Viaggio verso la puglia ii pub

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link alla prima tappa

viaggio verso la puglia ii lazio

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Lasciamo la Toscana con l’intenzione di passare sulla costa adriatica, con una

sosta a Spello, cena e pernottamento nella medievale Ascoli; purtroppo il tempo

non ci aiuta, a est piove e pioverà anche domani.

Non ci piace, non rischiamo, rapidamente decidiamo un cambiamento;

rimaniamo lungo la costa tirrenica.

La prima meta interessante che troviamo sulla carta geografica è Tivoli; villa

Adriana (Video) e villa d’Este. Deciso! si va, il tempo è buono e la fortuna ci

assiste: oggi primo maggio, l’ingresso è gratis, non guasta!.

La scelta si rivela giusta, subito dopo l’ingresso il parco di alberi secolari, pini,

ulivi, e quercie sono, guarda caso “imperiali”;

ascolto curiosamente i discorsi di un gruppetto di abitanti di Tivoli, si

rammaricano che i numerosi alberi di Giuda siano in ritardo con la fioritura; cerco

il sito sull’ipad, hanno ragione! Sarebbe una meraviglia.

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Pazienza non si può avere tutto. Guardiamo la pianta del sito, è meglio seguire

l’itinerario consigliato, anche perché la prima tappa è un plastico:

Ad integrazione della piantina è una buona guida visiva per proseguire, verso il

Pecile che un’enorme cinta muraria, porticata, intorno ad una piscina.

Rimaniamo stupiti dalla posa dei mattoni a spina di pesce, soprattutto per la

piccola dimensione degli stessi, in rapporto alla grandezza della costruzione.

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Attravesiamo fino all’Antinoeion, tomba del figlio di Adriano annegato nel Nilo. A

fianco le cento Camerelle erano probabilmente le abitazioni della servitù.

Facciamo qualche passo indietro fino alla sala dei filosofi e alle Terme con Heliocaminus, riscaldate, con calidarium e frigidarium; i romani la sapevano lunga in fatto di piaceri corporali spa (ma non società per azioni)!

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Poco più in la il Teatro Marittimo che altro non è che il luogo privato

del’imperatore, un isolotto in una grande vasca, accessibile con dei ponti mobili.

QUI SELFIE!

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Con l’ipad in mano guardiamo le ricostruzioni di tutte le strutture come dovevano

essere originariamente, il palazzo imperiale e la piazza d’oro con ricchi mosaici,

oggi solo frammenti, e fontane con giochi d’acqua.

L’occhio è appagato, la storia non è più un’antipatica materia scolastica, ma il

piacere della scoperta.

Attraverso gli edifici più importanti quali le terme il criptoportico e il pretorio,

dove probabilmente soggiornava la guardia imperiale a difesa del luogo, ci

dirigiamo al pezzo forte della villa, il Canopo.

Palazzo imperiale e piazza d’oro

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Corridoio sotterraneo che porta dalle piccole alle Grandi Terme

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Grandi Terme

Alessandria e Canopo (Video)erano congiunte da un canale di cui qui troviamo

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la rappresentazione, e doveva essere una grande area per banchetti all’aperto

con giochi d’acqua. Bellissimo, entusiasmante!

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Ci avviamo all’uscita passando per il tempio di venere che domina la vallata.

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All’uscita ci informiamo per la visita a villa d’Este, e con rammarico apprendiamo

che domani, lunedì è chiusa, sempre, perché non si sa. Peccato avremmo messo

insieme, volentieri, la villa dell’imperatore con quella del cardinale.

Il “Godereccio” è uno stile architettonico che non cambia con ere e regnanti, e

si porta dietro sempre tanta bellezza; noi che non abbiamo pagato le tasse

all’epoca, godiamo solo di quanto ci è stato tramandato.

Il pensiero va sempre, anche, a tutti coloro che hanno lavorato a queste opere

con poco riconoscimento; o addirittura sono morti durante la realizzazione.

Grazie a tutti voi!

CIAO TIVOLI, ARRIVEDERCI

N.B. Le foto non sono tutte mie, non viaggio più con pesanti macchine fotografiche e obiettivi APO! La rete mi rende tutto quello che mi serve.

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Riprendiamo la strada verso sud, l’obiettivo è raggiungere la Napoli-Bari,

perdendo almeno un giorno, sempre poiché le previsioni del tempo non ci danno

tregua; avremo il sole in Puglia dal 3 maggio. Anna, mia moglie, ha un’ottima

idea, pernottiamo a Cassino, visitiamo l’abbazia poi andiamo alla Reggia di

Caserta, San Leucio ed il vuoto è riempito; approvo, troviamo un hotel, proprio

all’imbocco della strada per la rocca.

