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L’allenamento funzionale Stefano Accorsi, non solo cinema Taping Neuromuscolare Sciatica, come prevenirla Wakeboard...mania! Gruppo IMAGO: tecnicamente progrediti o umanamente evoluti?

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Magazine dei Club di Roma Easyfit a Boccea e a Trastevere

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・L’allenamento funzionale

Stefano Accorsi,non solo cinema

・Taping Neuromuscolare・Sciatica, come prevenirla

・Wakeboard...mania!

・Gruppo IMAGO: tecnicamente progrediti o umanamente evoluti?

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Magazine trimestrale a cura di: Easy Real Estate S.r.l.

Caporedattori: Danilo Menghi, Elena Mandolini [email protected]

Responsabile Easy Fit Magazine Marketing&Pubblicità:Marco Ciluffo - 333 42.10.203 - [email protected]

Grafica&Impaginazione:MyMot - [email protected]

Si ringraziano: Daniele Pavan, Mauro Rossetti, DaniloDi Lello, Marco Ciluffo, Prof. Claudio Monzio Compagnoni,Marta Noto, Federica Giannopolo, Danilo Menghi, Elena Man-dolini, Rosa Borgognoni, Gruppo IMAGO, Zajra Nurra, Giu-liano Massaro, Ilenia Trifiletti, Roma Today, Lorenzo Nicolini,Alessandro Monzio Com pagnoni, Mara Crocianelli, Danilone,Leli Bresigni, Saverio Ferragina.com (press agent), Marco DeLellis, Big Luciano, MyMot.

Foto: L. Bruno - Shutterstock - Easy Fit Club - Marco Rossi

Stampa: Flyeralarm.com

I nostri club:v.le di Trastevere, 205 / T. 06.58303086v. di Boccea, 319 a/c / T. 06.6624459

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Redazionale EasyFitClubSciatica, chi la conosce la evitaEuropa vera unitàTecnicamente progrediti o umanamente evoluti?Stefano Accorsi, non solo cinemaAllenarsi con il pancioneIl mondo dell’Arke by TechnogymTaping, un alleato adesivoWakeboard…maniaIl cinema fa pauraAlessandro Di Carlo, Romano co’ la "ere" maiuscolaAllenamento funzionale, basta che funzioniUna rosa e tacchi alti!Roma sprint ChampionsTare, la Roma secondo me!Una sana "dipendenza"

Eccoci ancora una volta alle prese con una nuova avventura targata EasyFit.Usciti indenni – si spera – dalle feste di fine anno, si comincia a sfogliareun nuovo calendario e si riparte all’insegna di nuovi impegni e nuovi obiettivi.E’ il famoso momento dell’anno in cui si affollano i cosiddetti ‘buoni propositi,’una specie di fonte di energia alternativa che annualmente alimenta i nostrisogni e le nostre speranze di rinnovamento, e innesca in ognuno di noi unaincredibile reazione che ci può dare la voglia di realizzarli. E come ognivolta, in cima alla lista, c’è il desiderio di una nuova immagine: anno nuovo,corpo nuovo, nuovo stile di vita; come in un film della serie ‘Rocky’ si scattain piedi e ci si lancia motivatissimi all’assalto della forma fisica e si invadonole palestre, tra iscrizioni, lezioni prova, schede varie, e decine di corsi maicome in questo periodo divertenti e fantasiosi. Il più delle volte, però, questo‘fuoco’ divampa troppo in fretta e si consuma presto; la routine del lavoro,la vita quotidiana, il freddo, gli impegni e mille altre cose inesorabilmente siriprendono questi bei propositi e ci inchiodano di nuovo in abitudini sbagliatee sedentarie. Così, i sogni di un corpo nuovo per affrontare una vita nuovarestano solo buone intenzioni, e presto ci si dimentica che gli sforzi in pa-lestra non sono un impegno gravoso, ma un regalo che facciamo a noistessi, al nostro benessere, e ce ne priviamo senza nemmeno sapere per-ché. O forse sì … perché l’entusiasmo svanisce? Frustrazione per man-canza di risultati visibili? Troppo dolore e troppa fatica? Pigrizia? E’ possibile… ma è proprio per questo che si lavora qui nella famiglia Easy Fit: nonha importanza che tu sia un socio di lunga data o l’ultimo arrivato, e so-prattutto non ha importanza quali siano i tuoi obiettivi, buttare giù qualchechilo, scaricare la tensione, scolpire i muscoli, o semplicemente starebene in compagnia. Nessuno viene mai lasciato da solo, in preda alfitness fai da te; tutti vengono seguiti in ogni piccolo passo, in ogni neces-sità e in ogni progresso con dedizione e professionalità, e si tiene contodelle esigenze di tutti. E, cosa più importante, si insegna a non mollare, adare veramente il massimo e a perseverare per raggiungere la meta! Ilnostro lavoro è trasformare le buone intenzioni in buoni risultati, e lo fac-ciamo al massimo del nostro potenziale, senza trascurare nessun aspetto.Come sempre, la strada per il benessere e per il corretto vivere passa dauna corretta informazione, e questa nuova edizione di Easy Fit Magazinene è la prova: sempre nuovi e interessanti articoli per aggiornare co-stantemente e a tutto tondo sul mondo dell’attività fisica e dell’alimenta-zione, per dare consigli utili e autorevoli sul nostro benessere, e per tro-vare nuovi stimoli e nuove strade da percorrere.La tribù Easy Fit simuove sempre, anche fuori dalle palestre! E per questo vi terremo co-stantemente aggiornati anche sui nostri eventi speciali e i nostri incontri,una vera e propria forma di ‘fitness sociale’; se la strada verso le prossimefeste vi sembra troppo lunga, faremo una breve sosta insieme in occa-sione del Carnevale, un piccolo break che vi aiuterà a non mollare! Setutto questo non vi sembra ancora abbastanza motivante, provate adaffidarvi a noi: certo, non vi obbligheremo a svegliarvi all’alba per andarea correre, e di sicuro non vi faremo ingoiare uova crude per colazionecome faceva Rocky, ma vedrete che riusciremo a scatenare in voi lostesso entusiasmo e a tenerlo vivo sempre, anche nei prossimi mesi .Un saluto da Easy Fit Magazine!

www.easyfitclub.it

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Sciatica, chi la conosce la evita!

Comunementeden om ina t asciatica, la scia -talgia definisceil corredo sinto-matologico irri-

tativo e doloroso, con annesselimitazioni della motilità, dellacoscia con ripercussioni anchesulla colonna vertebrale lom-bare (lombosciatalgia). Una sindrome lombosciatalgicapuò manifestarsi sin dalla gio-vane età o apparire in età piùavanzata, con una distribuzionetra i due sessi in maniera quasiparitaria; certamente il 95%delle persone adulte ha dovutaconfrontarsi, almeno una voltanella propria vita, con questoevento, molte volte, altamenteinvalidante. Di origine post traumatica o de-generativa o compressiva (inmolti casi, anche un semplicestarnuto o un colpo di tosse,particolarmente vigorosi pos-sono innescare il meccanismo),la pressione sullo sciatico puòcausare un dolore lancinante,urente e trafittivo, tipico e facil-mente rilevabile, che s’irradiadalla regione lombare all’artico-lazione coxo-femorale e percor-rendo il tragitto del nervo, rag-giunge il piede. Pur essendogenerata dalla compressione diuna radice spinale. Negli esseriumani, dal punto di vista ana-tomico, lo sciatico è il più robu-

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della TAC, della RMN e di me-todi di "imaging", quali, la neu-rografia NMR, con risultati didiagnosi positività di fare dia-gnosi molto vicina al 100% deipazienti con sciatalgia severa.A parte quei casi inveterati,emendabili solo attraverso lascelta chirurgica, i pazienti affettida “sciatalgia”, possono essereefficacemente trattati da un mixdi svariate tecniche quali la FKTcon esercizi progressivi e con-trollati, utilizzando lo stretching,i massaggi miorilassanti, ade-guate posture sia sul lavoro chenenne normali attività della vitaquotidiana, farmaci antiinfiam-matori, antidolorifici ed even-tuale utilizzo di cortisonici (sem-pre ed esclusivamente sottoadeguato controllo medico),manipolazioni chiropratico-osteopatiche (sempre sottocontrollo medico ed effettuateda personale specializzato). Siaper la cura e, fondamental-mente, per la prevenzione deldolore lombare è vivamenteconsigliata una buona attivitàmotoria, isometrica e calibrata,con riposo a letto su superficiquanto meno con supporti se-mirigidi, ma soprattutto vienefatto obbligo il rimuovere tuttiquei fattori di rischio, quali l’obe-sità, le posture incongrue e vi-ziate, la sedentarietà, gli sforziimmotivati e, comunque, tuttequelle pessime abitudini chepossono coinvolgere in un “malposizionamento” la colonna ver-tebrale e le sue strutture.

