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PIETRE MILIARI 1 NOVA CIVITAS: Percorso di Formazione Fede e Bene Comune Diocesi di Orvieto-Todi Storia e ambiti di attività Nova Civitas è nata dal desiderio di una suora che il Giubileo Eucaristico continuasse con un segno 2 e dalla necessità di offrire una formazione a persone impegnate nel socio-politico ed ecclesiale. In occasione delle elezioni comunali del 2014, giovani animatori parrocchiali erano stati convocati da partiti a candidarsi, a essi è stata lanciata per primi la sfida. É stato costituito un piccolo gruppo coordinatore che ha denominato la nuova esperienza: Nova Civitas, percorso di formazione fede e bene comune per indicare un orizzonte di speranza verso il quale tendere per la costruzione di una nuova città/civiltà attraverso un modo di pensare e di agire ispirato alla Dottrina sociale della Chiesa. Le sfide sempre nuove che la storia pone, infatti, trovano spesso i cristiani impreparati a rispondervi adeguatamente. Non è una scuola di formazione socio-politica propriamente detta ma si può annoverare in quell’universo. Col consenso del Vescovo, partimmo nell’ottobre del 2014, realizzando nell’anno anche due iniziative: - elaborazione di un codice etico chiamato Pietre miliari, sintesi di un percorso di tre mesi durante i quali i partecipanti hanno offerto spunti e opinioni - incontro conclusivo pubblico: L’economia e i 4 no di pp Francesco. Nel II anno si è voluto coniugare valori di Misericordia e Cura della casa Comune approfondendo figure che l’hanno testimoniati e che possono ispirare azioni per il Bene Comune. Iniziative promosse: - apertura pubblica dal tema: Giustizia e Misericordia - weekend spirituale allargato a politici e amministratori del territorio - evento pubblico: Disagio e pregiudizio minorile con la presenza del Sost. Proc. della Repubblica del Tribunale per i Minori dell’Umbria - coinvolgimento di coordinatori e partecipanti all’elaborazione e alla messa in atto di un nuovo progetto richiesto dal Vescovo: Rete Famiglia - incontro con la SFSP Toniolo di Assisi per l’avvio di un interscambio che si realizzerà con la partecipazione a due momenti comuni nel 2017. Il III anno ha come filo conduttore: Il Dialogo: via per la costruzione di una nuova Civiltà. 1 Citazioni e note sono solo indicative. Lo scopo dello scritto è presentare un cammino esperienziale, continuato anche dopo l’elaborazione di Pietre Miliari. 2 Giubileo Eucaristico straordinario della Diocesi (gennaio 2013/novembre 2014). 1

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PIETRE MILIARI1

NOVA CIVITAS: Percorso di Formazione Fede e Bene ComuneDiocesi di Orvieto-Todi

Storia e ambiti di attività

Nova Civitas è nata dal desiderio di una suora che il Giubileo Eucaristico continuasse con un segno 2 e dalla necessità di offrire una formazione a persone impegnate nel socio-politico ed ecclesiale. In occasione delle elezioni comunali del 2014, giovani animatori parrocchiali erano stati convocati da partiti a candidarsi, a essi è stata lanciata per primi la sfida. É stato costituito un piccolo gruppo coordinatore che ha denominato la nuova esperienza: Nova Civitas, percorso di formazione fede e bene comune per indicare un orizzonte di speranza verso il quale tendere per la costruzione di una nuova città/civiltà attraverso un modo di pensare e di agire ispirato alla Dottrina sociale della Chiesa. Le sfide sempre nuove che la storia pone, infatti, trovano spesso i cristiani impreparati a rispondervi adeguatamente. Non è una scuola di formazione socio-politica propriamente detta ma si può annoverare in quell’universo.

