Villa Galconieri

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 ISTITUTO NAZIONALE PER LA VALUTAZIONE DEL SISTEMA DELL’ISTRUZIONE PROGETTO QUASI G ui da met odol og ica a g l i BOZZA Marzo, 2001 STUDI DI CASO

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Studi di caso

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ISTITUTO NAZIONALE PER LA VALUTAZIONE DEL SISTEMA DELL’ISTRUZIONE

PROGETTO QUASI

Guida metodo logica agl i

BOZZAMarzo, 2001

STUDI DI CASO

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CEDE – ISTITUTO NAZIONALE PER LA VALUTAZIONE DEL SISTEMADELL’ISTRUZIONE

Guida alla realizzazione di

studi di caso

©

 CEDE - Istituto nazionale per la valutazione del sistema dell’istruzione Villa Falconieri Via F. Borromini 5 –I – 00444 FRASCATI RM

Tel. 06 -941851

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Sommario

INTRODUZIONE ALLA GUIDA 4

Il progetto Quasi 4

Gli obiettivi della guida 4

I contenuti della guida 5

Gli allegati della guida 5

LA RICERCA QUALITATIVA E GLI STUDI DI CASO 6

Gli studi di caso 6

PROTOCOLLO: IL DISEGNO DI RICERCA 9

Il tipo di disegno 9

Lo studio a caso singolo 10Lo studio a caso multiplo 10

Lo studio esplorativo e descrittivo 10

La definizione dell’oggetto d’indagine e dei quesiti 11

La formulazione dei postulati teorici 12

La definizione dell’unità di analisi 12

Oggetto, quesiti, postulati e unità di analisi nel Proegtto QUASI 13

Oggetto di indagine 13

Quesiti di ricerca 13

I postulati teorici 15

La definizione dell’unità di analisi 15

Valutare la qualità dei disegni di ricerca 16Testare la validità del costrutto 16

Testare la validità interna 16

Testare la validità esterna 16

Testare l’affidabilità 17

PROTOCOLLO: LA PREPARAZIONE E LA RACCOLTA DEI DATI 18

Fonti e tipologie di prove previste 18

I documenti 18

I registri di archivio 19

Le interviste 19

L'osservazione diretta e partecipante 20Le prove concrete 21

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Le procedure di campo 21

I documenti e i registri di archivio 22

Le interviste 23

L’osservazione diretta e partecipante 24

Il piano di raccolta dei dati 24

Il controllo di qualità 25

1° Principio: la convergenza delle prove 25

2° principio: la concatenazione di prove 25

3° Principio: creare un database  26 

Il database  di progetto 26

L’ANALISI DEI DATI 29

Livello 1°: l’analisi descrittiva 29

Livello 2°: la costruzione delle categorie 30

Livello 3°: la costruzione teorica 31

LA CREAZIONE DI RAPPORTI FINALI 33

Definire l’audience  del rapporto finale 34

Strutture di composizione del rapporto 34

Strutture lineari-analitiche 34

Strutture comparative 34Strutture cronologiche 35

Strutture a edificio teorico 35Strutture  suspence  35

Strutture non sequenziali 35

La stesura del rapporto 35

Revisione e validazione del rapporto 37

IL SITO DEL PROGETTO QUASI 38

Obiettivi e contenuti del sito 38

Informazioni in rete 38

Risorse e documentazione in rete 39La banca dati gestionale 39

La costruzione cooperativa (area comunicazione) 40

LETTERATURA DI RIFERIMENTO SUL CASO 41

RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI 42

ALLEGATI TECNICI 43

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Introduzione alla guida

Il progetto Quasi

Lo scopo principale dell’attività di ricerca proposta è quello di sperimentare, in vista di unasistematica azione valutativa, adeguati strumenti di valutazione di sistema e diautovalutazione di istituto nel contesto della scuola dell’infanzia. Per favorire ilconseguimento di questo risultato sono stati individuati i seguenti obiettivi intermedi.

O1. Avviare un processo di osservazione all’interno delle scuole dell’infanzia mediante lacostituzione di tre Laboratori regionali (Basilicata, Liguria e Lazio) composti ciscuno di circa

dieci scuole dell’infanzia. L’osservazione sarà condotta in collaborazione con tre IRRSAE,uno del nord (Liguria), uno del centro (Lazio) e uno del sud (Basilicata).

O2. Realizzare uno studio di caso sulla qualità nella scuola dell’infanzia.

O3. Predisporre un insieme organico di archivi informatizzati sulla letteratura, sulleesperienze e sugli strumenti realizzati sul tema della valutazione di sistema edell’autovalutazione di istituto nella scuola dell’infanzia (la dimensione dell’archivio,inizialmente multiregionale, potrebbe estendersi successivamente al campo nazionale ecomunitario).

O4. Realizzare una banca dati sugli indicatori di qualità per la scuola dell’infanzia.

O5. Realizzare un ambiente telematico in cui poter mettere a disposizione della comunitàdella scuola dell’infanzia sia gli archivi, di cui ai punti precedenti, sia una serie di servizicomunicativi (gruppi di discussione, collegamenti ad altre basi di dati ecc.) che favoriscano laproduzione, la condivisione e lo scambio delle conoscenze sull’argomento. Tale ambientesarà strutturato in modo tale da permettere alle singole scuole di accedere gli archivi non soloper prelevare le informazioni necessarie ma anche per aggiungerne di nuove.

O6. Produrre e sperimentare uno strumento di autovalutazione di istituto per la scuoladell’infanzia (limitatamente alle scuole che partecipano ai Laboratori regionali.

O7. Pubblicazione e disseminazione dei risultati dell’indagine.

Gli obiettivi della guida

Questa guida si propone di:

! sostenere il gruppo di ricerca del progetto Quasi nella focalizzazione degli scopi dellostudio e dei risultati attesi;

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! offrire ai ricercatori, a partire dall’individuazione delle caratteristiche distintive degli studidi caso e dal confronto con altri tipi di ricerche, una metodologia per il disegno e laconduzione di studi di caso;

! definire l’insieme di standard e di criteri utilizzabili nella definizione dell’oggettodell’indagine, nella raccolta e interpretazione dei dati e nella elaborazione delleconclusioni;

! favorire la condivisione all’interno del gruppo di ricerca dei concetti base attinenti lametodologia degli studi di caso, della sua specifica terminologia e dei suoi temi piùrilevanti.

I contenuti della guida

La guida descrive, attraverso la stesura di un protocollo, tutte le fasi di ideazione e realizzazionedi studi di caso, utilizzati a scopo di ricerca e intesi come studi di eventi riguardanti contestidella vita reale. Dove perprotocollo si intende l’insieme delle procedure e regole generali, cheguidano: il disegno della strategia di ricerca e la selezione della letteratura di riferimento; losvolgimento delle attività di raccolta e analisi dei dati; la redazione di report finali.

In particolare, all’interno della guida saranno disponibili una serie di sezioni dedicaterispettivamente:

⇒ alla costruzione di una "mappa topografica" dello studio di caso, contenente: la specificadell’oggetto d’indagine, il set di quesiti e postulati teorici di riferimento, la specifica delleunità di analisi prese in esame, le strategie di raccolta e analisi dei dati, i criteri diinterpretazione dei risultati, i tempi;

alle proceduredi campo utilizzabili per: la preparazione, raccolta e analisi dei dati, incluse lespecifiche per la creazione di undatabasedi progetto;⇒ alleprocedure di stesura e validazione del rapporto conclusivo ufficiale;⇒ agli strumenti tecnologici a supporto del progetto di ricerca;⇒ allaletteratura di riferimento sulla materia oggetto del caso;⇒ allabibliografia di interesse sul tema degli studi di caso e la ricerca qualitativa.

Gli allegati della guida

La Guida è corredata di un’appendice, all’interno della quale saranno resi disponibili eillustrati standard e modelli documentali, utilizzabili nell’ambito del Progetto Quasi per ladocumentazione degli studi di caso (schede di database, liste di controllo, formati e layout,ecc.), con particolare riferimento alle attività di raccolta dei dati e reporting finale. Lapresenza del simbolo #  Vedi Appendice all’interno dei testi contenuti nelle diverse sezionidella guida segnalerà, di volta in volta, la presenza in appendice di un allegato di interessespecifico.

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La ricerca qualitativa e gli studi di

caso

La ricerca qualitativa è un concetto allargato che comprende numerose varianti eorientamenti di studio e ricerca, tutti finalizzati a comprendere e spiegare il significato deifenomeni sociali.L’assunto, su cui si basano tutti i tipi di ricerca qualitativa è che il significato vero della realtàè determinato dal vissuto esperienziale delle persone ed è mediato dalla percezionedell’investigatore. In altre parole, nella ricerca “interpretativa” o “qualitativa” non si testa lateoria, non si mettono in atto esperimenti e non si misura nulla. In contrasto con la ricercaquantitativa, che scompone un fenomeno nelle parti che la compongono (variabili dello

studio), la ricerca qualitativa è interessata:⇒ a comprendere un fenomeno attraverso laprospettiva interna del significato che le persone

danno alle loro esperienze e non da quella esterna del ricercatore (Sherman e Webb, 1988,pag. 7);

⇒ ad esaminare le situazioni in funzione del contesto a cui appartengono e delle interazioniche le caratterizzano;

⇒ a spiegareun fenomeno lì dove esiste una carenza teorica o dove le teorie esistenti hannofallito, attraverso: la costruzione induttiva  di astrazioni, teorie e ipotesi. I ricercatoriqualitativi, infatti,“non sperano di trovare dati a conferma di una teoria, ma di trovare unateoria che spieghi i loro dati” (Goetz e LeCompte, 1984, pag. 4);

⇒ a lavoraresul campo e ad osservareil comportamento nel settingnaturale dello studio spesso astretto contatto con i partecipanti. Uno studio qualitativo non può essere intrapresousando solamente documenti (come materiali scritti o fotografie);

⇒ ad utilizzare come strumento primario per la raccolta e l’analisi dei dati il ricercatoreresponsivo al contesto. Egli può adattare le tecniche alle circostanze, può allargare laconoscenza della situazione attraverso la sensibilità agli aspetti non verbali, può elaborare idati, esplorare le risposte anomale (Guba e Lincoln 1981);

⇒ a generare un  prodotto descrittivo  in grado di trasmettere la conoscenza sul fenomenoattraverso l’uso di parole, descrizioni e illustrazioni piuttosto che di numeri. I dati

 vengono mediati dal ricercatore ed i risultati prendono la forma di temi, categorie,tipologie, concetti, citazioni, registrazioni.

Inchiesta naturalistica, ricerca interpretativa, studio sul campo, osservazione partecipante,

ricerca induttiva, etnografia, studio di caso sono solo alcune delle diverse forme di studioutilizzate per indicare specie diverse o, in definitiva, sottospecie della ricerca qualitativa. IlProgetto Quasi focalizza la propria attenzione su una di queste forme:gli studi di caso.Il Progetto Quasi si propone di prendere in esame il contesto delle istituzioni educative eduna delle applicazioni principali degli studi di caso è proprio l’ambito educativo. Il contesto èestremamente importante in molte situazioni educative e spesso le variabili introdotte dalcontesto sono così numerose e ricche che diventa impossibile applicare un disegnosperimentale.

Gli studi di caso

Nonostante la letteratura sulla ricerca qualitativa negli ultimi anni si sia moltiplicata e gli studidi caso, come strategia di ricerca qualitativa, siano ormai impiegati in svariati settingdelle

Capitolo 1 

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scienze politiche, economiche, sociali, psicologiche e organizzative, lo studio di casorappresenta una modalità di ricerca ancora particolarmente difficile da definire enormalmente soggetta a molte critiche. Le stesse scienze sociali sembrano aver fallito nelconsiderare lo studio di caso una strategia formale di ricerca e nel determinare lecaratteristiche tecniche, che lo differenziano da altre forme di ricerca qualitativa.Per lungo tempo, questa forma della ricerca è stata considerata una sorta di categoriaonnicomprensiva di tutte le modalità di ricercasoft (di natura non statistica, e non definibilicome sondaggio o esperimento) e lo stadio esplorativo di altre strategie di ricerca. Il metododello studio del caso è stato inoltre spesso erroneamente associato ad alcuni tipi di raccoltadati, per esempio, quelli che si focalizzano su metodi qualitativi, etnografia o osservazione-partecipante. Al contrario, uno degli aspetti fondamentali della raccolta dei dati nello studiodel caso è costituito dall’uso di fonti multiple di prova sia qualitativa sia quantitativa.

Un solo dato sembra certo: il bisogno distintivo che porta alla scelta dello studio di caso,nasce dal desiderio di capirefenomeni complessi. Lo studio di caso rappresenta uno strumentoper approfondire la conoscenza di un processo  piuttosto che dei suoi singoli prodotti, lacomprensione di uncontesto nel suo insieme piuttosto che delle variabili specifiche, insommaun’attività basata sullascoperta piuttosto che sulla conferma.

