ViviSalute Magazine

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3 Centro Internazionale Vivisalute Via Cino del Duca 8, Milano www.vivisalute.org Direttore responsabile Dott. Dea DʼAprile Direttore scientifico Prof. Elio Borgonovi Redazione Serena Battirolo Viviana Garbagnoli Impaginazione Trademagazine Editore Associazione Vivisalute Segreteria Mirella Vinay Rosa Spano Comitato per Premio Prof. Elio Borgonovi Prof. Walter Ricciardi Dott.ssa Dea DʼAprile Dott. Paolo Vintani Dott.ssa Cosima Coppola Hanno collaborato: Serena Battirolo, Viviana Bergognoli, Antonella Mannini, Francesco Roccio Grafica: Laura Ferriccioli Stampa La Serigrafica Arti Grafiche Srl PALAZZO VISCONTI In un tema delicato come quello della salute è molto importante la comunicazione, dal momento che l'informazione ai cittadini risponde ad una finalità sociale, meglio se tesa a rassicurare il paziente. L’informazione sanitaria parla troppi “dialetti”: la comunicazione specialistica, la comunicazione non specialistica, il messaggio pubblicitario. Trovare una lingua comune tra i vari settori, che possa arricchire l’informazione sanitaria nel suo complesso e creare i presupposti culturali per una corretta divulgazione, è un obiettivo fondamentale. Spesso lo scoop, per il medico, si traduce in una condanna senza appello. Senza voler negare l’evidenza dei fatti – casi di malasanità ultimamente sono sotto gli occhi di tutti –, tuttavia non si può essere d’accordo con chi vuole fare di tutta l’erba un fascio. La qualità del servizio sanitario è un indicatore fondamentale per la tutela della salute del cittadino. L’apprendimento delle moderne conoscenze e la formazione di una nuova coscienza in tema di tutela della vita e della salute e anche di corretto approccio con la malattia e il dolore è un passaggio obbligato. In un’epoca che vede la comunicazione sempre più protagonista nei rapporti tra cittadini e operatori della sanità e la relativa spesa gravare sulle istituzioni regionali in misura non sopportabile e sproporzionata con le reali esigenze di un servizio sanitario efficiente, diviene fondamentale l’intervento dei mezzi di comunicazione non solo a livello di denuncia scandalistica e di dimostrazione spettacolare ma, al contrario, tramite una seria ma non tetra opera di divulgazione e aggiornamento. Il tutto nel rispetto delle regole della comunicazione che impongono adeguate capacità di suggestione e seduzione sia nella effettiva percezione dei formidabili progressi dell’arte medica sia con protagonisti assolutamente convincenti per doti umane e scientifiche. L’alfabetizzazione in ambito di cultura della salute e dell’ambiente è da tempo iniziata ma è ben lungi da quegli obiettivi primari di mutamento degli stili di vita e di responsabilizzazione del cittadino, sano o malato. Tali mete sono conseguibili affiancando ai sussidi cartacei di facile obsolescenza strumenti informativi dinamici. Un modello del tutto nuovo di esame delle problematiche e spesso ancora enigmatiche questioni che la medicina moderna pone evolvendosi con una rapidità che ha rivoluzionato le tradizionali attività di prevenzione, diagnosi, terapia. La medicina si confronta da sempre con uno dei sistemi a più elevato grado di complessità: ne sono protagonisti uomini, cioè organismi biologici interagenti con macchine e immersi in una società. Una proposizione dei temi serena, rispettosa del rigore scientifico, per la mutazione culturale imposta dai tempi, urgente e intelligente evoluzione e rivoluzione per la crescita dell’uomo, per la tutela del malato, per la garanzia del medico. Una via sicura per vivere meglio. Dea D’Aprile Presidente Vivisalute Lombardia La comunicazione in sanità Editoriale

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CentroInternazionaleVivisaluteVia Cino del Duca 8, Milano

www.vivisalute.org

Direttore responsabileDott. Dea DʼAprile

Direttore scientificoProf. Elio Borgonovi

RedazioneSerena Battirolo

Viviana Garbagnoli

ImpaginazioneTrademagazine

EditoreAssociazione Vivisalute

SegreteriaMirella VinayRosa Spano

Comitato per PremioProf. Elio BorgonoviProf. Walter RicciardiDott.ssa Dea DʼAprile

Dott. Paolo VintaniDott.ssa Cosima Coppola

Hanno collaborato:Serena Battirolo,

Viviana Bergognoli,Antonella Mannini,Francesco Roccio

Grafica:Laura Ferriccioli

StampaLa Serigrafica Arti Grafiche Srl

PALAZZO VISCONTI

In un tema delicato come quello della salute è molto importante lacomunicazione, dal momento che l'informazione ai cittadini rispondead una finalità sociale, meglio se tesa a rassicurare il paziente.L’informazione sanitaria parla troppi “dialetti”: la comunicazionespecialistica, la comunicazione non specialistica, il messaggiopubblicitario. Trovare una lingua comune tra i vari settori, che possaarricchire l’informazione sanitaria nel suo complesso e creare ipresupposti culturali per una corretta divulgazione, è un obiettivofondamentale.Spesso lo scoop, per il medico, si traduce in una condanna senzaappello. Senza voler negare l’evidenza dei fatti – casi di malasanitàultimamente sono sotto gli occhi di tutti –, tuttavia non si può essered’accordo con chi vuole fare di tutta l’erba un fascio.

La qualità del servizio sanitario è un indicatore fondamentale perla tutela della salute del cittadino. L’apprendimento delle moderneconoscenze e la formazione di una nuova coscienza in tema di tuteladella vita e della salute e anche di corretto approccio con la malattia eil dolore è un passaggio obbligato. In un’epoca che vede lacomunicazione sempre più protagonista nei rapporti tra cittadini eoperatori della sanità e la relativa spesa gravare sulle istituzioniregionali in misura non sopportabile e sproporzionata con le realiesigenze di un servizio sanitario efficiente, diviene fondamentalel’intervento dei mezzi di comunicazione non solo a livello di denunciascandalistica e di dimostrazione spettacolare ma, al contrario, tramiteuna seria ma non tetra opera di divulgazione e aggiornamento. Il tuttonel rispetto delle regole della comunicazione che impongono adeguatecapacità di suggestione e seduzione sia nella effettiva percezione deiformidabili progressi dell’arte medica sia con protagonistiassolutamente convincenti per doti umane e scientifiche.

L’alfabetizzazione in ambito di cultura della salute e dell’ambienteè da tempo iniziata ma è ben lungi da quegli obiettivi primari dimutamento degli stili di vita e di responsabilizzazione del cittadino,sano o malato. Tali mete sono conseguibili affiancando ai sussidicartacei di facile obsolescenza strumenti informativi dinamici. Unmodello del tutto nuovo di esame delle problematiche e spesso ancoraenigmatiche questioni che la medicina moderna pone evolvendosi conuna rapidità che ha rivoluzionato le tradizionali attività di prevenzione,diagnosi, terapia.La medicina si confronta da sempre con uno dei sistemi a più elevatogrado di complessità: ne sono protagonisti uomini, cioè organismibiologici interagenti con macchine e immersi in una società.Una proposizione dei temi serena, rispettosa del rigore scientifico, perla mutazione culturale imposta dai tempi, urgente e intelligenteevoluzione e rivoluzione per la crescita dell’uomo, per la tutela delmalato, per la garanzia del medico. Una via sicura per vivere meglio.

Dea D’AprilePresidente Vivisalute Lombardia

La comunicazione in sanità

Editoriale

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poco tempo corrono gli stessi rischidella popolazione residente. Non è an-cora del tutto chiaro quali siano i fattoridi rischio in gioco, ma sicuramente l’ali-mentazione gioca un ruolo determi-nante. Una dieta ricca di grassi animalima soprattutto di calorie porta ad un au-mento di rischio. Il consiglio quindi è so-prattutto quello di mangiare “poco”».Come si è andata evolvendo negli

anni la strategia chirurgica conser-vativa?

«Grazie agli studi milanesi, chehanno introdotto la chirurgia

conservativa negli anni ‘80,oggi è anche possibile con-servare i linfonodi ascellari,

utilizzando la tecnica del “lin-fonodo sentinella”, sulla

quale abbiamo la più

grande esperienza al mondo. La possi-bilità poi di anticipare al massimo dia-gnosi, trovando piccoli carcinoma nonancora palpabili, ci consente di effet-tuare interventi chirurgici “mirati” dopoaver localizzato la neoplasia con un trac-ciante radioattivo (la cosiddetta tecnica“ROLL”) con danni estetici quindi asso-

Il Centro Clinico per laNeurostimolazione, leNeurotecnologie ed i Di-

sordini del Movimento, co-stituito nel 2008 presso laFondazione IRCCS Ca’Granda-Ospedale Maggio-re Policlinico di Milano, rap-presenta il primo del gene-re in Italia. Attualmente si in-serisce nel tessuto clinicoospedaliero e nell’ambitodella ricerca scientifica ac-cademica. Il Centro, diret-to dal prof. Alberto Priori, di-spone di un team multidi-sciplinare di ricerca in neu-roscienze composto daprofessionisti con compe-tenze in ambiti quali neu-rofisiologia, neurologia, in-gegneria biomedica, neu-ropsicologia, bioinformati-ca e biotecnologie, ed in-tende rappresentare nonsolo una struttura di eccel-lenza di ricerca innovativanel panorama italiano, maanche un’occasione in cuiil lavoro di ricerca biome-dica si coniuga con quel-lo della ricerca industrialee il suo valore congiunto ètrasferibile anche al mer-cato internazionale dellebiotecnologie. L’attività di ri-cerca del centro è focaliz-zata sulle metodiche di neu-rostimolazione terapeutica

con particolare riguardo allastimolazione cerebrale pro-fonda e transcutanea noninvasiva. Nell’ambito dellaneuromodulazione invasivasi propongono sistemi in-novativi di stimolazione ce-rebrale profonda (deepbrain stimulation, DBS)adattativa per il trattamen-to dei disordini del movi-mento.

Metodi innovativi perl’applicazione di correntitranscraniche costanti(tDCS) rappresentano, in-vece, il filone delle attivitàdella neuromodulazionenon invasiva per lo studio eil trattamento sperimentaledi patologie di grande rile-vanza come Alzheimer, de-pressione, cefalea, stroke,dolore, lesioni midollari. I ri-sultati dell’equipe del prof.Alberto Priori sulle metodi-che di neurostimolazioneterapeutica sono stati og-getto di pubblicazioni scien-

tifiche e di domande dibrevetto internazionali.

Al fine di valorizzarli an-che da un punto di vista im-prenditoriale, sempre nel2008 è stata costituita Ne-wronika Srl, il primo spin offcon la compartecipazionedi due Enti pubblici: la Fon-dazione IRCCS Ca’ Gran-da Ospedale Maggiore Po-liclinico e l’Università degliStudi di Milano. Newronikaprogetta e commercializzasistemi e apparati clinici,biomedicali e nano-tecno-logici per le neuroscienzeper la messa a punto distrumenti terapeutici inno-vativi basati sulle più re-centi indicazioni della ri-cerca scientifica, e fornisceservizi per ottimizzare l’uti-lizzo di questi prodotti daparte dell’utente finale (me-dico o paziente). Newroni-ka è anche impegnata nel-la progettazione e realizza-zione di banche dati perl’elaborazione di segnali edati biologici per l’utilizzo,anche commerciale, di datied analisi da essi derivan-ti. Inoltre, si occupa di pro-gettare, realizzare e com-mercializzare sistemi infor-mativi per la gestione, l’ana-lisi e la divulgazione di daticlinici e sanitari.

Professore, le pazienti con un tu-more al seno che a lei si rivol-gono, sono animate da istanze

urgenti che vanno indagate e risolte:quale è il tipo di approccio più idoneoin casi simili?

«È importante che la diagnosi sia ra-pida e precisa. Per questo oggi occorreun approccio “integrato” pluridiscipli-nare, che coinvolga il chirurgo senologo,il radiologo e l’anatomo patologo. Fattala diagnosi si deve definire il percorsoterapeutico migliore, che nella maggiorparte dei casi prevede l’intervento chi-rurgico come primo passo».La diagnosi oggi comporta una

tecnica altamente specializzata: nonrischia di lasciare la paziente al-l’anonimato dell’apparato clinico?Come indirizzarla a un Centro di ec-cellenza?

«Il percorso diagnostico e terapeuticodeve sempre essere “personalizzato”,ogni paziente ha una storia sua che deveessere compresa e valutata dal medicodi riferimento. È poi importante che, so-prattutto per patologie oncologiche, ci sirivolga ad un centro altamente specia-lizzato e non all’ospedale più vicino acasa: un trattamento inadeguato puòcompromettere il risultato finale e ri-durre in alcuni casi le possibilità di gua-rigione. Per questo oggi la tecnologia ciaiuta, grazie ad Internet, ad esempiocliccando sul sito di Sportello Cancro,iniziativa della nostra Fondazione».Perché alcune donne colpite dal

cancro al seno sopravvivono e altresoccombono? Quanto influisce la vo-glia di lottare o addirittura smentireuna diagnosi infausta?

