha portato per la prima volta a Fano il “Dopofestival”del Festival del Cinema africano, dell’Asia e dell’AmericaLatina organizzato dal Coe a Milano. Una manifestazione

che ha permesso di vedereun estratto della ricca pro-duzione di cortometraggi edocumentari provenienti dalsud del Mondo. Ma Mille-voci promuove costante-mente anche eventi teatralidi successo, come “Repor-tage Chernobyl”, e poi spet-tacoli di danza e musica,circoli di lettura, presenta-zioni di libri stranieri, mo-stre culturali, incontri conscrittori e registi. “L’intercultura - racconta Mi-rella Tamburini di Millevoci -ha scoperto le differenze,ma ora è necessario ‘met-

terle in dialogo’ tra loro, essere protagonisti di un mondoche vive nella curiosità, nel rispetto di soluzioni diverse daquelle con cui siamo cresciuti. Anche perché l’intercultu-ralità è un atteggiamento che prende atto della ricchezzache sta nella varietà, che non si propone l’omogeneizza-zione, ma permette un’interazione piena e fluida tra le di-verse culture. Quindi noi di Millevoci ci proponiamo lacostruzione di una nostra identità che si determina attra-verso la relazione con l’altro, la cooperazione, il confrontodelle differenze e che si evidenzia in comportamenti cheimplicano non solo prendersi cura delle ragioni dell’altro,ma anche modificare se stessi, in un cammino il cui fine èl’ampliamento degli orizzonti. L’intercultura per noi è ununiverso in cui tutti si sentono uguali, con gli stessi dirittifondamentali, il primo dei quali è il diritto ad essere sestessi dovunque si vada”.

Francesca Pedini

Immigrati, universo da scoprireL’associazione fanese Millevoci impegnata per favorire l’integrazione

Un progetto di mediazione culturaleattraverso le varie forme dell’arte

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ASCOLI PICENOSi fa presto a dire cattivi…Un lupo che lotta contro l’abusivismo edilizio, una stregacostretta a vivere in una casa fatta di leccornie pur essendodiabetica, un mangiafuoco “ecologico”. Erano questi alcunidei personaggi della favola musicale dal titolo “Si fa prestoa dire cattivi” che la compagnia ascolana “I cantastorie” hamesso in scena riuscendo a fare il tutto esaurito in diverseoccasioni. In particolare, ha avuto un grandissimo successo lospettacolo tenutosi al Palafolli nel quale la compagniaè stato “affiancata” dall’Unitalsi con una rappresenta-zione nata da un corso di comico terapia. Grazie alla se-rata sono stati raccolti i fondi poi devoluti proprioall’Unitalsi. “I cantastorie – spiega Alessandra Lazzarini, vicepresi-dente della “Compagnia dei donAttori” - sono ungruppo misto tra vari gruppi teatrali e varie associazionidi volontariato che si è formato proprio dal corso orga-nizzato dalla “Compagnia dei donAttori” e dal CentroServizi per il Volontariato”. Lo spettacolo aveva quale obiettivo quello di voler farcambiare il punto di vista dei “cattivi” delle favole perfar comprendere ai bambini che a volte, con troppa fa-cilità, si definiscono cattivi quei bambini che non losono per natura ma per una condizione di disagio. Lofavola cantata è il risultato di un corso di “cantoteatro”.

Uno spettacolo per grandi e piccini che ha raccontatoproprio le motivazioni e i punti di vista di alcuni famo-sissimi personaggi cosiddetti “cattivi”.

“Le musiche ed i testi – continua Lazzarini - sono origi-nali e sono nati dal gruppo guidato da Francesco Acetiper la parte teatrale e da Pier Paolo Piccioni per quellamusicale. La nostra speranza è quella che questo tipodi iniziativa si possa rifare perché, tra l’altro, c’è statoun bel connubio tra persone che già da tempo facevanoteatro e altre invece che lo facevano da poco”.

CAMERINO (MC)Piatti tipici dal carcereIl Gruppo di Volontariato Vincenziano di Camerino harealizzato un corso di cucina a favore della popolazionedetenuta maschile della locale Casa Circondariale.

Il corso, finanziato dal Centro Servizi per il volontariato,rientrava all’interno delle azioni previste dal progetto“Gettare la rete tra i Monti” che vede il Gvv tra le asso-ciazioni promotrici.Gli allievi hanno seguito le “lezioni” con partecipazionee soprattutto con la consapevolezza di poter acquisirealcuni elementi base per la formazione di una profes-sionalità spendibile poi all’esterno, una volta espiata lapena e in funzione della ripresa della vita normale.Il corso si è svolto in tre moduli della durata di 20 oreciascuno e vi hanno aderito un totale di 15 detenuti dicui 10 italiani e 5 stranieri. Le lezioni sono state tenute dal cuoco professionale Ro-berto Giannini presso i locali della cucina, all’internodel reparto detentivo maschile.

SALASTAMPA

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la compagnia dei Donat(t)ori

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CHIARAVALLE (AN)Non solo tabaccoCirca 2000 visite, compresa quella di una chiaravallese d’ec-cezione come Clio Bittoni, moglie del presidente della Re-pubblica. Dopo il successo di pubblico e consensiregistrati a Chiaravalle e Monte San Vito, la mostra itine-rante “Non solo tabacco” del Circolo fotografico Avis di

Chiaravalle, ha fatto la sua ultima tappa a Camerata Picena.L’esposizione, circa 100 immagini d’archivio in bianco enero, affiancate da altre di oggi, ricostruisce uno spaccatodell’imprenditoria di Chiaravalle e dintorni negli anni ’80,ritraendo luoghi e lavoratori delle tante imprese, che oltrela Manifattura Tabacchi (da qui il titolo della mostra) hannocontribuito allo sviluppo del territorio. Scatti intensi, chedocumentano le condizioni di lavoro di allora, operai alleprese con macchinari mastodontici e rumorosi, fatica e sa-crifici, ma anche soddisfazione e sorrisi per un prodotto“finito” o la tranquillità della busta paga. Fil rouge dell’intero progetto è proprio il valore del lavoroe della testimonianza, in questo caso su supporto fotogra-fico, per l’identità di un territorio e la sensibilizzazionedelle nuove generazioni. Non a caso, anche la tappa di Ca-merata Picena è stata meta privilegiata degli studenti dellescuole elementari e medie, accompagnati dalle guide delCircolo Fotografico Avis.

