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ILARIO MEANDRI - GUIDO RASCHIERI

Maschere di suoni:

costruzione del caos e affermazione di sé Appendice critica e iconografica1

Libreria Musicale Italiana

MMXIII

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!1 Questo ebook costituisce un compendio di fonti, immagini, trascrizioni e un approfondimento analitico di supporto al volume: Febo Guizzi (a cura di) Maschere di suoni. Costruzione del caos e affermazione di sé: per un’antropologia sonora della liminarità contemporanea, Lucca, LIM 2013, in relazione ai capitoli: La Baìo di Sampeyre: il non carnevale, di Guido Raschieri e Su alcune formule ricorrenti nel cinema nordamericano contemporaneo: esperienza del limite, costruzione del caos, di Ilario Meandri. !

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SOMMARIO Documenti dalla ricerca sul campo: le testimonianze dei suonatori della Baìo di Sampeyre di GUIDO RASCHIERI ...................................................................................................................................... 4 Note analitiche e repertorio iconografico di ILARIO MEANDRI ......................................................................................................................................... 41

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Documenti dalla ricerca sul campo: le testimonianze dei suonatori della Baìo di Sampeyre di GUIDO RASCHIERI Nota introduttiva. Questo documento fornisce un’appendice documentaria al saggio: Guido Raschieri, la Baìo di Sampeyre: il

non carnevale, in Febo Guizzi (a cura di), Maschere di suoni: costruzione del caos e affermazione di sé. Per un’antropologia sonora della liminarità contemporanea, Lucca, LIM, 2013. La riunione delle testimonianze dei suonatori della festa rinvia in modo particolare alla seconda sezione del saggio: Reperti di repertorio. La restaurazione e ricomposizione di corpora musicali. L’elaborazione di una lettura analitica muove dal presente apparato; la sua piena comprensione può trovare in esso utile supporto. La ripartizione delle voci e l’ordinamento numerico riflettono criteri tematici che manteniamo perché conformi alla traccia argomentativa del testo a stampa e agli interni strumenti di indicizzazione. Ripercorrendo brevemente l’antefatto, le dichiarazioni rappresentano le risposte ad alcuni quesiti selezionati, inizialmente contenuti in un’informale lettera-questionario ricevuta e attentamente compilata dal ciascun interprete: 1. Specie se provieni da fuori, hai un qualche legame particolare con la comunità di Sampeyre? 2. Oltre all’impegno nella Baìo, suoni anche in altri ambiti? Puoi indicarmi quali e descrivere, anche in

breve, le tue “esperienze” musicali? (formazione, generi musicali praticati, tue occasioni di espressione ecc.) 3. In che modo sei stato “ingaggiato” tra le fila dei suonatori della Baìo? 4. Come hai imparato il repertorio della Baìo? 5. Quali sono o sono stati per te i suonatori di riferimento e per quali ragioni? 6. Riesci a farmi una lista dei brani suonati dal tuo gruppo nell’ultima edizione della Baìo? L’elenco potrà

contenere sia il nucleo storico dei brani della festa, sia quanto negli anni è entrato nell’uso. 7. Dalla tua più o meno lunga esperienza di suonatore hai notato periodiche differenze e cambiamenti nel

modo di suonare nella festa? 8. Qual è, a tuo modo di vedere, il ruolo che un suonatore ha nella Baìo? 9. Se vuoi segnare altre annotazioni o considerazioni sul tema, oltre alle precedenti informazioni fornite, puoi

utilizzare questo spazio. Non è da escludere infatti che a me siano sfuggiti dettagli importanti che invece tu, vivendo il cuore della festa, sai indicarmi.

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Appendice 1 Sono orgoglioso di essere un suonatore del luogo, in quanto vivo a Sampeyre.2 Sono residente a Sampeyre dal ‘96 e mia madre è sampeyrese.3 Abito a Rore da quando ho 11 anni, ma con i miei genitori ho sempre frequentato la Valle Varaita, in particolare Rore.4 Io abito a Saluzzo, ma le mie origini sono di Dragoniere. I miei genitori sono nati lì e io mi sento 100% cittadino di Dragoniere.5 Mia nonna paterna era di Frassino, mia mamma di Venasca. Posso dire di avere legami con la Valle Varaita. A Sampeyre ho tante amicizie, mia nonna paterna era di Frassino, mia mamma è di Venasca. Mi sento di appartenere alla Val Varaita anche se non ci vivo, o almeno una parte di me appartiene alla Val Varaita.6 Mio padre è originario del paese.7 I nonni materni di mia moglie sono di Sampeyre; sebbene emigrati a Borgo San Dalmazzo negli anni del dopoguerra, hanno saputo mantenere vivo il legame con la comunità d’origine trasmettendo l’amore per il loro paese anche ai propri figli e nipoti, nati e cresciuti al di fuori dalla Val Varaita.8 Frequentazione delle valli occitane da tutta una vita, molti amici in valle.9 Sono di origini venete e nato a Cuneo, ma ho un grosso legame con Sampeyre e la Val Varaita, maturato in più di trent’anni di frequentazione. I primi tempi andavo soprattutto come ballerino con un gruppo di amici nelle varie occasioni di ballo per le quali suonavano i fratelli Pettinotti di Becetto, Meo dal Chuchèis o i Trambalier d’Estrop dalla Val Maira e in seguito anche come suonatore, soprattutto per la baìo. Oltre all’aspetto musicale, ormai mi sento legato in generale a quel territorio e a quella gente; con alcune persone ho instaurato un rapporto di amicizia che dura da tempo.10 Provengo da fuori ma ho sempre avuto la casa a Rore e i miei genitori raggiunta la pensione sono diventati residenti a Rore dove abitano da circa un ventennio anche se di origine torinese.11 Sì, provengo da fuori, dall’alta Valle Varaita. Con la comunità di Sampeyre ho legami perché la mia ragazza è di Sampeyre e i suoi famigliari partecipano vivamente alla baio e poi per diversi anni ho lavorato in un’attività commerciale di Sampeyre perciò sono abbastanza conosciuto.12

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!2 Archivio RASCHIERI, Sampeyre 2012: Gianluca Andreis 3 Ivi: Vittorio Fino 4 Ivi: Ottavio Boglione 5 Ivi: Bruno Fina 6 Ivi: Claudio Boglio 7 Ivi: Peyre Anghilante 8 Ivi: Daniele Dalmasso 9 Ivi: Franco Rubatto 10 Ivi: Silvio Peron 11 Ivi: Gabriele Ferrero 12 Ivi: Enrico Peyrache

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Essendo originario di Paesana in Val Po ed avendo avuto per anni un’osteria famosa nel giro del canto popolare e della musica tradizionale, ho sempre avuto molti contatti con la gente di Sampeyre.13 Sono della valle Varaita, originario di Venasca, ma le scuole medie le ho frequentate a Sampeyre. Ho sempre suonato, fin dal 1989, alle feste tradizionali insieme al gruppo “La Chastelado”, ho sempre cantato durante le feste coi cantori di Sampeyre, Rore, Venasca, della Valle.14 Diversi legami di amicizia e musicali con suonatori di Sampeyre... in particolare con la famiglia Anghilante.15 Amicizia con alcuni residenti e suonatori di Sampeyre.16 Fin da piccolissimo ho passato i tre mesi d’estate in alta valle e ho imparato la tradizione di violino e danze pian piano durante gli anni. Ho un legame molto profondo con la tradizione e molti cari amici sempre pronti a far festa.17 Anche se abito a Vigone ho sempre frequentato Sampeyre fin da più piccolo perché i miei genitori mi portavano in campeggio a Calchesio. Cosi amico dopo amico mi sono ambientato e sentito a mio agio con molti sampeyresi, condividendo con loro la passione della montagna e dei suoi ritmi e delle sue feste particolari e uniche... ad oggi ho proseguito il mio cammino lassù acquistando con mia moglie (anche lei coinvolta ormai come me) una piccola casetta per poter ogni tanto passare un po’ di tempo su con i nostri amici.18 Legami famigliari no, perché io sono di origine della Valle Po, poi ci son stati dei legami d’amicizia per cui mi sento anch’io della Baìo di Rore. Il mio Abbà, Beppino Garnero mi chiamava l’“Abbà di sounadoùr”. Una sera mi ha detto: “noi andiamo al Villar, andiamo tutto lo Stato Maggiore, ci va anche l’Abbà di sounadoùr”.19 No, ho molti amici a Rore, amici di musica diciamo.20 Mio padre suona nella baio da diverse edizioni.21 2 2.1 Mi limiterò alla musica popolare: - Nel 1973 mi sono occupato delle registrazione del suonatore di semitoun Joan Bernardi di Sampeyre

ed edizione di 3 dischi 45 gg “Nòste danças”. - Circa nel 1973 ho iniziato a fare il cantautore con canti in occitano. - Nel 1975 ho inciso un 45 gg. e musicassetta con due brani in occitano di mio padre Masino

Anghilante.

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!13 Ivi: Matteo Pischedda 14 Ivi: Celeste Ruà 15 Ivi: Marco Ghezzo 16 Ivi: Francesco Mattalia 17 Ivi: Stefano Protto 18 Ivi: Ivo Carignano 19 Ivi: Aurelio Seimandi 20 Ivi: Giorgio Volpi 21 Ivi: Mario Boglio

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- Nel 1976 ho formato il gruppo Sounaires Ousitan che ha continuato a suonare fino al 1980. - Nel 1985 ho inciso una musicassetta “Chantar Chalendos en Occitània” con 11 brani. - Nel 1997 ho fatto parte del gruppo di musica occitana Lhi Sonaires e col medesimo abbiamo inciso il

CD “Avem fach un sumi”. - Tra il 2001 e il 2010 ho rappresentato, in collaborazione con la compagnia teatrale Il Melarancio di

Cuneo, la piece di mia composizione “Briga lo violaire”. - Faccio parte del gruppo di musica occitana “Aire de prima”. - Con quattro musicisti (2 occitani e 2 francoprovenzali) stiamo eseguendo lo spettacolo “12 canti in 12

lingue” dedicato alle 12 minoranze linguistiche storiche tutelate dalla legge italiana 482/99.22 2.2 Sono autodidatta, ho sempre suonato “a orecchio” e ancora adesso non so leggere uno spartito. Il primo strumento che ho suonato è stato la chitarra (principalmente genere cantautori italiani) a 17 anni. L’anno successivo ho iniziato ad interessarmi di musica folk in generale e a suonarla con il mandolino. Dopo un breve periodo di studio della fisarmonica a piano, ho scoperto l’organetto, che ho sentito da subito come “il mio strumento”. Non sono chiaramente un suonatore tradizionale, ma piuttosto figlio del cosiddetto “folk revival” e dunque la Baìo è stata una delle poche occasioni nelle quali ho suonato in un contesto diciamo di tradizione viva. Nel tempo ho suonato in varie formazioni di riproposta di musica occitana (La Sourcino, Lou Dalfin, Senhal, duo Peron Ferrero, Compagnons roulants, Mont-Joia) e in formazioni allargate di repertorio oltre i confini di lingua d’oc quali Le Vijà, La Grande Orchestra delle Alpi e più recentemente Tradalp. Ho suonato dunque principalmente in contesti quali festival e rassegne di musica folk, ma soprattutto nell’ambito del cosiddetto “ballo occitano”, un genere che anche quando praticato in paesi delle valli occitane, risulta essere ben diverso sotto molti aspetti da fenomeni di tradizione locale quali possono essere la Baìo o i fëstin dove si ballano solo courente e balet in Val Vermenagna.23 2.3 Sono musicista professionista, mi occupo di musica folk da sempre, ma ho iniziato proprio in Val Varaita la mia attività di musicista; ho suonato prima con Franco Rubatto nei Servanot, poi con altri gruppi della scena folk piemontese fin dagli anni ‘90, con esperienze di in ambito Etnofolk (Charta de Mar), esperienze di blue grass e di musica irlandese (con Enrico Euron), esperienze in ambito di folk revival nei Tendachënt accanto a Maurizio Martinotti, Le Vijà, progetto patrocinato dalla Regione Piemonte, accanto a Martinotti, Franco Lucà e altri importanti musicisti folk piemontesi, esperienze in Francia nel progetto “Arco Alpino” accanto a Patrick Vaillant, un progetto sul violino in tutto l’arco alpino, con musicisti provenienti dalla Provenza, Delfinato, Piemonte, Lombardia, Friuli. Ho collaborato con Jean-Marie Carlotti in un progetto sui nouvè provenzali, accanto a musicisti francesi e spagnoli. Ho collaborato al progetto Lhi Sounalhe, incentrato sul repertorio francoprovenzale. Suono fin dalla Baìo del ‘92 in coppia con Silvio Peron anche e soprattutto al di fuori della Baìo, tenendo stage di danza e strumento e concerti principalmente in Italia e Francia. Attualmente dirigo l’orchestra di “violini popolari” Viouloun d’Amoun e suono con il gruppo Edaq, gruppo di folk contemporaneo con influenze disparate, con musicisti di diversa estrazione, classica, tradizionale, jazz ed elementi di elettronica. Ho all’attivo una quindicina di produzioni discografiche.24 2.4 In breve: !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!22 Ivi: Dario Anghilante 23 Ivi: Silvio Peron 24 Ivi: Gabriele Ferrero

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Nel ’94 frequento un corso di organetto diretto da Sergio Berardo, nel ’98 mi iscrive al corso di violino all’Istituto Musicale di Borgo San Dalmazzo fino al 2004. Nel frattempo, da autodidatta, mi studio strumenti più semplici quali flauti e cornamusa (Gaita). Nel ‘95, assieme ad alcuni amici, fondo i “Charamalho”, uno fra i primi gruppi occitani elettrici del filone aperto da “Lou Dalfin”. Nel ‘97 sono tra i fondatori del gruppo musicale “La Bando dal Giari”, che cambierà nome nel 2003 diventando “Lhi Jarris”, formazione folk-rock occitana tuttora attiva con all’attivo oltre 400 concerti in Italia, Francia e Svizzera. Nel 2007 nasce l’omonima associazione culturale di cui sono tra i soci fondatori. Con i gruppi musicali e l’associazione culturale lavoro per valorizzare e salvaguardare il patrimonio linguistico e culturale occitano. Sono fra gli autori di testi e musiche dei CD “Sem Vengut Ici”, “Minoranças” e “Cèrcle Libre”. Nel 2007 sono tra i fondatori del progetto acustico “Catafolk”, mie le letture dello spettacolo: “Joanin Pet Pet Sigàla… e altri personaggi d’Occitania”. (2009) Dal 2009 collaboro con i “Decasol”, gruppo locale che ripropone musiche dal repertorio di Fabrizio De Andrè. Dal 2002 sono suonatore di violino nella Baìo di Calchesio.25 2.5 Ho imparato a suonare l’organetto a 21 anni presso l’Istituto musicale di Dronero. Il mio maestro era Sergio Berardo. Poi su e giù x le valli x feste a sentire suonare e cantare. Nel ‘92 con altri loschi individui ho fatto nascere “L’estorio drolo” esperienza musicale che con alti e bassi persiste ancor oggi e che ha partorito 2 dischi. Nel 2001 con l “Associazione culturale Lu Rure” ho fondato il “Laboratorio di musica tradizionale di Rore” dove ho iniziato ad insegnare a suonare l’organetto ai ragazzi del posto. Man mano che imparavano gli si chiedeva di provare ad insegnare ad altri che nel frattempo si aggiungevano, é poi arrivato Gabriele Ferrero a crescere violinisti e coi ragazzi è nata “La fanfaruà de Rure” che anima con la sua musica le feste locali ma non disdegna di viaggiare e incontrare altre realtà di musica popolare in giro x il mondo. Come tutte le realtà di volontariato questa esperienza vive di alti e bassi ma se nel 1987 Rore (120 abitanti) perdeva il suo ultimo suonatore oggi tra organettisti, violinisti e fisarmonicisti ne ha ben 15.26 2.6 Ho iniziato a suonare con il mio maestro, Vittorio Fino, e insieme abbiamo messo su un laboratorio di organetto a Rore aperto a tutti grandi e piccini. Da qui è nato anche un gruppo, la Fanfaruà de Rure. Al momento continuo a insegnare organetto sia in valle che fuori (ho 11 allievi di cui 3 bambini e 9 adulti). Poi insieme a degli amici abbiamo formato il gruppo “Ubac”. Al momento non sto suonando con nessun gruppo in particolare, ma suono insieme ad amici qui e là (per esempio con Gabriele Ferrero, mio compagno di Baìo, Stefano Protto della Baìo di Villar e Giorgio Volpi della Baìo di Chuceis). Inoltre suono in tutte le occasioni di festa in Valle, soprattutto a Rore, ma non solo.27 2.7 Suonatore di fisarmonica diatonica (organetto o semitoun) dal 1984, ho imparato “alla vecchia maniera”, maturando sul campo (tra cui la ininterrotta partecipazione dal 1987 alla Baìo di Sampeyre) una qualche esperienza con le musiche dell'Occitania cisalpina. Nelle mie esecuzioni prediligo l'interazione con il pubblico, perché convinto sia molto più divertente la “festassa” coi ballerini anziché un asettico concerto. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!25 Ivi: Daniele Dalmasso 26 Ivi: Vittorio Fino 27 Ivi: Ottavio Boglione

