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V 21 giugno Luigi glio primogenito di Ferrante Gonzaga nasce a Casti- glione delle Stiviere il 9 marzo 1568. Egli non era solo un pag- getto grazioso e fragile, orante e penitente, ma un giovane intel- ligente, ricco di sensibilità e di forza che rinunciò all’eredità dei Gonzaga. La madre, contessa e donna di cultura e di fede, lo educa alla preghiera e alla cari- tà. Luigi prega e ama i poveri, si rende conto della corruzione di corte, è capace di difendere il suo cattolicesimo, svergognan- do, anche, un vecchio signore dedito alle parolacce. Nelle sue scelte è guidato da grandi ideali! Nel 1577-78, insieme al fratel- lo Rodolfo, è accolto alla corte di Francesco de’ Medici a Fi- renze e lì davanti alla santissima Annunziata si consacra alla Ma- donna. Il 22 luglio 1580 riceve la prima comunione dal cardina- le Carlo Borromeo. D’ora in poi la sua vita segue gli Esercizi spi- rituali di sant’Ignazio. Il padre Ferrante è incaricato da Filippo II di accompagnare a Lisbo- na sua sorella Maria d’Austria, vedova di Massimiliano II. Dal 1581 Luigi vive a Madrid e in quella città la sua vocazione si precisa. Il 29 marzo 1583 terrà un suo discorsetto in latino da- vanti al re. Nell’agosto del 1583, davanti alla Madonna del Buon Consiglio nella chiesa del col- legio della Compagnia di Gesù, Luigi è certo che il Signore lo vuole gesuita. La madre è con- tenta mentre il padre oppone grosse difcoltà. Luigi è con- vinto, ma accetta di rimandare la decisione al ritorno in Italia. Finalmente Ferrante cede e il 2 novembre 1585 Luigi rma a Mantova l’atto di rinunzia al marchesato a favore del fratello Rodolfo. Si trasferisce a Roma ospite di suo cugino, monsignor Scipione Gonzaga. Da una let- tera di Ferrante, sappiamo che Maggio-Giugno 2012 - Anno XLIX - numero 3 www.parrocchiaditarzo.it Bollettino Parrocchiale di Tarzo Arfanta Corbanese Voce amica Sommario Comunità cristiana 1-4 Cronaca locale 5-8 Notizie dal Comune 9 Arfanta: paese mio 10-11 Voce di Corbanese 12-13 Parrocchia di Tarzo 14-19 Alpini 20 Ricordi 21 Anagrafe 22-23 Offerte-Angolo dei ricordi 24 IL VANGELO LA BARCA CHE CI SALVA Nel Vangelo di Marco si racconta di una barca che sta attraversando il lago di Galilea, a bordo ci sono Gesù con i suoi discepoli. Gesù non affronta la traversata da solo, non avrebbe avuto bisogno della barca, ma in compagnia dei suoi amici. Mentre la barca si trova in mezzo al lago si scatena una tempesta che minaccia di farla affondare, i discepoli impauriti gridano: Maestro svegliati e salvaci. Gesù interviene: ferma il vento e le onde si placano. Quella barca in balia delle onde simbolicamente rappresenta la vita di ciascuno di noi, il Signore è al nostro fianco, ma spesso non ce lo ricordiamo e lo lasciamo dormire. La vita ci riserva gioie e dolori, giornate serene e tempestose. Viviamo in mezzo a gelosie, rivalità, disgrazie, passioni, arrivismi che turbano il nostro animo. Ci sono i tempi difficili in cui non ci sentiamo più padroni del nostro futuro. E’ il tempo della malattia, della mancanza dell’essenziale per vivere. Ad alimentare ulteriori paure vi sono, poi, le tempeste che agitano il mondo, in cui spirano venti di violenza, di sopraffazione, di insicurezza, di odio; eventi che ci turbano e a volte basta una piccola debolezza per impedirci di andare avanti. Quando tutto sembra crollarci addosso e ci fa pensare che siamo prossimi al naufragio, dove possiamo trovare la salvezza? Nel brano del Vangelo sopra ricordato troviamo scritto: Non avete ancora fede? Cristo ci salverà dal naufragio, ma dobbiamo avere fede. Molte volte, noi cristiani, ci lasciamo dominare dagli eventi, per paura o per sconforto e ci dimentichiamo di Gesù, lo lasciamo dormire; lasciamo chiuse le pagine del Vangelo. Gesù dorme a causa della nostra ignavia. La forza degli elementi sul lago di Tiberiade è simile a quella dei nostri dubbi e della nostra rassegnazione. Noi cristiani siamo diventati afoni, presenti ovunque ma poco incisivi e mal sopportati, senza il coraggio della speranza di cui dobbiamo essere portatori. Dobbiamo scuotere il nostro torpore di cristiani con poche certezze, dobbiamo riprendere in mano il Vangelo, viverlo e mostralo senza paura. Ed allora nelle difficoltà della nostra esistenza, come un tempo sul lago di Tiberiade, Gesù che è vicino calmerà il vento e si farà bonaccia. Già i Padri della chiesa dicevano che Gesù sulla barca dorme quando gli uomini non interrogano più la sua parola, quando sono lontani dal Vangelo. Già il profeta Malachia scriveva: “Voi avete stancato il Signore quando esclamate: Dove è il Dio della giustizia?”(Mal. 2,17) Noi di fronte alle disgrazie, come i non credenti, ci arroghiamo il diritto di chiedere a Dio: Perché permetti questo? Dove sei o Dio? Ma Dio, che non vuole il male di nessuno, interviene se la nostra preghiera è sincera ed allora, come accadde con il fedele Giobbe, mostrerà la sua potenza dominando gli eventi. d.F. 21 i Luigi Gonzaga UN SANTO AL MESE

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«Voce amica»

21 giugno

Luigi fi glio primogenito di Ferrante Gonzaga nasce a Casti-glione delle Stiviere il 9 marzo 1568. Egli non era solo un pag-getto grazioso e fragile, orante e penitente, ma un giovane intel-ligente, ricco di sensibilità e di forza che rinunciò all’eredità dei Gonzaga. La madre, contessa e donna di cultura e di fede, lo educa alla preghiera e alla cari-tà. Luigi prega e ama i poveri, si rende conto della corruzione di corte, è capace di difendere il suo cattolicesimo, svergognan-do, anche, un vecchio signore dedito alle parolacce. Nelle sue scelte è guidato da grandi ideali!

Nel 1577-78, insieme al fratel-lo Rodolfo, è accolto alla corte di Francesco de’ Medici a Fi-renze e lì davanti alla santissima Annunziata si consacra alla Ma-donna. Il 22 luglio 1580 riceve la prima comunione dal cardina-le Carlo Borromeo. D’ora in poi la sua vita segue gli Esercizi spi-rituali di sant’Ignazio. Il padre Ferrante è incaricato da Filippo II di accompagnare a Lisbo-na sua sorella Maria d’Austria, vedova di Massimiliano II. Dal

1581 Luigi vive a Madrid e in quella città la sua vocazione si precisa. Il 29 marzo 1583 terrà un suo discorsetto in latino da-vanti al re. Nell’agosto del 1583, davanti alla Madonna del Buon Consiglio nella chiesa del col-legio della Compagnia di Gesù, Luigi è certo che il Signore lo vuole gesuita. La madre è con-tenta mentre il padre oppone grosse diffi coltà. Luigi è con-vinto, ma accetta di rimandare la decisione al ritorno in Italia.

Finalmente Ferrante cede e il 2 novembre 1585 Luigi fi rma a Mantova l’atto di rinunzia al marchesato a favore del fratello Rodolfo. Si trasferisce a Roma ospite di suo cugino, monsignor Scipione Gonzaga. Da una let-tera di Ferrante, sappiamo che

Maggio-Giugno 2012 - Anno XLIX - numero 3 www.parrocchiaditarzo.it

Bollettino Parrocchiale di

TarzoArfantaCorbanese

Voce amica

S o m m a r i o

Comunità cristiana 1-4Cronaca locale 5-8Notizie dal Comune 9Arfanta: paese mio 10-11Voce di Corbanese 12-13

Parrocchia di Tarzo 14-19Alpini 20Ricordi 21Anagrafe 22-23Offerte-Angolo dei ricordi 24

IL VANGELOLA BARCA CHE CI SALVA

Nel Vangelo di Marco si racconta di una barca che sta attraversando il lago di Galilea, a bordo ci sono Gesù con i suoi discepoli. Gesù non affronta la traversata da solo, non avrebbe avuto bisogno della barca, ma in compagnia dei suoi amici. Mentre la barca si trova in mezzo al lago si scatena una tempesta che minaccia di farla affondare, i discepoli impauriti gridano: Maestro svegliati e salvaci. Gesù interviene: ferma il vento e le onde si placano.

Quella barca in balia delle onde simbolicamente rappresenta la vita di ciascuno di noi, il Signore è al nostro fi anco, ma spesso non ce lo ricordiamo e lo lasciamo dormire.

La vita ci riserva gioie e dolori, giornate serene e tempestose. Viviamo in mezzo a gelosie, rivalità, disgrazie, passioni, arrivismi che turbano il nostro animo. Ci sono i tempi diffi cili in cui non ci sentiamo più padroni del nostro futuro. E’ il tempo della malattia, della mancanza dell’essenziale per vivere.

Ad alimentare ulteriori paure vi sono, poi, le tempeste che agitano il mondo, in cui spirano venti di violenza, di sopraffazione, di insicurezza, di odio; eventi che ci turbano e a volte basta una piccola debolezza per impedirci di andare avanti.

Quando tutto sembra crollarci addosso e ci fa pensare che siamo prossimi al naufragio, dove possiamo trovare la salvezza?

Nel brano del Vangelo sopra ricordato troviamo scritto: Non avete ancora fede?

Cristo ci salverà dal naufragio, ma dobbiamo avere fede.Molte volte, noi cristiani, ci lasciamo dominare dagli eventi,

per paura o per sconforto e ci dimentichiamo di Gesù, lo lasciamo dormire; lasciamo chiuse le pagine del Vangelo.

Gesù dorme a causa della nostra ignavia.La forza degli elementi sul lago di Tiberiade è simile a quella

dei nostri dubbi e della nostra rassegnazione.Noi cristiani siamo diventati afoni, presenti ovunque ma poco

incisivi e mal sopportati, senza il coraggio della speranza di cui dobbiamo essere portatori.

Dobbiamo scuotere il nostro torpore di cristiani con poche certezze, dobbiamo riprendere in mano il Vangelo, viverlo e mostralo senza paura.

Ed allora nelle diffi coltà della nostra esistenza, come un tempo sul lago di Tiberiade, Gesù che è vicino calmerà il vento e si farà bonaccia.

Già i Padri della chiesa dicevano che Gesù sulla barca dorme quando gli uomini non interrogano più la sua parola, quando sono lontani dal Vangelo.

Già il profeta Malachia scriveva: “Voi avete stancato il Signore quando esclamate: Dove è il Dio della giustizia?”(Mal. 2,17)

Noi di fronte alle disgrazie, come i non credenti, ci arroghiamo il diritto di chiedere a Dio: Perché permetti questo? Dove sei o Dio?

Ma Dio, che non vuole il male di nessuno, interviene se la nostra preghiera è sincera ed allora, come accadde con il fedele Giobbe, mostrerà la sua potenza dominando gli eventi.

d.F.

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Luigi GonzagaUN SANTO AL MESE

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pagina 2 Maggio-Giugno 2012«Voce amica»

È tempo di decidere cosa fare nella vita

Anche per Giovanni la preoc-cupazione del denaro, del pesare il meno possibile su sua madre, è una preoccupazione costante. Con le ripetizioni al fi glio di Lu-cia e i servizi più umili è riusci-to a contenere la pensione. Dal Pianta accetta qualunque lavoro, e tutti sanno che le ripetizioni le fa molto bene e a prezzi straccia-ti. Chiedere denaro a sua madre gli costa sempre di più.

Nell’aprile 1834 si avvia a compiere 19 anni e a terminare l’anno di “umanità”. E’ tempo di decidere che cosa vuole fare nella vita. Con gli studi che ha compiuto può entrare come im-piegato nello studio di un avvo-cato o di un notaio. Può concor-rere alla «patente» (= diploma) di insegnante nelle scuole inferiori, o inserirsi tra gli impiegati comu-nali.

Scrive nelle sue Memorie: «Il sogno di Morialdo mi stava sempre impresso; anzi, mi si era altre volte rinnovato in modo as-sai più chiaro, per cui volendoci prestar fede, dovevo scegliere lo stato ecclesiastico, cui appun-to mi sentiva propensione». Ma per diventar sacerdote occorreva ancora un anno di scuola pubbli-

ca («retorica»), poi bisognava entrare in Seminario e compiere altri sei anni di studio ad alto li-vello. Studi impegnativi (e que-sto non gli costava) e costosi (e questo lo metteva in grave imba-razzo). Non se la sentiva di dire a sua madre che ormai sfi orava i 50 anni e spaccava il soldo in quattro: «Mantienimi ancora per sette anni».

Dopo averci pensato a lungo, negli ultimi giorni di aprile fece una camminata fi no a Castelnuo-vo, si presentò al suo parroco don Dassano e gli chiese i documenti necessari per entrare tra i France-scani di Chieri. Il parroco cadde dalle nuvole: «Giovanni Bosco in convento? Ma ci hai pensa-to bene? Ne hai parlato con tua madre?». Giovanni gli espose tutto ciò che aveva pensato: non se la sentiva di affrontare ancora sette anni di studio senza alcuna entrata. Le rette da pagare ogni mese sarebbero state alte, e sua madre era sui cinquant’anni, suo fratello aveva ormai una fi glioli-na da mantenere, e presto sareb-bero arrivati altri bambini. Disse anche che aveva parlato con al-cuni padri francescani di Chieri: lo avrebbero accettato volentie-ri, avrebbe potuto compiere con calma i suoi studi e diventare

sacerdote francescano. Dal mo-mento dell’entrata in convento non avrebbe più dovuto sborsare una lira.

«Voglio andare a parlare con tua madre»

Don Dassano sentiva quei ra-gionamenti, ma pensava una cosa completamente diversa. Pensava che Margherita, dopo aver tri-bolato tutti quegli anni perché Giovanni diventasse prete, ave-va diritto che suo fi glio non la piantasse in asso proprio adesso. Il quarto comandamento: «Ama tuo padre e tua madre», esisteva anche per Giovanni Bosco. Una robusta parrocchia, dove lui fos-se un bravo parroco e sua madre potesse passare gli ultimi anni di vita in pace, gli sembrava una conclusione onorata e secondo quanto Dio comanda. Una tonaca da frate e un’obbedienza che lo avrebbe spedito chissà dove, gli sembravano un brutto scherzo per quella donna anziana.

Disse a Giovanni: «Prima di darti i documenti, voglio andare a parlare con tua madre».

Appena potè, salì alla cascina del Sussambrino, e davanti a un buon bicchiere di vino (come al-lora si usava) parlò chiaro e ton-do a Margherita: «Giovanni mi ha chiesto i documenti per entra-re tra i Francescani. Lo accette-rebbero volentieri e gli farebbero terminare gratis i suoi studi. Sia chiaro che non ho niente in con-trario, anche se Giovanni mi pare più adatto a lavorare in una par-rocchia perché sa farsi voler bene dalla gente. Ma voglio parlarvi chiaro, Margherita. Voi non siete ricca, e siete ormai avanti negli anni. Un fi glio parroco, quando non potrete più lavorare, potrà darvi una mano. Ma un fi glio fra-te, per voi sarà perso. Sono con-vinto che dovete sconsigliarlo da questa decisione, e mi pare di dirlo per il vostro bene».

(continua)

MAMMA MARGHERITAMAMMA MARGHERITA continuazione Rosario nel mese di maggioPiccola catechesi

La chiesa di Vittorio Veneto, se-guendo l’indicazione offerta dal Vescovo Corrado attraverso i pia-ni pastorali diocesani per gli anni 2008/2009 – 2009/2010 – 2010/2011, ha riscoperto il fondamento che ha il Sacramento del Battesimo per ogni cristiano. Con il dono del Battesimo siamo “innestati” nel mistero della morte e risurrezione di Gesù, come i tralci alla vite; diventiamo persone nuove, con una nuova dignità, ossia quella di fi gli di Dio. Nello stesso tempo, uniti tutti a Cristo, siamo fra-telli tra di noi, ossia Chiesa. Ad ogni battezzato il Signore ha affi dato il compito di andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo ad ogni cre-atura. Ognuno di noi è quindi chia-mato alla “missione” affi nchè tutti gli uomini conoscano il Signore. Il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha rifl ettuto molto sul signifi cato di mis-sione nel nostro contesto di Chiesa parrocchiale chiamata ad una “nuo-va evangelizzazione” e soprattutto ad “andare verso le persone”. Da queste premesse è nata la proposta di offrire l’annuncio della Parola di Dio proprio a casa della gente, cogliendo l’occa-sione con la preghiera del Rosario nel mese di maggio dei vari gruppi della parrocchia. Come diacono mi sono messo a disposizione per incontrar-mi con i gruppi del Rosario che ne avesse fatto richiesta. Così è partita l’esperienza di fede di una “piccola catechesi” durante il Rosario.

Come testo mi sono ispirato agli Atti degli Apostoli (8, 26-40).

In quei giorni, un angelo del Signo-re parlò a Filippo e disse: Alzati e va’ verso il mezzogiorno, sulla strada che scende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta. Egli si alzò e si mise in cammino, quand’ecco un Etiope, eunuco, funzionario di Candace, re-gina di Etiopia, amministratore di tut-ti i suoi tesori, che era venuto per il culto a Gerusalemme, stava ritornan-do, seduto sul suo carro, e leggeva il profeta Isaia. Disse allora lo Spirito a Filippo: Va’ avanti e accostati a quel carro. Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse:

Luigi il 23 novembre 1585 è ricevuto da papa Sisto V. Dopo un breve soggiorno a Napoli per ragioni di salute, si trasfe-risce al Collegio Romano per concludere gli studi di fi losofi a e di teologia; nel 1588 riceve gli ordini minori in San Giovanni in Laterano. Nel settembre del 1589, su consiglio del Padre Bellarmino e del Padre Acqua-viva, Luigi va a riappacifi care suo fratello Rodolfo con il duca di Mantova.

Con l’occasione tiene un di-scorso sull’eucaristia che porta molta gente alla confessione e, sulla via del ritorno verso Roma, entusiasma gli studenti di Siena parlando loro di Cri-sto-Re. Nel febbraio 1591 scop-pia a Roma un’epidemia di tifo petecchiale e Luigi è fra i primi volontari. Il 3 marzo trasporta a spalle un appestato all’ospedale

della Consolazione; la malattia con forte febbre lo avvolge e lo avvierà alla morte, vero “marti-re di carità”. Consapevole della prossima fi ne con una struggen-te lettera, il 10 giugno, prende commiato dalla madre. Muore il 21 giugno 1591 a soli 23 anni.

