Terapia Manuale - Formazione Salute...

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Terapia Manuale (corso sull’arto inferiore di J. Schomacher: supplemento fotografico) 1 Terapia Manuale secondo il Concetto OMT Kaltenborn-Evjenth Corso sull’arto inferiore Docente: Jochen Schomacher, PhD, PT-OMT Supplemento fotografico per completare il libro: Schomacher, J. Terapia manuale imparare a muovere e percepire. Masson, 2001 rispettivamente Schomacher J. Orthopedic Manual Therapy, Assessment and Management. New York: Thieme Publisher, 2014 Immagini dal libro: Schomacher J. Diagnostik und Therapie des Bewegungsapparates in der Physiotherapie, Stuttgart New York: Thieme Verlag, 2001 (con permesso della casa editrice) I piani di trattamento al ginocchio Differenziazione tra strutture contrattili e non- contrattili: a) il movimento attivo in una direzione (qui flessione) evoca il dolore mentre il movimento passivo lo evoca nella direzione opposta (qui estensione) = una struttura contrattile ne è in correlazione b) i movimenti attivo e passivo evocano tutti e due il dolore nella stessa direzione (qui flessione) = una struttura non-contrattile ne è in correlazione

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Terapia Manuale (corso sull’arto inferiore di J. Schomacher: supplemento fotografico) 1

Terapia Manuale secondo il

Concetto OMT Kaltenborn-Evjenth Corso sull’arto inferiore Docente: Jochen Schomacher, PhD, PT-OMT Supplemento fotografico per completare il libro: Schomacher, J. Terapia manuale – imparare a muovere e percepire. Masson, 2001 rispettivamente Schomacher J. Orthopedic Manual Therapy, Assessment and Management. New York: Thieme Publisher, 2014 Immagini dal libro: Schomacher J. Diagnostik und Therapie des Bewegungsapparates in der Physiotherapie, Stuttgart – New York: Thieme Verlag, 2001 (con permesso della casa editrice)

I piani di trattamento al ginocchio

Differenziazione tra strutture contrattili e non-contrattili: a) il movimento attivo in una direzione (qui

flessione) evoca il dolore mentre il movimento passivo lo evoca nella direzione opposta (qui estensione) = una struttura contrattile ne è in correlazione

b) i movimenti attivo e passivo evocano tutti e due il dolore nella stessa direzione (qui flessione) = una struttura non-contrattile ne è in correlazione

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“Ordine” nelle tecniche dell’esame

“Ordine” nelle tecniche del trattamento

I gradi del movimento:

grado 1: neutralizzazione delle forze di compressione articolare (pressione negativa, aderenze, tono muscolare)

grado 2: movimento senza mettere in tensione le strutture periarticolari (“dentro lo slack”)

grado 3: movimento mettendo in tensione le strutture periarticolari

Palpazione delle diverse strutture sul polso: dalla superficie verso le strutture profonde

Differenziazione tra dolore in inversione dovuto al piede (a) oppure alle strutture lunghe come il nervo ischiadico (c)

Le strutture lunghe come quelle del sistema neurale vanno dalla testa fino al piede (per esempio: dura madre e nervo ischiadico)

Grado 1 Grado 2 Zona di Grado 3 transito

Stirare

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Per le dita del piede (p. 38 – 49)

Valutazione della flessione nell’interfalangea dell’alluce

Massaggio funzionale dei flessori brevi delle dita del piede

Scivolamento plantare nell’articolazione interfalangea dell’alluce

Trazione grado II nell’articolazione interfalangea dell’alluce

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Trazione in grado III nell’articolazione metatarsofalangea dell’alluce preposizionata in flessione

Stretching del muscolo flessore lungo dell’alluce

Stretching del muscolo flessore lungo dell’alluce (tecnica alterantiva)

Scivolamento plantare nell’articolazione metatarsofalangea dell’alluce

Localizzazione dei sintomi:

Dolore nell’avvampiede:

a) interfalangea dell’alluce: fissazione della

prima falange ed estensione della seconda

aumenta il dolore

b) metatarsofalangea dell’alluce: fissazione

del primo metatarso ed estensione della

prima falange aumenta il dolore

c) articol. tarsometatarsea: appiattamento

dell’arco mediale del piede aumenta il

dolore

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L’arco mediale del piede

a) La meccanica dell’arco b) L’arco mediale del piede c) I muscoli che stabilizzano l’arco mediale del piede (con l’esercizio del “piede corto”)

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Le diverse impronte della pianta del piede a) Il piede piatto (grado 1, 2 e 3) b) Il piede normale c) Il piede cavo (grado 1,2 und 3 – manca l’impronta del grado III)

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Per il tarso (p. 49 – 67)

Scivolamento plantare nell’articolazione tarsometatarsale I

“Test di 10”: Scivolamento tra astragalo e navicolare

“Test di 10”: Scivolamento tra astragolo e navicolare (simile per le articolazioni tra navicolare e cuneiforme e tra cuneiforme e metatarsale)

“Test di 10”: Scivolamento tra cuboide e metatarsale IV e V

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“Test di 10”: Scivolamento tra cuboide e cuneiforme laterale e navicolare

“Test di 10”: Scivolamento tra calcagno e cuboide

Valutazione dello scivolamento nella sottoastragalica

Trazione nella tibiotarsica

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Test della stabilità monopodalica, soprattutto della stabilità nel piano frontale

Mobilizzazione del cuboide in direzione plantare in relazione al navicolare e cuneiforme laterale (raramente indicato!)

