Vinicio Capossela si racconta. Intervista di Francesco Musolino. La Gazzetta del Sud

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Giovedì 9 Maggio 2013 Gazzetta del Sud 10 . Cultura e Spettacoli Francesco Musolino L’innamoramento per la Gre- cia è frutto degli anni. Come in una danza rituale, in un corteggiamento dall’esito già scritto, il cantautore d’origi- ni irpine Vinicio Capossela si è fatalmente avvicinato al mondo ellenico. Prima ab- bracciando le sue sonorità con l’album “Rebetiko Gym- nastas” del 2012 e adesso, in seconda battuta, sposandone la rabbia e la disillusione del- la gente – che vive una fase di pesantissima crisi economica e fragilità sociale, che sta al- larmando tutta l’Europa e in particolare il nostro Paese – e la voglia che essa esprime di continuo di lanciare lo yo- gurt, eccellenza greca, in fac- cia ai politici che ormai di- sprezza. In occasione del terzo Fe- stival del Giornalismo di In- chiesta appena conclusosi a Marsala – tre giorni di incon- tri e iniziative – Capossela ha mandato in visibilio il pubbli- co presente alla tappa specia- le del suo tour “Mar Sala” ma con un fuori programma straordinario ha anche pre- sentato “Tefteri – Il libro dei conti in sospeso”, il nuovo li- bro in uscita il 16 maggio per Il Saggiatore. Bastano le primissime pa- gine, in cui Capossela affron- ta l’etimologia della parola crisi (che, guarda caso, deri- va dal greco, dal verbo krìno, che significa “separare, divi- dere”), per avere la certezza che non si tratta del classico libro che il personaggio me- diatico scrive per battere cas- sa; “Tefteri” è un vero e pro- prio romanzo civile, capace di guardare in faccia la crisi dei valori odierna da un pun- to di vista umano. Le pagine di Capossela tratteggiano il suo peregrina- re fra taverne e vicoli, a con- tatto con diversi personaggi di cui diventa biografo occul- to ma consapevole, rivelando un destino comune che parte dal mondo ellenico ma si ri- volge a noi tutti. Perché sia- mo tutti figli della Grecia an- che se talvolta preferiamo di- menticarlo. Sono tante le domande che Capossela ascolta, men- tre, pensieroso si passa la mano destra sulla barba scu- ra, folta e ricciuta. E poi co- mincia a parlare con quel to- no di voce tutto suo, melo- dioso e roco insieme. «Il Tefteri non è un sempli- ce taccuino. Piuttosto è il li- bro dei conti in sospeso e quando non hai più soldi in tasca il barista comincia a se- gnare…». A colloquio col cantautore e scrittore Vinicio Capossela, il cui nuovo romanzo, “Tefteri”, uscirà il 16 Europa? È una parola greca... Viaggio in un’umanità “gemella” ferita dalla crisi e dalla mancanza di futuro Il suo legame con la mu- sica dell’Est è forte più che mai oggi… «Sono sonorità che mi hanno sempre affascinato ma il Rebetiko lo conobbi a Salonicco nel ’98, in una ta- verna dove suonavano que- sto blues greco. È una musica che si suona per farsi corag- gio, musica della pena, musi- ca dell’assenza. Il Rebetiko lo si ascolta insieme ma il man- gas (colui che doveva elabo- rare un lutto o un dolore, Vinicio Capossela nel suo nuovo libro torna alla Grecia, come aveva fatto col suo ultimo cd “Rebetiko” ndr) lo ballava da solo, infi- lando solo una manica della giacca. Così se qualcuno lo disturbava, se si intromette- va nella sua elaborazione del dolore, faceva prima a tirar fuori il coltello. Il Rebetiko è profondamente legato al do- lore, del resto è nato dopo il massacro di Smirne nel ’22 durante la guerra greco-tur- ca, quando improvvisamente i greci divennero stranieri in patria e furono preda di quel- la bile nera, la dalkàs, che rende nera anche la tua ani- ma». Ma a cosa servono queste canzoni? «A non essere soli. Anzi (ri- prende dopo una pausa, co- me se avesse riletto mental- mente le sue parole, sempre carezzandosi la barba) ad es- serlo ma con il conforto dell’abbraccio