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ElefantenTreffen 2018
L’Elefantentreffen o più volgarmente chiamato dagli italiani Raduno degli Elefanti, quest’anno è giunto alla sua
62° edizione e alla 30° nella Bayerischer Wald, durante il primo weekend di febbraio, posticipandolo rispetto ai
fatidici 3 giorni della merla in cui si è sempre svolto. Anche se alla fine si riduce tutto ad una manciata di
giorni, la preparazione mentale e del mezzo inizia mesi prima.
Insieme a due amici, Stefano e Daniele, conosciuti alla tendata invernale di Motociclismo, abbiamo deciso di
imbarcarci in questa avventura. Dopo le vacanze estive si entra nel vivo, prenotando la camera a Monaco per la
prima notte e mettendo cosi delle realtà alle parole che svolazzano per aria. Può sembrare strano ma l’Elefante è
una cosa su cui bisogna riflettere e prepararsi per ogni condizione che si trova lungo la strada, ed il bello è
proprio questo, seno lo farebbero tutti.
Prenotata la camera, si pensa al mezzo, cena a inizio dicembre per mettere insieme un po’ di idee, e
quell’evento che a settembre sembrava cosi lontano, si avvicina sempre di più. E qua si inizia a controllare le
varie webcam per capire cosa ci attenderà.
Il mezzo richiede, giustamente, un minimo di preparazione; tralasciando la parte meccanica che comunque un
occhio merita, si passa alla parte della trazione su neve e alla protezione dall’aria del pilota. Per il primo punto
l’anno scorso avevo provveduto ad acquistare delle vecchie catene König da auto da adattare alle ruote del mio
Transalp, ma dopo varie prove ho capito che erano molto scomode nella fase di montaggio e prendevano dentro
nel parafango, quindi dopo essermi fatto un po’ di cultura su come costruire delle catene su YouTube ho
provveduto a fabbricarle; nel frattempo ho girato numerosi centri di bricolage alla ricerca dei pezzi giusti,
incontrando anche un paio di motociclisti nella mia stessa situazione. Per il secondo punto, invece ho progettato
e realizzato da un pezzo di lamiera sottile e due piastre di acciaio spesso dei parapiedi estesi fino al ginocchio,
in modo da proteggermi dal freddo e dagli agenti atmosferici; infine per le mani avevo in giro un paio di
moffole regalatemi dal mio meccanico di fiducia. Il tutto ha occupato svariate sere fino a notte fonda di
dicembre e gennaio, però devo dire che né è valsa la pena perché il lavoro è venuto bene.
E cosi siamo a fine gennaio, quello che sembrava un evento così lontano è arrivato molto in fretta e non potrei
esserne più contento. La partenza è fissata a giovedì mattina alle 7:45 a Olgiate Molgora. Purtroppo per
problemi lavorativi Daniele non è potuto essere dei nostri, ma al suo posto è venuto Carlo, un simpatico
carrozziere di Cesano Maderno. Preparati i bagagli la sera prima e tutti gli indumenti, la partenza è imminente.
Sveglia alle 6:30, guardo fuori dalla finestra del bagno e il tempo non è certo dei migliori, poiché piove e anche
bene. Ho capito che si parte con la tuta antipioggia. Passato il traffico della superstrada, entro nella Como-
Bergamo, mi fermo a bere il caffè dopo e alle 7:45 spaccate sono al cimitero dove trovo i miei amici pronti e
con i due GS carichi come se dovessero fare un viaggio in Mongolia.
Si parte per davvero, sotto una bella pioggia, ma fa niente, l’elefante è un’avventura fin dai primi chilometri.
Dopo una breve tregua da parte della pioggia nel tratto Bergamo-Brescia, riprende più forte di prima. Prima
sosta in un’area dopo Trento per rifornimento e caffè, e poi via verso il Brennero, qui si iniziano a vedere i
primi motociclisti intenti a compiere il nostro stesso itinerario.
Il tempo non accenna a migliorare, anzi peggiora sempre di più fino a tramutarsi in neve al Passo del Brennero.
Qui sosta nel nuovo ed enorme area di sosta/museo per riacquistare la temperatura normale del corpo umano e
prendere le vignette per l’autostrada austriaca, con €5,20 per le moto si circola sulle autostrade per dieci giorni,
una figata! Foto di rito sotto la scritta A22 con tanto di neve e si riparte.
