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Visita pastorale La grazia dell’incontro MARTINCIGLIO ALLE PAGINE 4 E 5 D IOCESI DI M AZARA DEL VALLO I L PROGETTO IN DIOCESI Pastorale giovanile Un percorso per ascoltare i giovani NeLLa fOTO dI fRaNceScO TeRRaMagRa: l’incontro tra il Vescovo e un’anziana signora in una casa di cura di Marsala. Mensile della Diocesi di Mazara del Vallo - n.3 del 14 maggio 2017

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Visita pastoraleLa grazia dell’incontroMARTINCIGLIO ALLE PAGINE 4 E 5

DIOCESI DIM AZARA DEL VALLO

IL PROGETTOIN DIOCESI

Pastorale giovanileUn percorso perascoltare i giovani

Nella foto di fraNcesco terramagra:l’incontro tra il Vescovo e un’anziana signora

in una casa di cura di marsala.

Mensile della Diocesi di M

azara del Vallo - n.3 del 14 maggio 20

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di DOMENICO MOGAVERO

Mensiledella Diocesidi Mazara del ValloDistribuzione gratuita

Registrazione Tribunaledi Marsala n. 140/7-2003

EditoreAssociazione “Orizzonti Mediterranei”Piazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallo

Direttore editorialemons. Domenico MogaveroDirettore responsabileMax FirreriRedazionePiazza della Repubblica, 691026 - Mazara del Vallotel. [email protected]

Hanno collaboratoDon Nicola Altaserse, Rosario Atria,suor Luisa Bonforte, Alessandro Bon-giorno, Marilena Cipolla, Erina Fer-lito, Maria Cristina Gallo, GaspareMagro, Salvino Martinciglio, France-sca Massara, Pasquale Musso, DoraPolizzi, Matilde Treno, Anna Zinerco.

Questo numero è stato chiuso in reda-zione il 15 maggio 2017. È vietata la ri-produzione integrale o parziale.

Periodico associato alla:Anno XV - n. 03 del 14 maggio 2017

L’EDITORIALE

maggio, mese marianoDevozione è imitazione di maria

Domenico Mogavero

n. 03/14maggio2017, pag. 2

Il mese di maggio è caro alla pietàpopolare come tempo di specialevenerazione alla santa madre di

dio. le tante forme devozionali, legatealla liturgia e alle tradizioni religioselocali, coinvolgono anche emotiva-mente i fedeli cristiani e ravvivano lafede di quanti, attratti dalla figura ma-terna di maria, sono spinti a dare slan-cio alla loro vita spirituale. È necessariotuttavia che un culto vero alla BeataVergine sia manifestato secondo criterie forme che evitino esagerazioni e so-prattutto che non mettano in secondopiano la centralità di gesù cristo, figliodi dio e figlio di maria.Paolo VI indicava talune devianze de-

v o z i o n a l inell’esorta-zione apo-s t o l i c amarialis cul-tus: «il con-c i l i oVaticano ii

ha già autorevolmente denunziato sial'esagerazione di contenuti o di formeche giunge a falsare la dottrina, sia lagrettezza di mente che oscura la figurae la missione di maria; nonché alcunedeviazioni cultuali: la vana credulità,che al serio impegno sostituisce il fa-cile affidamento a pratiche solo este-riori; lo sterile e fugace moto delsentimento, così alieno dallo stile delVangelo, che esige opera perseverantee concreta» (n. 38).In una parola, il Papa metteva in guar-dia da una venerazione fine a se stessache non tocca la vita, perché mirata acose da fare, a emozioni facili da pro-vare e non interessata all’imitazionedella tuttasanta madre di dio. Proba-bilmente questo stato di cose risentedi un certo distacco della devozionepopolare dalle sue matrici teologiche;

distacco che ha portato nel tempo adividere la madre dal figlio. come su-perare questa difficoltà?Paolo VI al riguardo dava un orienta-mento molto chiaro, indicando «mariaquale modello dell'atteggiamento spi-rituale con cui la chiesa celebra e vivei divini misteri. l'esemplarità dellaBeata Vergine in questo campo derivadal fatto che ella è riconosciuta eccel-lentissimo modello della chiesa nel-l'ordine della fede, della carità e dellaperfetta unione con cristo, cioè diquella disposizione interiore con cui lachiesa, sposa amatissima, stretta-mente associata al suo signore, lo in-voca e, per mezzo di lui, rende il cultoall'eterno Padre» (n. 16). in altri termini,la vera devozione mariana deve esserepraticata imitando maria, in quantoessa è «maestra di vita spirituale per isingoli cristiani» (n. 21). E tale imita-zione non va intesa in forma astratta

e generica, ma deve condurre a rico-noscere il primato di cristo nella pro-pria vita, attraverso l’interiorizzazionedi taluni atteggiamenti di santa mariache il documento papale così compen-dia: «Vergine in ascolto» (n. 17), «Ver-gine in preghiera» (n. 18), «Verginemadre» (n. 19), «Vergine offerente» (n.20). come sarebbe bello se, cantandole lodi della madre di dio e invocandoil suo patrocinio, i fedeli accompa-gnassero la loro devozione, facendopropri tali atteggiamenti della Vergine.Camminerebbero più speditamentenella via della santità e darebberogrande consolazione alla tuttasanta.ella, infatti, continua a ripetere ai figlidella chiesa le parole rivolte ai servi dicana: fate tutto quello che gesù vidice (cfr gv 2,5), volendo tutti condurrea cristo e impegnandoli a una vitaconforme alla volontà del Padre cele-ste.

il culto allaVergine nonoscuri gesùcristo

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DI MATILDE TRENOVITA DI CHIESA

A MarsalaMichelina, 90 anni a ciancio:la signora della parrocchia

www.diocesimazara.it

n. 03/14maggio2017, pag. 3

Sono 90, gli anni compiuti dallasignora michelina melograni. Pro-vate a chiedere in contrada cian-

cio se qualcuno la conosce, sarà difficiletrovare il contrario. È stata la maestra diparecchie persone della zona, maestradelle elementari, quella che non si di-mentica mai. e poi la melograni è la si-gnora della parrocchia. sì, perché se aciancio c’è una parrocchia lo si deve alei. lei che ha lottato contro tutto e tuttiper edificare una piccola chiesa nellacontrada dove ha vissuto e tuttora vive.Ha lottato, ha pregato, ha lavorato in-stancabilmente e continua a farlo an-cora. la parrocchia oggi ha una vivacecomunità parrocchiale guidata da dongiacomo Putaggio, il terzo che abbia

avuto conti-nuità di per-m a n e n z a .così, però,non era circa40 anni fa.la chiesa erapoco più di

