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Diocesi di Forlì-Bertinoro DA AGOSTINO DI DUCCIO A MELOZZO E PALMEZZANO: LA MODERNITà RINASCIMENTALE NEL PATRIMONIO ARTISTICO DELLA DIOCESI DI FORLì-BERTINORO DA AGOSTINO DI DUCCIO A MELOZZO E PALMEZZANO: LA MODERNITà RINASCIMENTALE NEL PATRIMONIO ARTISTICO DELLA DIOCESI DI FORLì-BERTINORO MOSTRA-ITINERARIO NELLE CHIESE DI FORLÍ Costituire un itinerario culturale diocesano partendo da Agostino di Duccio significa ricercare le fondamenta dell’arte quarocente- sca nella generazione nata nel secondo decennio del XV secolo, alla quale appartenne anche Piero della Francesca. Pur se di differente calibro, entrambi gli artisti si caraerizzarono per stili personalissimi che ben si inserirono nel dibaito artistico del tempo, divenendo essi stessi tappe imprescindibili nello specifico seore. Con l’intenzione di valorizzare il patrimonio ecclesiastico del XV secolo, la Commissione diocesana per l’arte sacra ed i beni culturali propone, in concomitanza con la mostra Piero della Francesca. Inda- gine su un mito, un percorso a tappe per vedere con occhi diversi le opere scelte. Gli studi svolti rendono testimonianza delle già appro- fondite conoscenze acquisite nel corso degli anni grazie alle ricerche condoe da studiosi locali, pertanto il percorso delineato vuole es- sere una riflessione teologica e storico-artistica delle arti pioriche, scultoree e decorative del Quarocento custodite nelle chiese della Diocesi. IL PERCORSO La prima tappa del percorso è quella che più rappresenta il Rinasci- mento locale: il santuario di Santa Maria delle Grazie a Fornò. Da qui parte un itinerario accompagnato dalla presenza mariana a Forlì araverso le sue molteplici manifestazioni. Altresì, da qui parte l’evi- dente influsso fiorentino che caraerizza la commienza delle opere incluse nel percorso, araverso artisti formatisi e originari della cit- tà medicea. Nonostante la ricerca di nuovi dati storici, rimangono ancora alcune incertezze per chiarire la presenza, nell’ultima parte del secolo, di una boega principale, forse direa dal Maestro del- le Madonne di marmo, aorno alla quale hanno lavorato artisti che giungevano in cià araverso i legami con le Signorie. L’itinerario è sistemato in un ordine non sempre cronologico e segue la storia della Chiesa locale. ITINERARIO A SANTUARIO DI SANTA MARIA IN FORNÓ Da Agostino di Duccio a Santa Maria delle Grazie a Fornò: le scin- tille della fede ispirano l’arte sacra Per il periodo storico preso in esame, Agostino di Duccio (1418- 1481) rappresenta il legame del territorio forlivese con l’arte fioren- tina. Il Santuario di Fornò è la sede destinataria della scultura raffigu- rante la Madonna con il Bambino a lui aribuita su leura stilistica da Piergiorgio Pasini nel 1984. Le cronache ciadine raccontano che la chiesa nacque nel suo nucleo originario dall’idea di Pietro Bianco da Durazzo, “frate” eremita di origini dalmate, di edificare un tempio in onore della Vergine, che in quel luogo dispensava miracoli e grazie. Il fervore per la devozione mariana era condiviso tra i forlivesi, special- mente dopo aver ricevuto il miracolo del fuoco, dal quale scampò nel 1428 la xilografia raffigurante la Madonna con il Bambino. La devozione a Maria suggerì una pianta centrale simbolo della per- fezione, familiare al corsaro convertito e tipica dell’oriente cristiano. La costruzione della chiesa iniziò nel 1450, anno giubilare dedicato ai santi, con una pianta che teologicamente riconosceva alla forma il veicolo della luce e della verità. Sull’altare fu posta la venerata imma- gine della Madonna nell’iconografia della eotokos, un’icona tardo- gotica in seguito trafugata. Il completamento successivo della chiesa entro gli ultimi anni del Quarocento con un deambulatorio esterno al nucleo centrale risultò necessario per l’alto flusso di devoti che si recavano al tempio per venerare la Madonna. La forma trovò riscon- tro allora nelle teorie rinascimentali che diedero impulso alla risco- perta della pianta centrale, unica, in questa tipologia, nel territorio. La scultura di Agostino di Duccio fu posta in facciata, nella nicchia sopra all’ingresso principale, ma fin dal 1450-1454 essa era ospitata nella chiesa. Si traa di una Madonna con il Bambino scolpita utiliz- zando una colonna di marmo costituita da quaro blocchi. L’esaltazione