Vicenda grande aeroporto per firenze e opa di Eurnekian su sat e adf

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1 VICENDA “GRANDE AEROPORTO PER FIRENZE” E OPA DI EURNEKIAN SU SAT E ADF. Scheda riassuntiva Nell’ottobre 2013 AdF SpA, la società a larga maggioranza privata che gestisce l’Aeroporto Vespucci di Firenze-Peretola, con una scelta di un’ambiguità clamorosa, propone in un unico “Piano di sviluppo aereoportuale” o “Master Plan” due diverse previsioni per la nuova pista di volo, una di 2000 metri, corrispondente alla variante al Pit adottata del Consiglio Regionale, e un’altra di 2400 metri. Inoltre, la pista sarebbe allungabile di altri 480 metri se ENAC consentisse la pavimentazione dei prolungamenti R.E.S.A. “per motivi di sicurezza”. Il presidente di AdF è Marco Carrai e l’Ad è Biagio Marinò. Il “Master Plan” di AdF prevede a regime 6 milioni di passeggeri non 4- 4,5 al massimo come consentirebbe la pista di 2000 metri e dichiara esplicitamente che l’obiettivo sono i voli “low fare” (cioè il voli “low cost”), cioè punta a spostare la parte predominante ed essenziale dei passeggeri dell’Aeroporto Galilei di Pisa, che dista da quello di Firenze soli 70 Km. Inoltre, il “Master Plan” di AdF prevede e richiede, formalmente, che il 50% degli investimenti necessari a potenziare l’Aeroporto Vespucci siano coperti da finanziamenti pubblici, vale a dire da “aiuti di Stato”, come sono definiti dalla legislazione dell’Unione Europea (ma questo finanziamento oggi non è stanziato né tanto meno previsto in atti di programmazione dello Stato). Questa scelta viene prontamente avallata dal Presidente dell’ENAC Vito Riggio: appare a tutti chiaro come vi fosse stata un’intesa preventiva alla decisione di AdF, che smentiva precedenti giudizi e pareri dell’ENAC e fatta, dopo la scelta della pista “parallela-convergente” all'autostrada, alle spalle della Regione a solo due mesi dall'adozione della variante al PIT. Il Presidente della Regione Enrico Rossi insorge, in difesa dell’Aeroporto Galilei di Pisa e della sua società di gestione SAT SpA, con dichiarazioni chiare e fermissime, richiamando i contenuti della variante al Pit adottata dal Consiglio Regionale (Deliberazione C.R. 24 luglio 2013, n. 74), che prevedeva la pista di 2000 metri, unidirezionale e senza bretella di rullaggio, insieme ad una lista di severe e impegnative prescrizioni urbanistico-ambientali. “La pista dell'aeroporto o sarà di 2000 metri o non sarà; come d’altra parte avevamo concordato con Enac, la quale ci aveva pure scritto che quella lunghezza andava bene”, scrive il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi il 23 ottobre. “Leggo – sottolinea che si vuole allungare ancora, oltre i due

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Una scheda riassuntiva sui diversi passaggi della vicenda relativa all'Opa di Eurnekian su SAT e ADF. La scheda è parte degli allegati della lettera inviata dal Sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, e dal Presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, a tutti i Consiglieri Regionali della maggioranza (il 27/5/2014).

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VICENDA “GRANDE AEROPORTO PER FIRENZE” E OPA DI EURNEKIAN SU SAT E ADF.

Scheda riassuntiva Nell’ottobre 2013 AdF SpA, la società a larga maggioranza privata che gestisce l’Aeroporto Vespucci di Firenze-Peretola, con una scelta di un’ambiguità clamorosa, propone in un unico “Piano di sviluppo aereoportuale” o “Master Plan” due diverse previsioni per la nuova pista di volo, una di 2000 metri, corrispondente alla variante al Pit adottata del Consiglio Regionale, e un’altra di 2400 metri. Inoltre, la pista sarebbe allungabile di altri 480 metri se ENAC consentisse la pavimentazione dei prolungamenti R.E.S.A. “per motivi di sicurezza”. Il presidente di AdF è Marco Carrai e l’Ad è Biagio Marinò. Il “Master Plan” di AdF prevede a regime 6 milioni di passeggeri – non 4- 4,5 al massimo come consentirebbe la pista di 2000 metri – e dichiara esplicitamente che l’obiettivo sono i voli “low fare” (cioè il voli “low cost”), cioè punta a spostare la parte predominante ed essenziale dei passeggeri dell’Aeroporto Galilei di Pisa, che dista da quello di Firenze soli 70 Km. Inoltre, il “Master Plan” di AdF prevede e richiede, formalmente, che il 50% degli investimenti necessari a potenziare l’Aeroporto Vespucci siano coperti da finanziamenti pubblici, vale a dire da “aiuti di Stato”, come sono definiti dalla legislazione dell’Unione Europea (ma questo finanziamento oggi non è stanziato né tanto meno previsto in atti di programmazione dello Stato). Questa scelta viene prontamente avallata dal Presidente dell’ENAC Vito Riggio: appare a tutti chiaro come vi fosse stata un’intesa preventiva alla decisione di AdF, che smentiva precedenti giudizi e pareri dell’ENAC e fatta, dopo la scelta della pista “parallela-convergente” all'autostrada, alle spalle della Regione a solo due mesi dall'adozione della variante al PIT.