La definizione più tecnica è la seguente: lo studio di caso èun’indagineempirica chesi proponediinvestigareun fenomeno contemporaneo nel suo contesto reale, quando i confini tra fenomeno econtesto nonsono chiaramenteevidenti, in cui vengono utilizzatefonti multipledi prova. (Yin, 1981a, 1981b).In breve, lo studio di caso permette ad una ricerca di registrare le caratteristiche olistiche esignificative degli eventi di vita reale (come cicli di vita, processi, cambiamenti).

Questa definizione, non solo ci aiuta a comprendere lo studio di caso, ma ci aiuta adistinguerlo anche da altre strategie di ricerca. Un esperimento separa, infatti,deliberatamente un fenomeno dal suo contesto, ponendolo in un ambiente controllato (illaboratorio). La forma dell’inchiesta, pur facendo riferimento ad un contesto, limita di fatto ilnumero delle variabili da analizzare, al fine di rendere fattibile il sondaggio.Ogni strategia di ricerca prevede un modo diverso di raccogliere ed analizzare le proveempiriche e ognuna presenta vantaggi e svantaggi specifici. In passato, si riteneva che lostudio di caso fosse adatto per la fase esplorativa di un’indagine, che i sondaggi e le storiefossero appropriati per la fase descrittiva e che gli esperimenti fossero l’unico modo percondurre inchieste esplicative o causali. In realtà, ogni strategia (compreso lo studio di casi)può essere usata a vario titolo a fine esplorativo, descrittivo o esplicativo (Yin, 1981a, 1981b)e allo stesso modo, nonostante ogni strategia abbia le sue caratteristiche distintive, esistonolarghe aree di sovrapposizione.

Ma quando e perché intraprendere uno studio di caso? Generalmente, tre fattori aiutano nellascelta della strategia più appropriata:

⇒ l’oggetto dell’indagine;⇒ la possibilità o meno di esaminare direttamente sul campo, l’azione e il punto di vista dei

soggetti coinvolti nello studio;⇒ il grado di focalizzazione su eventi contemporanei piuttosto che storici.

In relazione a questi tre fattori, gli studi di caso si dimostrano più vantaggiosi quando:⇒ il contesto contiene ipoteticamente importanti variabili esplicative del fenomeno o i

legami tra il fenomeno e il contesto non sono chiaramente evidenti e quindi è necessarioincludere nella ricerca sia il fenomeno che il contesto all’interno del quale si manifesta;

⇒ gli eventi da osservare sono contemporanei;

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⇒ il comportamento in causa non può essere manipolato in modo diretto, utilizzando unsettingdi laboratorio;

In questa situazione, lo studio di caso costituisce un appropriato metodo di ricerca perchèconsente di trattare una grande varietà di prove e aggiunge alle tecniche della ricerca storica,due strumenti decisivi: l’osservazione diretta e l’intervista.Nonostante lo studio di caso sia una forma di indagine empirica, molti ricercatori mostranodelle forti resistenze nei suoi confronti. Le critiche più frequenti sono imputabili: allamancanza di rigore, alla difficoltà di generalizzare e replicare i risultati in diverse condizioni einfine, alla possibile creazione di masse di documenti illeggibili.In realtà lo studio di caso offre risposte valide ad ognuna di queste critiche. Il rigore attiene aicriteri di conduzione della ricerca e al comportamento del ricercatore, in questo le regolenello studio di caso non sono diverse da qualsiasi altra forma di studio. Per quanto riguardala difficoltà di generalizzare i risultati di un singolo caso, anche l’esperimento non è in realtàgeneralizzabile a popolazioni o universi. Sebbene, inoltre, sia molto frequente che lo studio di

caso possa generare una gran massa di documenti illeggibili è anche vero che esistono criterie metodi, strumenti e tecnologie specifiche a supporto dell’attività di analisi e raccolta dati.

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Protocollo: il disegno di ricerca

Per intraprendere un particolare studio empirico o progetto di ricerca occorre, in primoluogo, realizzare un piano d’azione o "disegno di ricerca”. Nel senso più elementare, il disegno è"un piano di azione”, una sequenza logica operativa (e non "logistica"), che si propone diguidare il ricercatore nella formulazione di unset di rispostea partire da unset inizialedi domande(o quesito iniziale dello studio) attraverso le seguenti fasi di lavoro:

⇒ l’individuazione e selezione dei dati rilevanti da raccogliere;⇒ la raccolta dei dati;⇒ l’analisi, connessione e interpretazione dei dati empirici attraverso l’inferenza sulle

relazioni causali tra le variabili investigate;

⇒ l’elaborazione delle conclusioni (intesa come riconduzione dei risultati alle domandeiniziali della ricerca e definizione dell'ambito di generalizzabilità dei risultati stessi ad unapopolazione più allargata o a situazioni diverse).

Nonostante lo studio di caso sia stato riconosciuto a tutti gli effetti come una strategia diricerca, non esiste un "catalogo" codificato di disegni di ricerca, dal quale attingere modelli edè comunque sconsigliabile applicare disegni di ricerca estratti da strategie sperimentali oquasi-sperimentali.Lo sviluppo del disegno di ricerca rappresenta la fase più difficile nella progettazione di studidi caso, non solo per la difficoltà insita nell’operazione stessa ma anche per il grado diflessibilità che qualsiasi disegno deve prevedere. Tale flessibilità deriva dal fatto che ogni casopuò rivelarsi inadeguato e richiedere modifiche in corso d’opera, modifiche che dovranno

essere accuratamente documentate.

La costruzione del “disegno di ricerca” degli studi di caso, richiede la definizione di tre componenti specifiche del disegno stesso:

⇒ il tipo di disegno⇒ l’oggetto di indagine, in termini di scenario di riferimento equesitidi ricerca⇒ uno o piùpostulati teorici (anche contrastanti)⇒ una o piùunità di analisi 

Il tipo di disegno

Per definire il disegno della ricerca occorre, in primo luogo, scegliere il tipo di disegno daimplementare. La maggior parte degli autori (tra cui Robert K. Yin) concordano sull’esistenzadi alcune tipologie fondamentali di studio di caso. Queste tipologie sono generatedall’incrocio di due principali fattori:⇒ il numero di casi presi in esame dallo studio: abbiamo quindi uno studio acaso singolo o a

caso multiplo; ⇒ le possibili finalità dello studio: esplorativa o descrittiva.

Ciascuna variante dello studio di caso ha punti di forza e di debolezza. Il progetto Quasi, per

Capitolo 2

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la sua stessa natura, ha scelto di avvalersi di uno studio descrittivo a caso multiplo.

Lo studio a caso singolo

Lo studio a caso singolo è il disegno più comune, si focalizza solamente su un caso e può essereutilizzato in tre diverse circostanze, in particolare quando lo studio consente di:

⇒ testare la correttezza di una teoria ben formulata. In questa circostanza, la teoria si avvaledi un chiaro set di postulati e definisce le circostanze in cui si pensa che tali postulatisiano veri, mentre lo studio di caso singolo è analogo ad un esperimento;

⇒ analizzare un evento così unico o raro da rendere impossibile l’impiego di un qualsiasimodello comune. In questa circostanza, la documentazione del caso fornirà il disegno pertutti casi successivi di natura simile;

⇒ osservare e analizzare un fenomeno fino a quel momento inaccessibile all'indaginescientifica. In questa circostanza, la ricerca può essere condotta come preludio esplorativoad uno studio futuro.

Lo studio a caso multiplo

La ricerca si avvale di un disegno a casi multipli quando si prendono in esame due o più casiselezionati all’interno dello stesso studio, in modo che siano l’uno la conferma (o replica)dell’altro. Questo tipo di disegno comporta la scelta particolarmente accurata di ogni caso euna logica di replicazione(letterale o teorica) in alternativa al campionamento. Le logiche dicampionamento assumono che un’inchiesta è finalizzata a “rappresentare” un universo più

ampio. I casi selezionati vengono quindi scelti in accordo con criteri rappresentativi pre-identificati. In base alla replicazione, ogni caso è attentamente selezionato così da predirerisultati simili (replicazioneletterale) o risultati diversi ma per motivi prevedibili (replicazioneteorica).La selezione dei casi può comportare la raccolta di un gran numero d’informazioni eun’analisi di screeningestesa. I casi possono essere selezionati in base ai seguenti criteri:

Criterio Definizione

Casi critici Si selezionano casi che criticano la teoria da testareRilevanza topica Si selezionano casi adatti al fenomeno studiatoFattibilità e accesso Persone o gruppi si offrono volontariamente come oggetto di studio

Lo studio esplorativo e descrittivo

Nello studio del caso esplorativo (sia su caso singolo che multiplo) il lavoro sul campo e laraccolta dei dati sono intrapresi prima della definizione dell’oggetto d’indagine, dei quesitidello studio e delle ipotesi interpretative, come preludio ad altri studi. Lo studio del casoesplorativo viene, infatti, adottato quando la ricerca è incerta su alcuni aspetti dello studio“reale” (le domande da porre, le ipotesi da validare, i metodi di raccolta da utilizzare) e quindiha bisogno di chiarire questi aspetti. Una volta superata l’incertezza, la fase pilota oesplorativa si deve considerare completata e si è pronti per iniziare lo studio “reale”.

 A differenza di quello esplorativo, lo studio descrittivo prende in esame il campo e la

profondità dell'oggetto descritto. Uno studio di caso descrittivo presenta quindi una

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descrizione completa di un fenomeno all’interno del suo contesto. Più sarà curato l’approccioteorico al fenomeno, migliore sarà lo studio del caso descrittivo. Ma dove inizia e dovefinisce la descrizione, cosa include e cosa dovrebbe escludere la descrizione di un possibileoggetto di uno studio di caso? I criteri usati per rispondere a queste domande sono contenutinello stesso "disegno di ricerca” dello studio di caso.

La definizione dell’oggetto d’indagine e dei

quesiti

Il passaggio più importante nel disegno dello studio di caso è rappresentato dalladefinizionedell’oggetto d’indagineossia nelladefinizionedei quesiti di ricerca. 

I fattori che influiscono sulla scelta e la formulazione dell’oggetto del problema sono:

⇒ il quadro teorico di riferimento o scuola di pensiero, al quale il ricercatore si ispira e chefornisce gli assunti di base;

⇒ i valori del ricercatoreovvero i giudizi e le affermazioni di valore relativi al modo in cui lecose dovrebbero essere;

⇒ il grado di reattività prevedibile, ossia il grado di influenza che la tecnica di ricerca può averesui dati, sino a mutare la situazione sociale che si desidera studiare (effetto Hawthorne).Se le persone sanno di essere osservate possono modificare consapevolmente oinconsapevolmente il loro comportamento. Le stesse domande possono stimolare unsoggetto a riflettere in modo diverso su un argomento, oppure a dare risposte funzionalialle attese percepite del ricercatore. La stessa appartenenza al gruppo studiato può influiresul comportamento e le risposte fornite dai singoli individui

⇒ i contributi offerti dalla letteratura sull’argomento. La letteratura (e qualsiasi altra forma didibattito in corso sul tema) rende, infatti, disponibile una gran quantità di materiale, anchecontrastante, da testare sul campo. In particolare, proprio la possibilità di disporre diteorie contrastanti aiuta a focalizzare la raccolta dei dati sulle caratteristiche importanti delfenomeno oggetto d’indagine, a delimitare il disegno più efficace, a generalizzare i risultatiche seguiranno. Il proposito dell’esame della letteratura non è, quindi, quello diindividuare la risposta data a ciò che è conosciuto su un argomento, quanto, piuttosto,quello di sviluppare domande precise è più intuitive sull’argomento.

I quesiti della ricerca dovranno essere definiti, in relazione al fenomeno da descrivere e aisuoi ingredienti critici, a partire da un’analisi attenta di uno o più scenari possibili. Tale analisisi propone di catturare l’essenza dell’oggetto d’indagine (per esempio, cosa caratterizza unsistema scolastico perché possa essere considerato un esempio di sistema qualitativo o nonqualitativo), attraverso la formulazione delle domande più significative alle quali occorretrovare risposte attendibili.

I quesiti di ricerca hanno oltre ad una sostanza (per esempio, di che cosa tratta il mio studio?)anche una forma, ed è proprio la forma del quesito ad orientare la scelta della strategia diricerca da utilizzare. Uno schema di categorizzazione di base delle forme di domandeconsiste nella serie familiare: "checosa", "chi", "dove", "come" e "perché". Lo studio di caso ègeneralmente associato a domande del tipo "come" e "perché”.

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In generale, la forma interrogativa "checosa" giustifica la scelta di uno studio esplorativo.Obiettivo di questo tipo di domande è, infatti, quello di sviluppare ipotesi e postulati chestimolino inchieste successive. Allo stesso modo, domande del tipo "chi" e "dove" (o i loroderivati "quanto" e "quanti") potrebbero favorire strategie di sondaggio o l’analisi diregistrazioni di archivio, decisamente più vantaggiose quando lo scopo della ricerca è didescrivere l’incidenza o la prevalenza di un fenomeno o di essere predittiva circa determinatirisultati (un esempio tipico è dato dall’indagine sull’incidenza di una malattia attraversoun’analisi delle statistiche di vita). Al contrario, domande del tipo "come" e "perché" essendopiù esplicative e più legate al tempo (piuttosto che a semplici frequenze o incidenze) possonoorientare alla scelta di una strategia basata su uno studio di caso, sulle storie e sullacostruzione di un esperimento.