FERMOProspero e gli asinelliDavvero particolari le giornate di formazione per opera-tori sociali promosse dall’Associazione “Farsi prossimo” diFermo.Le giornate di formazione per l’attività assistita con animalisi sono infatti svolte presso la “Fattoria di Prospero” a San-t’Elpidio a Mare, una fattoria didattica, situata alla foce delfiume Chienti, che deve il proprio nome (Prospero) al-l’acronimo del “progetto sperimentale di onoterapia”. Pro-spero è anche il nome del primo asinello nato nellastruttura. La fattoria ha ospitato il corso sulla base dell’esperienzadei volontari della “Farsi prossimo”, impegnati da semprein percorsi innovativi nelle risposte ai bisogni dei minori,tanto da avviare, tre anni or sono, un’attività di natura edu-cativa di concerto con l’Ambito Sociale Territoriale XX. L’approccio all’intero universo giovanile è stato un pas-saggio dettato dalla volontà di stabilire un contatto ra-gazzo-animale per i minori affetti da disturbi relazionali.Da lì è nata la collaborazione con un’altra associazione fer-mana, “Volere volare”, impegnata in attività rivolte a ragazzidisabili.

SECCHIANO MARECCHIA (PU)Un corso per non dimenticare la tessituraCon l’intento di riscoprire e valorizzare la memoria storicalocale, e al contempo di recuperare le conoscenze, le abi-lità e le culture che rischiano di scomparire, il circolo Le-gambiente “La Roverella” ha organizzato a SecchianoMarecchia il secondo corso di tessitura, rivolto ai giovani,agli adulti e al personale docente.

Il corso, della durata di 20 ore circa, ha visto una primaparte del corso di conoscenza teorica della tessitura. La se-conda parte, con pratica in laboratorio, ha invece previstovarie fasi: la tessitura a mano di un cuscino in lana permezzo di una particolare tecnica di intreccio in uso in di-verse zone del mar Mediterraneo; lo studio, messa in cartae lavorazione al telaio di una tela semplice; lo studio,messa in carta e lavorazione al telaio di una tela a spina;l’orditura e lavorazione al telaio di una coperta copriletto.Il progetto è stato sostenuto dal Centro Servizi Volonta-riato di Pesaro, dall’amministrazione comunale di Nova-feltria e dalla Comunità Montana Altavalmarecchia.

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Clio Bittoni alla mostra del Circolo fotografico Avis Chiaravalle

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FUND RAISING, NUOVE CONSULENZE,FORMAZIONE, 5 PER MILLE E… INFORMAZIONE

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Ora il Csv ti aiuta anche nella raccolta fondi La raccolta fondi rappresenta l’insieme delle attività fina-lizzate al reperimento delle risorse necessarie per il per-seguimento degli scopi istituzionali dell’organizzazione divolontariato nei confronti della cittadinanza, di imprese,enti pubblici ed altri soggetti privati. Gli strumenti del fun-draising possono essere molteplici: dall’invio di lettere oe-mail ai potenziali donatori alla progettazione e realizza-zione di eventi specifici di raccolta fondi quali lotterie, ven-dita di prodotti ecc… In particolare, tali attività sono volte alla sollecitazione delbisogno di donare e alla persuasione circa la meritorietàdell’attività svolta dall’associazione attraverso la formula-zione di un messaggio calibrato sulle caratteristiche deipotenziali donatori. Un messaggio in grado di promuoverefiducia nell’organizzazione di volontariato, di porre l’ac-cento sull’importanza del settore di attività e sui punti diforza del proprio servizio.Per questi motivi il Centro Servizi per il Volontariato delleMarche offre alle associazioni interessate consulenza e as-sistenza personalizzata per la realizzazione di strategie diraccolta fondi mettendo a disposizione professionalitàspecifiche in grado di aumentarne l’impatto e l’efficacia. Il servizio consulenziale consiste nell’analisi dei diversiaspetti delle attività di raccolta fondi quali:

- l’individuazione dei soggetti destinatari, - la definizione della forma e del contenuto del mes-

saggio;- la scelta dei canali di trasmissione del messaggio;- assistenza alla progettazione di eventi specifici e al re-

lativo piano di comunicazione;- la valutazione dei costi;- la stima dei risultati dell’azione di fundraising.

Per accedere al servizio o ricevere ulteriori informazioni,contattare lo sportello territoriale di riferimento al numeroverde 800 651212.

Formazione dei volontari: il bando scade il 30 giugnoSeconda scadenza del 2008, il prossimo 30 giugno, per leassociazioni di volontariato che vogliono presentare al Csvdomanda di sostegno per iniziative di formazione, comecorsi di formazione, convegni e seminari di uno o piùgiorni (successivi o cicli di incontri). Destinatari possono essere i nuovi volontari, quelli già datempo attivi al suo interno ma anche i cittadini che, seppurnon ancora aderenti ad alcuna associazione, dimostrano

sensibilità per i valori del volontariato e della solidarietà evogliono approfondirli per valutare la possibilità di pre-stare servizio attivo in una realtà di volontariato organiz-zata, infine i collaboratori professionali o consulenti odipendenti dell’associazione. Al bando per la formazione dunque, possono partecipare:

- le associazioni di volontariato iscritte al registro re-gionale,

- le associazioni di volontariato non iscritte al registroregionale, ma che posseggono i requisiti previsti dal-l’art.3 comma 3 della L.266/91.

Gli interventi che saranno valutati positivamente verrannoinclusi all’interno del piano formativo del Centro Servizi,che collaborerà attivamente in vario modo (affiancando ireferenti nella progettazione e realizzazione dell’iniziativa;pubblicizzando le iniziative tramite i propri strumenti dicomunicazione; assumendo in proprio gli oneri economiciinerenti ecc’).La documentazione da presentare è piuttosto articolata ecomprende:

- domanda di partecipazione e progetto formativo se-

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condo lo schema predisposto;- lettera di adesione delle eventuali altre associazioni di

volontariato e/o enti partner;- presentazione della o delle associazioni proponenti;- statuto sociale dell’associazione capofila;- curriculum del personale retribuito impegnato nel-

l’iniziativa.Le iniziative devono tassativamente pervenire su supportoinformatico ed in copia cartacea allo sportello territorialedi riferimento entro il 30 giugno ed essere presentate com-pilando debitamente l’apposito formulario, il piano eco-nomico ed allegando la documentazione richiesta.Per saperne di più su procedura di valutazione, ammissi-bilità delle iniziative, ammontare degli importi di cui puòfarsi carico il Csv, documentazione da inoltrare e altro, con-tattare lo sportello territoriale di riferimento al numeroverde 800 651212.