Nel 1726 Papa Benedetto XIII lo proclama Santo. Il suo corpo è custodito nella Chiesa di Sant’Ignazio a Roma, il capo invece, è custodito nella Basili-ca a lui dedicata, nella sua città natale, Castiglione delle Stivie-re.

Di lui Paolo VI disse: “Luigi concepì la sua esistenza come un dono da spendere per gli altri”; e Giovanni Paolo II nel giugno 1991: “Il Padre miseri-cordioso ha concesso a Luigi d’immolare la sua giovinezza in un servizio eroico di carità fraterna”.

(Segue dalla prima pagina)

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«Voce amica» pagina 3

182. GREGORIO X, Beato, 1.9.1271, 27.3.1272 – 10.1.1276Dopo la morte di Clemente IV i cardinali si mani-

festarono divisi per le differenti posizioni nei con-fronti di Carlo d’Angiò, che divenuto re di Sicilia

(1266-1285) era determinato a estendere il suo dominio sull’Italia centrale e settentrionale. Il con-clave che si teneva nel palazzo pontifi cio di Viterbo, durò quasi tre anni, nonostante le sollecitazioni.

Sostenuti dal cardinale francescano Bonaventura da Bagnoregio, i viterbesi scoperchiarono il tetto del palazzo e diminuirono progressivamente il vitto agli elettori riuniti. Fu eletto Tebaldo Visconti Piacenza (1210); non era neppure vescovo ma solo arcidiacono di Liegi e si trovava in Palestina, a San Giovanni d’Acri, come cappel-lano dei crociati (VII Crociata). Tebaldo accettò, sbarcò a Brindisi e arrivò il 27 marzo 1272 a Roma, venne ordinato vescovo e prese il nome di Gregorio X.

Si preoccupò di ripristinare l’unità con la Chiesa di Costantino-poli e organizzare una crociata.

Per questo indisse il 1 maggio 1272 il II Concilio di Lione, che si svolse solo il 7 maggio 1274 sotto la guida di Bonaventura da Bognoregio, quando tutti i vescovi furono arrivati. Durante il suo viaggio veros Lione si adoperò per stabilire la pace fra le varie fa-zioni nelle città italiane. Tomaso d’Aquino, partito dal suo convento di Fossanova non potè parteciparvi perché morì durante il viaggio.. Il documento conclusivo della riunione delle due chiese non ebbe alcun esito pratico.

Questo papa lasciò anche alcune norme per il Conclave che riduceva il vitto ai cardinali di un terzo al giorno fi no al digiuno completo se entro tre giorni il nuovo papa non fosse stato eletto. Gregorio X morì ad Arezzo il 10 gennaio 1276, mentre stava rien-trando a Roma.

183. INNOCENZO V, beato, 21.1.1276 – 22.6.1276Entrato giovanissimo nell’ordine domenicano, nato (ca.1225) a

Champigny (Savoia), Pietro di Tarantasia aveva studiato teologia a Parigi con Tommaso d’Aquino e conseguendo il dottorato in te-ologia nel 1259. Collega e amico di Alberto Magno, scris-se molte opere di teologia con il titolo di “doctor fa-mosissimus”. Arcivrewcovo di Lione (1272), cardinale e vescovo di Ostia e Velletri (1273), decano del sacro Collegio e collaboratore di Gregorio X, venne eletto alla unanimità con il nome di Innocenzo V. Fu il primo papa dell’ordine domenicano. Si adoperò a riconcilia-re Pisa con le altre città toscane e Genova con Carlo d’Angiò. Si impegnò a favorire la difesa dei cristiani di Spagna contro i mori e organizzò una crociata. Morì a Roma il 22 giugno 1276 e nel 1898 fu proclamato beato da Leone XIII.

I PAPI DELLA CHIESA

mani-on-a

o onza ono di ri come cappel

scris-fa-e

o

ato

PREGHIERA ALLA MADONNA DEL CARMINE

O Vergine Ss.ma del Monte Carmelo,che con tante grazie hai chiamato numerosifedeli al tuo santuario a celebrare le tue lodi e a ricevere la tua benedizione, ascolta le nostre fi duciose preghiere,e volgi lo sguardo sopra noi che t’invochiamo.La nostra vita ha bisogno del tuo aiutoche ci guidi e ci conforti nel cammino d’ogni giorno.O Vergine Maria, Madre di misericordia,salute degli infermi, rifugio dei peccatori,consolatrice degli affl itti, tu conoscii nostri bisogni, le nostre pene, le nostre sofferenze, i nostri desideri.

Ottienici con la tua materna intercessionele grazie che ti domandiamo…Confortaci nelle nostre diffi coltà.Aiutaci a credere nel tuo Figlio Gesù.Insegnaci a praticare le virtù cristiane.O Madre dolcissima del Carmelo: soccorrici in vita, assistici in morte; libera quanto prima le anime del Purgatorioe facci con loro tuoi fratelli nella Patria del cielo.Amen

Capisci quello che stai leggendo? Egli rispose: E come potrei capi-re, se nessuno mi guida?. E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui. Il passo della scrittura che stava leggendo era questo: ”Come una pecora egli fu condotto al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, la sua discendenza chi potrà descriverla? Poiché è sta-ta recisa dalla terra la sua vita”. Rivolgendosi a Filippo, l’eunuco disse: Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stes-so o di qualcun altro? Filippo, prendendo la parola e partendo da quel passo della Scrittura, annun-ciò a lui Gesù. Proseguendo lun-go la strada, giunsero dove c’era dell’acqua e l’eunuco disse: Ecco, qui c’è dell’acqua; che cosa impe-disce che io sia battezzato?. Fece fermare il carro, e scesi nell’ac-qua, Filippo lo battezzò. Quando risalirono dall’acqua, lo Spirito del Signore rapì Filippo e l’eunuco non lo vide più; pieno di gioia pro-seguiva la sua strada. È un primo annuncio del Vangelo. I personag-gi del brano, a prima vista, sem-brano due: Filippo e l’Etiope; ma il protagonista principale è lo Spi-rito Santo, è sua l’iniziativa: è Lui che chiama Filippo e lo invia ed è sempre Lui che spinge l’ Etiope alla ricerca del vero Dio. L’etiope è ricco, ha una carica importante, tuttavia è sterile ossia vuoto. Era venuto per il culto a Gerusalem-me: alla ricerca del senso della vita. Seduto sul suo carro, leggeva il profeta Isaia: centralità della Pa-rola, via privilegiata all’incontro con Dio. Come posso capire? La parola va interpretata all’interno della Chiesa: la guida è Filippo. Se nessuno mi guida? Umiltà e con-sapevolezza della propria povertà sono condizioni indispensabili per poter incontrare Dio.

Filippo (uno dei sette diaconi) è disponibile all’ascolto dello Spi-rito Santo. Si mette in cammino nonostante la situazione: strada deserta (che incontro ci può esse-re?), mezzogiorno (ora caldissi-ma, non era meglio un’altra ora?).

Non si chiede il perché, ha fi ducia cieca nel comando divino, questo è il tempo e il luogo in cui noi vi-viamo e siamo chiamati. Fedeltà nell’annuncio di Gesù: chi siamo noi per stabilire ciò che è giusto quando, dove, come? Si affi anca al carro e alla vita dell’Etiope. Lo ascolta. Gli annuncia Gesù sem-plicemente e la buona notizia che Gesù è accanto a lui, è speranza per lui. Dopo la Parola, il Batte-simo. Dopo la trasmissione della fede: il sacramento; ecco quello che conta veramente. Filippo rap-presenta la chiesa che battezza, che genera a vita nuova. L’Etio-pe prosegue la strada da solo: ha Gesù con lui; Gesù ha dato nuovo senso alla sua vita.

Altre sottolineature. Il credente è in continuo cammino alla ricerca di Dio. Cosa può impedire che io sia battezzato? Forse i nostri pre-giudizi sociali e religiosi! L’eunu-co, per il Giudeo, era una persona da evitare in quanto non puro. Far-si trovare pronti all’iniziativa del-lo Spirito Santo. Ascoltare la vita dell’altro. Andare verso gli altri privilegiando gli incontri persona-li e il dialogo. Al termine di questa catechesi itinerante, oltre alla ric-chezza personale ricevuta dall’in-contro con la gente, ho potuto con-statare che le persone, nonostante si viva in un clima di indifferenza religiosa e di individualismo, sono alla ricerca di Dio e sono attente alla Sua Parola soprattutto se pos-sono percepirla con semplicità e chiarezza. Benediciamo sempre il Signore.

Mario Introvigne

p g pagiinana 3

si

Ottitienicicii coconn llala t ttuauaaua mmmatattatererree nanaa ii intntnterceessssssioioooneneneneele grazie che ti domandiamo…Confortaci nelle nostre diffi coltà.

l tuo Figlio Gesù.

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pagina 4 Maggio-Giugno 2012

I Fioretti di Papa Luciani

Un sacerdote ammalato era stato dimesso dall’ospedale e viveva da solo nella casa parroc-chiale. Luciani, per molti giorni, andava e gli fa-ceva un po’ da infermiere, portandogli il pranzo caldo per mezzogiorno. E diceva: Anch’io io devo

fare le “opere di misericordia” e non solo raccomandarle agli altri, come sto facendo con i ragazzi che incontro qui in parrocchia per la Visita Pastorale. So anch’io che è importante e da coraggio ricevere qualche visita ed avere una persona che ti aiuta.

Papa Luciani RaccontaIl vescovo Luciani stava conversando con la gente sul sagrato del-

la chiesa durante una Visita Pastorale.Un giovane gli domandò: Sono duemila anni che esiste la Chiesa,

il Vangelo, i preti….e non solo non è cambiato nulla…anzi…!Luciani rispose: Scusami se cerco di esprimermi in modo sempli-

ce… In una chiesa stava predicando un frate, che affermava che il Vangelo di Gesù è una forza a nostra disposizione per cambiare in meglio noi e la società.

Un tale si alza e dice: Padre, ma sono già duemila anni che si pre-dica il Vangelo e il mondo non è cambiato…!

E il frate: Gentile signore, perdoni il mio ardire e la prego di non offendersi. Vedo che lei ha il colletto della camicia un …po’ unto, sporco, unto di sudore…Mi dica: la colpa è del sapone che non è stato capace di pulire e togliere lo sporco dalla camicia, oppure è lei che non ha adoperato il sapone?

No, Padre, la colpa è stata tutta e solo mia, che non ho usato il sapone, che avrebbe certamente cancellato lo sporco, l’unto dalla camicia!

E Luciani, sorridendo: Caro il mio giovane S. Francesco di Assisi invece di contestare gli altri, compresa la Chiesa del suo tempo, ha cominciato a contestare se stesso. Non ha predicato che gli al-tri dovevano cambiare, ma ha cominciato a cambiare lui stesso per primo. Non ha battuto il petto degli altri dicendo “colpa tua!”, ma il proprio e ha detto: “Mia colpa”!

La colpa se noi non diventiamo migliori e se il mondo non cambia non è del Vangelo, ma solo nostra che non lo mettiamo in pratica.

La Chiesa è Cristo in sieme con noi; La Chiesa è Cristo con me, con te, con tutti noi battezzati. La Chiesa sei anche tu. Se tu non vivi il Vangelo fai fare brutta fi gura al Vangelo e a Cristo che lo ha insegnato.

ddccc

L’assenzioL’Assenzio vero (Artemisia absinthium) è da

noi diffi cile da trovare allo stato spontaneo. Si trova invece molto frequentemente il falso as-senzio (Artemisia vulgaris), che tuttavia non pre-senta le stesse proprietà. Il vero assenzio, che è un’erbacea alta circa un metro, di colore verde-grigio con piccoli fi ori gialli, si può tuttavia colti-vare molto facilmente, tanto da diventare spes-so quasi infestante. L’intera pianta ha un odore forte, acutamente aromatico, dovuto all’olio es-senziale, e contiene poi caratteristiche sostanze dal gusto molto amaro.

L’assenzio è dunque un tipico amaro aroma-tico. L’azione amara è di gran lunga prevalente, ma rilevanti sono anche le azioni contro la for-mazione dei gas della digestione e nei confronti della secrezione della bile: in questo senso ha

un posto importante fra le piante digestive. Va di molto ridimensionata la credenza sulla tossicità dell’assenzio, dato che, nelle normali preparazioni – l’infuso o la stessa tintura madre – il contenu-to di absintolo, un pericoloso componente della pianta, è così modesto che non c’è da temere al-cun genere di danno.

Con l’avvertenza che si tratta comunque di pre-parati amarissimi e da non utilizzare per periodi molto lunghi, lo si potrà impiegare in infuso (un cucchiaino da té per tazza di acqua bollente, co-perto in infusione per 10 minuti) o in tintura madre (20-30 gocce, 3 volte al giorno), in particolare come effi cace tonifi cante generale, anche nell’in-fl uenza o nel corso di convalescenze, come stimo-lante dell’appetito (assunto prima dei pasti) e nei casi di “debolezza” (atonia) dello stomaco e delle vie biliari.

Piero C.

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CONCORSO NAZIONALE“Semi di sostenibilità” - “Le ricette della sostenibili-

tà”Le classi quarta e quinta della scuola primaria di Tarzo

sono risultati vincitrici del primo premio del Concorso Na-zionale. Gli alunni hanno ideato, illustrato e commentato alcune ricette, mettendo in luce il territorio di Tarzo con i suoi prodotti, il rispetto per l’ambiente e l’attenzione alla salubrità nella scelta degli ingredienti. Negli elaborati sono stati evidenziati concetti quali: la stagionalità di frutta e verdura; l’utilizzo di ortaggi dell’orto di casa ovvero i “prodotti a km zero”; l’uso di ingredienti privi di sostanze chimiche di sintesi (cosiddetti biologici).

Il concorso, che ha premiato i bambini con una televisio-ne LCD da 32 pollici e una biblioteca di carattere scienti-fi co-naturalistico, è stato il momento conclusivo di un per-corso didattico di educazione ambientale e alimentare. Le ricette verranno poi pubblicate on line nel sito del WWF e raccolte in un libro, grazie al contributo di Electrolux, partner del WWF.

L’insegnante delle classi Cristina Piaz

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Maggio-Giugno 2012 pagina 5«Voce amica»

Giornata splendida quella del 29 maggio, piena d’incontri e di calore umano.

Il dialogo che si espande tra le tavole im-bandite dei corsisti è un dialogo che mani-festa la gioia di rivedere i nostri benefat-tori, la rappresentanza del corpo docenti, gli amici e conoscenti, e nel dialogo ritorna spesso la domanda “Te recordetu ?…”. E’ la memoria che corre lungo il sentiero della vita per far riemergere ricordi di anni trascorsi all’Università degli anziani al Ca-stello Brandolini, quando, dopo aver con-sumato il pranzo, facevamo delle splendide passeggiate tra il verde invitante del bosco e i cuori si aprivano a confi denze, a ricordi di anni passati in gioventù, di vicende della vita più o meno fortunata, più o meno bella, ma sempre interessante perché messagge-ra di grande saggezza. Storie di giovinez-ze spensierate, di tempi felici, quando con poco ci si accontentava. Quel “ Te recor-detu?...” mi riporta alla mente le parole del nostro indimenticabile maestro di vita: don Gustavo Resi pronun-ciate la sera della pre-sentazione del mio li-bro. Nel suo intervento disse “Sapete perché il fi ume arriva al mare?” .Pausa…silenzio…nes-suna risposta, Allora riprese “Perché ha gli argini”.

Anche la nostra vita e quella della società ha i suoi argini: sono i prin-cipi morali basati sulla giustizia, sull’ugua-

glianza, sulla fratellanza, sull’amore, senza dei quali la società va incontro a disordini, a violenze, a manifestazioni di piazza non pacifi che.

Oggi, purtroppo, ci troviamo a vivere in una società priva di valori etici dove manca il calore umano, la solidarietà, la compren-sione; una società dove regna l’indifferen-za..

Ognuno dei noi deve fare un esame di co-scienza, deve cercare di ritrovare quei va-lori che erano il pane quotidiano dei nostri padri e che sono la solida struttura di quegli argini che nel trascorrere del tempo sono stati rotti permettendo al fi ume della vita di uscire, di dilagare, per farci ritrovare, ora, con l’acqua alla gola. E’ necessario riparare quegli argini; lo si deve fare non solo per noi stessi, ma per la società, per i nostri fi gli e nipoti, lo si deve fare per i giovani per dare loro sicurezza ed un futuro migliore.

Cronaca dell’ultima giornata. Ore 10

arrivo dei partecipanti al Corso, ore 10.10 – ultima “Lezione” tenuta dai coniugi pro-fessori ricercatori di Torino Luisa e Beppe De Filippi sul tema “E’ sempre e solo mala sanità?” .

E’ seguito il pranzo onorato dalla presen-za del Sindaco di Cison di Valmarino Cri-stina Pin con l’Assessore alla Cultura Loris Perenzin, di Miane Angela Colmellere e di Revine Lago Battista Zardet; assente giu-stifi cato il nostro Sindaco Gianangelo Bof; mentre per la Banca Prealpi erano presenti: il direttore generale Girolamo Da Dalto e il direttore della fi liale Walter Santinon. Una nutrita rappresentanza del corpo docenti con 25 presenze ai quali va aggiunto l’ex parroco di Cison di Valmarino mons. Ve-nanzio Buosi. E’ terminato così, in un clima di cordialità e di riconoscenza, questo 23° Corso universitario degli adulti.

Antonio Pancot

Chiusura Università degli adulti anno 2012

LATTERIA SOCIALE di TARZO e REVINE LAGO premio Roma 2012

E’ con molto piacere che comunico che la Latteria Sociale di Tarzo e Revine Lago ha partecipato al concorso formaggi PREMIO ROMA 2012 svoltasi con la cerimonia di premiazione lo scorso 9 giugno 2012 presso la camera di Commercio di Roma nella propria sede sita presso il Tempio di Adriano. Con-corso diviso in quattro sezioni: Sezione Roma -Sezione Lazio - Sezione Nazionale - Sezione Internazio-nale. Erano presenti 133 aziende di 16 regioni che hanno sottoposto al giudizio della giuria coltre 300 campioni di formaggi divisi in 21 tipologie.

Nella Sezione Nazionale la Latteria di Tarzo e Revine Lago si è aggiudicata il 3° premio con il Mon-tasio Dop 4 mesi sfi dando il Parmigiano Reggiano Dop 36 mesi, e il Formaggio “ Gran Vaccata” tipico Abbruzzese. Oltre al Concorso “Premio Roma 2012” anche al 5° Trofeo San Lucio svoltosi il 17-18 marzo scorso con la chiusura della premiazione il 01 maggio 2012 la Latteria di Tarzo e Revine Lago tra i circa 200 formaggi in concorso suddivisi in 24 categorie, si è aggiudicata il 3° premio con il Montasio dop stagionato. Una bella soddisfazione raggiungere il podio in quanto quella è terra del formaggio Parmigiano Reggiano e Grana Padano.