Il Presidente della Regione Enrico Rossi insorge, in difesa dell’Aeroporto Galilei di Pisa e della sua società di gestione SAT SpA, con dichiarazioni chiare e fermissime, richiamando i contenuti della variante al Pit adottata dal Consiglio Regionale (Deliberazione C.R. 24 luglio 2013, n. 74), che prevedeva la pista di 2000 metri, unidirezionale e senza bretella di rullaggio, insieme ad una lista di severe e impegnative prescrizioni urbanistico-ambientali. “La pista dell'aeroporto o sarà di 2000 metri o non sarà; come d’altra parte avevamo concordato con Enac, la quale ci aveva pure scritto che quella lunghezza andava bene”, scrive il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi il 23 ottobre. “Leggo – sottolinea – che si vuole allungare ancora, oltre i due

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chilometri previsti dalla variante urbanistica, la pista aeroportuale di Firenze, contraddicendo gli impegni presi e stravolgendo l'equilibrio ambientale sull'area e quello di mercato con Pisa”. Secondo Rossi “provano a forzare un equilibrio che con tanto impegno e serietà abbiamo raggiunto”. Il governatore ricorda di aver detto in passato “che se non si fossero rispettati i vincoli posti dalla Regione c'era il rischio che nell'area aereoportuale si sarebbe finito col seminarci le patate” (ANSA).

La Regione Toscana (socio di SAT con il 16.9% delle azioni) infatti prevede nel Programma di governo di Enrico Rossi: “Firenze city airport collegato con grandi capitali europee, Pisa aeroporto internazionale con forte presenza del low-cost”. Coerentemente nel suo Programma Regionale di Sviluppo e in tutti gli atti di programmazione prevede “la specializzazione delle funzioni di aeroporto di rilevanza internazionale per Pisa e di city airport per Firenze, in un’ottica di pianificazione integrata di attività e servizi e del relativo sviluppo” (si può leggere anche il “Piano del Master Plan – Sistema Aeroportuale Toscano”).

Anche a Pisa, naturalmente, le preoccupazioni si fanno fortissime, perché l’Aeroporto di Firenze, a regime, diventerebbe “doppione” rispetto a quello di Pisa, invertendo la crescita attesa e mettendo in situazione critica gli investimenti che a Pisa in corso per 160 milioni di euro (su una previsione di 240 milioni d’investimento entro il 2028). Nell'Aeroporto Galilei lavorano 2400 persone, i passeggeri sono 4 milioni e 500 mila all’anno e ogni milione di passeggeri produce in Toscana 1200 posti di lavoro. Tutta la Toscana, e l’Area Vasta Costiera in particolare, profittano dei risultati eccellenti che sono contraddetti da una scelta dichiaratamente quanto negativamente concorrenziale.

Il Comune di Pisa e tutti gli atri soci pubblici pisani di SAT SpA (il Presidente del Patto di controllo, che rappresenta i soci pubblici e la Fondazione Pisa, è il sindaco di Pisa Marco Filippeschi), il 26 febbraio 2013 hanno sottoscritto l’«Accordo per la ricognizione delle linee guida» – quello che darà poi incarico all’Advisor KPMG di valutare le due società – e partecipa al gruppo tecnico che valuta la possibilità di costituire una holding di gestione costituita da SAT SpA e da AdF sulla base di precisi e irrinunciabili indirizzi, aderenti ai contenuti e agli atti di programmazione della Regione, a partire dal dimensionamento della pista di volo, già oggetto di verifiche dell’Enac (febbraio 2012) che non avevano proposto controindicazioni. Infatti nell’articolo 4 dell’intesa sottoscritta per la verifica della fattibilità della holding si fa preciso riferimento alla variante al Pit (adottata, non ancora approvata) e dunque ai suoi contenuti che prevedono anche la lunghezza della nuova pista di volo dell’Aeroporto Vespucci: “parallela-convergente” e di 2000 metri, monodirezionale e senza pista di rullaggio (Comune di Pisa, Deliberazione della Giunta Municipale n. 14 del 12 febbraio 2013).