Passato il Brennero di arriva all’Europa Bridge, questo si paga a parte dato che è considerato come tratta
speciale e costa €9,50 non poco però rapportato alla strada tenuta molto bene e con alti costi di gestione.
La pioggia ci accompagna sempre, fedele come le nostre moto, per fortuna le tute impermeabili tengono,
insieme alle moffole e i parapiedi, che svolgono il loro lavoro in modo impeccabile. L’ultima sosta è 150km
prima di Monaco, in un autogrill dove troviamo un bel gruppo di motociclisti per poi scoprire che sono i ragazzi
del gruppo ELEFANTENTREFFEN.COM con cui condivideremo l’albergo, la cena e anche i due giorni
seguenti. Noi arriviamo e loro ripartono. In questa sosta ci concediamo anche un breve spuntino visto che l’ora
di pranzo è passata da un po’. Pronti via, si riparte. Abbiamo avuto qualche notizia da alcuni motociclisti
arrivati che sulla strada per Monaco sono in corsa forti nevicate, quindi ci mettiamo in viaggio un po’
preoccupati; per fortuna a parte un breve tratto con nevicate intense ma senza che attecchisca all’asfalto,
arriviamo a München in un paio d’ore, sempre sotto una pioggia battente. L’albergo prenotato da Stefano è
subito fuori dalla tangenziale tedesca e si chiama Hotel Leonardo. Qui ritroviamo alcuni centauri incontrati
nell’area di sosta e anche qualcuno in più. Fatto il Check-in portiamo le moto nel parcheggio sotterraneo e
scaricati i bagagli possiamo finalmente riposarci in camera. Dopotutto in meno di 8 ore abbiamo fatto 600km
sotto la pioggia battente e qualche nevicata, non male direi.
Dopo qualche ora di riposo e una bella doccia calda rigenerante, lo stomaco inizia a gorgogliare, anche a causa
del misero panino del pranzo. L’appuntamento è alle 20 alla HB di Monaco, una delle due più antiche birrerie
della città bavarese, dove il Führer stesso amava bersi un bel boccale di birra. Ma non siamo soli, insieme a noi
ci sono tutti i matti del gruppo elefantentreffen.com, circa una trentina di persone. Raggiungiamo la birreria con
la metropolitana, molto pulita ed efficiente, e ci concediamo un breve giro in Marienplatz. Monaco è una tipica
città bavarese, molto curata e pulita, dove gli edifici storici ma tutti restaurati si fondono con quelli di nuova
concezione, si qui si respira quell’atmosfera tipica tedesca, fatta di persone a passeggio, tra vicoli e vicoletti, e
pub dove si può bere un’ottima birra in compagnia. La serata procede tranquilla, tra un boccale e uno stinco ed i
balli tipici bavaresi dal palco; inoltre nella tavolata opposta alla nostra vi è un folto gruppo di cinesi che a fine
serata coinvolgeremo nei nostri brindisi. Il gruppo inizia ad affiatarsi, il tutto agevolato dalla preziosa ed ottima
bevanda ambrata.
Finalmente il grande giorno è arrivato, la destinazione sul navigatore di Stefano è inserita, Solla Arriviamo!
Dopo un abbondante colazione, ci troviamo lungo la strada fuori dall’hotel con gli altri del gruppo, anche se
dopo aver aspettato per una buona mezz’ora che tutti arrivassero decidiamo di proseguire per conto nostro,
tanto una volta là ci ricongiungeremo tutti. Sosta benzina e siamo sull’Autobahn tedesca, e grazie all’assenza di
limiti di velocità teniamo un’ottima media. Per fortuna oggi il tempo è clemente, e anche se non c’è un sole
splendente almeno non piove. Usciti dall’autostrada, iniziamo i 20 km di statale che ci porteranno a
destinazione. Il paesaggio, passate qualche casa dei vari paesini, è abbastanza desolato, composto da colline,
con boschi e campi, coperti da neve. Sosta foto e poco dopo troviamo la transenna che limita l’accesso alla
strada facendo passare solamente le moto.