“Il termine sciatica o sciatalgia,deriva dal latino sciaticus,

originato dal greco ischiadikos,relativo all’anca, mutuato a suavolta dal termine ischyo sonoforte, robusto, riferendosi alla parte anatomica (femore) che ha il compito di sostenere

l’intero corpo assieme all’arto controlaterale”

sto e più lungo nervo del corpoe prende origine dal tratto spi-nale lombare del rachide, pas-sando attraverso gli spazzi in-tervertebrali, si porta verso ilbasso, e transitando attraversol’anca, si porta verso la parteposteriore della coscia e dellagamba per poi raggiungere laparte terminale del piede. Oltreal dolore, generalmente mono-laterale, il paziente può avver-tire una sgradevole sensazionedi torpore con difficoltà del mo-vimento e alla stazione eretta,con difficoltà di calibrare la sta-bilità dell’arto inferiore. Pur essendo determinata dauna compressione di una radicespinale lombare, la sindromesciatalgica trova le sue causeanche in altri fattori, quali unaradicolite, una ernia spinale,una degenerazione dei dischiintervertebrali o una spondiloli-stesi (disallineamento delle ver-tebre), la gravidanza (per com-pressione sulle radici nervoseo sullo sciatico da parte di unutero notevolmente aumentatoe dalle continue stimolazioni etensioni muscolari, nonché daglieffetti determinati dalla tipica po-stura della gravida), posture in-congrue di lavoro o abituali (se-die troppo rigide, dormire inposizione fetale, scarso eserci-zio fisico e attività sportive scar-samente modulanti le fibre ner-vose, o movimenti stressantisulle fibre muscolari “a freddo”,stiramenti o strappi muscolarida fatica, sforzi intensi e malcontrollati), o per stenosi (re-stringimento) del canale verte-brale.Per rilevare, strumentalmente,la situazione patologica che de-termina la sindrome lombo-scia-talgica ci si avvale delle rxgrafie,

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a cura del Prof. Claudio Monzio Compagnoni

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Rifletto su alcuneparti dell’intervistarilasciata dalla can-celliera tedescaAngela Merkel, loscorso 26 gennaio,

a La Stampa nell’ambito dellospeciale “Europa” da questa pro-mossa, insieme ad altre cinquegrandi testate giornalistiche eu-ropee. Dice Angela Merkel: “La mia vi-sione è l’unione politica, […].Passo dopo passo, dobbiamoavvicinarci in ogni settore poli-tico. Ci accorgiamo infatti sem-pre più che ogni tema affrontatoai nostri confini interessa anchenoi e viceversa. L’Europa è poli-tica interna”.Questa parte, sembra, a mio pa-rere, voler riprendere almeno inparte, ciò che fu scritto nel Pre-ambolo del Trattato di Maastrichtdel 1992. In esso primariamentesi evidenziavano i risultati fin lìraggiunti dall’Unione europea.Unione che nasceva con l’obiet-tivo degli Stati membri , Trattatodi Roma 1957, di costruire unmercato comune europeo, vistocome prima garanzia per il man-tenimento della pace e della li-bertà in un continente appenauscito dalla catastrofe della se-conda Guerra Mondiale. Secondariamente si preannun-ciava l’inizio di una nuova fasevolta a perseguire un’unione nonpiù solo economica, ma anche

Europa come vera unitàRiflessioni e considerazioni sull’unità europea

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politica. Ulteriori passi in questosenso sono stati iscritti nel Pre-ambolo del Trattato di Lisbona,2007, dove trovano particolaresottolineatura i valori verso cuil’Unione intendeva ispirare lasua azione futura. In modo par-ticolare il rispetto della dignitàumana, l’uguaglianza, la libertà,la democrazia, lo Stato di diritto,i diritti fondamentali. E come non menzionare laCarta di Nizza, 2000, (la Cartadei diritti fondamentali del-l’Unione Europea), alla quale ilTrattato di Lisbona riconosce va-lore giuridico vincolante, al paridi quello delle norme dei Trattati.Un sistema di tutele dei diritti in-vero era già operante prima dellaCarta di Nizza, ma si trattava diun sistema di tutela diverso. Infatti, i Trattati prevedevano sol-

tanto la tutela di alcuni diritti le-gati all’obiettivo primario dellacostruzione di un mercatounico: il diritto alla non discrimi-nazione, la libertà di concor-renza, di circolazione delle per-sone, delle merci, dei capitali edella prestazione di servizi. In-fine la Corte di Giustizia Euro-pea, che per Angela Merkel è“[…] corte suprema […]”, laquale Corte inizialmente giudi-cava la violazione dei diritti san-citi dai Trattati comunitari, e chepoi ha iniziato a giudicare anchequelli non espressamente pre-visti dai trattati ma contenutinelle Costituzioni nazionali. Ul-tima considerazione sempre inrelazione all’intervista della can-celliera in cui afferma che “[…]nel corso del processo trasferi-remo sempre più competenze

alla Commissione […]” è sulprincipio della separazione deipoteri, uno dei principi fonda-mentali del costituzionalismo,assieme alla tutela dei diritti. Sesi confrontano le applicazioni diquesto principio nelle Costitu-zioni contemporanee e nel si-stema che si è costruito nel-l’Unione Europea, è facilecogliere il divario che li separa. Un sistema, questo ultimo, cheoriginariamente assegnava alParlamento Europeo, organo le-gittimamente eletto dal popolo,un ruolo consultivo, mentre ilpotere legislativo e quello ese-cutivo erano ripartiti tra due or-gani privi di legittimazione po-polare: la CommissioneEuropea e il Consiglio dei Mini-stri (si tratta del cosiddetto deficitdemocratico). Anche qui molta

strada è stata fatta, nel corso deivari Trattati i poteri del Para-mento Europeo sono stati am-pliati, da notare che questo or-gano ancora non ha il potered’iniziativa legislativa, che restanelle mani della Commissione . La mia domanda allora potrebbeessere questa: perché non pos-siamo essere veramente unaunità? Perché non far ripartirequel processo costituente otti-mamente, almeno nelle inten-zioni, iniziato nel 2004, bocciatoda due referendum in Francia enei Paesi Bassi nel 2005 e defi-nitivamente cancellato in un do-cumento allegato al Trattato diLisbona? Ovviamente partendo da nuovepremesse. In primis dalla con-sapevolezza di voler essereun’unità: quel unità che la dimen-sione costituzionale e democra-tica del popolo europeo, volutadai Padri Costituenti, tiene in-sieme, con tutto il loro carico divalori, obiettivi e principi fonda-mentali. E poi dalla convinzione che èpossibile affrancarsi dall’illusioneche per competere nei processidi glo ba- lizzazione sia neces-sario inseguire le spinte massi-maliste del liberismo, rilanciandocosì il suo modello democratico-sociale, anche questo su nuove,più sostenibili, eque premesse.

Rosa Borgognoni

1 Si veda Caretti P. “La dimensione so-pranazionale” in M. Fioravanti, a curadi, “Il valore della Costituzione. L’espe-rienza della democrazia repubblicana”,Editori Laterza, 2009.2 Si veda De Flores C. “Il fallimentodella Costituzione europea. Note a mar-gine del Trattato di Lisbona”. Articoliscientifici della rivista on line www.co-stituzionalismo.it

Angela Merkel, Nicolas Sarkozy e Mario Monti a Strasburgo.

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il mondo in un touchTecnicamente progrediti o umanamente evoluti?

di Marco CiluffoGruppo IMAGO

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Fin dall'alba dei tempi, le innovazioni tec-nologiche hanno segnato la rotta dellastoria umana; ogni evoluzione, ognicambiamento, tanto in meglio quanto inpeggio, è sempre stato determinato dallenuove scoperte, dal loro uso e dalle loro

implicazioni. D'altronde, la peculiarità dell'essereumano è proprio quella di poter intervenire sulmondo che lo circonda, di poter essere il più indi-pendente possibile dalla natura grazie alle sue in-venzioni. E' sempre stato così, dall'invenzione dellaruota all'età del ferro, dalla prima catapulta allaprima rivoluzione industriale; proprio quest'ultimadetermina l'assetto della società in cui viviamo oggi,ma c'è stata un'altra rivoluzione che lo ha reso

“Uno smartphone è un dispositivo portatile che abbinafunzionalità di telefono cellulare a quelle di gestione didati personali potendo installare ulteriori applicazioni, dalcalendario alla rubrica, dalle email ai giochi. Nel mondo,gli smartphone rappresentano il 30% del mercato.”

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esattamente come è oggi eche lo proietta verso il futuro avelocità mai sognate prima:quella dell'elettronica. Ormai lanostra vita è profondamentecondizionata dalle ultimissimeapplicazioni elettroniche, e sipuò tranquillamente dire chela nostra civiltà si regge su diesse, in ogni aspetto: dal la-voro all'intrattenimento, tuttofunziona grazie alle tecnologiemultimediali e alla loro velocitàcomunicativa. Le imprese, peressere competitive, devonogiocarsi tutto sulla comunica-zione telematica e sull'uso disoftware sempre nuovi ed evo-luti; è possibile raggiungereogni punto del mondo senzaproblemi grazie a navigatorisatellitari. La domotica staprendendo sempre più piedenelle case moderne, influen-zando molti aspetti della vitaquotidiana, dal consumo ener-getico alla praticità dei vari ser-vizi. L'alta tecnologia finaliz-zata al comfort ed allasicurezza sono i criteri sui qualile case automobilistiche si

fanno la concorrenza più spie-tata, i film d'azione e fanta-scienza - e non solo- vengonorealizzati quasi interamentecon la computer graphic; lamusica, ormai, passa tutta dalweb e i videogiochi costitui-scono una delle forme di in-trattenimento più utilizzate almondo. E, come se non fossestato sufficiente il cambia-mento causato dall'introdu-zione dei telefoni cellulari, ilmondo intero sembra non po-ter fare a meno degli smartphone,con tutte le loro svariateed infinite applicazioni; e lostesso discorso vale in gene-rale per tutte le varie piatta-forme (notebook, tablet, ipad,etc), sempre più ibride e indi-stinguibili tra di loro per i mol-teplici servizi che offrono. Senon si comunica con What'sup, I-message, Twitter, Skype,Facebook è come essere fuoridal mondo. La tempestività el'istantaneità con cui si può co-municare con chiunque in qua-lunque parte del globo ha mu-tato radicalmente anche il

mondo dell'informazione, ren-dendolo più efficiente, ma haanche cambiato per sempre ilnostro modo di comunicare edi concepire i rapporti perso-nali, sia nei tempi che neimodi. L'uso di tutte queste ap-plicazioni e dei vari social net-work porta gli utenti ad una ap-parente maggiore condivisionedi pensieri e contenuti, ma inrealtà, l'elemento umano si èandato perdendo sempre dipiù; è sempre più difficile atti-rare l'attenzione di qualcunodato che tutti sono sempre atesta china impegnati a inte-ragire con il touch screen delloro smart phone, tanto chesarebbe meglio inviare un'Ciao' via sms che salutarli dalvivo. Sembra che tutti i nostrischemi comunicativi si stianoadattando alla tecnologia diconsumo, e non viceversa,come sarebbe lecito pensare.

