VIVERE E CONDIVIDERE IL PATRIMONIO UNESCO … · ... l’integrazione di una prospettiva di...

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20 ANNI DI UNESCO A MODENA. VIVERE E CONDIVIDERE IL PATRIMONIO UNESCO Workshop dedicato ai processi partecipativi nella gestione dei Beni dichiarati Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Sabato 30 settembre Musei Civici Sala Crespellani Ore 9 - 13 Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande.

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20 ANNI DI UNESCO A MODENA.

Arcidiocesi

di Modena-Nonantola

IN COLLABORAZIONE CON

CON IL CONTRIBUTO DI

Legge 20 febbraio 2006, n.77 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse

culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella “lista del patrimonio

VIVERE E CONDIVIDERE

IL PATRIMONIO UNESCO

Workshop dedicato ai processi partecipativi nella gestione dei Beni

dichiarati Patrimonio Mondiale dell'Umanità.

Sabato 30 settembreMusei Civici

Sala CrespellaniOre 9 - 13

Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande.

UFFICIO COORDINAMENTO SITO UNESCO DI MODENA

Musei Civici - Palazzo dei Musei

www.unesco.modena.it

[email protected]

MUSEICIVICIMODENA

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La gestione partecipativa del Patrimonio Mondiale: norme, obiettivi, sviluppo sostenibile

Matteo Rosati

Inclusione, partecipazione, gestione integrata, sviluppo sostenibile: concetti che assumono impor-tanza crescente nell’ambito dei regolamenti e delle attività sul Patrimonio Mondiale, e che impongono un’evoluzione nel modo in cui gli enti istituzionali, preposti alla conservazione e gestione dei beni iscritti nella Lista, devono rapportarsi con le numerose realtà sociali, istituzionali ed economiche coinvolte a vario titolo sul territorio.

La gestione partecipata risulta una condizione necessaria per la conservazione e valorizzazione sosteni-bile del Patrimonio. Allo stesso tempo, la gestione di un bene non avviene mai nel vuoto, ma nel con-testo di una società e della visione che si ha di essa. Si tratta quindi di un atto “politico”, prima ancora che tecnico, che comporta una serie d’interrogativi sulle finalità e le modalità dei processi partecipativi.

Con l’approvazione di un documento per “l’integrazione di una prospettiva di sviluppo sostenibile nei processi della Convenzione del Patrimonio Mondiale”, nel 2015, si riconosce finalmente che il Patrimo-nio Mondiale è parte integrante del mandato di UNESCO di contribuire allo sviluppo equo e sostenibile, alla pace e alla sicurezza.

Il documento afferma con decisione che se il settore del patrimonio non abbraccia pienamente lo svi-luppo sostenibile e non ne raccoglie i benefici reciproci, si troverà ad essere vittima, invece che fattore, del cambiamento.

L’applicazione pratica di tutto ciò nella realtà quotidiana della gestione di un bene è una sfida che richie-de competenze, capacità, e risorse di diversa natura, e che rappresenta non un esercizio saltuario ma un processo continuo e faticoso.

Occasioni come questa, tramite lo scambio di esperienze, possano fornire terreno fertile al migliora-mento dei rispettivi approcci gestionali, nello spirito del Patrimonio Mondiale.

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La Convenzione sul Patrimonio Mondiale e i processi partecipativi - il Rapporto Periodico

Adele Cesi

PremessaPer l’Europa, il Primo Ciclo è stato realizzato tra il 2005 e il 2006, e i risultati sono stati presentati e adottati nella 30a Sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale svoltasi nel 2006. Per il Primo Ciclo del RP sono stati considerati nel processo solo i Siti iscritti fino al 1998.Il Secondo Ciclo di Rapporto Periodico per l’Europa e il Nord America comincia nel 2012, interessa 432 siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale, e i suoi risultati sono stati presentati al Comitato del Patrimonio Mondiale nel 2014 (per il Nord America) e nel 2015 (per l’Europa).