Nuovi servizi, la consulenza si fa su misura Il Centro Servizi per il Volontariato delle Marche offre ser-vizi di consulenza, opportunamente supportato da espertie consulenti qualificati, rivolti a tutte le associazioni di vo-lontariato (iscritte e non al registro regionale del volonta-riato), con l’obiettivo di fornire pareri, risposte e soluzionisu aree tematiche d’interesse comune: amministrazione efisco, giuridico legale, assicurazioni, comunicazione, di-sciplina del lavoro, raccolta fondi e marketing sociale, in-formatica, servizio civile, servizio volontario europeo,organizzazione, progettazione.Da quest’anno il Csv Marche amplia la propria offerta con-sulenziale attivando un nuovo servizio orientato anche allasoluzione di problematiche specifiche di settore.Gli ambiti in cui operano le associazioni infatti, sono mol-teplici, così come variegate e complesse sono le normespecifiche del settore d’impegno e le problematiche tec-nico-gestionali, che dipendono strettamente dal partico-lare ambito di intervento dell’associazione (ad esempio nelsettore della disabilità approfondire le normative e le pos-sibilità per far valere i propri diritti rispetto alle barriere ar-chitettoniche; oppure nell’ambito della protezione civileconoscere a fondo le modalità di “precettazione” dei vo-lontari in casi di emergenza ecc.) Caso per caso, sulla base dell’esigenza manifestata dall’as-sociazione, il Csv individuerà consulenti d’esperienza nel

settore specifico, in grado di fornire soluzioni e chiavi dilettura ai problemi che verranno posti. Per accedere a tutti i servizi consulenziali è sufficiente con-tattare lo sportello territoriale di riferimento al numeroverde 800 651212, al quale è possibile inoltrare quesiti e ri-chieste o ricevere ulteriori informazioni.

5 per mille, anche la Vezzali c’ha “messo la firma”!Anche quest’anno nella dichiarazione dei redditi si puòscegliere di devolvere il 5 per mille, senza alcun esborso,ad una delle tante associazioni di volontariato delle Mar-che. Basta conoscere il codice fiscale dell’organizzazione efirmare nell’apposito campo della dichiarazione. Per sen-sibilizzare i contribuenti, il Csv Marche ha prodotto unospot radiofonico, andato in onda a maggio sulle principaliemittenti radio della regione, registrato da una testimoniald’eccezione come Va-lentina Vezzali. La pluricampionessa discherma ha prestatogratuitamente la suavoce per dare più forzaal messaggio, dandoprova ancora una voltadella sua grande dispo-nibilità in favore del vo-lontariato e dellasolidarietà. Per facili-tare la ricerca delle as-sociazioni marchigianecui devolvere il 5 permille, sul sitowww.csv.marche.it èpresente un elenco,suddiviso per province,delle associazioni divolontariato accredi-tate quest’anno pressol’Agenzia delle Entrate,attraverso il serviziodel Csv Marche.

Sempre aggiornati con InfoSmsIl Csv Marche ha recentemente attivato “InfoSms”, il nuovoservizio gratuito pensato per i responsabili e i volontaridelle associazioni, con l’obiettivo di tenerli sempre ag-giornati sulle principali iniziative che il Centro promuovee ricordare gli appuntamenti e le scadenze più importanti.Per riceverlo direttamente sul proprio cellulare, gli utentidevono necessariamente iscriversi andando sul sito inter-net www.csv.marche.it (nella home page a destra c’è l’iconada cliccare) compilare tutti i campi della pagina che si apree sottoscrivere l’indispensabile autorizzazione al tratta-mento dati. Il servizio è gratuito, avrà una cadenza periodica e sarà uti-lizzato per veicolare ai destinatari esclusivamente le ini-ziative e gli appuntamenti del Csv-Avm ritenute di maggiorinteresse.

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L’ALTRA ECONOMIA

Mentre si celebrano i pro-cessi per il caso Parma-lat e mentre assistiamo

all’implosione continua del mer-cato dei mutui subprime, la cui di-mensione viene continuamenteaggiornata al rialzo, in Italia è giàstata innescata l’ennesima“bomba finanziaria”. Un auten-tico buco nero, che sta risuc-chiando i soldi di Comuni,Province e Regioni, si è aperto acausa dei contratti “derivati”,strumenti finanziari con cui glienti locali hanno ottenuto soldi dalle banche eludendospesso le norme che regolano il Patto di stabilità. Le perdite accumulate vengono stimate tra i 10 ed i 15 mi-liardi di euro, praticamente un’intera manovra finanziariaandata in fumo. Purtroppo dobbiamo iniziare a chiederci sesiamo cittadini di un Comune, di una Provincia o di una Re-gione già fallita o nell’impossibilità di garantirci nei prossimianni i servizi essenziali. La verità la scopriremo nei prossimimesi o addirittura nei prossimi anni.Mentre in giro per il mondo, a causa dell’aumento dei prezzidei generi alimentari, scoppiano le cosiddette rivolte delpane, e le scorte alimentari si riducono ai livelli più bassidegli ultimi anni, si continua a destinare enormi estensionidi terra alle coltivazioni per biocarburanti al posto di ali-menti e questo accade perfino in Africa.Mentre il prezzo del petrolio corre inesorabile, a confermache l’oro nero è ormai una risorsa scarsa, noi fatichiamo acomprendere che il nostro modello di sviluppo occidentalenon può funzionare per Paesi come la Cina e l’India.Mentre in Italia abbiamo la migliore acqua potabile almondo, contemporaneamente siamo anche i maggiori con-sumatori di acqua minerale in bottiglia. Mentre le multina-zionali lottano per accaparrarsi il mercato dell’acqua, c’è chisostiene che i prossimi conflitti avverranno per il controllodell’acqua: senza petrolio si può vivere, senza acqua no.

Mentre i tg ci raccontano dell’emergenza rifiuti in Campa-nia, dobbiamo leggere “Gomorra” di Saviano per com-prendere come si è potuto compiere lo scempio di quelterritorio fino a giungere alla situazione che tutti cono-sciamo. Il territorio campano è stato per anni lo “sversa-toio” dei rifiuti tossici dell’industria del nord, un pattoscellerato tra la camorra e le Istituzioni. La Campania, pur-troppo, è solo la punta dell’iceberg. Se non ridurremo la

quantità dei rifiuti e non nemodificheremo la gestione at-traverso un completo riciclo eriuso, saremo destinati a soc-combere sotto cumuli di spaz-zatura o a causa delle sostanzeinquinanti che fuoriescononella scellerata soluzione didisfarcene bruciandoli.

Il mitodella

economia In questo scenario, in tuttiquesti avvenimenti e in altri

ancora, possiamo scorgere un elemento trasversale, unpropulsore, un comune denominatore: la finanza. Fin qui è facile condividere l’analisi: anche il neo ministrodell’economia Giulio Tremonti nel suo ultimo libro “Lapaura e la speranza” scrive: “Il mito del XXI secolo, il mitodell’economia che è tutto, che sa tutto, che fa tutto; il mitodell’economia dominatrice assoluta della nostra esistenza, ma-trice esclusiva di tutti i saperi e di tutti i valori; il mito a cui so-prattutto in Europa tantissimi hanno creduto in questi ultimianni, ci ha in realtà prima rubato un pezzo di vita e di storia –come eravamo prima, con il nostro vecchio ordine e con le no-stre vecchie leggi, con le nostre tradizioni e con valori che pen-savamo immutabili, immersi nella nostra “cultura” - e poi hafallito nel piano innovativo e progressivo di ingegneria socialeglobale mosso dal motore primo della finanza”.Le operazioni finanziarie in essere vengono stimate in circa10/11 volte il Pil mondiale, una quantità impressionante didenaro che circola, per lo più virtualmente, alla ricercadella maggiore remunerazione possibile, indipendente-mente dal fatto che le attività finanziate siano o non sianoeticamente accettabili e sostenibili. Non possiamo permettere al denaro di governare le no-stre vite, eppure qualsiasi decisione passa attraverso unascelta economico/finanziaria. Tuttavia, la politica della cre-scita illimitata, propria dei paesi industrializzati, e la ten-

