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VOLONTARIATO LIBERO PERIODICO ANIMALISTA NUMERO 04 Ogni nostra risorsa e tutte le nostre energie vanno agli animali meno fortunati … Ogni nostra risorsa e tutte le nostre energie vanno agli animali meno fortunati … Ogni nostra risorsa e tutte le nostre energie vanno agli animali meno fortunati … Ogni nostra risorsa e tutte le nostre energie vanno agli animali meno fortunati … Aiutaci anche tu ,non costa nulla! Aiutaci anche tu ,non costa nulla! Aiutaci anche tu ,non costa nulla! Aiutaci anche tu ,non costa nulla! DEVOLVI IL TUO 5 X 1000 a UNA ZAMPA PER LA VITA modello 730 – modello unico 1° riquadro “sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative…” metti la tua firma e il nostro codice fiscale 93053010042 nelle apposite caselle n.b.: anche se sei dispensato dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, puoi sottoscrivere il 5 x 1000 utilizzando la scheda apposita allegata al tuo mod. CUD. Con il tuo aiuto potremmo fare ancora di piu’ e sempre meglio! Con il tuo aiuto potremmo fare ancora di piu’ e sempre meglio! Con il tuo aiuto potremmo fare ancora di piu’ e sempre meglio! Con il tuo aiuto potremmo fare ancora di piu’ e sempre meglio! “Una Zampa per la Vita” Associazione di protezione animali Onlus – Via Gariboggio, 12 – 12080 Vicoforte (Cn) C.fiscale 93053010042 - recapiti: mail [email protected] – telefono 3490818376

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VOLONTARIATO LIBERO

PERIODICO ANIMALISTA NUMERO 04

Ogni nostra risorsa e tutte le nostre energie vanno agli animali meno fortunati …Ogni nostra risorsa e tutte le nostre energie vanno agli animali meno fortunati …Ogni nostra risorsa e tutte le nostre energie vanno agli animali meno fortunati …Ogni nostra risorsa e tutte le nostre energie vanno agli animali meno fortunati …

Aiutaci anche tu ,non costa nulla!Aiutaci anche tu ,non costa nulla!Aiutaci anche tu ,non costa nulla!Aiutaci anche tu ,non costa nulla!

DEVOLVI IL TUO 5 X 1000 a UNA ZAMPA PER LA VITA

modello 730 – modello unico

1° riquadro “sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative…”

metti la tua firma e il nostro codice fiscale

93053010042

nelle apposite caselle

n.b.: anche se sei dispensato dall’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi, puoi sottoscrivere il 5 x 1000

utilizzando la scheda apposita allegata al tuo mod. CUD.

Con il tuo aiuto potremmo fare ancora di piu’ e sempre meglio!Con il tuo aiuto potremmo fare ancora di piu’ e sempre meglio!Con il tuo aiuto potremmo fare ancora di piu’ e sempre meglio!Con il tuo aiuto potremmo fare ancora di piu’ e sempre meglio!

“Una Zampa per la Vita” Associazione di protezione animali Onlus – Via Gariboggio, 12 – 12080 Vicoforte (Cn)

C.fiscale 93053010042 - recapiti: mail [email protected] – telefono 3490818376

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SommarioSommarioSommarioSommario

- Cosa bolle in pentola?Cosa bolle in pentola?Cosa bolle in pentola?Cosa bolle in pentola? Pag.Pag.Pag.Pag.1111

- Bulldozer del mare Bulldozer del mare Bulldozer del mare Bulldozer del mare . . . . Pag.Pag.Pag.Pag.3333

- Chef AnselmòChef AnselmòChef AnselmòChef Anselmò.... Pag.Pag.Pag.Pag.5555

- Giappone camere a gas … Giappone camere a gas … Giappone camere a gas … Giappone camere a gas … Pag.Pag.Pag.Pag.6666

- DisinformazioneDisinformazioneDisinformazioneDisinformazione . . . . Pag.Pag.Pag.Pag.7777

- Cos’è la Pet TherapyCos’è la Pet TherapyCos’è la Pet TherapyCos’è la Pet Therapy . . . . Pag.Pag.Pag.Pag.8888

---- Quando l’età avanza anche ..Quando l’età avanza anche ..Quando l’età avanza anche ..Quando l’età avanza anche .. .... Pag.Pag.Pag.Pag.9999

- Il gatto Siriano Il gatto Siriano Il gatto Siriano Il gatto Siriano . . . . Pag.1Pag.1Pag.1Pag.11111

- Alcune leggende sul gatto … Alcune leggende sul gatto … Alcune leggende sul gatto … Alcune leggende sul gatto … Pag.Pag.Pag.Pag.11112222

- Leggende metropolitane . Leggende metropolitane . Leggende metropolitane . Leggende metropolitane . Pag.Pag.Pag.Pag.11113333

- Relazione attività 2014Relazione attività 2014Relazione attività 2014Relazione attività 2014 Pag.16Pag.16Pag.16Pag.16

- Pensieri in solitudine …Pensieri in solitudine …Pensieri in solitudine …Pensieri in solitudine … Pag.1Pag.1Pag.1Pag.18888

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Marzo 2015 - NNNNumero 4umero 4umero 4umero 4

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COSA BOLLE IN PENTOLA?

Il maiale è uno dei mammiferi più intelligenti e sensibili. Le

sue capacità di apprendimento, incluso il linguaggio umano,

sono superiori a quelle di un cane:un cucciolo di maiale ben

presto impara il proprio nome, riconosce gli esseri umani,

distingue oggetti e rumori, mostra più capacità e abilità nel gioco di un bambino di tre anni.

Si tratta di animali molto curiosi, dotati di una buona memoria e della capacità di prevedere. Sono in grado di

manifestare una vasta gamma di emozioni: angoscia, soddisfazione, felicità, amore, dolore, paura, rabbia,

tristezza.

Sono animali socievoli, nelle caldi notti d’estate si stringono tra loro e, per qualche ragione inspiegabile, amano

dormire naso contro naso.

Adorano giocare, si inseguono, fanno la lotta, rotolano lungo i pendii, ecc.

Proprio come i bambini sviluppano affetto, apprezzano i giocattoli, la durata della loro attenzione è limitata e si

annoiano facilmente.

Amano moltissimo essere toccati: quando li accarezzi rimangono immobili e chiudono gli occhi in attesa di un

massaggio, che si godono con visibile piacere.

Sono ghiotti di dolci, si stancano presto dello stesso cibo, e se ricevono per alcuni giorni consecutivi la loro frutta

preferita, la lasciano da parte per qualsiasi altro cibo che rappresenti una novità.

Proprio come gli esseri umani, e ogni altro animale, ciascun maiale è un individuo a sé, alcuni hanno un carattere

forte e indipendente, altri sono ipersensibili e si fanno prendere dalla tristezza e addirittura dalla depressione

con estrema facilità.

Ne “Il maiale che cantava alla luna” Jeffrey Masson racconta la storia di Floyd, un maialino che viveva insieme ai suoi fratelli nel Northern California Farm Sanctuary. A nove mesi, per svariate ragioni, fu necessario trasferirlo all’Animal Place, uno tra i migliori rifugi del paese. Una volta arrivato lì, Floyd si nascose nella stalla e non volle più uscire, non mangiava, non giocava con gli altri maiali, si limitava a gemere, come se piangesse addolorato. Cadde in quella che aveva tutta l’aria di essere una grave depressione,sembrava che non desiderasse più vivere, si stava lasciando morire. Alla fine la persona che si era occupata di lui quando viveva al Farm Sanctuary andò a trovarlo,non appena Floyd la vide, l’annusò e sembrò sopraffatto dall’emozione, strillò di piacere, corse verso il furgone e con un balzo saltò nel retro, pronto a tornare a casa. Non appena fece ritorno al Farm Sanctuary la depressione sparì,aveva semplicemente nostalgia di casa e dei maiali che conosceva e amava.

