VITA DIOCESANA · N. 16 • 3 maggio 2015 • € 1,00 Anno LXIX • Poste Italiane S.p.A. •...

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N. 16 • 3 maggio 2015 • 1,00 Anno LXIX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Il linguaggio della carità e della comunione Crescenzio Card. Sepe Il corso di formazioe Ucsi a Fiuggi 3 PRIMO PIANO Le spoglie di San Luigi Guanella a Napoli 4 VITA DIOCESANA Il Maggio dei Monumenti 11 PRIMO PIANO CITTÀ Napoli prega la Madonna del Buon Consiglio per le vittime dei naufragi 5 VITA DIOCESANA Antonio Boccellino Rosanna Borzillo Giuseppe Bottalico Eloisa Crocco Oreste D’Amore Margherita De Rosa Stefania Falco Vito Gurrado Felice Iovinella Anna Lapalombara Roberta Mastrolonardo Lorenzo Montecalvo Massimiliano Noviello Giuseppe Pecorelli Elena Scarici Loreta Somma Mariangela Tassielli Antonio Tranzillo Elisa Turco Danilo Venturino Stefano Wurzburger Gli interventi Ventitrè anni di Episcopato per il Cardinale Sepe 2 Una strada per monsignor Matrone 5 La vita di don Giussani in un libro 6 I presidenti diocesani di Ac a convegno 10 Cristina Brando Santa il 17 maggio 14 All’Emeroteca Tucci la Giornata del libro 15 Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, si identifica nell’immagine del buon pastore per insegnarci che la sua missione è quella di riunire tutti gli uomini in un solo gregge e condurli alla salvezza, mediante il dono della sua vita. Egli è il vero Messia, in contrapposizione a tutti i falsi messianismi di ieri e di oggi. alle pagine 8 e 9

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N. 16 • 3 maggio 2015 • € 1,00

Anno LXIX • Poste Italiane S.p.A. • Spediz. in abbon. postale • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, Aut.  014/CBPA-SUD/NA • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Il linguaggio della caritàe della comunioneCrescenzio Card. Sepe

Il corso di formazioeUcsi

a Fiuggi

3

PRIMO PIANO

Le spogliedi San Luigi Guanella

a Napoli

4

VITA DIOCESANA

Il Maggiodei

Monumenti

11

PRIMO PIANO CITTÀ

Napoli prega la Madonnadel Buon Consiglio

per le vittime dei naufragi

5

VITA DIOCESANA

Antonio Boccellino • Rosanna BorzilloGiuseppe Bottalico • Eloisa Crocco

Oreste D’Amore • Margherita De RosaStefania Falco • Vito Gurrado • Felice IovinellaAnna Lapalombara • Roberta MastrolonardoLorenzo Montecalvo • Massimiliano Noviello

Giuseppe Pecorelli • Elena Scarici • Loreta SommaMariangela Tassielli • Antonio Tranzillo

Elisa Turco • Danilo Venturino • Stefano Wurzburger

Gli interventiVentitrè anni di Episcopato per il Cardinale Sepe 2

Una strada per monsignor Matrone 5

La vita di don Giussani in un libro 6

I presidenti diocesani di Ac a convegno 10

Cristina Brando Santa il 17 maggio 14

All’Emeroteca Tucci la Giornata del libro 15

Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo, si identifica nell’immagine del buon pastoreper insegnarci che la sua missione è quella di riunire tutti gli uomini in un sologregge e condurli alla salvezza, mediante il dono della sua vita. Egli è il veroMessia, in contrapposizione a tutti i falsi messianismi di ieri e di oggi.

alle pagine 8 e 9

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Vita Diocesana Nuova Stagione2 • 3 maggio 2015

Sabato 25 aprile, nella chiesa Cattedrale, durante l’ordinazione presbiterale di nove Diaconi, il Vescovo ausiliare monsignor Lucio Lemmo ha rivolto gli auguri all’Arcivescovo per i ventitrè anni di ordinazione episcopale

«Auguri Eminenza: il suoministero dono per la Chiesa»

Eminenza, prima di iniziare la Celebrazione Eucaristicanella quale Ella darà il Sacerdozio a nove carissimi diaconidella nostra Diocesi, permettetemi questo momento un po’ fa-miliare nel quale, a nome dei miei confratelli Vescovi, deiSacerdoti, Religiosi e Diaconi e delle comunità parrocchialipresenti esprimo il ringraziamento al Signore per l’anniver-sario della Sua Ordinazione Episcopale, 23 anni orsono.

Il suo Ministero Episcopale è stato un dono per la Chiesaperché attraverso questo servizio pastorale Lei ha potutoesprimere quella paternità sacerdotale così preziosa e utileper i tanti sacerdoti avvicinati, per le comunità incontrate eper i numerosi incarichi di ufficio a favore della Chiesa uni-versale.

La nostra Chiesa di Napoli esprime la lode a Dio per gli an-

ni della Sua presenza tra noi. Anni di infaticabile impegno pa-storale ma soprattutto di attenzione ai veri bisogni del popo-lo di Dio, dei Suoi Sacerdoti e delle loro comunità.

Un bel Pastore appassionato per la sua gente e preoccupa-to di dar loro l’unico cibo essenziale, Gesù vero pane e vera be-vanda.

La Madonna del Buon Consiglio La possa accompagnaresempre e sostenerla nei momenti della sua lunga giornata diPastore.

Le stiamo accanto con il nostro affetto, la nostra umile col-laborazione e la nostra quotidiana preghiera.

� Lucio LemmoVescovo Ausiliare

Il “gioco” di Enrichetta La Beltrame Quattrocchi candidata agli onori degli altari

di Massimiliano Noviello*

Ascoltare il mistero in ogni cosa è esserepresenti a una nuova creazione che libe-ra la verità, chiedendo di essere trovata

nella sua purezza primordiale. È ciò che acca-de ascoltando la presenza di una primula fio-rente: è un miracolo di risurrezione; un petalosi stacca dall’altro, si allarga, si fa vigoroso e sututto ciò è come se pronunciasse una sentenzadi libertà. Quale semplicità, tutto è inondato diluce, grandezza e chiarità: quale beatitudine!Scende uno sguardo dell’infinito. Non è faciledelineare qualcosa che si ama, quando ciò chesi scorge appare tanto luminoso agli occhi del-l’anima. Il guardare il mondo non era perEnrichetta esercizio di violenza o di catturarenell’occhio le cose, ella aveva un grande rispet-to; il suo era uno sguardo che presentava unachiarezza creativa, che incoraggiava tutto a es-sere se stessi.

Era lo sguardo del bambino, ma nell’occhiodella persona matura. Uno sguardo rispettosocon un’ampiezza che concede spazio a tutto,tale sguardo si fa saggezza, in quanto coglie lecondizioni, i limiti e i gradi. Si tratta di uno spi-rito che vuole unità, perché capace di un senti-re rispettoso, aperto all’essenza delle cose.Un’unità che non ha bisogno di essere prodot-to a forza, ma cresce da sé, tutto questo perchév’è nelle cose una ragione profonda che vienedal Creatore. Per indicare questo tipo di senti-re S. Tommaso all’interrogativo su che cosachiami: “essere morale” risponde: “fare il be-ne”. Ma poi alla domanda ulteriore, che cosasia poi il bene replica: “ciò che di volta in voltaè secondo ragione”. Si tratta di una ragione chenon ha nulla a che fare con l’arido razionali-smo.

La traduzione più esatta della parola è: “ciòche ha carattere essenziale”. Dunque qui sitratta di interrogare l’essere stesso. Qui si trat-ta del rispetto dell’ordine intrinseco delle cose,obbedienza verso la chiamata essenziale allavita del Creatore. Da ciò si coglie come le per-sone che presentano quest’orientamento delsentire, il loro agire è un udire e un obbedire.La riflessione si fa più acuta quando si cercapoi di sottolineare che cosa sia la profondità inquesto tipo di indole.

Anzitutto vi è una profondità che poggiasull’impenetrabilità, dove non si può andaredentro perché qualche cosa sta nell’abisso, nel-l’oscurità, su altezze inaccessibili. Una profon-dità che è enormità. Ma vi è anche un’altraprofondità, che poggia, sta nella chiarezza.Qui nulla ha bisogno d’essere “interpretato”nel senso di “chiarito”. Qui non vi sono altez-ze, abissi, caos. Qui tutto sta luminoso in niti-da presenza. Vi è pienezza vibrante, tutto si of-fre apertamente. In tale chiarezza vi è tutto.Qui tutto è trasparente perché spoglio di qual-siasi involucro. Mi piace sottolineare chequando san Francesco di Sales incontròGiovanna Francesca di Chantal (baronessa,fondatrice e prima religiosa dell’ordine dellaVisitazione (1572-1641); canonizzata nel1767) ne fu del tutto confuso. Poiché guardareattraverso l’acqua cristallina di un torrentello

Settore Laicato Ufficio FormazioneSocio-politica

Ciclo di incontri di formazio-ne socio-politica di ispirazionecristiana sul tema “Bene comunee governo della Città”, promossoda Azione Cattolica di Napoli;Movimento Ecclesiale di Im -pegno Culturale (Meic); Federa -zione Universitaria CattolicaItaliana (Fuci); Associazione deiNeo-Popolari Sturziani; Asso -cia zio n e ex Allievi Pontano;Movimento Cristiano Lavoratori(Mcl), nella chiesa di Sant’Annadei Lombardi, Sala Vasari, alleore 17.30.

Prossimo incontro, venerdì 8maggio: “La vocazione dell’Eu -ropa: L’accoglienza?” (Prof. An -to nio Iodice – Dott. Carlo Co -stalli).

Unioni CattolicheOperaie – Portici

Nell’ambito delle celebrazio-ni per il Novenario in prepara-zione alla Festività liturgica diSan Pasquale Baylon, i soci delleUnioni Cattoliche Operaie diPortici, accolti dalla Comunitàdei Frati, mercoledi 13 maggio,alle ore 18.30, nella parrocchia-convento di San Pasquale alGranatello in Portici, partecipe-ranno ad una Solenne liturgiaEucaristica presieduta da Mons.Domenico Felleca, AssistenteDiocesano. Saranno presenti:Pasquale Oliviero, presidentediocesano Uco; fra’ GiuseppeSorrentino, parroco; fra’ LuigiOrtaglio, Superiore.

Piccole Ancelle di Cristo Re

La “Lectura Patrum Nea -politana” 2014-2015 si svolgenell’Aula Magna della Casa delVolto Santo, in via Ponti Rossi54, a Capodimonte. Ultimo ap-puntamento: giovedì 14 maggio,alle ore 17, A. V. Nazzaro, M. L.Orgiani, M. Simonetti, D.Sorrentino presentano A. V.Nazzaro e A. Tuccillo, “Fiorettipatristici. In ricordo di padreGiacinto Ruggiero ofm, nel tren-tennale della dipartita”, Napoli2014.

APPUNTAMENTI

e vedervi ogni ciottolo, è una cosa piacevole;quando però un lago è perfettamente chiaro,ma al tempo stesso così profondo che lo sguar-do non giunge al fondale, è cosa che fa paura.Così gli è accaduto con questa donna. La suanatura sarebbe stata perfettamente trasparen-te, ma d’una chiarezza nella quale si schiude-va una profondità inesauribile. Que -st’esperienza rifugge la straordinarietà, le ma-nifestazioni eclatanti, i movimenti esplosivi.Ama invece una presenza netta, una misuracontrollabile e quanto è umanamente com-prensibile, anzi addirittura le cose dell’esisten-za quotidiana. Quest’indole parla con calma,perciò è difficile d’ascoltare quanto dice.Sembrano cose ovvie, ma se si accoglie nell’o-recchio tale parola si fa sempre più forte.Sembra che non dica nulla di particolare, maè l’ovvia naturalezza della luce, che rende lu-minoso tutto quel vi entra. Vi è una naturalez-za trasfigurata in questa profondità. Una natu-ralezza che non è agio o comodo, ma poggiasulla disciplina.

Qui si attinge a una costante rinuncia chechiede di superare il disordine, ciò che è sel-vaggio, confuso e pesante. Quando questa na-turalezza riesce, rende facile le cose. Rendeagevole il difficile senza che però viene menola sua serietà e la sua grandezza sovrana.Sembra tutto un gioco, perché questo farsi lie-ve e facile si compie attraverso un’azione co-stante. Ma questa energia si scatena e maturanella disciplina del “servizio quotidiano”; nelsempre rinnovato superamento della pigragravezza che dimora nel nostro essere.“Pigrizia” [acedìa] chiama Benedetto il primo

peccato, che genera sempre nuova pigrizia eche deve essere vinto nella riverenza, ispiratada sacro timore, davanti all’occhio onniveg-gente di Dio e con sforzo da rinnovare ogni ora.

Riferendosi a san Francesco d’Assisi, laBeata Maria Beltrame Quattrocchi scrisse: “datutto aspirava Dio […] ed era la vita sua comeuna osmosi perenne che trasfondeva in sé stes-sa il Verbo di Dio, per quem omnia facta sunt,nell’opera sua”.

Il fenomeno fisico dell’osmosi, per cui duesoluzioni contigue tendono a conformarsi, èun’ottima similitudine per spiegare l’azione diDio sull’uomo: Egli si pone accanto all’uomoperché l’uomo, contemplandolo, comprendaciò che è, essendo egli creato a immagine e so-miglianza di Dio e assuma i suoi stessi senti-menti. Questo lo dice chiaramente san Paolo:“Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furonoin Cristo Gesù” (Fil. 2,5) ed è anche il senso del-l’invito di Gesù: “Siate perfetti com’è perfettoil Padre vostro che è nei cieli” (Mt. 5,48).

Gesù non ha mai rifuggito la familiaritàcon gli apostoli, anzi, ha dormito, mangiato,viaggiato con loro. Un atteggiamento che vaben oltre il nostro concetto comune di testimo-nianza e trova il suo culmine nell’Eucaristia.

Enrichetta andava incontro agli uomini,specialmente ai bisognosi, fratelli, creature diDio, e lo faceva rivestita di Lui. “Per avere la ca-rità vera – diceva, lei dedita all’attività assisten-ziale – bisogna possedere Iddio. Pretesa irrive-rente? Realtà splendida. La vita di grazia rap-presenta già questo possesso. La vita interioreè un possesso anche più intimo. Il contatto eu-caristico ne è la piena realizzazione completae sensibile.

Dove infatti attingere energia, grazia, lumise non da Colui che ne è la fonte? Ed allora, ri-vestiti di Lui, il nostro cuore si dilaterà, sapre-mo comprendere. Comprendere dolori, pecca-ti, deficienze. Compatire le croci, la miseria, lamalattia. Compatire: piangere con chi piange.Benignità, benevolenza, pazienza, facce tuttedi uno splendido poliedro, che trovano inCristo la loro mirabile, totale attuazione.Cristo, quindi, base e vertice della nostra for-mazione; complemento di tutte le nostre defi-cienze. Vivere con Lui, rimedio efficacissimoad ogni nostra deviazione, deformazione, la-cuna”.