Questi sono riconoscimenti importanti in quanto sono frutti di un attento lavoro sia da parte degli allevatori e di tutti i collaboratori nel curare e ricercare nella fi liera produttiva un punto di qualità eccellente, e ti danno la possibilità di confrontarticon altre realtà produttive.

Riconoscimenti inaspettati vista la grande partecipazione ai concorsi e signifi cativi per tutto il nostro territorio del Formaggio Montasio Dop

Per la Latteria Sociale diTarzo e Revine Lago: Martino Grillo

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pagina 6 Maggio-Giugno 2012«Voce amica»ppppp ggggggggggggggppppapapaappaappaaappppaaaaappppppppaappppppppapppaapppppappppappaaaaapppppppppaaapppppppaappaappppaaapppppppppapppppaaaappaaaaaaaap ggiiiiggiigiiiigiggiigggggigiggggigggiggiggggiiggggigggiiigiigiigiiiiggggigggiiigggiggiiigigggggggggggggggggggg nnaaaannaaaannnnnnannaaaaannnnnaaaannnnannaaaaaaaaannnnaaaaaaaannnnnnaaaanaaaaannnanaaaaannnnnnnnannnnnaaannaaaaannnnannaanaannnnnanaaaaaaannaaaaaaaaa 66666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666666 666666

Nel mese di maggio si è conclusa la quarta edizione del cineforum promos-so dalla pro loco di Tarzo, con il patrocinio del comune. Chi ha preso parte alle precedenti edizioni è a conoscenza che lo spirito di questa iniziativa cul-turale, è quello di ampliare la conoscenza di sé e del mondo che ci circonda utilizzando uno strumento espressivo particolare, il cinema. Guidate da un particolare spunto tematico, le edizioni si sono soffermate sui luoghi e gli aspetti relazionali che accompagnano il vivere quotidiano: l’adolescenza e le sue dinamiche, l’ambiente come luogo dell’esperienza e i legami come forme dell’esperienza stessa. Il tema di quest’anno è stato l’amore, come legame speciale che ci coinvolge e ci accompagna, con le sue intricate vicissitudini, un legame tra noi e il mondo e tra noi e noi stessi. Varie quindi sono le forme d’amore, anche se, quando parliamo di esso il nostro pensiero corre immedia-tamente a quello che è l’amore vissuto dalla coppia. Perché accade questo? Perché è in quel particolare tipo di relazione che si condensano, o almeno dovrebbero condensarsi, tutte le varie declinazioni dell’amore stesso.

I fi lm che sono stati scelti per parlare di questo argo-mento sono stati: Super 8 di J.J. Abrams 2011, Shall We Dance? Di Peter Chelson, 2004, Una ragazza tutta sua, di Craig Gillespie, 2007 e Gente di Dublino 1987. Le proiezioni sono state com-mentate da quattro psicote-rapeute che hanno condotto anche gli interventi con il pubblico.

Anche quest’anno c’era un pubblico numeroso e vivace domenica 3 giugno alla premiazione del 22° concorso di Poesia promosso dalla Pro Loco di Tarzo e patrocinato dal Comune. Il concorso, dal titolo abba-stanza impegnativo: “SENTIMENTI E SENSAZIONI CHE COLORANO LA VITA: amicizia, serenità, passione…paura, solitudine”, era rivolto agli alunni della scuola primaria ed ai ragazzi delle scuole medie della provincia di Treviso e, ancora una volta, ha riscos-so una grande adesione. La giuria composta dalla prof.ssa Maria Livia Ieralla Fabris, dall’insegnante Dina Ca-sagrande e dalla scrittrice Michela Piaia, ha visionato circa 500 elaborati e li ha trovati di ottimo livello tanto da farla rifl ettere a lungo per l’assegnazione dei premi. A premiare i giovani talenti, c’erano il presidente della Pro Loco Luciano Piaia, il vicesindaco Vincenzo Sacchet con l’Assessore Andrea De Polo e il direttore della fi liale di Tarzo della BCCP Walter Santinon. Era inoltre pre-sente una rappresentanza degli studenti del circolo Mu-sicale di Tarzo con la loro insegnante Egle Altoè. Dopo i doverosi saluti e ringraziamenti si è passati al momen-to atteso: le premiazioni! A questo punto si è inserita opportunamente una iniziativa chiesta dalla giuria, nella persona di Michela Piaia, che ha suggerito di ricordare una poetessa, Antonia Pozzi, nel centenario della sua nascita. La Pozzi, è una delle rare voci liriche femminili del ’900, forse trascurata, perché ha concluso la sua vita in giovane età. Riconosciuta come talento da Euge-nio Montale; come introduzione ad una rassegna di po-esie, è sembrato di buon auspicio ascoltarne una delle sue più belle: “L’allodola”. I vincitori sono saliti sul palco emozionati e contenti; ognuno ha ascoltato la sua opera recitata e applaudita con partecipazione e questo entu-siasmo ci rallegra poiché, ancora una volta, siamo con-vinti che sia importante spronare i ragazzi a continuare a mantenere vivo il desiderio di lasciare sempre traccia dei propri sentimenti e rifl essioni sulla carta per non di-sperdere momenti importanti della loro vita. La giuria, a conclusione della manifestazione, ha evidenziato che, dalle “opere poetiche”, sono affi orati sentimenti molto profondi messi in luce dagli autori i quali, raccontando e rifl ettendo di paure, rabbie, tristezze e meraviglie, hanno richiamato l’attenzione del mondo degli adulti verso un naturale bisogno di amore. Questo è il messaggio di ottimismo e speranza che ci inviano i bambi-ni e i ragazzi per porre rimedio a tanti mali che affl iggono l’umanità. Al momento della scrittura di questo articolo ci giunge la notizia della scomparsa del-la prof.ssa Carla Dalla Barba Bernardi. Questo lutto ci addolora profondamente e maggiormente in questo momento poiché proprio il concorso di poesia è inizia-to con la collaborazione e il sostegno di Carla che ha curato la manifestazione, in tutto il suo percorso dalla nascita alla sua crescita, per ben 20 anni. La Pro Loco ricorda la sua attività con infi nita riconoscenza per l’ap-porto di alta professionalità e dedizione dimostrata nel condurre tutte le iniziative nelle quali è stato richiesto il suo contributo. Con l’amarezza dell’ultimo saluto rinno-viamo un forte ringraziamento alla cara Carla; ricorde-remo la sua alta nobiltà d’animo con profonda stima ed immenso affetto.

Luciana D’Arsiè

Campionati Nazionali

di giochi matematici Bocconi (Milano)

Il 19 Maggio si è svolta la Finale Nazionale dei Giochi Matematici.

I due rappresentanti della scuola Secondaria di Primo grado di Tar-

zo ovvero Bianchetti Alessandro e De Santis Jacopo si sono trovati

per la seconda volta ad affrontare questo elettrizzante appuntamento.

Alessandro e Jacopo appartenevano alla categoria C2 cioè alla squa-

dra dei ragazzi che frequentano la terza media e la prima superiore.

A Milano si sono ritrovati con 1200 partecipanti (solo di questa cate-

goria) provenienti da tutta l’Italia, tutti a “combattere” contro questi

strani quesiti per risolvere i quali sono necessarie buone capacità di

ragionamento logico; infatti non è richiesta l’applicazione di astruse

regole matematiche o di impossibili teoremi, ma gran ragionamento e

voglia di mettersi in gioco.I “nostri” ragazzi non hanno vinto niente, ma comunque si sono

classifi cati tra i primi cinquecento in Italia: uno al 466mo posto e l’al-

tro al 481mo posto. E’ curioso sapere che i quesiti da risolvere erano

12 e per farlo avevano a disposizione due ore; naturalmente meno

tempo si impiega e più quesiti si risolvono, migliore sarà la posizione

nella classifi ca fi nale.Il ragazzo vincitore ha risposto a tutti i quesiti in 65 minuti: com-

plimenti a lui!I primi cinque faranno parte della Nazionale Italiana e andranno a

Parigi alla fi ne di agosto per partecipare ai campionati internazionali.

Ovviamente ci saranno anche i rappresentanti delle altre categorie.

I campionati non sono solo giochi per ragazzi ma ad essi possono

partecipare tutti quelli a cui piace la matematica, pasticciare con i

numeri.Appuntamento al prossimo anno? Per i nostri “veterani” le strade si

dividono, inizieranno le scuole superiori ma lasciano il “testimone”

ai compagni più giovani e speriamo che qualcuno possa raccoglierlo.Carla

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Maggio-Giugno 2012 pagina 7«Voce amica»

GIOVANI CHE SI FANNO ONORERizzo Valentina laureata il 2 aprile 2012 presso l’Università

degli Studi Ca’ Foscari di Venezia in Lingue e civiltà moderne e contemporanee (curricu-lum politico-internazionale) nelle lingue spagnolo e romeno. Titolo della tesi: I conti Brandolini da Bagnacavallo e la giustizia nella Contea di Valmareno du-rante il periodo della Serenissima. Re-latore prof. Antonio Trampus, co-realtore prof,ssa Corina Gabriela Badelita)

Il Centro di Servizi per An-ziani “Istituto Padre Pio” il 16 giugno ha festeggiato i 103 anni di Ester Casagrande e il 21 giugno i 100 anni di Luigia Dal Mas. Le Non-ne hanno potuto festeggiare il loro compleanno con amici, parenti e con la partecipazione del Vicensindaco di Tarzo Vin-cenzo Sacchet. A nonna Ester e a nonna Luigia la Direzione e tutto il personale dell’Istituto dedicano i migliori auguri.

gue e u-

e

Quasi mezzo secolo di sto-ria corale, quello che abbiamo potuto vedere e soprattutto sentire nel consueto appun-tamento annuale con il canto corale organizzato dalla Cora-le dei Laghi in collaborazione con la Pro Loco, il patrocinio dell’Amministrazione Comu-nale di Tarzo e il contributo di Banca Prealpi. Una serata interessante il 16 giugno, va-ria, impreziosita dalla parteci-pazione di due cori di diversa impostazione corale.

Nel segno della più cono-sciuta tradizionalità l’esibi-zione del Coro Alpino Me-dunese di Meduna di Livenza. Canta dal 1965. Grazie alla comune passione per il canto corale, molto diffusa in Vene-to e particolarmente nella pro-vincia di Treviso, alcuni amici danno vita al CAM. Cantano la montagna, la guerra, rac-colgono le canzoni della tra-dizione popolare locale ma successivamente canteranno brani d’autori sia nazionali che internazionali. Hanno avuto modo di farsi conoscere non solo in ambito locale, dove ne è diffuso l’apprezzamento, ma anche all’estero, in particolare in terra tedesca, dove, all’inse-gna del canto, sono riusciti ad instaurare particolari rapporti di amicizia, concretizzatasi più di recente con un gemellaggio

con la cittadina di Sennfeld. Alla rassegna si sono presen-tati con un repertorio che ben ha riassunto il loro percorso artistico. Abbiamo così potuto apprezzarne la curata prepara-zione sia nell’interpretazione dei brani classici di derivazio-ne SAT, che in brani elaborati più di recente da autori viventi ben noti nel campo corale: da P. Bon a M.nMaiero, da A. Tieppo a G. Malatesta, i cui cori, Val Canzoi e Tre Pini sono stati ospitati in edizioni passate della nostra rassegna.

Inconsueta per formazione la presenza del 2° coro ospi-te: il coro Plinius. Femmini-le, proviene da Bottrighe, una piccola frazione del comune di Adria (Rovigo).

Le mette insieme Antonella Pavan, insegnante di musica, sensibile e preparata. Nascono nel 1987 come voci bianche e subito si distinguono. Diver-si i riconoscimenti ed i premi accumulati strada facendo. A Roma nel ‘92 e ‘93 vincono un prestigioso concorso cora-le. Da subito si accorge di loro Bepi De Marzi che ne redi-ge lusinghiere recensioni. Le segue e per loro armonizza i suoi più famosi brani. Anche il M.ro Maiero, altra illustre fi r-ma della composizione corale, ne scrive la bravura e adatta alcuni suoi brani alla vocalità

femminile del Plinius. Ne na-sce un repertorio del tutto par-ticolare, un saggio del quale ci è stato proposto in occasione della 28° rassegna.

Grazie anche alla naturale predisposizione vocale di al-cune coriste e ad un accurato bilanciamento sonoro, ne na-sce un amalgama specifi co che esprime una coralità di insie-me gradevole e coinvolgente. Pensando alla classiche ese-cuzioni maschili dei brani pre-sentati, le loro interpretazioni spesso sorprendono e mera-vigliano regalando a chi le ascolta momenti di piacevole emozione. Tra il maschile ed il femminile, non poteva che esserci il coro misto. La Co-

rale dei Laghi, appunto, che come consuetudine, da coro ospitante apriva la serata. Il coro misto, per sua natura, as-somma le peculiarità caratteri-stiche sia del maschile che del femminile e quindi particolar-mente impegnativa diviene sia la ricerca delle armonizzazioni specifi che che successivamen-te l’esecuzione dei brani che di fatto deve fare sintesi e fonde-re le diverse sonorità.

L’attenta partecipazione del pubblico presente e le svaria-te sottolineature di gradimen-to per le esecuzioni proposte hanno alla fi ne reso il giusto riconoscimento ad una bella serata di canto corale.

Geremia

FESTA GRANDE PRESSO L’ISTITTO “PADRE PIO”

La 28a Rassegna di Canto Corale

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pagina 8 Maggio-Giugno 2012«Voce amica»

Vasti e interessanti orizzonti paesag-gistici e culturali si sono aperti ai

soci partecipanti al viaggio nelle Mar-che organizzato da Banca Prealpi dall’8 al 10 giugno ultimo scorso. La vi-sita, con base a Recanati, ha interessato anche Macerata e Loreto, la riviera del Conero e Urbino.

I partecipanti si sono subito immersi nell’atmosfera leopardiana percorrendo le stradine medievali di Recanati, il “na-tio borgo selvaggio” del poeta visitando la biblioteca di palazzo Leopardi, dove Giacomo consumava la sua adolescenza in uno studio “matto e disperatissimo”. In quelle “quiete stanze” irrompeva il vocia-re dei bambini che correvano in strada o il canto di Silvia. Raggiunto il “colle dell’infi nito” i viaggiatori hanno ammi-rato un panorama con valli e colli che si rincorrono a perdifi ato.

Il secondo giorno, a Macerata, tra le evoluzioni incessanti delle rondini, il gruppo ha visitato Piazza Mazzini, la medievale piazza del mercato, e la Ba-silica della Madonna della Misericor-dia, in origine una cappella eretta in un sol giorno, nel 1447, per scongiurare la peste, e ricostruita nel 1734 dal Vanvi-telli, come una “reggia per la Madonna”, nonostante il poco spazio a disposizio-ne. Ricca di luce, affreschi e soprattutto marmi, una rarità in una regione priva di cave. Interessante il museo delle car-rozze nel barocco Palazzo Buonaccorsi. Simone Buonaccorsi di origine toscana, ricevuto nel 1600 il titolo di conte, fece costruire questo splendido palazzo, su disegno di un allievo del Bernini, ricor-rendo alle migliori maestranze in ogni campo. Il palazzo è stato egregiamente ri-strutturato e riaperto al pubblico nel 2009. Nel primo pomeriggio, visita al Santuario - fortezza di Loreto, che custodisce la casa di Nazaret dove Maria avrebbe ricevuto l’annuncio della nascita di Gesù. Secondo la tradizione popolare, essa fu traspor-tata in volo dagli angeli nell’attuale sito, un tempo bosco di lauri “lauretum”, il 10 dicembre 1294. Nella forma attuale la Ba-silica fu iniziata nel 1468 con la fi nalità di proteggere la Santa Casa dalle incursioni turche e di accogliere la folla di pellegrini. La parte absidale mostra con chiarezza la struttura a fortifi cazione, coronata com’è, in alto, da un vero e proprio cammino di ronda. La basilica ha una planimetria mol-to complessa. Al centro, sotto la cupola, si trova la Santa Casa, ricoperta all’esterno da un pregevole rivestimento marmoreo del Bramante e circondata da nove gran-diose cappelle.

Tra le curiosità legate alla regione, la

spiegazione del detto “Meglio un morto in casa che un marchigiano alla porta”. Risale al breve, ma importante, pontifi ca-to di Sisto V, papa marchigiano eletto nel 1585, che, trovate vuote le casse dello Sta-to Pontifi cio, nominò come esattori alcuni suoi conterranei. I gabellieri bussavano a riscuotere di porta in porta, saltando solo le famiglie in lutto con il morto in casa, che a volte veniva anche prestato a chi si trovava in diffi coltà economiche. In cin-que anni di pontifi cato Sisto V riuscì a si-stemare le fi nanze pontifi cie.

Le Marche sono una Regione operosa che ha sviluppato l’industria del mobile, delle scarpe e della pelletteria, dell’illumi-nazione, senza perdere di vista la sua tra-dizionale vocazione agricola e ittica come si può vedere percorrendo le dolci e ben tenute valli. E questa capacità imprendi-toriale i viaggiatori l’hanno constatata visitando una cantina a Montacuto, dove si producono vini d’eccellenza, come il rosso Conero e l’Elleno DOC o il Dorico Riserva DOCG. La visita è stata resa indi-menticabile dallo scenario di una magnifi -

ca terrazza sui vigneti, dove sono state de-gustate le specialità dell’azienda, con vista del tramonto sul golfo di Ancona, città che per la sua forma a gomito assiste al sorge-re e al tramonto del sole sul mare. Dalle colline i partecipanti sono scesi al mare, alla cooperativa di pesca del mosciolo sel-vatico, un mitilo che viene pescato a Por-tonovo di Ancona, in una zona di mare di categoria “A”. La produzione naturale del mitilo, presidio slow food, è favorita dalle condizioni del fondo marino, attraversato da un lunghissimo scoglio sommerso, ma la sua pesca è a rischio per l’”estinzione” dei pescatori esperti. La cena sulla spiag-gia a base di moscioli e pesce di fronte al promontorio del Conero ha concluso in bellezza il secondo giorno di viaggio.

Ultima tappa prima del ritorno a casa, Urbino, animata da studenti che vengo-no da ogni parte del mondo a frequentare l’università. La città, fondata dai roma-ni, è dominata dal Palazzo di Federico di Montefeltro, costruito a metà del Quattro-cento seguendo i dislivelli del terreno. Il Palazzo era una splendida corte rinasci-mentale ma anche una residenza fortifi -cata, come suggeriscono le due torri della facciata. Al piano nobile i consueti e gran-diosi ambienti di rappresentanza; ma gli intarsi preziosi che ricoprono le pareti del-lo “Studiolo” sintetizzano l’ideale di vita del duca, esperto non solo di guerra ma anche di astronomia, architettura, musica, arti e libri. Nel palazzo si trova, inoltre, il “Ritratto di gentildonna”, detto anche “La Muta”, di Raffaello, unico quadro del pit-tore urbinate custodito nella sua città.