Questo è il segnale che siamo arrivati, i campi lasciano il posto alla foresta, la famosa Bayerischer Wald, e le
moto fanno capolino, parcheggiate a lisca di pesce sulla destra. Andiamo avanti nella speranza di trovare un
buco, per essere il più vicino possibile all’ingresso, e quando passiamo il cartello con l’intestazione del raduno,
sotto il casco ed i baffi si fa largo un grande sorriso, dopo averlo tanto sognato, sono veramente arrivato al
famoso ed unico Elefantentreffen. Troviamo posto poco più avanti e iniziamo a scaricare le cose necessarie al
montaggio della tenda. Pagato il salato biglietto di ben 25 euro, per avere in cambio un adesivo ed un sacco per
la pattumiera entriamo in quello che a primo impatto sembra un campo di combattimento della Seconda Guerra
Mondiale, purtroppo a cause delle temperature alte la neve è poco presente e quindi regna il fango, i crucchi
sfrecciano tra la folla con i sidecar, equipaggiati di ogni cosa, ed ognuno con una moto diversa.
Dopo aver girato una buona mezz’ora troviamo il campo dei nostri amici. Appoggiate le nostre cose,
procediamo all’acquisto della paglia da usare come isolante. Diciamo che il campo non è dei migliori visto che
si trova su un pendio, cosa che si rivolterà contro sia durante la notte che durante la cena. Durante il montaggio
arrivano anche gli ultimi e finito tutti l’attività di campeggiatori ci dedichiamo al fuoco ed al mangiare. Gli
italiani sono inconfondibili ovunque e noi non siamo da meno. Ogni sottogruppo del grande gruppo che è
l’elefantentreffen.com arriva da una parte diversa dell’Italia, chi dall’Abruzzo come Mr. Diavel, chi dalla
Campania come Gennaro, chi dalla Sicilia, dalla Basilicata, dalla Puglia, dal Piemonte, dalla Calabria, dalla
Toscana, ecc. possiamo dire che tranne per la Valle D’Aosta e la Liguria è tutta ben rappresentata. La cosa si
vede subito perché ognuno tira fuori prodotti tipici della sua regione, dai salumi ai formaggi, dalla pasta al tanto
apprezzato vino. Di sicuro morire di fame è impossibile, infatti dopo neanche un’ora siamo già tutti pieni. Il
pomeriggio è dedicato all’esplorazione della famosa “buca”, cosi viene chiamata questa ex cava di argilla che
da trent’anni ospita il raduno. Ogni accampamento è diverso e le persone si radunano vicino ad un fuoco o alle
moto per scambiare qualche parola e bere in compagnia. Anche noi facciamo amicizia con un gruppo di
tedeschi che ci offrono subito qualche bicchiere di grappa e Jagermeister. Ci salutiamo e procediamo verso la
parte più profonda dove sono presenti un paio di rimorchi adibiti a paninoteche e un paio di bancarelle che
vendono gli indumenti con il logo ufficiale dell’elefante.
Dopo una sfida con i tedeschi, nel taglio di un tronco con una sega nel minor tempo possibile, tra l’altro
sabotata da loro stessi, la sera inizia a calare, e noi iniziamo a tornare verso il campo base. Il tramonto regala sul
paesaggio fatto di tende e fuochi una vista unica.
Una volta che ci siamo riuniti intorno al fuoco iniziamo i preparativi per la cena, a tutti sembra tardi ma in
realtà sono da poco passate le sei. Per la cena il menù prevede un po’ di tutto, dagli affettati e formaggi avanzati
a pranzo, all’ottima pasta alle patate fatta dal presidente Riccardix, oltre a numerose salamelle e naturalmente
fiumi di vino, ma non il Tavernello, ma le eccellenze di ogni regione, come il Nero D’Avola arrivato
direttamente da terra sicula. Ma il pezzo forte della serata è il Caciocavallo portato dai CacioCavalieri Lucani, e
appeso su un tre piede sul fuoco, si raschia la base man mano che si scioglie e si spalma sul pane, un sapore
davvero unico, che in un’ambiente così, regala sensazioni ancora più forti. E per non farsi mancare niente c’è
anche il dolce, dei dolcetti di pasta di mandorle dalla Sicilia e dei biscotti da mangiare insieme alla Vecchia
Romagna dal Cuneo. Ed infine da buoni italiani non può mancare il caffè direttamente dalla Moka. La serata
procede tra risate e qualche canzone abbozzata, intorno ad un caldo fuoco. Chi prima chi dopo ci ritiriamo nella
nostra confortevole tenda.