«Nascondere una diagnosi può por-tare solo a un peggioramento della ma-lattia, mentre è importantissimoaffrontare la malattia con energia e conla determinazione a guarire: solo cosi siottengono risultati brillanti, grazie allacollaborazione tra i l tumore della mam-mella è oggi una malattia guaribile nellamaggior parte dei casi. Molto dipendeperò dalla precocità della diagnosi. Unpiccolo carcinoma, diagnosticato graziealla mammografia e/o all’ecografia infase preclinica (cioè prima che diventi

palpabile) ha possibilità di guarigioneelevatissime, intorno al 98%. Più le di-mensioni aumentato più aumentano i ri-schi di ripresa della malattia a distanzadi tempo. Oltre alle dimensioni ed alcoinvolgimento dei linfonodi ascellari (ilcosiddetto “stadio” della malattia) sonoimportantissime le caratteristiche biolo-giche: esistono tumori più “aggressivi”ed altri biologicamente più “tranquilli”:questo si riflette sia sulla prognosime-dici e la paziente».È giusto comunicare ottimismo

sulla diagnosi di tumori?«È meglio essere pessimisti sulla dia-

gnosi, prevedere sempre l’ipotesi peg-giore in modo da non trovarciimpreparati ad affrontarla. Dobbiamo in-vece essere ottimisti sulla prognosi, perottenere la massima collaborazionedella paziente, che di fronte ad una pro-gnosi infausta potrebbe cadere in unostato di depressione assolutamente con-troproducente. E poi oggi, fortunata-mente, siamo in grado di controllare lamalattia per periodi lunghissimi anchequando già avanzata».Che relazione c’è tra lo stile di vita

occidentale e il tumore al seno?Spesso le cattive abitudini alimentarisi trascinano sin dai tempi dell’infan-zia; quanto incide l’alimentazione inrelazione alll’insorgenza del carci-noma mammario?

«Lo stile di vita occidentale purtroppoè responsabile dell’elevata incidenza delcarcinoma mammario. È dimostrato datempo infatti che le popolazioni che vi-vono in paesi a bassa incidenza di car-cinoma mammario (i paesi menoindustrializzati) quando migrano in paesidove l’incidenza è elevata, nel giro di

lutamente nulli. Anche nelle malattie piùavanzate, grazie alla continua collabo-razione con i colleghi chirurghi plastici,siamo in grado di offrire trattamenti checonsentono sempre e comunque risul-tati estetici soddisfacenti, in modo damantenere in ogni paziente quella inte-grità fisica indispensabile per una vita direlazione normale».Una donna operata al seno vive

con disagio questa realtà in una so-cietà in cui l’immagine conta molto ein cui, per essere vincenti e averesuccesso, bisogna essere belle: leicosa ne pensa e quali sono i consigliche rivolge alle sue pazienti nel de-corso post-operatorio?

«Grazie alla chirurgia cosiddetta “on-coplastica” che prevede la costante col-laborazione tra chirurgo oncologo echirurgo plastico, oggi possiamo offrireinterventi chirurgici per carcinomamammario che non solo non compro-mettono l’estetica della mammella maspesso addirittura la migliorano. Ledonne quindi particolarmente “moti-vate” a migliorare l’aspetto del senopossono quindi trovare le risposte checercano anche se si trovano ad affron-tare una malattia oncologica. Questoaiuta inoltre, dal punto di vista psicolo-gico, a distrarre l’attenzione sulla ma-lattia spostandola su aspetti più “frivoli”ma per molte donne altrettanto impor-tanti».Diagnosi precoce e prevenzione

per il tumore al seno: a che età è con-sigliabile farla, quali sono i sintomi?

«È opportuno iniziare ad effettuareuna ecografia mammaria una voltal’anno a partire dai trentacinque anni edai quaranta in poi associare anche la

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Centro Clinicoper la Neurostimolazione,le Neurotecnologiee i Disordini del Movimento

INTERVISTA DI DEA D’APRILE

Di tumore al seno si può guarireL’abilità del medico, vero cireneo della vita sociale moderna, nel comunicarecon il paziente rappresenta un aspetto determinante della sua competenzaclinica, nell’interezza della dimensione professionale ed etica. Tuttavia i pazientispesso denunciano uno scarso coinvolgimento, perché? Lo chiediamo alProfessor Paolo Veronesi, associato in Chirurgia Generale, Università deglistudi di Milano, Direttore dell’Unità Chirurgica Senologica Integrata dell’IstitutoEuropeo di Oncologia, Presidente della Fondazione Umberto Veronesi

«Grazie a gli studi milanesi,che hanno introdotto la chirurgiaconservativa negli anni ’80, oggiè anche possibile conservarei linfonodi ascellari utilizzando latecnica del “linfonodo sentinella”,sulla quale abbiamo la più grandeesperienza al mondo»

Prof. Alberto Priori

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mammografia. Questo ovviamente inassenza di sintomi, con lo scopo di arri-vare ad una eventuale diagnosi primadella manifestazione clinica. Il sintomipiù frequente è il riscontro palpatorio diun nodulo o un indurimento della mam-mella. Non vanno trascurate però even-tuali secrezioni di siero o di sangue dalcapezzolo. In questi casi ci si deve rivol-gere rapidamente allo specialista».Lei è Presidente della Fondazione

Umberto Veronesi che sostiene, tra lemolteplici iniziative a favore della ri-cerca scientifica e l’assegnazione diborse di studio, c’è anche la speri-mentazione della tecnologia HIFU-ul-trasuoni focalizzati ad alta intensità:ce ne vuole parlare?

«La nostra Fondazione ha messo a di-sposizione dell’Istituto Europeo di Onco-logia una macchina che permette didistruggere i tumori ecograficamente vi-sibili attraverso un fascio di ultrasuoniad alta intensità. Questo funziona beneper alcune neoplasie in sede addomi-nale, non raggiungibili chirurgicamente,ed è in corso di sperimentazione ancheper i tumori della mammella con loscopo, in futuro e per tumori di piccoledimensioni, di poter evitare l’interventochirurgico».Per concludere, una domanda sulla

terapia del dolore: al malato oncolo-gico e ai suoi rapporti con la società,sono oggi dedicati molti studi. Nellamalattia e nel dolore il malato si sco-pre attento al proprio corpo, come re-stituirlo al mondo?

«Ogni paziente ha diritto di non sof-frire. Per questo il nostro istituto è un“ospedale senza dolore”, il dolore è ban-dito, sia nella fase dell’intervento chi-rurgico sia nella eventuale malattiaavanzata. Abbiamo a disposizione i far-maci ed i mezzi per eliminare il dolore,dobbiamo usarli sempre. Un pazienteche non soffre può fare una vista “nor-male” anche se portatore di una malat-tia oncologica, che oggi fortunatamentesi riesce in molti casi a “cronicizzare”,consentendo sopravvivenze molto piùlunghe rispetto al passato. Ma la vita inpiù deve essere vissuta pienamente,senza dolore e senza limitazioni funzio-nali: questo deve essere un imperativoper tutti coloro che si occupano di on-cologia».

La Fondazione ParacelsoOnlus nasce nel 2004 esi affianca ai Centri me-

dici per la cura dell’emofiliacon il compito di sostenereprogetti scientifici e sociali permigliorare le condizioni di vitadelle persone affette da emo-filia.

� La Fondazione si occupa diemofilia a 360 gradi portandoil suo contributo alle persone, allaricerca e alle istituzioni medianteprogrammi volti a migliorare il per-corso di cura, interventi di assi-stenza sociale, aiuti umanitari ecampagne d’informazione sullamalattia.

� Fondazione Paracelso accompagna gli emofi-

lici e i loro familiari nel percorsonon sempre facile di accetta-zione della malattia, fornendoassistenza sociale e pratica achi deve imparare a conviverecon l’emofilia.

� Partiamo dai bisogni dellepersone con l’obiettivo di fo-calizzarli meglio ed elaborarele strategie più efficaci persoddisfarli. Progetti specifici

sono dedicati ai neogenitori e allecoppie che desiderano avere unbambino.

� La Fondazione mette a disposi-zione di chi ha bisogno di recarsi aMilano per motivi di cura un pic-

colo appartamento a uso foresteria con lo scopodi abbattere i costi del soggiorno.

Il 15 novembre 2010 pres-so l’aula magna del-l’Ospedale Niguarda di

Milano, hanno partecipato400 tra medici e avvocati alconvegno La figura del diri-gente medico e la respon-sabilità professionale oggi, or-ganizzato dal SegretariatoItaliano Giovani Medici con loStudio Morri e il Niguarda,alla presenza del Ministrodella Salute Ferruccio Fazio,del Presidente di RegioneLombardia Roberto Formi-goni, del Presidente dell’Or-dine dei Medici di MilanoUgo Garbarini, del Presi-dente dell’Ordine degli Av-vocati di Milano Paolo Giug-gioli, del Preside della Facoltàdi Medicina e Chirurgia di Mi-lano Virgilio Ferruccio Fer-rario e del Direttore Genera-le dell’ A.O. Niguarda di Mi-lano Pasquale Cannatelli.

«L’errore umano è un fat-to naturale, perché insitonella natura stessa dell’uo-mo, ma non sempre dipen-de dall’uomo – ci spiega ilDott. Martino MassimilianoTrapani, Vice-Presidente Na-zionale del SIGM – molto piùspesso deriva dall’organiz-zazione del sistema all’inter-no del quale l’uomo opera.Questo non vale solo per imedici, ma per qualunque al-tro sistema complesso chenecessita un intervento di si-curezza. In passato l’erroremedico veniva praticamen-te ignorato, oggi invece sia-mo abituati ad assistere auna ricerca di responsabilitàforse anche eccessiva, unaricerca alcune volte dettatada un senso di giustizialismo,altre volte motivata dal desi-derio di risarcimento che i pa-renti provano nei confronti del

medico». La sfida è di quel-le ambiziose: ridurre a zero glierrori in sanità. A lanciarla èil presidente della RegioneLombardia, Roberto Formi-goni. L’obbiettivo è evitareche anche solo una melamarcia metta in cattiva lucetutto il sistema sanitario e «in-crini la fiducia conquistatacon sudore». «Stiamo at-tuando – spiega Formigoni –un sistema di controlli rigorosiper assicurare la bontà delservizio offerto». Già con il2009 è stata raggiunta unasoglia di controlli pari al 10%delle prestazioni erogate suiricoveri e al 3,5% sulla spe-cialistica. Per combattere la

malasanità, entrerà in azioneanche la figura del mediatore,consultabile negli ospedalie, dal 2011, in tutte le Asl. Intema di ricadute giudiziariesulla sanità locale l’attenzioneal Pirellone è alta da tempo,come si evince dalla Mappaturadel rischio del Sistema sanita-rio lombardo, giunta alla sua se-sta edizione (decennio 1999-2009). In dieci anni, su 39milasinistri censiti, quasi 23milasono richieste di risarcimentodanni: per il 2009 – finora –sono note 2.271 richieste ri-sarcimento, contro i 2.239 del-l’anno precedente, pari a 14,5richieste danni ogni 10mila ri-coveri. Le cause civili fioccanoin ortopedia (14,5% dei casi),pronto soccorso (12,3%), lachirurgia generale (9,2%), oste-tricia e ginecologia (8,7%).«Nessun Sistema sanitario – haconcluso Formigoni – perquanto sofisticato e all’avan-guardia, sarà in grado di sop-perire o sostituirsi all’iniziativa,

alla volontà, alla professionali-tà di ogni operatore. È impor-tante che il medico, nell’eser-cizio della sua professione,non agisca come una monadeo, peggio ancora, si senta la-sciato solo: ogni professionistafa parte di un sistema, e l’or-ganizzazione in cui opera deveessere pronta a rendersi com-partecipe del suo lavoro e a far-si carico della responsabilitàprofessionale di ciascuno». Ilministro della Salute FerruccioFazio, che in passato aveva

mosso qualche appunto sul si-stema sanitario lombardo, con-siderato sbilanciato sugli ospe-dali rispetto al territorio, ora am-mette: «La Lombardia ha sfor-nato uno dei migliori program-mi di assistenza territoriale, senon il migliore, d’Italia. Ha unacopertura in tutti i settori, gra-zie alla grande intuizione di di-saccorpare chi vende e chiacquista servizi».Concludequindi, il Dott. Luigi Gianturco,Presidente Provinciale di Mila-no del SIGM: «L’iniziativa di

oggi, che apre anche ufficial-mente l’attività della neonatasede milanese SIGM a tutti glieffetti, vuole essere un mo-mento di riflessione che si in-tende svolgere principalmen-te nell’ottica dei problemi me-dico-legali che i casi giudizia-ri e stragiudiziari di responsa-bilità medica propongono, masenza perdere di vista la glo-balità del grave e preoccu-pante fenomeno costituito dal-la crescita esponenziale delconflitto tra la società e i me-dici il quale ha assunto i ca-ratteri di una vera e propria“patologia” sociale, complicianche le rappresentazioni me-diatiche che alterano lo statodell’arte». Dal convegno si èpreso l’ impegno di costituireun osservatorio tra l’ordinedei medici di Milano, l’ordinedegli avvocati di Milano il Se-gretariato Italiano Giovani Me-dici e l’A.O. Niguarda sulla re-sponsabilità professionale deimedici.