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Il repertorio è prevalentemente quello delle valli dal Chisone al Maira, comprese le danze più antiche o semidimenticate (guihouno, caleissoun, tolo doubio, gamaoucho, cadrìo, etc.), ma non sono infrequenti le incursioni al di là delle Alpi. Co-fondatore nel 1986 del gruppo di musica popolare tradizionale "i Sarvanòts" che anima feste di ballo tradizionale occitano in Piemonte, Valle d'Aosta, e Francia (Savoia e Provenza). Con il gruppo "Calholait" incido nel 2001 il CD "e i a de jorn" (ci sono dei giorni) prodotto da Claudiana Editrice e Radio Beckwith Evangelica. Nel 2009 mi trasferisco definitivamente in Val Pellice e mi dedico a tempo pieno all'attività musicale, collaboro con il gruppo di danza "La Meiro" di Luserna S.G., con il Group de Tradisioun Poupoulara La Teto Aout di Roure in Val Chisone e con il coro "La Cevitou" di Monterosso Val Grana, oltre ad animare serate di ballo sia da solista sia in gruppo. Interpreto il personaggio del “Sarvanot” nel DVD “Sonn d'uvern de i Sarvanot” prodotto nel 2010 da Sabatini Multimedia. Dal 2011 collaboro saltuariamente con la Torino Film Commission.28 2.8 Sono musicista di professione, in particolare nell’ambito folk, suonando con gruppi sia di musica tradizionale (oltre che occitana anche rom e balcanica) che di composizione. A 17 anni suonavo solo musica tradizionale occitana poi mi sono appassionato particolarmente alla musica tzigana dell’est Europa. Ho fondato il gruppo misto di rom rumeni e musicisti piemontesi: “Bruskoi Prala”. Ho anche coniugato alla mia passione musicale studi di antropologia e etnomusicologia, in particolare studiando le dinamiche di musica e migrazione nei musicisti rom immigrati in Italia dalla Romania.29 2.9 Sono fondatore del gruppo musicale e dell’associazione culturale “Charé Moulà” in cui suono tutt’ora, suono per i Loups di Chianale dal 2003. Mi occupo dal 1998 di ricerca in campo musicale principalmente in Val Po e in alta Valle Varaita.30 2.10 Ho sempre fatto parte di formazioni da ballo occitano (Compagnons Roulants, Suonamboli, Edaq), e esterno (con Estorio drolo, Charé Moulâ, Peron e Ferrero, e altri). Suono il contrabbasso coi Bruskoi Prala, musica zingara di Romania e ho ideato e realizzato la Carovana Balacaval: con un gruppo di 7 elementi, 5 cavalli, 4 carrozze portiamo in giro per il Piemonte 4 spettacoli differenti tra musica e teatro. Ho iniziato a suonare da piccolo ma non ho mai studiato veramente, ho imparato in modo naturale i repertori tradizionali e ne sono fiero. Il contrabbasso l’ho imparato viaggiando nell’est Europa per 8 anni con la compagnia Croque Mule (sempre a carrozze e cavalli, muli). Suono un po’ la ghironda.31 2.11 Ho incominciato a suonare l'organetto a 7 anni, in seguito ho studiato qualche anno la fisarmonica. Ho sempre suonato musica popolare e attualmente faccio parte della Carovana Balacaval.32

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!28 Ivi: Franco Rubatto 29Ivi: Marco Ghezzo 30 Ivi: Matteo Pischedda 31 Ivi: Stefano Protto 32 Ivi: Peyre Anghilante

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2.12 Io ho suonato la fisarmonica con il prof. Bargis di Busca che era il pianista di Riccardo Ducci, uno dei più grandi fisarmonicisti che abbiamo avuto e che suonava in Rai e aveva un’orchestra che suonava in Rai che si chiamava i Diavoli Rossi. E lui è stato sfollato dopo la guerra, o nel periodo della guerra, non lo so, infatti in centro di Busca c’è villa Bargis, perché i suoi erano fascisti. Poi la casa devono avergliela requisita. Lui era pianista, diplomato in pianoforte, pittore bravissimo, secondo me aveva anche le sembianze di un gerarca fascista, però bravissimo musicista. [...] Poi io ho fatto il corso da direttore di banda, l’unico che ha fatto la Regione nel ‘76 -‘78. Poi lì mi hanno insegnato gli strumenti, infatti io scrivo per banda... poi io ho sempre suonato... io ho fatto di tutto: le Fisarmoniche del Monviso che ci sono oggi sono la conseguenza naturale del gruppo delle Fisarmoniche di Verzuolo. Claudio [Boglio] l’ho portato io alla Baìa! Nell’82, al posto di Gabriele Morbo c’era Claudio; poi io con Gabriele mi trovavo di più come modo di suonare. Io ho sempre suonato musica da ballo... è un po’ la fossa dei leoni la sala da ballo, dal pezzo di Dave Stewart, al pezzo di Casadei al pezzo di Glenn Miller, tutto... quello che è il repertorio del locale. E noi l’abbiam fato con i Ciao Pais, dal ’96... abbiam fatto una ventina di LP, poi diciamo che l’ultimo disco che abbiamo fatto, che era un po’ una raccolta di brani belli, è stato uno degli ultimi dischi di musica diciamo così popolare, perché noi così la consideravamo, più venduti in Piemonte.33 2.13 Fin da piccolo (a 8 anni) ho iniziato a suonare la fisarmonica sotto la guida del Prof. Polidori Franco di Barge. Dopo 5 anni di scuola (solfeggio e strumento), sono entrato a far parte della Banda Musicale di Paesana (CN) ed ho intrapreso pian piano diversi strumenti: rullante, basso tuba, flicorno contralto, sax ecc. Grazie al maestro di allora Sig. Secondo Allio ho imparato a scrivere musica ed armonizzare per banda. Grazie a molti anziani musici di Paesana ho imparato ad orecchio molti brani della tradizione popolare e da banda, suonati nelle stalle, balli a palchetto, feste sull’aia nelle frazioni sin dalla fine del 1800. Nel 1986 ho iniziato a suonare nelle orchestrine da ballo liscio (Le giovani stelle), nel 1999 orch. “Folklore del Monviso”, nel 1990 assieme ad altri colleghi abbiamo formato l’orchestra “Mon Amour” ispirati dal libro “Monviso Mon Amour”. Nel 1996 dalla fusione di 2 orchestre (Mon amour e Caprices) abbiamo formato l’orchestra Ciao Pais con la collaborazione di Aurelio Seimandi e Franco Perlo. La formazione è durata fino al 2008. Dal 2009 collaboro nell’orchestra di Luca Frencia (Liscio anni ’60, ecc.)34 2.14 Studio della fisarmonica con il maestro Luciano Gilio dall’età di 9 anni (la fisarmonica), studio del clarinetto col maestro Mazzone Massimo, il clarinetto dall’età di 14 anni. Ho suonato sulle balere dall’età di 15 anni. Ho iniziato a suonare la fisarmonica a 9 anni con il maestro Luciano Gilio, a 14 anni i primi approcci col clarinetto, inizialmente autodidatta. Poi ho cercato di capirne qualcosa di più e ho iniziato gli studi col maestro Massimo Mazzone col quale studio tutt’ora. Un po’ di pianoforte complementare, un approccio conoscitivo con gli ottoni... Ho iniziato a suonare sulle balere a 14 anni, ho suonato con parecchi gruppi... Attualmente ho un trio (voce - batteria - fisarmonica) che si chiama Trio Capinera, suoniamo sulle piazze... ai matrimoni... insomma dove capita. Sono presidente e maestro di “Le fisarmoniche del Monviso” gruppo numeroso (una ventina) di fisarmoniche dove i giovani fisarmonicisti hanno la possibilità di esibirsi e di imparare. Sono direttore della Banda musicale ass. culturale “Conte Corrado Falletti” di Villafalletto dal 1992. Conosco la musica da balera o almeno quella in voga nella nostra zona. E anche abbastanza la musica “tradizionale”.35 !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!33 Ivi: Aurelio Seimandi 34 Ivi: Gabriele Morbo 35 Ivi: Claudio Boglio

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2.15 Impegni in feste locali di borgata. Abbiamo imparato ad orecchio. Suonavano già il padre Bernardo (fisarmonica) e lo zio Giovanni (clarinetto). Anche il nonno, Giovanni Battista (Battista), all’età di 60 anni aveva imparato a suonare il violino. Una delle fonti principali di apprendimento è stata la cassetta di registrazioni di Juan Bernardi.36 2.16 La mia carriera musicale ebbe inizio all’età di 8 anni, quando, per scherzo, mi misi addosso una fisarmonica che mio padre aveva acquistato senza particolare scopo. Appena appoggiate le dita sulla tastiera ne uscì una piccola melodia conosciuta, la quale ci fece capire che probabilmente ci sarebbero state le capacità per approfondire l’argomento. Mi iscrissi ad un corso presso le scuole di Sampeyre per alcuni anni. Fui costretto in seguito a cambiare insegnante . Dopo diversi anni mi iscrissi all’istituto musicale “Don Allemano” di Venasca dove studiai “teoria, solfeggio e cantato”, “musica d’orchestra” e “corso di fisarmonica” sotto la guida di un altro insegnante. Per problemi vari dovetti smettere lo studio. Attualmente continuo da autodidatta, seguo alcuni ragazzi che vogliono muovere i primi passi con la musica e sono responsabile del coro parrocchiale. Attualmente non faccio parte di alcun gruppo musicale, ma suono individualmente nelle varie occasioni che mi si presentano.37 2.17 Ho cominciato a suonare con mio fratello Alfredo alle feste patronali di borgata poi via via a qualsiasi festa che mi venisse richiesto di suonare. Suono anche a delle semplici serate con amici, tutti insieme in allegria. La mia formazione è stata una scuola di musica privata si durata decennale col maestro Luciano Gilio.38 2.18 Feste patronali di borgata. Scuola di musica privata con formazione decennale.39 2.19 Baio Cianto viol (Becetto) A casa mia con gli amici40 2.20 Ogni tanto veniamo chiamati a suonare alle varie feste di paese.41 2.21 Ho fatto scuola di Fisarmonica a 8 anni con il Maestro Masino Anghilante di Sampeyre fino all’età di 15 anni. Dai 15 ai 16, ho studiato Fisarmonica con il Maestro Aurelio Seimandi della Val Po.

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!36 Ivi: Bartolomeo Lantermino e Giovanni Lantermino 37 Ivi: Gianluca Andreis 38 Ivi: Bruno Fina 39 Ivi: Alfredo Fina 40 Ivi: Mauro Garzino 41 Ivi: Davide Belotti

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Ho fatto le prime edizioni del Chanto Viol con la fisarmonica (anni ’82- ’83) Ho fatto un corso di Organetto Diatonico da Sergio Berardo a Dronero nell’89, presso l’Istituto Musicale di Dronero. Ho iniziato nel 1989 a suonare con la Chastelado, nato con me in quell’anno insieme a Gabriella Brun (Ghironda e Flauti) e Annamaria Padovan (Organetto). Nel 1997 ho preso parte al gruppo storico di Musica Popolare “Cantovivo” di Torino ed ho suonato con loro sino al 2010. In contemporanea suonavo anche coi Charé Moulà della Val Po (dal 2001 fino al 2006) Ho partecipato a qualche concerto coi Barmenk delle Valli di Lanzo Ho fatto concerti di musica popolare con Giacchero Flavio (cornamuse) in Duo. Attualmente suono col gruppo Joli Gaoubi (dal 2010) e occasionalmente con altri gruppi di musica tradizionale.42 2.22 Devo dire che ultimamente suono molto poco purtroppo per la mancanza di tempo, però oltre alla baìo suono ogni tanto nelle feste di paese o nelle feste private dove la maggior parte delle volte, come si dice dalle nostre parti, si vuole “ballarne due” oppure sulle note della fisarmonica “alzare” una bella canzone dei nostri paesi. Nella mia adolescenza fino ai vent’anni invece suonavo molto e numerose le serate in cui ho suonato sia nella mia valle che nelle valli limitrofe. Il genere musicale è sempre stato quello tradizionale occitano con ogni tanto qualche valzer o mazurka per accontentare tutti i ballerini presenti nelle serate.43 2.23 Suonavo in banda ma ormai ho smesso già da un po’... e ho suonato nella fanfara dell’aereonautica italiana.44 2.24 Ho iniziato a suonare musica popolare 12 anni fa, per lo più musica del centro Francia (suono la cornamusa del centro Francia, la musette) e delle valli cuneesi con il clarinetto; da allora non ho mai smesso, un po’ per soldi, un po’ per divertirmi, anche se devo dire che non mi piace la musica popolare di per sé, ma adoro il tipo di feste che spesso genera, come anche la baio. Sono un ascoltatore di musica classica e barocca, da 2 anni ho iniziato lo studio del violoncello (tempo permettendo) e devo dire che per me la musica tradizionale e quella classica sono completamente separati come idea, modo, approccio. Ho iniziato solo ora a leggere la musica; in effetti per i brani musicali tradizionali l’approccio “ad orecchio” è il migliore e permette tutte quelle strane variazioni di gusto popolare che altrimenti sarebbero impossibili e che però stanno perdendo approvazione, un po’ perché fuori moda un po’ perché quasi tutti i musicisti di musica tradizionale di oggi sono professionisti, musicisti veri, cosa che a mio dire non è corretta o giusta o auspicabile. Ma mi rendo conto di essere molto controcorrente in questo: l’idea che la musica tradizionale venga suonata ancora da “non musicisti” come un tempo lo era da contadini, boscaioli, pescatori ecc. sta scomparendo e con essa il vero stile della musica tradizionale che è l’unica cosa che rende questa musica interessante da un punto di vista antropologico. Scusa mi sono dilungato!!!!45

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!42 Ivi: Celeste Ruà 43 Ivi: Enrico Peyrache 44 Ivi: Ivo Carignano 45 Ivi: Giorgio Volpi

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2.25 Suono nella Banda “C.C. Falletti” di Villafalletto, il corno, nelle Fisarmoniche del Monviso, la fisarmonica, nel gruppo occitano Lou Caxcarot. Precedentemente ho suonato con: L’Orchestra Giovanile Lombarda diretta da L. Bascapé L’Orchestra Aleramica delle Alte Langhe L’orchestra del Conservatorio di Torino diretta da Salvatore Accardo. Ho preso il diploma in corno al Conservatorio “G. Ghedini” di Cuneo.46 2.26 Istituto musicale di Dronero 8 anni. Suono nell’Orchestra Sinfonica Italiana di Boves diretta dal Maestro Fiammingo. Ho suonato per alcuni anni nel gruppo occitano Lhi Sonaires. Ho suonato nei depoesia per due anni.47 3 3.1 Mi avevano chiesto gli Abà della Baio nel 2007 ai quali con molta tristezza avevo dovuto dire di no. Poi mi hanno di nuovo chiamato gli Abà della Baio del 2012 e ho accettato con molta felicità.48 3.2 L’abbà di Villar mi ha contattato personalmente per propormi di fare Baio.49 3.3 Si sapeva in paese che noi due suonavano, così vennero gli abbà a chiederci se avessimo intenzione di partecipare.50 3.4 Un amico di Rore mi invitò ad andare alla “chiamata” del 6 gennaio per la Baìo del 1987 e a portare l’organetto. Alla sera mi chiesero di suonare un po’ di balli di Sampeyre al Ristorante degli amici e al termine i due abà mi ingaggiarono per la Baìo che sarebbe stata di lì a poche settimane dopo. La sensazione allora fu un misto di entusiasmo e preoccupazione per un ruolo che non sapevo se ero all’altezza di ricoprire e per il quale sentivo una grossa responsabilità. Le volte successive invece mi hanno sempre contattato in anticipo rispetto alla data del 6 gennaio.51 3.5 Sono stato chiamato a suonare perché mio zio che ha fatto l’Abà nel 2012 mi aveva chiesto nella baio del 2007 se mi sarebbe piaciuto suonare ed io ho accettato, e poi xke’ x un suonatore, fare la baio è una gran soddisfazione.52 3.6 Nell’anno in cui iniziai a suonare, mio padre ricopriva l’incarico di Abà, di conseguenza non potevo rifiutare quella richiesta.53 !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!46 Ivi: Mario Boglio 47 Ivi: Francesco Mattalia 48 Ivi: Enrico Peyrache 49 Ivi: Mario Boglio 50 Ivi: Bartolomeo Lantermino e Giovanni Lantermino 51 Ivi: Silvio Peron 52 Ivi: Davide Belotti

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3.7 Mi hanno sentito suonare a Rore e sono piaciuto.54 3.8 Frequentando i balli in Valle, sono stato invitato nel 1986 ad una festa a Villar, al termine della quale gli anziani delle Borgate Roccia e Villar mi hanno sottoposto ad un vero e proprio esame da suonatore.55 3.9 Nel 2001 mi sono trasferito a Rore che aveva perso il suo ultimo suonatore residente nel 1987. È stato quindi naturale che gli abbà mi chiedessero di essere 1 dei suonatori della nostra baio anche se all’inizio si presentava il problema di essere in numero dispari. Ha risolto tutto Lena dell’ostu dicendo agli abbà che un suonatore non poteva che fare il suonatore e uno in più rendeva solo più bella la baio. A me interessava far parte della baio e avrei fatto anche l’arlechìn.56 3.10 L'intenzione degli Abbà di Rore quest'anno era di rinnovare il parco suonatori, visto che da un po' di anni ci sono molti organettisti a Rore e che gli altri suonatori (a parte Vittorio che è entrato due Baìo fa) vengono da fuori. Così visto che suono praticamente in ogni occasione a Rore sono stato chiamato come suonatore.57 3.11 Sono stato invitato da Franco Rubatto alla Baìo di Villar nell’87 quando facevo ancora le scuole medie, per poi passare alla Baìo di Rore nel ’92.58 3.12 Tramite Aurelio Seimandi, già sounadur della Baìo de Rure.59 3.13 X amicizia con altri suonatori già partecipanti alla baio di Sampeyre.60 3.14 Grazie al suonatore di organetto Franco Rubatto.61 3.15 Amico di Dario Anghilante.62

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!53 Ivi: Gianluca Andreis 54 Ivi: Giorgio Volpi 55 Ivi: Franco Rubatto 56 Ivi: Vittorio Fino 57 Ivi: Ottavio Boglione 58 Ivi: Gabriele Ferrero 59 Ivi: Gabriele Morbo 60 Ivi: Mauro Garzino 61 Ivi: Stefano Protto 62 Ivi: Francesco Mattalia

