Vicenzapiu 269

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Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 269 - 29 marzo 2014 - euro 1,20 www.vicenzapiu.com V icenza Più Periodico indipendente, non riceve finanziamenti pubblici Dal 25 febbraio 2006 VicenzaPiù regala ai vicentini un’alternativa di informazione indipendente (dissero: “durerà 3 numeri”) e oggi esce col n. 269. Ci auguriamo di durare almeno l’equivalente dei primi “3 numeri” di vita pronosticati al capostipite VicenzaPiù per poter festeggiare tra altri 8 anni servizi come quelli su Askoll, Hibripost e sui cervelli “made in Vicenza”. Grazie ai nostri lettori e agli inserzionisti che si vogliono proporre a loro, a quelli dei nostri 5 quotidiani web di informazione (altri 5 sportivi sono in arrivo) e ai tele web-spettatori di VicenzaPiù.Tv, il nostro neonato canale streaming 24 ore su 24. E grazie al lavoratore Askoll in copertina che sfila in corteo agitando come bandiera una copia di VicenzaPiù I nostri primi 8 anni Un corteo di consensi Lavora con i media del network VicenzaPiù Per un ulteriore potenziamento sul territorio cerchiamo collaboratori e corrispondenti per ‘coprire’ le città, i paesi e le aree delle nostre testate giornalistiche. Prendiamo in esame curricula (da inviare a [email protected]) di giovani (pubblicisti e non) che vogliano maturare esperienza nel mondo della comunicazione. Analoga ricerca è rivolta ad agenti che, vendendo pubblicità per i media del gruppo VicenzaPiù, trovino un’adeguata fonte di guadagno in un ambiente professionale e contribuiscano al rafforzamento dell’informazione indipendente. Inviare i curricula a info@ mediachoice.it Pay what you want Paga quello che vuoi per supportare l’informazione indipendente e sfoglia co- modamente in digitale i pe- riodici VicenzaPiù, la vetrina senza diaframmi su “Fatti, personaggi e vita vicentina”. Clicca su ww.vicenzapiu.com

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VicenzaPiù n. 269 Periodico indipendente di vita, politica, personaggi e fatti di Vicenza e del Vicentino

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Direttore responsabile Giovanni Coviello n° 269 - 29 marzo 2014 - euro 1,20

www.vicenzapiu.com

VicenzaPiùPeriodico indipendente, non riceve finanziamenti pubblici

Dal 25 febbraio 2006 VicenzaPiù regala ai vicentini un’alternativa di informazione indipendente (dissero: “durerà 3 numeri”) e oggi esce

col n. 269. Ci auguriamo di durare almeno l’equivalente dei primi “3 numeri” di vita pronosticati al capostipite VicenzaPiù per poter festeggiare tra altri

8 anni servizi come quelli su Askoll, Hibripost e sui cervelli “made in Vicenza”. Grazie ai nostri lettori e agli inserzionisti che si vogliono proporre a loro, a quelli dei nostri 5 quotidiani web

di informazione (altri 5 sportivi sono in arrivo) e ai tele web-spettatori di VicenzaPiù.Tv, il nostro neonato canale streaming 24 ore su 24. E grazie al lavoratore Askoll in copertina che

sfila in corteo agitando come bandiera una copia di VicenzaPiù

I nostri primi 8 anniUn corteo di consensi

Lavora con i media del network VicenzaPiùPer un ulteriore potenziamento sul territorio cerchiamo collaboratori e corrispondenti per ‘coprire’ le città, i paesi e le aree delle nostre

testate giornalistiche. Prendiamo in esame curricula (da inviare a [email protected]) di giovani (pubblicisti e non) che vogliano

maturare esperienza nel mondo della comunicazione.

Analoga ricerca è rivolta ad agenti che, vendendo pubblicità per i media del gruppo VicenzaPiù, trovino un’adeguata fonte di guadagno in un ambiente professionale e contribuiscano al rafforzamento dell’informazione indipendente. Inviare i curricula a [email protected]

Pay what you want Paga quello che vuoi per supportare l’informazione indipendente e sfoglia co-modamente in digitale i pe-riodici VicenzaPiù, la vetrina senza diaframmi su “Fatti, personaggi e vita vicentina”.

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È dal 25 febbraio 2006 che VicenzaPiù regala ai vicentini un’alternativa indipendente (mi dissero: “durerai 3 numeri”) e oggi esce col n. 269 dopo aver lanciato un network cheoggi conta, oltre che su questo periodico cartaceo stampato almeno in 12.000 copie, anche sul web con 5 quotidiani di informazione e su una collana di libri e dvd e da metà2013 su VicenzaPiùTv, un canale streaming 24 ore su 24 raggiungibile digitando www.vicenzapiu.tv. VicenzaPiùTv è accessibile a tutti i possessori di computer da tavolo,notebook, tablet, smartphone e a tutti i telespettatori dotati di un apparecchio tv collegabile a Internet. Sono già più di 437.000 coloro che ci hanno premiato da visitatori unicilo scorso anno per VicenzaPiu.com e all’incirca altrettanti lettori seguono gli altri nostri 4 quotidiani web a cui sta per affiancarsi una cinquina di quotidiani sportivi”marcati” Vi-cenzaPiuSport.com divisi per area con lo stesso criterio di quelli di informazione. Ci auguriamo che il network web, quello attuale e quello sportivo in arrivo, e la tv streamingdurino almeno l’equivalente dei “3 numeri” di vita pronosticati al capostipite VicenzaPiù per poter festeggiare tra altri 8 anni servizi come quelli su Askoll, Hibripost e sui cervelli“made in Vicenza”. E magari annunciare nuove iniziative, grazie ai nostri lettori, in tutte le salse e su tutti i media, e agli inserzionisti che a loro si vogliono proporre. E grazie a chifa risaltare le nostre qualità, di indipendenza, più dei nostri difetti. Sempre di indipendenza dai poteri economici che rimpinguano, sempre di meno e per poco ancora, qualcunaltro (dis)informatore. Inaridendone, però, l’appeal. Che noi curiamo sempre di … Più. Ce lo conferma anche il lavoratore che sfila in copertina con una copia di VicenzaPiù.

Il direttore

I nostri primi 3 numeri valgono già 8 anni

Avevamo chiesto più volte allamestrina Hibripost, che si defini-

sce ed è Consorzio permanente diaziende, da dicembre 2013 in poiun contatto con la proprietà/dirigen-za per valutare e approfondire il casoda noi sollevato col titolo «La postaammucchiata ma “certificata”...» eripreso in vari pezzi, su cartaceo eweb, tra cui quello titolato «Postaammucchiata ma “certificata”: inda-ga Aim, Hibripost si inalbera, Vicen-zaPiù pone altre domande»

Dopo un iniziale totale silenzio edopo altri pezzi di approfondimentofinalmente più di un mese fa abbia-mo ricevuto questa risposta: «Ci di-spiace informarla che purtroppo irappresentati legali non sono in sedeper una serie di impegni istituzionalinel territorio nazionale, e non hannola possibilità di contattarla o incon-trarla personalmente. Se sarà cosicortese ad inviarci le sue domandein forma scritta attraverso l’[email protected], sarà loro impegnorispondere quanto prima ai suoiquesiti». Non amando le interviste fatte di do-mande poste (ci si scusi il gioco diparole) senza poter guardare in fac-

La "mala posta" vicentina, TNT imita Hibripost.Ma Poste Italiane spa ... si astiene dai commenti

cia chi risponde, senza consentireall’interlocutore di fare altrettantocon chi lo intervista e soprattuttosenza quelle domande che nasconoda risposte date in un modo piutto-sto che in un altro, abbiamo aspetta-to a lungo. Dopo avere, nelfrattempo, raccolto altre informazio-ni abbiamo risollecitato un’intervistadiretta a chi rappresenta Hibripostcosì come facciamo anche con altrimanager altrettanto impegnati diquelli della società di consegne po-stali ricevendo la loro attenzione ,prima o poi. Preparandoci a pubbli-care una serie di importanti appro-fondimenti sulla vicenda e più ingenerale sui rapporti di lavoro cheesistono in questi casi, abbiamoquindi ripetuto l’invito al consorziodi Mestre martedì 25 marzo speran-do «che nel frattempo i vostri diri-genti siano tonati e si rendanofinalmente disponibili a un’intervistasenza domande preconfezionate». Nell’attesa, comunque, pubblichia-mo a pagina 4, una significativa in-tervista a un giovane, excollaboratore di una delle aziendedel consorzio, che si dichiara «sfrut-tato e ingannato» dalla società pri-vata di consegne a cui si rivolgonomolte aziende private e tanti entipubblici, che per il suo low cost (aparte il servizio non proprio inap-puntabile per quanto da noi segna-lato) la preferiscono, ad esempio, a

Poste Italiane spa, l’azienda pubbli-ca nazionale che, oltre ad eventualilavoratori “sfruttati”, ci apparival’oggetto dei maggiori danni. Ovvio,quindi, che volessimo sentire il pa-rere anche dei dirigenti di Poste percui enorme è stata la sorpresa disentirci rispondere così: «i dirigentidi Poste Italiane non vogliono népossono commentare i comporta-menti contrattuali della concorren-za». I commenti li lasciamo all’ennesimafoto di posta consegnata ... gettan-dola a terra. Da Hibripost? No, que-

sta volta da TNT, con il brand “For-mula certa” ... Un altro caso? Se Poste Italiane non commenta, Hi-bripost non risponde e TNT è stataappena chiamata in causa con unesempio, noi a maggior ragione cisentiamo in dovere di raccontare,prima, l’esperienza del giovane cheabbiamo sentito e, poi, di esamina-re, insieme a esperti del lavoro e sin-dacalisti, i contratti che devonofirmare per provare a lavorare ... lowcost e senza garanzie. Come senzagaranzia (e, vedremo, senza tuteladel destinatario) appare la consegnadella posta consegnata da questeaziende e pagata anche da aziendepubbliche.

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di Giovanni Coviello

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/ VicenzaPiu sul tavolo di un bar/ La copertina di VicenzaPiu n. 1

/ Posta Tnt

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29 marzo 2014 pag4

Abbiamo raccolto tante informazionidopo aver visto alcune buste conse-

gnate da Hibripost, per conto di Aim aitempi dei disservizi per i bollettini Tarese già prima per Acque Vicentine, in unmodo a dir poco approssimativo e pococerto. Dopo alcune reazioni inattese dicui abbiamo parlato pubblichiamo la tra-scrizione fedele di un’intervista raccoltaall’epoca dei fatti e tenuta in cassetto peravere il tempo di poter parlare con gli“accusati” e, soprattutto, perché il nostrogiovane interlocutore voleva essere si-curo di non avere rappresaglie per il pa-gamento di quanto doveva avere, anchese ben misera cifra. Dopo i silenzi delleaziende coinvolte direttamente ma chenon hanno avuto interesse finora a spie-gare le loro ragioni e delle società even-tualmente danneggiate da una possibileconcorrenza sleale o da consegne cre-dute affidabili ma con caratteristiche adir poco discutibili ripetiamo la nostradomanda fatta alle aziende pubbliche diVicenza e alla proprietà rappresentatadal sindaco Variati: «nel dare appalti aHibripost e ad aziende simili avete verifi-cato la contrattualistica dei collaboratori?Se questa fosse da sfruttamento non vinascono dubbi sui parametri da fissareper avere fornitori convenienti, ma ancheaffidabili e con un minimo di etica neiloro rapporti con i lavoratori?». Ecco, in-tanto e per stimolo a verificare, l’intervi-sta denuncia del giovane veronese, bendocumentato in varie sue argomenta-zioni che ci riserviamo di approfondirecon consulenti del lavoro e sindacati

Come hai contattato la ditta che fa partedel consorzio Hibripost?A Verona Hibripost c’è da poco perchési è appena insediata e perché hanno ap-pena preso l’appalto dall’AGS e daAcque Veronesi, hanno preso due appaltigrandi. Cercando lavoro sono andato afare il colloquio e c’era un responsabiledi Mestre, perchè il consorzio è di Me-stre. In poche parole al colloquio ci ave-vano detto che saremmo stati deidipendenti Cioè che sareste stati assunti in praticaSì esatto, mi diceva che chi chiamavanopoi l’assumevano con un contratto,quello è vero, e avevano detto che lapaga era di 50,00 euro al giorno, equella era, e lo stipendio era di 1.100,00euro Lo stipendio in busta pagaSì in busta paga, poi avevamo la tredice-simaTu quanti anni hai?26Sei diplomato?

Sì in alberghieraE non trovi posto nel tuo settore o cerchicose diverse?Cerco cose diverse. Non trovo posto nelmio settore quindi cerco cose diverse.Allora mi sono detto: lo stipendio non èuno stipendio paradisiaco, ma insomma…Per cinque giorni di lavoro o sei?Sei giorni, compreso anche il sabato.Quante ore a settimana?Fino a quando si finisce, cioè non è uncontratto regolato da un orario fisso. Epoi richiedevano “moto munito, moto oauto munito”. Se uno aveva la moto, loscooter 125 il discorso per via dell’as-sunzione era buono. Perché un conto èfare le consegne a piedi o in macchina,un conto è con lo scooter. Allora io e imiei genitori abbiamo deciso di com-prare uno scooter.Quindi chi ha uno scooter è avvantag-giato rispetto a chi va a piedi o chi va inauto.Anche perché non è un contratto che tidicono ti diamo veramente 50 euro algiorno, è un contratto che ti pagano acottimo a lettera imbustata. Come dota-zione hai un Gps e te lo porti appresso ehai un lettore sul quale, poiché le bustehanno un codice a barre, quando conse-gni la lettera lo spari sul codice a barre:per quello si chiama posta certificataScusa, se ti hanno detto 50,00 euro algiorno, quella era una valutazione dimassima perché se è a cottimo Era una valutazione, è a cottimo sìMa c’era un minimo assicurato oppureno?No, no. no. Infatti è quello di cui sono ri-masto deluso, a parte che io con i mieigenitori siamo usciti con 800,00 eurocomprando lo scooter, però ero contentopur di lavorare, di avere un lavoro perquattro mesi che poi si trasformava atempo indeterminato.Quindi quattro mesi erano di provaQuattro mesi poi mi facevano un prolun-gamento fino alla fine dell’anno pros-simo (2014), quattro più otto cioè, poi atempo indeterminato. Quando sei entrato tu?Sono entrato ai primi di novembre del2013Quindi sarebbe stato quattro mesi finoa febbraio.Fino a fine marzo era. E poi?Poi me lo rinnovavano fino alla finedell’anno e poi a tempo indeterminato.La prima conferma a cosa era subordi-nata? Al comportamento, al rendi-mento, a cosa?Al comportamento che il collaboratoreteneva. Insomma, e dunque tra virgo-lette, non sono stato obbligato, non è checon la pistola hanno detto comprati loscooter però un po’ di pressione percomprarlo l’ho ricevuta. Anche da partemia ho detto “fidiamoci”

Per capire, il contratto che hai firmatoera un contratto di che categoria? Lo haiqui posso vederlo? Lo leggo dopo. Staitranquillo non esce il tuo nome …Secondo me è una cosa abbastanzagrossa perché Hibripost sta prendendoappalti molto grandi non solo a Vicenza,ma anche a Verona. In pratica cosa èsuccesso, è successo che il primo giornomi hanno mandato a 40 km.Nel contratto c’è il rimborso carbu-rante? Dicono di sì. Durante il colloquio mihanno detto che mi assegnavano allazona di appartenenza, cioè se io sono diSommacampagna mi danno una zonanell’arco di 15 km. Il primo giorno mimandano a 40 km dicendomi il respon-sabile che ognuno doveva andare dovec’era bisogno. E già lì c’è stata un’incon-gruenza con quello che mi ha detto il re-sponsabile di Mestre perché un conto èfare 40 km poi il giro di consegne e poitornare, un conto è…, vabbè! E dunquenon era una zona fattibile con il moto-rino, fai 40 km di strada normale allorasono andato in macchina e poi ho fattouna mezz’ora a piedi. Poi mi hannomandato il secondo giorno verso la città( Verona) e fin lì ok. Poi il terzo giorno mihanno mandato in una comunità mon-tana del veronese. Dato che sono tuttecontrade in pratica loro pagano a cot-timo ma hanno dei prezzi molto mamolto bassi.Per avere un’idea mi puoi dire?Allora per una comunità montana po-trebbero essere 12 centesimi lordi a con-segna invece per un paese siamo sui 5centesimi lordi.Queste cifre sono specificate nel con-tratto?SìQuindi è chiaro però, per lo meno èchiaro quel discorsoSì, sì. Solo che non c’è un minimo sala-riale, i 50 euro sinceramente sono unsogno: il primo giorno che sono andatoa 40 km più o meno facendo i calcolisarò stato sui 22 euro lordi per tutta lagiornata.Che poi quella è la paga lorda poi deveessere tassataSì, le cifre sono sul lordo.Meno le spese, tu hai speso anche per labenzinaIn quattro giorni ho speso 40 euro spe-rando che poi fossero rimborsate.Queste poi ti venivano rimborsate op-pure no?In teoria sì.In pratica non è successo?In pratica mi devo ancora rimborsare (eradicembre 2103, ndr)…Continua a raccontare. Cioè, nel con-tratto è scritto che ti rimborsano?Si. Un’altra cosa e poi andiamo avanti.Praticamente tu vai a prendere il mate-riale in sede, che è a Verona in zonafiera. Poi te lo devi portare a casa, a casati devi mettere in ordine la posta, te ladevi sparare come giacenza con la mac-chinetta come presa in carico di gia-cenza a tuo nome. Solo che la prima serasono stato con mia mamma fino alle 10di sera perché avevo 350 lettere da met-tere in ordine. Questo è un extra lavoroche ti impegna 2/3 ore a sera.Che non ti viene considerato come la-voro.Esatto.Poi devi fare anche da magazzino in pra-tica, e poi c’è anche il discorso della ri-servatezza delle lettere, se qualcunomanda lettere riservate vanno in manoa chiunque … È chiaro che tu sei unapersona seria e non stai ad aprirle, maio sto pensando che chi spedisce le let-tere non sa che poi vengono messe in

di Giovanni Coviello

tante caseIo ho fatto anche Poste Italiane per 4mesi, la differenza è che te la mattina vailà, arriva il camion, ti metti in ordine evai.Non devi portarti a casa le lettere?No certo. Quindi tu vai al deposito, prendi le let-tere che ti sono state assegnate, le portia casa, le sistemi e le metti in ordine perindirizzoIn ordine per civico, solo che anche lì seuno cambia paese ogni giorno non saneanche i posti dove deve andare. ConPoste Italiane fai la zona, la impari e lafai. Lì metti caso che uno riesce anche aprendere i suoi 30-40 euro al giorno,anche se non sono i 50, ma cambiandotutti i giorni paese uno non sa i civicicome sono messi in ordine e loro non èche ti aiutano, è proprio lasciato al caso:“vai, arrangiati!”. Anche a Poste Italiane ti danno un con-tratto a cottimo?No, assolutamente, è tutto un altromondo nel senso che Poste Italiane maanche Tnt post è regolato con un con-tratto da impiegato a tempo determinato,non so se quarto o quinto livello.Qui c’è tredicesima, quattordicesima?Penso ci sia la tredicesima ma non so inbase a cosa la calcolano.Perché se il contratto è a cottimo è unpo’ difficile. Andiamo avanti prendi lelettere le metti a posto e parti il giornodopoIl giorno dopo parti. Quando sono an-dato su in montagna ho consegnato sulle55 lettere perché era una lettera ognicontrada, ma come a me succede achiunque che ci lavora. Insomma, mo-rale della favola, se son 12 centesimi aconsegna quella giornata lì ho corsocome un matto per 6 euro lordi. Alla fineio sono tornato dal responsabile e gli hodetto: “guarda, i 50 euro che avevatepromesso al colloquio non li vedròmanco col binocolo. Ma perché unocambia paese ogni giorno? Se mi dateunazona, bene o male uno se la imparain modo tale che consegni di più e gua-dagni un po’ di più”. Lui mi fa: “beh, in-somma, se ti va bene così è, così sennòmi firmi e ti licenzi”. Io gli ho detto chesecondo me non è giusto, perché dalmomento in cui faccio il colloquio e chevoi mi dite delle cose, io sono andatofuori con 800 euro per il motorino. Èanche un danno che ho subito io. Lui miha detto: “ti do un altro paese per oggi,poi lunedì vieni qua e ti licenzi. Alla fineparlando anche con la gente …Con i colleghi?No, no con i colleghi non è che ci parli.Tanto non li vedi neanche mai. Parlandoun po’ con i miei, facendo quattro cal-coli ho deciso di lasciare.Tu quando è che hai lasciato, da pochigiorni in pratica?Da tre settimane.Quindi quanto devono pagarti? Unmese neancheNeanche.

