Vie di contatto - Patricio Enriquez

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Con il contributo di Città di di Cesano Maderno

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Un progetto di boulevard naturalistico nella frangia più compromessa del nord Milano tra Cesano Maderno e Desio. Cofinanziato dalla Fondazione Cariplo

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Con il contributo di

Cit tà di diCesano Maderno

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INDICE1. VIE DI CONTATTO – IL PROGETTO CARIPLO pag. 82. CONTESTO PROGETTUALE pag.12

2.1 LA RETE ECOLOGICA REGIONALE DELLA REGIONE LOMBARIDIA

2.2 LA RETE ECOLOGICA PROVINCIALE

2.3 IL PARCO PROVINCIALE DELLE GROANE

2.4 IL PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE GRUGNOTORTO VILLORESI

2.5 ANALISI SWOT

3. OBIETTIVI DEL PROGETTO pag.303.1 DEFINIZIONE, STRUTTURA E OBIETTIVI DI UNA RETE ECOLOGICA

3.2 IL PROBLEMA DELLA FRAMMENTAZIONE AMBIENTALE

3.3 LA PERDITA E IL DEGRADO DEGLI HABITAT

3.4 GLI OBIETTIVI SPECIFICI

4. VERSO IL PROGETTO pag.424.1 ANALISI SOCIO-ECONOMICA

4.2 ANALISI TERRITORIALE

4.2.1 USO DEL SUOLO

4.2.2 CAPACITA’ D’USO DEI SUOLI

4.2.3 ELEMENTI DELLA RETE ECOLOGICA

4.2.4 PREGI E CRITICITA’ DEL TERRITORIO

4.2.5 INDICE DI VICINANZA AI DISTURBI

4.2.6 INDICE DI QUALITA’ ECOLOGICA

4.3 ANALISI NATURALISTICA

4.3.1 VEGETAZIONE

4.3.2 FAUNA

4.4 ANALISI DELLA FATTIBILITA’ URBANISTICA

4.5 ANALISI STORICA DELLA COMPOSIZIONE E STRUTTURAZIONE DEL PAESAGGIO

4.6 ANALISI DELLE PROPRIETA’

4.7 LA CONNETTIVITA’ DEL TERRITORIO

5. IL PERCORSO PARTECIPATIVO pag.885.1 GLI INCONTRI DI PARTECIPAZIONE

5.2 IL SITO

5.3 INIZIATIVA ORTO RADUNO E FESTA PARCO COLLODI

6. IL PROGETTO - ESITI pag.946.1 DIVERSI BISOGNI, DIVERSE TIPOLOGIE DI AREE VERDI

6.2 IL CORRIDOIO ECOLOGICO

6.3 INDIVIDUAZIONE DELLE LINEE STRATEGICHE D’INTERVENTO

6.4 IDENTIFICAZIONE DELLE AREE STRATEGICHE

6.5 LO SCHEMA DI PROGETTO

6.6 INTERVENTI POSSIBILI

7. UNA DESCRIZIONE PER IMMAGINI pag.122

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“Vie di Contatto” nasce dal nuovo processo urbanistico avviato dalle amministra-zioni di Cesano Maderno e di Desio, consolidando il prezioso ruolo ambientale e sociale del Parco delle Groane e del Parco del Grugnotorto-Villoresi.Si tratta di un passo importante frutto di una condivisione di politiche virtuose da parte delle Amministrazioni locali e degli Enti terr itor iali partecipanti, impe-gnati a tutelare e a valor izzare gli spazio aperti in questa area della Br ianza, tra le più antropizzate in Italia.Si tratta di r iconoscere la fragilità di questi ambiti e di mettere in atto azioni con-seguenti poichè il tema della connessione ecologica fra le aree protette del nord milanese è fondamentale per la salvaguardia di un terr itor io dove le aree libere, frammentate e disgiunte tra loro r ischiano, nel corso dei prossimi anni, di sparire def initivamente. Realizzarne l’unione con percorsi r iconoscibili e r iqualif icare le aree libere “di conf ine” signif ica occuparsi della vivibilità dei nostr i luoghi, già oggi fortemente compromessi.Questo progetto ci consente infatti di r ibaltare il punto di vista con cui si è sem-pre af frontato il rapporto tra costruito e non costruito. La restituzione di valore agli spazi aperti e la r icostruzione delle connessioni ecologiche sono il punto di partenza per nuove politiche, più attente all’ambiente, al paesaggio e alla qualità

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della vita dei nostr i cittadini.L’auspicio è che questa pratica di confronto e di condivisione di politiche virtuose trovi una sempre maggiore dif fusione tra gli enti ed i soggetti terr itor iali che si trovano a fronteggiare problemi e temi sempre più complessi che r ichiedono unità di intenti e non azioni sporadiche ed isolate.

Pietro Luigi PontiSindaco di Cesano Maderno

Roberto CortiSindaco di Desio

Roberto Della RoverePresidente del Parco delle Groane

Arturo Sergio LanzaniPresidente del Parco Grugnotorto

Villoresi

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“Vie di contatto” è il progetto che i Comuni di Cesano Maderno, Desio, il Parco delle Groane e il Parco Grugnotorto Villoresi hanno inoltrato alla Fondazione Cariplo in r isposta ai bandi pubblicati nell’anno 2013, ottenendo il cof inanziamento r ichiesto.L’istituzione di vaste aree protette non può da sola garantire la con-servazione del patr imonio naturale e biologico, che necessita, per la sua tutela e potenziamento, la realizzazione di una connessione eco-logica.Per connessione ecologica si intende un sistema interconnesso di habitat, dei quali si intende salvaguardare la biodiversità, ponendo quindi attenzione alle specie animali e vegetali potenzialmente mi-nacciate. Realizzare una connessione ecologica signif ica creare e/o raf forzare un sistema di collegamento e di interscambio tra aree ed elementi naturali isolati, andando così a contrastare la frammentazio-ne e i suoi ef fetti negativi sulla biodiversità.L’obiettivo della conservazione della biodiversità è un tema prior ita-r io delle azioni di programmazione internazionale e comunitar ia av-viate nell’ultimo decennio, in quanto rappresenta uno degli indicatori

Capitolo 1

VIE DI CONTATTO – IL PROGETTO CARIPLO

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Figura 1.1 – Planimetria di inquadramento territoriale

del buon stato di conservazione ambientale. Il maggiore responsabile dell’impoverimento della diversità biologica è il processo di frammen-tazione degli ambienti naturali. La frammentazione è il processo che genera una progressiva r iduzione della superf icie degli ambienti natu-rali e un aumento del loro isolamento. Le superf ici naturali vengono, così, a costituire frammenti spazialmente segregati e progressivamen-te isolati inser iti in una matr ice terr itor iale fortemente caratter izzata dagli insediamenti umani.Il progetto intende quindi promuovere interventi volti al potenzia-mento del patr imonio naturalistico attraverso la realizzazione, lo svi-luppo e il potenziamento di corr idoi ecologici che possano mettere in collegamento aree naturalistiche importanti per il mantenimento della biodiversità, con la redazione di specif ici studi di fattibilità.Il terr itor io coinvolto r iguarda una stretta fascia di aree libere, ap-partenenti ai terr itor i dei comuni di Cesano Maderno e Desio, che si è conservata in un contesto fortemente urbanizzato è situata a cavallo tra il Parco Regionale delle Groane ed il Parco Locale di Interesse So-vracomunale (PLIS) Grugnotorto Villoresi e attraversata dal torrente Seveso.Il progetto ha un respiro sovracomunale, poiché lo studio di fattibili-tà si sviluppa in una delicata e importante fascia di collegamento tra due direttr ici di connessione ecologica che permettono la messa in relazione tra il Parco delle Groane, il PLIS Grugnotorto Villoresi e le aree libere e di interesse ambientale situate tra i comuni per garanti-re, inf ine, anche il collegamento con il Parco Regionale Nord Milano e stabilire in tal modo una connessione stabile tra due parchi regionali.

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capitolo 1

Gli enti proponenti del progetto sono il Comune di Cesano Maderno, il Comune di Desio, il Parco delle Groane, e il PLIS Grugnotorto Villoresi che assieme portano avanti il piano di lavoro attraverso un percorso partecipato.

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Il comune di Cesano Maderno r icade, con una parte consistente del proprio terr itor io, all’interno del Parco Regionale delle Groane ed an-cora all’interno di tale area protetta regionale si trova l’Oasi LIPU dove sorge il Centro di Formazione ed Educazione Ambientale “Alexander Langer”, nonché il SIC IT2050002 “Boschi delle Groane”.Il Parco è distinto, nella Rete Ecologica Regionale, come “Area pr ior i-tar ia per la biodiversità nella Pianura Padana Lombarda” e si colloca nella parte occidentale della Br ianza.Il comune di Desio è ubicato, invece, a cavallo tra l’area occidentale e quella centrale della Br ianza ed è una tra le città più economicamen-te sviluppate. Il consumo del suolo e di r isorse f isico ambientali ha raggiunto soglie preoccupanti ed ha mantenuto un andamento elevato anche nel corso degli ultimi anni.Il graduale processo di impoverimento degli spazi f isico ambientali di questa area è r iconoscibile nella lettura di un paesaggio agrar io r idotto al carattere di spazio residuale, nel quale i caratter i or iginari sono stati cancellati dall’elevato grado di urbanizzazione e le sue com-ponenti pregiate dal punto di vista naturalistico sono essenzialmente scomparse. Sul terr itor io di Desio non vi è la presenza di nessuna area protetta né tanto meno di alcun parco sovracomunale.La superf icie urbanizzata del Comune di Cesano Maderno raggiunge il

Capitolo 2

CONTESTO PROGETTUALE

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Figura 2.1 – Occupazione dell’urbaniz-zato dei comuni di Cesano Maderno e Desio

76% della superf icie comunale, mentre il Comune di Desio r isulta ave-re una superf icie urbanizzata pari a circa il 74%, valor i estremamente elevati e dif f icilmente sostenibili da un punto di vista ambientale.

I comuni di Cesano Maderno e Desio si trovano, dunque, in una delle porzioni più altamente urbanizzate della Br ianza, nei cui terr itor i si insinuano i Parchi delle Groane e del Grugnotorto Villoresi.Tuttavia i tessuti edilizi di queste realtà terr itor iali non si sono ancora saldati, ad eccezione della continuità edilizia che esiste tra Cesano Maderno e Bovisio Masciago che si colloca sul conf ine meridionale, laddove permangono spazi aperti residuali che non sono sottoposti a nessun regime di tutela o salvaguardia dall’edif icazione o altr i proces-si di conurbazione.Il terr itor io in esame principalmente è attraversato da un forte sistema infrastrutturale interessato da due linee ferroviar ie (linea Seregno-Saronno e linea Milano-Meda-Asso) e da una rete stradale, spesso sa-tura, or ientata in direzione Nord Sud organizzata lungo la superstrada Milano – Meda nella porzione or ientale del comune di Cesano Mader-no, e dalla strada provinciale dei Giovi, ad ovest, nonché da un reticolo intermedio di strade minori che connettono i tessuti urbanizzati su cui r isalta la cosiddetta “tangenziale sud di Cesano”, con andamento est-ovest e che separa gli abitati di Bovisio Masciago e Cesano Maderno.

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capitolo 2

Su questi terr itor i gravano inoltre le future previsioni infrastrutturali per la realizzazione dell’Autostrada Pedemontana Lombarda (tratte B2 e C).L’intera area è, dunque, caratter izzata dalla presenza di problemi am-bientali e terr itor iali determinati dalla saturazione degli spazi liber i.

Figura 2.2 – Il sistema infrastrutturale della rete stradale e ferroviaria

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2.1 LA RETE ECOLOGICA REGIONALE DELLA REGIONE LOMBARDIA

Il Piano Terr itor iale Regionale (PTR), include tra i 24 obiettivi dello stesso, quello di “garantire la qualità delle r isorse naturali e ambien-tali, attraverso la progettazione delle reti ecologiche, (..)”, ed inol-tre contiene un esplicito r ifer imento alla Rete Ecologica Regionale, r iconosciuta come Infrastruttura Pr ior itar ia per la Lombardia ed in-frastruttura strategica per il conseguimento dei r ichiamati obiettivi.La Rete Ecologica Regionale, intesa come modalità per “raggiungere le f inalità previste in materia di biodiversità e servizi eco sistemici”, si sviluppa a livello regionale attraverso uno schema direttore che in-dividua: siti di Rete Natura 2000; Parchi, Riserve naturali, Monumenti naturali e Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS); pr incipali direttr ici di frammentazione dei sistemi di relazione ecologica; ambiti pr ior itar i (gangli) di r iqualif icazione in contesti ecologicamente im-poveriti; corr idoi ecologici pr imari, da conservare ovvero r icostruire mediante azioni di r inaturalizzazione; pr incipali progetti regionali di r inaturalizzazione. Il PTR prevede che la traduzione sul terr itor io della Rete Ecologica Regionale avvenga mediante progetti di Rete Ecologi-ca Provinciale e Locale che, sulla base di uno specif ico Documento di Indir izzi, dettaglino la stessa Rete Ecologica Regionale. Nonostante quest’ultima non include le aree poste a sud del comune di Cesano Maderno e non identif ica assi di connessione, il Piano Terr itor iale di Coordinamento della Provincia di Monza e Br ianza, invece, disegna su tali aree un corr idoio ecologico funzionale alla messa in relazione tra il Parco Groane e il Parco del Grugnotorto Villoresi.Se si analizzano le funzioni e il ruolo dei Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS) si deduce che sono parchi che nascono dalla decisione autonoma dei singoli Comuni, r ivestendo una importanza strategica nella politica di tutela e r iqualif icazione del terr itor io. Si inquadrano come elementi di connessione e integrazione tra il sistema del verde urbano e quello delle aree protette di interesse regionale, permettendo la tutela di vaste aree libere e/o con vocazione agricola, il recupero di aree degradate urbane, la conservazione della biodiver-sità, la creazione di corr idoi ecologici e la valor izzazione del paesag-gio tradizionale.

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capitolo 2

I PLIS sono dunque parchi di dimensioni minori r ispetto ai parchi re-gionali e sono stati istituiti con l’articolo 34 della legge regionale n. 86/1983. Ora il comma 2 di tale articolo dispone che: “I PLIS sono f inalizzati alla valor izzazione e alla salvaguardia delle r isorse terr ito-r iali e ambientali, che necessitano di forme di gestione e tutela di tipo sovracomunale e sono or ientati al mantenimento e alla valor izzazione

Figura 2.3 – Regione Lombardia – Stralcio Rete Ecologica Regionale

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dei tipici caratter i delle aree rurali e dei loro valor i naturali e semina-turali tradizionali”.Il contr ibuto dei PLIS è inoltre fondamentale per la strutturazione del-le “reti ecologiche comunali e provinciali”. Pertanto, è importante fare sì che i PLIS non r imangano “esperienze isolate”; r isulta indispensa-bile la creazione di una stretta relazione di queste realtà con le aree regionali protette. Questa è la premessa fondamentale del progetto per il raggiungimento ef fettivo degli obiettivi di tutela, valor izzazio-ne e promozione del terr itor io, sulla base della quale sperimentare la messa in rete ef fettiva dei Parchi.

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capitolo 2

2.2 LA RETE ECOLOGICA PROVINCIALE

Il Piano Terr itor iale di Coordinamento Provinciale (PTCP) della Pro-vincia di Monza e Brianza non individua una specif ica rete ecologica provinciale, bensì la fa coincidere con la terminologia di “rete verde di r icomposizione paesaggistica” con “valenza anche di rete ecologica”. Dunque la Rete Ecologica Provinciale nelle aree di progetto individua un corr idoio ecologico trasversale, r iconoscendo l’assoluta necessità che questa r istretta parte di terr itor io venga salvaguardata da una futura urbanizzazione tanto possibile come possibile r isulta essere la realizzazione di un corr idoio ecologico.

Figura 2.4 – Provincia Monza e Brianza - Stralcio rete ecologica - Piano territoriale di coordinamento provinciale

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Figura 2.5 – Planimetria Parco delle Gro-ane - delimitazione dell’area e distinzio-ne tra Parco Naturale e Parco Regionale

2.3 IL PARCO REGIONALE DELLE GROANE

Il Parco Regionale delle Groane, istituito con la L.R. 31/1976, è stato ampliato con la L.R. 29.4.2011, n. 7, che, al contempo, costituisce il Parco Naturale delle Groane, operando una distinzione interna al ter-r itor io dell’area protetta. All’interno del Parco si trova il SIC IT2050001 “Pineta di Cesate” ed il SIC IT2050002 “Boschi delle Groane”.

Il Parco Regionale occupa una superf icie di 3.696 ettar i preservata dall’edif icazione e dove ancora sono presenti aree a brughiera (fra le più meridionali d’Europa), terr itor io di peculiare interesse geologico, costituito da r ipiani argillosi “ferrettizzati” che determinano una spe-cif icità ambientale e flor istica. La vegetazione a brughiera si evolve gradatamente verso il bosco di pini silvestr i e betulle, f ino a maturare in boschi alti di querce, con farnia e rovere, e di carpini bianchi, con presenza anche di acer i e frassini.Nonostante la marcata manipolazione dell’ambiente naturale, il terr i-

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capitolo 2

tor io del Parco mostra ancora notevoli valenze naturalistiche, ecolo-giche e paesaggistiche. Tra le specie individuate sono segnalate, per il loro maggiore interesse, la genziana mettimborsa (Gentiana pneu-nomanthe), pianta erbacea perenne; il salice rosmarinifoglio (Salix rosmarinifolia), piccolo arbusto; la poracchia dei fossi (Ludwigia pa-lustr is), pianta erbacea annuale; la listera maggiore (Listera ovata), pianta erbacea perenne ed ancora, con r ifer imento alle peculiar ità flor istiche protette e r icondotte alle specie dei prati ar idi o pingui, si citano il Narcissus radiiflorus ed il Dianthus seguirei.Per quanto r iguarda i mammifer i terrestr i si annoverano la volpe, la faina, la donnola, il tasso, la lepre comune, il coniglio selvatico e il ghiro.Il Parco è regolamentato per gli usi del suolo di un proprio strumento di pianif icazione: il Piano Terr itor iale di Coordinamento (PTC).

