Voce amica - Natale 2011

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VOCE AMICA Bollettino Parrocchiale di Zanano-Noboli NATALE 2011

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Bollettino Parrocchiale di Zanano-Noboli NATALE 2011

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VOCE AMICA

Bollettino Parrocchiale di Zanano-NoboliNATALE 2011

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1. CONFESSIONIOgni sabato e vigilia

di solennitàdalle 14,30 alle 17,00

2. NASCITESu comunicazione dei familiari

viene dato l’annuncio della nascita dei bambini alla

comunità con il suono festosodelle campane.

3. BATTESIMIPer la celebrazione

del battesimo dei bambini sistabiliscono queste date

in ordine temporale- Epifania e Battesimo

del Signore;- La prima domenica

di ogni mese eccetto Avventoe Quaresima;

- La Veglia Pasquale ePentecoste;

- Immacolata Concezione.Il luogo della celebrazione è la

Chiesa Parrocchiale.Si battezza sempre durante la

messa con preferenza perl’Eucaristia delle 10,30.

4. MATRIMONII fidanzati che decidono le nozze

sono pregati di rivolgersi alParroco almeno un anno prima

del matrimonio.

5. AMMALATIPer garantire l’assistenza

spirituale agli ammalati DonCesare intende dedicare il vener-dì mattina alla visita nelle case onegli ospedali e chiede di essere

informato per tempo dellasituazione dai famigliari.

Appuntamenti

Un grazie particolare a Ivan Cinelli e Fabrizio Zubani per il materiale fotografico e i disegniche reallegrano questo numero del bollettino.

TI ADORIAMO (S.Francesco) Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo,

qui e in tutte le tue chiese che sono per il mondo e ti benediciamo perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PRENDI (S.Ignazio di Lojola) Prendi, o Signore, e accetta tutta la mia libertà, la mia memoria, il miointelletto, la mia volontà, tutto quello che ho e possiedo.Tu me lo haidato; a te, Signore, lo ridono. Tutto è tuo: di tutto disponi secondo la

tua piena volontà. Dammi il tuo amore e la tua grazia, e questo solo mibasta.

RENDICI (S.Agostino)Signore,

rendici capaci di vivere con amorela nostra vocazione cristiana,

da veri innamorati della bellezza spirituale, rapiti dal profumo di Cristoche esala da una vita di conversione al bene, stabiliti non come schiavi

sotto una legge, ma come uomini liberi guidati dalla Grazia. Amen.

ORARI DELLE SANTE MESSE

SABATO

Ore 18.00 in Chiesa Parrocchiale.DOMENICA

Ore 8.30 in San Bernardino a Noboli.Ore 10.30 in Chiesa Parrocchiale.Ore 17.15 VespriOre 18.00 in Chiesa Parrocchiale.LUNEDÌ, MERCOLEDÌ, GIOVEDÌ E VENERDÌ

Ore 18.00 in San Martino.MARTEDÌ

Ore 8.30 in San MartinoOre 17.30 in San Bernardino a NoboliGIOVEDì dal 3 Maggio al 25 Ottobre

Ore 9.00 S.Messa al cimiteroVENERDì

Ore 15.00 - 21.45 Adorazione Eucaristica.

Nel giorno in cui si celebra un funerale non si celebrano altre Eucaristie.

Se vuoi coltivare la pace

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Per entrare in quella notte, luminosa come il giorno, unica e decisiva che è stata e continua a esse-re il Natale, quando il nostro Dio si è fatto uomo, per coglierne la gioia e la profondità, vi propongoalcune parole, antiche e cariche di sapienza…

STUPORE

Una leggenda dice che quando Gesù è nato l’angelo ha avvertito i pastori di questo grande avve-nimento e che i pastori hanno incominciato ad incamminarsi verso la grotta. Ciascuno però passavaprima nella propria casa a prendere qualcosa da regalare al Bambino. C’era chi portava, comevediamo nei nostri presepi, le castagne, chi la polenta, chi l’acqua, chi la panna, chi tanti bei vestiti-ni, chi un agnello …

Un piccolo pastorello si era messo vicino alla mangiatoia di Gesù, e ogni volta che vedeva unpastore che portava un regalo bello, diceva: "Oh!"… Finché un pastore grande e grosso gli disse:"Smettila di dire: Oh! Porta qualcosa anche tu a Gesù!". La Madonna, che fino a quel momento erasempre stata zitta, disse: "No, lasciatelo stare! Questo pastorello porta a Gesù il più bel regalo: por-ta il dono del suo stupore, della sua meraviglia".

Io vi auguro nei giorni del Natale - pensando, pregando, partecipando alla liturgia, ricevendo iSacramenti, guardando il presepio di casa vostra o il bellissimo presepio dell’Oratorio o della Scuoladell’Infanzia - di essere commossi dal Signore...

Auguro a ciascuno di voi il dono di poter mettere accanto alla parola "Dio" il punto esclamativo.Non il punto di domanda: Dio c'è? Dio nonc'è? ma piuttosto il punto esclamativo del-lo stupore e della gratitudine, della ricono-scenza…

Stupore e gratitudine per il nostro Dioche - come dice Marguerite Yourcenar -"ha preso alloggio nella locanda del tem-po". Che non ha voluto camminare sopra itetti della storia, ma ha voluto camminarvidentro, sulle nostre strade e nelle nostrestorie, piccole, quotidiane e per Lui, comeper noi, preziose e uniche…

Stupore e gratitudine per il nostro Dioche ha posto nell’uomo il suo "nascondi-glio" più caro, che nell’uomo si vela e sirivela.

TENEREZZA

Per vincere le nostre durezzetu, o Dio, un giornohai avuto il coraggio

NATALE ANCORA:DIO NON ˚ PIÞ SOLO DIOL'UOMO NON ˚ PIÞ SOLO UOMO⁄

Custodisci il Creato

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di dare un voltoalla tua tenerezzae di dare manialla tua giustizia.Un giorno, Dio,hai avuto il coraggio di osare.Hai osato Gesù.(mons. Tonino Bello)

Egli è venuto come un bambino … Forse ci saremmo arresi più facilmente di fronte alla potenza …Ma egli non vuole la nostra resa, vuole il nostro amore. (Benedetto XVI)

Vi auguro di "arrendervi" alla forza della tenerezza del nostro Dio, una tenerezza disarmante che ciregala un’immagine di Dio così diversa dall’immagine di un Dio lontano, chiuso nel suo cielo, indiffe-rente agli uomini.

Una tenerezza che chiede altra tenerezza.Perché a Natale Dio ci ha lasciato come sua immagine, non un'immagine di carta, di stoffa o di pie-

tra, ma un'immagine di carne: l'uomo.Perché a Natale Dio non è più solo Dio e l’uomo non è più solo uomo.Perché il mondo, ogni uomo, ha un infinito bisogno di tenerezza, di mani che accompagnino, che

sappiano accarezzare e curare le ferite, di occhi con sguardo da amante che sappiano vedere, dicuori che sappiano perdonare, consolare, ricostruire ... Ha bisogno di qualcuno che dica:“Rinvigorite le ginocchia vacillanti e dite agli smarriti di cuore: Non Temete: è vicino il vostroSalvatore…”

SPERANZA

Non temete, ecco, vi annunzio una grande gioia … (Lc 2,10)

Non temere, non lasciarti cadere le braccia … si sentono spesso queste parole nelle liturgie nata-lizie. Vi auguro di lasciarle entrare dentro di voi.

Solo Gesù è il signore della paura:essa lo riconosce come suo padrone,e solamente da Lui si allontana.Per questo nella vostra pauraguardate a Lui, pensate a Lui,ponetelo davanti agli occhi,invocatelo,credete che ora sia presso di voie vi venga in aiuto.Allora la paura svanirà,se ne andrà via e sarete liberi.(D. Bonhoeffer)

Abbiamo tutti urgente bisogno di testarde speranze, il mondo intero ha bisogno di speranza.Spesso viviamo ore amare e dure ma davvero non siamo soli…

Abbiamo vissuto insieme momenti difficili, ore di grande sofferenza in questo ultima parte dell’an-no. Penso alla morte di Luca, alla fatica e al travaglio di altre situazioni in alcune famiglie segnate dasofferenze e separazioni …penso che sempre di fronte al tanto male e alla tanta sofferenza non pos-siamo dimenticarci che il Regno è qui, ora, e che al tanto male possiamo rispondere con tanto benecon il potere che Gesù ci ha lasciato.

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Se vuoi coltivare la pace

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Sì, desidero (in punta di piedi…) raccontarvi la gioia di credere in un Dio che a Natale ci consegnauna speranza più forte del male, più forte della morte e che ci dice:

“La fede che preferisco, dice Dio, è la speranza.La piccola speranza procede tra le sue due grandi sorelle, la fede e la carità.E il popolo crede volentieri che sono le due grandi a trascinare la piccola per mano.Ma è quella in mezzo a trascinare le sue grandi sorelle.Senza di lei, loro non sarebbero niente. E’ lei, la piccola, che trascina tutto”, come scrive in un notissimo brano Charles Péguy.

Sulla strada che porta da Betlemme al nostro quotidiano, è dalla speranza che occorre farsi tra-scinare, magari continuando a puntare sul tanto di bello e positivo che c’è nella nostra vita, penso allatestimonianza di Gabriella e Giordano, al corso di Evangelizzazione, alla nostra vita comunitaria sem-pre avvincente e coinvolgente…

DONO

Ci racconta una triste e graffiante storiella ebraica:

Fu riferito ad un saggio rabbì che alcuni affermavano che il Messia fosse già venuto. Egli non rispose ma aprì la finestra e guardò fuori, poi si girò, scosse il capo e disse: "Se il Messia

fosse venuto, il mondo sarebbe diverso!".

Abbiamo ricevuto in dono unDio-con-noi, una vita non menoche eterna … tutto ci è statodato in dono perché sappiamodiventare dono.

Sono convinto che in ciascu-no di noi ci sia una potenza diamore tale che il mondo nesarebbe trasformato!

Per questo vi auguro chequesta potenza non vada per-duta, dimenticata, sciupata,congelata …

E anche se le nostre brocchesono screpolate, dobbiamoessere portatori e donatori del-l’acqua viva della gioia, dellasperanza, della giustizia, delperdono.