un magazzino con un altare e venivanoa celebrare messa parroci di altre par-rocchie. Però c’era lei, la signora melo-grani, che cominciò il catechismo,organizzava tutto, suonava con un ba-stone una bombola del gas vuota perrichiamare i fedeli alla celebrazione.Poi col tempo il volto della nostra pic-cola chiesa è cambiato. È arrivato ilprimo parroco don sergio de Vita e lamelograni era sempre lì, forte come laroccia, accanto al parroco, e sotto i suoiocchi vedeva crescere il suo sogno cheè anche il sogno di dio: là dove nonc’era, ora finalmente c’era una casa pertutti, la casa di dio. a don sergio è suc-ceduto don Vincenzo greco. È con luiche i lavori continuano, si ristruttural’interno dell’edificio, si creano i localiper il catechismo e in quegli anni si co-struisce il campanile con le due cam-pane, una delle due donate propriodalla nostra melograni. così la comu-nità cresce. la parrocchia è una realtàforte e presente nel territorio e la me-lograni è sempre in prima fila, respon-

sabile deilettori, se-gretaria delc o n s i g l i op a s t o r a l eparrocchiale,la prima adarrivare nellecelebrazioni, la prima a far compagniaa gesù nelle Quarant’ore. oggi il par-roco è don giacomo Putaggio e la me-lograni è una bella signora di 90 anni,che ha rinnovato da poco la patente econtinua a essere una colonna che sor-regge la nostra chiesa di ciancio. leic’era prima ed è la testimone di comeun’opera di dio, se dio la vuole, dio larealizza.Sono state le mani di questa donnache si sono adoperate nel lavoro quo-tidiano a far sorgere quello che noioggi abbiamo trovato. Una persona

speciale - la sua comunità oggi la defi-nisce così - lo è davvero, speciale per-ché semplice, presente, umile,costante, operosa, coraggiosa, perspi-cace, paziente, ma sopra ogni cosa in-namorata, innamorata di dio, che hascelto di servire nei fratelli. con parolesemplici, durante la festa organizzatadalla parrocchia, ha detto di volerebene a tutti, di stimarci, di aiutarci, dicontinuare a far crescere la nostra par-rocchia nell’amore.Noi ci auguriamo di poter festeggiarecon lei, fra 10 anni, i suoi 100 anni. lesiamo infinitamente grati perché è gra-zie a lei che noi oggi siamo comunitàparrocchiale, una comunità che ha im-parato da una “maestra” a seguire ilmaestro. grazie signora melograni!.

il richiamo deifedeli con unbastone sullabombola del gas

Nelle foto: la signora michelina melo-grani (al centro nella foto) insieme aiparenti. Nell’altra foto la parrocchia dicontrada ciancio a marsala.

il compleannoin parrocchia

con parentiamici e fedeli

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Da anni ormai cerco di rappresen-tare in modo autentico la realtà chemi circonda, rimanendo relegato

dietro la mia macchina fotografica, fredda,priva di emozioni, pronta a congelare per iltempo che verrà, ciò che è stato e mai piùsarà. Una enorme responsabilità etica èquella del fotografo che in modo del tuttoonesto e disinteressato deve narrare i fatti,riassumendoli in un centinaio di istantanee.in quei brevissimi momenti la mia do-manda è sempre la stessa: sono stato ingrado di assolvere il mio compito in modochiaro e totalmente libero da qualsivogliasuggestione?Oggi mi si chiede di raccontare in pocherighe non un solo istante ma un tempo

fatto di una memoria più lunga, un tempoche è stato scandito da centinaia di sguardi,migliaia di parole, abbracci, lacrime e sorrisie al contrario del mio lavoro, pieno di sug-gestioni. la mia brevissima esperienza èstata, a titolo personale, una esperienza dapioniere nella “religiosità” del territorio, inquanto dichiaratamente ateo (ma non ot-tuso) e aperto a ogni tipo di esperienza chepossa rinvigorire l'animo. Ho sempremesso in discussione la mia fede con unpunto di domanda che a rigor di logica - lamia logica - mi ha fatto porre incessantiquesiti e non meno inquietudini sul perchèdella nostra esistenza: dove è gesù?Allora comincia la mia ricerca (l’enne-sima), pur continuando ad assolvere il miocompito di reporter, rimanendo fin da su-bito vicino agli uomini che gesù lo hannogià trovato, vicino a chi porta la Parola didio, prima nel suo cuore e poi, spesso congrande umiltà, fuori dai suoi polmoni. iodovrei raccontare di realtà che non potevoneanche immaginare, dovrei raccontare di

uomini che vivono in piccole comunitàcome quelle di Vita, santa Ninfa, Partanna,paesi spesso dimenticati dopo il terremoto,agghindati da strutture talvolta glaciali e fu-ruristiche, ormai fatiscenti, dove la visita delVescovo è un evento non da poco.Dovrei raccontare delle lacrime soste-nute dagli occhi di un anziano signore che,toccando il monsignore, a stento riesce adire: «io un Vescovo nella mia vita non l'homai toccato» e in quella lacrima sedata daun abbraccio fraterno prova a lenire la sof-ferenza e la fatica di una vita rude, legataalla campa-gna, al sacrifi-cio, alle sued o m a n d esenza rispo-sta e una irre-f r e n a b i l evoglia di rac-contarsi. dovrei descrivervi la gioia deibambini che nella loro pura ingenuità fe-steggiano un momento di collettività vera

di SALVINO MARTINCIGLIOIN PRIMO PIANOwww.diocesimazara.it/visita-pastorale-3

n. 03/14maggio2017, pag. 4

Visita pastoraleincontro al fratello

esperienza da“pioniere” nella

“religiosità”del territorio

IL RACCONTOdel fotografo che haseguito il Vescovonelle parrocchie

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n. 03/14maggio2017, pag. 5

e che ben non comprendono il perchèdella stessa festa. dovrei raccontare dellemigliaia di persiane chiuse e che spesso ce-lano dietro a quegli infissi storie di soffe-renza; di famiglie visitate, che per un attimohanno aperto quelle finestre, condividendoil loro valore di fede, un piccolo brandellodi speranza nella talare a cui rimanere ag-

grappati, ri-destate dauna sempli-cissima frasepronunciatada padre,prima ancorache da unuomo di

chiesa. dovrei raccontare di ciò che portonella memoria, ma questo lo facciano ibravi scrittori...Ma, una cosa tengo a voler dire, di tuttele volte che finita la “festa” dell’accoglienzami sono ritrovato in una chiesa vuota, im-merso nel silenzio, rimirando incessante-mente quell'uomo in croce dilaniato dallastessa sofferenza che è la sofferenza del ge-nere umano, e mi chiedo, ancora una volta:dove è gesù? il sentimento è quello del-