Tuttavia, nonostante questotipo di alienazione tecnologicadisabitui gradualmente lenuove generazioni al contattoumano, vanno ricordati gli in-numerevoli vantaggi che nederivano nel campo lavorativoe quindi nel progresso in ge-nerale. E' possibile gestire molidi lavoro finora impensabili, esoprattutto è possibile farlocon una velocità e un'effi-cienza che migliorano di giornoin giorno. Inoltre, l'uso di questistrumenti tecnologici è impre-scindibile per l'istruzione delfuturo e, di conseguenza, an-che per il mondo del lavoro.Saper padroneggiare determi-nate tecnologie è fondamen-tale soprattutto per i giovani, imaggiori consumatori di que-ste innovazioni; in questosenso, esse costituiscono unvalido trampolino di lancioverso il futuro professionale.Bisogna però stare attenti anon divenire eccessivamentedipendenti da queste tecnolo-gie e soprattutto a non dimen-ticare l'importanza dell'ele-mento umano, senza il qualenon esisterebbe nulla di tuttociò, e la realtà ce lo ha dimo-strato: anche navigando congli strumenti più avanzati edefficaci, non è stato possibileevitare un ostacolo immobileda secoli.

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Un’idea rivoluzionariaIl primo smartphone, chiamatoSimon, è stato progettato nel1992 dalla IBM e commercia-lizzato nel 1993. Oltre alle nor-mali funzioni. Era dotato di unapenna a stilo per scrivere diret-tamente sullo schermo.

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Nasce a Bolognanel 1971. Inizia afarsi notare conla pubblicità di unnoto gelato “duegusti” ma è con

Jack Frusciante è uscito dalgruppo, film del 1996, che ini-zia la sua scalata verso il suc-cesso. Stefano Accorsi, da al-lora, è uno degli attori piùamati del cinema italiano. L’ul-timo bacio Radiofreccia, Unviaggio chiamato amore (concui ha vinto la Coppa Volpi alFestival di Venezia), SantaMaradona, Romanzo Crimi-nale: questi sono solo alcunidei titoli che lo vedono indi-scusso protagonista sulgrande schermo. E non solo.Perché Accorsi è un attore atutto tondo che ama recitareanche in televisione e in teatrocon risultati notevoli; basti pen-sare al grande successo de Ildubbio per la regia di SergioCastellitto. E ora spetta proprioa Stefano Accorsi raccontarciun po’ di se stesso.

Una domanda per rompereil ghiaccio. Raccontaci di tecon pochi aggettivi.

È la domanda più difficile chemi sia stata fatta per rompereil ghiaccio! Non lo so. Pos-siamo ritornarci dopo, intantoci penso. Ride (n.d.r.)

Nel mese di febbraio debut-terai al Teatro Jovinelli diRoma con lo spettacolo Fu-rioso Orlando, dove si rac-conta l’amore in tutte le suedeclinazioni. Come ti sei pre-parato ad affrontare un per-sonaggio così poliedricocome il “Cavaliere Stefano”,

StefanoAccorsi,non solocinema

Foto di Marco RossiCourtesy Saverio Ferragina

Abiti by GUCCI

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che avrà l’arduo compito difarci da guida?

Non è stato un lavoro sem-plice. Il testo è una commi-stione fra alcuni versi dell’Ario-sto e molti versi scritti, semprein rima, dal regista Marco Ba-liani. È stato un lavoro moltoscrupoloso che ha dato vita aduno spettacolo coinvolgente efruibile. Il mio compito di attoresarà quello di farvi entrarenella musica di questi versi.Fare arrivare al pubblico i sen-timenti che accompagnano iltesto dell’Ariosto: ironia, pro-fondità, passione, tutte quelleemozioni che sono sempre at-tuali. Di volta in volta diventerònarratore, darò voce a diversipersonaggi, sarò diversi per-sonaggi, farò citazioni. Un la-voro bellissimo che speropossa piacere tanto quanto stapiacendo a me.

Com’è il tuo rapporto col re-gista Marco Baliani e la tuacollega di scena Nina Sa-vary?

Con Nina Savary c’è una fortefiducia. Lei gioca con le mac-chine di scena. Mi accompa-gna creando rumori di scena,cantando e suonando diversistrumenti. Con Marco Balianic’è fiducia e stima: non po-trebbe essere altrimenti.

Attualmente stai lavorandoad un importante progetto,il film Versus, che ti vede re-gista, sceneggiatore e pro-duttore. Quale ruolo senti siavvicini di più alle tuecorde?

Devo ammettere che mi piace

gogliosi un tale interesse?

È una serie importante e diqualità che affronta una tema-tica profonda con scrupolo.Tutti noi, dai registi AlexisSweet, Alessandro Angelini aimiei colleghi Giuseppe Zeno,Francesca Beggio, Francescodi Leva, Claudia Potenza, ab-biamo lavorato con impegno epassione. Per prepararmi, adesempio, ho incontrato magi-strati importanti che mi hannodato utili consigli per la mia in-terpretazione. Siamo tutti or-gogliosi e contenti di aver par-tecipato ad un tale progetto.

In queste settimane staavendo molto successo lafiction Il tredicesimo apo-stolo. Per la prima volta inItalia si affronta il paranor-male a discapito delle tema-tiche familiari. Cosa nepensi?

Credo che si stia muovendoqualcosa. Certo, il sistema èun po’ più piccolo rispetto aquello americano ma credoche ormai i tempi siano maturi.In fondo già con la serie tv Ro-manzo Criminale abbiamo ini-ziato ad allontanarci da fami-glie e quant’altro. Bastipensare anche a quanto abbiada offrire il digitale terrestre: sista capendo che per fare con-correnza si devono anche toc-care tematiche più scottanti ediverse.

Passiamo alle ultime domandeinerenti allo sport…

Qual è lo sport che ami pra-ticare maggiormente e per-ché?

molto la fase di sviluppo diun’idea. Scrivere è un nuovoed appassionante approccioche sto sperimentando. Credo,però, che più avanti saprò direcosa sul serio prediligo.

Oltre al teatro e al cinema,nella tua carriera troviamoanche la televisione. Final-mente, dopo diversi anni diassenza, ritornerai sul pic-colo schermo con la fictionper Canale 5 Il clan dei ca-morristi, dove interpreti laparte di un giudice. Ci puoidare qualche breve notiziain anteprima sul tuo perso-naggio?

Interpreto un giudice che vienetrasferito per lavoro al sud, ilche comporta un ritorno allasua terra d’origine. Quella chevedrete è la sua lotta contro lacamorra, è la sua storia comeuomo e professionista. Ma nonsolo. È anche la storia di unuomo sposato da poco; sicu-ramente la sua lotta andrà adinficiare nel suo matrimonio.L’intimità rubata, la continuapresenza della scorta, le mi-nacce dalla Camorra, la deci-sione di far nascere un bam-bino in mondo violento: tuttoquesto andrà a minare il rap-porto di coppia. Ho amato re-citare in questa fiction perchési racconta la storia completadi un uomo.

La fiction ha già richiamatomolta attenzione per viadella tematica trattata (lalotta alla camorra, dagli anniOttanta ai giorni nostri) emolti l’hanno già etichettatacome la più attesa del 2012.Spaventa, oppure rende or-

Pratico sempre sport. Per mo-tivi di lavoro mi alleno spessoda solo. Vado in palestra maamo stare all’aria aperta, percui spesso mi dedico allacorsa. Credo che il corpo sanoaiuti a vivere meglio: non vorreima abbandonarlo. È un con-cetto che sto insegnando an-che ai miei figli.

C’è uno sport che vorrestipraticare, anche estremo,ma che ancora non hai spe-rimentato?

Estremi no. Però ammetto chel’aliante mi ha sempre attirato;prima o poi tenterò. Vorrei pro-vare anche gli sport subacqueie ammiro molto le disciplineorientali e il loro approccio allosport fatto di etica e disciplina

Chi nel mondo dello sport,anche guardando al pas-sato, ammiri?

Mi viene subito un’immaginein mente: la croce agli anelli diYuri Chechi, sembrava non fa-cesse nessuno sforzo tal-mente era bravo e concen-trato. Era sempre un’emozionevederlo in azione. In oltre, nelleinterviste che rilasciava si ca-piva benissimo che è un uomointelligente e che ama profon-damente lo sport. Ovviamenteanche Alberto Tomba è unosportivo dalla personalità im-portante, che non si può di-menticare.

Che altro dire? In bocca al lupoper i tuoi progetti futuri e ungrazie a Stefano Accorsi!

Elena Mandolini

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dono un grado di coordinazioneed equilibrio elevato come la bi-cicletta o il motociclismo. Glisport consentiti sono la cammi-nata, il nuoto e la ginnastica inacqua, esercizi in palestra e ilballo ma in maniera moderata econ qualche piccolo accorgi-mento. Praticare inoltre stret-ching in maniera costante in-sieme ad un po’ di Yoga o Pilatespuò addirittura aiutare durantela fase di travaglio. Prima di ini-ziare l’esercizio fisico è utile te-nere presente alcune linee guidafondamentali: è preferibile svol-gere una attività fisica più leg-gera che non affatichi troppo manel contempo consenta di teneresotto controllo il peso della futuramamma. Sono da preferire eser-

cizi aerobici moderati a movi-menti anaerobici pesanti. L’uti-lizzo dei pesi deve essere miratoè consentire l’esecuzione di unnumero medio alto di ripetizioni(tra 15 e 20). Meglio le macchineche i pesi liberi perché consen-tono un maggior controllo deimovimenti. Per quanto riguardalo sforzo aerobico, è sempre me-glio che la frequenza cardiacanon superi il 60/65% della FCMax. Esempio di donna di 33anni: FC Max=220-33=187 bpm65% 187=120/130 bpmIn mancanza di un cardio-fre-quenzimetro, considerare chedurante la camminata si deveessere in grado di parlare senzaeccessivo fiatone.Le donne incinte hanno una ca-pacità respiratoria ridotta acausa dell’innalzamento del dia-framma, causato dal maggiorvolume dell’utero. Durante gliesercizi bisogna respirare sem-pre in modo fluido senza rima-nere mai in apnea, in caso evi-tare i movimenti che induconoquesta condizione. Potrebbe in-terrompere il trasporto di ossi-geno al feto.Il ritmo degli esercizi deve sem-pre essere lento e controllatosenza stressare troppo l’appa-rato muscolo-scheletrico, parti-colarmente provato durante i 9mesi. La gravidanza è di per séun allenamento, immaginare didover passare l’intera giornatacon una coppia di manubri da 5Kg in mano! Gli allenamenti do-vrebbero durare circa 30/45 mi-nuti. Un tempo superiore po-trebbe essere eccessivo. Lepuerpere si stancano prima, me-glio delle brevi pause tra unesercizio e l’altro o comunquedopo non più di 15/20 minuti diattività. In caso di attività fisica