Paolo Ranzuglia*

L’altro uso del denaroI principi della finanza etica contro i danni dell’“economia canaglia”

Banche più trasparenti e partecipate vicine ai bisogni delle comunità locali

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sione verso il profitto che caratterizza le multinazionalihanno saccheggiato la terra e danneggiato seriamentel’ambiente. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti: ilcambiamento climatico, l’impoveri-mento delle risorse ittiche, la defore-stazione, l’erosione del suolo, i rischiche corrono le riserve di acqua dolceed altre conseguenze che abbiamo ac-cennato sopra. Loretta Napoleoni, nel libro “Economiacanaglia”, scrive: “E’ forse un po’ forzatoparagonare criminali come Al Capone aglispietati affaristi che controllano l’alta fi-nanza o equiparare le opportunità createdal proibizionismo all’outsourcing e al-l’offshoring, ma non è del tutto illegittimovederne le contiguità di metodo ed atteg-giamento con i “protettori” della globa-lizzazione e gli oligarchi che mettono ingioco i loro profitti illeciti nell’alta finanza.Si tratta per lo più di personaggi che si re-putano al di sopra dello Stato e soprat-tutto padroni dell’economia globale. Lastoria dimostrerà che si sbagliano. A partire dalla caduta delmuro di Berlino, il capitalismo ha subito mutazioni che sem-brano tutte confermare una cosa sola: nessuno, né l’alta fi-nanza né la criminalità organizzata, è ormai in grado dicontrollare l’economia canaglia. Sarà lei a vincere la partita”.

Il denarocome

servizio Nel nostro piccolo noi tutti possiamo cercare di evitarlo,ma come? Dobbiamo recuperare la funzione del denaro come“servizio”. Per far questo dovremmo innanzitutto nonfarci espropriare dell’uso dei nostri soldi, come av-viene dal momento in cui li mettiamo in banca e li la-sciamo gestire senza sapere comevengono utilizzati. Il secondo passo è capire l’illiceitàdella “speculazione finanziaria”, cheoltre ad assorbire immense masse didenaro sottraendole ad usi produt-tivi, fa correre rischi enormi ad interiPaesi. Il terzo passo da compiere èriuscire a convogliare i nostri ri-sparmi verso attività non solo lecite,ma che costruiscano libertà, dignità,giustizia, pace per le persone di ogniparte del mondo. Dobbiamo pren-dere coscienza che, anche attraversouna scelta consapevole e responsa-bile, relativa all’uso del denaro, èpossibile provocare il cambiamento.La finanza etica sta sviluppando un

concetto di uso responsabile del denaro che passa attra-verso il finanziamento dei bisogni espressi dalle comunitàlocali. Sono proprio molte di queste comunità locali che, in

quest’epoca di globalizzazione, sistanno organizzando per rigenerare iltessuto sociale, promuovendo iniziativequali il turismo responsabile e consa-pevole, il commercio equo e solidale,l’agricoltura biologica, lo sviluppo direti sociali e di solidarietà. In Italia questo modello ha visto la na-scita di Banca popolare Etica, pionieradi una nuova idea di servizio intesocome luogo di incontro, dove le per-sone e la banca manifestano traspa-renza, solidarietà e partecipazionefacendo della banca stessa uno stru-mento anche culturale per la promo-zione di un’economia che ritienefondamentale la valutazione sociale edambientale del proprio agire. Sul-l’esempio di Banca Etica anche altri isti-tuti hanno attivato fondi, conti o attività

etiche. E’ un buon segnale che, sempre sottoposto ad at-tenzione critica, può davvero marcare un piccolo tentativodi cambiamento.Un agire nel pieno rispetto dell’uomo e dell’ambiente edelle specificità culturali dei contesti territoriali in cuiopera la banca, per una migliore qualità della vita, orien-tando coerentemente le proprie attività. Permettere l’ac-cesso al credito ai soggetti dell’economia sociale: imprese,persone e progetti valutati principalmente per la loro ca-pacità di produrre “valore sociale”. Ci attende una sfida avvincente. Occorre una nuova eco-nomia, occorre passare da un modello economico com-petitivo ad uno collaborativo: la finanza etica è pronta afare la sua parte e ci conferma che è possibile.(maggiori informazioni su www.bancaetica.com –www.mondosolidale.it sezione microcredito)

* “Banchiere ambulante” per le Marchedi Banca popolare Etica, aderente a Rees Marche

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AMMINISTRAZIONE E FISCO

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Anche per l’anno 2008 i contribuenti (persone fisiche)avranno la possibilità di destinare il 5 per mille dellapropria Irpef al sostegno di enti non profit, ricerca

scientifica e sanitaria.Il provvedimento, già al suo terzo anno, ha riscontrato undeciso consenso da parte dei contribuenti che hanno lapossibilità di destinare una parte delle proprie imposte aspecifici settori di intervento o addirittura a singoli enti. L’entità delle risorse finanziarie a disposizione di tali entinegli ultimi anni ha quindi suscitato un enorme interesseda parte dei soggetti beneficiari, con particolare riguardoalle associazioni di volontariato e alle Onlus, che sonostate maggiormente premiate dalle scelte dei contribuentia conferma di un elevato rapporto di fiducia instaurato conla cittadinanza. Ma, come sappiamo, le procedure di accreditamento e diliquidazione delle somme spettanti non sono state privedi polemiche e di incomprensioni che, soprattutto nel 2006(anno in cui il provvedimento è stato introdotto in via spe-rimentale), hanno creato grande disagio a molti soggettiche per vizi formali sono stati esclusi dal beneficio.

La legge n. 244 del 24 dicembre 2007 (Legge Finanziaria)ha introdotto quest’anno diverse novità rispetto alle pre-cedenti due edizioni. La più importante riguarda sicura-mente l’obbligo per i soggetti destinatari di rendicontarele risorse ricevute entro un anno dal ricevimento del con-tributo. Le modalità con cui le risorse dovranno essererendicontate verranno chiarite con apposito Decreto delpresidente del consiglio dei ministri (DPCM) ma già laLegge Finanziaria prevede l’obbligo in capo ai soggetti be-neficiari di redigere un rendiconto separato dal quale ri-sulti, anche a mezzo di una relazione illustrativa, in modochiaro e trasparente, con quali modalità sono state im-piegate le somme ricevute e quale sia stata la destina-zione delle stesse. Lo stesso DPCM, in corso diemanazione, chiarirà inoltre le modalità con cui verrannorecuperate le eventuali somme non rendicontate, sotto-lineando quindi come la presenza di detta rendiconta-zione sia necessaria per l’impiego integrale delle sommeaccreditate. L’obbligo ricade sui contributi che le asso-ciazioni riceveranno a partire da quest’anno e che si rife-riscono alle preferenze espresse dai contribuenti nel 2006(Irpef 2005).