Figura 2.6 – Stralcio planimetria Piano Territoriale di Coordinamento del Parco delle Groane

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2.4 IL PARCO LOCALE DI INTERESSE SOVRACOMUNALE DEL GRUGNOTORTO VILLORESI

Il Parco del Grugnotorto Villoresi è stato r iconosciuto con la D.G.R. n. 46253 del 12/11/1999 e comprende i comuni di Bovisio Masciago, Cinisello Balsamo, Cusano Milanino, Muggiò, Nova Milanese, Paderno Dugnano e Varedo. Il Comune di Desio ha preso recentemente in con-siderazione la volontà di aderire a questo sistema ambientale e quindi di tenere conto di questa importante realtà contermine.La sua estensione è di circa 8,30 Kmq. Il terr itor io è pianeggiante, oc-cupato pr incipalmente da campi agricoli, con cascine rurali ancora at-tive ed attraversato in senso est-ovest dal canale artif iciale Villoresi.Lungo l’asse del canale Villoresi si assiste alle diverse manifestazioni della forma urbana metropolitana milanese, con residue zone agricole r icomprese in aree a diversa destinazione, fra cui spiccano i grandi centr i commerciali o r icreativi, e alcune attività estrattive (cave). Il paesaggio urbanizzato ad alta intensità viene percepito in pr imo luo-go attraverso vedute limitate e def inite da spazi racchiusi dentro il costruito.Le espansioni dell’ultimo mezzo secolo hanno inglobato le r imanenze del tessuto agrar io, dando luogo a nuovi continui urbani, i cosiddetti paesaggi di frangia. Le aree non edif icate sono occupate da una agricoltura intensiva (se-minativo e colture prative). La var ietà di colture praticate è abbastan-za limitata e può essere nel complesso r icondotta alle due sottoclassi del mais e dei cereali vernini.In questo contesto, la presenza agricola intensiva lascia poco spa-zio agli ambiti a vegetazione naturale o forestale. Il bosco si r idu-ce a strette fasce r ipariali e presenta anch’esso un elevato livello di degradazione e di antropizzazione che ne r iduce fortemente il valo-re specif ico ed ecologico complessivo. L’alloctona robinia (Robinia pseudoacacia L.) domina quasi totalmente la totalità delle formazioni spontanee presenti e la frequenza delle ceduazioni limita fortemente le possibilità di sviluppo e di r ipresa della residua vegetazione arborea ed arbustiva consentendo soltanto la sopravvivenza di alcune specie erbacee delle f itocenosi or iginarie [Gatti, 2005].

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capitolo 2

Le aree di maggiore pregio naturalistico sono rappresentate da aree agricole residuali, con presenza di siepi e f ilar i, oltre che da aree spe-cif iche: Parco Lago Nord, Oasi Sant’Eusebio, Canale Villoresi, Parco Taccona, Oasi dei Gelsi. [Gatti 2005].Similmente ad altre aree della cintura peri-urbana milanese, il terr i-tor io del parco presenta un forte grado di discontinuità, in quanto è attraversato da infrastrutture di notevole r ilevanza quali la vecchia strada provinciale Valassina, la strada statale SS. 527 Monza-Saronno, la superstrada Milano-Meda, la tangenziale Nord “A52”. Perf ino il ca-nale Villoresi rappresenta una discontinuità all’interno del terr itor io. Su di esso si innestano canalizzazioni di grado infer iore, canali secon-dari e terziar i, sempre più in disuso.Il Parco è inser ito in un terr itor io caratter izzato da scenari che mu-tano velocemente, quali la rapida urbanizzazione che ha trasformato il paesaggio rurale in un contesto residuale. Inoltre vi è la presenza dif fusa di funzioni di var ia natura classicamente spinte dai margini degli agglomerati residenziali e pertanto collocate sui bordi del parco: aree deposito di dif f icile classif icazione, orti abusivi e orti familiar i regolarmente insediati, cave, aree incolte, attività artigianali di var ia natura, demolitor i, ecc.Il Parco del Grugnotorto Villoresi è dotato di Piano Plur iennale degli Interventi. Il PPI individua le opere e le azioni che si prevede concre-tamente di realizzare nell’arco della sua validità temporale, indican-do le r isorse f inanziar ie necessarie e le modalità di f inanziamento, in stretta connessione con gli strumenti di programmazione economico-f inanziar ia dei comuni interessati.

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Figura 2.7 – Planimetria del Parco Loca-le di interesse Sovracomunale del Gru-gnotorto Villoresi

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capitolo 2

Figura 2.8– Planimetria del Programma Pluriennale degli Interventi del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Grugnotorto Villoresi

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Figura 2.9– Planimetria del Programma Pluriennale degli Interventi del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Grugnotorto Villoresi.

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capitolo 2

2.5 ANALISI SwOT

I punti di forza, debolezza, le minacce e le opportunità del terr itor io vengono presentate in un classico approccio SWOT, che prende il nome dai termini anglosassoni Strenght (punti di forza), Weaknesses (punti di debolezza), Opportunities (opportunità) e Threats (minacce).L’analisi SWOT è una metodologia che consente di rappresentare, in modo razionale ed ordinato, l’influenza esercitata dai diversi fattor i agenti nel contesto ambientale sulla realizzazione delle progettualità. Le azioni saranno conseguentemente or ientate a sviluppare i punti di forza, eliminare i punti di debolezza, sfruttare le opportunità ed atte-nuare i r ischi. La f inalità dello strumento è quella di mettere in luce e sfruttare tut-ti gli elementi, sia interni, sia esterni al sistema che potenzialmente contr ibuiscono al raggiungimento degli obiettivi di un progetto. Quanto di seguito brevemente esposto in merito ad elementi di forza e debolezza, opportunità e minacce rappresenta una pr ima sommaria r icognizione che è stata svolta in sede di presentazione del progetto alla Fondazione Cariplo.Questa analisi ha pr incipalmente lo scopo di fornire i r isultati più im-mediati ed intuitivi.La maggiore cr iticità r ilevata e che r isulta anche la pr incipale motiva-zione che sottende il progetto, è il r ischio derivante dalla pressione di una forte urbanizzazione e dalla trasformazione delle aree libere intercluse oramai dall’edif icato, con ulter iore semplif icazione e r i-duzione delle componenti vegetazionali, che farebbe venire meno la possibilità di rendere ef fettiva la prevista connessione ecologica tra le diverse aree d’interesse ambientale situate a cavallo tra i citati Parchi.

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Strenght (punti di forza)

- Presenza del Parco delle Groane, quale area ad elevato grado di naturalità.- Presenza del Parco Locale di Interesse Sovracomunale del Grugnotorto Villoresi, quale area di collegamento tra sistemi naturalistici regionali.- Presenza di porzioni di territorio libero ancora in parte ge-stito ai fini agricoli .- Presenza di aree relativamente compatte ed in grado di costituire un corridoio di connessione ecologica.

WeakneSSeS(punti di debolezza)

- Aree di intenso sviluppo edilizio e presenza di barriere in-frastrutturali che interrompono la continuità relazionale tra le aree inedificate.- Area di confine tra comuni, governata con più strumenti di pianificazione.- Vocazione agricola limitata, mancanza di colture trainanti ed economicamente rilevanti.- Presenza di coltivazioni intensive, che riducono la presenza degli habitat e quindi delle specie.- Forte processo di trasformazione del paesaggio naturali-stico originario.

opportunitieS(opportunità)

- Collegamento tra le aree a forte vocazione ambientale del Parco delle Groane e Parco del Grugnotorto Villoresi.- Collegamento tra due aree regionali protette (Groane e Nord Milano).- Conversione di aree libere in stato di abbandono e fonti di degrado ambientale in aree naturalistiche fruibili e miti-gative degli impatti antropici, mantenimento delle attività agricole e introduzione di forme sostenibili dal punto di vista ecologico (habitat, flora e fauna).- Ricomposizione del frammentato paesaggio esistente.

threatS(minacce)

- Ulteriore frammentazione dello spazio libero esistente.- Ulteriore impoverimento delle specie (flora e fauna).- Saldatura tra ambiti fortemente urbanizzati.

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Il progetto persegue il f ine di tutelare e raf forzare la presenza delle aree libere e la biodiversità, attraverso la redazione di uno studio di fattibilità che individui la esatta tipologia e localizzazione degli in-terventi funzionali alla realizzazione di una importante connessione ecologica tra il Parco delle Groane e il Parco Locale Sovracomunale del Grugnotorto Villoresi, e, più in generale, con il Parco Regionale Nord Milano.Altro obiettivo di particolare r ilevanza che il progetto persegue è la r icomposizione del paesaggio stor ico di tale terr itor io, oggi forte-mente trasformato dalle attività antropiche, sia quelle edif icatorie che quelle r iconducibili a una conduzione agricola banalizzante. L’o-dierno paesaggio deriva infatti dall’intenso utilizzo e trasformazione del suolo che ha contemporaneamente determinato la perdita o il for-te diradamento degli elementi di strutturazione stor ica e la modif ica dell’assetto naturalistico, condizionando fortemente la permanenza delle diverse specie di f lora e fauna che oggi sopravvivono, grazie alle

Capitolo 3

OBIETTIVI DEL PROGETTO

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Figura 3.1 – La fascia territoriale del progetto (evidenziata in giallo). A ovest le aree del Parco delle Groane, a sud-est le aree del Parco del Grugnotorto Villoresi (verde scuro) e ad est i primi salienti delle aree agricole del Comune di Desio

forme di tutela introdotte con l’istituzione del Parco delle Groane, ma con popolazioni rarefatte e fortemente minacciate. Gli obiettivi sono quindi molteplici: si vogliono creare le condizioni per dare avvio alla realizzazione del corr idoio ecologico - e quindi all’incremento della connettività e della funzionalità ecologica del terr itor io, migliorandone la vocazionalità per numerose specie fauni-stiche – inserire forme naturalistiche a mitigazione dei forti impatti ambientali presenti e futuri (autostrada Pedemontana) e si intende r icomporre un paesaggio frammentato e dispersivo reintroducendo elementi di diversif icazione e connotazione stor ica.

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capitolo 3

3.1 DEfINIZIONE, STRUTTURA E OBIETTIVI DI UNA RETE ECOLOGICA

Con l’avvio delle politiche di protezione ambientale, pr incipalmente di iniziativa europea, si è pensato e si è consolidato il concetto che la protezione degli ambienti naturali fosse possibile attraverso l’istitu-zione di aree protette, quali forme di programmazione terr itor iale più idonee in grado di contrastare le trasformazioni ambientali. In real-tà, queste sono r isultate insuf f icienti per la conservazione, in tempi lunghi, della biodiversità e dei processi ecologici, e soprattutto non ef f icaci nel garantire la continuità ambientale che attualmente si è tradotto nello sviluppo di un settore specif ico della pianif icazione: le reti ecologiche.Le reti ecologiche nascono quindi nel tentativo di tutelare gli ambien-ti naturali, e le comunità biologiche ivi incluse, non limitandosi alla stretta protezione della singola “area perimetrata”, ma allargando la tutela nei confronti delle dinamiche biologiche che esistono e si svi-luppando su una scala terr itor iale più ampia.In tale logica, una rete ecologica è f inalizzata non solo alla def inizio-ne delle r isorse ambientali e delle relative forme di organizzazione, ma deve contr ibuire signif icativamente al r ipr istino di una connetti-vità fra diversi ambienti naturali in contrapposizione alla progressiva frammentazione degli stessi ambiti naturali.In sintesi per rete ecologica si deve intendere un insieme di “elementi” con diverso grado di naturalità connessi tra loro in modo da garantire la tutela della biodiversità di un terr itor io più o meno vasto.Considerando la natura ef fettiva degli “elementi” da mettere in rete, generalmente si individuano almeno quattro modi di intendere una rete ecologica come:1) sistema interconnesso di habitat, di cui salvaguardare la biodiver-sità;2) sistema di parchi e r iserve, inser iti in un sistema coordinato di ser-vizi;3) sistema paesistico;4) scenario ecosistemico polivalente, a supporto di uno sviluppo so-stenibile.

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La strutturazione di una rete ecologica avviene mediante la r icomposi-zione dei seguenti pr incipali “elementi”, così come convenzionalmen-te adottate nella Pan–European Strategy for Conservation of Landsca-pe and Biodiversity e nella Pan–European Ecological Network:• Core areas (Aree centrali; dette anche nuclei, gangli o nodi): trat-tasi di aree naturali di grande dimensione, di alto valore funzionale e qualitativo ai f ini del mantenimento della vitalità delle popolazioni. Costituiscono l’ossatura pr incipale della rete ecologica in grado di so-stenere popolamenti ad elevata biodiversità e quantitativamente r ile-vanti. Le aree protette sono vocazionalmente “core areas”. • Buf fer zones (Zone cuscinetto): sono settor i terr itor iali limitrof i alle core areas. Hanno funzione protettiva nei confronti di queste ul-time r iguardo agli ef fetti dannosi che possono derivare dall’attività antropica (ef fetto margine) sulle specie più sensibili.• Wildlife (ecological) corr idors (Corr idoi ecologici): sono collega-menti lineari fra core areas e gli altr i componenti della rete tra loro separate. La loro funzione è mantenere e favorire le dinamiche di di-spersione delle popolazioni biologiche fra aree naturali, impedendo così le conseguenze negative dell’isolamento. Inoltre i corr idoi eco-logici sono utili per limitare gli ef fetti della frammentazione ecolo-gica. I corr idoi ecologici si caratter izzano per ampiezza, collocazione r ispetto alle aree naturali centrali (core areas), qualità ambientale, caratter istiche eto–ecologiche delle specie che possono, potenzial-mente, utilizzarlo.• Stepping stones (“Pietre da guado”): sono aree naturali minori po-ste lungo linee ideali di passaggio della biodiversità laddove non vi sia la continuità del corr idoio ecologico. Hanno una funzione puntuale di appoggio e r ifugio per gli organismi. Le stepping stones sono fram-menti ambientali di habitat ottimale (o subottimale) per determinate specie, immersi in una matr ice paesaggistica antropizzata. •Restoration areas (Aree di restauro ambientale): sono aree di nuova implementazione frutto da interventi di r iconversione, r inaturazione individuati dal progetto di realizzazione di una rete ecologica. Sono nuove unità para–naturali in grado di completare la funzionalità della rete da attivare spesso in terr itor i fortemente frammentati o urbaniz-zati.

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capitolo 3

3.2 IL PROBLEMA DELLA fRAMMENTAZIONE AMBIENTALE

La maggior o minor presenza di biodiversità è stata considerata per lungo tempo uno dei fattor i attraverso cui r ilevare lo stato di conser-vazione ambientale, tanto che attualmente è diventato un indicatore ambientale oltre che un elemento qualif icante dei terr itor i.In tal senso, la diversità biologica esprime genericamente la var iabili-tà di organismi viventi presenti in un determinato contesto terr itor ia-le, oltreché degli ecosistemi di cui fanno parte.Con il progressivo incremento dei processi di urbanizzazione e degli impatti der ivanti dalle attività antropiche che generano pr incipal-mente forme di degrado dei terr itor i, con conseguente impoverimento della diversità biologica e paesistica, è sorta negli ultimi periodi l’e-sigenza dif fusa di attivare politiche e interventi per la conservazione della biodiversità. In tale prospettiva, il processo di frammentazione degli ambienti na-turali per cause antropiche costituisce, per le sue conseguenze ai di-versi livelli ecologici, ambientali, paesistici e terr itor iali, una pr ior ità di studio, in quanto causa pr imaria della perdita di biodiversità.

Figura 3.2 –Schema di strutturazione di una rete ecologica

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La frammentazione, pertanto, può essere def inita come il processo che genera una progressiva r iduzione della superf icie e degli ambien-ti naturali e un loro progressivo isolamento. In tal senso le superf ici naturali che pr ima rappresentavano gli elementi pr incipali dei sistemi ambientali, ora si sono r idotti fortemente stante l’avanzamento dei sistemi antropici, conformandosi come elementi spaziali residuali. Del resto i processi di crescita urbana hanno evidenziato la presen-za di città e porzioni di città quale esito di un processo di addizio-ne insediativa che, pur attuandosi in conformità alla strumentazione urbanistica programmata, è avvenuta quasi ovunque per addizione di parti, progettate in maniera distinta e separata anche quando conti-gue, soprattutto nelle città di espansione. Sono stati così realizzati insediamenti ed ambienti edilizi, spesso poco relazionati, non solo al contesto urbano, ma soprattutto al più ampio sistema naturale e al terr itor io aperto immediatamente adiacente. Ciò ha generato la par-cellizzazione e r iduzione del pr imario sistema ambientale costituito proprio dalle aree libere.Questo tema r isulta più r ilevante e signif icativo in corr ispondenza dei margini della città, dove i tessuti insediativi perdono i loro legami e le loro coerenze per spingersi e disperdersi nella matr ice dei terr itor i aperti che diventa terr itor io di conquista dei fenomeni antropici. Que-sto modello di urbanizzazione e di infrastrutturazione terr itor iale ha generato la cosiddetta frammentazione ambientale degli ambiti natu-rali e paesistici.Il processo di frammentazione può essere perciò scisso in due compo-nenti: una r iguarda la scomparsa degli ambienti naturali e la r iduzione della loro superf icie; l’altra, l’insular izzazione progressiva e la r idi-str ibuzione sul terr itor io degli ambienti residui. Inoltre con il proce-dere della frammentazione, si modif ica la strutturazione dei rapporti ecologici tra le specie, pr incipalmente si assiste alla scomparsa delle specie tipiche degli ambienti preesistenti, e l’aumento di quelle co-muni.