di chi ti è simi- le». Italiani e Greci: una fac- cia, una razza? «Sì, ma io aggiungo anche “una disgrazia”. Parlare della Grecia è come parlare dell’umanità stessa, di noi tutti. La Grecia è da sempre l’inizio di tutto e la situazio- ne in quel paese può facil- mente contagiare l’Europa. Proprio come un virus. Tutti noi restiamo a guardare per capire cosa succederà». In questo suo viaggio lei parla di tante cose e descri- ve l’impatto della crisi nel modo di vivere d’un popo- lo, ora cedendo spazio alla rassegnazione ora alla rab- bia. Ha capito come uscire- mo dalla crisi? «Chi siamo quando perdia- mo tutto? Questa, credo, sia la vera domanda. Il sistema economico ha cambiato, stravolto il nostro modo di vi- vere. Sì mi piacerebbe che questa crisi segnasse anche un nuovo modo di vivere ma in realtà credo che finirà per peggiorare le cose. Del resto il sistema capitalistico, pur essendo imperfetto, ha dimo- strato d’avere anticorpi ne- cessari per rinnovarsi e supe- rare gli ostacoli. Crisi signifi- ca dover scegliere. Scegliere quali bisogni, quali necessità soddisfare e quali sacrificare. La già ampia forbice fra chi ha tanto e chi ha nulla au- menterà ancora e in Grecia, ma anche altrove, ci saranno sempre più guerre fra poveri e contro i più deboli. E intan- to i movimenti estremisti e neofascisti, come Alba Dora- ta in Grecia, guadagnano consensi…». La crisi economica è dun- que crisi di valori a tutto tondo? «I nostri nonni hanno avu- to certamente una vita più dura ma avevano anche dei valori che fungevano da bus- sola, da radicamento. Erano il linguaggio, il gergo, persi- no il modo di portare il cap- pello. Oggi tutto è delegato alla tv ma se non si hanno nemmeno i soldi per pagare la bolletta elettrica, cosa suc- cederà?». Crede nell’Unione Euro- pea? «Quando nacque mi sem- brava una splendida idea ma adesso mi domando come una moneta possa unire sen- sibilità tanto diverse come quella greca e quella tede- sca… Del resto persino l’Uni- tà d’Italia è stata realizzata a discapito di molti, per cui forse avremmo fatto bene ad imparare questa lezione pri- ma di accostarci all’Europa». E se alla fine l’Europa fa- cesse a meno della Grecia? «Europa è una parola gre- ca. Sarebbe un bel controsen- so».3 In memoria del rogo nazista di libri Ottant’anni dopo la biblioteca “restituita” Rosanna Pugliese Passeggiando nella bella Oper- nplatz di Berlino, se si abbassano gli occhi verso il pavimento, si ve- de un tratto di strada anomalo: at- traverso una lastra di vetro è pos- sibile scorgere, infatti, alcuni scaf- fali vuoti. È il “monumento” che la città ha dedicato alla memoria di una delle pagine buie della sua storia: il rogo dei libri fatto dai na- zisti. Era il 10 maggio di 80 anni fa. A questa tappa ormai classica del percorso turistico, con cui fa il paio la “ Torre dei libri” di Bebel- platz, oggi s’aggiunge la collezio- ne di un banchiere americano, che ha donato 406 libri di quella famigerata “lista” al Museo ebrai- co. Si tratta dei testi proibiti e bru- ciati dai seguaci di Hitler che per- seguitavano «lo spirito non tede- sco». Raccolti meticolosamente da George Warburg, con l’aiuto di un esperto di libri antichi di Lon- dra, in anni e anni di ricerca. Si tratta di molte prime edizioni, e la collezione dimostra l’ampiezza dello spettro dei libri bruciati e messi al bando: dalla storia di “Bamby” alla Teoria della relativi- tà di Einstein. «Warburg aveva origini tede- sche e il nazionalsocialismo mise la sua famiglia in fuga: andarono prima in Inghilterra e poi negli Usa – spiega Margareth Kampma- yer del museo Ebraico di Berlino – . Arrivato all’età della pensione ha deciso di interessarsi a questa par- te della sua storia familiare, ini- ziando a studiare letteratura e storia tedesca. È così che è nato il suo progetto: ricostruire la colle- zione dei libri