delle linee scultoree risente dello stiacciato donatellia- no, derivante dalla formazione dell’artista e dona un’impronta bizan- tineggiante alla statua, che ha indoo gli studiosi successivi in errate interpretazioni storiche e stilistiche. L’influsso orientale caraerizzò l’ambiente culturale fiorentino nel 1439, quando in cià si tennero le sedute del Concilio, al quale par- teciparono anche gli orientali di fede ortodossa. La scultura si presenta rifinita nei volti e concepita specialmente nelle masse volumetriche, con prevalenza delle linee disegnative nei panneggi. La Madonna è la Madre di Dio con la corona, mentre il Bambino ha la mano sul globo. Contemporaneo alla scultura deve essere anche l’originale bassorilievo raffigurante la Trinità, posto nel deambulatorio, in corrispondenza dell’altare maggiore. Dopo l’anti- cipo di Masaccio a Santa Maria Novella, l’ipotesi porterebbe a pen- sare al legame con il concilio di Firenze, al quale partecipò anche il vescovo di Forlì Ludovico da Pirano. In occasione della mostra una copia della scultura, realizzata con i moderni sistemi robotici di lavo- razione, sarà ricollocata nella nicchia in facciata del Santuario. ITINERARIO B-B.1 PALAZZO VESCOVILE (GIà MARCHESI) Nel palazzo è esposta permanentemente la statua della Madonna con il Bambino aribuita ad Agostino di Duccio, prelevata dalla nicchia in facciata della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Fornò nel 2000 e restaurata. ITINERARIO B-B.2 BASILICA-SANTUARIO DI SAN PELLEGRINO La Natività nel monumento funebre: elevarsi alla speranza della Salvezza Il monumento sepolcrale a Luffo Numai presenta nella parte scol- pita a bassorilievo un complesso figurativo composto di due parti: la scena della Natività e, nella lunea soprastante, la Risurrezione di Gesù, con evidenti riferimenti all’affresco di Piero della Francesca a Borgo Sansepolcro. Il bassorilievo mee in evidenza la Madonna in adorazione del Bambino e la ricerca estetica nel mantello della Vergine denota un riferimento alla piura coeva, oltre una volontà di impreziosire l’opera. Evidente la ricerca dell’espressività del vol- to e la volontà ad assimilare la rappresentazione alle scene dipinte coeve, con le dolci melodie suonate dagli angeli. La collocazione della Madonna con il Bambino nella dimensione celestiale include la rappresentazione in un ambito di appartenenza alla sfera divina, evidenziando l’aspeo più umano per Giuseppe e i pastori, colloca- ti tra gli oggei quotidiani e della natura. L’unione tra la Natività e la Risurrezione nella tomba Numai permee di considerare la morte nella sua accezione di passaggio alla nuova vita, alla salvezza in Cristo risorto, che fin dalla sua nascita riunì nella sua carne la natura umana e divina. La tomba non reca dunque una celebrazione del defunto, quanto il messaggio cristiano della vita dopo la morte che ci ha do- nato Cristo risorto ed invita alla fede araverso la scena della Natività che reca la prima delle serve di Dio che acceò il Mistero. Luffo Nu- mai fu fratello di Monsignor Alessandro, vescovo di Forlì dal 1470 al 1483, che probabilmente decise il programma iconografico della tomba, che non trova riscontri nell’altro monumento nella chiesa di San Francesco a Ravenna. ITINERARIO B-B.3 CATTEDRALE Il fonte baesimale in Caedrale: l’inizio del rapporto figliale nel percorso alla santità Nella caedrale il fonte baesimale doveva esprimere la fede dell’in- tera comunità nel sacramento che permee l’adozione a Figli di Dio. Per questo le scene scolpite a bassorilievo rappresentano temi della Bibbia e della storia locale: il Baesimo di Gesù, la ricerca nella fede araverso Sant’Elena e San Girolamo, il sacrificio fino alla morte at- traverso la scena della decollazione del Baista, la forza dello Spirito Santo e la proclamazione della verità nell’episodio del protovescovo Mercuriale che secondo la leggenda sconfisse il drago; San Giovanni Baista nel deserto e la forza della predicazione nella vita composta di sola fede e San Valeriano, esempio di conversione e primo martire forlivese. I segni di Maria: l’affresco della ferita La presenza mariana nella diocesi si fece sentire araverso segni che alimentarono la fede della comunità. L’episodio narrato da Novacu- la, che riguarda lo sfregio inferto all’immagine della Madonna con il Bambino, si pone al termine del XV secolo, mentre