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capitolo 3

3.3 LA PERDITA DEGLI hABITAT

Le pr incipali cause del declino delle specie animali sono da r icercarsi nella progressiva perdita degli habitat a loro idonei. Ogni specie ani-male per poter sopravvivere ha bisogno di un ambiente che ne soddisf i le esigenze pr imarie in fatto di cibo, condizioni climatiche, protezione (es. difesa dai predatori), possibilità di r iproduzione (ad es. consen-tendo la nidif icazione).Questo avviene, ed è ben visibile nelle nostre zone, caratter izzate da una forte impronta antropica, attraverso diverse forme: l’agricoltura intensiva ed estensiva distrugge la biodiversità, il consumo di suolo da parte dell’uomo è incompatibile con le esigenze di vita della mag-gior parte delle altre specie animali, l’inquinamento, nelle sue diverse forme, contr ibuisce al degrado degli habitat residuali che in questo modo perdono le loro caratter istiche precipue e con esse la capacità di permettere la sopravvivenza delle specie che lo abitano.Non solo gli ecosistemi terrestr i subiscono gli ef fetti dell’inquinamen-

Figura 3.3 – Il territorio in esame. La frammentazione delle aree libere naturali, la dimensione dell’urbanizzato ed il sistema delle infrastrut-ture lineari stradali

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to, ma anche f iumi e laghi, quando non sono in sof ferenza per feno-meni di siccità (naturale o causata da attività antropiche), presentano spesso tassi di inquinamento tali da non poter sostenere, o da r idurre notevolmente la vita dei pesci che vi abitano e di conseguenza anche di tutte le altre specie animali che vivono nei pressi degli habitat ac-quatici.Anche la cementif icazione degli argini pr iva i corsi d’acqua della loro vitalità per le specie animali, trasformandoli spesso in mere canaliz-zazioni per il trasporto dell’acqua. La f itta vegetazione delle r ive dei corsi d’acqua non trasformati in ster ili canali, of fre uno straordinario ambiente di vita per decine di specie.Le aree boscate residuali, che si trovano tra i campi agricoli e l’esten-sione dell’urbanizzato rappresentano importanti habitat per la fauna, ma spesso il loro degrado, unito alla forte presenza di specie alloctone e carenza di var ietà della struttura interna del bosco limita questa sua funzione. Come sottolinea A.Gariboldi [Gariboldi, 2005] è infatti opportuno r i-cordare che, ai f ini di incrementare la valenza per la fauna delle aree boscate, contano, più che le singole specie vegetali, i seguenti para-metr i dell’ecosistema forestale:- maturità e disetaneità (var iabilità dell’età) delle piante;- struttura diversif icata, ovvero buon sviluppo dei var i livelli degli strati erbacei, arbustivi ed arborei;- dimensioni minime e ”spessore” delle parcelle forestali;- forma e sviluppo dei margini esterni (fasce cotonali suf f icientemen-te larghe e sinuose);- suf f iciente tranquillità delle zone boscate.Siepi, f ilar i e nuclei boscati, se suf f icientemente estesi e collegati tra loro, possono svolgere un importante funzione nel favorire la sosta, il r ifugio, la r iproduzione e lo spostamento della fauna locale (corr idoi faunistici).In particolare, per quanto r iguarda l’agricoltura, vengono elencate di seguito alcune buone pratiche a favore della fauna:• Mantenimento di siepi e f ilar i ai bordi dei campi coltivatiLa siepe è un vero e proprio serbatoio di biodiversità, in quanto rac-chiude in sé un complesso di dif ferenti micro ambienti ideali per diver-

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capitolo 3

se specie. È quindi importante mantenere le siepi e i f ilar i esistenti, e creare nuove fasce sia lungo i canali che tra i diversi campi. Le siepi devono essere composte da specie autoctone dif ferenti con un impian-to di almeno 3 f ile di dif ferenti altezze, in particolare a bacca, così da creare zone di r ifugio e alimentazione per molte specie. È importante creare inoltre fasce boscate più larghe e piccoli boschetti che posano fungere da isole ecologiche più legate agli habitat boschivi.• Mantenimento di prati permanenti polif iti, ossia formati da dif fe-renti specie In queste aree prative la presenza di una grande var ietà di specie ve-getali of fre un ambiente ideale per la sopravvivenza di invertebrati, base dell’alimentazione di molti uccelli e piccoli mammifer i. Il fatto che questi prati non vengano dissodati durante il per iodo inverna-le permettono la sopravvivenza della biodiversità anche nei per iodi di scarsa produttività di altr i ambienti e quindi la sussistenza per le specie svernanti. Questi ambienti danno ospitalità a specie un tempo molto comuni ma oggi rare, come l’allodola, lo str illozzo, nonché del-la rondine che sfrutta i prati per alimentarsi e procurare il cibo per i piccoli.Se non è possibile creare prati permanenti si suggerisce di Lasciare i margini inerbiti intorno ai campi coltivati per aumentare la disponibi-lità di cibo e di siti di nidif icazione. Sfalciare i margini solo in autun-no, una volta ogni tre anni a rotazione.• Mantenere il più a lungo possibile le Stoppie. Il mantenimento di una copertura al suolo of fre un importante habitat di foraggiamento invernale e di r ifugio. Tra le stoppie infatti r imane un po’ di granella e cresce una vegetazione spontanea che produce semi. I semi rappresentano la pr incipale alimentazione di molte specie di uccelli durante il per iodo invernale, che è il per iodo dell’anno più dif f icile per l’avifauna stanziale e svernante, in quanto il cibo scar-seggia.• Mantenimento di zone umide permanenti, gestione corretta di ca-nali e fontaniliLe aree umide sono indispensabili per la sopravvivenza di tutte quelle specie che necessitano dell’acqua per almeno una parte del loro ciclo vitale, come gli anf ibi ma anche alcuni insetti, ad esempio le libellule

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e per le specie di uccelli strettamente associati all’acqua. La vegeta-zione delle sponde di aree umide e canali svolge, inoltre, un impor-tante ruolo di f itodepurazione naturale delle acque di dilavamento dei campi.Per questo si dovrebbe evitare la posa di canalizzazioni in cemento che, sebbene limitino le perdite di acqua per inf iltrazione, creano un ambiente completamente artif iciale, ostile alla vita selvatica. In alter-nativa utilizzare uno strato di argilla per impermeabilizzare il fondo.Mantenere una fascia di vegetazione a siepe alberata a lato del canale e della roggia o dove essa sia assente crearla utilizzando specie autoc-tone.Garantire, almeno nei canali pr incipali, la presenza dell’acqua in ogni per iodo dell’anno o almeno da febbraio, in modo da creare un habitat idoneo alla presenza anche delle specie stanziali con un periodo di nidif icazione precoce, come la gallinella d’acqua.Non eliminare completamente la vegetazione delle r ive, ma lasciare dei luoghi di r ifugio per la fauna. Attraverso il taglio parziale della ve-getazione in alveo è possibile creare un canale sinuoso che or igina dei microhabitat, r iduce i costi di manutenzione e permette comunque il regolare deflusso dell’acqua. L’eventuale controllo della vegetazione deve avvenire esclusivamente con mezzi meccanici (sfalcio), e sempre da agosto a f ine gennaio, al di fuori cioè del per iodo r iproduttivo, escludendo l’uso di diserbanti.

3.4 GLI OBIETTIVI SPECIfICI

Obiettivo fondante del progetto è quello di garantire la connessione ecologica tra due importanti aree naturali: Parco delle Groane e Parco del Grugnotorto Villoresi.Gli obiettivi sono molteplici: si vogliono creare le condizioni per dare avvio alla realizzazione del corr idoio ecologico - e quindi all’incre-mento della connettività e della funzionalità ecologica del terr itor io, migliorandone la vocazionalità per numerose specie faunistiche – in-ser ire forme naturalistiche a mitigazione dei forti impatti ambientali presenti e futuri e si intende r icomporre un paesaggio frammentato e dispersivo reintroducendo elementi di diversif icazione e connotazione

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capitolo 3

storica.Altro elemento fondamentale del progetto è stato la necessità di in-crementare la conoscenza e la sensibilità della popolazione insediata r iguardo la tutela della biodiversità, la conservazione delle aree natu-rali. In tal senso si è avviato un percorso di comunicazione e coinvolgi-mento della comunità locale per def inire in maniera condivisa le scelte e la strategia per la strutturazione del corr idoio ecologico, incentrata sulla salvaguardia degli spazi aperti.In sintesi gli obiettivi specif ici individuati dal progetto sono:• Aggiornare e sistematizzare il quadro conoscitivo relativo alle com-ponenti ecosistemiche dell’area d’interesse per def inire il livello at-tuale di funzionalità ecologica del terr itor io anche in relazione ad al-cuni elementi naturalistici oggi poco identif icabili.• Identif icare le aree sulle quali proporre pr ior itar iamente interventi per la strutturazione del corr idoio ecologico, analizzando le situazioni particolar i di restr ingimenti ed interruzioni della continuità terr ito-r iale.• Individuare – in maniera condivisa assieme ai proprietar i – le possi-bili modalità di realizzazione delle soluzioni, in grado di salvaguardare sia le esigenze economiche sia gli obiettivi ecologici del progetto. In particolare ci si dir igerà verso una modalità di fruizione naturalistica delle aree che si discosti dalla classica realizzazione di “verde attrez-zato” a favore di una r icomposizione stor ica del paesaggio naturale.• Coinvolgere nel processo tutti gli attor i locali attraverso un percorso partecipativo strutturato, con l’intento di acquisire il “sapere sociale” che dif fer isce dal “sapere tecnico scientif ico”.

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Capitolo 4

VERSO IL PROGETTO

4.1 ANALISI SOCIO-ECONOMICA

La descr izione delle caratter istiche insediative/demograf iche dei co-muni di Cesano Maderno e Desio è contenuta nella sottostante tabella, che oltre a indicare la numerosità della popolazione, contiene alcuni dati terr itor iali legati al grado di urbanizzazione, già in parte antici-pato nei precedenti capitoli.I comuni di Cesano Maderno e Desio dal punto di vista della popolazio-ne insediata e della conformazione urbana hanno una numerosità mol-to simile, ognuno di essi possiede circa 40.000 abitanti e un consumo di suolo di circa il 75%. L’indice di consumo di suolo (ICS) è il rappor-to tra la superf icie urbanizzata e la superf icie terr itor iale comunale espressa in percentuale.Questi dati evidenziano il forte processo di urbanizzazione del terr ito-r io, avviato sin dalle pr ime decade del novecento con la rottura della famiglia patr iarcale dedita al lavoro nei campi per poi essere stata r iutilizzata nelle attività manifattur iere, artigianali, produttive e ter-ziar ie per ultimo, lasciando il settore dell’agricoltura come un’attività assolutamente marginale.

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La debole attività agricola presente in questo contesto – la cui strut-tura terr itor iale aperta è caratter izzata da una presenza limitata di case coloniche di vecchio impianto e da una ser ie di strutture edilizie non comunque r iconducibili ad attività agricole - è composta secondo quanto r iportato nella sottostante tabella i cui dati sono stati r ilevati dal 6° censimento dell’agricoltura.I due comuni possiedono complessivamente una superf icie agricola totale di circa 321 ha (3,21 kmq), di cui 294 ha (2,94 kmq) sono uti-lizzati ai f ini agricoli (sau – superf icie agricola utilizzata). Solamente una minima parte di circa 21,8 ha sono destinati ad altr i usi non agri-coli; le superf ici a bosco annessi alle aziende agricole raggiungo circa 5,76 ha. E’ signif icativo il dato della superf icie non utilizzata ai f ini agricoli che si estende per circa 22 ha, vale a dire circa il 7% sia della superf icie agricola totale che della superf icie agricola utile. Analizzando però singolarmente ogni comune, si r ileva che in Cesa-no Maderno la superf icie agricola totale interessa solamente il 6% dell’intera superf icie comunale occupando una estensione di circa 0,75 kmq r ispetto agli 11,49 kmq dell’intero terr itor io comunale;

Figura 4.1 – Caratteristiche insediative demografiche dei comuni di Cesano Maderno e Desio

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capitolo 4

Figura 4.2 – Dati sesto censimento ge-nerale dell’agricoltura riguardanti i co-muni di Cesano Maderno e Desio.

Figura 4.3 – Dati sesto censimento ge-nerale dell’agricoltura riguardanti i co-muni di Cesano Maderno e Desio. Uti-lizzazione dei terreni dell’unità agricola.

Figura 4.4– Dati sesto censimento gene-rale dell’agricoltura riguardanti i comuni di Cesano Maderno e Desio. Superficie agricola utilizzata.

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valore che evidenzia la marginalità del ruolo dell’attività agricola do-vuta alla frammentazione delle aree.Relativamente al comune di Desio la superf icie agricola totale interes-sa circa il 17% della superf icie comunale occupando una estensione di circa 2,46 kmq r ispetto ai 14,79 kmq dell’intera superf icie comu-nale; valore che evidenzia una buona presenza dell’attività agricola nel contesto altamente urbanizzato del nord Milano, che però registra evidenti problemi di mantenimento e sostentamento stante la dif fusa presenza di usi impropri.

Figura 4.5 – Comune di Cesano Maderno. Carta degli usi del suolo comunale.

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capitolo 4

Figura 4.6 – Comune di Desio. Carta degli usi del suolo comunale.

4.2 ANALISI TERRITORIALE

4.2.1 USO DEL SUOLO

L’area di r ifer imento per la futura realizzazione del corr idoio ecologi-co possiede un’estensione di circa 73 ha. Su questo terr itor io è stata ef fettuata una specif ica campagna di r ilevamento dell’uso del suolo i cui tratti f isici e ambientali sono meglio apprezzati nell’ultimo capi-tolo descr ittivo per immagini.La carta dell’uso del suolo r iporta la classif icazione del terr itor io og-

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getto di progetto sulla base delle macrocategorie di uso r ilevate du-rante la fase di r ilievo. Il terr itor io viene distinto in 9 classi:- Aree agricole: comprende tutte le aree in cui vi è un’attività agricola in essere- Prati: r ientrano in questa classe tutte le aree a prato stabile o prato gestito e mantenuto- Aree non gestite: sono le aree che non presentano una netta classif i-cazione ecologico-ambientale e che, probabilmente perché in una fase di transizione, o di abbandono, non vengono curate e le specie pionie-re stanno r iconquistando lo spazio lasciato libero dall’attività umana. Sono aree che possono avere qualità ecologica diversa, a seconda di quali specie stanno colonizzando l’area- Aree verdi nell’urbanizzato: r ientrano in questa classe, creata ad hoc per questa fattispecie di terr itor io, le aree verdi che hanno una forte connotazione urbana, spesso perché si trovano all’interno di macroa-ree a vocazione fortemente urbana. Sono spesso aree frammentate e mal collegate al resto del contesto. Si trovano nelle aree di frangia, intersecate tra le aree edif icate.- Aree con vegetazione arborea: non essendoci una consistente pre-senza di aree classif icabili come boschi, si è prefer ito utilizzare questa nomenclatura per classif icare tutte le aree che presentano elementi arborei dif fusi, anche senza r ispettare i requisiti di estensione r ichie-sti per essere def inite bosco- Coltura floro-vivaistica- Orti- Uso improprio: sono state classif icate come aree ad uso improprio tutte quelle situazioni in cui, al momento del r ilievo si è evidenziato un uso dif ferente da quello previsto dallo strumento urbanistico vi-gente.- Aree non classif icate: è una classe dedicata ad una sola area, comple-tamente cintata ed inaccessibile, per cui non è stato possibile appro-fondire l’analisi durante le giornate di r ilievo del terr itor io.

Come si può vedere dal graf ico e dalla tabella in f igura 4.8 circa un quarto della superf icie complessiva è occupata da terreno agricolo, prevalentemente localizzato nella porzione or ientale, a contatto con

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capitolo 4

il PLIS Grugnotorto Villoresi, il 20% è classif icato come prato, il 18% come aree non gestite, il 15% come aree verdi nell’urbanizzato. I r i-lievi hanno inf ine classif icato 5,6 ettar i di terr itor io (circa l’8% della superf icie totale) come aree con vegetazione arborea e boschi, mentre il restante 11% di terr itor io è composto dalle classi minori, come orti, colture floro-vivaistiche, usi impropri, cantier i e aree non classif icate.Nel complesso il terr itor io oggetto di studio ha una struttura comples-sa e var iegata pur essendo di dimensioni limitate. La ragione di ciò è probabilmente da r icercare nella sua natura residuale, stretto tra le due urbanizzazioni di Cesano Maderno a Nord e Bovisio Masciago a Sud.

Figura 4.7 – Il territorio in esame. Rilievo di dettaglio dell’uso del suolo

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4.2.2 CAPACITA’ DI USO DEI SUOLI

La capacità d’uso dei suoli (Land Capability Classif ication, abbreviata in “LCC”) è una classif icazione f inalizzata a valutarne le potenziali-tà produttive -per utilizzazioni di tipo agro-silvopastorale- sulla base di una gestione sostenibile, cioè conservativa della r isorsa suolo. La cartograf ia relativa a questa valutazione è un documento indispensa-bile alla pianif icazione del terr itor io in quanto consente di operare le scelte più conformi alle caratter istiche dei suoli e dell’ambiente in cui sono inseriti.I suoli vengono classif icati essenzialmente allo scopo di metterne in evidenza i r ischi di degradazione derivanti da usi inappropriati. Tale interpretazione viene ef fettuata in base sia alla caratter istiche intr inseche del suolo (profondità, pietrosità, fertilità), che a quelle dell’ambiente (pendenza, r ischio di erosione, inondabilità, limitazio-ni climatiche), ed ha come obiettivo l’individuazione dei suoli agro-nomicamente più pregiati, e quindi più adatti all’attività agricola, consentendo in sede di pianif icazione terr itor iale, se possibile e con-veniente, di preservarli da altr i usi.Il sistema prevede la r ipartizione dei suoli in 8 classi di capacità con limitazioni d’uso crescenti. Le pr ime 4 classi sono compatibili con l’u-so sia agricolo che forestale e zootecnico; le classi dalla quinta alla

Figura 4.8 – Il territorio in esame. Rilievo di dettaglio dell’uso del suolo - superfici

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capitolo 4

settima escludono l’uso agricolo intensivo, mentre nelle aree appar-tenenti all’ultima classe, l’ottava, non è possibile alcuna forma di uti-lizzazione produttiva. Le aree interessate dal progetto vengono classif icate nelle classi 3 e 4 della LCC. In particolare si desume , consultando la carta pedologica in scala 1:50000 redatta dalla Regione Lombardia che i suoli sono classi-f icati con fattore di limitazione ‘s’, che rappresenta limitazioni dovute a caratter istiche negative del suolo, quali, a titolo di esempio, bassa

Foto 4.9 - Il territorio in esame. Capacità d’uso dei suoli

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profondità, tessitura argilloso-limosa, alta pietrosità, scarsa fertilità (pH estremamente alto o basso, bassa capacità di scambio cationico).

