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MENSILE DI FORMAZIONE E CULTURA DIRETTORE responsabile: sac. dott. Luigi Villa Direzione - Redazione - Amministrazione: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà Via G. Galilei, 121 25123 Brescia - Tel. e fax (030) 3700003 Autor. Trib. Brescia n. 58/1990 - 16-11-1990 Fotocomposizione in proprio - Stampa: Com & Print (BS) contiene I. R. Spedizione in abb. post. - Comma 20/C - art. 2 - Legge 662/96 - Filiale di Brescia Expedition en abbon. postal - Comma 20/C - art. 2 - Legge 662/96 - Filiale di Brescia Abbonamento annuo: ordinario Euro 35, sostenitore Euro 65 una copia Euro 3, arretrata Euro 3,5 (inviare francobolli). Per l’estero Euro 65 + sovrattassa postale Le richieste devono essere inviate a: Operaie di Maria Immacolata e Editrice Civiltà 25123 Brescia, Via G. Galilei, 121 - C.C.P. n. 11193257 I manoscritti, anche se non pubblicati, non vengono restituiti Ogni Autore scrive sotto la sua personale responsabilità «LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI» (Jo. 8, 32) Chiesaviva ANNO XXXIII - N° 351 GIUGNO 2003 La guerra in Iraq

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«LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI»(Jo. 8, 32)

ChiesavivaANNO XXXIII - N° 351GIUGNO 2003

La guerra in Iraq

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LA GUERRA IN IRAQE IL SEGUITO...

del sac. dott. Luigi Villa

È da 17 secoli, ormai, che il proble-ma “Islam” è sul tappeto dellaStoria, insoluto, specialmente da

parte della Chiesa cattolica che pure, daMaometto a oggi, ha subìto una continuaguerra di occupazione di tutto il suo mon-do cristiano, in Asia, in Africa e, ripetuta-mente, in non poche Nazioni d’Europa1.Un “Islam” che, ogni volta, ha colpito lanostra civiltà cristiana nella sua cultura,nelle sue tradizioni, nella sua Fede. Ep-pure, ancora oggi siamo alle prese conquesta non-religione, amalgamata alloStato, accettata perfino dalla Gerarchiadel Vaticano II nonostante le lezioni sem-pre più dolorose della Storia e nonostan-te il “piano giudaico-massonico”, or-mai già in fase avanzata di attuazione,che prevede uno scontro mondiale chedeve portare all’annientamento dellaChiesa cattolica e della civiltà cristiana.La demolizione delle “due torri” di NewYork e la guerra dell’Iraq sono un chia-rissimo segno di questo diabolico “pia-no”, mediante linee-guida, incarnate invarie deliberazioni segrete, riguardo i pro-blemi finanziari internazionali, la libertà diemigrazione e immigrazione, l’unioneeconomica internazionale, la libera circo-lazione dei prodotti senza più dogane, lacostituzione di una forza internazionalecon la soppressione degli eserciti nazio-nali, la creazione in atto di un unico Par-lamento internazionale, la limitazione, pri-ma, della sovranità degli Stati, dipendentiormai attualmente dall’ONU, poi da unGoverno Mondiale che eliminerà definiti-vamente anche il concetto di sovranitànazionale e di specificità. Un unico Stato, insomma, senza piùStati!Ovviamente, saremo costretti a riprende-re questo tema ancora molte volte, datala gravità e lo stato di degrado e di confu-sione in cui vive anche la Chiesa gerar-chica di Roma, già allineata a quel “glo-balismo” massonico e, sembra, non an-

sta da Lei concessa sulla questioneislamica, apparsa su “Il Tempo” del31 dicembre 2002 scorso, e non Lenascondo che quanto da Lei affer-mato mi ha profondamente amareg-giato.Da quarant’anni, la Gerarchia non fache promuovere “aperture” versotutte le altre religioni che non ricono-scono il Cristo, come si può rilevaredalla proluvie di documenti partoritidal Vaticano II; aperture che, inevi-tabilmente, pongono Nostro Signo-re, Re del Cielo e della Terra, Crea-tore di tutte le cose, alla stessa stre-gua degli idoli delle altre “religioni”,che vere religioni non possono es-sere, dato che l’Unico Dio Rivelato èUno nella Sua Trinità.E tra queste, l’islamismo, inventatodal Rabbino della Mecca e suppor-tato dall’ebraismo dell’epoca, gelosidi vedere tante anime aderire allanuova religione cristiana, predicatain terra d’Arabia dagli Apostoli. Ladiffusione, poi, di questa dottrina fuaffidata alla ferocia di Maometto.Si può definire “religione” un movi-mento, sostenuto con la violenza neiconfronti dei propri adepti, che pre-dica lo sterminio non soltanto dei cri-stiani, ma di tutti coloro che la pen-sano diversamente? Un movimentoche vuole la sottomissione dellaspecie umana e propugna la conqui-sta del mondo mediante una “guer-ra” che loro chiamano “santa”?In passato, la civiltà occidentale,che può identificarsi nella civiltà cri-stiana, ha saputo difendersi dallenumerose invasioni delle orde mu-sulmane, succedutesi nei secoli,combattendo eroicamente tantesanguinose battaglie.Da quarant’anni a questa parte, in-vece, grazie alle “aperture” conci-

2 “Chiesa Viva” *** Giugno 2003

cora cosciente della disfatta e del falli-mento di questi ultimi pontificati; fallimen-to evidenziato dall’irrompere della “Guer-ra in Iraq”!Per ora, mi limito a riportare degli stralcidi tre lettere che ho ricevuto in questo pe-riodo. Sono “riflessioni” che invitiamo arilevare e, soprattutto, a meditare.La prima lettera è una copia dell’origina-le inviata a Sua Ecc.za Mons. GiuseppeFittau, Prefetto della Congregazione perl’Educazione Cattolica. L’Autore d’essascrive:

«Eccellenza Rev. ma, ho letto con vivo interesse l’intervi-

1 Cfr. “L’Islam alla riscossa”, Editrice Civiltà, Via G. Galilei, 121 - Brescia.

Cristiani, in un paese islamico.

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liari, in nome di un non ben precisa-to “dialogo” e con l’ausilio dei di-versi poteri massonici, tendentiall’instaurazione del loro GovernoMondiale, si è consentita una mas-siccia immigrazione che ha portatoalla costruzione di ben 2.500 mo-schee in tutta Europa, risultate, poi,veri e propri potenziali centri di terro-rismo! Ricordo la cerimoniadell’inaugurazione della moschea diRoma, la più grande d’Europa, allaquale intervenne, oltre al potere poli-tico, anche, - molto compiaciuta! -una Delegazione Vaticana in rap-presentanza dello stesso Pontefice.Oggi, Lei lancia l’allarme: “Se i cri-stiani non prenderanno posizionicoscienziose, l’Italia sarà islamiz-zata”; ma con quale credibilità pos-siamo prendere delle posizioni se lacristianità è avvilita e colpevolizzata- proprio da Chi questa cristianitàdovrebbe difendere! - per non si sabene quali colpe di cui deve conti-nuare a chiedere perdono a tutti?.E prosegue: “Fate sentire la vostravoce”; ma se i nostri Pastori taccio-no ed il Santo Padre felicementeregnante rende visita alle mo-schee e si lascia fotografare perfinonell’atto di baciare il Corano, checosa vuole che facciano questi po-veri cristiani, ai quali è stato tolto ilsupporto della Vera Fede nel Dio Vi-vente e vengono sollecitati a crede-re solo nell’uomo, esortati ad unecumenismo che tutto consente eche porta solo ad un irrazionale sin-cretismo religioso?..E parla, poi, della “applicazione delprincipio di reciprocità”; ma qualereciprocità si può sperare da unamassa di fanatici, che, in nome delloro “dio” (... ma quale?) distruggetutti i simboli di qualsiasi religioneche non si accordi con i propri puntidi vista e continua a massacrare icristiani in tutti i Paesi sotto il lorodominio, perfino crocefiggendoli sul-le porte delle chiese?.. È storia ditutti i giorni!Eccellenza Reverendissima, forsequesta mia esternazione Le saràsembrata poco diplomatica; ma,esortato anche dal Pensiero di SanTommaso d’Aquino, ritengo che conil tacere non si renda testimonianzadella propria Fede!..».

(Lettera firmata)

***

Nella seconda lettera, inviatami dall’Irlan-da, si legge:

«... abbiamo da affrontare, nell’im-mediato, un problema grande e se-rio, sotto qualsiasi verso lo si ana-lizzi.Sotto il profilo militare: l’annienta-

mento del regime dittatoriale irache-no (come se gli Stati con lui confi-nanti fossero retti da illuminati e“democratici” governanti e non dapazzi fanatici assassini, come inArabia Saudita, Turchia, Iran, Siria,e... Israele...) elimina dalla scac-chiera una pedina scomoda, cheaveva deciso di non rispondere piùai comandi mondialisti. Elimina (equesto è il vero motivo dell’attacco)l’unico potenziale pericolo all’e-spansionismo sionista. Elimina, pro-vocandone un esodo di massa,l’unica presenza massiccia di catto-lici nell’area: nella sola Bagdad, 50chiese cattoliche, e circa 800milacattolici nel paese, con libertà di

professare pubblicamente il proprioculto e senza alcun tipo di vessa-zioni, né da parte governativa, néda altri. Viene così spazzata d’unsol colpo la più antica, numerosa erispettata comunità cattolica pre-sente ancora nell’area. Cui prode-st?Sotto il profilo economico: il van-taggio è ovvio ed innegabile sottomolti punti di vista. Il petrolio, intan-to, cambierebbe nella gestione, siadell’estrazione che della raffinazio-ne e distribuzione, che verrà sicura-mente affidata a commesse interna-zionali, sotto stretto controllo anglo-americano, attraverso multinaziona-li, magari battenti anche bandieraaraba. Oltre all’industria bellica, co-me ovvio, la prima ad avvantaggiar-sene, anche le gare d’appalto per laricostruzione fanno gola a molti, pri-

mi fra tutti coloro i quali si battonooggi il petto. Che il vantaggio eco-nomico sarebbe stato evidente, eraoltretutto divulgato ai quattro ventidai guru di Wall Street, che profetiz-zavano (ma che strano!..) miracolo-se riprese in borsa a guerra conclu-sa. Il ricatto della lobby ebraica èstato sfacciatamente sbattuto infaccia alle economie internazionaliper far pressione sulle politiche in-terne, e far assumere loro un atteg-giamento il più compiacente possi-bile con l’amministrazione Bush.Amministrazione legata mani e pie-di, tra le altre, alla sètta ebraicadei Lubavitcher. È chiaro che là,dove più forte è la dipendenza eco-nomica dai colossi economici ame-ricani, più chiara e definita sarebbestata la sudditanza di tali governi.Ma non sempre ciò che appare è ilvero volto di questi protagonisti daoperetta, mascherati, a volte, dietropoco credibili facciate pacifiste.Sotto il profilo mondialista: infatti,l’atteggiamento di uomini di gover-no di nazioni, quali Francia, Ger-mania, Russia e Cina, oltre a gio-care la carta pacif ista per loroesclusivi interessi di parte (perchésinceramente la Cina comunistanelle vesti di pacifista non me la ve-do proprio, e tanto meno la Russiadi Putin, o la Francia della Legionestraniera, presente in diversi focolaidi guerra sparsi nel pianeta!), ponel’accento non tanto sul fatto “se siagiusta o meno la guerra come at-to d’aggressione contro un popo-lo, ed in quanto tale equiparabilead un mero atto terroristico”, masul fatto “che non è giusta, per-ché non è sotto l’egida del-l’ONU”. Da qui, la chiamata a rac-cogliersi sotto l’ombrello protettivo egiuridicamente autorevole di quel-l’organizzazione così fortementevoluta dalla massoneria mondia-lista internazionale, unico ente almondo autorizzato a decidere se,come, quando e perché sia lecitouccidere a mano armata, o peromissione di soccorso, o con cam-pagne abortive e di sterilizzazionedi massa. Ed il giochetto sta riu-scendo benissimo, perché tutti, (equando dico tutti, dico proprio tutti!)fanno appello all’ONU. È chiaroche, quando tutto sarà finito, l’im-magine dell’ONU, come governomondiale in erba, né risulterà raffor-zata e da tutte le sponde verrannorichiesti maggiori e più ampi poteri,mettendo in discussione certi mec-canismi che al momento ne impedi-scono ancora il pieno eserciziod’autorità, tanto legislativa, quantocoercitiva, che di governo globaleed incontrastato. Coloro che al mo-mento ne dichiarano la crisi, consa-pevolmente od inconsapevolmentela stanno rafforzando quale istitu-zione sovranazionale con futuri pie-

Paolo VI all’ONU.

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ro spiriti-demoni guida, schiavi dellaGrande Bestia, per la creazione diquegli stati d’animo e di quelle con-dizioni materiali per l’avvento dellaNuova Era, di cui le bandiere ar-cobaleno (stoltamente agitate dagliignari pacifisti, illusi di lottare per ilbene e che, invece, loro malgrado,preparano il terreno al male!) sonol’emblema. L’Era in cui la creaturasi proclamerà dio. L’Era dell’Anti-cristo.Già l’Arcangelo San Michele ebbea rispondere con il suo grido “Chi ècome Dio?” all’orgoglio ed alla pre-sunzione luciferina, e Nostro Signo-re Gesù Cristo, con l’umiliante mor-te di Croce, ci ha riscattati dallamorte eterna. Lui ha già vinto pernoi, e noi vinceremo per Lui!(...)».