l'impazienza e cresce, perchè hovolontà di uscire fuori da quel-l'edificio che custodisce memoriae non rimanere lì a commiserareme stesso; ho voglia di tornare inmezzo alla gente, ascoltare gli an-ziani nelle case di riposo di cam-pobello di mazara, rivedere ilsorriso delle signore di una con-trada di marsala, perdermi nellerughe scavate dal vento di unamadre di Pantelleria, delle suebuone maniere, della sua rive-renza che le fa tirare fuori il servi-zio buono dalla credenza, perchèun atto di misericordia le è statoconcesso ed è questo il suomodo di mostrare riconoscenza.Allora comprendo in quei momentiche la Visita pastorale ha un senso e cheforse, la dimora di cristo è in un altroluogo. comprendo che il senso del-l’amore indiscriminato è quello del cam-mino in mezzo alla gente, senza orpelli,senza più nulla da possedere perchè dasempre ho dato. e la mia domanda di-venta sempre più lecita, anzi diventa pre-rogativa a ogni costo affinchè abbia la

forza di continuare a percorrere questastrada, ancora: dove è gesù?E lui lo ritrovo proprio qui, nella sua as-senza, nel vuoto da colmare, nell'errare in-cessantemente per le strade, dentro ognisingolo uomo ritrovatosi in un deserto dirapporti umani e che chiede di essere ac-compagnato per mano, errante cometutti noi che una risposta la cerchiamo dasempre.

Una domandainquietante esenza risposta:dove è gesù?

CRONISTI PER 5 MINUTIsUl caNale #coNdiVideretV diYoutube sono disponibilitutte le puntate di “cronistiper 5 minuti”, la rubrica che,per un anno e mezzo, ha ac-compagnato la Visita pasto-

rale in giro per le comunità della diocesi.l’iniziativa è stata promossa dal nostrogiornale e ha dato la possibilità ai fedeli diporre, liberamente, qualsiasi domanda alVescovo, come fossero dei veri cronisti.tra le curiosità: nella parrocchia di sanmatteo a marsala i cronisti sono stati i pic-coli del catechismo.

di DON NICOLA ALTASERSEANNO LITURGICOwww.diocesimazara.it

Pentecoste, 50 giorni dopo la Pasqua

La Pentecoste affonda le sue origininel mondo ebraico come festa agri-cola chiamata “festa della mietitura”

(es 23,16) o “festa dei primi frutti” (Nm28,26), in cui si ringraziava dio per i primiraccolti che la terra donava. essa vieneanche definita “festa dello shavuot, dellesettimane” (es 34,22; dt 16,10; 2cr 8,13)perché si celebrava sette settimane dopola Pasqua. anche noi cattolici celebriamola solennità della πεντηκοστήcome eventoin cui si realizza il compimento del misteropasquale con l’effusione dello spirito santoe la nascita della chiesa. la Pentecosteinaugura l’avvento del consolatore cheguida nel tempo la chiesa pellegrina versoil suo sposo, che alla fine dei tempi ritor-nerà per consegnare tutta la storia dellasalvezza nelle mani del Padre. ogni annocelebriamo questo evento affinché dio –come canta il ritornello del salmo respon-soriale – possa inviare il suo spirito a rin-

novare la terra; a rigenerare la sua sposaperché non venga meno al mandato checristo le ha affidato: l’annuncio del Vangeloe del regno di dio!Quest’anno la celebrazione della Pente-coste nella nostra diocesi, non solo faràmemoria della discesa del Paraclito chegenera e santifica la chiesa, ma innalzeràinni di ringraziamento per la Visita pasto-

rale del nostro Pastore. essa è stata una“nuova Pentecoste” in cui lo spirito santo,attraverso il nostro Vescovo, successoredegli apostoli, ha rigenerato le comunitàparrocchiali con i raggi della luce divina;mostrandosi padre di molte famiglie po-vere e bisognose; datore dei doni; luce deicuori; consolatore e ospite dolce di animealle quali solo lui può recare sollievo; ri-poso di chi è sfinito dalla sofferenza e dallemalattie; riparo delle membra bruciatedalla calura di chi lavora per guadagnareun pezzo di pane; conforto di chi è statosegnato dal lutto e a cui è stata asciugataogni lacrima.Vieni, o Luce beatissima, continua a la-vare ciò che sordido, a bagnare ciò che èarido, a sanare ciò che sanguina, a piegareciò che è rigido, a scaldare ciò che gelido,a drizzare ciò che è sviato affinché la chiesache è in mazara del Vallo sia testimone au-tentica del tuo amore misericordioso.

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di MAX FIRRERINEL TERRITORIO www.srrtrapaniprovinciasud.it

n. 03/14maggio2017, pag. 6

CONFISCA DI BENIall’imprenditoreSalvatore Angelodi Salemi

Mafia ed eolico: per l’imprendi-tore salemitano salvatore angeloè arrivata la confisca. il tribunale

misure di prevenzione di trapani - presie-duto da Piero grillo - gli ha confiscato il pa-trimonio: quattro aziende, nel settore edilee della viticoltura; 67 immobili, tra ville eterreni per un totale di sette milioni di euro.oltre alla confisca, il tribunale di trapani hadisposto per angelo 4 anni di sorveglianza

speciale con obbligo di soggiorno a sa-lemi, da scontare a partire dal 2023, annoin cui è prevista la scacerazione dell'im-prenditore. salvatore angelo nel marzo2014 è stato condannato a 13 anni e 4mesi di reclusione. al centro delle indaginiè emersa l’infiltrazione delle famiglie ma-fiose di castelvetrano e salemi in attivitàeconomiche del settore delle energie rin-novabili.

IN PRIMO PIANO

Rifiutiil ritorno disonia alfanosoNia alfaNo (nella foto), giàcommissario dell’ato tp2, torna aoccuparsi di rifiuti per i comunidell’ambito territoriale. il presi-dente della regione ha nominatol’alfano commissario della srr“trapani provincia sud” che haavocato a sé i poteri del consi-glio d’amministrazione e dell’as-semblea dei soci. Nel frattempo ilpresidente della srr, giuseppecastiglione, sindaco di campo-bello di mazara, si era dimessodall’incarico.