Questi indirizzi, secondo le previsioni del PRS della Regione, garantiscono le condizioni per un’integrazione societaria che scongiura i rischi di competizione di natura

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commerciale fra i due scali e dunque fondati su una chiara differenziazione delle missioni dei due aeroporti, secondo le raccomandazioni e le caratterizzazioni distinte già indicate dall’Enac (Enac, Piano Nazionale degli Aeroporti, febbraio 2012, “Macroarea del Centro Nord” pag. 51).

Sui contenuti della variante al PIT adottata dal Consiglio Regionale, rafforzata dalla Risoluzione n. 205, 24 luglio 2013 risultata decisiva agli esiti dell’approvazione consiliare, si era espresso positivamente e molto chiaramente anche il Consiglio Comunale di Firenze condividendo “gli obiettivi contenuti nella proposta di variante al Pit […] insieme alle condizioni di monodirezionalità e della assenza della pista di rullaggio” (Ordine del giorno approvato il 4 marzo 2013).

Oltre agli obiettivi esplicitamente dichiarati da AdF, la concorrenzialità della pista di 2400 metri è attestata del parere tecnico assunto dal Consiglio di Amministrazione di SAT il giorno 29 ottobre 2013, quando ha analizzato la proposta di sviluppo infrastrutturale dell’Aeroporto di Firenze, che dichiara: «la configurazione di pista 2400 metri con pista di rullaggio è potenzialmente competitiva con la capacità operativa di Pisa» e dà «prospettive di crescita fino a 7 milioni di passeggeri all’anno», con ciò rappresentando i concreti rischi di «cannibalizzazione» a cui si esporrebbe il principale aeroporto toscano e di compromissione degli investimenti già ricordati: in corso di realizzazione (160 milioni) e programmati entro il 2028 (260 milioni), fatti e previsti da SAT su sedime aeroportuale in totale autofinanziamento. Le polemiche vanno avanti e il presidente Enrico Rossi si distingue per i toni alti e perché prende di petto la tracotanza di Vito Riggio: “Grazie dottor Riggio, una volta al mese si tira una pedata alla Regione. Mi sorprende che un signore di Trapani abbia tutto questo potere”. Posizioni chiare che suscitano reazioni negative di alcuni esponenti politici fiorentini. I lanci ANSA testimoniano copiosamente della polemica. Nel febbraio 2014, intanto, emerge la volontà di Eduardo Eurnekian (Gruppo Corporacion America, di cui L’Espresso ha già scritto) di acquistare azioni in SAT: circa il 27%, rilevando le quote di tre privati, soci di minoranza ma che hanno agito in buona intesa con i pubblici, che vogliono uscire dalla società per loro vicende familiari e per altri interessi. Il plenipotenziario del Gruppo, l’ingegnere Roberto Naldi, che viene presentato al Sindaco di Pisa dalla Dr.ssa Gina Giani Ad di SAT e Direttore del Galilei, avanza una proposta di “co-governance” ai soci di maggioranza di SAT. Vuole il potere di nomina dell’AD e poteri che a volte si danno ai “soci industriali”, ben oltre quelli che avrebbe un socio di minoranza. I soci pubblici che governano (bene) SAT con la maggioranza del 55% aprono ad una possibile collaborazione, riservandosi di valutare la proposta del nuovo socio che