Don Cesare

Così ha scritto Oscar Wilde:Una volta almeno, nella sua vita,ogni uomo cammina al fianco diCristo.

Da Natale, è certo, il nostroDio ci cammina sempre al fian-co. Non Temete… Rinfrancatele ginocchia vacillanti…

Custodisci il Creato

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Un grande dolore ha colpito la nostra Congregazione in questi giorni nel Burundi regione dell’Africa e pre-cisamente a Kiremba. Le Suore Ancelle della Carità prestavano il loro servizio presso l’Ospedale voluto dal-la Diocesi di Brescia e offerto come dono a Papa Paolo VI° in occasione della sua elezione a Capo dellaChiesa. Le Ancelle sono in Kiremba dal 2002 e hanno dato all’Ospedale un ottimo contributo di prestazionegenerosa, competente e carica di amore.

Tolgo ora dal Giornale Avvenire la descrizione che fa don Michele Tognazzi che conosciamo avendo pre-stato servizio nella Parrocchia di Sarezzo e poi partito per l’ Africa come Fidei Donum .

Due uomini armati, ha raccontato, sono entrati nella casa delle Suore Ancelle della Carità con lo scopo dimettere a segno una rapina. Subito hanno ucciso Suor Lucrezia di origine croata, che si occupava del cen-tro nutrizionale dell’ ospedale e portava avanti numerosi progetti specie a favore dei bambini pigmei e dellapromozione delle donne. Quindi si sono impossessati dell’auto in dotazione alla Missione e sono fuggiti tra-scinando a bordo Madre Carla di origine bresciana e Francesco volontario originario dell’ AssociazioneAscom di Legnago in provincia di Verona, che a caso si trovava nella casa delle Suore per risalire alla causadi un blak- out elettrico.

Temendo di essere catturati dalla polizia, che li stava inseguendo, gli aggressori hanno fermato l’auto efatto scendere i due ostaggi: Francesco è stato ucciso a bruciapelo, Suor Carla è riuscita ad afferrare con lemani la canna del fucile che le era stato puntato contro: un gesto che ha recuperato secondi preziosi chehanno contribuito a salvarle la vita, perché a quel punto l’aggressore per liberarsi dalla presa ha usato uncoltello colpendola alle mani e allontanandosi poi insieme al complice e in possesso di una somma di dena-ro.

Questi i fatti che hanno portato lutto e dolore alla nostra Congregazione di Ancelle della Carità: è’ un dolo-re per tutti i cristiani, per la Chiesa intera che vedono in queste persone che soffrono e muoiono la passionedi Cristo che continua nelle sue membra per la salvezza del mondo.

Uniamoci in preghiera chiedendo a Dio il perdono per tutti coloro che compiono questi gesti di morte eperché la sua misericordia apra agli stessi la mente e il cuore per capire il valore della vita e la grandezza deigesti che questi nostri fratelli compiono donando gioiosamente a tutti una carità operosa per il bene dei fra-telli e coprire di amore l’umanità intera.

Madre Rosina

HANNO DATO LA VITA PER CRISTO E PER I FRATELLI

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Se in questo periodo accendiamo il televisore,per seguire il telegiornale, ci si stringe il cuore nelvedere quanti nostri fratelli soffrono, sia per calami-tà naturali, sia per le guerre in atto in diversi luoghidel pianeta.

Abbiamo sotto gli occhi scene strazianti: caseche crollano, persone che sono portate via da gros-se ondate: in pochi minuti viene distrutto tutto illavoro di una vita.

Dona un po’ di serenità vedere come il mondosi muove per portare soccorso concreto a chi, cau-sa terremoto e lo tsumani, ha perso tutto.

Le scene di immigrazione, causate da problemidi insicurezza nei loro paesi fanno pensare allaprecarietà della vita che di colpo può impoveriredistruggendo il lavoro di una vita fatto per poter

vivere in serenità.Ci si chiede perché? Si tenta di dare alcune

risposte, ma non c’è una risposta plausibile.Dal nostro punto di vista è un richiamo forte ad

aprire il cuore e, nel limite del possibile, rendercidisponibili a dare il nostro contributo, se non mate-riale, almeno di preghiera.

Forse noi cristiani abbiamo dimenticato il valoredella preghiera per chiedere aiuto a Dio perchéispiri, sostenga con la sua vicinanza quei cuoriangosciati.

Dobbiamo convincerci che la carità è fattaanche di preghiera perché Dio che tutto può, usimisericordia, compassione a quelle popolazioni.

Vediamo arrivare gli immigrati con un piccolosacchetto contenente le loro poche cose, che han-

LA CARIT¤ VERA PARTE DAL CUORE

Se vuoi coltivare la pace

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Custodisci il Creato

no speso i loro risparmi per farsi traghettare in cer-ca di una situazione più tranquilla e iniziare a rico-struire la loro vita,

Diciamo che sono momenti apocalittici.Nonostante tutto, Dio c’ è per loro e per noi, ci pre-cede con la sua provvidenza portando i pesi dellenostre sofferenze.

Queste non sono solo parole vuote, perchè lafiducia in Dio le rende vere ed efficaci. MadreTeresa di Calcutta diceva: “Quello che possiamofare noi è come una goccia nell’oceano, ma sequella goccia manca l’oceano resta più povero,Non sono i grandi numeri che contano, ma è il cuo-re che deve dar valore a quello che facciamo”.

Nel Vangelo si legge che il Signore premierà per

un bicchiere d’ acqua che avremo donato perché loritiene fatto a sé.

L’ umanità è una, e ogni uomo che la compone larappresenta tutta. Se uno soffre è tutta l’umanitàche soffre.

Siamo come un corpo solo, dice S. Paolo, il dolo-re di uno è il dolore di tutti ,come la gioia di uno è lagioia di tutti.

Sentiamoci perciò uniti in questo momento diffi-cile della storia umana, stringiamoci attorno a chi ènel dolore e il nostro cuore diventi sensibile e gene-roso verso il soffrire altrui.

CARITAS PARROCCHIALE

Osservando attentamente le bellezze naturali che Dio ha preparato per l’uomo c’è da meravigliarsi e gioi-re per i doni del creatore, Poi l’uomo vi ha aggiunto con la sua intelligenza, i suoi doni artistici, la sua creati-vità altre meraviglie che hanno reso la nostra terra sempre più attraente e più bella.

C’è una trasmissione televisiva che porta davanti agli occhi, dopo un clic, panorami bellissimi, luoghi stu-pendi dove puoi conoscere anche il lavoro costante dell’uomo per conservare antiche tradizioni di prodottitipici di quelle zone.

A monte però dobbiamo ammettere, come dice la Bibbia, che tutto è dono di Dio che ha donato all’uomoqualcosa di sé e lo ha reso custode del creato.

Purtroppo però l’uomo non volle riconoscere i doni del creatore, non gli fu fedele, non volle obbedire a Luie, agendo di testa sua ruppe la sua alleanza di amore.

Ma Dio è buono non lo ha abbandonato, troppo lo amava, perciò mando suo Figlio sulla terra per riallac-ciare la sua amicizia infranta dall’uomo per la sua superbia. Di più lo ha reso figlio nel Figlio nel Battesimo,dono di amore che dà all’uomo il sigillo di Dio segno di appartenenza e di amore che lo accompagnerà persempre.

Nella creazione Dio disse che tutto era buono, dopo aver creato l’uomo disse che tutto era molto buono .Oggi osservando il comportamento dell’uomo non è ancora tutto così bello e così buono. Come il demo-

nio ha tentato i nostri progenitori, ha tentato Gesù nel deserto,oggi sparge le sue tentazioni del benessere,dell’avere e del potere nel cuore dell’uomo ed esso diventa triste, perde la sua primigenia serenità perché ilsuo cuore è inquieto, agitato, vorrebbe tutto, ma non riesce a raggiungere i suoi ideali di potere, di gloria e dibenessere.

Questa inquietudine interna la comunica anche nel suo agire e crea divisioni, invidie, gelosie intorno a sé.La pace del cuore è il più grande dono per rendere la vita tranquilla, e la pace solo Gesù Cristo ce la può

dare. Ma le regole del mondo sono opposte a quelle del Vangelo, perciò la vita dell’uomo ha perso la suaconformità ad esse. Perdendo le regole del vivere, l’uomo cammina per una strada insicura dove i valori sonooffuscati da tante proposte, piacevoli in apparenza, ma che conducono per una via che si discosta dalla vitabuona del Vangelo.

Che cosa propone il mondo? Rifacciamoci alla prima domenica di quaresima: Satana chiede a Gesù ditrasformare le pietre in pane, di fare cose eclatanti per dimostrare il successo. Di dargli tutti i regni della ter-ra se inginocchiato davanti a lui lo avesse adorato.

La proposta di Satana non è la via di Dio che è umiltà, perdono, amore donato e gratuito. Le due vie sonodiametralmente opposte fra loro, allora è necessaria una scelta ben precisa, valutandone le finalità e il suc-cesso.

Nell’ultima conferenza Episcopale i Vescovi propongono a tutti i cristiani di mettersi alla scuola di Gesù,

LA VITA BUONA DEL VANGELO

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Se vuoi coltivare la pace

per ascoltare la sua parola, per meditare sui suoi comportamenti. “Dobbiamo farlo con fiducia grande per-ché Lui è il Maestro buono (Mc. 10-17) che ha parlato ed agito sempre facendo la volontà del Padre. Gesùper noi non è un maestro è “il Maestro”. La sua autorità, grazie alla presenza dinamica dello Spirito, raggiun-ge il cuore, ci forma interiormente aiutandoci a gestire nei modi e nelle forme più idonei i nostri problemi.”Senza tentennamenti percorriamo la via di Dio, la nostra vita si colorerà sotto la sua luce e la gioia tornerà abrillare sui nostri volti.