l’opera è datata alla metà del Quarocento. L’iconografia era già consolidata, simile a quella della Madonna di Agostino di Duccio. Il volto naturalistico e il mantello a fiori la pongono in linea con la produzione che dalla metà del secolo si impose per impreziosire l’iconografia, visibile anche nei particolari decorativi della Madonna della tomba Numai. Gesù ha in mano il globo, dunque la tematica espressa è quella della regalità, dono anche di Maria. ITINERARIO B-B.4 BASILICA DI SAN MERCURIALE Maria tra i santi, modelli per giungere a Dio Nelle due pale d’altare di Marco Palmezzano che si trovano nella chiesa Maria è rappresentata tra i santi. Interessante notare una pre- coce raffigurazione dell’Immacolata Concezione nella cappella dei Ferri datata alla fine del primo decennio del XVI secolo. Un’opera dedicata al dogma non ancora promulgato, ma dal denso significato simbolico, coronato nella lunea dalla raffigurazione di Cristo ri- sorto nella tipologia iconografica pierfrancescana. Dalla madre con- cepita senza peccato nacque il Salvatore, il Risorto, rappresentato nell’immagine del viorioso sulla morte. La seconda opera rappre- senta la Madonna con il Bambino in trono a san Giovanni Evangelista e Caterina d’Alessandria. Essa spiega iconograficamente la rappresen- tazione di Maria in trono, diffusa nella piura del Rinascimento, con un significato che allude alla forza della fede densa di spiritualità, per la presenza di San Giovanni autore del quarto vangelo, fino al marti- rio per la presenza di Santa Caterina. Il monumento funebre per la celebrazione del defunto Il monumento funebre a Barbara Manfredi, moglie di Pino III Or- delaffi, signore di Forlì, celebra la giovane donna deceduta nel 1466. Sopra il sarcofago è stato posta la sua effige a figura intera. Il modello di monumento funebre fiorentino, che araverso quest’o- pera giunge nel territorio forlivese stimola la riflessione sulla pro- duzione locale scultorea. La Madonna con il Bambino, posta nella lunea, risente di riferimenti donatelliani diffusi nella prima metà del Quarocento. Porre la defunta soo la protezione della Madre di Cristo rientra nell’idea di un riposo eterno tra le braccia di colei che è Regina della pace. ITINERARIO B-B.5 CHIESA DI SANTA MARIA DEL CARMINE Fede e personaggi locali: le guide nella prima era cristiana Il portale in pietra della chiesa del Carmine è opera di Marino Cedri- ni, scultore veneziano che lasciò qui un segno della sua produzione nel 1465. Nella lunea centrale è raffigurato a cavallo San Valeriano, primo martire forlivese a cui era dedicato il duomo. Al di sopra sono rappresentati: San Mercuriale, protovescovo, San Grato e San Marcello che proseguirono l’evangelizzazione locale e Sant’Elena, legata al ritrovamento della Santa Croce, alla quale era dedicato il duomo. L’opera era il portale d’ingresso della caedrale rinascimentale e i personaggi raffigurati fanno riferimento ai santi titolari e alle guide locali della fede nei primi secoli del cristianesimo. ORI DI APERTU CHIESE ITINERARIO A Santuario di Santa Maria in Fornò, via del Santuario 22 da lunedì a venerdì 10.00-12.00 / 15.00-17.00 (rivolgersi a Comunità Papa Giovanni XXIII, sede in edificio attiguo) ITINERARIO B Palazzo Vescovile, Piazza Alighieri 1 lunedì, mercoledì e venerdì 9.00-12.00 Basilica-Santuario di San Pellegrino, Via Mercuriali 1 da lunedì a domenica 8.00-11.45 / 16.15-18.30 Cattedrale, Piazza del Duomo da lunedì a domenica 6.30-20.00 Basilica di San Mercuriale, Piazza Saffi da lunedì a sabato 7.30-19.00; domenica 7.30-20.00 Chiesa di Santa Maria del Carmine, Corso Mazzini 76 da lunedì a domenica 10.00-12.00 / 15.00-17.00 VISITE GUIDATE PROGMMATE Si potranno prenotare le visite guidate al costo di 2 E a persona, che si effettueranno nei pomeriggi di sabato e domenica, seguendo il seguente calendario: - Aprile 2016: 2, 3, 9, 10, 16 e 17 - Maggio 2016: 7, 8, 14, 15, 21, 22, 28 e 29 Ritrovo alle ore 15.00 presso il Santuario di Fornò (Itinerario A) e nel piazzale antistante l’ingresso ai Musei di San Domenico (Itinerario B) Possibile prenotazione di visite guidate anche in altre giornate (per gruppi minimo di 10 persone) Informazioni e prenotazioni: Cell. 333.1722180 [email protected] www.diocesiforli.it Con il contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì Con il patrocinio del Comune di Forlì