allenarsi conil pancione

consigli per le neo mamme

Luoghi comuni come “ingravidanza bisognamangiare per due” op-pure “in gravidanza bi-sogna evitare qual-siasi movimento

perchè potrebbe comprometterela salute del nascituro” sono or-mai superati. I recenti studihanno dimostrato che una mo-derata attività fisica non agoni-stica oltre a non fare male aiutail decorso della gestante siasotto il profilo fisico che psichico.Inoltre, permette un recuperopost parto più veloce ed efficace.Naturalmente, visto che ognigravidanza è diversa dall’altra,prima di intraprendere un qual-siasi esercizio fisico, è fonda-mentale consultare il medico cu-rante che dovrà rilasciare uncertificato medico da presentareal centro sportivo. In secondoluogo è fondamentale affidarsiad istruttori specializzati che sap-piano come comportarsi in si-tuazioni di questo tipo. La gravi-danza non è di certo unamalattia ma è sicuramente unostato psico-fisico particolare du-rante il quale gli sconvolgimentia livello ormonale modificano siala struttura fisica che l’umoredella donna. È fondamentalequindi un approccio adeguatosia sotto il profilo fisico che sottoquello psicologico. Chiarire qualisport praticare e quali evitare èprioritario.

Sport da evitare Sci da discesa,tennis, calcio, arti marziali, equi-tazione non dovrebbero rientraretra le attività sportive di unadonna in stato interessante. Ingenerale bisogna evitare tuttiquegli sport di impatto o estremiche potrebbero comprometterel’integrità del feto. Sono inoltreda scartare dopo il terzo mesetutte quelle attività che richie-

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“Gravidanza non significa necessariamentevietare ogni tipo di esercizio fisico. Al contrariose la futura mamma non ha particolari pro-blemi, una adeguata attività fisica durantei 9 mesi può aiutare sia lei che il bambino.”

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considerare un po’ di sonno ex-tra nelle ore pomeridiane. Pre-vedere sempre qualche minutodi stretching a fine seduta permantenere un buon grado di ela-sticità generale.La ginnastica pre parto può tran-quillamente integrare la normaleattività fisica. Lavorare semprein un ambiente fresco e ventilato.Evitare eccessive temperaturecorporee specialmente durantei primi mesi, potrebbero creareproblemi al feto. Se si decide difare delle passeggiate all’apertoevitare i periodi troppo freddi,troppo caldi o i luoghi piene dismog, meglio lavorare in un am-biente chiuso.L’alimentazione deve essereadeguata specialmente se sipratica un po’ di sano esercizio.Prediligere i cibi sani e nutrientiaggiungendo una quota sostan-ziale di proteine. La formazionedel feto è una fase plastica cioèdi costruzione durante la qualeè richiesto un apporto proteicomaggiore. Frutta e verdura do-vrebbero essere consumate adogni pasto per fornire il giustoapporto di vitamine. Bere spessoacqua è importante in una con-dizione normale ma diventa fon-damentale in gravidanza.Evitare l’esercizio nelle ore piùcritiche della giornata (quandoad esempio le nausee sono piùforti). Nella scelta del pro-gramma di lavoro, tener contodella condizione atletica di par-tenza della gestante. Da unpunto di vista fisiologico è megliopraticare già una attività fisicanel momento in cui si decide dirimanere incinta, in caso contra-rio si può sempre iniziare dopoma con più cautela.Evitare tutte quelle attività ad altoimpatto, potrebbero interrom-

pere il flusso sanguigno verso laplacenta e quindi verso il feto.Dal 3° al 7° mese si può ese-guire una attività fisica moderata.Le prime 12 settimane di gesta-zione sono le più delicate per laformazione del feto. È bene evi-tare grossi sforzi. Dall’8° meseconcentrarsi maggiormente sugliesercizi di respirazione e relax,lo Yoga ed il Pilates sono moltoindicati seppure con le dovutecautele. Evitare la posizione su-pina mentre si possono adottareposizioni in quadrupedia, sedutae laterali Dopo il 4° mese evitaretutti gli esercizi in posizione su-pina. Potrebbero provocare lacompressione della vena cavainferiore da parte dell’utero, in-terrompendo il ritorno di sangueal cuore. Considerare che unadonna incinta consuma più ve-locemente le riserve di glicogenonel sangue. Per evitare possibilicali di zuccheri, consumare unapiccola merenda con una quotadi carboidrati 90/120 minutiprima di fare attività fisica.A tutte le donne che decidono dirimanere incinta, si consiglia unaadeguata attività fisica prima,concentrando l’attenzione suimuscoli addominali e quelli dellaschiena. In questo modo si riu-scirà a ridurre il mal di schienanei mesi finali della gestazione.Ricordarsi di includere sempreesercizi specifici per la postura.Il maggior peso del seno po-trebbe provocare ipercifosi dor-sale, mentre il pancione po-trebbe facilitare l’iperlordosilombare. È essenziale includerequalche esercizio per la cuffiadei rotatori (per l’extrarotazionedella spalla) e gli erettori spinalidella colonna vertebrale. Un ot-timo movimento in questi casi èla trazione alla Lat Machine in

tutte le varianti (presa prona, su-pina, parallela) senza utilizzareun carico eccessivo.Il riscaldamento prima dell’alle-namento è fondamentale. In gra-vidanza, si riduce la produzioneda parte del corpo di liquido si-noviale (il lubrificante delle arti-colazioni).Nella scelta degli esercizi tenerpresente della diminuita capacitàdi equilibrio e stabilità. È utile evi-tare tacchi troppo alti, indossarescarpe da palestra comode. Ladistorsione alla caviglia è moltofrequente nelle puerpere.Durante l’attività motoria, berefrequentemente piccoli sorsi diacqua, per garantire sempre unaadeguata idratazione. I vantaggidell’attività fisica in questo pe-riodo sono molteplici: un buonallenamento induce il corpo nellaproduzione di endorfine, ecce-zionali per innalzare la soglia deldolore anche durante il parto,aiuta a controllare il peso corpo-reo, aumenta il tono e l’elasticitàdei muscoli. Dona il buon umoree aiuta a superare i momenti dif-ficili (legati anche agli sconvol-gimenti ormonali e fisiologici acui la donna incinta è soggetta)e tiene impegnata la futuramamma facendola sentire attivae vitale. Molte donne sono co-strette ad abbandonare momen-taneamente il lavoro. Migliora la postura ed allevia ifrequenti mal di schiena, aiutala circolazione sanguigna messaa dura prova durante i 9 mesi,migliora le capacità respiratorie,vitali per un miglior trasporto diossigeno al feto.Infine combatte la stanchezzacronica (la crescita del feto ri-chiede uno sforzo cardiaco mag-giore di circa il 30/50%) e aiutala ritrovare la forma fisica dopo

il concepimento. Dopo il parto,trascorse appena 4/6 settimane,è possibile tornare alla praticasportiva. L’imperativo è però diprocedere con calma, il corpo èancora affaticato dal cambia-mento subito. Gli addominalivanno allenati dolcemente men-tre i movimenti con grosse ca-tene cinetiche (squat pressa,…)vanno ripresi non prima di qual-che mese. L’ideale è ricomin-ciare con 2 sedute settimanali eprediligere un numero di ripeti-zioni medio/alto (8/12) e carichimoderati. Cercare di allattareprima degli allenamenti o dopocirca 90 minuti. La produzionedi acido lattico post allenamentopotrebbe rendere il latte piùacido e quindi meno gradito albambino. Evitare i movimentimultiarticolari a rischio con caricoarticolare eccessivo come Squat, affondi, Leg Press,Saltelli, Step, Corsa intensa.Lo Yoga ed il Pilates, comedetto, sono ottime attività da ese-guire durante tutta la gravidanza.Meglio però che la futuramamma le conosca già prima direstare incinta.Il Pilates in particolare aiutal’equilibrio, previene il mal dischiena, rinforza il pavimentopelvico fondamentale per laspinta durante il parto, aumentala flessibilità articolare, tonifica imuscoli addominali, rafforza ildiaframma con conseguentivantaggi respiratori durante il tra-vaglio, dona calma e serenità.Perciò Mamme andateci caute,allenatevi con calma, ma fatelocon criterio, tenetevi in formaperché la fatica vera viene dopo...auguri e figli...SPORTIVI !!!

Giuliano Massaro Trainer E.F.C.

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Gli attrezzi che compongono ilkit sono divisi in quattro cate-gorie che rappresentano iquattro elementi aria, acqua,terra e fuoco le quali si diffe-renziano l'una dall'altra per ilcolore degli attrezzi.

Le categorie ARKELa categoria "ARUA" com-prende attrezzi ad aria di co-lore giallo, sono sei palle di di-versa grandezza, consisten zae peso, adatte per essere lan-ciate o usate come superficiinstabili.

La categoria "ACQUA" com-prende attrezzi al cui internocontengono acqua, sono 4waterballs di diversa gran-dezza, forma e peso adattiper il core training (esercizirivolti al rinforzo del centrodel corpo).

La categoria "TERRA" com-prende attrezzi di diversomateriale e forma utilizzati aterra come superfici d'appog-gio per eseguire esercizi diequilibrio e propriocezione(capacità del corpo di cono-scere la sua posizione senzal'utilizzo della vista).

La categoria "FUOCO" com-prende il pendulum e dueclave adatti in generale peril riscaldamento e in partico-lare per eseguire esercizi di-namici di rinforzo e stabiliz-zazione del tronco e dellespalle.

La varietà degli attrezzi delkit permette di lavorare inmaniera completa su tutte lecapacità in un unica sessionedi allenamento e di poter or-ganizzare un'infinità di eser-cizi e programmi a circuito,utilizzando gli attrezzi di unao più categorie contempora-neamente.