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3.16 Nel 2002 avevo parlato con Meo Brocchiero (ora scomparso) che aveva visto in me il suo compagno ideale di Baio. Lo Stato Maggiore della Baio di Calchesio mi contattò e ora suono lì, e continuerò a suonare lì. Ora abbiamo formato una squadra ben organizzata ed è bello così!!63 3.17 Devo un particolare ringraziamento a molti amici di Calchesio che saputo che sapevo suonare uno strumento musicale quale il clarinetto hanno saputo coinvolgermi al punto giusto per tirare di nuovo fuori il mio clarinetto (benché non avessi mai suonato un repertorio di quel genere).64 3.18 Sono stato richiesto nel 2002 dallo Stato Maggiore della Baio di Sampeyre. Nel 2007 ho sostituito un suonatore di Calchesio e poi son rimasto anche nel 2012.65 3.19 Sono stato ingaggiato tramite dei suonatori del posto. Sono stato fortunato, probabilmente c’era bisogno di suonatori, altrimenti non avrei mai potuto vivere questa bellissima esperienza.66 3.20 Dall’abà Enzo Cosmello, anche grazie all’intercessione di Celeste Ruà che sapeva che sarei stato orgoglioso di poter partecipare.67 3.21 Nel 1982, a inizio ‘82 vado in un negozio che c’era a Cuneo di musica, da Vacchetta e Vacchetta dice: “Dobbiamo andare a suonare a...”; io non sapevo neanche cosa fosse... sono andato lì e poi, io con Andreino ero già stato tante volte, a mangiare da loro, ma non sapevo. Da lì Vacchetta non è poi più venuto perché loro hanno chiamato me e da allora grande amicizia e con i ragazzi che fan la baìa e con tutti quelli che ho visto crescere e poi son diventati abbà.68 3.22 Mio padre ha fatto il suonatore per tante edizioni e così a 13 anni ho avuto l'occasione di partecipare.69 3.23 Mi sono proposto agli Abà della Baìo di Piasso del 1977 come suonatore di violino con l’obiettivo di far ritornare presente quello strumento storico per la Baìo. Da allora sono gli Abà chi mi hanno chiamato. Dopo quella mia presenza nel 1977 sono stato molto contento di vedere che anche le altre Baìe gradualmente hanno reintrodotto la presenza del violino. Nella Baìo del 1997 ho chiesto agli Abà di Piasso di accogliere la presenza dell’organetto, storicamente più antico della fisarmonica, portando due suonatori: mio figlio Peyre e Francesco Mattalia. Nella Baìo del 2002 ho proposto agli Abà di Piasso di poter inserire un altro violino visto che è uno strumento importante per tradizione storica e per equilibrare lo strapotere sonoro delle fisarmoniche e organetti, proponendo Francesco Mattalia come suonatore. A quel punto i gruppi di suonatori della Baìo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!63 Ivi: Bruno Fina 64 Ivi: Ivo Carignano 65 Ivi: Alfredo Fina 66 Ivi: Claudio Boglio 67 Ivi: Matteo Pischedda 68 Ivi: Aurelio Seimandi 69 Ivi: Peyre Anghilante

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di Piasso, vista anche la grandezza della sua composizione, sono stati due: il primo con fisarmonica e clarino, il secondo con organetti e violini. Nella Baìo del 2007 ho ancora proposto la presenza di un 3º violino con Marco Ghezzo, tra i migliori esecutori di musica tradizionale occitana. Nella Baìo del 2012 vi è stata la stessa formazione che mi pare la situazione ideale ed equilibrata.70 3.24 Sono stato ingaggiato tramite Dario Anghilante che ha in qualche modo “intercesso” col fine di potenziare la presenza di violini nella baia di Piasso facendo salire il numero dei violinisti a 3.71 3.25 Era il 2001, lo zio della mia fidanzata, Eraldo Garnero, era uno degli abbà della baìo di Calchesio dell’edizione 2002. Una sera mi telefonò e mi chiese se ero interessato a ricoprire il ruolo di suonatore di Violino. Conoscevo la baìo, tramite i racconti di famiglia della mia fidanzata e avevo seguito da spettatore l’edizione del 1997. Fui elettrizzato dalla proposta e accettai immediatamente l’incarico. Per me si trattava di un nuovo tassello, di una nuova sfida che, se da una parte mi spaventava, infatti non sapevo se avrei retto, se ero all’altezza, che rapporto avrei stabilito con gli altri suonatori, coi vari figuranti… dall’altra mi dava una forte motivazione a continuare sulla strada della mia passione per la musica tradizionale.72 3.26 A Calchesio mi avevano chiamato perché c’era un solo suonatore e per lo più di fisarmonica. Volevano introdurre l’organetto diatonico e sapevano che io sapevo suonarlo. Il primo anno in cui ho partecipato alla Baìo di Piasso, invece, mi avevano chiamato perché volevano creare due gruppi di suonatori e avevano bisogno di più persone quindi che suonassero. Dal momento che da Calchesio gli Abbà quell’anno non volevano più il semitoun, non mi avevano rinnovato l’invito. Dunque accettai la chiamata degli Abbà di Piasso e da allora sono rimasto lì.73 4 4.1 Conoscevo quel repertorio da sempre essendo Sampeirese e avendo stretti rapporti col suonatore di semiton Jouan Bernardi. Per la pratica del violino ho imparato dal suonatore storico, ormai novantenne, Jusèp da Ros nel 1972-73. Ho poi suonato il violino nel 1º gruppo di musica occitana Sounaires Ousitan.74 4.2 L’ho imparato ad orecchio ascoltando principalmente le registrazioni del mitico suonatore sampeyrese di semitoun Jouann Bernardi, che non ho conosciuto personalmente, e carpendo qua e là da vari suonatori che ai tempi suonavano nell’ambito dei balli a Sampeyre (i già citati fratelli Pettinotti, Meo e Trambalier d’Estrop).75

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!70 Ivi: Dario Anghilante 71 Ivi: Marco Ghezzo 72 Ivi: Daniele Dalmasso 73 Ivi: Celeste Ruà 74 Ivi: Dario Anghilante 75 Ivi: Silvio Peron

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4.3 Ascoltando gli altri suonatori di Sampeyre alle feste e le pubblicazioni della serie “Muzique ousitane” del Soulhestrel e “Noste danse di Giouan Bernardi” di Ousitanio vivo. Poi mi sono trovato con Silvio Peron che mi ha dato una grossa mano x affinarmi e interpretarle.76 4.4 Grazie ai miei amici Silvio Peron e Gabriele Ferrero e sentendo la cassetta di Giuan Bernardi.77 4.5 Tramite registrazioni e musicassette di suonatori più “vecchi” che con la loro infinita pazienza ci hanno tramandato l’intero repertorio tra cui Vincenzo Pettinotti e Meo Brocchiero. Io inoltre ho anche avuto la fortuna di avere un suonatore in casa. Mio fratello Alfredo mi insegnava quando sbagliavo e via!!!78 4.6 Tramite registrazioni di mc di suonatori più anziani in particolare Vincenzo Pettinotti.79 4.7 Ho avuto il primo aiuto da Meo che mi aveva registrato una cassetta, ma poi, visto che dovevo suonare con i fratelli Fina, sono stati loro a mettere infinita pazienza e molto tempo dedicato a me e pian piano ecco un piccolo risultato. Senza di loro non sarei riuscito quindi ancora oggi ringrazio tutti loro.80 4.8 Per imparare il repertorio della Baio, sono andato da Meo dal Chucheis, uno dei pilastri della musica tradizionale della vallata, oltre che suonatore di riferimento per la baìo di Calchesio, purtroppo mancato da poche settimane. Fissai un appuntamento con lui, in un pomeriggio d’autunno, con l’intenzione di registrare qualche pezzo. Lo conoscevo di fama e dopo essermi presentato e parlato un po’ di musica e tradizioni in compagnia di una buona bottiglia di vino, Meo ha abbracciato la sua fisa e un pezzo dopo l’altro mi ha suonato una ventina di brani del repertorio della Baio dal Chucheis spiegandomi, per ognuno, la struttura del ballo, da dove arrivava il pezzo, chi lo suonava in passato e anche qualche aneddoto legato a suonatori e a personaggi di un tempo. Ho cercato di imparare i brani seguendo le seguenti modalità: 1) Ascoltando le registrazioni prese direttamente a casa di Meo dal Chucheis e suonandoci sopra infinite volte, fino ad interiorizzare i vari pezzi e le sfumature che ogni suonatore dà alla propria interpretazione. 2) Grazie al CD ed al libro di “Juzep da ‘Rous” che, un pomeriggio in cui mi trovavo a Calchesio, mi lasciò Jan Peire de Bousquier, “Usuart” della baio e a sua volta grande conoscitore di musiche e danze della val Varaita, che ha contribuito tramite registrazioni a salvare il repertorio degli ultimi suonatori rimasti negli anni settanta-ottanta. 3) Da vari CD e cassette di repertori di musica tradizionale della Val Varaita (fra i quali il CD di Peron e Ferrero “Ballo delle valli occitane d’Italia” ed altri ancora…)

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!76 Ivi: Vittorio Fino 77 Ivi: Gabriele Morbo 78 Ivi: Bruno Fina 79 Ivi: Alfredo Fina 80 Ivi: Ivo Carignano

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4) Alcuni brani li ho imparati direttamente durante la festa. Sicuramente il collante più potente di tutti. Ho preferito imparare i vari pezzi ad orecchio, perché ritengo che sia l’unico modo per interiorizzarli e farli propri. Solo se hai il pezzo in testa puoi, a mio modo di vedere, sull’attimo ricamare qualche variazione, giocare con seconde voci e controcanti.81 4.9 Ascoltando i suonatori più anziani e dalle cassette del registratore.82 4.10 Ascoltando e provando e riprovando con amici con la stessa passione x la nostra terra e la nostra musica.83 4.11 Il vero repertorio delle musiche della baio non è scritto, sono tutte musiche e canzoni che si tramandano da suonatore a suonatore nel tempo.84 4.12 Il repertorio lo si impara solamente ascoltando chi lo sa. Aver avuto la fortuna di conoscere e suonare assieme ad alcuni suonatori che ormai non ci son più mi è stato d’aiuto.85 4.13 Rigorosamente ad orecchio, ascoltando gli altri suonatori, chiedendo anche ai suonatori e/o personaggi più anziani per confrontare e chiarire i dubbi eventuali.86 4.14 Grazie alla pazienza dei suonatori del posto, ci siam incontrati tante volte, io ho cercato di imparare. Non è tanto l’aspetto tecnico, ma è la grinta, il calore, l’intensità, il cuore, l’amore, con cui suoni che conta, qualcuno lo chiama “gheddu”.87 4.15 Ad orecchio, praticamente tutto il primo giorno della sfilata, la scorsa edizione. Ricordo bene, mi avevano dato una cassetta, e poi avevano suonato pezzi del tutto diversi in marcia, ma dopo un paio di giri li avevo capiti e rifatti. Per il ballo invece i pezzi sono come quelli che suonavo con gli amici di Rore, salvo le pause, i ribattuti e certi finali che ovviamente seguono i diversi modi di ballare che ci sono tra i 2 paesi.88 4.16 Il repertorio della Baio l’ho imparato ad “orecchio”, cioè ascoltando le musiche e suonandole senza ausilio di spartiti, grazie anche all’aiuto di Gianluca Andreis.89

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!81 Ivi: Daniele Dalmasso 82 Ivi: Bartolomeo Lantermino e Giovanni Lantermino 83 Ivi: Mauro Garzino 84 Ivi: Davide Belotti 85 Ivi: Gianluca Andreis 86 Ivi: Franco Rubatto 87 Ivi: Claudio Boglio 88 Ivi: Giorgio Volpi 89 Ivi: Mario Boglio

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4.17 Il mio primo insegnante di musica è stato Franco Rubatto, frequentando in gioventù le feste della Valle Varaita o altre feste nelle valli, e studiando fin da bambino il violino “classico” chiesi ad un suonatore a caso, dall’aspetto simpatico, di insegnarmi la musica da ballo, nacque un’amicizia, e suonammo insieme per molti anni; Franco mi fece anche a conoscere altri suonatori della Valle Varaita e mi introdusse nella scena folk torinese della fine degli anni ‘80. Ho però studiato anche violino classico, e violino tradizionale seguendo molti stage soprattutto in Francia, ho anche studiato saxofono jazz, e armonia, cercando di avere una formazione musicale abbastanza completa.90 4.18 Il repertorio della Baìo è praticamente lo stesso che suono tutti i giorni, con qualche piccola variante. Quest'anno noi organettisti ci siamo trovati una volta e Silvio, che è quello che ne sa di più, ci ha spiegato un paio di pezzi.91 4.19 Suonando alle feste popolari durante l’anno, soprattutto per ciò che concerne le danze. Le marce le ho imparate dai suonatori di Sampeyre, per la precisione dai Fratelli Pettinotti di Becetto, suonatori della Baìo di Piasso (attualmente deceduti).92 4.20 Beh sarebbe molto lungo da spiegare. Ho iniziato imparando dalla mia maestra di musica, Gabriella Brun e dal marito Celeste. Poi con il passare degli anni ho imparato melodie nuove con diverse variazioni suonando con diversi suonatori di Sampeyre e dintorni. Ognuno esprime la musica in modo diverso perciò è difficile sapere tutte le melodie, non hai mai finito di imparare facendo il suonatore.93 4.21 Da anni conoscevo il repertorio tradizionale di Sampeyre ma ho approfondito con particolare attenzione quello proprio dei suonatori di Becetto suonando con i fratelli Lantermino.94 4.22 Alla prima baio avevo 19 anni e molte musiche le sapevo già, le altre le ho imparate sul momento, il livello musicale della baio di Villar è piuttosto elevato sia in tecnica che in ricchezza di repertorio e soprattutto non è contaminato.95 4.23 Mano a mano suonando nei balli in val Varaita e fuori e il repertorio violinistico con Gabriele Ferrero.96 4.24 Avendo suonato per anni musica occitana non è stato difficile.97

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!90 Ivi: Gabriele Ferrero 91 Ivi: Ottavio Boglione 92 Ivi: Celeste Ruà 93 Ivi: Enrico Peyrache 94 Ivi: Matteo Pischedda 95 Ivi: Stefano Protto 96 Ivi: Marco Ghezzo 97 Ivi: Francesco Mattalia

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4.25 È il primo repertorio che ho appreso.98 5 5.1 Rischio di ripetere delle risposte precedenti. Jusèp da Rous (violino) per lo specifico modo di suonare, per il repertorio originale e per il “gueddou” dello strumento; Jouan Bernardi (semitoun) per la grande capacità di esecuzione e per aver saputo interpretare, arricchendole, certe melodie tradizionali e sovente creando certe melodie che sono originali, non ripetitive e molto adatte alla danza; I fratelli Jusepet e Vincent Pettinotti (fisarmonica cromatica) per averci portato fino ai giorni nostri un prezioso patrimonio di danze.99 5.2 Quelli già citati in precedenza, in primis i suonatori più anziani Jusèp da Rous e Jouann Bernardi per il vasto repertorio che hanno tramandato e mantenuto vivo e lo stile, o meglio il loro “ghëddou” originale e al tempo stesso molto diverso l’uno dall’altro, dato innanzitutto dall’utilizzo di strumenti con particolarità parecchio diverse tra loro, quali il violino e la fisarmonica semitonata (semitoun). Altro “ghëddou” ancora, dal quale però devo dire che sono stato meno attratto, è quello della generazione successiva rappresentata dai suonatori di fisarmonica a piano Meo dal Chuchèis e i fratelli Pettinotti. Cosa ancora diversa l’esperienza dei Trambalier d’Estrop agli inizi degli anni ‘80, catalogabile già tra i primi gruppi di musica occitana di riproposta, anche se fortemente radicato nel territorio e nella tradizione musicale delle valli e che per me, alle prime armi sull’organetto, sono stati un punto di riferimento, così come il gruppo Nizzardo Lou Bachas con il disco Muziques Ousitanes dedicato al repertorio dell’Alta Val Varaita.100 5.3 Sicuramente Jouan Bernardi, Jousep da Rous sono i due riferimenti più citati, sia per lo stile che per la vastità del repertorio. X me Silvio Peron x la puntigliosità filologica nell’esecuzione dei pezzi e poi Meo, un autentico mattatore del ballo. Nel ‘97 l’ho visto suonare 1 ora dormendo.101 5.4 In valle varaita Franco Rubatto, Meo, Silvio Peron, Jouzep da Rous, tramite registrazioni e racconti, Minic Valla i fratelli Pettinotti.102 5.5 Sono stati tre fratelli di Beccetto purtroppo scomparsi da pochi anni l’uno dall’altro, i fratelli Pettinotti: Giovanni, Vincenzo e Roberto. Sapevano suonare con grinta avevano il (ghëddu) come si dice in dialetto.103

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!98 Ivi: Peyre Anghilante 99 Ivi: Dario Anghilante 100 Ivi: Silvio Peron 101 Vittorio Fino 102 Gabriele Ferrero 103 Bartolomeo Lantermino e Giovanni Lantermino

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5.6 Fratelli Pettinotti: perché sono stati i primi coi quali ho suonato durante le mie prime Baìo (attualmente defunti). Meo Brocchiero: lo ricordo durante una esibizione a Chianale per un ballo tradizionale insieme a Roberto Pettinotti, in un epoca in cui io ancora non suonavo musica tradizionale. Dario Anghilante: col quale ho condiviso tutte le edizioni della Baìo di Sampeyre Piasso.104 5.7 Giacoulin Giraudo di Villaretto, Jouzep da' Rous, Jouan Bernardi, Meo dal Chucheis.105 5.8 Sicuramente Vittorio Fino, che è stato il mio maestro. Poi Silvio Peron che mi ha insegnato moltissime cose. Sono molto legato anche a Gabriele Ferrero con il quale mi trovo spesso a suonare. E poi molti altri che suonano nella baio ma anche no.106 5.9 I suonatori tradizionali, più di recente Silvio Peron e Gabriele Ferrero, ma anche tanti amici con cui suono possono costituire dei punti di riferimento.107 5.10 Sicuramente Gabriele Ferrero ha svolto un ruolo fondamentale nella trasmissione e nell’innovazione del repertorio violinistico della Val Varaita.108 5.11 Vittorio Fino, Ottavio, mi hanno insegnato a suonare alle feste. Meo mi ha introdotto a Calchesio. Fabrice le Normande (il mio insegnate di cornamusa) resta il mio riferimento per quanto riguarda l’istruzione della musica popolare con metodo diverso da quella classica, e un ottimo insegnante per quanto riguarda la “filosofia” e l’approccio alla musica tradizionale, un etnomusicologo diciamo autodidatta. Marco Magistrali è l’etnomusicologo di professione che più di tutti mi ha influenzato nel modo di giudicare i brani musicale oltre che essere un grande amico e compagno di suonate e feste.109 5.11 Per la musica tradizionale occitana Silvio Peron e Gabriele Ferrero, mentre per la musica da ballo liscio e canzoni popolari Aurelio Seimandi.110 5.12 Nella mia baio sicuramente Franco Rubatto , che conosco da quando ho 12 anni e mi ha insegnato molto; in generale sono legato musicalmente a Gabriele Ferrero, Silvio Peron, Riccardo Micalizzi, Vittorio Fino, diciamo quelli coi quali il feeling musicale è più facile.111