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viene presentata in forma scritta, a firma dell’Ing. Roberto Naldi, il 19 febbraio 2014 e valutata dal Direttivo e dall’Assemblea del Patto parasociale di controllo di SAT (composto dalle istituzioni pubbliche e dalla Fondazione Pisa). Al contempo, il presidente Rossi, con il consenso del Presidente del Consiglio Enrico Letta, cerca di convincere Eduardo Eurnekian a comprare anche la quota detenuta dal fondo F2i, gestito da Vito Gamberale, in AdF. Per favorire l’integrazione dei due scali, in un sistema coeso – vedi prospettiva avviata per la Holding – e secondo il Piano Nazionale degli Aeroporti che per Pisa e Firenze intanto, a gennaio, ha previsto la “gestione unica”, consentendo così al polo aeroportuale toscano di collocarsi fra gli aeroporti “di prima fascia”, riconosciuti come “strategici” dall’Unione Europea. Gamberale accoglie la proposta e dà la disponibilità a vendere il suo 33%, seppure a caro prezzo. Intanto si sta concludendo anche la trattativa con i soci privati di SAT che vogliono vendere. Nei giorni in cui si discute di SAT e di AdF e poi si concludono le trattative cade il governo Letta e s’insedia il nuovo governo Renzi. Letta si dimette il 14 febbraio e Renzi s’insedia al Governo e il 25 febbraio ottiene la fiducia delle camere. Il 28 febbraio il “Corriere Fiorentino”, rivela che il giorno prima, a Roma, Rossi ha incontrato il magnate armeno-argentino Eduardo Eurnekian. Il 4 marzo, dopo l’acquisto avvenuto delle quote in SAT e in AdF, Naldi annuncia l’OPA obbligatoria su AdF (ha comprato oltre il 30% delle azione e l’OPA è automatica) e l’OPA volontaria su SAT non concordata con il Patto parasociale dei soci pubblici che, come si è visto, sta invece valutando la proposta di un “patto di co-governance”. Il 7 marzo, con un’intervista a “Il Tirreno”, Naldi lancia l’OPA in modo aggressivo (“vogliamo il 51%”), chiede la fusione delle due società entro il 2014 e propone un piano industriale unico chiedendo ai due Ad delle società di scriverlo. Il giorno dopo il Patto dei soci pubblici prende le distanze dall’OPA, poi comunica ufficialmente alla CONSOB che i soci non sono interessati alla vendita e chiede un incontro di chiarimento con Corporacion America Italia chiedendo all’Offerente la rinuncia all’OPA e il ritorno alla proposta iniziale di collaborazione. Nell’incontro svoltosi il 14 marzo fra il Presidente del Patto parasociale di SAT e l’Ing. Naldi il rappresentante di Corporacion America Italia conferma la volontà di portare a compimento l’OPA volontaria. Intanto s'inizia a far circolare la voce secondo cui “la Regione potrebbe vendere”.

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L’Amministratore Delegato di AdF Dr. Vittorio Fanti, subentrato a Marinò quale espressione del gruppo Corporacion America, il 26 marzo scopre le carte: sposa il “Master Plan” di AdF, con la pista di 2400 metri, e dichiara che “la dizione di City Airport probabilmente merita una riconsiderazione, nel momento in cui l’aeroporto merita un riconoscimento per ciò che è e può essere”. “Anziché City Airport, chiamiamolo Airport City”, dice. E, ancora, dice che “Airport City rappresenta la dignità di un aeroporto di una grande città, City Airport è una bomboniera, con un ruolo limitato nei trasporti” e che AdF avrebbe “una serie di interessi manifestati dai maggiori vettori internazionali” aggiungendo in merito che “il problema è la capacità” (ANSA). Affermazioni che si ritrovano, per altro, confermate dall’esame fatto in confronto dei contenuti dei due documenti-prospetti d’OPA che Corporacion America Italia ha lanciato su AdF e su SAT. Infatti, i soci privati, mentre chiedono un finanziamento pubblico di 120-125 milioni di euro, incassano e non mettono affatto in discussione la previsione della pista di 2400 metri. E a ciò aggiungono, nell’Offerta per AdF una chiara indicazione per un investimento immobiliare complementare al miglioramento della nuova aviostazione del Vespucci. Ciò mentre per Pisa il privato sottovaluta e si mette da parte la previsione della “Cittadella Aeroportuale”, programmata dal Comune d'intesa con la Regione, dopo la certezza della realizzazione del “people mover”. A rincarare la dose arrivano poi le dichiarazioni del Viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini – che ha sostituito in quel ministero Erasmo D’Angelis –: “la mia opinione su Firenze non cambia, serve una pista adeguata ad una città straordinaria come questa, il ministero condivide l’ipotesi di una pista di 2400 metri” (ANSA). La situazione precipita rapidamente. Nonostante le decisioni formali del Patto di SAT, sempre prese con voto unanime e comunicate alla CONSOB, la Giunta Regionale il 5 maggio approva una sua delibera per il Consiglio Regionale che apre la strada alla vendita delle azioni di SAT e alla privatizzazione della società che non è prevista dal Programma di Mandato né da altri atti di programmazione e che, anzi, contraddice l’”Accordo” sottoscritto per la realizzazione di una Holding. Il giorno dopo il presidente Rossi fa una dichiarazione che scavalca e smentisce le decisioni degli organi del Patto (e la CONSOB rileva e chiede la pubblicazione integrale delle dichiarazioni) e che dimostra la conoscenza esclusiva di elementi sensibili per l’OPA dovuti ad informazioni date da Corporacion America Italia alla Regione e non agli altri soci della maggioranza di controllo. Al privato verrebbe data impropriamente la funzione di unificatore e di garante di un equilibrio non concorrenziale. Addirittura gli si assegna il compito di fare “linee guida del piano strategico per le società SAT e AdF”, valutando “perfettibili” le proposte che Corporacion America Italia subito dopo, il 7 maggio, presenterà in una conferenza