(Lettera firmata)

***

In quest’altra terza lettera che ho ricevutoda una professoressa, ma che essa ave-va già mandato, nel dicembre scorso, allaConferenza Episcopale Italiana, si legge:

«Il 5 dicembre 2002, a Treviso, duedelegati del Vescovo locale, Mon-signor Magnani, hanno presenzia-to alla chiusura del Ramadan.Nel Palaverde di Villorba, donGiuliano Vallotto, responsabiledell’Ufficio Diocesano per i rapporticon l’ISLAM, scalzo e accovacciatoin mezzo ai musulmani, insieme adon Canuto Toso, ha partecipatoalla preghiera dell’“attakbir”; haascoltato il discorso dell’IMAN e,preso il microfono, si è rivolto aipresenti “a nome della Chiesa e delVescovo di Treviso, da credente acredenti, tra figli di Abramo, ha criti-cato lo schieramento delle Forzedell’Ordine, definendolo “un se-gno d’immaturità”, auspicando lacostruzione di moschee, senza“sollevare polveroni mediatici”.L’“ispirato” intervento si è conclusocon le critiche al Sindaco di Trevisoche si era opposto alla manifesta-zione e che, da semplice laico, hamostrato un atteggiamento più coe-rente di qualche sacerdote che par-la a nome della Chiesa, pur sapen-do che, all’interno di Essa, vi sononon pochi dissensi in materia.Significativo, poi, è stato lo smac-co subìto dal Card. Tettamanzi,che tanto si adopera nel “dialogointerreligioso”. Ma Egli, in occa-sione della fine del digiuno, avevagià inviato, il 2 dicembre u.s., unMessaggio augurale alla locale co-munità islamica di Milano.

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ni poteri di vita e di morte su tutto ilpianeta. I pacifisti con le bandierearcobaleno New age e quelle afalce e martello di RifondazioneComunista, con quelle di CheGuevara e delle più svariate rap-presentanze della botanica, Ulivo,Margherita, Quercia, per non par-lare, purtroppo, di insensate parte-cipazioni al loro fianco, come eraprevedibile strumentalizzate, di im-prudenti e troppo folcloristici eccle-siastici (animati da lodevoli buoneintenzioni che non hanno prodottofinora altro risultato che compiacereed accreditare il pacifismo politi-cizzato di Rutelli, D’Alema e com-pagni!), hanno portato solo acquaal mulino di quelle stesse lobbymondialiste che, quali nani sullespalle del gigante, hanno spintoUSA e GB a fare la cosa opposta,cioè la guerra.Indubbiamente un piano ben con-geniato e sicuramente già pianifica-to da lungo tempo, nel quale l’Iraqdi Saddam Hussein ed il suo pe-trolio sono solo parte della postain gioco. Questi falsi pacifisti po-liticizzati, dove erano quando laCina invadeva il pacifico Tibet? Edove, quando il governo del Su-dan massacrava e massacra lepopolazioni cristiane del sud?Dove erano mentre le truppedell’Armata Rossa massacravanola popolazione cecena? Doveerano a manifestare mentre letruppe regolari cubane occupa-vano il Congo? Pacifisti da campa-gna pre-elettorale. Da apprezzarec’è solo la netta presa di posizio-ne del Papa che ha, se non altro, ilmerito di mettere in chiaro che nonsi tratta di una crociata control’Islam da parte del cristiano occi-dentale (anche lui, però, fa appelloall’ONU). Un messaggio che sicura-mente non raggiungerà tutti i villag-gi e le moschee sparsi sul pianeta.Ma, parlando con un mio conoscen-te e buon amico pachistano (amici-zia basata sulla sincerità, nonsull’ecumenismo sincretista), incon-trato proprio al mercato, mi è appar-so chiaro che non fosse considera-ta né da lui, né dai suoi correligio-nari come una guerra tra cattolici emusulmani, ma tra giudeo-sionistiamericani e l’Islam. C’è da sperareche tutto ciò possa almeno servirea mitigare l’odio e le persecuzionicontro i cattolici residenti del “daral islam”. Ma c’è ancora un aspettoda considerare.Sotto il profilo della lotta al terro-rismo: non ci poteva, infatti, esserecoagulante più efficace per tutti igruppi terroristici di matrice mao-mettana, sunniti, sciiti o quantaltro,dopo l’invasione dell’Afganistan,

che l’invasione dell’Iraq, il quale sitrova geograficamente nel cuoredell’Islam. Oltre a non essere pre-senti ed operativi gruppi talebani,né basi d’addestramento terroristi-che, nessun iracheno, a tutt’oggi, èrisultato coinvolto in atti di guerranon convenzionali. È chiaro ched’ora innanzi ed in nessuna partedel mondo, avendo colpito più com-ponenti ricollegabili a correnti teolo-gico-islamiche diverse, non ci saràpiù un posto sicuro per cittadiniamericani o inglesi. Non possiamo,quindi, prevedere altro che un lo-gico incremento della azioni ter-roristiche di matrice islamica. Adogni azione portata a termine, se-guirà la richiesta di coalizione nellacomune lotta al terrorismo, che nonpotrà che essere unanimementeaccolta e soddisfatta. E anche ciònon farà altro che aumentare la vo-glia di lotta globale contro chiunquedissenta dalle dottrine mondialiste.

Poco conta se poi costui o costorosiano in realtà terroristi o meno. Sele prove non ci sono, si inventano.Non ci troviamo, quindi, secondome, di fronte ad un semplice inci-dente di percorso nel cammino di“democratizzazione” del pianeta(a suon di bombe), ma stiamo soloassistendo ad una puntata del-l’Opera maxima, messa in scenaseguendo un copione molto benstudiato e calcolato dai massimistrateghi occulti, in contatto con i lo-

2 Cfr. Da “il Giornale” del 06 dicembre 2002.

Palermo, dicembre 1995. Vescovi col simbolodel’arcobaleno sulle casule. Ma l’arcobalenonon è il simbolo della “New Age” (Nuova Era),l’èra che dovrà porre fine al Cristianesimo?

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L’altro giorno, per mano di Mons.Giampiero Alberti - maggioresperto di ISLAM - della Curia Am-brosiana, ha inviato lo stesso Mes-saggio per farlo leggere anche allacerimonia di chiusura, tenutasi aTreviso. Nonostante l’antefatto, èstato vietato a detto Monsignore dileggerlo perché, - come gli hannospiegato, - non era il caso che fos-se lui a comunicare il contenuto delMessaggio, perché l’avrebbero let-to gli stessi organizzatori.Quel messaggio portava gli auguridi pace del Card. Tettamanzi, concenni sul “dialogo interreligioso”e con un invito a prendere le di-stanze dal terrorismo. Nel precisa-re le motivazioni del divieto aMons. Alberti, il Presidente delCentro Culturale Islamico di VialeJenner, Abdel Hamid Shear, hadetto: “Non crediamo che questosia il momento storico adatto afare una cosa del genere... Noisiamo ben contenti che vengaletto il messaggio del Cardinale,ma non ci sembra opportuno fa-re di più, perché noi non possia-mo parlare nelle chiese cattoli-che nelle solenni cerimonie reli-giose non esistendo questa reci-procità, riteniamo che ci si pos-sa fermare alla lettura del Mes-saggio”2.“Questa reciprocità”, così ben re-clamata in Italia, dovrebbe esseremessa in pratica allo stesso modonei confronti dei cristiani che vivo-no in Paesi islamici dove, invece,essi non godono alcun diritto, né ci-vile né religioso, e dove non posso-no, in alcun modo, mostrare segnivisibili della loro Fede.Dopo aver sollevato la questionedel Crocifisso, i musulmani che vi-vono in Italia pretenderebbero,dunque, di parlare anche nelle no-stre chiese?Non comprendiamo il perché ditanta fatica tesa a convertire dellepersone che, a qualunque costo,ovunque si trovino, sono obbligatidal Corano a fare proseliti e a di-fendere il proprio Credo.Questi fatti di Treviso ci rivelano lafragilità della nostra evangelizza-zione che non converte proprionessuno ed è portata avanti in de-roga alla Tradizione, creando ampivarchi all’avanzare di dottrine pere-grine, demolitrici del nostro cristia-nesimo.Voi, Eccellenze, dovreste esserele nostre “Guide”, ma siete dive-nuti, ormai, “templi sconsacrati”dove il Cristo è senza vita, pro-prio come nel Sepolcro.Senza vitalità e coraggio, non corri-spondete più ai Suoi dettami. Mo-derni “Giuda”, ci svendete per

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Pentecoste, ma con quali frutti?Avete introdotto un relativismo mo-rale che ridicolizza ogni predica sulpeccato che ha sommerso nel fan-go i nostri figli. Siete arrivati perfinoad approvare Kiko Arguello, cheparla del peccato come Grazia diDio! Con quali risultati? Il nostropaese è diventato pagano!Da diversi anni, andate a braccettocon chiunque: pregate con i musul-mani, adottate preghiere ed usiprotestanti (dimenticando che Lu-tero è morto suicida, dopo esserestato omicida!) e vi arrendete allecritiche e alle ingiuste accuse degliebrei (che ci definiscono idola-tri).Cos’è rimasto del Cattolicesimo?Avete permesso la dissacrazionedell’Eucarestia, divenuta ormai solosimbolo di fratellanza. Per colpavostra, è stata resa inutile la Pas-sione del Cristo e troppe animevanno in perdizione! Meglio fareste a deporre le Vostreporpore e le insegne episcopali chevi hanno riempiti di orgoglio, facen-dovi dimenticare che dovreste es-sere gli umili servitori del popolo edi Dio, del Quale considerate, pe-raltro, solo la Misericordia, igno-rando che Egli è anche perfettaGiustizia. Predicate, quindi, l’impu-nibilità, divenendo temerari.Dinanzi a Dio dovreste vergognarviper aver scardinato la porta delSuo ovile, aprendola ai lupi voracie famelici. Non vogliamo più guideapostate che tradiscono Cristo e laChiesa. Non vogliamo più inquina-menti dottrinali. Desideriamo man-tenere intatta la nostra identità!Vi chiediamo di smetterla con gli in-ganni, l’ipocrisia e certa “pruden-za”!Tornate ad essere Apostoli au-

tentici e punti sicuri di riferimen-to per chi cerca la Via della sal-vezza. Un compito così sublimeesige, a volte, anche il dono dellapropria vita. Se non avete corag-gio, lasciate ad altri un compito co-sì santo ed impegnativo!..».

(Lettera firmata)

***

Il tema, come si vede, è inquietante, danon sottovalutare. Siamo a un bivio dellaStoria: un bivio-tunnel di tenebre fitte, an-che se da più parti si auspica un migliorefuturo di pace, giustizia e fratellanza uni-versale, non avvertendo, però, che, attra-verso il relativismo morale e religioso,frutto avvelenato del modernismo in atto,si tenta di gestirlo dandogli una diversaaccezione. Ma questo nuovo procedimento, che si

un po’ di celebrità e ci negatel’autentica carità che dovrebbespingervi a difendere il “Gregge”di Cristo. Con la vostra “pruden-za” (!!), col vostro silenzio sulleverità scomode e l’eccessiva indul-genza in materia di fede, voi na-scondete il “mistero d’iniquità”già in atto, giustificandovi con so-lenni, inutili proclami, o con duri ri-chiami all’obbedienza rivolti a sa-cerdoti che ancora “gridano” laVerità, nel tentativo di chiudere lo-ro la bocca, mentre trattate noi laicicon incurante silenzio.Di fronte agli attacchi esterni, la vo-stra prudenza è cedimento; il vo-

stro buonismo vi rende correi delladistruzione della Chiesa cattolica!Siete i successori degli Apostoli,ma vi siete lasciati accecaredall’egoismo e vi siete riempiti dirazionalismo che v’isterilisce, tra-dendo, così, l’altissimo vostro com-pito. Avete perso l’amore per ilgregge affidatovi, abbandonandoloa se stesso, ed avete accettato leeresie di coloro che dovevate con-vertire.Spalancate le porte a tutti, mo-strandovi aperti, generosi, moder-ni... In nome di chi? E perché? Nonpensate di dare a Dio quello che èdi Dio?..Nelle vostre acrobazie diplomati-che e teologiche, fate sempre riferi-mento ad una presunta Nuova

3 Cfr. “Behold a pale horse”, William Cooper, Light Tecnology 1991.

14 maggio1999. Davanti ad una delegazionedell’Iman sciita di Khartoum e al presidentesunnita della Banca islamica irachena, Gio-vanni Paolo II bacia il Corano. Ma il Coranoordina la morte di tutti gli “infedeli”... cri-stiani! Come spiegare, allora, questo gesto diGiovanni Paolo II?