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!104 Celeste Ruà 105 Franco Rubatto 106 Ottavio Boglione 107 Peyre Anghilante 108 Marco Ghezzo 109 Giorgio Volpi 110 Gabriele Morbo 111 Stefano Protto

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5.13 Sicuramente Meo dal Chucheis per quanto riguarda il repertorio della baio di Calchesio, Silvio Peron per quanto riguarda un repertorio più allargato e Gabriele Ferrero per quanto riguarda l’impiego del violino.112 5.14 Essendo l’ultimo entrato tutti i suonatori erano di riferimento e d’esempio in particolare Gianluca Andreis e mio padre Claudio Boglio. Gianluca oltre ad avermi proposto come suonatore si è premurato assieme a mio padre di insegnarmi i pezzi e di “istruirmi” su ciò che è la Baio.113 5.14 PETTINOTTI VINCENZO (AMICO) (FISA A PIANO) PETTINOTTI ROBERTO (AMICO) (FISA CROMATICA) MEO (AMICO) (FISA A PIANO) JOAN BERNARDI (FISA)114 5.15 I miei suonatori di riferimento sono stati quelli del mio gruppetto: i fratelli Lantermino Giovanni e Bartolo che secondo me sono persone molto importanti per la Baio dato la loro lunga esperienza e poi Mauro Garzino anche lui nel mio gruppo, con loro mi sono trovato bene e mi hanno insegnato cose della Baio e delle musiche che non sapevo.115 5.16 Celeste Ruà perché mi ha spiegato cosa fare alla baio. I fratelli Lantermino perché, nonostante i limiti tecnici, sono stati l’anima della manifestazione a piazza per anni e mi hanno insegnato le musiche dei suonatori di Becetto (soprattutto i Pettinotti) degli anni ‘70 ‘80 e ‘90 che sono alla base di quello che oggi è intesa come musica della baio. Inoltre credo siano la vera espressione della musica popolare. Jouan Bernardi, di cui ho ascoltato le registrazioni e il cui repertorio doveva essere abbastanza rivoluzionario (anche se oggi a Piazza non è quello utilizzato).116 5.20 DARIO ANGHILANTE I LANTERMIN CELESTE RUÀ117 5.21 PER ME I SUONATORI DI RIFERIMENTO SONO STATI QUELLI CHE MI HANNO TRAMANDATO TUTTE LE MUSICHE, LE CANZONI DI UNA VOLTA, COME SI SUONAVANO E SONO STATI VICENT, ROBERTO E JUSEPET PETTINOTTI AI QUALI POSSO DIRE UN ENORME GRAZIE. ORMAI QUESTI SUONATORI NON CI SONO PIÙ, SUONERANNO DAL CIELO.118 !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!112 Daniele Dalmasso 113 Mario Boglio 114 Mauro Garzino 115 Enrico Peyrache 116 Matteo Pischedda 117 Francesco Mattalia 118 Davide Belotti

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5.22 Per me sono stati Vincenzo e Roberto Pettinotti! Veri artisti della fisarmonica e sempre presenti! Poi Meo Brocchiero altro grande suonatore! Tutti sono stati degli amici anche se con età differenti, e tutti loro mi hanno lasciato qualcosa di suo, e ne sono molto felice.119 5.23 Vincenzo Pettinotti, Roberto Pettinotti, storici suonatori di fisarmonica, presenti in ogni festa patronale e baio, amici di mille feste nonostante la grande differenza di età.120 5.24 I MIEI SUONATORI DI RIFERIMENTO SONO STATI MEO E I FRATELLI FINA... TUTTE PERSONE CHE CONOSCEVO GIÀ DA TEMPO MIEI AMICI.121 5.25 Tutti i suonatori sono stati per me di riferimento. Ognuno aveva la sua particolarità perciò sono per me tutti diversi. Sono di riferimento anche suonatori attuali di alto livello artistico. Fra tutti, è doveroso ricordare la figura di Meo dal Chucheis che poco fa ci ha lasciati e con il quale ero legato particolarmente.122 5.26 Il primo anno 1987 Seimandi Aurelio mi ha portato con lui, ma io ascoltavo già le registrazioni di Giovan Bernardi. Avevo avuto incontri musicali con i Pettinotti di Becetto, Giusepet, Vincent, Roberto. Sempre in quegli anni ho conosciuto tanti suonatori... Ne cito alcuni, che mi vengono in mente ora, sicuramente dimenticherò qualcuno... me ne scuso già. Berardo Mauro - Carlotti Giovanni - con cui ho suonato parecchio - Stefano col suo violino - Franco col semiton. Negli ultimi anni ho dialogato e suonato molto con Brochiero “Meo” che purtroppo se n’è andato troppo presto, Gianluca Andreis giovane ma preparatissimo e tanti altri.123 5.27 Io quello che ho imparato l’ho imparato un po’ da tutti cercando di attenermi il più possibile. Anche perché io non li ho conosciuti. Ho sentito i dischi, Juzèp da Rous ho il libro: ho tirato fuori delle cosette simpatiche sui balèt, perché lui aveva... sai, quando si tratta della quadratura, qualsiasi cosa che si faccia va bene. Suonare noi di quell’anno lì c’eravamo Vacchetta con la fisarmonica, una fisarmonica Verde, bianca, me la ricordo benissimo, io e Batistìn Biulé, il quale non era mai andato d’accordo con nessuno dei musicisti, tranne che con me... spigoloso... che non era un grande musicista, ai tempi sarà stato... magari a metà brano si fermava, ma non fa niente! Noi eravamo lì... ah no, con noi c’era Valter Tonda, c’era lui anche! A Sampeyre c’era Dario, c’era Juzepèt e Vincenzo (non so se Roberto abbia mai suonato alla Baìo) - ce n’eran meno di musicanti eh! Semitoun pochi! A Calchesio in sti anni lì c’era già Meo, c’era Adriano Rinaudo di Verzuolo... aspetta: c’erano magari Bunèt di Melle e Peiràn con clarino... Peirano di Villanovetta è già anche morto... qualcuno suonava nella banda di Brossasco.124

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!119 Bruno Fina 120 Alfredo Fina 121 Ivo Carignano 122Gianluca Andreis 123 Claudio Boglio 124 Ivi: Aurelio Seimandi

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6 6.1 LA GIGO - LA VIEJO - LA COURENTO - LA COUNTRO DANSO, LA MESCHIO, LA TRESSO, LA BUREO DI SAN MARTIN E VARIE MARCIE DELLA BAIO, CHE SONO DIFFERENTI DA OGNI BAIO.125 6.2 Premettendo che ogni Baio ha dei propri modi di suonare, delle varianti sulle melodie, dei balli legati al luogo, si può affermare che i brani sono: Per quanto riguarda la sfilata, le varie “marce” (es. la marcho dla Baio, la marcho de Juan Bernardi, la marcho de Meo,…) Per quanto riguarda i balli, le classiche “Courento”, “Gigo”, “Countrodanso”, “Vieio”, “Tresso”. C’è da dire che nelle ultime edizioni stanno riprendendo piede balli tipo “la Mesquio”, “la Cadrio”, “lou Moulinet”. Personalmente, soprattutto nell’ultima edizione, ho riproposto diverse volte danze quali “la Tolo”, “lou Calissoun”, “lou Rigoudin”, “l’Espouzin”, “la Troumpezo”,… Nella nostra Baio sono rare le esecuzioni che non appartengono alla tradizione locale.126 6.3 La lista sarebbe lunghissima, ma sono sicuro che Silvio pignolo com’è l’ha messa giù. Gabriele Morbo e Aurelio Seimandi conducono in sfilata con marce e pezzi di liscio popolare. Noi (io, Silvio, Gabriele F., Ottavio) li accompagniamo e ci occupiamo del ballo tradizionale. Il repertorio che suoniamo è quello della media e alta Valle Varaita: curente, gigo, cuntrodanso, tresso, vieio, bureo de s.martin, cadrio, meschio, valzer e polche dei vecchi suonatori di Sampeyre. Ad ora tarda si sconfina in un repertorio più “occitano” in generale (scottish, mazurca, rondò, circolo) con pezzi di composizione anche recente. 6.4 Bell’impresa, nel senso che i brani sono parecchi e sarebbe impossibile elencarli tutti, anche perché suonando tutto il giorno e la notte viene da eseguirne un tot e bisognerebbe tra l’altro iniziare con il suddividerli in tre categorie: - balli tradizionali di Sampeyre, o comunque della Val Varaita, che vengono suonati d’obbligo in determinati momenti e rituali durante il giorno e rappresentano l’elemento principale dei balli notturni. - balli o motivi di canzoni del repertorio cosiddetto di “liscio” che accompagnano le sfilate dei cortei durante il giorno e vengono in parte suonati anche durante i balli notturni (soprattutto valzer, polche e mazurche). - balli del cosiddetto “ballo occitano” con brani dell’area occitana in Francia, ma non solo (può capitare di suonare un circle circassienne di area anglofona o un fandango e arin arin basco) e che vengono suonati di tanto in tanto durante la notte tra la prevalenza di musiche tradizionali della Val Varaita e un po’ di “liscio”. Rispetto ai balli tradizionali della Val Varaita, un appunto che posso fare è che, perlomeno noi suonatori a Rore, rispolveriamo melodie soprattutto di courento e countroudanso (le più ballate) non solo di Sampeyre, ma anche di paesi al di sotto di questo comune e che normalmente non suoniamo. Ci sono

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!125 Ivi: Davide Belotti 126 Ivi: Gianluca Andreis

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anche delle danze di Sampeyre che difficilmente mi capita di suonare al di fuori del contesto Baìo, quali moulinet, cadrio e mesquio.127 6.5 Diciamo che in Valle si suonano sia pezzi tradizionali di lì che brani provenienti dalla tradizione francese. Quest'anno in particolare ci è stato imposto dagli Abbà di suonare solo pezzi Val Varaita al ballo la sera, almeno fino alla mezza - l'una. I brani suonati sono: durante il corteo soprattutto marce e polkette da liscio (guidate dai maestri Gabriele Morbo-fisa e Aurelio Seimandi-clarinetto). Poi durante le pause, alle barriere, gigo, courento, countradanso, viejo, ma anche valzer o polka. Al ballo la sera: prima della mezza, courento, gigo, countradanso, viejo, tresso, courento d'custiole, boureo d'san martin, custiole de Blins, grondo gigo, cadrio, mulinet, valzer, polka. Danze non della Val Varaita: scottish, circolo circasso, bourrée a 2 tempi, chapeloise.128 6.6 Tutte le danze di Sampeyre: courento, Gigo, tresso, countrodanso, cadrio, moulinet, courento de coustiole, boureo vieio, alcune danze dell’alta Valle Varaita come la grondo gigo. Altre danze francesi o “folk” come mazurka, scottish, valzer, bourrèe a due tempi, bourrèe d’Auvergne, rigodon, circolo cirsassiano, chappelloise o altre courente di altre valli come la valle Chisone o Vermenagna.129 6.7 Loro facevano proprio soltanto i balli tradizionali che potevano essere poi la curento, loro facevano anche la curento del tapis, la curento ‘d Custiole, poi gigo, countrodanso, poi c’era la vieio e la tresso, poi la Boureo, non c’era ancora il Moulinet ste cose lì e si girava lì, poi Batistin Biulé suonava una courenta lui e alternavamo serata di ballo liscio con queste qui. Quando sono arrivato lì mi han detto: tu devi suonare marce che vadano bene... e io avevo già un repertorio preso da altri vecchi e suonavo marce... Delle marce, poi i brani ballabili e bon... poi loro hanno iniziato a tirare fuori nelle serate dei balli che arrivano da oltralpe che secondo me c’entrano poco... non si ballava scottish neh allora! Tutto bello, ma... non più nostrano! Io mi ricordo tanti anni fa, dev’essere la Baìa dell’87, a un bel punto erano arrivati i corsisti che ballavano i balli occitani; a un bel momento Andreino, l’emblema della Baìo di Rure, checché se ne dica, si gira verso di loro e dice “fuori i saraceni”. Lì c’è una tradizione ben ferrea e ben venga... perché se lasciamo sta rigidità lì.. il primo ballo è la curenta di Alùm, poi la curenta di Abbà e poi bon! Non balli tu, balli poi quando è tempo e ora! Perché è festa di una zona, è festa di un territorio, è festa della gente di quel territorio... poi è festa per tutti, ma prima impara a guardare [...] è una questione di rispetto nei loro confronti, è questione di rigidità di dire: facciamo così, facciamo così.. devi metterti d’accordo, se no si sarebbe persa... e l’unica volta che han portato fuori la baìa che l’han portata qui a carnevale a Saluzzo, quante parole per quello!130 6.8 I brani tradizionali (curente, gigo, contadansa, bureo, balet, ecc.) e in sfilata brani tradizionali e appartenenti al ballo liscio popolare esempio: La colpa fu, Marcia dei coscritti, Liliana, Corinto, Marcia

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!127 Ivi: Silvio Peron 128 Ivi: Ottavio Boglione 129 Ivi: Gabriele Ferrero 130 Ivi: Aurelio Seimandi

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della Baio, La strada del bosco, Cielo incantato, Vinovesina, Polca della gara, Labbra coralline, Mariarosa, ecc.131 6.9 GIGO CURENTO CUNTRO DANSO VIEIO BUREO DE SAN MARTIN GRANDO GIGO DE LA “VILO” LA VALSO DE JOAN BERNARDI LU MULINET LA QUADRIO132 6.10 COURENTE DI VARIO GENERE GIGO VALZER VIEIO COUNTRODANSO MESCHIO QUADRIA133 6.11 I brani sono la gigo - la curento - la cuntrodanso - la vieio - la tresso - la bureo de s. Martin Durante il corteo non ci sono regole prestabilite, può entrare un po’ tutto, anche brani del repertorio cantato (es. Pellegrin che vien da Roma)134 6.12 È difficile stilare una lista precisa, i brani sono tanti. Intanto tutti i brani delle danze tradizionali di Sampeyre: Courento per tuchi, Courento de coustiole, Countrodanso, Gigo, Tresso, Vieio, Mesquio,ecc. Poi marcette, valzer, mazurche come ho imparato da suonatori come Jouan Bernardi, Jusepet e Vincent Pettinotti.135 6.13 I BRANI PIU’ SUONATI DIVERSE “COURENTE”, “GIGHE, “COUTRODANSE”, VIEIO, TRESSO, BOUREO DE SAN MARTIN, CADRIO, LA MARCHO STORICA DELLA BAIO, ALTRE NUMEROSE MARCETTE E POLKE TRATTA DALLA TRADIZIONE O DAL LISCIO, IL VALZER DI JOUAN BERNARDI E ALTRI NUMEROSI VALZER TRATTI ANCHE LORO DALLA TRADIZIONE O DAL LISCIO.136

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!131 Ivi: Gabriele Morbo 132 Ivi: Mauro Garzino 133 Ivi: Francesco Mattalia 134 Ivi: Bartolomeo Lantermino e Giovanni Lantermino 135 Ivi: Dario Anghilante 136 Ivi: Matteo Pischedda

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6.14 Gigo Courenta Countrodanco Burea de San Martin Ca ‘d Rio [sic] La Grando Gigo Courenta del Vilà Vieio Tresso e Balet vari Marce137 6.15 MI SPIACE, NON CONOSCO I TITOLI... IN MARCIA SUONIAMO ALCUNE MARCETTE, AL BALLO GIGO, COUNTRODANSO, COURENTE, LA VIEIO, LA TRESSO, POLKE, VALZER, MAZURKE (NON SO NEMMENO COME SI SCRIVANO QUESTI BALLI, DI CERTO IL REPERTORIO DI CALCHESIO È MOLTO LIMITATO, DI CERTO PIÙ LIMITATO DI QUELLO DI RORE)138 6.16 Musiche storiche della Baìo: DANZE: Courento ‘d Juan Bernardi Courento dal Bessé Courento ‘d Jusep da Rous Courento Scuro Courento ‘d Custiole Courento ‘d Jusep Paro Countrodanso ‘d jusep da Rous Countrodanso ‘d Juan Bernardi Countrodanso ‘d Minot Custans Vieio Tresso (2 brani) Boureo ‘d San Martin Cadrìo Gigo Vitouno Gigo Mulinet MARCE: Marcia ‘d Juan Bernardi Polka de Juan bernardi Valzer de Juan Bernardi Musiche entrate nell’uso nel tempo: !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!137 Ivi: Mario Boglio 138 Ivi: Ivo Carignano

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Valzer del Cantieu (Langhe) Valzer de Breusa (Val Germanasca) Valzer la Valancho (di mia composizione) Mazurca di Sant’Andiou (tradizionale francese) Mazurche e Polke del Repertorio del Liscio anni ’50 ad esempio quelle dei Suonatori delle 4 Provincie Bourré a 2 tempi, a 3 tempi e scottisch (Tradizionali francesi e di nuova composizione) Circolo circasso (Tradizionali francesi e di nuova composizione)139 6.17 Boureo de S. Martin Cadrio Calissun Coutrodanço dal Bessè Countrodanço Juspin Sezet Countrodanço M. Custans Countrodanço Courento dal Bessè Courento de Coustiole Courenta de Jouan Bernardi Courento de Meo Ghiouno Gigo Jouan Bernardi Polka de Jouan Bernardi Gigo vitouno Marcio dal Bessè Marcio de Juzep da’ Rous Marcio de Meo Meschio Rigudin Tresso Vieio Co cin cin Moulinet140 6.18 Bureo San Martin Curento nurmalo Curento Gian Bernardi Curento de Visent Curento de Meo Curento dal Tapis Countrodanso Jsepin Seset Countrodanso Controdanso Giuan Bernardi Vieio Grando Gigo Gigo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!139 Ivi: Celeste Ruà 140 Ivi: Daniele Dalmasso