Che tu sappia gli altri lavoratori sonoitaliani, stranieri? Perché sono condi-zioni sono un po’ schiaviste questeDa quello che ho potuto vedere io nonne ho visti tanti, ho visto due tre signore,ho visto dei ragazzi ma non so se sonostranieri o italiani.Non vi conoscete tra di voi?Assolutamente no. Poi il responsabilenon è che ti chiama quando sei in giroper chiedere se hai bisogno di unamano, dice: “se hai bisogno mi chiami tea tue spese”.I pacchi di posta come ti venivano dati?Imbustati? In che modo?Li davano dentro un cartone Se è l’azienda che dà queste indicazioniperché c’è scritto posta certificata?Posta certificata, allora io in montagnanon mi prendeva il gps e dunque nean-che le sparavo. Le Acque Veronesi ave-vano un codice a barre che era copertoe mi dice (il suo responsabile suppongo,ndr) “spara” la prima lettera della via espara l’ultima, nel senso che non tutte lesparavo perché c’era il codice a barrenon leggibile. Alla fine anche lì non èche sia tanto certificata nel senso …Ho capito anche perché loro dovreb-bero sapere se tu in quel momento staisparando un codice sanno dove sei conil gps, in effetti se il sistema fosse fattobene.È tutta una questione di organizzazione,quando Poste Italiane prende un appalto…Costa di più ma dà un servizio migliore?Intanto c’è la conoscenza del territorioda parte della gente che va a consegnare.Dunque se non trova un civico e nontrova un nome, uno che ha esperienzanon è che butta la busta lì a casaccio. In-vece cambiando paese ogni giornoanche il lavoratore si trova in difficoltà.Anche il pagamento a cottimo, è durolavorare oggi, uno si accontenta purema …Lavorare per niente, no!Poi quello che mi lascia perplesso èanche il sistema, dare al singolo colla-boratore la posta è delicatoQuello mi ha lasciato perplesso a pre-scindere che il cottimo secondo me nonè regolare, perché un minimo salarialesecondo me ci deve essere.Quello che mi hai detto era quello chemi aspettavo. Onestamente, però, sen-tirlo direttamente ci può aiutare a de-nunciare. Noi non vogliamodanneggiare nessuno, vogliamo solo checerte situazioni vengano conosciute, al-trimenti non se ne esce mai fuoriPer il rimborso spese prima ti ho detto,spero me lo diano per poco che sia (haavuto alla fine poche decine di euro…,ndr) perché il gps non andava e loro nonso se riescono a calcolarmi i km e le bat-tute e le lettere che ho consegnato…

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Assunto a cottimo ordina a casa la posta e poi laconsegna come può. Ma Hibripost la “certifica”

/ L'intervistato ci e bennoto ma questa fotorappresenta meglio lasituazione degli sfruttati

/ La posta “certificata” Hibripost

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pag529 marzo 2014

Ricercatore vicentino dellaUCSD pubblica: Facebookinfluenza il tuo umore

Facebook decide di che umoresei. E’ questa la conclusione rag-

giunta dal team di James Fowler dicui fa parte integrante il vicentinoLorenzo Coviello che, analizzandocon opportuni algoritmi quantità in-dustriali di post su Facebook e lereazioni dei post successivi dei let-tori, conclude che la lettura di com-menti più o meno felici puòsensibilmente modificare l’umoredei lettori e dei loro interventi con-secutivi. Infatti si è notato un aumento dicommenti ed interventi tristidell’1,29% dopo aver letto post tri-sti sulla bacheca del popolare so-cial-network, le reazioni ai postpositivi invece sono molto più mar-cate l’1,75 % in più di post positivi.La ricerca è stata condotta da unteam internazionale della ‘Univer-sity of Californiaà di San Diego(UCSD) in California e le sue duepunte di diamante nello specificosono stati due italiani, il prof. Mas-simo Franceschetti, e Lorenzo Co-viello, studente di PhD Candidate.Quest’ultimo, dall’inizio del 2010in Usa, è nato a Roma nel 1984 maè a Vicenza che è cresciuto fin dal1992 (elementari alla Da Porto,medie alla Prati), conseguendo lamaturità al Liceo Quadri per poilaurearsi col massimo dei voti elode a Padova in ingegneria delletelecomunicazioni. L’ultimo annodel corso di laurea nel 2007-2008lo ha frequentato a San. Diego doveha preparato la tesi discussa nel-l’ateneo patavino prima di essere ri-chiamato dalla UCSD a S. Diegocome ricercatore in via di conse-guire, dopo il Master in Electricaland Computer Engineering, anche ilPhD grazie anche a numerose pub-blicazioni nel campo delle reti so-ciali ed informatiche. Per curiositàricordiamo che la società editricedei nostri media fa in buona parteriferimento proprio a Lorenzo e alfratello gemello Emanuele, figli delnostro direttore, e per completezzadi informazione aggiungiamo che illoro percorso è parallelo: ancheEmanuele è alla UCSD pur se conqualche mese di anticipo e sta con-seguendo analoghi riconoscimentiaccademici.Vicenza ed il Veneto si confermanoquindi, grazie alla preparazione di

questi due laureati come ottimi in-cubatori di personale qualificato inogni settore, soprattutto quelloscientifico e tecnologico.Tornando alla ricerca (pubblicatanei giorni scorsi su PLloS-Onehttp://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0090315) scopriamo che ilteam scientifico di San. Diego haanalizzato dapprima gli “status” ininglese pubblicati per mille giorni(gennaio 2009-marzo 2012) dagliutenti delle cento più popolate cittàstatunitensi. Dopo questa primaanalisi si è passato ad analizzare ilcambio di umore in relazione aglistatus degli amici anche distantimolti km. Da questa parte dello stu-dio arrivano i risultati più interes-santi: a post e status negativivengono associati aumenti di inter-venti negativi nel social-networkdell’1,29%, mentre più marcata è larisposta ai post positivi che fannoaumentare dell’1,75% gli interventiottimistici. Facebook quindi puòrenderci felici e tristi in relazioneagli interventi dei nostri contatti.Gli autori dello studio hanno ini-zialmente evidenziato questo trenddal punto di vista matematico peroccuparsi in seguito e con altriesperti, con in testa il noto socio-logo James Fowler che già dirige ilteam, degli aspetti sociologici (e …commerciali) della ricerca, che,però, già ha colpito nel segno fa-cendo interessare in Usa, con rica-dute in Italia (La Stampa, Libero …e Supermoney) soprattutto per l’ita-lianità dei ricercatori, molti dei piùdiffusi media cartacei e web oltre aemittenti tradizionali e in streaming.Dell’articolo e delle prospettive cheapre (accanto una press release di-vulgativa della UCSD Jacobs Schoolof Engineering) si sono interessaticon servizi e interviste tra gli altriUsa Today, Time, BBC, Nbc, TheGuardian, Sky, Wall Street JournalLive, Huffington Post Live (qui il linka uno dei lunghi servizi con direttehttp://huff.lv/1qMUcaq) perché, seil mondo della ricerca dà un’indica-zione precisa di quanto le reti so-ciali, non solo fisiche ma anchevirtuali, possono influire sempre dipiù all’interno della vita del singoloindividuo, è naturale che l’interessesi allarghi allo sfruttamento di que-ste “interferenze”.

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di Massimiliano Muscas

Tv e media Usa rilanciano per primi e in massalo studio e le sue implicazioni non solo sociali

L’articolo in questa pagina, una delle tante novità in via di introduzione apartire dal n. 269 di VicenzaPiù, il primo del nono anno di vita della nostra

impresa giornalistica nata il 25 febbraio 2006, inaugura una galleria mensiledi “cervelli vicentini all’estero”, accanto magari, lo speriamo fortemente, a

una di nostri giovani intelligenze utilizzate in Italia, gallerie per le quali attendiamo anche segnalazioni dei diretti interessati e dei nostri lettori, che siano insegnanti, datori di lavoro, mamme, papà,parenti, amici dei nostri geni in erba… va bene tutto prima del nostro screening. Non è un caso, poi, se la rubrica parte con Massimiliano Muscas come autore visto che lui stesso, vicentino classe1985, si è laureato a Padova in Scienze e Tecnologie della Natura e ha già maturato esperienze da borsista oltre che in vari settori scientifici e para scientifici. Alla ricerca… di un futuro.

Il direttore

(m.m.) Per aggiungere qualche dettagliopiù specifico sulla ricerca di LorenzoCoviello, oltre a quanto scritto accantoe oltre alla press release divulgativadella UCSD Jacobs School of Enginee-ring, l’ho sentito direttamente avvan-taggiato dal fatto di averci giocatoinsieme a pallavolo. Pochi o tanti annifa? Ecco la descrizione “divulgativa”fatta da chi ha concesso a noi un’inter-vista … esclusiva dopo averlo fatto conSky, WSJ, Huffington Post.«A mio avviso, la cosa interessante dellostudio è che ho utilizzato una variabile

esterna a Facebook (la pioggia) per mi-surare l’effetto causale (non casuale...)delle trasmissione di emozioni su Face-book. Il punto è che, se osservo un mi-glioramento emotivo mio e dei mieiamici su Facebook, come posso dire chec’è stato contagio di umore? Potrebberoesserci altre spiegazioni: io e miei amicisiamo simili (“omofilia”), oppure ab-biamo avuto la medesima influenzaesterna senza aver però interagito (peresempio, abbiamo visto lo stesso tele-giornale). Per ovviare a questo pro-blema, propongo un “esperimento

naturale”, che in parole semplice consi-ste in questo: misurare come la pioggiainfluenza il mio umore, e successiva-mente misurare come il cambiamentoindotto in me dalla pioggia influenzal’umore dei miei amici (e considero sologli amici che vivono lontani, per ridurrela correlazione tra la mia pioggia e la loropioggia). Il punto è che, anche se l’ef-fetto della pioggia sul singolo utente èpiccolo, la quantità di dati consente diottenere stime robuste».

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Cervelli “made in Vicenza”

La pioggia si propaga via Facebook

San Diego, CA, March 12, 2014 —You can’t catch a cold from a friendonline. But can you catch a mood? Itwould seem so, according to new re-search from the University of Califor-nia, San Diego.Published in  PLOS ONE, the studyanalyzes over a billion anonymizedstatus updates among more than 100million users of Facebook in the Uni-ted States. Positive posts beget positiveposts, the study finds, and negativeposts beget negative ones, with the po-sitive posts being more influential, ormore contagious.“Our study suggests that people arenot just choosing other people likethemselves to associate with but ac-tually causing their friends’ emotionalexpressions to change,” said lead au-thor James Fowler, professor of politi-cal science in the Division of SocialSciences and of medical genetics inthe School of Medicine at UC SanDiego. “We have enough power inthis data set to show that emotionalexpressions spread online and alsothat positive expressions spread morethan negative.”There is abundant scientific literatureon how emotion can spread amongpeople – through direct contact, inperson – not only among friends butalso among strangers or near-strangers.Little is known, though, about emotio-nal contagion in online social net-works. Yet, in our digitally connectedworld, Fowler said, it is important tolearn what can be transmitted throughsocial media, too.Fowler worked on the study with Lo-renzo Coviello – a Ph.D. student ofprofessor Massimo Franceschetti in theelectrical and computer engineering

department of the UC San Diego Ja-cobs School of Engineering. Additionalcoauthors of the paper are: YunkyuSohn, political science graduate stu-dent at UC San Diego; Adam D. I. Kra-mer and Cameron Marlow ofFacebook; Coviello’s graduate advisor,Massimo Franceschetti, also of the Ja-cobs School; and Nicholas Christakisof the departments of sociology andmedicine at Yale University.The researchers analyzed anonymousEnglish-language status updates on Fa-cebook in the top 100 most populouscities in the U.S. over 1,180 days, bet-ween January 2009 and March 2012.Researchers did not view any namesof users or even the words posted byusers. They relied on automated textanalysis, through a software programcalled the Linguistic Inquiry WordCount, to measure the emotional con-tent of each post.To find if there’s a causal relationship,the researchers needed to run an ex-periment. They found a natural one inrain. Rainy weather, it turns out, relia-bly changes the tenor of posts – in-creasing the number of negative postsby 1.16 percent and depressing thenumber of positive by 1.19 percent.Those are small changes but the rese-archers weren’t after big effects. Theywere looking for a random variable (asrain presumably is) that they could useas an instrument to measure the effectof a change in one user’s posts on theposts of their friends. To make sure thatrain was not affecting the friends direc-tly, they restricted their analysis tofriends who were in different citieswhere it was not raining, and to makesure it was not topic contagion, theyremoved from their analysis all wea-

ther-related status updates.So, did the change in emotional ex-pression by the people being rained oninduce a change in their friends thatstayed dry? Yes. According to the study,each additional negative post yields1.29 more negative posts among one’sfriends, while each additional positivepost yields an additional 1.75 positiveposts among friends.If anything, the study probably unde-restimates how much emotion spreadsthrough a digital social network. “It ispossible that emotional contagion on-line is even stronger than we wereable to measure,” Fowler said. “For ouranalysis, to get away from measuringthe effect of the rain itself, we had toexclude the effects of posts on friendswho live in the same cities. But wehave a pretty good sense from otherstudies that people who live near eachother have stronger relationships andinfluence each other even more. If wecould measure those relationships, wewould probably find even more con-tagion.”The researchers believe their findingshave widespread implications. Emo-tions, they write, “might ripple throughsocial networks to generate large-scalesynchrony that gives rise to clusters ofhappy and unhappy individuals.” Andwith ever more avenues for expressionin a digitally connected world, theywrite, “we may see greater spikes inglobal emotion that could generate in-creased volatility in everything frompolitical systems to financial markets.”They also suggest that their findingsare significant for public wellbeing.“If an emotional change in one personspreads and causes a change in many,then we may be dramatically undere-stimating the effectiveness of efforts toimprove mental and physical health,”said Fowler, co-author of thebook  Connected, “We should bedoing everything we can to measurethe effects of social networks and tolearn how to magnify them so that wecan create an epidemic of wellbeing.”This research was partially supportedby Army Research Office GrantW911NF-11-1-0363, and grants fromthe National Institute for General Me-dical Sciences (P-41 GM103504-03)and the Pioneer Portfolio of the RobertWood Johnson Foundation.

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pag629 marzo 2014

Askoll: persi 35 milioni a Castell'Alfero, si devechiudere. Mise, regione e sindacati dicono No

Comunicato della Askoll HoldingS.r.l. - Direzione Comunicazione

Dopo il primo contatto e unalunga intervista (VicenzaPiù

n. 268) con Massimo Fùrlan, re-sponsabile della comunicazionedel gruppo Askoll, il suo presiden-te e titolare, Elio Marioni, ci avevatelefonato, prima di "riammutolir-si", non si sa bene se per blandircio per invitarci a "scrivere di menoo meglio" sulla chiusura annuncia-ta, e poi confermata, per il 7 giu-gno prossimo, della Askoll P&C diCastell'Alfero nell'Astigiano conconseguente licenziamento di 223operai (150 ora che si aggiungonoai 70 che nello stesso giorno esau-rirebbero la Cig). Il 24 marzo laAskoll Holding S.r.l., DirezioneComunicazione, si è fatta final-mente viva con una lunga nota per

illustrare la sua posizione, che, perconoscerla e per studiarne qualchesfumatura di apertura a uno spera-bile spiraglio di trattativa, mettia-mo a disposizione di chi fino adoggi a Vicenza ha letto della vicen-da drammatica solo da noi, cheabbiamo il dovere e l'abitudinesolo di dare una cosa che si chia-mano notizie. A che servirebbero imedia sennò, quelli indipendentiper lo meno?, tanto più che, dopoMoncalieri e Castell'Alfero potreb-be toccare anche a Povolaro in cuigià esistono dipendenti (ne ha par-lato qualcun altro?) che usufrui-scono di ammortizzatori sociali?Sperando che la nota spinga anchei mammasantissima dell'informa-zione locale, dopo che lo ha fattoa livello nazionale per ben duevolte e in diretta anche La7, di se-guito pubblichiamo integralmenteil comunicato della Askoll Holdinge a seguire la replica di Tiziano To-niolo, Rsu Fim Cisl, da 33 anni in

fabbrica, la nota con cui ha rela-zionato ai 223 licenziati (o 150per la Askoll se del totale non fan-no parte i già "esodati") sull'incon-tro del 21 marzo al Mise(Ministero dello Sviluppo Econo-mico) e il verbale proprio delMise, contrario alla posizionedell’azienda. La sintesi delle treposizioni (Askoll, sindacati astigia-

ni e Mise e Regione Piemonte) èquella espressa nel titolo. Ma ci piacerebbe poter raccontareprima del 7 giugno, magari insie-me ad altri colleghi locali, un fina-le concordato e meno drammaticodi quello deciso e ora confermatocon una nota stonata, però, caropresidente Marioni: le minacce fi-nali ai sindacalisti (solo a loro?)

astigiani. Anche se un richiamo ailegali c'è stato e c’è, eccome, an-che da parte dei lavoratori, ma perdenunciare eventuali irregolaritàdi gestione e non il "concorso intracollo" della proprietà che albuco di 35 milioni è arrivata,come lei stessa ufficializza, pertanti motivi, ma non certo permancato impegno dei lavoratori. Eci piacerebbe poter scrivere primadel 7 giugno che anche i sindacativicentini hanno (ri)trovato il corag-gio che stanno avendo i loro colle-ghi di Asti scrivendo anche loro unsemplice comunicato, ora che Ma-rioni ha dato via libera diffonden-do il suo: «grazie colleghi della FimCisl, della Uilm Uil e della FiomCgil. Grazie per averci allertato.Senza accusarci di mancanza disolidarietà. E grazie per dover ri-nunciare al lavoro, come dicel'azienda, per salvare il gruppo!»

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di Giovanni Coviello

/ Assemblea a Castell’Alfero

Nel silenzio più assoluto di media e sindacati locali continuiamo a seguire il caso dei licenziati nell’astigianoda parte del gruppo di Elio Marioni, anche se Mise, regione e sindacati dicono che “non s’ha da fare”, nel timoreche in un futuro non lontano tocchi anche a Povolaro e dintorni dopo le chiusure di Moncalieri e Castell’Alfero

Castell'Alfero (AT) - Askoll P&C Per-dite di oltre 35 milioni negli ultimi5 anni e altre ingenti preventivateper i prossimi 4 anni impongonoad Askoll di procedere nella sua de-cisione di cessare l'attività dello sta-bilimento.Non è vero che la Askoll P&C diCastell'Alfero sia un'azienda che,pur chiudendo i conti in utile, in-tende delocalizzare semplicementeper avere maggior profitti. AskollP&C ha chiuso i bilanci degli ultimianni in forte perdita, le perdite ac-cumulate nel corso degli ultimi 5anni (dal 2009 al 2013) ammontanoad oltre 35 milioni di euro. Il budget 2014 e i piani pluriennaliaggiornati con le ultime previsionidi vendita evidenziano, almeno finoal 2017 ulteriori ingenti perdite.L'esposizione finanziaria comples-siva a fine periodo è stimata in 23milioni di €, insostenibile per la so-pravvivenza dell'intero gruppoAskoll. L'azienda, prima di decidere la ces-sazione dell'attività ha valutato at-tentamente qualsiasi forma di ri-strutturazione tendente araggiungere l'equilibro economico-finanziario di Askoll P&C. E' evi-dente che non sussistono concreteprospettive di recupero di tale equi-librio. Il piano industriale, basatosu ipotesi ottimistiche e già in pos-sesso delle organizzazioni sinda-cali, evidenzia la sua insostenibilità. Askoll ha valutato attentamente

Data la situazione l'azienda ritieneche chiunque fosse chiamato a ri-solvere il problema, inclusi even-tuali curatori, amministratori ocommissari straordinari, incontre-rebbe le stesse insormontabili diffi-coltà. La chiusura non è sicuramente partedi un disegno di delocalizzazionee ne è prova concreta la mole degliinvestimenti degli ultimi anni inAskoll P&C (circa 25 milioni di euroin 5 anni) in innovazione di pro-dotto e di processo per cercare dimantenere la competitività e garan-tire la sopravvivenza della società. Purtroppo gli investimenti fatti nonhanno dato i risultati attesi e sperati.Le cause sono da ricercare in parti-colare nella crisi che ha colpito ilmercato dell'elettrodomestico eu-ropeo impattando fortemente sia suivolumi sia sui prezzi di vendita, en-trambi in forte contrazione. Tali mo-tivazioni sono state oggetto di con-divisione e analisi congiunta conRSU ed organizzazioni sindacali intutti gli incontri tenutisi nel corsodegli ultimi anni.Che gli investimenti sopra menzio-nati e i tentativi di salvaguardare lacompetitività dello stabilimentosiano oggi messi in discussionedalle OO.SS della Provincia di Astie dalle RSU di Castell'Alfero stupi-sce, dato che i percorsi seguiti finoad oggi - inclusi i ricorsi agli am-mortizzatori sociali - sono semprestati formalizzati nei verbali di ac-cordo sottoscritti dalle parti, sinda-cati inclusi.Per i 150 dipendenti interessati dal-l'attuale procedura di licenzia-mento avviata lo scorso 25 febbraio

tutte le proposte di sostegno daparte delle istituzioni. Le proposteavanzate si riferiscono sostanzial-mente a eventuali contributi sunuovi investimenti in ricerca e svi-luppo e su progetti innovativi, tut-tavia:• nessun investimento in ricerca e

sviluppo potrebbe modificare laredditività dei prodotti attualiche è insufficiente a coprire i co-sti fissi e gli ammortamenti con-seguenti ai già importanti inve-stimenti fatti nel corso degliultimi anni;

• l'eventuale contributo da partedelle istituzioni andrebbe a co-prire solo una parte (10-15%) deicosti per eventuali nuovi pro-getti.