Medici e avvocati a confronto sulle responsabilità professionali«Una mela marcia può incrinare la fiducia conquistatacon sudore dai medici»

Andrea Buzzi, presidenteCristina Ielo, direzione

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L’argomento è di attualità: gli infor-tuni sul lavoro purtroppo aumen-tano, leattività di controllo da par-

te delle Autorità Competenti ( ASL ) au-mentano, la necessità di adeguarsi allaSorveglianza Sanitaria per i dipendenti di-venta una necessità quando si opera inregime di appalti. A fronte di questa re-altà sempre più emergente, le Aziendepiccole e grandi devono attivare i controllimedici sui propri dipendenti. Attenzioneperò a non abusare, la legge è fin trop-po chiara: gli accertamenti sanitari sonoconsentiti solo in funzione ed in rappor-to ai rischi presenti. Il Datore di Lavoroinsieme al Medico Competente è pe-nalmente perseguibile se effettua sul di-pendente esami e atti medici non attinentialla attività svolta: importante quindi

rapportare il Piano Sanitario ai contenu-ti della Valutazione dei Rischi. Fonda-mentale pertanto diventa l’appropria-tezza dei contenuti del documento valu-tativo , il quale deve contenere la disaminacompleta di tutti i rischi presenti che pos-sono emergere effettuando una onesta ri-cognizione dei luoghi di lavoro e soprat-tutto delle mansioni e delle attività lavo-rative dei dipendenti. A questo proposi-to si ricorda che la recente giurisprudenzaassimila ai lavoratori dipendenti tutti i sog-getti che sotto varia forma operano sta-bilmente all’interno dell’Azienda anchecon contratti diversi dall’assunzione atempo indeterminato. La cosiddetta “vi-sita preassuntiva” merita un ragiona-mento a parte in quanto si scontrano dueesigenze opposte: il rispetto della legge

che indica il controllo “pre” immissione sulposto di lavoro per verificare se non esi-stono cause che ostano all’inserimentodel lavoratore nel ciclo produttivo e l’esi-genza aziendale di non incorrere in costiche potrebbero rivelarsi inutili nel caso dinon conferma del lavoratore al termine delperiodo di prova. Il buon senso, comesempre, deve trovare la giusta soluzio-ne. Al di là della puntuale applicazione deirequisiti legislativi però, bisogna tenerpresente che la medicina del lavoro nondeve essere intesa solo come mera ap-plicazione di obblighi in molti casi ritenutivessatori. La salute e il benessere delproprio dipendente devono essere, in unasocietà evoluta, il fine di ogni azione: ladiminuzione dei giorni di assenza per ma-lattie, l’individuazione di patologie esi-stenti che limitano il lavoro, la preven-zione con screening di massa sono oggisempre più argomenti che dovrebbero in-teressare le Aziende nell’ottica del mag-giore benessere lavorativo. Ecco dunquel’importanza di introdurre con la colla-

borazione del Medico Competente checonosce lo stato di salute dei dipendentivisitati, un programma di accertamenti dialtra natura nel campo della prevenzio-ne. Per fare solo alcuni esempi si pos-sono organizzare campagne di screeningmammografico e prostatico, vaccinazioniantinfluenzali, controlli dermografici e dia-betologici, controlli cardiologici, minicheck-up, ecc. Va chiarito però cheogni eventuale partecipazione del di-pendente deve essere totalmente subase volontaria e va chiaramente espli-citato che i risultati sono esclusivamen-te di natura personale e che l’Azienda of-fre la possibilità ma non ne può teneresuccessivamente conto, se non a livel-

lo statistico. L’importanza quindi di uncoinvolgimento dell’Ufficio Personale edel Medico Competente è fondamenta-le per raggiungere gli obiettivi prefissa-ti. La prevenzione dunque è il successi-vo passo naturale di quell’obbligo di leg-ge che viene sempre più svuotato inquanto ritenuto solo un mero rispetto le-gislativo. All’estero, dove la Sorveglian-za Sanitaria è ormai da anni consolida-ta, la prevenzione supera di gran lungala visita fiscale e le Aziende program-mano percorsi da offrire ai propri dipen-denti. Anche in Italia, in grandi organiz-zazioni, controlli “benefit” sono ormai di-ventati una prassi per Dirigenti in quan-to si è dimostrato e verificato il grado digradimento di simili interventi nella po-polazione lavorativa; nelle realtà più mo-deste ci si scontra purtroppo sempre conproblemi di budget ridotti o che non con-sentono margini operativi in tal senso. Ècomunque nostro obbligo, almeno mo-rale, di imprenditori, trovare spazi adeguatia mettere in atto azioni preventive.

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Medicina del lavoro,da obbligo a prevenzione

Celebritymilanese a favoredella solidarietà

La colonproctologia è quella brancadella medicina che si occupa spe-cificamente delle malattie del colon,

del retto e dell’ano sia dal punto di vistamedico sia dal punto di vista chirurgico.La storia della patologia colo-retto-anale segue un percorso decisamentesingolare. Le patologie coloproctologi-che erano già conosciutissime nell’an-tichità. Nel codice di Hammurabi (2200a.C.) compare un primo riferimento a co-loro che guariscono le malattie del-l’ano.

Nell’antico Egitto il Faraone Senusretaveva un medico che era definito " il cu-stode dell’ano reale". Presso gli Aztechi,la divinità della musica puniva gli uomi-ni e le donne con malattie veneree eemorroidi. Ippocrate (460-377 a.C.) scri-ve persino un breve trattato sulla malattiaemorroidaria dove spiega che esiste unastagione propizia alla formazione delleemorroidi e consiglia già l’uso di semi-cupi caldi. Nell’antica Roma ritroviamosolo Celso che si occupa di malattie del-l’ano e in particolare di emorroidi. Egli fariferimento all’effetto favorevole del ri-poso e dei semicupi caldi nella terapiadella malattia emorroidaria. Più tarditra l’VIII e IX secolo d.C., con la fioritu-

ra della cultura musulmana, nasce unavera e propria scuola medica nel cui am-bito vi sono personalità di spicco chestudiano le malattie dell’intestino. Al-bucasis (903-1013), tra i molti, introdussel’uso del filo di seta per il trattamento del-le fistole anali. Si deve attendere il tar-do Medioevo durante il quale la Scuo-la Salernitana descrive la differenza trail cancro e la fistola anale dando un gran-de impulso allo sviluppo delle cono-scenze delle malattie dell’ano. Ma è solodurante il Rinascimento che si ha unnuovo e rinnovato interesse per la chi-rurgia colo-rettale, soprattutto con lo svi-luppo degli studi anatomici che con-sentono di perfezionare le conoscenzein materia. L’Ottocento è il secolo in cuila proctologia diventa finalmente unascienza. Le affezioni ano-rettali vengo-no studiate soprattutto dalla Scuola In-glese: il Saint Mark Hospital, fondato nel1835 da Frederick Salmon, aveva ilpreciso intento di lenire le sofferenze dicoloro che erano affetti da fistole e da al-tre infermità del retto. Qui nascerà unascuola con una tradizione irripetibile, cheannovera intorno al nome del suo de-cano, William Allingham, quello di pro-seliti del calibro di Goodsall e Miles, Ga-

briel e Dukes, i primi a prospettare la re-sezione addomino-perineale in un tem-po solo ed a codificare la stadiazione delcancro del retto.

Le patologie colorettali sono spessosottovalutate dagli stessi pazienti: i pre-giudizi e la scarsa informazione posso-no impedire a chi ne è affetto di recarsidallo specialista e di sottoporsi ad unavisita accurata. Per tale motivo le affe-zioni colorettali, ma soprattutto quelleche interessano prettamente la sferaanale, vengono trattate con farmaci diautomedicazione ritardando così a dia-gnosi e quindi la corretta terapia. A lun-go andare queste condizioni possono ri-durre notevolmente la qualità della vitadel paziente, interferendo significativa-mente con la vita sociale dello stesso.

Il miglioramento delle conoscenzenel campo dell’anatomia e della fisiolo-gia hanno permesso di compiere unavera e propria rivoluzione in questocampo. Sono state sviluppate nuovetecniche diagnostiche e terapeutiche chesi sono dimostrate efficaci nel tratta-mento di patologie che fino a pochi annifa non erano passibili di cure. Tali me-todiche hanno permesso di curare al-cune malattie anorettali con interventimeni demolitivi, di ridurre i tempi di de-genza, di ridurre il dolore postoperato-rio e persino di eseguire taluni interventiin regime ambulatoriale o di day hospi-tal. Si pensi per esempio all’introduzio-ne e alla diffusione della laparoscopia,metodica ormai universalmente accet-tata, attraverso la quale è possibileasportare segmenti di colon o rettosenza dover eseguire importanti edestese incisioni addominali.

Lo sviluppo di metodiche endosco-piche hanno inoltre permesso di poterasportare dei tumori rettali per via tran-sanale. È ovvio pensare che per potereseguire interventi cosiddetti mininvasivi,è necessario eseguire una diagnosi pre-coce delle malattie e qui dobbiamoporre l’accento sull’importanza degliesami di screening quali la ricerca di san-gue occulto nelle feci e su una maggio-

re diffusione dell’esame endoscopico ol-tre che della possibilità di eseguire en-doscopie virtuali con video capsula o co-lotc con ricostruzione tridimensionale delcolon. La colonproctologia si occupa an-che di un altro grosso disturbo che ne-gli ultimi anni sembra interessare sem-pre più persone e soprattutto il sessofemminile: i disturbi della defecazione.La stipsi cronica può comportare per chine è affetto gravi problemi non solo ditipo sanitario, ma anche e soprattutto ditipo sociale. Attualmente sono disponi-bili esami diagnostici e terapie in gradodi offrire sostanziali miglioramenti dellaqualità di vita dei pazienti.

La riabilitazione del pavimento pelvi-co, l’elettrositmolazione o il biofeedback,sono alcuni dei trattamento ai qualipossono essere sottoposti i pazienticon buoni risultati e per coloro che nontrovano beneficio da queste terapie, èsempre possibile proporre una soluzio-ne chirurgica. I migliori successi nel trat-tamento di queste patologie si ottengonocon l’accurata selezione dei pazienti daparte di specialisti formati adeguata-mente a svolgere attività diagnostico-terapeutica in questo campo.

D.ssa Micaela SerbelloniDirigente Medico Chirurgia

Generale Ospedale Abbiategrasso

Conoscere la Colonproctologia

Daniela Girardi Javarone si è sposatagiovanissima con l'imprenditore Dott.Ing. Mario Javarone, appassionato di

cavalli e presidente di National Barrel HorseAssociation NBHA Italy dal quale ha due figli,Manuela e Francesco. Ha sempre manife-

stato amore per lamusica, in partico-lare per il melo-dramma che difendecome un importantelascito del panoramaculturale e artisticodell'Ottocento ita-liano. Dal 1991, Da-niela Javarone è

l'anima dell'Amal, di cui ha assunto ufficial-mente la presidenza due anni fa. Dedica al-l'Associazione un impegno quasi quotidiano,in collaborazione con il fondatore di Amal, ilmarchese Alberto Litta Modigliani. Fondatanel 1974,Amal inizialmente si occupava solodi lirica, e ha avuto come presidenti, tre stardel calibro di Mafalda Favero, Renata Tebaldie Giulietta Simionato. Dopo una pausa du-rante gli anni grigi di Tangentopoli, l'Amal haallargato il proprio campo d'azione al di fuoridella lirica. Una volta al mese organizza unevento con un ospite famoso. Ogni occasionecoincide con un'azione benefica.

Solidarietà e beneficienzaDaniela Javarone considera l'attività di be-

neficenza la principale missione di Amal. Ilsuo impegno nella solidarietà si manifestacomunque anche in altri modi, ed è peresempio madrina dei City Angels, i volontarimeneghini con il basco blu guidati da MarioFurlan, particolarmente attivi nell'assistere isenza tetto. Nel privato, ha sostenuto diverseiniziative benefiche, tra cui progetti di carat-tere medico, contro la solitudine dei più an-ziani e per i bambini poveri. Con la suafamiglia ha sostenuto l'associazione Care &Share, che nello Stato sud-orientale dell'An-dhra Pradesh (India), ha potuto così assistereun asilo, donando le bufale per la produzionedel latte. Ogni 25 Dicembre, Daniela Javaroneorganizza la "colazione di Natale per gli an-ziani". In alcuni rinomati ristoranti della città,animatori e volontari creano per quel giornoun momento di festa che allontana la solitu-dine di più di cento persone, mentre altreduecento sono ospitate alla fondazione DonBosco Gnocchi.

D.ssa MicaelaSerbelloni

Ing. Pietro Freschi

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L’immagine della pittura italiana aStrasburgo: vernissage del-l'esposizione personale dell'arti-

sta. Di lei i critici hanno detto che ha ri-percorso l’impressionismo: difficile ne-garlo osservando la collezione portata aStrasburgo.