La formulazione dei postulati teorici

Il postulato è un’asserzione presupposta come vera ma non ancora provata. Ogni postulatoaiuta nell’individuare le informazioni pertinenti e nello stabilire dove è possibile cercareprove rilevanti. In mancanza di postulati un ricercatore potrebbe essere erroneamente tentatodi raccogliere di tutto. Uno studio che si avvale invece di specifici postulati, può aiutare amantenere la ricerca in limiti verosimili e a restringere sensibilmente i dati necessari all’analisi.

EsempioLa ricerca sulle relazioni tra le organizzazioni inizia con la seguente domanda: "come" e “perché" leorganizzazioni collaborano con altre allo scopo di fornire servizi congiunti? Le domande del tipo"come" e "perché" non indicano ciò che deve essere studiato. Occorre stabilire dei postulati. Peresempio si potrebbe pensare che le organizzazioni collaborino per un reciproco beneficio. Occorredefinire e accertare la dimensione di benefici specifici.

La definizione dell’unità di analisi

Una tappa fondamentale nel disegnare e condurre uno studio di caso è la definizioneoperazionaledelleunità di analisi. Questo terzo componente fornisce stabilità al disegno dellostudio perché si lega alla domanda “Qual è il mio caso?”. Dal momento che gli studi di casopermettono di raccogliere i dati da molte prospettive – e per periodi di tempo di durataindeterminata – senza una definizione chiara delle unità di analisi non si saprà comedelimitare il campo dello studio.

Nel classico "studio di caso", il caso studiato è un individuo (per esempio, pazienti clinici,studenti esemplari o tipi di leaders) e l’individuo, riguardo al quale verranno raccolteinformazioni pertinenti, costituirà l'unità primaria di analisi dello studio. Ma un caso puòessere anche intrapreso in merito ad un evento o entità meno definibile di un singoloindividuo (per esempio, decisioni, programmi, processi e cambiamenti). La ricerca in ambitoeducativo offre in questa direzione numerosi esempi: uno studente o un insegnante, unaclasse o un corso, un’intera scuola, una pratica d’insegnamento, un programma, una politicascolastica. Disegni semplici possono avere unità di analisi singole. Disegni più complicatipossono avere unità multiple, intrecciate fra loro (per esempio, una scuola costituisce il casosingolo principale, ma un’unità intrecciata di analisi potrebbe essere lo studente).

Esempio

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Supponiamo di voler studiare il modo in cui le organizzazioni diventano più produttive quando letasse vengono diminuite. L'unità primaria di analisi sarà il tipo di organizzazione che si vuole studiare,e la ricerca svilupperà postulati sul "perché" e sul “come” le organizzazioni possono cambiare o menoin diverse circostanze, oppure sul “come” e “perché” proprio i tagli alle tasse possono produrre

cambiamenti nelle organizzazioni. In quest’ultima situazione la legislazione tributaria e le leggi sarannol'unità di analisi e le differenti leggi (piuttosto che le organizzazioni) saranno i veri oggetti dello studio

Obiettivo di questa attività, è quindi quello di fornire una definizione generale del "caso" e diprovare a determinare che tipo di domande sarebbe necessario fare e perché è stato sceltoquesto specifico caso per trovare risposta a queste domande. Ma per definire in modoesauriente le unità di analisi e determinare i limiti della raccolta e analisi dei dati occorre inprimo luogo:

⇒ definire il preciso ambito di studio (per esempio, le persone da includere nel gruppo presocome unità di analisi);

⇒ definire ilcontesto dello studio (per esempio, le persone al di fuori del gruppo e che dovranno

essere distinte dallo stesso);⇒ determinare e delimitare, se previsto, l’area geografica di riferimento (per esempio, elementi

o fattori che ne fanno parte o meno);⇒ definire specifici limiti di tempo ossia ciò può essere considerato come “l’inizio” e la “fine”

del caso;⇒ il ruolo della letteratura già disponibile sull’argomento della ricerca. La maggior parte dei

ricercatori ritiene utile confrontare i propri risultati con quelli di ricerche precedenti. Laletteratura può, infatti, costituire una guida nella definizione dello studio di caso edell'unità di analisi. Le ricerche dovranno, tuttavia, essere tra loro simili, oppuredifferenziarsi in modo chiaro.

L’unità di analisi rappresenta un elemento critico negli studi del caso. Saranno infatti, le unitàdi analisi a consentire la ricerca di dati, la formulazione di risposte attendibili ai quesiti deldisegno di ricerca e, infine, la generalizzazione delle scoperte dello studio a casi similimediante i postulati teoretici. In altre parole, l’intero disegno dello studio di caso così come ilsuo potenziale significato teoretico è fortemente dominato dal modo in cui le unità di analisisaranno definite. 

Oggetto, quesiti, postulati e unità di analisi nel

Proegtto QUASI

Oggetto di indagine

“La qualità del servizio nella scuola dell’infanzia italiana” 

Quesiti di ricerca

$ Come viene progettata e attuata la presenza e il ruolo delle famiglie nel processo?$ In che modo viene promossa la partecipazione delle famiglie alla riflessione comune

sull’educazione del bambino?$ In che modo viene stimolata la riflessione delle famiglie sulla qualità del servizio?$ In che modo viene promossa la responsabilizzazione delle famiglie nella valutazione delle

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attività?$ Come e perché si manifesta il processo di negoziazione di regole tra la scuola e le famiglie?$ In che modo viene promossa la condivisione delle regole presso le famiglie?$

Come viene garantita l’articolazione, la differenziazione, l’equilibrio nell’organizzazione dellospazio?$ Come viene garantita l’articolazione, la differenziazione, l’equilibrio nell’organizzazione del

tempo (giornata, settimana ecc.)?$ Quale modalità organizzativa assicura la flessibilità nell’uso dello spazio?$ In che modo viene promossa la funzionalità, l’intenzionalità e l’articolazione degli arredi e dei

materiali?$ In che modo vengono definiti i criteri e le modalità di aggregazione dei bambini?$ Come vengono formati e organizzati i gruppi di docenti?$ Come vengono organizzate le attività ricorrenti di vita quotidiana?$ In che modo e perché vengono organizzati i momenti dell’accoglienza e del commiato?$ In che modo vengono assicurati la personalizzazione delle cure e dell’ambiente (figure di

riferimento, gruppo di appartenenza, stanza di riferimento)?$ In che modo viene promossa la personalizzazione nei momenti di routine?$ In che modo le attività educative promuovono la continuità e/ o la discontinuità con le

esperienze vissute dai bambini in altri contesti?$ In che modo viene promossa la coerenza tra le diverse attività proposte ai bambini?$ Come viene organizzata l’attenzione alle specifiche potenzialità dei bambini?$ Come viene progettata e realizzata l’articolazione, la differenziazione, la la progressività delle

attività proposte ai bambini?$ In che modo la scuola progetta, attua, riflette e documenta la significatività dei traguardi di

sviluppo dei bambini e di ogni singolo bambino?$ In che modo la scuola progetta, attua, riflette e documenta la coerenza tra il progetto didattico-

educativo e gli obiettivi formativi generali relativi all’identità pedagogica, didattica, istituzionale,

organizzativa della scuola dell’infanzia?$ In che modo la scuola sceglie le strategie di insegnamento-apprendimento?$ In che modo la scuola riflette e documenta la funzionalità delle strategie di insegnamento-

apprendimento prescelte?$ In che modo vengono articolate le situazioni di gioco, esplorazione e ricerca?$ In che modo la scuola riflette sull’efficacia della mediazione dell’adulto?$ Come viene progettata, attuata, valutata e documentata l’attività di formazione in servizio degli

operatori?$ In che modo viene assicurata la coerenza della formazione in servizio con le esigenze formative

individuali e collegiali?$ Come viene definita l’articolazione oraria del lavoro docente?$ In che modo i compiti, le funzioni e le responsabilità vengono negoziati tra gli attori del

processo?$ In che modo viene progettato, attuato, valutato e documentato l’uso delle risorse interne ed

esterne (umane, logistiche, culturali, finanziarie)?$ Come viene promossa la socializzazione delle esperienze di sviluppo professionale?$ In che modo la scuola riflette sulla ricaduta delle azioni di formazione in servizio sulla pratica

educativa?$ Come e perché viene promossa la collaborazione, la condivisione, la corresponsabilità tra i

diversi attori del processo?$ Con quali modalità e con quali tempi vengono organizzate le attività di progettazione,

realizzazione, osservazione, documentazione, monitoraggio e valutazione?$ Con quali modalità e con quali tempi viene promossa lòa socializzazione interna ed esterna

delle esperienze educative e professionali?$ Come vengono prese le decisioni più importanti riguardanti l’organizzazione del lavoro?

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$ In che modo la scuola riflette sull’efficacia del processo organizzativo e decisionale?

I postulati teorici

$  Alla base dei processi che determinano la promozione e lo sviluppo della qualità nellascuola dell’infanzia vi sono la capacità di assicurare la coerenza e la continuità tra lediverse fasi del processo, dalla progettazione all’attuazione, dalla capacità di riflettere aquella di documentare le attività e i risultati conseguiti.

$ Nella scuola dell’infanzia una condizione importante della qualità è rappresentata dallaesplicitazione dell’idea del bambino che si vuole far crescere, da una coerente serie diazioni che assicurino le condizioni organizzative (spazi, tempi, materiali), didattiche e professionali di tale crescita..

$ Un elemento fondamentale della qualità nella scuola dell’infanzia è costituito dal livellodi apertura della scuola verso l’esterno: livello di condivisione e di partecipazione dellefamiglie del processo educativo, grado di attenzione e di ricezione degli stimoli provenienti dal territorio circostante.

$ La qualità nella scuola dell’infanzia è strettamente legata alla capacitàdell’organizzazione di progettare, attuare, valutare e documentare azioni in grado disviluppare le potenzialità del bambino attraverso la personalizzazione, l’articolazione, ladifferenziazione e la progressività delle attività educative.

$ La qualità nella scuola dell’infanzia è strettamente legata ai livelli di partecipazione,condivisione, cooperazione, corresponsabilità di tutti gli attori del processo.

$ In una scuola di qualità c’è una grande attenzione ai processi di comunicazione internaed eterna e ai diversi sistemi di documentazione.

La definizione dell’unità di analisi

 Ambito di studio: singola unità scolastica. Soggeti coinvolti: dirigente scolastico, docenti,

bambini, famiglie, personale ATA, responsabile del servizio, testimoni privilegiati.

Contesto dello studio: i responsabili e gli operatori degli enti presenti sul territorio che

interagiscono con la scuola (ASL, comune, associazioni ecc.)

 Area geografica: i territori di appartenenza dei singoli istituti scolastici nelle tre regioni prescelte

(Liguria, Lazio e Basilicata)

Limiti di tempo: marzo-maggio 2001

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Valutare la qualità dei disegni di ricerca

Nel progettare uno studio di caso occorre valutare la qualità del disegno di ricerca prodotto.

Dal momento che un disegno di ricerca consiste in un set logico di affermazioni, moltiritengono che la qualità di ogni disegno di studi di caso possa essere valutato mediante ilcontrollo o test di 4 fattori chiave (Kidder, 1981):

⇒ validità di costrutto; ⇒ validità interna (solamente per studi di caso o esplicativi);⇒ validità esterna; ⇒ affidabilità.

Testare la validità del costrutto

Questo test consiste nello sviluppo di un set di misurazioni, sufficientemente operazionale,da utilizzare durante la raccolta e l’analisi dei dati in alternativa a giudizi "soggettivi”.

EsempioUno studio di caso può esaminare i cambiamenti dei quartieri urbani e le loro conseguenze. Ma letrasformazioni di un quartiere possono riguardare un'ampia gamma di fenomeni. Senza unaprecedente definizione degli eventi che costituiscono un "cambiamento", potrebbe essereproblematico distinguere cambiamenti prodotti da eventi critici oggettivi rispetto a sempliciimpressioni del ricercatore.

Il test di validità del costrutto deve verificare la presenza di almeno due condizioni:

1) il costrutto deve individuare e descrivere con precisione i tipi di “cambiamento” che sono

oggetto di studio;

2) il costrutto deve dimostrare che le misure di questi “cambiamenti” riflettono realmente itipi di cambiamenti selezionati.

Testare la validità interna

Il controllo di questo fattore riguarda solo gli studi, nei quali il ricercatore cerca di stabilireuna relazione causale tra gli eventi. Se il ricercatore conclude che esiste una relazione causaletra x e y ignorando che, un terzo fattore (z) può avere, effettivamente, causato y, il disegno diricerca ha fallito a causa di una minaccia alla validità interna. Dal momento che gli studi dicaso descrittivi non prevedono l’inferenza di relazioni causali, questo tipo di logica risultadifficilmente applicabile. Il controllo della validità interna può essere, invece, esteso ancheagli studi di caso ma in relazione alladeterminazionedelleinferenze.