4.2.3 ELEMENTI DELLA RETE ECOLOGICA

In questa cartograf ia vengono rappresentati e messi a sistema gli ele-menti della Rete Ecologica Regionale e comunale, in modo da dare una chiara visione d’insieme dell’area in cui si trova ad essere collocata l’area di progetto.In particolare vengono r iportati i limiti regionali dei ‘corr idoi regio-nali pr imari a bassa/moderata antropizzazione’ e delle ‘aree pr io-r itar ie per la biodiversità’, già r iportati nella carta delle cr iticità e potenzialità, inoltre vengono r iportati gli elementi a scala comunale identif icati in fase di redazione del PGT/VAS e pubblicati nei seguenti livelli informativi geograf ici, qualora presenti nel DB regionale rela-tivo ai 3 comuni (Cesano Maderno, Desio e Bovisio Masciago) prossimi

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capitolo 4

all’area di progetto:- Elementi di cr iticità per la rete ecologica: rappresentano le aree che influenzano negativamente la disposizione della rete ecologica. Sui livelli informativi prodotti dal Comune di Cesano Maderno vengono rappresentati i pr incipali elementi insediativi che fungono da barr ie-ra per la connessione ecologica, in particolare evidenziando tutti gli elementi residenziali e produttivi che insistono sulle sponde del f iume Seveso, oltre che gli elementi r itenuti più impattanti per la continuità ambientale nella zona lungo la tangenziale sud.- Aree a r ischio di compromissione o degrado: sono aree produttive dismesse o aree urbanizzate esistenti ed individuate nello strumento urbanistico vigente, interessate da fenomeni di degrado urbanistico-

Foto 4.10 - Il territorio in esame. Elementi della Rete Ecologica

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edilizio, economico-sociale ed ambientale. I dati del comune di Cesano individuano in questa classe tutte le aree prossime ad arter ie stradali ad elevata percorrenza, le aree interessate dal progetto Pedemontana, le aree agricole periurbane di ‘presidio’, nonché le aree interessate da piani attuativi. Il comune di Desio invece individua su questo layer le aree agricole degradate, compromesse o con presenza di inquinanti. Si può notare dalla cartograf ia come la quasi totalità dell’area di proget-to sia classif icata come area a r ischio di compromissione, raf forzando così la necessità di azioni che vadano a raf forzarne la valenza di aree di connessione ecologica.- Varchi: sono aree di particolare importanza ecologica da preservare. Viene individuato un unico varco, classif icato come ‘varco da defram-mentare’, sottolineando il r ischio di interruzione della connettività in senso Est-Ovest che attualmente insiste sull’area.- Corr idoi e connessione ecologica: aree importanti per mantenere la connettività della rete ecologica. Nell’area meridionale del comune di Cesano Maderno vengono individuati 3 corr idoi ecologici: un corr idoio fluviale che segue il f iume Seveso, un corr idoio di connessione tra il Parco delle Groane ed il Grugnotorto Villoresi, che coincide con l’area di progetto, ed un terzo corr idoio terrestre che si diparte da quest’ul-timo proseguendo verso nord e che costeggia la superstrada Milano-Meda. Tali corr idoi ecologici di interesse comunale non sono inseriti nella Rete Ecologica Regionale (RER), ma derivano dalla rete di r icom-posizione paesaggistica provinciale.- Nodi della rete ecologica: aree di particolare r ilevanza all’interno del comune di particolare r ilevanza ecologica. I nodi della rete ecologica comunale individuati sono rappresentati dalle aree verdi residuali nel-la porzione or ientale, a r idosso del PLIS Grugnotorto ed, ovviamente, l’area del Parco delle Groane.- Zone di r iqualif icazione ecologica: aree degradate da qualif icare per la biodiversità e sede di progetti di r inaturalizzazione compensativa. In questo layer vengono individuati due tipi di zone di r iqualif icazio-ne: la pr ima è relativa al progetto di parco fluviale da realizzare lungo le sponde del Seveso, mentre il secondo, che insiste sulle aree di pro-getto si r ifer isce alle previsioni delle compensazioni ecologiche (Gre-enways) del progetto Pedemontana.

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capitolo 4

La distr ibuzione dei dati non è uniforme in quanto i layers descr itti sono presenti nella loro completezza solo nel DB relativo al comune di Cesano Maderno, mentre in quello di Desio è presente solo il la-yer relativo alle aree a r ischio di compromissione o degrado mentre nessun layer è presente nel DB del comune di Bovisio Masciago. Que-sta dif ferenza è dovuta alle diverse date in cui sono stati prodotti gli ultimi strumenti urbanistici dei comuni in questione, poiché i layers analizzati vengono r ichiesti da Regione Lombardia solo nell’ultima versione della fornitura della tavola delle previsioni, pertanto i docu-menti prodotti precedentemente al 2013 non possono contenere tali informazioni.

4.2.4 PREGI E CRITICITA’ DEL TERRITORIO

Questa cartograf ia rappresenta una sintesi dei pr incipali elementi di cr iticità e dei pr incipali elementi di pregio del terr itor io che compren-de l’area di progetto, in modo da poterne visualizzare la distr ibuzione geograf ica e la loro collocazione.Le pr incipali cr iticità individuate sono:- Interferenze della rete stradale: all’interno della maglia viar ia che attraversa il terr itor io sono state individuate le arter ie che per con-formazione, larghezza e numero di veicoli circolanti, rappresentano un’interruzione della continuità ambientale, oltre che un disturbo dal punto di vista acustico, luminoso (nelle ore notturne) ed anche dal punto di vista delle emissioni. La pr incipale arter ia di traf f ico, che taglia il terr itor io, nonché le aree di connessione individuate dal progetto è la superstrada Milano-Meda, che passando in questo tratto sotto al piano di terreno limita il suo ef fetto di frammentazione, in quanto viene superata da due ponti. Il secondo elemento viar io che caratter izza il terr itor io è la tangenziale sud di Cesano Maderno, che corre lungo il conf ine meridionale del terr itor io comunale e che segue per quasi tutto il percorso, tagliandolo in senso longitudinale, il ter-r itor io oggetto di analisi. Vengono inf ine individuate in cartograf ia la Comasina (SP35), che taglia il terr itor io verticalmente nella sua por-zione occidentale, peraltro proprio in corr ispondenza di uno dei punti di connessione più problematico, dal punto di vista ambientale (vedi

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Foto 4.11 - Il territorio in esame. Pregi e criticità del territorio

il paragrafo sui restr ingimenti), Via Manzoni (che rappresenta la con-tinuazione della tangenziale nella porzione or ientale del terr itor io, Corso Roma/Corso Italia e Via Agnesi/Via Comasinella che tagliano il percorso di connettività in senso trasversale e rappresentano, tra le var ie strade che si innestano sulla tangenziale, le uniche due arter ie che per dimensioni e per utilizzo sono state individuate come cr iticità.- Progetto Autostrada Pedemontana: sulla cartograf ia, separato dal tematismo delle interferenze della rete stradale, è stato rappresenta-to il tracciato in progetto dell’autostrada Pedemontana, con lo svinco-lo previsto all’altezza di Cesano Maderno-Desio. Il progetto, anche se non è ancora def initivo il suo iter di sviluppo, in questa veste andreb-be sicuramente ad interfer ire con la connessione ecologica oggetto

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di questo progetto. In particolare amplierebbe l’interferenza già esi-stente e rappresentata dalla superstrada Milano-Meda, ed andrebbe a tagliare con gli svincoli alcune aree attualmente boscate, creando di fatto un ulter iore restr ingimento nella zona a est della superstrada.- Restr ingimenti: nella cartograf ia sono state individuate le pr inci-pali zone in cui il già debole collegamento tra il Parco delle Groane ed il PLIS Grugnotorto-Villoresi si r iduce ad un debole collegamento rappresentato da una sottile linea verde, a volte con ampiezza minore di un metro. La pr ima area in cui sono stati r ilevati restr ingimenti nel corr idoio si colloca circa a metà tra i due parchi, in corr ispondenza con l’incrocio con il f iume Seveso; in corr ispondenza di tali restr ingimenti però vi sono, al di là del conf ine comunale, alcune aree verdi sul ter-r itor io comunale di Bovisio Masciago; tali aree sono state individuate come potenzialità in quanto, sulla base dei colloqui che sono in corso con i rappresentanti del comune di Bovisio, potrebbero divenire parte integrante del progetto di connessione. La seconda area, decisamen-te più cr itica, si colloca a r idosso del Parco delle Groane, a partire dall’incrocio con la Comasina: in questa zona la presenza di una gran-de arter ia viar ia, del supermercato LIDL e relativo parcheggio, non-ché il cantiere relativo alla realizzazione di nuovi edif ici residenziali r iducono notevolmente le aree a verde che potrebbero r ientrare a far parte di un progetto di connessione ecologica. Il superamento di que-sto nodo cr itico rappresenta sicuramente una delle maggiori cr iticità di tutto il progetto.- Situazioni di degrado: durante i r ilievi delle aree interessate sono state evidenziate diverse situazioni di degrado urbano, in particola-re r ifer ite ad abbandono di r if iuti, che non apparivano contingenti e limitate nel tempo, ma viceversa frutto di comportamenti illegali le-gati ad un mancato senso di appartenenza al terr itor io e di una sua possibile valor izzazione. In particolare sono presenti discar iche anche di notevoli proporzioni in corr ispondenza dell’area boscata lungo la tangenziale, appena pr ima di imboccare via Manzoni, poco più a sud, lungo Via Maestr i del Lavoro, ed inf ine, anche se sembrano episodi più sporadici, nella zona più a nord, lungo Via Turati.- Usi impropri: durante le indagini di campo si sono r ilevati diversi usi impropri di aree, pr incipalmente con destinazione agricola, che sono

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utilizzate invece come depositi di materiali o destinate ad attività di var io genere. Queste situazioni contr ibuiscono alla frammentazione ecologica del terr itor io ed a diminuire la connessione e la qualità del terr itor io agricolo residuale. Un problema ulter iore, relativamente a queste aree, è che la quasi totalità di esse r ientra tra le aree agricole pr ior itar ie individuate dal PGT, ossia quelle aree agricole che per po-sizione o importanza sul terr itor io rappresentano un tassello cruciale per la connessione ecologica.Le valenze del terr itor io invece vengono rappresentate da:- Valenze vegetazionali: sono rappresentate da tutte quelle aree in cui nei r ilievi di campo sono state r ilevate delle specie che rappresentano delle valenze dal punto di vista ecologico, vuoi perché specie autocto-ne che stanno resistendo alla colonizzazione delle specie infestanti, vuoi perché specie strategiche, o alberi monumentali.- Aree pr ior itar ie per la biodiversità: l’individuazione delle Aree pr io-r itar ie per la biodiversità, dapprima nella Pianura Lombarda e Oltrepo’ Pavese, e successivamente nelle Alpi e Prealpi lombarde è avvenuta, per conto di Regione Lombardia, da parte di Fondazione Lombardia per L’Ambiente [Fondazione Lombardia per l’Ambiente, 2009], ed in questa regione comprende le aree del Parco delle Groane.- Corr idoi regionali pr imari a bassa/moderata antropizzazione: sono le aree individuate dalla RER come corr idoi ecologici di importanza regionale, classif icati come aree già antropizzate, ma con una densità suf f icientemente bassa per non essere terr itor i già compromessi.- Orti condivisi/Parco Collodi: tra le aree di pregio del terr itor io sono state indicate anche le due realtà degli Orti Condivisi e del Parco Col-lodi, situate entrambe nel comune di Cesano Maderno, anche se non r ientrano tra le aree direttamente conf inanti con le aree di indagine sono la testimonianza di porzioni di terr itor io di cui la cittadinanza si è fatta car ico, realizzando nel pr imo caso un’area agricola con orti e piante da frutto, coltivate dai cittadini e dalle associazioni, anche con f inalità sociali, e nel secondo caso realizzando un giardino pubblico molto sentito, vissuto e curato dalla popolazione che vive nel quartie-re. Riteniamo che la valor izzazione di queste iniziative sia un’azione ef f icace contro l’abbandono e l’incuria dei terr itor i e di contro serva a salvaguardare ciò che è la connettività ecologica e la conservazio-

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ne della biodiversità che sono una delle facce dell’azione civile di chi vuole avere cura del terr itor io in cui vive. Senza il sostegno della po-polazione (oltre ovviamente ad una corretta tutela legislativa ed una pianif icazione terr itor iale attenta) la tutela delle connessioni ecolo-giche r isulta di dif f icile realizzazione.- Aree conf inanti sul terr itor io di Bovisio Masciago: anche se non r i-entra tra gli enti partner di progetto, il Comune di Bovisio Masciago ha mostrato il suo interesse al progetto “vie di contatto” durante i pr imi forum pubblici di illustrazione del progetto, mettendosi a dispo-sizione per un dialogo congiunto relativo alle aree verdi che insistono sul terr itor io comunale di Bovisio Masciago, lungo la tangenziale sud di Cesano Maderno. Queste aree sono situate a metà strada tra i due poli della connessione, vicino alla zona in cui scorre il f iume Seveso, area in cui viene identif icato uno dei due restr ingimenti della linea di connessione. Il supporto del comune di Bovisio in questo senso r isulta essere di fondamentale importanza.

4.2.5 INDICE DI VICINANZA AI DISTURBI

Questa cartograf ia rappresenta una elaborazione terr itor iale dei dati r iportati nella carta dei pregi e cr iticità del terr itor io.Ad ogni punto del terr itor io in esame è stato attr ibuito un valore r i-sultante dalla somma dei valor i di vicinanza ad ogni fonte di cr iticità. Il valore di vicinanza per ogni categoria di disturbi è stato calcolato attr ibuendo ad ogni punto del terr itor io il valore 1000 sottratto del valore di distanza in metr i r ispetto alla fonte di cr iticità più prossima.Sono state create quindi 5 livelli informativi che r iportano valor i che var iano da 0 (distanza maggiore o uguale a 1000m dalla fonte) a 1000 (fonte di cr iticità) r ispetto a:- Aree urbanizzate- Rete stradale- Situazioni di degrado- Restr ingimenti del corr idoioQuesto indicatore aiuta a visualizzare dove sono collocate le aree che subiscono i maggiori impatti da parte delle aree individuate come cr i-ticità relativamente alla connessione ecologica, limitatamente al pa-

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rametro della distanza.L’indicatore rappresenta ovviamente una semplif icazione della realtà, ipotizzando una diminuzione del disturbo direttamente proporziona-le all’aumento della distanza dalla fonte, oltre che un ef fetto che si esaurisce alla distanza di 1km dalla fonte. Def initi i limiti del modello, l’utilizzo di un indicatore integrato di distanza r iesce a far r isaltare quali terr itor i subiscono la maggiore influenza da parte di un set di fonti, integrando e sommando gli ef fetti di vicinanza ad uno o più ele-menti.

Foto 4.12 - Il territorio in esame. Indice di vicinanza ai disturbi

Per quanto r iguarda la distanza dalle aree urbanizzate si è calcolata la distanza da tali ambiti (quelli r iportati dal layer amb_urb.shp) di cia-scun comune nelle vicinanze dell’area del progetto (Cesano Maderno,

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capitolo 4

Bovisio Masciago e Desio), modif icati in funzione di quanto r ilevato sul campo, e non r ispetto ad una più generica area urbanizzata. Que-sta modif ica r ispetto ad un approccio largamente utilizzato anche in letteratura[Mazzocchi, 2011] è stata dettata dalla scala di lavoro, re-lativamente di dettaglio, nella quale non sarebbero r isultate var iazio-ni signif icative r ispetto alla distanza da ciò che comunemente viene interpretato come ‘terr itor io urbanizzato’ a scala regionale; diversa-mente, la distanza dall’ambito urbanizzato più prossimo rappresenta un parametro la cui var iazione è decisamente più signif icativa all’in-terno dell’area in esame. Come si evince dalla cartograf ia, non c’è un trend che porti da zone a maggior valore dell’indice verso zone a minor valore di esso, ma il valore dell’indicatore cresce e decresce diverse volte lungo lo sviluppo delle aree di connessione, evidenziando così i punti più cr itici su cui focalizzare l’attenzione.

4.2.6 INDICE DI qUALITA’ ECOLOGICA

L’indicatore r iportato in questa cartograf ia è un indice a punteggio, che intende rappresentare in maniera aggregata e sintetica, le valu-tazioni eseguite durante la fase di r ilievo ed analisi per la costruzione del quadro conoscitivo del terr itor io. Ad ogni area oggetto di r ilievo è stato attr ibuito un punteggio ottenuto come sommatoria di valu-tazioni numeriche semplif icate (valutazione positiva: +1, valutazione neutra: 0, valutazione negativa: -1) basate sui seguenti parametr i:- Uso del suolo: è stata attr ibuita una valutazione negativa alle aree con usi impropri, mentre è stata attr ibuita una valutazione positiva alle aree con presenza di vegetazione arborea- Vicinanza ai disturbi: è stata attr ibuita una valutazione negativa alle aree che superano un valore soglia dell’indicatore di vicinanza - Valenze vegetazionali: è stata attr ibuita una valutazione positiva a tutte le aree in cui, sulla base dei r ilievi vegetazionali eseguiti, r isul-ta la presenza di specie autoctone, di pregio e/o di elevata valenza e funzionalità ecologica, mentre alle aree più cr itiche, con presenza di vegetazione alloctona, infestante o degradata è stata attr ibuita una valutazione negativa.