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pretende “pastorale”, spinge la massadei fedeli verso l’apostasia, rendendolasempre più vuota e abbagliata con falseprospettive di felicità terrena.E così, la globalizzazione politica, eco-nomica e religiosa, vien fatta vedere co-me la panacea di tutti i mali, perché laformazione di un unico Governo mondia-le e di un’unica religione sincretica, cheriunisce i vari “credo”, attuerebberoquella diabolica Sinarchia, voluta da tut-ti i nemici di Cristo, facendola vedere co-me la giusta matrice che porterebbe pacee giustizia.Ora, questo ribaltamento di fede e di ci-viltà cristiana la si è legata allo slogandella “pace” nel mondo, creando attor-no ad esso i preti no-global, i preti checonfondono la Fede con la politica, ipreti che non predicano più Cristo néil suo Vangelo per non offendere quellidi un’altra presunta religione. Ma dov’èfinito, allora, Cristo e la sua cultura evan-gelica?.. Forse che il nostro compito dicristiani deve essere ridotto a quello chefanno le associazioni laiche, atee e mas-soniche, equiparando l’uomo ad ogni al-tro animale, benché privo di quell’alito vi-tale che lo fa partecipare delle caratteri-stiche divine?Possibile che la Gerarchia ecclesialeignori ancora, o addirittura non creda allemanovre segrete infernali delle Loggeebraiche massoniche, che Noi abbiamodenunciato e dimostrato varie volte a co-spirazione contro la Chiesa cattolica che,nel loro “piano”, dovrebbe in breve spa-rire dalla faccia della terra?Possibile che questa Gerarchia non ab-bia neppure saputo che il Gran Maestrodel Grande Oriente d’Italia, prof. Giu-liano Di Bernardo, l’11 luglio 2002, nellostudio del notaio Giovanni, sede centralein Piazza di Spagna (Roma), ha dato vitaa una nuova organizzazione massonica

“altri” popoli, ossia un ammasso dipersone che non abbia più alcuna coe-sione culturale e storica, così da perde-re persino il concetto di città, di regio-ne, di nazione e di patria; un ammas-so, quindi, di uomini apolidi, immersinel sincretismo religioso che li renderà to-talmente passivi e indifferenti a tutti i mu-tamenti che potranno accadere.

***

Davanti a un simile “piano giudaico-massonico”, ormai pienamente in attodai tempi del Vaticano II, non è fantasio-so pensare che lo stratagemma è stato econtinua ad essere quello di farsi amicidei nemici e, così, infiltrarsi, con vestid’agnello, in tutte le nostre istituzioni reli-giose e civili, occupando i posti-chiave eusando fiumi di parole dense di umanita-rismo e di morale, invitando alla libertà,all’uguaglianza, alla fraternità, mentre,in realtà, attuano, più o meno apertamen-te, le loro intenzioni assassine!Chi ancora si preoccupa del destino dellaChiesa e della Fede, di fronte ai pericoliderivanti da “piano giudaico-massoni-co” di cui abbiamo parlato, non può nonriflettere sul fatto che la sovversionemondiale, incominciata con l’abbattimen-to delle “due torri”, a New York, l’11 set-tembre 2002, e portata avanti con l’at-tuale guerra dell’Iraq e con quelle cheseguiranno, non è altro che la palese di-mo-strazione del fallimento totale del“dialogo” di Paolo VI e di questo at-tuale pontificato che, sulla medesimasua linea, vorrebbe il massonico ONUalla guida della soluzione dei problemiumani dell’uomo!Ma allora, Cristo non sarebbe più Lui il“Principe della pace” e il “Salvatoredel mondo”?..

LA “NUOVA CHIESA” DI PAOLO VIsac. dott. Luigi Villa (pp. 380 - 119 Fofografie - Euro 20)

Per richieste, rivolgersi a:

Operaie di Maria Immacolata e Editrice CiviltàVia G. Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax. 030. 3700003 - C.C.P. n° 11193257

Tutte le speranze nate col Vaticano II sono poi svanite. L’aggiornamento, infatti,ha creato solo turbamenti e rimpianti che hanno suscitato contestazioni per il de-classamento degli stessi dogmi della dottrina cattolica.Questo libro sulla “Nuova Chiesa” di Paolo VI, perciò, viene a confermare, conevangelica franchezza, che le analisi e le previsioni emerse nel corso degli anniconciliari, e dopo, si sono rivelate tragicamente vere. Inutile, quindi, stracciarsi levesti, puntare il dito accusatore, indignati, e condannare... Il dramma che vive oggila Chiesa, dopo Paolo VI, ha reso conto del cumulo di giudizi arbitrari e faciloni, dideformazioni e di varie bugie su tutto quanto è storicamente attinente alla “NuovaChiesa” di Paolo VI!

NOVITÀ

sovranazionale: l’Accademia Internazio-nale degli Illuminati; e questo perché -ha scritto Di Bernardo - “per raccoglierele sfide della modernità ci vuole unanuova struttura, capace non solo dicomprendere le ragioni dei mutamentisociali in atto, ma anche di orientarli”.Per questo, l’Accademia sarà compostadi 12 sezioni che copriranno tutti i princi-pali rami del sapere (filosofia, scienza,medicina, economia, politica e comunica-zione), ciascuna con un proprio respon-sabile.È un programma ambizioso, sì, ma can-cerogeno per la nostra Civiltà cristiana, lacui dissoluzione era già stata iniziata conla costituzione del “Gruppo Bilderberg”,uno dei più potenti gruppi di lavoro degli“Illuminati”, i cui programmi si possonoleggere nel libro di William Cooper:“Behold a pale horse”3 (Light Techno-logy), 1991, dove viene illustrato il pen-siero e la strategia adottati dal Comitatopolitico del Gruppo Bilderberg. È un do-cumento programmatico dal titolo quantomai significativo: “Armi Silenziose perdelle guerre tranquille”, che spiega lafilosofia, le origini operative, i princìpi, lelinee-guida e gli strumenti di questa dot-trina dalle “armi silenziose”. Un pro-gramma che si articola così: 1) un sistema economico che controllile masse;2) un controllo dell’economia mondia-le mediante un modello economicomanipolabile e prevedibile;3) addormentare le masse che hannogià subito questo attacco.E il grimaldello che aprirà questo nuovofronte è stato proprio l’immigrazione. Sidovrà attuare, perciò, la libertà di emi-grazione e di immigrazione, il che equi-varrebbe a un’apertura indiscriminatadelle frontiere, al fine di snaturare com-pletamente i popoli e per renderli degli

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... E Daniele disse a Nabucodonosor:

«Grande era quella statua..., e il suoaspetto era terribile... E aveva i pie-di, parte di ferro e parte di argilla.Tu stavi guardando, quand’eccostaccarsi da una montagna, senzal’azione di mani, una pietra, la qualecolpì la statua nei piedi di ferro e dicreta, e li frantumò» (Dan. 2, 31s).

Cattolicesimo di ferro e dissidenza diargilla, così, come intende fonderlil’ecumenismo postconciliare, ad on-ta di tutti i convegni di Assisi o i do-cumenti che non legano tra loro.Riemerge, sotto sotto, il vecchio princi-pio della “doppia verità” col simboli-smo mitico di Giano Bifronte; ma que-sta è mitologia, non verità evangelica.Il linguaggio di Gesù non lascia spazioa compromessi: «Chi non è con Me,è contro di Me, e chi non raccogliecon Me, disperde» (Lc. 11, 23).Gesù poteva lasciarci un esempio elo-quente di certo ecumenismo quandopropose l’istituzione dell’Eucaristia.Molti ascoltatori, ed erano discepoli,obiettarono:«Questo linguaggio è duro, e chi lopuò sentire?».Ma Gesù, che fin dal principio sapevaquali fossero quelli che non credeva-no, soggiunse: «Per questo vi ho dettoche nessuno può venire a Me se nongli è dato dal Padre». È quindi chiaroche la dissidenza non viene dal Padre.Ma il discorso prosegue: «Da allora,molti dei suoi discepoli si eclissarono enon andavano più con lui».Il Maestro non corse loro dietro gridando:«Un momento! State qui che mi spiegomeglio! Non intendevo parlarvi in realtà,ma in simboli!». Invece, si rivolse perfinoai dodici dicendo: «Volete andarveneanche voi?». Era pronto a rinunciare agliApostoli, ma non al suo proposito di darciil suo Corpo e il suo Sangue per la vitaeterna. Pietro, allora - come oggi il suosuccessore - protestò:«Signore, da chi andremo noi? Tu haiparole di vita eterna, e noi crediamo esappiamo che tu sei il Santo di Dio»!(Gv. 6, 59s).

***

Non è neanche corretto appellarsi alConcilio per un ecumenismo tipo Assisi: ildocumento “Unitatis Redintegratio” di-ce chiaramente: «Niente è più alienodall’ecumenismo quanto quel falsoirenismo dal quale viene a soffrire lapurezza della dottrina cattolica e neviene oscurato il suo senso genuino epreciso» (UR 11a).Altrettanto chiara è l’esclusione evangeli-ca di un accordo con chi rifiuta il Sacra-mento del Perdono. Le parole di Gesùnon consentono equivoci:

«Ricevete lo Spirito Santo. A chi ri-metterete i peccati saranno rimessi;a chi li riterrete, saranno ritenuti»(Gv. 20, 22s). Sono parole dette agliApostoli, istituiti come fondamento del-la Chiesa Cattolica; e i dissidenti nonsono legittimati a rifiutarle senza in-frangere i fondamenti dell’unità.Come del resto, celebrare uniti unaEucaristia, nella quale in parte credo-no e in parte rifiutano la PresenzaReale? Era un problema per Taizé,dove si offriva l’occasione di un inter-scambio equivoco: nella stessa Mes-sa, potevano presentarsi alla Comu-nione coloro che credevano nella “Pre-senza Reale” e coloro che non vi cre-devano; ma Gesù ha forse promessodi darsi realmente agli uni e simbolica-mente agli altri nello stesso Sacrificio?È stato penoso il fatto che siano statiinvitati a Milano i giovani di Taizé perinsegnarci come si può essere cristianisenza fede nella “Presenza Reale”, enon sono stati inviati giovani milanesia Taizé a testimoniare come si adoraGesù realmente presente nell’Eucari-stia!.. Certi interscambi ecumenici in-coraggiano il dissolvimento della Fedecattolica, più che il ritorno dei dissiden-ti alla vera Fede, e questo grazie a Pa-stori più facili a disperdere il propriogregge che a consolidarne l’unione!

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Le posizioni ecumeniche di certe areedella Chiesa diventano sempre più

esplicite nella loro aberrazione.È doloroso che ne siano promotori eccle-siastici elevati (misteriosamente!) perfinoalle più alte cariche vaticane!Il più autorevole sostenitore di questo ti-po di ecumenismo è il discusso card.Walter Kasper, prefetto del PontificioConsiglio per la Promozione dell’Unitàdei Cristiani, che teorizza l’Ecumenismodella Complementarietà. Egli scrive: «Alvecchio concetto dell’“Ecumenismodel Ritorno” (di invito alla conversioneverso la Chiesa Cattolica) è stato sosti-tuito quello di un itinerario comune,che orienta i cristiani verso il traguar-do della comunione ecclesiale, intesa

“Chiesa Viva” *** Giugno 2003 7

ECUMENISMODI FERRO E ARGILLA

di A. Z.

Rappresentazione simbolica dell’unità delle religioni sotto la direzione

giudaico-massonica.

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8 “Chiesa Viva” *** Giugno 2003

Cristiani, Musulmani, Ebrei, hanno lo stesso Dio? NO!sac. dott. Luigi Villa (pp. 130 - € 10)

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Questo nostro libro ha lo scopo di rettificare certe affermazioni, sparse largamen-te sulla stampa, specie cattolica, circa l’eresia ecumenica d’oggi che affermache il Dio dei Cristiani è lo stesso di quello dei Giudei e dei Musulmani. Ma il no-stro ragionamento, semplice, è questo: Gesù Cristo è Dio. Giudei e Musulma-ni, però, non credono in Gesù Cristo e non Lo venerano come Dio; perciò,Ebrei e Musulmani non hanno lo stesso Dio dei Cristiani.La radice, quindi, della contrapposizione tra Cristianesimo, Giudaismo e Islami-smo, è di natura teologica. Il Dio dei Cristiani, infatti, non è soltanto il Dio Unico,ma è anche il Dio Uno e Trino. Uno nella natura, Trino nelle Persone. Il Giudai-smo del Nuovo Testamento, invece, ripudia Gesù Cristo, e come Messia ecome Dio. L’Islam, pur riconoscendo Gesù come “un apostolo di Allah” (cfr.Sura IV, 156/157), nega la SS. Trinità come bestemmia; perciò, chi non ha lafede musulmana è un “Kafir”, cioè un “infedele”, per cui i “Kaffirma” sono tuttii non musulmani, contro i quali ogni lotta è lecita e doverosa, dalla “guerrasanta” in giù, fino alle persecuzioni d’ogni genere!