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Diocesi di Forlì-Bertinoro

Da agostinoDi Duccio

a Melozzo e PalMezzano:

la MoDernità rinasciMentale nel PatriMonio

artisticoDella Diocesi

Di Forlì-Bertinoro

Da agostino Di Duccio a Melozzo e PalMezzano:

la MoDernità rinasciMentalenel PatriMonio artistico

Della Diocesi Di Forlì-Bertinoro

MOSTRA-ITINERARIO NELLE CHIESE DI FORLÍcostituire un itinerario culturale diocesano partendo da agostino di Duccio significa ricercare le fondamenta dell’arte quattrocente-sca nella generazione nata nel secondo decennio del XV secolo, alla quale appartenne anche Piero della Francesca. Pur se di differente calibro, entrambi gli artisti si caratterizzarono per stili personalissimi che ben si inserirono nel dibattito artistico del tempo, divenendo essi stessi tappe imprescindibili nello specifico settore.con l’intenzione di valorizzare il patrimonio ecclesiastico del XV secolo, la commissione diocesana per l’arte sacra ed i beni culturali propone, in concomitanza con la mostra Piero della Francesca. Inda-gine su un mito, un percorso a tappe per vedere con occhi diversi le opere scelte. gli studi svolti rendono testimonianza delle già appro-fondite conoscenze acquisite nel corso degli anni grazie alle ricerche condotte da studiosi locali, pertanto il percorso delineato vuole es-sere una riflessione teologica e storico-artistica delle arti pittoriche, scultoree e decorative del Quattrocento custodite nelle chiese della Diocesi.

IL PERCORSOla prima tappa del percorso è quella che più rappresenta il rinasci-mento locale: il santuario di santa Maria delle grazie a Fornò. Da qui parte un itinerario accompagnato dalla presenza mariana a Forlì attraverso le sue molteplici manifestazioni. altresì, da qui parte l’evi-dente influsso fiorentino che caratterizza la committenza delle opere incluse nel percorso, attraverso artisti formatisi e originari della cit-tà medicea. nonostante la ricerca di nuovi dati storici, rimangono ancora alcune incertezze per chiarire la presenza, nell’ultima parte del secolo, di una bottega principale, forse diretta dal Maestro del-le Madonne di marmo, attorno alla quale hanno lavorato artisti che giungevano in città attraverso i legami con le signorie. l’itinerario è sistemato in un ordine non sempre cronologico e segue la storia dellachiesa locale.

itinerario ASANTuARIO DI SANTA MARIA IN FORNÓDa Agostino di Duccio a Santa Maria delle Grazie a Fornò: le scin-tille della fede ispirano l’arte sacraPer il periodo storico preso in esame, agostino di Duccio (1418- 1481) rappresenta il legame del territorio forlivese con l’arte fioren-tina. il santuario di Fornò è la sede destinataria della scultura raffigu-rante la Madonna con il Bambino a lui attribuita su lettura stilistica da Piergiorgio Pasini nel 1984. le cronache cittadine raccontano che la chiesa nacque nel suo nucleo originario dall’idea di Pietro Bianco da Durazzo, “frate” eremita di origini dalmate, di edificare un tempio in onore della Vergine, che in quel luogo dispensava miracoli e grazie. il fervore per la devozione mariana era condiviso tra i forlivesi, special-mente dopo aver ricevuto il miracolo del fuoco, dal quale scampò nel 1428 la xilografia raffigurante la Madonna con il Bambino.la devozione a Maria suggerì una pianta centrale simbolo della per-fezione, familiare al corsaro convertito e tipica dell’oriente cristiano. la costruzione della chiesa iniziò nel 1450, anno giubilare dedicato ai santi, con una pianta che teologicamente riconosceva alla forma il veicolo della luce e della verità. sull’altare fu posta la venerata imma-gine della Madonna nell’iconografia della Theotokos, un’icona tardo-gotica in seguito trafugata. il completamento successivo della chiesa entro gli ultimi anni del Quattrocento con un deambulatorio esterno al nucleo centrale risultò necessario per l’alto flusso di devoti che si