Il problema di Askoll P&C derivadall'impossibilità di raggiungerel'equilibrio economico finanziarioattraverso la gestione caratteristicadell'azienda stessa. Con tali presup-posti, la cessazione dell'attivitànello stabilimento di Castell'Alferorimane l'unica strada percorribile.

/ Elio Marioni, presidente Askoll

2014 (150 e non 220), l'azienda sirende perfettamente conto delladrammaticità della situazione daessi vissuta, delle difficoltà econo-miche e di ricollocazione. Propriocon l'intento di attenuare tale situa-zione, l'azienda ha più volte offertoai sindacati di esaminare le misuredi accompagnamento volte a fron-teggiare sul piano sociale le conse-guenze della cessazione dell'attivitàe facilitare la riqualificazione delpersonale. Incentivi all'esodo, pro-cessi formativi, supporto alla ricol-locazione, integrazione di una partedei dipendenti in altre società delgruppo non sono stati argomenti didiscussione accettati dalle organiz-zazioni sindacali, rigide nella loropretesa di mantenere in funzione ilsito produttivo e continuare ad ol-tranza le agitazioni in corso.La prosecuzione a oltranza delblocco delle forniture dura da piùdi 30 giorni e rischia di gettarel'azienda in una situazione disa-strosa e di insolvenza, travolgendoqualsiasi possibile misura a benefi-

cio dei dipendenti, oltre che dan-neggiare i clienti, i loro dipendenti,l'intero indotto e - infine - le altreaziende del gruppo Askoll. Inoltre,assenti concrete prospettive di re-cupero dell'equilibrio economico-finanziario, difficilmente si po-trebbe accedere alla CIGS previstaper le procedure concorsuali. I tempi stringono. Oggi ci sono an-cora i presupposti per affrontare ladiscussione con razionalità, tute-lando senz'altro i lavoratori, conuna chiusura "in bonis" che garan-tisca ai dipendenti di Askoll P&Cgli stipendi fino alla cessazione, ilrapido pagamento del TFR e l'ero-gazione di un incentivo all'esododa concordare, oltre a misure di for-mazione e supporto alla ricolloca-zione.In caso contrario ci sarà spazio soloper un tracollo, di cui ciascuno siassumerà le proprie responsabilità,fermo restando che chi, con azionio omissioni, avrà concorso a taletracollo, ne risponderà avanti le op-portune sedi.

/ Sciopero all’Askoll P&C

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pag729 marzo 2014

Numeri di comodo e incroci di conti aziendali:il sindacato accusa la Askoll che chiude ad Asti

La nota di Tiziano Toniolo, Rsu Askoll Castell'Alfero

A detta dell'azienda di Povolarodi Dueville sarebbero 35 i milionigettati al vento prima di gettare instrada i 223 operai, ma Tonioloconosce la storia dall'inizio e re-plica duramente (e come Rsu del-la ditta) evidenziando numeri bendiversi e denunciando anche ge-stioni economiche e finanziarieche sarebbero state messe in attodalla proprietà per depauperare il

sito astigiano e per giustificare ladelocalizzazione della produzio-ne nonostante il diverso pareredel Ministero per lo Sviluppo Eco-nomico e gli aiuti in arrivo da entilocali e centrali. Pubblichiamo la nota di TizianoToniolo, molto puntuale nelle sueaccuse, anzi così puntuale che,senza nulla togliere alla "penna" ealla "testa" del sindacalista lavora-tore, fa supporre l'entrata in cam-po di tecnici e legali a supportodelle tesi in difesa dei lavoratori.Dell'Astigiano, perchè di quellivicentini non si sa chi se ne stia

occupando visto il totale silenziodi media e sindacati locali dopole dure lezioni di Moncalieri e Ca-stell'Alfero e i primi ammortizato-ri sociali utilizzati neglistabilimenti di Povolaro dellaAskoll, «un gruppo internazionaledi 11 unità operative in Italia (6stabilimenti), Brasile, Messico,Slovacchia Romania e Cina»,come recitava anche il comunica-to di ieri, non si sa se compren-dendo o meno quello che verràchiuso il 7 giugno, «comunque»,dice l'azienda.

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di Giovanni Coviello

/ Messa l'8 marzo all'esterno della fabbrica celebrata dal vice Vescovo della Diocesidi Asti Monsignor Vittorio Croce e a Don Piero Gagliardi, parroco di Castell'Alfero

Tiziano Toniolo, iscritto alla Fim Cisl ed Rsu della Askoll P&C di Castell'Alfero, lavora da 33 anni in quellaex Ceset che la casa madre del presidente e titolare vicentino Elio Marioni, dopo averla acquistata dallastatunitense Emerson insieme alla fabbrica ora già chiusa di Moncalieri con 300 persone a casa,ha deciso di fermare per troppe perdite trasferendo la produzione in Slovacchia.

In risposta e a riguardo del Comuni-cato Stampa della Askoll Holding del24 marzo apparso sulla Sua testata,come Rsu della Askoll P&C Castel-l'Alfero ritengo utile precisare che:

- Il Gruppo Askoll è, dalle stesse pa-role della Direzione Holding ed an-che dal primo comunicato stampadell'Azienda (poi successivamenterettificato), un gruppo in attivo.- La Askoll P&C risulta effettivamentein perdita. Merita però precisare al-cuni aspetti:• Seppur omesso nel comunicatostampa aziendale va detto che, sindall'acquisto da parte della Askoll,gli stabilimenti piemontesi riunitisotto la denominazione Askoll P&C(acronimo di Plaset & Ceset) sonostati 2: quello di Moncalieri (ex Pla-set) e di Castell'Alfero (ex Ceset); per-tanto gli investimenti e le perditesono, per una corretta visione dellecose, opportunamente da ripartire.A Moncalieri sono stati investiti circa9 milioni di euro tra il 2009 e il 2011per una completa ristrutturazionepurtroppo fallita (meriterebbe ana-lizzarne i motivi, ma questo non è ilcontesto appropriato) con conse-guente chiusura produttiva dello sta-bilimento da novembre 2011. Gli in-vestimenti hanno riguardato come aCastell'Alfero l'acquisto di macchi-nari principalmente dalla AskollQuattro (altra società del Gruppo) eda altri fornitori (e per queste acqui-sizioni si è passati attraverso la Hol-ding che applica un ricarico del 20%e più). Alla dismissione del sito tori-nese (dopo l'utilizzo di 54 mesi diCIG e 362 posti di lavoro perduti)buona parte di questi nuovi macchi-nari sono stati ceduti a prezzo di rea-lizzo alla Askoll Tre (altra società delGruppo, in cambio non di denaro

violenza sociale nei confronto deilavoratori, che giustifica ampiamentei 40 giorni di civile presidio, quandoinvece c'era tutto il tempo per gestiree trovare soluzioni anche con l'aiutodelle istituzioni.- La Askoll NON ha valutato atten-tamente tutte le proposte di sostegnoda parte delle istituzioni; questo èben evidenziato nel verbale redattodal MiSE dopo l'incontro del 21marzo (in allegato).- Le proposte economiche delle Isti-tuzioni non riguardano esclusiva-mente progetti di ricerca (con con-tributi a fondo perduto in questo casosino al 40%) ma anche mirate a in-dustrializzazioni immediate, con op-portunità economiche anche impor-tanti. In sostanza, aldilà di prese diposizioni a prescindere imprendito-riali, a fronte dei concreti aiuti delleIstituzioni, del biennio di Contrattidi Solidarietà e relative decontribu-zioni, dei sicuramente elevati costilegati alla chiusura, l'obbiettivo direndere sostenibile lo stabilimentonon è poi così astruso.- Le concrete offerte formative del-l'azienda si possono ben riassumerenei 2 Corsi di riqualificazione per iCassaintegrati a zero ore del di-smesso Reparto Mca, previsti già inestate, ma ora naufragati per lungag-gini e soprattutto per un macchinosotentativo da parte della Direzione diricaricare poche migliaia di euro acarico della collettività, a discapitodella fluidità e chiarezza dei percorsiformativi.- L'integrazione di alcuni lavoratoriin altre lontane società del Gruppoè già stata proposta dall'azienda, conproposte verbali fumose e contrad-dittorie, rispetto anche a dichiara-zioni fatte dalla Direzione in sedeMinisteriale a Roma. Da segnalare

ma di azioni per 2,6 milioni di euro),alla Simar (società riconducibile acognato e sorella dell'imprenditoreproprietario della Askoll), alla AskollBrasile (altra società del Gruppo) ealla Askoll Romania (altra società delGruppo), creando delle pesanti mi-nusvalenze per la Askoll P&C, macon benefici per le società "acqui-renti"; non elenco le importanti per-dite frutto di rottamazioni o dismis-sioni di materiali ne attrezzature ecc.ecc. causate dalla cessazione diMoncalieri.In caso di chiusura dello stabilimentodi Castell'Alfero i macchinari sareb-bero rivenduti alla Askoll Slovacchia(altra società del Gruppo) e le pro-duzioni lì delocalizzate per profittoeconomico, seppur con rischi pro-duttivi e di sviluppo intrinsechi nonindifferenti.• Le perdite sui bilanci annuali dellaAskoll P&C sono motivate per circail 50% dagli ammortamenti (media-mente 2,5-3 milioni annui), che perscelta aziendale sono ripartiti su 5anni anche per cifre ingenti anzichésu periodi più lunghi, provocando diconseguenza evidenti criticità sul bi-lancio nel breve periodo, soprattuttose contestualmente vi è uno startupdi un nuovo motore.- L'Azienda ha deciso di chiudereCastell'Alfero nella primavera 2013(come da documento pubblicato daLA STAMPA e da ammissione delconsulente aziendale), ma ha comu-nicato la sua decisione a maestranzee sindacati solamente tramite Letteradi licenziamento collettivo per ces-sazione il 25 febbraio, a 3 mesi dallaperdita del posto di lavoro e con l'ag-gravante di in un contesto territorialeche ha del drammatico dal punto divista della prospettiva occupazio-nale; un atteggiamento di autentica

anche che l'unica proposta aziendaledi gestione della chiusura vede laprosecuzione per ben 54 giorni degliammortizzatori sociali (questi natu-ralmente a carico della collettività).- La competitività dell'azienda passaattraverso politiche commercialichiare e magari attraverso l'introdu-zione di nuovi prodotti, nonché pur-troppo a sacrifici da parte delle mae-stranze, dichiaratesi comunque datempo disponibili in tutti i tavoli isti-tuzionali e non. Non ultimo peròl'aspetto della corretta gestione deiContratti di Solidarietà che offronosì flessibilità e risparmio economicoper le aziende ma se applicati cor-rettamente; questi ammortizzatori so-ciali sono anche "tarabili" alla stipulasulle esigenze di maggior flessibilitàda parte aziendale, ma neppure que-sto aspetto è stato curato, anzi si èandati in inspiegabilmente in con-trotendenza.- l'ultimo argomento del Comunicatostampa, dal tono senza dubbio un

po' "terroristico", ventila il fallimentodella Askoll P&C che non è assolu-tamente un obbiettivo sindacale, mava segnalato che è stato già stato at-tentamente analizzato dall'Azienda,che lo ha già prospettato in varie mo-dalità 10 giorni fa in un incontropresso l'Unione Industriale. Nellasciagurata ipotesi... se Holding e ilGruppo pensano di non esserne toc-cati restandosene fuori, si sbaglianodi grosso considerati tutti gli intreccisia emersi qui che ancora da enun-ciare, che evidenziano dove sianorimaste le perdite e dove vadano iprofitti, e anche le oggettive respon-sabilità decisionali.

Il dottor Furlan ha tentato nel suo Co-municato di far uscire "splendida" laAskoll da questa vicenda, ma la veritàtoccata con mano da Lavoratori, Sin-dacati e Istituzioni è ben ben altra...e in futuro qualcuno lo appurerà...

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/ Sciopero all’Askoll P&C

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pag829 marzo 2014

Il Ministero dello Sviluppo Economicoè contrario alla posizione dell’azienda

Relazione ai 223 licenziati Askoll diTiziano Toniolo, Rsu Fim Cisl Askoll P&C

Verbale dell’incontro per laAskoll P&c presso il Diparti-

mento per l’Impresa e l’Internazio-nalizzazione, Direzione Generaleper la Politica Industriale e la Com-petitività, Unità per la Gestionedelle Vertenze delle Imprese inCrisi.

In data 21 marzo si è tenuto pressoil MiSE un incontro per la verificadelle problematiche dello stabili-mento di Castell’Alfero in provin-cia di Asti della Askoll P&C. Allariunione erano presenti il la Dr.ssaManuela Gatta e la Dr.ssa ChiaraCherubini del Ministero dello Svi-luppo Economico, l’assessore dellaRegione Piemonte Giovanna Qua-glia, il vicesindaco del Comune diCastell’Alfero Angelo Marengo cherappresentava anche la Provincia diAsti, l’assessore al lavoro del Co-mune di Asti, Alberto Cavallo diConfindustria Asti, una delega-zione della direzione aziendale delGruppo Askoll di Vicenza e dellostabilimento di Castell’Alfero, leOrganizzazioni Sindacali nazionalie territoriali, insieme alle Rappre-sentanze Sindacali Unitarie e al-cuni parlamentari.Si è tenuto un incontro riguardanteAskoll già fissato in occasione della

precedente riunione presso il Mise,per una verifica degli elementi chehanno portato alla decisione presasul sito di Castell’Alfero. L’aziendaha ribadito la propria decisione sot-tolineando che essa è stata deter-minata da una situazione disostenibilità economica dello stabi-limento e ha ricordato la necessitàdi intervenire in tempi rapidi.La Rappresentante della Regione(Ass. Quaglia) ha ricordato le nu-merose iniziative regionali di cuil’azienda potrebbe usufruire, ov-vero: fondi di finanziamento all’in-novazione, la disponibilità avedere strumentazione idonea di-versa dalla mobilità per il sostegnoal reddito dei lavoratori, la pro-grammazione regionale idonea adisincentivare la delocalizzazionedelle imprese. L’Ass. Quaglia hadato la propria disponibilità ad at-tivare un tavolo tecnico regionalecon Mise ed Azienda, per una veri-fica tecnica degli strumenti a dispo-sizione. Il Mise, ribadendo innanzitutto lapropria contrarietà ad una deci-sione di chiusura, ha comunicatoche esistono fondi per l’innova-zione che lo stesso Mise mette incampo per finanziare progetti di in-novazione di cui l’azienda po-

trebbe usufruire, visto che portaavanti tali progetti al proprio in-terno, questo anche in sinergia conla Regione. Ha quindi propostoall’azienda di sospendere la proce-dura per portare avanti ulteriori ap-profondimenti, ritenuti dalleIstituzioni doverosi alla luce delleproposte emerse in data odierna.L’azienda ha comunicato che nes-suna di queste iniziative potreb-bero risolvere il problema che è lasostenibilità dei costi, ritenendoche tutte le verifiche sono state giàportate avanti e nulla potrebbe farmodificare la decisione presa. Le OOSS hanno espresso la propriacontrarietà rispetto alle decisioniprese chiedendo una ulteriore veri-fica rispetto alle disponibilitàmesse in campo. Dopo ampio dibattito le Istituzioni(Mise, Regione, Comune e Provin-cia), hanno preso negativamenteatto della decisione aziendale di ri-tenere vano qualsiasi tentativo diapprofondimento alla luce delle di-sponibilità istituzionali emerse indata odierna. Il tavolo rimanequindi aperto e verrà aggiornato abreve per seguire l’evolvere dellasituazione.

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Venerdì 21 marzo 2014 mattinaa Roma, presso la sede del Mi-

nistero dello Sviluppo Economico,si è svolto il tavolo sulla crisi dellaAskoll P&C di Castell’Alfero (exCeset) per scongiurarne la chiusura.L’incontro è durato circa 2 ore emezza, durante il quale e le Istitu-zioni hanno messo sul tavolo leproprie proposte concrete mirate alsostegno dello stabilimento castel-lalferese.Le azioni economiche messe sulpiatto dalle istituzioni sono state:REGIONE- 200.000 euro a fondo perduto op-pure 1.000.000 euro di finanzia-mento a tasso agevolato (perl’industrializzazione del motoreAskoll motor Evo)- sino al 40% a fondo perduto suprogetti di ricerca e sviluppo comequello della mobilità elettrica; suquesto settore la Regione si è dettamolto interessata, anche a frontedella partnership già avviata dallaAskoll Holding con l’azienda tori-nese Model Master (progetta e rea-lizza prototipi e componenti perveicoli di case automobilistiche di

interministeriale che stabilisca i cri-teri per la individuazione dei datoridi lavoro beneficiari di questa ridu-zione contributiva, per la AskollP&C si profilerebbe (ipotesi tutt’al-tro che remota considerato che ilprimo tavolo ministeriale è del 6 di-cembre scorso) una riduzione del35% su tutti gli oneri contributividei lavoratori in CdS, pari sino acirca 400.000 annui (art. 5 del De-creto Legge del 20 marzo 2014, n.34 - Disposizioni urgenti per favo-rire il rilancio dell’occupazione eper la semplificazione degli adem-pimenti a carico delle imprese).RSU- disponibilità a trattare a 360°compreso il fattore economicoIl Ministero dello Sviluppo Econo-mico ha detto in maniera decisa eprecisa che la Askoll P&C, a frontedi tutte queste disponibilità messesul tavolo, non è da chiudere, invi-tando l’azienda a prender tempoper analizzare congiuntamente etecnicamente tutti le proposteemerse nell’incontro, cosa ribaditasia da Regione che da O.O.S.S..L’Amministratore Delegato non ha

ritenuto le offerte ricevute congrueper risanare oggi la situazione inrosso dello stabilimento, che a suodire mina anche il gruppo, non ac-cettando il confronto tecnico. La Regione ha dichiarato che lespese di chiusura e il valore di ciòche è stato messo sul piatto sonosproporzionate rispetto alla deci-sione sulla chiusura, che ha i bene-

fici economici ipotizzati dalla de-localizzazione solo a lungo ter-mine.Le O.O.S.S. che si tratta di unachiusura a prescindere, e la deloca-lizzazione in Slovacchia presentarischi produttivi e di sviluppo in-trinseci non indifferenti.