L’autore racconta anche l’incredibile storia di Lulu, una femmina di maiale vietnamita che viveva presso l’Animal Place. Un giorno la signora Joanna si sentì male, Lulu si precipitò fuori dallo sportello di passaggio per un cane di piccola taglia, ferendosi i fianchi (pesava, all’epoca, novanta chili), corse in strada e si sdraiò in mezzo alla carreggiata fino a quando non si fermò un auto, condusse allora l’automobilista fino alla casa della proprietaria, che aveva avuto un attacco di cuore, salvandole la vita.

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Siamo inoltre soliti associare i maiali alla sporcizia, ma l’unico motivo per cui si rotolano nel fango è che

protegge la loro pelle da pericolose scottature solari, da mosche e parassiti.

I maiali hanno infatti le ghiandole sudoripare solo sul naso, è essenziale quindi che non si surriscaldino. L’acqua non è in grado di rinfrescarli perchè evapora troppo in fretta, mentre il fango ha un effetto più duraturo. Un maiale non sporca mai nella zona in cui dorme o mangia, scrofe artritiche si svegliano di prima mattina e sollevano il loro corpo irrigidito con enorme fatica, trascinandolo attraverso pozzanghere fangose, pur di allontanarsi dalla loro stalla prima di urinare. Possiamo solo immaginare quanto soffra un maiale costretto a defecare nel proprio box.

Negli allevamenti industriali i maiali vengono tenuti al buio o in semioscurità in enormi capannoni dove non

possono fare altro che mangiare e ingrassare 24 ore su 24.

Gli viene tolta ogni gioia di vivere, sono del tutto snaturati, ingrassati fino all’immobilità, le code amputate, i

denti estirpati, l’istinto naturale a investigare frustrato dal gelido pavimento in calcestruzzo, il desiderio di pulizia

annientato dalla costrizione in box piccolissimi, obbligati a orinate e defecare nello spazio dove dormono.

Sono così pesanti che molti stentano a rimanere in piedi sulle loro zampe.

Il loro mondo si riduce alla loro gabbia e al momento del cibo e il tedio della loro esistenza è evidente: più

crescono più diventano letargici e assumono uno sguardo spento.

Vivono in condizioni di affollamento, non escono mai all’aperto, non possono nemmeno vedere il mondo

esterno, non possono fare amicizie, vagabondare, crescere i loro piccoli, costruire un giaciglio. In altre parole…

non vivono.

Quasi ogni animale “da fattoria”, se gliene viene data la possibilità, ritorna alle proprie origini e assume i

caratteri del progenitore selvatico.

Il maiale non fa eccezione, se ne ha l’occasione, può ridiventare selvatico come un cinghiale.

Esistono numerose popolazioni di suini allo stato brado,queste formano gruppi di circa otto soggetti costituiti

comunemente da tre scrofe e dalla loro prole.

Una scrofa in natura costruisce un giaciglio alto fino a un metro per proteggere i propri piccoli,lo imbottisce con

piccole quantità d’erba trasportate con la bocca e a volte costruisce addirittura una tettoia di rami.

Negli allevamenti le madri sono costrette a partorire su pavimenti di cemento e a schiacciare i loro piccoli con il

loro stesso peso, cosa che non accadrebbe mai in natura.

Cercano invano paglia che non esiste, per un giaciglio che non potranno mai costruire, per cucciolate che non

potranno mai allevare,non hanno nulla, né il vento tiepido, né suoni ed odori, niente da vedere, solo privazioni,

depressione e terrore.

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BULLDOZER DEL MARE

Come i l p esce arr iva dal l 'a l to mare a l vost ro sup ermercato.

L'industria della pesca sta spazzando dagli oceani la vita marina ad un ritmo allarmante.

13 tra le 17 maggiori zone di pesca mondiali sono impoverite o si stanno velocemente svuotando. Le restanti 4

sono sovrasfruttate o sfruttate completamente.

Oggi giorno l'industria commerciale del pesce utilizza enormi pescherecci "industriali" dalle dimensioni più

grandi di un campo da calcio, ed impiega sofisticati strumenti elettronici e comunicazioni via satellite per

localizzare i banchi di pesce.

Reti enormi, a volte estese per miglia, si dipanano nell'oceano, inghiottendo tutto e tutti, incluse tartarughe e

uccelli marini.

Un tipo di rete è la rete ad aggiramento, che viene issata e chiusa come un sacco. La caccia con questo tipo di

reti al tonno dalle pinne gialle ha sollevato l'opinione pubblica in difesa dei delfini intrappolati assieme ai tonni

che nuotavano sotto di loro. E i tonni? Sebbene il tonno non abbia il sorriso di Flipper, soffre nello stesso modo.

Gli esplosivi subacquei utilizzati per ammassare i delfini provocano terrore e dolore anche ai tonni.

I pescherecci trainano enormi reti nell'acqua, costringendo tutti i pesci sulla loro strada ad ammassarsi verso le

estremità chiuse. Per ore, i pesci intrappolati sono strizzati e scossi, assieme a rocce intrappolate nella rete e a

detriti oceanici.

I pesci più piccoli, come la passera di mare, sono normalmente gettati su letti di ghiaccio tritato: la maggior parte

di questi pesci soffoca o viene schiacciata a morte da quelli che li seguono. I pesci più grandi, come il merluzzo,

vengono gettati direttamente sul ponte.

Ogni giorno i pescatori possono deporre fino a 60.000 chilometri di reti nell'alto Pacifico, e reti ancorate nelle

acque costiere.

Reti di plastica appesantite sembrano appese come tende, fino ad una profondità di 10 metri. Impossibilitati a

vedere la rete, i pesci vi nuotano dritti dentro. A meno che non siano molto più piccoli delle maglie, i pesci

riescono ad infilare solo la testa. Quando tentano di uscire dalla rete rimangono intrappolati con le branchie o le

pinne. Molti dei pesci soffocano; altri lottano talmente disperatamente da morire dissanguati.

Dal momento che questo particolare tipo di rete viene lasciato incustodito a lungo, i pesci intrappolati possono

soffrire per giorni. Alcune industrie di pesca cacciano ancora i grandi pesci di valore (pesce spada, tonno, squalo)

per mezzo di arpioni o li agganciano individualmente. I pesci di grandi dimensioni sono catturati per mezzo di

palamiti con centinaia di migliaia di ami innescati, che vengono srotolati dalle navi fino a 40 chilometri di

lunghezza.

E non è tutto! Nel processo di macellazione di miliardi di animali marini, i pescherecci scaricano negli oceani

anche:

- 450.000 contenitori di plastica,

- 25 milioni di chili di materiale plastico per imballaggi, e

- 150 milioni di chili di reti da pesca di plastica.

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L e f a b b r i c h e d i p e s c e

Strappati via dal loro ambiente naturale, i pesci allevati nelle "acquafattorie" vengono rinchiusi in vasche poste

all'interno di costruzioni in acciaio. Sistemi ad elevata portata ed alta tecnologia controllano l'afflusso di cibo,

luce e la stimolazione della crescita. Farmaci, ormoni e le tecniche dell'ingegneria genetica vengono utilizzati per

accelerare la crescita e modificare il comportamento riproduttivo degli esemplari.

Per dimostrarsi redditizie, le acquafattorie devono allevare un numero elevatissimo di animali in ambienti

ristretti. Questo sovraffollamento provoca danni alla testa ed alle pinne dei pesci e causa un anomalo accumulo

di stress negli animali che risultano così facili prede di malattie epidemiche. Di conseguenza, per mantenere

sotto controllo la proliferazione dei parassiti, le infezioni di epidermide e branchie, ed altre malattie tipiche dei

pesci di allevamento, i tecnici delle acquafattorie pompano massicce dosi di antibiotici e sostanze chimiche

nell'acqua delle vasche. L'acquacoltura stravolge il comportamento naturale e l'istinto dei pesci.