bruciati nel rogo dai nazisti. Lo ha fatto con passione e sistematicità. Ora, generosamen- te, ha donato a noi il frutto di que- sto lavoro». In esposizione, e fino al 15 settembre, ce ne saranno 93. I libri finiti nel rogo degli stu- denti nazisti che promossero que- sta iniziativa il 10 maggio del 1933 a Berlino e in diverse altre città tedesche, mandando in ce- nere migliaia di testi, sono stati catalogati in sei gruppi. «La lette- ratura marxista, la letteratura ebraica e i libri scritti da autori con queste origini, la letteratura paci- fista, quella ritenuta moderna e bandita “contro la decadenza e la degenerazione morale”, (che col- pì autori come Heinrich Mann, Al- fred Doeblin, Bertolt Brecht); la pubblicistica di matrice democra- tica e i libri delle scienze dell’area della psicanalisi e tutte le materie affini: nel rogo finì come è noto anche l’opera di Sigmund Freud». Warburg ha così raccontato il senso dei questa sua collezione: «Io la considero come un memo- riale. Il mio obiettivo era racco- gliere libri poco pubblicati. Alcuni di quelli incendiati erano ovvia- mente molto famosi, ma altri ri- schiavano di essere dimenticati. Penso ad autori, ad esempio, co- me Erich Muehsam, che oggi è po- co conosciuto e che è stato assassi- nato dai nazisti, oltre al fatto che le sue opere siano state proibite». Ma il messaggio profondo della “sua” biblioteca va anche oltre: vuole infatti sottolineare «la follia di chi promuove la cultura della censura», come fece il nazi- smo.3 Un “College” (di danza, teatro e musica) in cui avranno occasione di lavorare con grandi maestri La Biennale investe sui giovani talenti Paolo Petroni Da quest’anno trova una sua col- locazione distinta dalla pro- grammazione dei Festival la par- te che la Biennale dedica a sele- zione e promozione di giovani talenti, creando loro occasioni di lavoro con grandi maestri, e prende il nome di College. Così diventa praticamente doppia la presentazione a Roma delle atti- vità della biennale Danza (28-30 giugno), Teatro (1-11 ago) e Musica (4-13 ottobre), anche se tra i settori c’e un vivo scambio. Lo ha sottolineato il presiden- te Paolo Baratta, ricordando che quest’anno la danza avrà solo la parte College che coinvolgerà oltre 100 danzatori e coreografi per arrivare a 26 creazioni nuo- ve, mentre saranno 300 i parte- cipanti al College teatro e 8 dei lavori da loro realizzati faranno parte del cartellone del Festival. La musica invece selezionerà 5 tra i progetti presentati assieme da un compositore, un regista e un librettista per la realizzazio- ne di 5 pocket-opera dalle vena- ture comiche, ognuna di non più di 12 minuti. Tre le curiosità di questa tri- pla stagione: per la danza Atleta donna, prova di resistenza per cinque danzatrici che passeran- no ore in 3 grandi teche di plexi- glass in 3 dei maggiori campi (piazze) di Venezia; per il teatro la “Mi gran obra” di David Espi- nosa che, in tempo di crisi, ha ideato uno spettacolo per 300 attori e lo ha poi realizzato con altrettante statuine alte un cen- timetro che, per un pubblico di non più di 20 persone, manovra personalmente raccontandone le storie; per la musica ci sarà, da parte del Quartetto Arditti, l’ese- cuzione del quartetto “Helicop- ter” di Stockhausen, che inizia coi musicisti a bordo di quattro elicotteri in volo, seguiti via vi- deo, che poi atterreranno e si ve- dranno tornare i musicisti a suo- nare dal vivo. I due Festival consegneranno anche i Leoni d’oro e d’argento: per il teatro rispettivamente a Romeo Castellucci e Angelica Liddell, per la musica a Sopija Gubajdolina e alla Fondazione Spinola Banna. Il College di teatro verterà su Shakespeare con la creazione di minispettacoli su vari personag- gi delle sue opere.3 Paolo Baratta, presidente della Biennale La “Torre dei libri” in Bebelplatz a Berlino, che ricorda il rogo