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tutto il mondo)- misure x evitare delocalizzazione(cifra da quantificare)Quest’ultima azione è già stata ap-plicata nella crisi all’Embraco diChieri nel 2005 con l’acquisto daparte della Regione di un capan-none dell’azienda per far arrivaredenaro nelle casse aziendali. Fu-rono impegnati per tale operazioneben 12.700.000 euro regionali, conil contributo del Ministero delle At-tività Produttive di 5.000.000 euro.La Regione si è offerta di ripeterel’azione acquistando un capan-none della Askoll P&C.- misure per il sostegno al redditodei lavoratori (Cigd, formazione)MINISTERO Mise- aiuto finanziario da quantificare,in collaborazione con la RegioneCOMUNE- riqualificazione parte terreni e/ocapannoni per una riconversionecommercialeGOVERNOdecontribuzione sino al 40% per leaziende che applicano i Contrattidi Solidarietà Pur mancando ancora un Decreto

/ Una delle serrate decise dall'azienda

/ Il tavolo simbolicamente vuoto al Mise

/ I lavoratori Askoll P&C dimostrano in centro ad Asti

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Speciale

VicenzaPiu.Tv, 24 ore in streaming,tutti i giorni, tutti i mesi

VicenzaPiu.Tv parte quasi a re-gime proprio quando sono scoc-

cati otto anni dal primo numero diVicenzaPiù datato 25 febbraio 2006e si arricchisce, dopo lo sport, l’in-formazione, lo spettacolo, la cultura,le inchieste, i dibattiti e le dirette,anche di una serie di documentarila cui programmazione è disponibilesul sito www.vicenzapiu.tv, quellodella streaming tv di Vicenza. Inaprile parte la fase di test per un pa-linsesto complesso e completo e dicui in futuro sarà disponibile unaversione “fissa” per gli appunta-menti. In questa fase, comunque, sipotranno sempre conoscere i pro-grammi e gli orari cliccando allavoce Palinsesto del sito dello strea-ming e consultando i lanci quoti-diani sul network webVicenzaPiu.com. Di seguito, in que-sta pagina, descriviamo brevementele prime serie di documentari chetrasmetteremo mentre le pagine suc-cessive danno una primo spaccato,sul campo, di quello che la nostraredazione, con nuovi giovani, stacostruendo.

ADRIARTICAAdriartica è un viaggio, una sfida,un’avventura, un’insieme di gesti alfine di comunicare un messaggiopreciso: i limiti che a volte ci po-niamo possono essere sospintiavanti, modificati o addirittura ab-battuti. Ecco perchè Sandro Dutto,in sedia a rotelle da anni, insieme aSimone Chieregato hanno deciso diaffrontare questa impresa. Partenzada Venezia per giungere fino a CapoNord con delle moto a 3 ruote.Senza volere ostentare nulla, con illoro concreto esempio, cercherannodi mostrare come la volontà, soste-nuta dallo spirito, può dare frutti pre-ziosi. L’itinerario si snoderà attra-

verso Germania e Polonia, per pas-sare poi alle tre Repubbliche Balti-che. Attraversata la Russia, passandoper San Pietroburgo, la rotta prose-gue a Nord, attraverso la regionedella Carelia Russa fino a giungerea Murmansk. Da qui il passo è breveper arrivare in Norvegia ed effettuareil giro di boa a Capo Nord. Nel viag-gio di ritorno si percorreranno lestrade lungo i fiordi norvegesi, pas-sando poi attraverso la Svezia, la Da-nimarca e Paesi Bassi. Un’ultimatappa a Parigi prima di rientrare aVenezia. Un viaggio di 40 giorni at-traverso 15 nazioni, lungo quasi14.000 km.

COSTUMI CULINARISecondo Peirone viaggia con la suatroupe alla ricerca di cibi e pietanzeinsolite o poco conosciute, a voltesquisite ed a volte addirittura quasidisgustose. Un format simpatico etalvolta ironico che svela bizzarretradizioni locali.

CUORE TUAREGMarzouga, in Marocco, è da oltre10 anni scenario di uno dei più im-portanti e difficili rally motociclistici,il Tuareg Rally. Quando il Team diEnergia e Sorrisi insieme al HighwayTruck Team, parteciparono anni fa aquesta gara, rimasero affascinatidalla magia dei luoghi visitati e dalcalore della gente. Nelle edizionisuccessive, la partecipazione al rallyè diventata anche occasione di fargiungere in questi luoghi aiuti diprima necessità e materiale scola-stico in collaborazione con una On-lus locale. Cuore Tuareg è avventurafantastica, tra Rally e Solidarietà,dove moto e camion portano aiutisolidali: una sfida umanitaria e unasfida sportiva, dove l’unica medagliaè il sorriso.

EXPLORER: LOS TRIBESLa passione per l’esplorazione, l’in-teresse per le antiche culture e lasalvaguardia delle tradizioni ance-strali, sono i temi proposti da questa

serie. Con rigore scientifico, la col-lana vi proietterà nei luoghi più sper-duti della terra alla ricerca di tribùincredibili che rappresentano la pro-tostoria dell’umanità. Ciò che si vedeoggi, domani potrebbe scomparire...

FAU (I Fedeli amici dell’uomo)Documentari monografici sulle varierazze canine. Questa collana parladello standard, dell’alimentazione,del carattere, dell’educazione e dellatoelettatura dei nostri amici a quattrozampe, ma racconta anche la storiae le origini delle più belle razze ca-nine. Inizieremo con Il Setter, Il Bre-ton, Il Pointer, Il Bracco, Il Drahatar,Il Golden retriver, Il Segugio ita-liano, Il Labrador, La caccia di valle,La caccia al cinghiale.

FRAMMENTIUna bellissima raccolta di clip cheraccolgono i frammenti della nostrastoria, dal Costume allo Sport, dallaCultura allo Spettacolo. Un viaggioattraverso gli usi e i costumi di untempo e tante curiosità da scoprireper mantenere viva la nostra Memo-ria.

LA GRANDE GUERRAIl racconto dettagliato dei momentipiù importanti, dei fatti cruciali edelle battaglie che hanno segnato il

di Angela Mignano

periodo storico del primo conflittomondiale. Intenso, approfondito eben fatto: consigliato!

LA STORIA DEL 900 ITALIANOUna serie di documentari storici cheraccontano le vicende più impor-tanti e i momenti più salienti chehanno segnato la storia del Nove-cento in Italia. La ricostruzione deglieventi che hanno portato alla nuovasistemazione del Paese, dall’unita’d’Italia alla Seconda Guerra Mon-diale. La figura centrale del docu-mentario è Benito Mussolini, ritrattonon solo come uomo politico e stra-tega, ma anche come uomo e figuracarismatica. Un documentariounico, con immagini d’archivio ine-dite.

MISSIONE RELITTIUno splendido viaggio nelle profon-dità oceaniche alla ricerca di miste-riosi relitti. Tra splendidi fondali epesci di ogni specie vi racconteremola storia e le tragedie che hannocoinvolto questi imponenti e ormaidimenticati mostri di ferro.

PESCA NEI LAGHI DEL SUD ITA-LIAI laghi costituiscono un ambienteidoneo per quasi tutti i pesci delleacque interne siano essi di fondo odi superficie. La rilevante profonditàe la ricchezza di plancton, formanoun habitat che consente alla popo-lazione ittica di giungere a dimen-

sioni maggiori di quelle conseguitenei fiumi e la fauna è la più dispa-rata. I sistemi per insidiare i pinnatisono molti: il ledgering, la pesca afondo, lo spinning, la roubasiennee così via.

TERRE DIFFICILITre documentari ambientati in altret-tanti continenti per raccontare storiedi vita al limite ma che segnano ognisingola giornata del nostro pianeta.SUD AMERICA, “I volti di Cocha-bamba”. Un viaggio tra la povertà,le carceri, il narcotraffico e la drogache rovinano migliaia di personeogni giorno. AFRICA, “Ethiopia: ilpopolo che cammina”. Scopriamola vera vita africana. Accompagnatidalle Suore missionarie, scopriamole reali necessità di un popolo chevive come centinaia di anni fa. Senzaacqua nè cure mediche. EUROPA,“Romania: terra di piccole grandidonne”. Dagli orfanotrofi alla strada.La condizione di molte donne equella degli zingari che vivono nellediscariche. Entreremo anche in unmanicomio incontrando Maria e al-tre donne che ci racconteranno illoro duro passato.

VINI D’ITALIAPillole che insegnano ad assaporaree ad accompagnare ai giusti cibi, ivini della grande tradizione italiana,attraverso la storia dei vitigni, l’analisie la descrizione di quello che damolti è definito “il nettare degli dei”.

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Vicenza Calcio, fiducia controvento

Promozione o non promozione?Secondo posto o non secondo

posto? A sfogliare la margherita delle possi-bili combinazioni il rischio è di rima-nere col gambo in mano e poco altro.Non sarebbe la prima volta. L’unicovero fiore sbocciato fin da subito sonoi playoff, da quando l‘amore tra Lopeze Vicenza è tornato a bussare al cuoredei tifosi. Il tecnico al suo arrivo nonha promesso la luna, ha chiestotempo e l’ha avuto: c’era da sconge-lare il -4 di penalizzazione, che tut-tora pesa, la freddezza di un distaccoinevitabile tra la società e la piazzache si è sentita presa in giro da annidi illusioni. Non si intende qui scoper-chiare tombe, ora meno che menobeneauguranti, ma guardare dove siera sette mesi fa aiuta, alle porte delle

ultime quattro finali in programma,come le chiama lui, per cogliere ma-tematicamente il primo bersagliodella stagione, la qualificazione aiplay off da una posizione “conforte-vole” per l’obiettivo vero. Sognato,perseguito ma, scaramanticamente,innominato. Dalla bufera di Como (seconda gior-nata) alla mareggiata di Savona dome-nica scorsa, ci passa il clima bagnatoper non dire fradicio, dentro e fuori ilrettangolo di gioco: la difesa fa ancoraacqua, l’attacco scivola davanti allaporta, mentre sul ponte Jadid balla dasolo. Eppure in piena tempesta, adogni delusione, la fiducia è statal’unica ancora di salvezza. Ce ne saràancora tanto bisogno, comunque va-dano gli ultimi due scontri diretti conPro Vercelli e Cremonese, due assaggidella tensione che vivremo il pros-simo 18 maggio quando non si potràpiù sbagliare ai quarti di finale con unsolo colpo in canna. La sosta è propi-zia per fare la conta dei pezzi ma guaia tirare i remi in barca, il faro è ben

lontano. In particolare, sotto il Tor-razzo si capirà se e quanto il gruppoè impermeabile al mal di trasferta dacui si è raschiato un solo punto nelleultime tre gare, grazie al gol di Cinellia Busto in zona Cesarini. Bei tempiquelli di Pavia e Carrara! Non è peròche le avversarie facciano sfracelli: in-dicativa l’ennesima staffetta al terzoposto con i grigio rossi di Dionigi cheallo Zini barcollano ancora ma nonmollano e sono riusciti a silurare ilPavia all’ultimo assalto. La Pro Vercelliappare più stabile è vero, con la mi-glior difesa e il minor numero di scon-fitte al passivo (una appena), ma ci siinterroga se avrà lo sprint per la volatao resterà un’eterna seconda. Anche ilComo corsaro al Menti ha rallentato,come lo stesso Venezia di Dal Canto(sconfitto al Menti nel doppio derby,con la squadra e con l’allenatore exbiancorosso, davanti alle telecameresempre presenti di VicenzaPiu.Tv) alMenti e l’impressione è che debbanoguardarsi alle spalle perché la tacca dibenzina segna riserva. Tonico e in sa-lute è invece il Sudtirol, approdato ad

/ Il “Capitano” saluta i tifosi dopo Vicenza - Venezia 2-1, trasmessa da VicenzaPiu.Tv

Il “Capitano” è stato il collante verso un passato storico che solo con lui può tornare a diventare di nuovocronaca e non ricordo

di Federico Pampanin

appena due punti sotto i berici graziealla sua terza vittoria di fila: una veramina vagante che ha già dimostrato(proprio a spese del Vicenza) cosa si-gnifichi vincere in Prima divisione.Adesso, dopo fiumi di chiacchiere einchiostro, appare chiaro che una verafavorita non c’è, sia verso l’allinea-mento in griglia, sia alla partenza deiprossimi playoff. Giusto così, le previ-

sioni del Capitano non mentono, infondo l’obiettivo era di entrarvi, poi sitratterà di vincerli. Con Alfonso o Ra-vaglia? Con Maritato o Tiribocchi? Pa-dovan o Sbrissa? E soprattutto in casao fuori casa? Fiducia, calma e sanguefreddo. Ordini del Capitano: nel mareagitato nessuno entra in porto.

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Bassano Calcio, un’ascesa irrefrenabile:è già nella serie C unica

«Chi si accontenta gode così così»recita Luciano Ligabue. E a Bas-

sano, tanto per i trascorsi e un po’ perla filosofia aziendale che sta allespalle, non c’è proprio nessuno cheritiene di avere la pancia piena dopoche la matematica ha definitivamentesancito il sodalizio giallorosso tra lemagnifiche otto che voleranno senzaspareggi nella serie C unica. Il dato difatto è però oggettivo: i ragazzi diMario Petrone sono la prima squadradi Seconda Divisione (l’ex C2) a stac-care il pass promozione a ben cinquegiornate dal termine del torneo, ac-cumulando ad un certo punto del tor-neo un distacco dagli inseguitori chea queste latitudini non si vedeva daanni. Come per anni non si è vista intv la squadra giallorossa, mancanza acui ha ovviato VicenzaPiùTv, scom-mettendo sul Bassano quando po-chissimi altri lo facevano. La nostra tvforse ha portato un pizzico di fortuna,ma di sicuro ha contribuito a far ve-dere i grandi successi del SoccerTeam a tanti tifosi che così sono tor-nati ad affollare il Mercante. Nessunoavrebbe mai potuto pronosticare unsimile, doppio risultato (promozione

alle prime esperienze da titolari oquasi che tra scetticismo e nelle diffi-coltà hanno rinsaldato i legami ecreato un gruppo a prova di ogni ge-nere di difficoltà. Unità d’intenti, fe-roce determinazione, preparazionetattica, bontà del mercato condottoda Werner Seeber (Daniel Semen-zato, Carlo Pelagatti, Stefano Pietri-biasi, Gian Maria Rossi, GiacomoCenetti), maturazione di diversi pro-spetti svezzati dal vivaio bassanese(Nicola Bizzotto, Enrico Zanella,Tommy Maistrello, Filippo Stevanin),il salto di qualità da parte di giocatorinon ancora esplosi (Federico Furlan,Simone Iocolano), il contributo a360° del leader Berrettoni il tutto im-pastato dalle mani e dal cervello diMario Petrone: sono queste le com-ponenti che hanno portato lassù igiallorossi per quello che è un vero eproprio miracolo calcistico. Un datosu tutti va segnalato: in quasi un terzodelle partite il Soccer Team ha portatoa casa punti – spesso vincendo – rea-gendo a situazioni beffarde o digrossa difficoltà. Emblematiche le ri-monte con Rimini, Porto Tolle, Spal,Real Vicenza (andata e ritorno), San-tarcangelo, Mantova e Pergolettese.La scalata. Probabilmente ci volevaun miracolo per far tornare la vogliadi fare calcio in seno alla Diesel. Behla scintilla è scoccata per merito di ungruppo che ha saputo scaldare il

cuore di molti regalando emozionisemplici e genuine che hanno il po-tere di legare persone tanto diverse traloro, ma accomunate dalla passioneper la squadra della propria città odella quale difendono i colori. Sonoproprio le emozioni, figlie di inten-sità, grandi giocate, gol e dalla forzadi non mollare mai, che hanno fattore-innamorare in primis Renzo Rossoe con lui l’intera città che è tornata apopolare festosa lo stadio cittadino. Ilpassaggio chiave è stato, probabil-mente, l’aggiudicarsi da parte dei pe-troniani il titolo platonico, ma maiottenuto dagli squadroni delle annatepassate, di campione d’inverno nelloscontro diretto del Mercante control’allora capolista Santarcangelo. Unmatch pazzesco, raramente una sfidatra prima e seconda prende una piegadel genere con una formazione, ilBassano, capace di giocare costante-mente nella metà campo avversaria,creando l’inverosimile e passando invantaggio, salvo subire un beffardopareggio e trovare la forza per andare

a vincere oltre il 90’ grazie ad un’in-zuccata perentoria di Maistrello!Frammenti di immagini che rimar-ranno nella storia della formazione diBassano del Grappa e che hannofatto cambiare approccio alla pro-prietà. Proprietà che ha varato un pro-getto di un azionariato in grado dicoinvolgere tutto il bassanese («Il Bas-sano Calcio non rappresenta la fami-glia Rosso ma dev’essere espressionedi tutta la città» ha detto il patròn).Tale progetto è appena partito mal’impressione è che se dovesse decol-lare in parte o in toto la Diesel non sirisparmierebbe dandogli così unaforza invidiabile anche in piazze piùblasonate. Insomma c’è tutto, maproprio tutto, per aprire un ciclo vin-cente a partire da un gruppo, dall’etàmedia molto bassa, che sta domi-nando il campionato e che con laclassica addizione di qualità per re-parto risulterebbe competitiva ancheal piano superiore.

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e pubblico) quando lo scorso giugnoil presidente Stefano Rosso, figlio delpatròn Renzo, comunicava l’inten-zione della Diesel di chiudere con ilcalcio dopo la delusione di un cam-pionato perso un po’ sciaguratamente– sconfitta a Casale contro una for-mazione già retrocessa –, un po’ sfor-tunatamente – sconfitta assurda dopoun match strepitoso a Savona – ed in-fine chiuso dalla semifinale playoffpersa con il Monza. Oltre all’inten-zione della proprietà di dare appenaun ulteriore anno di vita alla società,a pesare sullo stato d’animo di am-biente e sul lavoro del dg Werner See-ber c’era soprattutto un budgetdimezzato con cui far quadrare iconti e operare sul mercato. Bastipensare al caso del giovane Muna-rini, mandato al Castiglione per nongravare del suo «stipendietto» sul bi-lancio. Eppure dalla situazione piùsciagurata e triste del Bassano Calciotra i professionisti è nato un miracolocalcistico da tramandare ai posteri.I segreti del successo. Unione d’in-tenti tra tutte le componenti delmondo giallorosso e notevoli sforzida parte di coloro che lavorano, incampo e fuori, per far in modo che ungruppo alle prime armi potesse guar-dare tutti dall’alto in basso. Incredi-bile per una squadra di giovincelli –siamo di fronte alla formazione net-tamente più giovane dell’era Diesel –

/ VicenzaPiuTv trasmette l'immagine del fischio che decreta la promozione del Bas-sano grazie alla vittoria con la Pergolettese

Il patròn Renzo Rosso apre agli imprenditori del bassanese pervarare un progetto importante: «I giallorossi sono un patrimonio ditutto il comprensorio». E i tifosi cantano «Salutate la capolista!»

di Marco Polo

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Speciale

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Speciale

Prima stagione in serie A2 da ricordareper l’Obiettivo Risarcimento Vicenza

Famila, dopo il triplete un altroanno di grandi soddisfazioni

Con la straordinaria vittoria suMonza di domenica 16 marzo

l’Obiettivo Risarcimento ha conqui-stato la salvezza matematica. Untraguardo importante per una squa-dra alla prima apparizione nel cam-pionato di serie A2 anche se coachRossetto l’ha definito l’obiettivo mi-nimo. La squadra, ha continuato aspiegare l’allenatore vicentino, èstata costruita per la permanenzanella seconda categoria nazionalementre tempo fa il riconfermato pre-sidente Grison ha lasciato intenderecome a Vicenza ci sia l’intenzionedi costruire un progetto dalle basisolide che possa riportare nella cittàdel Palladio in un prossimo futuro lamassima serie nazionale. Il lavoro svolto da coach Rossetto,però, non può essere liquidato cosìsemplicemente senza essere analiz-zato più nel profondo. È vero chespesso il gruppo è la chiave di voltadi una squadra tanto più se questorimane praticamente invariato dauna stagione all’altra. È anche vero,però, che disputare con le stessegiocatrici il campionato di serie B epoi quello di serie A2 non è certocosa così semplice da gestire. Anche

perché, anche quest’anno, il torneocadetto si è rivelato quanto maiequilibrato con padroni diversi chea turno hanno rimediato sconfittecontro squadre meno blasonate ehanno riaperto i giochi per la pro-mozione nella massima serie nazio-nale. E la stessa Vicenza si è resaprotagonista di alcune di queste sor-prendenti vittorie come il già citatotre a zero su Monza o l’ancora piùclamorosa vittoria con lo stesso pun-teggio ottenuta contro San Ca-sciano. Non è stato raro sentiredurante le interviste post partita rila-sciate a Vicenzapiù TV, allenatori egiocatrici avversarie elogiare l’eccel-lente gioco difensivo dell’ObiettivoRisarcimento: spesso le vittorie dellevicentine sono state costruite par-tendo proprio da questo fondamen-tale coniugato con un’ottima fase amuro e un discreto servizio chehanno messo in difficoltà anchemolte giocatrici con importantiesperienze in serie A1. È difficile individuare una vera lea-der nell’Obiettivo Risarcimento per-ché tutte le ragazze hanno saputoprendersi le loro responsabilità neimomenti più giusti della stagione. Ènoto che spesso i meriti nelle vittoriee le colpe nelle sconfitte cadonosulle spalle del regista della squadra:coach Rossetto è stato piuttostobravo ad alternare l’esperta Ghisel-

lini e la giovane e più spregiudicataCialfi al palleggio in base al tipo digioco delle avversarie e alla condi-zione delle sue registe. La certezzadi questa squadra sembra esseresempre più Isabella Milocco,esplosa totalmente in questa sta-gione: garanzia in fase offensiva, si-curezza in difesa, spreca pochipalloni a partita ed è assai temibilecon i piedi dietro la linea dei novemetri grazie al suo velenoso servi-zio. In diagonale con lei si sono al-ternate Baggi e Peretto, entrambeperò limitate nel loro impiego daproblemi fisici. Andreeva, unicastraniera acquistata dalla società diFlavio Grison, ha disputato un’ec-