Uno studio di caso implica, infatti, un'inferenza ogni volta che un evento non osservabiledirettamente, viene legato ad avvenimenti precedenti, sulla base di testimonianze raccoltecome prove. Per parlare di validità interna è necessario che il disegno di ricerca anticipiqueste domande: questa inferenza è corretta? Sono state prese in esame tutte le possibilispiegazioni e le possibili alternative? Purtroppo, le metodiche che consentono di raggiungerequesti risultati sono difficili da definire, in particolar modo negli studi di caso.

Testare la validità esterna

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La validità esterna stabilisce l'ambito, nel quale possono essere generalizzati i risultati dellostudio e rappresenta uno degli aspetti più problematici nella realizzazione degli studi di caso.

Esempio Se uno studio sul ricambio di popolazione in un quartiere si focalizza su un quartiere specifico, irisultati sono applicabili ad altri quartieri?

Generalmente si afferma, infatti, che i casi singoli offrono poche basi alla generalizzazione. Ecomunque si tratterebbe di una generalizzazione analitica e non statistica di un particolare setdi risultati. Una teoria può essere testata solo attraverso la riproduzione degli stessi risultati inaltre aree di sperimentazione e in condizioni simili. La riproduzione logica negli studi di casosi avvale a questo scopo non del campionamento ma dellareplicazione.

Testare l’affidabilità

Il test dell’affidabilità si propone di minimizzare gli errori e le interferenze in uno studio,dimostrando che le conclusioni formulate da un ricercatore, potrebbero essere ottenuteanche da un secondo ricercatore in grado di ripetere lo stesso studio e utilizzare esattamentele stesse procedure. Perché questo sia possibile è indispensabile che l’intero svolgimentodello studio e tutte le procedure utilizzate, siano accuratamente documentate. Nell’ambito delProgetto Quasi, l’esigenza di una documentazione dello studio sarà sodidisfatta mediante:

⇒ la definizione e l’utilizzo di un "protocollo" per ciascuna delle attività previste dallo studio(del protocollo fa parte anche questa sezione della Guida dedicata alla definizione deldisegno di ricerca); 

⇒ lo sviluppo e il mantenimento di uno specifico databasedi progetto. Caratteristiche eproprietà di questo database saranno descritte più avanti nella guida nell’ambito dellasezione dedicata all’attività di raccolta dati; 

⇒ la stesura, da parte di tutti i ricercatori coinvolti nello studio, di un apposito “diario” (#  Vedi Appendice) all’interno del quale potranno essere annotati e descritti i vari momenti delprogetto. 

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Protocollo: la preparazione e la

raccolta dei dati

La fase di raccolta dati di un progetto di ricerca si pone l’obiettivo di acquisire informazioniin base ad un comportamento discrezionale. Nonostante nell’ambito della ricerca socialeesistano validi riferimenti metodologici in merito a questa attività, non esiste un corrispettivoparagonabile nella conduzione degli studi di caso. In termini generali, è possibile prendere inesame due diverse strategie di raccolta dei dati. La prima strategia consente di raccogliere, in

una sola volta, (generalmente nell’arco di un numero di giornate limitate per ciascun caso)dati longitudinali post-hoc. Questo tipo di strategia non prevede attività di osservazionediretta e sul campo di eventi-chiave, la maggior parte delle informazioni critiche sonoraccolte attraverso interviste e documenti. La seconda strategia prevede, invece, un periododi raccolta più lungo (solitamente un anno o più per ciascun caso) e l’utilizzo di osservazionidirette.

Lo studio di casi per il progetto Quasi si propone di utilizzare una strategia integrata, tale daconsentire, anche se nell’arco di un periodo di tempo limitato, l’impiego di diverse fonti, tracui l’osservazione. A tale scopo, questa sezione della Guida fornisce linee guida esplicite inmerito a:

⇒ letipologiedi fonti utilizzabili;⇒ le proceduredi campoper la raccolta dei dati;⇒ ilpianodi raccolta dei dati⇒ icriteri applicabili per ilcontrollo di qualità. 

Fonti e tipologie di prove previste

Le prove utilizzabili nell’ambito degli studi di caso e in particolare del Progetto Quasidovranno provenire da sei fonti comuni quali:

⇒ documenti⇒ registri di archivio⇒ interviste⇒ osservazionediretta epartecipante⇒ elementi concreti.

L'uso di queste sei fonti richiede abilità e procedure di campo specifiche. Di seguito verrannodescritte le caratteristiche di ciascuna tipologia e le procedure di campo previste per ognunadi esse.

I documenti

Capitolo 3 

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 A causa del loro indiscusso valore, questo tipo di fonte gioca un ruolo esplicito in qualsiasitipo di studio di caso e può assumere diverse forme. Ricerche sistematiche di documentipertinenti sono fondamentali in ogni piano di raccolta dei dati. A titolo di esempio, possonoessere considerati documenti: lettere, appunti, comunicazioni ufficiali e non, progetti,programmi e piani, annunci, verbali di riunioni e altri rapporti scritti, documenti interni, studiformali attinenti il tema del caso, articoli e servizi apparsi sui mezzi di comunicazione ecc.

L’utilità di questi documenti non dipende dal livello di accuratezza, validità e attendibilitàdegli stessi (da ritenersi comunque parziale nella maggior parte dei casi), quanto piuttostodalla possibilità di corroborare e accrescere, attraverso di essi, la validità di prove provenientida altre fonti. In particolare, i documenti possono:

⇒ verificare la correttezza delle informazioni riportate in un'intervista;⇒ confermare, approfondire o mettere in dubbio il contenuto e il valore di altre prove;

⇒ favorire processi di inferenza di informazioni e dati non immediatamente espliciti;⇒ stimolare ulteriori indagini.

I registri di archivio

Questa tipologia comprende: registrazioni di servizio e organizzative (per esempio, tabulati,comunicazioni interne, grafici e bilanci), mappe e grafici delle caratteristiche dell’areageografica di riferimento, liste di nomi ed altri elementi rilevanti, inchieste e censimenti,registrazioni personali (diari), calendari e liste telefoniche.Nonostante l'evidenza documentaria, l'utilità di queste registrazioni di archivio, dipende dacaso a caso. In genere, possono rivelarsi estremamente utili ed essere utilizzate

congiuntamente ad altre fonti di informazione.Compito fondamentale del ricercatore è di applicare all'interpretazione di queste prove leprecauzioni generali valide per tutte le altre tipologie di fonti (determinare con chiarezza ilproposito specifico e l’audiencedi riferimento; accertare in ogni caso le condizioni nelle qualile prove di archivio giudicate pertinenti sono state prodotte e il loro livello di accuratezza).Per esempio, la grande voluminosità di queste registrazioni, per quanto frequente, non è unaprova certa di accuratezza.

Le interviste

Una delle più importanti fonti di informazioni anche per gli studi di caso è rappresentata

dall'intervista. Le interviste possono assumere diverse forme. Generalmente, quelle utilizzatenell’ambito dello studio di caso sono:

⇒ l’intervista a risposta "aperta”,⇒ l’intervista "focalizzata”,⇒ l’intervista sondaggio.

Di seguito vengono descritte tutte e tre le forme di intervista. Il progetto Quasi prevedetuttavia l’impiego solo delle prime due.

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Le interviste a risposta aperta

Con le interviste a risposta aperta, il ricercatore formula delle domande di carattere generale,con le quali si invitano alcuni informatori-chiavead esporre punti di vista personali sulla materiadi studio o su avvenimenti ed eventi significativi. Gli informatori-chiave (noti anche come

 Docin seguito al famoso studio di caso presentato in "Street Corner Society" di Whyte, 1943)sono in grado di fornire elementi fondamentali, suggerire fonti di prove corroboranti,nonché permettere l'accesso a tali fonti. Tuttavia, qualsiasi intuizione proveniente dagliinformatori dovrebbe essere corroborata o contraddetta con la maggior cura possibilemediante altre fonti e altre prove.

Le interviste focalizzate

L’intervista focalizzata, pur mantenendo una certa apertura (può assumere, infatti, la forma diconversazione) prevede l’utilizzo di una serie di domande derivanti dal protocollo dellostudio e un tempo di svolgimento molto breve (indicativamente un’ora o meno). Il propositoprincipale di un'intervista di questo tipo non dovrebbe essere quello di fare domande su altriargomenti di natura aperta e allargata, ma di confermare fatti già stabiliti. La cura nellaformulazione delle domande è determinante.

Le interviste a sondaggio

La maggior parte degli studi di caso si propone di riportare eventi dal punto di vista dei

soggetti coinvolti. Proprio per questo le interviste basate sul sondaggio possonorappresentare una fonte essenziale di prove. In linea con un sondaggio formale, questo tipod’intervista implica l’impiego di domande strutturate e di specifiche procedure dicampionamento e analisi. A differenza del sondaggio vero e proprio, questa forma diindagine, in quanto fondata solo un rapporto verbale, può e deve integrarsi con leinformazioni provenienti da altre fonti.

L'osservazione diretta e partecipante

Nel corso di uno studio di caso anche l'osservazione diretta di comportamenti o ambienti diinteresse può essere utilizzata come fonte di prove. L’osservazione diretta sul campo può

essere intrapresa, mediante attività più o meno formali di raccolta (per esempio, si puòosservare semplicemente uno spazio di lavoro e trarne indicazioni sulla situazione diun’organizzazione, di un individuo all’interno dell’organizzazione) e in concomitanza conaltre modalità di raccolta (ad esempio durante un’intervista, un affiancamento o durante losvolgimento di riunioni e incontri). Le osservazioni possono essere così rilevanti daprevedere la produzione di documenti fotografici.Per aumentare l’affidabilità di un’osservazione diretta, una procedura comune consiste nelprevedere, se possibile, la presenza di più osservatori in contemporanea, sia nelleosservazioni formalizzate sia in quelle casuali.

L’osservazione partecipante è una forma particolare di osservazione, tipica degli studiantropologici o dei setting di organizzazione o di gruppo, in cui l’osservatore non è

meramente passivo ma può partecipare agli eventi studiati, assumendo diversi ruoli.La decisione di intraprendere uno studio a partecipazione osservante comporta una

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 valutazione attenta di benefici e svantaggi. In termini di benefici, l’osservazione partecipanteè in grado di:

facilitare l’accesso ad eventi o gruppi normalmente inaccessibili ad altre forme di indaginee ricerca;⇒ offrire la realtà dal punto di vista di qualcuno "interno";⇒ manipolare gli eventi e le situazioni.In termini di rischi e svantaggi, l’osservazione partecipante implica che:⇒ il ricercatore sia in grado di restare un osservatore esterno e di non assumere posizioni o

ruoli contrari agli interessi di una buona pratica scientifica;⇒ l’osservatore possa diventare egli stesso un sostenitore del gruppo o dell’organizzazione

studiata;⇒ l’impegno richiesto alla stessa persona dal doppio ruolo di partecipante/osservatore,

riduca eccessivamente il tempo necessario per la registrazioni di note o la formulazione didomande.

Le prove concrete

Una fonte finale di prove è costituita da: prodotti fisici, culturali, tecnologici che possonoessere raccolti oppure osservati come parte della visita al campo. Si tratta di prodotti concretiche, se attinenti allo studio, possono fornire un contributo importante.

Le procedure di campo

La necessità di avvalersi di proceduredi campo esplicite per la raccolta dati, dipende dal fatto chei dati utili in uno studio di caso non possono essere raccolti entro i confini di un laboratorioo in quelli rigidamente strutturati di un questionario. Sia nel laboratorio che nell’inchiesta,l'attività di raccolta formale dei dati è strettamente controllata.In uno studio di caso la natura di strumenti, quali l'intervista e l’osservazione, è molto piùaperta e il ricercatore deve necessariamente adattare le esigenze del piano di raccolta dati adaccadimenti reali, fare affidamento sulla libera ed effettiva disponibilità dei soggetti acooperare, controllare il proprio comportamento di osservatore, piuttosto che quello delpartecipante.In altre parole, una buona raccolta dati inizia con le abilità del ricercatore. Solo un buon

ricercatore, infatti, sarà capace di:

⇒ trarre vantaggio da eventi ed opportunità inattesi;⇒ fronteggiare procedure potenzialmente fallaci;⇒ trattare adeguatamente le informazioni;⇒ formulare domande valide e interpretare correttamente le risposte;⇒ cogliere indizi importanti e ascoltare attivamente;⇒ mantenere una posizione obiettiva di fronte a prove, eventi e fatti;⇒ combinare opportunamente rigore e doti di flessibilità così che l'inatteso possa rivelarsi

un'opportunità e non un impedimento;⇒ padroneggiare la materia di studio e il tema della ricerca.

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Lo stesso impiego delle procedure di campo nella raccolta dati prevede, inoltre, che ilricercatore possa:

accedere facilmente e rapidamente alle organizzazioni chiave o alle persone-chiave;⇒ disporre di risorse sufficienti (spazio dedicato, strumenti e mezzi);⇒ comunicare rapidamente con gli altri ricercatori del gruppo in caso di necessità.