Di lei Alfo Coccia scrisse che “…la ri-cerca dominante nell’opera della Oswaldè la resa della vibrazione della luce. ….Dalla derivazione ottocentesca ha cosìtratto più che le luci rarefatte un ductussolare filamentoso in cui si annida e svi-luppa tanto gusto…” .

Julie Oswald non si è occupata solodi “rappresentare” il mondo ma anchecontribuito a costruirlo nel vero signifi-cato sociale della verve artistica: offrire

la propria sensibilità a chi vive o lavoracon i sentimenti fondamentali : soffrire,sperare, morire… Per numerosi anni ellaha, infatti, frequentato i reparti di degenzadi una delle più antiche istituzioni socio-assistenziali di Milano, il Pio Albergo Tri-vulzio, fianco a fianco e fin dal primomattino con luminari della gerontologiauniversitaria e non, mescolandosi tra an-ziani malati e vecchioni dal fisico resoinossidabile dai lustri di sofferenze af-fettive. Là ella ha dato la spinta cultura-le a tante piccole iniziative necessarie arendere migliore la vita di degenti e sa-nitari, unendoli nella condivisone disensazioni e percezioni di intime soddi-sfazioni che solo l’arte sa dare e quellafigurativa sa imprimere nella memoria di

ognuno. Tra le sue opere figura una pro-duzione artistica per così dire “a tema”, costituita da tre di cui una, l’ultima, vuo-le rappresentar tutto il travaglio dell’uo-mo sofferente per la vita incerta e la mor-te inevitabile: l’Allegoria della Morte, unasorte di trasfigurazione.

Su testi di medicina geriatrica figura-no sue opere e recensioni sulla “De-menza Senile”, sulla “Morte” e sull’Eu-tanasia, argomento anticipato di anni ri-spetto alla nostra epoca. E a confermadella sua vocazione umanitaria, ha or-ganizzato manifestazioni sul MondoAnimale, ha presieduto per oltre 30anni Associazioni contro la Vivisezio-ne in favore della quale ha raccolto e de-voluto fondi per la ricerca, promovendoborse di studio; così pure per la lottacontro i tumori, per la fame nel mondo,contro l’Aids e per altre ricerche scien-tifiche.

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Sorin Group, (Codice Reuters:SORN.MI), società leader a livel-lo mondiale nel trattamento del-

le malattie cardiovascolari, annuncia ilraggiungimento di un risultato storiconella sostituzione della valvola aortica,con oltre 100.000 impianti in tutto ilmondo della valvolacardiaca aortica Mi-troflow.

Attualmente circasei milioni di persone in tutto il mondosoffrono di patologie della valvola aor-tica. In questi casi, la sostituzione val-volare aortica rappresenta il tratta-mento più efficace, migliorando sia iltasso di sopravvivenza che la qualitàdella vita dei pazienti.

Introdotta nel 1982 sul mercato eu-ropeo, la valvola cardiaca aortica Mi-troflow, continua a dimostrare un’ec-cellente emodinamica ed una duratacomprovata, rappresentando quindiuna valida soluzione per la sostituzio-ne di una valvola malata o mal funzio-nante. Grazie al suo design unico, ac-compagnato da quasi 30 anni di utilizzoclinico e 21 anni di risultati pubblicatia lungo termine, la valvola Mitroflow è

riconosciuta dai cardiochirurghi di tut-to il mondo per la sua versatilità e fa-cilità di impianto, anche nelle anatomiepiù complesse.

«La nostra esperienza clinica su piùdi 1.900 impianti con la valvola aorti-ca Mitroflow ha dimostrato una stra-

ordinaria durata del-la protesi nel lungoperiodo. Questa du-rata è da attribuirsi

al suo esclusivo design, alla facilitàd’impianto e alle eccellenti caratteri-stiche emodinamiche.

La protesi valvolare Mitroflow costi-tuisce una garanzia per un vasto nu-mero di pazienti che, per scelta o pernecessità, sono indicati per l’impiantodi una valvola biologica», ha afferma-to il Prof. Charles Yankah, ProfessoreAssociato di Chirurgia, Charité MedicalUniversity e Consulente di ChirurgiaCardiotoracica e Vascolare al GermanHeart Institute di Berlino, Germania.«Siamo estremamente soddisfatti diaver raggiunto e superato questo stra-ordinario risultato» ha affermato Davi-de Bianchi, Presidente della BusinessUnit Heart Valve, Sorin Group, «questo

conferma ancora una volta che la val-vola Mitroflow, con la sua ecceziona-le emodinamica e durata, è un’eccel-lente opzione per la sostituzione dellevalvola aortica.

Questi risultati positivi ci incorag-giano nel continuare ad offrire questavalvola all’avanguardia ai medici ed aipazienti di tutto il mondo».

A proposito di Sorin GroupSorin Group, società multinazionale

leader nel trattamento di patologiecardiovascolari sviluppa, produce ecommercializza tecnologie medicaliper la cardiochirurgia e per il tratta-mento dei disturbi del ritmo cardiaco.

Il Gruppo, che conta 3.600 dipen-denti in tutto il mondo, è specializza-to in tre aree terapeutiche principali: by-pass cardiopolmonare (sistemi di cir-colazione extracorporea e di autotra-sfusione), gestione del ritmo cardiaco,riparazione e sostituzione di valvole car-diache. Ogni anno, oltre un milione dipazienti in più di 80 Paesi viene trattatocon dispositivi Sorin Group.

Per ulteriori informazioni:www.sorin.com.

Sostituzione della valvola aortica:Sorin Group raggiunge un risultato storico

Julie Oswald al Parlamento europeo:l’arte al servizio della sofferenza

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ViviSalute Magazine

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Premessa

La nostra società moderna è caratterizzata da un continuo, quotidianoprogresso tecnologico che crea delle grosse preoccupazioni per le sueinterpretazioni a livello etico, economico, filosofico e politico.Proprio oggi, in cui la gestione dei servizi e delle strutture sanitarieimpone un accresciuto impegno nei temi dell’economicità edell’efficienza delle prestazioni erogate, oggi è parimenti necessarioaccrescere la nostra sensibilità sugli aspetti che coinvolgono lacondizione complessiva del malato e della persona.Con l’enciclica Caritas in veritate, il Santo Padre, papa Benedetto XVIci offre uno strumento per valutare i sistemi economici e socialiattraverso la lente morale della carità e della verità. L’enciclica siconcentra sullo sviluppo integrale della persona, quello cioè chepromuove il bene di ogni uomo e di tutto l’uomo. L’enciclica ci invitaa riconoscere e affrontare i mali del nostro tempo, soprattuttonel fondamentale settore della sanità.

Il premio

Nasce nel 2004 come riconoscimento alla meritocrazia dell’assistenzasanitaria di eccellenza, dei medici professionisti che sanno farcoincidere prestazioni di altissimo livello con l’attenzione alla persona;degli operatori socio assistenziali e delle organizzazioni no profit, la cuiimportanza consiste nei valori culturali ed etici di cui si fanno portatrici,oltre che dai vantaggi economici dati dal loro contributo.Il merito è e resta una virtù sociale e morale che va sostenuta ericonosciuta; questo è il senso delle targhe che questa sera sarannoassegnate a strutture virtuose e attente a privilegiare il paziente di unaluce più umana, lontane dalle miniviolazioni dei diritti, che mortificanola dignità del malato.Spesso, lo scoop per il medico, si traduce in una condanna senzaappello, con il progresso della medicina aumentano i processi contro imedici. Dobbiamo forse dire grazie alla “stampa profana“ che creadiscredito e non aiuta i giudici ad assumere atteggiamenti meno severie ad abbandonare il ragionamento in dubio contra medicum? Forse, èindubbio che la comunicazione in sanità impone una strategia mirataagli opportuni approfondimenti.

Finalità

Costituire un momento di incontro tra tutte le forze, pubbliche eprivate, che in sanità sono chiamate a cooperare senzacontrapposizione di interessi, per il benessere della collettività.Sollecitare a costruire una coscienza civile diffusa attraverso l’impegnodi uomini onesti; non bastano le denunce a voce alta, le marce, idiscorsi, le proteste teatrali, le risse televisive, serve il coraggio deifatti, se si vuole scavare la pietra dell’indifferenza.

Dea D’AprilePresidente Vivisalute Lombardia

Un premio

all’eccellenza

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Da cosa dipende la nostra salute

La salute delle persone dipende dafattori genetici, ambientali e stili divita, ma anche dal funzionamento deisistemi che consentono di recupe-rare, mantenere, promuovere il be-nessere fisico e psichico (sistemi ditutela della salute). Molti studi sem-brano dimostrare che i primi tre fattorihanno una maggiore influenza, oltrel’80%, ma è indubbio che il diverso li-vello di efficacia, efficienza e funzio-nalità dei sistemi di tutela della salutecontribuisca in misura “immediata-mente percepibile dai cittadini” a de-terminare la loro qualità di vita.Interventi tempestivi e risolutivi, insenso positivo, nei casi di emergenzae urgenza, mancanza di code o diliste di attesa in caso di accesso aiservizi, diagnosi corrette e cure ap-propriate sono indicatori di un si-stema che funziona bene e chesoddisfa i cittadini. Tali risultati sono,a loro volta, dovuti a molteplici fattori.

Primo: continuo progresso scienti-fico che consente di affrontare e ri-solvere positivamente problemi disalute che in passato conducevanoinevitabilmente alla morte, o alla disa-bilità, o a vivere in cindizioni di vitapoco soddisfacenti.

Scondo: il livello di professionalitàdei medici e degli altri operatori dellasalute, ossia il livello di diffusionedelle nuove conoscenze, competenzee metodiche di prevenzione, diagnosi,cura, riabilitazione, tra un numerosempre più elevato di coloro che de-terminano e governano la qualitàdelle prestazioni.

Terzo: i valori etici, morali, profes-sionali (laici o religiosi) dei medici edegli altri professionisti che si pon-gono in funzione di «servizio verso lepersone che sono in stato di bisogno»o che, invece, in mancanza di tali va-lori, «sfruttano» il loro potere nei con-fonti di chi è in stato di bisogno per

trarne vantaggi sul piano economicoe non esconomico.Quarto: le tecnologie, intese non

solo come attrezzature, apparecchia-ture, farmaci, altri strumenti biomedi-cali, ma anche come “metodiassistenziali“ e “sistema di atti prepa-ratori“, medici e assitenziali“ tramite iquali si danno soluzioni qualitativa-mente sempre migliori ai problemidella salute.

Quinto: efficace ed efficiente orga-nizzazione di ospedali, poliambula-tori, altre strutture di tutela dellasalute che consente di applicare lenuove conoscenze (con adeguati inve-stimenti), utilizzare al meglio le profes-sionalità di medici e altri “professionaldella salute“, far emergere le loro mo-tivazioni e i loro valori positivi contra-stando i rischi dell’uso del “potere neirapporti con il paziente“. Quest’ultimaè la funzione del management dellasalute, che non significa affatto, comemale intese (strumentali e interessate)interpretazioni, sembrerebbero soste-nere, porre il criterio dell’economicità,dell’equilibrio di bilancio, tenere icosti a livello inferiore ai DRG (tariffedi rimborso) prima di tutto, ancheprima della qualità dell’assitenza.

Al contrario fare management insenso proprio (non c’è bisogno di direbuon management) significa cercaredi “fare di più in termini di quantità equalità di risposte ai problemi di sa-lute, con le risorse limitate disponibili“(i 93 miliardi di euro di finanziamentopubblico italiano e i 120-130 miliardidi euro di spesa complessiva, pub-blica e privata), organizzando se-condo moderni metodi e tecniche lestrutture di offerta e, soprattutto, va-lorizzando, incentivando e premiandoi medici e gli alri “professional“ cheoperano per il bene di cittadini-pa-zienti rispetto a coloro che non oeranoaltrettanto bene rispetto a questoobiettivo.

DI ELIO BORGONOVI

Prof. Elio BorgonoviPresidente CeRgas Bocconi

Vivisalute.org

L’Associazione Vivisalute.Org èstata fondata a Torino il 17 luglio 2009.È una associazione NO Profit a diffu-sione nazionale, con sedi regionali, edha come obiettivo prioritario quello dicostituire, per i cittadini che abbiso-gnano di cure ed assistenza, un puntodi informazione chiara e puntualecirca le opportunità di cure, i servizisocio-sanitari e assistenziali, offertisia nel servizio pubblico che nel pri-vato accreditato/convenzionato, concaratteristiche riconosciute dagliesperti, quali “centri di eccellenza”che, al contrario di quanto si crede,sono presenti in tutte le regioni di Ita-lia.

Realtà associative di volontariato,realtà universitarie e ospedaliere, per-sonale medico e infermieristico, ricer-catori e manager che, con impegno eserietà, costruiscono faticosamentela qualità dei servizi e delle cure sani-tarie di eccellenza, di cui sempre piùspesso usufruiamo, purtroppo vivonocelate dalla pesante cronaca quoti-diana di malasanità.