Valutazione dello scivolamento tibiale-fibulare nell’articolazione sottoastragalica parte posteriore (spingere con il tenar = mobilizzazione in grado III che è raramente indicata)

Valutazione dello scivolamento tibiale-fibulare nell’articolazione sottoastragalica parte anteriore (spingere con il tenar = mobilizzazione in grado III che è raramente indicata)

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Scivolamento posteriore dell’astragalo

Massaggio funzionale del muscolo tibiale anteriore

Stretching del muscolo tricipite surrale

Localizzazione dei sintomi:

Dolore nel metatarso oppure nel retropiede:

a) arco mediale del piede: alzarlo allevia e

appiattirlo aumenta il dolore

b) tibiotarsica: alzare l’arco mediale del piede

aumenta la dorsiflessione nella tibiotarsica e

quindi il dolore; appiattire l’arco mediale del

piede diminuisce la dorsiflessione nella

tibiotarsica e quindi allevia il dolore

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Per il ginocchio (p. 67 – 81)

Schema della localizzazione dei sintomi: le articolazioni che possono influenzare/causare scatenare un dolore del ginocchio

Localizzazione dei sintomi:

Dolori in correlazione con

a) le strutture lunghe (p. es. neurali

muovi il rachide rispettivamente il collo)

b) l’anca o il rachide lombare ( muovi il

bacino in ante-/retroversione)

c) la femororotulea (muovi la rotola)

d) la femorotibiale (muovi la tibia)

e) la tibioperoneale (muovi la testa del

perone)

Valutazione della stabilità mediale

Valutazione della stabilità laterale

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Scivolamento distale della rotula

Valutazione dello scivolamento anteriore-posteriore della tibia

Segno della forza di gravità: valutazione di un eventuale cassetto posteriore

Valutazione classica del cassetto

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Valutazione dello scivolamento mediale della tibia

Valutazione dello scivolamento laterale della tibia

Valutazione della forza del muscolo quadricipite

Valutazione della lunghezza del muscolo retto femorale

Valutazione della lunghezza del retto femorale a) il rachide lombare compensa con lordosi b) il rachide lombare è stabile per l’estensione

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c) test secondo Thomas con appoggio della gamba per evitare che l’estensione dell’anca evochi dolore (e/o paura del dolore)

Valutazione della lunghezza dei muscoli ischiocrurali

Le stretching in 3 fasi: a) contrazione e b) rilassamento ripetuto c) stretching mantenuto (1-2 min e di più) d) stimolazione del muscolo antagonista

Massaggio funzionale dei muscoli ischiocrurali (parte mediale)

Massaggio funzionale dei muscoli ischiocrurali (parte laterale)

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Automobilizzazione della rotula con scivolamento distale

Massaggio funzionale del muscolo quadricipite

Scivolamento posteriore della tibia (parte mediale)

Scivolamento posteriore della tibia (parte laterale)

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Scivolamento posteriore del femore (parte mediale): vale come relativo scivolamento anteriore della tibia

Scivolamento posteriore del femore (parte laterale): vale come relativo scivolamento anteriore della tibia

Automobilizzazione con sciovolamento posteriore del femore (relativamente la tibia va in avanti) per migliorare l’estensione

Automobilizzazione con scivolamento posteriore della tibia per migliorare la flessione.

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Un inizio per esercizi di coordinazione: il paziente deve tenere il ginocchio stabile mentre il terapista cerca di muoverlo.

Valutazione della mobilità della testa del perone con scivolamento postero-mediale e antero-laterale

Sistema di sospensione per poter dondolare con il ginocchio nella fase acuta (con infiammazione per esempio)

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Per l’anca (p. 82 – 89)

Angolo di antetorsione: Nel taglio orizontale è visibile l’angolo tra il collo del femore e lasse che passa tra i due condili femorali: l’angolo di antetorsione. Normalmente è di ca. 12°. Un angolo superiore risulta in un aumento dell’intrarotazione – meccanicamente perché le forme ossee lo permettono. L’esame clinico rivela più intrarotazione (qui a destra 50°) e meno estrarotazione (qui 35°) rispetto al lato normale (qui sinistro), dove l’intrarotazione è di 35° e l’estrarotazione di 45°. La somma di intra- ed estrarotazione però è al incirca uguale a destra (85°) e sinistra (80°). Questo indica che i 50° d’intrarotazione a destra sono dovuti al grande angolo di antetorsione. La valutazione della sensazione finale deve però confermare questa interpretazione. La persona che ha un grande angolo di antetorsione cammina con più intrarotazione per meglio coprire la superficie cartilaginea della testa del femore con l’acetabolo.

Test di forza statica per i flessori dell’anca

Test di forza statica per gli estrarotatori dell’anca

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Test di forza statica per gli intrarotatori dell’anca

Massaggio funzionale degli adduttori dell’anca con la gamba flessa

Massaggio funzionale degli adduttori dell’anca con la gamba estesa (per esempio con una protesi)

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Massaggio funzionale degli abduttori

Massaggio di frizione (trasversale) degli abduttori

Massaggio di frizione (trasversale) degli adduttori

Massaggio di frizione (trasversale) dello psoas

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Autotrazione dell’anca in direzione caudale

Trazione laterale nell’anca

Scivolamento ventrale nell’anca in posizione di riposo

Scivolamento ventrale nell’anca fuori posizione di riposo

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Stretching del muscolo iliospsoas

Stretching del muscolo iliospsoas (presa alternativa)

Stretching del muscolo retto femorale

Stretching degli adduttori

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Stretching degli abduttori

Stretchning del muscolo tensore della fascia lata

Stretching del muscolo piriforme

Un inizio per esercizi di coordinazione: il paziente deve tenere l’anca stabile mentre il terapista cerca di muoverla in direzione di trazione (grado I).

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Un inizio per esercizi di coordinazione: il paziente deve tenere l’anca stabile mentre il terapista cerca di muoverla in direzione di compressione.

Un inizio per esercizi di coordinazione: ante- e retroversione del bacino