Voglio viaggiare su una nave per dipingere il mare...Voglio viaggiare su una nave per dipingere il...

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Voglio viaggiare su una nave per dipingere il mare Ringrazio Fred Cheney dell'agenzia canadese the Cruise People, Ltd, Don Mills Ontario, per avermi suggerito questo viaggio, dall'Europa agli Stati Uniti, attraversando quindi l'Atlantico per arrivare al Porto di Cleveland, Ohio, dopo aver navigato lungo il fiume San Lorenzo. La nave appartiene alla societa' Polacca, PZM, porta sei passeggeri oltre all'equipaggio. E' una nave di 35.000 tonnellate che trasporta lavorati industriali all'andata e stiva grano al ritorno. Ringrazio l'amica e giornalista Dina Bara, le amiche Patriza Binda, Silvia Sereni, Daniela Pochettino che mi hanno sostenuta in questa idea fin dall'inizio. Ringrazio in particolar modo la giovane giornalista Roberta Giaconi che ha fatto da ponte con le amiche milanesi per trovare l'agenzia piu' adatta. Sono due le ragioni importanti per cui anni fa, nel 2006, ho pensato di fare un viaggio simile, di attraversare l'Atlantico, possibilmente su una nave commerciale. La prima ha a che fare con la volonta' di curiosare realta' diverse dalla mia. Il mio lavoro non dà tregua, appartiene ormai da un po' di anni alla mia vita e come un vecchio foto reporter m'inserisco in realta' non mie, guardandole da una certa distanza. Nel 1993, studente della New York Film Academy, allora appena aperta, dormivo in un piccolo albergo per marinai di passaggio che aspettavano di avere un lavoro sulle navi dei porti di New York e del New Jersey. Lì ho conosciuto il pastore William Fensterer, direttore della German Seaman Mission, un'agenzia della Chiesa Luterana tedesca che ha chiuso da pochi giorni la sua sede new yorkese. Proprio in questo ostello, il Seafarers International House, oggi un buon albergo conosciuto a livello internazionale, mi e' nata la curiosta' di scoprire una realta' di lavoro e di vita, non poi molto lontana da quella dei cantieri in cui lavorava mio padre. Ho conosciuto cuochi filippini, capitani croati, tedeschi, polacchi. Nel 2006 ho realizzato un dvd, ‘Church at Sea’, e ho desiderato come i bambini di salire su quelle grandi navi, per lo piu' bananiere, per girare il mondo e sentire le storie di quella gente che ci lavorava. Non l'ho fatto per molti anni, perche' avevo altri progetti. Non l'ho fatto perche' la realta' non e' mai come la vedo io. Il presidente di una nota societa' di navigazione mi aveva gia' avvisato delle difficolta' che s'incontrano in viaggi che una volta erano abbastanza frequentati anche dai turisti. Traffico d'armi di droga, pirateria, e troppi papers da compilare hanno inciso, pare, sul taglio dei passeggeri sulle navi commerciali. Molti fanno viaggi anche piu' estremi e non si preoccupano di farli diventare una scuola d'espressione artistica. Molti fanno questi viaggi per ragioni spirituali, per sfidare se stessi o semplicemente per uscire dalla routine. Se non fosse stato per il documentario filmato nel 2006, a me non sarebbe mai venuto in mente di fare un viaggio simile. Non sono un’appassionata naturalista, ma mi meraviglio ancora di quello che vedo. Certe terre fredde e lontane come il Labrador e Terra Nova le ho viste tante volte dall'aereo, ma sognavo di vederle da vicino. Dal punto di vista dell'arte, ci sono aspetti che voglio sperimentare e a modo mio, con la "mia arte" come si dice adesso, in mancanza di un riferimento stilistico collettivo. Non penso che un'esperienza di 16

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Voglio viaggiare su una nave per dipingere il mare Ringrazio Fred Cheney dell'agenzia canadese the Cruise People, Ltd, Don Mills Ontario, per avermi suggerito questo viaggio, dall'Europa agli Stati Uniti, attraversando quindi l'Atlantico per arrivare al Porto di Cleveland, Ohio, dopo aver navigato lungo il fiume San Lorenzo. La nave appartiene alla societa' Polacca, PZM, porta sei passeggeri oltre all'equipaggio. E' una nave di 35.000 tonnellate che trasporta lavorati industriali all'andata e stiva grano al ritorno. Ringrazio l'amica e giornalista Dina Bara, le amiche Patriza Binda, Silvia Sereni, Daniela Pochettino che mi hanno sostenuta in questa idea fin dall'inizio. Ringrazio in particolar modo la giovane giornalista Roberta Giaconi che ha fatto da ponte con le amiche milanesi per trovare l'agenzia piu' adatta.