I Beati Coniugi, pur maturi spiritualmente(e forse proprio per questo), hanno saputomettersi accanto ai loro figli senza mai forza-re la loro volontà ma restando continuamentenell’attesa fiduciosa di una corrispondenza.Ciò che hanno suggerito, mostrato, i figli han-no assorbito, esaltato, e agito nel mondo.

*Postulatore delle Cause dei Santi

NuovaStagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Direttore Responsabile CRESCENZO CIRO PISCOPO

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Primo PianoNuova Stagione 3 maggio 2015 • 3

Arcidiocesi di NapoliUcsi Campania

Giovaniper la solidarietà Seconda edizionedel Premio ideatodal Cardinale Sepe

La Diocesi di Napoli e l’UcsiCampania quest’anno hannoindividuato gli IstitutiProfessionali Alberghieri diNapoli come destinari delpremio “Giovani per lasolidarietà”, finalizzato asuscitare nei giovani studentiuna speciale attenzione agli“ultimi” e ai loro bisogni,rispondendo così all’invito delCardinale Sepe ad attualizzarel’opera di misericordia “Dar damangiare agli affamati” cheper l’occasione diviene “Datevoi stessi da mangiare”.A tale scopo è stata dedicata lagiornata del 29 aprile, al temadella solidarietà in sinergiacon l’Ufficio Scolasticoregionale della Campania, laCaritas diocesana, l’Ufficiodiocesano Aggregazioni laicalie l’Ufficio ComunicazioniSociali. Nel corso della giornata seiistituti alberghieriprepareranno e serviranno ilcibo per quanti frequentano lemense per i poveri nellaDiocesi di Napoli. Questoservirà a far fare esperienza disolidarietà ai giovani dellescuole e probabilmente a farnascere un percorso dicollaborazione tra gli istituti ele mense che poi potrebbecontinuare nel tempo. Nelcorso della giornata del 29 glialunni degli istituti hannorealizzato un breve filmato(massimo due minuti) chesarà poi presentato nel corsodella cerimonia di premiazioneche si terrà mercoledì 6 maggiopresso il Salone arcivescoviledella Curia.

Questo l’abbinamento tra le mense e gli istituti scolastici:

– Santa Maria del CarmineIpsseoa Cavalcanti

– Santa BrigidaIpsseoa Rossini

– Santa Lucia a MareIsis Vittorio Veneto

– San Vincenzo de’ PaoliIpsseoa Duca Buonvicino

– Binario Della SolidarietàIpsseoa Ferraioli

– La TendaIsis D’Este/Caracciolo

Le classi prescelte dellescuole partecipanti sarannopremiate con attrezzature didattiche.

A Fiuggi, dal 23 al 26 aprile, la scuola di formazione promossa dall’Unione cattolica stampa italiana

Il mestiere di raccontare la veritàservizio a cura di Rosanna Borzillo e di Elena Scarici

Responsabilità, preparazione, credibilità,obiezione di coscienza alla linea dell’editore:ecco i quattro principi generali che sui quali ilgiornalista è chiamato a confrontarsi. Se ne èparlato a Fiuggi, dal 23 al 26 aprile, durante laquinta edizione della scuola di formazionedell’Ucsi, intitolata a Gianfranco Zizola.

Il corso dal tema “Dalla deontologia allamediaetica” si è aperto con le relazioni del pre-sidente nazionale Andrea Melodia e del presi-dente Architecta e responsabile architetturadell’informazione gruppo L’Espresso FedericoBadaloni

Melodia ha ribadito la necessità, per il gior-nalista, di governare il cambiamentoBadaloni, ha sostenuto, invece, che la “notizia”è superata e che occorre passare alla esperien-za per un nuovo contatto con gli utenti. «Sonoimportanti – ha detto – le relazioni e ciò che que-ste fanno nascere nel contesto in cui si vive. Ilgiornalista, nel fare ogni giorno il suo mestiere,deve superare se stesso avendo la capacità dinarrare una storia che coinvolga il mondo».

Melodia nel chiarire che il giornalista devefare autocritica, ha aggiunto che e’ più impor-tante, oggi, arrivare bene sulla notizia che pri-ma. «Con gli strumenti che ci sono si può arri-vare primi per qualche secondo e poi– ha ribadi-to – tutti i media avranno la stessa notizia. È ne-cessario, invece, raccontare mettendo davanti ase l’interesse pubblico e non interessi di parte».

Ricordando l’impegno dell’Ucsi per laMediaetica, il presidente nazionale ha affer-mato che si «intende offrire un servizio per cer-care di comprendere come svolgere bene la pro-fessione, riscoprendo le motivazioni nobili di unmestiere che deve essere completamente rinno-vato».

«Competenza e deontologia sono scelte ob-bligate per ricostruire una professione che è for-temente destrutturata», ha detto ancoraMelodia, ricordando che tanti giovani «rifiuta-no la mediazione giornalistica, preferendo unaconnessione perenne e informandosi principal-mente attraverso la rete». Nessuna demonizza-zione di Internet che resta un grandissimostrumento d’informazione e conoscenza, ma

che «non garantisce la coesione sociale, perchéè il luogo del copia-incolla, del conformismo, an-che di isole chiuse per gli adepti».

L’appello da parte di tutti è a contrastare ungiornalismo fatto di omologazione e a risco-prire la voglia di raccontare, rendendo conto ailettori delle motivazioni del proprio lavoro, co-struendo un dialogo con loro, raccogliendo si-stematicamente informazioni sui loro deside-ri e i loro bisogni.

Il giornalismo, quindi, va ripensato comeuna missione – si è ribadito nell’incontro di for-mazione – per chi ha un sogno di società e didemocrazia, non per chi vuole diventare famo-so o semplicemente sa scrivere e pensa di vo-lerlo fare. Per questo da più parti si è espressala necessità di ridurre i quindici codici esisten-

ti in un unico solo, mentre appare prioritariaun’attenzione al giornalista come «persona».Ritorna il discorso deontologico.

La deontologia andrebbe ripensata in baseall’etica della responsabilità che impone alla li-bertà di ciascun giornalista di costruire la di-mensione dell’informazione pubblica su unadimensione di servizio. Davanti a questo pro-cesso di umanizzazione nessuno può dirsi aposto solamente per avere rispettato una nor-ma. Insomma è l’appello morale alla coscienzache è la norma che regola l’agire deontologico.

I partecipanti al corso si sono poi riuniti ingruppi di lavoro per approfondire i vari aspet-ti della questione deontologica dividendosi intre aree: i giornalisti della carta stampata, web,territorio.

I generi del giornalismo

Sport, economia, politica, criminalità, terrorismo internazio-nale: come raccontarli oggi? Se ne è parlato a Fiuggi, grazie agliinterventi, di chi se ne occupa quotidianamente. Il comune de-nominatore per il giornalista resta sempre la competenza, ladeontologia, la professionalità.

Così, Giampiero Bellardi, di RaiSport, ha parlato di come rac-contare lo sport, mettendo in luce valori e potenzialità, in un ap-passionante intervento, corredato dalla famosa conferenzastampa del 10 marzo 1998 a Monaco di Baviera, nella quale at-taccava a più riprese, in un tedesco piuttosto maccheronico, i cal-ciatori Strunz, Basler e Scholl, accusati di scarso impegno e dimancanza di professionalità. In quella sede affermava che i sud-detti calciatori erano come bottiglie vuote. Infatti Trapattoni, ol-tre alla particolare pronuncia, invertì la frase che suonava pres-sappoco come “Sono vuoti come bottiglie!”.

Interessante anche la dettagliata relazione su come è cambia-to il modo di raccontare la politica, molto diversa da quella delpassato, fatta dall’inviato di politica interna de L’Espresso, MarcoDamilano.

Toni Mira de l’Avvenire, ha messo in evidenza il diverso mododi raccontare la criminalità e la cronaca in genere tra i quotidia-ni nazionali che si interessano al racconto delle storie di “dolo-re” più che della verità dei fatti.

Appassionante Barbara Carfagna, del Tg1 che lavora, con par-ticolare attenzione alla divulgazione scientifica e all’economiadigitale. La Carfagna ha sottolineato le difficoltà nel raccontarela scienza che– ha spiegato – progredisce oggi con velocità tale dasembrare quasi fantascienza e quindi va inquadrata con compe-tenza per poterla spiegare chiaramente ad un pubblico non sem-pre informatissimo.

Ennio Ramondino, di RemoContro, infine ha raccontato ilterrorismo internazionale, spiegando che per farlo occorre cono-scere bene le storie dei paesi interessati ai conflitti ed i vari aspet-ti dei “singoli” terrorismi.

Le attività dei laboratori

Una sezione dei lavori di Fiuggi è stata dedicata alle attivitàlaboratoriali. Tre i gruppi scelti: il primo, formato dai giornalistiimpegnati in maniera stabile nelle testate, il secondo al web, ilterzo all’informazione territoriale.

Nel primo gruppo si è scelto di riflettere su un tema delicato,quello del rispetto del codice deontologico sui minori. Il pretestoè stato fornito dal coordinatore del gruppo, Giuseppe Vecchio, ilquale ha fatto notare come, rispetto ad un episodio di cronaca,in cui una madre aveva scelto di lasciare il bimbo in una culla perla vita (una specie di odierna ruota degli esposti), il cronista aves-se sottolineato l’intenzione da parte dei carabinieri di far partireun’indagine per rintracciare la madre. Un fatto probabilmentefalso, si è convenuto, vista la possibilità esistente a livello giuri-dico, di poter lasciare in anonimato un neonato in una strutturaad hoc, per non abbandonarlo e per permettere poi successiva-mente, nel rispetto delle leggi, un’eventuale adozione o affida-mento. Il dibattito ha evidenziato, come nella carta stampata, tve giornali, ci siano stati certamente dei miglioramenti sul rispet-to dei codici riservati ai minori, ma che c’è ancora tanto da fareper regolamentare certi servizi, soprattutto televisivi, che fannodel dibattito sui minori e più in generale su questioni prettamen-te personali, il loro punto di forza, perchè questo fa salire di mol-to gli ascolti.

Per quanto riguarda il web, invece, è emerso uno scenario diluci e ombre, perchè se è vero che esso ha di fatto cambiato il mo-do di comunicare e in molti casi limitato la natura vera della pro-fessione giornalistica, però ha consentito una velocità comuni-cativa impensata qualche anno fa ed anche alla portata di tutti.Di qui la domanda, siamo tutti giornalisti o fotoreporter?

Nell’analisi del terzo laboratorio sull’informazione territoria-le, si è invece convenuti sul fatto che una maggiore presenza nel-la realtà locale è certamente da auspicare per un giornalismo piùvicino alla gente.

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Vita Diocesana Nuova Stagione4 • 3 maggio 2015

Penultimo incontro di Lectura Patrum Neapolitana

Paolino da NolaNella serata di giovedì 23 aprile, nell’ambito della Lectura Patrum Neapolitana, è stato

presentato, a cura di Roberto Palla, Ordinario di Letteratura Cristiana Anticanell’Università di Macerata, il testo “Paolino da Nola. Per la morte di Celso”, volume tradot-to e commentato di Fabrizio Bordone e di imminente pubblicazione dalla Ets.

Nel corso del simposio, Palla ha letto e commentato alcuni versi della consolatio poeti-ca di Paolino di Nola, Vescovo e Santo vissuto nel IV secolo annoverato tra i Padri dellaChiesa, la cui attività letteraria consta essenzialmente di cinquantuno lettere e 33 carmi,prevalentemente in esametri.

L’accademico ha messo in luce, in particolare, le novità di una consolatio cristiana rispet-to alla ricca tradizione pagana precedente. «Un autore ecclesiastico come Paolino di Nola –così il relatore - trae dalla fede gli argomenti con cui consolare i suoi interlocutori e insiste sulfatto che la morte di un congiunto non vada affrontata con un lutto eccessivo, ma che anzi es-sa rappresenti per i superstiti un’occasione per meditare sulla propria vita e avviare un percor-so di “conversione” interiore che consenta loro di raggiungere il congiunto nella beatitudine ce-leste».

Il seminario è stato moderato da Antonio Vincenzo Nazzaro ed ha visto la presenza di unfolto e qualificato pubblico tra cui lo stesso autore del testo in corso di pubblicazione,Fabrizio Bordone. Quest’ultimo, in occasione del consueto dibattito finale, ha spiegato co-me lo studio della consolatio, in versi che Paolino di Nola scrisse per gli amici Pneumazio eFedele, colpiti dalla perdita del figlio Celso di soli otto anni, ha costituito uno dei sui pro-getti di ricerca per il dottorato in Poesia e cultura greca e latina in età tardoantica e medieva-le, presso l’Università degli Studi di Macerata.

«La scelta di tradurre e commentare questo componimento – ha dichiarato Bordone - èstata dettata dalla volontà di approfondire le modalità attraverso le quali gli scrittori cristianirecuperano e ridefiniscono i generi letterari tradizionali: la consolatio, in tal senso, ha rappre-sentato un significativo ed importante caso di studio, in considerazione dell’ampia e variega-ta tradizione classica. La traduzione si propone di interpretare il testo, senza eludere le diffi-coltà e i problemi esegetici, ma al contempo di rispettare il più possibile gli effetti fonici e l’or-do verborum del testo originale latino». Bordone ha poi chiarito come questo testo rientri inuna collana “I poeti cristiani” diretta dallo stesso Palla alla quale lavora da tempo.

Presenti le religiose della Congregazione delle Piccole Ancelle di Cristo Re, a partire dal-la segretaria suor Leonia Buono, dalla Madre Generale Suor Maria Luisa Orgiani e la MadreEmerita suor Antonietta Tuccillo che ha fondato il sodalizio Lectura Patrum Neapolitana,insieme a Antonio Vincenzo Nazzaro e al compianto cofondatore Padre Giacinto Ruggiero;proprio a quest’ultimo sarà dedicata la prossima lectio in occasione della quale sarà presen-tato il testo “Fioretti Patristici. In ricordo di Padre Giacinto Ruggiero Ofm nel trentennale del-la Dipartita”. Il volume sarà presentato, alle ore 17 di giovedì 14 maggio, sempre pressol’Aula Magna della Casa del Volto Santo e chiuderà il XXXV ciclo di lezioni delle lettura pa-tristiche napoletane; vedrà come relatori Manlio Simonetti e il Vescovo di Assisi, DomenicoSorrentino.

Antonio Boccellino

Le spoglie di San LuigiGuanella a Napoli

Dal 30 aprile al 4 maggio: cresce l’attesa dei fedeli

Un rinnovato invito alla misericordiae alla fraternità: sono le due parolecon cui leggere l’ampio programma

di iniziative che accoglieranno le spoglie diSan Luigi Guanella nelle sue opere presentia Napoli. Prima tappa al Centro ElisaFernandes, che accoglierà l’urna il 30 aprilealle 16, con un momento di raccoglimentoalla presenza di autorità civili e religiose e lacelebrazione eucaristica presieduta da donNino Minetti, Superiore Provinciale.