Madre Rosina

Caro Don Cesare e Amici della Parrocchia,e così, dopo tre mesi di vacanza, sono pronto a

ripartire per l’Argentina.Il primo sentimento che sento nel cuore è quello

di gratitudine. Sì, ti ringrazio don Cesare per la tuaamicizia, comprensione e fiducia. Con te, in questimesi, ho imparato varie cose, soprattutto lo “Spiritoliturgico” che mi ha fatto apprezzare le cerimonieche per noi cristiani – con la preghiera, i Sacramentie la Parola di Dio – sono l’alimento della nostra vitaspirituale. Ne faccio tesoro per trasmettere quello“spirito” anche nella nostra Parrocchia “NuestraSegnora de la Medalla Milagrosa” di Alto Comedero.

Sai da parte mia abituato a correre nelle 9Cappelle della Parrocchia con un mucchio di attivitàmi sono reso conto che si può correre il rischio dellasuperficialità. Per questo, ripeto, lo stare al tuo fian-co mi ha servito per ripensare la radice del mio esse-re missionario, del mio rapporto con il Signore e conla nostra gente.

Il mio ringraziamento va anche a TUTTI voi, amicidi questa Parrocchia perché mi avete manifestato intante maniere la vostra simpatia e affetto. Sì, vi rin-grazio di cuore anche per l’aiuto in denaro che miavete dato. Questo servirà a dare un contributoanche alla mensa della sera dove diamo la cena auna trentina di ragazzini e vecchietti, e per varie ini-ziative di un quartiere nuovo che il Vescovo ci ha affi-dato. Sono 500 famiglie, e come in tutti i quartierinuovi non c’è nessuna struttura nella quale celebra-re la Messa e fare i vari incontri di catechesi, di pre-ghiera, di programmazione…

Grazie anche a tutte le persone che pregano perme, per la nostra attività pastorale e missionaria.Grazie anche agli Amici che ogni tanto mi scrivonouna mail o che mi chiamano per telefono per salutar-mi o per chiedermi come sto o come vanno le cose.

SÌ, GRAZIE DI CUORE PER TUTTO DI VOI.Un’ultima cosa: certamente vi sarete resi conto

che mi sono dilungato a descrivere i particolari dellanostra Parrocchia, soprattutto i particolari di povertàdel quartiere chiamato “Basso Exodo” dove la gen-te, purtroppo, vive a livelli di vera povertà. Per con-trasto tutti sanno che le cifre astronomiche per le

missioni spaziali e per alimentare le varie guerre eguerriglie che affettano ancora tante Nazioni baste-rebbero per assicurare cibo e acqua ai Paesi delCorno d’Africa che in questi mesi sono al limite delcollasso. Tutti sanno che ogni anno milioni di bambi-ni muoiono di fame, quando mezzo etto di farina dipesce al giorno basterebbe per sfamarne almenouno. Dico questo perché mi risulta che quella farinaè destinata al cibo dei gatti per i quali, solo in Italia,si spendono milioni di euro ogni anno…

Anche solo per questo mi dico che i progetti infavore del prossimo si possono perdere nelle scor-ciatoie dell’indifferenza e della dimenticanza…

Allora, come ultima cosa, vi chiederei un ricordodi preghiera per me e l’apertura di cuore per tuttiaffinché il Signore lo riempia di amore e di preghieraper tutte le necessità del mondo.

“Non c’è uomo al mondo così povero che nonpossa donare qualcosa di sé. Sarebbe come se iruscelli non avessero più acqua da portare al maresoltanto perché non sono grandi come i fiumi” (M.Teresa di Calcutta).

Con l’amicizia di sempre.Padre Carlo

PADRE CARLO

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Molto Reverendo Don Cesare,con rinnovato entusiasmo missionario sono giunta al

campo apostolico che Gesu Maestro mi ha destinato permezzo dei miei superiori, e cerco di essere sul serio il "GRI-DO" che siamo in mezzo a questi fratelli nostri assetati diDio.

Ricordando il lieto soggiorno trascorso in famiglia e con ifedeli della mia amata parrocchia, sento il dovere di espri-mere a tutti, i sentimenti di gratitudine che a profusione midetta il cuore, sono tante le famiglie che devo ringraziare, aognuna va la mia preghiera di ogni giorno il Signore vi bene-dica per tutto quello che fate per il bene di tanti bambini.Specialmente mi rivolgo a lei Don Cesare e a tutti gliZananesi per ripetere in alta voce il mio grazie cordialeanche a nome dei beneficiati di questo umile rione periferi-co del gran BUENOS AIRES che si chiama Barracas con-formato maggiormente da emigranti dei paesilimitrofi(Paraguai, Bolivia, Uruguai, etc). Grazie le cantiamoin coro per la loro apostolica adesione alla nostra Missione.In nome di Gesù e sotto il manto della Vergine Santa leMANDANO UN TENERO ABBRACCIO con le 112 braccineinnocenti dei nostri bambini che attendiamo mentre le loromamme lavorano o vanno in cerca di un lavoro in città. Siavvicina il Santo Natale unita ai piccoli auguro a tutti un san-to Natale ricco di benedizioni.

A Lei Don Cesare auguri di un ministero fecondo unito alricordo nella preghiera.

A tutti gli abitanti di Zanano BUON NATALE DI CUORE unabbraccio e di nuovo grazie.

Nel Signore vostra Suor Graziana Boniotti

SUOR GRAZIANA

Custodisci il Creato

ROSARIO PREGHIERA

MONOTONA?

Ho sentito dire che il Rosario è unapreghiera monotona. Ascolta, a

questo proposito, ciò che raccontaun parroco. Una ragazza si presen-tò a lui dopo la predica e gli disse:"Voi non fate che ripetere le stesse

parole nel Rosario, e chi ripetesempre le stesse parole è noioso eforse non vero. Non crederei mai

ad una simile persona."Il parroco le chiese chi fosse il gio-

vane che l'accompagnava. Laragazza rispose che era il suo

fidanzato."Ti vuol bene?".

"Certamente!", rispose lei"E come lo sai?""Me lo ha detto."

"Che cosa ti ha detto?""Io ti amo."

"Quando te lo ha detto?", continuòil parroco.

"Me lo ha ripetuto un'ora fa.""Te lo aveva detto anche prima?"

"Sì, ieri sera.""Che cosa ti disse?"

"Io ti amo.""E altre volte?""Tutte le sere."

"Non gli credere. Non è sincero.Non fa che ripetersi."

GLORIA

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ESSERE CRISTIANI OGGI

Se vuoi coltivare la pace

Riandando col pensiero a tempi non molto lonta-ni, in cui essere cristiani sembrava fosse una qualifi-ca comune “tutti erano così”, ci si chiede: ma eraproprio vero questo modo di vivere la fede? Si puòdire che per tutti lo era veramente in modo convinto?Per alcuni sembrerebbe di si. C’erano tanti cristianiconvinti che hanno onorato la Chiesa e portato allaSocietà la bellezza del Vangelo con la convinzionedel loro vissuto. Purtroppo oggi, a poca distanza ditempo, questo clima è cambiato parecchio. Comemai? Le cause possono essere molte, ed è difficilestabilirle. Sarebbe necessario uno studio approfon-dito fatto da persone competenti: storici, sociologiecc. le quali potrebbero dare risposte abbastanzaconvincenti determinando alcune possibili causeche ci aiuterebbero a capire come mai siamo giuntia questo illanguidirsi della fede.

Da parte nostra possiamo rifarci ai rapidi cam-biamenti sociali di questi ultimi tempi, forse allasuperficialità della fede che non era entrata profon-damente nella vita e non si era fatta cultura,

così che siamo rimasti cristiani in Chiesa, per chici va, mentre gli altri si sentono liberi di viveresecondo i propri criteri.

E’ cambiato anche il modo di essere dell’uomo.Ieri si sentiva dipendente da Qualcuno, oggi si sen-te autosufficiente. C’ è stato veramente un cambio dimentalità. La storia però ci dice a quali aberrazionisi può arrivare se seguiamo le nostre inclinazioni e iprogetti varati dal nostro cervello, materia grigia efredda, se non è riscaldata dal cuore.

Potremmo far capo alla storia di Babele: quandol’uomo si è sentito sicuro di sé e volle contrapporsi aDio, non a più potuto comunicare coi suoi simili e cifu la confusione delle lingue: la famosa Babele.

Per fortuna Dio è più grande dell’uomo e, cono-scendo la sua fragilità, non lo abbandona mai, gli èsempre vicino per guidarlo nelle sue vie e in diversimodi gli fai capire che è sempre LUI che guida lastoria, al disopra di tutti i programmi di bene e dimale fatti e imposti dagli uomini.

Dio è sempre presente, vivo e operante, a noibasta riconoscerlo e farlo entrare nello nostra vitariempiendola di opere buone a imitazione sua. I tem-pi sono cambiati, l’uomo vuol sentirsi responsabiledi se stesso, ma è appunto questo senso di respon-sabilità che lo può far entrare nei disegni che Dio hastabilito per ognuno.

Prima di salire al cielo Gesù ha fondato la Chiesa,suo corpo visibile, la quale in nome suo si impegnaa tener alto il senso di appartenenza a Cristo.

Quante persone lungo i secoli si sono mantenutefedeli a Lui, ascoltando la sua Parola, vivendola nel-

la propria vita. Anche oggi ci sono cristiani che vivo-no il Vangelo a costo della vita. Tanti nostri fratellihanno scelto di vivere la PAROLA di Dio che è sem-pre vera e attuale. Tutti i volontari che donano ener-gia e tempo per aiutare chi è nel disagio testimonia-no che con l’amore di Cristo nel cuore sono pronti arispondere, anche con sacrificio della vita ai bisognidei fratelli. Certo oggi per vivere il Vangelo ci vuolecoraggio e la forte convinzione che quello che si faper gli altri, il Signore lo ritiene fatto a sé. Lo Spiritolavora molto nel cuore degli uomini e suscita in essiquell’amore che Gesù è venuto a portare sulla terrae desidera solo che si accenda e divampi. E’ belloessere cristiani: anche nelle difficoltà puoi provare lagioia dell’aiuto di Gesù che ti sta a fianco, ti sostiene,cammina con te.

La fede in Dio dona occhi di gufo necessari oggiper vedere al di là delle apparenze, al di là delle mil-le proposte che possono venirti incontro… L’Avvento ci invita a questo: alla preparazione del cuo-re perché il ricordo del Natale di Gesù porti la gioia,la serenità e la pace di cui tutti abbiamo bisogno.Buon Natale!