Ampliato il numero dei beneficiari

Una seconda importante novità attiene invece all’amplia-mento delle categorie di soggetti che possono accedere alcontributo. Con la Legge 28 febbraio 2008, che ha conver-tito il decreto n. 248 del 2007 (decreto mille proroghe),sono stati introdotti tra i soggetti destinatari anche le as-sociazioni sportive e le fondazioni nazionali di carattereculturale.I soggetti che possono accedere al contributo del 5 permille 2008 sono stati suddivisi nelle seguenti quattro cate-gorie:

a - Le Onlus (comprese quelle di diritto come le associa-zioni di volontariato iscritte nel registro regionale dicui all’art. 3 della legge 266/91); le Associazioni di pro-mozione sociale iscritte nei registri nazionale, regio-nali e provinciali di cui all’art. 7 della legge 383/2000; leassociazioni riconosciute senza scopo di lucro ope-ranti in via prevalente o esclusiva nei settori di cui al-l’art. 10 del D.lgs. n. 460/97; fondazioni nazionali

b - Gli enti della ricerca scientifica e dell’università;c - Gli enti della ricerca sanitaria;d - Le associazioni sportive dilettantistiche riconosciute

ai fini sportivi dal Coni a norma di legge.

Davide Alessandrelli*

5 per mille, le novità del 2008Per le Adv negli elenchi dell’Agenzia Entrate, prossima scadenza 30 giugno

Dall’obbligo di rendicontare il contributo all’ampliamento dei soggetti beneficiari

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Adempimentiper accedere al contributo

Le associazioni con i requisiti per accedere al contributopotevano inviare domanda di iscrizione telematica al-l’Agenzia delle Entrate entro il 31 marzo 2008. L’iscrizionetelematica poteva avvenire o tramite l’utilizzo dei servizi En-tratel o Fisconline (se soggetti abilitati) o attraverso soggettiabilitati (studi commerciali, professionisti abilitati, ecc…). Al termine della procedura di iscrizione telematica, il soft-ware rilasciato dall’AE (Agenzia delle entrate) ha restituitouna stampa di avvenuto invio telematico che costituisce ri-cevuta dell’avvenuto invio della domanda. In data 18 aprile l’AE ha pubblicato sul proprio sito l’elencodefinitivo degli enti che hanno regolarmente presentatodomanda di iscrizione telematica, questo elenco è quellodi riferimento per i contribuenti che intendono esprimerela propria scelta di destinazione del 5 per mille.Una volta effettuata l’iscrizione telematica l’associa-zione è chiamata a produrre una seconda dichiarazione,stavolta cartacea, attestante la permanenza dei requisitinecessari per accedere al contributo.Entro il 30 giugno 2008 le associazioni presenti nel-l’elenco di cui sopra dovranno spedire, con lettera rac-comandata con ricevuta di ritorno alla DirezioneRegionale dell’Agenzia nel cui ambito si trova la sede le-gale dell’ente, la dichiarazione sostitutiva di atto di no-torietà attestante la persistenza dei requisiti che dannodiritto all’iscrizione e fotocopia non autenticata deldocumento di identità del legale rappresentante.Rispetto a questa seconda scadenza, prevista nella giàcitata Legge Finanziaria, occorre precisare che a tut-t’oggi (data della nostra chiusura in redazione, ndr) siè in attesa di emanazione di specifico decreto del pre-sidente del Consiglio (DPCM) con il quale verrà ap-provato il modello di dichiarazione sostitutiva di attodi notorietà. Tuttavia sul sito dell’agenzia delle En-trate, con comunicazione del 18 marzo, è già statopubblicato il modello in questione per l’anno 2008. Un’ulteriore incertezza circa questo secondo adempi-

mento, che ricordiamo essere obbligatorio per poterbeneficiare del contributo, riguarda la ricevuta dell’in-vio telematico. Mentre nelle due edizioni precedentiquesto documento andava allegato alla dichiarazionesostitutiva di atto di notorietà e al documento di iden-tità, quest’anno non se ne fa menzione. A riguardo rite-niamo che, per evitare possibili errori che possanoinficiare l’accesso al beneficio del 5 per mille 2008 siaopportuno attendere l’emanazione del DPCM di cuisopra con il quale verrà definito il quadro completodelle modalità e dei documenti con cui adempiere cor-rettamente a questa seconda scadenza, oltre a possibilicircolari o comunicazioni chiarificatrici dell’Agenziadelle entrate.

Avviata la liquidazionedell’anno 2006

Infine, è stata avviata la fase di liquidazione dellesomme spettanti ai soggetti iscritti nell’elenco del 5 permille 2006. L’Agenzia delle entrate, in particolare, hareso noto le tre modalità con cui i soggetti possono co-municare le coordinate bancarie e postali del proprioconto corrente sul quale verrà accreditato il contributo:

• accedendo ai servizi telematici (richiedendo il co-dice pin) e utilizzando l´apposita procedura;

• consegnando presso un ufficio dell´Agenzia il mo-dello per la richiesta di accreditamento su contocorrente bancario o postale (modello scaricabiledal sito dell’AE)

• fornendo i dati delle coordinate Iban nel modellodi iscrizione al 5 per mille 2008, per le associazioniche hanno inviato la domanda di iscrizione tele-matica quest’anno.

Gli enti che non comunicheranno le proprie coordinateo che non dispongono di un conto corrente, verrannopagati con modalità alternative (es. vaglia cambiariodella Banca di Italia).

*responsabile amministrativo-fiscale Csv Marche

Volontariato Marche 41

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LEGISLAZIONE

Le opportunità per chi… leggeLe novità nazionali e regionali in Gazzetta sui temi del volontariato

Volontariato, immigrazione,formazione professionale e lavoro

Decreto del presidente del Consiglio dei Ministri del 25 gennaio 2008, Istituzionedella consulta nazionale del volontariato di protezione civile (G.U. n. 61 del12.03.2008)

Con questo provvedimento viene definita l’istituzione della Consulta nazionale del volontariatodi protezione civile. La consulta assolve l’onere di ideazione e coordinamento dei piani strategicidi protezione civile nazionale, su un livello di gestione centralizzata e, che coinvolga: Stato, Regionie Province e solo in una seconda fase i Dipartimenti locali di protezione Civile, gli Enti territorialipubblici, organizzazioni, associazioni del territorio, al fine avere una programmazione efficace edefficiente per la prevenzione e gli interventi di straordinaria amministrazione nelle situazioni digrave emergenza sociale. Tra i compiti previsti, prioritario è quello di ricerca e di approfondi-mento su tematiche relative alla promozione, alla formazione e allo sviluppo del volontariato diprotezione civile. Viene stabilito inoltre che la consulta sia formata da un rappresentante per cia-scuna organizzazione nazionale di volontariato di protezione civile, con sedi in almeno sei re-gioni, iscritta nell’elenco nazionale istituito presso il Dipartimento della protezione civile.