Nato nel 1963 da una donazione dei co-niugi Fernandes in memoria della figlia pre-maturamente scomparsa, il Centro accoglieoggi 280 bambini e ragazzi dai 3 ai 16 anni,che usufruiscono del semiconvitto dopo lascuola. Tra le attività proposte sport, cate-chesi, musica, teatro. Una struttura apertaall’accoglienza di minori orfani, con disagiofamiliare, sociale e culturale, su segnalazio-ne dei servizi sociali territoriali, Dal 2014 at-tivati anche laboratori di formazione ai me-stieri (parrucchiere, estetista, barman e piz-zaiolo) per costruire con i giovani un futuropossibile nel mondo del lavoro.

In serata spazio al carisma in musica conlo spettacolo “Santo tu sei: canti e testimo-nianze” con Fusto Top e Valerio Marchei,vincitori della scorsa edizione del GoodNews Festival e la partecipazione diCorrado Impeciati e Stefano Bernardi.

Il 1° maggio, sarà dedicato al gemellag-gio con Pompei e alla contemplazione dellaMadonna del Rosario, in ricordo della devo-zione che aveva don Guanella, tante voltepellegrino in preghiera al Santuario; A pre-siedere la celebrazione nella parrocchiaguanelliana Santa Maria della Provvidenzasarà Mons. Tommaso Caputo, Arcivescovodella città mariana, mentre nel pomeriggioavrà luogo la celebrazione per bambini e ra-gazzi del catechismo – 160 tra comunione ecresima - presieduta dal Vicario, donUmberto Brugnoni. “un accompagnamentoprezioso -spiega don Lillo De Rosa, parroco- in rete con il gruppo genitori della parroc-chia e 5 cellule di evangelizzazione”.

Sabato 2 previsto l’incontro con la delega-zione di detenuti provenienti dal carcere diSecondigliano, guidati dal cappellano donMichele Vinzi, guanelliano, da 9 anni loro ac-canto giorno dopo giorno, autore del libro

“Dio è morto per tutti. La presenza del cappel-lano nel centro penitenziale Secondigliano”.

“E’ la possibilità di un incontro – sottoli-nea - che è consolazione e sostegno in uncammino di recupero vero, di cui sono testi-mone privilegiato”.

La Celebrazione eucaristica nella parroc-chia sarà guidata dall’Arcivescovo PasqualeCascio, mentre nel pomeriggio avrà luogo l’incontro di preghiera con i ragazzi dell’ora-torio e della scuola calcio, 250 ragazzi in tut-to. “Proposte preventive e di educazione aivalori cristiani – sottolinea don Lillo – dai 5ai 30 anni”. Nel celebrazione del pomeriggio

l’Unzione degli Infermi con la partecipazio-ne degli ammalati e degli anziani.“Riusciamo a seguirne una trentina conl’aiuto della Caritas parrocchiale che sostie-ne anche 60 famiglie che usufruiscono deipacchi alimentari. Con tutti ci siamo prepa-rati, approfondendo la vita di San Luigi e lasua storia che interpella noi oggi, nel nostropresente”.

Domenica 3 maggio l’omaggio diNapoli a San Guanella, con la Messa solen-ne celebrata da S.E. Cardinale CrescenzioSepe presso la Parrocchia guanelliana e nelpomeriggio l’adorazione eucaristica e i ve-

spri solenni presieduti dal SuperioreProvinciale don Nino Minetti. “Una giorna-ta di preghiera significativa perché – spiegadon Enzo Bugea Nobile - la venuta di SanLuigi Guanella si colloca tra il centenariodella morte (1915-2015) e il 50° anniversariodella presenza della casa guanelliana aNapoli”.

L’evento si concluderà lunedì 4 maggiocon la Messa presieduta da Don UmbertoBrugnoni, presso il Centro educativo “E.Fernandes”, e la partenza dell’ urna perFasano e le comunità pugliesi.

Stefania Falco

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Vita DiocesanaNuova Stagione 3 maggio 2015 • 5

A cento anni dalla nascita di mons. Giuseppe Matrone

Ercolano, una strada

per il parroco

A cento anni dalla nascita, su iniziativa del Comitato della MemoriaErcolanese, il Consiglio comunale della Città di Ercolano, ha deliberatoall’unanimità, di intitolare una strada a Monsignor Giuseppe Matrone,Arciprete Parroco dell’antica Basilica di Santa Maria a Pugliano, trasfe-rendolo così, perennemente nella storia della cittadina ercolanese.

Lunedì 11 maggio, la chiesa di Ercolano e i cittadini tutti saranno infesta per la cerimonia di intitolazione della strada adiacente alSantuario. Alle ore 19, in Basilica, Concelebrazione eucaristica presiedu-ta dal Vescovo di Acerra S. E. Mons. Antonio Di Donna. Al termine, ilSindaco di Ercolano, Vincenzo Strazzullo procederà alla cerimonia di ri-nominazione di “Via Fevolella” in “Via Mons. Giuseppe Matrone” per unperenne ricordo nella Storia della Città.

Mons. Giuseppe Matrone nacque a Resina, oggi Ercolano, daGiovanni Matrone, calzolaio, e Fortuna Pauciullo, casalinga, l’11 maggio1915. Nel 1941, ancora diacono, il Cardinale Alessio Ascalesi lo nominòEbdomadario della Cattedrale e l’anno seguente, il 30 maggio 1942, lo or-dinò sacerdote. Nel 1945 fu chiamato ad insegnare Lettere nel SeminarioArcivescovile di Napoli, sebbene non avesse ancora conseguito la laurea.Nel 1949 divenne Dottore in Lettere, discutendo la tesi in LetteraturaLatina col prof. Francesco Arnaldi sullo storico romano Lucio CornelioSisenna. Il 10 maggio 1951 fu nominato parroco di Pugliano e il posses-so canonico gli venne conferito dallo stesso Ascalesi il 23 settembre 1951.

Nel corso dei quarantacinque anni del suo servizio di parroco, gli fu-rono conferite varie nomine e benemerenze: Arciprete, Monsignore,Cappellano di Sua Santità su proposta del Cardinale Corrado Ursi men-tre, con il Cardinale Michele Giordano, fu nominato Prelato d’onore.

Sotto il profilo pastorale fu un vero innovatore, soprattutto negli an-ni post-conciliari, in cui seppe coniugare modernità e tradizione con in-telligenza ed accortezza, accettando l’una ma non trascurando l’altra.L’amore filiale per la Madonna lo convinse a farsi interprete di un rile-vante risveglio del culto di venerazione a Maria, grazie anche a varie ini-ziative avviate negli Anni Santi Mariani, accompagnate da vari congres-si. Predispose e guidò con maestria le missioni con i Redentoristi, gliOblati ed i Francescani.

Nell’anno del primo Centenario dell’Incoronazione della trecentescastatua lignea della Madonna di Pugliano, il 1975, non solo promosse laricorrenza con azioni pastorali, ma si fece fautore di una energica cam-pagna per l’abolizione del manto che nascondeva le fattezze artistichedella statua. Tra i numerosi impegni trovava sempre il tempo per non tra-scurare la pubblicazione mensile del bollettino parrocchiale, dove offri-va il proprio contributo di prete e di cittadino. Forse il merito più gran-de per il quale mons. Matrone ancora oggi viene ricordato, è quello diaver guidato migliaia di giovani che da lui sono stati formati come auten-tici cristiani ed onesti cittadini.

Il servizio pastorale come parroco di Santa Maria a Pugliano terminòil 7 aprile del 1996, ma da parroco emerito, non fece mancare il suo im-pegno in parrocchia con la costante presenza e nella celebrazione euca-ristica e nelle confessioni.

Il 3 febbraio del 2003, dopo 61 anni di sacerdozio e più di 45 di servi-zio parrocchiale, ritornò alla casa del Padre, da dove continua ad assi-sterci ed a pregare per tutti noi.

Antonio TranzilloCoordinatore del Comitato della Memoria Ercolanese

La Chiesa festeggia la ricorrenza della Madonna del Buon Consiglio con una concelebrazione

eucaristica presieduta dal Cardinale Sepe, ricorda le tante vittime dei naufragi nel Mediterraneo

«Serenata a Maria»

Sabato 25 aprile la Chiesa ha festeggiato la ricorrenza della Madonna del Buon Consiglio, alla qualei napoletani sono storicamente devoti. Un culto molto antico quello della Madonna “agostiniana”, la cuiicona originale è oggi custodita a Genazzano, vicino Roma.

A Napoli, presso il tempio dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio e dell’Unità dei Cristiani aCapodimonte, il Cardinale Crescenzio Sepe ha presieduto una celebrazione eucaristica, proprio nel gior-no della “discesa” del quadro miracoloso della Madonna, che, allocato in cima all’altare, il giorno 25 diogni mese viene portato tra i fedeli, per favorirne il culto e la venerazione.

Nella chiesa, affidata alla cura del rettore don Nicola Longobardo, erano presenti tantissimi fedeliprovenienti da tutta la diocesi, ma anche un folto gruppo di famiglie provenienti da Pianura e apparte-nenti all’associazione San Mattia onlus, presieduta da don Vittorio Zeccone, padre vocazionista, cheogni mese guida la preghiera mariana in basilica.

Erano presenti diversi sacerdoti, tra i quali il direttore della Caritas don Enzo Cozzolino, accompa-gnato da alcuni volontari, seminaristi e tre giovani diaconi, che l’indomani avrebbero ricevuto l’ordina-zione sacerdotale. Come ogni mese i confessionali erano pieni per l’esercizio del sacramento dellaRiconciliazione, mentre tanti bambini affollavano i corridoi del tempio, affidati alle cure e alle preghie-re della Madre di Dio. “Tutti riuniti attorno a Maria per farci amare Gesù”.

Dopo il consueto bacio dell’immagine sacra, si è dato inizio alla Santa Messa. Il Cardinale ha ricor-dato come Maria mostra a tutti noi, che formiamo una sola famiglia, l’amore di Dio. Ella “ci abbraccia,ci sostiene, fa sentire il suo amore verso di noi, addolcendo i cuori duri, ci insegna ad ascoltare la vocedel Buon Pastore, ci indica la strada per incontrare Gesù”. “Fate quello che lui vi dirà”: con queste paro-le la Madre di Dio ci invita a seguirlo, ad affidarci e abbandonarci a lui.

Non una serata mariana ma una “serenata” a Maria. Così il Cardinale ha definito quest’incontro dipreghiera serale, durante il quale ha voluto ricordare tutte le vittime dei naufragi di immigrati nelMediterraneo, affidate alle preghiere della Madre del Buon Consiglio. Il “Mare Nostrum” è divenuto“Mare Mortum”: cristiani e mussulmani, tutti figli di Dio e nostri fratelli, trovano ogni giorno la mortenella ricerca disperata di un futuro e di una dignità. In ricordo di tutti loro, al termine della celebrazio-ne, Sepe ha acceso un cero dinanzi al quadro della Madonna, collocato affianco all’altare, accompagna-to dal silenzio e dalla preghiera di tutti i pellegrini.

Al termine della celebrazione liturgica, la serata è proseguita con una veglia eucaristico-mariana,mentre i festeggiamenti si sono conclusi domenica 26, quando l’icona è stata riportata nella sua teca ori-ginale, da dove protegge ogni giorno tutta la città di Napoli.

Oreste D’Amore

Don Bosco e gli universitariMercoledì 13 maggio, alle ore 20.30, nella Residenza Universitaria San Giovanni Bosco in via

Palladino, si terrà un “Incontro-festa” su Don Bosco. A duecento anni dalla nascita di San GiovanniBosco, padre e maestro dei giovani, l’attenzione del mondo civile ed accademico è volta a questo ecce-zionale cittadino italiano, tanto che il Comitato Storico-Scientifico per gli anniversari di interesse na-zionale, presieduto da Franco Marini, ha attribuito al bicentenario della nascita di Don Bosco il ricono-scimento onorifico di evento di interesse nazionale.

A questa notizia, il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Angel Fernàndez Artime, in un messaggio al-la Famiglia Salesiana e ai suoi sostenitori, ha espresso gioia e soddisfazione perché tramite questo do-cumento si dichiara che don Bosco è uno dei figli prediletti dell’Italia, oltre che una figura di speciale ri-lievo. Il Bicentenario, infatti, è una preziosa opportunità per ravvivare il carisma salesiano, tanto attua-le nel nostro tempo, a favore dei giovani.

Nel cuore di Napoli, fin dal 1935, è presente un “polmone salesiano” che accoglie giovani studentes-se universitarie, provenienti da tutta Italia, che scelgono la nostra città per approfondire la propria pre-parazione culturale.

L’Istituto Femminile San Giovanni Bosco, Casa della Studente, si trova alle spalle dell’UniversitàFederico II e nei pressi dell’Orientale e del Regio Conservatorio di Musica. In piena sintonia con le esi-genze dei giovani, ha ospitato in questi anni numerose giovani che hanno coronato i loro studi con lalaurea nelle varie facoltà; è una struttura dedita alla promozione culturale delle giovani, scelta per la suacentralità nel territorio e per la sua pedagogia. L’educazione è la scelta prioritaria per ogni epoca, e lesuore salesiane, in fedeltà al carisma di Don Bosco, Padre e Maestro dei Giovani, lavorano in piena sin-tonia con le altre agenzie educative per rispondere alle esigenze dei giovani. Un consacrato a servizio deigiovani, modello di spiritualità e di pedagogia nell’educazione dei giovani. Il programma dell’evento vuo-le essere per tutti un invito ad unirsi a quest’avvenimento cittadino per esprimere, da giovani, la bellez-za di poter rispondere alla fame di futuro e di cultura.

Elisa Turco

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Attualità Ecclesiale Nuova Stagione6 • 3 maggio 2015

Foto dellaVisita pastorale diPapaFrancescoa Napoli,21 marzo2015Le foto sono di proprietà

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Presso l’auditorium della Curia Arcivescovile la presentazione del libro“Vita di don Giussani” di Alberto Savorana

«Edificare la Chiesa nel quotidiano»Nei vicoli di Napoli il brulicare di moto-

rini e macchine. Man mano un popolo (cir-ca seicento persone) si raduna nel grandesalone della curia arcivescovile, dove cam-peggia l’immagine del giovane vescovoGennaro, protettore della città.

A parlare di don Giussani salgono sul pal-co Gianluca Guida, direttore del carcere mi-norile di Nisida e l’autore del libro AlbertoSavorana, portavoce di Comunione eLiberazione, moderati da Emilio Prencipe,responsabile del movimento.