 A tale scopo il CEDE si è assunto l’incarico di prendere, in tempo utile, accordi specifici coni Dirigenti scolastici, affinché:⇒ siano comunicati i nominativi appartenenti ai diversi gruppi di ricerca, che saranno

autorizzati ad accedere alle strutture interne dell’Istituto;⇒ siano messi a disposizione, dallo stesso capo d’Istituto, una lista di soggetti di interesse,

disponibili ad un coinvolgimento diretto nelle attività di raccolta;⇒ siano messi a disposizione di ciascun gruppo di ricerca risorse sufficienti per lo

svolgimento del lavoro presso l’Istituto (quali: uno spazio di appoggio per materiali e

attrezzature, referenti, postazioni informatiche se disponibili, linee telefoniche ecc.).

Segue la descrizione di dettaglio delle procedure di campo previste per ciascuna tipologia difonte precedentemente descritta.

I documenti e i registri di archivio

Il protocollo del progetto Quasi prevede che il Dirigente scolastico dell’istituto all’interno delquale si svolgerà l’attività di raccolta dati, consenta ad un gruppo limitato di ricercatoriautorizzati (i cui nominativi saranno stati preventivamente resi noti allo stesso capo d’Istituto

mediante comunicazione scritta da parte del CEDE), l’accesso controllato e programmatoagli archivi interni e agli uffici, nei quali tali documenti si trovano.I ricercatori potranno esaminare tali archivi (previo l’eventuale supporto da parte delpersonale disponibile in loco) e predisporre una lista di tutti i documenti ritenuti significativi aifini dello studio (#  Vedi Appendice).Tale lista, una volta definita e completata, dovrà essere sottoposta al capo d’Istituto che potràautorizzare:

⇒ l’eventuale raccolta e riproduzione (totale o parziale) dei documenti richiesti, sia informato cartaceo sia in formato elettronico;

⇒ l’acquisizione e la consultazione, per un periodo di tempo limitato, degli originali stessi.Sia la consegna di originali sia la loro avvenuta restituzione saranno documente medianteun’apposita ricevuta (#  Vedi Appendice). Tale ricevute, insieme alla lista dei documenti(con relativa autorizzazione) dovranno essere archiviate e conservate all’interno deldatabasedi progetto, così da poter essere utilizzate in caso di successivi contraddittori.

Dato il carattere interno (ed eventualmente riservato) di tali documenti, i ricercatori (e perloro conto il CEDE) saranno personalmente responsabili del corretto utilizzo degli stessi aifini esclusivi della ricerca, del loro adeguato mantenimento e della restituzione nei tempi enelle modalità previste dagli accordi intercorsi con il capo di Istituto. Gli stessi ricercatori (eper loro conto il CEDE) saranno altresì responsabili di qualsiasi diffusione non autorizzata diinformazioni riservate.

Tutti i documenti presi in esame (sia in formato originale sia in copia, sia in formatoelettronico sia cartaceo) dovranno essere opportunamente registrati e archiviati nel databasedi

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progetto. La procedura di registrazione e di archiviazione prevede per ciascun documento:

⇒ la compilazione, da parte del ricercatore, di una apposita scheda descrittiva di riepilogo (# 

 Vedi Appendice). Tale scheda si propone di fotografare lo stato oggettivo del documento,attraverso la registrazione delle seguenti informazioni: codice ID univoco per il recupero,locazione all’interno dell’archivio o dell’istituto, referente di supporto interno all’istituto,tipologia, denominazione, autore (se disponibile), l’oggetto del documento, brevedescrizione del contenuto, data di emissione del documento e data di acquisizionedall’archivio dell’istituto, responsabile del reperimento (nominativo del ricercatore), datadi autorizzazione all’uso e alla riproduzione, formato del documento (copia, originale,cartaceo, elettronico, ecc.), data di restituzione prevista per l’originale e un controllo diconferma in caso di avvenuta restituzione, numero di copie disponibili, motivazionespecifica, in base alla quale il documento è stato reputato interessante ai fini della ricerca,quesito, unità di analisi e postulato teorico di riferimento;

⇒la consegna della scheda di riepilogo e del relativo documento, alla risorsa responsabiledella gestione deldatabase, al fine di consentire l’aggiornamento dello specifico archivio diriferimento.

Schede di registrazione e relativi documenti potranno prevedere sia il formato cartaceo siaquello elettronico (in combinazione o in alternativa al primo).Nel caso del formato cartaceo, le procedure prevedono che l’insieme di tutti i materialiprodotti siano consegnati al CEDE per la successiva archiviazione, direttamente al terminedel periodo previsto per la raccolta dati sul posto. Durante tale periodo e in attesadell’archiviazione definitiva presso il CEDE, i ricercatori dovranno provvedere a gestireopportunamente schede e documenti dentro appositi raccoglitori.In alternativa alle modalità tradizionali previste per i materiali cartacei, i ricercatori dotati

presso l’Istituto di una postazione informatizzata e di un collegamento ad Internet, potrannoavvalersi dei servizi tecnologici, sviluppati appositamente a questo scopo dal CEDE edescritti in dettaglio nella sezione “Il sito del Progetto Quasi” di questa Guida.Grazie a tali servizi, i ricercatori potranno compilare in linea le schede di registrazione eaggiornare in tempo reale il databasedocumentale centrale, inviando per posta elettronica o

 via FTP i documenti disponibili in versione elettronica. Anche nel caso in cui venganoimpiegati tali servizi, la gestione della restante parte di materiale cartaceo dovrà in ogni casoessere gestita secondo quando indicato in materia dalle procedure.L’insieme dei materiali generati progressivamente dai vari gruppi di ricerca durante l’attivitàdi raccolta dei dati (sia in versione cartacea sia in versione elettronica), sarà in seguito affidatoal CEDE, che provvederà ad allineare le informazioni e tutti gli archivi, in modo tale dagarantirne l’utilizzo durante le attività successive di analisi ereportingfinale.

Le interviste

 Procedureper leinterviste: occorrespecificare:⇒ durata⇒ categorizzazionedei possibiledestinatari di interessespecifico (operatori, famiglie, utenti finali, istituzioni,

ecc.)⇒ calendario eprogramma delleintervisteecriteri di aggiornamento dello stesso⇒ modalità di conduzionedell’intervista econdizioni di svolgimento (scheda di riferimento dellefasi)⇒ check list strutturata per ciascuna modalità di intervista prevista

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⇒ modalità estrumenti di registrazionedellerisposte⇒ autorizzazioni previsteda richiedere⇒ modalità di trascrizionedei risultati dell’intervista edi archiviazionedel report al’interno del databasedi

progetto⇒ criteri di gestione del contenuto dl’intervista nei confronti degli intervistati e del capo di istituto

(condivisioneeautorizzazionedella trascrizione)⇒ realizzazionedei modelli di riferimento (check list intervista, scheda di conduzione, report finale)

Una questione metodologica rilevante è rappresentata dalle modalità di registrazione delleinterviste. Un registratore offre sicuramente una fedele ricostruzione del dialogo, tuttaviaesso potrà essere previsto solo a condizione che:

⇒ l’intervistato abbia accordato il permesso; ⇒ lo strumento non generi disagio di alcun genere o non impedisca l’ascolto "attivo" da

parte dell’intervistatore; ⇒ esista un piano specifico per la trascrizione o l'ascolto sistematico dei contenuti del

nastro. 

L’osservazione diretta e partecipante

 Procedureper l’osservazione: occorrespecificare:⇒ categorizzazionedelletipologiedi eventi pertinenti⇒ durateemodalità di svolgimento⇒

criteri emodalità di utilizzo di supporti multimediali per la produzionedi documenti audio-video⇒ calendario eprogramma degli eventi⇒ modalità di conduzionedell’osservazione, numero di osservatori econdizioni di svolgimento (scheda di

riferimento dellefasi)⇒ modalità estrumenti di registrazionedell’osservazione⇒ autorizzazioni previsteda richiedere⇒ modalità di trascrizionedei risultati dell’osservazioneearchiviazionedel report finale al’interno del

databasedi progetto⇒ criteri di gestionedel contenuto del documento nei confronti degli intervistati edel capo di istituto

(condivisioneeautorizzazionedella trascrizione)⇒ realizzazionedei modelli di riferimento

Il piano di raccolta dei dati

Il piano di raccolta dati definisce:

⇒ gli istituti interessanti e i gruppi di ricerca assegnati a ciascun istituto⇒ i periodi e le durate di riferimento delle attività di raccolta dati (calendario generale) di

ciascun gruppo⇒ tempi assegnati alla ricerca di documenti e registri⇒ tempi e numero di interviste e osservazioni realizzabili

⇒ criteri e modalità di documentazione dei cambiamenti del piano

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⇒ criteri e modalità di organizzazione delle attività di raccolta all’interno dell’istituto(comunicazione al capo di istituto del calendario di interviste e osservazioni.

Il controllo di qualità

Il processo di raccolta dei dati dello studio di caso è più complesso del processo usato in altrestrategie di ricerca. Per assicurare un controllo di qualità durante il processo di raccolta deidati, è possibile applicare tre principi generali fondamentali:

⇒ laconvergenza di proveprovenienti da due o più fonti nella stessa serie di eventi o risultatiossia l’uso di fonti di prova multiple;

⇒ il mantenimento dellaconcatenazionedi proveossia l’evidenziazione di connessioni esplicitetra le domande poste, i dati raccolti e le conclusioni tratte.

⇒ lacreazionedi un databasedello studio di caso contenente le prove e distinto dal rapportofinale;

Questi tre principi riguardano tutti i sei tipi di fonti precedentemente descritti; se usaticorrettamente essi possono aiutare a garantire la validità di costrutto e l’affidabilità di unostudio di caso.

1° Principio: la convergenza delle prove

Ciascuna delle fonti di prove descritte può essere la sola base di interi studi di caso. Peresempio, alcuni studi utilizzano solo l’osservazione partecipante. Altri utilizzano solo registridi archivi ma non includono le interviste. Il ricercatore può, quindi, scegliere la fonte piùappropriata o quella con cui ha più familiarità.Un approccio che preveda una fonte unica di prove non è tuttavia raccomandabile nellaconduzione di uno studio di caso. Al contrario, la forza della raccolta dei dati negli studi dicaso sta proprio nell’opportunità (maggiore che in altre strategie di ricerca) di usare più fontidi prove diverse fra loro.L’uso di fonti multiple di prove consente, infatti, di: avere diverse misure dello stessofenomeno (test della validità); sviluppare linee convergenti d’inchiesta, mediante processi ditriangolazione (in altre parole: ogni risultato, o conclusione, può essere soggetto al principiodella "corroborazione” mediante altre fonti di informazione).

 Allo stesso modo, l’uso delle fonti multiple pone l’accento sulla capacità del ricercatore disaper utilizzare tutta la gamma delle tecniche di raccolta dei dati.

2° principio: la concatenazione di prove

Un altro principio che consente di aumentare il livello di affidabilità delle informazioni e di validità del caso, consiste nel mantenere una concatenazione di prove, ossia consentire ad unosservatore esterno (anche un semplice lettore dello studio) di:

⇒ seguire le deduzioni di qualsiasi prova, per arrivare alle conclusioni dello studio a partiredalle domande iniziali della ricerca

⇒ tracciare i passi in entrambe le direzioni (dalle conclusioni verso le domande iniziali della

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ricerca o viceversa).

Perché questo sia possibile occorre che le prove presentate nel rapporto finale siano (senzapossibilità di errore) le stesse prodotte durante il processo di raccolta dei dati. Nessuna provaoriginale deve essere persa.

Esempio.Immaginiamo di aver letto le conclusioni di un rapporto e di volerne sapere di più circa l’origine delleconclusioni. E’ necessario ripercorrere a ritroso l’intero processo di studio e perché ciò sia possibile èindispensabile che:⇒ il rapporto contenga sufficienti citazioni provenienti daldatabase(per esempio, specifici documenti,

interviste o osservazioni);⇒ il databasecontenga informazioni in merito alle circostanze nelle quali le diverse prove sono state

raccolte (per esempio, l’ora e il luogo dell’intervista)⇒ le circostanze dichiarate dovranno essere coerenti con le procedure specifiche e le domande

contenute nel protocollo dello studio in modo da dimostrare che la raccolta dei dati ha seguito leprocedure stabilite nel protocollo stesso;

⇒ la lettura del protocollo dovrebbe indicare chiaramente il legame tra il contenuto del protocollo ele domande iniziali dello studio.

Questa è la concatenazione di prove auspicabile. Solo potendo disporre di chiari riferimenti alleprocedure metodologiche e alle prove derivanti potremmo essere in grado di ricostruire un internostudio di caso.

3° Principio: creare un database 

Il secondo principio riguarda il modo di organizzare e documentare i dati raccolti in unostudio di caso. Attualmente, nella strategia dello studio di caso, la documentazione consiste,generalmente, in due raccolte sostanzialmente distinte:

⇒ idati o la base delle prove;⇒ il resoconto del ricercatore (in forma di articolo, rapporto o libro).