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Gigo Vituno La Cadrio Lu Mulinet Tolo Treso dal Bessé Tresso Giuan Bernardi Mesquio Marcia di Giuan Bernardi Marcia d’la Baio Marcia di Visent Marcia di Meo Scusa magari ne dimentico qualcuna sicuramente ma le principali sono quelle!!141 6.19 Courento Courento di Custiole Tresso Countrodanso Vieio Grando Gigo Courento di Giuan Bernardi Tolo Moulinet Gigo Valzer di Giuan Bernardi Marcia di Vincenzo Courento di Meo142 6.20 Tutte le danze della valle (corenta, giga, contradança, treça etc) più alcuni canti popolari e canzoni di mio nonno Masino Anghilante, anch'egli di Sampeyre. Talvolta suoniamo brani di tradizione occitana anche non della Val Varaita.143 6.21 Gighe Courente Courento de dla Val Varacio Courento dal Vilà Gigo dal Vilà Countrodanso Marcio dla Baìo Marcette varie Alcuni brani appartengono al vecchio repertorio, alcuni, almeno secondo me, sono stati acquisiti, marcette e brani, o almeno credo, suppongo. Probabilmente sentiti dalle prime radio. Alcuni esempi Lu Passeriello - Mariarosa alla festa va - Tamuré Li ho sentiti suonare e anche suonati ma non credo facciano parte dei brani suonati anticamente. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!141 Ivi: Bruno Fina 142 Ivi: Alfredo Fina 143 Ivi: Peyre Anghilante

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Altri brani invece credo siano vecchi Mulinet - Grondo Gigo - Calisson - La tolo - La Quadrio - Meschio - Spusin. Alcuni non li so suonare ma li ho sentiti.144 6.22 Courente di Sampeyre, gigo, tresso, cadrio, countrodanca, valzer e polke composte da Juan Bernardi. Purtroppo a Piasso ho l’impressione che il repertorio, in particolare per quanto riguarda le courente si stia riducendo. Il mio gruppo ha quindi tentato di risuonare brani tradizionali meno inflazionati.145

6.23

Polche, marcette e valzer da inizi '900 ad anni ‘50 per l'accompagnamento della sfilata, repertorio tradizionale della Valle Varaita (bassa-media valle) per il ballo, oltre ad alcune danze caratteristiche di Villar (gigo e courento e balet particolari in cui notevoli le vicinanze all'alta valle).146 6.24 non posso fare un elenco preciso praticamente tutte le musiche della val varaita e nient altro, niente musiche francesi , niente musiche di altre valli e pochissimo liscio , quasi niente questa “purezza” è rara e mi piace molto147

7 7.1 Qualcuno può dire che una volta i balli erano meno veloci. Secondo me è il clima e l’intensità della festa che determina esecuzione e il “gheddu” dei suonatori. Io non ho mai sentito in nessuna altra occasione un rapporto così simbiotico tra ballerini e suonatori come nella baio. Se no non andresti avanti dalle 8 del mattino in sfilata fino al mattino dopo con il ballo. Sicuramente i pezzi detti “occitani” o “francesi” è da poche edizioni che sono tollerati (dopo l’1 di notte e non in tutte le baie). È importante che le danze della valle siano l’elemento trascinante della festa e del ballo. Se pensiamo che negli anni ‘50 il liscio le ha quasi soppiantate.148

7.2 Propriamente nel modo di suonare direi di no, piuttosto direi che da quando ho suonato per la prima volta alla Baìo 25 anni fa, il numero dei suonatori, fatta eccezione in parte per Calchesio, è progressivamente aumentato. Ci sono stati dei momenti in passato nei quali c’era difficoltà a trovare anche solo uno o due suonatori per ogni Baìo. Altro particolare, anche se non particolarmente inerente alla domanda, può riguardare una certa trasformazione rispetto alla richiesta dei partecipanti in merito al ballo notturno, perlomeno per esperienza diretta a Rore: 25 anni fa si suonava per il ballo una metà di repertorio tradizionale e l’altra metà di liscio, mentre da due o tre Baìo è notevolmente aumentata la richiesta di ballare le danze della Val Varaita o piuttosto di altre zone dell’area occitana, rispetto al “liscio”. Interessante sapere che ai tempi la richiesta di “liscio” veniva dalle persone di mezza età o più anziane che avevano perso abbastanza la pratica soprattutto di alcune danze della propria tradizione, mentre ora i giovani vogliono ballare le danze tradizionali e sono ben poco interessate al “liscio”.149 !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!144 Ivi: Claudio Boglio 145 Ivi: Marco Ghezzo 146 Ivi: Franco Rubatto 147 Ivi: Stefano Protto 148 Ivi: Vittorio Fino 149 Ivi: Silvio Peron

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7.3 Nelle prime edizioni noi suonavamo solo brani di Sampeyre, e ci alternavamo con suonatori di liscio che intervallavano le danze della valle con il liscio – suonato alla “moda vecchia” senza strumenti elettronici e senza batteria. Con il passare degli anni, a Rore è aumentata la richiesta dei giovani e meno giovani di ballare il repertorio “folk” quindi ha rubato un po’ di spazio al liscio. La generazione “del liscio” a Rore non è più molto numerosa, e in più a Rore i giovani fin dagli anni ‘80 avevano già incominciato a frequentare delle feste in Francia, quindi si è sempre suonato un po’ di questo repertorio, oggi la richiesta di danze folk è aumentata perché anche in valle si è diffuso il genere "folk" e si è ibridato con il genere tradizionale. Feste come Lu cianto viol ne sono l'espressione eclatante.150

7.4 Fino a 20 anni fa, nei balli serali si ballavano soltanto le musiche tradizionali della Val Varaita intervallata da polke mazurche, valzer e tanghi del liscio. Durante la marcia si faceva esclusivamente il repertorio della Val Varaita. Nelle ultime due edizioni della Baìo, i giovani chiedono nelle serate di ballo, danze tradizionali della Val Varaita ma anche Francesi e anche tradizionali delle altre valli. Non gradiscono più gli intervalli di musica liscio. Durante le sfilate diurne continua ad essere suonato il repertorio della Val Varaita con qualche eccezione di Valzer e Polke di vecchio liscio.151 7.5 Le musiche son sempre le stesse. É raddoppiato (anche oltre) il numero di suonatori.152 7.6 Il nostro gruppo esegue a volte anche dei brani cantati, sempre in occitano, a “nosto modo” che sono molto apprezzati dalla gente. Per gli altri suonatori noto purtroppo un restringimento del repertorio delle melodie da ballo che sovente si limitano a quelle eseguite dai più recenti suonatori tradizionali: Jusepet e Vincent Pettinotti.153 7.7 Talune melodie più antiche vengono dimenticate perché i ballerini o i suonatori non le ricordano.154 7.8 Da noi a Villar credo non ci sono stati grandi cambiamenti, ma a volte qualche nota più lunga o qualche piccola variante, ogni suonatore ha la sua interpretazione e la sua variante. Ogni tanto vado un po’ in crisi quando cerco di far quadrare certe irregolarità di battute o di tempo e mi domando se in passato era proprio così o nella trasmissione da una generazione all’altra ci siano state modifiche e interpretazioni personali che poi son rimaste, anche perché son state trasmesse a “orecchio” (senza scritti musicali).155 7.9

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!150 Ivi: Gabriele Ferrero 151 Ivi: Celeste Ruà 152 Ivi: Bartolomeo Lantermino 153 Ivi: Dario Anghilante 154 Ivi: Franco Rubatto 155 Ivi: Claudio Boglio

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Sì, siam diventati meno puri, questo sì, perché i giovani non porgono più l’orecchio... mi spiace dirlo. E tutti ne aggiungono un pezzo... non aggiungere niente! E se aggiungi, aggiungi qualcosa che può essere un’acciaccatura, un abbellimento che facevano loro, il vibrato.156 7.10 NON HO UN’ESPERIENZA ABBASTANZA LUNGA DI BAIO. CREDO CHE SICURAMENTE SI SUONASSE IN MANIERA DIFFERENTE PRIMA DELL’AFFERMAZIONE DELLA FISARMONICA QUALE STRUMENTO PRINCIPALE. ANCORA DI PIÙ PROBABILMENTE PRIMA DEGLI STRUMENTI A MANTICE IN GENERALE. SICURAMENTE SI È PERSA UNA CERTA RICCHEZZA DI REPERTORIO CHE OGGI A VOLTE VIENE VISTA, SE RIPROPOSTA, COME NON AUTENTICA O QUANTOMENTO ESTRANEA.157 7.11 Non posso pronunciarmi troppo dato che per me è la prima volta da suonatore e questo discorso è un “tasto dolente” da affrontare. Secondo me la musica è una cosa molto soggettiva di ciascun suonatore, riflette molto il carattere e anche lo stato emotivo delle persone perché la musica la fa il suonatore e non lo strumento... mi sembra perciò facile dover ammettere che vi sono dei cambiamenti. I suonatori cambiano, magari sono più giovani, vivono in un’altra epoca, gli strumenti sono più nuovi e moderni e suonano diversamente da anni fa...158 7.12 NO, FORSE AL GIORNO D’OGGI GLI STRUMENTI SONO PIÙ MODERNI, E QUINDI HANNO UNA QUALITÀ DI SUONO MAGGIORE.159 7.13 Penso che la qualità musicale in questi anni sia sempre via via migliorata, nel senso che anni fa, già solo gli strumenti musicali (clarinetti, violini) erano di qualità inferiore a quelli odierni e con le condizioni ambientali e climatiche (freddo a -16) l’intonazione rimaneva alterata... Invece oggi secondo me si riesce ad avere un buon prodotto musicale.160 7.14 Sicuramente, da una volta all’altra, ci sono cambiamenti ed è inevitabile cercare di “adattarsi”; bisogna però prestare attenzione e soprattutto rispetto a quella che è, e che deve rimanere, la vera tradizione!161 7.15 Nella baio di Villar negli ultimi 20 anni ho notato un miglioramento musicale notevole rimanendo sempre nel tradizionale.162 7.16 NO, SEMPRE MOLTO TRADIZIONALISTA E A VOLTE TROPPO.163

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!156 Ivi: Aurelio Seimandi 157 Ivi: Matteo Pischedda 158 Ivi: Enrico Peyrache 159 Ivi: Davide Belotti 160 Ivi: Gabriele Morbo 161 Ivi: Gianluca Andreis 162 Ivi: Stefano Protto 163 Ivi: Francesco Mattalia

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7.17 LE DIFFERENZE CI SONO SOLO QUANDO ALLA BAIO SUONA E SFILA LA GENTE CHE NON È DEL POSTO E NON HA LA MINIMA IDEA DELLE NOSTRE TRADIZIONI.164 8 8.1 É uno dei ruoli più importanti perché deve sempre suonare e rimanere a stretto contatto con gli abbà che gli danno continuamente direttive. Come suonatore non ci si può lasciare andare troppo nel bere, anche perché si suona anche per 30 ore consecutive o più, e si deve sempre essere pronti. Inoltre è uno dei pochi ruoli pagati per 2 ragioni: 1 spesso i suonatori vengono da fuori e non fanno parte della comunità ma sono dei professionisti; 2 si deve sempre essere professionali e non distrarsi e essere pagati aiuta.165 8.2 La musica nella Baìo è sempre presente (a parte durante il processo al tesoriere), a partire volendo dalla chiamata dei Tambourin al mattino per richiamare i partecipanti a radunarsi, all’accompagnamento musicale nel corteo durante le sfilate, ai balli dopo il taglio delle numerose barriere, ai balli in piazza a Sampeyre e per finire ai balli fino al mattino. Il ruolo del suonatore è dunque di vitale importanza per questa festa e conseguentemente anche di responsabilità in quanto deve reggere a ritmi al limite dello sfinimento, in quanto suonatore di Baìo può voler dire suonare dalle 15 alle 20 ore nell’arco di 24, senza contare che a Rore l’ultimo giorno di Baìo, il giovedì, al termine dell’ultimo ballo verso le 7 del mattino successivo, si continua con la non ufficiale, ma sempre più magica e divertente “Baìo dei magnin”, per tutta la mattina, che si collega direttamente con i “magnin”, carnevale vero e proprio il pomeriggio e ancora il ballo finale alla sera.166 8.3 Un suonatore della Baìo non può permettersi di smettere di suonare praticamente mai, o per lo meno, la sera, finché ci sono richieste. Un suonatore deve accontentare tutte le richieste degli Alum e degli Abbà, prima di tutto, ma anche di tutti gli altri partecipanti della Baìo. Deve tenere la festa, e deve far ballare tutti e alternare i tipi di danza con un certo criterio di varietà. Durante le sfilate, è attraverso gli Uch e la musica che è annunciato l'arrivo di quella tal Baìo.167 8.4 Crea il ballo, che resta il momento fondamentale della serata. Durante le sfilate non siamo tanto utili per la musica o per l’idea della marcia, ma siamo motivo di confronto (come ogni figura per i vestiti o altre prestazioni) tanto che mi fu ordinato: “non importa che suoni bene o giusto, devi suonare forte, forte!! Ti devono sentire tutti e gli altri musicisti delle altre baio ti devono sentire anche al loro ballo!” Diciamo che questo dice tutto!!168 8.5

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!164 Ivi: Mauro Garzino 165 Ivi: Ottavio Boglione 166 Ivi: Silvio Peron 167 Ivi: Celeste Ruà 168 Ivi: Giorgio Volpi

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É UN RUOLO IMPORTANTE, PERCHÉ PORTA ALLEGRIA NELLA FESTA, FA BALLARE TANTA GENTE, PERÒ È UN RUOLO ANCHE FATICOSO, XKÉ CON IL FREDDO SI PERDE SENSIBILITÀ NELLE MANI, E POI XKÉ LA FISARMONICA É UNO STRUMENTO PESANTE DA PORTARE A SPALLE TUTTO IL GIORNO, E POI XKÉ SI INIZIA LA MATTINA E SI SUONA FINO A NOTTE INOLTRATA.169 8.6 Il suonatore è colui che ha parte del compito di animare la festa quindi un ruolo molto importante che non si conclude con la sfilata ma che nel caso della Baio del Vilà continua fino a notte inoltrata. La musica nella Baio non deve mai smettere.170 8.7 É SICURAMENTE UNA DELLE FIGURE CHIAVE DELLA BAIO, LA FIGURA CHE PERMETTE ALLE ALTRE FIGURE DI FARE VERAMENTE FESTA.171 8.8 Un ruolo fondamentale, di responsabilità, di impegno, ma anche di soddisfazione e orgoglio.172 8.9 Deve lavorare a stretto contatto con gli Alum nelle serate preparatorie e con gli Arlequin durante la sfilata, in modo da consentire il corretto svolgimento della festa; è anche fondamentale un rapporto di amicizia e collaborazione con gli altri componenti della Baìo, soprattutto i suonatori: non esistendo un capo dei suonatori, l'amicizia e la collaborazione sono fondamentali.173 8.10 CON ESTREMO ORGOGLIO E CON LA PIÙ GRANDE UMILTÀ POSSIBILE: INSOMMA CI SAREBBERO MOLTE COSE DA DIRE AGLI ABÀ MA A VOLTE SI STA ZITTI… PER RISPETTO ALL’AUTORITÀ DELLA FESTA CHE É PUR SEMPRE PIÙ GESTITA DA UNA GERARCHIA DI TIPO QUASI MILITARE.174 8.11 Tutti dicono che la musica è la colonna portante della baio. X me il suonatore svolge il proprio ruolo come qualsiasi altro personaggio di ogni baio, con responsabilità e orgoglio di appartenenza. Se poi ti dicono “bravi suonate proprio bene” è un qualcosa in più che va a vantaggio della nostra baio.175 8.12 É più o meno il cuore pulsante della festa che alimenta l’organismo baio, e allo stesso tempo trae energia da tutte le altre parti della festa.176

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!169 Ivi: Davide Belotti 170 Ivi: Mario Boglio 171 Ivi: Francesco Mattalia 172 Ivi: Gianluca Andreis 173 Ivi: Franco Rubatto 174 Ivi: Matteo Pischedda 175 Ivi: Vittorio Fino 176 Ivi: Marco Ghezzo

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8.13 Il ruolo dei suonatori è molto importante, perché la musica da loro prodotta è la colonna portante di ogni Baìo. Il singolo suonatore quindi fa parte di un assieme trainante ed è a sua volta un motore. Ogni motore può avere potenze diverse, ma tutti spingono al massimo per portare avanti la festa al meglio. 8.14 Sicuramente di portare allegria per le strade della frazione e nelle case, di far ascoltare e ballare le musiche della tradizione montanara e come in qualsiasi occasione, la musica “accomuna gli esseri”... e scalda il cuore di ognuno di noi.177 8.15 Sono fiero di dire che il suonatore nella Baìo è uno dei personaggi più importanti e di rilievo, la musica porta allegria e tiene su la festa basti pensare, per fare un confronto, a una moderna sala da ballo senza orchestra che suona... finirebbe lo scopo della festa.178 8.16 Secondo me il suonatore ha un ruolo molto importante nella Baio. I suonatori devono tenere la festa in allegria! Una bella musica incita la gente a festeggiare. Il suonatore deve essere in grado di fare ballare tutti i componenti della Baio perché solo così la baio resta una manifestazione stupenda e unica!!!179 8.17 Vitale, in quanto rende allegra una festa che altrimenti verrebbe vista come una semplice sfilata anche se spettacolare e unica. Ma con la musica diventa ancor più unica.180 8.18 Deve creare un clima di festa e allegria che è la corretta interpretazione dello spirito della Baìo. Non si tratta di un esercito in marcia per il combattimento, ma una comunità che festeggia. Naturalmente per significare al meglio tale spirito festoso deve far ballare le coppie di sposi presenti nel corteo e nella manifestazione tutta.181 8.19 SICURAMENTE RAVVIVARE LA FESTA CERCANDO DI COINVOLGERE TUTTI PER PASSARE UN BEL MOMENTO INSIEME IN MANIERA SEMPLICE MA SICURAMENTE DIVERTENTE E POTER RIEVOCARE MOMENTI STORICI DELLA COMUNITÀ ATTRAVERSO MUSICHE POPOLARI RADICATE E STAMPATE NELLA MEMORIA DELLE PERSONE CHE CONDIVIDONO QUESTO MOMENTO MAGICO.182 8.20 La musica nella Baio ha una grande importanza. Secondo me in alcuni attimi mi pare echeggi il suono dell’antica battaglia... Quando i “Sapor” tagliano le barriere la musica li sostiene e li incoraggia... li trascina li sprona... sprona la “vecchia” battaglia ma esprime allo stesso tempo la gioia della liberazione e coinvolge pian piano tutti nel ballo, nell’allegria, nella spensieratezza...183 !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!177 Ivi: Gabriele Morbo 178 Ivi: Enrico Peyrache 179 Ivi: Bruno Fina 180 Ivi: Alfredo Fina 181 Ivi: Dario Anghilante 182 Ivi: Ivo Carignano 183 Ivi: Claudio Boglio