Col consenso del Vescovo, partimmo nell’ottobre del 2014, realizzando nell’anno anche due iniziative: - elaborazione di un codice etico chiamato Pietre miliari, sintesi di un percorso di tre mesi durante i quali

i partecipanti hanno offerto spunti e opinioni- incontro conclusivo pubblico: L’economia e i 4 no di pp Francesco.

Nel II anno si è voluto coniugare valori di Misericordia e Cura della casa Comune approfondendo figure che l’hanno testimoniati e che possono ispirare azioni per il Bene Comune.

Iniziative promosse:- apertura pubblica dal tema: Giustizia e Misericordia - weekend spirituale allargato a politici e amministratori del territorio- evento pubblico: Disagio e pregiudizio minorile con la presenza del Sost. Proc. della Repubblica del

Tribunale per i Minori dell’Umbria- coinvolgimento di coordinatori e partecipanti all’elaborazione e alla messa in atto di un nuovo progetto

richiesto dal Vescovo: Rete Famiglia- incontro con la SFSP Toniolo di Assisi per l’avvio di un interscambio che si realizzerà con la

partecipazione a due momenti comuni nel 2017.

Il III anno ha come filo conduttore: Il Dialogo: via per la costruzione di una nuova Civiltà.

Chi siamo

Siamo un gruppo che si fonda sul rispetto dell’altro e nell’ascolto reciproco per condividere un sentire e un obiettivo, per formarci, con mente aperta ma illuminata dal Vangelo, a valori comuni per svolgere i nostri impegni. Proveniamo da diversa estrazione sociale e siamo impegnati su vari fronti. Ci sentiamo uniti dalla ricerca e dalla riflessione sui valori intrinseci all’uomo, condivisibili con le persone di buona volontà, che vogliamo assumere in prima persona e trasmettere alle generazioni future. Siamo uomini e donne desiderose di ripristinare il significato originale e profondo di politica, oggi logorato, soggiogato a partiti e interessi e considerato area sporca da evitare per non inquinarsi.

Elaborazione delle PIETRE MILIARI

Dall’inizio abbiamo sentito l’esigenza di elaborare dei punti fermi per il nostro cammino, per questo abbiamo cercato di tratteggiare uno stile di vita al quale conformare il nostro comportamento nell’impegno pubblico secondo le diversità e i doni che ci caratterizzano. Uno stile che diventasse progetto di santità personale, vale a dire volontà di seguire una logica divina per collaborare nella costruzione di una Nova Civitas, la Civiltà dell’Amore e contribuire alla crescita del Regno di Dio nella storia, consapevoli che l’ideale è perseguibile ma che è illusione sognare un paradiso in terra3.

1 Citazioni e note sono solo indicative. Lo scopo dello scritto è presentare un cammino esperienziale, continuato anche dopo l’elaborazione di Pietre Miliari.

2 Giubileo Eucaristico straordinario della Diocesi (gennaio 2013/novembre 2014).3 Cf Mater et Magistra, 196.

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Riferimenti etici

I valori esposti sono scaturiti dalla nostra esperienza vissuta e dalla sintesi del cammino fatto. Elencarli è importante perché sono come Pietre Miliari che scandiscono la strada e fissano il punto della situazione nello sforzo di essere coerenti.

1. La visione integrale dell’uomo nella sua dimensione personale e sociale, spirituale e corporea, storica e trascendente.4 Da questa visione scaturisce il criterio per discernere i veri diritti umani e del cittadino, soprattutto in questa fase storico-culturale di dibattito con punti di riferimento sfocati. Da tale percezione dell’uomo si elaborano e si prendono le decisioni politiche, sociali e di mercato, del diritto e della legislazione, di rapporti interpersonali e si riducono tanti conflitti e fondamentalismi.

2. Rispetto dell’inalienabile dignità della persona umana dalla concezione alla morte. La sua radice e la sua garanzia si trovano nel disegno creatore di Dio5 e su essa si fondano i diritti umani. Il riconoscimento di tale dignità impedisce di accettare la cultura dello scarto umano, le discriminazioni, le emarginazioni, le inopportunità, vere ingiurie alla dignità umana - come affermava Paolo VI (PP 30) e offre la possibilità a ogni persona di realizzare e stessa.