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4.3 ANALISI NATURALISTICA

4.3.1 VEGETAZIONE

La vegetazione è il supporto f isico indispensabile per l’esistenza e il transito della fauna, le sue caratter istiche, composizione, struttura-zione e distr ibuzione spaziale sono elementi imprescindibili per l’indi-viduazione e la def inizione dei corr idoi ecologici. In tal senso è impor-tante capire il tipo di vegetazione e la composizione delle specie, così

Foto 4.13 - Il territorio in esame. Indice di qualità ecologica

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come anche l’integrazione con il paesaggio ed il suo contr ibuto per la conservazione della natura in sé. La vocazione naturale di questo terr itor io è il bosco a latifoglie aci-dof ilo. Le formazioni di brughiera, la cui distr ibuzione interessa tut-to il terr itor io anche con zone di piccole dimensioni, costituiscono lo stadio evolutivo iniziale e centrale che porta alla costruzione dei boschi acidof ili. Queste formazioni vegetali sono paesaggisticamente e naturalisticamente il simbolo di questo terr itor io; si tratta di una vegetazione peculiare, caratter istica dei pianali diluviali più elevati ed antichi della Padania settentr ionale. [Comune di Cesano Maderno, Provincia di Milano, 2004]Per una mappatura di dettaglio della vegetazione presente nell’area di studio si r imanda alla relazione vegetazione allegata (allegato 1), re-alizzata in collaborazione con il dott.Mauro Vaghi ed Esedra Ambiente srl.Il r ilievo ha messo in luce la dif fusione di un elevato numero di specie alloctone ed infestanti che r isultano molto più competitive nella cre-scita in ambiti residuali.Le zone agricole r isultano coltivate a mais o soja, i prati stabili pre-sentano una buona biodiversità, le macchie arbustive sono costituite da rovo e luppolo, le epif ite pr incipali r isultano l’edera, la clematide, il luppolo, la vite canadese e parzialmente il caprifoglio del giappone. Le aree con copertura arborea r isultano maggiormente dominate dalla robinia e la tipologia predominante è il robinieto misto.Gli orti o le aree a verde pr ivato pesentano una var iabilità di piante erbace e arboree con diversi elementi di pregio, ma si caratter izano dalla presenza della delimitazione con siepi di lauroceraso.

4.3.2 fAUNA

Le antiche foreste br iantee of fr ivano r ifugio ad una moltitudine di animali: caprioli, cervi, cinghiali, lupi, uccelli e rapaci. L’avanzata dell’urbanizzazione e dell’agricoltura hanno determinato la scompar-sa delle specie più esigenti in termini di qualità ambientale; i grossi mammifer i sono scomparsi, le comunità di uccelli e quelle dei rettili e degli anf ibi si sono via via impoverite.

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Gli avvistamenti si sono limitati a qualche coniglio selvatico. lepri, arvicole e talpe, per quanto r iguarda l’avifauna a piccioni, gabbiani, corvi e rapaci. Se si r iuscissero a r ipr istinare i biotopi adatti, parte della fauna presente in parchi e in r iserve naturali limitrof i, potrebbe r icolonizzare anche questa porzione di terr itor io.La classe di animali ha sof ferto maggiormente frammentazione dell’habitat è quella dei mammifer i. Tra gli animali comunque più dif-fusi si trova il r iccio, il toporagno, la talpa europea, le arvicole, il moscardino, che vivono in prati, fossati e cespuglieti. Seguendo uno sviluppo naturale, i boschi si popolerebbero di scoiat-toli e ghir i. Tra i carnivori la volpe, il tasso, la donnola e la faina [Co-mune di Cesano Maderno, Provincia di Milano, 2004].La conversione di ambienti naturali in zone agricole, aree urbane e industr iali, infrastrutture, o la bonif ica a tali scopi di aree umide com-porta la perdita di spazi vitali per gli uccelli nei loro luoghi di sverna-mento, nidif icazione e nelle aree di sosta lungo le rotte migratorie. Moltissime specie di uccelli benef iciano in maniera straordinaria dei residui delle coltivazioni, ovvero di quei semi e frutti che vengono non raccolti, abbandonati in campo o persi durante le var ie fasi di lavo-razione. Le fasce marginali delle coltivazioni in campo, non lavorate, costituiscono un’altra straordinaria r isorsa di cibo, of frendo anche opportunità per nascondersi e nidif icare.Inf ine l’utilizzo limitato di antiparassitar i, anticr ittogamici e concimi chimici lascia esplodere una var ietà di specie ognuna delle quali dà il proprio contr ibuto alla biodiversità, ovvero alla vera r icchezza di qualsiasi ambiente. Al contrar io, la standardizzazione anche genetica delle coltivazioni (monocolture), la desertif icazione del terr itor io per favorire le lavorazioni meccaniche (pulizia dei fossi, r imozione di al-beri, arbusti e cespugli), lo sfruttamento dei terreni sino ai loro limiti estremi, l’impiego di macchinari che raccolgono sino all’ultimo chicco di cereale, la r istrutturazione degli edif ici rurali con l’eliminazione di ogni pertugio adatto alla nidif icazione, l’impiego massiccio di diser-banti, antiparassitar i, anticr ittogamici e concimi chimici che elimina importantissimi anelli delle catene alimentari (es. gli insetti) indi-spensabili alla vita rende le nostre campagne un luogo ormai inadatto alla vita selvatica.

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capitolo 4

L’area del Parco delle Groane è sicuramente un terr itor io che presenta un’elevata biodiversità animale, favorita anche dai r imboschimenti di vaste aree ef fettuati negli ultimi decenni. Per una più completa de-scr izione della fauna presente si suggerisce la lettura dei volumi della collana “I Quaderni del Parco”.Durante il progetto sono state realizzate delle check list faunistiche sia per i mammifer i, che per i rettili, anf ibi ed avifauna, identif icando tutte le specie censite nel terr itor io del Parco delle Groane ed in quello del PLIS Grugnotorto-Villoresi negli ultimi decenni. L’approccio utiliz-zato per la scelta delle specie focali, è stato quello expert-based, ba-sato sulla valutazione dell’indice di pr ior ità conservazionale r iportato dal DGR 7/4345. Per tutte le specie presenti (sulla base delle check-list) in entrambe le core areas (Parco delle Groane e PLIS Grugnotor-to), sono state r iportate le strategie di conservazione suggerite per ogni specie.

4.4 ANALISI DELLA fATTIBILITA’ URBANISTICA

L’analisi urbanistica è stata condotta sulla base delle informazioni fornite dai singoli comuni. In particolare si è svolta un’indagine sulla situazione giur idica del suolo prevista negli strumenti di pianif icazio-ne comunale generale (piano di governo del terr itor io) estesa su tutte le aree oggetto del progetto in modo coordinato con gli strumenti pianif icatori di livello sovracomunale (piano terr itor iale di coordina-mento delle provincie di Monza e Brianza, piano terr itor iale di coor-dinamento del Parco delle Groane e il piano terr itor iale regionale). Le aree oggetto di studio r icadono tutte nel Comune di Cesano Maderno.Aspetto importante di questa attività di ver if ica per la compatibilità degli interventi per la realizzazione del corr idoio ecologico è stata quella di confrontare tutti gli strumenti pianif icatori sopraccitati, con l’intento di costruire una base di conoscenza comune a tutti i soggetti interessati dal progetto e per identif icare le maggiori cr iticità e/o im-pedimenti per il naturale passaggio della fauna e l’implementazione di maggiore biodiversità a causa di puntuali restr ingimenti dovuti a co-struzioni, infrastrutture esistenti o programmate dai piani urbanistici in genere o da altr i fattor i antropici.

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In tal senso si sono acquisite tutte le cartograf ie e relativi apparati normativi dei diversi piani in essere (adottati e vigenti), e confrontati con le previsioni di carattere ambientale sovracomunali: rete ecologi-ca regionale (RER) e rete ecologica provinciale (REP).E’ stata acquisita la seguente documentazione, su supporto digitale, e analizzata:- carta tecnica regionale della Lombardia in scala 1:10.000;- r ilievi aerofotogrammetrici dei terr itor i comunali;- r iprese fotograf iche aeree;- r iprese fotograf iche aeree stor iche acquisite dall’Istituto Geograf ico Militare a partire dal 1955;- Piano Terr itor iale di Coordinamento del Parco delle Groane – var ian-te approvata con D.G. Regione Lombardia n IX/3814 del 25 luglio 2012;- Piano Terr itor iale di Coordinamento della Provincia di Monza e Br ianza vigente approvato il 10 luglio 2013 (Deliberazione Con-siliare n.16/2013) ed è ef f icace dal 23 ottobre 2013 (Burl n.43 del 23/10/2013);- Piano Terr itor iale Regionale della Lombardia approvata il 19 gennaio 2010;- Piano di governo del terr itor io del Comune di Cesano Maderno appro-vato il 10 febbraio 2014;- Mappe catastali dei terreni;- Progetto def initivo sistema viabilistico pedemontano approvato con deliberazione del CIPE n. 97/2009.Dall’analisi degli strumenti urbanistici emerge che tutte le aree r icom-prese nel per imetro del progetto sono soggette pr ior itar iamente alla pianif icazione comunale di Cesano Maderno, le quali sono influenza-te fortemente dalle previsioni infrastrutturali del progetto viabilisti-co Pedemontana. Inoltre le aree sono interessate dalla “rete verde di r icomposizione paesaggistica” della Provincia di Monza e Br ianza la quale svolge “valenza anche di rete ecologica” Pertanto dal punto di vista urbanistico/giuridico, le aree sono disci-plinate essenzialmente dal Pgt del Comune di Cesano Maderno, fatto salvo il progetto le previsioni sovracomunali che discenderanno dall’e-laborazione del progetto esecutivo Pedemontana, in fase di redazione.Per quanto attiene la pianif icazione comunale va anticipato che l’ana-

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capitolo 4

lisi ha r iguardato l’indagine di diverse cartograf ie e documentazione, stante la strutturazione del piano di governo del terr itor io (pgt) che si compone a sua volta di tre atti fondamentali (Documento di Piano, Pia-no delle Regole e Piano dei Servizi). Dunque si è proceduto con l’esame di elaborati e normative diverse, redatte secondo gli obiettivi e forme che ogni ente ha r itenuto più opportuno per la propria pianif icazione terr itor iale.Di seguito si r iporta una tabella sintetica delle previsioni urbanistiche comunali per le aree di studio e il conseguente giudizio di fattibilità per la realizzazione del corr idoio ecologico.La sovrapposizione delle previsioni urbanistiche comunali con quelle sovracomunali della Provincia, evidenzia che vi è in comune una volon-tà di tutelare le aree individuate nel progetto per la realizzazione della connessione ecologica. In tal senso la provincia di Monza e Br ianza, come già specif icato pre-cedentemente, indica nel proprio piano provinciale, con valore pre-scr ittivo e prevalente, la rete verde di r icomposizione paesaggistica - con valenza anche di rete ecologica - quale unità di r ifer imento degli spazi rurali, naturali e per iurbani. La rete ecologica regionale (RER) non individua nel terr itor io in esame assi di connessione, ma identi-f ica il parco del Grugnotorto Villoresi come “area di supporto” per la costituzione di direttr ici di connessione con gli elementi di secondo livello della RER nel Parco Regionale Nord Milano.Il progetto def initivo autostradale pedemontano nelle aree di studio prevede uno specif ico intervento di mitigazione ambientale ed uno di compensazione ambientale denominato progetto locale n. 20.L’intervento di mitigazione ambientale si sviluppa sul previsto svinco-lo di Cesano Maderno – SS35 ed ha come obiettivo pr incipale la miti-gazione diretta degli impatti sul contesto fortemente urbanizzato, sia sotto il prof ilo della qualità ambientale (acustica, captazione e assor-bimento inquinanti) sia sotto il prof ilo dell’inser imento paesaggistico attraverso la modellazione dei terreni in rapporto alle aree difrangia interfer ite. Il progetto propone un intervento articolato su di-versi livelli (mitigazione diretta, ambientalizzazione, r iqualif icazione aree di frangia urbana per mettere in relazione il paesaggio infrastrut-turale con l’ambito urbanizzato di scala locale. Le aree intercluse sono

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previSione urbaniSticapgt

documento di piano

fattibilità urbaniSti-ca per la realizza-zione del corridoio

ecologico

I l Documento d i P iano ind iv idua t re s is temi fondamenta l i : insed ia t i vo , de l la mobi l i tà e ambienta le .Nel s is tema insed ia t i vo par te de l le a ree d i indag ine appar tengono ag l i e lement i de l la c i t tà de i se rv i z i ; ne l lo spec i f i co r i su l tano ind iv iduate come “serv i z i loca l i (SL ) e “aree d i compensaz ione” .Le misure d i compensaz ione te r r i to r ia le con-s is tono ne l l ’assogget tamento a serv i tù d i uso pubb l i co ovvero ne l la cess ione g ra tu i ta a l Comune d i a ree dest inate a in te rvent i d i r iqua l i f i caz ione ambienta le e d i fo res taz ione .Nel s is tema de l la mobi l i tà a lcune a ree sono g ravate da l l ’a t t raversamento de l la v iab i l i tà p r inc ipa le e secondar ia de l p roget to def in i t i vo pedemontano e da l la p rev is ione d i due nod i v iab i l i s t i c i p r io r i ta r i da r iqua l i f i ca re ( inc roc i tangenz ia le sud con le v ie Roma / I ta l ia e v ie Agnes i / Comas ine l la .Nel s is tema ambienta le d iverse a ree sono c lass i f i ca te come ambi t i agr ico l i ed in te ressate da l p roget to de l la g reenway de l p roget to autost rada le de l la pede-montana .In f ine tu t te le a ree sono r i compresse ne l co r r ido io eco log ico d i in te resse loca le qua le ambi to che rappresenta una ser ie d i temi r i conduc ib i l i a p rob lemat iche d ’a rea vasta , qua l i la conness ione d i a ree appar tenent i a l la s t ru t tu ra natura l i -s t i ca p r inc ipa le , la r iqua l i f i caz ione d i zone d i ru ra l i tà o rmai marg ina l i , i l degra-do e la t ras fo rmaz ione de l paesagg io agrar io contemporaneo , la va lo r i z zaz ione d i a ree verd i per i fe r i che d i f rang ia u rbana e le oppor tun i tà legate a quest i nuov i spaz i d i t rans i z ione .In par t i co la re , persegue g l i ob ie t t i v i e sv i luppa le seguent i temat iche - r iqua l i f i caz ione ambienta le de l te r r i to r io d i co l legamento t ra i l Parco reg iona-le de l le Groane e i PL IS Br ianza cent ra le e Grugnotor to -V i l lo res i , qua le in tegra-z ione a l p roget to d i “cor r ido io t rasversa le”- def in i z ione d i s t rument i d ’az ione per la rea l i z zaz ione d i t ra t t i d i re te eco log ica- va lo r i z zaz ione paesagg is t i ca de l contesto d i f rang ia u rbana in te ressato da l p roget to , in par t i co la re mediante la rea l i z zaz ione d i in te rvent i d i mi t igaz ione ambienta le e la r iqua l i f i caz ione de l le a ree res idua l i- ve r i f i ca de l la compat ib i l i tà e de l le p rob lemat iche f ra i d i f fe rent i t ra t t i d i re te eco log ica e le in f ras t ru t tu re v iab i l i s t i che- ind iv iduaz ione de i d ispos i t i v i per la r iduz ione d ’ impat to de l la nuova v iab i l i tà p rev is ta su l cos t ruendo t ra t to d i re te eco log ica .

pos i t i va(v inco la ta da l la def in i z io -ne de l p roget to esecut ivo pedemontana e a l la p ro -get taz ione inerente i due nod i de l la re te v ia r ia d i p roget to re la t i va ag l i in -c roc i s t rada l i tangenz ia le sud con le v ie Roma / I ta -l ia e v ie Agnes i / Coma-s ine l la )

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capitolo 4

previSione urbaniSticapgt

piano delle regole

fattibilità urbaniSti-ca per la realizza-zione del corridoio

ecologico

Nel p iano de l le rego le le a ree in te ressate da l lo s tud io sono c lass i f i ca te come segue :a ) una p icco la par te in “zona res idenz ia le/produt t i va a verde p r i va to” . Comprende le a ree verd i per t inenz ia l i a l la res idenza/at t i v i tà p rodut t i ve , me-r i tevo l i d i tu te la per es igenze ambienta l i , nonché que l le a ree da rendere ta l i mediante la lo ro r inatura l i z zaz ione . In questa zona i l p iano consente in te rvent i d i completamento ed i l i z io de i fabbr icat i es is tent i co i seguent i paramet r i : I F 0 ,03 mq/mq in agg iunta a l la SLP es is tente e RC 2% in agg iunta a l la SC es is tente . Tra t tas i dunque d i in te rvent i con bass iss ima potenz ia l i tà ed i f i ca to r ia e marg i -na le a l l ’a rea d i s tud io ;b ) “ zona agr ico la” . Comprende le par t i de l te r r i to r io dest inate a l l ’u t i l i z zo agr ico lo ne l r i spet to de l le norme prev is te da l la L .R . 12/2005 ;c ) “ zona agr ico la d i in te resse s t ra teg ico” . Cor r i spondono con le zone agr i -co le d i in te resse s t ra teg ico conformemente a l l ’ ind iv iduaz ione r ipor ta ta ne l la car tograf ia de l v igente PTC prov inc ia le come ambi t i dest inat i a l l ’a t t i v i tà agr i -co la d i in te resse s t ra teg ico (AAS) . In ta l i zone s i app l i cano le d ispos i z ion i d i cu i a l t i to lo I I I de l la par te I I de l la L .R . 12/2005 ;d ) “ re te v ia r ia d i p roget to” . Sono le a ree dest inate a l la rea l i z zaz ione d i nuove s t rade , a l l ’ampl iamento e a l la re t t i f i ca d i que l le es is tent i , a l la rea l i z za -z ione , a l l ’ampl iamento o a l la modi f i ca d i a t t rezzature accessor ie a l la v iab i l i tà , qua l i co rs ie d i se rv i z io , marc iap ied i , banch ine , percors i pedona l i e c ic lopedona-l i , parchegg i pubb l i c i e spaz i d i manovra ;e ) “ zone per verde s t rada le” . Cor r i spondono a l le zone l imi t ro f i a l le sed i v ia r ie che mer i tano un a t tento p rocesso d i r iqua l i f i caz ione , anche per ev i ta re fenomeni d i abbandono ed uso impropr io , su cu i e f fe t tuare in te rvent i d i r iqua-l i f i caz ione a t t i va , mediante opere d i a r redo u rbano e d i s i s temaz ione a verde compat ib i l i con le norme d i s i cu rezza s t rada le .

