Vivere festa 8

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Il 29 giugno 2014 si è svolto il IX Gagliarda’s Day presso casa San Francesco di Paola, nell’ambito della nostra Festa. Alle 18 e 30 si è tenuta la Santa Messa nella Solennità dei Ss. Pietro e Paolo e successivamente il IV “Spazio Gino”, per gli amanti di Gino Bartali, dal titolo “1914 – 2014: 100 anni fa nasceva un Uomo Vivo, Gino Bartali”. Per l’occasione è stata realizzata una video-intervista a Paolo Alberati, ex ciclista professionista, oggi consulente sportivo e giornalista, esperto della figura di Gino e in particolare del periodo in cui Bartali, durante la Seconda Guerra Mondiale, trasportò nella canna della sua bici circa 800 carte d’identità false di ebrei, salvando loro la vita. Per far questo, il grande ciclista ha sostenuto una quarantina di viaggi in sella alla sua bici, un solo giorno per percorrere la strada da Firenze ad Assisi andata e ritorno, anche nel periodo invernale. Tornando ad Alberati, sono state poste al nostro intervistato alcune domande; la prima: “Perché Gino è un Uomo Vivo?”. Semplice: perché Bartali ha rischiato molte volte la sua vita per salvare quella degli altri, aveva molto da perdere agli occhi del mondo poiché era ricco e famoso, come un Valentino Rossi di oggi, eppure è andato avanti senza scoraggiarsi. Altra domanda: “Il primo marzo di quest’anno se n’è andata la moglie Adriana, che ricordo hai di lei?”. Era una grande donna e, per farcelo capire, Paolo ci racconta un aneddoto avvenuto durante le riprese del film sulla vita di Gino, interpretato da Francesco Favino e del quale Alberati era la controfigura nelle scene pericolose. Durante la simulazione della caduta Adriana lo ha soccorso come se fosse stato suo marito, ennesima manifestazione del suo amore per lui. “Non dovrebbe riconoscere anche la Chiesa Cattolica le imprese di Gino?”. Paolo ci ha confidato che intende chiedere in Vaticano l’apertura della causa di beatificazione di Gino e che si muoverà presto in questa direzione. “Il 18 luglio, data di nascita di Gino, quali iniziative sono previste per festeggiare i 100 anni dalla nascita?”. Ci saranno delle pedalate notturne a Firenze, nel mese di settembre, e un ciclo-pellegrinaggio di due giorni da Firenze a Terontola – da Terontola ad Assisi. La nostra Gagliarda naturalmente parteciperà numerosa e fiera a questa iniziativa in onore del grande campione! Dopo cena la serata è proseguita con l’incontro su Diego Spinozzi, indimenticato allenatore e maestro di nuoto sambenedettese. Sono intervenuti i figli, Marilena e Giuseppe. L’incontro è stato aperto dalla figlia, la quale ci ha raccontato di come è nata l’idea di realizzare un libro sul padre; tutto è nato dal fatto che, dopo la morte del genitore, lei stava sistemando alcune cose a lui appartenute e si è imbattuta in molte foto di Diego ritratto insieme ai suoi ragazzi del nuoto, e in alcuni articoli di giornale che riportavano le cronache di eventi sportivi che lo riguardavano. Alla vista di questo materiale, il suo cuore si è riempito di commozione e gioia nel rivedere il padre insieme ai ragazzi tanto amati. La composizione del libro è stato un lavoro faticoso ma bello, proprio perché ha consentito di “scavare nel passato” per rispolverare alcuni ricordi dei quali, come afferma Bob Dylan, bisogna aver cura perché non si possono vivere di nuovo. Il discorso è stato poi proseguito da suo fratello Giuseppe, il quale ci ha parlato soprattutto della figura del padre come educatore. Il modello di riferimento maschile per Diego era quello dell’eroe, contrapposto a quello di oggi che è di essere buoni, ma deboli e conformisti. Sarebbe impensabile oggi, con la diffusione della morale mammona, di proporre un allenamento in mare aperto nel periodo di metà aprile! Innanzitutto il padre, Dante, che aveva fatto la campagna militare in Africa durante la seconda guerra mondiale per ben sette anni! Ricevette inoltre un’educazione cattolica grazie alla parrocchia ed al gruppo dei boy scout. Egli allenava alla fiducia e al sacrificio, indispensabili per fortificare la volontà ed al tempo stesso coltivando anche l’amicizia ed il rispetto degli altri. Allenava inoltre alla tenacia, a non arrendersi alla sconfitta ma a non accontentarsi mai dei risultati ottenuti. Tutto questo era per lui la pedagogia dell’eroe. Nell’ultima parte della sua vita gli toccò il passaggio attraverso la sofferenza, a causa di un tumore che lo afflisse per circa 10 anni. Nonostante questo visse la malattia mantenendo sempre la voglia di vivere, infondendo coraggio in chiunque incontrava, forte del motto del Papa Emerito Benedetto XVI, che nessuna lacrima versata viene perduta davanti a Dio. Riccardo Caprio Riccardo Caprio Riccardo Caprio Riccardo Capriotti tti tti tti