Questo viaggio è stato interessante non solo per gli aspetti artistici, paesaggisti-ci ed enogastronomici, ma anche perché ha permesso di creare nuove conoscenze e rafforzare amicizie, di confrontarsi e scambiarsi idee e saperi, stimolanti per la vita e l’attività di ciascuno.

Meli Billotta

gggggggg ggggggMaMaMaMaMaMaaaMaMaaMMMM gggggggggggggggggggggggggggg iiioioioioioioioiooooo-G-G-G-GGGGG-GG-G-G----Giiiuiuiuiuiuiuiiuiiuuuugnggngngngngngnggnnngngg ooooooo o ooooo 2022202020202020202020202020202200200020002022020002 121222222221212221222221212122212112121212122211111««««««VVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVVococococococcccceeeeeee e e e e e e e amamamamammmamamamamamamaa iiciciciciciciciciciccccccca»a»aa»a»a»a»a»a»a»a»a»a»aaAlla scoperta delle Marche

paesaggio marchigiano visto da Recanati

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«Voce amica»wwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww...........cccccccooooommmmmmmmmmmmmuuuuuuuuuunnnnnnneeee...tttttttttaaaaaaaaaaarrrrrrrzzzzzzzzzoooooooooo..........tttttttvvvvvvv....iiiittttttttt sssssssssssiiiiiiiiiiiiiccccccccccccc@@@@@@@@cccccccooooooooommmmmmmmmmmmuuuuuuuunnnnnneeee....tttttttaaaaaaaaarrrrrrrzzzzzooooo........ttttttttvvvvvvvv....iiiiiittttttttt

Notizie dal Comune

CLASSE 1932 Ci siamo ritrovati il 6 Mag-gio per festeggiare i nostri

80 anni. Ci rendiamo conto che

è una tappa importante della nostra vita, una vita piena di ri-cordi. Siamo genitori, nonni e

anche bisnonni.La tristezza iniziale,

nel renderci conto che andiamo in discesa, è scomparsa nel stare in-sieme e abbiamo dimo-strato entusiasmo, per andare avanti.

Gradita la presenza delle Signore, che hanno partecipato nel ricordo dei nostri coscritti scom-parsi, per Titti la moglie Gabriella, per Ilario la moglie Rina. Come sem-pre per festeggiare, ci si ritrova a tavola al risto-rante “Alle Rive” abbia-

mo pranzato in buona compa-gnia.

Ci ritroveremo ancora? Spe-riamo di si!

Siccome nella foto di grup-po non ci sono, perché la sta-vo scattando, aggiungo la mia, quando alla mia festa, ho sof-fi ato su una sola candelina, per-ché 80 erano troppe!Silvia F.

CLASSE 1971

ELEZIONI COMUNALI (6 - 7 MAGGIO 2012)

Elettori 4.302, Votanti 2.412, % 56,07, Bianche 15, Nulle 57, Voti validi 2340

LISTA 1 voti 121, LISTA 2 voti 1869, LISTA 3 voti 350.

CONSIGLIOCOMUNALE:Sindaco – Presidente: Bof Gianangelo, Maggioranza: Vincenzo Sacchet, Antonella Pol, Mauro Gava,

Andrea De Polo, Luana Faraon, Minoranza: Giovanni Tessari, Ele-na Michelon

GIUNTASindaco Gianangelo Bof *Lavori pubblici, *Bilancio, *Tributi,

*Personale, *Servizi associati della Vallata. Vice Sindaco Vincenzo Sacchet: *Urbanistica, *Ambiente,

*Protezione Civile, *Effi cienza energetica,*Laghi, *Informatizzazione.Assess. Andrea De Polo: *Cultura, *Polizia locale, *Sicurezza,

*Turismo, *Innovazione, *Biblioteca,*Associazioni, *Rapporto Ente/cittadino, *Affari legali.Assess. Antonella Pol: *Politiche sociali, *Sport, *Pari opportu-

nità, *Promozione del lavoro, *Servizi demografi ci.

e amica»

I “ragazzi” e le “ragazze” del ‘71, si sono ritrovati per festeggiare i loro primi 40+1 anni ed hanno trascorso insieme una simpatica serata presso il ristorante Ai Pini di Tarzo.

RINGRAZIAMENTO

I Cittadini di Tarzo con la grande partecipazione al voto, nei giorni 6 e 7 maggio u.s., per il rinnovo dell’Amministrazione comunale, hanno contribuito in maniera determinante alla dialettica democratica del nostro comune. I componenti della lista Diamoci Una Mano - Bof Sindaco esprimono il loro ringraziamento a tutti e, indipendentemente dal lusinghiero risultato elettorale, la nuova Amministrazione, guidata dal riconfermato sindaco Gianangelo Bof, proseguirà nell’opera già intrapresa nel quinquennio 2007/2012, lavorando nell’interesse della comunità e di tutti i cittadini, senza distinzioni di sorta o logiche di parte.

Lista Diamoci Una Mano - Bof Sindaco

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pagina 10 Maggio-Giugno 2012«Voce amica»

“DAMMI UNA MANO

PER REALIZZARE UN SOGNO”

Nel febbraio scorso, dalle Suore France-scane di Cristo Re di Tarzo la proposta: vi-vere insieme ai ragazzi dagli 11 ai 17 anni una giornata in allegria, condivisione e spi-ritualità a Venezia. Il tema: “Dammi una mano per realizzare un sogno”: 5 giovani di Arfanta, 4 di Corbanese e 2 di Tovena, accompagnati dagli animatori ed amici hanno accolto con gioia l’invito.

Negli incontri di preparazione, i ragazzi sono stati invitati a rifl ettere sui loro “sogni nel cassetto” attraverso un video e le fi gu-re di S. Francesco e Sr. Serafi na Gregoris, giovane sorella di Cristo Re, provata da una malattia che in giovane età la ha costretta immobile a letto, fi no alla morte. In segui-to sono stati invitati a realizzare su carta le

loro mani, scrivendoci all’interno il loro sogno da realizzare ed infi ne lo stendardo di gruppo.

Ed ecco, sabato 2 giugno, destinazione Venezia. La fatica del risveglio al mattino presto è stata ben ripagata: dopo il viag-gio in treno, abbiamo raggiunto la Casa Madre alle ore 10 dove ad accoglierci, con tante maglie gialle e sorrisi, abbiamo trovato molti ragazzi come noi che spri-gionavamo gioia con bangs, balli e canti. In seguito, grazie all’Associazione “Nuovi Orizzonti” di Trento, che accoglie ragazzi tossicodipendenti, vittime di violenze, bar-boni, abbiamo ascoltato la toccante testi-monianza di due giovani che, in situazioni diffi cili, hanno scoperto Cristo e manifesta-no con la loro vita la gioia di averlo incon-trato. Quindi, il pranzo comunitario al quale sono seguiti giochi e vari stand da visitare. I ragazzi sono stati quindi invitati, in una processione silenziosa, a visitare i luoghi in

cui Sr. Serafi na ha vissuto la sua vocazione e la sua malattia. Per concludere, alle 15.30 la S. Messa nella quale ci siamo scambiati i sogni con i compagni di viaggio, pregando affi nché si realizzino. Al tramonto il ritor-no alle nostre case, stanchi ma contenti per l’esperienza vissuta insieme. Qualche gior-no dopo, condividendo la pizza e le foto scattate, ci siamo ritrovati per commentare la giornata trascorsa che, ci auguriamo pos-sa essere l’inizio di un cammino comune.

Gli animatori Valentina, Luca, Isabel

«VVoce amica» Arfanta Paese mio

BATTESIMI1. BRUN CHRISTIAN di Giu-

liano e Da Riva Milena nato a Conegliano il 21 ottobre 2010. Dopo il rito di accoglienza è stato battezzato nella nostra Chiesa Parrocchiale il 13 mag-gio 2012. Abita a Resera. Ma-drina Michelon Elena della Par-rocchia di Follina.

2. DELLA BELLA LINDA di Ter-ry e Possagnolo Elisa nata a Vittorio Veneto il 14 novembre 2011. Dopo il rito di accoglien-za è stata battezzata nella no-stra Chiesa Parrocchiale il 13 maggio 20112. Abita a Tarzo. Madrina Mor-lin Bruna della Parrocchia di Montebelluna.

3. PAGOTTO MATILDE CHIARA di Alessio e Faraon Barbara nata a Conegliano il 21 ottobre 2011. Dopo il rito di accoglienza è stata battezzata nella nostra Chiesa Par-rocchiale il 13 maggio 2012. Abita a Cam-

polongo. Madrina Boscarato Gloria della Parrocchia di S. Lucia di Piave.

4. TOMASI ANNA di Roberto e Coppe Jenny nata a Vittorio Veneto il 6 dicembre 2011. Dopo il rito di accoglienza è stata battezzata nella nostra Chiesa Parrocchiale il 13 maggio 20112. Abita a Tarzo. Madrina Bianco Janine della Parrocchia di S. Fior.

ANAGRAFE

Nella casa del PadreUmberto Pilat era nato ad Arfanta il 26

ottobre 1963. Figlio di emigranti in Svizzera, è stato allevato fi no all’età di 6 anni da una famiglia di parenti. Poi i genitori tornarono e la famiglia si ricompose. Lo spirito imprenditoriale lo aveva fi n da giovane, quando mise in piedi una piccola attvità artigianale. Dopo il matrimonio con Kati-na William, il trasferimento a Tarzo e la nascita dell’adorata fi glia Noemi. La sua vita terrena si concluse improvvisamente il 4 giugno nella casa di Via Talponé a Nogarolo. Una folla commossa, incredula e composta gli ha dato, giovedì 7 giu-gno alle 15.30, nella nostra parrocchiale, l’ultimo saluto. Durante l’omelia don Angelo, ha detto: “…Chiediamo, o Signore, la tua misericordia per l’anima del nostro fratello Umberto. La vita

porta con sé emozioni, gioie, dolori: misteri ai quali è diffi cile dare risposta…” Un ultimo pen-siero per i familiari “…Siamo con voi, Noemi, dal cielo papà fa il tifo per te…”

Emma Fontana, era nata ad Arfanta il 10 agosto 1938, fi n da giovane lavorò come col-laboratrice domestica a Conegliano. Raggiunta la pensione ritornò ad abitare ad Arfanta con il fratello ed era aiutata dalla cognata. Col passare degli anni le forze vennero meno sopraggiunge-re la malattia, passò gli ultimi anni nella casa di riposo Immacolata di Lourdes a Conegliano, fi no al 22 giugno 2012 quando terminò nella soffe-renza la sua vita. Il funerale è stato celebrato il 26 giugno 2012 nella nostra chiesa parrocchiale e poi accompagnata nel locale cimitero.

Ai familiari le condoglianze della comunità.

IL CAMMINO DI SANTIAGOE ci siamo ritornati…. Il cammino del Nord

percorre la zona della Spagna che dai Paesi ba-schi, attraversa la Cantabria, le Asturie ed infi ne la Galizia. Parte dai Run fi no a Santiago per 847 km per arrivare poi a Finisterre ultima propagine prima dell’Atlantico per 1000 km totali. Certa-mente i pellegrini di oggi che effettuano questo pellegrinaggio, non con le stesse motivazioni dei pellegrini medievali, ma rimane insito il fattore spirituale. Esso è il secondo cammino per impor-tanza dopo il cammino francese che partendo da S. Jean raggiunge Santiago con 740 km di marcia. Cosa induce una persona a partire camminando con lo zaino sulle spalle per centinaia di chilo-metri? Nessuno, probabilmente, potrà mai dar-ne risposta. Effettuato il primo, non avremo mai pensato di rifarlo! Ma un richiamo, una voce inte-riore, impalpabile e silenziosa, ci ha condotto nel giro di due anni, a portare a termine questo se-condo “pellegrinaggio”, forse contagiati da quello che viene descritto come il “virus” del cammino. Questo è accaduto, accade ed accadrà non solo a noi che, con gioia, stiamo preparando le basi per il prossimo “Cammino de la Plata”, ma a tutte le migliaia di pellegrini che annualmente ritornano sui loro passi. Descrivere le proprie emozioni, la propria fatica è impresa ardua, forse molto più faticosa che il cammino stesso. Quello che noi possiamo fare è esprimere e condividere con i lettori la nostra gioia.

Utreja, Maria e Salvatore

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Maggio-Giugno 2012 pagina 11«Voce amica»

Auguri Sante!Il 30 aprile scorso Sante Gallon, nella

sua casa di Parè da dove domina tutta la valle del Prapian, ha festeggiato il suo 85° compleanno circondato dall’affetto del-la moglie Pol Irma, dei parenti ed amici. Tanti auguri!

DON LORENZO Il nostro ricordo ritorna agli anni condivisi con Don Lorenzo Della Betta ed alle novità che ha portato

nella nostra Comunità: La novità di un prete che sapeva anche dire dei no! No a riti esteriori non supportati da “sostanza”, no a “strafanti” in pros-

simità dell’altare, no a praticanti per abitudine. Si a fede vissuta come necessità e guida spirituale! Sono

già passati nove anni da quella mattina del 6 giungo 2003 in cui apprendemmo la triste

notizia della sua morte arrivata dopo una breve, ma intensa condivisione con la ma-lattia. Malattia che non ha scalfi to il suo spirito sereno e la sua fede profonda che seppe trasmettere fi no alla fi ne.

GINO OLIVERI Ricordiamo Gino, venuto a mancare nel maggio scorso dopo

una malattia che negli ultimi anni lo ha fatto molto soffrire e, in-fi ne, lo ha tolto all’affetto dei suoi cari. Negli ultimi anni, di tanto in tanto, con la moglie Gina Dall’Antonia (originaria di Resera) faceva visita a qualche parente, e dopo la Santa Messa festiva, faceva visita al vicino campo santo. Nel passato, quando c’era ancora nonna Mariana (mamma di Gina) la famiglia passava di-verse settimane a Resera e le relazioni familiari erano più fre-quenti anche se il viaggio da Vicenza non era sempre agevole. Diffi cilmente passavano tante settimane tra una visita e l’altra. Il primo agosto 2010 Gino e la sua famiglia erano ritornati a Rese-ra per festeggiare tutti uniti il 50° di matrimonio.

Unitamente ai suoi amici e conoscenti porgiamo le condo-glianze a Gina, Ezio, Deanna e Stefania con tutta la famiglia.

NATO POL In occasione del primo anniversario della scomparsa di mio

nonno Fortunato Pol, desidero dedicare alla sua memoria questi pensieri.

Non passa giorno senza che il tuo ricordo emerga forte in me.

Con la tua vita sei stato per me e per la mia famiglia un esempio da seguire.

Ti sei dimostrato un uomo tutto d’un pezzo fi no alla fi ne, quando te ne sei andato in punta di piedi, con orgoglio e coraggio, senza chiedere nulla a nessuno.

Mi basta sapere che una par-te di te vive ancora in noi, attra-verso il tuo carattere ed il tuo ricordo, che rimarrà sempre indelebile nelle nostre menti .

Spero che questi miei pensieri ti giungano forti, ovunque tu sia e voglio credere che un giorno ci abbracceremo di nuovo.

Erik, Vincenzo e Milva

UMBERTO PILATUmberto con grande iniziativa avviò una piccola fabbrica ar-

tigianale nella lavorazione del poliuretano espanso. Poi fece l’autotrasportatore dividendosi tra famiglia e la passione per il moutain-bike, passione trasmessa con risultati eccellenti anche alla fi glia. La sua morte lasciò increduli familiari ed amici. I com-pagni de “La Vallata M.TB.”, hanno voluto portare in chiesa la sua bici e la sua maglia. Anche i numerosi compagni di scuola e di squadra, con la presenza di varie società sportive, hanno manife-stato la loro vicinanza all’amica: “…Noemi ti siamo accanto, sia-mo certi che supererai questo diffi cile momento con la stessa grinta con cui sali sulla bici verso una nuova vittoria…”. Con la sua presenza anche l’Amministrazione Comunale ha espresso la sua vicinanza augurandosi che “…il sostegno alla famiglia non manchi mai, soprattutto in futuro…”

Umberto è stato quindi accompagnato a spalla dagli amici bi-kers al nostro camposanto dove riposerà in pace.

“LA VALLATA MTB” LO RICORDA…“…Umberto, amico sincero,

prima che compagno di mille avventure su due ruote. Dieci anni fa scoprì per la prima vol-ta il mondo della moutain-bike, che gli ha dato un crescendo di emozioni, condivise con la fi glia Noemi. Dopo ogni giornata di la-voro, estate o inverno che fosse, andava a casa e la bici era li ad aspettarlo: un appuntamento da non mancare insieme a tanti ami-ci che, ora, lo portano nel cuore per la sua semplicità e passione. Ciao Umberto!”

Gli amici bikers

Ricordi

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r

ps

dnon

Silvia e Franco40 anni insieme

Domenica 27 maggio, nella Solennità di Pentecoste, Silvia Pilat e Franco Pol hanno festeggiato, circondati dall’affetto dei fi gli Mirko, Fabrizio e Luca, di parenti, amici e della Comunità parrocchiale, il loro 40° anniversario di matrimonio celebrato il 27 maggio 1972. Con la S. Messa delle ore 11 presieduta da don Costantino De Martin abbiamo rivolto agli sposi l’augurio che il loro amore si alimenti nel tempo e li conservi in serenità e salute, sempre insieme.

Il nostro ricLorenzo De

nella nostsapeva asupportat

simità dell’fede vissuta

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pagina 12 Maggio-Giugno 2012«Voce amica»

SCUOLA MATERNA S. ANTONIO

FESTA DI FINE ANNO SCOLASTICO!!!

NATURA IN MUSICAChe bello trascorrere una domenica po-

meriggio in compagnia, soprattutto se la natura ci fa da sfondo…eh si, perché non è solo un modo di dire, domenica 27 mag-gio ci siamo proprio immersi nella natura: tra fi ori, alberi, insetti e arcobaleni; le no-stre Coccinelle e le nostre Farfalle, ossia i bambini della scuola materna di Corbanese, hanno presentato il loro saggio di musica

dal titolo “Natura in musica” davanti a ge-nitori, nonni, fratelli, sorelle, zii e tanta al-tra gente presente allo stand della Proloco!!

Le note della pianola della maestra di musica facevano da sottofondo alle voci dei bambini che intonavano le canzoni; la dol-cezza di “Natura è” ha dato inizio alla festa che si è animata sempre più con la gioia dei bambini nel muoversi e nel cantare “Lucre-

zio il dragone” e gli altri brani dedicati ai cuccioli e agli animali presenti in natura.

La festa però non si è conclusa qui…i bambini dei grandi, con toga e cappello in testa, sono stati premiati con un diplo-ma e con una poesia prodotta e letta dalle maestre per loro…pronti per una nuova av-ventura alla scuola primaria! Una foto con i genitori dei diplomati ha concluso questo

bel momento. Ma non dimentichiamo che la

festa è per i bambini e allora si può fi nire una festa senza una bella sorpresa? Direi di no…e la sorpresa è arrivata!!! Su una enorme bicicletta si è presenta-to un pazzo giocoliere che tra scherzi, magiche bolle di sapone e super trampoli ha fatto diverti-re i nostri piccoli! Che gioia nei loro volti!