recavano al tempio per venerare la Madonna. la forma trovò riscon-tro allora nelle teorie rinascimentali che diedero impulso alla risco-perta della pianta centrale, unica, in questa tipologia, nel territorio. la scultura di agostino di Duccio fu posta in facciata, nella nicchia sopra all’ingresso principale, ma fin dal 1450-1454 essa era ospitata nella chiesa. si tratta di una Madonna con il Bambino scolpita utiliz-zando una colonna di marmo costituita da quattro blocchi. l’esaltazione delle linee scultoree risente dello stiacciato donatellia-no, derivante dalla formazione dell’artista e dona un’impronta bizan-tineggiante alla statua, che ha indotto gli studiosi successivi in errate interpretazioni storiche e stilistiche.l’influsso orientale caratterizzò l’ambiente culturale fiorentino nel 1439, quando in città si tennero le sedute del concilio, al quale par-teciparono anche gli orientali di fede ortodossa.la scultura si presenta rifinita nei volti e concepita specialmente nelle masse volumetriche, con prevalenza delle linee disegnative nei panneggi. la Madonna è la Madre di Dio con la corona, mentre il Bambino ha la mano sul globo. contemporaneo alla scultura deve essere anche l’originale bassorilievo raffigurante la Trinità, posto nel deambulatorio, in corrispondenza dell’altare maggiore. Dopo l’anti-cipo di Masaccio a santa Maria novella, l’ipotesi porterebbe a pen-sare al legame con il concilio di Firenze, al quale partecipò anche il vescovo di Forlì ludovico da Pirano. in occasione della mostra una copia della scultura, realizzata con i moderni sistemi robotici di lavo-razione, sarà ricollocata nella nicchia in facciata del santuario.

itinerario B-B.1PALAZZO VESCOVILE (gIà MARCHESI)nel palazzo è esposta permanentemente la statua della Madonna con il Bambino attribuita ad agostino di Duccio, prelevata dalla nicchia in facciata della chiesa di santa Maria delle grazie a Fornò nel 2000 e restaurata.

itinerario B-B.2BASILICA-SANTuARIO DI SAN PELLEgRINOLa Natività nel monumento funebre: elevarsi alla speranza della Salvezzail monumento sepolcrale a luffo numai presenta nella parte scol-pita a bassorilievo un complesso figurativo composto di due parti: la scena della Natività e, nella lunetta soprastante, la Risurrezione di Gesù, con evidenti riferimenti all’affresco di Piero della Francesca a Borgo sansepolcro. il bassorilievo mette in evidenza la Madonna in adorazione del Bambino e la ricerca estetica nel mantello della Vergine denota un riferimento alla pittura coeva, oltre una volontà di impreziosire l’opera. evidente la ricerca dell’espressività del vol-to e la volontà ad assimilare la rappresentazione alle scene dipinte coeve, con le dolci melodie suonate dagli angeli. la collocazione della Madonna con il Bambino nella dimensione celestiale include la rappresentazione in un ambito di appartenenza alla sfera divina, evidenziando l’aspetto più umano per giuseppe e i pastori, colloca-ti tra gli oggetti quotidiani e della natura. l’unione tra la Natività e la Risurrezione nella tomba numai permette di considerare la morte nella sua accezione di passaggio alla nuova vita, alla salvezza in cristo risorto, che fin dalla sua nascita riunì nella sua carne la natura umana e divina. la tomba non reca dunque una celebrazione del defunto, quanto il messaggio cristiano della vita dopo la morte che ci ha do-nato cristo risorto ed invita alla fede attraverso la scena della Natività che reca la prima delle serve di Dio che accettò il Mistero. luffo nu-mai fu fratello di Monsignor alessandro, vescovo di Forlì dal 1470 al 1483, che probabilmente decise il programma iconografico della tomba, che non trova riscontri nell’altro monumento nella chiesa di san Francesco a ravenna.