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VInicio Capossela presenta al 3° festival del giornalismo di inchiesta a Marsala (3-5 maggio 2013) il suo nuovo libro Tefteri (Il Saggiatore).

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Giovedì 9 Maggio 2013 Gazzetta del Sud10.

Cultura e Spettacoli

Francesco Musolino

L’innamoramento per la Gre-cia è frutto degli anni. Comein una danza rituale, in uncorteggiamento dall’esito giàscritto, il cantautore d’o r i g i-ni irpine Vinicio Capossela siè fatalmente avvicinato almondo ellenico. Prima ab-bracciando le sue sonoritàcon l’album “Rebetiko Gym-nastas” del 2012 e adesso, inseconda battuta, sposandonela rabbia e la disillusione del-la gente – che vive una fase dipesantissima crisi economicae fragilità sociale, che sta al-larmando tutta l’Europa e inparticolare il nostro Paese – ela voglia che essa esprime dicontinuo di lanciare lo yo-gurt, eccellenza greca, in fac-cia ai politici che ormai di-sprezza.

In occasione del terzo Fe-stival del Giornalismo di In-chiesta appena conclusosi aMarsala – tre giorni di incon-tri e iniziative – Capossela hamandato in visibilio il pubbli-co presente alla tappa specia-le del suo tour “Mar Sala” macon un fuori programmastraordinario ha anche pre-sentato “Tefteri – Il libro deiconti in sospeso”, il nuovo li-bro in uscita il 16 maggio perIl Saggiatore.

Bastano le primissime pa-gine, in cui Capossela affron-ta l’etimologia della parolacrisi (che, guarda caso, deri-va dal greco, dal verbo krìno,che significa “separare, divi-dere”), per avere la certezzache non si tratta del classicolibro che il personaggio me-diatico scrive per battere cas-sa; “Tefteri” è un vero e pro-prio romanzo civile, capacedi guardare in faccia la crisidei valori odierna da un pun-to di vista umano.

Le pagine di Caposselatratteggiano il suo peregrina-re fra taverne e vicoli, a con-tatto con diversi personaggidi cui diventa biografo occul-to ma consapevole, rivelandoun destino comune che partedal mondo ellenico ma si ri-volge a noi tutti. Perché sia-mo tutti figli della Grecia an-che se talvolta preferiamo di-menticarlo.

Sono tante le domandeche Capossela ascolta, men-tre, pensieroso si passa lamano destra sulla barba scu-ra, folta e ricciuta. E poi co-mincia a parlare con quel to-no di voce tutto suo, melo-dioso e roco insieme.

«Il Tefteri non è un sempli-ce taccuino. Piuttosto è il li-bro dei conti in sospeso equando non hai più soldi intasca il barista comincia a se-gnare…».

A colloquio col cantautore e scrittore Vinicio Capossela, il cui nuovo romanzo, “Tefteri”, uscirà il 16

Europa? È una parola greca...Viaggio in un’umanità “gemella” ferita dalla crisi e dalla mancanza di futuro

Il suo legame con la mu-sica dell’Est è forte più chemai oggi…

«Sono sonorità che mihanno sempre affascinatoma il Rebetiko lo conobbi aSalonicco nel ’98, in una ta-verna dove suonavano que-sto blues greco. È una musicache si suona per farsi corag-gio, musica della pena, musi-ca dell’assenza. Il Rebetiko losi ascolta insieme ma il m a n-gas (colui che doveva elabo-rare un lutto o un dolore,

Vinicio Capossela nel suo nuovo libro torna alla Grecia, come aveva fatto col suo ultimo cd “Rebetiko”

ndr) lo ballava da solo, infi-lando solo una manica dellagiacca. Così se qualcuno lodisturbava, se si intromette-va nella sua elaborazione deldolore, faceva prima a tirarfuori il coltello. Il Rebetiko èprofondamente legato al do-lore, del resto è nato dopo ilmassacro di Smirne nel ’22durante la guerra greco-tur-ca, quando improvvisamentei greci divennero stranieri inpatria e furono preda di quel-la bile nera, la dalkàs, che

rende nera anche la tua ani-ma».

Ma a cosa servono questecanzoni?

«A non essere soli. Anzi (ri-prende dopo una pausa, co-me se avesse riletto mental-mente le sue parole, semprecarezzandosi la barba) ad es-serlo ma con il confortodell’abbraccio di chi ti è simi-le».