volontariato

LEGISLAZIONE NAZIONALE

Ministero della salute, Decreto 17 dicembre 2007, Linee guida destinate alle figureprofessionali che operano con le comunità di immigrati provenienti da Paesi dovesono effettuate pratiche di mutilazione genitale femminile per realizzare una atti-vità di prevenzione, assistenza e riabilitazione delle donne e delle bambine già sot-toposte a tali pratiche (G.U. n.71 del 25.03.2008, supplemento ordinario n. 40)

Il documento è formato da due parti: la prima introduttiva, di carattere socio-antropologico, illu-stra il fenomeno delle mutilazioni genitali femminili (che cosa sono le mutilazioni, dove sono dif-fuse), descrivendo le motivazioni psicologiche, economiche e sociali e culturali, la situazione inItalia (movimenti migratori, dimensioni del fenomeno). Un capitolo illustra gli strumenti giuridicidisponibili per contrastarlo, in Italia, in altri paesi occidentali e nei paesi africani. La seconda parteè costituita dalle vere e proprie linee guida per gli operatori sanitari e gli operatori socio-cultu-rali che operano con le comunità di immigrati, al fine di fornire conoscenze e strumenti indi-spensabili per affrontare queste problematiche nell’esercizio della loro professione, per accogliere,curare, assistere e riabilitare le donne che hanno subito mutilazioni genitali senza imbarazzo, cu-riosità o sorpresa, ma instaurando un rapporto di fiducia medico-paziente. La conoscenza di talipratiche è inoltre indispensabile per aiutare le donne provenienti da paesi a tradizione escissoriaa prendere coscienza del proprio corpo e del proprio benessere, per prevenire inoltre che le fi-glie possano a loro volta essere sottoposte a mutilazioni. In questa sezione vengono elencate delleraccomandazioni per le figure professionali sanitarie, con indicazioni su tecniche di managementclinico, codici di comportamento sulla qualità dell’assistenza, servizi sanitari specializzati per lacura e la consulenza medica e psicologica; altre raccomandazioni sono rivolte in particolare allefigure professionali che operano con le comunità di immigrati, e che nello specifico di occupanodi mediazione linguistico-culturale in ambito sanitario.

immigrazione

in collaborazione con lʼassociazione Gruppo Solidarietà

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Volontariato Marche 43

DGR n. 406 del 26 marzo 2008, Approvazione programma annuale per l’occupa-zione e la qualità del lavoro anno 2008: art. 4 LR 2/2005 (BUR n. 34 del04.04.2008)

Il Programma annuale per l’occupazione e la qualità del lavoro per l’anno 2008, approvato conquesta delibera, prevede interventi finanziari per complessivi 69.423.160,00 euro. Il finanziamentototale è ripartito tra fondi regionali: 685.000,00 euro; statali: 21.043.000,00 euro e comunitari-FSE:21.043.000,00. Il programma prevede quattro principali tipologie di interventi: 1) politiche dell’istruzione e della formazione: formazione continua (relativa ad operatori socio-sanitari, operatori della sicurezza), spese per assistenza tecnica, costruzione e gestione di un ca-talogo regionale dell’offerta formativa; processo di accreditamento delle strutture formative, azionidi sostegno a favore dell’autonomia scolastica, provvedimenti per la riduzione dell’abbandonoscolastico, provvedimenti per migliorare l’integrazione scolastica degli alunni stranieri, progetti dimiglioramento delle competenze informatiche e delle conoscenze linguistiche nelle istituzioniscolastiche.2) Politiche del lavoro: funzionamento dell’osservatorio regionale mercato del lavoro per la pro-grammazione e valutazione delle politiche del lavoro attraverso una tempestiva raccolta delle in-formazioni importanti sull’economia provinciale e regionale; interventi a favore degli immigrati(supporto all’imprenditoria immigrata, programmi di istruzione e formazione per cittadini stra-nieri, rapporto sulla presenza e condizione degli immigrati nelle Marche, sostegno alla alfabetiz-zazione linguistica degli immigrati; interventi per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro);interventi per favorire il lavoro delle donne (sperimentazione voucher di servizio per individua-zione famiglie sostitutive asili nido, prosecuzione progetto conciliazione tempi di vita e di lavoro,sostegno all’imprenditoria femminile); interventi per favorire il lavoro dei disabili (progetti di for-mazione per operatori dei servizi pubblici al lavoro e tutor per l’inserimento lavorativo dei disa-bili, utilizzo del Fondo regionale per l’occupazione dei disabili, promozione di interventi di pettherapy), interventi per favorire il reinserimento lavorativo di soggetti svantaggiati e dei giovani(implementazione profili di apprendistato e delle attività formative di specializzazione). 3) Monitoraggio, definizione e aggiornamento dei servizi per l’impiego della Regione: mappaturadelle strutture che erogano servizi per l’orientamento, implementazione della banca dati sulleprofessioni presso i CIOF regionali).4) Azioni di sistema: attività di valutazione del Programma Operativo per la qualità del lavoro –

POR Marche 2007/2013 con apposite indagini, ricerche e studi tematici sugli esiti occupazionalied efficacia degli interventi.

formazioneprofessionale

e lavoro

LEGISLAZIONE REGIONALE

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di Cristina Rolla

Edizioni Paoline, 2008, euro 16,00, pagine 280

L’autrice racconta in questo volume una storia autobiografica: quella che ha portato lei e la sua famiglia ad adottare una bambina vietnamita. “Ho scritto tale libro – spiega - per poterle spiegare un giorno come mai abbiamo scelto di adottare e come siamo giunti a lei”. Il libro si articola in tre parti, tra loro molto differenti. La prima rievoca i passi compiuti per ottenere l’idoneità all’adozione, fino all’abbinamento con la propria bambina e alla partenza per il Vietnam. Spesso viene sottolineata l’ottusità di sistemi e personaggi burocrati, con un po’ di ironia e con sguardo disincantato. Nella seconda parte fanno da sfondo e da contorno all’emozionante primo

incontro con la bimba le immagini, i colori, i rumori e il paesaggio del Vietnam. Nella terza parte si parla dei primi momenti di vita insieme, unitamente a tutte le avventure che hanno caratterizzato la vita in Vietnam lontano da casa.

In collaborazione con l’agenzia giornalistica Redattore Sociale e con l’associazione Gruppo Solidarietà

Alla mia bambina dagli occhi a mandorla

ba le immagini i colori i rumori

di AA.VV.