(n.d.m.) Chiedersi se è più facile af-frontare una stagione da favoriti oda sfavoriti è un po’ come scervel-larsi per capire se è nato primal’uovo o la gallina: non se ne vienea capo. Essere la squadra favoritacomporta l’obbligo di vincere tutte,o quasi, le partite perché si è dotatidi mezzi tecnici superiori agli avver-sari. Il basket, però, come quasi tuttigli sport non è una scienza matema-tica riconducibile a meri calcoli eprevisioni: il risultato lo si acquisi-sce sul campo dove entrano ingioco numerose variabili che pos-sono modificare imprevedibilmentel’esito da tutti pronosticato. Dispu-tare una stagione da sfavoriti signi-fica non avere grandi pressioni sulleproprie spalle, giocare ogni partitacome se fosse l’ultima e poter ten-tare anche di fare lo sgambetto alleprime della classe. Il Famila da un paio d’anni ormai sitrova con un piede da una parte euno dall’altra. In Italia, dal ridimen-sionamento e dalla scomparsa poidel Cras Taranto, non c’è nessunasquadra che possegga i mezzi tec-nici delle orange. In Europa, invece,nonostante il Beretta sia approdato

stire una situazione complicata: l’in-fortunio di Anderson in amichevolepre stagionale e la grana Harris (ar-rivata fuori forma e rimandata a casain pochi giorni) hanno costretto iltecnico spagnolo a disputare laprima parte di stagione senza i pila-stri della sua squadra. Le restantinove giocatrici si sono così dovuterimboccare le maniche attendendofiduciose l’arrivo di Vandersloot eLarkins a gennaio. Grazie alle su-perbe prestazioni di Macchi eGodin, in particolare, Schio è riu-scito a terminare l’anno solare conun bilancio più che positivo: vittoriadella quinta Supercoppa italianadella sua storia, secondo posto nelgruppo A di Eurolega (tre vittorie edue sconfitte) e primo posto in cam-pionato (dieci vittorie e una scon-fitta). I tifosi orange, grazie anche aVicenzapiùTv, hanno potuto assi-stere ad alcune partite che sono en-trate di diritto nella storia del clubscledense: la vittoria sul campodelle campionesse di Francia diBourges, la sconfitta di misura al Pa-lacampagnola con le stelle di Ekate-rinburg dopo una gara in cuiMasciadri e compagne hanno

espresso un basket d’altissimo li-vello, la vittoria di cuore su Ragusain occasione della celebrazionedelle mille partite in serie A del Ba-sket Schio. L’arrivo di Vandersloot e Larkins hapermesso alla squadra del patronCestaro di conquistare l’ottavaCoppa Italia della sua storia (recordassoluto), la seconda consecutiva, laquarta in cinque anni e di terminarela regular season del campionato alprimo posto, staccando di sei lun-ghezze la seconda in classifica, laPassalacqua Ragusa. In Europa, in-vece, il Beretta ha ottenuto solo vit-torie casalinghe ripetendo l’impresadi battere Bourges (questa voltadopo un tempo supplementare). Intrasferta, invece, Masciadri e com-pagne si sono lasciate sfuggire la

possibilità di una storica vittoria conKosice (squadra con cui Schio nonha mai vinto) rimediando una scon-fitta che ha condannato le orange alnono posto nella classifica avulsa.Ai playoff il Beretta Famila ha incro-ciato nuovamente la rivelazione diquest’Eurolega, Kayseri: le turchehanno saputo sfruttare al meglio ilfattore casa e, vincendo gara tre per63-61, hanno staccato il bigliettoper le Final 8 di Ekaterinburg la-sciando Schio, per la prima voltadopo due anni, fuori dal Gotha delbasket femminile europeo.Ora per il Famila parte la caccia alsesto scudetto, paradossalmenteobiettivo minimo di questa difficilestagione per le orange.

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per due anni consecutivi alle Final8 di Eurolega, la squadra del patronCestaro non è ancora consideratatra le grandi del vecchio continenteper mancanza di storia ma soprat-tutto di continuità. Anche se, a dirlatutta, i criteri di giudizio della FIBArestano di difficile comprensioneanche per gli addetti ai lavori. Inmolti si sono chiesti come sia statopossibile inserire nello stesso gironesquadre di alto livello come Ekate-rinburg, Kosice, Bourges e Schio,tralasciando la sorpresa Kayseri,considerata a luglio squadra mate-rasso essendo alla prima partecipa-zione assoluta in Eurolega. Per affrontare un girone così com-petitivo serve un roster profondo etecnicamente importante che contidodici giocatrici di esperienza eclasse. Per costruire questo tipo disquadra servono grandi investimentiche Cestaro quest’anno si è dettonon disposto a fare: ecco allora lanecessità di ridimensionare il bud-get non rinnovando i contratti aLasi, Lavender, McCray e altre. Si èscelto di puntare su un coach stra-niero di grande esperienza comeMendéz che si è però ritrovato a ge-

cellente preseason ma ha subito unprogressivo e inspiegabile calo nelleprestazioni che ha portato coachRossetto a escluderla dallo startingseven e a preferirle l’esperta Perettola quale, al contrario della bulgara,dopo un inizio stagione assai diffi-cile migliora di partita in partita. Iltrio di centrali, Sestini, Fronza e Pa-storello, ha dimostrato una prolun-gata efficienza ed è spesso risultatodeterminante nell’economia deimatch: con Sestini quasi sempre ti-tolare inamovibile, Fronza e Pasto-rello hanno saputo avvicendarsi concontinuità di rendimento. Lanzini,salvo alcuni problemi fisici che nehanno compromesso il migliore uti-

lizzo nelle ultime gare, si è sempredimostrata assoluta garanzia dellafase difensiva delle vicentine purgiocando in un ruolo, il libero, delquale in pochi riescono ad apprez-zare l’importanza. La giocatrice chepiù ha fatto fatica a trovare spazio fi-nora è Silvia Fiori: acquistata comesecondo libero, coach Rossetto hasempre preferito utilizzarla comesostituta per la fase difensiva, sceltache ne ha così fortemente limitatol’utilizzo. Nonostante la dirigenza non sia in-tervenuta a rinfoltire la rosa con ilmercato invernale, Vicenza, dopoun mese di febbraio da dimenticarein cui ha collezionato solo sconfitte,è riuscita a rialzare la testa a partiredalla vittoria sul campo di Grici-gnano, a ottenere la salvezza mate-matica e ora cercherà di conquistareil settimo posto in classifica, l’ultimoutile per accedere ai playoff. Se aquesto traguardo aggiungiamo iquarti di finale di Coppa Italia dispu-tati con San Casciano (che ha poivinto la competizione) dopo avereliminato a sorpresa agli ottaviPavia, si può affermare senza ombradi dubbio che la stagione del-l’Obiettivo Risarcimento sia già stataricca di soddisfazioni.

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di Nicolò Dalle Molle

/ La vittoria storica dell'Obiettivo col Monza vista dalle telecamere di VicenzaPiu.Tv

/ VicenzaPiu.Tv in campo per la storia con Beretta vs Ekaterinburg

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Speciale

Da VicenzaPiù.com

Acqua da sempre è un simbolodi purezza e per antonomasia

è sinonimo concreto ed ancestraledi vita. Solo così si può spiegare

l’ansia generata nella gente allanotizia che questa risorsa relativa-mente abbondante nelle nostreterre ma sempre più a rischio in-quinamento possa in qualchemodo essere contaminata. Si trattadi un meccanismo psicologicoche è scattato puntualmente nellapopolazione quando a scavalcodella prima settimana di dicembreha fatto irruzione la notizia del-l’inquinamento del pozzo di Ber-tesina. Più nel dettaglio Uls edArpav hanno riscontrato presenzedi 1,1 microgrammo per litro dicloruro di vinile monomero oCVM in uscita dal pozzo di Berte-sina, un valore superiore al limitedi 0, 5 microgrammi per litro fis-sato dalla legge. Tutti gli enti pre-posti si sono affrettati a spiegareche la situazione sarà ripristinataal più presto a livello di normalitàe che la rete è al sicuro e che l’ac-qua che pure è stata inquinata èstata ben lontana da livelli di tos-sicità preoccupanti. Contempora-neamente il direttore del centroidrico di Novoledo l’ing LorenzoAltissimo ha spiegato ai taccuini

della stampa locale che è presso-ché impossibile sapere da quantotempo quel pozzo presentasse li-velli fuori norma e soprattutto haspiegato che sarà assai difficilescoprire cause ed origine dell’in-quinamento che ha colpito unpezzo della rete idrica locale laquale ha servito acqua fuori ormaa ben 20.000 vicentini della spallaest per non si sa quanto tempo,

comuni di Quinto e Torri inclusi.Ovviamente si tratta di una istan-tanea che comunque la si guardigenera preoccupazione perché seè vero ciò che dice Altissimo allorale incognite che si potrebbero ma-terializzare ogni volta che apriamoil rubinetto per bere un bicchiered’acqua possono in un baleno tra-sformarsi in spettri. Se invece Altis-simo non ha voluto o potuto dire

di Marco Milioni

/ Un frame dell'annuncio dell'inquinamento del pozzo di Bertesina,a sx Achille Variati, a dx Lorenzo Altissimo (video VicenzaPiu�Tv)

tutto allora la faccenda diventaancor più seria soprattutto se siconsidera lo strano silenzio fattocalare dall’amministrazione comu-nale sulla vicenda, la giunta infattipur interpellata da VicenzaPiù periscritto non si è nemmeno degnatadi rispondere alle nostre domandelasciando ogni cosa a due stringatidispacci pubblicati di recente sulsito web del comune. E sul tavolole cose da capire rimangono parec-chie. I mancati controlli da partedel gestore del servizio idrico sulCVM sono solo il frutto degli eventio costituiscono un illecito? Il ge-store del servizio idrico ovveroAcque Vicentine ha o no per leggeil dovere di cercare costantementeanche quell’inquinante? E ancora

in un dispaccio della giunta comu-nale guidata dal democraticoAchille Variati e datato 7 dicembre2013 si legge testualmente “ il clo-ruro di vinile monomero è un gasche ha origine dalla degradazionedel percloro etilene, secondo leprime ipotesi la provenienza delpercloro etilene sarebbe rintraccia-bile negli scarichi degli anni ‘60 diindustrie tessili e meccanichedell’alto vicentino, la degradazionedel percloro etilene è avvenuta nelcorso dei decenni nelle falde piùprofonde a circa 180 metri di pro-fondità in assenza di ossigenodando origine al CVM”. Orbene sesi conosce questo meccanismochimico almeno in ipotesi significache il rischio almeno sul piano po-tenziale doveva essere noto a chi èchiamato a vigilare sul ciclo del-l’acqua, ma allora se il rischio al-meno concettualmente eraipotizzabile perché negli anni nonsi sono effettuate le misurazioni? Sipuò prendere in considerazione lasciagurata eventualità che qual-cuno fra le autorità preposte sa-pesse e che non sia intervenuto e

che magari oggi il bubbone è scop-piato perché qualcuno per purocaso è incocciato nel problema? Eancora in altre realtà il CVM èpreso in considerazione dai gestoridel ciclo dell’acqua? E così gli in-terrogativi rimangono sul tappeto.Di fronte ad una questione cosìseria la giunta avrebbe dovuto or-ganizzare un paio di assembleepubbliche nei quartieri orientaliper spiegare quanto accaduto e in-vece la trasparenza è rimasta aibox. Al netto delle vicende vicen-tine però l’episodio di Bertesina èl’ennesima dimostrazione che ilmodello di sviluppo adottato dal-l’occidente ed esportato quasiovunque nel globo comincia a mo-strare tutti quegli scarti di lavora-

zione che per decenni poco otanto erano stati confinati nel retro-bottega del progresso. Oggi la na-tura presenta il conto, non a casoil consigliere comunale ValentinaDovigo oltre che a chiedere rispo-ste certe dal comune chiede uncambio di passo sul piano cultu-rale: «Allora l’idea che mi sonofatta è che il problema c’è nelsenso che abbiamo un territorioche inizia a chiedere il conto di at-tività industriali, di tutto quello cheè stata l’attività produttiva deglianni 60/70 anche con normativetotalmente diverse da quelle at-tuali. Di fatto penso che sia neces-sario fare qualcosa in più cioèmettere in conto e programmare daqui al prossimo futuro una serie diindagini , una serie di analisi cheprevedano ciò che finora non èstato previsto proprio per quelloche dicevo prima. La prima volta ècapitato con i perfluoro alchilati,adesso il cloruro di vinile mono-mero è una coincidenza, la terzavolta non ci deve più essere».

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Spettri d’acquaScalda i motori e parte la sezione informazione sulla nostra tv streaming h24www.vicenzapiu.tv, che già da mesi si sta facendo le ossa con vari servizisperimentali come quello sulle buche delle strade cittadine a firma FedericoPampanin e con varie trasmissioni in diretta a cui ora affiancheremo anchedibattiti e commenti. Riproponiamo qui i testi di 3 servizi televisivi a cura diMarco Milioni che segnano il debutto di un “rotocalco” tv mensile di inchiestee speciali. Nasce a completamento di quello che sarà a breve il nostroquotidiano di informazione, “VicenzaPiùTv Oggi”, accessibile a tutti gli utentiweb e a tutti i telespettatori dotati di un apparecchio tv collegabile a Internet.

/ La sede di Acque Vicentine

/ Un distributore d’acqua a Quinto Vicentino

/ Valentina Dovigo

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Speciale

da VicenzaPiù.Tv

Che cosa rappresentano legrandi opere nella prospettiva

veneta, come si raccordano con ilpaesaggio e poi come si raccor-dano con il contesto nazionale econ quello internazionale? Sonouna necessità imprescindibile o ce-lano nel loro ventre appetiti anchetorbidi? Ma soprattutto di che tipodi cultura sono portatrici? Questesono solo alcune delle domandeche come un fiume carsico riemer-gono dopo la grande manifesta-zione del 30 novembre scorso,manifestazione contro le grandiopere nel Veneto in cui a Veneziahanno partecipato un paio di mi-gliaia di persone. Protagonista delrichiamo è stato don Albino Biz-zotto dei Beati Costruttori di Paceche spiega così il suo punto divista.«Semplicemente che la terra è pervivere non per fare soldi, abbiamobisogno di bloccare ma bloccarecemento e asfalto, mettiamo in or-dine le cose che ci stan dentro, nonci sono i soldi per le alluvioni e lefrane e c’è una montagna di soldisoltanto per rovinare il territorio».Si tratta di un orizzonte che però èlontano anni luce dall’establi-shment politico veneto. Da mesi omeglio da anni la giunta regionalee categorie degli imprenditori ed icosiddetti poteri forti sostengonoche le opere contestate a Veneziacostituiscano in realtà lo strumentoprincipe per uscire dalla crisi. Inquest’ottica denunciano una cro-nica carenza infrastrutturale per laregione e di conseguenza che sitratti di Mose, Pedemontana, No-gara Mare, Valdastico Nord Sud econsimili si trata sempre di inizia-tive ben viste. Stampa e tv in parti-colare danno spazio con regolaritàad una manifestazione di pensierodi questo tipo che sul piano poli-tico, pur con qualche distinguo,vede Pdl Forza Italia, Lega e Pd suun fronte comune. Ma la pensanotutti così? Oscar Mancini volto sto-rico della Cgil veneta nonché diLegambiente ribalta completa-mente il piano ed elabora una pro-spettiva de facto opposta.«È una sciagura non solo per l’am-biente, non solo per il paesaggioma per la stessa economia perchéla rendita parassitaria deprimel’economia. Quando le banche in-vestono in autostrade vuol dire chenon c’è più il credito per la piccolae media impresa e se vogliamo fareun discorso di occupazione di la-voro per i giovani dobbiamo inve-stire in tante piccole opere».Mancini pone quindi interrogativi

concreti che trovano un ulteriorespunto di approfondimento nel-l’analisi che fa Carlo Costantini,nome noto fra i comitati dell’areapolesana. Costantini con un ragio-namento non dissimile da quellodello scrittore Renzo Mazzaroidentifica un vero e proprio sistemache ha origine nella precedentegiunta di centro destra che ha go-vernato il Veneto, la giunta Galan,e che ora si ripresenta con la at-tuale amministrazione.«Perché le lotte che ci sono nel ter-ritorio da parte di comitati, associa-zioni, gruppi di cittadini sonopraticamente infinte e c’è un filorosso o un filo verde se vogliamoche lega un po’ tutti ed è quello ditutelare la gente veneta dalla deva-stazione del territorio, dell’am-biente, del lavoro, dei diritti chestanno facendo i gruppi di potereche stanno attorno da un lato allagiunta regionale dall’altro pur-troppo anche a molti settori chesono all’interno del governo Letta». Volevo chiederle una cosa, il Ve-neto sta diventando una sorta dicrocevia di interessi, è possibilefare un elenco delle grandi opereche in pancia hanno un polpaconsistente a partire dl Mose,dalla Pedemontana com’è che pos-siamo compilare questo elenco?Quali opere ci sono dentro e più omeno quanto valgono facendo unastima a spanne? «Una stima a spanne potremmodire dell’ordine delle decine di mi-liardi di euro, se noi pensiamo chesolo la Orte - Cesena-Ravenna-Me-stre è stimata 10 miliardi di euro, laPedemontana è oltre due miliardi eduecento milioni di euro, la nuovaNogara mare sulla Transpolesana èattorno ai due miliardi di euro, ilMose sono cinque miliardi dieuro/sei miliardi ed un’infinità dialtre cose di analoghe dimensioni.

In corso d’operadi Marco Milioni

/ Carlo Costantini

/ Francesco Celotto, M5S

L’ordine di grandezza è veramentespaventoso, ma l’ordine di gran-dezza dell’impatto sull’ambiente,la salute, il paesaggio del Veneto èancora maggiore di quello econo-mico. È del tutto evidente, Galan loha anche scritto, lo ha dichiaratovarie volte, le grandi decisioni nonsi sono mai fatte negli ultimi ventianni nelle sedi istituzionali, si fannoin ristretti circoli magari perfino acena o a pranzo in qualche risto-rante».Parlare di grandi opere comunquealmeno per il vicentino significaparlare di Pedemontana Veneta, re-centemente è stato aggiunto un ul-teriore capitolo alla vicenda dellaSpresiano-Montecchio Maggiore,un’opera, denuncia l’attivista delM5S del Grappa, che oltre a pro-blemi di natura ambientale poneserissimi dubbi sul piano dei costi,

sul piano casa, piano casa 3, che èancora peggiore di tutti gli altri, difatto esautora il meccanismo di ge-stione del territorio da parte deglienti locali dei comuni quindi i piùvicini ai cittadini e di conseguenzaesautora i cittadini stessi. Gian An-tonio Stella nel suo articolo mettein luce un fatto importante ma noilo conoscevamo da molto tempo,almeno dal 2010 è emerso che nel-l’alta pianura vicentina quella cheha generato l’alluvione del 2010 lapercentuale di cementificazione è10 volte quella dell’aumento dellapopolazione, cioè dagli anni 60 adoggi, la popolazione tra Thiene Bre-ganze Bassano è aumentata del

/ Massimo Follesa, CoVePa

a dire dello stesso Celotto decisa-mente aumentati nel tempo. «Perquanto riguarda la Pedemotana ilproblema è doppiamente grave nelsenso che, come abbiamo ancheappreso da Zaia qualche settimanafa, non ci sono nemmeno i soldiper andare avanti con i cantieri tan-t’è vero che Zaia ha dovuto implo-rare letteralmente il governo Lettadi intervenire di fornire urgentissi-mamente 62 milioni di euro. Alloranoi chiediamo al governatore Zaianello specifico in questo caso comeun’opera che è fatta con il sistemadel project financing, quindi do-vrebbe essere pagata dalla Sys cheè il concessionario, invece vengapagata e deve andare avanti con isoldi pubblici. Noi abbiamo chiestotante volte attraverso i comitati, at-traverso anche parlamentari delM5S, anche il gruppo di Bassanoha chiesto tante volte le carte alcommissario Vernizzi riguardanti laPedemontana, soprattutto la con-venzione economica che non civengono fornite. Una volta di piùnoi abbiamo il sospetto che si na-sconda una porcata dietro a questoe comunque è un’opera che nonsta in piedi».