Spesso (ed erroneamente) i dati sono considerati sinonimo delle prove contenute nelresoconto finale e non possono essere esaminati a parte. E’ necessario che ogni progetto distudio sviluppi un databaseformale reperibile, cosicché altri ricercatori possano visionare leprove direttamente, senza il limite dei resoconti scritti. In questo modo, il databaseaccresceràsensibilmente l’affidabilità dell’intero studio di caso.L’esistenza di un adeguato databasenon preclude, tuttavia, la necessità di presentare prove e

dati sufficienti, in modo tale che il lettore possa trarre conclusioni indipendenti sullo studio.Per i criteri di realizzazione deldatabasedel progetto Quasi si rimanda al paragrafo successivo.

Il database di progetto

Lo studio di caso per la sua stessa natura genera molti documenti che dovranno essereraccolti durante tutto il corso dello studio. La peculiare caratteristica di questi documenti èche richiedono uno spazio fisico di immagazzinamento. Le sorti di questi documenti

 vengono stabilite nel protocollo dello studio e generalmente prevedono la creazione el’aggiornamento continuo. Sarà proprio undatabasea facilitarne la gestione e il recupero.

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La realizzazione deldatabasedel progetto Quasi prevede:

⇒ la predisposizione di un apposito archivio (o raccoglitore), destinato a contenere le copie

cartacee di tutti i documenti raccolti o prodotti dal gruppo di ricerca nell’ambito diciascun caso (comprese schede di registrazione, ricevute, report finali, documenti ad usointerno, annotazioni personali ecc.). Tale archivio dovrà essere gestito dagli stessiricercatori per tutto il periodo di permanenza all’interno dell’istituto e dovrà essereconsegnato al CEDE, al termine dello stesso, per l’aggiornamento del databasecentralizzato. I criteri di organizzazione dell’archivio cartaceo dovranno essere tali daconsentire la gestione del suo contenuto, ossia la possibilità di effettuare rapidamenteaggiornamenti, ricerche e consultazioni in base ad apposite chiavi o parametri;

⇒ la predisposizione di un apposito databasedocumentale in formato elettronico, destinato acontenere e archiviare tutti i documenti raccolti o prodotti dal gruppo di ricercanell’ambito di ciascun caso sia in formato cartaceo sia in formato elettronico (comprese

schede di registrazione, ricevute, report  finali, documenti ad uso interno, annotazionipersonali ecc.).

La struttura di entrambi i database dovrà prevedere l’archiviazione di tutti i documentigenerati dal progetto, in base ai seguenti criteri:

⇒ caso di appartenenza. I casi possibili sono tre, a ciascuno sarà assegnato uno specificoistituto e un’area geografica di riferimento;

⇒ tipologia di documento. Le categorie potrebbero essere le seguenti:⇒ prove. A loro volta le prove saranno organizzate in base alle seguenti sottocategorie:⇒ documenti d’ufficio e registri d’archivio;⇒ trascrizioni delle interviste;

⇒ resoconti di osservazioni dirette e partecipanti;⇒ prove concrete;

⇒ schededi registrazionedelle prove⇒ documenti multimediali, anche con valenza di prova (riprese video, registrazioni audio,

foto ecc.)⇒ diario di ricerca o racconto. Alcune forme di racconti possono essere considerate parte del

databasee non parte del rapporto finale dello studio di caso. Si tratta di quelle forme diraccolta, basate sulla descrizione periodica da parte del ricercatore (eventualmente informa di domande a risposta aperta) dei momenti e degli eventi che hannocaratterizzato tutto lo studio o dei risultati via via prodotti. Il racconto o diariorappresenta un espediente per citare prove utili o integrare quelle a disposizione e per

descrivere fatti o formulare interpretazioni ipotetiche degli stessi. Il suo propositoprincipale consiste nel documentare le connessioni tra parti specifiche di prove e variargomenti, servendosi generosamente di note e citazioni. In questo senso, offrirà unparticolare contributo alle successive attività di analisi o di stesura del rapporto finale;

⇒ appunti. Gli appunti o le annotazioni sono prodotti direttamente dal ricercatore epossono assumere varie forme. La scelta di un sistema classificatorio specificodipenderà dalla misura in cui il sistema stesso dovrà essere comprensibile ad unqualsiasi osservatore esterno e riutilizzabile dagli stessi ricercatori ;

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⇒ unità di informazioni. Questa tipologia di documento consente di registrare mediantesemplici schede da compilare, i segmenti più significativi estratti dalle prove, in fase dianalisi. La scheda prevede la specifica di elementi situazionali quali: “chi”, “cosa”,

“quando”, “dove” (ossia su quale prova e in quale punto esatto della stessa, peresempio numero di riga)⇒ tabelle. Lo studio di casi può prevedere la tabulazione di dati quantitativi e qualitativi

(tratti da sondaggi, da osservazione o da archivio). Anche questi materiali dovrannoessere organizzati ed immagazzinati in modo da favorirne la gestione, l’aggiornamentoe il recupero;

⇒ comunicazioni. Tali devono essere considerati tutti i documenti in entrata o in uscita,inerenti le relazioni con l’istituto (per esempio le ricevute e le autorizzazioni) e tutte lecomunicazioni intercorse tra CEDE e gruppo di ricerca (anche per posta elettronica);

⇒ report finali. 

I ricercatori potranno accedere in rete al databaseinformatizzato dal sito web del progettoQuasi e potranno facilmente e rapidamente:

⇒ aggiornamenti (inserimento di nuovi record);⇒ interrogazioni e ricerche, mediante la compilazione di moduli dati predefiniti e la

combinazione di parametri e chiavi di ricerca (query );⇒ visualizzazioni e stampe del contenuto dei documenti presenti in archivio. L’accesso ai

documenti sarà, tuttavia, consentito in sola modalità di lettura. 

Sia il databasedocumentale informatizzato sia l’archivio cartaceo, saranno affidati ad unarisorsa specifica, alla quale saranno affidati i seguenti compiti: 

⇒ acquisizione e archiviazione di tutti i documenti forniti dai diversi gruppi di ricerca (sia informato cartaceo che elettronico); 

⇒ controllo e allineamento periodico del contenuto degli archivi; ⇒ monitoraggio, mantenimento e gestione della struttura deldatabasedocumentale; ⇒ ricerca e recupero, su richiesta, dei documenti contenuti neldatabase; ⇒ reportingriepilogativo periodico;⇒ supporto tecnico e assistenza alla consultazione (eventualmente in rete) del databaseda

parte dei gruppi di ricerca. 

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L’analisi dei dati

L’analisi dei dati è il processo che consente di dare significato a ciò che il ricercatore haraccolto, registrato e letto. E dal momento che i dati vengono usualmente dedotti da fontidiverse, contenenti informazioni disparate, incompatibili (se non addirittura contraddittorie)l’analisi consiste nel: descrivere, categorizzare, catalogare, interpretare dati concreti econdurre, su di essi, ragionamenti induttivi e deduttivi, allo scopo di risalire di generarerisultati in forma di resoconti, modelli e teorie.Diversamente dalle analisi statistiche e dagli studi "quantitativi”, questo tipo di analisi puòavvalersi di ben poche formule. Molto dipende dallo stile personale del ricercatore e dallaquantità e qualità delle prove disponibili. Nello studio di caso è possibile però prevederealmeno una serie di livelli operativi.

 Ad un livello base, ci si limita ad organizzare e presentare i dati in una narrazionedescrittiva.Quello dell’analisi descrittiva costituisce, non solo il livello più semplice di analisi, ma ancheuna componente fondamentale di tutte le forme di ricerca qualitativa. Tuttavia, pochi studi silimitano solo alla costruzione di resoconti descrittivi. La semplice descrizione lascia, infatti, ilettori liberi di interpretare i legami non esplicitati e trarre conclusioni eventualmente errate.E’ necessario procedere oltre la semplice descrizione, per interpretare e collegare i dati etrarre intuitivamente dal loro studio, una serie di concetti e di categorie, capaci di spiegare ifenomeni.Solo a partire da queste categorie, sarà possibile per il ricercatore individuare gli elementi e irisultati ricorrenti, rispondere ai quesiti iniziali della ricerca, attraverso il ragionamentoinduttivo o deduttivo, formulare per astrazione una spiegazione generale e tentare inferenzesull’attività futura. Siamo ad un terzo livello di analisi, quello dello sviluppo di una teoria.

L’obiettivo di questa Guida è quello di offrire ai ricercatori del Progetto Quasi una strategiagenerale, attraverso la quale sia possibile trattare le prove in maniera appropriata, produrreinequivocabili conclusioni ed escludere interpretazioni alternative. L’approccio suggeritoprevede tutti e tre i livelli precedentemente descritti. In particolare, il primo e il secondolivello (quello del resoconto descrittivo e dellacostruzionedi categorie) saranno applicati “all’interno”del singolo caso. Mentre il terzo livello, quello della costruzione teorica,  sarà applicato “attraverso” i casi.

Livello 1°: l’analisi descrittiva

Questa attività consiste nell’estrarre dal contenuto delle prove, una serie di segmenti significativinoti comeunità di informazioni. Un’unità di informazione può essere piccola quanto una parola cheun partecipante usa per descrivere una sensazione o un fenomeno, oppure ampia, quanto diversepagine di appunti, che descrivono un particolare evento. Ciascuna unità dovrebbe soddisfare duecriteri (Lincoln e Guba 1985): essereeuristica (cioè, deve rivelare informazioni pertinenti lostudio e stimolare il lettore a pensare oltre il particolare bit di informazione) ed esserecompletamenteautoconsistente(ossia deve essere interpretabile in assenza di altri dati).

Capitolo 4 

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Per poter individuare leunità di informazione, occorre:⇒ procedere alla lettura di un intero set di prove alla volta;⇒ inserire delle note a margine, domande e commenti, al solo scopo di “dialogare” con i dati 

ed isolaregli aspetti apparentemente più interessanti (le unità di informazioni);⇒ registrare ciascuna unità di informazione all’interno deldatabasedi progetto;⇒ confrontare continuamente tra di loro le unità di informazione via via individuate (metodo

comparativo costante), allo scopo di evidenziare nei dati, relativi ad un set di prove, delleregolarità ricorrenti e produrre una Master List (#  Vedi Appendice) delle stesse;

⇒ procedere con i set successivi di dati, alimentando progressivamente la Master List generata dalla prima lettura.

Per poter procedere con questo primo livello di analisi dei dati, è indispensabile che tutti i setdi informazioni raccolte sul campo (trascrizioni, note, report, registrazioni, documenti, traccefisiche e appunti) siano stati precedentemente organizzati, classificati e codificati all’interno

del databasedi progetto. In condizioni ideali, le due attività, quella di raccolta e quella didescrizione, dovrebbero procedere di pari passo.

Livello 2°: la costruzione delle categorie

L’attività di analisi a questo livello consiste nel raggruppare leunità di informazioni prodotte dalprimo livello e che hanno qualcosa in comune, in categorie e sottocategorie. Le categorierappresentano delle astrazioni derivate dai dati e non i dati stessi e vengono comunementecostruite a partire dalla Master List delle regolarità ricorrenti generata, al primo livello di

analisi, attraverso ilmetodo comparativo costante.

EsempioConsideriamo il compito di immagazzinare duecento prodotti alimentari trovati in un negozio didrogheria. Questi 200 prodotti, in uno studio di ricerca, corrisponderebbero a bit di informazione ounità di dati sui quali basare un’analisi. Comparando un prodotto con un altro, i 200 prodottipotrebbero essere classificati in base al colore, al prezzo, al peso o un qualsiasi altro numero dicategorie comuni quali “merce fresca”, “surgelata”, “inscatolata”, o “confezionata” oppure “carne”,“latticini” ecc. Ogni classe o categoria potrebbe poi essere ulteriormente suddivisa. Ad esempio lafrutta include agrumi e non agrumi, locali ed esotici. Tutti questi schemi emergono logicamente daidati ossia dalle unità di informazione prese in esame. I nomi delle categorie utilizzate rifletteranno il focus dello studio in atto.

Il numero di categorie da utilizzare è variabile e dipende dai dati e dal focus della ricerca.Poche categorie possono costituire un livello di astrazione troppo ampio. Troppe categoriepossono restringere eccessivamente l’analisi. La scelta di un numero significativo di categoriepuò essere facilitata da quattro fattori chiave (Guba e Lincoln 1981):

⇒ il numero di persone che la menzionano o la frequenza con cui emerge dai dati;⇒ la credibilità dell’audience, che può determinarne l’importanza;⇒ l’unicità o meno della categoria, (diventa indispensabile);⇒ il numero di dati-item inassegnabili;⇒ il confronto con altri ricercatori.

I nomi delle categorie possono essere mutuati da almeno tre fonti: il ricercatore, ipartecipanti e le fonti esterne allo studio stesso (come la letteratura). Tuttavia, utilizzare

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schemi di classificazione, mutuati da altre teorie, può essere limitante. In genere, le categoriepiù interessanti e valide emergono, in modo non intenzionale, dal linguaggio utilizzatoall’interno delle prove specifiche. Queste categorie sono spesso più “a misura“ dei dati, piùnumerose e più ricche. Lo studio di caso del progetto Quasi potrà fare riferimento in questosenso ad una lista di categorie possibili, appositamente individuate (#  Vedi Appendice) .