Struttura del RpIl Rapporto periodico è un esercizio di auto valutazione ed è stato strutturato in due Sezioni di cui la pri-ma da compilare cura dei Ministeri competenti mentre la Seconda da compilare da parte dei siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, e contente i seguenti punti:• World Heritage Property Data• Statement of Outstanding Universal Value• Factors affecting the Property• Protection, Management and Monitoring of the Property• 5. Summary and Conclusions• 6. Conclusions of the Periodic Reporting Exercise

Road MapAll’interno del gruppo geopolitico di Europa e Nord America, l’Italia è stata inserita nel secondo Gruppo per il quale è stata attuata la seguente Road Map:

Gruppo II2013/2014

1 settembre 2013 Questionari disponibili per il Gruppo II

Autunno/Inverno2013-2014 I Gestori dei Siti compilano la Sezione II del questionario

31 luglio 2014Scadenza per la presentazione dei questionari del Gruppo II (Sezioni I e II) al Centro per il Patrimonio Mondiale da parte dei Focal Point Nazionali

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Incontri internazionali di coordinamento

Per favorire l’attuazione del processo sono stati organizzati diversi incontri di coordinamento anche a livello internazionale. Per l’Italia, la città di Firenze ospiterà l’incontro di coordinamento del sub-gruppo che si è tenuto il 17-18 settembre 2013.

Principali esiti in Europa1007 siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale al 2013 dei quali 44% situati in Europa. In Europa ilSecondo Ciclo del RP interessa 432 siti ma viene compilato ed inviato per un totale di 424 siti UNESCO, così distribuiti nei 4 diversi gruppi (Nordic and Baltic Europe; Western Europe; Mediterranean Europe; Central, Eastern and South Eastern Europe):

Vengono di seguito messi in evidenza alcuni esiti del Rapporto Periodico che hanno un maggiore impat-to sul siti stessi.

OUTSTANDING UNIVERSAL VALUE: Il confronto con i risultati del secondo ciclo di reporting periodi-co in tutte le regioni mostra che il valore universale eccezionale (OUV) è mantenuto in l’Europa.

STATUS DI PATRIMONIO MONDIALE: nel complesso, i gestori del sito hanno indicato che lo status di Patrimonio Mondiale ha un impatto positivo in una vasta gamma di settori, in particolare per la con-servazione sia naturale che culturale dei siti, seguite da ricerca e monitoraggio, nonché dalla gestione.

FATTORI DI RISCHIO: I principali fattori che interessano le proprietà in Europa sono:ambiente costruito (alloggiamento / trasporto);attività turistiche / visitatori / ricreative;fattori correlati al cambiamento climatico (umidità, pericoli naturali).

Alcuni fattori possono essere fortemente positivi e negativi nel loro impatto (turismo / visitatore / ricre-azione). La mancanza di meccanismi efficaci di controllo è una preoccupazione comune in tutta Europa solo la metà delle proprietà riportano programmi di monitoraggio completi con indicatori che sono rile-vanti per le esigenze di gestione della proprietà.

REQUISITI PER LA CREAZIONE DI CAPACITÀ, LA RICERCA E L’ISTRUZIONE: la costruzione delle capacità per i responsabili del sito emerge come un’alta priorità. Gli intervistati hanno individuato esi-genze specifiche per la creazione di capacità, quali: lo sviluppo di indicatori di monitoraggio mirati al patrimonio mondiale; lo sviluppo di modelli di partenariato; il rafforzamento del coinvolgimento delle comunità; lo sviluppo di meccanismi di ripartizione dei vantaggi specifici per sito. La necessità e l’utilità di un sistema di monitoraggio permanente per tutte le proprietà ora appaiono ben compresi ma il so-stegno esterno e un maggior coinvolgimento degli organi consultivi sono ancora necessari. La ricerca mirata sul patrimonio mondiale che affronta le esigenze di gestione dovrebbe essere incoraggiata. Vie-ne inoltre richiesta assistenza nello sviluppo delle capacità di coinvolgimento delle comunità.

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RACCOMANDAZIONI DEL COMITATO DEL PATRIMONIO MONDIALE: un notevole numero di rap-porti sullo stato di conservazione sono stati presentati al Comitato del Patrimonio Mondiale dal primo ciclo del Rapporto Periodico e molte Raccomandazioni sono state indirizzate a tal fine. Solo una mino-ranza di queste Raccomandazioni sono state pienamente attuate, mentre molti siti indicano che l’imple-mentazione è ancpra in corso.

APPROFONDIMENTO DI ALCUNI ESITI SPECIFICI DEL SECONDO CICLO DEL RPDopo la presentazione degli esiti più generali, sopra ricordati si procederà ad illustrare alcuni aspetti più in dettaglio, che riguardano in particolare i fattori di rischio, e Protezione, Gestione e Monitoraggio dei siti del PM.

ACTION PLANVerrà infine sinteticamente presentato l’ACTION PLAN elaborato a conclusione del Secondo Ciclo del RP, per implementare alcune azioni necessarie a colmare i deficit individuati.