Gianni Aversano introduce l’incontrocon due canti: Era de Maggio e DonSalvatò. Prima del video che sintetizza la vi-ta del sacerdote milanese, Emilio legge il sa-luto cordiale del Cardinale Crescenzio Sepe,che per impegni pastorali precedentementefissati, non ha voluto far mancare però lasua paterna benedizione e gli auguri di unproficuo lavoro affinchè l’occasione dellapresentazione del libro di Savorana possaportare i suoi frutti, incentivando l’impegnoalla nuova evangelizzazione. Vengono letteanche alcune lettere di giovani universitari,che nel volantinare l’invito all’evento per lestrade della città hanno incominciato a farconoscere don Giussani, pur non avendoloconosciuto, Chiara infatti dice: «Mi stupiscecome ha trattato l’uomo. Non lo imprigionanelle categorie ma abbraccia tutto di lui: il li-mite, i difetti, le mancanze, le qualità, la sen-sibilità, le esigenze.

Prende tutto questo e lo valorizza. Tuttiquesti aspetti della persona diventano stru-mento per capire perché vale la pena vivere.Ha vissuto la vita non come un peso, ma co-me un dono.» Oppure Eva: «Ha ridotto la di-stanza tra me e Cristo. Lo ha reso più attuale.Quando sei piccolo, Gesù è così lontano espesso astratto, quasi una favola. Lui mi hapermesso – con la sua vita e il suo modo di vi-verla e di aiutarci a viverla – di capire che èpiù reale di quanto pensassi: mi aiuta a guar-dare diversamente le persone, senza ridurle acome le vorrei io, e ad amarle in maniera piùvera.» La strada sembra tracciata.

È la volta del direttore Guida che innan-zitutto ringrazia per l’invito e per la possibi-lità di parlare di una persona, “don Luigi”,non avendolo mai incontrato. Il tema del li-bro, dice, è l’esperienza di un uomo impe-

gnato a rinnovare la Chiesa. Racconta dellasua esperienza quotidiana a contatto con iragazzi “difficili” della città e della periferia.Nel libro, ha continuato, ho scorto come «unpassaggio del testimone. Don Giussani chie-de a ciascuno di noi, oggi, di continuare adedificare la Chiesa, nel quotidiano». PerGuida però « il cuore di Napoli si è indurito.Don Giussani lancia un messaggio di testi-monianza: ‘essere prossimo vivo e presente al-l’uomo».

Allora, ha concluso, come dice il Papa oc-corre prendersi cura, occorre rimettersi incammino. Savorana gli fa eco, «è la realtà cheha messo in moto Don Giussani. Perciò l’e-sperienza!».

Tutto è cominciato dalle periferie di unaMilano degli anni ‘50, in un confessionalecon un giovane che bestemmiava mentre siapprestava alla confessione. Don Giussanicapiva che il cuore di quel giovane era comeil suo: fatto per amare e non per odiare.

Questa una delle caratteristiche della vita didon Giussani: condividere il destino dellepersone a partire da quanto era capitato nel-la sua vita. Vivendo la scoperta della realtàanche nella malattia degli ultimi anni dellasua vita.

La vita di questo prete ha da dire ancoramolto a tanti oggi, che sfida la libertà di cia-scuno come ha ricordato Papa Francesco al-l’udienza del 7 marzo. Don Giussani ha edu-cato ciascuno a questa evidenza: nulla bastaa riempire la domanda che ogni uomo portadentro di sé se non Cristo, per questo il cri-stianesimo va vissuto in una compagnia cheimpone l’onere della prova.

A pochi passi dal luogo dove il sangue delgiovane vescovo Gennaro si scioglie, in quelsalone dove oggi campeggia la sua immagi-ne, un popolo è certo che il cuore può ripar-tire perché o sangue è vivo, grazie al testimo-ne don Luigi Giussani.

Felice Iovinella

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Beata Anna Rosa Gattorno6 maggio

Nata a Genova nel 1831 da famiglia agiata, a 21 anni si sposò e si trasferì aMarsiglia. Una serie di tracolli economici e disgrazie, culminate con la morte del ma-rito, la segnarono profondamente. Così si fece strada una nuova vocazione. Sotto laguida del confessore, don Giuseppe Firpo, emise i voti come terziaria francescana.

Si dedicò ai poveri e ai figli delle operaie, mantenendo con sé anche i propri. APiacenza iniziò una nuova famiglia religiosa, la Figlie di Sant’Anna, che subito (1878)andarono anche in missione. Collaborò con il vescovo Scalabrini nell’assistenza allesordomute. Morì a Roma nel 1900.

Santa Ida Monaca a Nivelles – 8 maggio

Figlia del conte di Aquitania, sposò il beato Pipino di Landen, maestro di palazzodel re Dagoberto II d’Austrasia e dunque uno dei maggiori dignitari del regno. Dopoil primogenito Grimoldo, che successe al padre Pipino, nacquero due figlie Begga eGertrude, che furono rispettivamente badesse di Andenne-sur-Meuse e di Nivelles esono venerate anch’esse come sante. La cura della famiglia non distolsero però Idadalle sue devozioni religiose e dai suoi impegni spirituali. Cresciuti i figli, preferironodedicarsi alla fondazione di un grande monastero benedettino investendo così le lororisorse. Vide così la luce il monastero femminile di Nivelles nel Brabante, cioè nell’at-tuale Belgio, tra Bruxelles e Charleroi. Tra le prime ad entrarvi per vivere secondo laRegola di San Benedetto vi fu Gertrude, loro giovanissima figlia, che dichiarò dinnan-zi alla corte franca di scegliere la vita religiosa e di preferire l’obbedienza al Creatorepiuttosto che l’autorità regia. Ida divenne esempio vivente di come la santità si possatrasmettere non solo con il sangue, da genitori a figli, ma anche nel verso contrario aquello naturale, dai figli ai genitori. Così a Nivelles, in una clima di profonda spiritua-lità, si invertirono i normali rapporti tra genitori e figli. La madre, anziana e sapien-te, si trovò a doversi sottomettere umilmente e silenziosamente alla figlia e la giovanefanciulla, investita di una autorità trascendente dalla sua giovane età, divenne guidasaggia e discreta di colei che l’aveva generata nella carne. Questo incredibile cammi-no le portò a santificarsi entrambe vicendevolmente.Quando Ida morì, l’8 maggio 652,il monastero di Nivelles perse non solo la sua fondatrice, ma soprattutto la più mode-sta tra le sue religiose e la badessa Gertrude perse, oltre che la propria madre, la piùobbediente delle sue figlie spirituali.

Sant’Isaia Profeta – 9 maggio

Isaia, figlio di Amos e parente del re Manasse, discendeva dalla casa reale di Davide.Visse circa ottocento anni prima di Cristo. Predicò la parola di Dio sotto i re Ozia,Giatan, Acaz, Ezechia, Manasse e la sua missione durò circa un secolo. Al re Manasse,empio e crudele, caduto nell’idolatria, il Signore mandò Isaia per richiamarlo al cul-to dell’unico vero Dio, al pentimento dei suoi peccati.

Isaia fu il maggiore dei Profeti. San Girolamo lo riguarda non solo come profeta,ma anche come evangelista e apostolo. Le sue profezie sono di una tale chiarezza chesembrano una storia del passato piuttosto che una predizione. Gli scritti di Isaia nar-rano principalmente le minacce di Dio al popolo di Israele e ai popoli vicini per i loropeccati, ma il profeta nel descrivere i giusti giudizi di Dio allude molto spesso alla ve-nuta del Liberatore e descrivendo la sua nascita, le sue opere e specialmente la suapassione, eccita negli animi l’amore e la confidenza in Lui.

Pastorale e DomenicaNuova Stagione 3 maggio 2015 • 7

Rimanere!Rimanere… è la sola cosa che

conta, l’unico vero

atteggiamento che nel tempo fa

la differenza.

Rimanere senza scappare, senza

cercare sotterfugi e

compromessi, senza mollare.

Quando la vita presenta il conto,

quando seguire il Vangelo chiede

scelte irrimandabili, quando le

nostre parole chiedono di

diventare azioni, quando tutto è

più difficile, allora solo una cosa

conta: rimanere, amando,

generando vita, diventando per

altri, raggio luminoso di

speranza!

La domanda, legittima, però c’è

e spesso sale dal più profondo di

noi stessi e confonde ogni cosa,

le nostre scelte e i pensieri:

«Come? Come riuscire a non

scappare quando le lacrime ti

strozzano? Come resistere e non

darla vita allo scoraggiamento,

quando la solitudine ti fa

mancare il fiato? Come

continuare ad amare

gratuitamente, quando il bene

ha un prezzo troppo alto per una

persona in carne e ossa?

Com’è possibile rimanere sempre

e comunque, anche quando

l’unica porta aperta è la

sconfitta?»

Il Vangelo brilla come una perla

luminosa nel fango e le sue

parole risplendono e rivelano

l’inimmaginabile: noi siamo

come fragili tralci legati alla vite.

Da lei la nostra vita, le nostre

energie, la nostra unica

possibilità di ricominciare, di

non mollare, di portare frutto.

La nostra vite è Dio; la linfa

vitale, il suo amore; i frutti sono

i gesti e le parole che in ogni

istante generano vita, speranza,

riconciliazione, tenerezza.

Una preghiera da condividereQuando la vita diventa difficile

e la strada si fa dura,

noi vorremmo scappare,

Signore Gesù, e nasconderci

in un posto lontano,

al sicuro da tutti e da tutto.

Ma tu trattienici,

legaci a te, convincici,

con l’amore, a restare,

perché solo in te possiamo

ricevere vita e diventare vita.

Amen

Un sms da inoltrare

È dura e vorresti mollare? Non

farlo! La linfa dà vita solo a chi

resta tenacemente legato alla

fonte della vita. Dio è la nostra vi-

te e noi i suoi tralci.

Mariangela Tassielli, fsp

Su www.cantalavita.com imma-

gini e preghiera da scaricare e

condividere sui social.

3 maggio. Quinta Domenica di Pasqua

Come il tralcio fecondoAt 9, 26-31; Sal 21; 1 Gv 3, 18-24; Gv 15, 1-8

SANTI, BEATI E TESTIMONIRECENSIONI

Stravolti da CristoDiciotto storie di religiosi e religiose la cui vo-

cazione è arrivata dopo un percorso di vita tortuo-so. Testo realizzato in occasione dell’Anno dellaVita Consacrata e, in particolare, per la Giornata dipreghiera per le vocazioni (26 aprile), con la con-sulenza di monsignor Nico Dal Molin, direttoredell’Ufficio nazionale per la pastorale delle voca-zioni della Conferenza Episcopale Italiana.

Il volume intende evidenziare come la vocazio-ne abbia completamente cambiato la prospettiva ela visione esistenziale di ciascuna di queste perso-ne, che hanno abbandonato la vita precedente permettere al centro Cristo e il suo messaggio salvifi-co. Ognuno con il proprio dono; ognuno con la bel-lezza e lo stupore della “beatitudine” a lui conse-gnata; ognuno con il cuore colmo di gratitudinenon per un miracolo donato, ma per i mille giornisenza miracoli in cui il Signore, rimanendoci ac-canto, ci ripete per sempre il suo «Non temere, per-ché io sono con te».Emanuele Lombardini Stravolti da Cristo. Storie di vocazioneEdizioni Paoline 2015 pagine 200 - euro 14,00

Don Bosco oggi Pubblicato nel bicentenario della nascita di

San Giovanni Bosco, il volume si apre con una pre-fazione del Cardinale salesiano Óscar AndrésRodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa,e si articola in dodici capitoli. Immigrazione, nuo-ve tecnologie, politica internazionale, economia,sviluppo e sottosviluppo, parità tra uomini e don-ne, fondamentalismo religioso. Cosa farebbe oggidon Bosco davanti a tutto questo? Dal confrontodel suo pensiero con le realtà mondiali più com-plesse del XXI secolo, hanno origine le riflessionicontenute in questo volume-intervista, per conti-nuare a far conoscere la figura di don Bosco, il suocarisma e la sua opera diffusi in 132 Paesi di tutti icontinenti.

Arricchiscono il libro due inserti fotografici:uno riunisce immagini d’epoca di don Bosco, deisuoi luoghi e della Torino del suo tempo, l’altro mo-stra la realtà salesiana oggi, in varie parti d’Italia edel mondo. Ángel Fernández Artime – Ángel Expósito Don Bosco oggiLibreria Editrice Vaticana 2015

Il cristiano non va mai in pensione. Unitoa Cristo come il tralcio alla vite, producefrutti di vita eterna… e li produrrà persempre, anche dopo la morte! La sua vocediventerà sempre più fioca, i suoi passisempre più incerti, ma il suo cuore traboc-cherà sempre di amore per Dio e per l’u-manità intera. Unito a Cristo, il cristianosarà sempre vegeto e rigoglioso, anche daanziano, come albero piantato lungo uncorso d’acqua e continuerà a portare frut-ti abbondanti di vita eterna.Ma cosa bisogna fare per rimanere legati aCristo come il tralcio alla vite? Bisognapregare incessantemente. Quando l’uomosmette di pregare, si distacca da Cristo e,come il tralcio staccato dalla vite muore,così quell’uomo si inaridisce nello spirito,diventando incapace di produrre frutti dibontà e di santità.Gesù dice infatti: «Rimanete in me… ed ioin voi! Come il tralcio non può far frutto dase stesso se non rimane nella vite, così an-che voi se non rimarrete in me! Chi rimanein me, ed io in lui, fa molto frutto, perchésenza di me non potete far nulla» (Gv 15, 4-5).Per mia personale esperienza, quando nonprego incessantemente mi sento come il fi-co sterile del Vangelo. Non do lode al

Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, perchéi miei occhi non riescono a vedere e gusta-re l’amore di Dio Trinità in me e negli altri.Allora non ho la forza di sconfiggere i ne-mici dell’anima mia, non sono più semina-tore di pace, non riesco ad evangelizzarecon la forza e la potenza dello SpiritoSanto.Senza lo spirito di preghiera la vita cristia-na diventa tristemente sterile! È proprioattraverso la preghiera, infatti, che GesùCristo ci dona la linfa del suo Spirito, checi fa produrre frutti buoni e abbondanti:«amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza,bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé» (Gal5, 22).Inserito in Gesù Cristo attraverso la pre-ghiera, il cristiano, confortato dalloSpirito Santo, cresce e cammina nel timo-re di Dio. Vivrà così per sempre, e per sem-pre darà frutti d’amore!Oggi tutti gli uomini, di ogni fede e nazio-ne, danno gloria a Papa Francesco per lemolteplici opere di bontà e di santità cheha prodotto, guidando la Chiesa nono-stante che sia avanti negli anni. Di lui sipuò dire con il salmista: «Sarà come albe-ro piantato lungo corsi d’acqua, darà fruttoa suo tempo e le sue foglie non cadrannomai. Riusciranno tutte le sue opere» (Sal 1).