Compito delle sedi regionali dellanostra associazione è scovarle e met-terle in luce.

Sviluppare gli strumenti per la diffu-sione di queste informazioni è statopertanto il primo impegno che l’asso-ciazione si è assunto attraverso la rea-lizzazione di due dei progetti: lacostruzione del sito internet www.vi-visalute.org e la realizzazione dellaprima rivista bimestrale chiamata Vivi-salute magazine che guida il cittadino,con gli opportuni approfondimenti, nellabirinto delle specialità e delle corri-spondenti eccellenze regionali ita-liane.I viaggi cosiddetti della speranza

che hanno visto numerosissimi pa-zienti e loro familiari spostarsi da unaRegione all’altra, in particolare dalleRegioni del Sud Italia al Nord, oggihanno meno ragioni di esistere per

due ordini di motivi:� sempre più spesso giungono noti-zie dai nostri Centri Vivisalute Regio-nali, di realtà sanitarie di eccellenzache rincuorano sulla possibilità dipoter evitare ai pazienti i viaggi disa-giati non solo per le loro condizioni disalute ma anche per quel senso di al-lontanamento dalla famiglia conteni-tore dei suoi affetti.� il sopraggiungere del cosiddetto fe-deralismo fiscale nell’ordinamento sa-nitario italiano, che condizioneràinevitabilmente la disponibilità dispesa regionale locale con una con-seguente diminuzione della disponi-bilità di prestazioni da dedicare aicittadini provenienti da altre Regioni.

Pertanto, diventerà fondamentaleper i cittadini conoscere a fondo la re-altà sanitaria del proprio territorio.Il nostro obiettivo per i prossimi 5

anni sarà dunque conoscere per dif-fondere le informazioni ai cittadinicirca il dove e come accedere nei mi-gliori luoghi di cura possibilmente col-locate proprio nella loro Regione diresidenza.

Il nostro auspicio è di implementareil numero dei Centri Vivisalute, al finedi poter fornire, ai nostri soci e aquanti accedono al sito, un servizioad alto valore aggiunto che è la se-gnalazione sempre aggiornata sulleeccellenze sanitarie a loro disposi-zione.

DI COSIMA COPPOLA

Dott.ssa Cosima CoppolaPresidente AssocizioneViviSalute

ViviSalute MagazineViviSalute Magazine PREMIO VIVISALUTE 2011

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Premio ViviSalute

Elio Borgonovi(Presidente Cergas)

Walter Ricciardi(Presidente European Public HealthAssociation)

Paolo Vintani(Vicepresidente Provinciale Federfarma)

Cosima Coppola(Presidente NazionaleAssociazione Vivisalute.org)

Dea D’Aprile(Presidente Vivisalute.org Lombardia)

Testimonial Vivisalute LombardiaMALIKA EL HAZZAZI

Presenta e conduce:Prof. Elio Borgonovi,Presidente CeRGAS/ Bocconi

Premia: Prof. Valter Ricciardi,Presidente European Public HealthAssociation

Presenta il Premio:Dott.ssa Dea D’Aprile,Bocconi Alumni Association

Presenta l’Associazione Vivisalute:Dott.ssa Cosima Coppola,Presidente Nazionale

ViviSalute MagazinePREMIO VIVISALUTE 2011

Luciano BrescianiAssessore alla SanitàRegione Lombardia

Candidati al Premio 2011

RICERCA SCIENTIFICA

Prof. Cesare SirtoriPresidente Centro Universitario Dislipidemie

Dott.ssa Lina MateraUniversità degli Studi di Torino

Dott. Pier Luigi SolimenoIrccs Ospedale Maggiore di Milano

banca?INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Prof. Thierry SardaPresidente European HealthcareTecnology Institute

PUBBLICAZIONI DIVULGATIVE

Prof. Christian BoironPresidente Gruppo Boiron Srl

RICERCA UNIVERSITARIA

Dott.ssa Aleksandra TorbicaCergas Bocconi

PROGETTI DI UTILITÀ SOCIALE

Dott. Adriano GallianiPresidente Fondazione Milan Onlus

Dott.ssa Mariuccia RossiniPresidente Gruppo Segesta Assistenza Sanitaria

COMUNICAZIONEIN SANITÀ MULTIMEDIALE

Prof. Paolo VeronesiPresidente Fondazione Umberto Veronesi

FORMAZIONE SANITARIA

Dott. Pasquale CannatelliDirettore Generale Ospedale NiguardaCa’ Granda Milano

COMUNICARE IL NO PROFIT

Prof.ssa Julie Oswald

PREMIO DI BENEMERENZAVivisalute Golden Heart

Daniela Girardi Javarone

Le targhe delPremio ViviSalutesono offerte dallaRegione Lombardia,Assessoratoalla Sanità

Commissione scientifica

CERGASCentro di Ricerche sulla Gestionedell’Assistenza Sanitaria e Sociale

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Dott. Pasquale CannatelliDirettore Generale

ViviSalute MagazineViviSalute Magazine SCHEDE CANDIDATI DOTT. PASQUALE CANNATELLI PREMIO VIVISALUTE 2011

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ViviSalute MagazineViviSalute Magazine SCHEDE CANDIDATI DOTT. PASQUALE CANNATELLI PREMIO VIVISALUTE 2011

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Nei primi anni di carriera nel gruppodi famiglia, la passione di ChristianBoiron è il sociale e il concetto diazienda che lui interpreta comegruppo di persone da amare, guidaree coordinare. Di lì a poco nasce laconsapevolezza che il manage-ment e la medicina sono parentistretti: «in entrambi i casi si de-vono affrontare la sofferenza e lapaura, in entrambi i casi si ha ache fare al contempo con un in-sieme di tecniche e con un’arte,in entrambi i casi sono in giocoil potere e la responsabilità, e inentrambi i casi avvertivo un fortebisogno di riflessione e dietica».*Christian Boiron diventa così

un imprenditore più maturo,tanto da creare un nuovo me-todo di gestione e management,ma anche una nuova concezionesociale dell’impresa.Rispondere a un bisogno della

società e non semplicementepensare al profitto: questo do-vrebbe essere l’obiettivo di ogniazienda secondo Boiron, avendoperò sempre in mente un valoredi più ampia portata, un vero eproprio progetto per la colletti-vità che, come dice lo stessoChristian Boiron «sia un sogno,

un desiderio, una speranza».L’importante è garantire l’efficacia

aziendale che si ottiene consentendoai dipendenti di esprimersi serena-mente e con fiducia. Il management sideve interessare più alla felicità che alpiacere delle persone perché «più lapersona è realizzata, più è felice nelsuo lavoro e più il suo lavoro è effi-cace». Parola di Chrstian Boiron.

L’omeopatianon è una medicina

«L’omeopatia non esiste. Esistono ifarmaci omeopatici, che sono unadelle tante possibilità terapeutiche

nelle mani dei medici» afferma Chri-stian Boiron. I numeri parlano chiaro:più di 200 mila medici li prescrivono,più di 400 milioni di malati li utilizzano.L’omeopatia apporta molto spesso

soluzioni laddove l’allopatia, talvolta,non ne ha, come nelle infezioni ORLdel bambino, le affezioni recidivantiquali rinofaringite, i disturbi ansiosi edemotivi, i disturbi del sonno, le pato-logie influenzali, le allergie stagionali.La lista è lunga. Boiron crede forte-mente sia arrivato il momento di in-fagare la possibilità dell’omeopatianelle gravi malattie come il cancro, lemalattie cardiovascolari, l’AIDS, lamalaria e anche l’influenza aviaria;

favorendo il suo sviluppo negliospedali, misurandola ad altresoluzioni, testando le sue pos-sibilità in tutte le patologie chealtre terapie non riescono aguarire. «L’omeopatia ha certodei limiti, ma – afferma Boiron –dal momento che non li cono-sciamo ancora, è nostro obbligomoltiplicare le indagini cliniche;così come è nostro compitodare fiducia al medico per defi-nire la strategia terapeutica piùadatta al suo malato: allopatia,omeopatia, chirurgia, agopun-tura, osteopatia, o una cmobi-nazione di queste terapeuticheche hanno, tutte, indicazioni e li-miti propri.L’omeopatia solleva ancora

degli interrogativi scientifici, maapporta anche delle risposteconcrete a livello medico. È unadelle vie di espressione dellamedicina, semplicemente».* Tratto da Il futuro dell’omeopa-tia, Christian Boiron, TecnicheNuove, 2004.

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«Siamo tutti fatti per essere felici» FONDAZIONE MILAN ONLUS

Prof. Christian Boiron

Fondazione Milan Onlusnasce il 20 febbraio 2003. Ilprogetto di costituire unanuova Onlus nasce dalla vo-lontà del Club, da sempre at-tivo e sensibile nei confrontidi chi si trova in situazioni didisagio, di dotarsi di unastruttura dedicata, ricono-scibile, duratura e affidabileche sostenga con regolaritàe impegno costante le realtàsociali che sono di fonda-mentale importanza per ilbenessere di tutta la comu-nità, con particolare atten-zione ai bambini e alla tuteladei loro diritti.Fondazione Milan agisce

in Italia e all’estero per sod-disfare i bisogni primari e perrealizzare pienamente i dirittifondamentali della personanei settori dell’assistenza so-ciale, dell’istruzione, dellaformazione e dell’avvia-mento allo sport. Allo stesso modo siimpegna a diffondere la cultura e lapratica dell’attività sportiva comemezzo finalizzato alla salute psicofi-sica, all’integrazione e al migliora-mento della qualità della vita.La Fondazione opera essenzial-

mente per sostenere progetti di ampiorespiro, quali il supporto dei giovaninel loro itinerario educativo e forma-tivo-professionale, l’aiuto umanitario infavore soprattutto dei Paesi in via disviluppo e il mantenimento dei rap-porti di collaborazione tra istituzioninazionali e internazionali.In poco più di 8 anni di attività, sono

stati realizzati più di 70 progetti, per un

finanziamento totale di oltre 5,5 milionidi euro. Tra i principali progetti ricor-diamo: Fondazione Milan per Unicef,ciclo di vaccinazione per più di 17.000bambini in Congo; Fondazione Milanper la Clinica Pediatrica De Marchi,realizzazione di un nuovo Pronto Soc-corso all’interno della Clinica Pedia-trica De Marchi di Milano; Holy FamilyHospital di Nazareth, costruzione delnuovo reparto di Neonatologia e Tera-pia Intensiva; Fondazione Milan perL’Aquila, costruzione per i bambini diPagliare di Sassa (AQ) di un centro lu-dico sportivo, comprensivo di una pa-lestra multifunzionale, un campetto dacalcio a 5 e una scuola materna. Nel

2011 Fondazione Milanrealizzerà 10 nuovi pro-getti divisi in 4 macroaree:Responsibility, Health,Education e Sport. Traquesti: Uniti per il Paki-stan, un intervento a sup-porto dell'attività dell'AltoCommissariato delle Na-zioni Unite per i Rifugiati(UNHCR) a favore della po-polazione colpita da terri-bile alluvione del 2010; Incampo per la ricerca, unprogetto a sostegno dellaFondazione Stefano Bor-gonovo per fornire ai malatiun’assistenza globale emultidisciplinare in tutte lefasi della patologia diretta-mente a domicilio; Alice forChildren, con la costru-zione di una nuova casaper accogliere 24 bambiniorfani provenienti dalle ba-raccopoli di Nairobi, in

Kenya; "Scuola e Sport", realizzazionedi un nuovo campo sportivo multifun-zionale in un'area compresa tra i quar-tieri Sanità e Poggioreale, a Napoli.Il sostegno a queste iniziative si

concretizza attraverso attività di carat-tere promozionale ed economico. LaFondazione infatti dispone da un latodegli strumenti di comunicazione delClub (testimonial, siti web, social net-work, Milan Channel, Forza Milan!) perun’efficace strategia di sensibilizza-zione e dall’altro pianifica, organizza egestisce autonomamente operazionied eventi per il fund raising.

Per info: www.fondazionemilan.org

ViviSalute MagazineViviSalute Magazine SCHEDE CANDIDATI PROF. CHRISTIAN BOIRON DOTT. ADRIANO GALLIANI PREMIO VIVISALUTE 2011

LABORATOIRES BOIRON

PRESIDENTE ADRIANO GALLIANI

Siamo nati tutti per essere felici. Tutti senza ec-cezioni. Bisogna solo volerlo. Christian Boiron celo dimostra in questo libro rivoluzionario e pro-pone un metodo semplice e straordinariamenteefficace per superare gli ostacoli che ci impedi-scono di realizzare i nostri sogni e di esprimere inostri talenti.