Durante la notte la temperatura scende a 4 gradi sottozero ma il sacco a pelo svolge egregiamente il suo lavoro,
tanto che ho dormito di più in tenda che non in albergo, unico inconveniente è la pendenza, che causa lo
scivolamento in basso, ma basta spingersi in su ogni tanto ed il problema è risolto. Alle 7 si iniziano a sentire i
primi smontaggi e dopo una mezz’ora esco dalla tenda. Carlo alzatosi di buon’ora aveva già smontato tutto ed
era andato a caricare i bagagli sulla moto. Io invece mi dirigo verso il fuoco dove il formaggio e il salame
lasciano posto a biscotti e brioche per la colazione, insieme a latte col Nesquik e caffè.
Non appena Stefano finisce di far colazione iniziamo anche noi la noiosa operazione dello smontaggio e del
caricamento della moto. Però al posto che rifarci tutta la strada con i bagagli in mano prendiamo le moto e le
portiamo sopra l’accampamento dove, attraverso un divaricamento della recinzione facciamo passare i bagagli.
Ma prima di portare lì le moto, passiamo dall’entrata per acquistare la toppa del raduno e fare la foto sotto il
grande cartellone del 62° Elefantentreffen.
Caricata la moto, salutati gli amici purtroppo si riparte. Sono le 10:30 e in base al tempo che troviamo
decideremo se fermarci in giro per la notte o sparare a casa. Lasciata Solla entriamo in autostrada direzione
Monaco, ma senza passarci perché Stefano individua una strada che taglia prima passando per la statale e
risparmiandoci un po’ di km. Purtroppo il traffico, una volta rientrati in autostrada è molto intenso, inoltre
ritorna la pioggia, ormai compagna di viaggio. Poco prima del confine austriaco ci concediamo una sosta
panino in autogrill, anche perché sono le tre del pomeriggio e lo stomaco ha iniziato a farsi sentire da un po’.
Verso la fine del panino, osservando l’esterno dalla vetrata rimaniamo con occhi sbarrati, il motivo è una bella
nevicata con fiocchi grandi un paio di centimetri che oltretutto attecchiscono all’asfalto. Un po’ preoccupati ci
affrettiamo a ripartire. Per fortuna dopo pochi chilometri si trasforma in acqua, e il traffico ormai è un ricordo.
In breve tempo raggiungiamo il Ponte d’Europa, dove le nuvole lasciano il posto ad un cielo azzurro ed un
paesaggio imbiancato veramente fantastico. Ultima sosta per il rifornimento a prezzi bassi e si raggiunge il
Brennero. La strada scorre veloce, l’ultima sosta la effettuiamo a Verona, cosi con un pieno arrivo a casa senza
problemi. Purtroppo siamo alla fine di questa meravigliosa avventura, alle 20:30 apro il portone del garage e
inizio a scaricare i bagagli. Anche oggi la nostra sfacchinata l’abbiamo fatta, 750 km con acqua, neve e anche
un po’ di sole. Durante il tragitto ripensi a tutti momenti di questa esperienza ed un pensiero va al prossimo
anno, perché si, se gli amici vorranno l’anno prossimo si torna all’Elefante e questa volta dovrà venire anche
Daniele, visto che lo sognava da tempo, ma quest’anno il lavoro gli ha tirato un tiro mancino. Quando fai il tuo
primo Elefantentreffen come nel nostro caso, sono due le opzioni: o torni a casa con un pessimo ricordo che ti
fa ripudiare qualunque nome che contiene elefante e/o treffen oppure come nel nostro caso, rimani rapito da
questo ambiente unico, che ogni anno ti riporta nella “buca” per condividere insieme a persone provenienti da
ogni dove, esperienze e momenti intorno ad un fuoco.
L’elefante Stefano
L’elefante Carlo
Il sottoscritto,
l’elefante Nicholas