MARSALAcolpo alla mafia,14 arresti legati al boss

QUattordici arresti e la famiglia mafiosa dimarsala, che stava cercando di rialzare latesta con il sostegno del boss latitante

matteo messina denaro (nella foto), è tornata asubire un duro colpo. i carabinieri del ros e delcomando provinciale di trapani hanno eseguitoun provvedimento di fermo giudiziario firmatodai pm di leo e Padova della dda di Palermo, a

conclusione di indagini già avviate dai carabi-nieri nel 2015. il blitz denominato “Visir” (nessuncollegamento con l’omonimo albergo a mazaradel Vallo) ha registrato circostanze non di pococonto riguardo alla latitanza del capo mafia dicastelvetrano, ricercato dal giugno del 1993. in

particolare un suo interventonel 2015 che ha messo “pace”dentro la cosca marsalese al-l'epoca in cui stavano cre-scendo pericolosi attriti aproposito della spartizione disoldi provenienti da traffici il-leciti e estorsioni. le intercet-tazioni infatti hanno tradito lavoce di un “picciotto” mentreavvertiva la “famiglia” che l'or-dine del boss latitante eraquello di mettersi d'accordo,in caso contrario «sarebbestato iddu a muovere il suo

esercito». e la cosca ha ubbidito senza discutere,cosa questa che permette di capire quanto forteresti il potere mafioso di messina denaro. i reaticontestati vanno dall’associazione mafiosa, alleestorsioni, alla detenzione illegale di armi e altrireati gravati dall’accusa di avere favorito cosanostra.

Mazara del Valloservizio disalvataggioaNcHe QUest’aNNo sulla spiaggiadi tonnarella, a mazara delVallo, sarà attivo il servizio divigilanza e salvataggio. lagiunta municipale ha appro-vato il capitolato d’appalto perl’istituzione del servizio per laprossima stagione balneare.Per trenta giorni verrà garantitala sorveglianza dell’arenile,tutti i giorni, ininterrottamente,dalle ore 9 alle ore 14. il costodel progetto è di 23.607 euro.sono previste: la realizzazionedi 2 postazioni di sorveglianzafissa a terra con 2 assistenti ba-gnanti addetti per ogni posta-zione e per ogni turno di 5 oreripartiti dalle ore 9 alle ore 14e dalle ore 14 alle ore 19; larealizzazione di una postazionedi sorveglianza mobile inacqua a mezzo di unità navalecon motore fuoribordo con 2assistenti bagnanti per ogniturno di 5 ore. tutti gli assi-stenti bagnanti dovranno es-sere in possesso di specificobrevetto.

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a cura della redazione IN BREVEwww.liceomazara.gov.it

n. 03/14maggio2017, pag. 7

Diciassette studenti del liceo “Adria-Ballatore” di mazara delVallo, che stanno frequentando il corso di alternanza scuola-la-voro sul giornalismo presso la nostra redazione, hanno incon-

trato in videoconferenza il fotografo palermitano tony gentile, residentea roma. gentile è l’autore della fotografia-simbolo che ritrae insieme imagistrati giovanni falcone e Paolo Borsellino. a una specifica domandadi uno studente, gentile ha mostrato la macchina fotografica con la qualescattò quell’immagine divenuta famoso in tutto il mondo. il fotografopalermitano, oggi dipendente dell’agenzia reuters, ha raccontato ai gio-vani anche la sua esperienza lavorativa nel seguire i viaggi apostolici ditre Papi: giovanni Paolo ii, Benedetto XVi e francesco. ai liceali ha mo-strato alcuni scatti inediti che ritraggono Papa francesco durante l’in-contro con obama alla casa Bianca. tra le domande curiose deglistudenti al fotografo anche quella del suo esordio nella fotografia: «iniziaial liceo, facendo le foto degli alunni nelle classi», ha detto gentile.

IN REDAZIONEgiovani studenti a confrontocol fotografo Tony Gentile

Latte detergente,deodorante spray e,ancora, maschera

idratante. i cosmetici ora sipossono pure preparare acasa. l’originale corso è

stato organizzato dalla Pro loco di Vitache, per il secondo anno, ha invitato dueesperte del settore che, davanti alle cor-siste, hanno spiegato tutte le fasi di pre-

parazione di alcuni cosmetici usati co-munemente da tutti. il laboratorio, delladurata di circa tre ore, si è svolto conuna parte teorica e una parte pratica incui le partecipanti hanno realizzato sa-poni e cosmetici che hanno portato poia casa. durante il laboratorio le donnehanno imparato come utilizzare le ri-sorse naturali per la salute e la bellezzadel corpo.

I cosmetici?si preparano a casa

A VITAl’originale iniziativadella Pro Loco con lapartecipazione delle donne

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Buongiorno, sonoil presidente di unassociazione cul-

turale di mazara del Vallo. desideroconoscere quali sono le mie respon-sabilità per la carica da me accettata.

a cura della redazioneA TU PER TU www.diocesimazara.itwww.diocesimazara.eu

n. 03/14maggio2017, pag. 8

Terzo settorePersonalitàgiuridica si,personalità giuridicano?

LE RESPONSABILITÀdel legale rappresentantedi associazioni ed entisul territorio

SCRIVEFrancesco Giacalonepresidente di associazione

SCRIVICIPoni una domandae l’esperto ti rispondesul giornalesi cHiama a tu per tu la nuova rubrica delnostro giornale che in ogni numeroospita un gruppo di professionisti (com-mercialisti, medici, nutrizionisti, avvocati)che rispondono gratuitamente ai quesitidei nostri lettori. come fare? Basta in-viare una e-mail a [email protected], indicando nome, cognome erecapito telefonico. Nel successivo nu-mero, la risposta degli esperti che colla-borano con il nostro giornale.

RISPONDEGaspare MagroDottore Commercialista

Carissimo presidente, gli ente delterzo settore in larga maggioranzasono enti non riconosciuti da una

personalità giuridica perfetta, ossia puravendo un patrimonio distinto da quellodei singoli associati, il codice civile, nellospecifico l’articolo 38, prevede che ditutte le obbligazioni assunte dall’associa-zione ne rispondano anche personal-mente e solidalmente le persone chehanno agito in nome e per conto dellastessa associazione. Pertanto i terzihanno una duplice garanzia, quella of-ferta dai beni che costituiscono il fondocomune dell’associazione e quella costi-tuita dal patrimonio personale di coloroche hanno agito in nome e per conto

dell’associazione. Quindi significa che icreditori dell’associazione si possono ri-volgere direttamente a chi ha agito peressa, indipendentemente dalla carica daquesti ricoperta all’interno dell’associa-zione. l’unica eccezione all’assenza delbeneficio della preventiva escussione delpatrimonio sociale è previsto soltanto perquelle associazione iscritte al registrodelle associazioni di promozione socialeper le quali i terzi devono far valere i lorodiritti sul patrimonio dell’associazionemedesima. il terzo settore è un affasci-nante mondo di valori, nel quale le per-sone mettono a disposizione il propriotempo libero, senza pretendere nulla incambio, per perseguire scopi sociali o utiliper la comunità. ma è anche un mondodi azioni sociali, normative complesse,procedure specifiche. Pertanto occorreattenzione e conoscenza, non basta ilfare, occorre saper bene cosa fare e comefare a farsi consigliare.