Tutte le opere di pace che questo santoPapa sta compiendo sono frutto della suaintima unione con Cristo, il quale ha det-to: «Se osserverete la mia Parola farete ope-re più grandi di quelle che ho fatto io!».Il cristiano non conosce la sterilità se vivefacendo quello che è gradito a Dio. E a Diosono gradite soprattutto due cose: «checrediamo nel nome del Figlio Suo GesùCristo e che ci amiamo gli uni gli altri. Chiosserva i suoi comandamenti dimora inDio ed egli in lui; e da questo conosciamoche dimora in noi, dallo Spirito che ci ha da-to!» (1 Gv 3, 23-24).Meditando questa parola di Dio ho ricevu-to oggi una luce che mi aiuterà a vivere lamia missione con umiltà e fede: solo se in-serito in Gesù Cristo il mio sacerdozio po-trà portare i frutti di una inesauribile ca-rità. In Gesù troverò la sorgente e il fine delmio sacerdozio; in Gesù Cristo vedrò e gu-sterò le delizie del mio sacerdozio; solo inGesù, con Lui e per Lui, potrò offrirmi alPadre celeste! Il mio sacerdozio troverà linfa solo in GesùCristo, Egli è la vite e io il tralcio; senzaun’intima unione con Lui non diventeròmai santo, mai fiorirò come palma né cre-scerò come cedro del Libano!

Lorenzo Montecalvo sdv

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Speciale Nuova Stagione8 • 3 maggio 2015

Il 26 aprile, nella quarta Domenica di Pasqua, “Del Buon Pastore”, nella Chiesa Cattedrale, sono stati ordinati nove Presbiteri dal Cardinale Arcivescovo

Il linguaggio della carità e della comunione� Crescenzio Card. Sepe*

«Io sono il Buon Pastore …Ho altre pecore che non pro-vengono da questo recinto;

anche quelle io devo guidare» (Gv 10,10).

Care Eccellenze, sacerdoti, dia-coni, seminaristi, cari fedeli tutti.Cristo, il Figlio di Dio fattosi uomo,si identifica nell’immagine del buonpastore (autentico - kalòs) per inse-gnarci che la sua missione è quella diriunire tutti gli uomini in un sologregge e condurli alla salvezza, me-diante il dono della sua vita. Egli è ilvero Messia, in contrapposizione atutti i falsi messianismi di ieri e dioggi.

Come pastore, egli ci nutre con lasua Parola, con la dottrina dellaVerità e ci conduce per i pascoli fe-condi e vasti, dove ognuno può tro-vare nutrimento. Prima di ritornareal Padre, Egli ci ha promesso chesarà con noi fino alla fine dei secolie ha lasciato alla sua Chiesa, che nonè una impresa umana, il compito dipascolare gli uomini che vivono inogni parte del mondo.

In obbedienza a questo mandato,la Chiesa di Napoli, tramite il suoVescovo, conferisce l’ordinazionepresbiterale a questi suoi nove figli eli manda come pastori a pascolare ilpopolo di Dio: Ciro, Giorgio,Lorenzo, Aldo, Marco, Francesco,Giovanni, Fulvio, Vincenzo: tra po-co vi consacrerò sacerdoti di Cristoe vi manderò a pascolare il gregge

che vi sarà affidato.Vi siete preparati a questa eccelsa mis-

sione con fedele, generosa e libera adesionealla volontà di Cristo che vi ha chiamati pernome: avete ascoltato la sua voce e ora lo vo-lete seguire per sempre e senza condizioni,consapevoli che Lui, il Buon Pastore, non vilascerà mai soli. Egli, vi assicuro che è sem-pre con voi e in voi perché vuole continuare,attraverso voi, la sua opera salvifica.

Questa missione sacerdotale, come bensapete, non è facile, come non è stata facilequella dello stesso Maestro: vi mando, hadetto, come pecore in mezzo ai lupi! Ancheoggi, la missione della Chiesa e la vita dellacomunità cristiana devono affrontare dellesfide che ricadono su di voi come pastori epossono rendere particolarmente gravoso ilvostro ministero.

Questo ministero, infatti, se vuole essereincarnato, non può prescindere dal conte-sto sociale, culturale e antropologico nelquale vive l’uomo di oggi.

In verità, la realtà nella quale viviamo, cirende tutti coinvolti; tutti ne facciamo par-te, nessuno escluso, anche perché le dinami-che sociali e le tendenze culturali di fatto in-cidono su di noi, in ordine sia alla nostra vi-ta personale, sia alla fede e all’esperienza ec-

Napoli accoglie i nuovi Pastoridi Oreste D’Amore

La Chiesa di Napoli ha accolto nel suogrembo nove nuovi sacerdoti, giovani chehanno deciso di dedicare la propria esisten-za a Dio e agli altri, seguendo una vocazio-ne divenuta ormai matura. Sono CiroAlario, Giorgio Fabbro, Lorenzo Fedele,Aldo Landolfi, Marco Matteo, FrancescoPadulano, Giovanni Sannino, FulvioStanco e Vincenzo Vitiello. Tante storie, vi-te diverse, ma un’unica fede, che li ha unitiin questo percorso di discernimento voca-zionale. Sono giovani come tutti gli altri,che amano la propria vita e hanno deciso dimetterla nelle mani di Dio, per farne un ca-polavoro, per realizzare un sogno d’amore.

Domenica 26 aprile, nella chiesa catte-drale, c’è stata l’ordinazione dei nuovi pre-sbiteri, per mano del Cardinale di NapoliCrescenzio Sepe, alla presenza dei Vescoviausiliari Lemmo, Angerami e Acampa e delVescovo emerito di Campobasso ArmandoDini. Con loro c’erano tanti sacerdoti e fede-li, provenienti dalle parrocchie di apparte-nenza degli ordinandi, ma anche da tutta laDiocesi. E’ stato un giorno di grandi emo-

zioni per i nove sacerdoti novelli, per le lorofamiglie e i loro amici. Alcuni non hannotrattenuto le lacrime: lo Spirito Santo è di-sceso su di loro, cambiando per sempre laloro esistenza, ponendo fine ad un lungocammino di formazione e discernimento,ma dando inizio ad una nuova missione diservizio per la Chiesa.

Ad accoglierli, il Vescovo Lucio Lemmo,che ha ricordato che in quello stesso giornoricorreva l’anniversario di ordinazione epi-scopale del Cardinale Sepe. Il compito dipresentare i singoli candidati è spettato alVescovo Salvatore Angerami, attuale retto-re del Seminario Arcivescovile, che ha ricor-dato le tappe del loro percorso formativo, dicostruzione dell’identità presbiterale, attra-verso lo studio, la preghiera, la testimonian-za, il volontariato e lo zelo apostolico.

Sepe ha ricordato loro che Cristo non liabbandonerà mai, perché attraverso di lorovuole continuare la sua opera di salvezza.«Ma per incarnarsi veramente in Cristo,non si può prescindere dal contesto sociale,culturale e antropologico in cui si vive», ha

aggiunto, invitandoli a donarsi ogni giorni aCristo e agli altri, sperimentando il donodella fraternità e della comunione.

Il rito di ordinazione, come consuetudi-ne, ha visto l’invocazione iniziale delloSpirito Santo e le litanie dei Santi. I candi-dati hanno promesso obbedienza al proprioVescovo, poi il popolo tutto ha pregato perloro, mentre si prostravano dinanzi a Dio.Quindi i sacerdoti hanno disteso le propriemani sul loro capo e successivamente sonostati rivestiti dei segni sacerdotali: la stoladiaconale è stata sostituita da quella sacer-dotale, indossata insieme alla casula. Un ap-plauso liberatorio ha segnato la conclusio-ne di questo primo momento del rito, tra isorrisi e le lacrime dei novelli preti. Poi conil crisma il Vescovo ha segnato una croce suipalmi delle mani e gli ha consegnato il cali-ce e la patena con il pane e il vino, offerti insacrificio a Dio.

Al termine della celebrazione, le comu-nità parrocchiali hanno atteso sul sagratodel Duomo i nuovi sacerdoti, per fare festa epartecipare alla loro gioia.

Al Santuario di Pompei l’Arcivescovo celebra la 52ªGiornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Un cammino verso la santità

� Crescenzio Card. Sepe*

Cari fratelli e sorelle, nella liturgia di questa quarta domenica del tempo pasquale, il Signore si pre-senta come il “buon pastore” o meglio, come è nel testo greco: kalòs, autentico, bello. Questa imma-gine, messa in rilievo fin dalle origini della Chiesa, ci introduce direttamente al tema della cinquanta-duesima Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni: “Vocazioni e santità: toccati dalla Bellezza”.Ogni vocazione è vocazione alla santità, ma quando colui che chiama è il Pastore bello, allora nascenel cuore del giovane il desiderio di stare, di vivere con Lui: è “bello stare con Te”.

È la forza della bellezza che stabilisce una profonda relazione di amore con Cristo Signore, che in-vita a seguirlo sulla strada della verità per annunciare a tutti la Buona Notizia della salvezza. Gesùchiama per nome e stabilisce un rapporto di amicizia per stare con lui per sempre. È bello con te: nonsi tratta di atteggiamento superficiale e incosciente, ma di prendere consapevolezza dell’altissima di-gnità che ci viene offerta e della volontà di vivere coerenti con la vocazione che il Signore vuole affi-darci.

Come è nel linguaggio semitico, si è chiamati per una missione. La missione che Gesù vuole affi-darci è la sua stessa missione: essere testimoni ed annunciatori della verità di Dio e della sua bellez-za. Questa realtà ci stupisce e ci fa venire le vertigini; chi sono io che il Signore chiama con tanto amo-re e gratuità? È l’interrogativo che ci poniamo davanti a tanta degnazione di Dio.

Papa Francesco così risponde: «Noi cristiani non siamo scelti dal Signore per piccole cose, ma perandare sempre oltre, al di là, verso le cose grandi. Giochiamo la vita per grandi ideali». Nella chiamata,è Cristo stesso il nostro ideale; il Cristo che obbedisce alla voce del Padre e che ci invita a seguirlo «po-vero, umile e carico della croce, per meritare di essere partecipi della sua gloria».

Toccati dalla bellezza di Dio, la vocazione è un cammino verso la santità, cammino aperto a tutti:ragazzi, ragazze, giovani. Si richiede solo coraggio e generosità, sapendo che la strada è irta di diffi-coltà e che non mancheranno gli ostacoli posti da una cultura e da stili di vita mondana che tendonoa soffocare ogni anelito di bontà e di carità.

Ci è di esempio Sant’Agostino che, nelle Confessioni, scrive: «Tardi ti ho amato, bellezza così anti-ca e così nuova, tardi ti ho amato. Tu eri dentro di me…Tu eri in me…Mi hai chiamato, e il tuo grido hasquarciata la mia sordità…il tuo splendore ha dissipato la mia cecità… Ora ho fame e sete di Te. Mi haitoccato, e ora ardo dal desiderio della tua pace».

Cari ragazzi e ragazze, come Sant’Agostino, se sentiamo la sua voce, seguiamo Gesù, il più bellotra i figli dell’uomo; la bellezza di Dio supera e trasfigura ogni bellezza umana e rende l’esistenza diogni uomo o donna un riflesso del suo splendore. La vita diventa bella perché è trasformata dall’amo-re che si incarna in noi e, attraverso le opere di carità, ci unisce e ci affratella nell’unica famiglia diDio.

Chiediamo a Maria Santissima, la tutta bella, di accogliere le nostre preghiere perché tanti giova-ni, ragazzi e ragazze, ascoltino la voce del Buon Pastore e la seguano con coraggio e generosità per-correndo la strada della santità.

*Arcivescovo Metropolita di Napoli

Foto: Stefano Wurzburger

Foto: Stefano Wurzburger

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SpecialeNuova Stagione 3 maggio 2015 • 9

Il 26 aprile, nella quarta Domenica di Pasqua, “Del Buon Pastore”, nella Chiesa Cattedrale, sono stati ordinati nove Presbiteri dal Cardinale Arcivescovo

Il linguaggio della carità e della comunione� Crescenzio Card. Sepe*

ternità ed è realizzabile la nostraidentità: uscire dal nostro io, checausa solitudine, e aprirci a Dio e aifratelli.

Di questo, cari Ordinandi, dob-biamo essere consapevoli non solooggi, ma sempre, tutti i giorni dellanostra vita, contrastando in modocosciente e responsabile quell’agi-re diabolico, che può serpeggiareanche tra le nostre file, e che disgre-ga, divide e separa, impedendo diessere seminatori di vita; di essereautentici sacerdoti di Cristo; di es-sere Chiesa missionaria.

La nostra gente conosce un sololinguaggio: quello dell’amore.Nella nostra vita ecclesiale, nei no-stri rapporti, nelle fatiche pastora-li dobbiamo sempre usare il lin-guaggio della carità e della comu-nione, l’unico che comunica la ve-rità di Dio e dell’uomo.

Nella carità e nella comunione,che il sacramento costituisce tranoi sacerdoti, vogliamo percorrereinsieme i sentieri che lo Spirito diDio ci suggerisce per essere pastorisecondo il cuore di Cristo.

Maria Santissima, Madre dellaChiesa e dei sacerdoti, vi custodi-sca col suo amore materno, proteg-ga il vostro sacerdozio, e vi doni lagioia e la fierezza di essere sacerdo-ti del suo Figlio Sacerdote.

Dio vi benedica e ‘a Maronnav’accumpagna!

*Arcivescovo Metropolita di Napoli

clesiale, sia al ministero pastorale che svol-giamo.

Ma qual è la principale sfida che il mon-do contemporaneo ci pone? È la dittaturadell’ “io”. La prospettiva che domina oggi,infatti, è l’utilitarismo che porta a strumen-talizzare tutti e a mercificare tutto.L’egocentrismo, che è l’atteggiamento di chipone se stesso al centro e al di sopra di ognicosa, è la causa di tutti i mali della nostra so-cietà.

L’ “io” è diventato il “dio” al quale moltioffrono sacrifici che “puzzano” di violenza,di ingiustizia, di sangue, di morte.

Di fronte a questo male, diffuso dapper-tutto, il sacerdote di Cristo deve annunziaree testimoniare il Vangelo della carità, dellasolidarietà, del donarsi agli altri, della fra-ternità e della comunione. Ma dobbiamocominciare da ciascuno di noi, persuasi cheil fattore determinante della nostra vita edella nostra identità sacerdotale è essere do-no per gli altri, è vivere realmente e genero-samente la nostra comunione presbiterale.