pos i t i va(v inco la ta da l la def in i z io -ne de l p roget to esecut ivo pedemontana e a l la p ro -get taz ione inerente i due nod i de l la re te v ia r ia d i p roget to re la t i va ag l i in -c roc i s t rada l i tangenz ia le sud con le v ie Roma / I ta -l ia e v ie Agnes i / Coma-s ine l la )

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Figura 4.14 – Cesano Maderno - Stralcio documento di piano

previSione urbaniSticapgt

piano dei Servizi

fattibilità urbani-Stica per la realiz-

zazione del corrido-io ecologico

Nel p iano de i se rv i z i le a ree in te ressate da l lo s tud io sono c lass i f i ca te come segue :a ) “ zona per serv i z i loca l i ” . Cor r i spondono a l le a ree pubb l i che o p r i va te a uso pubb l i co dest inate a verde pubb l i co , ad eccez ione d i una p icco la a rea d i f rang ia dest inata a “serv i z i per lo spor t” ;b ) “a rea d i compensaz ione s t ru t tu ra le” . Su queste a ree i l p iano p revede l ’a t tuaz io -ne d i in te rvent i d i in te resse pubb l i co o genera le su cu i s i a t tua i l p r inc ip io de l la compensaz ione possono o t tenere d i r i t t i ed i f i ca to r i l iberamente commerc iab i l i o t ras fe r i re su a l t r i te r ren i i d i r i t t i ed i f i ca to r i assegnat i a ta l i a ree contestua lmente a l la lo ro cess ione g ra tu i ta a l Comune;c ) spaz i ve rd i d i l i ve l lo loca le o d i po lo ;d ) cent r i spor t i v i po l i va lent i ;e ) in te rvent i d i r imbosch imento ;f ) o r t i u rban i ;

pos i t i va(v inco la ta da l la def in i -z ione de l p roget to ese-cut ivo pedemontana )

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capitolo 4

Figura 4.15 – Cesano Maderno - Stralcio piano delle regole

Figura 4.16 – Cesano Maderno - Stralcio piano dei servizi

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72

state trattate con copertura arbustiva e boschiva, con funzione di mi-tigazione dell’impatto visivo dello svincolo, per migliorare l’ambiente acustico e massimizzare l’azione di captazione e assorbimento degli inquinanti prodotti dal traf f ico veicolare del nodo.Nel punto di intersezione con Via per Binzago, il nuovo svincolo rac-chiude un’area recentemente urbanizzata che con il nuovo assetto viar io r isulterà di nullo valore ecologico ai f ini della permanenza del corr idoio nord/sud individuato nella RER. Pertanto, il progetto pede-montano non ha r itenuto necessario pianif icare opere di deframmen-tazione sulla Via per Binzago pr incipalmente perchè il corr idoio r isul-ta già compromesso dalla connurbazione locale. Ad est dello svincolo, in prossimità del margine industr iale di via Marco Aurelio, il progetto ha previsto l’acquisizione delle aree di r isulta con la piantumazione di f ilar i arborei misti con andamento obliquo r ispetto alla viabilità in progetto, intervento che ha funzione di ambientalizzazione visiva delle rampe autostradali. Inf ine il progetto prevede una realizzazione di fasce arbustive ornamentali all’interno delle tr incee autostradali al f ine di rendere r iconoscibili, da parte dell’utente autostradale, i punti di snodo pr incipali.L’intervento di compensazione ambientale si compone di due parti: di una connessione verde lungo la tangenziale sud di Cesano Maderno, che accompagna il tracciato della GREENWAY, con una ser ie di aree a verde ad essa collegate e di un’amplia area con una funzione più mar-catamente ecologica all’interno del Parco delle Groane.Il progetto nel suo complesso realizza una connessione verde, seppur in un ambito molto edif icato e con uno spessore molto limitato, fra Groane ad ovest ed ambiti agricoli ad est di Bovisio Masciago collegati alla testata nord del Parco del Grugnotorto. In particolare il progetto realizza una pista ciclopedonale parallela alla tangenziale sul sedime della prevista ciclabilità di collegamento est-ovest.La testata ovest del progetto prevede l’acquisizione ed il trattamen-to a bosco e a prato ecologico di due ampi lotti di terreno agricolo all’interno del Parco delle Groane, a diretto contatto con l’edif icato, in adiacenza all’area del centro Langer dell’Oasi della LIPU. L’interven-to è ideato come un possibile ampliamento del centro LIPU ed una sua integrazione. Viene acquisita e r iqualif icata una piccola area bosca-

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capitolo 4

Figura 4.17 – Società Pedemontana Lombarda – Progetto di mitigazione am-bientale – Svincolo di Cesano Maderno – SS35

ta interna al per imetro del centro LIPU, che può essere integrato nel percorso botanico del centro, così come i nuovi boschi previsti a f iltro dell’area industr iale e i prati arborati fra il centro LIPU e l’edif icato.Le azione dell’intervento sono:1) Per l’area a bosco interclusa nel centro Langer della LIPU si prevede l’acquisizione e la r iqualif icazione boschiva e la r iconnessione al per-corso botanico interno al centro naturalistico.2) Per la fascia a lato della tangenziale sud si prevede, a partire dalla Statale dei Giovi, la r iqualif icazione della fascia boscata esistente, la

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realizzazione di un percorso ciclabile in calcestre che connette la GRE-ENWAY ai plessi scolastici e l’acquisizione e la sistemazione a verde, prato, f ilar i, siepi e r iqualif icazione delle fasce boscate, dell’ambi-to compreso fra le scuole e la ferrovia. Oltre alla ferrovia, lungo la tangenziale a nord si prevede la r iqualif icazione delle fasce boscate esistenti e l’acquisizione di un lotto e la realizzazione di un piccolo parco urbano con interventi di r iqualif icazione delle macchie boscate esistenti e realizzazione di prati.Verso est si prevede la realizzazione di un prato af f iancato alla GRE-ENWAY e ai suoi f ilar i f ino all’altezza del centro sportivo, dove si rea-lizza un più ampio prato con f ilar i entro la quale passa la GREENWAY.A sud della tangenziale il progetto locale realizza alcuni prati e f ilar i monospecif ici af f iancati alla strada. Sempre a sud si prevede la rea-lizzazione di un prato arborato in un lotto libero e la r iqualif icazione boschiva di un ampio lotto parzialmente boscato ai margini della tan-genziale in vicinanza dell’attuale tracciato della superstrada Milano Meda, entro il bosco r iqualif icato passa in diagonale il percorso della GREENWAY.In sintesi, dall’esame congiunto di tutta la strumentazione urbanisti-ca comunale che programma questo terr itor io, r isulta fattibile la rea-lizzazione del corr idoio ecologico in quanto non si r iscontrano incon-gruenze e/o impedimenti di natura urbanistica e giur idica sui regimi dei suoli, anche in relazione alle programmazioni comunali ef fettuate

Figura 4.18 – Società Pedemontana Lombarda – Opere e misure di compensazione – Stralcio progetto locale n. 20

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capitolo 4

sul piano delle regole e sul piano dei servizi quali atti del Pgt che han-no caratter i vincolanti e producono ef fetti diretti sul regime giur idico dei suoli.Si fa presente che l’unico elemento che può in qualche modo può inter-fer ire nella realizzazione della connessione ecologica r isulta essere il progetto esecutivo del sistema viabilistico autostradale pedemontano.

4.5 ANALISI STORICA DELLA COMPOSIZIONE E STRUTTURAZIO-NE DEL PAESAGGIO

La frammentazione ambientale incide anche sulle alterazioni della struttura del paesaggio. In particolare, da tale punto di osservazio-ne, deriva il termine “frammentazione paesistica” che viene utilizzato per denominare una fenomenologia specif ica attinente alle modif iche strutturali del paesaggio.A determinare le condizioni di frammentazione paesistica, concau-sa della frammentazione ambientale relativamente agli habitat delle specie animali e vegetali, sono, infatti, le modif icazioni del paesaggio indotte pr incipalmente dai processi di uso e gestione del terr itor io.Riprendendo il pr incipio che la f inalità della rete ecologica è quella della conservazione della biodiversità, non si può non r iconoscere an-che il ruolo che il paesaggio assume nella sua progettazione, attuazio-ne e gestione.Il paesaggio nel suo apprezzamento o r iconoscibilità, r icadente nella sfera del soggettivo, r ichiama una ser ie molto ampia di componenti: f isiche, ecologiche, culturali, semiologiche e percettive.Pertanto, si può abbinare all’obiettivo pr imario della conservazione della biodiversità la f inalità di concepire la rete ecologica anche come un’opportunità della tutela culturale e percettiva del terr itor io. Dun-que, non ci si può esimere dal porre il progetto di rete ecologica in rapporto con il paesaggio. In pr imo luogo, in quanto il paesaggio costituisce il contesto nel quale si cala il progetto di rete ecologica e molti dei processi e delle intera-zioni che in esso si svolgono influenzano signif icativamente la biodi-versità e quindi sono base essenziale per la realizzazione e la gestione della stessa rete.

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In secondo luogo, in quanto gli aspetti culturali e percettivi del pae-saggio possono costituire gli elementi complementari della stessa rete ecologica (valor i culturali e percettivi), oppure individuando altre componenti e relazioni da conservare e valor izzare, che amplif icano il ruolo della rete stessa.Per identif icare le cause della frammentazione paesistica e quelle am-bientali si sono acquisite le seguenti immagini aeree stor iche dall’I-stituto Geograf ico Militare, quale ente cartograf ico dello Stato, che sono state poi confrontate con la situazione r ilevata al 2012: r iprese fotograf iche del 1955, 1962 e del 1991.Da una pr ima lettura r isulta evidente che il processo di frammentazio-ne del terr itor io è frutto innanzitutto dei fenomeni di urbanizzazione che hanno occupato le aree libere gestite in modo agricolo (espansio-ne degli abitati di Cesano Maderno, Bovisio Masciago e Desio). Dunque la matr ice antropica è stata determinante nella r iduzione, scomparsa ed alterazione degli ambienti naturali, che col passare del tempo sono stati erosi e conf inati. E’ evidente che nella situazione del 1955 il ter-r itor io fosse caratter izzato per la predominanza delle aree libere e dal sistema agricolo che distanziava e separava le aree urbane. Nell’odier-na situazione del 2014, la predominanza r isulta essere, invece, quella delle aree urbane, che stavolta distanziano e separano le aree libere e agricole. In sintesi vi è stato un rovesciamento della struttura orga-nizzativa del terr itor io.Inf ine la realizzazione nel tempo di infrastrutture lineari sul suolo (in-frastrutture per la mobilità) ha contr ibuito profondamente alla fram-mentazione ambientale e paesistica. In tal modo le vaste aree agricole del passato sono diventate r istretti ambienti di margine (bordi) dei contesti urbani edif icati.

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capitolo 4

Figura 4. 19 – Istituto Geografico Militare. Ripresa fotografica del 1955

Figura 4. 20 – Istituto Geografico Militare. Ripresa fotografica del 1962

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Figura 4. 21 – Istituto Geografico Militare. Ripresa fotografica del 1991

Figura 4. 22 – Ripresa fotografica del 2012

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capitolo 4

4.6 ANALISI DELLE PROPRIETA’

L’analisi si è concentrata nella sola area in esame per la connessione ecologica e r ifer ita al comune di Cesano Maderno e si presenta molto frazionata. Si può evidenziare che gran parte delle aree lungo il sedime dell’infra-struttura viabilistica della tangenziale sud sono di proprietà del Co-mune di Cesano Maderno. Questo rappresenta una grande opportunità perchè sono aree già eventualmente disponibili per la realizzazione degli interventi previsti nel presente studio di fattibilità. La disponibilità delle aree r isulta uno dei requisiti r ichiesti dalla Fon-dazione Cariplo per poter partecipare all’obiettivo 2 del bando r iguar-dante l’attuazione degli interventi per la realizzazione dei corr idoi ecologici.

Figura 4.23 – Mutamento della struttura del territorio nell’arco temporale di una generazione (circa 60 anni) (1955-2012)

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Figura 4.24 – Analisi della proprietà. In blu sono evidenziate le aree di proprietà pubblica.

4.7 LA CONNETTIVITA’ DEL TERRITORIO

Per valutarne la funzionalità connettiva, il corr idoio individuato (est-ovest) è stato suddiviso in tre “stanze ambientali” in relazione sia alle caratter istiche f isiche, naturalistiche e antropiche che ogni stanza possiede, sia in virtù della propria collocazione r ispetto alle condizio-ni dell’immediato contesto circostante.La pr ima corr isponde con le aree poste ad ovest r ispetto il tracciato stradale della provinciale della ex Comasina, a r idosso dei pr imi sa-lienti del Parco delle Groane; la seconda con la stretta fascia di ter-r itor io che separa gli abitati di Cesano Maderno e Bovisio Masciago, incastonati lungo l’arter ia stradale della tangenziale sud; la terza con le aree agricole poste ad est della superstrada Milano-Meda che si in-nestano poi direttamente nel PLIS del Grugnotorto Villoresi.Ogni stanza ambientale si trova f isicamente separata dalle altre a causa della disposizione e la dif fusione sul terr itor io di infrastruttu-re antropiche di carattere quasi esclusivamente viabilistico, che rap-presentano infatti la fonte di discontinuità del paesaggio e della rete ecologica, limitando, con cesure più o meno incidenti, la connettività

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capitolo 4

Figura 4.25 – Le “stanze ambientali”

ecologica necessaria al mantenimento di buoni livelli di biodiversità.In particolare la “stanza ambientale” n. 2 è ulter iormente frazionata da altre infrastrutture stradali e parzialmente dalla linea ferroviar ie (linea FNM – S2/S4).Su questi 3 ambiti insistono poi alcuni restr ingimenti, determinati dalla r idotta larghezza f isica disponibile di alcune aree. Restr ingi-menti causati dalla sovrapposizione degli elementi che costituiscono il paesaggio del costruito (edif icato, infrastrutture stradali, ecc.).Ad ogni “stanza ambientale” è stato poi attr ibuito un giudizio sinte-tico sulla qualità naturalistico - ambientale presente attraverso una breve descr izione, lo stato di conservazione, le possibili minacce e il calcolo di un indicatore di naturalità (indice di naturalità IN); tutte informazioni raccolte in specif iche schede descr ittive.L’indicatore (IN) è calcolato sulla base della formula: IN =∑(CNi*Ai) /ST, dove:CNi = coef f iciente di naturalità dell’area i-esimaAi = superf icie dell’area i-esimaST = superf icie complessiva corr idoioIl coef f iciente di naturalità viene calcolato come indicato nella tabella sottostante:

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claSSe di naturalità deScrizione valore aSSocia-to

1 mol to bassa Aree u rban i z za te o ad e levato in te rvento ant rop ico 0 ,0

2 bassa Aree a verde a t t rezzato , a ree verd i d i a r redo u rbano 0 ,2

3 media Aree agr ico le 0 ,5

4 a l ta Aree a vegetaz ione p reva lentemente e rbacea , a ree a verde natura l i -s t i co lontane da l c l imax vegetaz iona le 0 ,8

5 mol to a l ta Aree a vegetaz ione p reva lentemente a rborea (bosch i ) , a ree a verde natura l i s t i co p ross ime a l c l imax . 1 ,0

Stanza ambientale 1

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capitolo 4

localizzazioneArea posta ad es t de l Parco de l le Groane e immediatamente conf inate con esso , de l imi ta ta a nord e a sud da i tessut i ed i f i ca t i d i Cesano Maderno e Bov is io Masc iago e ad es t da l l ’asse s t rada le de l la Comas ina . Su l la to nord è in te ressata d i re t tamente da l la p resenza de l la v ia Laz io , ment re su l la to ovest da l la v ia Ga l i leo Ga l i le i che la separa da l Parco de l le Groane .Super f i c ie = 17 .564 mq

ambienti naturali e Semi-naturaliSi carat te r i z za da l la p resenza d i una zona vegetaz iona le a rborea/arbust iva compat ta d i fo rma t rapezo ida le , da una zona a p ra to d i fo rma t r iango la re , nonché d i un in te rvento ed i l i z io in corso d i rea l i z zaz ione su cu i è p rev is to la fo rmaz ione d i a ree per verde a t t rezzato e d i fo res taz ione u rbana .S i t ra t ta de l te rmina le ovest de l co r r ido io eco log ico e rappresenta uno de l le u l t ime aree l ibere a l l ’ in te rno de l fo r te contesto u rban i z za to p resente ne l le immediate ad iacenze

Stato di conServazioneMediocre/scarso . Sono a ree mol to res idua l i de l s i s tema urban i z za to . .

minacceRisch io d i u l te r io re u rban i z zaz ione de l le a ree l ibere poste in ad iacenze a l Parco de l le Groane e s i tuate lungo le v ie Toscana e Ga l i leo Ga l i le i , s tante le lo ro d imens ion i e r i spet t i ve co l locaz ion i in s t re t ta ad iacenza ad a ree g ià u rban i z za te .

indice di naturalitàIN = 0 ,56

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Stanza ambientale 2

localizzazioneArea a r t i co la ta lungo i l sed ime de l l ’ in f ras t ru t tu ra v iab i l i s t i ca de l la tangenz ia le sud . È de l imi ta ta a nord e a sud da l l ’ed i f i ca to de i comuni d i Cesano Maderno e Bov is io Masc iago ; a es t da l la supers t rada Mi lano-Meda e ad ovest da l l ’asse v ia r io de l la Comas ina .Super f i c ie = 237 .248 mq

ambienti naturali e Semi-naturaliSi t ra t ta d i una s t re t ta f rang ia d i te r r i to r io fo r temente u rban i z za ta per la p resenza d i insed iament i res idenz ia l i ( ve rsant i mer id iona l i e set tent r iona l i ) e indust r ia l i ( ve rsante o r ienta le ) . È posta a cava l lo d i due comuni e r i su l ta a t t raversata p r inc ipa lmente in senso nord-sud da l la p resenza natura le de l to r rente Seveso e da l la l inea fe r ro -v ia r ia . Tut ta l ’a rea è u l te r io rmente in te r ro t ta da l la p resenza d i in f ras t ru t tu re s t rada l i minor i che co l legano , in d i rez ione nord/sud i due comuni ( co rso Roma/corso I ta l ia , v ia Agnes i /v ia Comas ine l la , v ia Rov igo , v ia A lpe de S ius i , v ia de l le Campiane ) . S i ca ra t te r i z za essenz ia lmente da l la vasta p resenza d i :- a ree verd i p roven ient i da re l iquat i s t rada l i poste in ad iacenza a l la tangenz ia le sud ;- a ree verd i l ibere immerse ne l l ’u rban i z za to che r i su l tano essere la conseguenza de l d isord inato p rocesso d i u rban i z zaz ione su cu i ins is tono a ree p ra t i ve e a lcune zone vegetaz iona l i a rboree/arbust ive ;- o r t i u rban i ;- a ree agr ico le con una p resenza mol to marg ina le se non quas i assente ;V i è la p resenza d i a lcun i f i la r i a lberat i ub icat i lungo i l t racc ia to de l la tangenz ia le sud .