Camminiamo un po’ per il centro, anonimo, insignificante, non c’è niente da

ricordare inoltre i ristoranti sono tutti chiusi; siamo costretti ad entrare in un

enorme buffet cinese, di quelli con la catena di montaggio per lo stomaco;

ricordando Charlot in tempi moderni, evitiamo. Ci serviamo al buffet “abbùffati

che tanto costa uguale!”, naturalmente con noi ci guadagnano loro. Comunque

meglio di quanto pensassimo! Meglio di quello che c’è nella nostra città, che già

male non è.

Fra Pienza e Tivoli oggi abbiamo scarpinato parecchio, e, quando Morfeo ci vuole

abbracciare, non disdegnamo punto.

La mattina del 2 Maggio siamo stranamente lesti nel raggiungere il parcheggio

dell’Abbazia, solo un’altra coppia prima di noi. (Video)

Subito, varcata la soglia d’ingresso, realizziamo di non essere informati su

questo luogo. Non lo conosciamo, non ci siamo documentati, pensiamo che

comunque sia un sito di grande interesse (la chiesa a tutt’oggi è ancora il più

affidabile custode delle bellezze artistiche del nostro paese!), ma… mai avremmo

pensato di trovare questo splendore!!. (Video)

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Magnifiche corti, chiostri, balconate con vista sulla valle, una meravigliosa

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basilica e una cripta incredibile. Qualche dubbio sulla ricostruzione ci viene; per

quanto nella mia ignoranza non avessi notato nulla che non fosse barocco e

parimenti nulla di stonato, al momento non riuscivo a credere che tutto fosse

così prima del crollo.

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Cerco sul sito informazioni, ma non ne trovo di facilmente accessibili, che

confortino un qualsiasi mio dubbioso pensiero. Nel frattempo tutti e due di tanto

in tanto, automaticamente, ci guardiamo, storciamo le labbra all’ingiù, come per

pronunciare una lunga mmmm seguita da una “a” quasi afona, per poi svuotare

la bocca con un tipico “che roba!?!” della nostra lingua emiliana.

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Io, come quasi sempre, non mi accontento così e, mi guardo intorno; mia moglie

che mi conosce mi guarda di soppiatto e con sospetto. Ho addocchiato la

salvezza: un religioso, molto anziano, siede solo, isolato in preghiera e

meditazione, in un banco a metà della navata centrale. “Non disturbarlo! Decreta

Anna, sta pregando!”. Tanto, lei sa che, l’unica cosa che ascolterei è un “te

l’avevo detto” in caso di palese figuraccia. Mi avvicino, anzi mi appropinquo, che

pur essendo uguale mi sembra più lento, quindi mi appropinquo e mi siedo a

fianco della vittima.

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Tengo l’espressione di un fedele che si vuole confessare, ma senza fatica, perché

sono già pentito di aver disturbato. “Mi scusi, Padre, posso disturbarla un

attimo?”, mi guarda con tolleranza cristiana ma anche un po’…., scocciato,

scocciato è troppo, ma la direzione dell’espressione è quella. Attendo

tatticamente un paio di secondi, fino a che la scocciatura diventi curiosità e mi

dia un segnale di richiesta di proseguire. Gli parlo delle mie curiosità in merito

al restauro, soprattutto della basilica e della cripta, dei milioni d’intarsi

marmorei, bellissimi, perfetti, dei mosaici, principalmente di quelli d’oro. Capisce

subito, non per la mia spiegazione del problema, ma perché mi legge negli occhi

la disperazione di non sapere quello che qui è accaduto, e perché, con l’indice,

addito l’ipad, come dire “non ci sono notizie sufficienti qui!”.

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Il secco wadi si alza e diventa un impetuoso fiume, e si capisce bene che lo fa,

non per mostrar la sua conoscenza sull’argomento, ma per istruirmi, perché io

sappia, effettivamente la storia del restauro. Senza annoiare nessuno fra coloro

che leggeranno questo diario, non dirò i nomi dei vari architetti che hanno

riprogettato la struttura e dei maestri che hanno eseguito le opere; dirò solo che

Pietro, mi ha spiegato, argomenti controllabili negli archivi storici, che tutto è

stato ricostruito fedelmente fino all’ultimo capitello e fino all’ultimo intarsio come

scritto nei documenti, raffigurato nei disegni originali e testimoniato dalle foto

prima del bombardamento.

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Video fra il burino e il molto coatto; mi aspettavo anche che uscisse una

radiolina “caa a partita daa a Roma”!

Oggi siamo felicemente un po’ benedettini, proseguiamo, per vedere se ci viene

voglia di essere anche un po’ borboni.

N.B. Le foto non sono tutte mie, non viaggio più con pesanti macchine fotografiche e obiettivi APO! La rete mi rende tutto quello che mi serve.