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Si avverte sempre più la necessitàdi un ribaltamento culturale che mettale politiche economiche in armoniacon quelle sociali ed elimini, almeno inparte, alcune delle cause di males-sere. Viviamo in un contesto confusoin cui si stanno accentuando i livelli diincertezza, che vive i cambiamenti diusi, costumi, modelli in modo conflit-tuale. Ecco allora delinearsi, netta eprecisa nei contorni, una presa di co-scienza che parli alle menti e apra icuori.Milano, capitale economica euro-

pea e capitale del volontariato, è dasempre attenta a promuovere la cul-tura della solidarietà e il costume delladisponibilità, grazie all’impegno delleistituzioni locali e dei cittadini porta-tori di valori sociali, oltre che culturali.Tra questi ultimi c’è Daniela GirardiJavarone, un’icona di stile, non soloper i valori sociali che porta nel suocodice genetico, ma anche per la pro-verbiale determinazione dirompentenella sua carica di creatività.La messe di riconoscimenti conqui-

stati testimonia il gusto per una vitaanalizzata amorevolmente, consape-vole che il livello di civiltà di una so-cietà non si misura dalla sua capacitàdi produrre o dal tasso di industrializ-zazione, ma più semplicemente dal li-vello di assistenza alla persona piùbisognosa. Spesso protagonista deirotocalchi nazionali, regina del jet setmilanese, Daniela Girardi Javarone èstata battezzata la “Contessa Maffeidel 2000” per aver riportato a Milano ilgusto di salotti dove si intreccianocultura e politica, mondanità e solida-rietà.Dalla nonna eredita giovanissima

l’amore per la lirica che la porterà a di-ventare presidente dell’associazioneinternazionale Lirica Domani con laquale sostiene giovani talenti affinché,animati dall’estro creativo, nel loro

mondo fantastico ma reale abbiano lapossibilità di realizzare i loro sogni.Con lei abbiamo una palestra di ideein fieri mediante la “presa diretta” cherichiedono le cose, gli uomini, i luoghi,quando a vedere e decidere è l’intelli-genza dello sguardo, quando a indi-rizzare i passi sono le intermittenzedel cuore.Conferimenti: L’Ambrogino d’Oro

del Comune di Milano, due Medaglied’Oro della Provincia di Milano, l’AltaOnorificenza di Cavaliere al Meritodella Repubblica Italiana, tre tra i piùimportanti riconoscimenti che testi-moniano il suo saper essere donna atutto tondo, nel pubblico come nel pri-vato, una vita vissuta come “operad’arte“ in un insieme di colori, di mu-sica, di armoniosa esistenza all’inse-gna del “fare“ sostenuta, oltre chedagli affetti familiari, da una inesauri-bile energia di eterna “teenager“.Tra i mali che affliggono l’umanità

c’è la solitudine sociale, figlia del no-stro tempo che trova nel mondo at-tuale un fecondo nutrimento sociale epsicologico. ll Natale di Daniela Gi-rardi Javarone? Sempre in compagniadegli anziani, anche e soprattutto ilgiorno di Natale, all’Epifania con i“clochard” insieme ai City Angels diMilano.Spesso i cosiddetti “ultimi” sono

dimenticati in fondo alla piramideeconomica perché, dove vien menol’interesse, vien meno anche la me-moria. Per lei, la continuità è unamarcia obbligatoria nella solidarietàche deve descrivere una precisa tra-iettoria che fa e deve fare storia.Tratto distintivo della sua persona-

lità è il fare “spazio dentro di sé“ all’al-tro, prestando attenzione all’ascolto,che non è preoccuparsi degli altri, malasciare che siano gli altri a dire cosali preoccupa, per instaurare con loroun rapporto di autentica condivisione.

Daniela Girardi Javarone,icona di stile

Daniela Girardi Javarone

Daniela Girardi Javaroneinsignita del Cavalieratodella Repubblica

Lina Matera, immunologa pressol’Azienda Ospedaliero-UniversitariaSan Giovanni di Torino, ha studiatoper anni le risposte del sistema immu-nitario verso i tumori. Di recente, si èdedicata con il suo team alla ricercadi strategie di immunoterapia da por-tare in clinica per controllare, se nonabbattere, la crescita del tumore.Sono state consegnate alla stampa

strategie di preparazione di vaccinicellulari contro vari tipi di tumori so-lidi. È di rilievo l’autorizzazione otte-nuta per la sperimentazione di uno diquesti protocolli in pazienti clinica-mente guariti, per prevenire la ripresadella malattia. Su questo nuovo frontedi “profilassi nella malattia” è basatala ricerca attuale, che si avvale del-l’uso del pezzo chirurgico per la crea-zione di un vaccino del tuttopersonalizzato.Lina Matera è ferma nella sua con-

vinzione che la sperimentazione cli-nica confermerà l’efficacia e latollerabilità di questi farmaci innova-tivi e le sue energie sono finalizzate arendere fruibili fra qualche anno almaggior numero di pazienti.

Sistema immunitarioverso i tumori

Dott.ssa Lina MateraUniversità degli Studi di Torino

ViviSalute MagazineViviSalute Magazine SCHEDE CANDIDATI DANIELA GIRARDI JAVARONE DOTT.SSA LINA MATERA PREMIO VIVISALUTE 2011

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La dottoressa Rossini, ancora gio-vanissima, entra in contatto con unmercato che valuta immediatamentecarente di strutture per anziani nonautosufficienti. Scopre l’esistenza diuno stabile in disuso ed investe nel-l’acquisizione e trasformazione dellaResidenza Sant’Andrea: nasce laprima RSA (Residenza Sanitaria Assi-stenziale) di SEGESTA. È il 1995.La scarsità di risorse finanziarie a

disposizione la obbligano a scegliereiniziative molto complesse e compro-messe.Nel 1996 riconverte un ospedale in

provincia di Rovigo trasformandolonella RSA San Martino. Primo esem-pio di joint-venture tra pubblico e pri-vato.Nel 1998 nasce MOSAICO Assi-

stenza Domiciliare per l’assistenzadei pazienti direttamente a casa pro-pria.Gli anni tra il 1999 e il 2003 sono

anni di acquisizioni, cessioni e ristrut-turazioni che consolidano l’attività diSegesta attraverso la conversionedella Casa di Cura Città di Verona daclinica a RSA e l’apertura delle RSASanta Giulia & Chiara a Milano.Il 2004 è la svolta che si rivela deci-

siva: nel capitale sociale di Segestaentra un fondo di Private Equity chelascia liberta di gestione. L’iniezionefinanziaria consente così il salto diqualità: il gruppo cresce, nel 2005 siaggiungono nuove residenze (Villa

San Clemente a Villasanta (MB), SanGiorgio a Milano), aumenta l’offertadei servizi, sempre più di qualità.Il 2006 è caratterizzato dall’acquisi-

zione della RSA Saccardo con relativoCentro Diurno Alzheimer a Milano,della RSA Rosa del Marganai ad Igle-sias (CA) ma, soprattutto, dall’in-gresso del Gruppo nel mondo dellasanità: inizia la gestione delle Casa diCura Lay e Maria Ausiliatrice a Ca-gliari, due cliniche specializzate nellariabilitazione, convenzionate con ilServizio Sanitario Regionale.Nel 2007 il gruppo francese della

sanità KORIAN (leader europeo nellagestione di Residenze per laterza/quarta età) ha fatto il suo in-gresso in Italia attraverso l’acquisi-zione delle strutture socio- sanitarie diSegesta. KORIAN possiede in Fran-cia, Italia e Germania 240 Strutturesuddivise in tre aree di attività com-plementari: Residenze per Anziani (autosufficienti o non autosufficienti),Centri polivalenti o specializzati (Ge-riatria e Riabilitazione) e Cliniche psi-chiatriche.Questa scelta consentirà a Segesta

di migliorare i propri modelli assisten-ziali e organizzativi attraverso il con-fronto con altre realtà europee.Sempre nel 2007 si acquisiscono

altre RSA (Sorrentino a Faleria (VT) eSan Nicola a Sassari) oltre a cinquecase di cura convenzionate: due nelLazio (San Giuseppe a Roma e VillaAzzurra a Terracina-LT) e tre in To-scana (Villa delle Terme Mazzini eMarconi a Firenze e Falciani ad Im-pruneta-FI).Nel 2008 Segesta si espande sul

territorio nazionale acquisendo ilGruppo Gabbiano presente in Liguriacon centri per disabili ed il GruppoFlora che possiede RSA a Bari, città eprovincia ed un centro diurno per ma-lati di Alzheimer a Bari.

Continua l’espansione in Lombar-dia con l’apertura della RSA SantaMarta a Milano e con l’acquisizionedella RSA Giovanni Paolo II a Melzo(MI).Il 2009 ha visto Mariuccia Rossini

focalizzarsi sull’apertura di serviziquali: un Centro Diurno Integrato inSardegna ad Iglesias, l’attivazionedel servizio di Assistenza Domiciliarea Verona in partnership con la ASL,la riconversione della Casa di CuraVilla Azzurra in RSA/HOSPICE ed in-fine l’acquisizione del Centro VadaSabatia in Liguria, struttura che ac-coglie diverse tipologie di servizi alsuo interno (anziani, disabili, stati ve-getativi e coma).Vince anche l’appalto indetto dal

Comune di Milano per la gestionedella storica RSA Famagosta.Nel 2010 acquisizione della RSA

Heliopolis a Binasco (MI) ed aperturadi un nuovo Centro Diurno Integratosul territorio milanese, all’internodella RSA San Giorgio.Quindi, oggi, Mariuccia Rossini è

Presidente di Segesta Spa, una so-cietà specializzata nell’offerta di ser-vizi sanitari e socio-sanitari integrati,in un’ottica di “assistenza alla sa-lute”, di caregiver, ovvero del Pren-dersi Cura a livello fisico, mentale,materiale, emotivo, affettivo di chinon è più autosufficiente, anziano odisabile.La realtà Segesta conta 27 Resi-

denze e Centri Diurni per anziani, 5Case di Cura, 78 mini-alloggi protetti,7 Centri residenziali e semi-residen-ziali per disabili, 3 poliambulatorispecialistici, 2 Hospice e cure domi-ciliari in 5 ASL, oltre 4.000 posti letto.È presente in 8 regioni italiane, conta3.000 dipendenti tra diretti ed indi-retti con un fatturato 2010 di 157 mi-lioni di euro e un budget per il 2011superiore ai 200 milioni di euro.

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Benché intensamente impegnatanella sua formazione artistica e nellarealizzazione delle sue moltepliciopere, Julie Oswald ha trovato tempoe modo per dedicarsi anche alla Me-dicina e all’umanità sofferente.Figlia d’arte, poiché dal 1940 al

1945, la madre era stata incaricata dalComando tedesco quale medico con-dotto nell’area di Inverigo, portando lapropria esperienza e cultura proprioverso quei più sfortunati cittadini chevivevano nelle campagne. La madreera entrata anche nella gloriosa fami-glia della Croce Rossa durante la 1°Guerra Mondiale, raggiungendo ilgrado di Tenente e restando fedelealla bandiera delle crocerossine finoalla sua morte nel 1983.Julie aveva certamente “respirato”

quell’atmosfera di sofferenza ed aiutoverso i più sfortunati per malattie e di-sagio sociale. È così che dall’iniziodegli anni ’70, ancora giovane artista,aveva offerto la propria collaborazione“graziosa” a illustri geriatri che si de-dicavano alla cura degli anziani ospitidella più vetusta Istituzione assisten-ziale, il Pio Albergo Trivulzio, allora piùche oggi noto alla comunità milanesequale “la Baggina” .Così collaborò con il Prof. Giorgio

Mars, scienziato e gerontologo del-l’Università degli Studi di Milano,dando assistenza e sollievo a tanti“nonni“ e nonne” e “mamme” e“papà” lì ricoverati a causa di gravi edebilitanti malattie psico-fisiche maanche a causa della forte indigenzache in quegli anni colpiva già le fascepiù deboli della popolazione: man-cava tutto! Dice spesso Jiulie Oswald.Fu così che, quasi per uno scambio

“doveroso” di quanto apprendevagiorno dopo giorno, Julie iniziò anchea dipingere quella realtà medicale e aritrarre la sofferenza umana.È di quegli anni la famosa Trilogia

della Morte, oggi conservata proprionella Sala Consigliare del Trivulzio.

Volontaria socio assistenziale

Dott.ssa Julie Oswald

SERVIZI SANITARIE SOCIO SANITARI INTEGRATI

Dott.ssa Mariuccia Rossini

ViviSalute MagazineViviSalute Magazine SCHEDE CANDIDATI PROF. JULIE OSWALD DOTT.SSA MARIUCCIA ROSSINI PREMIO VIVISALUTE 2011

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Il Centro Universitario Dislipidemie,collocato presso l’Azienda Ospeda-liera Niguarda Ca’ Granda, è unastruttura clinica di alto profilo, indi-rizzata alla diagnostica e alla terapiadelle patologie del ricambio deigrassi. Si tratta di patologie che ri-guardano in varia misura oltre il 20%della popolazione adulta italiana, conconseguenze di rilievo sull’incidenzadelle malattie vascolari.Il Centro (già Centro Grossi Pao-

letti) opera da quasi 40 anni pressol’A.O. Niguarda ed ha curato oltre30.000 pazienti lombardi, italiani edanche di altri Paesi, inclusi gli StatiUniti. Ha raggiunto prestigio scienti-fico internazionale, con la scopertadella proteina A-I Milano e con l’av-vio, oltre 30 anni fa, dei primi studisui prodotti nutraceutici.Ha oggi sede presso una nuova

struttura, realizzata con i contributidella generosa eredità della Sig.raEmilia Ferrini di Luino, della Fonda-zione Carlo Sirtori e di alcuni dona-tori privati.Questo renderà possibile un più

ampio ed efficace accesso alle avan-zatissime tecnologie diagnostiche eterapeutiche del Centro e l’avvio dinuove attività, fra le quali un CentroStudi di Nutraceutica.Vengono qui di seguito indicate

quattro aree specifiche di interesseclinico e scientifico alle quali i Ricer-catori del Centro, sia di provenienzaospedaliera che universitaria, hannoofferto fondamentali contributi.