Il disastroso impatto sull'ambiente dell'acquacoltura

Le fattorie di acquacoltura scaricano i rifiuti, pesticidi ed altre sostanze chimiche direttamente nelle acque

costiere, ecologicamente fragili, distruggendo così l'ecosistema locale. Inoltre, gli allevamenti di Acquacoltura

che allevano i pesci direttamente in zone di acque libere opportunamente recintate, distruggono fiorenti habitat

naturali sovraccaricandoli ben al di là della loro capacità. I rifiuti organici prodotti dai pesci possono formare

enormi strati di fanghiglia verde sulla superficie dell'acqua, impoverendo così di ossigeno le acque stesse ed

uccidendo gran parte delle forme di vita in esse contenute.

In Brasile la devastazione provocata dall'Acquacoltura ha modificato il clima locale a tal punto che alcuni

allevamenti sono stati costretti a chiudere i battenti.

Inoltre, nonostante i pescicoltori amino descrivere l'acquacoltura come un'alternativa all'impoverimento della

popolazione ittica, molte delle specie allevate, sono in effetti predatrici, come ad esempio il salmone ed il

gambero, e devono pertanto essere alimentate con pesci oceanici. Sono necessari 2.5 chili di pesce oceanico per

produrre solo mezzo chilo di pesce allevato.

L'acquacoltura danneggia anche gli uccelli

Gli uccelli che si nutrono di pesci sono attirati verso gli specchi d'acqua dell'acquacoltura che rappresentano una

fonte di cibo. Piuttosto che utilizzare misure incruente per mantenere gli uccelli lontano dai pesci, come ad

esempio coprire gli specchi d'acqua con delle reti, molti pescicoltori semplicemente uccidono gli uccelli.

Anche se sembrano molto diversi da noi, i pesci in realtà sono animali comunicativi e sensibili.

Jacques Cousteau una volta ha chiamato gli oceani "il mondo silenzioso" e, per anni, molti

scienziati hanno concordato con lui. Ma quando un ricercatore del Marine Biological

Laboratory di Woods Hole, Massachussets, ha portato con sé durante un'immersione un

microfono appositamente modificato, è stato "travolto dai suoni". Per esempio, le cernie

abbaiano quando scorgono un predatore, i ciclidi emettono dei grugniti quando si accoppiano e

i pesci hamlet emettono persino dei gridolini.

Altri, come i pesci "elettrici" dell'Africa o del Sud-America comunicano trasmettendo dei

segnali elettrici.

I pesci hanno vibrisse sulla schiena che registrano vibrazioni e campi elettrici, ed hanno

papille gustative nella gola, così come nel naso e nelle labbra. Usano la bocca più o meno

come noi usiamo le dita, per afferrare ed esplorare gli oggetti, per raccogliere cibo,

costruire rifugi e prendersi cura dei piccoli (quando avvertono un pericolo vicino, alcuni pesci

aprono la bocca per permettere ai piccoli di nascondersi all'interno). Di fatto, la bocca dei

pesci è così sensibile agli stimoli che il dolore che provano è particolarmente acuto.

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CHEF ANSELMO’

Sfogliata di mele e gorgonzola

Ingredienti

300 g Gorgonzola dolce.

1 Limone .

2 Mele.

Pasta Sfoglia.

Un pizzico di Pepe.

Un cucchiaio di Timo tritato.

2 mele rosse.

Preparazione

Tagliate e lavate le mele , asciugatele e dividetele in 4 spicchi con un coltellino, eliminate il

torsolo, tagliate gli spicchi in fette di 2 -3 mm di spessore senza eliminare la buccia.

Spremete il limone e irrorate le fettine di mela ( eviterete cosi di farle annerire, per effetto

dell'ossidazione), tenetele da parte. Accendete il forno a 200 C.

Tagliate a fettine piuttosto sottili il gorgonzola, srotolate il disco di pasta sfoglia fresca e

sistematelo nella teglia, facendo debordare leggermente il bordo. Bucherellate il fondo del disco di

pasta con i rebbi di una forchetta e distribuite uniformemente sulla superficie le fettine di

gorgonzola.

Sgocciolate le fettine di mela dal succo di limone e asciugatele, tamponandole con un foglio di

carta assorbente da cucina. Disponete le fettine sopra il gorgonzola, quindi spolverizzate la sfogliata

con le foglioline di timo fresco e con una generosa macinata di pepe. Ripiegate verso l'interno i

lembi di pasta sfoglia che fuoriescono dalla teglia, pizzicandoli leggermente con le dita, in modo da

formare un motivo ornamentale. Infornate la sfogliata nel forno caldo e cucinatela per circa 20

minuti. Togliete la sfogliata dal forno, lasciatela riposare per qualche minuto e servite.

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GIAPPONE – CAMERE A GAS PER CANI E GATTI

Lo so … pare succeda anche in molti altri paesi,fatevi un giro su You Tube e ne vedrete di tutti i colori. Ma non so, vederlo in Giappone mi ha fatto davvero impressione,non me l’aspettavo. Soprattutto, non mi aspettavo un sistema così diffuso e organizzato. Di cosa parlo? Delle camere a

gas per cani e gatti. Più di trecentomila animali al mese vengono soppressi con il Co2, una morte atroce. Una tragica realtà che vivono gli animali domestici senza un padrone oppure abbandonati perché non più di gradimento della famiglia. COCCOLATI E ABBANDONATI - Agli occhi dei più, il Giappone appare come lo Stato nel quale in generale gli animali domestici sono trattati meglio. Passeggiando per le strade di Tokyo o delle altre grandi città giapponesi si possono vedere centinaia di amabili padroni che coccolano e portano a spasso i loro amici a quattro zampe. Vestiti di tutto punto gli animali spesso partecipano a succulenti e costosissimi pranzi. Ma c`è anche l`altra faccia della medaglia,gli animali abbandonati sono destinati a un`atroce morte. L’orribile pratica della camera a gas è accettata dallo Stato,secondo la commissione intergovernativa che si occupa della salute degli animali «l’utilizzo del gas per uccidere gli animali non è raccomandato, ma allo stesso tempo è tollerato». Il documento stilato dalla stessa commissione afferma anche che l`introduzione nelle camere a gas provoca «patimenti» e «sofferenze intense» agli animali, mentre dichiara che l’iniezione letale è molto meno dolorosa. TRATTO DAL FATTO QUOTIDIANO - Ci sono stato, le ho viste, ho sentito le urla – perché quei poveracci non guaivano o miagolavano, urlavano e piangevano come esseri umani. E poi quel silenzio breve ma interminabile, interrotto dall’apertura automatica dei cancelli, delle porte, dal rumore dei carrelli su cui vengono caricati i cadaveri per essere infine cremati. Qualcuno sospetta che in qualche caso finiscano invece in enormi frullatori, che li trasformano in mangime. Per i polli, pensate un po’. Ma non è questo il punto. Il punto è: come fa un paese “buddista” a permettere una cosa del genere? O meglio: come fa un paese che si considera civile? Devo dire che non ne ero a conoscenza, anche se mi sono sempre chiesto perché non si vedano mai gatti e cani randagi, in giro per la strada, a Tokyo e nelle altre grandi città. Oramai sono quasi il doppio dei bambini e continuano ad aumentare. I negozi che vendono cani e gatti sono sempre pieni e spesso è difficile distinguere tra miagolii, guaiti e gridolini isterici delle ragazzine che dicono “kawaii”, “kawaii” (che carini, che carini). Spesso sono un tutt’uno. Da fuori, sembra che le cose siano fatte perbenino. Pensate: alcuni negozi offrono persino il periodo di prova. Prendi il cucciolo “in prova” per qualche giorno. Se la cosa funziona torni in negozio e formalizzi l’acquisto, altrimenti lo restituisci. Chissà cosa ne pensa il cucciolo, ma così è la (loro) vita. Del resto a Tokyo ci sono anche i “Rent a pet”, gli affittacuccioli. Li puoi scegliere e prenotare on line, e li puoi affittare a ore, week end o settimane. Tutto questo perché da quando è entrata in vigore, da due anni ,una nuova legge che tutela la dignità degli animali e punisce il loro maltrattamento, acquistare un animale domestico è diventata una decisione seria. Il negoziante deve registrare immediatamente nome, cognome e indirizzo, devi iscriverti in uno speciale registro comunale e firmare un documento in cui ti impegni ad “aver cura” dell’animale per sempre.