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Custodisci il Creato

Perché (e come) evangelizzare di fronte allÊindifferen-tismo e al pluralismo religioso?Incontro europeo sullÊevangelizzazione „Paris Toussaint 2004‰

PARIGI, CATTEDRALE DI NOTRE DAME, 27 OTTOBRE 2004INDIFFERENZA, PLURALISMO E DIFFERENZA. PARTE II

Innanzitutto, va ricordato il grido dell’Apostolo: Guai a me se non evangelizzo!” (1Cor 9,16), sen-za tuttavia dimenticare che questo annuncio deve avvenire con una buona comunicazione, un belcomportamento (cf. 1Pt 2,12), in una pratica cordiale dell’ascolto, del confronto e dell’alterità. Sì, l’an-nuncio cristiano non deve avvenire a ogni costo, né attraverso forme arroganti, né con un’ostenta-zione di certezze che mortificano o con splendori di verità che abbagliano.

Paolo VI ha più volte chiesto alla chiesa, in vista dell’evangelizzazione di “farsi dialogo, conversa-zione, di guardare con immensa simpatia al mondo perché, se anche il mondo sembra estraneo alcristianesimo, la chiesa non può sentirsi estranea al mondo, qualunque sia l’atteggiamento del mon-do verso la chiesa” (Betlemme, 6 gennaio 1964). Ecco perché, come ricordavo all’inizio, occorreinnanzitutto che i cristiani siano evangelizzati, discepoli alla sequela del Signore piuttosto che mili-tanti improvvisati: così sapranno mostrare la “differenza” cristiana. I cristiani non cerchino visibilità aogni costo, non rincorrano la sovraesposizione per evangelizzare, non si servano di strumenti forti dipotere ma, custodendo con massima cura, quasi con gelosia, la Parola cristiana, sappiano innanzi-tutto essere testimoni di colui che ha raccontato Dio agli uomini con la sua vita umana.

Il primo mezzo dievangelizzazione resta latestimonianza quotidianadi una vita autenticamen-te cristiana, una vitafedele al Signore Gesù,una vita segnata da liber-tà, gratuità, giustizia,condivisione, pace, unavita giustificata dalleragioni della speranza.Questa vita improntata aquella di Gesù potràsuscitare interrogativi, farnascere domande, cosìche ai cristiani verràchiesto di “rendere contodella speranza che li abi-ta” (cf. 1Pt 3,15) e della CORSO DI EVANGELIZZAZIONE

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Se vuoi coltivare la pace

fonte del loro com-portamento. Per que-sto servono uomini edonne che narrinocon la loro esistenzastessa che la vita cri-stiana è “buona”:quale segno piùgrande di una vitaabitata dalla carità,dal fare il bene, dal-l’amore gratuito chegiunge ad abbrac-ciare anche il nemi-co, una vita di servi-zio tra gli uomini,soprattutto i piùpoveri, gli ultimi, levittime della storia?Teofilo di Antiochia,un vescovo del IIsecolo, ai pagani chegli chiedevano “mostrami il tuo Dio”, ribaltava la domanda: “mostrami il tuo uomo e io ti mostrerò il tuoDio”, mostrami la tua umanità e noi cristiani, attraverso la nostra umanità, vi diremo chi è il nostro Dio.Possiamo anche noi, cristiani del XXI secolo, dire questo? Sappiamo mostrare una fede che plasmila nostra vita a imitazione di quella di Gesù fino a far apparire in noi la differenza cristiana? La nostravita propone una forma di uomo, un modo umano di vivere che racconti Dio, attraverso Gesù Cristo?

E come possiamo essere credibili nel nostro annuncio di una “buona notizia”, se la nostra vita nonriesce a manifestare anche la “bellezza” del vivere? Nella lotta di Gesù contro ciò che è inumano, nel-la lotta dell’amore, c’è stato spazio anche per un’esistenza umanamente bella, arricchita dalla gioiadell’amicizia, circondata dall’armonia della creazione e illuminata da uno sguardo di amore su tuttele realtà più concrete di un’esistenza umana. Perché anche le nostre gioie e fatiche di ogni giornodiventino eventi di bellezza occorre una vita capace di cogliere sinfonicamente la propria esistenzaassieme a quella degli altri e del creato intero.

Così, la vita del cristiano che vuole annunciare Gesù come “uomo secondo Dio” sarà anche, a imi-tazione di quella del suo Signore, una vita felice, beata. Certo, non in senso mondano e banale, mafelice nel senso vero, profondo, perché la felicità è la risposta alla ricerca di senso. Tale dovrebbeessere la vita cristiana: liberata dagli idoli alienanti come dalle comprensioni svianti della religione,contrassegnata dalla speranza e dalla bellezza. I grandi maestri della spiritualità cristiana hannosempre ripetuto: “O il cristianesimo è filocalia, amore della bellezza, via pulchritudinis, via della bel-lezza, o non è”! E se è via della bellezza saprà attirare anche gli altri su quel cammino che conducealla vita più forte della morte, saprà essere sequentia sancti Evangeli per gli uomini e le donne delnostro tempo.

Enzo Bianchi

CORSO DI EVANGELIZZAZIONE

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Custodisci il Creato

30 NOVEMBRE 2011

SALA GIOCHI DEDICATA A LUCA

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Se vuoi coltivare la pace

PREGHIERA DEI GENITORISignore Gesù,

donaci saggezza, per avere giudizi obiettivi e la giusta percezione di noi stessi,

per riconoscere umilmente i nostri limiti,

accogliendo in pace la fragilità della condizione umana.

Grazie, Signore, per la tua grazia, per il dono della fede che ci salva.

Grazie per il matrimonio,

per la persona che tu mi hai messo accanto con la quale camminiamo insieme verso di Te.

Grazie per il dono dei figli,

per la fiducia che ci concedi nell’educarli e nel testimoniare loro il Vangelo.

Perdona, Signore, per tutte le volte che presuntuosi ed arroganti ci siamo ritenuti giusti,

bravi, buoni, gli unici ad esserti fedeli.

Pietà per la superbia che talvolta ci prende.

Perdona, Signore, per tutte le volte che giudichiamo secondo le apparenze,

detestando la debolezza altrui.

Donaci la grazia come famiglia di pregare e crescere nella fede,

nella speranza e nel servizio insieme ad altre famiglie,

nella comunità in cui ci chiami a vivere.Amen!

San Martino - 13 Novembre 2011

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Ancora una volta lo Spirito Santo è sceso suiragazzi di Zanano; ma non su dei ragazzi qua-lunque …. Proprio noi, quelli del 98. Dopo lacresima che abbiamo fatto il 22 maggio 2011,come da programma, siamo usciti per un pelle-grinaggio a Roma. La partenza era fissata x ilgiorno 9 settembre. La mattina di quel giorno cisiamo avviati per la capitale e dopo ore e ore diviaggio abbiamo raggiunto la città eterna,Roma. Siamo stati accolti dal tipico trafficoromano e da una particolare afa considerando ilperiodo. La prima tappa, nonché la più impor-tante del pellegrinaggio, è stata San Pietro, l’im-ponente cattedrale sede del cattolicesimo e delPapa; la visita è stata indubbiamente molto inte-ressante anche se di poca durata rispetto al tipodi costruzione.

Dopo di che la chiesa di S. Paolo Fuori leMura ci ha accolto per la celebrazione eucaristi-ca tenutasi nel tardo pomeriggio. Gli altri duegiorni sono seguiti pressoché similmente conl’eccezione dei monumenti visitati e di qualcheimprevisto (come una bella multa e il ritiro delpermesso di circolazione nel centro storico colnostro pullman), oltre alla messa finale nellacappella della casa e a Roma by night. I risto-ranti dove ci siamo rifocillati erano ottimi e la

casa delle suore in cuiabbiamo alloggiato eraaccogliente e pulita, l’uni-ca “pecca”, a nostro avvi-so, era un pochino ilcibo….

Con la classica nostal-gia di chi parte da questagrandiosa metropoli, cisiamo allontanati daRoma, per dirigerci allanostra piccola cittadina diprovincia, dove, all’arrivo,siamo stati inondati dauna ventata di aria alpinae da un colpo di sonno;sulla cresta dell’onda diquesta inondazione, sia-mo giunti al giorno suc-

ROMA

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cessivo dove con la fac-cia da cadaveri abbiamoaffrontato il primo giornodi scuola dell’anno scola-stico.

L’esperienza è stataunica, sia per il fatto divedere una città come lanostra capitale, sia per ilfatto di stare in compa-gnia di coetanei e amici.Noi la consigliamo anche(anzi soprattutto) ai futuricresimati.

Cippini Marco, Bricchi Davide

Se vuoi coltivare la pace

ASSOCIAZIONE VOLONTARI ITALIANI SANGUE

Una goccia in più sei tu.. fai la differenza!DONAZIONI ANNO 2012DOMENICA 8 GENNAIO 2012

SABATO DI PASQUA 7 APRILE 2012DOMENICA 8 LUGLIO 2012

DOMENICA 7 OTTOBRE 2012

AUGURI DI BUONE FESTEDAL DIRETTIVO DELLÊAVIS DI SAREZZO

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Custodisci il Creato

E URLARE :"Sˇ" ALL'ARGENTEA LUNA.ORIAH MOUNTAIN DREAMER (POESIA DI UN NATIVO AMERICANO)

Non mi interessa cosa fai per sopravvivere,Voglio sapere qual è la cosa che vuoi più di tuttoE se osi sognare l'incontro con il profondo deside-rio del tuo cuore.

Non mi interessa sapere la tua etàVoglio sapere se rischieresti di sembrare pazzoper amore, per i tuoi sogniper l'avventura di essere vivo.

Non mi interessa sapere quali pianeti sono in qua-dratura con la tua lunaVoglio sapere se hai toccato il centro del tuo dolo-re,se ti sei lasciato aprire dai piccoli tradimenti dellavitao ti sei contratto e chiuso per paura di provarenuova sofferenza

Voglio sapere se riesci a sederti insieme al dolore,mio o tuo,senza cercare di nasconderlo, sistemarlo, farlosbiadire.