Tutto questo sarà possibile se sapremocustodire il dono che lo Spirito ci darà trapoco, al momento dell’ordinazione. È soloin Cristo Gesù, che è la fonte del nostro sa-cerdozio, che diventa possibile vivere la fra-

Al Santuario di Pompei l’Arcivescovo celebra la 52ªGiornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni

Un cammino verso la santità

� Crescenzio Card. Sepe*

Cari fratelli e sorelle, nella liturgia di questa quarta domenica del tempo pasquale, il Signore si pre-senta come il “buon pastore” o meglio, come è nel testo greco: kalòs, autentico, bello. Questa imma-gine, messa in rilievo fin dalle origini della Chiesa, ci introduce direttamente al tema della cinquanta-duesima Giornata Mondiale di preghiera per le vocazioni: “Vocazioni e santità: toccati dalla Bellezza”.Ogni vocazione è vocazione alla santità, ma quando colui che chiama è il Pastore bello, allora nascenel cuore del giovane il desiderio di stare, di vivere con Lui: è “bello stare con Te”.

È la forza della bellezza che stabilisce una profonda relazione di amore con Cristo Signore, che in-vita a seguirlo sulla strada della verità per annunciare a tutti la Buona Notizia della salvezza. Gesùchiama per nome e stabilisce un rapporto di amicizia per stare con lui per sempre. È bello con te: nonsi tratta di atteggiamento superficiale e incosciente, ma di prendere consapevolezza dell’altissima di-gnità che ci viene offerta e della volontà di vivere coerenti con la vocazione che il Signore vuole affi-darci.

Come è nel linguaggio semitico, si è chiamati per una missione. La missione che Gesù vuole affi-darci è la sua stessa missione: essere testimoni ed annunciatori della verità di Dio e della sua bellez-za. Questa realtà ci stupisce e ci fa venire le vertigini; chi sono io che il Signore chiama con tanto amo-re e gratuità? È l’interrogativo che ci poniamo davanti a tanta degnazione di Dio.

Papa Francesco così risponde: «Noi cristiani non siamo scelti dal Signore per piccole cose, ma perandare sempre oltre, al di là, verso le cose grandi. Giochiamo la vita per grandi ideali». Nella chiamata,è Cristo stesso il nostro ideale; il Cristo che obbedisce alla voce del Padre e che ci invita a seguirlo «po-vero, umile e carico della croce, per meritare di essere partecipi della sua gloria».

Toccati dalla bellezza di Dio, la vocazione è un cammino verso la santità, cammino aperto a tutti:ragazzi, ragazze, giovani. Si richiede solo coraggio e generosità, sapendo che la strada è irta di diffi-coltà e che non mancheranno gli ostacoli posti da una cultura e da stili di vita mondana che tendonoa soffocare ogni anelito di bontà e di carità.

Ci è di esempio Sant’Agostino che, nelle Confessioni, scrive: «Tardi ti ho amato, bellezza così anti-ca e così nuova, tardi ti ho amato. Tu eri dentro di me…Tu eri in me…Mi hai chiamato, e il tuo grido hasquarciata la mia sordità…il tuo splendore ha dissipato la mia cecità… Ora ho fame e sete di Te. Mi haitoccato, e ora ardo dal desiderio della tua pace».

Cari ragazzi e ragazze, come Sant’Agostino, se sentiamo la sua voce, seguiamo Gesù, il più bellotra i figli dell’uomo; la bellezza di Dio supera e trasfigura ogni bellezza umana e rende l’esistenza diogni uomo o donna un riflesso del suo splendore. La vita diventa bella perché è trasformata dall’amo-re che si incarna in noi e, attraverso le opere di carità, ci unisce e ci affratella nell’unica famiglia diDio.

Chiediamo a Maria Santissima, la tutta bella, di accogliere le nostre preghiere perché tanti giova-ni, ragazzi e ragazze, ascoltino la voce del Buon Pastore e la seguano con coraggio e generosità per-correndo la strada della santità.

*Arcivescovo Metropolita di Napoli

Toccati dalla bellezza

“Toccati dalla bellezza” è il tema della52° Giornata Mondiale di Preghiera delleVocazioni, vissuta quest’anno in Cam -pania con particolare intensità. Mer -coledì 22 aprile, l’incontro con i religiosialla Colonia San Giuseppe a Salerno, al-la presenza dell’arcivescovo Mons. LuigiMoretti e dell’Abate di Cava de’ Tirreni,Dom Michele Petruzzelli, neo-delegatoper i religiosi della Conferenza Epi -scopale Campana.

Nel suo intervento, Don Nico dalMolin, direttore dell’Ufficio nazionaleper la Pastorale delle Vocazioni, haespresso il bisogno di un cammino eso-dale, che porti alla condivisione nella pa-storale vocazionale unitaria (religiosi, fa-miglie, giovani, presbiteri) delle storie edelle sensibilità di tutte le diverse chia-mate per la crescita della sensibilità e del-la cultura vocazionale nelle nostre comu-nità parrocchiali.

Si è svolto giovedì 23 aprile, nelSeminario di Benevento, l’incontro con isacerdoti, introdotto dall’Arcivescovo,Mons. Andrea Mugione, durante il qualeMons. Arturo Aiello, Vescovo di Teano-

Calvi e delegato della ConferenzaEpiscopale Campana per il clero, le voca-zioni e i diaconi permanenti, alla presen-za di undici vescovi, molti presbiteri e di-rettori dei Centri Diocesani per leVocazioni, ha invitato tutti alla piena co-munione.

Il terzo appuntamento è stata la veglianella Basilica della Madonna del BuonConsiglio, in Capodimonte, che ha vistouniti per la prima volta tutti i seminaristidella Campania (circa trecento) prove-nienti da sei seminari.

L’esodalità si è espressa nel convenireda esperienze diverse verso il cuore dellabellezza, come ha ricordato Mons.Salvatore Angerami, Vescovo ausiliare diNapoli e rettore di Capodimonte. Il cul-mine della settimana si è avuto, il 25 e 26aprile, a Pompei, divenuta per l’occasio-ne “capitale delle vocazioni” d’Italia.Sabato, assieme a Mons. Lucio Lemmo,Vescovo Ausiliare di Napoli e delegatodella Conferenza Episcopale Campanaper la pastorale giovanile, più di millegiovani hanno partecipato all’animazio-ne vocazionale nel Piazzale San Gio -

vanni XXIII e al Rosario in Santuario,durante il quale una famiglia, novizi reli-giosi di vita attiva e contemplativa, un re-ligioso missionario e un padre gesuitahanno donato le proprie testimonianzevocazionali.

L’Arcivescovo di Pompei, Mons.Tommaso Caputo, ha accolto i giovani,sottolineando che la casa di Maria è casavocazionale per eccellenza e casa maternaove si avverte il calore di una presenza checi rinfranca nel nostro cammino. La setti-mana vocazionale è terminata con laConcelebrazione Eucaristica in San -tuario, trasmessa in diretta da Rai Uno epresieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe,Arcivescovo di Napoli e Presidente dellaConferenza Episcopale Italiana, che, du-rante l’omelia, ha posto l’accento sulla for-za attrattiva del Signore, il “Pastore bello”,citando il celeberrimo passo delleConfessioni di Sant’Agostino, e la fatica,ma anche la necessità della risposta a talebellezza da parte di quanti ancora Egli sidegna di chiamare alla sua sequela e al suoservizio nella comunità cristiana.

Loreta Somma

Foto: Stefano Wurzburger

Foto: Giuseppe Pecorelli

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Vita Ecclesiale Nuova Stagione10 • 3 maggio 2015

Convegno delle Presidenze diocesane di Azione Cattolica dal 24 al 26 aprile a Roma

La realtà “sorprende” l’ideaLa missionarietà dell’Azione Cattolica alla luce dell’Evangelii gaudium

«A volte perdiamo l’entusiasmo per lamissione dimenticando che il Vangelorisponde alle necessità più profonde del-le persone, perché tutti siamo creati perquello che il Vangelo propone: l’amiciziacon Gesù e l’amore fraterno (EG265)».Gioia, Popolo, Misericordia, Dialogo,Poveri: ecco le cinque parole chiaveche sono state al centro del Convegnodelle Presidenze diocesane di AzioneCattolica, che ha visto riuniti a Romadal 24 al 26 aprile oltre 700 delegati del-le 200 diocesi italiane, in rappresen-tanza di un’Associazione che conta ol-tre trecentomila iscritti ed è presente inpiù di 7.000 parrocchie.

L’Azione Cattolica si è interrogatasul proprio futuro missionario a parti-re dall’Evangelium Gaudium. I lavori,dopo il saluto del presidente nazionaleMatteo Truffelli, sono stati introdottida una riflessione di S.E. Mons.Mansueto Bianchi, assistente ecclesia-stico generale dell’Azione Cattolica cheha esordito: «I cristiani sono i cercatoridi un Oltre che è dentro le persone, den-tro le cose, dentro i fatti: Gesù ci insegnaa leggere e vivere in profondità le perso-ne, le comunità e i fatti. Cosa che ci chia-ma alla responsabilità, ci impegna a pro-nunciarci, a metterci la faccia e le mani,a prendere posizione. Bisogna essere si-gnificativi nella vita».

Il sabato si sono svolti poi in con-temporanea cinque mini-convegni diapprofondimento, avviati dalle rifles-sioni della giornalista Roberta Carlini,Don Giovanni Tangorra, il professorLuigi Alici, Don Virginio Colmegna,

Don Cristiano Bettega e da racconti diesperienze concrete. A seguire nei labo-ratori si è cercato di lavorare insiemeper ricercare nuove strade per contri-buire in maniera costruttiva alla vita ci-vile del nostro Paese, facendosi caricodelle fragilità delle persone.

Il 25 aprile è stata anche l’occasioneper ricordare due eventi: il settantesimoanniversario della Liberazione e il tren-tacinquesimo anno dalla morte cruentadi Vittorio Bachelet ucciso dalle BrigateRosse, in dialogo con il figlio Giovanni.Non sono mancati anche riferimenti al-l’attualità, la guerra in Ucraina, la rifor-ma della Scuola. La Santa Messa presie-duta da S. E. Mons. Savio Hon Tai-Fai,

segretario della Congregazione perl’Evangelizza zione dei popoli e il salutodi Emilio Inzaurraga, presidentedell’Azione Cattolica Argen tina e coor-dinatore del Forum Interna zionaledell’Azione Cattolica (FIAC) hanno poiconsentito di allargare l’attenzione sul-la dimensione universale della Chiesa.

«La realtà sorprende l’idea. La realtà èsuperiore all’idea. Al bando gli intellet-tualismi senza saggezza, i progetti piùformali che reali. L’Azione Cattolica vuo-le radicarsi nei territori e, attraverso i lai-ci che vivono nelle parrocchie, testimo-niare che la Chiesa è a sevizio dellaSantità di ciascuno.

Senza abbandonare neanche il più

scalcinato dei gruppi» ha ribadito a con-clusione dei lavori il Presidente MatteoTruffelli, ricorrendo anche ad una me-tafora calcistica, invitando l’AzioneCattolica a cambiare strategia, a cam-biare modulo: «dal 3-5-2 al 4-3-3. Forseci esporremo ad un probabile contropie-de, ma di certo sarà perché saremo sbilan-ciati in avanti per poterci rinnovare in unmondo che si rinnova senza dimenticarele radici ben salde nella gioia delVangelo».

Giuseppe BottalicoVito Gurrado

Roberta MastrolonardoDanilo Venturinodelegati Ac Napoli

Il genio delle donne normaliDonne normali, eppure speciali: è il tema dell’incontro che il Ufficio

Aggregazioni laicali/Settore laicato dell’Arcidiocesi di Napoli ha organizzatosabato 9 maggio dalle 10 alle 13 nel Complesso Monumentale di San Severo alPendino, in via Duomo 286.

Si partirà dalla testimonianza di due donne dei nostri giorni, Maria PiaMusella, dirigente scolastica, e Paola Romano, volontaria nella periferia diNapoli, per arrivare a due grandi donne, normali ma molto “speciali, del passa-to: Enrichetta Beltrame Quattrocchi e Nina Moscati.

Di quest’ultima, il grande pubblico riconoscerà senz’altro il cognome perchégrande è il culto per il suo ben più famoso fratello, Giuseppe Moscati, medicoe santo. Ma pochi sanno quanto Nina, il cui vero nome era Anna, sia stata “com-plice del fratello Giuseppe nel fare il bene”, come recita l’epigrafe sulla sua tom-ba nella Chiesa del Gesù Nuovo di Napoli.

Nata nel 1878, diresse per venti anni l’Opera della Conservazione della Fede,sempre con spirito di carità, ma anche con autorevolezza e forte determinazio-ne e fu un indispensabile aiuto per il fratello. Ancor meno, forse, si sa diEnrichetta, romana, nata nel 1914.

La si potrebbe definire speciale “per nascita”, sia perché fu sottratta a unaborto terapeutico, solo grazie alla fede eroica dei suoi genitori, sia perché fuattorniata da un padre e una madre, entrambi successivamente beatificati, e dadue fratelli e una sorella, tutti votati alla vita ecclesiastica.

Della spiritualità vissuta in famiglia, seppe farsi testimone e continuatrice,ebbe il dono dell’ascolto e del consiglio e trasferì la sua religiosità e la sua fedeprofonda ai tanti frequentatori della casa di famiglia, in via De Pretis, non a ca-so sopranominata “Casa Betania”.

Attualmente è candidata agli onori degli altari. Dunque, ieri come oggi, tan-te donne, nell’ombra, interpretano appieno i valori cristiani mettendo i propritalenti al servizio degli altri.

Sabato 9 maggio, dalle ore 10 alle 13, nel Complesso Monumentale di San Severo al Pendino,via Duomo 286, appuntamento con le “Esperienze di donne che vivono il quotidiano”

Il programma della giornataSabato 9 maggio, dalle ore 10 alle 13, nel Complesso Monumentale di San Severo al

Pendino, via Duomo 286, appuntamento con le donne. La Chiesa, in questo modo, «rin-grazia per tutte le manifestazioni del genio femminile apparse nel corso della storia, in mez-zo a tutti i popoli e Nazioni; ringrazia per tutti i carismi che lo Spirito Santo elargisce alledonne nella storia del Popolo di Dio, per tutte le vittorie che essa deve alla loro fede, speran-za e carità: ringrazia per tutti i frutti di santità femminile».Mulieris Dignitatem IX, 31. UnaDirigente scolastica: “La Chiesa rende grazie per le donne che lavorano professionalmen-te, donne a volte gravate da una grande responsabilità sociale”. Maria Pia Musella. Unadonna impegnata nel volontariato nella periferia di Napoli: “Una zingara napoletana”.Paola Romano.

Intervento musicale di Saria Giobbe: “In viaggio”. Video e foto di due donne “norma-li”. Essere speciali nell’accoglienza, nel rispetto dell’altro, nell’aiuto e nell’ascolto:Enrichetta e Nina, “normali”, come le altre. Padre Massimiliano Noviello Ofm Cap,Postulatore delle Cause dei Santi. Padre Leonardo Franzese Ministro provinciale OfmCap. Conclusioni del Cardinale Arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe.