I giapponesi sono gente seria, di parola. Ma possono succedere tante cose. I bambini che crescono, un’allergia che sbuca all’improvviso, I genitori che si separano. Che si fa?

Cercando di non pensare alla brutalità non capisco come si possa dopo anni di convivenza prendere un essere vivente e buttarlo nell’immondizia,ma l’affettività? Non credo di essere pazza nel considerare i miei pelosi parte integrante della famiglia,ma …

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DISINFORMAZIONE

Durante 'I fatti vostri' su Raidue, Luciano Onder mette in guardia le future

mamme dal rischio toxoplasmosi derivante, a suo dire, dal contatto con

cani e gatti. Rabbia dei medici: "E' disinformazione. Così si incentiva

l'abbandono". Lui si difende: "Un bambino vale di più"

“Metta in pensione il suo gatto, il suo cane, da sua sorella, da sua nonna, da sua zia, dai suoi genitori, per il periodo, per i 10-15 mesi in cui programma e aspetta il bambino”. I consigli che Luciano Onder, giornalista esperto di medicina e salute, ha rilasciato a una giovane donna durante la puntata de “I fatti vostri” andata in onda il 19 novembre su Raidue, hanno scatenato l’ira dell’Anmvi, l’Associazione nazionale medici veterinari italiani che ha parlato di “disinformazione scientifica e incoraggiamento all’abbandono degli animali”. Una donna in studio si rivolge a Onder: insieme al marito programma una gravidanza ma è preoccupata dalla possibilità che il cane o il gatto le trasmettano la toxoplasmosi. Il giornalista le spiega che, grazie alle analisi del sangue, può sapere se stare tranquilla o no con il proprio animale. Se ha già avuto la toxoplasmosi, infatti, sarebbe automaticamente difesa perché avrebbe gli anticorpi. In caso contrario, oltre a lavare sempre bene frutta e verdura ed evitare la carne cruda, la donna deve “mettere in pensione” gli animali da compagnia per dieci o quindici mesi, secondo Onder. “Da brava donna responsabile, seria, madre di famiglia, cane e gatto non vanno d’accordo con una gravidanza programmata e seria” conclude il suo intervento il giornalista.

Certo che da un giornalista esperto di medicina e salute un tale consiglio lascia al quanto perplessi!E’ un vecchio retaggio quello del gatto come rischio per la gravidanza, ormai i meccanismi di trasmissione della toxoplasmosi sono stati capiti meglio. Il toxoplasma è un parassita dei gatti e viene eliminato attraverso le feci in forma di ovocisti, che contaminano l’ambiente esterno.“Qual è il rischio che si corre mangiando gli ovocisti? Mangiare alimenti contaminati da ovocisti, nei primi tre mesi di gravidanza, può portare all’aborto. E’ importante quindi che la donna non li ingerisca”. Ma il problema, assicura il presidente di Anmvi, non è il gatto domestico. “Il vero rischio – dice – sono le verdure non lavate o gli alimenti crudi, la carne su tutti”. Via libera a gatti e cani in gravidanza, “Il gatto casalingo, che si nutre di crocchette o scatolette, difficilmente contrae il toxoplasma. Inoltre le ovocisti sono termolabili, difficilmente resistono”. Non solo: “Affinché le ovocisti eliminate dal gatto con le feci rappresentino un rischio – devono rimanere 2 o 3 giorni nelle feci. Questo non accade se la lettiera viene cambiata ogni giorno. E poi, quando il gatto ingerisce ovocisti, le elimina per 10-15 giorni una sola volta nella vita. Insomma, il rischio è davvero ridotto a zero”. “Per togliere dubbi, si possono comunque fare analisi del sangue sia alla mamma che al gatto. La cosa più grave che ha detto Onder è quella di allontanare gli animali domestici: è puro allarmismo, un messaggio scorretto sia dal punto di vista medico che del rapporto uomo-animale”.

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COS’E’ LA PET THERAPY Che si tratti di un cane, un gatto, un coniglio o addirittura di un elefante poco importa, la pet therapy sta prendendo piede anche in Italia. Si sta diffondendo rapidamente anche nel nostro Paese la pet therapy, cioè la cura di alcune malattie tramite un animale da compagnia. Si tratta di co-terapie che affiancano le cure tradizionali e che cercano di aprire un canale di comunicazione tra il medico e il paziente attraverso la presenza di un animale. La pet therapy nasce negli Stati Uniti negli anni ’50 ad opera del neuropsichiatra infantile Boris Levinson. Il medico constatò i miglioramenti di un suo paziente autistico grazie all’interazione con il suo cane sul quale riusciva ad esternare le proprie sensazioni ed emozioni, così nel 1961 Levinson giunse a coniare il termine ‘Per Therapy’. La pet therapy si rivolge a bambini con particolari problemi di disabilità fisica o psichica, ad alcune categorie di malati ed agli anziani. Lo scopo delle terapie con gli animali è quello di soddisfare certi bisogni - come l’affetto, la sicurezza e l’interazione con gli altri – e risvegliare abilità perdute. Vi siete mai chiesti perché quando vediamo un gatto o un cane sentiamo il bisogno di accarezzarlo? Affondare le mani nel soffice pelo di un gattino suscita emozioni positive che ci fa sorridere anche nei momenti più tristi. Avere accanto un pet non solo tira su di morale, ma può avere benefici anche a livello fisico. Infatti diversi studi hanno dimostrato che accarezzare un animale riduce la pressione arteriosa e contribuisce a regolarizzare la frequenza cardiaca per chi soffre di problemi di cuore e di pressione alta. Paese che vai, pet therapy che trovi,sembrerà strano ma in Thailandia la pet therapy ha come protagonisti, invece dei soliti animali domestici, degli animali un po’ insoliti: gli elefanti. Questi pachidermi si sono dimostrati pazienti e adatti nel rapportarsi con i bambini. Molto importante è il contatto fisico con l’animale, prima di ogni terapia i pazienti accarezzano la pelle rugosa dei pachidermi. La terapia continua con passeggiate nei boschi, in groppa o appoggiati alle loro enormi orecchie, gli elefanti fanno da guida ai bambini non vedenti proprio come i nostri cani per ciechi. L’ippoterapia e la delfinoterapia. La riabilitazione equestre è usata nel trattamento di diverse patologie, ma soprattutto nelle malattie invalidanti e nelle psicosi infantili. La particolare andatura del cavallo, che rievoca la cadenza umana, rinforza l’apparato muscolare per chi non può camminare. Inoltre, la postura in sella migliora l’apparato scheletrico e l’equilibrio mentre la conduzione del cavallo costringe il disabile a rimanere attento e concentrarsi sui movimenti imprevedibili dell’animale. I miglioramenti non sono solamente a livello fisico, infatti, il paziente scopre delle nuove doti di se stesso migliorando la propria autostima e acquistando maggiore autonomia. Dopo la passeggiata a cavallo la cura del cavallo è parte integrante della terapia, il rapporto tra animale e paziente si rafforza e quest’ultimo si riappropria del proprio schema corporeo. La delfino terapia è indicata per quei pazienti con problemi di apprendimento e di linguaggio e viene usata soprattutto con i bambini affetti da sindrome di Down e autistici. Lavorare nell’ambito delle attività assistite dagli animali è una grande opportunità per chi vuole conciliare l’amore per il mondo animale con l’opportunità di occupazione nel settore assistenziale.

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QUANDO L’ETA’ AVANZA ANCHE PER LORO

PICCOLE ANOMALIE E COMPORTAMENTI INSOLITI DEL MICIO ANZIANO. COME ACCORGERSI DEL PROBLEMA E COME AFFRONTARLO TEMPESTIVAMENTE.