L'Arke permette quindi di po-ter sviluppare programmi dilavoro 1 a 1 con l'istruttore,piccoli o grandi gruppi, favo-rendo una costante diversifi-cazione delle sessioni di al-lenamento, e garantendo unapproccio innovativo, dina-mico e divertente alla praticadell'esercizio fisico in pale-stra.

il mondo dell’Arkegli “attrezzi misteriosi” dell’allenamento funzionale

A rke è un kit diattrezzi dellaTe c h n o g ymideato per rea-lizzare allena-menti funzio-

nali. Arke, dal gre co "arche"significa origine; l'obiettivo èquindi quello di realizzare al-lenamenti che riproduconomovimenti naturali propri dellavita di tutti i giorni. L'allenamento funzionale è in-fatti caratteristico per il fattoche si rivolge al perseguimentodi tutte quelle capacità che

permettono al corpo di ese-guire al meglio le attività quo-tidiane. Tali capacità sono:

- la coordinazione- la stabilità- l'equilibrio- la flessibilità- la mobilità articolare- la forza- la potenza- la velocità e la reattività- l'agilità- la capacità cardiovascolare e respiratoria

- la propriocezione

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Il TAPING neuromuscolareè una tecnica di stimola-zione cutanea che tramitel'applicazione di un nastroadesivo sulla pelle favori-sce effetti benefici a livello

del sistema muscolare, sche-letrico e degli organi interni. Ilnastro adesivo è caratteristicoper avere una proprietà ela-stica che con semplici micro-movimenti stimola i recettoridella cute, determinando unarisposta muscolare riflessagrazie ad una eccitazione delsistema nervoso centrale.Esistono due metodi di appli-cazione del nastro ai quali cor-rispondono rispettivamenteuna risposta COMPRESSIVAe una risposta DECOMPRES-SIVA locale.L'azione del metodo DECOM-PRESSIVO è data dalla for-mazione di pliche cutanee che determinano un effetto bio-meccanico localizzato nellezone trattate.Proprio per le sue speciali ca-ratteristiche, il nastro adesivosolleva la cute aumentando lospazio interstiziale e stimo-lando diverse risposte quali:

un alleato...adesivo!

nastriamoci un po' con il "tapingneuromuscolare decompressivo"

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- Aumento della circolazione sanguigna e linfatica;- Diminuzione della stasi dei liquidi interstiziali;- Riduzione della compressione sottocutanea;- Liberazione della fascia;-Aumento dell'ampiezza di movimento articolare;- Miglioramento dell'allineamento articolare;- Una riduzione degli stati dolorosi a livello muscolare,articolaree cutaneo;- Riduzione del calore e della concentrazione di sostanze chi-miche presenti nei tessuti-riduzione degli stati infiammatori locali;- Normalizzazione del tono muscolare riducendo i compensi fa-sciali;- Riduzione dei tempi di recupero muscolare;

- Miglioramento della forma fisica;

Poichè l'azione del TAPING possa essere efficace è necessarioavere una conoscenzaaccurata del metodo di applicazione, della fisiologia articolare edell'anatomia funzionale.Il metodo non deve essere utilizzato isolatamente ma è neces-sario abbinarloa trattamenti terapeutici o programmi di lavoro messi a punto daprofessionisti del settore sanitario, fisioterapico e sportivo.

Zajra NurraTrainer EFC

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di certo non si rispecchia nel-l’atteggiamento dello sportivoa tempo perso. Ed è esatta-mente con questo spirito chemolte persone si sono avvici-nate alle tante discipline chesono fiorite negli ultimi anni,soprattutto a quelle ‘acquati-che’-in quanto leggermente piùaccessibili in termini di attrez-zatura e di luoghi dove prati-care. Su tutti i nostri litorali- maanche laghi, naturali e non- cisi imbatte in quelle più diffuse,ossia windsurf, kitesurf e wa-keboard. Gli ingredienti segretisono sempre gli stessi tre: ac-qua, velocità e una tavola, e

combinati in diverso modo re-galano emozioni e adrenalinaallo stato puro, ma stavolta ciconcentreremo sul wakeboard,attività che sta prendendosempre più piede in questi ul-timi anni arrivando anche a in-sidiare la popolarità del kite-surf, considerato da tuttil’ultima grande tendenza inquesto campo. In realtà, il wa-keboard, non è una novità as-soluta, perché vanta una mag-gior anzianità: esiste da piùtempo, ed è comparso per laprima volta addirittura nei primianni Ottanta. Tecnicamente,differisce dalle altre due disci-pline sopra menzionate perchéil movimento non è generatodal vento e non è regolato daalcun tipo di vela. Nel wake-board il movimento è di tipoartificiale, generato dal motoredi un motoscafo o di una motod’acqua: il praticante montacon entrambi i piedi su una ta-

wakeboard...maniaLuca Savina ci racconta questo incredibile sport

Quando si parladi sport es tre -mi, la prima pa-rola che vienein mente è pe-ricolo. Un’idea

che la maggior parte dellagente rifugge apparentemente,ma che in profondità culla in-sieme ad altre emozioni, altret-tanto forti e primordiali: paura,rischio, eccitazione … e diver-timento. E in fin dei conti,quando si parla di sportestremi, è questo che prevale:un sano, grandissimo diverti-mento. Praticare certe disci-pline non richiede, come molto

potrebbero pensare, inco-scienza e spavalderia fini a séstesse, ma esattamente l’op-posto: occorre una grande pre-parazione fisica e mentale,una esatta conoscenza dei ri-schi, una buona dose di pon-deratezza, e soprattutto unaapprofondita conoscenza di séstessi e dei propri limiti. Biso-gna sapersi mettere in giococompletamente, sapere quan -do bisogna fermarsi e quandobisogna invece spingere almassimo per superarsi. In-somma, per praticare sportestremi bisogna abbracciareuna certa filosofia di vita, che

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vola simile a quelle da snowboard, ma leggermente più larga espessa, agganciata al veicolo, e poi viene trainato a tutta velocità.Sfruttando le onde create dal veicolo e una velocità molto fortee continua– impensabile da raggiungere nelle discipline dove sisfrutta la sola forza del vento – è possibile lanciarsi in unagrande varietà di salti ed evoluzioni. Il wakeboard può esserepensato come una sorta di fusione tra sci nautico e snowboard;èuna attività entusiasmante, e possiede un notevole elementocoreografico e spettacolare. Richiede una certa abilità psico-fi-sica, dato che le acrobazie ad alta velocità impegnano tantissimonon solo i muscoli, ma anche la coordinazione, la prontezza diriflessi e la capacità di controllare l’emotività. Senza contareche i voli e i tuffi, anche quelli indesiderati che sono tanti soprat-tutto in fase di apprendimento, spingono veramente al limitetanto il fisico quanto il coraggio. Insomma, uno sport veramenteadrenalinico, ‘estremo’ a tutti gli effetti., ed ufficialmente ricono-sciuto da varie federazioni in tutto il mondo. Per saperne di piùsu questa attività, abbiamo rivolto qualche domanda all’espertoLuca Savina, atleta della Nazionale Italiana di Wakeboard, non-ché istruttore ed esperto professionista.

Ciao Luca, benvenuto e grazie di essere qui con noi. Cometi sei avvicinato al wakeboard? Come lo hai scoperto? Mi sono avvicinato a questo sport intorno al 1996, quasi percaso e per pura curiosità; ero con alcuni amici, anche loro giàamanti degli sport da tavola, e nelle calde giornate estive senzaun filo di vento non avevamo molte alternative per ingannare iltempo … A un certo punto, ci siamo chiesto come sarebbestato farsi trainare con la tavola da una barca, e la curiosità ciha spinto a voler provare questa sensazione … E così ci siamosubito entusiasmati e appassionati; abbiamo cominciato a farlosempre più spesso, e la nostra passione ci ha spinto perfino adandare all’estero, per imparare dai professionisti stranieri. Tuttiquesti sforzi mi hanno portato a far parte della Nazionale Italianadi Wakeboard, che negli ultimi anni ha ottenuto importanti risultatia livello mondiale ed europeo.

Cosa ami in particolare del wakeboard? Cosa ti regala intermini di emozione?Il wakeboard è uno sport che ti spinge a metterti sempre incompetizione con te stesso, poiché a tutti i livelli c'è semprequalcosa di nuovo ed emozionante da imparare, ogni nuovotrick (figura acrobatica, ndr)chiuso è qualcosa di indescrivibile.È adrenalina pura ad ogni livello, che tu sia principiante o pro-fessionista...

Consiglieresti il tuo sport ai più giovani? Quali possonoessere i benefici per loro?Certamente! Perché è estremamente divertente, e oltre alla pas-sione a al divertimento, regala dei concreti benefici fisici … Ci

Ringraziamo Luca per aversoddisfatto con chiarezza lenostre curiosità e i nostri inter-rogativi sul Wakeboard, unosport elettrizzante ed affasci-nante, che regala davvero tan-tissimo in materia di emozioni;sicuramente aiuta a forgiare ilcorpo,e – come ha voluto sot-tolineare Luca – anche lo spi-rito, ma come sempre, vo-gliamo ricordare che lo fa inmaniera sana. Ed è semprequesto l’obiettivo principale, ilbenessere: ecco perché questisport estremi, se praticati concoscienza e criterio, rappre-sentano una fonte inesauribiledi emozioni forti ma ‘pulite’che, specialmente per i gio-vani, sono una validissima al-ternativa a stili di vita sbagliatie molto spesso estremamentedannosi.