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Il Mantova e Sabbioneta Heritage Center: un’esperienza di coinvolgimento della comunità per la valorizzazione del Patrimonio Mondiale

Mariangela Busi

L’Ufficio Mantova e Sabbioneta Patrimonio Mondiale ha posto in essere, dal 2014 al 2017, la sperimentazione di uno spazio temporaneo aperto al pubblico nel centro storico di Mantova, il “Mantova e Sabbioneta Heritage Center”, con l’obiettivo di verificare la possibilità di rivolgersi ai cittadini attraverso approcci “non istituzionali”, puntando sulla partecipazione informale come strumento di coinvolgimento attivo per la diffusione dei valori che caratterizzano il sito, e la sensibilizzazione verso i temi della tutela e dell’assunzione di responsabilità personale verso il Patrimonio inteso come Bene Comune.

Lo spazio si è da subito proposto come contenitore di iniziative e occasione per stabilire connessioni con le associazioni del territorio. Al suo interno sono state realizzate attività rivolte a diverse tipologie di pubblico quali, ad esempio:

• Incontri rivolti ai cittadini e in particolare laboratori per bambini e famiglie sui temi del Patrimonio Mondiale.

• Attività di Alternanza Scuola Lavoro con gli istituti superiori della città, volti alla realizzazione di progetti di valorizzazione, sensibilizzazione, responsabilizzazione e integrazione sociale.

• Percorso di co-progettazione “Le associazioni si incontrano” con l’obiettivo di individuare temi comuni su qui lavorare e confrontarsi e gettare i semi di una possibile collaborazione futura.

• Campagna Portici. Istruzioni per l’uso per sensibilizzare cittadini e visitatori verso una fruizione responsabile del centro storico.

Al momento la fase di sperimentazione si può considerare terminata. Il nostro obiettivo è sviluppare un progetto per la trasformazione del Mantova e Sabbioneta Heritage Center in un centro permanente di accoglienza dei visitatori e di interpretazione dei valori del sito, attrezzato con strumenti divulgativi ad alto impatto comunicativo, accessibili a persone con disabilità, all’interno del quale sviluppare percorsi di partecipazione della comunità locale, offrire spazi per il confronto e la co-progettazione, elaborare progetti di turismo scolastico e di turismo responsabile.

Relatore BUSI

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La Maratona dell’Ascolto per il Centro Storico di Firenze

Patrimonio Mondiale UNESCO

Carlo Francini

Nel mese di novembre del 2015 si è organizzato a Firenze un processo partecipativo, aperto alla cittadi-nanza e ai comitati, denominato Maratona dell’Ascolto.

Attraverso la metodologia del multi-stakeholder strategy si è posto al centro della discussione le criticità del sito Patrimonio Mondiale emerse dal Rapporto Periodico del 2014, raccogliendo possibili modalità di risoluzione e idee creative da parte della comunità locale.

Per ogni Tavolo Tematico, durante la Maratona dell’Ascolto sono stati evidenziati tre punti: gli ostacoli percepiti, le soluzioni, le idee.

Gli obiettivi della Maratona dell’Ascolto sono stati i seguenti:• condividere le tematiche portanti del Piano di Gestione del Centro Storico con i cittadini, l’Amministra-

zione e i portatori d’interesse;• aumentare la consapevolezza e la responsabilità della comunità locale nei confronti della preservazio-

ne e della valorizzazione del Centro Storico;• far emergere idee e soluzioni partecipate e creative contro le minacce che vanno ad intaccare l’Ecce-

zionale Valore Universale del Centro Storico;• condividere un approccio alla conservazione non come “congelamento del tutto”, ma come stimolo

allo sviluppo di “forme di vita” compatibili con la tutela e la conservazione del Centro Storico;• capire i bisogni, gli ostacoli percepiti dalla comunità ed individuare azioni che siano misurabili, realiz-

zabili ed efficaci.

I risultati sono confluiti nel Piano di Gestione (approvato nel gennaio 2016) e la formula della maratona potrà rivelarsi come un importante strumento per un monitoraggio condiviso del Piano.

http://www.firenzepatrimoniomondiale.it/maratona-dellascolto-per-il-piano-di-gestione-del-sito-une-sco-centro-storico-di-firenze/