Per determinare se le categorie prodotte dal metodo di comparazione sono efficaci, èpossibile tenere presenti i seguenti criteri:⇒ le categorie dovrebberorifletterei postulati definiti nell’ambito del disegno della ricerca;⇒ le categorie dovrebbero essere esaustivecosì da poter collocare tutti i dati che si ritiene

siano importanti e attinenti allo studio in una categoria o sottocategoria;⇒ le categorie dovrebbero escludersi a vicenda. Una particolare unità di dati dovrebbe rientrare

solo in un'unica categoria. Se la stessa identica unità di dati può essere collocata in più diuna categoria, sarà necessario rifinire meglio le categorie;

⇒ la denominazione della categoria dovrebbe essere particolarmenteprecisa. In questo senso,

la categoria “leadership carismatica” è preferibile a “leadership”.⇒ le categorie dovrebbero essereconcettualmentecongruenti. In altre parole, tutte le categorie di

uno stesso livello dovrebbero essere caratterizzate dallo stesso livello di astrazione.Nell’esempio della drogheria, i raggruppamenti “prodotti freschi”, “scatolame” e “frutta”non sono allo stesso livello. La frutta indica, infatti, una sottocategoria di prodotto fresco.La congruenza concettuale è probabilmente il criterio più difficile da applicare.

Livello 3°: la costruzione teorica

 A questo livello, l’analisi tenta di "spiegare" il fenomeno, ossia tenta di:

1. stabilire una serie di legami, focalizzando l’attenzione su “come” e “perché” diversi casiabbiano potuto produrre lo stesso tipo di risultato ed un certo tipo di risultati si siano

 verificati “attraverso” tutti i casi;2. formulare delle conclusioni. Ogni conclusione di un caso singolo sarà raccolta in un

rapporto riassuntivo all’interno del quale sarà specificato “come” e “perché” un particolarequesito è stato dimostrato o meno.

Nella maggior parte degli studi, i legami possono essere complessi e difficili da misurare.Questo tipo di confronto non può basarsi, infatti, sulla precisione tipica del riscontroquantitativo o statistico, ma solo sulla capacità discrezionale del ricercatore.La costruzione di spiegazioni è, quindi, di tipo narrativo eiterativo. In altre parole, è simile al

processo del raffinamento di un gruppo di idee, nel quale si prendono in esame spiegazioniplausibili o contrastanti. In questo modello iterativo, le prove vengono esaminate e riesaminateda diverse prospettive. L'applicazione di questo approccio a studi di caso multipli ha comerisultato l’analisi “attraverso” i casi.La costruzione iterativa della spiegazione può essere, tuttavia, rischiosa. L’impiego di unastrategia specifica basata sul confronto tra i dati raccolti e i postulati teorici può ridurre questorischio. Questa tecnica, nota come "pattern-matching" (Campbell, 1975) prevede:

⇒ l’impiego dei postulati teorici, definiti all’interno del disegno di ricerca e che hannoimprontato lo stesso piano di raccolta dei dati;

⇒ la dimostrazione di quanti e quali dati aderiscono meglio ad un postulato (?) piuttostoche all'altro.

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In base alla logica delpattern-matching, si procede confrontando empiricamente:⇒ i risultati evidenziati dallo studio del caso singolo (unità di informazione e categorie) e il

risultato predetto da un certo postulato. L’esito positivo del confronto (anche in funzione

di una o più variabili specifiche dipendenti o indipendenti precedentemente previste),rafforzerà la validità interna del postulato e consentirà di procedere con inferenze di tipocausale;

⇒ i risultati prodotti in diversi casi da uno stesso postulato (replicazione). I possibili esiti delconfronto sono tre:

1. la produzione dei medesimi risultati in casi diversi (replicazioneletteraledi casi singoli)consentirà di trarre conclusioni ancora più certe e rafforzare maggiormente (o meno)la validità del postulato stesso;

2. la mancata produzione dei medesimi risultati ma per circostanze prevedibili e noteconfermerà, comunque, il postulato iniziale (replicazioneteorica); 

3. la mancata corrispondenza con la predizione iniziale (anche di una sola variabile)

consentirà di contestare il postulato stesso. La costruzione teorica dovrà evidenziare espiegare qualsiasi differenza significativa riscontrata tra i risultati.

La logica di replicazione, applicata ad esperimenti o a studi di caso, va distinta dalcampionamento logico comunemente usato nelle ricerche. La logica del campionamento èapplicabile ogniqualvolta un ricercatore sia interessato a determinare la prevalenza o lafrequenza di un particolare fenomeno e quando, l'esame dell'intero universo o pool, siriveli troppo costoso o impraticabile. Qualsiasi applicazione di questa logica agli studi dicaso risulterebbe fuori posto per diverse ragioni. In primo luogo gli studi di caso nonsono usati per valutare l'incidenza di fenomeni. In secondo luogo, uno studio di caso èinteressato sia al fenomeno sia al suo contesto e questo richiedebbe il controllo di unnumero troppo elevato di variabili. Terzo, esistono fenomeni che richiedono un

approccio empirico.

EsempioSe si ha accesso a tre soli casi di una raro fenomeno di interesse, il disegno di ricerca piùappropriato sarà quello in cui gli stessi risultati saranno previsti per ciascuno dei tre casi, così daprovare che i tre casi riguardano effettivamente lo stesso fenomeno. Se si ottengono risultati similida ognuno dei tre casi si potrà dire che la replicazione è avvenuta.

Ma quanto deve aderire un match per essere considerato tale? Generalmente, non c'è unmodo preciso per stabilire i criteri per interpretare questo tipo di risultati. Generalmente, susei o dieci studi di caso appartenenti ad un unico studio di casi multipli, due o trerappresenteranno delle replicazioni letterali, mentre da quattro a sei potrebbero costituiredelle replicazioni teoriche. Sei o dieci casi con i medesimi risultati avranno fornito il

supporto necessario alla serie iniziale di postulati teorici. Casi contraddittori, richiederannouna revisione dei postulati di base.

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La creazione di rapporti finali

La creazione del rapporto è una delle fasi dello studio di caso più impegnativa per ilricercatore. Il resoconto dello studio di caso non segue, infatti, una forma stereotipata, comeun articolo su una rivista in psicologia. Inoltre, cosa fare delle grandi quantità di provedocumentarie raccolte? Il rapporto finale non deve essere la via primaria per registrare oimmagazzinare la base di prove. Gli sforzi di composizione del rapporto dovrebbero essereprimariamente rivolti all’obiettivo di elaborare dei risultati piuttosto che quello didocumentare. Il disegno del rapporto finale non è quindi un problema facile da affrontare.

Il profilo base del rapporto deve far parte del protocollo. Allo stesso tempo, l'esistenza diquesto profilo non deve implicare necessariamente un'adesione rigida ad un protocolloprecostituito. Il protocollo del progetto Quasi, mette a disposizione dei ricercatori unformato e un layout per il rapporto finale generale in forma scritta. Le informazioni e i dati diun caso potranno tuttavia essere riportati mediante contributi multimediali.

Esistono almeno quattro forme scritte tra cui scegliere:

1. classico studio di caso singolo. Un singolo resoconto viene usato per descrivere ed analizzare ilcaso, che può presentarsi in forma di libro, di resoconto o di articolo. Inoltre,l’informazione del resoconto può essere arricchita con tabelle, con grafici e con riquadri

 visivi;

2. lo studio a casi multipli. Questo tipo di rapporto conterrà: resoconti multipli, di solitopresentati come capitoli o sezioni separati, ognuna su un singolo caso; un capitolo o unasezione riguardante le analisi ed i risultati “attraverso” i casi. In queste situazioni, unaforma frequente di presentazione prevede che il resoconto principale contenga le analisitra i casi, mentre i casi individuali siano contenuti all’interno di un’appendice;

3. resoconto per domandeerisposte. il terzo tipo riguarda sia i casi multipli sia quelli singoli. Lacomposizione per ognuno dei casi segue una formulazione basata su una serie ripetuta didomande e di risposte. Nei casi multipli i vantaggi sono enormi: un lettore dovrà soloesaminare le risposte alla stessa domanda o domande all’interno di ogni studio di caso periniziare a fare confronti tra i casi;

4. analisi inter-casi. Il quarto ed ultimo tipo di materiale scritto si applica solo a casi multipli enon prevede capitoli o sezioni separati, per i casi individuali. L’intero rapporto consiste inun’analisi descrittiva ed esplicativa. Ogni capitolo o sezione è dedicato ad un argomentospecifico, e le informazioni provenienti dai casi individuali vengono distribuite attraversoogni capitolo o sezione. 

La scelta tra queste quattro alternative viene effettuata durante il disegno dello studio, mapuò essere cambiata in seguito al manifestarsi di condizioni non previste. Il protocollo delprogetto Quasi ha individuato tra le quattro forme, la seconda come la più adatta per lacomposizione finale.

Capitolo 5 

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Per realizzare il rapporto finale occorre:

1. identificare l’audiencealla quale sarà rivolto il resoconto;

2. sviluppare una struttura della composizione in base alle tipologie disponibili;3. redigere il contenuto del rapporto;4. controllare e validare il resoconto.

Definire l’audience del rapporto finale

Gli studi di caso hanno molte più audiencepotenziali di altri tipi di ricerche. L’utilità deglistudi di caso va, infatti, molto oltre il ruolo del tipico rapporto di ricerca, generalmentelimitato a colleghi e a operatori specializzati. Gli studi di caso descrittivi, così come quelliesplicativi possono essere importanti per molti destinatari. Alcuni di questi rappresentano

target frequenti, altri meno.Ma ogni destinatario ha richieste differenti. Per le persone non specializzate, gli elementidescrittivi della vita reale, così come le implicazioni per l’azione, sono probabilmente piùimportanti. Per una commissione di esperti la significatività dei risultati è probabilmenteimportante quanto il rigore con cui la ricerca è stata condotta.

 Anche se nessun resoconto potrà mai accontentare contemporaneamente differenti tipi didestinatario, gli studi di caso possono comunicare "informazioni basate su ricerche" in moltimodi. E’ fondamentale identificare gli specifici destinatari del resoconto, prendere in esamele le specifiche esigenze e aspettative di ogni potenziale destinatario e stabilire, in funzione diesso, il grado di rilevanza delle informazioni.Il peggior errore che un ricercatore può fare è quello di compilare un rapporto da unaprospettiva egocentrica.

Strutture di composizione del rapporto

Il capitolo, le sezioni, i sottoargomenti e le altre componenti di un rapporto devono essereorganizzati secondo una forma predefinita e ciò costituisce lastruttura del rapporto. Il propositodi questa sezione è quello di suggerire alcune strutture illustrative, particolarmente applicabilia studi di caso di tipo descrittivo. Si tratta delle strutture: lineare-analitica;comparativa;cronologica;struttura a edificio teorico; struttura a"suspense" estruttura non sequenziale.

Strutture lineari-analitiche

Questo è un approccio standard alla compilazione di rapporti di ricerca. La sequenza dei sub-argomenti include la questione o problema studiato, i metodi usati, i risultati acquisiti dai datiraccolti ed analizzati e le conclusioni e implicazioni tratte dai risultati. La maggior parte degliarticoli nelle scienze sperimentali riflette questo tipo di struttura come molti studi di caso. E’la struttura sicuramente più vantaggiosa quando l’audienceprincipale di uno studio di caso ècostituita da insegnanti o da una commissione.

Strutture comparative

La caratteristica principale di una struttura comparativa consiste nel fatto che l’intero studio èripetuto due o più volte, allo scopo di comparare da diversi punti di vista le descrizioni o le

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spiegazioni fornite. L’autore ripete i “fatti” più volte, ogni volta in connessione con unmodello concettuale diverso. Lo scopo della ripetizione è quello di mostrare il grado in cui ifatti si adattano ad ogni modello e le ripetizioni illustrano una tecnica di pattern-matchingall’opera.

Strutture cronologiche

Poiché gli studi di caso generalmente riguardano gli eventi nel loro svolgersi, un terzo tipo diapproccio consiste nel presentare le prove dello studio in ordine cronologico. La sequenzadei capitoli o delle sezioni dovrebbe seguire le fasi “precoce, media e finale” della storia delcaso.Un rischio tipico dell’approccio cronologico consiste nel dare troppa attenzione agli eventiiniziali e introduttivi e dare invece poca attenzione agli sviluppi successivi e soprattuttoconclusivi. Per evitare questa situazione, si dovrebbe utilizzare la struttura cronologica,raccontando il caso "all’indietro". I capitoli o sezioni che riguardano lo stato attuale del casosaranno i primi, solo successivamente sarà descritto il background del caso. Una volta che tuttii resoconti saranno stati completati, il ricercatore potrà tornare alla normale sequenzacronologica e comporre la versione finale del caso.