Stato di conServazione Scarso . Sono a ree mol to res idua l i de l s i s tema urban i z za to .

minacce R isch io che le a ree vengano ing lobate def in i t i vamente ne l l ’u rban i z za to .

indice di naturalitàI n = 0 ,38

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capitolo 4

Stanza ambientale 3

localizzazioneVasta a rea posta t ra g l i insed iament i d i Cesano Maderno , Bov is io Masc iago e Des io . È de l imi ta ta ad es t da l passagg io de l la supers t rada Mi lano-Meda, a nord da l s i s tema ed i f i ca to d i Cesano Maderno , a sud da l le a ree l ibere agr ico le d i Bov is io Masc iago appar tenent i a l PL IS de l Grugnotor to V i l lo res i e ad es t da l tessuto ed i f i ca to d i Des io . Super f i c ie = 488 .411 mq

ambienti naturali e Semi-naturaliLe a ree fanno par te d i un res idua le s is tema agr ico lo che è fo r temente compromesso da l s i s tema ed i f i ca to de i t re comuni che ha p reso i l sopravvento .Le a ree s i ca ra t te r i z zano da una d i f fusa p resenza d isorgan i z za ta d i parce l l i z zaz ion i p r i va te che u t i l i z zano queste a ree in d ivers i modi :- a t t i v i tà agr ico la in p icco le e medie es tens ion i ;- o r t i ;- a ree con vegetaz ione a rborea/arbust iva e p ra t i ;- us i impropr i ;- g ia rd in i con anness i a lcun i fabbr icat i .Questa zona o ramai r i sente da l la magl ia insed ia t i va de i s i s temi ed i f i ca t i de i comuni d i Cesano Maderno e Des io , in quanto r i su l ta a t t raversata da a lcune a r te r ie s t rada l i d i l i ve l lo loca le che l i co l legano , in par t i co la re de l la tangenz ia le sud e da l la v ie Manzon i e per B inzago . V i è la p resenza anche d i a lcune macch ie a rboree res idua l i .

Stato di conServazione Scarso . Sono a ree mol to res idua l i de l s i s tema urban i z za to .

minacce- Scomparsa de l debo le s is tema agr ico lo p resente e conseguente ins tauraz ione d i fenomeni d i degrado e impover imento ambienta le ;- P rev is ione d i una in f ras t ru t tu ra autost rada le (autost rada pedemontana ) d i in te r ruz ione de l la g ià p recar ia e compromessa cont inu i tà ambienta le .

indice di naturalità IN = 0 ,47

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L’attività di verifica sul campo, le analisi eseguite sui dati raccolti e le condi-zioni attualmente esistenti delle aree, hanno permesso di riscontare un basso livello di connettività ecologica tra le aree coinvolte nello studio e con la pre-senza di diverse criticità. Infatti il calcolo dell’indice di naturalità complessiva per l’intera area di studio è pari a 0,53, ovverosia assimilabile ad una clase di naturalità media.Il “basso” livello di connettività individuato è dato soprattutto dal ridotto livello di naturalità che possiede la stanza ambientale n. 2 (0,38), assimilabile ad una area verde attrezzata urbana, accompagnato dalla ristrettezza di que-sta fascia centrale di territorio, per di più interessata da un nastro stradale.I principali elementi della connessione ecologica sono costituti dalle “stanze ambientali” n.1 e n.3 che possiedono caratteristiche ambientali superiori rispetto alla stanza n. 2.È evidente che la futura realizzazione dell’infrastruttura autostradale prevista sulla stanza ambientale n. 3, abbasserà fortemente l’attuale livello di natu-ralità, a causa non solo dalla presenza di un’ulteriore elemento antropico, ma soprattutto dalla generazione di una forte interruzione ambientale e ulteriore frammentazione delle attuali aree libere.La fauna terrestre trova attualmente una forte cesura determinata dalla presenza della superstrada Milano Meda e poi nella stretta fascia della stanza ambientale n. 2. Quest’ultima, stante le sue caratteristiche di cuneo dentro l’urbanizzato, presenta attualmente una bassissima vocazionalità per la fauna (a eccezione di poche specie fortemente antropofile) e costituisce una forte barriera. Ciononostante riveste un ruolo importante per garantire la sopravvi-venza della connessione fisica tra i due sistemi ambientali principali (Groane e Grugnotorto Villoresi), e può avere una funzione di supporto al mantenimento delle popolazioni locali di alcune specie di avifauna, tenuto conto anche della sua vicinanza a zone non urbanizzate e destinate ad ospitare funzioni più naturalistiche (orti, aree verdi, parchi urbani).Per quanto riguarda le strade locali che dividono ed interferiscono con le stanze ambientali, queste sono contraddistinte da flussi di traffico consisten-ti (strada Comasina, superstrada Milano-Meda, tangenziale sud) e da flussi meno invasivi relativi alla viabilità strettamente locale di connessione nord sud tra Cesano Maderno e Bovisio Masciago (corso Italia/corso Roma, via Comasinella/via Agnesi); gli effetti negativi determinati dalla loro presenza risultano verosimilmente superabili attraverso la realizzazione di alcuni inter-venti di mitigazione, deframmentazione, oppure mediante l’individuazione di itinerari alternativi ecologici di superamento.

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3aprile2014

V I E D I C O N T A T T Oo

“CONNESSIONE ECOLOGICA DAL PARCO DELLE GROANE AL PARCO NORD ATTRAVERSO IL PLIS GRUGNOTORTO VILLORESI”

Comune di Cesano Maderno

Comune di Desio

Sala Aurora,Palazzo Borromeo

ore 21

Presentazione del

progetto

con il contributo di

con la partecipazione di

v. Borromeo 41Cesano Maderno

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L’obiettivo pr incipale di un processo partecipativo è quello di r i-uscire ad attivare un rapporto collaborativo e di interscambio con la cittadinanza. Solo attraverso la costruzione di un rapporto di questo genere chi progetta può r iuscire a meglio interpretare le esigenze e le aspettative che emergono dal terr itor io, ottenendo quelle preziose informazioni e sensazioni da chi vive quotidianamente la città.

Per perseguire questo intento, il Gruppo di Lavoro ha scelto di av-valersi di alcuni strumenti partecipativi che gli consentissero di impo-stare un dialogo costante con la cittadinanza. E’ stato realizzato un sito internet del progetto e promosse una ser ie di iniziative pubbliche volte a condividere il percorso progettuale e raccogliere elementi utili alla redazione di un progetto partecipato.

5.1 GLI INCONTRI DI PARTECIPAZIONE

Gli incontr i di partecipazione sono stati complessivamente quattro e sono stati pubblicizzati attraverso manifesti e via web utilizzando una sezione dedicata sui siti internet comunali.

La pr ima serata di partecipazione si è svolta giovedì 3 aprile 2014 a Cesano Maderno presso la sala Aurora di Palazzo Borromeo ed ha regi-strato una numerosa presenza di partecipanti. A loro è stato chiesto di

Capitolo 5

IL PERCORSO PARTECIPATIVO

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compilare un modulo di registrazione, al f ine di raccogliere i contatti e poter compiere una pr ima analisi sulla “tipologia” di interessati (per poter meglio calibrare i lavori successivi in funzione di aspettative e competenze). Secondo quanto r iscontrato dai moduli raccolti, erano presenti singoli cittadini, associazioni ambientaliste e di categoria e frequentatori del parco Groane. Durante la serata è stata proiettata una presentazione con una relazione di sintesi del progetto previsto dal bando Cariplo.

Con il secondo incontro pubblico dell’18 giugno 2014, a Desio pres-so la scuola pr imaria di ‘Via Dolomiti’, si aprono concretamente i lavo-r i di progettazione. Al forum viene proiettata una presentazione che descr ive le pr ime analisi del contesto progettuale attraverso i r ilievi sullo stato di fatto, illustrate le foto aeree stor iche acquisite dall’Isti-tuto Geograf ico Militare e il mutamento della struttura del terr itor io nell’arco temporale di circa 60 anni.

Nella serata di mercoledì 11 Novembre 2014, a Cesano Maderno presso la sala Aurora di Palazzo Borromeo, si è svolta la terza serata di partecipazione. Il Gruppo di Lavoro ha presentato i pr imi schemi progettuali sulla base delle analisi e r icerche svolte e dei suggerimenti emersi nei precedenti incontr i. Dopo la presentazione si è aperto uno spazio di confronto puntuale e costruttivo, che ha fatto emergere ul-ter ior i spunti integrativi al lavoro presentato.

Inf ine è stato tenuto un ultimo incontro pubblico nel quale sono stati presentati gli esiti f inali del progetto, cioè lo studio di fattibilità.

Gli incontr i di partecipazione, come facilmente deducibile, sono r isultati un utile mezzo per una graduale e condivisa elaborazione pro-gettuale.

5.2 IL SITO

Il progetto nasce dalla volontà del Gruppo di lavoro di creare un’in-terfaccia di dialogo con la cittadinanza, ovvero uno spazio di informa-zione, aggiornamento e comunicazione.

Il sito è stato attivato dopo l’inizio degli incontr i di partecipazio-ne, strutturato in modo semplice e intuitivo e ha consentito di car icare tavole, progetti, documenti in modo da renderli accessibili e fruibili da

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capitolo 5

chiunque.

5.3 INIZIATIVA ORTO RADUNO E fESTA PARCO COLLODI

L’Associazione Sacra Famiglia promotore della manifestazione del-la Festa al Parco Collodi, tenutasi domenica 25 maggio 2014 e dell’ini-ziativa orto raduno del 22 giugno 2014, ha invitato il Gruppo di Lavoro a esporre una relazione di sintesi del progetto previsto dal bando Cari-

Figura 5.1 - Manifesti incontri di parte-cipazione pubblici,. Forum

3aprile2014

V I E D I C O N T A T T Oo

“CONNESSIONE ECOLOGICA DAL PARCO DELLE GROANE AL PARCO NORD ATTRAVERSO IL PLIS GRUGNOTORTO VILLORESI”

Comune di Cesano Maderno

Comune di Desio

Sala Aurora,Palazzo Borromeo

ore 21

Presentazione del

progetto

con il contributo di

con la partecipazione di

v. Borromeo 41Cesano Maderno

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plo, raccogliendo i parer i e suggerimenti dei partecipanti. Concludendo, possiamo af fermare che il processo partecipativo di

elaborazione del progetto “ vie di contatto” si é fondato sul coinvol-gimento attivo degli attor i sociali nell’interpretazione del terr itor io e nella costruzione delle scelte.

Dalle iniziative di partecipazione sono emersi suggerimenti, pare-r i, proposte che sono diventati bussola e parte integrante delle scelte progettuali.

In un percorso “classico” di progettazione sono due gli attor i in

Figura 5.2- Iniziativa Festa al Parco Collodi

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capitolo 5

Figura 5.3 - Manifesto iniziativa orto raduno

campo: il committente (Comune) e il progettista. Nel nostro caso, gra-zie al processo partecipativo, si è voluto pr ima di tutto dare parola al “terzo attore”, cioè la cittadinanza.

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Capitolo 6

IL PROGETTO - ESITI

6.1 DIVERSI BISOGNI, DIVERSE TIPOLOGIE DI AREE VERDI

Nel nostro paese la domanda di verde urbano è cresciuta esponen-zialmente dagli anni cinquanta a oggi parallelamente al crescere della congestione urbana e all’aumento del tempo libero individuale.

Il verde pubblico o di uso pubblico è un servizio pianif icato e re-alizzato dai comuni: la qualità e la quantità di verde disponibile per abitante sono pertanto un signif icativo indice della capacità delle amministrazioni locali di assicurare uno sviluppo del terr itor io che r isponda alle esigenze dei cittadini e, in una certa misura, della capa-cità di reagire al progressivo peggioramento della qualità ambientale della città.

Il paesaggio si trova sempre al centro di conflitti tra i meccanismi della conservazione e quelli della trasformazione, conseguente allo sviluppo socio-economico, che sollecita nuove prestazioni. L’equili-br io naturale e il quadro paesaggistico possono essere protetti solo se si attua una tutela ambientale previdente con obiettivi ben def initi. Quindi, a partire dalla pianif icazione per arr ivare alla progettazione di dettaglio delle aree verdi, è innanzitutto importante capire i bisogni del terr itor io e dei suoi “utenti”.

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Le possibili linee guida individuate per la redazione degli “studi di fattibilità” sull’area presa in esame per la progettazione del corr i-doio ecologico in un contesto così fortemente urbanizzato, sono: la conservazione e la valor izzazione degli elementi naturali residui; la r iduzione degli impatti esistenti anche con eventuali interventi di r i-qualif icazione, di mitigazione; la nuova strutturazione naturalistica delle aree destinate ad una fruizione più intensa o ad usi specif ici.

La sinergia di queste politiche progettuali mirano alla costituzio-ne di un sistema verde dif fuso che, da un punto di vista ambientale, tutela la naturalità del terr itor io e tende a realizzare e consolidare le reti ecologiche. Le proposte progettuali, e di conseguenza la tipologia degli interventi, si devono dif ferenziare a seconda che si tratti di aree di elevato valore ambientale, aree agricole produttive e aree “residua-li”; al f ine di realizzare interventi volti al mantenimento delle valenze naturalistico-ambientali esistenti, al potenziamento di queste ultime, alla creazione di nuove aree naturalistiche di interposizione tra parti di abitato, e tra queste ultime e i grandi sistemi naturali delle Groane e Grugnotorto Villoresi.

In questo lavoro ci si è concentrati su una visione moderna di par-co naturalistico lineare (boulevard naturalistico) che deve avere una relazione paesaggistica, naturalistica e funzionale con l’urbanizzato e con il terr itor io naturale circostante. Inoltre, deve essere un sistema polifunzionale che sviluppa ruoli diversi nelle sue diverse parti. Ampie aree verdi r iservate alle attività “libere” si possono complementare con zone più esclusivamente naturali, orti urbani, ecc. La naturalità dif fusa costituisce il connettivo del nuovo sistema ecologico r iattiva-to.

6.2 IL CORRIDOIO ECOLOGICO

Intervenire su questa specif ica e stretta area signif ica r itagliare e preservare all’interno dello spazio urbano degli ambiti in grado di far penetrare la naturalità circostante nella città, favorendo in tal modo l’entrata della natura e dei paesaggi extraurbani all’interno dell’urba-nizzato.

Questi interventi di “r inaturalizzazione” possono portare paesaggi

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capitolo 6

e specif icità naturali all’interno delle “mura” della città, attraverso semplici o elevate forme di r inaturalizzazione in grado di raccorda-re “paesaggi urbani” con “paesaggi naturali”. Inoltre gli interventi di strutturazione naturalistica sull’intero corr idoio gioveranno della vi-cinanza con aree di maggior valenza ambientale e paesaggistica, am-plif icando il loro ef fetto positivo sull’urbanizzato ed innalzando sia la qualità ambientale che quella paesistica.

Un rapporto equilibrato tra aree edif icate e aree libere e nel con-tempo la tutela e valor izzazione delle aree di maggior pregio naturali-stico o paesistico o ambientale, consentono di mantenere e conservare la qualità dell’ambiente locale a r iduzione delle pressioni ambientali indotte dallo spazio edif icato. Sono possibili, dunque, interventi di-retti ed indiretti volti sia a r idef inire la forma urbana, specialmente nelle frange di conf ine come nel caso specif ico, sia a r icostruire un margine tra le aree urbane e le zone naturali. Questo è un altro obiet-tivo pr imario del progetto.

Per ultimo il progetto persegue anche l’obiettivo di tutela e valo-r izzazione dei caratter i identitar i del paesaggio. Il pr incipio fondante di questo cr iter io è la tutela e la valor izzazione dei fattor i d’identi-tà dei luoghi di applicazione del progetto, ovverosia quello di r iasse-gnarli all’immaginario collettivo per sottrarli all’odierno abbandono e indif ferenza.

Particolare attenzione deve essere posta sicuramente per il pae-saggio percepito, ma anche per il paesaggio stor ico che non corr ispon-de necessariamente a ciò che vediamo oggi, ma che di fatto esprime signif icati indelebili nel tempo. Quanto appena detto è rappresentato dal paesaggio che cambia, che si trasforma lentamente o velocemente, soprattutto ai margini delle città, dove i terr itor i diventano elementi sensibili.

In tutti i tempi piante e giardini sono stati oggetto di attrazione per motivi edonistici. Le merende sull’erba, le scampagnate, le feste campestr i, sono una forma di r icreazione antica quanto la civiltà, e in certi tempi e luoghi hanno assunto caratter i di comportamento collet-tivo, ampiamente documentato anche dalle arti e dalla letteratura.

Una delle funzioni fondamentali degli spazi collettivi è di favorire l’incontro e l’integrazione, intenzionale o casuale. Sono luoghi fonda-

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mentali e polifunzionali per la comunicazione sociale, nonché luoghi di r icreazione psico-f isica, distensione, r iposo, divertimento.