3. Centralità dell’uomo nelle nostre proposte, azioni e decisioni è la conseguenza logica dei due punti precedenti. Per noi cristiani, egli è la prima e fondamentale via della Chiesa e tutto ciò che si fa a lui e per lui è fatto a Cristo stesso (cf Mt, 25-40) che per tutti indistintamente si è fatto carne, è morto e risorto. L’uomo quale soggetto, centro e fine dell’economia, della politica, del diritto, del rispetto 6 è terreno sul quale non credenti o credenti di altre religioni possono convenire.7

4. Carità8, sintesi di tutta la Legge (cf Mt 22,36-40), come anima della nostra intera esistenza e l’attività politica intesa come dimensione sociale della medesima. Carità scevra da sentimentalismi lava-coscienza. La esprimiamo anche in azioni spicciole ma non è sufficiente per liberare la fantasia della vera carità nelle nuove situazioni storiche e che con il sapere scopre le cause della miseria. La carità è inseparabile dalla giustizia (PP 22), misura minima di essa come diceva Paolo VI, ma la supera.

5. La carità incrementa la collaborazione tra credenti e non credenti e si esprime soprattutto nella Solidarietà 9 disinteressata che pensa in termini di comunità, di globalità, d’interdipendenza dei popoli, di priorità della vita di tutti, uno stile di costruzione della storia, cui partecipa anche chi agisce animatp da un sentimento umanitario profondo.

6. Rispetto e cura del creato come casa comune 10, ambiente di vita, risorsa a favore dell'uomo, di tutti gli uomini, delle generazioni di oggi e di domani. Semplici azioni quotidiane possono impregnare di sana sobrietà la nostra relazione con il mondo, creare uno stile di vita liberante e la capacità di vivere insieme. I doveri nei confronti della Natura e del Creatore sono parte della nostra fede ma la preoccupazione per il Creato è un ambito in cui tutti si possono sentire coinvolti, perché legati da un destino comune.

7. Onestà nel riconoscere che non si è padroni della verità11 ma che in tutti c’è una parte di essa, frutto comunque, per noi che crediamo, dello Spirito. L’onestà di fondo favorisce il dialogo e la soluzione delle problematiche della vita quotidiana e di quelle che riguardano il vivere sociale. Essa aiuta particolarmente chi è impegnato a livello politico a guardare e a collaborare per il bene comune oggettivo, a evitare sterili posizioni e contrapposizioni per partito preso. Ne consegue la necessità di:

assumere il confronto e l’accoglienza della diversità anche culturale come ricchezza

4 Compendio della Dottrina sociale della Chiesa (Compendio), 38.5 Cf Genesi 1,27; Siracide 17,1-6; Caritas in Veritate (CV), 29.45, Laudato si’, 65.6 cf Gaudium et Spes (GS), 63; Populorum Progressio (PP), 33-34.86.7 cf GS, 12.8 CV, 3: La carità è l’espressione autentica di umanità, elemento fondamentale nelle relazioni. É annuncio della verità dell'amore

di Cristo nella società, un principio che prende forma operativa soprattutto in due criteri orientativi dell'azione morale: la giustizia e il bene comune.

9 Compendio, 193: La solidarietà è un principio sociale ordinatore delle istituzioni. É anche una vera a propria virtù morale, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il Bene Comune.

10 cf Compendio 461ss; Laudato si’, 126.227; Messaggio di Pace 2010.11 Ci riferiamo a opinioni diverse su realtà, progetti, proposte. In Mc 9,38-40 Gesù mostra che il bene può essere fatto anche al di

fuori della cerchia dei 12.