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#DOLOMITI2040 - Quali proposte per il futuroProcesso partecipativo per l’elaborazione

della Strategia Complessiva di Gestione del WHS Dolomiti

Marcella Morandini

La Fondazione ha il compito di favorire la comunicazione e la cooperazione fra i territori direttamente coinvolti dal riconoscimento UNESCO allo scopo di assicurare un’efficace gestione del Bene e contri-buire allo sviluppo sostenibile. Per corrispondere a questi scopi la Fondazione ha attivato una fase di ricerca che ha prodotto differenti studi: “Turismo sostenibile nelle Dolomiti. Una strategia per il Bene Patrimonio UNESCO”, “Indagine rivolta a turisti e operatori”, “Analisi dell’accessibilità tramite mezzi di trasporto pubblici”, “Modelli valutativi (carrying capacity) per i processi di coordinamento delle politiche territoriali”, “Linee guida per la promozione di un turismo sostenibile”. Tali studi hanno permesso di co-struire una descrizione unitaria del contesto territoriale di riferimento superandone per la prima volta i confini amministrativi. Le ricerche fin qui prodotte confluiranno in una sintesi complessiva che suppor-terà la redazione delle due Strategie.#Dolomiti2040 è un processo che si inserisce fra questi due momenti: quello di studio e quello di pro-grammazione strategica.Attraverso il coinvolgimento dei portatori di interesse, la Fondazione ha raccolto proposte ed idee che, dopo essere state rielaborate ed intregrate fra loro, contribuiscono alla Strategia Complessiva di Ge-stione del Bene. Per i partecipanti #Dolomiti2040 ha rappresentato un’inedita occasione di confronto, insieme all’opportunità di immaginare come vivere nelle Dolomiti di domani.

1. Processo partecipativoUndici sono gli incontri previsti dal percorso, realizzati secondo la tecnica partecipativa del world café che prevede la rotazione, ad intervalli di tempo regolari, dei partecipanti ai quattro tavoli di discussione. Il confronto ha riguardato quattro argomenti essenziali: turismo, sviluppo socioeconomico, conser-vazione attiva e costruire relazioni. Ciascun tavolo è stato moderato da un facilitatore e tutti i parte-cipanti hanno espresso la loro opinione, dibattendo sui quattro argomenti proposti dalla Fondazione. Gli incontri sono avvenuti in 11 località situate a ridosso dei 9 sistemi che compongono il Bene Dolomiti UNESCO. L’intenzione è stata concentrare l’attenzione sulle aree periferiche piuttosto che sui capoluo-ghi delle Province e Regioni fondatrici, per poter cogliere al meglio le relazioni sociali, le problematicità e i punti di forza percepiti in loco.Il tavolo Turismo aveva l’obiettivo di discutere su quali siano le aspettative nei confronti del settore turistico e di aprire un confronto su quali direzioni possano essere intraprese per una maggior soste-nibilità del settore. I partecipanti al tavolo Sviluppo socio-economico prendendo in considerazione aspetti quali la formazione, il benessere economico, la qualità della vita e dell’ambiente hanno discusso sull’abitabilità delle terre alte. L’argomento Conservazione attiva ha invece permesso ai partecipanti di confrontarsi su obiettivi e azioni per una conservazione attiva e che generino una armonizzazione della

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governance nelle Dolomiti UNESCO pur nel rispetto delle diverse forme di governo esistenti. I parteci-panti al tavolo Costruire relazioni avevano il compito di indagare possibili azioni che contribuiscano a costruire e rafforzare le relazioni interne al Patrimonio e quelle tra le Dolomiti e il resto del mondo.

Tecnica partecipativaTutti gli incontri, della durata media di tre ore, sono stati così strutturati: una prima fase plenaria (di 30’) in cui, dopo la registrazione dei partecipanti, sono stati presentati il percorso #Dolomiti2040 e le “regole del gioco”; una seconda fase formata da quattro turni (di 30’ ciascuno) in cui i partecipanti, distribuiti in modo numericamente omogeneo sui quattro tavoli, si sono confrontati su ciascuno dei quattro temi di discussione; alla fine del turno ogni partecipante era libero di scegliere il tavolo di discussione successi-vo. una fase conclusiva plenaria (di 30’), nella quale i quattro facilitatori hanno restituito i principali punti trattati per ciascun tavolo.Complessivamente hanno partecipato direttamente circa 300 persone, ma la rappresentatività totale del percorso partecipativo, tra associazioni ed enti territoriali, ha raggiunto oltre le 15 mila unità.Hanno infatti contribuito al dibattito presidenti di Comunità di Valle e Comunità Montane, Sindaci dei co-muni interessati al riconoscimento, associazioni ambientaliste nazionali, associazioni alpinistiche trami-te la loro presidenza, numerosi consorzi turistici nonché rappresentanti di ordini professionali regionali e di associazioni di categoria. Questo il profilo socio-economico completo:• amministrazioni provinciali e regionali• amministrazioni comunali e sovracomunali• proprietà collettive (Regole/ ASUC/ Magnifiche Comunità)• enti parco• istituzioni culturali e di ricerca (istituti linguistici, musei di storia naturale, musei etnografici)• consorzi turistici e pro loco• professioni della montagna (guide alpine, naturalistiche, accompagnatori di territorio, proprietari e