Edizioni Castelplanio 2008, euro 11,00, pagine 112.

La “relazione di aiuto”, la “relazione che cura”, la “relazione tra curante e curato” è il cuore della pubblicazione. Là dove il curato può essere ricondotto al malato o al disabile e dove il curante può essere il medico, l’operatore sanitario, l’educatore, il volontario, l’amico, il parente. Relazioni che rimandano ad una asimmetria, ad una impossibile parità. L’invito è quello di vedere oltre la malattia, la limitatezza, la disabilità, la patologia, per arrivare alla persona con i suoi bisogni, i suoi desideri, le sue necessità. Vedere oltre, questa è la richiesta, l’invito. Un invito ai curanti perché in quel vedere oltre c’è anche un vedere dentro di sé, volgersi verso i propri sentimenti ed emozioni. C’è una relazione che cura e che guarisce anche quando, paradossalmente, davanti a noi c’è una persona inguaribile. Quando l’altro cessa di essere una malattia, una patologia, una insufficienza ricompare l’umano. Un umano che ci mette davanti alle nostre difficoltà e paure - che possono assumere la maschera del distacco,

fino a volte, alla supponenza - che ci fa sperimentare più spesso l’impotenza. A volte ci viene richiesto soltanto di esserci: presenti e silenziosi. L’incontro con la debolezza e la sofferenza può diventare anche l’incontro con noi stessi. Il testo, nel quale - vale la pena ricordarlo - non c’è alcun rifiuto di competenze e specializzazioni, vuole essere un invito a farci attraversare dall’altro, a fargli posto, un altro che non deve scomparire dietro una diagnosi o una patologia. Un altro che rendendoci meno sicuri e più incerti, può restituirci, nei nostri ruoli, un po’ di umanità.

La cura della vita nella disabilitàe nella malattia cronica

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di Marco Moschini

Edizione Erickson, 2008, euro 17,50, pagine 164

La percezione di sé, da parte di un bambino “diver-so” (immigrato o disabile) è influenzata non solo dallo sradicamento dal proprio Paese d’origine o dalle ridotte capacità determinate da una patologia, ma anche dalle rappresentazioni che di tale condi-zione hanno quelli che entrano in contatto con lui. Quello che un bambino pensa di sé dipende infatti, in gran parte, da ciò che legge negli occhi degli altri, nei quali egli si rispecchia e si riconosce. Allora è lo sguardo degli altri, nei suoi confronti, che va educa-to, curato e coltivato. Questo libro tratta argomenti

utili a favorire la cultura dell’accoglienza e un’etica della responsabilità e lo fa in veste di manuale opera-tivo, capace di offrire con leggerezza, quella dei giocattoli e delle fiabe, strumenti preziosi per coglie-re in ogni diversità un’opportunità.

di Paola Springhetti

Editrice Missionaria Italiana, 2008, euro 10,00, pagine 192

Il vero motivo per cui il volontariato deve comunica-re è che il mondo può essere cambiato, e che ciascu-no deve fare, in questo, la sua parte. Il volontariato moderno è nato dal basso, dall’iniziativa dei cittadini che si organizzavano per rispondere ad un bisogno. La comunicazione sembrava un lusso che il volonta-riato non si poteva permettere per scelta etica prima che per necessità economica. Ma che volontariato è il volontariato che non comunica? Il rapporto tra volontariato e media da qualche anno è meno fatico-so: “Oltre alla maggiore disponibilità di spazi, ci sono stati altri cambiamenti che possono rendere

costruttivo questo rapporto…”. Il cammino percorso e la situazione attuale sono presentati con ricchezza di approfondimenti e di contributi. Le prospettive della valorizzazione del binomio volontariato-comunicazione presentate nel libro aprono orizzon-ti nuovi per tutti.

Solidarietà indifesa:l’informazione nel sociale

Educare lo sguardo

di Francesca Borri

Edizioni La Meridiana, 2008, euro 13,00, pagine 120

É un libro dalla scrittura secca, tagliente, incisiva. Come i pensieri, le idee, le immagini, che si accaval-lano e fanno a pugni nel farsi parola. Anche la punteggiatura sembra fuggire dalla scrittura che come la realtà è solo un groviglio pungente e fastidioso di domande. Eppure è un libro che si legge. Anzi da leggere. Perché è la storia, vera, di una esperienza di una ragazza, carica di idee, letture, pensieri e sogni “nonviolenti”, mandata all’Ambasciata Italiana in Kosovo. E qui… basta solo aprirla la porta per vedere che “nessuno tra noi che parli albanese, nessuno tra loro che parli inglese. è l’incomunicazione più totale”. C’è il Kosovo in questo libro, con la sua storia, la sua terra, la sua cultura e le sue contraddizioni. Il Kosovo di alcuni anni fa. Quello che è bene conoscere per capire un

po’ di più il Kosovo di oggi. E ci sono l’Italia, l’Europa, funzionari di una burocrazia civile e militare, idee e sogni di pace e di umanità accanto a una cieca osservanza delle regole e dei bolli. Il tutto intorno ad una sola azione: quella di conce-dere un visto per l’Italia. Che è come dire un passa-porto per una vita migliore, diversa. Per un sogno o un nuovo fallimento. C’è la storia di un rapporto tra l’Italia e i Balcani, tra l’Europa e quella zona turbo-lenta dell’est.

Non aprire mai

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In aumentoi tabaccai“obiettori”Oggi è più difficile per un minore di 16 anni acquistare sigarette in tabaccheria. Cresce infatti, la percentuale di tabaccai che dichiara di essersi rifiutata, lo scorso anno, di vendere loro sigarette. Una percentuale quasi raddoppia-ta (53% rispetto al 30% del 2006), mentre si dimezza la percentuale di quanti ammettono di non essersi mai o quasi mai rifiutati di vendere sigarette (17% rispetto al 35%). A sostenerlo è un'indagine condotta da Swg (gruppo di ricerche di opinione e indagini di mercato) per il Moige (Movimento italiano genitori) presentata per lanciare la III campagna nazionale “Noi non dobbiamo fumare”, realizzata dall'associazione dei genitori e dalla Fit (Federazione italia tabaccai). Tuttavia un dato stride rispetto al trend positivo registrato dall'indagine Swg, ovvero la percentuale dei tabaccai che si prendono la briga di chiedere il documento di identità quando vendo-no sigarette: il 68% non lo chiede mai e tale quota raggiunge l'83% tra i rivenditori del Sud.