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Si sa che i giovani rappresentano ilfuturo della nostra umanità. e dellanostra chiesa. Per questo da sempre

esiste una responsabilità delle generazionipiù adulte nell’istruire, formare ed educarei giovani, affinché possano adeguatamenteportare avanti il patrimonio di cultura e va-lori di cui essi stessi si nutrono. Nel tempo,allora, sono stati pensati diversi servizi, ini-ziative e percorsi esperienziali per i giovanie la loro crescita personale, civile e spiri-tuale. ma è questo che i giovani chiedono?l’insegnamento datoci da gesù è semplicee sempre attuale: «io sono con voi». gesùè l’adulto per eccellenza, che si prende ca-rico dei suoi figli, facendosi figlio pure lui,ponendosi accanto a loro e chiamandoliamici, ascoltando ma non giudicando, gui-dando ma non imponendo, aiutando manon svilendo («la tua fede ti ha salvato», silegge spesso nel Vangelo, facendo sempreleva sulle risorse dei figli e non sul suo es-sere il cristo). con questa chiave di letturain mano, è chiaro il passaggio da fare: dallavorare per i giovani allo stare con i giovani,cogliendo tutte le loro potenzialità e ac-compagnandole nella loro piena realizza-zione. È probabilmente questo quello chechiedono di più i giovani di oggi (ma forse

anche quelli di ieri).È quanto, in questi ul-timi mesi, sta cercandodi fare il servizio dioce-sano per la Pastoralegiovanile attraverso unpercorso che sta portando a conosceremeglio e a vivere con i nostri giovani. Que-sto nella piena sintonia con la chiesa uni-versale che si orienta verso il sinodo, chePapa francesco ha convocato per il mesedi ottobre 2018 sul tema “i giovani, la fedee il discernimento vocazionale”. Una pro-posta sinodale che, come ulteriore arricchi-

mento del cammino di pastorale giovanile,implica una riflessione e una rilettura dellepratiche pastorali mentre si è in ascolto deigiovani attraverso specifici cantieri di incon-tro e confronto. Queste esperienze“in”cammino troveranno il loro punto di sintesicon la prossima stesura del progetto edu-cativo quadriennale 2017-2021.

di PASQUALE MUSSO E SUOR LUISA BONFORTEIL PROGETTOwww.diocesimazara.it

n. 03/14maggio2017, pag. 9

I giovanicosa chiedono?la Chiesain ascoltoLA PASTORALE GIOVANILEpromuove un percorsoper conoscere meglioi ragazzi della Diocesi

LE TAPPEil cammino e le iniziative1. È stata costituita la consulta diocesana diPastorale giovanile, formata in gran parte dai de-legati delle associazioni, dei movimenti e deigruppi giovanili riconosciuti sia a livello dioce-sano che a livello nazionale. all’inizio del pros-simo anno pastorale, la stessa consulta siarricchirà ulteriormente dei giovani eletti perogni forania durante l’assemblea diocesana deigiovani.

2. Sono stati aperti tre cantieri di condivisione eriflessione con i giovani della diocesi. il cantieredella “speranza”, quello della “rete” e quello

delle “idee”. ciascun cantiere si fonda su tre in-terrogativi: 1) come viene vista e cosa ci siaspetta dalla chiesa di oggi; 2) su quali forme dicomunicazione, partecipazione e coinvolgi-mento dovrebbe far leva la chiesa di oggi; 3)quali sono i suggerimenti e le iniziative propostedai giovani stessi.

3. Il 10 e 11 giugno si terrà il campus di pro-gettazione “dalla voce dei ragazzi ai cantieri”,dove giovani, educatori/animatori dei gruppigiovanili e i membri della consulta si incontre-ranno per cominciare a tracciare le linee guidadel progetto quadriennale di pastorale giovanile.

4. A dicembre si terrà a marsala il convegnodiocesano dei giovani, momento di sintesi ditutta questa prima fase di azioni e attività.

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n. 03/14maggio2017, pag. 10VOCE DAI [email protected]

DIRETTAFBLIVEmusica e novità,il 30 band in studio

QUali soNo le Ultime NoVità trale band del territorio? gli ul-timi eP? se ne parlerà in di-retta fBlive sulla pagina delnostro giornale, martedì 30

maggio, con inizio alle ore 21. ospitinella nostra redazione saranno alcunicomponenti di band locali protagonistedi nuove produzioni. racconteranno lastoria dei loro brani e interpreterannodal vivo alcuni pezzi. tra gli ospiti ancheNino leone dei tintinnabula e Kola mar-giotta, che presentanno le loro ultimeproduzioni.

#CONDIVIDERETV/LEESPERIENZEin parrocchia dopo la cresimail gruppo “amici del re”

rimaNere iN ParroccHia doPo la cresima?Nella parrocchia cristo re dimazara del Vallo è nato il gruppo “amici del re” (nella foto alcuni diloro), che mette insieme giovani universitari ma anche coppie dapoco sposate che hanno voluto continuare un cammino di fedeall’interno della parrocchia. due dei componenti raccontanol’esperienza: come è nato il gruppo e che attività svolgono.

COSA C’ÈWWW.DIOCESIMAZARA.IT

17 MAGGIOincontro di formazionesu “tra mente e cuore”

PeNUltimo iNcoNtro dei mercoledì di for-mazione presso la parrocchia cristo redi mazara del Vallo, sul tema “tra mentee cuore”: un percorso intellettuale diconoscenza della fede. mercoledì 17maggio, alle ore 21, incontro sul tema “iblocchi e le resistenze: sperimentare lapace dell’abbandono in dio”.

ISCRIZIONIa s. giovanni al Boeofestival della musicain occasione della prima edizione del “sangiovanni al Boeo festival” (che si terrà sabato24 giugno) sono aperte le iscrizioni per parte-cipare alle esibizioni musicali sul tema: “Unire ipopoli”. Possono esibirsi gruppi e solisti. sem-pre nella settimana del festival (dal 19 al 25giugno 2017) si svolgerà la manifestazione“omaggi a san giovanni Battista” con compo-sizioni floreali. info: 3939114018.