gestori di rifugi)• associazioni alpinistiche (CAI , SAT, AVS)• associazioni di tutela del territorio e ambientaliste (Cipra, Lega ambiente, WWF, Mountain Wilderness,

ecc.)• associazione albergatori (ASAT, AA Cortina, B&B Trentino, HGV, ecc.)• associazioni agricoltori ed allevatori (Coldiretti, ecc.)• associazioni di categorie economico produttive (Confcommercio, ecc.)• consorzi e società di impianti di risalita• ordini e associazioni professionali (geologi, forestali e agronomi, architetti e pianificatori, ingegneri

ambientali, antropologi, ecc.)• altri portatori di interesse locale (privati cittadini, scuole, comitati, ass. culturali, gruppi di azione loca-

le).

Geografia degli incontriCoentemente allo spirito inclusivo del processo di partecipazione gli undici incontri sono stati collocati in prossimità di uno o più sistemi montuosi facenti parte del Patrimonio Dolomiti UNESCO. I luoghi d’incontro prescelti: Cimolais (PN), Lozzo di Cadore (BL), Cortina d’Ampezzo (BL), Selva di Cadore (BL), Vigo di Fassa (TN), Badia/Abtei (BZ), Montagne (TN), Nova Levante/Welschnofen (BZ), Tonadico (TN), Pedavena (BL), Rifugio Punta Serauta - Marmolada (BL).

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2. Fondazione dolomiti UNESCOGli stakeholders si aspettano che la Fondazione sia un soggetto vivo, capace di promuovere ed attivare specifiche progettualità per la valorizzazione coerente del Patrimonio, ponendosi al fianco dei territori e delle comunità. Tuttavia la Fondazione non deve assumere un ruolo di rappresentanza politica né quello di un ente amministrativo e burocratico. La missione della Fondazione è piuttosto sintetizzabile nel motto: “3 C = Collaborare, Coordinare, Comunicare”.

3. Tematiche e proposteLe tematiche emerse dalla partecipazione sono trasversali e ricorrenti, sia rispetto ai 4 argomenti prin-cipali sia rispetto agli 11 incontri di #Dolomiti2040. Non tutte risultano essere direttamente collegabili allo status di Patrimonio dell’Umanità, ma i portatori di interesse le ritengono ugualmente prioritarie e strategiche. A ciascuna tematica, isolata in fase di rielaborazione, sono stati associati una serie di spunti per azioni o progetti, derivati dalle 11 discussioni. Il decalogo delle tematiche è così composto.

Abitare la montagnaGarantire la vivibilità delle terre alte è chiaramente percepito come l’obiettivo primario per assicurare un presidio efficace ai luoghi riconosciuti da UNESCO Patrimonio Mondiale. Per dare attrattività e competi-tività alla montagna è necessario che gli abitanti possano godere di servizi adeguati e fare affidamento su politiche che compensino le indubbie difficoltà legate all’abitare in montagna.

Governare il territorioImpegno e consapevolezza sono alla base della cura del territorio montano e si devono sviluppare a più livelli: la cittadinanza, gli apparati tecnico-amministrativi, gli strumenti normativi, la pianificazione urbani-stica e la programmazione economica (agricola, forestale, impiantistica, turistica).

Estendere la consapevolezzaAppare necessaria una formazione a più livelli e finalizzata per veicolare una conoscenza coerente e rendere possibile una valorizzazione autentica del Patrimonio.

Costruire relazioniÈ il modo per realizzare un nuovo modello di sviluppo per le aree Patrimonio dell’Umanità. In generale il riconoscimento è percepito come l’occasione per aprire un confronto fra aree e amministrazioni diverse e per fare rete a livello più ampio.

Puntare all’innovazioneLo sviluppo sostenibile del territorio si può raggiungere sia attraverso un’adeguata formazione sia intra-prendendo scelte innovative nei settori ritenuti strategici: turismo e mobilità. Sperimentare un’econo-mia diversificata trovando il giusto equilibrio fra tradizione ed innovazione è necessario per instaurare un nuovo modello di sviluppo territoriale.

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Ripensare la mobilitàL’accessibilità al Bene attraverso il trasporto pubblico deve essere garantita a tutti. La sostenibilità ap-pare legata ad un efficientamento del trasporto pubblico, grazie anche all’integrazione nel sistema dei mezzi di trasporto elettrici, su ferro, su fune e smart (car-sharing, car-pooling).