Voglio sapere se riesci a stare con la gioia, mia otua.Se riesci a danzare selvaggiamentee a lasciare che l'estasi ti colmi fino alla punta del-le dita delle mani e dei piedi,senza chiedere agli altri di essere prudenti, realistio ricordare loro i limiti dell'essere umano.

Voglio sapere se sei leale e perciò degno di fidu-cia.

Voglio sapere se scorgi la bellezza anche quandonon è una bella giornata.

Voglio sapere se riesci a vivere coi fallimenti tuoi,miei,E reggerti comunque in piedi in riva al lagoE urlare :"Sì" all'argentea luna.

Non mi interessa sapere dove vivi e quanti soldihai.Voglio sapere se riesci ad alzarti dopo una nottedi dolore e di disperazione,Esausto e con le ossa a pezzi e fare quello che vafatto.

Non mi interessa chi sei e come sei arrivato qui.Voglio sapere se starai al centro del fuoco con mesenza ritrarti.Non mi interessa dove o cosa o con chi hai stu-diato.Voglio sapere cosa ti sostiene da dentro,quando tutto il resto svanisce.Voglio sapere se avrai il coraggio di amare te stes-so.

Se scoverai l'amore, conservalo come il dono piùcaroche un essere umano possa offrire ad un altro.

Voglio sapere se ripulisci la tua mentedalla paura, dalla vergogna e dalla rabbiae se vuoi camminare con me sul sentieroche crea tradizioni di possibilità, di gioia e d'amo-re per le future generazioni.

Buon Compleanno,Madre!Ad Multos Annos!

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Se vuoi coltivare la pace

SAN LUIGI 25 SETTEMBRE 2011

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INCONTRO DELLE RELIGIONI PER LA PACEASSISI - 27 OTTOBRE

Il 27 ottobre 2011 nella Basilica di Santa Maria degli Angeli in Assisi, ha avuto luogo l'incontro mon-diale dei rappresentanti delle religioni.

Ma in cosa consiste e chi ha ideato questa giornata? Il tutto ha avuto inizio nel lontano 1986, sor-geva allora, o meglio da un po' si ergeva (sin dal 1961) un muro a dividere due mondi.

Il muro di Berlino. Simbolo invalicabile della guerra fredda tra l'est e l'ovest. Papa Giovanni Paolo II invita tutti i rappresentanti delle religioni a riunirsi per combattere questi

totalitarismi. Tre anni dopo, nel 1989, il muro viene smantellato. E da questo preciso punto riprendepapa Benedetto XVI, ma sentitelo dalle sue parole, o meglio leggetelo:”sono passati venticinque annida quando il beato Papa Giovanni Paolo II invitò per la prima volta rappresentanti delle religioni delmondo ad Assisi per una preghiera per la pace.

Che cosa è avvenuto da allora? A che punto è oggi la causa della pace?” In quell'occasione la volontà dei popoli ad essere liberi ha sopraffatto la violenza delle armi (tre

anni dopo Assisi). Oggi la minaccia della grande guerra non è in vista. Tuttavia la violenza come taleè potenzialmente sempre presente e caratterizza la condizione del nostro mondo. E le guerre, e lerivoluzioni, penso al mondo arabo in particolare, sono tanti piccoli focolai di violenza che bruciano. Ènecessario trovare una strategia comune per combattere le sorgenti del male, questo è il significatodel discorso di Benedetto XVI. Ma per combattere una malattia è necessario riconoscerne i sintomi...

Chi non riconosce la natura della malattia come può curarla? Il pontefice auscultando la sofferen-za del mondo diagnostica che sono due i principali responsabili della violenza e della discordia. Il“terrorismo religioso” da una parte e l'assenza di Dio dall'altra.

In Primis, il Papa condanna il terrorismo e in particolare la scusante religiosa che spesso vieneassunta da quest'ultimo per giustificar-ne i sacrifici umani. Un discorso che miricorda la morale de “Il Principe” diMacchiavelli, secondo la quale il finegiustifica i mezzi e ognuno è sacrificabi-le per conquistare e mantenere il potere.

Per meglio capire è necessario leg-gere le parole del Papa direttamentedal suo discorso: “Anzitutto c’è il terrori-smo, nel quale, al posto di una grandeguerra, vi sono attacchi ben mirati chedevono colpire in punti importanti l’av-versario in modo distruttivo, senza alcunriguardo per le vite umane innocenti checon ciò vengono crudelmente uccise oferite. Agli occhi dei responsabili, lagrande causa del danneggiamento delnemico giustifica ogni forma di crudel-tà.”.

La versione integrale del discorso èdisponibile su vatican.va con un videoemozionante, che presenta nella mede-sima inquadratura la convivenza pacifi-ca e costruttiva del dialogo interreligio-so.

Il Papa inoltre ricorda gli orrori deicampi di concentramento come estre-

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ma espressione di ciò che l'uomo ha compiutosenza Dio. L’adorazione di mammona, personifi-cazione di ciò che si è male guadagnato, si rive-la una contro-religione, in cui conta solo il van-taggio personale.

Preciso e attualissimo è l'esempio del dominiodella droga con le sue diverse forme. Questoesempio tocca le coscienze di ognuno...inmomenti di crisi e di instabilità si vuole evaderedalla realtà e specialmente per i giovani unascorciatoia sembra essere l'incoscienza datadall'annebbiamento dei sensi. Ma tanti dalla dro-ga vengono sedotti e rovinati sia nel corpo chenell’animo. Così facendo la violenza diventa unacosa normale, l'unico dio dell'uomo è se stesso,i valori sono rovesciati.

Unica soluzione possibile è il dialogo tra lereligioni, trovare un comune denominatore eobiettivo tra le religioni. La rappresentanza delletre grandi religioni monoteistiche musulmana,ebraica e cristiana è anche in questo senso unsegno forte per il mondo. In un modo più sottile,ma sempre crudele, vediamo la religione comecausa di violenza anche là dove la violenza vie-ne esercitata da difensori di una religione controgli altri.

Richiamandosi all'ultimo convegno dei rap-presentanti delle religioni nel 1986 ad Assisi, ereplicando con fermezza il concetto, il Papadichiara che questa non è la vera natura dellareligione.

Una religione che si sta secolarizzando ed èpiù aperta al dialogo, che ammette con un meaculpa del papa gli errori commessi e vuole anda-re oltre per fare meglio.“Come cristiano, vorreidire a questo punto: sì, nella storia anche innome della fede cristiana si è fatto ricorso allaviolenza. Lo riconosciamo, pieni di vergogna.Ma è assolutamente chiaro che questo è stato unutilizzo abusivo della fede cristiana, in evidentecontrasto con la sua vera natura. Il Dio in cui noicristiani crediamo è il Creatore e Padre di tutti gliuomini, a partire dal quale tutte le persone sonotra loro fratelli e sorelle e costituiscono un’unicafamiglia”.

Il Papa conferma che il dialogo tra le religionideve continuare e può trovare una risposta unicaalle critiche di chi svaluta la religione. Ma questodiscorso deve essere umile, fatto di parti chedialogano. Segue secondo me lo schema deldialogo di stampo socratico. Che consiste nelporre le domande e cercando di dare le risposte

così da poter giungere alla verità. Un metodoche non presuppone la conoscenza assoluta,ma segue il ragionamento.

La maieutica appunto, l'arte di far nascere leidee; queste sono le domande che il Papa pro-pone ”ma da dove sapete quale sia la vera natu-ra della religione? La vostra pretesa non derivaforse dal fatto che tra voi la forza della religionesi è spenta?

Ed altri obietteranno: ma esiste veramenteuna natura comune della religione, che si espri-me in tutte le religioni ed è pertanto valida pertutte?

Queste domande le dobbiamo affrontare sevogliamo contrastare in modo realistico e credi-bile il ricorso alla violenza per motivi religiosi.” Ilpontefice cerca un confronto con la parte laica.Dando così alla sostanza del concilio un valoresoprattutto umano. La ricerca della pace. Inquesto senso è fondamentale la presenza diJulia Kristeva come rappresentante degli intellet-tuali non credenti.

Il comune desiderio di essere “pellegrini dellaverità, pellegrini della pace” unisce i credenti e inon verso un'unica meta straordinariamenteumana, la pace. Sono frasi emozionanti soprat-tutto se si considera il pensiero di Ratzinger.

È infatti la prima volta che partecipa ad unconvegno interreligioso, poiché prima di esserepapa aveva l'incarico di salvaguardare l'ortodos-sia cattolica.

E temeva che una preghiera comune di rap-presentanti di fede diversa potesse scivolarefacilmente in una confusione sincretistica. Èsignificativo ricordare le parole della rappresen-tanza degli intellettuali laici che ringraziano l'ini-ziatore del cammino che Benedetto XVI sta con-tinuando.

E non è possibile esprimere meglio il valore eil peso delle responsabilità che la pace portacon sé, ricordando l'inizio di questo percorsoche è più umano che religioso.

Con le parole di Julia Kristeva: “L'appello diquel Papa, apostolo dei diritti umani, ci spingeanche a non temere la cultura europea, ma, alcontrario, ad osare l'umanesimo nel costruiredelle complicità tra l'umanesimo cristiano e quel-lo che, scaturito dal Rinascimento edall'Illuminismo, ha l'ambizione di aprire le stra-de rischiose della libertà"

Roberto B.

Se vuoi coltivare la pace

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S. FRANCESCOl’ho incontrato tanti anni fanella sua terra, Assisitra strette ed irte stradine lastricate

l’ho conosciuto negli affreschi giotteschivisitando i suoi luoghiS. Damiano, la Porziuncola, l’Eremo delle Carceri….

l’ho scoperto attraverso il canticole fonti, la regola,la sua storia, la sua vita

come tutti, sono rimasto affascinato e ho creduto di amarlo

poi... ho cercato di comprendere…,

da allora l’ho visto prodigarsi

negli ospedali,negli ospizi per poveri,nelle strade tra prostitute e drogati,nelle zone di guerra,dove la fame, la sete e comuni malattie uccidono,dove si sfruttano i bambini, gli emigrati, le donne,dove si soffre....

era quasi sempre solo...non l’ho mai vistonei ristoranti e negli alberghi,alle cene di gala ed alle prime teatrali,alla televisione e nei salotti "bene",in parlamento e in municipio,nelle nostre case e nelle nostre chiese,

c’era tanta gente... ma non lui

allora ho capito di non amarlo perché non sono mai dov’é lui,

pochi lo amano veramente e ne comprendono le scelte,tanti dicono di venerarlo, lo pregano, lo cercano ad Assisi, nei suoi luoghi e nella sua casa

ma... pochi lo trovano,

pochi sanno dov’é, sanno dove cercarloeppure lui é sempre lì, dov’è sempre stato.