Diagnosi globaledi arteriosclerosi e valutazionediretta del cardiovascolare

La moderna cardiologia tende sem-pre più a migliorare la prevenzionedella malattia cardiovascolare, avva-lendosi di marcatori biochimici, ema-tologici, immunologici, nonché dimetodi di valutazione clinica: il fumo,il peso, la pressione arteriosa edaltri. Con questi dati, è possibile pre-vedere con sufficiente affidabilità il“rischio vascolare” del singolo pa-ziente e decidere se procedere adaccertamenti più complessi o a trat-tamenti farmacologici mirati. Nonvengono però esaminate diretta-mente le condizioni delle arterie delpaziente, portando così talora a unasovrastima del rischio, con esposi-zioni inutili a terapie costose e com-plesse, non sempre ben tollerate,oppure ad una sottostima, con laconseguenza di non trattare patologiepotenzialmente temibili.I Ricercatori del Centro Dislipidemie

hanno messo a punto, oltre vent’annifa, una metodica ultrasonografica checonsente di esaminare l’arteria carotideed in particolare il “complesso intimo-mediale” (Intima Media Thickness).Negli ultimi anni questo è divenuto iltermine di riferimento più affidabileper la diagnostica precoce della pre-senza di patologie vascolari ad altorischio. Un ispessimento significativodell’Intima Media Thickness (IMT), as-sociato ai marcatori biochimici e cli-nici standard offre un indice assaiaffidabile della necessità di procederealla correzione del rischio. L’esameIMT è divenuto oggi la procedura dia-gnostica Italiana di maggiore impiegonel mondo.Di recente questa metodica, assai

sofisticata ma del tutto non invasiva edi nessun disturbo per il paziente, siè anche arricchita di nuovi accessorisoftware che identificano le lesioni ar-teriose non solo più spesse, maanche più ricche di lipidi e quindi più

a rischio. Inoltre è possibile valutaredirettamente la distensibilità delle ar-terie, un indice di “salute arteriosa” conanaloghi metodi, del tutto incruenti.Questi dati, integrabili con quelli di dia-gnostica cardiologica, hanno portatoad una nuova “cartella clinica” delsoggetto a rischio vascolare, checonsente un giudizio più obbiettivosul rischio e la possibilità di continuerivalutazioni nel corso del tempo, conconseguenze rilevanti sul piano cli-nico e sociale.

Diagnostica di malattie rare delricambio lipidico-lipoproteico eimpiego terapeutico di una li-poproteina “mutante”

La diagnostica delle malattie rare,di origine genetica, viene citata comeuno dei più importanti obbiettivi di unmoderno Servizio Sanitario Nazionale.Le malattie rare sono per definizionepatologie che colpiscano meno di 1individuo su 2.000 nella popolazione.In Italia le malattie “rare” (se ne elen-cano almeno 5.000) colpiscono circa50.000 persone. Sono malattie croni-che, per le quali gli sforzi terapeuticisono spesso inadeguati. Tuttavia ladiagnosi precoce può essere impor-tante per prevenire complicanze assaitemibili, oltre che di costo elevato. Perquesti motivi la diagnostica delle ma-lattie rare è un importante compitodelle più prestigiose strutture di rico-vero e cura.Fra le malattie rare ad elevato ri-

schio di evoluzione patologica sononumerose quelle del metabolismo li-pidico. In particolare vanno citate lemalattie da difetti del sistema LCAT,responsabile dell’esterificazione delcolesterolo. I portatori di difetti diLCAT presentano un rischio elevato diandare incontro a patologie renali eun alto numero di pazienti in dialisisono portatori di questi difetti. I ri-cercatori del Centro Dislpidemie rice-

The European Health TechnologyInstitute for Socio-Economic Rese-arch (EHTI) was launched on 6 Octo-ber 2007 at the European HealthForum, Gastein. EHTI was set up tomeasure the value of medical techno-logy via research. It is currently fillingthe ‘research gap’, enabling policymakers to make informed decisionsthat vastly improve healthcare sy-stems’ efficiency and thus quality oflife for all.Its partners include:

� Università Bocconi, Italy� London School of Economics, UK� Eucomed – the voice of the medicaltechnology in EuropeHealthcare has become one of the

largest and fastest growing industriesin the European Union in terms of jobcreation and innovation. However,current discussions on healthcare re-forms tend to focus on the costs as-sociated with medical innovation andtechnology and how these can becontained. But the debate needs togo beyond cost containment and thisis where the EHTI comes in. The EHTIis unique in that it brings together hi-ghly respected research centres, poli-cymakers and industry to producedata relevant to the decision makingprocess. By mobilising the synergiesbetween these partners, it enhancesthe production of top quality research.And, by using this research, policy-makers will be empowered to act inthe best interests of European citi-zens regarding access to modern andeffective medical technology innova-tions, reducing mortality and increa-sing quality of life.

EUROPEAN HEALTH TECHNOLOGY INSTITUTEFOR SOCIO-ECONOMIC RESEARCH (EHTI)

Rosanna Tarricone

CENTRO UNIVERSITARIO DISLIPIDEMIE

Prof. Cesare Sirtori

Cappellaro G, Ghislandi S, Anessi-Pessina E. Diffusion of medical te-chnology: The role of financing.Health Policy 2010; Nov 3.

Abstract:In the last decade the pace of innova-tion in medical technology has acce-lerated: hence the need to betteridentify and understand the real for-ces behind the adoption and diffusionof medical technology innovations inclinical practice. Among these forces,financial incentives may be expectedto play a major role. The purpose ofthis paper was to assess the influenceof financing mechanisms for new me-dical devices and correlated proce-dures on their diffusion. The analysiswas carried out in the Italian inpatientcardiovascular area and applied todrug eluting stents over the period2003-07. The paper's main hypothe-sis, that higher levels of reimburse-ment encourage technology diffusion,was rejected. So was the hypothesisthat private hospitals may be moresensitive to tariff levels than publichospitals. A statistically significant dif-ference was found only between ho-spitals that are funded on aDiagnosis-Related Groups (DRGs)basis and those that are not, with theformer showing higher levels of te-chnology diffusion. These resultswarn policy makers against excessivereliance on specific reimbursementfee changes as a way of steering pro-vider behaviour.

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Abstract:

Total knee replacement (TKR) is asafe treatment for alleviating pain andrestoring physical function in end-stage arthropathy of the knee. Firstreports of TKR in haemophiliacs dateback to the mid-1970s, however de-tailed information on long-term out-come is scarce. This study evaluatedfactors influencing the outcome of116 primary TKRs performed conse-cutively over 14 years at a single insti-tution. Haemostatic management isdiscussed in patients with and wi-thout inhibitors. Orthopaedic out-come was measured by using theHospital for Special Surgery knee-ra-ting scale, knee flexion contractureand range of motion. At the end of fol-low-up period (median duration: 5.1years) 96 prostheses (83%) were stillin place with a 7-year removal-freesurvival of 81%, similar betweenhuman immunodeficiency virus-posi-tive and -negative patients and lowerin inhibitor than non-inhibitor patients(44% vs. 87%; P < 0.05). Sixteen pro-stheses (14%) were removed for in-fection (nine) or aseptic loosening(seven) after a median of 4.5 years.Presence of inhibitors, continuous in-fusion, cementless prostheses anddifferent primary surgeons were as-sociated with an increased risk of in-fection; however, after adjustment,only primary surgeon was confirmedas an independent risk factor. Theseresults show that TKR represents asafe and effective procedure in hae-mophiliacs if performed by a highlyexperienced surgeon.

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vono dal 2002 un finanziamento Te-lethon per lo studio dei deficit diLCAT, al fine di migliorare la caratte-rizzazione genetica, biochimica e cli-nica di queste patologie. Ilfinanziamento ha consentito la carat-terizzazione strutturale e funzionaledelle HDL in portatori di difetti di HDL(mutazioni dell’apoproteina A-I, diABCA1, LCAT e CETP). Il progettoprevede la preparazione di HDL daiportatori delle mutazioni, la caratte-rizzazione delle HDL (dimensioni, mo-bilità elettroforetica, composizione,analisi strutturale delle apolipopro-teine) e la valutazione funzionale, cheinclude la capacità di promuovere ef-flusso di colesterolo dalle cellule, lacapacità di inibire processi infiamma-tori e stimolare la dilatazione delle ar-terie, con l’obbiettivo di prevenire lacomplicanza renale.Un altro settore di patologie rare ri-

guarda l’ipercolesterolemia genetica(circa 2.000 casi di forme gravi in Ita-lia), che richiede trattamenti com-plessi e costosi come l’aferesiterapeutica. In questo caso i ricerca-tori del Centro partecipano a studi sualcuni nuovi approcci farmacologici,come gli inibitori MTP, quali la lomita-pide, saggiata per la prima volta inItalia, che sembra molto promettenteper questi malati.Il Centro ha infine acquisito noto-

rietà mondiale per la scoperta delprimo “mutante” delle lipoproteineumane. Si tratta di una mutazione ge-nica dell’apoproteina A-I, denominata“A-I Milano”. Scoperta inizialmente inuna famiglia originaria di Limone sulGarda, gode di grande fama, perchési associa ad una straordinaria capa-cità preventiva e terapeutica nei con-fronti dell’arteriosclerosi. I portatori,pur avendo un colesterolo “buono” oHDL, estremamente basso, sono lon-gevi e pressoché immuni da malattievascolari. La proteina, riprodotta neibatteri e somministrata all’uomo, è ingrado di ridurre in tempi assai rapidile placche arteriosclerotiche nelle co-ronarie. Lo sviluppo clinico è tuttorain corso e si spera porti ad un pro-dotto di esteso impiego.

Sviluppo di nuovi strumentidietetici per il miglioramentodella terapia preventivadell’arteriosclerosi

Il Centro Universitario per le Dislipi-demie ha acquisito grande prestigiointernazionale anche per le ricerche ele pubblicazioni riguardanti prodottiad attività “nutraceutica”, provvisticioè di significativo potenziale tera-peutico in patologie metaboliche adalto rischio di arteriosclerosi. Gli studipiù noti hanno riguardato le proteinedella soja e il loro potenziale ipocole-sterolemico, più di recente fibre vege-tali di origini diverse, ed infineproteine del lupino ad attività ipolipi-demica ed ipotensiva.Questo settore ha destato grande

interesse anche presso il grande pub-blico e ha messo in luce la possibilitàdi allargare gli interessi dei ricercatoridel Centro anche sul piano tecnolo-gico, nel tentativo di identificare, peresempio, componenti proteiche o dialtro tipo con significative proprietàterapeutiche. La collaborazione è perora con Ricercatori esterni, afferenti aDipartimenti Universitari specializzatinel settore alimentare.Vi è quindi grande interesse a met-

tere in atto un’attività interna, con at-trezzatura e personale finalizzati aquesti obbiettivi . A breve verrà inau-gurato un Centro Studi di Nutraceu-tica con attrezzature dedicate, qualispettrometri di massa e strumenti perla proteomica. Questi consentirannodi seguire il destino dei prodotti nu-traceutici in vivo nel malato con l’ob-biettivo di identificare i meccanismiterapeutici ed i componenti attivi. Lericerche conseguenti potranno in fu-turo, grazie a finanziamenti pubblicie privati, indirizzarsi allo sviluppo dinuovi prodotti per il trattamento dellepatologie metaboliche ad alto rischiodi arteriosclerosi.

Rapporti con l’estero/formazione di reti, interazioniscientifiche e formazione digiovani ricercatori

Il Centro Universitario Dislipidemiegode di significativo prestigio interna-zionale sia per il gran numero di pub-blicazioni che per le scoperte digrande risonanza anche presso ilpubblico. Il Direttore del Centro, prof.Cesare Sirtori, è stato Presidente delCongresso Mondiale dell’Arterioscle-rosi, il più importante Congresso delsettore, con oltre 6.000 partecipanti,nel 2006 a Roma. I processi di intera-zione con l’estero richiedono un im-pegno costante, anche economico,ma con importanti conseguenze sulpiano operativo.Il programma di collaborazione in-

ternazionale è su tre obbiettivi:la costituzione di “reti” di ricerca su

temi ben identificati di preminente in-teresse clinico. Attualmente sonostate già avviate collaborazioni, confinanziamenti in parte pubblici, nelsettore degli effetti secondari dei far-maci ipolipidemici, degli aspetti cli-nici delle patologie del sistema HDL edi nuovi strumenti dietetici nel tratta-mento preventivo dell’arteriosclerosi;l’accordo con altri Centri specializ-

zati nel settore per lo scambio di per-sonale medico, specie di giovane età,al fine di migliorare l’addestramento,ed offrire la possibilità di esperienzediagnostiche, laboratoristiche e tera-peutiche ai ricercatori interessati;la gestione di programmi interna-

zionali (UE, NATO, altri) sul piano am-ministrativo, con costi relativi.Questo tipo di attività, essenziali

per lo sviluppo ed il mantenimento diun Centro di ricerca di eccellenza, eche richiedono un supporto econo-mico significativo, rientrano tra gliobbiettivi del CENTRO UNIVERSITA-RIO DISLIPIDEMIE, il cui sviluppo puòportare a importanti progressi sia sulpiano scientifico, che su quello me-dico-sociale.