Danilo Menghi

tengo a fare presente che es-sere semplicemente trainatoda una barca a piena velocitàcomporta l'uso completo edimpegnativo di tutta la musco-latura, senza contare lo sforzoper rimanere sempre in equili-brio in tutti i movimenti! Comunque, oggi ci sono at-trezzature e barche semprepiù innovative che facilitanol’apprendimento di questosport anche ai completi princi-pianti. Inoltre, con il tempo, ab-biamo maturato tecniche d'in-segnamento che agevolano lapratica di trick ed evoluzionicon il minimo impatto a livellodi traumi e con un grado di ri-schio veramente molto ri-dotto… A tutto vantaggio del diverti-mento, della salute e della ri-cerca di fiducia in sé stessi edi sicurezza nelle proprie ca-pacità …

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il cinema fa pauradopo la miniguida al vampirismo, un excursus sul genere horror

Saremo un po’ ma-sochisti? Quelbrivido lungo laschiena, quellasensazione checi porta a girarci

per assicurarci che siamo solinella stanza. L’horror piace epiace proprio perché ci fa pro-vare paura, disgusto e fa in-nalzare l’adrenalina alle stelle.Fin dai propri albori, il cinemaha da sempre sfruttato il filonegotico e i romanzi horror percreare storie di intratteni-mento ad hoc. Basti pensarea uno dei capostipiti: Il gabi-netto del Dottor Caligari da-tato 1920. E che dire di tuttala filmografia del compiantoVincent Price? I molteplici film

basati sui racconti di Edgar Al-lan Poe, La mosca, La ma-schera di cera, sono pellicoleindelebili nella storia del ci-nema, che continuano ad ispi-rare moderni remake. E comedimenticare pietre miliaricome L’esorcista, Rosemary’sbaby, La notte dei morti viventi(il primo, quello di Romero, ilmigliore ovviamente), Lamummia, Shining e restandoin ambito nostrano le primeopere di Dario Argento, PupiAvati e Lucio Fulci. Ancoraoggi il cinema continua a rea-lizzare horror, alcuni davveroinappagabili altri da dimenti-care. Proprio in questi mesistanno uscendo titoli comeThe woman in black con un

L’Alieno creato dalla mente di Ridley Scott. Jason, il killer protagonista della saga cinematografica “Venerdì 13”.

bravissimo Daniel Radcliffe,gli spiritelli cattivi di Non averepaura del buio, un nuovo ca-pitolo della saga di Under-world versione 3d, la casa in-festata di Dream House el’horror “malefico” L’altra fac-cia del Diavolo. Basta già solosoffermarsi su questi titoli percapire che all’interno di questogenere, siano nati dei sotto-generi che vanno così ad al-largare la nostra lista. I bam-bini, ad esempio, hannosempre il loro fascino, a volteanche maligno, in queste sto-rie. Oltre ad alcune pellicolesuccitate, non si può non ci-tare il complicato Cole de Ilsesto senso, i tormentati bam-bini di The orphanage e Fra-

gile o ancora Il presagio (siaquello del 1976 che i due se-guiti e il remake) e l’horror –thriller Nascosto nel buio conRobert De Niro e Dakota Fan-ning. Un altro spunto interes-sante è sempre stato lo spa-zio profondo. Chissà qualiorrori si nascondono in quel-l’infinita oscurità? Sicura-mente da citare c’è la saga diAlien nata nel 1979 dallamente di Ridley Scott e pro-seguita con tre sequel e duespin-off, Solaris (quello del1972), il delirante Punto dinon ritorno del 1997 e il piùrecente Pandorum del 2009. E che dire di poveri adole-scenti tormentati da mostri op-pure da assassini psicopatici?

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Al via quindi saghe infinitecome Nightmare, Venerdì 13,Non aprite quella porta,Scream e Final destination. A proposito di torture, comenon annoverare quei film chehanno come base una se-quela di torture a poveri esseriumani, che hanno avuto solola sfortuna di trovarsi nel po-sto sbagliato al momento sba-gliato? Ecco, quindi, Vacancy,Tesis, Hostel e la saga di Saw.Negli ultimi vent’anni, poi, hapreso il sopravvento anche ilmokumentary horror: ovvero

un finto documentario asfondo orrorifico, girato con latelecamera libera. Il primo ri-sale al 1999 e porta un titoloche tutti conoscono, persinoanche chi non l’ha mai visto:The blair witch project. A seguire ne sono nati a mi-lioni di film simili ma vera-mente pochi possono esserecitati: il bellissimo Rec che ri-visita il mito degli zombie, l’an-gosciante Esp del 2011 e latrilogia Paranormal Activity. Per chi, invece, vorrebbe ci-mentarsi in un confronto fil-

Freddy Krueger, il mostro dei sogni dellasaga di film horror “Nightmare”.

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mico e decidere quale sia laversione migliore potrà vederela saga di The Ring e Thegrudge (quelli originali giap-ponesi e i remake americani)e anche lo spagnolo Rec cheha visto nascere un annodopo la sua uscita la versionetargata U.S.A. dal titolo Qua-rantine. Persino la tv ha capitoche si dovesse essere mag-giormente sfruttare questoprolifico genere. Negli ultimidue anni sono, infatti, nati duetelefilm horror che stanno ri-scuotendo un discreto suc-

cesso: Walking dead, basatosu un mondo post-apocalitticoe infestato da zombie e, Ame-rican horror story, che unisceun po’ tutti i clichè di generein un modo innovativo. Per chi, infine, volesse ancheleggere un po’ di brivido po-trebbe avvicinarsi a Edgar Al-lan Poe, i primi e i più belli ro-manzi di Stepehen King, i piùrecenti Dan Simmons, RobertMcCammon e Clive Barker. Eora… Buon brivido a tutti!

Elena Mandolini

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Oggi, insieme anoi di Easy FitM a g a z i n e ,niente di menoche AlessandroDi Carlo, gran -

de attore comico e grande tra-scinatore. Romano con la "R"maiuscola (o meglio, con la“ere” ), in ogni sua apparizioneci fa ridere di gusto con la suaironia “arrabbiata”, ricca di in-telligenza e sarcasmo, tipicadei romani, ma fa anche riflet-tere, analizzando vizi e virtùdella società passata e pre-sente in spettacoli corrosivi edissacratori costruiti su fatti divita vissuta; dall'adolescenzaal rapporto con i genitori, finoad arrivare alla vita di tutti igiorni ... praticamente ce n’èper tutti!!La sua carriera artistica inizianel 1989 con la partecipazionealla trasmissione televisiva"Lancio Party" su GBR, e pro-segue in un percorso diviso trateatro, radio,cinema, e televi-sione, con pubblicità e fictiondi prima serata, passandodalla Rai a Mediaset e da tuttii maggiori network italiani,dove viene premiata numerosevolte. Innanzitutto benvenuto!Alessandro, tu hai oltre ven-t’anni di palcoscenico allespalle, e un pubblico di ognietà, dall’adolescente al pen-sionato; riesci a essere in sin-tonia con tutti loro, a scatenaregrandi risate ma anche mo-menti di riflessione.

Qual è il tuo segreto? Dadove trae nutrimento la tuavena comica?

Per essere precisi quest' annosono esattamente sono 23

so Romano co’ la“ere” maiuscola

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anni di palcoscenico ... e il 23porta pure bene! Al di là diquello che dicono i Maya, inItalia, ma sopratutto a Roma,il 23 lo conosciamo bene, sap-piamo tutti di che parliamoquando diciamo il famoso ‘bu-cio’ di 23 … comunque, dettoquesto, di segreti, effettiva-mente, non ce ne sono … c'èsolo una maturazione naturaledi un ragazzo di 45 anni, quindiun uomo fatto, a volte anchestrafatto … no scherzo … unuomo maturo, che porta avantiil suo progetto con la pas-sione, l'esperienza , la vogliadi fare, e forse, un semplicetalento innato che mi ha por-tato a far ridere gli altri con na-turalezza fin dai tempi dellescuole elementari … e poi, ca-sualmente, è diventata unaprofessione … ma poi la risatarientra nel mondo dell'arte,quindi spero di essere un arti-sta e soprattutto spero sempredi riuscire a prendere e dareemozioni.

In tutti i tuoi spettacoli, al-meno quelli negli ultimi anni,ti vediamo sempre molto acontatto col pubblico. Tipiace stare in mezzo a loroed essere irriverente e an-che un po’ ‘casinaro’;quanto è importante per tequesto contatto? Quantoconta l’elemento ‘uomo qua-lunque’ nell’Alessandro DiCarlo artista?

L'artista non è scisso dal-l'uomo e viceversa, è un tut-t'uno, l'uomo è artista, e l'ele-mento naturale per me è unfattore che cerco sempre diesprimere in tutti i miei spetta-coli, cerco di essere sempre

l'unico modo per sconfiggerel'amarezza, la tristezza e legrandi tragedie che ci afflig-gono tutti i giorni, senza pen-sare troppo alle cose che nonvanno nella vita … quindi forzae coraggio, che, come disseRossella O’Hara in ‘Via delVento’ "domani è un altrogiorno"...

Quando hai tempo, ti piacefare attività fisica? Che tipodi sport ami?

Guarda, sinceramente, lo sporta me piace tutto … sono unbambino,e come tutti i bambiniamo giocare a pallone, e perquesto mi sono anche rottouna gamba in tre parti, recen-temente ... so’ stato anche unpo’ ‘cojone’ se vogliamo …ognuno ha la sua stupidità,però pazienza … le cose suc-cedono, ma l'importante è di-vertirsi con lo sport.

Hai dei portafortuna o deigesti scaramantici?

Come tutti gli Italiani io sonoun po’ credente un po’ pagano... siamo così,un po’ latini, unavolta ci facciamo il segno dellacroce e una volta facciamo lecorna, gesti in netta contrap-posizione tra di loro, però lanostra genia è proprio quella... però prima di ogni spetta-colo amo radermi, ma non perun gesto scaramantico, perchégià so’ brutto de mio, più iva,quindi cerco di andare davantial mio pubblico tutto bello sbar-bato e pulito.

Maya e fine del mondo per-mettendo, quali sono i tuoiprogetti artistici per il fu-

me stesso. La legge delCaos,in fondo, è un po’ lalegge della vita; cioè, cercosempre di estrarre il meglio daogni situazione confusionariao da un semplice casino, per-ché c'è sempre una cosabuona e positiva da recupe-rare, e sono questi che diven-tano poi i momenti più diver-tenti ... perché, se non midiverto io, non posso divertiregli altri, è questo è un dato difatto fondamentale per un co-mico … ho proprio il desiderioed il bisogno di stare tra il pub-blico, in mezzo alle persone,di toccarle: è quasi una messalaica, una liturgia non religiosa-sempre rispettando tutte le re-ligioni- noi siamo uomini, sem-plici e normali ... e tutto questomi piace e mi gratifica.