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stampa per colmare le enormi lacune del Documento di Offerta su SAT. Proposte conosciute a Rossi quanto ignote agli altri soci del Patto, col determinarsi di una situazione in chiaro contrasto con gli obblighi sanciti dal Patto. La Regione si priverebbe, per sua scelta, del suo potere d’indirizzo, oggi essenziale per dare equilibrio al sistema aeroportuale toscano. Il privato, com’è normale che sia, agirebbe per logica di mercato e in ragione dei propri interessi, magari condizionati dall’erogazione di finanziamenti pubblici o di pressioni di natura politica, come già pare accadere.

Non è affatto detto che la privatizzazione fatta a profitto di un privato presente in SAT e in ADF salvaguardi perciò il futuro dell’Aeroporto “Galilei”. Inoltre, nella dichiarazione del Presidente Rossi si dice che “l’imprenditore privato ha già investito 70 milioni ed è disposto ad investirne altrettanti per ottenere la maggioranza nelle due società”. Con due evidenti inesattezze. Prima: pur valutando significativo l’apporto di un imprenditore che ha esperienza nel settore aeroportuale, non d’investimento si tratta, ma, in ogni caso, per le partecipazioni già comprate come per le OPA, si deve parlare invece dell’acquisizione di quote di due società, con i poteri che ne derivano, non di aggiunta di capitale o d’incremento d’investimenti portati a profitto della società. Secondo: il 28 aprile, come si vedrà in seguito, Corporacion America Italia aveva già fatto un patto parasociale con So.G.Im, noto alla Giunta regionale, che aveva sciolto il patto della Regione con So.G.Im, e dunque per l’OPA su AdF di certo ciò ha prodotto un sicuro risparmio, perché il 12.31% delle azioni di So.G.Im non dev’essere acquistato. A Pisa il Consiglio Comunale (8 maggio) e quello della Provincia (12 maggio) votano nettissimi ordini del giorno, che analizzano e giudicano compiutamente la situazione e danno indirizzi molto precisi a Sindaco e Presidente, contro l’adesione all’OPA. Comune e Provincia, inoltre, rilanciano con forza la richiesta, ripetutamente espressa dal Sindaco e dal Comitato Direttivo del Patto parasociale di controllo di SAT, perché la Regione Toscana consegni lo studio completo realizzato dalla società KPMG per la valutazione di SAT e di AdF, realizzato per l’intesa e con il finanziamento diretto di tutti i soci pubblici e delle fondazioni che, dicono “dev’essere reso disponibile e pubblico in un frangente di decisioni strategiche tanto rilevanti”. Ma la Regione oppone un diniego, su richiesta esplicita dei rappresentanti degli enti fiorentini (30 aprile), portando il Sindaco di Pisa ad evocare il ricorso all’“accesso agli atti” secondo previsto dal Codice del Procedimento Amministrativo. Comune e Provincia, rifacendosi ad un parere dello Studio di Avvocati Norton Rose Fulbright, richiesto da SAT, dichiarano, oltre all’indisponibilità ad aderire all’OPA, la volontà di far valere le regole che disciplinano il Patto parasociale di controllo di SAT e definiscono gli obblighi dei soci che l’hanno sottoscritto. In sostanza: per uscire dal Patto e vendere le azioni, in caso di OPA volontaria, serve il consenso di tutti i soci che hanno sottoscritto il Patto e Comune e Provincia questa liberatoria alla Regione non la