Sono due le ragioni importanti per cui anni fa, nel 2006, ho pensato di fare un viaggio simile, di attraversare l'Atlantico, possibilmente su una nave commerciale. La prima ha a che fare con la volonta' di curiosare realta' diverse dalla mia. Il mio lavoro non dà tregua, appartiene ormai da un po' di anni alla mia vita e come un vecchio foto reporter m'inserisco in realta' non mie, guardandole da una certa distanza. Nel 1993, studente della New York Film Academy, allora appena aperta, dormivo in un piccolo albergo per marinai di passaggio che aspettavano di avere un lavoro sulle navi dei porti di New York e del New Jersey. Lì ho conosciuto il pastore William Fensterer, direttore della German Seaman Mission, un'agenzia della Chiesa Luterana tedesca che ha chiuso da pochi giorni la sua sede new yorkese. Proprio in questo ostello, il Seafarers International House, oggi un buon albergo conosciuto a livello internazionale, mi e' nata la curiosta' di scoprire una realta' di lavoro e di vita, non poi molto lontana da quella dei cantieri in cui lavorava mio padre. Ho conosciuto cuochi filippini, capitani croati, tedeschi, polacchi. Nel 2006 ho realizzato un dvd, ‘Church at Sea’, e ho desiderato come i bambini di salire su quelle grandi navi, per lo piu' bananiere, per girare il mondo e sentire le storie di quella gente che ci lavorava. Non l'ho fatto per molti anni, perche' avevo altri progetti. Non l'ho fatto perche' la realta' non e' mai come la vedo io. Il presidente di una nota societa' di navigazione mi aveva gia' avvisato delle difficolta' che s'incontrano in viaggi che una volta erano abbastanza frequentati anche dai turisti. Traffico d'armi di droga, pirateria, e troppi papers da compilare hanno inciso, pare, sul taglio dei passeggeri sulle navi commerciali.

Molti fanno viaggi anche piu' estremi e non si preoccupano di farli diventare una scuola d'espressione artistica. Molti fanno questi viaggi per ragioni spirituali, per sfidare se stessi o semplicemente per uscire dalla routine. Se non fosse stato per il documentario filmato nel 2006, a me non sarebbe mai venuto in mente di fare un viaggio simile. Non sono un’appassionata naturalista, ma mi meraviglio ancora di quello che vedo. Certe terre fredde e lontane come il Labrador e Terra Nova le ho viste tante volte dall'aereo, ma sognavo di vederle da vicino. Dal punto di vista dell'arte, ci sono aspetti che voglio sperimentare e a modo mio, con la "mia arte" come si dice adesso, in mancanza di un riferimento stilistico collettivo. Non penso che un'esperienza di 16

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giorni per mare, tutto sommato alla portata di molti, mi cambi la vita o mi faccia fare chissa' quali capolavori. Voler dipingere il mare non vuol dire per forza dipingere paesaggi: e' un concetto simbolico e vuol dire prendersi delle liberta', fuori dagli schemi di un sistema dove l'arte e' divertente ma, a volte, ripetitiva. Dipingere e', poi, un modo di pensare a colori. Ho gia' trovato alcuni concetti pittorici su cui iniziare. Per esempio l'uso della profondita' di campo in senso cinematografico, al posto della prospettiva usata in senso grafico. Un'idea gia' applicata alla serie della Battaglia di Anghiari.

Da un punto di vista letterario, mi piace l'idea di considerare la nave come la pancia della balena: piu' Pinocchio che Giona. Una metafora troppo importante, quella descritta nella Bibbia. Interessante anche l'interpretazione di Ulisse di Dante. Si entra insomma in una vastissima area letteraria, piu' che pittorica, dove il mare e' stato visto, quasi sempre dalla costa, da una certa distanza. La luce del mare in burrasca da Turner a Van Gogh. Lo spazio infinito da Fussli a Frederich e Winslow Homer. Mi piacerebbe cambiare questo punto di vista. O meglio, scoprire un altro punto di vista. Una presunzione come quella di Ulisse in Dante, quella di osare troppo, di uscire dalle colonne d'Ercole, cioe' dal mio usuale backgorund. Vedremo. Difficile, oggi, pensare di ritrovare nel viaggio una dimensione epica, ma e' pur sempre un'avventura e un tentativo di lasciarsi un vecchio mondo alle spalle. Mappe Queste sono le rotte che le navi della PZM di solito seguono per arrivare ai Grandi Laghi, dopo aver salpato dal porto di Ijmuiden, nel nord dell'Olanda, vicino ad Amsterdam:

North Sea Canal, La Manica, l'Oceano Atlantico fino alle coste di Terranova e Labrador Orientale.

Le sei chiuse del fiume San Lorenzo che costituiscono il canale navigabile o Saint lawrence Seaway. Le 7 chiuse centrali piu' quella del porto di Colburne, del Canale Welland al di sopra delle cascate del Niagara, prima di entrare nel lago Erie e arrivare al porto di Cleveland, Ohio.