itinerario B-B.3CATTEDRALEIl fonte battesimale in Cattedrale: l’inizio del rapporto figliale nel percorso alla santitànella cattedrale il fonte battesimale doveva esprimere la fede dell’in-

tera comunità nel sacramento che permette l’adozione a Figli di Dio. Per questo le scene scolpite a bassorilievo rappresentano temi della Bibbia e della storia locale: il Battesimo di gesù, la ricerca nella fede attraverso sant’elena e san girolamo, il sacrificio fino alla morte at-traverso la scena della decollazione del Battista, la forza dello spirito santo e la proclamazione della verità nell’episodio del protovescovo Mercuriale che secondo la leggenda sconfisse il drago; san giovanni Battista nel deserto e la forza della predicazione nella vita composta di sola fede e san Valeriano, esempio di conversione e primo martireforlivese.I segni di Maria: l’affresco della feritala presenza mariana nella diocesi si fece sentire attraverso segni che alimentarono la fede della comunità. l’episodio narrato da novacu-la, che riguarda lo sfregio inferto all’immagine della Madonna con il Bambino, si pone al termine del XV secolo, mentre l’opera è datata alla metà del Quattrocento. l’iconografia era già consolidata, simile a quella della Madonna di agostino di Duccio. il volto naturalistico e il mantello a fiori la pongono in linea con la produzione che dalla metà del secolo si impose per impreziosire l’iconografia, visibile anche nei particolari decorativi della Madonna della tomba numai. gesù ha in mano il globo, dunque la tematica espressa è quella della regalità, dono anche di Maria.

itinerario B-B.4BASILICA DI SAN MERCuRIALEMaria tra i santi, modelli per giungere a Dionelle due pale d’altare di Marco Palmezzano che si trovano nella chiesa Maria è rappresentata tra i santi. interessante notare una pre-coce raffigurazione dell’Immacolata Concezione nella cappella dei Ferri datata alla fine del primo decennio del XVi secolo. un’opera dedicata al dogma non ancora promulgato, ma dal denso significato simbolico, coronato nella lunetta dalla raffigurazione di cristo ri-sorto nella tipologia iconografica pierfrancescana. Dalla madre con-cepita senza peccato nacque il salvatore, il risorto, rappresentato nell’immagine del vittorioso sulla morte. la seconda opera rappre-senta la Madonna con il Bambino in trono fra san Giovanni Evangelista e Caterina d’Alessandria. essa spiega iconograficamente la rappresen-tazione di Maria in trono, diffusa nella pittura del rinascimento, con un significato che allude alla forza della fede densa di spiritualità, per la presenza di san giovanni autore del quarto vangelo, fino al marti-rio per la presenza di santa caterina.Il monumento funebre per la celebrazione del defuntoil monumento funebre a Barbara Manfredi, moglie di Pino iii or-delaffi, signore di Forlì, celebra la giovane donna deceduta nel 1466.sopra il sarcofago è stato posta la sua effige a figura intera. il modello di monumento funebre fiorentino, che attraverso quest’o-pera giunge nel territorio forlivese stimola la riflessione sulla pro-duzione locale scultorea. la Madonna con il Bambino, posta nella lunetta, risente di riferimenti donatelliani diffusi nella prima metà del Quattrocento. Porre la defunta sotto la protezione della Madre di cristo rientra nell’idea di un riposo eterno tra le braccia di colei che è regina della pace.

itinerario B-B.5CHIESA DI SANTA MARIA DEL CARMINEFede e personaggi locali: le guide nella prima era cristianail portale in pietra della chiesa del carmine è opera di Marino cedri-ni, scultore veneziano che lasciò qui un segno della sua produzione nel 1465. nella lunetta centrale è raffigurato a cavallo san Valeriano, primo martire forlivese a cui era dedicato il duomo.al di sopra sono rappresentati: san Mercuriale, protovescovo, san grato e san Marcello che proseguirono l’evangelizzazione locale e sant’elena, legata al ritrovamento della santa croce, alla quale era dedicato il duomo. l’opera era il portale d’ingresso della cattedrale rinascimentale e i personaggi raffigurati fanno riferimento ai santi titolari e alle guide locali della fede nei primi secoli del cristianesimo.