come una unità nella diversità riconci-liata»1.Sostenitore dell’Ecumenismo dellaComplementarietà” è pure il cardinaleKarl Lehman, l’altrettanto discusso pre-sidente della Conferenza Episcopale Te-desca, nel suo libro: “È tempo di pensa-re a Dio”.2L’idea dell’Unità nella Diversità ricorre datempo nel linguaggio ecumenico, e netroviamo uno sviluppo esteso, ad esem-pio, anche nell’articolo di “Verona Fede-le” del 20 gennaio 2002, a firma del dele-gato vescovile addetto al piano ecumeni-co, col titolo: “Quale missione nascedalla Carta ecumenica di Strasburgo”,sottoscritta dai rappresentanti delle tregrandi tradizioni ecclesiali cristiane. Vi siafferma: «I cristiani per vocazione accol-gono da Dio il dono dell’unità che li fa ca-paci di abitare la differenza come la casadella vita e del Dio della vita”; “Quando laParola viene annunciata in modo isolatoe non insieme, la sua fecondità viene co-me addormentata”; “La Parola stessache abbiamo accolto, Dio ce l’ha datain forma dialogica e in se stessa ecu-menica”... e altre amenità del genere3.La dissidenza comporta altri fondamenta-li fatti di attrito con la Fede cattolica, co-me le dottrine riguardanti la giustifica-zione, il peccato originale, il libero ar-bitrio, la Grazia, i Sacramenti, la natu-ra della Chiesa, il Primato di Pietro,l’origine e l’interpretazione della Scrit-tura e dei Vangeli, i santi, la moralecristiana...Alla radice di queste amenità deviate, stal’apostasia modernista, che prende lemosse dal rifiuto del Magistero e dal libe-ro esame delle Scritture, e sfocia nel re-lativismo religioso e nell’ateismo. L’Ecu-

menismo della Complementarietà conla pretesa di un’unità nella diversitàche dissolve il principio di non con-

traddizione, è già in pieno relativismoreligioso, una china verso l’abisso delnulla metafisico.Sorprende, in questa dolorosa vicenda di

un ecumenismo che distrugge l’unicavera Fede, la scarsezza intellettuale deisuoi fautori, incapaci di avvertire le impli-canze distruttive di certe posizioni, sep-pure non agiscano, come purtroppospesso avviene, per un ignobile compro-messo di coscienza con l’imperante in-flusso massonico, che punta alla fu-sione delle varie confessioni religiosein un’unica ecumene esoterica, gestitadallo spirito menzognero e omicida diSatana. E di riflesso si rivela sempre piùforte il vigore mentale di Cristo, che ci of-fre nella vera Chiesa lo scrigno incorrutti-bile della Verità, una e indivisa, libera dacontraddizioni.Ancora una volta, lo Spirito di Verità, ef-fuso dal Cuore di Cristo Crocifisso, dàprova eccellente di Sé!Come la pietra che rotola dal monte, ilVerbo di Dio fatto Uomo è in procinto ditravolgere questo idolo dai piedi di argillae ristabilire la Verità che rende liberi.«Ecco, Io vengo presto, ed è con Me lamia ricompensa per rendere a ciascu-no secondo il suo operato. Io sonol’Alfa e la Zeta, il Primo e l’Ultimo, ilPrincipio e la Fine... - Vieni, SignoreGesù!» (Ap. 22, 13as).

NOTE

1 Dichiarazione congiunta sulla dottrina dellaGiustificazaione, in “Osservatore Romano”,20 gennaio 2000. Un’accurata panoramicasull’attuale ecumenismo è nel libretto; “Elo-gio dell’Ecumenismo del Ritorno”, a curadi J. M. De la Croix, ed. Mimep-Docete,20060 Pessano, pp. 96.2 Brescia 2001, a p. 128.3 cfr. “Sì sì, no no” 15 febbraio 2002.

Dettaglio del simbolo dell’unità delle religioni:Cristianesimo, Giudaismo, Islamismo, In-duismo e Buddismo, che si trova sul taber-nacolo di Asshram Aikiya Alayam (India meri-dionale).

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“Chiesa Viva” *** Giugno 2003 9

LA DOTTRINA SOCIALE CATTOLICA(da: La Dottrina sociale cattolica: sfida per il terzo millennio - Rimini)

Da: “RERUM NOVARUM”Lettera Enciclica di S.S. Leone XIII sulla questione sociale - 15. 5. 1891

La libertà dell’uomoIl diritto individuale alla proprietà privata cresce di valore se loconsideriamo nei riguardi del consorzio domestico.Libera all’uomo è l’elezione del proprio stato: egli può, a suo pia-cere, seguire il consiglio evangelico della verginità, oppure le-garsi in matrimonio. Naturale e primitivo è il diritto al coniugio enessuna legge umana può abolirlo, né può limitarne, comunquesia, lo scopo a cui Iddio l’ha ordinato quando disse: «Crescete emoltiplicatevi». Ecco pertanto la famiglia, ossia la società do-mestica, società piccola ma vera, ed anteriore ad ogni civilesocietà; perciò, con diritti ed obbligazioni indipendenti dalloStato.

Famiglia e StatoPer legge inviolabile di natura, incombe al padre il mantenimentodella prole; e per impulso della natura medesima, che gli fa scor-gere nei figli un’immagine di sè e quasi un’espansione e conti-nuazione della sua persona, egli è spinto a provvedere in modoche, nel difficile corso della vita, possano onestamente far fronteai propri bisogni: cosa impossibile a ottenersi se non median-te l’acquisto dei beni fruttiferi ch’egli poi trasmette loro inretaggio. Come la convivenza civile così la famiglia, secondoquello che abbiamo detto, è una società retta da potere pro-prio, che è quello paterno. Entro i limiti determinati dal fine suo,la famiglia, dunque, per la scelta e l’uso dei mezzi necessari allasua osservazione e alla sua legittima indipendenza, ha diritti al-meno eguali a quelli della società civile. Che se l’uomo e la fami-glia, entrando a far parte della società civile, trovassero nelloStato non aiuto ma offesa, non tutela ma diminuzione dei propridiritti, la civile convivenza sarebbe piuttosto da fuggire che dadesiderare.

Lo Stato e il suo intervento nella famigliaÈ dunque un errore grande e dannoso volere che lo Stato possaintervenire a suo talento nel santuario della famiglia. Certo, sequalche famiglia si trova per avventura in sì gravi ristrettezze cheda sè stessa non le è affatto possibile uscirne, è giusto che, intali frangenti, l’intervento dei pubblici poteri. Similmente in casodi forte discordia nelle relazioni scambievoli tra i membri di unafamiglia intervenga lo Stato e renda a ciascuno il suo, poichéquesto non è usurpare i diritti dei cittadini, ma assicurarli e tute-larli secondo la retta giustizia. Qui, però, deve arrestarsi lo Stato;la natura non gli consente di andare oltre.La patria potestà lo Stato non può né annientarla né assorbirla,poiché nasce dalla sorgente stessa della vita umana. I figli sonoqualche cosa del padre; una espansione, per così dire, dellasua personalità e, a parlare propriamente, essi entrano a far par-te del civile consorzio non da sè medesimi, bensì mediante la fa-miglia in cui sono nati. È appunto per questa ragione che, es-sendo i figli naturalmente qualcosa del padre... prima dell’usodella ragione, stanno sotto la cura dei genitori.Ora, i socialisti, sostituendo alla provvidenza dei genitori quelladello Stato, vanno contro la giustizia naturale e dissolvono lacompagine delle famiglie.

RICORDO DI “DON BERNI”

Carissimo Don Berni, volentieriRipenso a Villafranca e all’Aeroporto!Son più di quarant’anni e sembra ieri,Perchè il ricordo semper mècum porto!

E di te si ricordano gli Avieri,Cui fosti di consiglio e di conforto,Mediante i tuoi discorsi veritieri,E col “mensile”, pratico supporto!

Ricordo le puntate mantovane,E poi, quell’Ordinario Militare,Che ti spedì laggiù, nel tarantino,

Dove t’accompagnai - distanza immane,Da Villafranca, senza esagerare -Con la mitica vecchia Topolino!

Prof. Arturo Sardini

Chiosa

Di te ricordo tante cose belle:Tante testimonianze di amicizia,D’un Sacerdote buono, ma ribelle,Contro la prepotenza e l’ingiustizia!

Quanti discorsi e quante discussioniSulla Chiesa e il Concilio Vaticano,Gran covo di marrani e di massoni,Che hanno confuso il popolo cristiano!

Di più non posso dire, in un sonetto -Sia pure con quartine di commento -D’un Sacerdote attivo, onesto e schietto,Il cui motto è “AZIONE E NON LAMENTO”!

Saluta Giunchi, ovvero il Generale,Che mi dava i biglietti per l’Arena,In cambio del servizio musicale,E fagli copia della “pergamena”.

Chiusa

Ricordo l’Arciprete di San Fermo,Dove andavo a suonare per gli sposi;Berghinz, Rizzo, Bono, e poi mi fermo,Essendo i miei ricordi numerosi!

Ti saluto, carissimo Don Berni,Grato per il cristiano buon esempio,Contro le oligarchie dei “padreterni”Ed i “mercanti ipocriti del tempio”!

OCCHI SULLA POLITICA

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10 “Chiesa Viva” *** Giugno 2003

Documenta-Facta

MISSIONARI MARTIRI Anno 2002

Mons. Isaias Duarte Cancino, Ve-scovo di Cali (Colombia), ucciso il 16marzo all’uscita della Messa celebratain una parrocchia della diocesi.Padre Declan O’Toole, irlandese, dei“Missionari di Mill Hill”, ucciso inun’imboscata il 21 marzo nella regio-ne di Kotido (Uganda).Don Boniface, congolese, ucciso aGoma (R.D.Congo) il 24 marzo, du-rante la processione della domenicadelle palme, da due bombe lanciateda sconosciuti contro i fedeli.Padre Juan Ramon Nunez, colom-biano, parroco di Argentina (diparti-mento di Huila, Colombia), ucciso il 6aprile durante la Messa.Padre Roger Morin, canadese, dei“Fratelli del Sacro Cuore”, ucciso il 12aprile a Fianarantsoa (Madagascar),durante gli scontri di piazza.Don Alois Lintner, italiano “fidei do-num”, ucciso il 16 maggio a San Sal-vador de Bahia (Brasile).Padre Arley Arias Garcia, colombia-no, ucciso a Florencia (Colombia) il18 maggio in un’imboscata: era presi-dente della locale giunta della pace estava avviando negoziati tra paramili-tari e guerriglieri.Padre Jorge Altafulla, panamense,assassinato il 19 maggio a Panamà.Padre José Ilario Arango, colombia-no, ucciso il 27 giugno a Calì (Colom-bia), dopo la Messa.Suor Marta Ines Velez Serna, colom-biana, delle “Suore di S. Pietro Cla-ver”, uccisa il 14 luglio a Mogotes-Santander (Colombia).Carlos Herrao Jiménez, seminarista

colombiano, ucciso il 21 luglio a Me-dellin (Colombia).Fratel Ivo Dominique Lascanne,francese, dei “Piccoli Fratelli del Van-gelo”, fondatore del “Foyer della spe-ranza” a Yaoundé, trovato ucciso il 30luglio nei pressi di Maroua (Camerun),da uno dei ragazzi che aveva aiutatoa togliersi dalla strada.Padre Pierre Tondo, burundese, par-roco di Kiguhu, diocesi di Ruyigi, ucci-so il 5 agosto mentre era in viaggionella provincia di Gitega.Suor Cecilia, monaca caldea, uccisanella notte tra il 15 e il 16 agosto aBaghdad (Iraq).Padre Jean Guth, francese, della“Congregazione dello Spirito Santo”,rapito il 31 marzo a Mayama (Congo-Brazzaville) e morto nelle mani dei ri-belli il 10 agosto.Padre Augustin Geve, primo sacer-dote indigeno delle Isole Salomone,ucciso il 20 agosto a Guadalcanal, do-ve era in missione di pace.Leonardo Muakalia Livongue, semi-narista angolano, ucciso per rapina l’8settembre a Malanje (Angola).Padre José Luis Arroyave, colom-biano, ucciso a Medein (Colombia) il20 settembre: era responsabile di pro-grammi sociali e sviluppo dei quartieridegradati della città.Padre Jorge Sanchez Ramirez, co-lombiano, diocesi di Antioquia (Co-lombia), ucciso nella Valle del Caucail 27 settembre.Padre José Luis Cardenas, colom-biano, assassinato il 17 ottobre aChalan, dipartimento di Sucre, pocodopo la celebrazione della Messa.Padre Gabriel Arias Posadas, Vica-rio generale della diocesi di Armenia,

ucciso il 18 ottobre nel dipartimento diCaldas (Colombia), dove si trovavaper trattare la liberazione di un seque-strato.Alberto Neri Fernandez, uruguaya-no, focolarino laico, ucciso per rapinain Brasile, il 19 ottobre.Don Declan Collins, salesiano irlan-dese, ucciso per rapina il 16 novem-bre a Johannesburg (Sudafrica): si oc-cupava dei poveri e degli emarginatidei sobborghi della città.Don James Iyere, nigeriano, morto il29 novembre in seguito alle gravi feri-te riportate durante gli scontri scoppia-ti a Kaduna.Don Jean Claude Kilamong, dellaRepubblica Centrafricana: fermato l’8dicembre dagli insorti a Bossangoa, futrovato morto il giorno dopo.

I FRUTTI DEL POST-CONCILIO

Ultimamente, in USA, è stato pubbli-cato un libro (Index of Leading Catho-lic Indicators: The Church Since Vati-can II, di Kenneth C. Jones) che forni-sce dei dati sullo stato della Chiesa inAmerica a partire dal Concilio Vatica-no 11. Abbiamo pensato che tali datipossano essere utili per aiutare a ca-pire che cosa accade nella Chiesa, inAmerica e nelle altre parti del mondo.

Preti: Tra il 1930 e il 1965 il numerodei preti si era raddoppiato, raggiun-gendo la cifra di 58.000. Questa cifraè scesa a 45.000, cosí che si può cal-colare che nel 2020 vi saranno solo31.000 preti, di cui la metà avrà piú di70 anni.

Ordinazioni: Nel 1965 furono ordinati1.575 preti. Nel 2002, ne sono stati or-dinati 450. Nel 1965 solo l’l % delleparrocchie USA era senza un prete;oggi ve ne sono 3000, pari al 15%.

Suore: Nel 1965 vi erano 180.000suore. Nel 2002 sono scese a 75.000,con una età media di 68 anni. Nel1965 vi erano 104.000 suore inse-gnanti, oggi ve ne sono 8.200, con undeclino del 94%.