Italiani e Greci: una fac-cia, una razza?

«Sì, ma io aggiungo anche

“una disgrazia”. Parlare dellaGrecia è come parlaredell’umanità stessa, di noitutti. La Grecia è da semprel’inizio di tutto e la situazio-ne in quel paese può facil-mente contagiare l’Europa.Proprio come un virus. Tuttinoi restiamo a guardare percapire cosa succederà».

In questo suo viaggio leiparla di tante cose e descri-ve l’impatto della crisi nelmodo di vivere d’un popo-lo, ora cedendo spazio allarassegnazione ora alla rab-bia. Ha capito come uscire-mo dalla crisi?

«Chi siamo quando perdia-mo tutto? Questa, credo, siala vera domanda. Il sistemaeconomico ha cambiato,stravolto il nostro modo di vi-vere. Sì mi piacerebbe chequesta crisi segnasse ancheun nuovo modo di vivere main realtà credo che finirà perpeggiorare le cose. Del restoil sistema capitalistico, puressendo imperfetto, ha dimo-strato d’avere anticorpi ne-cessari per rinnovarsi e supe-rare gli ostacoli. Crisi signifi-ca dover scegliere. Sceglierequali bisogni, quali necessitàsoddisfare e quali sacrificare.La già ampia forbice fra chiha tanto e chi ha nulla au-menterà ancora e in Grecia,ma anche altrove, ci sarannosempre più guerre fra poverie contro i più deboli. E intan-to i movimenti estremisti eneofascisti, come Alba Dora-ta in Grecia, guadagnanoconsensi…».

La crisi economica è dun-que crisi di valori a tuttotondo?

«I nostri nonni hanno avu-to certamente una vita piùdura ma avevano anche deivalori che fungevano da bus-sola, da radicamento. Eranoil linguaggio, il gergo, persi-no il modo di portare il cap-pello. Oggi tutto è delegatoalla tv ma se non si hannonemmeno i soldi per pagarela bolletta elettrica, cosa suc-cederà?».

Crede nell’Unione Euro-pea?

«Quando nacque mi sem-brava una splendida idea maadesso mi domando comeuna moneta possa unire sen-sibilità tanto diverse comequella greca e quella tede-sca… Del resto persino l’U n i-tà d’Italia è stata realizzata adiscapito di molti, per cuiforse avremmo fatto bene adimparare questa lezione pri-ma di accostarci all’Europa».

E se alla fine l’Europa fa-cesse a meno della Grecia?

«Europa è una parola gre-ca. Sarebbe un bel controsen-so».3

In memoria del rogo nazista di libri

Ottant’anni dopola biblioteca “restituita”Rosanna Pugliese

Passeggiando nella bella Oper-nplatz di Berlino, se si abbassanogli occhi verso il pavimento, si ve-de un tratto di strada anomalo: at-traverso una lastra di vetro è pos-sibile scorgere, infatti, alcuni scaf-fali vuoti. È il “monumento”che lacittà ha dedicato alla memoria diuna delle pagine buie della suastoria: il rogo dei libri fatto dai na-zisti. Era il 10 maggio di 80 annifa. A questa tappa ormai classica

del percorso turistico, con cui fa ilpaio la “ Torre dei libri” di Bebel-platz, oggi s’aggiunge la collezio-ne di un banchiere americano,che ha donato 406 libri di quellafamigerata “lista” al Museo ebrai-co. Si tratta dei testi proibiti e bru-ciati dai seguaci di Hitler che per-seguitavano «lo spirito non tede-sco». Raccolti meticolosamenteda George Warburg, con l’aiuto diun esperto di libri antichi di Lon-dra, in anni e anni di ricerca. Sitratta di molte prime edizioni, e lacollezione dimostra l’ampiezzadello spettro dei libri bruciati emessi al bando: dalla storia di“Bamby”alla Teoria della relativi-tà di Einstein.

«Warburg aveva origini tede-sche e il nazionalsocialismo misela sua famiglia in fuga: andaronoprima in Inghilterra e poi negliUsa –spiega Margareth Kampma-yer del museo Ebraico di Berlino –. Arrivato all’età della pensione hadeciso di interessarsi a questa par-te della sua storia familiare, ini-ziando a studiare letteratura estoria tedesca. È così che è nato ilsuo progetto: ricostruire la colle-

zione dei libri bruciati nel rogo dainazisti. Lo ha fatto con passione esistematicità. Ora, generosamen-te,ha donatoa noi il frutto dique-sto lavoro». In esposizione, e finoal 15 settembre, ce ne saranno93.