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rafforzare il dialogo tra credenti e non credenti e con altri credo religiosi, come via di giustizia e di pace, creatore di fraternità, capace di costruire una civiltà fondata sulla solidarietà; un dialogo franco perché solo così può crescere la conoscenza12 per trovare delle convergenze di opinioni e di azioni superando gli inevitabili conflitti

ascolto attento ed empatico per capire le vere domande e le reali esigenze della comunità e offrire risposte concrete, realistiche con il coinvolgimento degli interessati, pena l’elaborazione di progetti formali, di dichiarazioni astoriche, idealiste e retoriche.13

8. Testimonianza capace di caricarsi in prima persona della Croce e non nascondersi dietro gli altri . La coerenza è l’unico passo per essere credibili noi e il credo religioso ed etico che professiamo (cf 1Gv 3,16-18), infatti l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri.14 La coerenza tra il dire e il fare porta con sé sofferenza e fatica: accettare la nostra fragilità umana che ci carica di dubbi, timori e titubanze, essere considerati fuori moda e dal mondo reale, accusati di bigottismo, assumere rischi di vita o di perdita di prestigio per scelte operate in prima persona senza delegare ad altri, ostacolati nell’esercitare il diritto di obiezione di coscienza, incomprensione, ma Gesù Cristo che carica lui stesso la sua Croce è la nostra via maestra (cf Luca 9,23-26).

9. Esporsi col rischio di perdere: uscire dal recinto sicuro della Chiesa, dal nostro status, alzarsi dalla poltrona e andare, evitare di fare discorsi che dicono tutto e nulla, avere il coraggio di sporcarsi, di perdere voti e non essere rieletto, di non ottenere promozioni, di dire chiaramente ciò che si pensa (cf Mt 5,37) anche se controcorrente. Si può perdere, ma la verità rende liberi.

10. Coerenza tra vita personale e vita sociale, tra fede e vita: siamo creature relazionali e la socialità è intrinseca all’uomo fin dalla creazione (cf Gn 2,18). Le scelte etiche che scaturiscono dalla fede guidano necessariamente anche il nostro inserimento nella società. Non accettiamo l’autismo, come vorrebbe un laicismo cieco, di racchiudere la fede nella pura sfera personale.

11. Mettere in moto azioni di condivisione in un mondo che tende a difendere interessi e privilegi personali. Condivisione di potere con la società civile nella ricerca di soluzioni e che attiva il principio di sussidiarietà,15 coltiva una cultura di distribuzione intra e intergenerazionale di risorse e possibilità evitando conflitti causati dalla paura del futuro o dell’essere privati di qualcosa.

12. Avere il coraggio di azioni controcorrente assumendo il rischio dell’emarginazione:16

creare comunità in contrapposizione all’individualismo e al protagonismo cadenzare il passo ai diversi ritmi anche con chi ha meno possibilità non lasciarsi influenzare dal bombardamento mediatico favorire rapporti umani reali per compensare quelli virtuali non permettere al negativismo di dominarci ma scoprire pure il positivo esistente dar ragione della nostra speranza a un mondo che sembra andare alla deriva servire senza aspettare ritorno: voti, riconoscimento, gratitudine essere autonomi nelle decisioni, liberi da ideologie, mode, diktat.

13. Accogliere con tenerezza, riflesso della tenerezza paterna-materna di Dio verso l’uomo e l’umanità - le situazioni difficili e i problemi di chi ci sta accanto. La tenerezza comprende affetto, amore, dolcezza, grazia, misericordia, compassione, sensibilità, mitezza. È il femminile che alberga in ogni essere umano verso il ‘cucciolo’ ma che vogliamo coltivare verso persone (cf Mc 1,41; 10,16) e gruppi svantaggiati perché Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature (Sl 145,9).

14. Non porre limiti nel dono gratuito del proprio impegno intellettuale e materiale, nel mettere a disposizione competenze e capacità. I talenti che abbiamo ricevuto o acquisito non li vogliamo adoperare solo per ricavarne qualcosa noi e la nostra famiglia (cf Fil 2,4). Con la gratuità vogliamo superare la logica del bisogno e del ritorno, secondo l’insegnamento del Signore: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date (Mt 10,8).