Gestire i passiIl transito motorizzato sui passi dolomitici registra due posizioni contrapposte: la prima auspica una drastica riduzione del traffico privato e la seconda ritiene prioritarie le infrastrutture ed il libero accesso. Appare necessario qualificare sia dal punto di vista infrastrutturale che paesaggistico i passi dolomitici, che hanno il doppio ruolo di porte d’ingresso al Patrimonio e di connessioni ecologicofunzionali.

Destagionalizzare i flussiUna nuova gestione dell’affluenza turistica è ritenuta cruciale per limitare la congestione nei picchi sta-gionali e redistribuire le presenze durante tutti i periodi dell’anno. Si deve puntare sui fattori attrattivi per un turismo di qualità più interessato all’autenticità dei luoghi ed alla loro fruizione lenta.

Accrescere la qualitàLa qualità deve caratterizzare il modello di sviluppo territoriale: equilibrio tra uomo e natura, tutela per l’ambiente, attenzione per paesaggio geologia wilderness, sono centrali e richiedono sinergie tra i due settori trainanti l’economia montana: il turismo e l’agricoltura.

Investire nell’UNESCOIl riconoscimento UNESCO deve rappresentare un volano ed un fattore di competitività non trascurabi-le. La sfida è comunicare in maniera univoca verso l’esterno la propria offerta turistica pur mantenendo quelle peculiarità territoriali che sono un fattore attrattivo imprescindibile.

4. ConclusioniIl processo partecipativo #Dolomiti2040 si è concluso il 19-11-2015 con l’approvazione del Report Finale da parte del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione.Le tematiche e le proposte emerse hanno contribuito a definire i 4 pilastri e le 55 linee strategiche della Strategia Complessiva di Gestione, approvata dal CdA il 21-12-2015, quale strumento per lo sviluppo sostenibile di lungo periodo sugli argomenti direttamente attinenti agli Eccezionali Valori Universali (pa-esaggio ed estetica naturale, geologia e geomorfologia).Alla stessa maniera l’orizzonte temporale adottato dalla Strategia Complessiva di Gestione (25 anni per le azioni a lungo termine) deriva direttamente dallo scenario ipotizzato dal processo partecipativo intito-lato esattamente #Dolomiti2040.

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Laboratorio Ravenna: nuovo quadro istituzionale per la gestione integrata del patrimonio

Francesca Masi

L’Accordo di valorizzazione, siglato da Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Regione Emilia-Romagna, Provincia e Comune di Ravenna, nel febbraio 2017 costituisce un’opportunità di por-tata straordinaria per il futuro di tutti i beni storico-artistici del territorio ravennate; a partire dagli Otto Monumenti Patrimonio dell’Umanità. L’importante atto d’intesa, primo nel panorama nazionale che unisce nwegli aspetti gestionali il patrimo-nio pubblico statale e privato, garantisce infatti un quadro di riferimento certo e un orizzonte temporale sufficiente per la realizzazione di progetti di salvaguardia e valorizzazione, su un’area vasta di territorio, a partire dall’apertura del Museo archeologico e del Territorio di Classe che riveste portata strategica anche per una lettura di profondità della genesi dell’arte ravennate. L’Accordo permette di incrementare e rafforzare, in un quadro di rapporti sinergici fra i diversi attori istituzionali, le politiche pubbliche di conservazione, valorizzazione e fruizione dell’area ravennate che costituisce un unicum, non solo per la presenza di edifici e mosaici paleocristiani e bizantini, Patrimonio dell’Umanità, ma per la ricchezza delle testimonianze archeologiche, la produzione culturale di eccellen-za che, forte di alcune connotazioni emblematiche quale ad esempio il culto di Dante, approda agli esiti contemporanei del mosaico, quale vettore di linguaggi contemporanei dalla street art alla videoarte. Si tratta dell’inizio di un percorso che guarda ad ulteriori forme di partecipazione e coinvolgimento di altri soggetti pubblici e privati, l’Archidiocesi, le fondazioni bancarie e gli altri enti territoriali, in un contesto di ripensamento della cultura intesa come partecipazione, per promuovere il diritto al patrimonio culturale, che può rivelarsi autentica «scuola i democrazia».