«VVoce amica»

AAA

La Voce di Corbanese

PRIMA CONFESSIONEIl 13 maggio per i ragazzini di terza elementare è stata un dome-

nica speciale. Nel pomeriggio accompagnati dalle catechiste e dai loro genitori sono stati colti da don Angelo nella casa del Signore per celebrare il sacramento della riconciliazione. Un passo molto importante per loro che precede la prima comunione.

Ringraziano Dio Padre per il dono ricevuto: Anna Antiga, Swami Bof, Silvia Cenedese, Natascia Ceotto, Mattia Dal Cin, Samuele Dal Col, Valentina Del Puppo, Davide Della Pietà Casagrande, Chiara Giordan, Carlos Leonardo, Guisado Infante, Umberto Lem-bo, Gabriele Possamai, Tomaso Revedoni, Melissa Selvestrin

Grazie a Valentina che gentilmente si è prestata a suonare l’or-gano allietando così la cerimonia. Al termine un momento di festa preparato da i genitori.

F.B

AL CAPITELLO DI S. ANTONIO DA PADOVA

In località Mondragon di Corbanese, prima della ripida salita che porta alla sommità del colle, si trova un piccolo capitello dedicato al Santo di Padova. Anche quest’anno come di con-sueto gli abitanti della zona si sono ritrovati per la Santa Messa celebrata in suo onore dal nostro parroco.

Dopo la celebrazione un momento conviviale offerto da alcu-ni residenti. Un sentito grazie a coloro che vogliono tenere viva questa tradizione e mantengono il capitello sempre ordinato e pulito.

Francesco Borsoi

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Maggio-Giugno 2012 pagina 13«Voce amica»

Venerdì 1 Giugno nel pomeriggio un gruppo di pellegrini di Cor-banese e Tarzo hanno partecipato al pellegrinaggio organizzato dalla diocesi di Vittorio Veneto a Sant’Antonio di Padova. Siamo partiti da Piazza Papa Luciani alle due del pomeriggio e durante il tragitto si sono recitate alcune preghiere.

Giunti alla Basilica ci aspettavano due parroci per spiegarci il pro-gramma della giornata. Succesivamente per chi lo desiderava c’era la possibilità di confessarsi o di visitare la Basilica. Alle 17 abbiamo assistito alla recita del Santo Rosario e un’ora dopo alla Celebrazione della Santa Messa presieduta dal nostro vescovo Corrado.

Un grazie a Renata e Miranda che ogni anno organizzano questo pellegrinaggio assieme con altri gruppi della diocesi di Vittorio Vene-to Arriverdi al prossimo anno

PELLEGRINAGGIO ALLA BASILICA DI SANTʼANTONIO DI PADOVAPELLEGRINAGGIO ALLA BASILICA DI SANTʼANTONIO DI PADOVA

MATRIMONIO1.MAIDA SALVATORE, residente a Prapian e BARATEL-LA ELEONORA si sono sposati il 16 giugno nella nostra chiesa parrocchiale. Testimoni Marchioni Stefano da Mestre, Cesaroli Annarita da Vittorio e Baratella Elisabetta da San Vendemiano.

Nella casa del Padre4. COSTELLA ATTILIO di anni 82, sposato con Borsoi Noemi. Ebbe la gioia di trasmettere la vita a 5 fi gli. Spe-rimentò l’incertezza dell’avvenire e più volte il cambio di casa; la pesantezza del lavoro e la lontananza dai fi gli per assicurare loro una vita dignitosa. Fu assistito amorevol-mente dalla moglie durante gli ultimi anni di sofferenza. Concluse la sua esistenza il 22 giugno 2012 nella sua casa di Borgo Sant’Antonio. Il funerale venne celebrato nella chiesa di Tarzo e sepolto nel cimitero del Capoluogo.

RicordoGARDENAL REGINA TERESA

in Recruccolo26.04.1952 – 14.05.2009.

“…Sono già passati tre anni, ma mi sem-bra ieri, da quando te ne sei andata, in si-

lenzio, quella sera di maggio. Del resto, come hai fatto nei tanti anni della malattia, non ti lamentavi mai, hai lottato fi no alla fi ne. Mi mancano le tue telefonate, i tuoi caffè. Spero che lassù dove sei ora, tu possa respirare senza diffi coltà. Veglia su tutti noi, in particolare sulla tua famiglia e sui tuoi adorati nipoti.…” Il tuo ricordo rimane vivo in quanti ti hanno conosciuto ed amato. Con affetto tua cognata e Vale.

Mostra del Vino Superiore dei Colli di Corbanese 43esima edizione - www.prolococorbanese.it

Con la puntualità e la competenza che si addice alle più effi -cienti “macchine” organizzative, si è da poco conclusa la Mo-stra del Vino, inserita nel prestigioso calendario di eventi della Primavera del Prosecco. Alla cerimonia di apertura di sabato 19 maggio, il neo eletto Presidente della Pro Loco Renzo Pe-rin ha introdotto gli interventi delle numerose autorità presenti:

il Sindaco Gianangelo Bof, il Vice Presidente della Provincia Floriano Zambon, l’europarlamentare vittoriese Giancarlo Scottà. Era inoltre presente in rappresentanza di Banca Prealpi, storica sostenitrice della Mostra, il Presidente Carlo Antiga e per l’Associazione Italiana Sommelier Sara Meneguz. Unisono è stato l’intento espresso di proseguire nella valorizzazione del territorio attra-verso iniziative che avvalendosi dell’apporto sinergico delle istituzioni e degli enti operanti in loco, sostengano le produzioni locali ed in particolare proprio il settore vinicolo che mai come in questo momento costituisce un volano capace di veicolare sulle nostre splendide colline turisti ed appassionati di buon cibo e buon vino. L’indiscutibile livello qualitativo delle offerte enogastronomiche e la bellezza artistico-paesaggistica che ci circondano, sono un patrimonio del quale essere fi eri e che, se sapientemente agganciato alla forza trainante che il vino Prosecco detiene in questo frangente storico, può davvero rilanciare l’intera economia del nostro Comune. In tal senso ha suscitato grandi consen-si tra il pubblico l’intervento del Sindaco volto a confermare la disponibilità dell’Amministrazione comunale a supportare la partecipazione dei produttori vinicoli di Tarzo al prossimo Vinitaly, quale vetrina mondiale per le eccellenze locali. Un centinaio di ospiti ha contribuito al successo della seconda edizione di “Golosi e Curiosi-il sapore del cibo, il gusto del vino” che ha ospitato la cucina della Chef Daniela Ulliana dell’Hosteria al Ponte Maset e l’esibizione di tango argentino dei maestri Maria Rita Faganello e Simone Pradissitto. Ben riusciti anche il saggio della Scuo-la Materna, la se-rata dedicata al pesce, la partita di calcio “Vecchie glorie Corbane-se – Tarzo” e gli appuntamenti con Rock at’ Tarz uni-tamente al moto Prosecco.

La Mostra del Vino si è conclusa con un bilancio molto positivo, conquista non da poco soprattutto alla luce del-la attuale crisi economica che non risparmia neppure la nostra realtà e costringe tutti a ridurre il proprio tenore di vita. Rodaggio superato brillantemente anche per il nuovo Consiglio Direttivo della Pro Loco e per il numeroso staff di gio-vani leve che si è occupato in particolare del servizio ai tavoli: davvero un bel gruppo di ragazzi e ragazze affi atati e con spirito di collaborazione quanto mai prezioso. Ancora una volta dunque la grande famiglia della Pro Loco di Corba-nese ha dato prova di organizzazione e professionalità. L’impegno dei generosi volontari, ha confermato che la gratuità del servizio reso alla propria comunità è un valore inestimabile, capace di costruire, attraverso la convivialità, preziosi momenti di aggregazione sociale.

Sara M.

ANAGRAFE

“…b

43eBATTESIMOPOL ADELE di Diego e De Coppi Monica, nata a Vittorio Veneto il 15 marzo 2012 è stata battezzata nella nostra parrocchiale il giorno 8.7.2012. Madrina Cesaretto Luciana da Corbanese.

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pagina 14 Maggio-Giugno 2012«Voce amica» www.parrocchiaditarzo.itwww.parrocchiaditarzo.it«VVoce amica»Voce Amica Tarzo

IL TEATRO DEI BURATTINI

Il giorno 22 maggio, c’è stato nella scuola dell’Infanzia, un piacevole e divertente spettaco-lo teatrale intitolato “ La storia di Pinocchio “ ad opera della compagnia “ Alberto De Ba-stiani”.

Con pochi oggetti di le-gno, i pupazzi del gatto e del-la volpe e i burattini del tea-tro di Mangiafuoco, un solo attore ha dato voce a que-sta storia nella quale Pinoc-

chi, nel suo andare ha regalato un pò della sua vita, un sogno, una speranza e una bugia. I bambini hanno seguito collabo-rando con l’attore e soprattutto si sono divertiti.

Le avventure di Pinocchio

Ammettiamolo pure! Questa volta ‘sti genitori hanno oltre-passato il limite: hanno lasciato che i bambini, durante lo spet-tacolo di fi ne anno scolastico dell’asilo, fossero più spetta-tori che attori. Questi genitori, dei veri e propri monelli, quasi

quasi come me. Me chi? Ma

Pinocchio e chi sennò? Il mo-nello per eccellenza! Il tutto, a onor del vero, non doveva an-dare così, doveva esserci solo una collaborazione da parte dei genitori, ma poi l’entusiasmo l’ha fatta da padrone e si sono ritrovati ad impersonare tutti i personaggi che ruotano attorno alle mie avventure. Così duran-te le serate delle prove assieme a mam-

me e papà, ho visto sviluppar-si la mia storia e prender vita i protagonisti: i litigiosi e perma-losi amici Geppetto e Ciliegia, il buon senno del Grillo, l’alle-gria di Arlecchino e Pulcinella e il vocione di Mangiafuoco, quei furbacchioni del Gatto e la Volpe, le monellerie di Lu-cignolo e gli amici di strada ed infi ne l’ironica dolcezza del-la Fata Turchina. Tutto questo condito da risate ed allegria da parte di questi genitori che si sono ritrovati un po’ bambini e soprattutto dalla soddisfa-zione fi nale di essere riusciti a mettere in piedi non solo uno spettacolo, ma di aver scoper-to una passione da condividere e avere qualche progetto per il futuro. Devo dire però un’altra cosa, perché è facile lodare chi

Per chi non mi conosce sono sr. Leontina, vivo a Tarzo in Villa Bianca, una comunità a ser-vizio della Casa di Riposo. Coordino la Scuola dell’Infanzia.

Quando sono stata invitata da sr. Marisa, responsabile dell’U.E., a questa particolare cele-brazione per una testimonianza, la mia risposta non è stata immediata, poi, rifl ettendo ho sco-perto che nel mio c’è l’amore per l’Eucaristia e ho accettato perché un dono ricevuto va con-diviso.

Mi sono posta due domande:1^: Come è entrato nel mio cuore l’amore all’Eu-

caristia?2^: Come questo dono è rimasto presente nella

mia vita?Il primo ricordo è stata l’esperienza del-

la Prima S. Messa di Comunione a 6 anni. La preparazione, avuta dal parroco Don Giovan-ni Contò ha formato il mio animo all’amore per l’Eucaristia. Egli infatti era instancabile nel sottolineare, durante le sue catechesi, l’amore che Gesù ha per ciascuno di noi, tanto da farsi

piccolo nell’Ostia consacrata per stare vicino a noi e donare se stesso. Queste ed altre espres-sioni mi colpirono profondamente e da allora ho sentito di avere dentro di me Qualcuno che mi amava oltre la mia famiglia perché di amore sentivo bisogno.

Era il giorno della Prima Comunione: ricordo la mia curiosità di voler vedere Gesù nell’Ostia e nel Tabernacolo, ma tutto era velato nel mi-stero.

Arrivata a casa, la mamma mi mandò a por-tare del cibo a una persona anziana e sola che abitava poco lontano da noi. Ricordo la sua gio-ia, il suo sguardo sereno e i suoi ripetuti “gra-zie!” per il dono ricevuto. I miei famigliari hanno continuato ad occuparsi e a far visita a questa persona. A me ha fatto molto bene perché era una occasione bella per mettere in pratica la parola di Gesù: “Avevo fame e mi hai dato da mangiare, ero solo e sei venuto a visitarmi…”.

Con la mia famiglia ho vissuto poi un’altra bella esperienza: la partecipazione alla Scuola del Santissimo. Scopo di questa iniziativa della mia Parrocchia era di tenere vivo l’amore e la devozione a Gesù: Eucaristia, signifi cata dal-la lampada sempre accesa, segno della nostra fede. Durante l’anno il Parroco celebrava del-le SS. Messe con il contributo spontaneo degli aderenti.

E’ ancora molto vivo in me il ricordo delle Quarantore durante la Settimana Santa. Il mio orario coincideva con quello dei miei genitori e anche se facevo fatica a stare in ginocchio, era una gioia pregare accanto a loro. Alla Scuola del Santissimo ho aderito per parecchi anni, anche da suora, prima di conoscere l’Unione Eucaristi-

ca che è un’altra espressione di amore a Gesù.Tornando in paese, con gradita sorpresa,

per la visita in famiglia, ho notato che davanti al tabernacolo c’erano non una, ma tre lampade accese. Era un segno della viva e numerosa par-tecipazione dei fedeli a questa iniziativa, incre-mentata dalla presenza degli Adoratori apparte-nenti all’Unione Eucaristica. Era una vera festa e una grande gioia per me la processione del Corpus Domini che si svolgeva lungo le vie del paese dove il papà aveva lavorato per fare archi, con rami verdi e fi oriti, perché doveva passare Gesù. La sua fede nell’Eucaristia è stata per me una chiara testimonianza.

Da adolescente ho chiesto di entrare nell’Araldinato del nostro Istituto. In questo ambiente di formazione per aspiranti alla vita religiosa, ho scoperto un giorno una piccola grata che collegava la nostra stanza da studio con la chiesetta dove c’era il Santissimo. Vedevo ogni tanto uscire da una porticina qualche com-pagna, ma non sapevo cosa si nascondeva dietro quella porta. Chiesi ad alcune di loro che cosa c’era lì dentro e mi rispondeva tutte allo stesso modo: “C’è un segreto!”., Un bel giorno, quando nessuno mi vedeva, entrai e vidi una piccolis-sima stanza, un inginocchiatoio e dei libri. Ne sfogliai qualcuno: era interessanti per spunti di rifl essione e preghiera, ma non mi soddisfavano. Tornai ancora e gettando lo sguardo un po’ ol-tre vidi una piccola lampada accesa vicina al ta-bernacolo. Fu una grande scoperta. Quel luogo mi diventò familiare perché potevo incontrare Gesù.

Arrivò il tempo del Noviziato, tempo in cui avevo l’opportunità di adorare ogni giorno,

Testimonianza

22-04-2012

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ScuolaMATERNA

Page 15: Voce amica Voce amica» - Parrocchia di Tarzo · forza che rinunciò all’eredità dei Gonzaga. La madre, contessa e donna di cultura e di fede, lo educa alla preghiera e alla cari-tà.

Maggio-Giugno 2012 pagina 15«Voce amica»www.parrocchiaditarzo.it

ha messo la faccia, ma io, che ho girato parecchio dietro le quinte ho visto un gran fermen-to e una grossa collaborazione da parte di tanti altri mamma e papà che si sono dati da fare con trucchi e costumi, con la scenografi a e l’allestimento della stessa, con il rinfresco, con luci e suoni e con la messa a disposizione di tutto quello che poteva tornare utile alla ri-uscita dello spettacolo. Ovvia-mente non posso dimenticare le maestre, (anche se sono noiose perché maestre, proprio come il Grillo e la Fata Turchina) devo dire che sono state in gamba! E poi… loro, i bambini, spettatori quel giorno ma attori durante le prove, implacabili con i loro innocenti conigli, ops, consigli, hanno dato più di qualche dritta agli attori per migliorare il pro-prio personaggio, per non par-

lare di quelli che avevano gli attori in casa, vocine mi dicono che sapevano la parte meglio dei genitori! Quindi un grande grazie a tutti, anche al pubblico che è venuto a passare con noi un pomeriggio nel Paese dei Balocchi.

Pinocchio

La conclusione delle nostre avventure!

Pinocchio ci ha ac-compagnato durante quest’anno con le sue

avventure, concludendo questo percorso con lo spettacolo fi na-le il 20 maggio e una mattinata di teatro con il burattinaio De Bastiani. Dopo le iniziali dif-fi coltà nel confrontarsi con un linguaggio articolato e d’altri tempi, Collodi alla fi ne di que-sto “librone” ci ha permesso di

affrontare molte tematiche sia fantasiose che reali, di utile at-tualità. I bambini hanno con en-tusiasmo partecipato alla lettu-ra dei vari episodi e alle attività inerenti, e con sorpresa dopo l’ascolto dell’ultima pagina ho sentito un inaspettata vocina che diceva: “Maestra, ce lo ri-leggi?”.

Un GRAZIE a tutte le persone che hanno collaborato per ren-dere quest’anno così avventuroso e ricco di esperienze! Per concludere quest’an-no rinfrescandoci, noi ci mangiamo un fre-sco gelato in piazza!

Buone vacanze a tutti!

almeno per un’ora, il Santissimo Sacramento. In questo periodo l’adorazione è stata un appun-tamento importante per un percorso formativo sulla carità nella fraternità. Mettere al centro l’Eucaristia voleva dire entrare nel mistero del sevizio e dell’amore verso tutti. Ho scoperto pian piano questa verità fondamentale: l’amore del Padre si è manifestato in Gesù che ha preso la condizione di servo, si è umiliato e fatto ob-bediente fi no alla morte di croce per salvarci. Questa verità che ho ricevuto dalla Chiesa, e dal mio Istituto che la sottolinea particolarmen-te, mi ha aiutata a viverla e a comunicarla nella catechesi e negli incontri occasionali con le per-sone, sopratutto quelle in particolare diffi coltà. Penso che Gesù – Parola e Pane- oggi sia l’unico rimedio a persone schiave della droga, o ango-sciate da malattie e sofferenze varie, o colpite da gravi lutti.