Ordini religiosi: Gesuiti: sono scesidai 3.559, del 1965, ai 389 del 2000;Fratelli Cristiani: si sono ridotti del99%: nel 1965 si contavano 912 semi-naristi, nel 2000 sono scesi a 7; Fran-cescani e Redentoristi sono scesi da3.379, nel 1965, a 84 nel 2000.

Scuole cattoliche: Dal 1965 è statachiusa quasi la metà delle scuole cat-toliche. Gli studenti sono scesi da700.000 a 386.000. Le scuole parroc-chiali hanno subìto un declino ancoramaggiore: 4.000 sono sparite, e i ra-gazzi sono scesi da 4.500.000 a2.000.000.

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“Chiesa Viva” *** Giugno 2003 11

Matrimoni: sono scesi a un terzo, ri-spetto al 1965, mentre il numero degliannullamenti è salito da 338, nel1968, a 50.000 nel 2002.

Praticanti: L’Istituto Gallup rilevava,nel 1958, una frequenza alla Messa ditre cattolici su quattro. Un recente stu-dio della “University of Notre Dame”

ha rilevato che la frequenza si è ab-bassata a uno su quattro.

Insegnamenti della Chiesa: Solo il10% degli insegnanti di religione se-gue gli insegnamenti della Chiesa. Il53% ritiene che si continua ad esseredei buoni cattolici anche praticandol’aborto. Il 65% ritiene che i cattolici

possano divorziare e risposarsi. il77% ritiene che si possa essere deibuoni cattolici senza andare a Messala Domenica. Un’indagine del “New York Times”ha rilevato che il 70% dei cattolici, tra i18 e i 44 anni, ritiene che l’Eucarestiasia solo un “simbolic reminder” (ri-cordo simbolico) di Gesú.

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12 “Chiesa Viva” *** Giugno 2003

LA PSICOLOGIA MODERNA

Noi dobbiamo arrivare alle anime, pas-sando attraverso di esse. Ci incontriamocosì - e sono ora varchi, ora insidie, oraalterazioni, ora barriere - nelle caratteri-stiche psicologiche degli uomini. Per farciintendere, per spianare la strada alla ve-rità ed alla grazia di Dio, dobbiamo fare iconti adunque colla psicologia. La qualeè sostanzialmente quella dei tempi diAdamo; ma per la elasticità della quale ilCreatore ha dotata la natura, non dipar-tendosi dalla sostanziale fisionomia, as-sume caratteristiche secondarie e tutta-via importanti, secondo i tempi, le culture,le tradizioni. Il “nuovo” influisce in esse,vi agisce talvolta persino da ciclone. Ènaturale allora chiedersi se non abbia ca-ratteri più rilevati la psicologia del nostrotempo. Siamo nell’argomento, circa ilquale, più che in tutti gli altri, si può e sideve essere “moderni”, nel senso di ade-guarsi, per imperativo di apostolato allatesta dei nostri simili e contemporanei.Evidentemente non si tratta di assorbirnei difetti, ma solo di adattarsi a prenderegli uomini come sono.Avvertendo che molte delle cose elenca-te fino a questo punto potrebbe essere ri-petute sotto questo titolo, recensiamo al-cuni degli aspetti che possono colpire dipiù e meglio servire ad orientamenti prati-ci.Le filosofie degli ultimi due secoli hannolargamente permeato, anche e soprattut-to a loro insaputa, le menti degli uomini.Questo sedimento, più o meno incoscien-te, diventa con estrema facilità pregiudi-zio.Il pregiudizio - a diversità dei princìpi certied obbiettivi - è base malferma e malsa-na della attività intellettuale e morale. Perpoco che faccia il pregiudizio rende ingiu-sti.Il pregiudizio trasportato dall’intelletto nelcampo del sentimento diventa simpatiaed antipatia, impulso e passione, entusia-smo e scoraggiamento. Tutte cose cheservono poco la verità, il bene e la bontàdei rapporti tra gli uomini.Le filosofie hanno sedimentato nella testadei nostri simili e contemporanei, più chein qualunque altra età, perché la lettera-

tura di qualunque valore e grado se ne èfatta impregnare e tutti più o meno leggo-no.Quali filosofie hanno sedimentato di più?Il materialismo, l’idealismo, oggi l’esisten-zialismo. Naturalmente con queste hannoagito tutti i loro sottoprodotti.Ciò impone una disintossicazione. Essaè così il presupposto di tutto il lavoroapostolico.Per fortuna il sedimento filosofico è spes-so più sentimentale che razionale. Ed ilsentimento è influenzato dalle impressio-ni. Ecco un aspetto interessante del no-stro tempo: la capacità immediata di agi-re delle impressioni.È questo il motivo per cui noi sacerdotidobbiamo contare - per salvare la nostrareputazione - non meno sulle impressionilasciate negli altri, che nei loro giudizimaturati. Sotto questo aspetto la nostramodernità sta nel continuo sacrificio di

renderci onestamente simpatici a tutti. Siriderà forse a sentire che l’argomentodella simpatia è venuto in campo a pro-posito di sedimenti filosofici nella testadella gente. Ma la verità è che nella filo-sofia d’oggi la razionalità c’entra poco. In-fatti, è per lo più il sentimento che decidedegli atteggiamenti cosiddetti intellettualie li orienta. Molti sono disposti a lasciareda parte le difficoltà contro la Fede, se in-cappano in un banditore di essa che rie-sca loro simpatico e interessante. Collastessa facilità accade il contrario.Sentimento e labilità sono connessi. Daquesto nasce sovente, nel faticoso andiri-vieni, quella stanchezza della quale ab-biamo parlato innanzi e che facilmentescivola alla malata volontà di brivido e ditragedia.Nessuno si meravigli se tra le caratteristi-che psicologiche, sia pur senza darle unaeccessiva parte, classifichiamo anche lacreduloneria. Chi ha molta fretta e devetuttavia fare, non scende in profondità; la-scia la maggior parte decisoria al senti-mento e finisce credulone. È chiaro! Nonha tempo di inquisire e non ha moltoesercizio logico per sindacare; ha biso-gno di appoggiarsi e di prendere quelloche gli appare più comodo. Non importache la moda sia quella di parlare di scien-za, di esigere dimostrazioni e di ostenta-re difficoltà a convincersi. La verità è chela logica conta molto poco. Del resto ba-sta in questo osservare quello che si scri-ve ed osservare come la gente prendebuono quello che legge, purché ci sia dimezzo qualche simpatia, e come masseintere bevano quotidianamente le cosepiù paradossali e persino inverosimili.Questa creduloneria sostiene quasi tuttele faziosità nei meno grami (- s’intende -),perché nei più grami la faziosità è anzi-tutto effetto dell’interesse venale.Tutto ciò porta ad una conclusione impor-tante; la forma, il modo, il contorno senti-mentale di ogni presentazione, in un pri-mo momento contano spesso più dellasostanza. Vi preghiamo di ricordarvi que-sta conclusione tra poco, allorché arrive-remo alle applicazioni per i nostro mini-stero.Ecco ora una singolare caratteristica psi-cologica, figlia forse della fretta colla qua-

LA MODERNITÀ

di Sua Em.za Mons. Giuseppe Siri

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“Lettera Pastorale al Clero”.

Sua Em.za Mons. Giuseppe Siri.

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le si vive la vita e per la quale ci si stancapiù presto di tutto, amaro frutto del senti-re - senza capire - la caducità delle coseumane. Perché la nostra età è in sicuroprogresso quanto a tale esperimento esua conseguente tristezza.Si tratta della sottile ed insistente tenden-za al nuovo per il nuovo, allo strano perlo strano, all’originale per l’originale, aldissonante per il dissonante, al parados-so per il paradosso. Tutto ciò è vero e dif-fuso. Vien fatto di chiedersi - nella spe-ranza non sia malignità - se questo nonderivi per caso anche da una povertà difantasia, la quale per essere esercitatacontinuamente ad uso di passatemponelle cose minori ed inutili, si trova esau-rita poi in quelle di maggior rilievo e dovedovrebbe, ad esempio, creare la autenti-ca opera d’arte. Si potrà ad ogni modo di-scutere sulle cause, ma il fatto sta. Staed ha applicazioni impensate in grandicose, perché permette scivoli via la so-stanza delle questioni. Ecco le opposizio-ni per le opposizioni, le cose dette a ro-vescio per dirle a rovescio, tanto che ba-sterebbe mettersi a rovescio per far ritor-nare l’indritto. In questo sta il costrutto dimolti “anti-questo” o “anti-quel-lo”, con conseguenti e facilissi-mi cambiamenti di posizione.Quante cose di questo poveromondo non possono assoluta-mente essere prese sul serio! Equanto questa constatazionespinge con incredibile forza ver-so Dio! Si capisce come molti ateismi,scetticismi, anticlericalismi etc.Vadano giudicati con criteriopienamente relativo, che è co-me a dire - a nostra consolazio-ne - non debbono mai esserepresi sul serio del tutto. Sugge-riscono calma, pazienza ed at-tesa. Lo spettacolo del quale sifa la regia ogni giorno con la“opinione montata”, la “reclame”e l’inganno di far apparire pen-siero di tutti, quello che non èpensiero neppur della piccolaorchestra, trae il suo principalealimento dalla caratteristica psi-cologica di cui ora si è discorso.Venerandi Confratelli, siete fur-bi e non fatevi sorprendere nel-la vostra buona fede da certeapparenze. Abbiate discernimento e la-sciate che molte foglie facciano mulinellonel vento. I mulinelli di vento non sonoper voi.

CONSEGUENZE PRATICHE

Si potrebbe allungare l’elenco delle carat-teristiche della psicologia moderna. Manon è questo che ci interessa. Dobbiamopiuttosto venire a delle conseguenze pra-tiche. Ecco subito la più importante eriassuntiva: questa strana psicologia ciobbliga ad adattare ad essa i nostri meto-di. Senza questo prudente ed oculatoadattamento, rischiamo di non essere in-tesi. Direte: ecco un altro gravame! Ripe-tiamo che per noi Sacerdoti la modernitàè fatta di gravami.

1° - LA CATECHESI IN GENERE

La verità divina non muta. Ma bisogna“tradurla” in linguaggio accessibile.Si tratta anzitutto di parlare il linguaggiodel 1950, per lo meno. La lingua Italianaha altri gusti da quelli del 1900. Si è fattanon meno ricca, ma più diritta, più snoda-ta, più sciolta e simpatizza colla immedia-tezza e colla brevità. Non vuol più saper-ne di rotondità ottocentesche, di smance-rie accademiche, di frasi troppo rituali.Non si separa - naturalmente - la linguadallo stile, e qui Noi si parla d’entrambi. Il“parlare” del nostro tempo non tollera siparli per parlare. Si parla se si ha qualco-sa da dire. Questa legge è tremenda-mente severa in Chiesa, perché l’abitudi-ne di leggere almeno il giornale ha adu-sato pressoché tutti ad accorgersi quan-do si parla per parlare. La fretta stessadel nostro tempo non tollera indugi, ameno che non si diverta, il che non èesattamente quanto occorre, se si portala Parola di Dio.La “traduzione” della sacra verità tantomeglio avviene quando, senza nulla ri-metterci della sua sodezza e logica, pas-

sa attraverso i problemi più sentiti, glischemi più usati, gli aspetti più corrispon-denti alla vicenda, alla pena, al vuoto, edalla sete dell’anima moderna. Abbiamocoscienza di dire qui una cosa assai diffi-cile e che - ad attuarla - richiede grandeequilibrio, ma che tiene il segreto di undominio, spesso immediato, sulle animeanche più riottose. È Nostro intendimentodi scrivere di proposito in altra circostan-za ed in modo direttamente specifico. Ècerto che questa traduzione meglio vi riu-scirà quanto più sarete semplici e convin-ti, quanto più sarete ordinati e chiari neiconcetti (nessuna modernità dispenseràmai dall’ordine), quanto meno cerchereteeffetti con strilli o gonfiature o lirismo dipoco prezzo e fuori posto. La “traduzio-ne” è la vera questione dominante, tantodel catechismo ai piccoli, che della scuo-

la di religione, che della predicazione inqualunque forma. Essa è felice quandoentra nell’angolo di visuale di chi ascolta.Essa morde quando segue alcune esi-genze del giusto moderno.Questo “gusto” è un frutto di tutta la psi-cologia ed è - strano a dirsi - fatto anchedi un contrasto o meglio di una reazioneai difetti moderni. Infatti. Quanto menoc’è di razionalità nella cultura comune,tanto più è sentita allorché la si incontraseria e quadrata. Quanto più c’è di super-ficialità sentimentali, tanto più si apprez-za la sodezza della sostanza dottrinale.Quanto più la vita è intinta di leggerezza,tanto più si ha sete di cose serie. E que-sto ha valore tanto per gli intellettuali cheper gli ignoranti. Quanto più il mondo delpensiero è slegato, tanto più si aspira adavere la giustificazione chiaramente dot-trinale delle stesse verità pratiche, morali.