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Primo Piano CittàNuova Stagione 3 maggio 2015 • 11

Sarà la canzone “Paese mio” diPeppino De Filippo la colonna sonoradi questa edizione del Maggio deiMonumenti, per la doppia accezione -ha spiegato l’assessore alla Cultura delComune di Napoli Nino Daniele allaconferenza stampa di presentazione –che si può dare alla p che, se minuscola,intende un piccolo centro e quindi illuogo di nascita, o una città comeNapoli, se grande uno Stato, quindil’Italia. Un termine che perciò mette in-sieme Napoli e l’Italia. Un calendarioricchissimo che, nelle parole dell’asses-sore, supera anche quello dell’annoscorso. Il tema: - ‘O core ‘e Napule, cori,cuori e colori di Napoli - un lungo ed ar-ticolato viaggio (cominciato il 23 aprilee che terminerà il 2 giugno), attraversoi luoghi della città conosciuti e scono-sciuti, con il leif motiv della musica, diPino Daniele e non solo. Mostre, per-corsi guidati, spettacoli, canzoni, itine-rari mai visti, alla scoperta di una cittàche ha sempre più da raccontare e chefa registrare il tutto esaurito negli alber-ghi. Un programma che va anche oltrela stessa città, ormai diventata metro-politana. Tra le iniziative già realizzate,il prologo Leopardi, eventi per ricorda-re il grande poeta recanatese, morto aNapoli e che ha visto il 28 aprile la pre-sentazione della tomba restaurata alparco Vergiliano di Piedigrotta.All’apertura del sito seguiranno confe-renze, visite guidata nei luoghi leopar-diani di Napoli, e una mostra di CiroCiavolino. Nel segno della musica, l’esi-bizione dei cori di cui sarà piena la città,in particolare quelli dell’Accademia

Vivarium Novum, i cui giovani cantantieseguiranno carmi antichi in latino egreco. Ma nel segno della musica saran-no anche le visite ai luoghi come i con-servatori, o le strade degli strumenti, ol-tre a tante leggende ispirate alla musica.

L’altra parole chiave è il cuore, quelsentimento che permea tutta la manife-stazione ma che è anche stata immorta-lata dagli studenti dell’Accademia diBelle Arti, che hanno realizzato l’instal-lazione simbolo per il festival del bacioe che hanno collaborato attraverso lagrafica alla realizzazione di tutta la ma-nifestazione. E poi i colori, come dice ilnero a metà che ci ha lasciato a inizioanno: “Napule è mill’ culure”. Le cinquesettimane del maggio si snoderanno at-traverso cinque tonalità: il rosso dal 1 al7 maggio, nel segno del sangue e dellapassione, il nero e il bianco, dall’8 al 14,come i tasti del pianoforte, blu, la terza,

dal 15 al 21 come il mare e il cielo, gial-lo, dal 22 al 28 come il tufo delle rocce el’oro dei tesori, verde, infine, è l’ultimasettimana, dal 29 maggio al 2 giugno,per riscoprire nei giorni che annuncia-no l’estate, la bellezza dei parchi e deigiardini antichi e nascosti tra le chiese.

Non mancherà l’impegno degli stu-denti attraverso l’iniziativa “La scuolaadotta un monumento”, curato dallaFondazione Napoli 99. A cura degli or-ganizzatori Rock!5, ecco “Napoli è nacammenata – Int’e viche miezo all’ate”:musica racconti, aneddoti e incontri trai monumenti, le piazze, le strade e i vi-coli dove è nata e cresciuta l’arte di PinoDaniele. Interessante anche il program-ma di “Scale di maggio”, curato dalCoordinamento Scale di Napoli con l’o-biettivo di recuperare alla vivibilità ur-bana una componente peculiare delpaesaggio napoletano formato da oltre

Presentato il calendario del Maggio dei monumenti. Un viaggio tra cori, cuore e colori di una Napoli che prova a dare il meglio di sé

Un mese ricco di storia, arte, musica e sentimentodi Elena Scarici

Un po’ di numeri

Seicento opportunità di per-corsi, tra viste guidate, enogastro-nomiche, spettacolarizzate, pas-seggiate sportive, in barca o in bi-ci, duecento proposte di eventi eperformance tra cori, teatro, con-certi, sfilate, danze, musica e altreattività di intrattenimento, qua-ranta appuntamenti tra incontri,letture, convegni, quaranta mo-stre d’arte e documentali aperte incittà per il maggio come quelle alPan tra cui Milo Manara eNapolicromie con i cinquantamanifesti realizzati dall’Acca -demia di Belle Arti per la campa-gna del Maggio.

Prosegue, inoltre, la mostra IlBello o il Vero nel convento di SanDomenico Maggiore, con un fittoprogramma di eventi per l’Expo2015.

200 percorsi perdonali naturali, 135scale vere e 69 gradonate storiche.Senza trascurare il mondo della disabi-lità. A loro sono dedicate visite guidatead hoc, appositamente studiate per es-sere accessibili a cura delle associazio-ni Peepul & Cosyforyou, Percorsi gra-tuiti, infine, curati dall’associazioniMani e Vulcani.

Tra gli eventi originali in programma“Un (lungo) mare di libri, ideata e cura-ta dall’assessorato alla Cultura con lapartecipazione di editori e librai cam-pani. L’appuntamento è in VillaComunale un sabato e una domenica almese fino a luglio con un evento centra-le, il 23 e 24 maggio, interamente dedi-cato al viaggio.

Negli stessi giorni, anche La Giostradei Sedili, evento rinascimentale che ve-drà in una piazza napoletana la rico-struzione storica di un campo d’arme ela rappresentazione degli antichi sedilinapoletani. Passando per la notte dei fi-losofi, il 30 maggio, nel convento di SanDomenico Maggiore.

«È importante riappropriarsi dellacittà, registriamo una ripresa turisticanotevole ed in più siamo in grado di of-frire un programma di maggio di altis-sima qualità. Perchè siamo convinti chela cultura è l’arma principale del nostroriscatto. Napoli è un evento quotidiano,Napoli c’è sempre. Ed è inoltre una cittàaccogliente. È vero c’è ancora tanto dafare, ma stiamo migliorando e vogliamoimpegnarci sempre di più, auguro a tut-ti, napoletani e turisti di vivere unosplendido mese di maggio». A Napoli,naturalmente.

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Città Nuova Stagione12 • 3 maggio 2015

Associazione MediciCattolici ItalianiSezione “San Luca”

L’ospedale:luogo di cura o azienda?Nel quadro degli impegnidell’anno sociale 2014-2015 iMedici Cattolici della Sezione“San Luca” di Napoli, domenica3 maggio, si riuniranno pressol’Istituto dei Padri Rogazionisti,sito in Napoli ai Colli Aminei. alviale dei Pini 53. L’Istituto èattiguo alla Parrocchia diSant’Antonio di Padova e diSant’Annibale Maria. Questoprogramma della giornata.Ore 10, partecipazione allaSanta Messa, celebrata dapadre Domenico Marafiotisj.Ore 11, incontro sul tema:“L’ospedale: luogo di cura oazienda?”. Relatore: dott.Gaetano D’Onofrio, Direttoresanitario Azienda PoliclinicoFederico II-Napoli.Presiede i lavori: Aldo Bova,Presidente Amci, sezione “SanLuca”, Consigliere nazionaleAmci e Presidente nazionale delForum cattolico sociosanitario.

* * *

Più politicheper lafamiglia«La famiglia è una risorsastrategica nazionale che deveessere sempre più difesa evalorizzata - dichiara ilconsigliere comunale ElpidioCapasso del Gruppo Città Ideale- il quale ha formalizzato aivertici del Comune di Napoliun’articolata delibera peristituire una Consulta Famigliaproprio per rimettere la famigliaal centro delle agende politiche.Occorre promuovere trasversali econdivise politiche a favore delfondamentale ruolo dellafamiglia, che tra milleindifferenze e difficoltà, ognigiorno, cerca di svolgerequell’insostituibile ruolo sociale,culturale e generazionale.L’Italia è uno degli ultimi Paesieuropei che non ha ancora unDicastero per la Famiglia, néuna legge quadro sulle politichefamiliari, che semplifichi esnellisca tempi e procedure,contro quell’intricata burocraziadi competenze e rinvii che spessocausano solo ritardi e danni allafamiglia e alla comunità. Unesempio è il recente flop del pianodi azione per la coesione per iservizi di cura e welfare, deiFondi Strutturali 2007-2013 cheper colpa dei soliti indefinibiliritardi burocratici non sono statiancora spesi oltre 710 milionid’euro, mentre ben 270 comunicampani non hanno ancora unasilo nido comunale».

Torna a zampillare la Fontana del Carciofo

A inaugurare il monumento il Cardinale Sepe e il Sindaco de Magistris

È tornata a zampillare la Fontana delCarciofo in piazza Trieste e Trento aNapoli. A inaugurare la conclusione delrestauro, il sindaco di Napoli Luigi deMagistris e l’Arcivescovo di NapoliCrescenzio Sepe.

Il restauro della fontana è stato realizza-to nell’ambito del programma‘Monumentando’ che si fonda sul finanzia-mento di privati per provvedere al restaurodi 27 monumenti cittadini per complessivi3 milioni e mezzo di euro. La fontana delCarciofo è il primo monumento portato atermine grazie al programma avviato lascorsa primavera. «La sinergia tra istitu-zioni e mondo dell’imprenditoria - ha detto

de Magistris - è il modo migliore per resti-tuire alla città le sue bellezze e per metterlain sicurezza. C’è - ha aggiunto - un grandeclima di orgoglio e partecipazione». La fon-tana deve il nome alla forma particolaredell’elemento floreale da cui sgorga l’ac-qua. Presente in piazza Trieste e Trento findagli anni Cinquanta, negli ultimi anni erastata danneggiata dagli agenti atmosfericie dall’inquinamento cittadino che avevano‘’annerito’’ la fascia basamentale e cambia-to il colore della corolla. L’intervento ha ri-guardato anche gli spazi verdi esterni.«Oggi - ha affermato il cardinale Sepe - si re-stituisce alla città un pezzo della sua storia,simbolo della nostra cultura. La collabora-

zione fra istituzioni e privati - ha concluso- non può che far bene a Napoli nella spe-ranza che si possa contrastare il male chepurtroppo esiste». All’inaugurazione, pre-sente anche l’assessore alle Politiche urba-ne Carmine Piscopo che ha annunciato laconclusione del restauro della ColonnaSpezzata per il 20 luglio e l’avvio, in estate,dei lavori per il recupero delle Fontane dipiazza Mercato e dell’ingresso monumen-tale del Parco Virgiliano.

Napoli ha avviato una partnership conprivati attraverso il programma‘Monumentando’ con cui saranno restau-rati ventisette monumenti cittadini.

Ansa

Contamination Lab NapoliNuovo bando per nuove start up e imprese innovative per gli studenti

di tutti gli Atenei della Campania. Scade il 15 maggio

Al via le iscrizioni al secondo ciclo del ContaminationLab Napoli, il progetto di formazione universitaria che pro-muove la nascita di startup e imprese innovative, rivolto aglistudenti di tutti gli Atenei della Campania.

Il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degliStudi di Napoli Federico II indice la selezione per l’ammissio-ne al secondo ciclo del Contamination Lab Napoli (CLabNapoli), il progetto di formazione universitaria promosso dalMIUR e dal MISE nell’ambito del bando Start Up – Linea 4, incollaborazione con l’Assessorato ai Giovani, Innovazione eCreatività del Comune di Napoli, il Dipartimento DIcDEA -Ingegneria Civile, Design, Edilizia e Ambiente della SecondaUniversità degli Studi di Napoli, la Fondazione Idis - Città del-la Scienza di Napoli e diversi partner provenienti dal mondodelle imprese, dei new media e dell’industria culturale.

Il CLab Napoli promuove la cultura dell’imprenditorialità,dell’innovazione e del fare, l’interdisciplinarietà e nuovi mo-delli di apprendimento attraverso percorsi di “contaminazio-ne” tra studenti di discipline diverse, con lo scopo di dare im-pulso a una cultura digitale d’impresa, valorizzare saperi,competenze, linguaggi e idee creative e favorire la nascita diimprese innovative e progetti culturali.

Il CLab Napoli, giunto al secondo ciclo di formazione, sipropone come strumento di raccordo tra il territorio, le im-prese e le istituzioni culturali, fornendo le chiavi interpretati-ve e gli strumenti più efficaci per valorizzare la creatività gio-vanile al fine di promuovere nuove forme di imprenditoria,anche attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali della co-municazione. Gli ambiti strategici che animano l’attività for-mativa del CLab Napoli sono quattro: Green Economy, Smart

Technology, Arte e Design, Media e Industria Culturale.Il Contamination Lab Napoli è aperto agli studenti di tut-

te le università della Campania, del Conservatorio di MusicaSan Pietro a Majella e dell’Accademia di Belle Arti di Napoli.

Il percorso formativo è totalmente gratuito per i 30 studen-ti che saranno selezionati e che “avranno l’opportunità - affer-ma il professor Lello Savonardo, coordinatore scientifico delCLab Napoli - di sviluppare idee di impresa innovative, con-frontandosi con professionisti, esperti, imprenditori, opera-tori e investitori, in un percorso inedito per l’università italia-na, che vede oltre alla didattica tradizionale una formazionesperimentale, aperta al mercato e alle imprese”. Nell’otticadella contaminazione, 5 posti sono inoltre riservati a giovani,provenienti dal mondo delle imprese e delle professioni, an-che in assenza del requisito di iscrizione all’Università.

Nel primo ciclo del CLab Napoli appena concluso, gli stu-denti hanno maturato conoscenze, acquisito competenze emetodologie di lavoro, giungendo a fine percorso con un pro-getto d’impresa strutturato grazie a docenze qualificate, alconfronto con professionisti provenienti dall’ecosistema del-le startup, a seminari con esperti e alla guida di Coach eMentor.

Il Bando scade il 15 maggio 2015 ed è disponibile al seguen-te link:

http://www.scienzesociali.unina.it/contamination-lab-il-nuovo-bando-partecipare-al-clab/.