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8.21 Come per tutti i motori, non può mancare il carburante e il giusto lubrificante: vino dei “cantinier” e le incitazioni che giungono dagli altri figuranti e dal pubblico, fanno si che la macchina della baìo non si inceppi.184 8.22 Ovviamente è un ruolo fondamentale perché la festa è animata dalla musica e dalla danza, senza di noi non ci sarebbe la festa, la baìo è una festa particolare per molti aspetti antropologici e storici, ma i suonatori, costituiscono il nucleo del momento di festa, voglio dire che senza l’abbà o senza gli escarlinie non si potrebbe fare la baìo, ma se ci fossero solo i suonatori si potrebbe fare festa comunque anche se non si chiamerebbe baìo!185 8.23 Un ruolo centrale. È, per usare una similitudine, come l'alcool nella grappa. Tant'è che il suonatore è l'unica figura che può provenire non da Sampeyre. Non credo, anche nei periodi più difficili, che ci sia mai stata una Baio senza suonatori.186 8.24 Per me ha un ruolo molto importante. La baio senza la musica i balli sarebbe monotona, alla sera sarebbe tutto finito, invece con i balli la festa continua fino al giorno dopo.187 8.25 È UN RUOLO TRAINANTE MA NON BASTA VALORIZZATO DATO CHE É UN IMPEGNO MOLTO FATICOSO.188 8.26 Senza i suonatori non si fa baio.189 9 9.1 Per essere un buon gruppo di suonatori, è necessario che non tutti facciano le stesse parti. In un brano, ci sarà chi fa la voce principale mentre gli altri dovranno fare delle variazioni armoniche. Noi, come gruppo di Piasso, talvolta facciamo variazioni al tema tradizionale, aggiungendo ad esempio delle nuove parti così da personalizzarlo e renderlo meno monotono, pur sempre rispettando la dinamica di quella danza.190 9.2 Sembrerà scemo ma il bere è la cosa più importante e difficile della baio, si deve bere, è un collante della festa, ma è assolutamente vietato eccedere, o rendersi incapaci di soddisfare le richieste di musica e ballo. Tutti offrono da bere e il freddo pure aiuta, e dopo 10 ore ininterrotte di marcia a suonare non avrei altra !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!184 Ivi: Daniele Dalmasso 185 Ivi: Gabriele Ferrero 186 Ivi: Peyre Anghilante 187 Ivi: Bartolomeo Lantermino 188 Ivi: Mauro Garzino 189 Ivi: Stefano Protto 190 Ivi: Celeste Ruà

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voglia che bere senza problemi al caldo del ballo ma questo è assolutamente sconsigliato, significherebbe perdere la faccia e la prossima baio. Non ho mai suonato così a lungo come per la baio, una giornata abbiamo iniziato alle 8 del mattino e io ho smesso alle 4 del mattino dopo, smettendo solo per mangiare, pisciare e bere. Avevo le labbra che sanguinavano sull’ancia del clarino e un giorno, marciavamo a -18 °C mi si è formato un candelotto di ghiaccio al fondo del clarinetto, dove sgocciola la condensa del fiato (ho una foto incredibile) un candelotto di quasi 10cm... mai vista una cosa così, le mani erano dure dal freddo, pur tuttavia venivamo acclamati e ci incitavano a continuare...bellissimo! La mia prima edizione ricordo bene che non conoscevo nessuno a Calchesio, eppure quando arrivai tutti sapevano che sarei stato il clarinettista e devo confessarlo, mi sembrava di essere una rock star, tutti mi salutavano, offrivano da bere, mi chiedevano se fossi carico, il clarinetto mancava nella baio di Calchesio da 50 anni, tutti erano più entusiasti di me che pure non stavo nella pelle. Se vuoi sapere altro scrivi pure, è un grande piacere contribuire, se possibile, a questo studio. Sarei felicissimo di vederne il prodotto, sempre se possibile, credi si possa fare?191 9.3 C’è una danza particolare che si chiama “Moulinet”, che si fa solo dopo una certa ora durante il ballo serale. Si tratta di una danza acrobatica, nella tradizione eseguita soltanto da uomini, ma oggi anche da alcune donne. Occorre avere parecchia forza fisica per sostenere il peso di altri due ballerini mentre fanno una sorta di capriola all’indietro in un punto particolare della melodia. Il giro dopo la cosa si inverte e chi sosteneva si trova a far la capriola all’indietro. Un’altra particolarità: durante il corteo ti possono rubare il cappello. A quel punto occorre seguire il “ladro”, che solitamente va a nascondersi nella più vicina osteria e pagargli da bere per riottenere indietro il cappello. A meno che non ci sia una bufera di neve, il corteo sfila con qualsiasi temperatura ed i suonatori suonano in altrettante condizioni. Nell’ultima edizione (2012) le temperature hanno sfioravano i meno 15°C. Le dita erano un po’ “dure”, nonostante i guanti tagliati, e gli strumenti non proprio intonatissimi. Dai clarini pendevano lunghe stalattiti di ghiaccio, ma una volta partiti la musica non si è mai fermata. Particolarità tecnica: in tasca portavo con me una muta di corde di ricambio per il violino in caso ne avessi rotta una e della pece per sfregarci ogni tanto l’archetto.192 9.4 Credo che negli anni si sia perso un certo aspetto ludico, che ora è marginale, a favore di un’esasperazione della gerarchia. Insomma mi pare si vada sempre più verso una sfilata militare. Credo che le musiche meglio accettate, soprattutto a Piazza, potrebbero essere più varie, pur senza uscire dal repertorio di Sampeyre e paesi vicini.193 9.5 Purtroppo in tanti notiamo che la ricchezza musicale e il repertorio della festa si sta riducendo anche a causa della domanda di alcuni ballerini che si improvvisano tali solo per la baio e magari rivestono cariche importanti nella gerarchia della festa. Ci è capitato di suonare in maniera totalmente filologica alcune courente di Juzep da Rouss e sentire che non venivano neanche riconosciute come courente e ci siamo sentiti dire che era meglio suonare SOLO le 2 più conosciute.194

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!191 Ivi: Giorgio Volpi 192 Ivi: Daniele Dalmasso 193 Ivi: Matteo Pischedda 194 Ivi: Marco Ghezzo

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9.6 Nell’ultima Baìo appena trascorsa (2012) si sono verificati alcuni fatti che mi hanno veramente disgustato e mi hanno fatto capire che, almeno nella Baìo di Piasso, il vero spirito della manifestazione si sta perdendo. 1 Avendo fatto il tamborin quando avevo 10 anni ho sentito, durante le prove che i tamborins fanno in paese prima della manifestazione (già l’avevo notato da alcune Baìe), che la scansione ritmica non era corretta, non era a tempo, diventava affrettata e fastidiosa. La cosa per altro era anche stata rilevata da altri. Prima della manifestazione lo faccio presente ai tamburi maggiori dei due, proprio quello che secondo me sbaglia e insegna sbagliato ai giovani tamborins, mi risponde con superbia dicendomi di pensare ai fatti miei. 2 Durante la manifestazione gli Alum hanno sempre un atteggiamento imbronciato e scoraggiano ogni voglia di allegria. Uno dei due Abbà ha più volte disapprovato il nostro gruppo di musica perché oltre a suonare danze a volte eseguivamo dei brani cantati (sempre a nostro modo) molto apprezzati dalla gente. Ho avuto chiaramente l’impressione che avessero fastidio dell’allegria che sprigionava dalla nostra presenza. 3 Durante il ballo serale (io suonavo al Monte Nebin) è stato un continuo dramma: all’apertura del ballo con la courento degli Alum abbiamo combinazione suonato una melodia poco nota (la courento di Jusèp Paro). Naturalmente gli Alum, che conoscono poco le danze (è normale perché tra una Baìo e l’altra non praticano le danze) e, eccetto qualcuno, non sanno ballare, non hanno riconosciuto la danza e non sapevano cosa fare. Io per sbrogliare la situazione ho pensato di dare delle indicazioni. Apriti cielo!!! Ad un certo punto sono venuti decisi e aggressivi verso i suonatori dicendo che qualcuno di noi aveva detto che gli Alum erano addormentati o rimbambiti (non ricordo bene), naturalmente su 4 o 5 suonatori presenti se la son presa con me. Noi ne sapevamo niente. Verso la fine di una delle serate qualcuno tra i ballerini ci chiede un Moulinet e noi lo suoniamo. Altro dramma! Ci accusano di suonare delle danze che non centrano niente. Faccio presente che nei balli di Chucheis, Villar e Rore suonano abitualmente il Moulinet. Ultima chicca, un fuori di testa tra i ballerini ad un certo punto viene, prende un microfono e dice alcune stupidaggini che non ho neanche capito. Gli Alum si alzano e con chi se la prendono? Con noi suonatori. Alla fine delle tre serate ero letteralmente distrutto da quel clima di gioia e armonia. Ultimo fatto interessante. Per tradizione i suonatori delle Baìe vengono pagati. Bene, a Baìo passata da un mese sapevo che gli altri suonatori avevano ricevuto il compenso (chi 400 chi 600 euro, perché poi questa disparità) gli unici ad aver ricevuto niente: io, mio figlio Peyre e gli altri due violini chi io ho portato. Chiedo chiarimenti all’Abà Giovanni Garzino e mi dice “chi vi ha chiamati a suonare?” come se alla Baiò potesse andare a suonare chi vuole. Parlo con l’altro Abà Dino Giraudo col quale avevo avuto contatti prima della Baío e mi risponde che per noi quattro è stato concesso soltanto 100 euro a testa e, scusandosi, me li consegna dicendomi che se voglio mi dà il resto di tasca sua. Io naturalmente non ci penso neppure. Bene. Io dei soldi me ne frego e penso sia così anche per gli altri suonatori, ma mortificare dei giovani che sanno fare bene le cose che fanno (suonare) facendoli sentire inferiori agli altri è un atteggiamento vergognoso e indegno da parte degli Alum che dovrebbero rappresentare, almeno simbolicamente, la massima levatura morale della Baìo e della comunità.195 9.7 SERVIREBBE AL PIÙ PRESTO UN CAMBIO GENERAZIONALE TRA LE AUTORITÀ CHE PERMETTA LO SVILUPPO DELLA BAIO TRA LE NUOVE GENERAZIONI SENZA PORTARSI DIETRO VECCHI RANCORI PERSONALI ORMAI CENTENARI.196 !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!195 Ivi: Dario Anghilante 196 Ivi: Francesco Mattalia

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9.8 La particolarità, come nel mio caso che vivendo a Paesana rivedo solo ogni 5 anni gli amici di Rore della Baio. E ogni edizione vedo i cambiamenti che ci sono stati in 5 anni: i ragazzini diventati uomini... nuove persone entrate a far parte del gruppo, altre non più presenti, altre purtroppo decedute... comunque lo spirito di far festa è sempre vivo!197 9.9 SICURAMENTE È PROPRIO VERO QUELLO CHE SENTIVO GIÀ DIRE PRIMA DI PARTECIPARE A QUESTA MANIFESTAZIONE: BAÌO BISOGNA VIVERLO PER POTER VERAMENTE CAPIRE DI COSA SI TRATTA. FINCHÈ I SAMPEYRESI ME LO PERMETTERANNO IO SARÒ SEMPRE DISPONIBILE PER QUESTA GRANDIOSA E SPLENDIDA MANIFESTAZIONE.198 9.10 La Baìo, non la si fa, la si vive. É fatta per la borgata e per i partecipanti: i visitatori sono benvenuti, ma la festa è nostra e per noi.199 9.11 Un’ultima considerazione da segnare è questa. Il discorso baio, musiche e balli, tradizioni in generale di cui conosciamo una documentazione più vicina a noi, si sono evoluti nell’arco di un periodo in cui si sentivano le difficoltà del dopo guerra, c’era la povertà, mancava la gente, la roba per vestire scarseggiava, ecc. (ricordo sempre una foto, di un’edizione in cui si vedeva solo un gruppetto di personaggi sfilare in paese, in mezzo alla neve, senza neanche la gente del posto, figuriamoci vedere la presenza di turisti!) Nessuno ha mai fatto baio come attrazione, ma solo perché se lo sente dentro! Tutto si è sempre fatto ugualmente senza ausilio di troppe foto, filmati, ricerche e altre tecnologie. Ciò significa che la tradizione ci è giunta sino ai giorni nostri, forse un po’ cambiata, grazie anche al susseguirsi di generazioni che hanno cercato di mantenerla così com’era e per questo deve essere rispettata. Mi sento quindi in dovere di dire, mettendomi nei panni di chi mi ha preceduto, che forse non è indispensabile diffondere, chissà al di fuori di quali limiti, quella che è una tradizione appartenente ad una valle. Tutto ciò non vuole essere una critica, ma un modo di ragionare su una tradizione che a me è stata trasmessa ed insegnata.200 9.12 Voglio fare un piccolo ragionamento sulla valle Varaita e sul mondo del folk attuale. Sul finire degli anni ‘70 in Europa nasce il movimento del folk-revival, in Italia arriva un po’ dopo, ma è un fenomeno legato al mondo giovanile e intellettuale urbano. Negli anni ‘80 nasce a Torino l’associazione “Occitani a Torino” fatta di giovani della Valle Varaita e della Valle Maira, in città per studio o lavoro. Nascono i primi corsi di ballo, oggi se uno vuole ballare danza tradizionale in città come Torino o Milano, in realtà può farlo tutti i giorni, è interessante come l'esportazione della musica della Valle Varaita sia nata come espressione di alcuni giovani che l'hanno portata fuori di loro spontanea volontà. Fin dai primi anni ‘80, in tempi in cui il bal folk non era assolutamente diffuso, a Rore c’erano già dei giovani che ballavano alcune danze francesi, la bourrèe, lo scottish ecc.

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!197 Ivi: Gabriele Morbo 198 Ivi: Ivo Carignano 199 Ivi: Franco Rubatto 200 Ivi: Gianluca Andreis

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Credo che la Valle Varaita sia un luogo molto significativo per il fenomeno attuale del folk, è stato uno dei primi luoghi in Italia dove si è esportata – per un fenomeno di vera e propria presa di coscienza delle specificità occitane – e dove si è anche importata musica tradizionale proveniente da fuori, soprattutto dalla Francia. Le prime danze che si sono “insegnate” negli stage sono state le danze occitane, con il trascorrere del tempo oggi in Europa il fenomeno del bal folk è molto diffuso, ci sono dei festival in Italia, Francia, Spagna e in altri luoghi, che raccolgono migliaia di persone, la Valle Varaita è sicuramente uno dei luoghi precursori di questo fenomeno.201 9.13 Direi che una serie di informazioni e considerazioni in più le ho già date nelle varie risposte, magari divagando un po’ rispetto alla specificità delle domande. Potrei chiudere con quello che rappresenta per me l’esperienza della Baìo e cioè innanzitutto un’esperienza umana forte, unica nel suo genere, un momento atteso con trepidazione ed entusiasmo. Come suonatore, soprattutto dal punto di vista del ballo, vivo sensazioni ed emozioni che non ritornano in nessun altro contesto. Alla Baìo c’è quell’atmosfera particolare condita da vari momenti di euforia e quasi di “trance” collettiva che si crea soprattutto nella notte durante il ballo. Tutto ciò produce, a contrastare la stanchezza, un’adrenalina generata dalla mente e dal corpo che si ritrovano in una situazione del tutto anomala. Inoltre alla Baìo il tempo passa in modo diverso: quando pensi sia mezzanotte, guardi l’ora e sono le due o tre del mattino. Nella notte, nel suonare, vivo momenti di simbiosi e di “dialogo” unici con i ballerini e con chi suona con me.202 9.14 Mi scuso per i tempi lunghi ma tra i tanti impegni, i 4 figli.... Grazie per la pazienza e la fiducia... Cordiali saluti. Baìo203

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!201 Ivi: Gabriele Ferrero 202 Ivi: Silvio Peron 203 Ivi: Claudio Boglio

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Note analitiche e repertorio iconografico di ILARIO MEANDRI Nota introduttiva. Questo documento fornisce un’appendice iconografica e analitica alle figure e trascrizioni di cui si riferisce

nel saggio: Ilario Meandri, Su alcune formule ricorrenti nel cinema nordamericano contemporaneo: esperienza del limite, costruzione del caos, in Febo Guizzi (a cura di), Maschere di suoni: costruzione del caos e affermazione di sé. Per un’antropologia sonora della liminarità contemporanea, Lucca, LIM, 2013.

Qualche avvertenza. Nelle immagini si riproducono talvolta dettagli di un fotogramma. In questo caso la didascalia segnala che

si tratta di un ingrandimento. Com’è noto la versione DVD del film può differire notevolmente dal film “originale”, sia per lo speciale mixage prodotto in funzione del DVD, sia perché le operazioni di re-mastering della colonna (o delle colonne) originali seguono vie molto complesse (questo si dica per il suono; naturalmente, secondo processi altrettanto complessi, anche l’immagine può mutare per aspetti colorimetrici, aspect ratio ed altri parametri variati in conseguenza della digitalizzazione). È risaputo che l’edizione DVD presenta sovente inserzioni di scene o di intere sequenze non presenti nell’originale (o meglio, com’è spesso il caso, negli originali), prodotte in edizione speciale, director’s cut etc. Per ciò che riguarda il suono sono consapevole delle difficoltà implicate dalla citazione di una fonte DVD – me ne sono altrove occupato, sin nei dettagli tecnici dei processi di rimediazione cui la colonna sonora è sottoposta. Questo è tuttavia uno studio di altra natura, condotto su un ampio corpus; il che, vista l’assenza di precedenti studi in letteratura, renderebbe non praticabile, né sensato in questa sede, un approccio filologico mirato alla ricostruzione della vicenda delle singole opere. Ciò premesso si è qui adottato un criterio unico – la citazione della fonte DVD da cui le immagini sono tratte – rinunciando ad ogni ulteriore contestualizzazione e ricostruzione. Trattandosi in tutti i casi di nodi essenziali della struttura d’atto, con buona approssimazione essi sono presenti in tutte le versioni del film.

Il riferimento temporale fornito in hh:mm:ss in didascalia è indicativo: esso è prodotto allo scopo di identificare con più facilità una scena o una sequenza ed è frutto della lettura sul player DVD. Non deve dunque essere inteso come riferimento ad un timecode.