Gli spazi verdi consentono pertanto all’uomo un’esperienza stimo-lante di contrasti con l’ambiente edif icato, che si estende a parecchi fattor i (forme, color i, odori, ecc.). Ciascuna componente può avere un ruolo particolare; ad esempio nei quartier i con edif ici molto alti gli alberi forniscono all’uomo una misura spaziale a lui più vicina e familiare.

Risulta del tutto evidente come gli stessi spazi contr ibuiscano an-che a stabilire un intimo legame dei cittadini con il paesaggio urbano, favorendo un processo di identif icazione, che si deve cercare di pro-muovere per contrastare il processo contrar io, di r if iuto, caratter isti-co di molte aree urbane degradate come quelle presse in considerazio-ne dal progetto.

In tal senso per la def inizione delle proposte progettuali sull’inte-ro corr idoio si è tenuto presente in particolare:

- delle caratter istiche intr inseche, positive o negative, che ogni singola area, costitutiva del corr idoio, possiede;

- delle specif iche necessità ambientali e paesistiche che a sua volta ogni singola area r ichiede per il proprio recupero (superamento delle cr iticità) e/o valor izzazione (innalzamento delle potenzialità);

- dell’indispensabile contr ibuto che ogni singola area esprime nel-la realizzazione della rete ecologica locale di appoggio alla rete eco-logica sovralocale;

- dei bisogni che la società insediata ha manifestato nel percorso partecipativo ef fettuato af f inché gli interventi siano r iconoscibili e salvaguardati nel futuro.

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capitolo 6

6.3 INDIVIDUAZIONE DELLE LINEE STRATEGIChE D’INTERVENTO

Obiettivi strategici del progetto sono quelli di ver if icare lo sta-to attuale del livello di connettività ecologica all’interno delle aree coinvolte e tra le aree stesse, def inire interventi di r iqualif icazione/rinaturalizzazione per migliorare lo stato di conservazione di specie faunistiche e flor istiche di interesse, migliorare il livello di connetti-vità e sensibilizzare la popolazione residente nei confronti delle tema-tiche ambientali.

Pertanto sulla base delle analisi bibliograf iche e di campo e sugli studi sulla connettività, sia da un punto di vista geograf ico, sia da un punto di vista ecologico, sono state strutturate diverse proposte di progetto su cui è stata ef fettuata un’analisi di fattibilità nonché una valutazione economica.

In generale tutte le azioni proposte sono volte al mantenimento e alla valor izzazione dello stretto corr idoio di connessione oggetto del-lo studio, agendo pr incipalmente sulla componente vegetale per per-mettere anche alla fauna terrestre ed all’avifauna di trovare ambienti compatibili, con aree in cui nascondersi e migrare, procacciarsi il cibo ed eventualmente r iprodursi.

In particolare si sottolinea come gli interventi che verranno de-scr itti hanno tra i loro obiettivi la realizzazione delle azioni indicate nelle strategie di conservazione r iportate dal già citato DGR 7/4345, in relazione alle specie faunistiche individuate come prior itar ie per il terr itor io in oggetto, come r iportato nel paragrafo dedicato all’ana-lisi faunistica.

Nello specif ico, le pr incipali, ma non uniche, tipologie d’interven-to che vengono perseguite sono le seguenti:

- Ba2: Rinaturazione di alveo e sponde di corpi d’acqua (per quanto r iguarda le aree lungo il Seveso, unico corpo idr ico presente nell’area di studio)

- Bb1: Rimboschimenti in relazione alla tipologia del bosco or igi-nario

- Bc1: Mantenimento o creazione di zone ecotonali (es. siepi tra i campi)

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Queste tipologie d’intervento, oltre che essere quelle che maggior-mente caratter izzano nella sua complessità le azioni di progetto, sono anche quelle maggiormente suggerite dalle strategie di conservazione redatte dalla Regione Lombardia per le pr incipali specie individuate nel terr itor io.

Oltre a questi obiettivi si devono aggiungere anche altr i legati al contr ibuto prodotto dagli ef fetti della “r inaturalizzazione” dei luoghi su questo terr itor io di conf ine tra saldature urbane. La realizzazione d’interventi naturalistici contr ibuisce sensibilmente a r idurre l’impat-to ambientale delle infrastrutture lineari presenti, le quali, attraverso la sistemazione dello loro fasce laterali (fasce di vegetazione), en-trano anch’esse a far parte del nuovo sistema della rete ecologica e introducono nuovi elementi di qualità nella percezione del paesaggio, oggi scadente e abbandonato.

Tra le funzioni più signif icative delle fasce di vegetazione si evi-denzia la costituzione anche del corr idoio ecologico per la connes-sione di unità naturali lontane, ma soprattutto una r iattivazione fun-zionale naturalistica di aree ormai lontane da qualsiasi caratter istica naturale, in quanto reliquati stradali che del resto hanno anche perso la propria utilità ai f ini stradali.

La signif icatività di tale nuova funzione ecologica dipende eviden-temente dall’ampiezza e dalla continuità della fascia; si deve inoltre considerare l’importanza dei singoli tratti non continui, che possono comunque svolgere una funzione di “tappa intermedia” ai f ini ecologi-ci e di supporto alla biodiversità.

Af f inché le fasce possano sviluppare valenze di mitigazione degli impatti antropici oggi fortemente presenti (acustici, atmosfer ici), de-vono essere def inite come strutture di tipo complesso ed i parametr i fondamentali da tener presente perché possano svolgere queste fun-zioni sono la profondità, la compattezza, l’altezza, la lunghezza e l’ef-fetto d’insieme complessivo.

Occorre tener presente che la formazione di elementi di naturalità, anche ai f ini paesistico-ambientali e di difesa del suolo, lungo le stra-de presentano però caratter istiche particolar i in funzione degli am-biti attraversati e delle caratter istiche tipologiche dell’infrastruttura (sezioni stradali, tipologia degli svincoli presenti, piano delle quote,

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capitolo 6

ecc.).Gli interventi si costituiscono quindi come combinazione di volumi

arborei e arbustivi localizzati sia lungo le fasce laterali del tracciato viar io, sia all’interno di eventuali aree intercluse dagli incroci stra-dali, da cui poi si possono dipartire, raccordare o svilupparsi altr i in-terventi di maggiore consistenza naturalistica e paesistica. Da queste r if lessioni nasce l’individuazione del termine “boulevard naturalisti-co”.

La classica def inizione nella progettazione urbanistica di “boule-vard” nasce soprattutto nei grandi progetti di trasformazione, amplia-mento e soprattutto di r iqualif icazione urbana avvenuti a partire dal XVIII secolo. Questi si rappresentavano come grandi assi di transito in cui la modernità delle strade entrava nelle città. Fluidità, luci, rumori, velocità, r ipetizioni, sequenze ma anche improvvise interruzioni sono i pr incipali elementi che caratter izzano questi spazi urbani costruiti. Questa invenzione tipologica sorta nei piani urbanistici tra Ottocento e Novecento, in sintesi, si fondava su un ef f iciente tracciato stradale, ma anche su un chiaro programma di spazi pubblici attraverso cui co-struire gli episodi (interventi) edilizi urbani.

Le conseguenze dei boulevard per la percezione visiva e la qualità abitativa saranno sorprendenti nelle città, introducendo nuove visioni prospettiche, nuove concezioni e usi dello spazio e nuove modalità di rapporti sociali ed economici. Questa invenzione tipologica urbana del costruito consentirà la narrazione della città e della sua vita. Nella nuova strada allargata, tra la folla, l’uomo moderno scopre il piacere dell’anonimato, ma nello stesso tempo, forse per la pr ima volta, la diversità, l’altro.

Se dunque il “boulevard” ha modif icato i modi di concepire e vi-vere gli spazi urbani, forse allora un “boulevard naturalistico” potrà mettere assieme le parti residuali che la stessa città esclude, median-te la costruzione di episodi (interventi) naturalistici urbani, in cui consentire la narrazione dell’esistenza di un più vasto sistema, quello ambientale, in cui il sistema urbano insiste e grava inevitabilmente. Una nuova invenzione tipologica naturalistica in cui scoprire il piacere della biodiversità.

La sf ida progettuale che si vuol raccogliere è questa, der ivante da

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tutte quelle cr iticità e potenzialità che l’area in esame possiede così come descr itte durante le fasi d’indagine e r ilievo sul campo.

In termini generali per la costituzione del nuovo “boulevard natu-ralistico” si possono individuare i seguenti pr imari interventi:

- mantenimento e potenziamento delle formazioni r ipar iali esi-stenti;

- mantenimento e potenziamento dei f ilar i alberati esistenti;- formazioni di nuovi impianti di siepi;- mantenimento, potenziamento o r iqualif icazione della vegeta-

zione arborea/arbustiva presente;- nuovi interventi di forestazione.È bene sottolineare che agire lungo i tracciati delle strade compor-

ta il r ispetto delle indicazioni/prescr izioni del codice della strada, che pone limitazioni r iguardo alla distanza dal sedime stradale per l’im-pianto di esemplari vegetali. Altr i vincoli r ispetto alla realizzazione di alberature derivano dalla presenza di linee aeree e sottoservizi urbani e dagli obblighi di manutenzione per la sicurezza stradale.

6.4 IDENTIfICAZIONE DELLE AREE STRATEGIChE

I “restr ingimenti” rappresentano le situazioni in cui la permea-bilità ecologica di un terr itor io viene minacciata o compromessa da fattor i antropici quali l’urbanizzazione, la realizzazione di infrastrut-ture o la presenza di qualsiasi ostacolo allo spostamento delle specie biologiche.

Per la trattazione progettuale dell’area, si è considerata intera-mente questa come si fosse un unico varco ambientale.

I varchi sono pertanto identif icabili con i pr incipali restr ingimen-ti interni ad elementi della rete, oppure con la presenza di elementi di interruzione della continuità ecologica, dove è necessario attivare interventi volti a mantenere la sezione permeabile evitando ulter ior i nuove “strozzature” nei restr ingimenti, o a r ipr istinare la permeabili-tà ecologica nel caso di barr iere antropiche non attraversabili.

I varchi quindi si possono classif icare in:- varchi da mantenere;- varchi da deframmentare.

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capitolo 6

I varchi da mantenere sono individuabili nei luoghi in cui si deve impedire ulter iore consumo di suolo o alterazione dei sistemi naturali perché l’area conservi la sua potenzialità di “punto di passaggio” per la biodiversità.

I varchi da deframmentare si individuano in quelle aree dove sono necessari interventi per “superare” gli ef fetti della presenza di infra-strutture o insediamenti che interrompono la continuità ecologica e costituiscono ostacoli non attraversabili.

Nel caso in esame, le due tipologie come sopra descr itte si som-mano, nel senso che tutta l’area deve essere salvaguardata da futuri processi di consumo di suolo e parimenti r ichiede interventi di fram-mentazione. Pertanto l’area in esame viene trattata come un unico “varco da mantenere da deframmentare”.

6.5 LO SChEMA DI PROGETTO

Sulla base di tutte le informazioni raccolte e dall’individuazione delle tre “stanze ambientali” è stato determinato lo schema di proget-to dove sono stati proposti i possibili interventi al f ine di mantenere e garantire la connessione ambientale tra i parchi delle Groane e del Grugnotorto Villoresi.

I potenziali interventi sono individuati su una cartograf ia (ortofo-to) unitar ia ai due comuni interessati e su tutte le aree conformative il futuro corr idoio si sono indicati i seguenti interventi:

- formazioni r ipar iali esistenti da mantenere e potenziare;- f ilar i alberati esistenti da mantenere e potenziare;- nuovi f ilar i alberati;- nuove siepi;- vegetazione arborea/arbustiva esistente da mantenere e poten-

ziare;- vegetazione arborea/arbustiva esistente da r iqualif icare;- nuovi elementi naturalistici di forestazione;- orti;- aree esterne al corr idoio ecologico che concorrono ai f ini am-

bientali;- area interessata al progetto autostradale Pedemontana;

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- nuova pista ciclabile;- presenza di impianti vegetazionali di pregio;- presenza di impianti vegetazionali invasive e infestanti.Ad ognuno degli interventi sopra indicati è stata associata una

specif ica graf ica semplif icata, accompagnata anche da icone rappre-sentative. Lo scopo di questo elaborato è di:

- fornire un’idea generale della strutturazione complessiva del nuovo “boulevard naturalistico”;

- consentire l’interlocuzione di tutti i soggetti partecipanti, so-prattutto di quelli non specif icatamente addetti ai lavori nel processo

Figura 6.1 - Schema di progetto

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capitolo 6

partecipato attivato;- giungere a una scelta condivisa degli interventi proposti;- acquisire nuove e/o diverse proposte progettuali.L’elaborato così redatto è un utile strumento per ver if icare, no-

nostante la sua semplicità, tutti gli elementi indispensabili e irr inun-ciabili (interventi e aree) che il corr idoio r ichiede per svolgere il suo ruolo di:

- connettività ecologica;- r iqualif icazione paesistica;- mitigazione ambientale degli impatti antropici esistenti.Inf ine su questo elaborato sono state individuate tutte quelle aree

che seppur poste fuori dall’area oggetto di studio, concorrono posi-tivamente alla strutturazione dello stesso corr idoio, implementando positivamente le caratter istiche ambientali. Trattasi di aree già strut-turate ai f ini ambientali, oppure da strutturare ex novo.

6.6 INTERVENTI POSSIBILI

I pr incipali interventi per la realizzazione del corr idoio ecologico, ovverosia del “boulevard naturalistico” proposti nello schema proget-tuale sono stati successivamente sviluppati in modo più dettagliato e puntuale.

L’area oggetto di studio è stata suddivisa in sei lotti di intervento, considerando le caratter istiche f isiche, naturalistiche, antropiche e la propria collocazione r ispetto alle condizioni dell’immediato contesto circostante.

Ogni lotto è f isicamente separato dagli altr i a causa della presenza sul terr itor io di infrastrutture antropiche e di carattere quasi esclusi-vamente viabilistico.

• Il Lotto 1 corr isponde con le aree poste ad ovest r ispetto il trac-ciato stradale della provinciale della ex Comasina, a r idosso dei pr imi salienti del Parco delle Groane;

• Il lotto 2 è suddiviso in cinque sottolotti (lotto 2a, lotto 2b, lotto 2c e lotto 2e), comprende le aree lungo l’arter ia stradale della tangenziale sud situate tra il tracciato stradale della provinciale della

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ex Comasina e la ferrovia;• Il lotto 3 è suddiviso in tre sottolotti (lotto 3a, lotto 3b e lotto

3c), interessa le aree lungo l’arter ia stradale della tangenziale sud collocate tra il tracciato della ferrovia e il torrente Seveso;

• Il lotto 4 è suddiviso in due sottolotti (lotto 4a e lotto 4b), inclu-de le aree lungo l’arter ia stradale della tangenziale sud ubicate tra il tracciato del torrente Seveso e la via delle Campiane;

• Il lotto 5 è suddiviso in cinque sottolotti (lotto 5a, lotto 5b, lotto 5c e lotto 5e), comprende le aree agricole poste sul lato sud della tan-genziale, situate tra la via Comasinella e la via Alpe di Siusi;

• Il lotto 6 è suddiviso in due sottolotti (lotto 6a e lotto 6b), in-clude le aree lungo l’arter ia stradale della tangenziale sud posizionate tra la via delle Campiane e la superstrada Milano-Meda.

Si evidenzia che le aree agricole poste ad est della superstrada Milano-Meda non sono state oggetto di interventi puntuali, in quanto come già precedentemente specif icato in queste aree è prevista l’in-frastruttura autostradale Pedemontana e interessata da uno specif i-co intervento di mitigazione , i cui sviluppi progettuali sono arr ivati sino all’elaborazione/approvazione del relativo progetto def initivo. Inoltre tali aree sono fortemente interessate dal tracciato viabilistico autostradale pr incipale e che sino ad ora su le stesse è in corso di ela-borazione lo specif ico progetto esecutivo di cui non si conoscono gli sviluppi progettuali..

Di seguito si r iportano le schede descr ittive degli interventi indi-viduati di ogni lotto:

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capitolo 6

Figura 6.2 - Quadro unione lotti

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UNA DESCRIZIONEPER IMMAGINI

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Foto 1 - Cesano Maderno. Il paesaggio al confine con il Parco delle Groane

Foto 2 - Cesano Maderno. Sottopassaggio ciclopedonale della tangenziale sud verso Bovisio Masciago

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Foto 3 - Cesano Maderno. Pista ciclopedonale nella zona orientale

Foto 4 - Bovisio Masciago. Orti

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Foto 5 - Cesano Maderno. Fasce verdi lungo la tangenziale sud

Foto 6 - Cesano Maderno. Vegetazione lungo il Seveso

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Foto 07 - Cesano Maderno. Aree non gestite

Foto 8 - Cesano Maderno. Aree gestite a prato

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Foto 9 - Cesano Maderno. Strada Statale 35 dei Giovi (Milano Meda)

Foto 10 - Bovisio Masciago. Sovrappasso della Strada Statale 35 dei Giovi (Milano Meda) su strada poderale.

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Foto 11 - Desio. Uso improprio.

Foto 12 - Cesano Maderno. Uso improprio.

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Foto 13 - Cesano Maderno. Aree verdi nell’urbanizzato.

Foto 14 - Cesano Maderno. Aree agricole nell’urbanizzato.

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Foto 15 - Cesano Maderno. Aree verdi nell’urbanizzato.

Foto 16 - Cesano Maderno. Area agricola.

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Foto 17 - Cesano Maderno. Area agricola.

Foto 18 - Desio. Area agricola

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Foto 19 - Desio. Degrado negli ambiti agricoli.

Foto 20 - Desio. Degrado negli ambiti con vegetazione arborea.

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Stampato nel mese di febbraio 2015 da:Coopisteria frontEretro - Cooperativa Sociale O.N.L.U.S. Solaris Lavoro e Ambiente

solarislavoro e ambiente

COOPERATIVA SOCIALE O.N.L.U.S.