Raddoppia l’esercito degli irregolariSono 650 mila gli immigrati che lavorano nelle città italiane, ma non hanno il permesso di soggiorno. È questa la stima dell'immigrazione clandestina in Italia ricostruita dal Dipartimento di demografia dell'Univer-sità di Milano Bicocca sulla base del decreto flussi 2007. Una cifra stimata che, se confermata, porterebbe al raddoppio rispetto ad un anno fa, quando si stimava-no 350 mila casi. Secondo la stima, la capitale degli stranieri irregolari è Brescia, con 32 ogni 1000, seguita a ruota da Mantova con 30 e da altre 8 città del Nord. La media nazionale è di 11 irregolari ogni 1000 abitanti. Da segnalare tuttavia che il quadro cambia quando si fa una media sulle presenze straniere. In questo caso a primeggiare è Crotone con 39 irregolari ogni 100 stranieri presenti, seguita da Nuoro (35,5), Siracusa (34,4), Reggio Calabria (34), Sassari (32), Napoli (31,7), Ragusa (31,4), Cosenza (30), Catania (28,7) e Potenza (28,6). La media è di 17,9 clandestini ogni 100 stranieri presenti.

Una guidacontro il racketUna guida sulle leggi in vigore che possono aiuta-re gli imprenditori vessati da racket e usura ed un questionario per monitorare il fenomeno e sugge-rire possibili linee operative. Tutto sotto lo slogan “Impresa possibile”. L'iniziativa si inserisce nell'ambito del progetto “Istituzioni e società civile contro racket e usura”, finanziato con i fondi del Por Sicilia 2000/2006. A conclusione dell’incontro di presentazione della guida, il presi-dente della Camera di Commercio di Palermo, Roberto Helg, ha siglato i primi Protocolli d'Intesa con alcuni dei 25 sindaci dei comuni siciliani che hanno aderito al progetto e che hanno già appro-vato con delibera del Consiglio Comunale il “Codice Etico degli Appalti Comunali”. Attraverso questo progetto, lo Sportello Legalità ha esteso il proprio raggio d'azione nel territorio della provin-cia di Palermo diventando la più ampia rete di partenariato istituzionale e sociale impegnata nella lotta contro il racket e l'usura.

Il dramma deibambini soldatoUn nuovo rapporto di Human Rights Watch rivela che migliaia di bambini di età inferiore a 18 anni attualmente partecipano a conflitti armati in almeno 18 nazioni in tutto il mondo, come parte di eserciti governativi, paramilitari e gruppi armati di opposizione. Dal 1994, Human Rights Watch ha denunciato l’uso e il reclutamento di bambini soldato in 15 nazioni, sia maschi che femmine. I bambini vengono usati come facchini o cuochi, guardie, messag-geri o spie. Molti sono costretti a combattere, dove possono essere forzati in prima linea o mandati nei campi minati davanti alle truppe dei più anziani. Secon-do il rapporto intitolato “Coercion and intimidation of child soldiers to participate in violence”, i bambini sono stati usati anche in missioni suicide. In alcuni conflitti le ragazze vengono violentate o date come “mogli” ai comandanti militari.

In collaborazione con il settimanale Vita e l’agenzia giornalistica Redattore Sociale

Speciale Estate solidale…

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Libera, solidarietà fa rima con legalitàMigliaia di volontarie e volontari provenienti da diverse regioni d’Italia e del mondo scelgono ogni anno di fare un’esperienza di lavoro, di volontariato e di formazione civile prendendo parte ai campi di lavoro sui terreni confiscati alle mafie e gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra. L’obiettivo dei campi è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e sul senso civico che possa efficace-mente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto che contraddistingue i feno-meni mafiosi del nostro Paese. Le giornate nei campi si articolano in diverse attività. Quelle lavorative, nel corso delle quali i volontari, insieme agli operatori delle cooperative e delle associazioni, portano avanti la lavorazione dei terreni. Ci sono poi momenti di formazione e informazione sui temi della legalità e dell’uso sociale dei beni confiscati alle mafie. I campi di Libera Terra in programma per l'estate 2008 sono in: Calabria, Campania, Piemonte, Puglia, Sardegna , Sicilia e Toscana. Per info: [email protected] oppure tel. 06/69770321

Vacanze “verdi” con Wwf e LegambienteRinunciare per un po’ a qualche comodità quotidiana e riscoprire la vita semplice ed allo stesso tempo più ecocompatibile, di una vera e propria immersione nella natura. Questi i motivi alla base dei campi lavoro di Wwf e Legambiente. Le proposte del Panda per l'estate 2008 sono molte: “campi avventura” per i ragazzi da 6 a 17 anni, “vacanze natura” per famiglie o per adulti, “escursioni week end”, viaggi responsabili. Per conoscere tutte le proposte: www.campiavventura.it I campi promossi da Legambiente invece, possono durare da una settimana a qualche mese, ma la maggior parte dura 10-15 giorni. Vi possono partecipare da 2 a 30 volon-tari, secondo il progetto e le finalità, ma lo standard è di 8-15 persone. sono nazionali (solo con volontari italiani) o internazionali (partecipanti provenienti da tutto il mondo, 2 per associazione, che comunicano tra loro in inglese). Ci sono campi sia per adulti che per ragazzi e per under 14 e tutti hanno lo scopo di far sì che i partecipanti agiscano concretamente in attività di ripristino o valorizzazione ambientale del territorio. Per visionare tutte le alternative in calendario: www.legambiente.eu

Con Ibo Italia, in comunità nel sud del mondoUn'esperienza di aiuto concreto, impegno collettivo, ma anche di conoscenza, confronto, scoperta e amicizia. I campi di lavoro e solidarietà di Ibo Italia sono una vacanza alternativa e formano volontari attraverso l’esperienza nei campi e presso associazioni o comunità che svolgono attività di accoglienza. Attraverso l’aiuto concreto del lavoro, i giovani hanno la possibilità di vivere l’esperienza della vita comunitaria assieme a ragazzi di diverse nazio-nalità. Forte l’impegno nei confronti delle popolazioni del sud del mondo. Per informazioni: www.iboitalia.org

“Volomondo” per unavacanza diversa"Volomondo”, la guida a una vacanza diversa, è giunta alla sua sesta edizione. Realizzata dall'associazione del volon-tariato Comasco-Centro Servizi per il Volontariato di Como, “Volomondo” censisce ogni anno centinaia di suggerimenti estivi destinati ai giovani e raccoglie le indicazioni necessarie per chi vuole fare un'esperienza di volontariato durante l'estate in un campo di lavoro. Da fare, scoprire e sperimentare ce n'è per tutti i gusti e per tutte le tasche: campi di condivisione, campi di costruzio-ne e ripristino ambientale, progetti di servizio sociale con i più deboli, vacanze condivise con i disabili, campi di studio e riflessione, percorsi di conoscenza sui diritti umani... I campi sono un'opportunità unica per chi vuole vivere una vacanza alternativa e avvicinarsi al mondo del volontariato. Sono anche una buona occasione per mettersi alla prova, sia per sperimentare una modalità differente di viaggiare, di conoscere e di incontrare nuovi amici, sia per riflettere sulla possibilità di assumere, in futuro, un impegno di volontariato di più lungo periodo. Maggiori info su: www.csv.como.it

Speciale Estate solidale…Speciale Estate solidale…campi di lavoroe volontariato