A CASTELVETRANOcorso di formazioneper operatori pastoralisi sVolgerà dal 10 al 15 lUglio a ca-stelvetrano il corso estivo di forma-zione per educatori e operatoripastorali sulla metodologia espres-

siva ed esperienziale del Biblio-dramma. il percorso prevede brevimomenti teorici e numerose espe-rienze di gruppo, con esercitazionidegli stessi partecipanti. ogni sin-gola sezione sarà seguita da unafase di confronto. informazioni eiscrizioni chiamando al 3284375817(suor luisa Bonforte).

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di ANNA ZINERCO E MARILENA CIPOLLACOSA C’Èwww.diocesimazara.it

n. 03/14maggio2017, pag. 11

Quattro anni fa don gia-cinto leone, parroco dellachiesa cristo re in san

martino a mazara del Vallo, ebbel’idea originale di un percorso dicatechesi che accompagnasse aisacramenti i ragazzi e contempo-raneamente desse alle famiglie lapossibilità di riscoprire e rafforzarela propria fede. la scommessa eradunque trasformare il catechismoclassicamente inteso in una espe-rienza di formazione spirituale ecomunitaria per il bambino e lasua famiglia, momento di festa econdivisione affettuosa del cibo edell’esperienza di una famiglia difamiglie che si incontra e cresce in-sieme. “opzione famiglia” nascedal sì di dodici famiglie che, entu-siaste e fiduciose, accolgono l’ideadi un percorso strutturato con unincontro domenicale mensile cheinizia con la messa, continua conla condivisione del pranzo e rag-

giunge il culmine nel momento diformazione suddiviso per fasced’età: il sacerdote coadiuvato daun’altra persona guida i genitori,una catechista con un’aiutantesegue i ragazzini del catechismo,mentre le animatrici intratten-gono i fratellini e le sorelline condei giochi. a ogni incontro, i tregruppi (genitori, ragazzi e bam-bini) lavorano su uno stesso temache segue il Piano Pastorale. co-loro che hanno aderito a questocammino hanno accettato dimettere in gioco se stessi e il pro-prio rapporto con dio, correndo ilrischio di aprirsi all’altro e di rive-lare il proprio bisogno di sentirsiamati, accolti e perdonati per tro-vare negli altri componenti un ri-flesso dell’amore del Padre. dopodon giacinto, è toccato a don da-vide chirco prendersi cura di que-sto gruppo divenendone padre,fratello e amico. il giorno in cuiquesti ragazzi hanno ricevuto lacresima e la comunione è statoun nuovo inizio per ognuna diqueste famiglie che prova a realiz-zare il mandato di “piccola chiesadomestica”. la realtà di “opzionefamiglia” continua a esistere den-tro la comunità parrocchiale da cuiha ricevuto in dono le famiglie chene hanno fatto parte e i collabora-tori che hanno affiancato i sacer-doti, e verso di essa si apre,generosa, per condividere l’espe-rienza della gioia del Vangelo.

A MAZARA DEL VALLOcrescere insieme nella fede,l’esperienza di “opzione famiglia”

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#CONDIVIDERETVla testimonianza sUl caNale YoUtUBe #coNdiVide-retV è online la testimonianzadi Nadia asaro, una mamma

che ha partecipato allaboratorio “op-zione famiglia” nellaparrocchia cristo redi mazara del Vallo.

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La Chiesa, nel corso della sua pluriseco-lare vicenda, ha sempre avuto cura diraccogliere i cataloghi dei Vescovi (in

forma cronologica per tramandare la propriastoria o in forma di dittici per l’uso liturgico),compilare gli elenchi dei poveri, registrare gliatti dei martiri, conservare le decisioni sino-dali. Questi documenti hanno costituito dinorma il nucleo primigenio attorno a cuisono sorte le biblioteche vescovili. così è av-venuto anche per la Biblioteca dei chierici dimazara del Vallo, poi Biblioteca del seminarioVescovile, arricchitasi nel tempo di opere ecollezioni di enorme pregio: munifici latori dipreziosi tomi, tuttora fruibili, sono stati in par-ticolare monsignor domenico Polizzi e il ret-tore gaspare aiello.

Tra i propri tesori, la Biblioteca custodisceuna cospicua parte della Patrologia latinacurata dall’abate francese Jacques-Paulmigne (saint-flour, 1800 – Parigi, 1875), mo-numentale collezione degli scritti in lingua la-tina dei Padri della chiesa e di altri autoriecclesiastici, pubblicata tra il 1844 e il ’55(fanno eccezione gli ultimi quattro tomi, re-canti gli indici, apparsi tra il ’62 e il ’66).Strutturata in 221 tomi (ben 161 sonoquelli posseduti dalla Biblioteca del semina-rio), la raccolta copre un arco temporale diquasi un millennio, da tertulliano fino allamorte di papa innocenzo iii. il progetto ori-ginario, poi abbandonato, prevedeva la pub-blicazione di ulteriori lavori, con l’intento digiungere almeno alla stagione della riforma:figurano comunque alcuni commenti e do-cumenti posteriori al 1216.Bibliografo infaticabile, già direttore delgiornale l’Univers religieux, fondatore degliateliers catholiques(gruppo tipografico cherivestì un ruolo significativo nella diffusionedi opere di teologia ed erudizione religiosa

in traduzione, destinate soprattutto alla frui-zione da parte del basso clero) e autore del-l’encyclopédie théologique, migne riuscìnell’impresa di riunire anche gli scritti deiPadri orientali e di diversi autori occidentaliche lasciarono testimonianze in lingua greca,da san Barnaba fino al concilio di firenze: taleseconda serie, nota come Patrologia graeca,si compone – in seconda edizione – di 166tomi.Caratteristica di questa serie è la disposi-zione del testo in due colonne, delle quali –salvo poche eccezioni – la prima riporta l’ori-ginale greco,mentre la se-conda offre latraduzione la-tina. l’operacostituisce, an-cora oggi, unostrumento im-prescindibile per la conoscenza del pensierodei Padri della chiesa, in alcuni casi l’unicosussidio disponibile.