La vecchiaia di per sé non è una malattia, ma è una condizione associata a una riduzione delle capacità di affrontare e reagire ai fattori stressanti psicologici e ambientali. Un gatto anziano in genere ha una più bassa soglia di tollerabilità nei confronti della confusione e dei cambiamenti. Deve quindi disporre di un luogo sicuro ed esclusivo dove potersi rifugiare senza intrusioni di alcun tipo (altri animali, bambini, persone estranee). Trascorre inoltre molto tempo a dormire e la sua maggiore immobilità va compensata con un maggior arricchimento ambientale (es. croccantini in palline o scatole forate). I cambiamenti comportamentali riguardano spesso anche le interazioni dell’animale con i membri della famiglia umana. In certi casi può ricercare continuamente un contatto fisico e non vivere serenamente le nostre assenze prolungate, mentre in altri casi può manifestare intolleranza al contatto fisico prolungato e reagire quando le nostre coccole diventano insistenti. Se il nostro “amico” inizia a comportarsi in maniera anomala, il primo passo da fare è sempre una visita veterinaria ed esami di laboratorio per indagare eventuali cause mediche (es. infezioni urinarie, calcolosi, colite, diabete, problemi di tiroide ecc.). Fra le cause, alcune malattie (es. l’artrite) possono rendere difficoltoso l’entrare e l’uscire dalla lettiera, e spingere così il gatto a scegliere un luogo alternativo dove poter eliminare. In altri casi il problema è invece la zona dove è collocata la lettiera,una zona di passaggio, o un luogo difficile da raggiungere ecc. Altre volte la causa può dipendere dal tipo di substrato della lettiera che può dare fastidio al gatto. In altri casi invece il problema può essere uno stato di ansia o di stress, come la competizione con altri gatti di casa. La perdita delle corrette abitudini eliminatorie può essere, infine, anche il sintomo della disfunzione cognitiva del gatto anziano. In questo caso, è utile una visita da un veterinario comportamentalista. L'aggressività.

I gatti anziani possono diventare aggressivi (6% dei casi) verso le persone o verso altri animali della famiglia. Il motivo possono essere malattie cliniche che inducono dolore (es. artrite, cistite, ecc.) e un deficit delle capacità sensoriali (calo della vista, e/o dell’udito) che rende l’animale più reattivo, ansioso e meno sicuro di sé, oppure delle malattie neurologiche. Anche per questo disturbo, lo stress (es. modificazioni nell’ambiente) può giocare un ruolo molto importante. Anche l’aggressività può essere il campanello d’allarme di una disfunzione cognitiva. Dal punto di vista del trattamento, dopo aver escluso problemi clinici sottostanti, è necessario seguire una terapia comportamentale supportata in certi casi da un trattamento farmacologico, qualora le condizioni cliniche del gatto lo consentano. Ansie, paure, fobie.

La perdita dell’udito o della vista, il dolore, le malattie neurologiche e lo stress (dovuto alla difficoltà sopravvenuta di affrontare l’ambiente) possono contribuire a generare uno stato di ansia e paura nel gatto. In certi casi, l’ansia potrebbe essere pre-esistente, ma a un livello tollerabile, e poi viene esacerbata dalla concomitante presenza di problemi medici sottostanti. In queste situazioni, dare attenzioni al gatto per cercare di tranquillizzarlo rinforza (cioè premia) il comportamento legato all’ansia o alla paura. Anche punire l’animale non sortisce grandi risultati in quanto finisce per incrementare la base ansiosa e il timore manifestato dal gatto.

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Il leccamento ripetitivo

Il leccamento incessante di alcune parti del corpo (al di là della normale attività di pulizia) potrebbe essere un’espressione di disfunzione cognitiva, ma non bisogna trascurare una diagnosi differenziale, che includa problemi neurologici, disordini metabolici, problemi dermatologici e, nel caso di comportamenti orali come il leccamento o l’ingestione di sostanze non commestibili, anche eventuali malattie gastrointestinali. L'alterazione del ciclo sonno-veglia

L’iperattività notturna fa sì che il gatto sia attivo la notte e cada in un sonno profondo e “soddisfatto” alla mattina. Quando il problema dell’alterazione del ciclo sonno-veglia compare improvvisamente in un gatto anziano, potrebbero esserci cause come il dolore, la diminuzione delle capacità visive o uditive, la necessità di mangiare più spesso, forme di ansia, alcune patologie neurologiche e la disfunzione cognitiva. Per tutte queste situazioni è necessario ricorrere a uno specialista. Le vocalizzazioni Possono diventare un problema quando si verificano in certi momenti, come durante la notte, o quando non esiste uno stimolo scatenante evidente, o al quale il gatto stia rispondendo, e quando si protraggono eccessivamente. Anche in questo caso vanno prese in considerazione, nella diagnosi differenziale, patologie che inducono dolore nell’animale, calo delle capacità percettive, stress e disfunzione cognitiva.

La disfunzione cognitiva

Può essere la causa principale di una serie di cambiamenti comportamentali nei gatti non più giovani. Alla diagnosi si arriva solo dopo aver escluso una serie di problemi medici. Si tratta di un disordine neurovegetativo caratterizzato da un graduale declino cognitivo. In alcuni casi, il gatto anziché dormire durante la notte continua a vagare per casa miagolando senza un apparente motivo e ogni tentativo di calmarlo risulta vano. In altri casi mostra invece disorientamento anche durante il giorno e si muove in casa come in un luogo sconosciuto. In altri casi ancora si siede a guardare il muro per ore, o continua a camminare. Un sintomo molto frequente è la perdita delle corrette abitudini eliminatorie e dell’attività di pulizia personale. I consigli del Veterinario:

Può essere molto utile trascorrere un po’ di tempo a interagire con il gatto anziano, facendolo giocare.

Ciò lo aiuta a restare attivo sia dal punto di vista fisico che cognitivo.

Questi giochi possono anche aiutare a regolarizzare il ciclo sonno-veglia (se i gatti anziani sono svegli e attivi

mentalmente durante il giorno, esistono maggiori probabilità che abbiano sonno durante la notte).

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IL GATTO SIRIANO

Alcune volte, ci sono storie indimenticabili che intrecciano la vita di animali ed esseri umani.

Storie diverse l'una dall'altra, vuoi che sia un salvataggio o un ritrovamento, vuoi che sia una nascita o un regalo

di compleanno. Il motivo per cui esseri viventi così diversi e allo stesso tempo simili tra loro si incontrano è

sempre differente, ma si tratta dello stesso momento magico che collega due vite. Come quella del gatto bianco

con il bambino migrante di cui stiamo per parlare.

La marina militare ha informato che tra i tanti migranti è sbarcato sulle sponde del Bel Paese anche un

meraviglioso gattone dal pelo bianco, tenuto in braccio dal suo amichetto. La stessa marina, che aggiorna

tramite Twitter sulle diverse operazioni che porta avanti quotidianamente, spesso e volentieri ci rende partecipi

dei soccorsi prestati ai migranti che approdano sulle nostre coste. Era proprio domenica quando a Porto

Empedocle (in provincia di Agrigento), in un pomeriggio primaverile come tanti altri, è sbarcata la Nave Sirio, che

trasportava nientemeno che 249 persone.

Nulla di anomalo, tutto procedeva nella norma, tuttavia era presente un dolce passeggero in più. Il gatto bianco

si guardava intorno incuriosito dalla situazione, ma era piuttosto tranquillo poiché un bambino (probabilmente

suo giovane padrone) lo teneva in braccio facendolo sentire al sicuro. È proprio la marina militare che, oltre al

tweet, ha pubblicato anche una foto del bel gattone (ovviamente il bambino, essendo minorenne, è stato

oscurato in volto per non essere riconosciuto).