A proposito di sorella Morte che ci visita comunque, racconto una mia esperienza lega-ta all’Eucaristia. Una mattina proprio durante l’adorazione eucaristica nella nostra cappella di Padova, ho sentito suonare il telefono al mo-mento della consacrazione. Non era il momen-to di rispondere, ma ho percepito che era una chiamata per me diversa dalle solite. Ho conti-nuato a partecipare all’Eucaristia chiedendo al Signore di fare la sua volontà. Un nuovo squil-lo di telefono: era mio fratello che con tanto dolore mi annunciava la morte di un nipote di 29 anni causata da una delle tante fragilità che colpiscono oggi. Sono tornata in chiesa pro-fondamente colpita da questa triste notizia e l’ho comunicata alle consorelle. Ascoltandomi e guardando ancora il tabernacolo ho sentito

una forza nuova che sconfi ggeva quel “male” e la mia stessa paura e mi faceva vedere la morte e la tristezza dal versante di Dio. Gesù morto e risorto per la salvezza di tutti è stato il pensiero più consolante nei confronti di mio nipote. Da allora ho incominciato a pregare di più e incon-trando la sua famiglia, mia mamma e i miei fra-telli in questa occasione, ho scoperto che anche nei loro cuori si era riaccesa questa luce di fede. Nel nostro profondo è sorta una domanda: Che cosa possiamo fare per lui? La risposta che ci è venuta spontanea è stata: pregare, affi darlo alla Misericordia di Dio. In questa dolorosa circo-stanza tante persone mi furono spiritualmente vicine offrendo affetto e parole di consolazione. In particolare Andrea Griggio, l’animatore del Gruppo Adoratori di Padova, attraverso la sua vicinanza e benevolenza mi ha fatto compren-dere cosa sia vivere l’amore fraterno. Da allora ogni sofferenza non la vivo come un rantolo di agonia, ma con gemiti di rinascita ed annuncio di primavera e di Pasqua.

E ora un’esperienza apostolica col Grup-po dell’U.E.. Avevamo organizzato, appunto con Andrea e con Ado ed Elisabetta, una coppia di Adoratori di Pordenone, una uscita ad un san-tuario francescano. All’ora della partenza ci siamo trovati in pochi, eppure gli invitati erano tanti. Ero un po’ agitata e decisa a rimane a casa. E’ intervenuto Andrea che ha detto: “Anche si ci fosse una persona sola si va!”. E siamo partiti. E cosa è successo? La mattina l’abbiamo passata insieme nella celebrazione eucaristica precedu-ta dalla catechesi. Per il pomeriggio, Ado e Eli-sabetta aveva preparato un recital sull’Eucaristia per coinvolgere anche i bambini. Con meraviglia

vediamo arrivare e prendere posto in sala per-sone che non conoscevamo. Era arrivato un pul-lman di pellegrini e pareva che dovessero parte-cipare al nostro incontro. Gesù Eucaristia ha le sue sorprese “Le mie vie non sono le vostre vie, i miei progetti non sono i vostri progetti”. E ho capito che è più importante dar valore alla persona e non al numero più o meno grande.

Nella mia responsabilità di animatrice di zona ho cercato sempre di coinvolgere la famiglia, anche perché ho molto ricevuto dalla mia famiglia sotto il profi lo della fede. Per que-sto mi è sembrato opportuno, in linea con la programmazione dell’U.E. a livello generale, im-pegnare per la formazione degli Adoratori una coppia di sposi cristiani che parlasse a persone e a famiglie.

Ora a Tarzo nella nostra comunità reli-giosa curiamo l’adorazione quotidiana alla quale partecipano anche le nostre consorelle malate e in carrozzina e le ospiti della Casa di Riposo. In Parrocchia mi sento spinta a incrementare l’amore a Gesù Eucaristia non solo nella cate-chesi ma soprattutto tra le famiglie che incon-tro nella Scuola d’Infanzia. Vivo l’adorazione non solo quando prego davanti al SS.mo Sacramen-to, ma anche quando mi occupo delle varie cose da sbrigare e quando svolgo il mio servizio al prossimo.

Auguro che ciascuno di voi viva l’Eucari-stia con grande fede e amore e nei quotidiani gesti di carità la irradi con l’esempio della pro-pria vita.

sr. Leontina Fabbro

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«Voce amica»

Nella settimana dal 10 al 16 Giugno 2012, noi animatori del Grest e Baby Grest di Tarzo accompagnati dalla signora Fabia-na Introvigne, abbiamo partecipato ai corsi animatori organiz-zati dai Salesiani per tutti i giovani del triveneto. Questo per gli animatori più grandi è già il secondo anno e ogni livello è sempre più entusiasmante. I corsi si svolgono in una scuola salesiana di Udine, l’istituto Bearzi, che ogni anno ospita cir-ca seicento ragazzi per ogni livello. Il primo giorno ci hanno accolto con danze e cartelloni con scritto “abbracci gratis” ed è proprio questa una delle cose più belle: nonostante non ci conoscessimo, parlavamo, scherzavamo, ridevamo tutti insie-me! Per partecipare alle attività ci hanno divisi in gruppi misti, maschi e femmine di parrocchie diverse seguiti ognuno da un accompagnatore. Questo smistamento è stato fatto appunto per fare nuove amicizie e scambiarci idee. Durante i pasti abbia-mo imparato a collaborare, facendo ogni giorno a turno per la distribuzione del cibo e la pulizia dei tavoli. Anche la notte ha dato esperienza, in quanto si dorme in gruppi da circa quindici persone nelle aule scolastiche in sacchi a pelo sopra dei mate-rassi. Inoltre, non avendo ogni aula un bagno a disposizione, sono stati fatti dei turni al mattino ed alla sera per lavarsi negli spogliatoi. Solo poche parrocchie, noi comprese, hanno avuto la possibilità di essere ospitate per la notte in un seminario a pochi km dall’istituto. Noi abbiamo infatti dormito in camere da quattro su dei letti con lenzuola e bagni con docce calde per ogni stanza. Questa normalità, lì, è stata davvero una fortuna!! Tra il secondo ed il terzo giorno, abbiamo partecipato ad attivi-tà formative chiamate stages, durante le quali ognuno di noi ha imparato a fare un lavoretto o qualche danza da proporre ai no-stri animati. Ci sono stati inoltre momenti di rifl essione e pre-ghiera, i quali ci hanno aiutato a comprendere il vero signifi cato della nostra chiamata: essere animatori al servizio dei ragazzi. Questo vuol infatti dire avere cura dei bambini, essere per loro dei punti di riferimento, trasmettergli fi ducia e accoglienza, far sentire ognuno di loro importante e soprattutto essere attivi per farli divertire divertendoci!! Sperando di riuscire a mettere in pratica al meglio tutto ciò che ci hanno trasmesso e insegnato, vi salutiamo e aspettiamo dal 9 al 27 luglio in canonica!!

Gli animatori di Tarzo.

Questi i fanciulli che hanno partecipato alla Santa Messa di Prima Comunione nella chiesa di Tarzo il 29 aprile 201: Baccichet Elena, Bez Luca, Braido Marco, Bottega Eleonora, Costa Tommaso, De Bastiani Marta, Dal Molin Riccardo, Dal Gobbo Giulia, Forlin Filippo, Furlan Thomas, Geneletti Mattia, Introvigne Mattia, Lovat Tommaso, Lavina Andrea, Pellegrini Lorenzo, Pin Nicola, Pilat Leonardo

Parrocchia di Tarzo “Purifi cazione della B.V. Maria”

Diocesi di Vittorio Veneto

PREMIO DI 2° GRADO

assegnato a

BEZ DANIELE

per aver frequentato l’incontro settimanale dei Chierichetti e per l’impegno

nella lettura del Vangelo e nell’attività proposta per conoscere Gesù.

Nell’anno del Signore 2011-2012

Animatrice Parroco

Parrocchia di Tarzo “Purifi cazione della B.V. Maria”

Diocesi di Vittorio Veneto

PREMIO DI 1° GRADO

assegnato a

FURLAN THOMAS

per aver frequentato l’incontro settimanale dei Chierichetti e per l’impegno

nella lettura del Vangelo e nell’attività proposta per conoscere Gesù.

Nell’anno del Signore 2011-2012

Animatrice Parroco

Parrocchia di Tarzo “Purifi cazione della B.V. Maria”

Diocesi di Vittorio Veneto

PREMIO DI 3° GRADO

assegnato a

FORLIN FILIPPO

per aver frequentato l’incontro settimanale dei Chierichetti e per l’impegno

nella lettura del Vangelo e nell’attività proposta per conoscere Gesù.

Nell’anno del Signore 2011-2012

Animatrice Parroco

ASPETTANDO IL GREST ED IL BABY GREST

CORSI ANIMATORI UDINE 2012

Prima Comunione

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Maggio-Giugno 2012 pagina 17«Voce amica»

Tarzo 2 febbraio 2012

Festa della Presentazione del Signore al TempioCarissimi Chierichetti di Tarzo

Enrico, Filippo, Nicola, Andrea, Daniele, Thomas, Luca, Umber-to, Mattia, Tommaso, Elia, Andrea, Marco Braido, Marco Introvigne, la vostra lettera, ricevuta con immenso piacere, ha suscitato nel mio cuore tanta simpatia, affetto, ammirazione per voi. Grazie per le vo-stre belle parole e per l’interessante e importante domanda che mi avete ri-volta: “Come nella tua vita hai rispo-sto e rispondi all’amore di Dio?” Ten-to di rispondere anche se è diffi cile per me esprimere tutto il percorso della mia vita donata al Signore. Sono stata spinta solo dal suo immenso amore.

Fin da piccola i genitori e i catechisti mi hanno insegnato a conoscere il Si-

gnore che è nostro Padre e ci ama, ci perdona. o capito che niente al mon-do è bello e grande come Lui. E fi n da allora ho pensato: se Gesù mi ha voluto tanto bene ed è morto per me, io voglio stare solo con Lui. E ho deciso di offrire la mia vita per Lui. E’ nata così la mia vocazione di farmi suora: voglio donarmi a Gesù, essere sua per sempre, servirlo nei più poveri, come S. Francesco di Assisi. Mi attirava tanto la vita missionaria di cui sentivo raccontare con tanto fervore dai missionari. Essi anda-vano fra i popoli che non conoscevano Gesù e pativano fame, ma-lattia e morte per mancanza di medici e di medicine. Soffrivo per non poter essere anch’io là con loro per aiutarli. Appena noi suore francescane abbiamo aperto una missione in Africa, nella Guinea Bissau, ho subito fatto domanda di andarci. In quel paese pove-rissimo dove mancava tutto: strade, acqua, luce, medicinali per curare tanti bambini malati che diventavano ciechi o handicappati per mancanza di cure e di nutrimento. E ne morivano tanti. Il con-

tatto quotidiano con scene di dolore e di morte, aumentava sempre di più in me l’amore per Gesù, per i poveri e i sofferenti. Li amavo ogni giorno di più e cercavo di aiutarli con tutte le forze, perché avevo la certezza della Parola di Gesù: “Quello che fate ai più piccoli dei miei fratelli, l’avete fatto a me”.

Mi sono sentita un piccolo strumento che il Signore si era scelto per fare cose grandi per quella povera gente. Oltre a fare catechesi ai gio-vani e agli adulti, ho sempre lavorato in ambulatorio. I Bambini e le persone adulte gravissime erano sempre molte, ma i mezzi per curarli erano pochi. La presenza del Signore suppliva a questa mancanza. Lui sanava e consolava. Quanti miracoli veri hanno visto i miei occhi. Quante emozioni, quanti bambini salvati dalla morte. Ho sperimenta-to davvero quanto sia bello e grande salvare la vita degli altri insieme alle mie consorelle.

Un altro servizio, molto bello, per rispondere all’amore di Dio è sta-ta per me l’assistenza ai carcerati. Quando la sera tornavo dal carcere con il cuore pieno delle loro pene, camminavo piangendo. Sentivo di aver incontrato in loro lo stesso Gesù che ha detto: “Ero carcerato e mi avete visitato” e a volte anche “liberato” perchè diversi erano innocenti e noi siamo riusciti a far riconoscere la loro innocenza e a liberarli dalla prigione. In questi momenti emozionanti di servizio ai poveri, ho sperimentato che, rispondendo all’amore del Signore, si incontra la vera felicità.

Vi saluto con affetto e vi auguro che Gesù faccia comprendere an-che a voi che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Lui vi insegni come rispondere al grande amore che ha per ciascuno di voi. Nella mia preghiera vi ricordo.

Suor Ernestina

Mons. Giacomo Da Frè 60° anniversario di ordinazione sacerdotale

È con immensa gioia che la comunità parrocchiale di Tarzo ha festeggiato, il 3 giugno 2012, il 60° anniversario della sua ordina-

zione sacerdotale con la cele-brazione eucaristica presieduta dallo stesso Don Giacomo. Già cappellano della parrocchia di Tarzo subito dopo l’ordina-zione, ora è assistente spiri-tuale presso la casa di riposo “Villa Bianca”. Anche il Ve-scovo Corrado, nella Chiesa di Revine il 22 giugno 2012, giorno anniversario della sua ordinazione avvenuta il 22 giu-

gno 1952 nella Cattedrale di Vittorio Veneto, ha voluto ringraziare Mons. Giacomo presiedendo la celebrazione liturgica concelebrata con i presbiteri della forania “La Vallata”. Rinnovandogli ancora gli auguri in questa splendida occasione, lo ringraziamo per il prezioso ministero che sta ancora esercitando in mezzo a noi.

Simon Pietro e Giuseppe Faraon

Liessi Agostino e Gino Morandin

La parrocchia ringrazia per l’impegno costantenelle sistemazione delle opere parrocchiali

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pagina 18 Maggio-Giugno 2012«Voce amica»

PENTECOSTE, 27 MAGGIOSanta Messa nel giorno di Pentecoste a conclusione dell’attività

pastorale, del catechismo e delle attività dei vari gruppi operanti in parrocchia. Alla fi ne della celebrazione il Piccolo Coro ha arricchito la giornata con il suo concertino: i brani sono stati intervallati da let-ture mirate ed accompagnati da immagini riguardo i temi messi in campo, così da dare un senso religioso a questo bello spettacolo! Un esempio, anche per altre occasioni, di come le direttrici del coretto hanno impostato il concerto: grazie e brave!

MESSA AL CAPITELLO DI RESERETTALa comunità di Reseretta, il 14 maggio, si è radunata al capitello

del borgo in occasione della Messa con don Francesco. Bruno M.

GITA DEI CHIERICHETTIIl giorno 2 giugno siamo partiti per trascorrere la classica gita con

i chierichetti e le famiglie intraprendendo una escursione nel paese Vinigo di Cadore nelle nostre meravigliose montagne. All’arrivo i bravi genitori ci hanno preparato una buona merenda. Successi-vamente abbiamo partecipato alla santa messa celebrata da Mons. Francesco nella locale chiesetta dedicata a San Giovanni Battista. In seguito i genitori si sono prestati a cucinare un buon pranzo permettendoci di condividere dei bei momen-ti insieme. Nel pomeriggio ci siamo incamminati verso la grotta della Madonna di Lourdes situata nel suggestivo paesaggio dolomitico. Verso sera, dopo una lieta giornata passata insieme, siamo rientrati a Tarzo. Ringraziamo di cuore il parroco e i genito-ri per aver reso possibile questa splendida giornata e rimaniamo nella speranza che questa occasione si possa ripetere nei prossimi anni.

Una liturgia, tanto bella quanto semplice, guidata da Don France-sco e da Don Ezio e partecipata oltre che dalle catechiste Luigina e Luisa, da tanti genitori e famigliari, ha accompagnato i bambini a celebrare la festa del Perdono.

Il sacramento della prima confessione è il primo passo nel per-corso di formazione cristiana dei nostri ragazzi, che gli aiuta a comprendere il vero signifi cato del mistero della Croce. Cinque i momenti fondamentali, necessari per fare una buona confessione, che i ragazzi hanno avuto modo di apprendere nel corso dell’anno catechistico. In primo luogo l’esame di coscienza che signifi ca tira-re fuori tutto ciò che sappiamo di aver fatto contro l’amore di Gesù; quindi, il dolore per i peccati cioè il dispiacere per aver offeso Dio; poi il proposito di non commettere più peccati; la confessione, qua-le atto di umiltà e di sincerità compiuto davanti al Sacerdote in rap-presentanza di Dio ed, infi ne, la penitenza.

La cerimonia ha avuto il suo momento più signifi cativo nella con-fessione di ogni bambino, ciascuna cadenzata da un rituale silenzio-so e ordinato: la salita all’altare per la confessione, la penitenza e il rinnovo delle promesse battesimali simbolicamente rappresentato dall’accensione al cero pasquale della candela del battesimo.

A ricordo della giornata è stato donato ad ogni bambino un cro-cefi sso e un fi ore bianco, simbolo di purezza. Infi ne, a conclusione della bella giornata un ricco rinfresco ha atteso i ragazzi nelle sale dell’oratorio,

Una mamma.

16 i ragazzi che hanno celebrato per la prima volta il Sacramen-to della Confessione il 13 maggio nella nostra Chiesa: Baldassar Colin, Bez Daniele, Bottega Davide, Casagrande Andrea, Ca-sagrande Eric, Della Pietà Stefania, De Polo Umberto, Fran-cesschet Andrea, Franceschet Luca, Mattiuz Thierry, Piaia Si-mone, Rizzo Asia, Salamon Samuele, Teso Alessandro, Tomasi Federico, Zanetti Maria Celeste

Prima Confessione

ANIMAZIONE ACRL’Azione cattolica Ragazzi in passeggiata tra i colli

tarzesi; è una delle animazioni organizzate nel corso del mese di maggio da Luigi & co. Ecco gli animatori con i ragazzini.

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Notiziein breve

vanni Battista. Inon n-ati el o i -a si

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Maggio-Giugno 2012 pagina 19«Voce amica»

Il 21 giugno nella Chiesa Cat-tedrale, a conclusione del con-vegno diocesano, il Vescovo Corrado ha delineato il cammi-no pastorale per i prossimi 3-4 anni. Come evidenziato nella sua presentazione, si cercherà di dare a quanto già si fa nelle comunità parrocchiali una qua-lità e delle prospettive più fedeli all’appello del convegno “Abi-ta la terra e vivi con fede” concentrandole attorno all’idea di corresponsabilità per la mis-sione. Due importanti eventi avranno poi lo scopo di offrire impulso e aiuto alla vita e all’at-tività delle parrocchie: l’Anno

della Fede proposto dal Papa e l’avvio della Visita Pastorale.

Orientamenti pastorali. Il Vescovo ha proposto, per il tem-po delle sue Visite pastorali che, presumibilmente, dureranno tre o quattro anni a partire dal 2013, degli Orientamenti pastorali che guidino il cammino della pasto-rale diocesana in questo periodo di tempo. Gli orientamenti han-no per titolo “corresponsabili per la missione” richiamando il mandato missionario che trova nel Battesimo il suo fondamen-to e che è stato oggetto del pia-no pastorale 2010/2011.

Corresponsabilità. La Chie-

sa è comunione ed è chiamata a viverla. In un mondo segnato dalla disgregazione e dall’indi-vidualismo, il compito primario della Chiesa è mostrare quan-to lo Spirito del Risorto opera in lei: la comunione con Dio e tra i fratelli. La corresponsa-bilità è una forma concreta di comunione; è la disponibilità a condividere le scelte che riguar-dano tutti. Attraverso il discer-nimento spirituale e l’ascolto reciproco si maturano, secondo la responsabilità di ciascuno, decisioni ponderate e condivise.