L’ascolto è condotto sia sulla colonna sonora internazionale del film, sia su colonna originale204. Rispetto alle trascrizioni, l’ascolto diretto dei documenti è fondamentale e preliminare allo studio degli esempi sinteticamente trascritti: piccole variazioni retoriche nella performance degli strumentisti sono essenziali al fine di optare per un’interpretazione o per l’altra. La trascrizione, stante la complessità di un lavoro di riduzione dell’intero tessuto orchestrale in assenza di partiture, è svolta in genere per armonia (indicata sotto il rigo) o per linee essenziali; talvolta si trascrive il solo ritmo armonico. L’ascolto dei master originali di sessione, per gentile concessione di Alan Silvestri, ha consentito di scendere in dettagli maggiori per ciò che concerne alcuni cues. !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!204!Perciò l’edizione consultata è, di preferenza, quella italiana o, in alternativa, altre versioni disponibili in lingua non originale: la colonna internazionale è poi paragonata a quella in lingua originale. Il rapporto musica-effetti sonori è infatti differente nelle une e nelle altre. Quando ciò non è stato possibile ci si è dovuti rassegnare all’ascolto del film in sola edizione in lingua originale. Il dogma che pretenderebbe imprescindibile l’ascolto in lingua originale (talvolta confuso con “il film originale” tout court, in un’indebita fantasia filologica) è privo di fondamento scientifico, poiché ignora alla radice il processo di produzione di una colonna sonora. A chi ha sufficiente conoscenza dei processi produttivi basterà dunque specificare che gli ascolti sono stati prodotti come si è appena esposto, nelle codifiche disponibili sul DVD citato, segnalando, in presenza di codifiche proprietarie alternative, che tipo di codifica è stata ascoltata e se la copia sia frutto di una rimasterizzazione. Ciò non risolve affatto, naturalmente, il problema di un confronto tra versioni, ma chiarisce quale sia la fonte consultata – il che è, a mio parere, un criterio sufficiente per gli scopi di quest’analisi.!

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Tutte le trascrizioni sono state da me eseguite sulla base delle copie elencate in fondo al testo. Desidero ringraziare Teresa Colonna per la copia dei miei frammenti manoscritti in formato digitale e Vixia Maggini per il controllo incrociato sulle trascrizioni. I termini tecnici analitici e le abbreviazioni nel seguito utilizzate (e.g. “Gegenklang”, “TP”, “sp” etc.) fanno riferimento alla teoria funzionale dell’armonia. Per un’introduzione si faccia riferimento a Diether de La Motte, Manuale d’armonia, Astrolabio-Ubaldini, Roma, 2007 (ed. or. Harmonielehre, Kassel, Barenreiter-Verlag, 1976).

Figura 1 Braveheart (1995, di Mel Gibson), locandina. Un arancere della squadra dei Tuchini del Borghetto, Ivrea. Serie di immagini: 1) aranceri della squadra dei Diavoli attendono l’arrivo dei carri da getto; 2) folla al raduno annuale della Lega Nord di Pontida; 3) un fotogramma da una scena di battaglia di Braveheart.

Figura 2 Star Trek: The Motion Picture (1979, di Robert Wise).

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Figura 3 Deep Impact (1998, di Mimi Leder, 00:29:14).

Figura 4 Volcano (1997, di Mick Jackson, 0:24:33), ingrandimento.

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Figura 5 Volcano (0:46:33, 0:47:39)

a)

b)

Figura 6 Cocoon (00:01:17, 01:46:10). Relativa riduzione: ritmo armonico (1:46:10-1:46:01) e tema, qui affidato ai corni (1:42:48-1:43:06). La relazione T-d può essere specularmente letta come una relazione tra S-t (si veda in proposito la nota analitica in Fig. 10).

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Figura 7 Peter Pan (0:25:12, 0:325:16). Relativa riduzione armonica (0:25:15-0:25:21). Per l’interpretazione funzionale proposta si veda la Fig. 10.

!

!Figura 8 Atlantis: The Lost Empire 0:39:27, 0:39:42. Alla pagina successiva: relativa riduzione del

frammento citato (0:39:33-0:39:47). Per l’interpretazione funzionale proposta si veda la Fig. 10.

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!

Figura 9 Atlantis: The Lost Empire (0:01:44, 0:01:59) e riduzione armonica (0:01:41-0:01:55). Per l'interpretazione funzionale proposta si veda la Fig. 10.

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a)

! b)

!

Figura 10 The Hunt For Red October (0:57:29, 0:58:12). Relative riduzioni armoniche: a) 0:27:11-0:27:19; b) 0:57:33-0:57:40.

Nota analitica per le trascrizioni in Figg. 6-11205.

Gli esempi proposti sono paradigmatici per una serie di problemi interpretativi. Concentreremo qui dunque si sforzi da cui possa evincersi il criterio adottato per simili formule. Le formule sono spesso prodotte ex abrupto. Frammenti precedenti o successivi non sono d’aiuto per stabilire un centro tonale, salvo per comprendere che la rivelazione meravigliosa compare subitaneamente, come cesura rispetto alla condotta armonica che precede e che segue, uno iato che è una delle cifre retoriche essenziali della formula. Con riferimento alle trascrizioni in Fig. 10, svolgo qui per intero le mie ipotesi analitiche. Una prima istintiva lettura potrebbe identificare la tonica nel primo accordo: La206. Una prima ipotesi istintiva potrebbe essere quella di leggere il passaggio da La a Fa come un movimento tra la T (variante maggiore della t, la minore) e la sua sP (cioè il parallelo maggiore della sottodominante minore una terza minore sopra la sottodominante minore). Ma questa ipotesi, nella mia percezione del frammento, darebbe troppa importanza alla tonica, mentre qui il problema sta, come si è detto, nell’incertezza e indecifrabilità di un preciso centro tonale. La seconda ipotesi, qui deliberatamente scorretta, in una sorta di reductio ad absurdum, sarebbe quella di considerare il frammento in re e di leggere La come la dominante che risolve sul relativo maggiore della tonica minore (Fa). Ma questa interpretazione, di nuovo, fallisce nell’identificare la tensione critica della relazione, ben rappresentata

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!205 Questa nota è in parte basata su materiali inediti, qui opportunamente tradotti e arricchiti di nuove considerazioni relative al contesto, tratti da Ilario Meandri Sanchez, Around the Marvelous: film music formulas from an ethnomusicological perspective «Music and the Moving Image» (2013, in stampa nel 2014). 206 Secondo convenzione della teoria funzionale dell’armonia l’iniziale maiuscola indica accordi maggiori e quella minuscola accordi minori.

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dal ritardo melodico della sesta (la fondamentale di Fa in terza e sesta) sulla quinta dell’ultimo accordo: qui la tensione armonica, seppure mai completamente, giunge ad un riposo. Per la stessa ragione sarebbe sviante pensare il frammento in Do, dove LA sarebbe la tripla dominante (DDD) e Fa la sottodominante maggiore (S).

Entrambe queste ultime due ipotesi, scolastiche, fallirebbero nel descrivere l’incertezza, l’indecifrabilità di un chiaro centro tonale come uno dei tratti caratteristici della relazione (o fallirebbero nell’individuare nell’assenza di una inequivocabile relazione dominantica la cifra che, specularmente, caratterizza il frammento).

Propongo dunque di identificare il centro della tensione nella relazione tra la sottodominante e la costellazione di tonica (maggiore o minore) e i suoi rappresentanti. Ciò che mi guida in questa scelta è precisamente il ritardo della sesta sulla quinta di La, un gesto che mi sembra possa identificarsi come chiaramente sottodominantico. Con riferimento alla S (Fa), che è il “congelamento dell’attesa”, La è dunque la TP (variante maggiore del parallelo minore della tonica maggiore), cioè dunque ancora una funzione di tonica, ma non nella sua forma più pura. Qui e più avanti si noterà la continua selezione di varianti rispetto alle relazioni attese e presupposte, un espediente che concorre a generare sorpresa, sospensione e straniamento. Nel frammento b in fig. 10 il ritmo armonico è invertito: questo cambia sottilmente il peso armonico dei due accordi: gli scivolamenti cromatici, con perno sulla fondamentale della TP, caratterizzano la relazione e sono essenziali nel determinare come gli accordi vengono percepiti. In questo frammento la quinta della sottodominante è assegnata alle trombe e risolve cromaticamente sulla terza del secondo accordo: lo scivolamento è essenziale al fine di determinare un senso di risoluzione della S sulla TP. Nell’idioletto armonico del cinema fantastico hollywoodiano contemporaneo la relazione S-TP è un’occorrenza frequente, almeno quanto la relazione S-t. L’interpretazione proposta tiene in considerazione il fatto che le due relazioni – t-S, TP-S –, nonostante la loro retorica sia leggermente diversa, sono spesso utilizzate dai compositori in modo intercambiabile207 (un cifra più sensuale informa la prima, quanto ad un uso più monumentale sembra essere votata la seconda208). Nell’identificare la sottodominante come il centro della tensione formulo dunque un’ipotesi sulla loro affinità retorica.

Si leggano alla luce di quanto detto le analisi proposte sinteticamente nelle precedenti trascrizioni. In Fig. 6, ad esempio, sarà conveniente leggere specularmente la relazione tra T-d, trascritta alla prima misura e a cavallo tra la prima e la seconda, come un rapporto tra una sottodominante maggiore e una tonica minore (come indicato nella didascalia). Con una retorica leggermente variata209, la stessa relazione informa il frammento trascritto in Fig. 7. Nella trascrizione in Fig. 11 il tema si sviluppa, tratto tipico dell’action-adventure, sull’alternanza T – d. In questo caso, sebbene sia possibile anche una lettura speculare, mi sembra più corretto pensare quest’alternanza come quella tra una tonica maggiore e una dominante minore, e ciò che perché il tema così ne orienta chiaramente la percezione. Non mancano esempi di temi costruiti su un rapporto speculare (e.g. King Kong, 2005, di Peter Jackson/James Newton Howard; The Abyss, 1989, di James Cameron/Alan Silvestri).

In Fig. 8 la relazione armonica reiterata per le prime tre misure si configura come una transizione tra TP (accordo di Do) e S (accordo di Lab) sebbene qui l’armonia sia più complessa. Innanzitutto la S è costantemente sovrapposta all’accordo di T; inoltre, il tema e i motivi secondari, nell’inconfondibile stile di Howard, arricchiscono l’armonia aggiungendovi una settima maggiore mediante motivo affidato ai corni, che insiste sul sol e, di nuovo, mediante scivolamento cromatico tra il lab, fondamentale della S, e il sol, quinta della TP alla prima misura; e poi ancora mediante il sol semiminima del tema, alla terza

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!207 Più rare e meno suggestive le relazioni canoniche S-T e S-Tp; mentre rimangono quasi inutilizzati i rapporti contraccordali (S-Tg e S-TG). 208 Sebbene anche la prima relazione regga bene orchestrazioni all’insegna di una monumentalizzazione, come ho altrove tentato di dimostrare a proposito dell’uso di questa formula in The Abyss (1989, di James Cameron, musiche di Alan Silvestri). Si veda in proposito Ilario Meandri, Dal Meraviglioso all’Antimusica: su alcuni cliché del fantastico nel mainstream musicale hollywoodiano, in Meandri Ilario e Andrea Valle (a cura di), SUONO/IMMAGINE/GENERE, Kaplan, Torino, 2011, pp. 173-198. 209 Siamo qui al confine tra Meraviglioso ed una magnificenza da kolossal che produce un riferimento a formule epiche di ascendente rózsiano (si veda nella trascrizione, in particolare alla prima misura, la concatenazione di quinte dirette e la figura ritmica).

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misura. Compaiono inoltre una nona maggiore (sib al tema affidato a trombe e violini, prima misura) e un fa – sempre al tema e alla terza misura – che “prepara” il ritardo successivo della quarta sulla terza di Do (ultima misura) trasformando per un momento la S in una s7 della TP, o, nell’interpretazione alternativa per cui propendo, aggiungendo una tredicesima alla S, già con settima maggiore. Si noti come il frammento trascritto concluda provvisoriamente sull’accordo si sol, dominante minore della TP (cioè con una relazione armonica tipica dell’espressione del Meraviglioso. Cfr. con l’esempio in Fig. 6a, 11210).

Figura 11 The Mummy Returns, serie di fotogrammi: 1:16:33, 1:16:34, 1:16:42. Nella trascrizione: tema e riduzione armonica sintetica con indicazione del ritmo armonico (0:01:59-1:16:42). L’intero tema, con relativi movimenti armonici tra T e d, è condotto su un lungo pedale di tonica, non segnalato in trascrizione.

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!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!210 Cfr. anche con Ilario Meandri, Dal Meraviglioso all’Antimusica, cit. !

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Figura 12 Le due grandi aree oppositive oggetto di questo saggio: il Meraviglioso e l'Antimusica (cfr. infra per una definizione del termine). Costruzioni più complesse sono possibili, ma presuppongono la trattazione di un numero di formule superiori a quelle di cui possiamo rendere conto in questo lavoro. La sovrapposizione tra le aree suggerisce una parentela stretta tra formule, o la possibilità di sconfinamento dalle une alle altre. Non vogliamo dare tuttavia un eccessivo peso classificatorio allo schema. Quest'ultimo riassume cognitivamente opposizioni articolate dalle formule musicali del mainstream, colte nella loro relazione di superficie. Nuove connessioni sono sempre possibili e sono anzi il terreno su cui si esprime di preferenza la creatività dei compositori hollywoodiani. Proprio la ricerca di nuovi equilibri formulari è a fondamento del ruolo che la musica interpreta nel dialogo intertestuale tra il film e situazioni ricorrenti di uno specifico genere filmico. Un esempio: in Under Siege 2 Basil Poledouris compone proponendo contemporaneamente relazioni tra formule classiche della fantascienza e un "Meraviglioso antinomico", che servono alla sua personale riconoscibilità stilistica e, contemporaneamente, a una peculiare collocazione di genere del film; vale cioè a dire: lungo l’asse di relazioni possibili, ma che questa mappa non mira a rappresentate.

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a)

b)

Figura 13 Nella pagina precedente: Lara Croft: The Cradle of Life, serie di fotogrammi: 0:08:41, 0:09:00. Relative trascrizioni. a: 0:08:37-0:08:52; b: 0:08:59-0:09:07.

Nota analitica per le trascrizioni in Figg. 13-14211.

Con riferimento al frammento a in Fig. 13, le misure 1-8 sono assegnate ai Vln I + II, Vla, Fl + Cl. Il motivo è ripetuto due volte. L’armonia retta dal resto degli archi, da corni e fagotti e dal coro oscilla senza una meta precisa prima attorno a funzioni di tonica: mm. 1-4, t - Tg (contraccordo minore della variante maggiore della tonica). L’armonia comincia poi ad essere gradatamente attratta dalla dominante: mm. 5-8, t – dg (variante minore del contraccordo maggiore della dominante). La dominante minore compare esplicitamente a m. 9 (riduzione b). Uno scivolamento cromatico conduce

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!211 Questa nota, come quella relativa alle Figg. 13-16, e qui arricchita di ulteriori esempi, è in parte basata su analisi inedite tratti da Ilario Meandri Sanchez, Around the Marvelous: film music formulas from an ethnomusicological perspective «Music and the Moving Image» (2013, in stampa nel 2014).

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dunque a do#, accordo che è anche possibile interpretare come DD7+, cui segue infatti un passaggio alla tonica minore e dunque la relazione che ci interessa mettere in luce come costituiva del Terribile inteso qui come “Meraviglioso di segno inverso”: il passaggio dalla tonica minore alla sp (variante minore del parallelo maggiore della sottodominante minore).

Con riferimento al frammento trascritto in Fig. 14: ieratica e fortemente indicativa di un Terribile è anche l’iterazione della t sulle semicrome. Qui è ancora proposto un rapporto tra una tonica minore cui segue sib, che interpretiamo come la variante minore del parallelo maggiore della sottodominante minore (sp).

Figura 14 The Mummy Returns, serie di fotogrammi: 1:14:42, 1:14:45. Relativa riduzione armonica (1:14:39-1:14:59).

Figura 15 Van Helsing (1:31:33, 1:31:36). Nella trascrizione: motivo e riduzione armonica del terribile-gotico tratto dalla sequenza (~ 02:52 relativo al cue 5M01).

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Figura 16 Batman, riduzione del frammento motivico

Figura 17 Independence Day, serie di fotogrammi: 1:11:49,1:11:59.

Figura 18 Il metalinguaggio delle descrizioni della cultura: schema “inverso” tratto da Lotman212). IN = interno; ES = esterno.

Figura 19 The Shining, serie di fotogrammi: 0:09:27; 0:00:36

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!212 Jurij Lotman e Boris Uspenskij, Tipologia della cultura, Milano, Bompiani, 1995:156.

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Figura 20 The Shining (prima immagine: 0:13:28; seconda serie di immagini: 0:32:14, 0:32:29, 0:32:32, 0:32:37.).

Nota analitica. Con riferimento alle analisi prodotte nel testo principale213 cui questo scritto è legato, notiamo qui alcuni dettagli a proposito del montaggio di Lontano (1967, di György Ligeti) e di De natura sonoris no. 1 (1966, di Krzysztof Penderecki)214. La porzione del brano utilizzata da Kubrick comincia due misure prima della sezione F, sull’armonico artificiale dei due violini soli. La nota prescritta in partitura non è, formalmente, un highest pitch (l’armonico produce un suono ben sotto l’altezza più estrema raggiungibile per mezzo degli armonici artificiali sulla I corda), ma in questa regione sovracuta l’instabilità dell’emissione per ogni coppia di violini è tale che, dalle mm. 47-50, con la progressiva entrata degli altri strumenti (vln. 3 e 4; 5 e 6; 7 e 8; 9 e 10) si produce un cluster eterofonico paragonabile, a discapito della precisione di notazione, ad alcuni momenti aleatori di De natura sonoris. In questo caso anche i “lowest pitch”, secondo la dizione americana, sono notati sia per il controfagotto

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!213 Cfr. con Ilario Meandri, Su alcune formule ricorrenti nel cinema nordamericano contemporaneo: esperienza del limite, costruzione del caos, cit. 214 Non isolando qui che pochi frammenti, utili al percorso interpretativo proposto nel testo principale, questi pochi appunti non hanno ovviamente il compito di esaurire un tema così complesso quale l’adattamento musicale di questi brani nella complessa tessitura sonora di The Shining, argomento per il quale rimando a Sergio Bassetti, La musica secondo Kubrick, Torino, Lindau, 2002. Si veda per un approfondimento il capitolo che l’autore dedica al film (ivi: 137-152). Si veda sul punto anche Roberto Calabretto, Lo schermo sonoro, Venezia, Marsilio, 2011, pp. 180-181.