di MARIA CRISTINA GALLO E ROSARIO ATRIACULTURAwww.beniculturali.it

n. 03/14maggio2017, pag. 12

Nella biblioteca del Seminariocustodita la Patrologia Latina

l’opera è delfrancese

Jacques-Paulmigne

161 TOMI DEI 221si trovano tra gli scaffali dell’istituzione:un millennio di storia

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Negli anni 2017–2018ricorre un im-portante anniversario della sicilianormanna: l’istituzione della legazia

apostolica. in base a questo istituto giuridicospeciale i re normanni di sicilia vennero co-stituiti legati nati (quindi con privilegio eredi-tario) del Pontefice con la bolla di Urbano iidel 5 luglio 1098, Quia propter prudentiamtuam, confermata con qualche modifica dalPapa Pasquale ii nel 1117. in questo docu-mento il Papa, in considerazione dei meriti diruggero i per la liberazione della sicilia dagliarabi stabiliva quae per legatum acturisumus, per vestram industriam, legati vice,

cohibere vo-lumus: dun-que il conteruggero d’al-tavilla venivaidentificatocome unicorappresen-tante del Papa

e gli erano riconosciuti amplissimi poteri digoverno sulla chiesa siciliana.Il Papa si impegnava a non nominare

alcun legato apostolico nelle terre sottoposteal conte senza il suo assenso e ne ratificava,di fatto, le iniziative anche in merito alle que-stioni ecclesiastiche (non dottrinali) che di so-lito, altrove, competevano al Pontefice: sceltadi vescovi e prelati, autorità sulle vicende ter-ritoriali delle diocesi, distribuzione di compe-tenze del clero.Questa iniziativa di eccezionale impor-tanza, unica nell’ambito della giurisprudenzae della politica occidentale, era funzionale auna rapida ed efficace riorganizzazione dellediocesi e della gerarchia ecclesiastica nell’isola,appena uscita dalla dominazione arabo-isla-mica, e consentì ai Normanni di essere più in-cisivi nella società, nella cultura e nella vita

religiosa siciliana, creando anche i presuppo-sti per ulteriori sviluppi, non ultimo in campoartistico, architettonico e monumentale.La ricorrenza suggerisce la celebrazione diun “Biennio normanno”, che valorizzi la pre-senza dei monumenti normanni nella diocesidi mazara del Vallo, proponendo una serie dipercorsi di visita e iniziative celebrative, in-sieme alle istituzioni culturali della diocesi:museo diocesano, Biblioteca del seminarioVescovile, archivio storico diocesano, con ils o s t e g n odell’UfficioBeni cultu-rali ecclesia-stici delladiocesi. Par-tecipa allamanifesta-zione la rettoria della “madonna del-l’alto”. La collaborazione con la Bibliotecacrea, inoltre, una sinergia con il Pro-getto culturale condiviso: “Quale bel-lezza salverà il mondo”, ciclo di incontrinella Biblioteca del seminario.

due anni diattività in diocesicon percorsi divisita e iniziative

n. 03/14maggio2017, pag. 13di FRANCESCA MASSARACULTURA

www.diocesimazara.it

il biennionormannoper celebrare la Legaziaapostolica

il documentoconfermatonel 1117 da

Papa Pasquale ii

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Da poco più di un anno è Vescovodi Ragusa. Quali momenti Lesono rimasti più impressi nella

memoria?«il mio episcopato a ragusa – risponde – èiniziato il 28 novembre del 2015, quasi incoincidenza con il giubileo straordinariodella misericordia. Questo anno e mesi tra-scorsi a ragusa sono stati connotati da unascansione di appuntamenti. aver iniziato ilministero episcopale in coincidenza con ilgiubileo, mi ha dato la possibilità di incon-trare molte persone. tra i momenti che misono rimasti impressi, il giubileo dei ragazzie degli adolescenti con 4000 ragazzi fe-stanti. Quell’assemblea mi ha riempito ilcuore di gioia, aprendo a una dimensionedi serenità e di speranza verso il futuro. altrimomenti molto belli il giubileo delle con-fraternite o dei portatori. Un ricordo parti-colare lo conservo anche del giubileo deisacerdoti nel giugno scorso nel quale mi erastato chiesto di dettare una meditazione sulprogetto di vita dei presbiteri. È stato unanno giubilare intenso, pieno di appunta-menti. mi auguro possa aprire la comunitàcristiana a nuove prospettive, riguardantisoprattutto la famiglia. sulla realtà della fa-miglia abbiamo celebrato un sinodo straor-dinario e uno ordinario. Passano gli anni e isecoli e tutto ciò che è umano si va confi-gurando in modo diverso. già solo tren-t’anni fa la famiglia era diversa da quella dioggi. il Papa ci ha invitato a prestare atten-zione alle famiglie che vivono situazioni didisagio e la sua preoccupazione è quella ditutta la chiesa. il compito che ci affida il si-

nodo è quello di prestare at-tenzione e accompagnare lecoppie che vivono situazioni didisagio. a ragusa – aggiunge

– ho trovato belle realtà che si impegnanosui temi della famiglia. mi piacerebbe che cifosse maggiore attenzione sui ragazzi e igiovani-adulti che scelgono la via del ma-trimonio con itinerari di fede e di crescitaumana e cristiana da offrire loro. altrove ilsistema delle convivenze è ormai diffusis-simo. dobbiamo tornare alla famiglia, po-tenziando l’attenzione sul disagio».Come ha trovato la Chiesa di Ragusa?«È una chiesa vivace e piena di iniziativeproposte da diocesi, parrocchie, movimenti,comunità cittadine. Ho trovato grande at-tenzione sulla catechesi con tante disponi-bilità degli operatori che portano avanti unbel lavoro».Come si sono disposti i sacerdoti neiconfronti del loro vescovo?«anche dai sacerdoti ho ricevuto unagrande accoglienza. li ho voluti incontrareuno per uno. Per me questo contatto per-sonale è necessario. Voglio capire di

ognuno gli slanci, le preoccupazioni, leeventuali sofferenze».Quali punti di forza e quali punti debolidella realtà sociale iblea ha colto durantequesto primo anno e mezzo?«ragusa, e l’intero territorio ibleo, hannograndi potenzialità sul turismo e sulla ge-stione dei beni culturali. abbiamo speri-mentato, con il comune di ragusa, unacollaborazione per l’apertura delle chiese aituristi, una collaborazione proficua che sipuò estendere anche ad altri settori. l’interoterritorio ha grandi potenzialità che vannomesse in risalto. tra i punti deboli indichereilo svuotamento del centro storico e la man-canza di spazi e luoghi aggregativi per i gio-vani. ammiro nei ragazzi ragusani la volontàa superare le difficoltà che li porta anche aconseguire titoli accademici lontano dallaloro terra. tanti giovani stanno studiando al-trove e alcuni anche all’estero. È una terra la-boriosa e io mi auguro che questi giovanipossano tornare a ragusa e restarci masenza dover accettare condizioni di preca-rietà».A quali periferie esistenziali prestare piùattenzione?«sono rimasto profondamente choccatodalla visita, compiuta insieme alla caritasdiocesana, nella zona delle serre. la situa-zione di marina di acate mi è rimasta im-pressa nella mente e nel cuore. Ho davantiai miei occhi le condizioni di non vita ditante famiglie. condizioni che spesso nonvengono riservate neanche agli animali.sono rimasto colpito dalla storia di unadonna che, per andare al lavoro, ha lasciatoa casa due bambine e un ragazzo più gran-detto che doveva badare alle sue sorelle. ciho pregato molto. come chiesa, attraversola caritas, siamo impegnati nella distribu-zione di viveri e medicine e offriamo ascolto

di ALESSANDRO BONGIORNOL’INTERVISTAwww.diocesidiragusa.it

n. 03/14maggio2017, pag. 14

A Ragusamonsignor Cuttitta:«Più attenzione agiovani e ragazzi»