La missione. Ossia l’annun-cio del Vangelo, per comuni-

care la fede, soprattutto dove la persona o la famiglia vivono ed affrontano situazioni particolar-mente favorevoli all’incontro con il Vangelo e con Gesù. L’ini-ziazione cristiana. L’esperienza della fragilità umana. Iniziative concrete della parrocchia come chiesa missionaria. Rafforzare o istituire il “gruppo liturgico”. Incontro tra le segreterie dei consigli pastorali parrocchiali dell’unità pastorale. Incontri di condivisione e formazione per adulti. Formazione di coppie che si fanno carico dell’accom-pagnamento dei genitori per il Battesimo. Accompagnare i ge-nitori dei bambini dagli 0 ai 6 anni.

Orientamenti e iniziative pastoraliDopo il convegno ecclesiale 2011/2012

NOZZE D’ORO

Tanti auguri ai nostri nonni Pancotto Romano e Pol Meri che il giorno 10 maggio 2012 hanno festeggiato il loro 50° anni-versario di matrimonio attorniati dai loro cari.

Speriamo possiate trascorrere altri anni insieme in salute e fe-licità.

60 ANNI INSIEMEA Casagrande Giovanni e De Coppi Ina che hanno ce-

lebrato il 60 anniversario del loro Matrimonio partecipando alla Messa nella Chiesa Parrocchiale e sono stati festeggiati dai fi gli, parenti e d amici.

AuguriNONNA GENOVEFFA COMPIE 100 ANNI

Il 02 maggio 1912, nel piccolo paesino di Rol-le, nasceva Genoveffa Dal Vecchio una persona come molte altre, con una storia decisamente comune ma, per tutti noi famigliari, un riferimento e un esempio continuo. Più di una sono le peculiarità che la contrad-distinguono ma la fede, la speranza, il coraggio e la perseveranza sono proprio le caratteristiche che delineano la sua persona. Sposa di Angelo Cesca ha da lui tre fi gli Maria, Valentino e Angela (che tutti noi chiamiamo Ginetta).

Nonno Angelo in tempi prematuri rimane infermo a letto e lei lo assiste con amo-revolezza e dedizione senza lamentarsi mai, portando avanti tutte le sue cose ac-cettando con fi ducia anche le prove “che al Signor ne manda” Dopo la morte del marito continua la vita tra la casa e la “riva”.

Nonna Genoveffa senza laurea, ne diploma, conduce la quotidianità con grande saggezza, alzandosi presto, pregando e presentandosi sempre in ordine.

Cent’anni sono davvero tanti, molte cose ha visto nonna Genoveffa, la povertà delle famiglie numerose, ben due guerre, la morte delle persone care, le fatiche e le sofferenze delle cose che non vanno secondo il proprio progetto, ma il coraggio non le è mai mancato. I suoi discorsi equilibrati senza grandi paroloni da saccente, ma ricchi di contenuti e di fermezza. Le porte di casa sempre aperte e le sue mani operose per accogliere e condividere il tanto o il poco con chi le faceva visita. Pen-sando bene le sue dispense non erano traboccanti, ma lei non ci faceva mai mancar anzi le cose semplici che ci preparava sembravano essere le più buone del mondo. Condividere è sempre stato il suo motto.

Negli ultimi anni, la fi glia Maria con il marito Mario l’hanno accolta nel loro appar-tamento di Conegliano dove vive con molta serenità, coccolata ed amata come si conviene. Il 2 maggio per il centenario è stata festa grande, non con toni accesi, non ristoranti o cerimonie solenni, ma in famiglia, con un’infi nità di fi ori che lei pro-fondamente adora.

Nonostante l’inesorabile passare del tempo ha sempre mantenuto la sua auto-nomia, la freschezza di mente, di spirito e di accettazione delle cose che il divino manda. E ora i ringraziamenti perché, in questo triste momento, dove la fede è un valore quasi passato di moda, la testimonianza di una persuasione così solida è un bene immenso. Perchè i torti e le critiche possono ferire, ma lei ci hai dimostrato che la vita deve essere vissuta con coraggio. Grazie al suo buon umore, alla battuta sempre pronta, il tempo con lei scorre piacevole e sereno. Grazie è necessario, a questo punto, dire a chi come lei si è fatto onore per tutta una vita, non compiendo grandi opere, ma rendendo straordinario l’ordinario.

Maria, Valentino, Ginetta e tutti i tuoi cari.

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pagina 20 Maggio-Giugno 2012«Voce amica»

Secondo anno in trasferta, questo il tema della tra-dizionale festa del Gruppo dal 22 al 24 giugno scorsi, suddivisa in tre momenti e tre luoghi distinti: quello sportivo, quello religioso e quello eno-gastronomico. Venerdì 22 l’apertura, presso la struttura polifunzio-nale di via C. Battisti gentilmente concessa dalla Pro Loco, con la manifestazione della Sezione di Vittorio Veneto promossa per presentare il libro “Cuore Alpino per l’Abruzzo” sugli interventi svolti dalle penne nere a seguito del disastroso terremoto del 6 aprile 2009; ospiti della serata i 100 alpini che hanno prestato la loro opera gratuita. Nel libro un capitolo è dedicato alla “Casa Alpini di Vittorio Veneto “ di Paganica, della cui realizzazione il nostro Gruppo ha avuto un ruolo di ri-lievo. Sabato 25, con partenza e arrivo presso il piazza-le delle scuole, 153 iscritti, più parecchi altri appassio-nati, hanno dato vita alla “31^ Caminada alpina – XI Memorial Berto Cancian”, del circuito Trevisando, attraverso vigneti di prosecco, prati e boschi di castagno, con passaggio ai piedi della chiesetta alpina delle Rive San Pietro, sede “spirituale” del Gruppo.

Domenica 24 la celebra-zione religiosa, presso la chiesetta alle Rive, con nu-trita partecipazione, presenti il Vessillo sezionale di Vitto-rio Veneto, fregiato di 4 me-daglie d’oro, accompagnato dal Vice Presidente Rolda-no De Biasi e delegazioni di Torri del Benaco (VR), Cozzuolo, Colle Umber-to, Fregona, Gruppo Città, Mansuè, San Giacomo, non-ché il nostro gagliardetto, appuntato di medaglia d’argento al valor militare. Hanno reso gli onori di casa, oltre al Capogruppo Liessi, il Sindaco Bof, il Vice Sindaco Sacchet e l’Assessore De Polo.

Ha animato la S. Messa la Corale dei Laghi, sem-pre apprezzata partecipe, a cui va la nostra grati-tudine.

A don Giuseppe Artico, celebrante, già Cappellano militare tra le truppe alpine, il Gruppo ha fatto dono del Cappello, gesto che ha molto gradito e che lo ha commosso nel rievocare l’esperienza di sacerdote tra i giovani in divisa e stellette.

All’omelia ci ha così intrattenuti: “Non sono uomo di mare e non conosco il sibilo del vento, l’altezza del-le onde, le nuvole basse sull’acqua, ma ho fatto espe-rienza delle bufere di neve in montagna; in mezz’ora ti cadono addosso 50 centimetri di neve, le nuvole basse ti chiudono l’orizzonte e perdi l’orientamento, il vento rende diffi cile o come scriveva un alpino alla mamma. Trasportando queste esperienze in campo spirituale avviene quella che i santi chiamano la notte dell’anima sulla quale regna sovrano il silenzio di Dio, il sonno di

Dio. Ogni uomo credente o ateo fa questa esperienza nel corso della sua vita e assaggia l’amaro di quelle parole: non ti im-porta se io muoio? Per chi crede in Dio, per chi gli dà fi ducia, questo è un momen-to di prova, diffi cile, nero, ma di passaggio, per lui c’è la parola di Cristo: uomo di poca fede, io sono sempre con te, non ti abbandono mai, non permetterò che la prova sia superiore alle tue capacità, alle tue forze, non sei mai solo, ogni tuo passo è guidato e accompagnato dal cielo. Possano queste parole dare serenità e fi du-cia, far risplendere ancora il

sole, ridare calma e gioia. Come ogni buon alpino, impariamo che dopo la bufera anche la più forte, torna il sereno, torna il sole, la luce e la gioia”.

GRUPPO ALPINI TARZO di Francesco INTROVIGNE

FESTA ALPINA di SAN PIETRO

Premiazioni col Presidente sezionale Angelo Biz ed il Capogruppo Giovanni Liessi

La Corale dei Laghi

Rappresentanze d’Arma e Autorità alla celebrazione

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«Voce amica»Sabato 9 giugno ci ritroviamo con don Francesco per partire alla volta di Maria Saal e Klagenfurt, in Carinzia. Ci ritroviamo in piazza a Tarzo in una mattinata non certo lim-pida (e poi alle sei di mattina siamo ancora tutti un po’ addormentati … ) e partiamo in direzione Tarvisio e verso il confi ne austriaco.

Dopo una sosta strada facendo, ci con-cediamo una tappa a Maria Wőrth, paesino posto in una caratteristica penisola sul Wör-ther See (il lago di Wörth) questo villaggio è conosciuto a livello internazionale per via di una particolare chiesetta romanica, meta di pellegrinaggio e molto usata per celebrazioni nuziali.

Dopo la pausa, proseguiamo per il santua-rio di Maria Saal, dove celebriamo la Messa per ringraziare il Signore di averci concesso di ritrovarci tutti insieme in luogo così bello.

Il santuario di Maria Saal, infatti, ha gran-di dimensioni ed è costruito in uno stile che sembra essere una transizione dal romanico al gotico: a dire il vero, non resta molto dal-la chiesa romanica originaria, in quanto, dal momento della sua edifi cazione nell’Alto Medioevo su ordine del vescovo Modesto, fu ampiamente rimaneggiata. L’edifi cio at-tuale è una specie chiesa fortifi cata che risale alla metà del XV secolo, ma ricostruito dopo un terribile incendio nella seconda metà del ‘600.

Proprio perché costruita su ordine di un ve-scovo, l’attuale chiesa è comunemente ancora chiamata Dom, cioè “cattedrale” , ma non fu mai una cattedrale vera e propria.

Nonostante ormai Maria Saal abbia perso la sua importanza storica, la sua chiesa è anco-ra un importante luogo di pellegrinaggio sia per i carinziani che per i vicini cattolici della Slovenia.

Subito dopo la Messa, il pranzo in una tipi-ca birreria austriaca, dove abbiamo modo di

mangiare e di dissetarci con la birra ivi pro-dotta. Incontriamo, poi, la nostra guida che, in questo pomeriggio di pioggia battente, ci accompagnerà a visitare Klagenfurt, capitale del Land della Carinzia, co-sede della diocesi cattolica di Gurk-Klagenfurt e sede dell’uni-versità di Alpen-Adria.

Non tutte le signore partecipano, probabil-mente temendo la pioggia: dunque il gruppo, anche se diminuito, resta comunque alto nel morale e si inoltra nella visita della citta: la leggenda narra che Klagenfurt fu fondata dopo che un paio di uomini coraggiosi ebbe-ro ucciso l’abominevole Lindwurm, un drago alato che viveva nelle lande adiacenti al lago, il cui alimento principale si racconta fosse-ro ragazze vergini. L’impresa è ancora oggi ricordata con un impressionante monumento nel centro cittadino. Storicamente, il luogo fu fondato dal duca Herman di Spanheim, come roccaforte situata tra le vie commerciali della zona. La sua prima menzione risale al tardo dodicesimo secolo in un documento del duca Ulrico II.

In città, abbiamo modo di visitare il Duomo (concattedrale di Klagenfurt), che purtroppo non possiamo vedere dall’interno, situato nel-la Domplatz, dedicato ai santi Pietro e Paolo ed eretto nel 1581. L’interno della chiesa è decorato di stucchi e affreschi in stile baroc-

co. Ci spostiamo poi verso la bella piazza di

Neuer, edifi cata nel XVI secolo dall’archi-tetto italiano Domenico dell’Allio. Al suo centro è situato il monumento a Maria Tere-sa d’Austria del 1785, mentre ai lati trovano posto palazzi in stile neoclassico, tra cui il Palazzo Porcia e l’imponente Palazzo Orsini-Rosemberg (1650), sede dell’attuale muni-cipio. A catturare l’attenzione è, ancora una volta, quello strano personaggio posto a due passi dal monumento a Maria Teresa: il dra-go della fontana del Lindwurm, simbolo in-discusso della città. Per creare il disegno del drago, venne usato come modello un teschio di un rinoceronte dell’Era Glaciale, rinvenuto nelle campagne della città.

Dopo le immancabili spese, il gruppo si ri-trova mentre il sole sembra voler squarciare le nuvole. Si riparte con direzione Italia e tap-pa a San Daniele del Friuli, dove ci deliziamo con l’assaggio (e l’acquisto) del tipico pro-sciutto. In prima serata sbarchiamo a Tarzo, stanchi ma soddisfatti.

Ancora una volta grazie a don Francesco per le incredibili opportunità culturali che of-fre alla nostra parrocchia. Grazie! Attendia-mo intrepidi la prossima gita.

Roberto e Fabiana

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IN RICORDO DI CARLA DALLA BARBA

Sabato 9 giugno è mancata Carla Dalla Barba in Bernardi. Carla era nata a Conegliano 69 anni fa. Ha affrontato vita e malattia coraggio-samente e lascia nella madre, nel marito, nei fi gli, nel nipote e in tutte le persone che l’hanno conosciuta un vuoto incolmabile.

E’ stata insegnante per oltre 15 anni al Col-legio Dante Alighieri di Vittorio Veneto e poi nel Seminario Vescovile. Come insegnante non trasmetteva solo nozioni, informazioni, cultura, ma educava i giovani allievi ad inserirsi nei valori della vita. Anche dopo aver terminato il suo ruolo di insegnante, la passione e l’amo-re per i ragazzi e i giovani non si è interrotto, ma è continuato nell’aiutare ragazzi in diffi coltà e gli adulti a leggere e scrivere. In Parrocchia era presidente del gruppo Santa Chiara di Assisi della San Vincenzo, un ruolo che rico-priva con un entusiasmo che contagiava, con presenza fattiva e concreta, la sua fedeltà e impegno anche nella incombenze di orga-

nizzazione, la Conferenza SanVincenzo era quasi la sua seconda famiglia, assieme alle consorelle e ad un confratello, che permetteva di irradiare amore, conforto consolazione, punto di appoggio per tante persone e con uno stile sorridente e gioioso. Si è dedicata con passione al volontariato anche nella Casa di Riposo Villa Bianca dove anziane, familiari, suore ed operatori la ricordano con grade affetto e stima. “ Carla non era solo volontaria, era persona che offriva se stessa, che generava bene. Con ordine e chiarezza interiore sapeva bene cosa signifi casse

offrire. Non alzava la mano ma di fronte al bisogno diceva a se stessa, eccomi, vado e offro... senza clamore. Sapeva, inoltre, che per offrirsi bisogna fi darsi ed affi darsi in primis al prossimo tuo. Pur nella fatica degli ultimi tempi della sua vita terrena, Carla alzava le mani confermando il suo eccomi, affi dandosi al Padre e affi dando a Lui, il marito e i suoi cari a cui teneva più della sua stessa vita”.

Ricordiamo, infi ne, che ha collaborato con il settimanale diocesano L’Azione e con il Bol-lettino Voce Amica; per decenni è stata l’ani-matrice della parte culturale della Pro Loco di Tarzo, ottenendo la collaborazione della ami-ca poetessa Gina Piccin Dugo che alla festa dell’Emigrante ha dedicato molte sue poesie.

A CARLAAccogli, o Signore,il mio grido:quest’anima ti affi do,tienila vicino al tuo cuore …Lei ha dato tanto, in prima persona,Lei, così altruista, buona,ha gioito, sofferto e pianto …Non aveva limiti nella fatica:la sua fede l’aiutavaai bambini insegnava:cara, dolce, vera Amica …Non resteran solo parole vane,di Lei si ricorderà il mondo.L’affetto che ha lasciato è profondo,un segno che esistono persone sane ...che fanno del bene, senza distinzioni,con umiltà, incontro al bisognoso chiedendo agli altri un gesto generosoe otteneva aiuto dalle istituzioni …Il suo sorriso, la sua parola pacata,le sue gesta assieme a noi, la sua fatica,cara, dolce, vera Amicano! Non sarai mai dimenticata.R. Sopracordevole

GITA PARROCCHIALE IN CARINZIA

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pagina 22 Maggio-Giugno 2012«Voce amica»

DEFUNTI17. CANZIAN ROSA. Rosa nasce il

30 agosto 1927 a S. Vendemiano dove trascorse la giovinezza con i sette fratelli. Celebrò il matrimonio con Rizzo Giulio nel 1952 ed ebbero la gioia di amare nove fi gli che la ringraziano e la ricordano con tanto amore. E ricordata con riconoscen-za da tante persone che Rosa correva sollecita a curare ed assistere. La sua giornata incominciava prima del sorgere del sole e alla sera, alla fi oca luce di una candela, lei continuava nelle facende di casa. Amava la vita e la stimava come un valore, un dono, una bellezza da godere

e da comunicare. In famiglia e per tante persone lei era punto di riferimento e di ricerca di un consiglio. Trascorse la sua vita in via Castellich fi n a 84 anni, felice di poter ricevere la comunione e tenendo alta la fi accola della sua grande dignità di madre. Tante persone la ringraziano per la sua assistenza serena e spontanea. Ricoverata in Ospedale a Vittorio Veneto, concluse il suo pellegrinaggio terreno il 3 maggio 2012. La santa Messa esequia-le a suo suffragio venne celebrata nella nostra chiesa il 5 maggio e poi accompa-gnata al cimitero di Tarzo in attesa della resurrezione promessadi Gesù.

AnagrafeRicordiCANZIAN ROSA in Rizzo

Cara mamma,

è già trascorso un mese da quando ci hai lasciato, ma la tua presenza tra noi è ancora molto tangibile. I ricordi del tempo che ci hai donato sono tanti e tutti molto preziosi. Per noi tu sei stata un esempio da seguire sempre e comunque, pronta ogni giorno ad aiutarci e correggerti. La tua vita, improntata alla cura della tua fa-miglia, è trascorsa veloce e, quando è ar-rivato il tempo di riposarti e godere dei frutti del tuo lavoro, la malattia ti ha colto improvvisamente privandoti della parola e lasciandoti solo gli occhi per esprimere le tue emozioni. Quegli occhi,insieme al tuo sorriso,li porteremo sempre nel cuore. Con affetto ti ricorderemo sempre

I tuoi cari fi gli

DOMENICO CASAGRANDE e CASSOL MARIA (ANTONIA)

A sette anni dalla tua improvvisa e do-lorosa scomparsa, ti ricordo ancora con

immutato affetto, as-sieme a tua moglie Maria, che, dopo una lunga e devastante malattia, da appena 20 giorni ti ha rag-giunto innanzi al Si-gnore. Così vi voglio immaginare: uniti per sempre nell’amore reciproco, come in vita, e nell’amore del Signore.