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daranno. Anzi, diffideranno la Regione, perché in caso di vendita non autorizzata e di perdita della maggioranza della società rappresentata dal Patto, si applicherebbe una penale d’enorme importo, pari al 25% del valore della SAT, vale a dire circa 35 milioni di euro a carico di chi deliberasse la vendita delle azioni. Filippeschi e Pieroni, forti del voto unanime, richiamano agli impegni sanciti nella variante al PIT anche per la realizzazione dei potenziamenti infrastrutturali aeroportuali da parte di AdF, da farsi in autofinanziamento, per non incorrere nei divieti imposti dalla legislazione europea sugli “aiuti di Stato” (ultima la Comunicazione della Commissione “Orientamenti sugli aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree 2014/C 99/03 del 4 aprile 2014”). Così esibiscono il parere legale acquisito dalla SAT e trasmesso alla Regione Toscana il giorno 28 aprile 2014 “rivendicando il diritto alla parità di trattamento delle società di gestione e delle città in cui gli aeroporti sono insediati e ribadendo la più ferma opposizione ad ogni scelta viziata da municipalismo e dunque alla realizzazione di una duplicazione concorrenziale degli aeroporti toscani e al conseguente enorme e dannosissimo spreco di danaro pubblico”. Filippeschi e Pieroni richiamano la Giunta regionale agli impegni, ad una corretta programmazione territoriale per lo sviluppo delle relazioni strategiche fra l’Area Metropolitana Firenze-Prato-Pistoia e l’Area Metropolitana della Toscana Costiera, affrontando con investimenti pubblici appropriati e non in conflitto con la legislazione dell’Unione Europea i grandi obiettivi ancora mancati, quali, ad esempio, il potenziamento e la velocizzazione dei collegamenti ferroviari fra Pisa e Firenze (anche per facilitare la il lavoro e la vita dei pendolari) e la modernizzazione e messa in sicurezza della Strada di Grande Comunicazione Firenze-Pisa-Livorno, per la quale s’ipotizza un finanziamento tramite pedaggio che sarebbe in aperta contraddizione con l’erogazione finanziamenti ad una società privata qual è AdF per costruire un “aeroporto doppione”, con una scelta di sviluppo squilibrata e dissipativa. Il 28 aprile il CdA di SAT definisce l’OPA “non congrua”, per il suo corrispettivo e per la mancanza di garanzie sul piano industriale. E il Patto di SAT fa suo questo giudizio, rincarato dall’advisor MRB, che stronca l’Offerta. Mentre gli analisti indipendenti che esaminano SAT e AdF e informano il mercato mantengono pesantissimi giudizi sull’OPA (si vedano quelli di Bacoccoli). Infatti il Comune di Pisa il 6 maggio si dota di un parere sull’OPA dell’advisor Moores Rowland Bompani che definisce il corrispettivo “non remunerativo” e che non dà a SAT e all’Aeroporto “Galilei” garanzie di sviluppo mostrando il confronto fra le due offerte “uno scenario a totale vantaggio dello scalo fiorentino” http://www.comune.pisa.it/it/default/14530/Aeroporto-Galileo-Galilei-Pisa.html .

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Il Patto di SAT conferma le sue decisioni unanimi, per il mantenimento della maggioranza delle azioni. Ma con le decisioni della Giunta regionale il Patto è indebolito, chiaramente danneggiato nelle sue prerogative essenziali, di fatto non ha più forza e spazio di trattativa con il nuovo socio privato. La Regione vuole vendere le sue azioni, privatizzando SAT con l’adesione ad un’OPA per niente amichevole, anche tutte, grazie ad una modificazione della sua deliberazione fatta “fuori sacco”, procedimento anomalo in caso di decisioni così importanti, nella Giunta regionale del 12 maggio. Deliberazione oggetto di contestazioni e ripensamenti, tanto che due assessori Marson e Nocentini, dati presenti e votanti, diventano poi assenti con un errata-corrige, e sono in dissenso. Sta di fatto che nelle ultime quattro riunioni di Giunta regionale delle ultime quattro settimane la stessa deliberazione di proposta al Consiglio Regionale ha subito sempre modificazioni: siamo alla quarta versione. Non si valuta che la cessione dell’intero pacchetto azionario detenuto dalla Regione viola il DM 521/97, là dove questo impone la conservazione in capo agli enti pubblici di una quota pari almeno ad un quinto del capitale. Tutto ciò mentre il patto già realizzato il 28 aprile 2014 da Corporacion America Italia S.r.l. con la società SO.G.IM S.p.A. per la gestione di AdF dimostra che Eurnekian con l’OPA obbligatoria non compra il 51% – e non spende le relative risorse, dunque – ma invece fa a Firenze quello che aveva annunciato di voler fare a Pisa, amichevolmente, in un primo tempo, insieme alla maggioranza dei soci pubblici (questo dopo che la Regione il 16 aprile, a OPA già lanciata, ha sciolto il suo patto sottoscritto con So.G.Im, che era stato sottoscritto 2 aprile 2013, per favorire il nuovo patto fatto fra i soci privati e senza fare comunicazioni al Patto SAT). Il 14 maggio il Consiglio di Amministrazione della SAT vota un impegnativo documento che, presentando il Piano di sviluppo aeroportuale approvato in sede tecnica dall’ENAC precisa la posizione dell’azienda verso le iniziative dannosamente competitive: “non si giustifica l’ipotesi di realizzazione a Firenze di una nuova pista di 2400 metri (e non di 2000 come previsto dal PIT), così come richiesto dal Presidente ENAC Vito Riggio, dal CdA AdF che ha approvato il P.S.A. dell’aeroporto di Firenze con una pista di 2400 metri, prevedendone il finanziamento tramite contributi pubblici per il 50%, nonché dal Vice Ministro alle Infrastrutture On. Riccardo Nencini, che ha affermato che “il Ministero condivide l’ipotesi di una pista di 2400 metri”. Sempre in contrasto con il già citato PIT, l’AD di AdF ha di recente dichiarato che la dizione di City Airport probabilmente merita una riconsiderazione e che Airport City rappresenta la dignità di un aeroporto di una grande città, contraddicendo anche la visione del Piano Nazionale degli Aeroporti, per il quale l’insieme Pisa-Firenze è un unico sistema e quindi Pisa è anche aeroporto di Firenze, e viceversa. In sintesi, fare sistema significa definire le specializzazioni dei due aeroporti e programmarne le infrastrutture di conseguenza. Consentire una pista di 2400 metri a Firenze significa uscire dall’ambito del City Airport