Quest'episodio altro non è che un chiaro esempio di rispetto nei confronti degli animali in quanto esseri viventi.

Cani, gatti, conigli, criceti o cavalli che siano, ognuno di loro va trattato con riguardo, in quanto vivo proprio

come noi. Notizie come queste sono piacevoli perché danno speranza per un futuro migliore, dove gli animali

possano non essere più soltanto una "compagnia da sfruttare" nel momento del bisogno, dimenticandola

quando non si ha più tempo oppure si trova di meglio da fare.

Non sappiamo se sia esattamente la stessa situazione, ma un

episodio del genere si era già verificato nel mese di gennaio, quando

una famiglia decisa a emigrare dal proprio paese d'origine sperando

in una vita migliore, ha deciso di portare con sé il proprio gatto nella

traversata del canale di Sicilia. Lo aveva testimoniato il capitano di

vascello, dichiarando: "Abbiamo a bordo quarantacinque bambini,

ventitré donne e per la prima volta anche un gatto. Sono persone

che abbiamo raccolto e strappato dal mare da cinque imbarcazioni diverse.” "

Un gesto da ammirare, troppo spesso ci capita di sentire o di leggere di persone che abbandonano il proprio

animale domestico sull'orlo della strada o in una campagna aperta, semplicemente perché non hanno qualcuno

a cui lasciarli durante il periodo di vacanza. Una vacanza a cui si può rinunciare, oltretutto. Per questo è

importante riportare degli episodi come questi, dove neppure motivi seri come l'emigrazione ostacolano un

rapporto che potrebbe sembrare davvero difficile da mantenere; a volte, tuttavia, il legame che si viene a creare

è più forte di qualsiasi motivazione esistente. Quando le storie tra esseri umani e animali si intrecciano danno

vita a racconti straordinari, proprio come quello del bambino migrante con il suo bel gatto bianco tra le braccia.

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ALCUNE LEGGENDE SUL GATTO SIAMESE

Le sue origini incerte, la particolarità della sua colorazione, il blu

intenso dei suoi occhi e l'eccezionalità del suo carattere hanno fatto

si che dietro a questo splendido felino nascessero tantissime storie

e leggende.

Come tutti sappiamo il nodo alla coda e lo strabismo venivano spesso attribuite

alla purezza della razza siamese. Ad oggi tali difetti non sono più tollerati, ma i

racconti che si sono inventati e scritti su questa particolarità sono tantissimi.

Una storia narra di una principessa che possedeva una coppia di siamesi; essi le

erano devotissimi a tal punto da seguirla ovunque, mentre lei confidava così

tanto nella loro fedeltà che durante il bagno e durante la notte infilava i suoi anelli preziosi nella loro

coda, affinché essi li custodissero, e faceva un nodo sulla cima impedendo in questo modo agli anelli di

scivolare via. I gattini di questa coppia di siamesi nacquero tutti con il tipico nodino alla coda.

Un'altro racconto legato a questa caratteristica ci racconta che i monaci buddisti erano soliti annodare la coda

dei loro siamesi per ricordarsi cose di estrema importanza.

Una delle leggende più famose e trascritta su vari libri narra di una coppia di siamesi Cula e Tien che rimasero

alla guardia del loro tempio Buddista mentre il vecchio monaco partì alla ricerca di un nuovo prete che

prendesse il suo posto. Non vedendolo più tornare Tien decise di andare lui stesso a cercare un nuovo monaco

per il tempio. Mentre lui era fuori e i giorni passavano la povera Cula rimase sveglia giorno e notte per

difendere il tesoro del tempio.....alla fine con gli occhi strabici dal sonno decise di legare la coppa con il tesoro

alla sua coda per poter dormire un po'. Quando Tien fece ritorno Cula aveva dato alla luce cinque splendidi

micini tutti strabici e con il nodo alla coda.

Che dire poi della storia che racconta che i siamesi fossero i custodi delle anime dei cari deceduti? E’ un po'

macabra come storia , ma si dice che i gatti venissero sepolti vivi con i loro proprietari defunti e che nelle

tombe venissero lasciati cunicoli e tane per permettere al gatto di trovare la via d'uscita. Nella maggior parte

dei casi i gatti tornavano alle loro abitazioni dopo alcuni giorni e lì rimanevano venerati e curati come se

fossero i cari dipartiti in persona.

Un'altra storia alquanto fantasiosa viene narrata nel libro "Animals and Man" di George Cansdale, dove viene

raccontata la vita degli animali durante la permanenza sull'Arca di Noè. Esso dice che il primo Siamese fu il

frutto di un'accoppiamento, oserei dire assolutamente bizzarro, tra una scimmia e una leonessa . E' grazie a

questo amore a cui dobbiamo riconoscenza per l'eccezionalità del carattere di questo gatto: "gli attributi di

una scimmia e il coraggio del leone".

Ma una delle storie che più amo è quella che narra che in alcune colorazioni del siamese, si può notare

un'ombra leggermente più scura che dalla nuca arriva alla base del collo. La leggenda racconta che nemmeno

Dio, in alcune situazioni, riesce a rimanere indifferente alla bellezza e alla straordinaria dolcezza del siamese,

che a volte scende in terra , lo afferra per la collottola , lo coccola e lo ammira. Quell'ombra sulla collottola è il

segno che Dio ha ammirato quel gatto da molto vicino : io lo trovo bellissimo!!!!

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LEGGENDE METROPOLITANE

Chi ha un cane ha sicuramente sentito almeno una volta una delle tante leggende metropolitane che girano

attorno ai cani e alle tecniche educative per ottenere cani educati e felici. I proprietari di cani sono tra i più buffi

e ingegnosi inventori, divulgatori di notizie e consigli fuori luogo al mondo, si tramandano una serie di

inesattezze con una dovizia e un’abilità fuori dal comune, quasi sorprendente. Visto che siamo quasi in

primavera non abbiamo voglia di perderci in discorsi troppo seri quindi : ecco una divertente lista redatta da un

educatore cinofilo professionista delle più comuni leggende metropolitane da “AREA CANI”.

1.IL MIO CANE E’ DOMINANTE:

La stragrande maggioranza dei cani è dominante ci avete fatto caso? Ogni atteggiamento è giustificato con il “sai

il mio cane è molto dominante …” sia che ringhi, sia che rubi la pallina, sia che faccia la pipì su un arbusto

piuttosto che un’ altro, che non giochi, che giochi assiduamente e freneticamente … la causa è la

DOMINANZA!!!! La dominanza è un falso mito non fatevi abbagliare dai discorsi alla Cesar Millan o da libri ormai

obsoleti dove tutto in ambito cinofilo veniva spiegato con la dominanza e la gerarchia, fortunatamente gli studi

si sono evoluti e ci hanno dato modo di vedere cose prima sconosciute.

2.IL MIO CANE E’ AGGRESSIVO:

Ecco un tipico dialogo sul cancello d’ingresso dell’area cani: “Se vuole entrare entri pure, il mio cane è tranquillo

non ci sono problemi” il proprietario fuori dall’area “No guardi la ringrazio ma entro quando esce lei … sa il mio

cane è aggressivo, da cucciolo ha ringhiato una volta ad un cane più grande e non mi fido più…troppo

aggressivo…meglio di no!!!” E’ come se vostro figlio avesse alzato la voce con i suoi amichetti una volta in

giardino e ora gli vietate di giocare con i suoi compagni perchè lo ritenete l’erede morale di Totò Rina!!! Anche

l’aggressività è un concetto che va preso con le pinze….attenzione un ringhio non è un sinonimo di aggressività!!!