14 marzo 2007

M. Bonincontri

Custodisci il Creato

Manlio Bonincontri è statoper me un amico. Padre difamiglia, architetto e sinda-co di Tignale. Ha saputoamare la sua gente e il suopaese da vero galantuomo.Si diceva non credente maha fatto nella sua vita leopere dei credenti, propriocome dice il Vangelo: "Dailoro frutti li riconoscerete".Ha amato e studiato SanFrancesco; lo voglio ricor-dare a tutti con questo suocomponimento. Il Signore loaccolga nel suo Regno diluce e di bellezza.

Don Cesare

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Se vuoi coltivare la pace

BATTESIMI

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LÊANGIOLETTO "ROSA"C’e trambusto in Paradiso, si avvicina il Natale che si festeggia pure qui. Tra il viavai delle Buone

Anime che s’incontrano beatamente passeggiando nei viali tra le nuvole, i più agitati sono gliAngioletti. Corrono, saltano, fanno il girotondo, si confrontano le alucce. Dovete sapere che qui essecrescono seguendo il tempo di permanenza, cioè quando arriva un bimbo dalla terra chiamato daGesù, al suo Angioletto spuntano le ali, che cresceranno fino quando sarà adulto.

Nel frattempo l’Arcangelo Maestra cerca di radunare i piccoli da preparare per la manifestazionedella Notte Santa, segnando i loro nomi sul grande libro dorato, poi inizierà a fare le prove in modoche la coreografia sia perfetta.

Alcuni di loro hanno già partecipato gli anni scorsi, quindi sanno bene come e cosa fare e sonogioiosi di ripetersi.

In un cantuccio, su di un bianco cirro da sembrar bambagia, c’è un Angioletto Nuovo.È arrivato da poco, risente un po’ del distacco dai suoi genitori e dalla sorellina, è una Bimba e

porta un bellissimo nome: Rosa.Si guarda intorno spaesata e curiosa, deve ancora capire bene perché si trovi lì e poi, è ancora

tanto piccola, come piccolissime sono le sue ali.L’Arcangelo Maestra la vede, le va accanto, la osserva, è proprio molto bella!Del resto tutti gli Angioletti sono bellissimi perché Gesù accanto a se sceglie e vuole i migliori.

Con dolcezza la accarezza, la prende in braccio e le spiega cosa dovrà fare, la piccolina rincuora-ta sorride, ha capito che la Notte Magica accompagnando il Divin Bambino, vedrà da vicino i suoigenitori e la sorellina Lucia e potrà far loro capire quanto si trovi bene in Paradiso.

Dopo alcuni giorni di prove è arrivata la Vigilia, le Buone Anime si portano ai lati del grande viale,in mano hanno una stella accesa e tutte insieme rischiareranno il passaggio dello stuolo celeste checantando “Gloria nell’Alto dei Cieli” accompagnerà Gesù sulla Terra.

Ecco come si é formata la StellaCometa!

In una casa c’e un grande Presepe, unabambina di nome Lucia lo osserva estasia-ta, lo hanno preparato per lei mamma epapà. Ad un certo punto sulla Capannaaccanto alla stella con la coda, scorgeseduto un Angioletto dall’aureola lucenteche si sbraccia e sbatte le manine insegno di saluto. Dapprima Lucia è basita,ma poi riconosce il sorriso familiare dellasorellina Rosa che era volata in cielo qual-che tempo prima di Natale. Le avevanoraccontato che era salita in Paradiso scel-ta da Gesù che aveva bisogno diAngioletti bellissimi per il Presepio.

La bimba è felice, chiama mamma epapà e si stringe a loro che sorridono aquell’Angioletto ritornato in famiglia il gior-no più bello dell’anno e che resterà sem-pre così, come nei loro cuori che tantol’hanno amata e seguiteranno ad amare...

Resy Pescatori

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LA MAGIA DEL NATALECome tutti gli anni abbiamo chiesto ai genitori

dei bambini frequentanti la scuola dell'infanziaMaria Immacolata, di allestire il “Santo Presepe”all'interno dell'asilo.

I genitori si sono subito prodigati con idee esoluzioni….il racconto che segue riporta l’espe-rienza vissuta e riportata da loro.

Quest'anno, non avendo trovato un'ubicazioneadeguata all'interno dell'edificio, si è pensato diallestire il Presepe dentro la “bussola” di legno chesi trova all'entrata dell'edificio (antico retaggio dimanutenzioni passate).Contrariamente ad ognipronostico il lavoro svolto è stato non solo entusia-

smante, ma talmente sorprendente, per calore eper perfezione estetica da rendere vero il detto chel'unione fa la forza.

Ci siamo trovati in un gruppo di genitori, durantetutta la scorsa settimana, ad addobbare un'antica-mera in legno cercando di renderla accogliente perospitare la Natività e spettacolare per i bambini,creando così un paesaggio quasi reale per i nostrifigli e un augurio di Buon Natale per le famiglie.

Durante la settimana ci siamo adoperati in millelavoretti; chi pitturava, chi tagliava, chi incollava echi semplicemente partecipava con entusiasmoagli addobbi. Abbiamo riscoperto, con questi

Se vuoi coltivare la pace

IV NOVEMBRE

Presepe dei bambini delle sezioni: Orsetti e Pulcini

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Custodisci il Creato

semplici gesti, il lavoro di gruppo e la voglia di par-tecipare ad un progetto condiviso.

Nonostante, alcune delle mamme, fossero inferie forzate dal lavoro (cassa integrazione) e quin-di preoccupate da mille altri pensieri, l'atmosfera èsempre stata di festa e di armonia; siamo riuscite adimenticarci per qualche ora dei problemi quotidia-ni, dei soldi che non bastano mai, delle ricadutedella scarlattina, dei mariti e dei parenti... Giornodopo giorno il Presepe ha preso forma sotto i nostriocchi e ci siamo ritrovati con lo stesso entusiasmoche avevamo da piccoli quando aiutavamo i nostrigenitori a creare quello che a noi sembrava qual-cosa di assolutamente magico.

Possiamo quindi affermare che la magia delNatale ci ha sorpresi ancora una volta, portandociquella serenità che non sempre sappiamo ritrovarenella vita di tutti i giorni, ma che sempre dobbiamoessere pronti ad accogliere.

Grazie alla scuola che ci ha dato la possibilità divivere questa bellissima esperienza!

Buon Natale a tutte le famiglie.

I rappresentanti dei genitori

Il presepe realizzato dai genitori è meravigliosoma anche i bambini insieme alle insegnanti hannorealizzato un presepe a parete,…. veramente nesono stati realizzati due uno per ogni piano e pergruppo di bambini; attraverso le immagini vi pro-poniamo un viaggio nella nostra scuola alla sco-perta di Gesu’ che nasce “ogni” giorno nella nostrascuola dell’infanzia.

Buon Natale!

Presepe realizzato dai genitori della scuola dellÊInfanzia Maria Immacolata

Presepe a muro realizzato dai bambinidelle sezioni: Scoiattoli e Delfini

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Se vuoi coltivare la pace

PRIMO PASSONOI ABBIAMO AMMESSO LA NOSTRA IMPOTENZA DI FRONTE ALLÊALCOOL E

CHE LE NOSTRE VITE ERANO DIVENUTE INCONTROLLABILI.

A nessuno fa piacere dover ammettere una completa sconfitta. Tutti i nostri istinti naturali si ribellano all’i-dea di dover fare questa ammissione come primo passo sulla strada della sobrietà.

Siamo in grado di controllare ogni aspetto della nostra vita all'infuori di questo, dell'alcool: non riusciamoa controllarci quando beviamo.

Nessun’altra bancarotta é come la nostra: l'alcool ci svuota di tutta la nostra auto-sufficienza e di qualsia-si volontà di resistere alle sue esigenze.

Possiamo badare a noi stessi in molte altre cose, ma nei confronti dell’alcool siamo impotenti.Ma quando entriamo in A.A. vediamo questa sconfitta sotto un altro punto di vista; in A.A. questa sconfit-

ta si trasforma in vittoria. Questa umiliazione diventa una forza.PIÙ SARÀ FERMA LA NOSTRA CONVINZIONE DI ESSERE SCONFITTI, PIÙ FERMA SARÀ LA ROC-

CIA SULLA QUALE POTREMO COSTRUIRE UNA VITA FELICE E UTILE.Potremo ricevere ben poco aiuto entrando a far parte di A.A. se non ammettiamo fin dall'inizio la nostra

impotenza di fronte all'alcool. In questa ammissione di fallimento completo troveremo la forza di resistere. Senon ammettiamo questo, noi continueremo a cercare di controllarci nel bere, e affonderemo sempre di più nelnostro tormentoso drammatico modo di vivere.

Non venite qui perciò con l'intenzione di poter ricominciare a bere controllandovi. Non pensate che la solaforza di volontà potrà bastare per controllarvi nel bere. Se questo fosse possibile non avremmo i problemi cheabbiamo.

Una vittoria personale su questa compulsione, solamente con le nostre forze, non é possibile.È UN DATO STATISTICO CHE GLI ALCOLISTI NON GUARISCONO QUASI MAI BASANDOSI SOLA-

MENTE SULLE LORO RISORSE.Noi siamo spinti da un’insana voglia che ci condanna a bere senza possibilità di fermarci, e poi da un'al-

lergia fisica all’alcool che può finire col distruggerci.Adesso molti ammettono la propria impotenza prima di arrivare alla disperazione, alla propria totale distru-

zione. Il volto di A.A. è cambiato, e molti evitano anni d'inferno giungendo prima a questa conclusione, per-ché ora, attraverso l'esperienza degli altri, noi sappiamo quale sarà la nostra fine se abbiamo perduto la for-za di controllarci di fronte all’alcool. L'alcolismo è un male fatalmente progressivo, e noi possiamo fermarloora, prima che sia troppo tardi « vivendo » questo primo passo più risolutamente che sia possibile, cioè al100 per cento.