12 Lettera a Odifreddi; cf EG 238-258; PP 54.73; Ecclesiam suam, III Cap.13 cf. Es 3,7-8.10; Evangelii Gaudium, 231-233.14 Paolo VI, Udienza al Pont. Cons. per i laici 1974; cf Compendio 543-545.570.580.15 cf Compendio, cap. IV-V16 cf Mt. 5,1-12.20ss; Lc 6, 22-23.26ss.

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15. Umiltà e semplicità: nessuno è indispensabile né capace di risolvere tutti i problemi in ogni circostanza. Ognuno, però, è sollecitato a fare tutto ciò che è in suo potere e alla fine ritenersi servo inutile (cf Lc 17,10) lasciando spazio anche agli altri. Non vogliamo sentirci padroni assoluti del bene da farsi, ma a suo servizio.

Fonti ispiratrici

Per orientare la nostra vita, attingiamo in modo particolare da alcune fonti, senza escluderne altre dipendendo dall’evolversi della realtà che si presenta.

La radice fondante è la Parola di Dio che ha orientato le vicende personali e sociali di un popolo eletto prima e poi, con la venuta di Cristo, ha continuato e continua a segnare la strada - come pietra miliare - di molti altri popoli e culture, in modo speciale l’Europa. La sua storia, infatti, è contraddistinta dall'influsso vivificante del Vangelo e dai valori che da esso scaturiscono. Nel corso dei secoli ha facilitato unità tra popoli e culture, creato l’ambiente adatto per la nascita e lo sviluppo dell’umanesimo che la caratterizza e questo è storia che non si può negare.17 L’incalzante frattura tra fede e cultura fa pensare che questo non esista più, ma il sottosuolo rimane e nei momenti tragici emerge, come si è verificato, per es., nell’ultimo sisma. La sfida è non perdere quest’umanità che altri ci invidiano.18

Nella sollecitudine per i poveri e per le sorti dell’umanità, la Chiesa ha elaborato nel tempo un insegnamento specifico, la Dottrina Sociale della Chiesa, traduzione del Vangelo per i problemi che l'uomo affronta nel suo cammino storico. In essa sappiamo di trovare i principi di riflessione, i criteri di giudizio e le direttive di azione sociale da cui partire per promuovere un umanesimo integrale e solidale.19 Essa è spazio di dialogo e collaborazione tra Cristiani, con altre religioni e con tutti gli uomini che hanno la stessa preoccupazione per il Bene e la Casa comune.20

Guardiamo ai Padri della Chiesa, le cui parole e atteggiamenti nei confronti delle situazioni del loro tempo sono quanto mai attuali. Accanto a loro ci sono come maestri e ispiratori i Testimoni del nostro tempo e della nostra storia21 che hanno contribuito a dare, all’Italia e al mondo, un volto umano alla politica, all’economia, alle relazioni, dimostrando, con la vita e le opere, che è possibile un nuovo umanesimo applicando principi evangelici e della DSC.

Strumento importante sono le Scienze umane e sociali, anch’esse portatrici di parte della verità, aiutano a comprendere l’uomo nelle sue relazioni sociali,22 a descrivere la realtà, a cogliere i meccanismi che soggiacciono ai fenomeni che si verificano nella storicità del vissuto. Esse ci sostengono nello sforzo di rendere dinamica e concreta la risposta etica e le azioni conseguenti. Riteniamo, infatti, che l’etica non si esprime solo nella proclamazione di valori ma nel renderla vita.

Difficoltà che incontriamo quotidianamente

Non è semplice vivere secondo questi pilastri. Incontriamo difficoltà che provengono dalla nostra stessa debolezza e dal contesto in cui siamo inseriti. Ne evidenziamo alcune.