Strutture a edificio teorico

In questo approccio, la successione dei capitoli e delle sezioni segue uno sviluppo teorico, la cuilogica dipenderà dall’argomento specifico del caso e dalla teoria stessa. Ogni capitolo o sezionedovrebbe occuparsi di una parte nuova dell’argomento teorico che è stato affrontato. Se benstrutturata, l’intera sequenza costituisce una relazione che può rimanere più impressa.

Strutture suspence 

Questo tipo di struttura inverte l’approccio analitico. La risposta diretta o il risultato di unostudio è paradossalmente presentata nel capitolo o nella sezione iniziale. Il resto dello studioè quindi dedicato alla costruzione di una spiegazione del risultato. L’approccio suspencecostituisce spesso una struttura compositiva impegnativa.

Strutture non sequenziali

Una struttura non sequenziale è quella in cui la sequenza delle sezioni o capitoli non rivesteparticolare importanza. Questa struttura è spesso sufficiente per studi di caso descrittivi.

L’ordine particolare in cui sono presentati i capitoli o le sezioni non è fondamentale. Uno deirischi che queste strutture presentano è quello rappresentato dalla possibile incompletezzadella descrizione.

La stesura del rapporto

La stesura del rapporto inizia prima che sia conclusa la raccolta e l’analisi dei dati. In realtàmolte sezioni e parti del documento possono essere impostate sin dall’inizio dell’indagine e,

addirittura, prima che la raccolta e le analisi dei dati siano state completate (per esempio, la

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bibliografia, la sezione metodologica, il protocollo) per poi essere aggiornateprogressivamente lungo il corso dello studio.

Cinque sono le caratteristiche fondamentali di un rapporto. Lo studio deve essere:

Significativo Il caso esemplare è quello in cui⇒ il caso (o i casi) individuale è inusuale e di interesse pubblico generale;⇒ i fatti sottolineati sono di importanza nazionale – sia in termini teorici

che in termini pratici – o entrambi i punti precedenti.La significatività di un caso può andare oltre il controllo del ricercatore. Seun investigatore ha accesso solo a poche risorse, lo studio di caso potrebbetrattare solamente fatti di valore marginale. Probabilmente non è questa lasituazione che produrrà uno studio esemplare.

Completo Questa caratteristica è estremamente difficile da definire in manieraoperazionale. Comunque, un senso di completezza è tanto importante

nell’intraprendere uno studio di caso quanto lo è nel definire un setcompleto di esperimenti di laboratorio (o nel completare una sinfonia onel dipingere un affresco). Tutti hanno il problema di definire i limiti dellavoro, ma sono disponibili poche linee-guida alle quali riferirsi. Per quantoriguarda gli studi di caso la completezza può essere caratterizzata indefinitiva in tre modi:1. il caso completo è quello in cui viene data un’attenzione esplicita ai

confini del caso (distinzione tra il fenomeno studiato e il suo contesto).Il modo migliore è quello di mostrare attraverso argomenti logici eprove, che i dati analitici periferici, diminuiscono la rilevanzadell’informazione per lo studio. Tale test dei limiti può essere fattodurante le tappe analitiche e di resoconto dello studio.

2. Lo studio completo deve dimostrare in maniera convincente chel’investigatore ha impiegato molta cura nel raccogliere le proveattinenti. Non occorre inserire la documentazione di tali prove nel testodel caso. Saranno utili note, appendici e simili. L’obiettivo è quello diconvincere il lettore che solo una piccola parte di prove attinentiall’oggetto di studio può essere sfuggita alla raccolta dei dati. Questonon significa che l’investigatore debba letteralmente raccogliere tutte leprove a disposizione ma solo che alle parti cruciali venga dataun’attenzione "completa". Tali parti, per esempio, saranno quelle cherappresenteranno i postulati contrastanti.

3. l’assenza di certe condizioni pratiche. Uno studio di caso non ècompleto se si conclude solo perché le risorse sono esaurite. Uno

studio va disegnato in funzione dei vincoli di tempo e di risorse iniziali.Sfortunatamente, se intervengono restrizioni di tempo o di risorsequando lo studio è già iniziato, è altamente improbabile che si possaprodurre uno studio esemplare.

Quasi tutti gli studi di caso pongono il ricercatore davanti alla scelta dell’anonimato deisoggetti presi in esame. Il problema dell’anonimato può sorgere a due livelli del caso: quellodell’intero caso/ i e quello degli individui all’interno del/ i caso/ i. In relazione a questoaspetto il protocollo del progetto Quasi prevede la dichiarazione dei nominativi, previaautorizzazione degli stessi.

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Revisione e validazione del rapporto

In base al protocollo del Progetto Quasi, il rapporto finale in versione bozza sarà sottopostoa rilettura e revisione, non solo da parte dello stesso gruppo di ricerca, ma anche gli stessicapi di Istituto che hanno collaborato alla realizzazione dello studio e dei soggettipartecipanti. Da un punto di vista metodologico le correzioni fatte attraverso questoprocesso aumentano l’accuratezza dello studio e la validità del costrutto.

I revisori potranno, eventualmente, dissentire……… sulle conclusioni e le interpretazioni delricercatore, ma non sui fatti del caso. Se tale disaccordo emergesse durante il processo direvisione, il ricercatore saprà che il rapporto non può considerarsi concluso e che occorronoulteriori prove e materiali.

Questo tipo di revisione va effettuata anche se lo studio di caso o alcuni suoi componentidovranno necessariamente rimanere anonimi. Una versione riconoscibile del resoconto vacondivisa con informatori o partecipanti.

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Il sito del Progetto QuasiPer il progetto Quasi è stato sviluppato un sito Web, all’indirizzo http:/ / infanzia.cede.it. Ilsito è stato creato nel giugno 2000 ed è stato e continua ad essere soggetto ad un continuoincremento di contenuti; gli elementi di cui si compone sono comunque qualitativamentestati stabiliti fin dall’inizio in funzione delle esigenze del progetto.

Tali elementi sono:

% pagine statiche in HTML, contenenti testi con funzioni eminentemente informative edivulgative;

% pagine interattive per la ricerca di informazioni residenti su banche dati;

% area di reperimento (download) di documenti in diverso formato;

% pagine interattive con moduli (form) per l’inserimento dati e per l’interrogazione adistanza di banche-dati da parte dei ricercatori che operano nelle varie regioni;

% spazi di discussione organizzati come FORUM.

Il sito permette inoltre diversi livelli di accesso alle varie risorse a seconda dell’utente: illivello informativo è di libera consultazione per tutti gli utenti Internet che raggiungono ilsito, mentre per la consultazione delle banche dati, dell’area di documentazione e per lapartecipazione agli spazi di discussione saranno abilitati - attraverso l’assegnazione dipassword - solo gli utenti coinvolti a diverso livello al progetto (componenti del gruppo diricerca, collaboratori, scuole).

Obiettivi e contenuti del sito

Il sito risponde a diversi obiettivi: di informazione generale, di documentazione, dicomunicazione interattiva, di supporto alle attività di gestione della attività.

Informazioni in rete

Il primo livello di risorse disponibili vede come destinatari tutti gli utenti Internet erisponde al bisogno di dare visibilità al progetto stesso.

Le pagine statiche in HTML sono state sviluppate a questo fine e includono:

• una breve presentazione del progetto, che lo descrive attraverso le aree in cui siarticola: laboratori sulla qualità, studi di caso, archivi, comunicazione.

• Il testo completo del progetto, approvato dal consiglio direttivo del CEDE e articolatoin: il contesto di riferimento, gli obiettivi, le scelte di metodo, il piano delle attività;

Capitolo 7 

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• l’elenco dei componenti del gruppo di ricerca e dei collaboratori al progetto;

• presentazione delle attività relative ai laboratori sulla qualità, elenco e contatti delle

scuole dove saranno attivati i laboratori nelle varie regioni;

• presentazione delle attività relative agli studi di caso, ed elenco e contatti delle scuoledove saranno svolti;

• calendario degli appuntamenti per la gestione del progetto e di eventuali altre daterilevanti

• raccolta di collegamenti (links) ai siti Web delle scuole dell’infanzia in tutta Italia.

• raccolta di collegamenti (links) a risorse in rete di interesse per la scuola dell’infanzia. 

Risorse e documentazione in rete

Il secondo livello di risorse presenti sul sito risponde al fine di offrire una base diinformazione e documentazione rivolta particolarmente al gruppo di ricerca Cede-IRRSAEe agli operatori delle scuole dei tre Laboratori regionali del progetto QUASI, ed include:

• archivio bibliografico (database) della letteratura sulla qualità e sulla valutazione nellascuola dell’infanzia;

archivio degli indicatori di qualità presenti all’interno dei più noti strumenti diautovalutazione e di diversi documenti istituzionali.

• area di download di documenti e modelli di riferimento (guida allo studio di casi, grigliee strumenti per la rilevazione sul campo ecc…) e di documentazione legislativa.

La banca dati gestionale

Un terzo archivio elettronico, dedicato agli studi di caso, sarà a disposizione dei ricercatoried offrirà funzioni più complesse oltre alla semplice reperibilità dei dati archiviati.

Questo strumento ricoprirà infatti funzioni di supporto gestionale alle attività di ricerca, edil suo contenuto sarà prodotto ed incrementato dalle attività stesse.

Per i ricercatori sarà possibile immettere i dati raccolti sul campo collegandosi con ildatabase via Internet, attraverso l’interfaccia di moduli compilabili in rete.

Il database degli studi di caso sarà effettivamente composto di diversi archivi, ognunodedicato ad un tipo di documento che sarà prodotto a seconda della fonte utilizzata:interviste, osservazioni, analisi dei documenti. I diversi database saranno comunquecorrelati attraverso dei campi comuni, caratteristici di ogni prova, quali: quesito, unità dianalisi e postulato teorico di riferimento; tipo di prova, oggetto, scuola, data di

acquisizione, nome del ricercatore.

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La correlazione tra gli archivi faciliterà l’estrazione delle informazioni in base a criteridiversi, così che il reperimento delle stesse sia adattabile alle esigenze dell’analisi dei dati. Aquesto fine, è opportuno che tutti i dati affluiscano in un formato omogeneo o che possadivenire tale.

Nell’eventualità di documenti troppo estesi per l’inserimento nella banca-dati, questaconterrà schede che sintetizzino i dati raccolti, e collegamenti ipertestuali per accedere aifile completi in diverso formato (Word, RTF ecc.). Anche questi ultimi potranno essereinviati a distanza da parte dei rilevatori, utilizzando la posta elettronica o l’FTP.

Dal punto di vista dell’output, l’archivio elettronico come già detto non ha solo lo scopo dimettere a disposizione dei dati consultabili: le informazioni archiviate dovranno servire allasuccessiva fase della ricerca, l’analisi dei dati, e dovranno quindi essere disponibili in unformato idoneo ai software ed alle procedure di analisi che saranno utilizzati.

La possibilità di collegare i dati in fase di estrazione attraverso campi di ricerca “trasversali”ai diversi archivi è anche funzionale alle esigenze del controllo di qualità, facilitando iprocessi di convergenza di prove provenienti da due o più fonti e l’evidenziazione diconnessioni tra i dati raccolti.

La costruzione cooperativa (area comunicazione)

Il sito del progetto Quasi è stato progettato anche come luogo di una “comunità virtuale”composta dai ricercatori e dalle scuole coinvolte.

 A questo scopo sono stati previsti strumenti di interazione a diversi livelli.

 Ad un livello minimo, è possibile reperire all’interno del sito tutti gli indirizzi di postaelettronica dei soggetti coinvolti, in caso di necessità di contatto di tipo uno-a-uno.

 Ad un livello più complesso, è stata realizzata una sezione del sito dedicata alla discussionemolti-a-molti, ossia un Forum. Questo è articolato in diverse aree di discussione, ciascunadedicata ad una determinata attività del progetto (studi di caso, laboratori sulla qualità,indicatori, ecc.); ad ogni gruppo di utenti viene assegnata una password, che abiliteràl’accesso a determinate discussioni, o, nel caso dei componenti del gruppo di ricerca, adognuna di esse.

Le funzioni interattive del sito vogliono farsi strumento di una costruzione cooperativadella conoscenza sulla valutazione di sistema della scuola; non solo i ricercatori dislocatinelle varie regioni potranno tenersi in contatto e confrontarsi costantemente tra loro, maanche gli istituti scolastici potranno fare lo stesso e partecipare attivamente al progettoanche al di là delle specifiche attività realizzate al loro interno.

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Letteratura di riferimento sul caso

(vedere archivio bibliografico sul sito Internet del progetto, all’indirizzohttp:/ / infanzia.cede.it/html/biblio.htm) 

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Riferimenti bibliografici

Bailey D. Kenneth, Metodi della ricerca sociale, Ed. Il Mulino, Bologna, 1985

 Yin K. Robert,CaseStudy Research. Design and Methods, Sage Pubblications, Inc.,1984

 Yin K. Robert, Application of CaseStudy Research., Sage Pubblications, Inc.,1993

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Allegati tecnici

Check list 1

(file allegato word)

Check list 2

(file allegato word)

Modello Rapporto finale

(file allegato word)