oRAri Di aPertuRA cHieseitinerario ASantuario di Santa Maria in Fornò, via del Santuario 22da lunedì a venerdì 10.00-12.00 / 15.00-17.00 (rivolgersi a Comunità Papa Giovanni XXiii, sede in edificio attiguo)

itinerario BPalazzo Vescovile, Piazza alighieri 1lunedì, mercoledì e venerdì 9.00-12.00Basilica-Santuario di San Pellegrino, Via Mercuriali 1da lunedì a domenica 8.00-11.45 / 16.15-18.30Cattedrale, Piazza del Duomoda lunedì a domenica 6.30-20.00Basilica di San Mercuriale, Piazza Saffi da lunedì a sabato 7.30-19.00; domenica 7.30-20.00Chiesa di Santa Maria del Carmine, Corso Mazzini 76da lunedì a domenica 10.00-12.00 / 15.00-17.00

Visite guiDate ProgRAMMateSi potranno prenotare le visite guidate al costo di 2 E a persona, che si effettueranno nei pomeriggi di sabato e domenica, seguendo il seguente calendario: - Aprile 2016: 2, 3, 9, 10, 16 e 17- Maggio 2016: 7, 8, 14, 15, 21, 22, 28 e 29ritrovo alle ore 15.00 presso il Santuario di Fornò (itinerario a) e nel piazzale antistante l’ingresso ai Musei di San Domenico (itinerario B)Possibile prenotazione di visite guidate anche in altre giornate (per gruppi minimo di 10 persone)Informazioni e prenotazioni: Cell. 333.1722180beniculturali@forli.chiesacattolica.itwww.diocesiforli.it

Con il contributo della

Fondazione Cassadei Risparmi di Forlì

Con il patrocinio del

Comune di Forlì

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Carpinello

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SS. 67 - Via Ravegnana

Via Emilia

Via Emilia

Cervia-Cesenatico

SANTuARIODI FORNò

A

B.4

DuE ITINERARI PER uNA MOSTRA DIFFuSA

la mostra è costituita da un doppio itinerario ideato per vedere con occhi nuovi alcuni capolavori d’epoca rinascimentale attra-verso i quali leggere sia le testimonianze storico artistiche più significative dell’introduzionedel linguaggio del XV secolo in romagna, sia testimonianze di fede e devozione profondamente radicate nella storia della diocesi. il culto mariano costituisce il filo conduttore per i due percorsi che si snodano attorno al santuario di Fornò (itine-RArio a) e per le chiese del centro storico della città di Forlì (itineRArio B).

SANTuARIO DISANTA MARIA IN FORNòVia del Santuario, 22 - Fornò

agostino di Duccio, La Trinità (1454 ca.)

itinerario B

itinerario A

BASILICA DI SAN MERCuRIALEPiazza SaffiFrancesco di Simone Ferrucci, Monumento funebre a Barbara Manfredi (1466-68)Marco Palmezzano, Madonna con il Bambino in trono tra i Santi Giovanni Evangelista e Caterina d’Alessandria(1510 ca.)Marco Palmezzano, Immacolata Concezione e Santi (1510 ca.)

BASILICA-SANTuARIO DI SAN PELLEgRINOVia Mercuriali, 1tommaso Fiamberti, Monumento funebre a Luffo Numai (primo decennio del sec. XVi)

PALAZZO VESCOVILE (già Marchesi)Piazza Alighieri, 1agostino di Duccio, Madonna con il Bambino (1454-1455)

CATTEDRALEPiazza del Duomo

tommaso Fiamberti, Fonte battesimale (1504)anonimo del XV secolo, Madonna con Gesù Bambinodetta ‘della ferita’ (1450 ca.)

CHIESA DI SANTA MARIA DEL CARMINE Corso Mazzini, 76

Marino Cedrini, Portale con San Valeriano e santi (1465 ca.)

B.1A

B.2

B.4

B.5

B.3itinerario A

SantUario DiSanta Maria

in Fornò

Palazzo VeSCoVile(già Marchesi)

BaSiliCa- SantUarioDi San PelleGrino

BaSiliCa Di San MerCUriale

ChieSa Di Santa MariaDel CarMine

CatteDrale

itinerario B

B.1

B.2

B.4

B.5

B.3

Con la collaborazione di

Con il contributo diAGENZIA GENERALE CESENA/161

FABBRI & VENTURINI ASSICURA S.R.L. www.tipovalbonesi.it