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Page 1: Vivere festa 8

Il 29 giugno 2014 si è svolto il IX Gagliarda’s Day presso casa

San Francesco di Paola, nell’ambito della nostra Festa.

Alle 18 e 30 si è tenuta la Santa Messa nella Solennità dei Ss.

Pietro e Paolo e successivamente il IV “Spazio Gino”, per gli

amanti di Gino Bartali, dal titolo “1914 – 2014: 100 anni fa

nasceva un Uomo Vivo, Gino Bartali”. Per l’occasione è stata

realizzata una video-intervista a Paolo Alberati, ex ciclista

professionista, oggi consulente sportivo e giornalista, esperto

della figura di Gino e in particolare del periodo in cui Bartali,

durante la Seconda Guerra Mondiale, trasportò nella canna

della sua bici circa 800 carte d’identità false di ebrei,

salvando loro la vita. Per far questo, il grande ciclista ha

sostenuto una quarantina di viaggi in sella alla sua bici, un

solo giorno per percorrere la strada da Firenze ad Assisi

andata e ritorno, anche nel periodo invernale. Tornando ad

Alberati, sono state poste al nostro intervistato alcune

domande; la prima: “Perché Gino è un Uomo Vivo?”.

Semplice: perché Bartali ha rischiato molte volte la sua vita

per salvare quella degli altri, aveva molto da perdere agli

occhi del mondo poiché era ricco e famoso, come un Valentino

Rossi di oggi, eppure è andato avanti senza scoraggiarsi.

Altra domanda: “Il primo marzo di quest’anno se n’è andata

la moglie Adriana, che ricordo hai di lei?”. Era una grande

donna e, per farcelo capire, Paolo ci racconta un aneddoto

avvenuto durante le riprese del film sulla vita di Gino,

interpretato da Francesco Favino e del quale Alberati era la

controfigura nelle scene pericolose. Durante la simulazione

della caduta Adriana lo ha soccorso come se fosse stato suo

marito, ennesima manifestazione del suo amore per lui. “Non

dovrebbe riconoscere anche la Chiesa Cattolica le imprese di

Gino?”. Paolo ci ha confidato che intende chiedere in Vaticano

l’apertura della causa di beatificazione di Gino e che si

muoverà presto in questa direzione. “Il 18 luglio, data di

nascita di Gino, quali iniziative sono previste per festeggiare

i 100 anni dalla nascita?”. Ci saranno delle pedalate notturne

a Firenze, nel mese di settembre, e un ciclo-pellegrinaggio di

due giorni da Firenze a Terontola – da Terontola ad Assisi.

La nostra Gagliarda naturalmente parteciperà numerosa e

fiera a questa iniziativa in onore del grande campione! Dopo

cena la serata è proseguita con l’incontro su Diego Spinozzi,

indimenticato allenatore e maestro di nuoto sambenedettese.

Sono intervenuti i figli, Marilena e Giuseppe. L’incontro è

stato aperto dalla figlia, la quale ci ha raccontato di come è

nata l’idea di realizzare un libro sul padre; tutto è nato

dal fatto che, dopo la morte del genitore, lei stava

sistemando alcune cose a lui appartenute e si è

imbattuta in molte foto di Diego ritratto insieme ai

suoi ragazzi del nuoto, e in alcuni articoli di giornale

che riportavano le cronache di eventi sportivi che lo

riguardavano. Alla vista di questo materiale, il suo

cuore si è riempito di commozione e gioia nel

rivedere il padre insieme ai ragazzi tanto amati.