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(voli intraeuropei) per aprirsi ai voli di medio/lungo raggio, ponendosi in piena e diretta concorrenza con l’aeroporto di Pisa, e questo prevedendo fin dall’inizio finanziamenti pubblici al 50%, esclusivamente per AdF. Nel confermare la programmazione prevista in autofinanziamento P.S.A. dell’Aeroporto di Pisa, il CdA SAT sollecita gli organi competenti a fare concreta chiarezza sui ruoli dei due aeroporti, a partire dal corretto dimensionamento delle infrastrutture di volo (piste) e dei relativi investimenti, elementi dai quali non si può prescindere per qualsiasi concreto percorso di integrazione”. I rappresentanti di Corporacion America Italia nel Consiglio di Amministrazione della SAT votavo contro al documento, che viene approvato con i voti dei rappresentanti dei soci pubblici. A Pisa nasce una straordinaria e unitaria mobilitazione: al presidio fatto davanti all’Aeroporto “Galilei” aderiscono 72 associazioni cittadine. I maggiori sindacati, Cgil, Cisl e Uil, contestano le scelte della Giunta Regionale e proclamano lo stato di agitazione. L’Ugl si mobilita e partecipa alle iniziative delle associazioni. Ventiquattro presidenti delle associazioni d’impresa dell’artigianato, del commercio, del turismo e dei servizi dell’area vasta della Toscana Costiera, di Livorno, Lucca, Massa-Carrara e Pisa, scrivono una lettera aperta di protesta ai Consiglieri regionali. Il 21 maggio l’Assemblea del Patto di sindacato della SAT conferma con voto unanime, come unanime era stato quello del Direttivo, il giudizio negativo sull’OPA: “l’Assemblea, confermando la decisione già presa dal Comitato Direttivo il 10 maggio, ritiene pertanto che non vi sia alcun elemento che, allo stato degli atti, possa modificare il giudizio operato dal CDA dell’Emittente. L’Assemblea riconferma l’iniziativa già rivolta dal Patto all’Offerente per giungere ad un governo condiviso della società”. Dunque il Presidente del Patto invia a Corporacion America Italia, che aveva respinto la richiesta d’incontro rivoltagli dal Direttivo, le “Premesse”, un documento che delinea un preciso percorso, per impostare un patto di co-governance http://www.pisainformaflash.it/notizie/dettaglio.html?nId=17845 e per portare a compimento il percorso avviato per la realizzazione della Holding, per la “gestione unica”, responsabilizzando le due società. Il Consiglio delle Autonomie Locali della Toscana, con voto unanime, nella seduta di giovedì 22 maggio acquisisce le Osservazioni proposte dal Presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni e le trasmette alla Giunta regionale e al Consiglio Regionale http://www.pisainformaflash.it/notizie/dettaglio.html?nId=17885 . Le considerazioni che si devono fare, in sintesi:

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Si vuole trasformare, in ogni modo, il “Vespucci” in un aeroporto competitivo verso il “Galilei”.

Con la vendita delle azioni in SAT la Regione Toscana rinuncerebbe a fare da punto d’equilibrio, come le spetta per compito istituzionale e per gli atti di programmazione approvati e vigenti, e da argine rispetto alla spinta per il “grande Aeroporto di Firenze”, com’è avvenuto, invece, negli ultimi trent’anni.

Il “grande Aeroporto di Firenze” si può fare solo con un grande finanziamento pubblico, ostacolato, però, dalla legislazione europea sugli “aiuti di Stato” e contro la concorrenza e aumentando di molto, tre volte di più, il numero dei passeggeri all'anno: da 2 milioni a 6 milioni.