/ Don Albino Bizzotto, Beati Costruttori di Pace

Timori che in attesa che il commis-sario per la SPV Silvano Vernizzirenda noti i termini dell’accordopubblico-privato per la Pedemon-tana vengono ripresi da MassimoFollesa portavoce del Covepa, ilcomitato che si batte contro l’at-tuale progetto proprio di Pedemon-tana. Massimo Follesa alcuni giorni fa ilCorriere della Sera pubblica uneditoriale di Gian Antonio Stellanel quale si cita un dato precisodella realtà veneta cioè la quantitàdi territorio cementificato è trevolte tanto quella della media eu-ropea, Voi che conoscevate imma-gino questo dato come però aveteaccolto questa notizia agganciataper l’ennesima volta in questa ma-niera?«Innanzitutto le denunce vannosempre bene ma al momento di-ciamo di cominciare a fare. Unodei ragionamenti con cui prose-guire l’azione del 30 novembre è

32% la cementificazione del320%. È evidente che il piano casaarriva in una situazione del genereè come una bomba atomica».

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Speciale

da VicenzaPiù.Tv

Nell’ovest vicentino ed in spe-cial modo in valle del

Chiampo industria fa pressochérima con concia. Poco oltre dellametà del fatturato europeo si fa inItalia e nel Bel Paese è propriol’ovest vicentino a recitare laparte del leone e questo accadesia che si parli di grandi numerisia che si parli di grandi scandali.Il ramo pelle sconta ancora lapessima figura rimediata con l’in-chiesta Dirty leather che hamesso alla luce una colossaleevasione fiscale sistemica che hamesso alla berlina nomi altiso-nanti, e meno, di tutto il settore.Frattanto da alcuni mesi il dibat-tito è incentrato sulla questionedel previsto impianto per il tratta-mento dei fanghi conciari, gli in-dustriali del settore sostengono aspada tratta che il gassificatore

sia necessario e vitale per il fu-turo del settore stesso, per di piùsarebbe previsto da un protocollofra enti locali e industriali datato2005. Dall’altra parte del vallo siè formato un fronte composito frasoggetti disparati a partire dal co-mune di Montecchio che a variotitolo si dicono contrari all’im-pianto o perché ritenuto nocivo operché la documentazione fornitaalla popolazione non è ritenutasufficientemente ampia. Ne ènato un tiramolla che alla fine haobbligato il soggetto proponenteovvero l’Aato, ovvero l’ente inter-comunale che raccoglie le muni-cipalità del comprensorio,nonché il suo braccio operativoAcque del Chiampo a mettere infreezer proprio il prototipo pre-sentato da Sicit, una SpA che fariferimento ai maggiori conciaridella zona. Il motivo? Non ci sa-rebbero sufficienti garanzie in ter-mini di emissioni nocive. A fare ilpunto della situazione è DiegoZaffari primo cittadino di Mon-torso uno dei comuni più interes-sati alla eventualità della

costruzione dell’impianto ter-mico: «La pelle che parte da Arzi-gnano è una delle migliori almondo perché è frutto della qua-lità e della conoscenza del lavorodegli artigiani della pelle che poisono diventati degli industriali,

Fango su fanghidi Marco Milioni

/ Aziende conciarie

/ Azienda tipo della concia

/ Rino Mastrotto spa

/ Reflui della concia

ambientale professore universita-rio a Padova, uno dei maggioriesperti nazionali del settore:«Aver messo in piedi nel dopoguerra un polo conciario che si èaccresciuto nel tempo ed averscelto anziché imporre ad ogniazienda un impianto di depura-zione che portasse al tentativo diriottenere il più possibile un rici-clo di materiali usati all’internodelle lavorazioni, lo scaricaretutto in un grande impianto com-portava due gravi errori: quellodiciamo di equità nel senso chepraticamente si scaricava sullacollettività e sul sistema consortilein parte il costo ma soprattutto laresponsabilità che non era piùquella del singolo impianto, cioèle singole aziende venivano inquesto modo deresponsabilizzaterispetto al miglioramento tecnolo-gico e alla riduzione dell’inquina-mento. A quel punto si portavatutto sul maxi depuratore che dif-ficilmente poteva funzionare».Non troppo dissimile è il pensierodi Giovanni Fazio portavoce

continua

hanno cominciato la depurazioneed è stato l’elemento più difficileda affrontare».Per vero la situazione rimane inequilibrio precario, più volte sullastampa locale i vertici del settorepelli a partire da Rino Mastrottohanno chiesto a gran voce unaaccelerazione sulla questionedell’impianto di trattamento deifanghi, spiegano che presto le di-scariche si esauriranno e che itentennamenti che ha registrato ilcomune di Arzignano sino a pocotempo fa sulla stessa posizione diAssindustria sono da imputarealla vicinanza delle prossime ele-zioni comunali, ipotesi restituitaal mittente dal sindaco GiorgioGentilin. Però parlare di refluiconciari significa anche discuteredel sistema prescelto all’iniziodegli anni 80 per la depurazionedelle acque di risulta dei processiproduttivi, un unico depuratoreconsortile fu una scelta sbagliataperché di fatto ha permesso discaricare sulla collettività unaparte dei costi deresponsabiliz-zando la singola azienda. Questaè la tesi di Gianni Tamino biologo

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dell’associazione Cilsa che è de-cisamente contrario al gassifica-tore: «Intanto l’accordo del 2005che prevedeva un interesse ed unintervento da parte delle aziende,di Acque del Chiampo e di altresocietà per difendere le falde delnostro territorio non prevedeesplicitamente un intervento ter-mico nell’eliminazione dei fan-ghi. Il gassificatore in ogni casonon è una macchina non è qual-cosa che ci consente di eliminareil problema discarica, noi avremoda mettere in discarica qualcosacome 15.000 tonnellate di pro-dotti vetrificati. Diciamo qual-cosa in più un gassificatore diArzignano produrrebbe un 5% diceneri, queste ceneri prodottedal gassificatore sarebbero delleceneri altamente tossiche perchésarebbero il prodotto finale dellacombustione e ci sarebbero i me-talli pesanti cromo esavalente etante sostanze talmente tossicheche io penso che gli operai ad-detti alla rimozione all’insacca-mento eccetera di questimateriali correrebbero dei rischiestremamente gravi. Allora di-ciamo che tutta la messa in scenasecondo la quale se non si fa ilgassificatore noi siamo rovinatiperché non sappiamo dove met-tere la roba in discarica è falsaperché in realtà tutto quello cheprodurrà l’inceneritore andrà a fi-nire nelle discariche, questo è ilpunto. Non vogliamo entrare poinel merito di quello che usciràdai fumaioli cioè delle nano pol-veri dell’inquinamento che per-manentemente graverà sulle cittàdi Montecchio ArzignanoChiampo e Montorso e chequindi creerà dei disastri grandis-simi».Su tutto rimane comunque il pro-blema dei reflui, ad oggi gli scartisono convogliati nel sistema flu-viale del Fratta Acquetta, cosache avviene a Cologna Veneta. Iltutto accade sebbene gli inqui-nanti non rispettino le soglie dilegge. Ciò è reso possibile da unaserie di deroghe speciali con-cesse dalla Regine Veneto. Nel-l’immagine in basso a destra èpossibile notare il tubo che rac-coglie i reflui della Valchiampo eli getta direttamente nel sistemafluviale del basso veronese edella bassa padovana, si tratta direflui densi dall’odore nauseante

/ Tubo che raccoglie i reflui della Valchiampo e li getta direttamentenel sistema fluviale del basso veronese e della bassa padovana

/ Trattamento fanghi attuale

/ Il colore dell’acqua alterato dagli scarti

/ Diego Zaffari sindaco di Montorso

/ Gianni Tamino, Universita� di Padova

/ Giovanni Fazio portavoce dell’asso-ciazione Cilsa

/ Leonardo Boggian di Legambiente aCologna Veneta

segue

/ Sede Acque del Chiampo

/ Area della concia in Val Chiampo

che rendono addirittura difficol-toso stare in piedi sulle propriegambe. Questo conferimento difluidi di scarto è una consuetu-dine osteggiata dalle popolazionilocali che parlano di inquina-mento decennale scaricato suicomuni rivieraschi. Sarà un casoma l’ovest vicentino è una dellepoche zone del Veneto dove nonè stato istituito un registro tumori. E questa è la radiografia che nel2010 faceva Leonardo Boggiandi Legambiente proprio a Colo-gna Veneta: «Siamo nella zona in-dustriale di Cologna Venetaall’altezza del tubo collettore ge-stito dall’Arica, che scarica diret-tamente nel comune di Colognai reflui della concia provenientida Arzignano. Compie un per-corso di 30/35 km sotto terra escarica direttamente i reflui, cosìcome sono prodotti, qui a Colo-gna Veneta. Come si può vedereil fiume subisce un’alterazionepesante, il colore dell’acqua èsalmastro, marrone rossa quandoci batte bene il sole sopra e uc-cide sostanzialmente qualunqueforma di vita presente nel fiume.Si tenga presente che già il fiumeè interessato da inquinamentodelle conce anche a monte, cioèin provincia di Vicenza. Probabil-mente ritenendo l’inquinamentotroppo pesante se sversato tuttoa monte viene bypassato un po’più a valle qui a Cologna Venetain modo tale che non venga pre-stata attenzione ad esempio allaqualità dell’acqua per quanto ri-guarda il suo odore, il suo

aspetto, le schiume. Queste sonocomunque visibili venendo quidirettamente dove scarica il tubocollettore oppure nel periodoestivo in occasione della carenza

idrica è evidente la colorazionedell’acqua e l’inquinamento chevi è presente».

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VicenzaPiù ora è in streaming 24 ore su 24su VicenzaPiu.Tv con informazione, sport,

spettacolo, culturaVicenzaPiùTv, sul canale streaming 24 ore su 24 www.vicenzapiu.tv, completa il network di informazioneindipendente vicentina di VicenzaPiù, presente sulla carta stampata con un periodico, sul web con 5 quotidianiweb di informazione a cui se ne stanno per affiancare altri 5 sportivi e con una collana di libri e dvd. VicenzaPiùTv è accessibile a tutti i possessori di computer da tavolo, notebook, tablet, smartphone e atutti i telespettatori dotati di un apparecchio tv collegabile a Internet. Sono già più di 437.000 coloro che ci hanno premiato da visitatori unici lo scorso anno per VicenzaPiu.come all’incirca altrettanti lettori seguono gli altri nostri 4 quotidiani web a cui sta per affiancarsi una cinquinadi quotidiani sportivi”marcati” VicenzaPiuSport.com divisi per area con lo stesso criterio di quelli diinformazione.

Sono passati 8 anni per il nostro network di media. Non invanoVicenzaPiu.Tv, la tv streaming del network VicenzaPiù, cresce ancora con i diritti esclusivi per le differiteinterne ed esterne acquisiti dalla Lega Pro anche per il Bassano Virtus e il Real Vicenza, dopo la positivainiziale esperienza fatta con il Vicenza Calcio. Grazie all'accordo il giovane network vicentino si concentraper il calcio sullo streaming oltre ad arricchire continuamente l'offerta di basket, volley, hockey, rugby e

non solo. Questi ed altri sport approfitterannosempre anche della piattaforma del digitale terrestrecol canale 193 di Sportelevision con cui VicenzaPiùTvcollabora dallo scorso anno. Ma non finisce qui perchè, come preannunciato, adaprile parte la fase di test per far decollare anchel'informazione "VicenzaPiù style" su VicenzaPiu.Tv eper completare con rubriche, documentari etrasmissioni live l'offerta di una tv moderna 24 oresu 24 e con un canale on demand che già conta oltre1.300 video online.

VicenzaPiù vi dà sempre di Più. E non è uno sloganVicenzaPiùTv, la nostra divisione televisiva, va in onda 24 ore su 24 in streaming su www.vicenzapiu.tv edè sempre più ricca di informazione, dibattiti, inchieste, documentari, spettacoli ed eventi vicentini di sport,molti in esclusiva, tra cui il Vicenza calcio, il Real Vicenza, il Bassano Virtus, l’Obiettivo Risarcimento Vicenzadi volley femminile, il Famila Schio, il Faizanè Lanaro Hockey Breganze e poi rugby, ginnastica, atletica, ...VicenzaPiùTv è pronta a lanciare ora il contenitore VicenzaPiùTv Oggi per offrire sul suo canale fullstreaming anche informazione, inchieste e commenti sulla vita locale di Vicenza, Bassano, Schio, Thiene eprovincia, nel pieno rispetto della linea editoriale fissata il 25 febbraio 2006 nel n. 1 di VicenzaPiù, ilperiodico capostipite del network mediatico alternativo ed indipendente di Vicenza e del Vicentino, a cuihanno dato fiducia e spinta decine di migliaia di lettori e centinaia di migliaia di utenti, continuamente increscita. Loro e altri nuovi amici sono e saranno i nostri telespettatori in streaming su www.vicenzapiu.tv.24 ore su 24 e in tv con fasce di sport quotidiane sul canale 193 del digitale terrestre regionale diSportelevision che trasmette anche in streaming su www.sportelevision.it

VicenzaPiùTv, l’informazione indipendente e la tv h24 a portata anche di tablet e smartphone

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Borsa italiana, bilancio del primo trimestre

Sta per concludersi il primo tri-mestre e per le Borse è già tem-

po di bilanci, come è cominciatoquesto 2014 sui mercati internazio-nali?Con una sorpresa, una lieta sorpresa.Eravamo abituati a vedere la Borsamilanese negli ultimi posti dellaclassifica, se non proprio fanalinodi cosa, ed invece chi vediamo intesta in questo primo trimestredell’anno?Proprio Piazza Affari il cui indice diriferimento, il Ftse Mib, sta guada-gnando da inizio anno l’11,28%.L’evento è ancor più clamoroso se sipensa che indice di riferimentoUsa, lo S&P500 guadagna un mise-ro 0,62%, l’Ibex di Madrid lo2,41%, il Cac di Parigi lo 2,56%,mentre il Ftse 100 di Londra (-1,87%) ed il Dax di Francoforte (-1,08%) hanno addiritturaperformance negative.Insomma tutti vogliono i titoli italia-ni?Beh adesso, non esageriamo.Se anziché guardare gli ultimi tremesi avessimo preso in esame gliultimi tre anni, la situazione sareb-be esattamente capovolta e noi citroveremmo in fondo a questa gra-duatoria.Però, anche se è ancora presto percantar vittoria, qualcosa sembra es-sersi mosso, forse il mercato oracrede un po’ di più nella ripresaeconomica, che, nel nostro Paese, èstata tante volte invocata, ma si èsempre fatta desiderare.Occorre però sottolineare ancheche il nostro Ftse Mib è un indiceestremamente condizionato dalcomparto bancario, questo è il mo-tivo per cui negli scorsi anni ha sof-ferto di più degli altri ed oggi,invece, sta tentando un recupero.La boccata d’ossigeno arrivata ainostri Istituti, azionisti della Bancad’Italia, a seguito della ricapitaliz-zazione della stessa per un ammon-tare di 7,5 miliardi di euro,approvata dal Governo Letta, è statadeterminante. L’operazione non è risultata esenteda critiche, ai più è sembrato “unregalo” fatto al sistema bancario,ma sappiamo ormai tutti che il lega-me fra gli Stati nazionali e le Ban-che è “a filo doppio” visto che lestesse detengono ormai una quotapiù che consistente del debito pub-blico. E poi è sempre stato così, dache mondo è mondo, se crollano lebanche crolla lo Stato.Inoltre ha cominciato a circolare lavoce della possibile creazione diuna cosiddetta “Bad Bank”, in prati-ca un tentativo di ripulire le cosid-dette “sofferenze”, o creditiinesigibili che al momento zavorra-no i conti degli Istituti italiani. Stia-mo parlando di cifre spaventose, dafar tremare le vene ai polsi, e lo Sta-to non può certo accollarsi tutte leperdite e lasciare alle Banche solo i

profitti, ma soltanto aver sollevatoun minimo dibattito sulla questioneha già portato giovamento alle quo-tazioni azionarie.Ricordiamo, però, che a breve ini-zierà la stagione degli aumenti dicapitale, partirà per primo il BancoPopolare il prossimo 31 marzo. Saràun appuntamento decisivo, è asso-lutamente necessario che non cisiano tentennamenti e, con le diffi-coltà economiche che le famiglie sitrovano ad affrontare, non sarà cer-tamente facile.Quanto sta accadendo proprio suBanco Popolare, in questi ultimigiorni ne è la riprova, il titolo haenormemente aumentato la propriavolatilità e c’è da scommetterci chenon si abbasserà prima della chiu-sura dell’operazione di aumento dicapitale.Ma andiamo a vedere quali titolihanno maggiormente mosso il mer-cato, cominciando da quelli chehanno avuto i maggiori rialzi.BANCA POPOLARE DI MILANO(+51.44%) sembra che debba con-volare a nozze con il Banco Popola-re, per la Popolare meneghina, poi,l’Expo 2015 potrebbe rivelarsi unagrande opportunità. Ricorrerà ad unaumento di capitale, ma per “solo”500 milioni di euro, non è stata an-cora stabilita la data, ma si prevedeo il 28 aprile o il 5 maggio.BANCA MPS (+36,43%) la Bancapiù “chiacchierata”. Le vicissitudiniattraverso le quali è passato l’Istitutosenese sono ben note. Il rialzo diquest’anno è da mettere in relazio-ne con il crollo verticale avuto daltitolo nel 2013. Ricorrerà ad un au-mento di capitale chiedendo almercato ben 3 miliardi di euro, unacifra superiore alla capitalizzazioneattuale della Banca. La data di avviodell’operazione non è ancora statafissata, ma certamente non primadel 12 maggio. Verranno anche rag-gruppate le azioni che oggi valgonopoco più di 23 centesimi (1 nuovaogni 100 vecchie).FIAT (+35,49%) questo aumentoha un solo nome (e cognome), Ser-gio Marchionne. Il mega manager

ha compiuto un vero capolavorocon l’operazione Chrysler ed in unanno di sofferenza (soprattutto inEuropa ed Italia) per quanto riguar-da le immatricolazioni è riuscito afar aumentare, ed in maniera con-sistente, il valore delle azioni dellaprincipale industria manifatturieraitaliana.UBI BANCA (+29,46%) ed eccoun’altra “Popolare”, sembra che sial’unica, assieme alle due Big Uni-credit ed Intesa, a non dover fare unaumento di capitale. FINMECCANICA (+28,97%) anco-ra un titolo industriale, questa voltadel settore pubblico. L’azienda è sta-ta, ed è tutt’ora, al centro di indaginidella Magistratura per operazioninon proprio trasparenti. Nonostantel’ottimo inizio di 2014 le quotazionidel titolo sono tutt’ora storicamenteancora molto basse, ed il rialzo avu-to, più che motivazioni economicheha ragioni speculative. Senza dub-bio ci saranno delle dismissioni, almomento però siamo ancora a livel-lo di chiacchiere.INTESA SANPAOLO (+27,87%)ancora una Banca, ma questa voltanon è una “Popolare”, bensì unadelle nostre Big. E’ considerata lanostra banca più “sana”, il mercatola sta premiando da diverso tempo,è dallo scorso mese di luglio, infatti,che viaggia costantemente sopraalla media dei 12 mesi precedenti.ENEL (+27,79%) un altro titolo chenell’anno in corso non ha smesso distupire regalando grandi soddisfa-zioni ai numerosi azionisti. Unacrescita iniziata nel luglio scorso eche nell’anno in corso è stata prati-camente costante.AZIMUT (+26,27%) una dellemaggiori sorprese del listino, nonerano in molti a scommettere cheanche in questo 2014 il titolo potes-se avere ottime performances dopoi forti guadagni messi a segno nel2012 e soprattutto nel 2013. Ed in-vece la società attiva nel campo delrisparmio gestito non smette di stu-pire anche nell’anno in corso. Ri-cordiamo, per inciso, ma la cosanon è assolutamente irrilevante, che

il maggior azionista della società,con una quota del 25%, è la cosid-detta Timone Fiduciaria che rappre-senta promotori finanziari edipendenti del Gruppo.Sono stati molto meno i titoli chenel primo trimestre hanno fatto regi-strare performances negative, ma al-cuni ribassi sono comunque statimolto pesanti, in particolare, ilcomparto del lusso, che nel 2013era risultato il migliore, ha decisa-mente invertito la rotta.SALVATORE FERRAGAMO (-22,46%)

al momento un 2014 da dimentica-re, il titolo ha perso quasi intera-mente quanto guadagnato nel2013, forse era davvero cresciutotroppo, il fatto, ora, è che non sem-bra aver ancora trovato una sua“giusta” collocazione.TOD’S (-21,66%) per l’azienda deiDella Valle il ribasso era già comin-ciato dalla scorsa estate, il 14 diagosto, infatti, il titolo toccava ilsuo massimo storico a 144,60euro, ora vale 95,10 euro, in que-sto periodo è quindi andata infumo più di un terzo della capita-lizzazione di Borsa. Le altre attivitàin cui gli imprenditori marchigia-no/fiorentini hanno rivolto la loroattenzione non vanno meglio, in-somma un momentaccio.PIRELLI (-11,13%) un ribasso che siè concretizzato esclusivamente inquesto mese di marzo, in particola-re dopo che è stata annunciata l’en-trata nel capitale dei russi diRosneft, un colosso nel campo pe-trolifero, ma non solo, di proprietàdel Governo russo e a capo dellaquale c’è Igor Sechin ex agente delKgb (come Putin). Il nuovo socio hacosì tolto molto dell’appeal specu-lativo che aveva il titolo, da qui ilcalo registrato nell’ultimo mese. Per concludere possiamo quindi ri-ferirci al vecchio adagio “Chi bencomincia …”, ma forse è bene nonfarsi troppe illusioni.