Per partecipare alla selezione occorre compilare la doman-da online al seguente link:

http://tinyurl.com/clabnapoli2015. Il bando è disponibileanche sui siti www.unina.it e www.clabnapoli.it

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Nuova Stagione 3 maggio 2015 • 13

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Provincia Nuova Stagione14 • 3 maggio 2015

Afragola: folla di fedeli per la Festa di San Marco

Tradizionee fedeÈ stato un fine settimana difesta e tradizioni, quello disabato 25 e domenica 26 aprile,in occasione della Festapatronale di San Marco: unadue giorni di sole e di folla lungole strade cittadine, di fede e dicolori, di gente e associazioniche ha visto ancora viva unatradizione nata molti secoli fa.Anche quest’anno con unprogramma molto ricco sia diiniziative spirituali che dispettacolo, in occasione del IVcentenario della chiesa all’Olmo,la festa si conferma un eventoper la città.L’edizione 2015 ha avuto inizio,nel pomeriggio di venerdì 24aprile, con una MessaPontificale presieduta damonsignor Lucio Lemmo, cheha anche conferito la SantaCresima ad alcuni parrocchiani.A seguire, nella mattinata disabato 25 aprile, è stata la voltadi mons. Gennaro Acampa cheha presieduto una SolenneCelebrazione Eucaristica nellachiesa di S. Marco all’Olmo. Altermine della celebrazione si èsvolta la tradizionaleprocessione del simulacro diSan Marco verso il complessomonumentale in Sylvis. Dopo laprocessione, mons. Acampa, havisitato il luogo sacro dove,secondo la tradizione popolare,passò il Santo Evangelista, nel Isecolo d.c., per annunciare ilVangelo; e si sedette sulla “Pietradei Miracoli” ancora presentealle spalle del medioevalecomplesso monumentale di SanMarco in Sylvis. In questoluogo, ancora oggi, è possibilelucrare l’ indulgenza plenaria, seconfessati e comunicati,facendo per tre volte il giro dellachiesa e pregando sulla Pietradei Miracoli. Bellezze etradizioni che il parroco, donPeppino Delle Cave, ha benillustrato presule Acampa che hadefinito quella di San Marco«davvero una bella comunitàricca di storia e di fede».La festa, poi, è proseguita, conaltre liturgie, , compresa laSanta Messa Pontificale delle ore19, presieduta da mons. AntonioDi Donna, Vescovo di Acerra. Lamanifestazione si concludedomenica 3 maggio con laprocessione con il simulacro diS. Marco e Sant’Espedito per lestrade dei rioni San Marco eSaggese.

Antonio Boccellino

Un convegno per Santa Cristina Brando

Procedono le iniziative in preparazioneall’evento del 17 maggio, quando PapaFrancesco, eleverà agli onori degli altari laBeata Cristina Brando, fondatrice, inCasoria, della congregazione delle SuoreVittime Espiatrici di Gesù Sacramentato.Dopo la manifestazione sportiva del 19 apri-le, martedì 21 si è tenuto, al tempio eucari-stico edificato dalla Beata Cristina, un con-vegno, intitolato: “Maria Cristina Brando, lavia della santità”. Coordinato da CristinaRusso, il dibattito si è snodato attraversodue sessioni, che hanno avuto lo scopo di ri-costruire per intero la vicenda umana e spi-rituale dell’Innamorata dell’Eucarestia.Dopo il saluto del sindaco Vincenzo Carfora,don Nunzio d’Elia, postulatore della causadi canonizzazione di Adelaide Brando, ha il-lustrato il percorso giuridico-teologico cheha caratterizzato le diverse tappe del proces-so di santificazione.

Molti i medici presenti in qualità di rela-tori: Tommaso Romano, Raimondo Ferrarae Pasquale Longhi, che hanno delineato lepeculiarità della prima vicenda miracolosa,verificatasi per intercessione di madreCristina Brando e che fu determinante per labeatificazione della stessa. A seguire, l’inter-vento di Giuseppe Rota che ha esposto il per-corso clinico del miracolo ritenuto decisivoper la canonizzazione. «Il caso preso in con-siderazione dalla Commissione Medica – haprecisato Rota – era rappresentato da unagravidanza extrauterina, condizione in cui

l’embrione si colloca in sedi differenti da quel-la deputata e nell’arco di due mesi si verifical’interruzione della gestazione, anche median-te intervento chirurgico, con drammaticheconseguenze per la fecondità della donna.Nello specifico, la signora Angela Di Mauro,nata in Svizzera e residente ad Amorosi, ave-va sperimentato questa triste realtà, dopo diche le era stata consigliata la fecondazione as-sistita. Coerente con la sua fede, Angela avevarifiutato tale proposta e desiderando ardente-mente diventare mamma, nonostante la realeimpossibilità, si affidò a madre CristinaBrando: nel 2004 nasceva Pasquale, un bam-bino sano e bello, da un punto di vista medi-co, tenuto conto della devastazione che è cau-sata nella donna da gravidanze extrauterine,io ho ritenuto e proposto tale evento quale ma-nifestazione miracolosa».

Il dottor Tolino ha illustrato tutte le diffi-coltà riscontrate nel riconoscimento di talemiracolo da parte della commissione addettaal caso, eppure egli, innamoratosi della figu-ra e del carisma di Cristina Brando, ha proce-duto senza mai arrendersi pur al cospetto dinotevoli opposizioni. Affascinato dalla storiaterrena di Adelaide, intrisa di sofferenza,Tolino ha riscontrato la medesima sofferenzaanche nel cammino della canonizzazione, in-fatti la Consulta medica si è mostrata ostica erigida e anche un suo amico, componente del-la Consulta, ha pronunciato in più di un’occa-sione il suo no. Trepidante è stata dunque l’at-tesa del responso finale che, quasi in maniera

sorprendente, è infine risultato positivo, su-scitando la profonda commozione dello stes-so medico e della Madre Generale, Suor CarlaDi Meo, che ha vissuto con grande ansia l’in-tera vicenda, poi felicemente conclusasi. Èstata poi la volta della miracolata, la signoraAngela Di Mauro, che, diversamente da quan-to l’assemblea avrebbe potuto ipotizzare, hasolo accennato alla sua storia personale, persoffermarsi invece sul carisma eucaristicodella Beata Cristina, evidenziando l’impor-tanza della fede in quel Cristo che, sotto for-ma di Eucarestia, è sempre pronto ad ascolta-re le nostre preghiere, è l’amico al quale rivol-gersi nelle necessità, è colui al quale raccon-tare le nostre gioie e chiedere conforto per le-nire le nostre pene, per asciugare le nostre la-crime: questo è quanto Angela ha fatto e, perintercessione di Madre Cristina, ha visto tra-mutarsi il suo sogno in realtà.

«Il miracolo – ha sottolineato la dottores-sa Russo – è frutto della nostra fede e noi, sul-l’esempio di madre Cristina, dobbiamo crede-re sempre e comunque, a dispetto delle milledifficoltà, degli infiniti disagi e delle umanis-sime paure che sconvolgono la nostra esisten-za. Nel saluto conclusivo la Madre Generaleha porto i sensi della sua gratitudine ai relato-ri ed ai presenti tutti, auspicando che similieventi possano costituire per tutti uno spronea seguire le orme di Maria Cristina Brandoverso il traguardo della santità».

Margherita De Rosa

Parrocchia Spirito Santo ad Arzano

In scena “San Marcellino”La Paliata è una compagnia teatrale che nasce nel 2011 da

un'idea di Diego Menna, che ne è anche l'attore, il regista e l'au-tore dei lavori in repertorio.

Più che di idea, però, possiamo parlare di voglia, voglia diesprimersi in un tempo dove farlo non è facile, e voglia di farloattraverso una forma nobile, accessibile a tanti: l'arte.

Impresa comunque tutt'altro che semplice quando mancanorisorse economiche e le strutture adatte per rappresentazioni delgenere.

Se per le prove, quindi, questi giovani si “arrangiano” a casa,in garage o nelle sale della parrocchia dello Spirito Santo diArzano, grazie alla dedizione e propensione ad aiutare soprattut-to i più giovani del sacerdote Fulvio D'angelo, per la messa in sce-na cercano parrocchie fornite di teatro in cui andare ad esibirsisolo con l'obiettivo di far arrivare il proprio messaggio a più per-sone possibile, ed ogni comunità rappresenta per loro la possibi-lità di essere ascoltati e la speranza di avere trovato finalmenteuna voce.

La Paliata quest'anno porta in scena una commedia origina-

le nella forma e attuale nel contenuto, dal titolo: “SanMarcellino”. Gli attori che daranno vita a quattro personaggi al-quanto singolari saranno Delia Manzo, Simona Borgo, IvanaAmabile ed il già citato Diego Menna.

La storia racconta di alcuni ragazzi che si incontrano per ca-so in una biblioteca (appunto quella di San Marcellino), e, sem-pre casualmente, scoprono di essere alla ricerca tutti dello stes-so libro, libro che servirà per portare a termine un progetto ap-partenente ad un concorso molto importante che vedrà il vinci-tore dello stesso partire per diversi mesi alla volta dell'Egitto pervivere una grande avventura.

Forti contraddizioni nascono tra i protagonisti che se da unaparte cominciano a legare fra di loro, a capire che hanno moltecose in comune, a condividere un sogno, dall'altra sono accecatidall'ambizione, dall'egoismo e da interessi amorosi poco ricam-biati.

Il resto è storia da venire a vivere a teatro. Magari proprio nelteatro della parrocchia della tua comunità...

Per contatti: [email protected]

La Beata Madre Maria Cristina Brando sarà proclamata Santa il prossimo 17 maggio in Piazza San Pietro

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CulturaNuova Stagione 3 maggio 2015 • 15

L’Emeroteca Tucci dona trecento volumi alle biblioteche degli istitutipenitenziari di Poggioreale e Secondigliano

La cultura per tuttidi Eloisa Crocco

Il 23 aprile, Giornata mondiale del li-bro patrocinata dall’Unesco, pressola sala conferenze dell’Emeroteca

Tucci, nel Palazzo delle Poste, si è svol-to l’atto ufficiale di una donazione effet-tuata dalla stessa emeroteca, ultracen-tenaria istituzione culturale della no-stra città. Circa trecento volumi, fra ri-viste e libri, sono stati donati alle biblio-teche comunali, e attraverso queste, al-le biblioteche degli istituti penitenziaridi Secondigliano e Poggioreale. Tra leriviste oggetto della donazione alcuneannate della “Civiltà cattolica”, fondatadai Gesuiti proprio a Napoli nel 1850;copie della “Illustration”, rivista illu-strata parigina fondata nel 1843, fonted’ispirazione per l’ “Illustrazione italia-na”; sette volumi dell’ “Archivio storicoper le province napoletane”, e ancoraun volume dell’ “Apostolato popolare”di Giuseppe Mazzini. La Tucci ha dona-to anche tre pubblicazioni realizzate eeditate personalmente, in 50 copie cia-scuna: “Anni della Resistenza”, “64 let-tere inedite di Giustino Fortunato” e“Attualità di Giustino Fortunato”, oltrea 23 monografie (testi di giornalismo,letteratura, politica, storia e attualità).

L’evento è stato introdotto da MarioZaccaria, vice presidente dell’Eme -roteca, che ha illustrato i primati dell’i-stituzione, che conserva 10.000 titoli diperiodici, 200 dei quali non sono repe-ribili altrove, e che ogni anno ospitacentinaia di studenti provenienti da tut-ta Italia e non solo che vengono a con-sultarli. Quindi è intervenuta IdaAlessio Vernì, dirigente del ServizioBiblioteche del Comune di Napoli, asottolineare che «le biblioteche comu-nali sono aperte al territorio, stiamo cer-cando di aprirle sempre di più per render-le luoghi di incontro, e per creare ancheattraverso la lettura occasioni di socia-lità».

L’assessore comunale alla CulturaNino Daniele ha firmato un protocollod’intesa per la collaborazione del siste-ma delle biblioteche comunali con le bi-blioteche degli istituti penitenziari diSecondigliano e Poggioreale, momentoimportante perché come ha affermato«in questi ambienti si può leggere tanto, ela lettura può diventare importante per larieducazione. La battaglia per la sicurez-za diviene così battaglia per la cultura».

Antonio Fullone, direttore dellaCasa circondariale di Poggioreale, haevidenziato come questa iniziativa sot-tolinei «l’appartenenza di una realtàcomplessa come il carcere al territorio,

perché il carcere è un luogo della città».Liberato Guerriero, direttore delCentro Penitenziario di Secondigliano,ha spiegato poi l’importanza della do-nazione di volumi agli istituti di deten-zione, perché «bisogna offrire ai detenu-ti un’opportunità, un’idea diversa dellavita, e il momento culturale è fondamen-tale, perché se i detenuti conoscono altrooltre al degrado e alla violenza possonoimparare a desiderare altro, e quindi pro-vare a cambiare la loro vita una volta li-beri».

In tutta Italia sta partendo il proget-to che consente ai detenuti di usufruiredei volumi delle biblioteche comunali, e

Claudio Flores, dirigente del Dipar -timento Amministrazione Peniten -ziaria della Campania, ha dichiaratoche «il carcere sta cambiando, e noi sia-mo fiduciosi di poterci inserire in questoprocesso di miglioramento, che passa an-che per la rivalutazione del servizio dellebiblioteche penitenziarie».

L’emeroteca ancora una volta si ren-de protagonista della vita culturale na-poletana, e in questa occasione lo faproponendo anche un’occasione di ri-scatto e rinascita, che passa sempre at-traverso la crescita della cultura, e, at-traverso di essa, della consapevolezzapersonale.

Il presbitero, lo studioso, l’archeologo

Convegno di studi su don Nicola Ciavolino a venti anni dalla scomparsa

Introduzione: GAETANO DI PALMA, decano della Sezione San Tommaso D’AquinoI Sessione Ore 9 - 13Modera: CARMINE MATARAZZO, PFTIMInterventi e Relazioni: GIUSEPPE FALANGA, PF� TIM. Nicola Ciavolino. Un ProfiloANTONIO DI DONNA, Vescovo di Acerra, già� Docente PFTIMNicola Ciavolino: una vita per la Catechesi e il linguaggio dei simboliFABRIZIO BISCONTI, Sovrintendente Pontificia Commissione di Archeologia SacraNicola Ciavolino e l’arte delle Catacombe NapoletaneCARLO EBANISTA, Università degli Studi del Molise. Il Contributo di NicolaCiavolino alla conoscenza della catacomba di San Gennaro: le indagini archeologichedal ‘71 al ‘94MATTEO BRACONI, Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.Nicola Ciavolino e l’arcosolio di Cerula: prime intuizioni e recenti scoperteII Sessione Ore 15-18Modera: FABRIZIO BISCONTI, Sovrintendente Pontificia Commissione diArcheologia SacraInterventi e Relazioni:DANILO MAZZOLENI, Rettore del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana.Nicola Ciavolino e l’interpretazione di alcune iscrizioni della catacomba DiSan GennaroANTONIO FELLE, Università degli Studi di Bari. La documentazione epigraficacristiana della catacomba di San Gennaro a Napoli: Stato della ricerca e pro-spettive per le Inscriptiones Christianae ItaliaeBARBARA MAZZEI, Pontificia Commissione di Archeologia Sacra. La conservazio-ne del patrimonio pittorico delle catacombe Napoletane: da Nicola Ciavolinoai nostri giorniPASQUALE GIUSTINIANI, PFTIM. Nicola Ciavolino: promotore e animatore di ini-ziative culturaliFRANCESCO RUSSO, Università degli studi Suor Orsola Benincasa. NicolaCiavolino: La biblioteca di un Archeologo.ConclusioneDOMENICO MARAFIOTI, Preside PFTIM.

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Emergenza umanitaria in NepalLe preghiere e la vicinanza del Santo Padre