Una domanda da un milionedi euro ad un uomo che perlavoro fa ridere la gente:nella vita quotidiana di que-sti giorni, in questo precisomomento storico, cosa ti faridere e cosa non ti fa ri-dere?

Mi fa ridere tutto ... ma comespesso accade, del tutto, nonmi fa ridere niente … è tuttocosì tragicamente comico … equesto c'è l'hanno già inse-gnato i grandi artisti del pas-sato come Alberto Sordi e ilgrande Totò … che poi, pen-sandoci bene, non è passatopoi così tanto tempo, dato cheogni volta che accendo la tv erivedo un film di questi grandiartisti la comicità è tutta lì ...quindi, anche se può sembrareuna banalità, ridiamoci sopra,anche se a volte è una risataun po’ amara, che forse è

turo? Dove possiamo venirea vederti?

Ma io vado su Marte con iMaya, però attenzione che ar-riveranno con le astronavimolto presto, alle 5 di mattinaa prenderci, perciò sveglia-teve presto se no rimanete aTerra . Il progetto per domani -ma ormai è quello che cercodi fare tutti i giorni - è cercaredi essere più umano, cercarequella umanità, quella sensibi-lità che fa parte di noi, perchémi piace essere un umano enon un disumano, e soprattuttocome diceva mamma mia,"male non fare e paura nonavere" .Per quanto riguarda i prossimiappuntamenti,ormai sono pro-iettati verso quest'estate;stiamo organizzando conRoma Capitale degli spettacolidi intrattenimento proprio tra lagente, nelle periferie piùestreme di Roma, quelle più‘toste’, i famosi Bordi di Peri-feria, come cantava il buonEros … e quindi, forza e co-raggio, che ce ne abbiamo bi-sogno tutti, e con questo vesaluto e ve abbraccio e conuna pernacchia scaramanticavi aspetto.

Danilo Menghi

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denze nell’allenamento. Stiamo parlando del cosiddettoallenamento funzionale, che inrealtà è sempre stato unaparte integrante nei programmidi training di molti sportivi pro-fessionisti e non da tempi im-memori, e che recentementeè stato “riscoperto” e ripropo-sto al grande pubblico dellepalestre per il suo indiscutibilevalore nel costruire un corpopiù forte, sano ed efficiente, intutti quanti i suoi aspetti; mi-

glioramenti non solo a livellomuscolare, ma anche cardio-vascolare e propriocettivo, equindi incrementi di forza, re-sistenza e agilità, ossia di “abi-lità” nel senso globale del ter-mine. L’allenamento funzionalesi avvale di moltissime tecni-che, dando enorme rilievo an-che al movimento a corpo li-bero, ma i suoi benefici sonoamplificati grazie ai numerosiattrezzi che stiamo imparandoa conoscere e che stanno pro-liferando al punto tale da es-sere inseriti nell’armamentariodi ogni palestra che si rispetti,con l’istituzione di appositicorsi. Naturalmente, ci vorreb-bero fiumi di inchiostro per par-larne dettagliatamente, perciòin questa sede faremo solo unaccenno ai più conosciuti.

basta che funzionigli “attrezzi misteriosi” dell’allenamento funzionale

Èormai da un po’di tempo che, en-trando in unaqualsiasi pale-stra, ci si imbattein una serie di

oggetti piuttosto insoliti e sco-nosciuti ai più. Appaiono ab-bastanza strani, a volte un po’grossolani, e il più delle voltefuori contesto; molti di noi, ve-dendoli per la prima volta, licollocherebbero istintivamentein un posto scomodo e impol-

verato come un garage o uncantiere edile, piuttosto cheaccanto ad ultramoderne mac-chine cardio o a scintillanti eavveniristiche stazioni multi-funzione. Eppure, sebbenequesti oggetti non sembrinoconsoni all’odierno ambientedella cultura fisica, si conqui-stano a pieno diritto il loro spa-zio, che fino a qualche annofa era solo per un pubblico dinicchia, mentre oggi costitui-sce l’ultima frontiera delle ten-

Kettlebell, la “palla di cannone” russa.

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L’attrezzo che potremmo defi-nire il ‘caposcuola’ di questomovimento, il più simbolico euno dei primi ad essere risco-perto, è il kettlebell: la palla dicannone con la maniglia,grezza, dura e spartana, unaautentica palestra portatile,funzionalissima e versatile perogni scopo, dal potenziamentoalla forza esplosiva, all’au-mento della resistenza, delfiato e al dimagrimento. Usatafin dai tempi della Russia zari-sta, impegna il corpo e lamente in una lotta continua inogni centimetro dell’arco dimovimento, forgiando uomini(e donne) forti e coordinati! Èuna integrazione fondamen-tale nella preparazione atleticadi molti sportivi, ma anche perla gente comune è utile per raf-forzare il core e prevenire gliinfortuni; obbligando il corpo apadroneggiare un carico insta-bile, lo allena a muoversi comeun tutt’uno secondo i suoischemi motori naturali, inse-gnando anche a gestire la fa-tica e lo sforzo. Con questalogica, che sta alla base di tuttigli attrezzi funzionali, ci si puòapprocciare ai ‘successori’ delkettlebell, come i clubbell, delleclave pesanti molto simili aquelle usate dai giocolieri. Iclubbell vengono usati in di-versi esercizi balistici che ri-chiedono una notevole de-strezza, poiché impegnanomolto la forza e l’abilità dellapresa. Questo procura ungrande allenamento neuromu-scolare; i risultati sono una mi-gliore gestione nei carichi pe-santi e una maggiore mobilitàe coordinazione, una eccel-lente preparazione soprattuttoper attività schermistiche, per

produttivi. Inizialmente, l’alle-namento in sospensione eraprerogativa dei militari ameri-cani in missione; l’uso improv-visato di cinghie di paracadutee funi si rivelò ottimo per man-tenere l’efficienza fisica deimarines in ambienti scomodie sprovvisti di qualsiasi at-trezzo, e fu proprio l’adattabi-lità e la praticità a determinareil successo di questo metodo,ora diffusissimo e molto ap-prezzato. Molti attrezzi funzio-

tennis, cricket, baseball e sportsimili. Anche in questo caso,si tratta di attrezzi ampiamenteutilizzati da diversi secoli in va-rie culture, originariamente peraddestramenti di tipo militare,all’insegna dell’efficienza edella praticità, e solo in tempisuccessivi adattati ad usi spor-tivi. Un discorso analogo puòessere fatto anche per i su-spension trainer, attrezzaturaestremamente versatile peresercizi estremamente duri ma

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nali, invece, derivano diretta-mente da sistemi di allena-mento di discipline sportivespecifiche, come il bulgarianbag (o sacco bulgaro) o il san-dbag (sacco di sabbia), en-trambi “presi in prestito” dalmondo della lotta e delle artimarziali. Il primo è un sacco dicuoio con maniglie che i lotta-tori della nazionale olimpicabulgara usavano per aumen-tare la forza esplosiva, mentreil secondo contiene al suo in-terno altri sacchi di sabbia, cherendono così il carico instabile,difficilissimo da maneggiare etenere in equilibrio, simulandoesattamente lo stesso duris-simo sforzo di quando si è alleprese con un avversario. In-fine, ci sono attrezzi ed eser-cizi funzionali presi addiritturada alcuni ambienti di lavoro:ad esempio, il martello pe-sante tipico dell’edilizia, lecorde navali e perfino enormiruote di trattore, tutte attrezza-ture che, se usate in un certomodo, garantiscono allena-menti sfiancanti e un incredi-bile condizionamento. E la lista potrebbe proseguire,dato che l’allenamento funzio-nale è stato sì riscoperto, maanche aggiornato, e quindivengono proposti modi emezzi sempre più innovativi efantasiosi, purché siano praticied efficienti. Lo scopo è quellodi riavvicinare la gente al con-cetto che decenni di macchi-nari fitness e improbabili tele-vendite ci hanno fattodimenticare: si possono otte-nere risultati anche al di sopradelle aspettative, ma bisognalavorare duro!

Danilo Menghi

L’allenamento con il Sandbag.

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T ra tutte le nuovediscipline fit-ness, ce nesono alcune ve-ramente curiosee divertenti che

puntano sull’originalità e sul-l’innovazione per stimolarel’entusiasmo dei praticanti eper “stuzzicare” la loro vogliadi tenersi in forma. Forse “stuzzicare” è la parola

giusta per due di queste disci-pline in particolare: l’Aero-tango e il Lady Sensual; eccola nuova frontiera del fitnesscoreografico, corrente in vogaormai da diversi anni e che co-niuga i movimenti basilari del-l’attività aerobica e degli eser-cizi di tonificazione con attivitàpiù ‘artistiche’, come i vari tipidi danza. In questo caso parti-colare, la parte coreografica è

fondamentale, perché attra-verso il movimento ha lo scopodi rappresentare ed esprimeresensazioni molto intense qualila passione e la sensualità …e a cosa ispirarsi se non a de-gli autentici punti di riferimentoin fatto di sensualità e fascino?Quali migliori icone se non iballerini e le ballerine di tangocon le loro appassionate evo-luzioni e i loro intrecci così rav-

una rosa e...tacchi alti!il nuovo modo di allenarsi “stuzzicando” la voglia di tenersi in forma

vicinati? Per questo scopo na-sce l’Aerotango, uno stile diaerobica coreografica moltoaffascinante ed originale, in cuil’eleganza, la sensualità el’energia del Tango si fondonocon i metodi di costruzione di-dattica dell’aerobica ‘classica’:il risultato è un esplosivo mixdi divertimento, tonificazione,consumo energetico e libera-zione dallo stress, il tutto ad

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Il gruppo dell’Aerotango, tutta grinta e...rose rosse”.

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un ritmo sostenuto e all’inse-gna della spensieratezza!L’Aerotango aiuta non solo ascolpire un fisico invidiabile ea mantenere la forma, ma an-che a costruire e consolidarecomplicità e intesa tra partner-in sala e anche fuori riuscendoa tirare fuori la nostra sensua-lità inespressa e accrescendola nostra autostima. Grazie alla creatività dell’istrut-trice e alle sue sequenze co-reografiche, finalmente un’at-tività stimolante e sana , chenon lascia spazio alla noia!