2° - LA CATECHESI IN SPECIE

I rilievi fatti sopra a proposito della vita edella psicologia moderna ci impedisconomolto chiaramente una illusione, quella di

considerare la massa dei fedelicome una serena comunità li-vellata, alla quale basti sempree solo il catechismo della do-menica.Quell’unico catechismo va ri-fratto secondo tanti bisogni etante strade.Esso deve rimanere, natural-mente! Ma non basta più.Ossia: occorrono altri corsi ca-techistici, fatti anche altrove edin modi diversi.Guardate questa strana gente.Cercate quanti artisti vanno asentire il catechismo parroc-chiale. Però se farete in qual-che ambiente simpaticodell’autentico catechismo, ma amodo loro e magari non lochiamerete “catechismo”, (chese ne offenderebbero forse)sebbene “conversazione reli-giosa”, potrete qualche voltaarrivare a metterne insieme ungran numero.E tutti stanno a sentirlo il cate-chismo, purché se lo sentanofare per loro.

Abbiamo da imparare dalla tecnica dellapropaganda, dalla sua molteplicità, dallasensibilità e duttilità dei suoi criteri. Tuttoha un valore ed i mezzi più impensati so-no operanti per coloro che hanno sempregli occhi impegnati da luci fosforescenti ele orecchie percosse dal clamore deicongegni. Il catechismo lo si fa parlando,lo si fa stampando: coi fogli, coi quadri,coi richiami. Talvolta - soprattutto stam-pando - può venir bene la tecnica di com-posizioni e scomposizioni, di impressionie di sintesi, di primi piani e inquadrature,che sarebbe sembrata paradosso ai no-stri nonni.Gli è che dobbiamo spesso, per farcisentire, tener dietro ad un mondo il qualecammina piroettando.Tutto ciò non può e non deve incideresulla serietà della sostanza, sulla severità

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una comodità, affatto; sono invece un im-pegno di attenzione, intelligenza, inge-gnosità. Porte lasciate aperte, solo perevitare la fatica di maneggiarne la serra-tura o spostarsi dalla posizione comoda,sarebbero un permanente pericolo eduna palese sciocchezza. Tutte questeprecisazioni Ci paiono meticolosamentenecessarie, per impedire che qualcuno Ciintenda male.Le porte si lasciano aperte così.Creando un alone sano di simpatia intor-no al nostro ministero. Abbiamo già dettoquesto. La simpatia non può concepirsisollecitata altro che dalla grande educa-zione, perfetta giustizia, generosità dicuore e prontezza di servizio verso tutti.Le doti personali vengono bene se conte-nute da modestia ed umiltà.“Porte aperte” significa creare nell’ambitodel riserbo sacerdotale delle occasioni,nonché avere condiscendenza ove sitratta di capire, donare e pazientare.“Porte aperte” significa una vittoria sullatimidezza e ritrosia. “Porte aperte” significa non negare mai ilriconoscimento del bene, ovunque essosia e non sia viziato da seconde e per-verse intenzioni. La lode, il saluto, la cor-tesia, il sorriso - qualche volta pure il vir-tuoso silenzio - sono delle porte aperte.

4° - IL METODO

A questo punto non c’è davvero più alcu-na necessità Noi spendiamo parole perdire che la modernità vera del Sacerdoteconsiste in un più grande impegno ed inun più grave lavoro. Ci preoccupiamopiuttosto che voi, cari Confratelli, non vitroviate paura di questo. Ecco perchéportiamo il discorso sul metodo.Infatti il metodo è quello che mentre con-sente di risparmiare su tutto, è pur quelloche trova posto per tutto. Se il modernoapostolato ci spinge a tante iniziative, bi-sogna pur trovare il modo di economizza-re le nostre magre forze, liberare il temposempre necessario alla nostra vita spiri-tuale, ottenere sempre col minimo mezzoil massimo effetto.A tutto questo si arriva in serenità e pacese si ha del “metodo”, se cioè la nostravita è metodicamente organizzata. Il me-todo conosce, distingue, rapporta, divide,distribuisce, collega, ordina, lega tutto. Ilmetodo programma il nostro tempo ragio-nevolmente e con proporzione al fine, cuisi intende arrivare. Facendo tutto questoelimina il superfluo, contiene l’inutile, ra-ziona il certo, si cautela dall’incerto, ri-sparmia e abbrevia. Nel dirne bene Cifermiamo qui, perché stiamo già scriven-do, appunto sul “metodo” una appositalettera, ugualmente diretta a voi e che abreve distanza è Nostro intendimento se-gua la presente, come Nostro secondoumile dono in questo Anno Santo.Tuttavia vi è certamente facile il vedere laconnessione profonda tra i due argomen-ti della modernità e del metodo. Non cre-diamo infatti si possa rispondere alle esi-genze della prima, senza la austera disci-plina del secondo.

(continua)

Bisogna mettere l’accento sulle possibi-lità di presenza attraverso i mezzi ed indi-rettamente. È qui dove si sente il valoredell’Azione Cattolica, la quale costituiscesenza dubbio il migliore moltiplicatoredella presenza sacerdotale.A scanso di altri e non meno pericolosiequivoci il concetto di “presenza ministe-riale” va depurato da qualunque scopoche non sia inerente e lealmente inerenteallo scopo ultimo e soprannaturale dellaChiesa. Infatti molti si potrebbero a buon

diritto insospettire se affermassimo il do-vere di una presenza dovunque, ma ordi-nassimo questa presenza a qualcosad’altro che non fosse il soprannaturale in-teresse delle anime. La presenza mini-steriale non contesta denaro e dominio,non fa concorrenza ad interessi umani; èinvece talmente un servizio che dovun-que trova il suo posto, perché dovunquec’è chi deve essere spiritualmente aiuta-to.Dopo tutte le precisazioni, nessuno si of-fenderà se diciamo che la “presenza mi-nisteriale” giunge nel modo atto e piena-mente consono alla disciplina ecclesiasti-ca o direttamente od indirettamente, siaove si soffre che ove si gioisce, sia ove silavora che ove si ozia.La “presenza ministeriale” reclamata dal-la rifratta e distratta vita moderna non vaconcepita solamente come un “muoversiverso gli altri”, ma anche e non meno co-me un “lasciare le porte aperte agli altri”.Intendiamoci: tutte le porte vanno guar-date dalla disciplina, allorché si lascianoaperte; in più le porte di Chiesa non si la-sciano aperte ai cani. Ciò è per dire chele porte aperte in questo caso non sono

dell’ordine e sulla trasparenza della chia-rezza; ma può e deve all’occorrenza ve-stirsi di tutto.A proposito della catechesi in tutti i sensi,vorremmo ricordare un dato, il quale rias-sume tutte le caratteristiche della psicolo-gia moderna: non si può contare sullabuona volontà di fare sforzi a seguire eda capire. Tutto deve arrivare già dosato econfezionato per il palato e per la resi-stenza.Più si riesce, quanto più si ha il sensodella regia. Tra le forme di catechesi, ci sono pure iconvegni di studio, i congressi.È ora di capire come in essi si debbapensare a organizzare i l congegnodell’interessamento e della attrazione. Icongressi con più che due discorsi di se-guito, sono cose mortali; quelli con duediscorsi sono indigesti. Quella congerie di“saluti”, “adesioni”, “presenze” fannoesercitare la pazienza e non l’intelligen-za, in quanto non si adattano con l’anda-mento frettoloso e fantastico del vivere.Gli occhi e le orecchie accampano i lorodiritti: spesso la miglior cornice è fattadalla musica. La Chiesa che lo sa, comene ha fatto un tono di tutta la divina litur-gia!Tutto non va concepito come una vortico-sa ridda di cose da fare, ma come un ag-giornato assortimento, nel quale serena-mente e tranquillamente scegliere congusto e tempestività; in altri termini, nonsi tratta di fare una confusione in testa,ma di scegliere con molta testa tra moltecose le più intonate e rispondenti al crite-rio di una “traduzione” efficace.

3° - LA PRESENZA

Le strade sono tante, molte sono così in-cassate e unilaterali che non basta unsemaforo solo e fermo per segnalare alleanime la via del Cielo. Nasce da questastraordinaria rifrazione della vita modernal’imperativo di una rifratta e moltiplicatapresenza del sacerdote. Molti settori divita e di lavoro, rimangono fuori della zo-na di luce. Bisogna farsi avanti.Parliamo di una presenza “ministeriale”.Essa non ha niente a che fare colla pre-senza dello spettatore e pertanto sareb-be utile e dannosa dove si è solo spetta-tori e non attori, o dove non si può essereattori insieme ad altri attori o dove sarem-mo ridicolmente attori. Per questo la leg-ge canonica con saggezza proibisce l’ec-cesso a locali mondani e di divertimento.La “presenza ministeriale” si può far sen-tire anche nei teatri dove non andiamo,se ci occupiamo con tatto di quelli chefanno il teatro. La “presenza ministeriale”può ingegnosamente ed indirettamenterealizzarsi persino dove non sarebbepossibile e neppur dignitosa la presenzafisica. L’equivoco grave sta nel confonde-re in modo assoluto “presenza fisica” e“presenza ministeriale”. Questa secondanon è mai motivata dal godimento odall’interesse personali; anzi ove questiaffiorassero, utilmente ci si domandereb-be se non fosse meglio ritirarsi; in più vacostantemente protetta dalla mortificazio-ne cristiana.

Un suora “poliziotto”.

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3. - Possiamo, qui, menzionare in rapi-di cenni i più importanti vantaggi deri-vanti da questo nuovo modello:a) si realizza innanzitutto una validasintesi tra le due concezioni a tutt’og-gi in antitesi della libertà giuridica edella libertà dal bisogno, in quanto sidà al cittadino, oltre ad una quota direddito, anche il diritto di pretender-la, arricchendolo, così, oltre che delbene economico anche del bene giuri-dico che soddisfa la sua esigenza dal-la “certezza del diritto”;b) si pone un naturale limite tra ilmomento della sovranità e quellodell’autonomia privata. Pur ricono-scendo, infatti, alla sovranità statuale ilpotere di intervenire nel procedimentodi creazione e di distribuzione dellaricchezza, si evitano i difetti e gli squili-bri tipici dei progetti tradizionali. Men-tre, infatti, nei sistemi tradizionali allapianificazione della produzione seguefatalmente la pianificazione dei consu-mi sulla base del consumatore statisti-co piuttosto che di quello reale, conquesto progetto, attribuendo al cittadi-no invece dei beni di consumo, il de-naro per comprarli, si fa derivare dallescelte del consumatore il prezzo dimercato e, quindi, la pianificazionedella produzione. È ovvio, infatti, chequando il cittadino sceglie i beni diconsumo spendendo denaro, orienteràprevalentemente la produzione sui be-ni con prezzo relativamente più altoche saranno anche quelli maggior-mente richiesti;c) si viene a porre l’economia stata-le nelle condizioni di economicità cheoggi le mancano, in quanto si sostitui-sce alla concezione burocratica degli or-gani direttivi, quella del finalismo al profit-to (che attualmente è prerogativa dellasola economia privata) che ne consente,ad un tempo, la razionalizzazione ed il

coordinamento con tutto i l sistemadell’economia di mercato;d) si consegue il potenziamento anchedell’economia privata in quanto, attri-buendosi ad ogni cittadino un minimo dilivello di reddito, si predispone al consu-mo tutta la collettività.

Come è noto, l’impresa moderna è ca-ratterizzata dal fatto che la produzioneprescinde dalla domanda, sicché colriconoscimento al cittadino di un mini-mo di reddito, si fa di lui un consuma-tore e si incoraggia l’attività produttivain quanto si sblocca il mercato dai pe-ricoli della “sovrapproduzione” e del“sottoconsumo”;e) il bilancio dello Stato relativo alleuscite (concernente le spese neces-sarie all’espletamento delle pubblichefunzioni) viene distinto dal bilanciodegli investimenti produttivi relativoalle entrate, con la conseguente ra-zionalizzazione di tutto il sistemacontabile. A tal fine è previsto di abbi-nare al c. d. “Codice fiscale” relativoai prelievi dello Stato, un “codice deiredditi sociali”, relativo alle uscite afavore del cittadino. La circostanza diaver proposto un “codice dei redditisociali” analogo ed in parallelo al“codice fiscale” dimostra la facile elineare attuabilità del progetto;f) divenendo ogni cittadino effettiva-mente comproprietario del patrimonionazionale, si renderà facilmenteconsapevole della coincidenza delproprio interesse con quello dellasocietà;g) solo finalizzando al profitto del citta-dino l’attività produttiva dello Stato sene potrà conseguire, ad un tempo, larazionalizzazione e la moralizzazione(San Tommaso affermava che l’etica èun aspetto della razionalità). Ogni cit-tadino, quale comproprietario, del pa-trimonio produttivo nazionale, avrà in-

teresse a controllare e a denunciare ogniirregolarità, in quanto sarà effettivamenteconsapevole che ogni pregiudizio all’eco-nomia nazionale ed ogni indebita appro-priazione di reddito, si consolida nella le-sione anche del suo personale interesse;h) la sottrazione al potere politico ed al