La composizione del libro è stato un lavoro faticoso

ma bello, proprio perché ha consentito di “scavare

nel passato” per rispolverare alcuni ricordi dei quali,

come afferma Bob Dylan, bisogna aver cura perché

non si possono vivere di nuovo.

Il discorso è stato poi proseguito da suo fratello

Giuseppe, il quale ci ha parlato soprattutto della

figura del padre come educatore. Il modello di

riferimento maschile per Diego era quello dell’eroe,

contrapposto a quello di oggi che è di essere buoni,

ma deboli e conformisti. Sarebbe impensabile oggi,

con la diffusione della morale mammona, di

proporre un allenamento in mare aperto nel periodo

di metà aprile! Innanzitutto il padre, Dante, che

aveva fatto la campagna militare in Africa durante

la seconda guerra mondiale per ben sette anni!

Ricevette inoltre un’educazione cattolica grazie alla

parrocchia ed al gruppo dei boy scout.

Egli allenava alla fiducia e al sacrificio,

indispensabili per fortificare la volontà ed al tempo

stesso coltivando anche l’amicizia ed il rispetto degli

altri. Allenava inoltre alla tenacia, a non arrendersi

alla sconfitta ma a non accontentarsi mai dei

risultati ottenuti. Tutto questo era per lui la

pedagogia dell’eroe.

Nell’ultima parte della sua vita gli toccò il passaggio

attraverso la sofferenza, a causa di un tumore che lo

afflisse per circa 10 anni. Nonostante questo visse la

malattia mantenendo sempre la voglia di vivere,

infondendo coraggio in chiunque incontrava, forte

del motto del Papa Emerito Benedetto XVI, che

nessuna lacrima versata viene perduta davanti a

Dio.

Riccardo CaprioRiccardo CaprioRiccardo CaprioRiccardo Capriottittittitti

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Al Gagliarda’s day di ieri ci sono state

due conferenze. La prima, la

videoconferenza fatta con Paolo

Alberati mi ha colpito in particolare

per l’idea di “servo di Dio” di Gino

Bartali, anche se purtroppo ha messo

in luce che noi cattolici non siamo

ancora riusciti a dare un

riconoscimento a Gino che persino gli

ebrei sono riusciti a dare. Della

seconda conferenza, quella su Diego

Spinozzi, mi ha colpito quello che

Giuseppe ha detto alla fine

dell’incontro, ossia la lettura della

lettera di quell’amico di Diego, che

secondo me rappresenta un sunto un

po’ di tutto l’incontro, perché ha messo

in luce il fatto che Diego sia stato per

tutti una guida, con i suoi modi anche

un po’ strampalati ma che attraevano.

Io penso che tutti noi vorremmo avere

questo “fascino” perché vuol dire che

stiamo facendo qualcosa di bello per gli

altri. In più è bello vedere come Diego

sia riuscito a fare questo grazie all’aiuto

di Dio, che ricorreva sempre nella sua

vita, testimoniando ancora una volta che

Dio non toglie niente, ma dà qualcosa di

grande.

Giacomo Di PaoloGiacomo Di PaoloGiacomo Di PaoloGiacomo Di Paolo

Il Pellegrinaggio a Piedi da San Benedetto del Tronto a

Norcia nasce nel 2012. I Monaci Benedettini di Norcia,

insieme ad alcuni ragazzi della Compagnia dei Tipi Loschi

del beato Pier Giorgio Frassati, lo propongono in occasione

della Festa di San Benedetto da Norcia e come gesto di

ringraziamento alla Madonna.

L'evento ha luogo, generalmente, il 12 e il 13 Luglio con un

percorso che attraversa colline e montagne di circa 30 Km. La marcia è costantemente scandita dalla recita del Santo Rosario e nella prima sosta i Monaci Benedettini sono disponibili per le confessioni e per la Santa Messa nel rito straordinario. Per informazioni Raffaele Bruni 3280583087

3° Pellegrinaggio a piedi

in onore di San Benedetto da Norcia