- In politica: affrontare questioni e proposte, eticamente inconcepibili se non contrarie alle proprie convinzioni,

presentate da fazioni o coalizioni del proprio partito aiutare a discernere le priorità della popolazione rispetto a proposte - avanzate per motivi

ideologici - non urgenti e che riguardano una minoranza.- Nel servizio pubblico

la derisione quando si manifesta la propria fede cristiana la tentazione di conformazione pur non condividendo i pareri della maggioranza o di chi ha più

forza di persuasione esercitare il diritto di obiezione di coscienza e affrontare anche la gogna mediatica

17 Ecclesia in Europa (2003), 25: Dalla concezione biblica dell'uomo l'Europa ha tratto il meglio della sua cultura umanistica, ha attinto ispirazione per le sue creazioni intellettuali e artistiche, ha elaborato norme di diritto e ha promosso la dignità della persona, fonte di diritti inalienabili.

18 Mi diceva un docente vietnamita: quello che voi dell’Europa potete e dovete donarci è il vostro umanesimo.19 Compendio, 7; cf 8.20 Cf Compendio, 10.12. 534-537; Laudato si’, 3.21 Per es. La Pira, Lazzati, Toniolo, C. Lubich, T. Bello.22 Giovanni Paolo II, Motu proprio Socialium Scientiarum (1994), AAS 209.

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- Nel lavoro confrontarsi con la furbizia, la slealtà e la superficialità la mancanza di solidarietà l’accettazione di forme di ingiustizia per conservare il lavoro

- Nell’ambito della giustizia: la morosità dei processi il non rispetto per la persona l’assoluzione di persone dichiaratamente pericolose per la società difficoltà di proporre un percorso educativo per i minorenni

- Nella vita diaria: la coerenza tra vita concreta e valori in cui si crede la perseveranza in una cultura del passeggero tempo per sostare in queste pietre miliari e nelle sue fonti per confrontarsi e alimentarsi

spiritualmente scendere a compromessi con la mentalità laicista cercare il proprio interesse, chiudersi nel proprio mondo distinguere se ciò che è legale è anche morale.

L’ascolto del Signore che parla nella Scrittura, nel nostro intimo, negli avvenimenti e nel creato ci fanno dire col Sl 85: Mostrami, Signore, la tua via, perché nella tua verità io cammini. Le difficoltà sono reali come pure il timore di non farcela ma ci incoraggiano le parole spesso ripetute dal Signore: non abbiate paura, io sono con voi! (Mt 10,31;28,20).

Verso un nuovo umanesimo

Nel cammino verso un futuro di speranza è urgente riprendere il concetto di umanesimo integrale, solidale e plenario, l’umanesimo di Dio che si fa uomo e non l’uomo che si fa dio. È una sfida quella di delinearne il volto con le caratteristiche della nostra cultura riscoprendo in essa i tratti salienti del cristianesimo. I valori cristiani sono, per il mistero dell’Incarnazione, profondamente umani e condivisibili, perché Cristo non elimina l’umano ma lo fa partecipe della sua natura. Affermano Padri della Chiesa: Dio si è fatto uomo affinché l’uomo diventasse Dio, espressione che indica il metodo e il contenuto dell’Amore del Padre verso l’umanità. Questo può essere messo in discussione nel mondo occidentale ma molti di quelli che riteniamo valori hanno radici bibliche, teologiche e religiose, pur essendo considerati conquista dell’uomo.

Al convegno di Firenze PP Francesco ci rivolgeva queste parole di augurio: l’umanesimo, di cui Firenze è stata testimone nei suoi momenti più creativi, ha avuto sempre il volto della carità. Che questa eredità sia feconda di un nuovo umanesimo per questa città e per l’Italia intera. É quello che ci proponiamo, mettere qualche pietra nell'edificazione di una nuova civiltà più umana.

Ciconia, 8/9/2016

Sr Maria Luisa Gatto smrcoord. Nova Civitas

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