Poche persone capiranno veramente A.A. finché non si sentiranno ferite, finché « le loro vite saranno dive-

A.A. PRIMO E SECONDO PASSO

ALCOLISTI ANONIMI (AA)Cosa è AA? La definizione ufficiale è: associa-

zione di uomini e donne che mettono in comune laloro esperienza, forza e speranza al fine di risolve-re il loro problema comune con l’alcool e di poteraiutare altre persone ad uscirne.

Gli alcolisti sono forse le persone più sole delmondo. Bere smodatamente isola una persona alpunto che la sua unica compagnia rimane la botti-glia. Di fronte a questa solitudine, l’alcolista si sen-te sconfitto e impaurito. Quando l’alcolista scopreper mezzo di AA che altri hanno sofferto o soffronocome lui e sono pronti ad aiutarlo, la sua solitudinesarà in parte superata. L’amicizia e la compagnia

che si trovano in AA possono sostituire la bottiglia eaiutare colui che ha bisogno ad affrontare i propriproblemi cercando di correggere i difetti e raffor-zando le proprie qualità positive.

In AA sono proposte dodici progressive tappesulla via del miglioramento della propria personali-tà e ognuna di esse richiede impegno e riflessione.Ad AA non ci sono prediche ma testimonianze edesperienze. Ogni membro parla per sé, non per glialtri. L’impegno di ognuno è di cambiare se stessoe di essere sostegno per gli altri.

Dimentichiamo il passato, non angosciamociper il futuro. Viviamo oggi.

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Custodisci il Creato

nute incontrollabili » perché le cose che A.A. insegna sono dure, mentre la nostra tendenza ci porta semprea cercare la soluzione più facile.

Dopo aver ammesso che non possiamo più controllarci, noi questa realtà dobbiamo accettarla senzariserve mentali, e questo é ancora più difficile. Ammissione prima, accettazione poi. I dizionari dicono che«accettazione vuol dire ricevere acconsentendo, sopportare senza protestare, ammettere una cosa comevera».

Così è con l'alcolismo. Se accetto l'alcolismo come una mia malattia dovrò subire tutte le conseguenze diquesta malattia; se riconosco di essere un alcolista e voglio cambiare la mia vita «non più controllabile », taci-tamente acconsento a vivere secondo questa regola: NON BEVO.

SECONDO PASSOSIAMO GIUNTI A CREDERE CHE UN POTERE PIÞ GRANDE DI NOI AVREBBE POTU-

TO RIPORTARCI ALLA RAGIONE.

Quando una persona viene in A.A. la prima cosa che si sente dire è che, per quanto riguarda il problemadell'alcool, si deve arrendere completamente al fatto che da solo non può fare niente per tenerlo sotto con-trollo. Questo è oltremodo umiliante, ma nel secondo passo l'umiliazione va oltre. Ci viene detto che dobbia-mo arrenderci a un « Potere più grande di noi » per poter avere un aiuto. Questo é estremamente duro perdue ragioni: primo, é duro per noi rinunciare al nostro io; secondo, questa faccenda di un « Potere più gran-de di noi » tira in ballo l'idea di un Dio e molti di noi non vogliono o non possono credere in Dio. E allora?

Qualcuno, quando noi parliamo di Dio o di un Potere più grande di noi, potrebbe confondere questo conla religione, e allora mettiamo la cosa in chiaro fin dall'inizio. Noi in A.A. non parliamo mai di religione, anchese coloro cha accettano completamente A.A. a volte tornano alla religione che avevano lasciato, qualsiasiessa possa essere. Quello che noi facciamo però è di parlare di valori spirituali. La differenza fra religione evalori spirituali é molto chiara. La religione si basa su un complesso di dottrine alle quali una certa societàorganizzata crede ed é tenuta ad ottemperarsi. La spiritualità invece è qualche cosa di personale; é il vostrocontatto individuale con Dio così come voi lo concepite. Una persona può essere religiosa ma non esserespirituale e viceversa.

Vediamo ora questo Passo:SIAMO GIUNTI - Questo fa pensare a un processo lento. Non è detto che debba succedere tutto a un trat-

to. Quando beviamo noi perdiamo per prima cosa i nostri valori spirituali; e deve essere così, perché altri-menti noi non potremmo continuare a bere. Quando entriamo in A.A. spiritualmente siamo proprio arrivati allabancarotta. Quando smettiamo di bere i nostri valori spirituali noi li riacquistiamo per ultimi. Prima di tutto stia-mo bene fisicamente, poi riacquistiamo una certa limpidità di pensiero, e poi rientriamo in possesso dei nostrivalori spirituali. Così le parole « siamo giunti » stanno a indicare un processo lento. SIAMO GIUNTI - SIAMOGIUNTI A CREDERE.

A CREDERE - Questo fa pensare alla fede in Dio o in un Potere più grande di noi. Tutte le persone cheentrano in A.A., per quanto riguarda la fede in Dio o in un Potere più grande di noi, si troveranno in una di que-ste tre categorie:

1) Categoria di quelli che non vogliono credere in Dio. Essi non vogliono avere niente a che fare con Dio.Fanno parte della categoria dei belligeranti. In effetti sono il Dio di se stessi. Credono che l'uomo da sé puòfare qualsiasi cosa e che non ha bisogno di un altro Potere più grande. Questi sono gli atei e gli agnostici. Noirispettiamo la loro opinione e chiediamo loro di rispettare la nostra. Tutto quello che A.A. chiede alle personedi questa categoria è di ascoltare queste tre dichiarazioni:

• A.A. non vi domanda di credere a qualcosa. Tutto quello che ascoltate in A.A. è solo suggerimento.• Non è necessario accettare subito questo Passo. Prendete le cose con calma. Col tempo si vedrà.• Tenete la mente aperta - cercate di perdere l'abitudine di argomentare e cercate di ascoltare volen-

tieri – smettete di lottare per salvaguardare il vostro punto di vista. Lasciate agli altri la libertà di avere torto.PER QUELLI DI QUESTO GRUPPO CHE NON POSSONO CREDERE IN DIO, ALMENO PER ORA, A.A.

O IL GRUPPO STESSO POSSONO RAPPRESENTARE UNA FORZA PIÙ GRANDE DI LORO.2) Categoria di quelli che una volta credevano in Dio, ma per qualche ragione ora hanno perduto la fede.

La stragrande maggioranza di quelli che vengono in A.A. appartiene a questa categoria.Forse, ancora troppo giovani, è stata imposta loro una religione che non accettavano, e ora essi reagi-

scono rifiutando tutto.

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Se vuoi coltivare la pace

3) Categoria di tutte le persone che si considerano « religiose ». Questo termine comprende una talevarietà di opinioni che un'ulteriore classificazione sarebbe praticamente impossibile.

Possiamo solamente fare una distinzione, veramente importante, cui già si è fatto riferimento nel secondoparagrafo di questa meditazione. Vi sono, cioè, quelli che appartengono a una religione (a cui spesso sonotanto più attaccati quanto più questa è organizzata, proprio perché vedono una forza nell’organizzazione),ma non sono « spirituali ».

Gli altri invece, religiosi o no, credono in valori spirituali. Possiamo definire « spirituali » coloro che metto-no al primo posto nella loro vita i valori spirituali, e li difendono sacrificando a essi, quando occorra, le cosemateriali (denaro, carriera, affetti, tempo e, al limite la vita stessa).

E come mai queste persone possono diventare degli alcolisti? Ma perché rimangono pur sempre uominie donne soggetti alle stesse tentazioni cui tutti siamo soggetti, ma soprattutto, perché l'alcool è un nemicoche può cogliere di sorpresa chiunque, anzi questa è una delle sue tattiche più pericolose.

Non sono pochi i casi di coloro che sono diventati alcolisti perché, non avendo affatto l'abitudine di bere,o essendo astemi, hanno cominciato a bere « un dito di brandy », per esempio, per « tenersi su » in unmomento in cui si sentivano « giù » psicologicamente o fisicamente. Il fatto che « un dito di brandy » è con-siderato una cosa del tutto innocua è stato spesso l'origine di drammi di cui tutti in A.A. conoscono la gravi-tà.

Ma infine, a che cosa serve conoscere l’atteggiamento di un alcolista di fronte a un Essere Superiore?Serve invece sapere che, atei o spirituali, agnostici o religiosi, siamo tutti vulnerabili, che tutti possono con-trarre questa malattia, ma che sono maggiormente esposti quelli che hanno una tendenza psichica o fisicaad ammalarsi di alcolismo. È bene sapere che quanto più ci sentiamo sicuri tanto più siamo vulnerabili.

Per questo é cosi importante che noi tutti, riconosciuta la nostra debolezza, fondiamo la nostra speranzasu un·« Potere più grande di noi ». È proprio su questo Passo che si fonda l'unità di Gruppo; e con l'unita delGruppo « lo spirito del Gruppo » che sarà il nostro sostegno più valido nei momenti difficili.

Il fatto di non concepire Dio tutti allo stesso modo non può influire sull’unita del gruppo. Il Dio in cui cre-dete, comunque voi possiate concepirLo, non l’abbiamo inventato noi. Esiste veramente. Vi è un solo Dio.Siamo noi, che come tanti specchi imperfetti posti di fronte alla medesima figura, rimandiamo un'immaginediversa a seconda dei nostri stessi difetti. Specchi offuscati, incrinati, rigati, convessi o concavi, possonodare di una figura perfetta un'immagine contorta o difficilmente riconoscibile. Così noi diamo di Dio varieinterpretazioni che saranno tanto più giuste quanto più terso e quanto meglio orientato sarà lo specchio. Sedunque saremo tutti orientati verso un « Potere più grande di noi » o anche verso una sua luce riflessa, qua-le potrà essere il Gruppo, allora avremo uno stesso spirito, perché tutti illuminati, seppure in vario modo, daun medesimo Spirito.