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Questa e' la lista degli amici che hanno reso possibile questo viaggio, acquistando un pezzo ciascuno dell'edizione speciale di dipinti di piccole dimensioni. Dina Bara, giornalista di Prima Comunicazione, Milano. Roberta Giaconi, giornalista all' Italian Press di Melbourne, Australia. Silvia Sereni, giornalista e consulente editoriale, Milano. Patrizia Binda, amica e collezionista, Milano. Beppe Finessi, storico del design direttore della rivista Inventario, Milano. Giulia Lazzarini, imprenditore, Bologna. Massimo Maracci, direttore di Cultura Italiana, Bologna. Dario Canali, sindacalista, Roma. Diana Massarotto, architetto, Roma. Daniela Pochettino, responsaible della discothèque Bibliothèque Faidherbe, Parigi. Maria Lucia Ferraguti, critica d'arte, Vicenza. Dario Trento, storico e critico d'arte, Milano. Giuseppe Furghieri, musicologo, Parigi. Annie Conti, insegnante, Parigi. Valeria Lalli, insegnante alla scuola Europea di Bruxelles, Belgium. Pasquale Alferj, editore, Milano. Emi Ligabue, artista, Milano. Guglielmo Stagni, erpetologo e ambientalista, Bologna. Anna Hilbe, amica e collezionista, Bologna. Alberta Emiliani, psicologa, Bologna. Mattia Filiaci, manager al Credit Suisse, New York. Marco Tartarini, cooperazione italiana, Goma, Congo. Claudio Lapesa, artista, Milano. Giovanni Meda Riquier, storico dell'arte, Milano. Camillo Zadra, direttore del Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto.

Mirella Galletti, docente di Storia dei Paesi Islamici, Seconda Universita' di Napoli. Emanuele Prinetti, imprenditore, Milano. Luisa Muraro, filosofa, Milano. Renata Sarfati, traduttrice, Milano. Silvio Sarfati, imprenditore, Milano. Corrado Levi, artista , Milano. Niccolo' Basso, studente IUAV, Milano. Marco Romanelli, designer, Milano. Giuseppe Zappeloni, editore, Milano. Sandra Bohm, imprenditrice, Milano. Elisa Sighicelli, artista, Torino. Daniela Borzone, archivio Studio Romanelli, Milano. Yula Sambuy, biologa, Roma. Sara Levi, archeologa, docente all'Universita' di Modena. Stefania Giannotti, trattoria Ponterosso, Milano. Mario Della Vedova, artista, Milano. Victor Uckmar, avvocato, Genova. Michele Calzavara, architetto e giornalista, Milano. Anna Barile e Antonio Ottoboni, studio 8&A, Milano Mirta Carroli, artista, Bologna. Federico Sardella, curatore e critico d'arte, Milano. Massimo Jacoboni, producer, New York. Giulio Lacchini, artista, editore, Cremona. Simona Manfredini, pubbliche relazioni ANICA, Milano. Elvira  Lombardi,  avvocato,  San  Remo.  Romana  Finessi,  insegnante,  Milnao.  La  Grande  Illusion,  edizioni,  Pavia.  Fabio  Novembre,  architetto,  Milano.  Giorgio  Mazzocchi,  operatore  d'arte,  Parma.  Vanessa  Fusco,  art  historian,  New  York.  

   

   

 Nell'estate del 2011, a New York, ho incontrato un giovane poeta e musicista, Charles Edmund Brigg di Sidney, Australia. Abbiamo fatto quattro chiacchiere sul modo di vivere degli artisti Dopo alcuni giorni mi ha spedito il link di un suo pezzo. Mi e' piaciuto molto e gli ho chiesto di scrivermi parole e musica per il mio video - giornale, che, assieme ai dipinti, costituira' una parte importante di questo progetto.

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Gustave Courbet, 1854. La spiaggia a Palavas.

L'Homme et la mer Homme libre, toujours tu chériras la mer! La mer est ton miroir; tu contemples ton âme Dans le déroulement infini de sa lame, Et ton esprit n'est pas un gouffre moins amer. Tu te plais à plonger au sein de ton image; Tu l'embrasses des yeux et des bras, et ton coeur Se distrait quelquefois de sa propre rumeur Au bruit de cette plainte indomptable et sauvage. Vous êtes tous les deux ténébreux et discrets: Homme, nul n'a sondé le fond de tes abîmes; Ô mer, nul ne connaît tes richesses intimes, Tant vous êtes jaloux de garder vos secrets! Et cependant voilà des siècles innombrables Que vous vous combattez sans pitié ni remords, Tellement vous aimez le carnage et la mort, Ô lutteurs éternels, ô frères implacables! Charles Baudelaire