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(e.g. mm 43ss) che per il clarinetto contrabbasso (e.g. mm 46ss), le cui note sono prossime al limite inferiore di emissione (fonte consultata: György Ligeti, Lontano: für Großes Orchester, Mainz, Schott Music, 1969 [Studienpartitur/Study Score]). Fatto questo distinguo, in questo contesto suggerisco di cogliere sinteticamente il portato drammaturgico di questi dispositivi, nell’uso e nella semplificazione drammaturgica e formulare con cui ricorrono nel cinema mainstream: secondo questa prassi, infatti, regioni sovracute o gravi in contesto non tonale, qualora propongano di fatto un comportamento eterofonico, contribuiscano a formare cluster orchestrali o di sezione, sono assimilabili alle medesime gamme di oggetti sonori indipendentemente dal fatto che siano prescritte come highest note ( ) o lowest note ( ), secondo i segni diacritici della notazione pendereckiana215 (tra i compositori contemporanei che vi fanno ricorso), che sono spesso quelli utilizzati dai compositori del mainstream hollywoodiano.

Figura 21 The Shining, serie di fotogrammi: 0:35:15, 0:35:42, 0:35:47. Nelle pagine seguenti: un

frammento di De natura sonoris no. 1 utilizzato nella sequenza, di cui riproduco in particolare l’acme della sezione 6. Il penultimo glissando, affidato a corni, trombe e tromboni (a cavallo della sezione 6), cade suggestivamente sulla terza immagine, cioè sul momento in cui, di fronte all’orrore, Danny si porta istintivamente le mani agli occhi. Per questa sequenza è utilizzata una porzione più amplia del De natura sonoris, che entra con un fade in che taglia la composizione poco prima dell’inizio della sezione 2, pienamente udibile dal momento in cui per flauti, oboi e clarinetti ha inizio l’alternanza di vibrati molto lenti e del “molto vibrato”, contemporaneamente al “molto vibrato” dei violini e ai vibrati lenti delle viole, frammento che si conclude, o per lo meno ha un suo snodo, nell’accento sforzato dei corni e delle trombe. L’incisione originale subisce alcuni tagli: e.g. mi sembra sia chiaramente identificabile un taglio effettuato al missaggio, tramite crossfade, a cavallo dell’inizio della sezione n. 5: dopo l’ultimo accento di tamtam, campane e pianoforte circa due battute vengono tagliate e si passa da subito al cluster orchestrale della sezione 5 (“poco più mosso”), prodotto da clarinetto basso, fagotto, controfagotto, violoncelli e contrabbassi. Al termine della sequenza De natura sonoris termina sfumando poche battute prima dell’inizio della sezione 10, sul cluster degli archi. L’edizione consultata è: Krzysztof Penderecki, De natura sonoris no. 1 für Orchestra, cit.

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!215!Cfr.!Krzysztof Penderecki, De natura sonoris no. 1, Mainz, Schott Music, 1999 [Studienpartitur/Study Score], p. 4 dove si trova: « = höchster Ton des Instruments (unbestimmte Tonhöhe) – highest note of instrument (no definite pitch) […] = tiefster Ton – desgleichen – lowest note – likewise […]» (Ibidem). !

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Ⓒ Krzysztof Penderecki, De natura sonoris no. 1, Mainz, Schott Music, 1999 [Studienpartitur/Study Score], p. 10.

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Ⓒ Krzysztof Penderecki, De natura sonoris no. 1, Mainz, Schott Music, 1999 [Studienpartitur/Study Score], p. 1.

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Figura 22 I “pattern pendereckiani” in Brainstorm (serie di fotogrammi: 1:04:25, 1:04:30) e in The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring (1:42:31).

Figura 23 The Shining, serie di fotogrammi: 1:16:29, 1:17:29 e 1:33:29.

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Figura 24 The Shining, serie di fotogrammi: 1:41:38, 1:42:02.

Figura 25 Star Trek: The Wrath of Khan, serie di fotogrammi: 0:59:33, 1:00:51.

Figura 26 Outbreak (0:25:06, 0:34:30).

Figura 27 The Mummy Returns, serie di fotogrammi: 0:18:13, 0:18:39. In partitura (cue 1m09) il pattern di Antimusica è affidato agli archi (“highest possible note” alle viole) ed ai violini (una rapida ripetizione di note in regione sovracuta, sul ponticello per metà sezione e in modo ordinario per l’altra metà). È riportata altresì la dicitura: “with Energy, ad lib, high, chaotic”. In origine era prevista una partecipazione del coro all’effetto, che è stata in seguito espunta dal cue. Lo stesso pattern che occorre in occasione della prima immagine (l’uscita dalla tana dei

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coleotteri) ritornava per il momento in cui l’operaio è divorato dagli stessi, ma le battute sono state espunte, presumibilmente in seguito a tagli di pochi secondi nell’editing definitivo. La partitura è stata consultata per gentile concessione dell’autore, Alan Silvestri.

Figura 28 Alien (0:01:48, 1:20:52, il “collo” decapitato di Ash. L’effetto sonoro in questione comincia a 1:19:50).

Figura 29 Star Trek: The Wrath of Khan (0:24:51)

Figura 30 Aliens, 01:16:14 e trascrizione del solo modulo ritmico del martello (1:16:10-1:16:16).

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Figura 31 Dante’s Peak (0:18:38); Batman & Robin (1:06:49) e riduzione motivo con colpi di martello su incudine; King Kong (0:48:07).

Figura 32 Event Horizon (0:47:41).

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Ⓒ Krzysztof Penderecki, De natura sonoris no. 1, Mainz, Schott Music, 1999 [Studienpartitur/Study Score], p. 43 (archi: ingrandimento).

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Ⓒ Krzysztof Penderecki, De natura sonoris no. 1, Mainz, Schott Music, 1999 [Studienpartitur/Study Score], p. 44 (archi: ingrandimento).

Figura 33 In questa e nella pagina precedente: due frammenti dal finale di De natura sonoris no 1 (sezione 30). Riporto qui in scansione la sola sezione degli archi ingrandita (Krzysztof Penderecki, De natura sonoris no. 1, cit.).

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Figura 34 Independence Day, serie di fotogrammi: 0:45:01, 0:45:05; Stargate, serie di fotogrammi: 1:12:41, 1:12:44; Jurassic Park, serie di fotogrammi: 1:44:39, 1:44:32.

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Figura 35 Close Encounters of the Third Kind, serie di fotogrammi: 2:01:21, 2:02:06, 2:02:22.

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Figura 36 Coocon (01:01:19).

Figura 37 Volcano, serie di fotogrammi: 0:26:56, 0:27:04. Nella prima immagine: il terremoto pianista del caos. Seconda immagine: il sismogramma impazzito – un classico dei disaster, la forma d’onda del caos.

Figura 38 The Day After (1983), serie di fotogrammi: 0:53:59, 0:54:01, 0:54:01, 0:54:13.

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Figura 39 Speed (Jan de Bont, 1994) e riduzione del frammento (1:03:38-1:03:42).

Figura 40 Contact (1:31:14, 1:31:59, 1:32:20, 1:32:20), sul monitor di sinistra, il primo istante dell’esplosione. Sul monitor di dx, seconda immagine, allorché il segnale è interrotto. L’autentica esplosione è la perdita della continuità nel contatto fatico. L’interruzione di continuità mediatica per esito dell’effetto dell’esplosione è anticipata dall’interruzione ex abrupto della colonna musicale.

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Figura 41 The Day After Tomorrow (0:26:14, 0: 27:07, 0:28:13).

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Figura 42 The Day After (0:46:32, 0:57:25, 0:56:50, 0:58:08).

Figura 43 The Day After Tomorrow, serie di fotogrammi: 0:59:51, 1:00:20.

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Figura 44 Event Horizon, serie di fotogrammi: 0:42:50, 0:43:05, 0:43:16.040, 0:43:16.400.

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Indice delle figure e dei filmati

Fig. 1. Braveheart (1995, di Mel Gibson), locandina. Serie di immagini: 1) aranceri della squadra dei Diavoli attendono l’arrivo dei carri da getto; 2) folla al raduno annuale della Lega Nord di Pontida; 3) un fotogramma da una scena di battaglia di Braveheart.

Fig. 2. Star Trek: The Motion Picture (1979, di Robert Wise).

Fig. 3. Deep Impact (1998, di Mimi Leder, 00:29:14).

Fig. 4. Volcano (1997, di Mick Jackson, 0:24:33), ingrandimento.

Fig. 5. Volcano (0:46:33, 0:47:39).

Fig. 6. Cocoon (00:01:17, 01:45:54). Relativa riduzione del ritmo armonico (1:05:54-1:46:01) e del motivo.

Fig. 7. Peter Pan (0:25:12, 0:325:16). Relativa riduzione armonica (0:25:15- 0:25:21).

Fig. 8. Atlantis: The Lost Empire 0:39:27, 0:39:42. Relativa riduzione del frammento citato (0:39:33-0:39:47).

Fig. 9. Atlantis: The Lost Empire (0:01:44, 0:01:59) e riduzione armonica (0:01:41-0:01:55).

Fig. 10. The Hunt For Red October (0:57:29, 0:58:12). Relative riduzioni armoniche: a) 0:27:11-0:27:19; b) 0:57:33-0:57:40.

Fig. 11. The Mummy Returns, serie di fotogrammi: 1:16:33, 1:16:34, 1:16:42. Nella trascrizione: tema e riduzione armonica (0:01:59-1:16:42).

Fig. 12. Nella pagina precedente: le due grandi aree oppositive oggetto di questo saggio: il Meraviglioso e l’Antimusica.

Fig. 13. Lara Croft: The Cradle of Life, serie di fotogrammi: 0:08:41, 0:09:00. Relative trascrizioni. a: 0:08:37-0:08:52; b: 0:08:59-0:09:07.

Fig. 14. The Mummy Returns, serie di fotogrammi: 1:14:42, 1:14:45. Relativa riduzione armonica (1:14:39-1:14:59).

Fig. 15. Van Helsing (1:31:33, 1:31:36). Nella trascrizione: motivo e riduzione armonica del terribile-gotico tratto dalla sequenza.

Fig. 16. Batman, riduzione del frammento motivico.

Fig. 17. Independence Day, serie di fotogrammi: 1:11:49,1:11:59.

Fig. 18. Il metalinguaggio delle descrizioni della cultura.

Fig. 19. The Shining, serie di fotogrammi: 0:09:27; 0:00:36.

Fig. 20. The Shining (ver. internazionale, prima immagine 0:13:28; seconda serie di immagini: 0:32:14, 0:32:29, 0:32:32, 0:32:37).

Fig. 21. The Shining, serie di fotogrammi: 0:35:15, 0:35:42, 0:35:47. Un frammento di De Natura Sonoris n.1 utilizzato nella sequenza.

Fig. 22. I “runs” pendereckiani in Brainstorm (serie di fotogrammi: 1:04:25,

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1:04:30) e in The Lord of the Rings: The Fellowship of the Ring (1:42:31). Fig. 23. The Shining, serie di fotogrammi: 1:16:29, 1:17:29 e 1:33:29. Fig. 24. The Shining, serie di fotogrammi: 1:41:38, 1:42:02. Fig. 25. Star Trek: The Wrath of Khan, serie di fotogrammi: 0:59:33, 1:00:51. Fig. 26. Outbreak (0:25:06, 0:34:30).

Fig. 27. The Mummy Returns, serie di fotogrammi: 0:18:13, 0:18:39.

Fig. 28. Alien (0:01:48, 1:20:52).

Fig. 29. Star Trek: The Wrath of Khan (0:24:51).

Fig. 30. Aliens, 01:16:14 e trascrizione del solo modulo ritmico del martello su incudine (1:16:10-1:16:16).

Fig. 31. Dante’s Peak (0:18:38); Batman & Robin (1:06:49) e riduzione motivo con colpi di martello su incudine; King Kong (0:48:07).

Fig. 32. Event Horizon (0:47:41). Fig. 33. In questa e nella pagina precedente: il finale di De Natura Sonoris n.1 (nella sola sezione degli archi).

Fig. 34. Independence Day, serie di fotogrammi: 0:45:01, 0:45:05; Starga- te, serie di fotogrammi: 1:12:41, 1:12:44; Jurassic Park, serie di fotogram- mi:1:44:39, 1:44:32).

Fig. 35. Close Encounters of the Third Kind, serie di fotogrammi: 2:01:21, 2:02:06, 2:02:22.

Fig. 36. Coocon (01:01:19). Fig. 37. Volcano, serie di fotogrammi: 0:26:56, 0:27:04.

Fig. 38. The Day After, serie di fotogrammi: 0:53:59, 0:54:01, 0:54:01, 0:54:13.

Fig. 39. Speed e riduzione del frammento (1:03:38- 1:03:42).

Fig. 40. Contact, serie di fotogrammi (1:31:14, 1:31:59, 1:32:20, 1:32:20). Fig. 41. The Day After Tomorrow, serie di fotogrammi (0:26:14, 0: 27:07, 0:28:13).

Fig. 42. The Day After, serie di fotogrammi (0:46:32, 0:57:25, 0:56:50, 0:58:08).

Fig. 43. The Day After Tomorrow, serie di fotogrammi: 0:59:51, 1:00:20.

Fig. 44. Event Horizon, serie di fotogrammi: 0:42:50, 0:43:05, 0:43:16.040, 0:43:16.400.

Video 1. Scene di trailer sonorizzate con la formula del glissando eterofonico superiore: il video è reperibile all’indirizzo: www.suonoeimmagine.unito.it/mascheredisuono/index.html.

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Fonti per i fotogrammi riprodotti e per i frammenti audio trascritti

Nota

In maiuscolo sta la sigla della nazione che identifica la colonna internazionale consultata; segue, separata da un trattino, l’edizione in lingua originale; l’asterisco indica che non è stato possibile consultare l’edizione internazionale e che il film è stato ascoltato in lingua e colonna originale, fatti salvi l’eventuale rimasterizzazione e il diverso mixage del DVD, la cui storia andrebbe sciolta caso per caso. Quest’ultima occorrenza è segnalata in nota. Nel caso il DVD contenga materiale audio in più codifiche si segnala quella che è stata ascoltata. Le ragioni sociali dei distributori possono variare a seconda delle nazioni anche se spesso nelle indicazioni in DVD è riportato il brand internazionale. Quando è stato possibile si è proceduto a correggere questi errori; altre denominazioni di distributori potrebbero riportare nomi leggermente variati. Il titolo citato è sempre il titolo con cui il film è distribuito negli US.

Alien (1979, di Ridley Scott; DVD PAL, ITA-EN, 20th Century Fox, 2002).

Aliens (1986, di James Cameron; DVD PAL, ITA-EN, 20th Century Fox, 2002).

Atlantis: The Lost Empire (2001, di Gary Trousdale e Kirk Wise; DVD NTSC, *, Walt Disney Home Video, 2002).

Batman (1989, di Tim Burton; DVD NTSC, *, Warner Home Video, 2009).

Braveheart (1995, di Mel Gibson; DVD PAL, ITA-EN, 20th Century Fox, 2005).

Close Encounters of the Third Kind (1977, di Steven Spielberg; DVD PAL, ITA, Columbia Tristar, 2009).

Contact (1997, di Robert Zemeckis; DVD PAL, *, Warner Home Video, 1998)

Coocon (1985, di Ron Howard; DVD PAL, ITA-EN216, Koch Media, 2012).

Dante’s Peak (1997, di Roger Donaldson; DVD PAL, ITA-EN217, Universal Pictures, 2010).

Deep Impact (1998, di Mimi Leder; DVD PAL, ITA, Dreamworks, 2007).

Event Horizon (1997, di Paul W. S. Anderson; DVD NTSC, *, Warner Home Video, 2006).

Independence Day (1996, di Roland Emmerich; DVD PAL, ITA-EN, 20th Century Fox, 2004).

Jurassic Park (1993, di Steven Spielberg; DVD PAL, ITA-EN, Universal Pictures, 2004).

Lara Croft: The Cradle of Life (2003, di Jan de Bont; DVD PAL, ITA-EN, Eagle Pictures, 2003).

Outbreak (1995, di Wolfgang Petersen; DVD PAL, ITA-EN, Warner Home Video, 2001).

Peter Pan (2003, di P.J. Hogan; DVD PAL, ITA-EN, Columbia Tristar, 2004).

Speed (1994, di Jan de Bont; DVD PAL, ITA-EN, 20th Century Fox, 2002).

Star Trek: The Motion Picture (1979, di Robert Wise; DVD PAL, ITA-EN218, Paramount Home

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!216 Versione ascoltata: Dolby Digital 2.0. 217 Versione ascoltata: DTS 5.1. 218 Mix rimasterizzato; versione ascoltata: multicanale Dolby Surround.

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Entertainment, 2009).

Star Trek: The Wrath of Khan (1982, di Nicholas Meyer; DVD PAL, ITA-EN219, Paramount Home Entertainment, 2009).

The Day After (TV, 1983, di Nicholas Meyer; DVD PAL, ITA-EN 220, dall’Angelo Pictures, 2005).

The Day After Tomorrow (2004, di Roland Emmerich; DVD PAL, ITA-EN, 20th Century Fox, 2004).

The Mummy Returns (2001, di Stephen Sommers; DVD PAL, ITA-EN, Universal Pictures, 2004).

The Hunt for Red October (1990, di John McTiernan; DVD NTSC, *, Paramount Home Entertainment, 1998).

The Shining (1980, di Stanley Kubrick; DVD PAL, ITA-EN, Warner Home Video, 2007).

Van Helsing (2004, di Stephen Sommers; DVD PAL, ITA-EN, Universal Pictures, 2004).

Volcano (1997, di Mick Jackson; DVD PAL, ITA-EN, 20th Century Fox, 2002).

!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!219 Mix rimasterizzato; versione ascoltata: multicanale Dolby Digital 5.1. 220 Versione ascoltata: monaurale a codifica Dolby Digital (monophonic).