Si vuole privatizzare SAT per “sterilizzarla”, per impedire alla società di difendersi dalla competizione, dovuta in primo luogo alla realizzazione della pista di 2400 metri, facendo valere, per esempio, proprio le regole e i vincoli della legislazione dell'Unione Europea sugli “aiuti di Stato”.

Si nega la consegna dello studio di KPMG perché dimostra che senza il finanziamento pubblico la pista non si potrebbe fare e dunque perché si vedrebbe con estrema chiarezza la differenza di valore fra SAT e AdF, a vantaggio della prima società, e questa realtà travolgerebbe l’OPA contro SAT, evidentemente squilibrata a favore di AdF. Si nasconde uno studio costato circa 360 mila euro pensando che dopo la privatizzazione della SAT, se riuscisse farla, il lavoro fatto con l’“Accordo” per la Holding verrebbe cestinato, poiché SAT non potrebbe più difenderlo. Tanto che l’Ing. Naldi in due interviste a quotidiani ha chiaramente messo in discussione, senza averne alcun titolo, l’ “Accordo” fatto fra soci pubblici e fondazioni e ha disconosciuto preventivamente lo studio di KPMG. Questo è già un chiaro effetto della “sparizione” della Regione dal processo d'integrazione.

Ad oggi non si è cambiato il “Master Plan” di AdF e, dunque, poiché le proposte di sviluppo aeroportuale le fanno le società di gestione – e solo le società di gestione –, si vuole consentire all’ENAC e al Governo di validarlo e confermarlo, forzando la programmazione vigente, il PIT e i poteri della Regione.

Si cerca di garantire un qualsiasi debole impegno per convincere il Consiglio regionale che non ci sarebbe competizione, ma non si risponde più agli interventi pesanti di Riggio, Fanti e Nencini e ancora non si approva il PIT con un voto definitivo e dunque il nuovo Master Plan Aeroportuale Regionale, strumenti di effettiva garanzia per il “Galilei” e per il “Vespucci”. In realtà è evidente che per dare vere garanzie si devono approvare i nuovi strumenti di programmazione e si deve realizzare un’intesa della Regione, dei Comuni e delle Province con il Governo che assicuri il piano integrato di sviluppo per i due aeroporti, con le caratterizzazioni specifiche e senza scelte concorrenziali. Altrimenti ogni rassicurazione può essere volutamente effimera e solo strumentale all'obiettivo della privatizzazione, posto assurdamente “a priori”.

Questa semplice realtà scopre le contraddizioni:

Page 11: Vicenda grande aeroporto per firenze e opa di Eurnekian su sat e adf

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si è di fronte all’enormità di una privatizzazione, fatta imprudentemente a mezzo dell’adesione di un’OPA, con un blitz, senza un adeguato dibattito pubblico e contraddicendo tutti gli atti di programmazione della Regione e tutte le intese sottoscritte;

l’OPA su SAT è debole e poco credibile e la conduzione concreta tanto contraddittoria delle due OPA è ancora tutta da spiegare, lascia molti dubbi irrisolti;

si rischia di rompere un Patto di governo di SAT che ha funzionato molto bene, infrangendo ogni regola che lo governa e che tutela i soci e esponendo pesantemente chi deve decidere con il suo voto;

si dà la maggioranza ad un privato, con la piena consapevolezza che si sta facendo un’operazione impropriamente competitiva ai danni del “Galilei”, che si mettono in crisi investimenti molto consistenti e ottimamente avviati, che dunque si sprecheranno centinaia di milioni di soldi pubblici compromettendo lo sviluppo dell'Aeroporto di Pisa e assorbendo una quantità ingentissima di risorse pubbliche a favore dell'investimento di un'impresa privata (perché alcuni esperti dicono che l’operazione “grande Aeroporto di Firenze” costerà assai più di 250 milioni di euro, viste le prescrizioni, obbligate, deliberate dalla Regione nel PIT già adottato).

Tutti i documenti citati e molti materiali d’interesse sono disponibili nella Rete Civica Pisana, il Sito Web ufficiale del Comune di Pisa: www.comune.pisa.it/sat .

In queste schede si è omesso di riferire delle opposizioni in corso da parte del Comune di Sesto Fiorentino, di quello di Prato e degli altri della piana, delle ricerche svolte, dei problemi ambientali ed urbanistici, dei problemi di sicurezza dei voli: anche questo è un capitolo molto importante per il Consiglio regionale, ancora aperto.

Pisa, 27 maggio 2014.