I libri finiti nel rogo degli stu-denti nazisti che promossero que-sta iniziativa il 10 maggio del1933 a Berlino e in diverse altrecittà tedesche, mandando in ce-nere migliaia di testi, sono staticatalogati in sei gruppi. «La lette-ratura marxista, la letteraturaebraica e i libri scritti da autori conqueste origini, la letteratura paci-fista, quella ritenuta moderna ebandita “contro la decadenza e ladegenerazione morale”, (che col-pì autori come Heinrich Mann, Al-fred Doeblin, Bertolt Brecht); lapubblicistica di matrice democra-tica e i libri delle scienze dell’areadella psicanalisi e tutte le materieaffini: nel rogo finì come è notoanche l’opera di Sigmund Freud».

Warburg ha così raccontato ilsenso dei questa sua collezione:«Io la considero come un memo-riale. Il mio obiettivo era racco-gliere libri poco pubblicati. Alcunidi quelli incendiati erano ovvia-mente molto famosi, ma altri ri-schiavano di essere dimenticati.Penso ad autori, ad esempio, co-me Erich Muehsam, che oggi è po-co conosciuto e che è stato assassi-nato dai nazisti, oltre al fatto chele sue opere siano state proibite».Ma il messaggio profondo della“sua” biblioteca va anche oltre:vuole infatti sottolineare «la folliadi chi promuove la cultura dellacensura», come fece il nazi-smo.3

Un “College” (di danza, teatro e musica) in cui avranno occasione di lavorare con grandi maestri

La Biennale investe sui giovani talentiPaolo Petroni

Da quest’anno trova una sua col-locazione distinta dalla pro-grammazione dei Festival la par-te che la Biennale dedica a sele-zione e promozione di giovanitalenti, creando loro occasioni dilavoro con grandi maestri, eprende il nome di College. Cosìdiventa praticamente doppia lapresentazione a Roma delle atti-vità della biennale Danza (28-30giugno), Teatro (1-11 ago) eMusica (4-13 ottobre), anche setra i settori c’e un vivo scambio.

Lo ha sottolineato il presiden-

te Paolo Baratta, ricordando chequest’anno la danza avrà solo laparte College che coinvolgeràoltre 100 danzatori e coreografiper arrivare a 26 creazioni nuo-ve, mentre saranno 300 i parte-cipanti al College teatro e 8 deilavori da loro realizzati farannoparte del cartellone del Festival.La musica invece selezionerà 5tra i progetti presentati assiemeda un compositore, un regista eun librettista per la realizzazio-ne di 5 pocket-opera dalle vena-ture comiche, ognuna di non piùdi 12 minuti.

Tre le curiosità di questa tri-

pla stagione: per la danza Atletadonna, prova di resistenza percinque danzatrici che passeran-no ore in 3 grandi teche di plexi-glass in 3 dei maggiori campi(piazze) di Venezia; per il teatrola “Mi gran obra” di David Espi-nosa che, in tempo di crisi, haideato uno spettacolo per 300attori e lo ha poi realizzato conaltrettante statuine alte un cen-timetro che, per un pubblico dinon più di 20 persone, manovrapersonalmente raccontandonele storie; per la musica ci sarà, daparte del Quartetto Arditti, l’ese-cuzione del quartetto “Helicop-

ter” di Stockhausen, che iniziacoi musicisti a bordo di quattroelicotteri in volo, seguiti via vi-deo, che poi atterreranno e si ve-dranno tornare i musicisti a suo-nare dal vivo.

I due Festival consegnerannoanche i Leoni d’oro e d’argento:per il teatro rispettivamente aRomeo Castellucci e AngelicaLiddell, per la musica a SopijaGubajdolina e alla FondazioneSpinola Banna.

Il College di teatro verterà suShakespeare con la creazione diminispettacoli su vari personag-gi delle sue opere.3Paolo Baratta, presidente della Biennale

La “Torre dei libri” in Bebelplatz a Berlino, che ricorda il rogo