DEMOCRAZIA INTEGRALE:PROGETTO PER UN DIRITTO DELLA PERSONA

CON CONTENUTO PATRIMONIALE

del Prof. Giacinto Auriti

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sottogoverno della disponibilità dei redditidiversi da quelli previsti in bilancio, elimi-nerà ogni incentivo a far politica ascopo di lucro, ponendo le premesseper una reale moralizzazione della vitapubblica, costituendo così una vera “leg-ge antimafia”;i) si determina un valido e stabile equi-librio tra la politica dei redditi e quelladei salari, in quanto si viene ad inserirenel corpo sociale un nuovo interesse ca-pace di porre automaticamente un limiterazionale alle rivendicazioni sindacali.Posto infatti che il pericolo di una incon-trollata politica sindacale è quello di de-terminare l’incremento dei costi e la com-pressione dei redditi oltre i limiti tolleratidall’equilibrio nazionale ed internazionaledei mercati, divenendo ogni cittadino tito-lare anche di una quota del reddito, con-terrà la propria rivendicazione sa-lariale entro il limite che gli con-senta il massimo utile globale, chesarà così anche il massimo utilesociale;l) si libera la contrattazione dellavoro dagli equivoci della teo-ria marxista del plusvalore. Ilsindacato infatti, sorto con lo sco-po di rivendicare nei confronti deidatori di lavoro il plusvalore comeaumento di salario, ha realizzatonon distribuzione di reddito, maaumento dei costi, perché il sala-rio è un costo di produzione. Hacausato, così, una spirale senzafine di aumento dei prezzi, aumen-to di inflazione, ulteriore aumentodei salari, in una permanente con-flittualità.Con questo progetto si viene, in-vece, ad attribuire ad ogni cittadi-no una quota di reddito e quindi dicapitale in aggiunta ai salari.Si libera in tal modo il rapporto dilavoro dalla illusione di realizzareun impossibile e chimerico dirittosociale che come tale, oltre tutto,esula dalle naturali finalità dell’im-presa.Una volta garantito ad ogni cittadi-no un minimo di ricchezza e raffor-zata la tradizionale posizione delcontraente più debole, il contrattodi lavoro dovrà tornare ad avere vigoresecondo il principio del “tener fede allaparola data” che restituisce al lavoratorela sua dignità ed al datore di lavoro lacertezza della previsione e pianificazionedei cicli produttivi e dei relativi costi;m) per quanto riguarda il delicato proble-ma di stabilire il criterio della ripartizionedel reddito, si è preferito riconoscereuna quota di reddito uguale per tutti,che altrimenti, volendosi attuare una ri-partizione discriminata a seconda dellequalità personali e delle esigenze di ogniindividuo, si sarebbe incorsi nei gravi in-convenienti di progetti di tipo assistenzia-le in cui, oltre alle ingenti spese di accer-tamento e di controllo, si sarebbe verifi-cato il grave inconveniente sopra rilevato,di conferire ad un organo una discrezio-nalità che, facilmente, può mascherare ilfavoritismo e l’interesse di clientela. Èsufficiente, infatti, che un trattamento di-scriminato in rapporto alla consistenza

patrimoniale dei singoli cittadini, vengaeffettuato all’atto dell’accertamento e delprelievo fiscale;n) merita particolare menzione il dispo-sto, previsto nel progetto, che sanciscela perdita del reddito sociale per il cit-tadino che, pur avendo la possibilitàdi lavorare, non lavora. Ciò al fine dievitare che possa mascherarsi sotto laparvenza di diritto sociale ogni esecrabileforma di parassitismo.

4. - Una riforma del sistema monetarioe creditizio, così regolata dal progetto,elimina un vizio di origine che defor-ma tutto l’ordinamento monetario vi-gente. Oggi, all’atto dell’emissione, coin-cidono due diversi momenti: quello dellacreazione e quello dell’erogazione dellamoneta.

Una volta dimostrata la categoria dei va-lori convenzionali - cioè dei valori creatida una semplice attività spirituale qualeè appunto, la convenzione - è altresìprovato che a dare valore alla carta mo-neta è chi l’accetta come mezzo di paga-mento, cioè la collettività dei cittadini,mentre chi si appropria di questo valoreconvenzionale non sono i cittadini, ma ilsistema bancario.Al momento in cui il valore convenzio-nale monetario si manifesta attraversoil “simbolo carta” si realizza come be-ne oggetto di diritto.Solo dopo aver chiarito chi è il pro-prietario della moneta all’atto del-l’emissione, si può stabilire chi è ilcreditore e chi il debitore. Poiché laBanca centrale emette moneta prestan-dola, si appropria del valore monetariocreato dalla collettività, perché prestaredenaro è una prerogativa del proprietario. In tal modo il popolo è espropriato ed in-

debitato della sua moneta all’atto del-l’emissione, perché la proprietà della mo-neta è apparentemente attribuita ad unfantasma giuridico: “la Banca”, sostan-zialmente al gruppo di potere che lastrumentalizza.La riforma del sistema chiarisce netta-mente la distinzione tra la fase creativa equella dell’erogazione. La moneta è crea-ta mediante la manifestazione formaledei simboli di corso legale.Questo “oro-carta” non può all’atto dellasua creazione, che essere di proprietà ditutti i cittadini.Ciò significa che la moneta deve avere lacaratteristica essenziale della sua nazio-nalità.La quantità di moneta da emettere dovràessere determinata in base a due criterifondamentali:

a) la quantità dei cittadini;b) il potenziale incremento pro-duttivo della Nazione.Infatti, ogni uomo, per il solo fattoche vive, crea valore, sia perchérealizza con i propri bisogni i valoridei beni di cui necessita, sia per-ché contribuisce, con la propria at-tività spirituale alla creazione deivalori convenzionali monetari.Su questi presupposti, la politicamonetaria deve mirare a conserva-re al potere di acquisto della mone-ta un valore tendenzialmente co-stante. La moneta è come il san-gue: la sua quantità va propor-zionata all’entità del corpo da ir-rorare.Il modello che si propone la mone-ta al servizio della collettività e nonconsente, come oggi avviene,l’abuso della funzione monetariada parte del sistema bancarioper fini speculativi, il più delle vol-te contrastanti con gli interessi na-zionali.Orbene, posto che il proprietario diun bene è essenzialmente chi negode e percepisce i redditi, con lagaranzia dell’ordinamento giuridi-co, attribuendo al cittadino il dirittoal dividendo del capitale produttivodello Stato, gli si viene ad attribuireuna quota ideale di proprietà e

quindi si realizza, con una formula effetti-vamente sociale, l’espropriazione delloStato a favore dei cittadini.Ogni cittadino verrà così a conseguire, inaggiunta alla sua proprietà personale eda quanto sa produrre col suo lavoro, an-che un diritto personalissimo ed ina-lienabile ad una parte del reddito mo-netario del capitale comune.Solo finalizzando, infatti, la programma-zione economica alla Persona Umana, sipotrà dare alla politica sociale il suo vero,intrinseco significato che, altrimenti, nonresta altra possibilità che il vuoto linguag-gio della demagogia.Siamo certi che, al di là e al di sopra diogni spirito di parte, se il Parlamento tro-verà in sè la forza di approntare la rifor-ma del sistema monetario e creditiziorenderà un’incomparabile servizio allaNazione!

(fine)

16 “Chiesa Viva” *** Giugno 2003

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L ’Autore, con la meticolosità pazienteed il rigore storico tipico del ricercatore,ripercorre attraverso i secoli le espulsioniche i nostri “fratelli maggiori” hannoavuto in ogni luogo della terra.Nessun altro Popolo è stato così ripudia-to nel tempo ed in così tante Nazioni.La risposta a questo perché c’è, ma desi-deriamo lasciarla ai lettori.Non dobbiamo sorprenderci daltronde,più di tanto, dal momento che un paio dimillenni fa, non hanno “riconosciuto” ilFiglio di Dio, pur essendo nato in mez-zo a “loro”.Ci asteniamo pertanto da ogni commen-to, se non aggiungere che: a Dio l’ultimasentenza, a noi solo le preghiere!

Elenco delle espulsioni:

.... In data incerta sono espulsi dai Dominii Indoariani del-l’India.

1240 a.C. Tradiscono e si scontrano inEgitto. Il Faraone decide diespellerli. Da quell’Istante giu-reranno odio eterno all’Egitto;

33 d.C. Uccidono Nostro SignoreGesù Cristo.

70 d.C. Si scontrano con l’Impero Ro-mano e Tito distrugge Geru-salemme.

120 d.C. Sono espulsi dall’Impero Ro-mano.

132 d.C. Si scontrano con l’ImperatoreAdriano che decreta la loroespulsione. Si spargono cosìin tutto il “Vecchio Mondo” e,con la sconfitta di Bas Korval,inizia la vera Diaspora.

300 d. C. Invadono la Penisola Iberica(Sefarditi) e si confrontanocon la resistenza degli Iberi edei Celti. Dinanzi all’impossibi-lità, pianificano il tradimentodella Spagna.

303 d. C. Il Concilio di Elvira proibisceai cristiani di unirsi agli ebrei edi sedersi allo stesso tavolo,onde evitare sollevazioni con-tro la Chiesa Cattolica.

313 d. C. Si affrontano con i Re Visigo-ti e il Re Sisebuto li espelle,

anticipando di 8 secoli i ReCattolici.

694 d. C. Il Re Visigoto Egica scopreuna cospirazione ebraica inSpagna contro il suo Governo,e per detronizzarli si mostraimplacabile verso di loro.

711 d. C. Il suo odio si evidenzia mag-giormente quando apre le por-te agli arabi.

7° sec. Lungo tutto questo secolo, iVisigoti adottano diverse mi-sure contro i giudei.

1066 Sono espulsi dalla Spagna.

1212 Ci sono scontri popolari a To-ledo, dove la città si sollevafortemente indignata.

1290 Dopo aver affrontato i monar-chi britannici, si adottano mi-sure contro di loro e sonoespulsi dall’Inghilterra. Gliebrei giureranno odio eternoalla Monarchia inglese e, piùtardi, la “conquisteranno”.

1306 Gli ebrei si scontrano con imonarchi francesi e sonoespulsi.

1322 Sono cacciati dalla Francia.

1349 Sono nuovamente espulsi dal-la Francia.

1349 Sono anche espulsi dall’Un-gheria.

1350/1450 Sono espulsi da numerosecittà tedesche, italiane ebalcaniche.

1420 Sono espulsi dall’Austria.

1453 Sono espulsi dalla Slesia.

1480 Sono prese delle misure con-tro di loro in Spagna.

1492 I Re Cattolici scoprono i tradi-menti, le cospirazioni ed i pia-ni più diabolici contro la Na-zione che li ha accolti, e sonoespulsi definitivamente dal-la Spagna. Dei circa 150.000ebrei che vi abitavano, 50.000decidono di diventare “con-versos” o “marranos” per

conservare la loro posizione econtinuare, così, a cospirarein modo occulto.

1492 Sono espulsi dal Regno di Si-cilia.

1492 Sono espulsi dal Regno diSardegna.

1495 Sono espulsi dalla Lituania.

1497 Sono espulsi dal Portogallo.

16° sec. Sono espulsi dall’Austria.

1671 Sono espulsi da Vienna (Au-stria).

1745 Sono espulsi da Praga (Ceco-slovacchia).

1789 Benjamin Franklin, propone,ma senza riuscirvi, di espeller-li dal Nord America.

18° sec. Sono espulsi dalla Louisiana(USA).

1804 Sono espulsi dalla Russia(nella loro maggioranza).

1814 Sono espulsi dalla Norvegia.

1814 Sono espulsi dalla Svezia.

1933 Si affrontano con Hitler, e so-no espulsi dalla Germania.

1935 Si intima loro di abbandonareil Reich.

1939/45 Sono espulsi, in diverse Na-zioni, durante la II° GuerraMondiale, e si introducono so-prattutto negli USA, in Russiae in Spagna.

1941 Chiusura di Istituzioni Israeliti-che e Sinagoghe in Spagna.

1956 Con l’Indipendenza del Ma-rocco, gli ebrei sono espulsi,e l’80% si trasferiscono nellaSpagna, formando la 1a Co-munità Ebraica importante do-po l’espulsione del 1492.

1960 La Grecia applica misure dra-stiche contro l’espansione delpotere ebraico.

2000 Tutte le Nazioni Occidentali ri-conoscono lo Stato di Israe-le...

“Chiesa Viva” *** Giugno 2003 17

IL POPOLO REIETTO

del prof. Francesco Cianciarelli

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18 “Chiesa Viva” *** Giugno 2003

1° Articolo dell’ex principessa Catherine Radziwill

Nel suo articolo del 25 febbraio 1921, affermando che “iProtocolli erano stati redatti dopo la guerra russo-giap-ponese (1904-1905) e dopo l’avvio della prima rivoluzionerussa del 1905, dal Consigliere di Stato Pierre IvanovichRatchkovsky, capo della polizia segreta russa a Parigi, incollaborazione con un suo agente, Mathieu Golovinsky”,l’ex principessa Radziwill aveva usato un po’ d’immagina-zione!– Nel 1895, infatti, i “Protocolli” erano già nelle mani di

Soukhotine e di Stepanoff;– nel 1901, erano già in possesso di Nylus1;– nel 1913, erano già stati pubblicati nel giornale “Zna-

mia” (= Lo Stendardo);– il Consigliere di Stato Ratchovsky non era più al suo

posto fin dal 1902, e aveva anche lasciato Parigi, defini-tivamente, per fissarsi in Russia, fino alla sua morte, cheavvenne nel 1910. Quindi, nel 1905 non era più a Parigi;

– è stato provato, documenti alla mano, che Ratchkovskynon ebbe mai sotto di sé un agente di nome Golovin-sky.Impossibile, quindi, che i “Protocolli” fossero stati scrit-ti nel 1905.

Durante il processo di Berna (1933-37), venne dimostratodall’esperto svizzero Fleischauer, che l’ex-principessaRadziwill era una notoria intrigante, una avventuriera,condannata persino dal Tribunale dei Cap a 18 mesi direclusione per falsificazione di cambiali!