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di Giancarlo Marcotti

Economia e Mercati

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Il Veneto e il suo diritto ad essere popoloe nazione d’Europa

di Roberto Ciambetti

Non è solo colpa della crisi eco-nomica o degli errori macro-

scopici commessi dallo stato ita-liano e avallati da una classeburocratica inadeguata: il processoin atto in Veneto è uno degli aspettidella più vasta riorganizzazione so-cio-politico-economica impostadalla globalizzazione e acceleratadalla crisi economica. Questo pro-cesso va inserito nel più vasto sce-nario che vede in questi anni in Eu-ropa l’affermazione dell’animaindipendentista e/o autonomista direaltà come la Scozia, la Catalunya,le Fiandre, mentre il problema nontocca realtà statali federaliste, qualiGermania o Austria. Possiamo dire che il sentimento in-dipendentista e/o autonomista – idue concetti non sono sovrapponi-bili - sono una risposta alla crisidello stato-nazione nato nell’Otto-cento che oggi dimostra la sua ina-deguatezza. Quanto sta accadendo in Veneto èuno dei segni del glocalismo: “Thinkglobal, act local”, pensare global-mente e agire localmente, senzamai perdere di vista esigenze, biso-gni, caratteristiche del “micro”, illocale, nei suoi rapporto e relazionicon il “macro”, il mondo globale. Ma questi fenomeni sono incom-presi in Italia o non se ne parla.Così, mentre la stampa estera guar-dava con attenzione a quanto stavaaccadendo in Veneto sul tema Indi-pendenza, individuando in LucaZaia l’interlocutore privilegiato, inItalia ci si è resi conto che stava ac-cadendo qualcosa con grande ri-tardo, né più, né meno, di quantoaccaduto a suo tempo con l’allu-

vione nel Vicentino. Sottolineatoquesto parallelo perché esso dà lamisura reale della supponenza delsistema Italia nei confronti del Ve-neto. Il Veneto, in altre parole, non esisteper la classe dirigente e per largaparte dell’opinione pubblica ita-liana. Per capire l’assurdità di questasituazione, che si riflette nelle poli-tiche punitive statali contro i veneti,basti pensare che questa Regioneproduce un flusso fiscale di 72.942milioni, riceve servizi dalla Pubblicaamministrazione per 51,838 milionicon un saldo negativo di 21.204 mi-lioni e dunque un residuo fiscaleper cittadino di circa 4,274 €. Il re-siduo fiscale veneto è pari al 10.3%del Pil regionale e per comprenderel’abnormità di questo dato bastipensare che in Catalunya il residuofiscale è dell’8,1 % del Pil, nel Sud-Est Inghilterra, Londra compresa,del 6.7%, nel Baden Wüttemberg enell’Ille de France del 4,4%, e infinein Baviera del 3.5 %. Da un punto di vista economico èevidente che il Veneto è penalizzatovisto che qui lo stato preleva senzainvestire. Ma è anche evidente chealtrove nessuno attuerebbe politichepunitive nei confronti di chi pro-duce ricchezza. Come abbiamo vi-sto con il dato tedesco della Bavierao del Baden W�ttemberg si cercheràuna soluzione equa: in Italia, in-vece, non solo si fa l’esatto oppo-sto, ma si veicola nell’immaginariocollettivo l’idea di un Veneto egoi-sta, evasore fiscale, rozzo, xeno-fobo e beota; le parodie, last butnot least quella di Crozza inutil-mente greve sull’Indipendenza ve-neta, ricalcano proprio questi ste-reotipi. A poco servono dati certi: il Veneto“xenofobo” registra i maggiori tassidi integrazione e soddisfazione de-

gli immigrati stranieri, le sue Uni-versità sono ai vertici nazionali eper quanto riguarda l’evasione fi-scale, le statistiche ufficiali stimanonella nostra regione un tasso di in-fedeltà del 10,93 % contro una me-dia nazionale del 38%, in Campa-nia del 50%. Negli ultimi anni più volte lo stato,con documenti ufficiali facilmenteconsultabili, si era impegnato a ri-vedere la sua politica predatoria neiconfronti delle regioni produttive ea modificare la redistribuzione di ri-sorse, ma alle promesse e agli im-pegni non è mai seguito un atto con-creto. Da noi lo stato continua aprelevare senza dare, anzi, penaliz-zandoci sempre più: per la legge diStabilità 2014 la Regione potrà spen-dere per cittadino solo 312 € controuna media nazionale di 384 €. Volete altri dati di norma trascurati?Il costo medio annuo per abitantedi un Carabiniere in Italia è di 109€ per abitante, ma si passa dai 69€del Veneto, ai 164 € della Sardegna,ai 176 del Molise, ai 150 della Ca-labria. Difficile capire perché il co-sto medio della Prefettura, rocca-forte dello stato, per cittadino aVicenza sia di 5,36 € a Isernia42,44€ con una media nazionale dicirca 10 €. A Vicenza persino la Pre-fettura costa la metà. Rispetto allaSicilia, invece, è il costo della vitada noi ad essere doppio: il Venetocon 2.903 € al mese si posiziona alsecondo posto dopo la Lombardia(3.033) per la spesa più alta; in Si-cilia, ultima nella classifica, 1.637€. La miscela che si è innescata in Ve-neto è esplosiva: da una parte il bi-sogno della riorganizzazione inchiave glocale delle Istituzioni,dall’altra la stupidità di atteggia-menti statali vessatori conditi da ste-reotipi e supponenza; in mezzo cit-tadini stritolati da tasse e una

pag1829 marzo 2014

Regione che per secoli fu stato e na-zione, una Regione che non solo hauna grande storia ma la cui storia èparte integrante della memoria ecultura di interi popoli e stati, dalAfghanistan fino al Venezuela. Così non sorprende se la Lega inVeneto, dal più tiepido dei militantifino al presidente Luca Zaia, nonsolo ha sostenuto le ragioni di unReferendum da tenere con tutti i cri-smi né più né meno di quanto sifarà in Scozia e si vuol fare in Cata-lunya ma ha chiaramente detto inquesti giorni che sottovalutare il ma-lessere del Veneto è un grave errore.

Un errore che potrebbe essere cor-retto in maniera molto semplice, af-fidando al Veneto, la stessa totaleautonomia fiscale e in larga partelegislativa garantita oggi al TrentinoAlto Adige, come suggerisce il pro-fessor Antonini, presidente dellaCommissione tecnica paritetica perl’attuazione del federalismo fiscale. Il futuro? Per quanto mi riguarda mibatterò sempre per il Veneto e il suodiritto ad essere popolo e nazioned’Europa. E sono sicuro che nonsarò solo: saremo sempre di più.

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/ Giovani indipendentisti

/ Roberto Ciambetti, assessore regionale al bilancio - Lega Nord

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Il referendum sull’indipendenzadel Veneto: verità virtuale epressapochismo della politica

La questione del referendum sul-l’indipendenza del Veneto evi-

denzia alcune caratteristiche delmodo di fare politica oggi presentein Italia. Non mi sembra interes-sante disquisire sui numeri dellapartecipazione e della differenzaabissale tra i dati forniti dagli orga-nizzatori (oltre due milioni e tre-centomila “voti”) e alcune agenziespecializzate nel monitoraggio deltraffico della rete internet (il sitoplebiscito.eu dove si votava è statocontattato circa centomila voltecon un errore stimato in + o – il20%). Vorrebbe dire partecipare auna polemica che assumerebbe ca-ratteristiche simili alla rissa doveognuno si sentirebbe libero di af-fermare la “sua verità”. Mi sembra,invece, interessante rilevare pro-prio questo aspetto relativo al pres-sapochismo che, nel tempo, èdiventata caratteristica peculiaredel modo di fare politica nell’Italiadi oggi. Una “politica” che haabiurato alla sua missione storica eche è sempre più diventata materiadi una cerchia di addetti ai lavoriche, coscientemente o meno, sisono isolati in una sorta di torred’avorio. La vera politica, quellache dovrebbe essere fatta per pas-sione civile e perché è indispensa-bile per il progresso del paese, èstata umiliata. I cittadini tendono arifiutare qualsiasi tipo di politica,non riuscendo più a distinguere ilprogetto dalla propaganda, lo sta-tista (ormai una specie rara e in viadi estinzione) dal politicante. Que-sta confusione che, credo, sia ali-mentata da chi vuole mantenere

fette di potere a scapito della par-tecipazione popolare alla cosapubblica è una sconfitta di tutti edè sintomo di quell’arretramentoculturale che investe da troppi annila nostra società.Ormai il fare politica si basa quasiesclusivamente sulle opinioni.Opinioni basate su presupposti dif-ficili da verificare. I dati e le infor-mazioni contano poco. Contapoco la realtà che si vive ognigiorno. Contano i titoli dei giornali,le notizie urlate, i proclami, le pro-messe, gli annunci roboanti, i son-daggi comunque fatti. Il dibattitodiventa prevaricazione e vince chiurla più forte o la spara più grossa.Detto questo sarebbe miope nonrilevare come la disgregazionedella nostra nazione esiste e comenon sia solo l’obiettivo di una mi-noranza (più o meno consistente)del paese. Esiste senza dubbio ed èfrutto, soprattutto, di una politicache è diventata sempre più medio-cre, attenta a interessi personali,miserabile. In Italia, più che in altreparti, vince un modo di fare poli-tica che ha esasperato l’egoismo el’individualismo, umiliando quellasolidarietà che è alla base dellaCostituzione. È la “questione mo-rale”, vera emergenza democraticadel paese, che ha significato l’oc-cupazione delle istituzioni da partedi ex partiti di massa trasformatisiin un insieme di comitati d’affari.Comitati d’affari che sottomettonoil governo del paese ai propri inte-ressi particolari. Così privilegiodiosi come l’evasione fiscale, per-messa e troppo spesso anche in-centivata, lo sfruttamento dellavoro altrui e le speculazioni divario genere, diventano una cosa“normale”, un diritto acquisito. Lasperequazione trionfa a scapito del

diritto e della solidarietà. Ancheper questo hanno buon gioco lespinte separatiste sempre più dif-fuse nel territorio italiano. Se poiqueste sono supportate da campa-gne mediatiche che prendono perbuone tutte le notizie senza veri-fica né logica, o vengono propa-gandate da nuovi e vecchipoliticanti attenti principalmente alrestare sulle prime pagine dei gior-nali (il caso di Grillo sulla suddivi-sione dell’Italia è emblematico inquesto senso) la loro diffusione as-sume un aspetto inquietante. Nu-meri, statistiche e risultati vengonoasserviti allo scopo. La differenzaenorme tra le cifre fornite sulla par-tecipazione al referendum in que-stione sono un esempio clamorosodi questa maniera poco scientificadi procedere. Quello che restanell’immaginario di ognuno è, aseconda delle convinzioni diognuno, la clamorosa afferma-zione delle ragioni di chi ha pro-mosso il referendum o un flopaltrettanto clamoroso. La veritàcerta passa in secondo piano. Nonè “interessante” come quella vir-tuale. Questa maniera di diffon-dere le informazioni e le notizie(una maniera che si basa più sullapropaganda che sul dato scienti-

/ Giorgio Langella, segretario regionale PdCI Veneto

/ L'aula del Senato vuota

fico) è uno dei mali del nostropaese. Ognuno può dire la sua odare i suoi numeri senza “pezzegiustificative”, senza avvalorare lesue tesi su basi solide e certe. Dobbiamo riprenderci la voglia e ilgusto di sapere. Dobbiamo preten-dere di essere informati non attra-verso il pettegolezzo o il “si dice”ma approfondendo con semplicitàe chiarezza le cause e gli effetti di

quello che sta succedendo nel no-stro paese e nel mondo. Conosceree avere i mezzi per interpretare larealtà è una condizione necessariaper tornare a fare politica vera,spazzare via i tanti imbonitori e ipoliticanti mediocri che infestanole istituzioni, tornare ad essere pro-tagonisti del nostro futuro.

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di Giorgio Langella

pag1929 marzo 2014

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Nel2014, è stato riconfer-mato l’Anno Europeodei Cittadini ed è

anche stato proclamato l’anno europeoper la conciliazione della vita profes-sionale e vita familiare. In questo con-testo torna il tradizionaleappuntamento con l’AGORÀ DELLASOLIDARIETÀ, organizzata da Volonta-riato in Rete Ente Gestore del Centro diServizio per il Volontariato della pro-vincia di Vicenza (CSV di Vicenza) erealizzata nel contesto diGITANDO.ALL dal 3 al 6 aprile 2014presso Fiera di Vicenza. La Manifesta-zione, giunta alla sua quarta edizione,sarà arricchita dal secondo Festivaldella Progettazione Sociale, con l’in-tento di promuovere attraverso scambie alleanze il lavoro di rete e di buoneprassi del volontariato a livello locale,provinciale, regionale, nazionale edeuropeo.L’apertura è prevista per le ore 9.00 digiovedì 3 aprile con l’incontro con lescuole. Il primo convegno si svolgeràalle ore 15.00 – SALA 7.1.1a - “LARETE IN S.O.S.PESO“ Incontro tra Ge-nitori, Insegnanti e Operatori per con-dividere esperienze legate ai disturbidel comportamento alimentare e delpeso. Si sente spesso parlare dei di-sturbi del comportamento alimentare“Anoressia, bulimia, binge eating disor-der, ortoressia, drunkoressia”: I disturbidel comportamento alimentare sono unproblema delle nuove generazioni, col-pite nell’età dello sviluppo, con parti-colare focalizzazione sulla preadolescenza e adolescenza. Questetappe riguardano, infatti, un periododelicato in cui avviene la necessariapresa di distanza dai genitori, matura lapercezione di un corpo “nuovo” e ses-suato. La crescita evolutiva chiede algiovane di fare i conti con le proprie ri-sorse personali, a misurare sicurezze einsicurezze interne. E a provare sulcampo la stima che ha in se stesso.Il lavoro con le persone testimonia l’im-portanza della rete sociale quale primoelemento che previene l’isolamento e,quindi, i danni sociali correlati alla sof-ferenza psichica. Tutti i punti di riferi-mento della persona devono esseremantenuti attivi per ridurre il dannopsico-sociale. Le risorse della rete de-vono essere, pertanto, attivate quantoprima, valorizzate e sostenute.Famiglia, scuola, ambienti di lavoro, ilmondo dei pari, il volontariato rappre-sentano nodi della rete cui si aggiun-gono i curanti in un lavoro diconnessione e di continua interela-zione.Operare in rete significa, infatti, inver-tire il paradigma della progettazionedei servizi ripartendo dalla persona edai suoi bisogni, al fine di predisporreinterventi mirati alle tante domandeche il disagio mentale produce.Tutte le attività realizzate hanno,quindi, come base comune l’idea che,per effettuare un trattamento, sia fonda-

mentale partire dalla intercettazione ecomprensione del bisogno, passare at-traverso l’identificazione di possibili ri-sposte (flessibilità dell’intervento) ecostruire percorsi individualizzati, dif-ferenziati, specifici,  che rispettino lapersona e che abbiano un piano di so-stenibilità col territorio della provinciadi Vicenza.L’esperienza quotidiana testimonia, in-fatti, come la sofferenza umana non sialineare. Perché, quindi, dovrebbe es-serlo la risposta?Alle 17.30 sarà inaugurata ufficial-mente l’Agorà della Solidarietà allapresenza della Presidente del CSV diVicenza Maria Rita Dal Molin, di FieraVicenza SpA e delle Autorità. Il Conve-gno e l’Inaugurazione saranno coordi-nati dal Giornalista Franco Pepe.Venerdì 4 aprile si apre l’Agorà conl’incontro con le scuole e successiva-mente con il convegno alle ore 9.15 –PALLADIO THEATRE – “PROGETTA-ZIONE E ACCESSIBILITA’…IDEE INCANTIERE” – Il punto di vista di chiprogetta e progetterà nel futuro…” – ilConvegno sarà l’occasione per condi-videre un’esperienza significativa rea-lizzata in cinque istituti per geometridella provincia di Vicenza, che vedecome protagonisti del dibattito e dellerelazioni proprio gli studenti, coordi-nati dall’Architetto Stefano MaurizioSocio CERPA e moderati dalla giornali-sta Giulia Salmaso. Nel pomeriggio è prevista la partecipa-zione alla Quarta Edizione del MITA –Meeting Internazionale del Turismo Ac-cessibile del BIFA – Borsa Internazio-nale del Turismo Accessibile. Sabato 5 aprile, dalle 9.30 alle 13.30,- SALA 7.1.1a - si terrà il convegno“Fundraising come strumento opera-tivo per i CSV” - “Strategie di sinergiatra profit e non profit quali possibili al-leanze…” Il ciclo di sette incontri“Percorso culturale del volontariatoveneto. Dove va il volontariato?” cia-scuno su uno specifico tema, è orga-nizzato dal Coordinamento dei CSVdel Veneto.La crisi economica (e antropologica),che ha interessato il nostro Paese e chetuttora persiste, ha toccato anche i Cen-tri di Servizio per il Volontariato, i qualihanno risentito in modo particolaredella riduzione delle risorse economi-che destinate alle loro attività. Ciò haportato ad un inevitabile ripensamentonon solo in merito ai servizi prodotti ederogati, ma anche riguardo al ruolostesso che i CSV hanno o possono as-sumere nel complesso panorama delvolontariato e più in generale nella or-ganizzazione delle nostre comunità. Laricerca di risorse economiche integra-tive, infatti, ha sviluppato in molti casiservizi prima impensati, iniziative chesolo fino a qualche anno fa sembravanoimproponibili, sia da un punto di vistaconcettuale che amministrativo. Com-prendere pertanto come il fundraisingpossa essere un elemento di sviluppo

29 marzo 2013

dei CSV, in quale modo questo possaavvenire e quali debbano essere le con-dizioni generali ottimali per una suapositiva evoluzione è senza dubbiotema attuale e centrale anche per i CSVdel Veneto. Scopo dell’incontro è ana-lizzare cosa possa accadere nel mo-mento in cui un CSV attiva iniziative difundraising, quali relazioni si svilup-pino, quali cambiamenti possano avve-nire (sia internamente che nel mondodei suoi stakeholder), nell’ottica di unvolontariato più autonomo da un puntodi vista economico, ma soprattuttosempre attivo e protagonista nell’orga-nizzazione delle comunità. Sempre sabato 5 aprile, alle 17.00,SALA 7.1.1a, si terrà il quarto conve-gno “CITTADINANZE RINCON-TRATE” - “Quando la fragilità diventarisorsa”- E’ molto importante avere oc-casione di confrontarsi, fra operatorima anche direttamente con i cittadiniche parteciperanno al dibattito, rispettoai modi per fronteggiare una crisi senzaprecedenti che ci invita e obbliga aunire le forze e pensare a nuovi stru-menti di sostegno e aiuto; alle risorseeconomiche non sufficienti  si affian-cano grandi risorse umane, organizza-tive, personali e sociali di cui il nostroterritorio è straordinariamente ricco. Ilnostro compito è fare in modo che lerisorse delle persone emergano, in unalogica sempre meno assistenzialista esempre più legata alla promozionedella persona; ogni persona, anche lapiù fragile, ha in sè risorse: a noi trovarei modi per aiutarla, in un lavoro di rete,a farle emergere”. Entrambi i convegnidi sabato saranno coordinati dalla Gio-nalista Giulia Salmaso.Domenica 6 aprile, alle ore 9.30,presso Sala 7.1.2, non mancherà ilconsueto appuntamento europeo“NOI, CITTADINI EUROPEI…“L’im-pegno nella progettazione condivisa…” “… con gli amici del Centro di Servi-zio per il Volontariato della Sardegna eTiscali Italia, che vedrà la presenza trai tanti relatori presidenti di CSV del Ve-neto e d’Italia, della Vice Presidente del