Basta fare il Primo Passo per essere accolti in A.A., ma quando facciamo il Secondo Passo siamo noi adaccettare la mano che subito ci era stata tesa; siamo noi ad accettare di entrare a far parte della grande,meravigliosa famiglia di A.A.

SITUAZIONE ECONOMICAMese di settembre 2011Entrate: elemosine 2.026,00 – sacramenti 1.120,00 – campo raccolta 350,00 – rimb. utenze 295,38 – da C.S.I. 600,00 – da Happy Handy Day1.000,00 – abb. Voce Amica 30,00 – dagli ammalati 100,00Uscite: sacerdoti e laici 337,00 – utenze 1.315,58 – fiori 90,00 – ostie e particole 246,93 – candele 386,00 – matrici, inchiostro e carta 420,00 –libri 130,00 – Coop. S. Martino 1.000,00 – spese bancarie 7,95 – assistenza caldaia chiesa 582,00

Mese di ottobre 2011Entrate: elemosine 3.213,00 – sacramenti 1.630,00 – rimb. assic. 620,00 – abb. Voce Amica 250,00 – campo raccolta 1.167,81 – vendita libri351,00 – dagli ammalati 10,00 – corso evangelizzazione 205,42 – varie 135,00Uscite: sacerdoti e laici 337,00 – utenze 233,04 – fiori 28,00 – cartelle 204,35 – libri 604,00 – riviste 51,10 – ostie e particole 315,74 – spesepostali e bancarie 148,63

Mese di novembre 2011Entrate: elemosine 2.776,43 – sacramenti 400,00 – abb. Voce Amica 100,00 – campo raccolta 230,30 – vendita libri 125,00 – dagli ammalati140,00 – corso evangelizzazione 50,00 – fondazione S. Messe cimitero 1.610,00 – rimb. spese spogliatoi 300,00 – rimb. ostie 467,40 – venditaFamiglia Cristiana 400,00Uscite: sacerdoti e laici 337,00 – utenze 2.305,01 – fiori 28,00 – libri 21,50 – ostie e particole 126,90 – giornali 148,95 – postali e varie 326,35

Situazione debitoria al 31.08.11Banche € 323.589,42Prestiti da privati € 55.000,00

€ 378.589,42Si ringrazia l’Associazione AVIS per l’offerta di € 500,00per l’offerta di € 1.000,00.

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Custodisci il Creato

Sono aperte le iscrizioni alla:SCUOLA PARITARIA DI 1° GRADO (medie inferiori)

SCUOLA PARITARIA PRIMARIA (elementari)presso l’Istituto

“VITTORIO CHIZZOLINI”L’UNICA SCUOLA CATTOLICA DELLA NOSTRA VALLE

a Zanano presso il Palazzo Avogadro (Suore Ancelle della Carità)per informazioni: tel. 030-801898

Dal discorso di S.S. Benedetto XVI alla 61a Assemblea Generale della C.E.I.del 27-05-2010 ha sottolineato:

“La scuola cattolica costituisce una grande risorsa per il Paese. In quanto parte integrante del-la missione ecclesiale, essa va promossa e sostenuta nelle diocesi e nelle parrocchie, supe-rando forme di estraneità o di indifferenza e contribuendo a costruire e valorizzare il suo pro-

getto educativo.”

SCUOLA APERTA:SABATO 17 DICEMBRE – DOMENICA 18 DICEMBRE 2011

SABATO 14 GENNAIO – DOMENICA 15 GENNAIO 2012

UNA TARGA SPECIALETutti i Nonni sono speciali, ciascuno a modo

suo, lascia un segno indelebile nella mente deinipoti che in occasioni, modi e tempi diversi, liricorderanno. Questa figura familiare accompa-gna spesso la crescita affettiva, fisica, morale deiragazzi che la legano ad episodi particolari dariporre nel proprio cuore.

Così è stato per Domenico Migliorati che oltreai suoi discendenti naturali, ne ha acquisiti altrigrazie al suo essere disponibile ed affettuoso contutti.

Mancato due anni or sono, di lui è stata scrittala storia personale da parte di un amico, una sto-ria non indifferente con episodi di vissuto in unLager di Buchenwald, che hanno segnato la suagiovinezza.

Tornato fortunatamente alla normalità, ha trova-to un impiego presso la Redaelli di Gardone V.T,si è sposato, ha avuto tre figli, ha trascorso unaforzata e lunga lontananza da casa per via di unamalattia.

Ristabilitosi fisicamente si è dedicato con pas-sione ai lavori dell’orto e del

giardino sempre eseguiti con meticolosità econoscenza.

Passione profusa verso il verde pubblico quan-

do venne ad abitare la zona nuova di Noboli.Accanto alle nuove costruzioni era sorto un picco-lo parco verde che riserva spazio all’esuberanzadei bambini spesso costretti a giocare su limitatipoggioli abbarbicati a costruzioni moderne.

Lui da subito, si è preso a cuore questo spazioe con i pochi mezzi a disposizione: vanga, forbici,falcetto e rastrello, ha cercato di dare una lineaper tenerlo in ordine al servizio dei bambini dellenuove famiglie.

Con bonaria indole, semplicità, discrezione,disposizione e soprattutto con l’esempio ha cer-cato di inculcare nei piccoli frequentatori dellazona, l’amore ed il rispetto verso la cosa pubblicache è pure nostra.

Ecco il motivo della Targa a suo ricordo, instal-lata in loco il 6 ottobre alla presenza delleAutorità, della moglie Piera, dei figli, benedettadal parroco Don Cesare, applaudita da tutti iconoscenti e dai bambini che vedendola, potran-no ricordarlo testimoniando la riconoscenza versochi, disinteressatamente e per senso civico, halavorato per loro.

“Grazie nonno Domenico”

Resy Pescatori Lucchini

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Se vuoi coltivare la pace

BUCCOLIERO JESSICA di Pasquale e Lazzari Alessia nata l’11.4.2011 EL HODALY KEVIN GIOVANNI di Mhammed e Poli Romina nato il 21.4.2010

BERTELLI VENERE IDA di Rino e Orvini Vivian nata il 26.5.2011PAPALLO ALICE di Giuseppe e Gabbiani Raffaella nata il 27.4.2011 BATTEZZATI IL 2.10.2011

BONTACCHIO RACHELE di Roberto e Dusina Luisa nata il 25.5.2011 MARCHESI STEFANO di Cristiano e Cognetta Francesca nato il 9.7.2011

PAGLIARI ANDREA di Claudio e Amici Tania nato il 28.6.2011 BATTEZZATI IL 6.11.2011

RICCHINI GIANLUCA di Andrea e Rivetta Sara nato il 25.7.2011PAU REBECCA di Andrea e Grifa Nicoletta nata il 18.8.2011 BATTEZZATI L’8.12.2011

Rinati dall’acqua e dallo spirito

Affidati alla misericordia del Padre

Anagrafe Parrocchiale

MatrimoniSALVI VALENTINA E PACILLO MICHELE 3 DICEMBRE 2011

Teresa Pedretti* 18.11.1928† 02.10.2011

Lazzari Luca* 30.11.1991† 18.10.2011

Quaresmini Luigiaanni 73

† 23.11.2011

Sandrini Lucia Angela* 31.10.1931† 13.10.2011

Domenica Teresa Giamba* 26.06.1930† 02.12.2011

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Custodisci il Creato

CALENDARIO LITURGICODICEMBRE

2 Adorazione eucaristica dalle 15 alle 22

4 Incontro BETHLEMME ore 15 in sala RotondaOre 17.15 vespro

5 Incontro Zonale per tutti gli adolescenti ore20.30 presso la Chiesa Parrocchiale di Sarezzo

6 Serata Vocazionale Zonale ore 20.30 in salaRotonda

8 IMMACOLATA CONCEZIONES.Messe secondo l’orario festivoOre 17.15 vespro

9 Adorazione eucaristica dalle 15 alle 22Incontro dei giovani con Vescovo Luciano a BSore 21 presso Le Grazie

10 Incontro Primi Passi ore 20.30

11 TORTEMeeting dei Chierichetti ore 15 presso l’oratoriodi Ponte ZananoIncontro NAZARETH ore 15 in sala rotondaOre 17.15 vesproMeeting dei Cresimati con S.Messa ore 18.30presso la Chiesa Parrocchiale di Gardone VT

12 Serata di S.Lucia(ore 20 in Chiesa Parrocchiale)Catechesi per giovanissimi ore 20.30

13 Commissione oratorio ore 20.30

14 Incontro di Evangelizzazione ore 20.30 inTeatro

15 S.MARIA CROCIFISSA DI ROSAOre 18 S.Messa solenne

16 Spettacolo Asilo ore 15.00 o 15.30 in Chiesa ParrocchialeAdorazione eucaristica dalle 15 alle 22

17 Spettacolo GTO ore 20.45Ritiro di avvento per giovanissimi (inizio ore 18)

18 Ore 11.30 vendita panettoni sul sagrato del-la Chiesa “Ricordando Pietro” (Peter Plan)Ore 12 Pranzo per Giovani CoppieIncontro EMMAUS ore 15 in sala RotondaOre 17.15 vesproRitiro di avvento per giovani (inizio ore 19)

19 Penitenziale per ADOLESCENTIin S.Martino ore 20.30

22 Concerto Natalizio in Chiesa Parrocchialeore 20.45

23 Adorazione eucaristica (con possibilità diCONFESSIONI) dalle 15 alle 22

24 CONFESSIONIOre 17 S.Messa in S.BernardinoOre 22 Veglia e S.Messa della notte di Natale

25 SANTO NATALES.Messe:ore 8 in Parrocchialeore 9 in S.Bernardinoore 10.30 in Parrocchialeore 17.15 Vespri e ore 18 S.Messa inParrocchiale

26 S. STEFANOS.Messe:ore 8.30 in S.Bernardinoore 10.30 in Parrocchiale

30 Adorazione eucaristica dalle 15 alle 22

31 Ore 18 Te Deum

GENNAIO

5 Ore 18 S.Messa della vigilia dell’Epifania inChiesa Parrocchiale

6 EPIFANIA DEL SIGNORES.Messe secondo l’orario festivoOre 17.15 vespro

8 BATTESIMO DEL SIGNORES.Messe secondo l’orario festivoOre 17.15 vespro

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