3.IL MIO CANE E’ UN MANIACO SESSUALE:

Monta fra due cani dello stesso sesso e l’imbarazzo tra i proprietari s’impenna come Valentino Rossi dopo la

vittoria di un Granpremio!!!! Occhiate maliziose, commenti triviali o imbarazzati, machi con l’ego in

frantumi..insomma si sentono motivazioni e conclusioni più disparate… La monta tra cani dello stesso sesso non

è da intendersi come un atto sessuale, ma è un modo di comunicare, normale, che i cani hanno per far capire

agli altri il loro status sociale in mezzo al branco, può essere un momento di gioco oppure può essere un modo di

scaricare un picco d’ arousal troppo alto. Quindi non fatevi prendere dall’imbarazzo o da conclusioni fuori

luogo…per i cani è normale, è semplicemente un modo di comunicare qualcosa…so che per noi è fuori luogo ma

se ci pensate quando si presentano non si danno la mano ma si annusano il sedere…come vedete i loro

parametri sono diversi dai nostri… basta saperlo no?

4.L’HO VISTO FARE IN TV:

Se l’ho visto in tv vuol dire che è vero e che è un metodo valido quindi non mi pongo problemi e lo faccio pure

io!!! E’ come se dopo aver visto Superman o Spiderman voi vi lanciaste giù da un palazzo nella speranza di

planare con il mantello o lanciare le ragnatele dai vostri polsi come i super eroi citati, ne più ne meno. Siccome

siamo dotati di buon senso non ci gettiamo dalla finestra per uscire di casa ma prendiamo l’ascensore o le scale,

ma quando si tratta di cani non ci poniamo il problema e attuiamo cecamente quello che la tv ci propone. Ad

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esempio fare ciò che fa Cesar Millan non è un ottima cosa e sentire gente che dice “Sai l’ho visto fare a quello

della Tv sai quello che sussurra ai cani…quello si che è un figo…” bè non è una gran cosa…Se vuoi risolvere i

problemi con il tuo cane o semplicemente educarlo rivogliti ad un EDUCATORE CINOFILO.

5.TESTA NELLA PIPI’ E IL CANE IMPARA SUBITO A FARLA FUORI:

Arriva il nuovo cucciolo in area cani e via di coccole e carezze al nuovo arrivato, finita la fase affettiva partono le

domande se sia bravo o meno e il proprietario “Si è bravo non mi da grossi problemi, l’unica cosa è che ancora

mi fa la pipì ovunque…non ne posso più…” e qua c’è sempre l’espertone di turno che salta su con la vecchia perla

di saggezza “Dammi retta io ho da una vita i cani…e so come insegnarli a sporcare fuori…quando la fa prendi

delicatamente la testa e la pucci nella pipì e gli dai anche una giornalata sul sedere…in poco tempo smette!!!”

Basta Basta Basta con questa storia. Il cane più che altro capisce che siete fuori di testa, mi spiegate cosa può

pensare quando il suo padrone lo prende e gli mette la testa nella pipì?!?!?! Si insegna a sporcare fuori

portandolo fuori dopo i momenti critici ovvero dopo la pappa, dopo una bella dormita o dopo il momento di

gioco e premiandolo quando fa cacca o pipì correttamente.

6.LO SCIAMANO DELL’AREA CANI:

Noi Italiani si sa, oltre che santi, navigatori e poeti siamo un popolo che dell’arte d’arrangiarsi ne ha fatto un

marchio di fabbrica e va da se che anche senza essere degli esperti siamo molto bravi a dare e dispensare

consigli di tutti i tipi e le area cani non sono esenti da questo folcloristico e grottesco vizio italico. I veterinari

dell’ultima ora sono sempre presenti, c’è chi si diletta fornendo diagnosi e cure di ogni genere consigliando

medicinali di ogni tipo e questa è la versione occidentale, quella che ha sposato la causa dell’allopatia, della

medicina chimica, poi c’è la versione new age, il filone più orientale, lo sciamano di turno insomma, che dispensa

consigli naturali rubati dal quaderno segreto della nonna fornendo rimedi omeopatici di ogni tipo, come il guscio

d’uovo mischiato con i fiori di camomilla per curare le dermatiti (giuro che l’ho sentita veramente!). Non so

quale sia peggio dei due ma per ogni problema inerente alla salute del vostro pet…rivolgetevi al vostro

VETERINARIO di fiducia :no alle cure fai da te!!!!

7.SERVIZI IGENICI ALL’AREA APERTA:

“Scusi ma non raccoglie la cacca del cane? Guardi la ci sono pure i sacchettini… se sono finiti gliene do uno dei

miei non c’è problema!” “Ma scusi lei raccoglie ANCHE nell’area cani? Questo è un posto per cani mica la

raccolgo io!!!” Che stupido l’area cani è un posto per cani…quindi la “cacca” può imperare…tanto poi se con il

caldo si veicolano più facilmente le malattie il mio cane non le prende, se il fetore rende la zona invivibile tanto

non ci sto io…e poi anche a casa mia, in bagno ,io la faccio ovunque: è l’area cacca di casa mia!!!! Siamo nel

2015, diciamo di essere un paese civile….le deiezioni dei cani si raccolgono OVUNQUE!!!!

8.LA GIORNALATA SUL SEDERE E’ IL PASSEPARTOUT EDUCATIVO:

“Per educare il cane prendi il Corriere della Sera (versione politicamente corretta, ma a seconda delle vostre

tendenze politiche può andar bene anche la Repubblica, il Giornale o anche la Gazzetta dello sport) arrotolalo e

quando fa qualcosa di sbagliato dagliela sul sedere…il cane ha paura del rumore e quindi capisce” Questo è uno

dei metodi ancora in voga dagli “esperti” delle aree cani. Come per il punto 6, anche per l’educazione rivolgetevi

a degli EDUCATORI PROFESSIONISTI, anche in questo ambito si è fatto passi da gigante e punire è ormai

obsoleto, meglio premiare qualcosa di buono che punire qualcosa di negativo.

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9.QUANDO COMPIE UN ANNO LO PORTO DALL’EDUCATORE:

C’è ancora la credenza che un cane non si possa educare prima di aver compiuto un anno di età. Io dico sempre

“ma vostro figlio lo mandereste a scuola a 14 anni?” No, lo mandi addirittura all’asilo quando è piccolo, quindi

perchè un cane deve aspettare un anno prima di ricevere l’educazione e socializzare con il mondo? I cani

si possono e si dovrebbero iniziare ad educare fin dal secondo mese di vita, facendogli frequentare dei percorsi

adatti ai cuccioli chiamati Puppy Class o Scuola per Cuccioli. Percorsi educativi pensati appositamente per fornire

gli strumenti educativi più adatti ai cuccioli e ai loro proprietari. Perchè perdere del tempo prezioso per costruire

una migliore relazione con il nostro compagno peloso?!?!

10.HO COMPRATO IL CANE PERCHE’ HO IL GIARDINO:

Questa non si sente tanto nelle aree cani ma è una delle peggiori leggende metropolitane in circolazione: quella

di potersi permettere il cane solo se si ha il giardino così il cane sta meglio. Spesso il cane con un giardino a

disposizione va a stare peggio, il più delle volte il giardino stesso diventa una prigione visto che con la scusa il

cane non esce più in passeggiata. E’ come se a noi ci rinchiudessero in un castello bellissimo anche pieno di

comfort, ma senza contatti con l’esterno e senza tv giornali internet, nulla di nulla. Pensate che per il cane

annusare equivale a leggere un giornale e capire cosa è successo nel mondo. Un cane inoltre è un animale

sociale e ha bisogno di vivere il mondo, vedere e relazionarsi con i propri simili e gli altri uomini, fare attività

differenti e tenere attivo il suo cervello e purtroppo la vita in giardino non gli permette tutto questo.

Bruno Ferrari - Educatore cinofilo professionista.