Coordinamento dei Centri di Serviziod’Italia CSVnet Francesca Danese. IlConvegno è affidato al coordinamentodella giornalista Giulia Salmaso.Un ricordo particolare a L’Aquila... pernon dimenticare il 6 aprile 2009.Anche quest’anno, afferma la Presi-dente Maria Rita Dal Molin, “L’Agoràdella Solidarietà ci permetterà di pre-sentare in termini di “valore sociale” lenostre azioni solidali, di dimostrarecome la condivisione delle risorse ciabbia dato la possibilità di svilupparestrategie operative che rappresentanoesempi di “buone prassi” a livello na-zionale. Questo importante appunta-mento sarà allora un’ulterioreoccasione per condividere idee, impe-gno e partecipazione, avviando e pro-muovendo al tempo stesso azioni eprogetti concreti. Promuovere il volon-tariato visto come occasione di crescitaprogettuale e valoriale all’interno del-l’evento “Gitando.all” è una sfida cheva oltre i nostri confini…”Ormai giunta alla quarta edizione, lamanifestazione Agorà della Solidarietàha eletto anche quest’anno come suosimbolo la Piazza, come si evince dallogo che abbiamo ideato per l’evento,e in particolare la Piazza dei Signori,nella quale ogni anno le associazionidi volontariato vicentino si incontranoe si raccontano... per abitare il cuore diVicenza. “La piazza è il luogo privile-giato d’incontro nel quale, nelle variemanifestazioni, il nostro agire ben si co-niuga con la scelta di essere volontari,capitale sociale ed espressione auten-tica di cittadinanza attiva che vive lecittà, abita le piazze, creando legami erelazioni per condividere e promuoverel’appartenenza, la condivisione, l’atten-zione, l’accoglienza, la solidarietà, laprossimità…”. L’Iniziativa è organizzata grazie al sup-porto e alla collaborazione di vari par-tner, tra cui spiccano alcuni Centri diServizio per il Volontariato sia a livelloregionale che nazionale ed alcuniesperti del settore come Tiscali e ALDA(Association of Local Democracy Agen-cies). Hanno aderito inoltre la Commis-sione Europea, il Ministero del Turismo,l’Enit, oltre alla Regione del Veneto che,nella precedente edizione, ha firmatoun protocollo di intesa con la Commis-sione Europea per essere Regione pilotaper il turismo accessibile. Il patrocinio è stato richiesto a: Regione

Veneto, Comitato di Gestione delFondo Speciale Regionale per il Volon-tariato, Anci Veneto, Prefettura di Vi-cenza, Provincia di Vicenza, Comunedi Vicenza, alle quattro Aziende ULSSdella nostra provincia e all’Ufficio Sco-lastico Territoriale della provincia di Vi-cenza.Partner dell’evento sono: CSVnet, Cen-tro di Servizi per il Volontariato Sarde-gna Solidale, il Centro di Servizio diVolontariato della provincia di Trento,Centro di Servizi per il Volontariatodella provincia di Rimini, Centro di Ser-vizi per il Volontariato Napoli, Centrodi Servizi Volontariato Salento, CentroServizi per il Volontariato della provin-cia di Bologna, Centro Servizi Volonta-riato Taranto, CESV - Centro Servizi peril Volontariato del Lazio, Centro Serviziper il Volontariato Friuli Venezia Giulia,Centro Nazionale per il Volontariato, iCSV del Veneto, Centro di Servizi peril Volontariato della provincia di Bel-luno, Centro Servizi per il Volontariatodella Provincia di Padova, Centro diservizio per il volontariato della provin-cia di Rovigo, Centro di servizio per ilvolontariato della provincia di Treviso,Centro di Servizio per il Volontariatodella provincia di Venezia, Centro diServizio per il Volontariato della pro-vincia di Verona, Consult@noi, Asso-ciazione Nazionale di VolontariatoDisturbi del Comportamento Alimen-tare, Alice per i DCA, Perle Onlus, LaFenice Onlus, Adao Onlus, Alda, Eyca,Lo Spirito di Stella, Village4All e Uni-solidarietà Onlus e Advenians.Media Partner: Tiscali Italia,Disabili.com, La difesa del Popolo, LaVoce dei Berici, Redattore Sociale Vi-cenza Più, Volontariatoggi.L’evento è collegato al Festival del Vo-lontariato che si terrà a Lucca dal 10 al13 Aprile 2014.L’organizzazione di GITANDO.ALL puòvantare la collaborazione di Village forall - V4A®, il marchio di qualità interna-zionale dell’Ospitalità Accessibile cheha come obiettivo l’inclusione turisticadi tutti e la promozione dell’attivitàsportiva per tutti. GITANDO.ALL è laprima Manifestazione in Italia ed in Eu-ropa dedicata a tutte le persone conesigenze speciali e alle loro famiglie. GI-TANDO.ALL è la prima manifestazionefieristica in Italia alla quale il Presidentedella Repubblica abbia concesso la Me-daglia di Rappresentanza, premio cheesprime il consenso  del Capo delloStato a finalità perseguite da iniziativeritenute particolarmente meritevoli.

Vi Aspettiamo!Per info:Ufficio StampaCentro di Servizio per il Volontariatodella provincia di VicenzaTel +39 0444 235308 – mail: [email protected]

Agorà della Solidarietà4a Edizione -2° Festival della Progettazione SocialeFiera Vicenza – Gitando.all dal 3 al 6 aprile 2014 - Padiglione 7

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pag2129 marzo 2014

Guido Piovene nei Colli Berici: itinerarioeno-letterario tra le ville del Palladio

In questo periodo di prime fiorituredi marzo, nell’umidità di una do-

menica che ricorda le estati bavaresi,allo svagato cittadino vicentino nonresta che addentrarsi nelle campagnedei nostri Colli Berici per inaspettateescursioni che integrano ad un pae-saggio antico il sapore del vino e delbuon cibo. Arrivato alle porte di unpaese campagnolo sotto la maestosa‘palestra di roccia’ che sovrasta tuttoil circondario con la sua ombra dimontagna e il moderato passaggio dialpinisti di altri tempi, si presentanole romantiche ville venete. Le pre-giate dimore di una nobiltà chiara-mente decaduta, affittate in parte avivaci attività di osti ciarlieri, chefanno di tanta bella architettura unbusiness per i loro vini rinomati e icibi veloci. Così la ghiacciaia dellavilla ‘Trento - Da Schio’ è incredibil-mente disponibile ai pochi e indolenti

salutando sulla destra le pareti rocciose, dipinte dalle macchie rosse e blu dei radi alpinisti incu-ranti del pericolo delle pietre umide. Si avvia per i tornanti della collina verso la sua locandapreferita, per festeggiare tanta cultura e l’inaspettata occasione di fantasticare offerta da questascampagnata domenicale.

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turisti della domenica, che possono sorseggiare del Souvignon locale, tra i mez-zobusti di bacchi scrutanti, resti delle preziose arti scultoree che arredavano lastruttura del tempo, e che ora fanno capolino tra le mensole della locanda. Procedendo per il centro del paese, alla destra di una facciata di villa seicen-tesca ‘Godi - Crescenzio’, improbabile invenzione di un architetto eccentrico,dove la serliana è reinventata in un arco esagonale, si trova la deliziosa osteria‘Ca d’oro’.La struttura, peraltro bellissima con bifore eleganti e stipiti decorati con basso-rilievi di marmo bianco, è gestita da due colorite signore e molto presto sor-prende con alcune rivelazioni inaspettate. Le due locandiere infatti, lamentandocon le solite chiacchiere la crisi di clienti, il poco parcheggio, la ristrutturazionedel pavè che limita il passaggio, meravigliosamente dichiarano un’anacronisticaingerenza dei ‘Conti’ nell’imposizioni di affitti troppo alti nelle loro strutturecommerciali. All’ignaro visitatore della domenica, già stordito di parole e vino, questa im-provvisa rivelazione fa salpare la mente, alla deriva, verso ricordi di economiedel passato e alla storia antica delle nostre terre, gestite e spartite da una nobiltàVeneziana, di un’antica Serenissima sovrana su tutto l’entroterra veneto, resa fantasma dalle sconfitte e dagli accordi napoleonici dell’800.

di Ester Tomè

Il pensiero del passato permane dentro il suo cuore anche mentre esce, ringraziando per l’ottimo Cabernet e, un poco intristito, si addentra nostalgico per ilsentiero che conduce alla sopraelevata villa Thiene, adiacente alla chiesetta barocca di San Mauro Abate. Ma la mente è ancora lì e si sente come uno dei letteratidel secolo scorso, di quelli che celebravano nei romanzi il rimpianto per Vicenza, capitale culturale mancata, perno cruciale di una Repubblica Veneziana, tri-stemente caduta. Pensa a Guido Piovene e a un romanzo epistolare che aveva letto e da tempo dimenticato, ambientato fatalità negli stessi luoghi e attribuitocon un azzardo dei critici alla reale vicenda della famiglia dei Thiene. Il testo, dal titolo Lettere di una novizia, narrazione scandalistica di un’ambigua vocazione tra passioni, tradimenti e omicidi nella cerchia dei rampolli di unvicinato di nobili, al visitatore pare indubbiamente ambientato qui, a Costozza. Per il turista, ormai trasformato in sognatore, il romanzo dove menzogna e au-tenticità si contaminano a vicenda sembra proprio lo specchio di questa frazione di provincia, che mescola il passato al presente, la finzione storica alla realtàattuale.Ormai è già mezzogiorno, e l’estasi culturale che lo ha rapito cede il posto alle terrene necessità dello stomaco. Si allontana allora da questo centro incantato,

/ Locanda di Costozza

/ Villa Trento a Costozza

/ Frazione di S. Mauro

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pag2229 marzo 2014

Ho letto i “libri gay” destinati ai bambini

I gay stanno davvero tutti a sinistra?

Tanto si è già detto pro e contro laproposta di introdurre nelle scuole

primarciniie libri che parlino di iden-tità di genere e diverse forme di fami-glia. “I libri gay” li hanno chiamati,semplificando volutamente, alcunetestate giornalistiche e i detrattori. E lanotizia diviene subito pruriginosa:libri “hot” ai bambini? Com’è possi-bile una follia del genere? Mi è parsotalmente assurdo che mi è venuta vo-glia di dare un’occhiata a questi “libricontro natura, che qualche sedicenteattivista lesbica vuole rifilare ai nostrifigli per plagiarli ed indurli all’omo-sessualità” (questo ed altro si sente esi legge ormai da mesi). Mi sono chie-sta: ma quanti dei detrattori, di chimette in atto dei veri e propri post-bombing sui Social Network, diquanti si prendono addirittura la brigadi organizzare manifestazioni dipiazza, hanno realmente sfogliatouno dei libri che vanno censurando agran voce? Io voglio informarmi primadi giudicare. Così mi sono messa allaricerca de “Lo Stampatello”, la CasaEditrice che li pubblica, ed ho fatto unpaio di acquisti on-line.Quando il corriere è arrivato ed ho fi-nalmente aperto con curiosità la bustache attendevo, ho notato subito che

non vi era alcun atteggiamento propa-gandistico: da come l’avevano postacerte critiche, mi aspettavo che vi fos-sero allegati volantini di Gay Pride oroba del genere! Invece mi sono parsi,sin dalla copertina, dei simpatici li-briccini illustrati per bambini, nulla dimeno e nulla di più. Ho preso inmano “Piccolo Uovo”: storia di Fran-cesca Pardi e illustrazioni di Altan.Questo libro ha vinto il premio Ander-sen 2012, l’Oscar dei libri per ragazzi.Ed è stato il primissimo “incriminato”.Ed anche il primo a dare il via alla co-raggiosa (per l’Italia) attività de “LoStampatello”. Il tratto tipico di Altan,per chi come me lo segue e apprezzada anni, fa subito sorridere, e sono cu-riosissima di vedere come il suo sfer-zante cinismo si sia sciolto inamorevole delicatezza per un libro in-dirizzato ai più piccoli. Ne sono pia-cevolmente colpita: ci rivedo “laPimpa”! Sfoglio le pagine: i colorisono tenui e delicati, i disegni ritrag-gono varie tipologie di famiglie ani-mali in un modo semplice eimmediato. I pinguini, con il loro frace i loro cilindro, hanno la stessa ele-ganza impettita con cui li vedevo io,guardando i documentari alla tivù congli occhi di bimba, ormai un bel po’di anni fa (trovo superfluo per le fina-lità di quest’articolo specificare quantianni fa). Mi beo nell’atmosfera naïf (illibro è per bimbi 0/6 anni) e... nooo!È già finito! Mi trovo sull’ultima illu-strazione senza aver compreso do-

v’erano le parti “hot” da censurare. Loriprendo da capo e... ora ho capito: idue pinguini impettiti sono vestiti damaschi e mettono su famiglia insieme,come le due mamme gatto coi lorofiocchi rosa e i loro gattini, e c’èanche un ippopotamo papà singleche coccola il suo cucciolo. Quindi èquesto il messaggio che si vorrebbecensurare? Mmhh... non mi convince,non può essere questa storia così de-licata ad aver scatenato una vera epropria caccia alle streghe (e per stre-ghe intendo chi ha “osato” proporrequesti libri per le scuole).Metto mano all’altro titolo che ho ac-quistato: “Piccola storia di una fami-glia”, testi di Francesca Pardi eillustrazioni di BUM ill&art. In coper-tina, due donne con ben quattrobimbi e tre gatti. Che bello! In questolibro c’è effettivamente un messaggiopiù esplicito, ed infatti anche il dise-gno è più dettagliato e la parte scrittapiù sostanziosa del precedente. Nonper nulla è indicato per bimbi dai 6anni. “Meri e Franci si amavano e vo-levano fare una famiglia”, si legge nelretro di copertina, e di questo parla illibriccino. Mentre “Piccolo Uovo” miha fatto subito provare tenerezza,questo mi mette proprio allegria! Ledue mamme sono sempre sorridenti,mi piacciono i colori e le paginepiene di cuori e di gatti! Finisco anchequesta mia piccola lettura e mi sentoleggera: potrò finalmente dire la miasui “libri gay introdotti nelle scuole”.

E sono davvero felice di poter tran-quillizzare tutti i genitori scettici e fi-nalmente calmare le acque dellepolemiche: questi libriccini sono sto-rie colorate, tenere, allegre, con per-sonaggi simpatici e modalità didisegno e narrazione in grado di inte-nerire anche i lettori più grandicelli.Quindi potete dormire sonni tran-quilli, genitori, ché non vi è alcunapropaganda in atto, ma semplice-

mente storie d’amore e di allegria.Anzi, sapete che c’è? Vi invito a leg-gerli, perché ritroverete in fondo a voistessi quel bambino che eravate,senza sovrastrutture né stereotipi opregiudizi, e la cosa vi intenerirà.

P.S. Per chi cercasse letture “piccanti”,rivolgersi ad altra Casa Editrice, grazie.

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termini; ma allora facciamolo anchecon la parola ‘familia’: deriva dal ter-mine latino ‘fam�lus’ (servitore, do-mestico), e più anticamente daltermine osco ‘famel’, e indicava l’in-sieme di diverse persone viventi sottouno stesso tetto. Solo successiva-

diritti che non sono giunti nemmenoin minima parte”. Accolla entra piùnello specifico della richiesta di di-ritti, forte della sua lunga esperienzadi attivista LGBT in Sicilia, a Catania,in Arcigay; ma anche a Roma dovevive e dove collabora con il ‘MarioMieli’. La comunità LGBT portaavanti da anni sostanzialmente tre ri-chieste: 1-una legge contro l’omofo-bia; 2-una legge che dia valenzagiuridica alle unioni e alla genitoria-lità; 3-una legge per il cambiamentodi sesso delle persone trans. Si è sof-fermato in particolar modo sullalegge contro l’omofobia, il primo ine-vitabile passo dei diritti civili, por-tando la riflessione su un pianoapparentemente intellettuale, in re-altà quanto mai concreto: è dall’usodella parola che inizia la discrimina-zione, la si insegna alle nuove gene-razioni, di fatto la si tramanda.“L’omofobia è innanzitutto un attoverbale”, ci dice Accolla, e ci parladi un vero e proprio “lager termino-logico” in cui le persone LGBT sonostate rinchiuse per anni, e tuttora losono. Spesso l’omofobo fa appello alsignificato originale dei termini:‘ma-trimonio’ ha in sé la radice ‘mater’,quindi non può essere di unione chenasce infeconda. “A me sta benis-simo tornare al senso originale dei

Incontro con Dario Accolla: blogger, attivista LGBT, docente e autore del libro “I gay stanno tutti a Sinistra”(a.b.g.) Un incontro con l’autore unpo’ diverso dal solito: Arcigay Vi-cenza l’ha organizzato di sabato po-meriggio ed ha coinvolto soprattuttoi giovani. Sabato 22 marzo al PoloGiovani-B55, l’ospite è stato DarioAccolla, meglio conosciuto come ‘El-foBruno’. Questo, infatti, è il nick cheutilizza (“colpa delle mie orecchie dacapitan Spock”) per uno dei blogLGBT più famosi in Italia. Accolla hapresentato il suo libro ‘I gay stannotutti a Sinistra’, di fatto -dice- “il lo-gico coronamento di tanti anni diblog”. Inizia a parlare a ruota, Ac-colla, e si notano subito le sue capa-cità di docente nel parlare ai giovanipresenti. Ci spiega innanzitutto che iltitolo gli è stato ironicamente ispiratoda una frase di Berlusconi: in un co-mizio del 2007, disse “i gay stannotutti dall’altra parte” (ovvero a Sini-stra). Dati i lusinghieri riscontri delblog, decise di raccogliere le sue ideee scrivere un saggio. “Pensavo sa-rebbe stato ‘a termine’, nel senso chedi lì a breve le mie riflessioni sareb-bero state superate dagli eventi poli-tici: sarebbero giunti quei diritti cheil mio libro andava chiedendo, cheavrebbe di conseguenza perso senso.Ed invece il libro, pubblicato nel2012, io sono ancora qui a marzo2014 a presentarlo e a parlare di quei

mente arrivò il concetto di ‘famiglia’nel significato più comune oggi”. Ac-colla porta, quindi, altri esempi di di-scriminazioni della storia moderna,per cui si additavano minoranze ocambiamenti socio/politici comeaventi la capacità intrinseca di “di-

di Anna Barbara Grotto

struggere la società”: ciò che ora sidice dei gay, lo si diceva dei matri-moni fra bianchi e neri, ma lo si di-ceva anche in tempi più recenti deldivorzio. “La logica della discrimina-zione è sempre uguale a se stessa”. Ècompito dello stato legiferare per su-perare le discriminazioni, perché “loStato che sostiene le differenze e i di-ritti civili è uno Stato che fa progre-dire la società”. Il libro, insomma,ripercorre le promesse disattese e ilvuoto legislativo, traendo spunto daarticoli giornalistici, e da dichiara-zioni di politici e di varia umanità piùo meno vip, dall’inizio degli anni2000 ad oggi. Colpevole la politicaitaliana in primis, ma anche lo stessoassociazionismo LGBT, troppo impe-gnato a spendere le proprie energiein battibecchi fratricidi, invece cheunito nella lotta per quei diritti chesono di tutti. Perché quando ci sonocollaborazione e dialogo con le isti-tuzioni, i risultati arrivano: fresca dipochi giorni fa l’approvazione del re-gistro delle unioni civili anche a Ca-tania. Dove una parte della Sinistraha votato contro ma una parte dellaDestra ha votato a favore. A dimostra-zione che (i passi avanti per) i (dirittidei) gay non stanno tutti a Sinistra.

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Vita Gay Vicentina

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