E restando in tema di sensua-lità e forma fisica, un'altra no-vità, diretta prevalentementead un pubblico femminile: ilLady Sensual, una ginnastica‘coreografata’ ispirata alle mo-venze e al portamento dellesensualissime ballerine di poledance e lap dance. Oltre ad accentuare la sensua-lità e la femminilità nel movi-mento, questa nuova attivitàesalta l’animo seducente diogni donna, ma esalta anchele sue curve. Si tratta di lezionimolto impegnative per la mu-

scolatura di tutto il corpo, e so-prattutto per quella dellegambe e dei glutei, che ven-gono letteralmente scolpiti,grazie anche all’uso dei tacchi;è questa l’arma segreta delLady Sensual, le scarpe coltacco, che richiedono impegnoe fatica, equilibrio, coordina-zione e resistenza muscolare,ma permettono di rimanereglamour e sexy anche durantel’allenamento! Una disciplina innovativa edefficace, un nuovo modo di la-vorare sul corpo e sulla perso-

nalità, per migliorare la forma,il portamento e la sicurezzafemminile. Insomma, non mancano i modiinsoliti, divertenti e anche unpo’ trasgressivi per stare informa … e a questo punto nonavete più scuse per non dedi-carvi al fitness! Mi raccomando, per le lezioniniente tuta e scarpe da ginna-stica, ma una rosa rossa e tac-chi alti!

Ilenia Trifiletti Trainer E.F.C.

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Le sensuali ragazze della classe di “Lady Sensual”.

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Per la Roma di LuisEnrique arrivano imesi della verità.Dopo un avvio as-sai negativo, consprazzi di gioco al-

ternati ad incomprensibili blac-kout, al giro di boa i giallorossihanno recuperato parte delterreno perso. Nonostantel’uscita dalla Coppa Italia, pa-tita ad opera della Juventus diAntonio Conte, con un peren-torio 3-0 nel nuovo impiantobianconero, Totti e compagnicercheranno di lottare puntosu punto per l’obiettivo terzoposto, valido per i preliminaridella futura Champions Lea-gue. Lo sprint, partito con lavittoria esterna al San Paolodi Napoli e proseguita con isuccessi a Bologna, nel recu-pero della prima giornata dicampionato e nel doppio turnocasalingo con Chievo e Ce-sena, subendo una parzialefrenata con il pari interno con-tro i felsinei di Pioli, in attesadi disputare gli ultimi venti mi-nuti di gioco a Catania, in se-guito alla sospensione perpioggia. In chiave mercato,dopo aver registrato la par-tenza di Borriello, accasatosialla Juventus, di Okaka, giratoal Parma nell’operazion per ilriscatto di Fabio Borini, e diPizarro, ceduto in prestito al

Manchester City di Roberto Mancini, il Direttore Sportivo WalterSabatini ha portato a Trigoria la giovane promessa uruguaianaNico Lopez e il centrocampista brasiliano Marquinho, arrivatodal Fluminense con la formula del prestito con diritto diriscatto.Un mercato che ha pienamente soddisfatto le aspettativedel tecnico asturiano, che aveva chiesto a più riprese lo sfolti-

mento di una rosa con troppiesuberi e qualche eccellentemuso lungo.Sul fronte societa-rio, il Consiglio di Amministra-zione, presieduto da ThomasRichard DiBenedetto, ha deli-berato un importante aumentodi capitale, che servirà a sod-disfare i fabbisogni di un bilan-cio segnalato ancora in per-dita. Sotto il profilo dell’assetto,si fa sempre più largo la figuradel tycoon statunitense JamesPallotta, socio forte del consor-zio a stelle e strisce che ha ri-levato la società giallorossa. Ilmagnate, di origini italiane, nelcorso della visita a Trigoria, siè reso persino protagonista diun tuffo vestito in piscina, perfar capire ai suoi giocatoricome vorrebbe festeggiare i fu-turi successi del suo club.In-somma, gli ingredienti per unaseconda parte di stagione al-l’altezza delle aspettative deitifosi, sembrerebbero essercidavvero tutti. Lo auspica lapiazza di Roma, assai maturanella valutazione dei primi ri-sultati della squadra. Se lo au-gura Franco Baldini, arteficeprincipe dell’ “Idea” spagnolatargata Luis Enrique. Alcampo, come sempre, l’ultimaparola.

Alessandro Monzio Compagnoni

Roma, sprintChampions

L’AngoloDELLALupa

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Fabio Borini, “splendida sorpresa” di questo campionato.

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Il derby a Roma, si sa, duratutto l'anno e a alimentarela passione della stracitta-dina ci pensa il direttoresportivo della Lazio IgliTare: "I nostri cugini hanno

un progetto che non si sta ri-velando vincente, ma vengonocomunque sempre esaltatidalla stampa. Dall'altra parteabbiamo una società come lanostra che sta lavorando sodoper raggiungere i suoi obiettivie sta dimostrando il suo valorecon i fatti, eppure si leggonocerti articoli sui giornali". Il dsbiancoceleste utilizza i micro-foni di 'Lazio Style Radio' perdifendere la sua società e ilsuo operato durante la ses-sione di mercato invernale.Non senza tirare in ballo laRoma tutelata maggiormentedalla stampa secondo Tare."I giornali scrivono che la Laziosta pensando di prendere gio-catori svincolati? Rimango al-libito, la notizia è completa-mente falsa - sottolinea Tare -.Non ho mai cercato giocatorisvincolati. Sappiamo qualisono i problemi di questa rosama non ho mai preso in consi-derazione una tale mossa dimercato. Le cose non sonocosì drammatiche come silegge sui giornali o si sentenelle radio". Il dirigente alba-nese è tornato anche sulla par-

tita di Genova che la Lazio vo-leva rimandare per maltempo,ribadendo il concetto delle di-versità di trattamento delle di-verse società. "Era una partitache non doveva essere gio-cata e c'erano tutti i presuppo-sti per farla rimandare - spiega- Purtroppo sembra sempreche ci siano due pesi e due mi-sure rispetto ad altre squadre.Nonostante tutto, questo è ser-

vito per dimostrare quanto ilgruppo sia unito. Vedendo il ri-sultato sono sicuro che in con-dizioni migliori avremmo potutovincere". Una situazione di disagio chela Lazio vive ancora oggi conl'impraticabilità di Formello."Siamo in grande difficoltà perle condizioni climatiche diRoma, pertanto abbiamopreso in considerazione l'ipo-

tesi di anticipare l'orario dellagara contro i romagnoli o di rin-viarla se le condizioni non cidovessero permettere di gio-care una partita normale. LaLazio si sta muovendo per ga-rantire questo e anche la sicu-rezza sugli spalti" ha conclusoil dirigente.

di Roma Today a cura di di Lorenzo Nicolini

c’èsololaLazio

Tare, la Romasecondo me

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Tare in tribuna insieme al suo Presidente Claudio Lotito.

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Se inventassero un gruppo di disintossicazione daquesto centro, mi troverei costretta a frequentarlo!Visto però, che non c'èniente di male nel volerstare sempre in palestra, non mi resta che rac-contarvi il come e il perchè questo centro mi harubato il CUORE. Circa quattro mesi fa, tanta tri-

stezza affliggeva il mio cuore e sentivo il bisogno di scaricarla.Quale modo migliore se non quello di sfogare tutto facendo unpo’ di sport? Il dilemma era trovare un centro sportivo che fa-cesse al caso mio. Mia cugina un giorno mi dice: "Segnatidove vado io, all'Easy Fit Boccea. La palestra è molto bella ela gente che la frequenta è tranquilla”.Ovviamente "tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare"e ho pas-sato qualche giorno a pensare se seguire o meno il consiglio.

Alla fine mi sono convinta e ho fatto il primo passo ritrovandomipresso la reception dell'Easy Fit. Non mi aspettavo di certoun'accoglienza distaccata ma sicuramente neanche tanto in-teressamento nel cercare di capire, senza eccedere nell'inva-denza, cosa io volessi realmente. Non so dire se per pura ca-sualità ma i ragazzi dell'accoglienza hanno capito subito cheavevo bisogno di essere spronata a compiere il secondo passo:l'iscrizione. Così dopo un solo giorno sono diventata SOCIAEASY FIT BOCCEA. Sicuramente non mi sono segnata in pa-lestra per fare nuove amicizie ma per riallineare la forma fisicae mentale. Quello che però mia cugina non mi aveva detto èche, entrando a far parte di questo centro sportivo, la mia vitasarebbe cambiata. Infatti Easy non è soltanto un luogo dovetenersi in forma ma anche un posto dove incontrarsi e liberarsidallo stress quotidiano. Le persone che vi lavorano lo fannocon tanta dedizione da farti sentire come se ti trovassi in un'at-mosfera rilassante ed amichevole e per di più in un ambientesempre pulito alla perfezione. Per questo mi piace passare a fare due chiacchiere anche aldi fuori del mio orario consueto.Persino il momento della colazione è diventato tappa fissa albar dell'Easy Fit. È facile essere accolti da qualcuno pronto afarti un sorriso sincero e a scambiare qualche battuta; è con-fortevole vedere i ragazzi della reception, i collaboratori e gliistruttori che mi accolgono con il sorriso stampato sul volto epronti a stamparlo anche sul tuo. È proprio tutto questo caloreche mi aiuta ad affrontare in modo più sereno la giornata. Lavera ciliegina sulla torta, però, è la piccola e accogliente zonarelax: un piccolo angolo di paradiso in cui rifugiarti una volta fi-nita la lezione per fare un po’ di gossip con gli amici. E già!Perché è facile che si creino nuove amicizie; non solo fra isoci del centro ma anche fra i soci e i ragazzi che vi lavorano!Un pregio in più rispetto ad altre palestre? Le serate danzanti nei vari locali di Roma e le cene organizzateche contribuiscono a cementare ancora di più i rapporti chenascono all’interno del centro. E pensare che molti ritengonoche una palestra valga l'altra... grazie Easy Fit Club!

Mara Crocianelli EFC Boccea

una sana “dipendenza”un ambiente accogliente e tanta disponibilità possono creare...

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La nostra Mara...in azione!

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