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Il nostro Futuro lo decidiamo noiProcesso partecipativo per l’approvazione del Piano

particolareggiato di Crespi D’Adda

Valeria Redaelli

Il Comune di Capriate San Gervasio ha nel proprio territorio il Sito UNESCO di Crespi D’Adda, villaggio operario di fine ‘800, esempio unico di archeologia industriale. Nel 2014 ha avviato un procedimento volto alla redazione di una variante al Piano delle Regole e al Piano dei Servizi per le aree del sito di Crespi D’Adda, comunemente detto Piano Particolareggiato. Nel luglio del 2016 l’Amministrazione, con il gruppo di lavoro incaricato di cui fanno parte architetti, urba-nisti con il supporto del Centro Studi dell’Università di Bergamo, ha promosso un processo di parteci-pazione al fine di predisporre non solo uno strumento attuativo con una forte connotazione urbanistica, ma anche un progetto di tipo strategico per la rinascita, la valorizzazione e la conservazione del sito. Il nuovo e più ambizioso traguardo, spostato più sul tema territoriale che su quello edilizio, ha determi-nato la necessità di un confronto più profondo attraverso un maggiore coinvolgimento della componen-te sociale presente nel villaggio e più in generale nel territorio comunale. Si è quindi pensato e poi attuato un elaborato processo partecipato che coinvolgesse in modo dinamico la popolazione e tutti coloro che volessero far parte di questa operazione. Oltre alle tradizionali assemblee pubbliche sulla questione, si è deciso di organizzare dei tavoli di lavoro, aperti ai cittadini, che affrontassero le principali tematiche legate alla realtà di Crespi: ABITARE, LAVO-RARE, VISITARE E CONSERVARE.

Tale processo partecipativo ha avuto come titolo “Il nostro futuro lo decidiamo noi”: un titolo forte per sensibilizzare la comunità del territorio, preoccupata per alcune trasformazioni urbanistiche in corso, tra cui la riqualificazione della Fabbrica di Crespi D’Adda e l’ampliamento del parco tematico Leolandia.

Al momento il Piano particolareggiato è stato adottato dal Consiglio comunale e pubblicato il 23/08/2017, in attesa della definitiva approvazione.

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La cura delle Mura di Siena: un modello di partecipazione

Paola D’Orsi

Le mura di Siena sono un bene di proprietà demaniale di interesse culturale in consegna alla Soprinten-denza: da tempo l’Ufficio Unesco ha promosso, con i fondi della Legge 77/2006, gli studi, le ricerche e i rilievi necessari alla redazione delle successive fasi progettuali. Nel Piano di Gestione del Sito UNESCO “Centro storico di Siena” è prevista un’azione mirata alla tutela e alla valorizzazione del Centro Storico con l’obbiettivo di mantenere il secolare rapporto tra la città costruita e gli spazi verdi compresi all’inter-no della cinta muraria.

Nel 2014 fu siglato fra i due enti un protocollo di intesa, a seguito del quale è stato approvato il progetto preliminare “COR MAGIS-PARCO DELLE MURA, recupero e valorizzazione delle mura cittadine” per un importo complessivo di € 8.000.000,00, mentre un finanziamento di € 2.200.000,00 ottenuto dalla Soprintendenza, ha consentito la realizzazione di un primo stralcio funzionale del progetto, nel tratto Porta Ovile-Porta Romana.

Mentre la complessa procedura di progettazione e finanziamento si metteva in moto, il Comune di Siena, in accoglimento del principio di sussidiarietà orizzontale sancito dall’art. 118 della Costituzione, ha approvato nel 2014 il Regolamento che disciplina la collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani, attraverso Patti di Collaborazione. In particolare, l’iniziativa “Adotta un’area o un monumento” finalizzata alla valorizzazione, cura e monitoraggio del pro-prio patrimonio culturale, comporta il coinvolgimento di tutti quei soggetti interessati a fornire, a titolo gratuito, qualsiasi attività diretta a raggiungere tali fini.

Un primo tratto pilota è stato pulito in collaborazione con volontari e Contrade, che si sono resi dispo-nibili a collaborare nelle zone limitrofe al paramento murario per l’eliminazione delle piante infestanti. Dopo questa valida esperienza, che ha visto un’ampia partecipazione, si è costituita un’Associazione di volontariato denominata “Le Mura”, con lo scopo di contribuire ad un maggior coinvolgimento di tutti i cittadini per la salvaguardia della cinta muraria di Siena: è stato dunque siglato un Patto di Collabora-zione, di durata biennale, per la conoscenza, valorizzazione e salvaguardia della cinta muraria di Siena, organizzando attività di controllo dello stato dei manufatti, ed interventi sulla fascia di terreno adiacente.

L’Associazione collabora in accordo con i tecnici dell’ufficio UNESCO alle operazioni di pulitura a terra nelle zone limitrofe alle mura senza intervenire direttamente sul bene storico, organizza azioni di raccol-ta fondi o ricerca di collaborazioni, sempre sotto il coordinamento dell’Ufficio Unesco; le aree di restano sempre a completa disposizione della cittadinanza.