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RELAZIONE ATTIVITA’ ANNO 2014 La nostra Associazione è nata il 17/01/2014 grazie all’amore e al rispetto di alcuni volontari verso ogni creatura vivente che, con tutte le forze possibili, cercano di aiutare ogni giorno. L’Associazione è operativa nelle zone dal Monregalese al Cebano (provincia di Cuneo), ma non preclude aiuti anche in altre zone limitrofe e, quando possibile, su territorio nazionale. Si occupa principalmente del mantenimento e delle sterilizzazioni delle colonie feline presenti sul territorio, promuovendo l’adozione per i gatti domestici e quelli ritrovati abbandonati, soprattutto in caso di cuccioli. Aiuta gli animali in difficoltà, che soffrono, in stato di abbandono o maltrattati, collabora con Servizi ed Enti Pubblici e Privati, e si prefigge di divulgare le varie tematiche animaliste con lo scopo di sensibilizzare l’uomo a vivere rispettando gli animali. Nel nostro 1° anno di attività:

• ci siamo dotati, poco alla volta, di n. 2 trappoloni, 2 trappole automatiche e n. 13 trasportini per

effettuare le catture dei gatti da sterilizzare nelle colonie feline.

• abbiamo sterilizzato n. 141 gatte e n. 43 gatti per un totale di 184 gatti così suddivisi

COMUNE FEMMINE MASCHI

CEVA 3 2

FRABOSA SOTTANA 51 20

LEQUIO TANARO 2

LESEGNO 12 4

MAGLIANO ALPI 8

MARGARITA 1

MONDOVI’ 26 11

NIELLA TANARO 7

ROCCAFORTE M.VI’ 5 2

SAN GIACOMO ROBURENT 12

SAN MICHELE M.VI’ 1

VICOFORTE 9 2

VILLANOVA M.VI’ 1 1

MASSIMINO (SV) 4

Le sterilizzazioni sono state possibili grazie alle nostre risorse, all’aiuto delle gattare o di privati cittadini e/o

Condomini e, in minima parte, dai Comuni di appartenenza.

•••• abbiamo recuperato, curato, svermato e spulciato n. 82 gattini (di cui 8 allevati a biberon dai nostri

volontari) ritrovati abbandonati o in pericolo, e li abbiamo dati successivamente in adozione.

•••• abbiamo recuperato, svermato, spulciato e sterilizzato n. 20 gatti adulti ritrovati abbandonati, e dati

successivamente in adozione

•••• abbiamo trovato idonea ricollocazione a n. 8 coniglietti.

•••• abbiamo recuperato n. 13 gatti incidentati e/o feriti: 8 di essi sono stati curati grazie alle nostre

risorse, gli altri 5 grazie ai Comuni di appartenenza. Di questi, nonostante le cure, n. 3 sono deceduti,

n. 4 sono stati rimessi sul territorio, e n. 6 sono stati dati in adozione.

•••• abbiamo dato in adozione n. 14 cani, di cui n. 2 cuccioli: n. 6 provenienti da canili di zona e n.2

provenienti dal Sud Italia.

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• abbiamo ristrutturato/riadattato in economia una camera-stallo presso una volontaria con moduli

ricovero gatti donati alla nostra associazione. Ci siamo dotati anche di n. 3 gabbie degenza che

mettiamo a disposizione dei volontari che ci fanno stallo.

• manteniamo regolarmente oltre 100 gatti nelle colonie di zona da noi seguite e diamo aiuti sporadici a

chi ce lo richiede e ai volontari/gattare in difficoltà, anche in altre zone d’Italia. Questo è possibile

grazie alle raccolte cibo presenti nei negozi e nei supermercati che ci supportano, ai privati che ci

fanno donazioni, e grazie alle risorse della nostra associazione.

• abbiamo sequestrato con i vigili e il veterinario dell’Asl di Chiusa Pesio n.1 cane tenuto in condizioni

pessime, che successivamente è stato dato in adozione.

• abbiamo contribuito alla sterilizzazione di n. 4 cagnoline le cui famiglie si trovavano in difficoltà.

• ci siamo dotati di lettore microchip per identificare gli animali trovati persi sul territorio.

• abbiamo dato un contributo all’Associazione “Diamoci Una Zampa” del Sud Italia che si trovava in

difficoltà.

• abbiamo eseguito controlli pre-affido per cani e gatti provenienti dal Sud Italia e dalla Spagna.

• diamo servizio di cat-sitter a domicilio in caso di momentaneo impedimento/allontanamento dei

proprietari.

• collaboriamo con il canile di Chiusa Pesio sia per le adozioni dei cani, sia per portarli a passeggio,

che per la raccolta coperte durante il periodo invernale.

• abbiamo creato un sito internet e una pagina Facebook dell’Associazione al fine di

promuovere/divulgare i vari appelli e gli importanti temi di sensibilizzazione.

• è nato “Volontariato Libero”, il nostro giornalino, ricco di argomenti e tematiche animaliste, che viene

inviato ai soci e ai simpatizzanti via mail, e diffuso tramite il sito internet dell’Associazione.

Abbiamo potuto realizzare tutto ciò grazie innanzitutto ai nostri volontari, ai nostri soci, ai Veterinari con cui collaboriamo, alle donazioni ricevute in cibo e in offerte, alle gattare, al Centro Servizi del Volontariato, alla Provincia di Cuneo, alle amiche e agli amici che ci aiutano con le loro creazioni, a chi è venuto a conoscerci alle bancarelle, a tutte le belle persone che abbiamo avuto modo di conoscere in questo primo anno di attività. Grazie a tutti!

Una Zampa per la Vita Onlus

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Page 20: volontariato libero 4 marzo 2015 - Una Zampa per la Vita · Ne “Il maiale che cantava alla luna” Jeffrey Masson racconta la storia di Floyd, un maialino che viveva insieme ai

Pensieri in solitudine: una storia raccontata da un cane “Può succedere di trascorrere alcuni anni della propria vita in un garage (o è una cantina? ) sempre chiuso e buio, dentro una gabbia che fu giaciglio per i conigli. Mai una parola, un gesto amico,una corsa su un prato, il calore del sole. Solo buio e tanto freddo, alcuni topi per compagni, qualche avanzo di cibo, pane e acqua e tanta, tanta solitudine da quando sono stato portato qui. Un giorno il portone si apre, una luce fredda e già invernale, ma abbastanza intensa per accecarti, e quattro figuri tra il buio e la luce: parlottano, hanno dei fogli in mano, entrano , si fermano. Capisco che sono io il loro elemento di discussione. Una si chiama Giovanna , è l’unica donna, uno si chiama Enrico, un altro ha una divisa, sembra un Vigile o un Carabiniere, un altro ancora potrebbe essere un medico degli animali: si avvicinano, tentano di toccarmi tra le maglie della rete, mi ritiro spaventato, provo a digrignare i denti ma poi mi accuccio e un buon boccone vince la mia diffidenza……e poi…..mi sento venir meno….” Il risveglio di Fiocco, il nuovo nome dato al cagnolino dopo la “cessione volontaria e forzata” al canile di Chiusa Pesio (cn) ( si potrebbe quasi parlare di sequestro !!!) da parte del proprietario non più in grado di accudirlo , è stato senza dubbio un momento che il piccolo meticcio non dimenticherà più. Al canile sente la vicinanza degli altri ospiti, le prime coccole di Maria Vittoria che già lo adora, il primo affetto e soprattutto luce, luce, luce e aria. Fiocco è molto dolce, e poi rimesso a nuovo, pulito e pettinato fa la sua bella figura. Dopo tanta sofferenza si apre per lui il paradiso: i volontari dell’Associazione Una Zampa per la Vita di Vicoforte in poco tempo gli trovano una casa. Livia, la titolare di un ristorante di Savigliano (dove tra l’altro si mangia vegetariano e si accettano gli animali) lo vede in uno dei tanti appelli che l’Associazione ha preparato per lui, se ne innamora ed è già qui a Chiusa pronta per portarselo a casa. Ieri sera siamo andati a trovarlo: ora si chiama Bardolino per gli amici Bardo. Ha fatto un enorme cambiamento: sta imparando a fidarsi degli umani e gioca molto con gli altri cani, per cui Livia, la sua mamma umana, ha deciso di non lasciarlo figlio unico ed appena riuscirà ad avere una casa con giardino, adotterà un altro meticcio, naturalmente in canile!!

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