2° Articolo del conte Armand du Chayla

Anche lo scritto del conte du Chayla è molto inesattoquando afferma che Nylus, che lui aveva visto in Russianel 1905, gli aveva fatto vedere il manoscritto, asserendod’averlo avuto dalla sua compagna Natali AfamassievnaKomarovsky, alla quale Ratchkovsky l’aveva dato, a Pari-gi. Infatti:– Esiste una dichiarazione, scritta dal figlio di Nylus, che

egli era un figlio illegittimo, nato nel 1883 e riconosciutonel 1895, di Serguei A. Nylus e di una sua cugina ecompagna Natalia Afamssievna Volodimeroff, nataMetveieff (1845-1934), e che non fu mai chiamato Ko-marovsky;

– Egli affermò che i suoi genitori non furono in Francia chedue volte, e brevemente, negli anni 1883 e 1894, né fu-rono mai in relazione con Ratchkovsky;

– Egli affermò che il manoscritto dei “Protocolli”, cheChayla disse di aver veduto nel 1909, era nelle manidei figlio di Nylus dal 1901, dopo la visita di Soukhoti-ne;

del dott. Franco Adessa

1 Da sottolineare che Serguei A. NyIus era un massone. Fu ini-ziato da Teodoro Herzl. In seguito, si convertì per influsso di P. G.Cronstadt.Nota: il testo è tratto da un articolo pubblicato su Chiesa viva n° 125.

– Egli affermò che sul manoscritto dei “Protocolli”, non viera alcuna macchia d’inchiostro bleu;

– Infine, Nylus rifiuta ogni affermazione del conte duChayla, tanto che, nella sua dichiarazione fatta al Tribu-nale di Berna, lo chiama: “bugiardo perfetto” e “calun-niatore”.

– Sempre al processo di Berna (1933-37) venne dimostratodall’esperto svizzero Fleischauer che il conte du Chay-la, nel 1920, era stato capo della propaganda nell’ar-mata Wrangel, ma che fu ben presto smasche- rato co-me agente segreto bolscevico e vergognosamenteespulso dall’armata. E che se non fu condannato a mor-te per alto tradimento, questo lo si dovette solo all’inter-vento dell’Ambasciatore di Francia!

3° Articolo di Philip Grawes

Il terzo articolo di Philip Grawes non ha di esatto altro chel’Autore dei “Protocolli” s’è abbondantemente ispirato al li-bro di Joly - una satira sul governo dittatoriale di Napoleo-ne III, un’opera che gli Autori dei “Protocolli” hanno testual-mente plagiato.Ora, come scriveva il “Times”, si tratta di sapere se i Proto-colli sono stati redatti da un giudeo per dei giudei, per cui, ilfatto che Philip Grawes abbia plagiato un’altra opera, è sen-za alcuna importanza se si vuol sapere se si tratta di un pro-gramma autenticamente giudeo o, al contrario, se si tratta diuna invenzione anti-giudea. Ora, questa ipotesi non fu mai provata dalla cricca giudaica.

Tutti i tentativi di accusare il Consigliere di Stato Pierre Iva-novich Ratchkovsky, o la polizia russa in generale, di avercreato un documento falso, sono caduti miseramente, poi-ché il carattere menzognero di questi soli testimoni (giu-dei) - l’ex-principessa Radziwill e il conte du Chayla - èstato ampiamente riconosciuto!

Conoscere la Massoneria

Fac-simile della copertina

dell’edizione russa dei

“Protocolli”del 1912.

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“Chiesa Viva” *** Giugno 2003 19

Lettere alla Direzione

SEGNALIAMO:

«Guardati dall’uomo cheha letto un solo libro».

(S. Tommaso d’Aquino)

I CONFLITTI DIMENTICATIin collaborazione con “Famiglia cristia-na” e il “Regno”.

Esistono conflitti armati nel mondo? Diche tipo e dove? Come vengono consi-derati dall’opinione pubblica italiana? E’possibile quantificare il grado di attenzio-ne e di oblìo da parte dei principali attorisociali?Il libro si concentra sui “conflitti dimen-ticati”, sulle situazioni, rispetto alle qualila comunità internazionale non mostrainteresse ad intervenire. Il percorso di ri-cerca, oltre a produrre un apprezzabilestudio scientifico, offre strumenti di sen-sibilizzazione e di promozione culturale. Attraverso l’individuazione di sette con-flitti-simbolo, si cerca, infatti, di sostene-re concrete azioni di pace e riconciliazio-ne. Il libro è anche un prezioso strumen-to per approfondire, con inediti argomen-ti, il tema della distorsione del sistemainformatico.

Per richieste

Feltrielli Editore - Milano

***

NOVE PAESI DEL VICINO ORIENTEdi Luigi Villa

I Paesi considerati, costituiscono l’epi-centro dei popoli arabi e presentano unasituazione politica, tra le più delicate,densa d’incognite.

Per richieste

Edizioni Civiltà Via G. Galilei, 123 - Brescia

In Libreria

RAGAZZE e SIGNORINE

in cerca vocazionale, se desiderate diventare Religiose-Missionarie” – sia in terra di missione, sia restando in Italia – per opere apostoliche, con la preghiera e il sacrificio,

potete mettervi in contatto, scrivendo, o telefonando a:

“ISTITUTO RELIGIOSO MISSIONARIO”

Via Galileo Galilei, 121 - 25123 Brescia Tel. e Fax: 030 3700003

Rev.mo e carissimo Padre, ho letto, con vero fremito, che mi

ha scosso da capo a piedi, il Suo formi-dabile articolo sulla Sua prestigiosa Rivi-sta “Chiesa Viva” (N. 325 Febbraio 2001)dal titolo: “Un requiem per Paolo VI”.C’è veramente motivo sufficiente per faretremare le vene e i polsi”!...

(un Vescovo)

***

Tanti auguri per il carissimo Direttore di“Chiesa Viva”, i suoi Collaboratori e leSue Suore collabratrici!

(Abbe H. C. - Francia)

***

Rev.mo Mons.Villa,Le sono grato del volume

sull’Islam. Diverse persone mi hannoespresso apprezzamento del volume esono state colpite dal problema islamico,che è noto solo vagamente, anche e cau-sa di quel Clero che non avverte il perico-lo gravissimo che incombe sul mondo. Lamassoneria ha il programma sinarchico,ben noto a Noi, e lo sta attuando con effi-cacia irresistibile, e l’Islam è l’arma princi-pale par attuarlo, come vedeva Pike... Le auguro ogni bene. Suo dev.mo

(P.V. D. B. - Milano)

***

Molto Rev.do Mons.Villa, sono sempre molto contenta di ri-

cevere “Chiesa VIva”. Mi consola pertutto quello che si vede e sente della No-stra santa religione, poichè “fin che cisarà una voce che grida nel deserto” cidà coraggio! Ne approfitto per ringraziar-La e porgerLe tanti cari e devoti saluti!

(G. A. - Svizzera)

Carissimo Padre Villa, ho ricevuto il Suo recente volume

sull’Islam, che ho letto d’un fiato, trovan-dolo molto interessante ed attuale; utile,quindi, a dissipare il tanto fumo strumen-tale, di moda, sulla questione. Bravo!

(prof. A. S. Y. - Potenza Picena)

***

Spettabile “Editrice Civiltà”, mi complimento per la decisa

battaglia per “chiarificare” la figura diPaolo VI: speriamo serva!.. Comun-que, una Chiesa che “beatifica” Gio-vanni XXIII, potrebbe “beatificare” an-che Gengis Khan!..Un reverente saluto a mons. Villa e alleSue Rev.de Suore!

(P.S. - COMO)

***

Carissimo Don Villa e Suore.Vi ringrazio per non avermi di-

menticata! Sono ormai rimasta sola, inquesta diocesi che si è trasformata, con ilpassare degli anni, in un deserto, dovesembra che Satana regni sovrano!... Mi èun grande conforto poter ricevere la Vo-stra pubblicazione. Offro a Dio le soffe-renze della mia vita perché possiate con-tinuare il Vostro lavoro!

(dev.ma M. M.- Novara)

***

Rev. Don Luigi Villa,La prego di inviare al seguente

indirizzo il libro: “La Nuova Chiesa diPaoloVI”. Accludo... per offerta-contribu-to alla Sua illuminata Opera a serviziodella verità e dell’amore per la Chiesa diGesù Cristo.Distinti saluti!

(D. D. - Nuoro)

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20 “Chiesa Viva” *** Giugno 2003

Arcidiocesi di GuangzhouL’11 maggio 1858, staccata dalla diocesidi Macao, venne creata la Prefettura Apo-stolica del Guangdong e del Guangxi, ri-dotta alla sola provincia del Guangdongnel 1875. Nel 1914, il territorio divenne ilVicariato Apostolico di Guangzhou. Lamissione era stata affidata fin dall’inizio aiMep.

Bousquet Pierre Louis CyprienSacerdote, Mep. Nato a Dax (Landes) il25 giugno 1874, entrò tra i Mep il 17 set-tembre 1892. Ordinato sacerdote il 27giugno 1897, partì un mese dopo per laCina. Lavorò dapprima nel Guizhou, e dal1925 Guangzhou, insegnando in semi-nario. Morì in prigione, sfinito, il 16 feb-braio 1945.

Seznec HervéSacerdote, Mep. Nato il 24 marzo 1901 aKerfeuntein (Finistère), entra tra i Mep il13 settembre 1924. Ordinato prete il 29giugno 1928, parte per Guangzhou il 16settembre seguente. Viene ucciso l’8 giu-gno 1945, durante la ritirata dei giappo-nesi.

Una giovane infermieraUccisa la notte della vigilia di Natale del1948 perché non voleva perdere la pro-pria castità.

Liao ZeminSacerdote, diocesano. Parroco dellachiesa di Zhushan, Dongxing Xian,Guangdong, venne arrestato nell’autunno1951. Morì il 28 ottobre 1952, in seguito atorture.

Sei membri della “Legio Mariae”Sei membri della “Legio Mariae” di

contro Dio contro l’uomo

di Giancarlo Politi

MARTIRI IN PROVINCIA DI GUANGDONG

2 La guerra in Iraq e il seguito...del sac. dott. Luigi Villa

7 Ecumenismo di ferro e argilladi A. Z.

9 Occhi sulla politica

10 Documenta-Facta

12 La Modernità (4)di Sua Em.za Mons. Giuseppe Siri

15 Democrazia integrale: progetto per un diritto della persona con contenuto patrimoniale (3)del prof. G. Auriti

17 Il popolo reiettodel dott. F. Cianciarelli

18 Conoscere la Massoneria

19 Lettere alla Direzione - In Libreria

20 Conoscere il Comunismo

GIUGNO 2003

SOMMARIO N. 351

La Guerra in Iraq

e ilseguito...

SCHEMI DI PREDICAZIONEdi p. Alessandro Scurani s.j.

Epistole e VangeliAnno B

(Dalla XVI Domenica del TempoOrd. alla XX Domenica del T. Ord.)

Guangzhou furono pubblicamente fucilatidopo un sommario processo per attivitàdi spionaggio e antistatali. L’esecuzioneavvenne il mercoledì precedente il 30 set-tembre 1953, data di pubblicazione dellanotizia sul “South China Morning Po-st”, di Hong Kong.

Huang YaociSacerdote, diocesano. Morto in un campodi lavoro nel Qinghai, il 7 dicembre 1958.

Zhou AdonFratello marista, insegnate e catechista(dal 2 febbraio 1916). Nato a Shunde nel1893. È morto in prigione nel gennaio1961.

Tan Ganchao DomenicoSacerdote, diocesano. Nacque nel 1910.Studiò a Roma all’Università Urbaniana evi venne ordinato sacerdote nel 1938. Erastato Rettore del Seminario minore. Morìin prigione, nel campo di lavoro di Ying-de (Guangdong) tra il 1963 e il 1964.

Chen Yek-shan AndreaSacerdote, Vicario generale. Nato verso il1903, morì in una prigione di Guangzhounell’estate 1966, tre giorni dopo esserestato portato in parata per le strade a piedinudi, indicato come “traditore”.

Yin (Gu) Degeng AntonioSacerdote, diocesano. Nato dopo il 1922,fu ordinato sacerdote nel 1935. Era statosegretario del vescovo, mons. DomenicoDeng. Arrestato nel 1958, venne inviatoai lavori forzati. Morì in prigione verso il1965, nel campo di lavoro di Niutoukeng.

I seguenti sacerdoti diocesani sono statitutti incarcerati a lungo. Sono tutti morti in

prigione o subito dopo il loro rilascio:Leung Sek-hon Antonio fratello diLeung Sek-him Giovanni, ChungChi-yuen Paolo, esperto in medicinacinese. Tan Wansan Giuseppe, NganSik-yin Tomaso, Lau Tal-chan Giu-seppe, Lui Yui-po Francesco, WongMing-chiu Agostino morto il 10 feb-braio 1978, di TBC, in ospedale.

Xie Zhixian PietroSacerdote, diocesano. Nato a Guang-zhou nel 1920, venne ordinato sacer-dote nel 1944, dopo gli studi nel semi-nario di Hong Kong. Negli anni ‘60, fucostretto a lavorare in una fabbrica, no-nostante fosse ammalato di tumore. Ti-morosa delle conseguenze politichesulla famiglia, negli ultimi tempi, unasorella lo scacciò di casa. Per qualchetempo, visse, senza cure, sotto un al-bero, dove morì il 15 maggio 1973.

(continua)

Conoscere il Comunismo

MARTIRI IN CINA