Vostro nipote Da-vid

BATTESIMI5. DAL PUPPO MATTIA di

Giampietro e di Dal Piva Mara, residenti a Tarzo in Via Prapian di Tarzo, nato a Vittorio Veneto, il 14.9.2011. Battezzato nella Chiesa Arcipretale di Tarzo il 18 marzo 2012. Il rito di accoglienza

6. BARBON NAYANA LUCIA di Maurom Manuela, residenti a Tarzo in via Vallorch, nata a Del-hi – India, il 27.12.2008. Battez-zata nella chiesa Arcipretale di Tarzo il 18 marzo 2012. Il rito di accoglienza venne celebrato il 26.2.2012. Madrina: Michieletto Federica della parrocchia di Mi-rano.

7. TOMASI AZZURRA di Michele e di Mazzer Mara, residenti a Tarzo. Battezzata nella Chiesa Arcipretale di Tarzo il 24 giugno 2012; il rito di accoglienza venne celebrato il 20.5.2012.

8. MICHELON EILEEN di Moreno e di Tomasi Monia, residenti a Tarzo in via Rossini, nata a Vittorio Veneto il 29.9.2011. Battezzata nella Chiesa Arcipretale di Tarzo il 24 giu-gno 2012; il rito di accoglienza venne celebrato il 20.5.2012.

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Maggio-Giugno 2012 pagina 23«Voce amica»

18. STIVAL ANNA MARIA – Suor DIOMIRA. Era nata a Fossalta di Porto-gruaro il 3 agosto1926. A 10 anni conse-gue il Diploma di “Corso Ceciliano” che la rese maestra di canto e di suono. Il 31 ottobre 1949 fa la sua professione per-petua nella Congregazione delle Suore Francescane di Cristo Re. E’ assistente delle Postulanti e nel 1957 è maestra delle postulanti e insegnante nella scuo-la elementare di S. Maria delle Grazie. Il 27 agosto 1971 è eletta Superiora del-la fraternità di Venezia e nel 1974 ritorna a Santa Maria delle Grazie. Dal 1978 al 1983 è Consigliera Generale. Nel 1983 è Superiora a Padova e nel 1986 arriva a Villa Bianca, dove è superiora per 12 anni. Ritorna a Tarzo dopo un periodo presso il Santuario della Madonna del Rifugio a Si-nalunga come sorella delal suore inferme. Fece ritorno al Padre la sera del 3 maggio 2012 circondata dalle Consorelle di Villa Bianca. La Messa esequiale venne cele-brata nella chiesetta di Villa Bianca il 5 maggio e poi accompagnata nel cimitero di Tarzo, in attesa della Resurrezione.

19. MEMBRADO JOSEFINA ANTO-NIA. Josefi na Antonia era di origine spa-gnola, era nata, infatti, a Santa Barbara (Spagna) il 24.4.1924, ma trascorse mol-ti anni della sua vita in Venezuela. Celebrò il matrimonio con Bortolotto Ferdinando, di cui poi dovette piangerne la morte. Ospite da qualche anno a Villa Bianca, qui si concluse il suo viaggio terreno il 15.5.2012. Il suo funerale venne celebra-to nella chiesa di Tarzo il 18 maggio e poi accompagnata nel nostro cimitero.

20. PANCOT ANGELO. Angelo era nato a Tarzo il 5 gennaio 1921. La sua lunga esistenza gli ha fatto conoscere e incontrare molti avvenimenti, anche tragi-ci per la nostra storia che provocano ri-fl essioni serie, con una risposta non sem-pre facile e univoca. A Milano trascorse la maggior parte della vita come profes-sionista falegname, esperto nel prepara-re con gusto i “fusti per i salotti”. Aveva celebrato il Matrimonio con Casagrande Vittoria ed ebbero la gioia di amare il fi glio Roberto, ma dovette piangere la perdita delle sue due sorelle. Alla pensione fece ritorno a Tarzo dove si costruì l’abitazione in via Belvedere, davvero residenza belve-dere: curata, abbellita da tanti ornamenti. Faceva parte della Associazione Alpini e avvertiva la necessità di recuperare i valo-ri di umanità, di giustizia, di collaborazio-ne e di timor di Dio, oggi spesso dimen-ticati. La conclusione della sua esistenza avvenne il 30 maggio 2012 all’Ospedale di Conegliano. Dopo la Messa esequiale, celebrata il 1 giugno nella nostra Chiesa, venne accompagnato al cimitero di Tarzo.

21. CASSOL MARIA di anni 70, era

nata, infatti, a Sospirolo (BL) il 22 settem-bre 1941; la ricordiamo assieme ai suoi due fratelli con i quali condivise gli anni della primavera della vita con tanti sogni e progetti, e ne pianse la morte di uno sul lavoro e del secondo per malattia. Da So-spirolo si trasferì a Castion di Belluno e in seguito a Corbanese. La giornata era scandita dall’alternarsi delle stagioni e del tempo. La giornata incominciava con il sorgere dell’alba e terminava sempre ol-tre il tramonto del sole. E quando calava il silenzio in casa, la mamma continuava a rammendare, a pulire, a preparare. Cercò lavoro in Svizzera e si incontrò con Casa-grande Domenico, che esercitava la pro-fessione di muratore. Celebrarono il loro matrimonio nel 1960 e mentre il marito andò in Nuova Zelanda per guadagna-re un po’ di denaro lei andava a servizio presso le famiglie. Con il frutto del lavoro, di sacrifi ci e di risparmi, riuscirono a co-struirsi la casa in via Introvigne ed ebbero la gioia di amare e di veder sbocciare i loro fi gli Danila, Roberto e Cristiana e poi i nipoti Elisa, David e Ludovico. Pianse la morte del marito Domenico e ne conser-vò il ricordo. La ricordiamo nella malattia che in modo progressivo e inarrestabile ha piegato la sua voglia e forza di vive-re rendendola fragile e per questo venne ospitata nell’Istituto Padre Pio per una assistenza consona al suo stato di salu-te e dove terminò il suo viaggio terreno il 4 giugno 2012. Le sue esequie vennero celebrate nella Chiesa di Tarzo il giorno 5 giugno e poi accompagnata al cimitero in attesa della resurrezione.

22. BENEFORTI ANNITA. Era nata 87 anni fa a Pisa il 17.7.1925. Coniugata con Guideri Giorgio. Visse la sua giovinezza assieme alla cugina, tanto da sembrare due sorelle, vestivano eguale, andavano in vacanza sempre insieme. Ha incontrato una vita non facile, con sofferenze morali che hanno lasciato traccia e cambiato la sua vita, furono come cicatrici sulla sua pelle. Viveva a Vittorio Veneto ospite della cugina e delle nipoti. La sofferenza rese fragile la sua esistenza e consigliarono di essere ospitata e assistita all’Istituto Padre Pio, dove terminò il suo pellegri-naggio terreno il 5 giugno2012. Le sue esequie vennero celebrate nella nostra Chiesa il 6 giugno.

23. DALLA BARBA CARLA. Era nata a Conegliano il 5.7.1942 dopo la prepa-razione alla vita professionale come Inse-gnante formò la sua famiglia celebrando il matrimonio con Antonio Bernardi con il quale abitava in via Reseretta. La mamma Teresa di 92 anni la accompagnava sem-pre con amore ed attenzione, ed è stata lei ad assistere la fi glia Carla nel suo pas-saggio al mondo eterno di Dio. Il germe

del Battesimo in lei si è fatto concreto nel raccontare con la sua vita il Vangelo di Gesù. E’ stata costante la sua attenzione di stare dalla parte di Dio, in ascolto del-la sua parola e nella fedeltà ad attingere con la Santa Messa, fonte e culmine della vita del cristiano, l’amore al servizio per i più deboli. La ricordiamo madre di fami-glia nella solidarietà serena e costruttiva di saper operare il bene, con particolare attenzione alle opere parrocchiali. Entran-do nella nostra chiesa possiamo posare lo sguardo sui grandi panelli che il marito Antonio ha donato alla chiesa unitamente a quelli della Cappella della Redenzione. Sicuramente nell’opera del marito c’è sta-ta la sua collaborazione ed il suo sugge-rimento. Improvvisa quasi la aggressione del male. Il suo passaggio al mondo di Dio avvenne all’Ospedale di Vittorio Ve-neto il 9 giugno 2012. La santa Messa esequiale a suo suffragio venne celebrata nella Chiesa di Tarzo il 11 giugno.

24-. TOMASI EZIO. Era nato a Tar-zo il 19 settembre 1966. In compagnia dei suoi cinque fratelli aveva incomincia-to il viaggio e l’esperienza della vita: ora sono rimasti solo Mara, Antonio e Regi-na a salutarlo. E per mamma Maria, che aveva acceso in lui la scintilla della vita, è stato drammatico e doloroso stringere fra le braccia il proprio fi glio morto. Ezio riempì la propria vita operando in varie fabbriche della zona, cercando di prepa-rarsi un avvenire dignitoso. Era residente a Colmaggiore di Sotto. La vita può ras-somigliare ad un fi ume, che nasce limpido e scorre cantando tra le rocce, ma che poi raccoglie sul cammino sassi, terra, alberi e poi tutto va a fi nire nella calma del mare. Ezio faceva parte della Asso-ciazione Alpini, con i quali condivideva operatività e spirito di appartenenza. La malattia aggredì anche Ezio, lo indebolì e lo portò a concludere il viaggio su questa terra all’Ospedale di Vittorio Veneto il 27. giugno 2012. Il suo funerale venne cele-brato nella Chiesa di Tarzo il 30 giugno e poi accompagnato al cimitero, nell’attesa della resurrezione promessa da Gesù.

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Luglio9. Inizio del Grest e del Baby Grest 20129. Commissione Liturgica14. Festa della Madonna del Carmine, Patrona di Prapian23. Segreteria Pastorale29. Incontro Gruppo Famiglie n. 2 e n. 330. Serata fi nale del Grest e del Baby Grest

Agosto1. Confessioni ragazzi 4 e 5 elementare3. I Venerdì del mese5. Perdon d’Assisi5. a Fratta: Festa degli Emigranti12. Cattedrale: S.Messa in ricordo del vescovo Antonio Cunial15. Festa della Madonna Assunta22. Incontro Catechisti

Calendarietto appuntamenti

O F F E R T EAlla Chiesa dalla benedizione delle famiglieMoschet Rosetta 10 €, Di Vincenzo Alfredo 30, Ghin 10, Turri 10, Cadalt Franco 50, Tomasi Renato 10, Con So-nego Antonio 15, Moretti (A S. Anto-nio) 100 , Lazzari 20, NN 10, NN 10, NN 10, Profeti Giuliano 10, Dal Cin Italo e Dima 10, NN 10, Dott. Cor-tina ? 50, Soldan Pietro 20, Favero Anna 10, Zanetti Introvigne Angela 20, Introvigne Renzo 30, De Bastiani 20, Strazzer Giovanetta 20, Strazzer Natale 15, Introvigne Moret Gioconda 10, Franceschet Caterina 10, Gallon Michele 50, De Lorenzi Bernardo 10, Biz-Da Re 15, Franceschet Giovanni 5, NN 10, Zago 20, Biz Paolina 20, NN 5, Pizzol Luisa 30, Biz Attilio 10, NN 10, Casagrande Roberto 10, Michelon Rita 10, Dalle Crode Sante 10, NN 30, Dalle Crode Franco 20, Franceschet Egidio 10, Steffan Giovanni 10, NN 10, Morandin Gino 10, Faraon Moreno 20, Pilat 10, Pradal 10, Bernardi Angelo 20, De Coppi Franco 10, Favero Antonio 20, Franceschet Ottilia 5, Bez Emma 20, Zanetti Quirino 20, Baldassar Alex 20, Mazzucco Gilda 50, De Toni Ric-cardo 20, NN 20, Pradella Giorgio 15, Dalla Bella 20, Mazzucco Maria 100, De Polo Michele 10, Novena Sandri-no 10, Poancot Antonio 50, Da Riz 40, Zambon Antonio 30, Rizzo Corrado 10, Rizzo Franco 20, De Zanet Luciana 20, Da Rows Giacomo 20-

Alla CHIESAFnerale di Dal Gobbo Giovanni 50 € e offerte in chiesa 44.86, Matrimonio Ruan-Clean 8.56, Funerale di Cancian Rosa 74.32 e per opere parrocchiali 164, sottoscrizione per la chiesa¨170, Funerale di Pilat Luigi 56.81 e per ope-re parrocchiali 14, In memoria di Pilat Luigi 200, nel 60 di matrimonio di Ca-sagrande Giovanni e De Coppi Ina 70, Fregonese Silvia 30, festa compleanno 5, Dalle Crode Lina 50, Classe 1932. Dal Cin Guido 20, Funerale di Mem-brado Josefi na 4.12 e opere parroc-chiali 2, Gruppo Rosario Colmaggiore contrada Latteria 69.50, Festa comple-anno De Luca-Carpenè 20, Funerale di Pancot Angelo 70, in chiesa 36 e ope-re parrocchiali 12.61, funerale di Be-neforti Annita 100 e in chiesa NN 20, NN 20, In memoria di Cassol Maria, i familiari 50, offerte in chiesa 82.14 e per la Scuola Materna 290, Funerale di Dalla Barba Carla, Bernardi Anto-nio 200, in chiesa 171.94 e per opere parrocchiali 262.92. Offerte festivo 875.12, feriale 166.41, Candele 426.18, stampa 184.52, Busta ringraziamento 80, Un pane per amor di Dio 33.62, Battesimo di Tomasi Azzurra 25, Bat-tesimo di Michelon Eileen 40, Zanetti Introvigne Angela 10, Tomasi Costanti-na 10, In memoria di Carla Dalla Barba

la famiglia 150 .Spese: restituzione prestito grazioso 2.600, stampa 94.73, La nostra Mes-sa 97,10, carta fotocopie 12, Energia elettrica 668.91, riscaldamento 230.39, toner 130, vestine e candele del Batte-simo 47, batterie 14.45.

SCUOLA MATERNAIn memoria di Dal Gobbo Giovanni 200 €, In memoria di Zilli Marco 525, In memoria di Cassol Maria 290, Mini-stero uffi cio scolastico 8.594,99, NN 10, Soldan Sebastiano 16.Spese: Personale: 9.259 €, Alimentari 3.184,48, manutenzione e riparazione riscaldamento 160, C.E.S.A. contabili-tà e ammin. 946.77, varie 200, Ener-gia elettrica 545.66, riscaldamento 1.419,57.

CHIESA DI NOGAROLOOfferte in Chiesa: 532.50 €Spese: Energia elettrica 61.30, Spese varie- riscaldamento riparazioni 346.

CHIESA DI FRATTASpese. Energia elettrica 54.62 €

LAMPADA SS.MOPizzin Dario 5.€

Per VOCE AMICATarzo: Fregonese Silvia 20 €, Di Vin-cenzo Alfredo 20, Con Sonego An-tonio 15, Favero Anna 10, Del Lago-Michelon 10, Pizzol Luisa 20, France-schet Egidio 10, NN 5, Bacas Dimitri (Grecia) 50, Moret Linda 50, Tomasi Giulia 10, NN 5, Pradella Giorgio 5, De Polo Michele 5, Rizzo Corrado 10, Casagrande Dario (Malnate) 50, Casagrande Mario 20, Istituto Padre Pio Tarzo 200, Tomasi Giuseppe 10, Cancian Lina 15, Zuanella Luciano 10, NN 20, NN 20, Pol Erminia 35, Me-neguz Erminia 20, Cazzetta Roberto (Svizzera) 30, Cazzetta Giuliano (CH) 20, Michelon Paolina 5, Faraon Maria 10, Faraon Luciano 10, NN 10, NN 50, Franceschet Enrico 10, Longo Natale 30, Pancot Pier Giovanni (Francia) 30, Da Dalto Antonio 5, NN 10, Pagotto Luigina 10, Tomasi Rino 20, Da Ronch Maria 20, Meneguz Celestino 10 – Fa-raon Rita 20 – Edicola giornali di Pol Nicola 100 – NN 20 – Pizzin Dario 15. Totale 1080.Corbanese: vie Siviglia, S. Giuseppe e Borgo Madonna 65 €, via Madon-na 30, Piazza Papa Luciani 5, Zuanella Lina e fi gli 20, Pollesel Oddone 20, De Polo Ettore 15, Antiga Emilio 25, Antoniazzi Alfi o – Graziella 15, Fiorin Elda 15, Tarolli 10, Salone Liviana 55. Totale 275 €Arfanta: 100 €. Totale entrate 1.455 €Spese: Bolli spedizione emigran-ti 237,02, Tipografi a 1.398,76. Totale 1635,78 €

“VOCE AMICA”Direttore responsabileDon Mario Fabbro

Direttore:Mons. Francesco Taffarel

Iscriz. Al n. 705 Reg. StampaTribunale TV 1-6-88

Stampa: TIPSE - Vittorio Veneto

Redazione e Collaboratori di questo numeroParrocchia di Tarzo: Parroco, suor Leontina, Nicola De Polo, David e Roberto Casagrande, An-

tonio Pancot, Franco Introvigne, Bruno Michelon, M. Grillo, C. Piaz, L. D’Arsiè, Geremia, Meli Billotta. Parrocchia di Corbanese: Parroco, Liviana Favero, Damian Renata, Sara Meneguz, S. Mene-

ghin, Francesco Borsoi.Parrocchia di Arfanta: don Angelo, Valentina Resera, Maria Teresa Tomasi, Erik Pol, Carla Da

Paré, Milva Faraon.

Angolo dei ricordiLe rogazioni

Fotografi a delle rogazioni presso la chiesetta di Collaldrà negli anni 1967-68.

Le rogazioni: preghiere particolari che venivano fate in diverse chiese del paese e che servivano per invocare la benevolenza del Signore per il raccolto futuro, in particolare si pregava affi nché non venisse la tempesta, per evitare la fame, le guerre ed i terremoti, na-turalmente le preghiere erano recitate in latino. Le chiese interessate da queste preghiere, erano quelle di Nogarolo, Fratta, Collaldrà e ci si arrivava dopo essere partiti in processione dalla chiesa di Tarzo ed ad ogni incrocio ci si fermava per benedire il territorio circostante. Il tragitto per andare alla chiesetta di Collaldrà prevedeva il passaggio sulla strada principale per poi salire al Col de Mar e poi scendere alla chiesetta.

Oggi in questa chiesetta si celebra solo la messa per la chiusura del mese del rosario a fi ne maggio.

Purtroppo l’azione del tempo si è fatta sentire anche su questa bella per fortuna ci sono gli Alpini che trovano sempre del tempo libero e tanta dedizione ed infatti hanno ripulito tutti gli arbusti che erano cresciuti rovinando il cortile.

Zuanella Caterina