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Prof. Pier Luigi Solimeno

Factors influencing the long-termoutcome of primary total knee replacementin haemophiliacs: a review of 116 proceduresat a single institution

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La Fondazione Umberto Veronesinasce nel 2003 allo scopo di soste-nere la ricerca scientifica, attraversol’erogazione di borse di ricerca permedici e ricercatori e il sostegno aprogetti di altissimo profilo. Ne sonopromotori scienziati (tra i quali ben 6premi Nobel che ne costituiscono ilComitato d’onore) il cui operato è ri-conosciuto a livello internazionale.Al contempo la Fondazione è attiva

anche nell’ambito della divulgazionescientifica, affinché i risultati e le sco-perte della scienza diventino patri-monio di tutti, attraverso grandiconferenze con relatori internazionali,progetti per le scuole, campagne disensibilizzazione e pubblicazioni.Un progetto ambizioso che, per

raggiungere il suo obiettivo, agisce insinergia con il mondo della scuola,con le realtà - sia pubbliche che pri-vate - nel campo della ricerca e con ilmondo dell’informazione.Le principali attività della Fonda-

zione nel campo della RICERCASCIENTIFICA sono:� Erogazione di borse di studio tra-mite bandi pubblici, per ricercatoriitaliani e stranieri.� Erogazione di fondi, tramite bandipubblici, per progetti di ricerca scien-tifica in campo oncologico e cardio-logico.� Sostegno a SEMM (Scuola Europeadi Medicina Molecolare), un’istitu-

zione di altissimo livello internazio-nale, che promuove la formazione ela ricerca nei settori emergenti dellabiomedicina.� Sostegno alla sperimentazionedella tecnologia HIFU (ultrasuoni fo-calizzati ad alta intensità), uno stru-mento innovativo indirizzato verso il“minimo trattamento efficace”, ossiamassima efficacia e minima tossicitàper la persona malata.� L’impegno nel campo della dia-gnosi precoce e dell’educazione allaprevenzione: nell’ambito del tumoreal seno tramite le campagne di sen-sibilizzazione e le attività in Egitto,Israele, Palestina; nel campo dellalotta al fumo di sigaretta con il pro-getto No Smoking Be Happy, checomprende le campagne di sensibi-lizzazione e la Mostra Multisenso-riale, che da 2 anni gira le principalicittà italiane con l’obiettivo di infor-mare la popolazione sui danni provo-cati dal fumo; le campagne disensibilizzazione nell’ambito e delmelanoma.Le principali attività della Fonda-

zione nel campo della divulgazionescientifica sono:� Sportello Cancro, il sito internet ingrado di offrire utili ed esaurienti ri-sposte su farmaci, ricerche, cure in-novative, istituti ospedalieri dieccellenza e molti altri argomenticorrelati.� La Conferenza e il MovimentoScience for Peace; Premi Nobel,scienziati di tutte le discipline, per-sonaggi illustri della cultura interna-zionale presentano al mondo la lorosoluzione concreta di pace.� La Conferenza Mondiale The Fu-ture of Science, un appuntamentoannuale a Venezia per discutere temiattuali e di interesse per l’intero pia-neta. I giorni della scienza, un com-

plesso intervento di educazione allascienza per studenti, docenti e geni-tori su scala nazionale. Comprende lelezioni speciali, giornate dedicate al-l’incontro fra gli scienziati e gli stu-denti delle scuole superiori, insiemeai laboratori didattici, dedicati aglialunni delle scuole elementari emedie.� L’impegno per la promozione deltestamento biologico: distribuzionedi materiale informativo, conferenzesul tema e pubblicazione di testi.� Le iniziative nel settore editoriale,attraverso la pubblicazione di testi didivulgazione scientifica alla portatadi tutti. Fra questi, la collana “Libertàdi Sapere Libertà di scegliere”, inte-ramente scaricabile dal sito dellaFondazione; la collana di testi scien-tifici “The Future of Science”; La Di-rezione Scientifica della testatamensile OK La salute prima di tutto,edita da RCS.� Il corso per giornalisti scientifici,con l’obiettivo di formare comunica-tori esperti direttamente in laborato-rio, a contatto con i ricercatori, chesiano così in grado di divulgare inmodo semplice e corretto scoperteed innovazioni del mondo dellascienza.

www.fondazioneveronesi.it

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The study aims to evaluate the im-pact of cost-effectiveness informationon clinical decision making using di-screte choice experiment (DCE) me-thodology.Data were collected through a self-

completed questionnaire administe-red to Italian cardiologists in June2007 (n = 129 respondents, 1143 ob-servations). The questionnaire askedclinicians to make choices betweenpaired scenarios, across which threekey dimensions were identified andvaried: (1) quality of clinical evidence,(2) size of health gain (reduction ofrelative and absolute risk), and (3)economic impact (incremental cost-effectiveness ratio). A random effectsprobit model was used to estimate cli-nicians' preferences for the differentdimensions, while the heterogeneityof preferences was tested in a modelwith interaction terms.Dominance tests were used to as-

sess the consistency of responses.The results indicate that Italian car-diologists regard economic impact(cost-effectiveness) as an importantfactor in their decision making. Eco-nomic evidence is valued more highlyamong clinicians with a higher self-as-sessed level of knowledge regardingeconomic evaluation techniques, aswell as among younger professionals(age<45). While relevant study limita-tions should be acknowledged, ourresults suggest that DCEs can beused to elicit clinicians' decision-ma-king criteria and to inform the alloca-tion of resources for future research ina logical manner.Italian cardiologists appear to take

cost-effectiveness information intoaccount when deciding whether touse new treatments.

Torbica A. et al. Understanding the impact ofeconomic evidence in clinical decision making

Dott.ssa Aleksandra Torbica

Il progresso scientifico:un impegno di tutti

Prof Paolo Veronesi

FONDAZIONE UMBERTO VERONESI

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La Riabilitazione Equestre è un tratta-mento riabilitativo che utilizza il cavallocome parte integrante della terapia. La R.E.

si avvale del cavallo utilizzandone non solo glistimoli motori, che la sua andatura trasmetteal corpo del paziente, ma anche le emozioni chequesto nobile animale suscita.

Il cavallo è un ottimo strumento terapeuti-co, se adeguatamente gestito, viene utilizzatoal passo ed è dimostrato in letteratura (Baumann1982) che la sua andatura trasmette al cava-liere sollecitazioni simili a quelli del camminoumano; inoltre il continuo spostamento del ba-ricentro del cavaliere fa si che questo debba at-tivare delle strategie di equilibrio per adegua-re la postura alla nuova situazione. Inoltre, il ca-vallo secondo Rafferty fornisce ben sette diversestimolazioni sensoriali e propriocettive. Sul pia-no psichico il grande mammifero favorisce larelazione, essendo un formidabile “mediatore”,e fornisce una ottima spinta motivazionale a ese-guire esercizi riabilitativi altrimenti noiosi.

Il progetto terapeutico, finalizzato a miglio-rare le capacità di adattamento del soggetto di-sabile al suo ruolo sociale, viene elaborato daun’equipe medico-riabilitativa che, a secondadella patologia, prevede: il neuropsichiatra in-fantile, il neurologo, lo psichiatra, lo psicologo,il fisiatra, terapisti della riabilitazione, neurop-sicomotricisti, terapisti della riabilitazione psi-chiatrica e educatori professionali.

La Riabilitazione Equestre si articola in tre fasisequenziali (convegno Amburgo 1982):1. Ippoterapia2. Rieducazione equestre3. Presportiva.

Non tutti i pazienti arrivano a sperimentarela seconda e la terza fase, alcuni a causa del-le limitazioni imposte dalla patologia.Ippoterapia. Il cavallo viene condotto al pas-so da un assistente: il terapista è accanto al pa-ziente o addirittura a cavallo con il paziente stes-so, a seconda dell’età, dell’obiettivo terapeu-tico o quando la gravità della malattia impedi-

sce la postura seduta autonoma. Il paziente spe-rimenta integralmente le sollecitazioni che i mo-vimenti del cavallo trasmettono al suo corpo.Rieducazione equestre. Il cavallo viene bar-dato con sella, redini e staffe (tale bardatura,in funzione del progetto riabilitativo, può esseremodificata). Il paziente è avviato alla guida au-tonoma e il terapista si allontana verso il cen-tro del maneggio a sottolineare la maggiore abi-lità conquistata dal soggetto.Presportiva. Rivolta a soggetti che hanno rag-giunto la guida autonoma del cavallo.Viene svol-ta in gruppo per favorire la socializzazione e ilconfronto con i coetanei.

La R.E. prevede inoltre il volteggio, che nonè una vera e propria fase ma un’attività, svol-ta in gruppo, che si propone ad es. di miglio-rare il rispetto delle regole, la conoscenza del-le sequenze spazio-temporali, lo spirito di col-laborazione. È rivolta a soggetti con problemidi tipo psichico o con lievi deficit motori. Le se-dute di R.E. prevedono sempre oltre all’attivi-tà riabilitativa a cavallo un momento di TerapiaOccupazionale. Sfruttando la forte motivazio-ne che scaturisce dal legame con il cavallo, ven-gono proposte al paziente varie attività di ac-cudimento dell’animale con il fine di favorirel’apprendimento o il riapprendimento di tutte leattività della vita quotidiana.

La R.E. si rivolge a una vasta gamma di pa-tologie quelle più comunemente trattate sono:paralisi cerebrali infantili, esiti da trauma cra-nica, lesioni del midollo spinale (congenite comela spina bifida o acquisite da trauma midolla-re), lesioni del plesso brachiale da stiramentoal momento del parto, disturbi dello spettro au-tistico, ritardo mentale, depressione, sindromi.Soggetti con deficit sensoriali, quali la sorditào la cecità, migliorano sul piano dell’orienta-mento spaziale e dell’autonomia nonché del-la relazione. Esistono però numerose con-troindicazioni: epilessia non controllata, tutte lesituazioni di instabilità della colonna (in parti-colare l’instabilità atlanto–epistrofea), grave sco-

liosi, patologie evolutive in fase di riacutizza-zione (es. sclerosi multipla), idrocefalo scom-pensato, sindrome di Arnold Chiari moltoespressa, cardiopatie congenite scompensate,MAV e altre patologie vascolari cerebrali, gra-ve scoliosi in fase evolutiva, allergia al pelo del-l’animale, fobie e altre da valutarsi. Il Centro diRiabilitazione Equestre “Vittorio di Capua”,pioniere nel settore, è stato inaugurato nel 1981e si caratterizza per essere collocato all’inter-no dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguar-da Ca’ Granda di Milano. Attualmente la strut-tura del Centro comprende: due campi lavorocoperti e uno all’aperto, la segreteria, gli stu-di, la sala visita, l’aula didattica con biblioteca,la selleria e la scuderia. L’equipe multidiscipli-nare del Centro consta attualmente di un fisiatrapart-time, un neuropsichiatra infantile p.t.,due terapisti della riabilitazione, un terapista del-la riabilitazione psichiatrica, un neuropsico-motricista, un educatore professionale, quat-tro assistenti in R.E., venti volontari p.t., un eto-logo/addestratore equestre, un veterinario,sette cavalli e altri animali da cortile.

Il Centro ha prevalentemente una popolazionedi pazienti nella fascia di età tra i 3 e i 13 anni,ma segue anche un discreto numero (20%) dipazienti adulti in collaborazione con altri repartidell’ospedale. Attualmente afferiscono al Cen-tro circa ottanta pazienti l’anno. Di essi la mag-gioranza è costituita da bambini affetti da pa-ralisi cerebrale infantile, spina bifida, sindromidi vario tipo.

Il trattamento inizia con circa quattro sedutedi osservazione con videoregistrazione, seguiteda riunione di equipe per la definizione del pro-gramma. Le sedute a cavallo durano circa tren-ta minuti. I controlli medici, videoregistrazio-ni e schede di valutazione sono periodici. IlCentro si occupa anche di attività scientificae didattica: è attivo da più di 25 anni il corsodi perfezionamento in Riabilitazione Equestreper terapisti e da alcuni anni il corso per as-sistenti.

L’esperienza del Centro di RiabilitazioneVittorio di Capua di Milano

RIABILITAZIONE EQUESTRE