Il Comune sostiene la realizzazione delle attività attraverso l’utilizzo dei propri mezzi di informazione per la promozione e la pubblicizzazione delle attività, e la copertura assicurativa, contro gli infortuni, dei volontari impegnati nello svolgimento dei lavori di manutenzione.

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Gli spazi comuni del Sito Unesco di ModenaAzioni per una tutela e valorizzazione condivisa

Francesca Piccinini

A partire dal 2011 il Comune di Modena, consapevole dell’importanza di preservare nel tempo il valore universale del Sito monumentale composto dalla cattedrale romanica, dalla torre Ghirlandina e da Piaz-za Grande, ha avviato l’iter per l’elaborazione del Regolamento del Sito, volto a disciplinare gli aspetti ambientali (impianti e veicoli), gli esercizi commerciali (tipologie e arredi), gli eventi organizzati negli spazi aperti e in particolare in Piazza Grande, i comportamenti individuali.

In parallelo il Coordinamento Unesco dei Musei Civici, ha sviluppato il progetto partecipato “È la mia vita in Piazza Grande” (settembre 2013-giugno 2014) con l’intento di coinvolgere attivamente i cittadini modenesi in una presa di coscienza collettiva dell’importanza e del significato del luogo che si andava a disciplinare, anche in relazione al recente ingresso nella Lista del Patrimonio Mondiale (1997). La storia della piazza, intrecciata al vissuto delle persone che a questo luogo altamente rappresentativo dell’iden-tità cittadina si collega, sono così diventati protagonisti di incontri, laboratori ed eventi che hanno coin-volto in prima persona migliaia di modenesi, dalle scuole, alle case di riposo, alle associazioni, ai nuovi cittadini (22 tra enti e associazioni, 3.370 partecipanti, 13.700 partecipanti effettivi). A tal fine è stato creato un apposito sito internet, che è divenuto il collettore di centinaia e centinaia di testimonianze, tra ricordi scritti, immagini e video. A conclusione del percorso è stata organizzata una giornata di eventi in Piazza Grande, con uno spettacolo serale che ha portato sul palcoscenico alcune delle testimonianze più significative. Nell’ambito del progetto sono state inoltre realizzate due mostre, ognuna con un suo catalogo: la prima, intitolata Le voci della piazza e allestita in uno spazio affacciato sulla piazza stessa, presentava le testimonianze raccolte; la seconda, I giorni di Piazza Grande. Parole e immagini dal Rinascimento ad oggi, si è tenuta negli spazi espositivi dei Musei Civici ed aveva un taglio di carattere storico e documentario.

A questa esperienza si collega anche la mostra fotografica organizzata in occasione del Festivalfilosofia 2017 dedicato alle Arti nell’ambito del ventennale del Sito presso i Musei del Duomo e all’interno della Ghirlandina, Obiettivo Sito Unesco. Il Duomo, la Torre e la Piazza nella fotografia d’autore (15 set-tembre - 10 dicembre 2017), ma soprattutto il contest fotografico #obiettivounescomodena finalizzato alla realizzazione di un calendario del ventennale.

Ai temi della partecipazione si collega anche l’indagine di qualità condotta nel corso del 2016 su un campione significativo di cittadini e di visitatori del Sito, campagna volta ad individuare i punti di forza e i punti di debolezza della gestione del Sito ai fini dell’aggiornamento del Piano di gestione, ma anche ad acquisire informazioni sul significato e sul valore attribuito al riconoscimento Unesco.

24 20 anni di Sito Unesco a Modena

Ora che finalmente, al termine di un percorso rivelatosi molto più lungo e complesso di quanto inizial-mente previsto, il Regolamento è stato ufficialmente adottato si sta infine iniziando a progettare una campagna informativa, rivolta prima di tutto ai cittadini, ma anche ai turisti, affinché ognuno si senta personalmente impegnato a prendersi cura e a rispettare il “cuore” del centro storico di una città le cui molteplici vocazioni (musica, enogastronomia, auto) devono potersi conciliare con il prestigio - e la re-sponsabilità - di possedere un bene riconosciuto Patrimonio dell’Umanità. In questo senso sarà impor-tante il collegamento a fini comunicativi, ma non solo, con campagne analoghe già avviate da altre città che possiedono Siti Unesco, quali Firenze, Mantova e Venezia e dallo stesso World Heritage Center.

26 20 anni di Sito Unesco a Modena