DALL’ESPERIENZA PALERMITANA COME AUSILIAREal ministero episcopalenella sede ragusana

IL PROFILOoriginario di godranodal 28 NoVemBre 2015, monsignor car-melo cuttitta è Vescovo di ragusa. Natoda una famiglia di cattolici praticanti, hacompiuto gli studi per la preparazione alsacerdozio presso la Pontificia facoltàteologica san giovanni evangelista,come alunno del seminario maggiore diPalermo. il 28 maggio 2007 Papa Bene-detto XVi lo ha nominato Vescovo tito-lare di Novi e ausiliare dell'arcivescovodi Palermo. È stato ordinato Vescovonella cattedrale di Palermo dall'arcive-scovo cardinale Paolo romeo il 7 luglio2007.

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GRANIDI [email protected]

DI ERINA FERLITO

Bozzetti di saggezza

Ho visto, ho considerato, ho osser-vato: Qoelet non ci offre astratte ri-flessioni su principi teorici da calare

nel vissuto; al contrario, si lascia guidare daesperienze tangibili, che via via dipingono ivolti e disegnano le vicende di chiunque vivasotto il sole. «Ho osservato anche che ognifatica e ogni successo ottenuto non sono cheinvidia dell’uno verso l’altro» (Qo 4,4a). È iltradimento del senso del lavoro tratteggiatonei racconti di creazione: il gan, il giardinoposto in eden, che dio ha affidato all’uma-nità perché lo coltivasse e lo custodisse (cfrgen 2,15) ora trabocca di sterpi e di rovi, per-ché la bassa rivalità rende il lavoro strumentodi affermazione di sé e di prevaricazionedell’altro. il giardino ha perso il suo profumo,perché innaffiato con l’acqua maleodorantedella gelosia e dell’imbroglio. così lo stoltocessa di amare quel giardino: l’invidia lo con-duce a incrociare le sue braccia e divora lasua carne (cfr Qo 4,5), inutilmente tribolatodalla bramosia di accumulare. altra è invecela via del saggio: «meglio una manciata gua-dagnata con calma che due manciate contormento e una corsa dietro al vento» (Qo4,6). Questa manciata diviene il simbolo dellamodesta soddisfazione delle semplici neces-sità della vita, perché arraffare due manciateè solo illusione di pienezza. È l’invito alla sag-gezza che ritroviamo nel Nuovo testamento:«guardate i corvi: non seminano e non mie-tono, non hanno dispensa né granaio, ep-pure dio li nutre […] guardate comecrescono i gigli: non faticano e non filano.eppure io vi dico: neanche salomone, contutta la sua gloria, vestiva come uno di loro»(lc 12,24a.27). Una mano libera e una manocon l’indispensabile, quelle di Qoelet (ra-

vasi). lo sguardo del maestro di sapienza sipoggia ora su chi tristemente vive da solo,nella condizione desolante dell’assenza che,come nel bozzetto precedente, tratteggiauna sorta di deformazione dell’adam, diquell’umanità plasmata dal creatore all’ori-gine della vita: «e dio creò l’uomo a sua im-magine; a immagine di dio lo creò: maschioe femmina li creò» (gen 1,27. «e il signoredio disse: non è bene che l’uomo sia solo;voglio fargli un aiuto che gli corrisponda [...].il signore dio formò con la costola, cheaveva tolto all’uomo, una donna e la con-dusse all’uomo. allora l’uomo disse: questavolta è osso dalle mia ossa e carne dalla miacarne» (gen 2,18.22-23a). essenza dell’uomoè dunque la relazione, al di là di qualsivogliaconcretizzazione. Non troviamo in Qoeletalcun tono solenne, né contemplazione diuna comunione profonda; il vivere quoti-diano, nella povertà di un’esperienza rattrap-pita, può mostrarci solo i vantaggi concretidell’essere in due: «meglio essere in due cheuno solo […]. infatti, se cadono, l’uno rialzal’altro. guai invece a chi è solo: se cade nonha nessuno che lo rialzi. inoltre, se si dormein due si sta caldi; ma uno solo come fa ascaldarsi?» (Qo 4,9a-10-11). e ravasi ricordaquanto un antico detto zen riportava: «abattere le mani, sappiamo il suono delle duemani insieme; ma qual è il suono di unamano sola?» ma la concretezza che plasmala vita sotto il sole si nutre necessariamentedel respiro di dio, che pulsa nella storia diogni uomo e che reca sempre e dovunquel’impronta indelebile del creatore. «tutto ilproblema della vita è questo: - recita Pavese– come rompere la propria solitudine, comecomunicare con gli altri».

LE RUBRICHE

n. 03/14maggio2017, pag. 15

[email protected]

La sacralità dell’araboIl Corano è il libro sacro dell’Islame fu rive-

lato a muhammad per il tramite di un angeloin seguito identificato con gabriele. il nome ita-

liano corrisponde al termine originale arabo al-Qur’an derivato da una radice che indica sial’azione di leggere ad alta voce, sia quella di reci-tare, “proclamazione” o “predicazione” o, in ultimaanalisi, “recitazione”. il libro è costituito da 114 ca-pitoli, ognuno dei quali chiamato sura. a ecce-zione della prima sura, detta fatiha“aprente”, checonta solo sette versetti, tutte le altre sono ordi-nate per ordine di lunghezza decrescente e siaprono, tranne una, con la basmala, ossia l’invo-

cazione bi-smi llahi r-rahmani r-rahim, spesso tra-dotta in italiano con “in nome di dio misericor-dioso e pietoso”. la differenza teologica fra ilcorano e la Bibbia risiede essenzialmente nellaconcezione stessa del testo. mentre la Bibbia è unaraccolta di libri la cui parola è ispirata da dio, il co-rano secondo la visione islamica, ne è parola di-retta. l’arabo non è più soltanto la lingua dellareligione, ma è la lingua di dio, trascendente, per-fetta, inimitabile, insostituibile e immutabile:«leggi dunque quel che t’è stato rivelato dal librodel tuo signore, le cui parole nessuno può mutare.fuori di lui non troverai rifugio!» ( XViii,27).

DI DORA POLIZZI

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n. 03/14maggio2017, pag. 16PUBBlicità