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Di Hans e Carmen Rey, traduzione e arrangiamento di Cristiano Guarco Le Mille e un trai l foto di Dean “Blotto” Gray VIAGGI GIORDANIA 72 TUTTOmtb 72 TUTTOmtb

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Di Hans e Carmen Rey, traduzione e arrangiamento

di Cristiano Guarco

Le Mille e un trail

foto di Dean “Blotto” Gray

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Hans Rey e Dave Watson esplorano

la Giordania in uno scenario da fiaba

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Quando ho ricevuto una telefonata dal produttore della popolare serie tv statunitense Ride Guide mi è stato chiesto se mi sarebbe piaciuto andare con loro in Giordania, nel Medio Oriente, ero piuttosto entusiasta dell’idea! La Giordania è stata nella lista “luoghi in cui girare assolutamente” per un lungo periodo. Chi non vorrebbe la possibilità di esplorare questa terra antica come una genuina destinazione in mountain bike? Molte persone hanno visto le immagini di Petra, città mitica scolpita nell’arenaria, io ho voluto fare più che mostrarvela in foto, ho desiderato esserci a farvi sentire lì con me. Con questo in mente, ho esitato, oh sì, circa un secondo, prima ovviamente di rispondere di sì!

Nuovo partnerIl mio partner per questo viaggio avventuroso è stato il leggendario freerider e downhiller Dave Watson, meglio conosciuto per il suo salto infame al Tour de France nel 2003, e che ha recentemente firmato col marchio Gt. Cory Horton è stato il nostro cameraman e Dean “Blotto” Gray il nostro fotografo. Blotto è noto per immortalare i migliori snowboarder del mondo, tra cui Shaun White, ed è anche un fotografo “ufficiale” per Burton. Non avevamo mai lavorato insieme prima, ma come capita in questi viaggi, abbiamo avuto modo di conoscerci molto rapidamente. Ci siamo piaciuti, lavorando duro, ma avendo un sacco di occasioni per ridere lungo la strada per Petra, pur avendo un viaggio piuttosto movimentato e sorprendente. A differenza delle mie solite avventure, dove ho sempre pianificato dalla A alla Z e avuto una sorta di una missione in mente, questa volta siamo stati nelle mani dell’ufficio del turismo giordano. Avevano messo insieme un interessante itinerario che, una volta completato, ci ha dato una buona conoscenza nella cultura giordana, della sua storia, cibo, persone e paesaggi.

Le bici queste sconosciuteIn generale le biciclette sono poco utilizzate in Giordania, in realtà, non ho visto una sola bici per le strade o sui sentieri per tutto il tempo in cui siamo stati lì. Perché? Non ne ho proprio idea! Appassionati di mountain bike non esistono e negozi di bici sono rari come i negozi di surf in Nepal. La buona notizia è stata che non abbiamo avuto bisogno di un negozio di bici, almeno fino a quando non abbiamo preso in mano le nostre mtb personali. Quello era proprio il nostro problema, la mia mtb

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L’area desertica di Wadi Rum è una delle più

evocative della Giordania, con le pareti rocciose plasmate dagli agenti

atmosferici per millenni, che hanno creato anche gli incredibili ponti sospesi solcati dalla bici di Hans

Rey. Ma il momento indimenticabile è stato

senza dubbio la cena nel deserto, seguita dalla

splendida visione notturna della Via Lattea...

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La visita a Zikra ha permesso di prendere contatto con la realtà più genuina della vita del popolo beduino giordano, un’iniziativa del governo volta a far conoscere cultura e stile di vita.In basso, Hans e Dave approcciano la mitica Petra!

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La città biblica e romana di Jerash, conosciuta anche come Jeraza,

è sorprendente, per l’integrità della sua struttura e per l’ideale

continuazione tra le rovine e l’area urbanistica moderna, di fatto

affiancate. Lascia senza parole il solo pensiero di pedalare sulle

antiche vie ciottolate che seguono la Via Colonnata ed entrano nella stupenda piazza ovale, i suoi punti

più caratteristici.

non arrivava, alla fine ho dovuto attendere per quasi tre giorni fino a quando non si è invece materializzata all’aeroporto. Alla bici di Dave mancava la ruota anteriore e la mtb di Blotto, il nostro fotografo, è arrivata senza pedali. Eravamo in una situazione brutta e disperata. A un certo punto stavo effettivamente considerando di volare in Italia per prendere la mia bici europea o in alternativa di andare alla ricerca di alcuni negozi di bici nel vicino Israele. Non ho fatto nessuna di queste cose e, come si dice, “non tutti i mali vengono per nuocere”: abbiamo passato la maggior parte del nostro tempo di attesa a fare i turisti veri. A esplorare i mercati e banchettando deliziosi cibi locali, specialmente l’hummus e il falafel innaffiato da succo di canna da zucchero, yum! Lungo la strada siamo persino riusciti a trovare uno di quei rarissimi negozi di bici, dove abbiamo potuto acquistare alcuni pedali di plastica piuttosto ‘funky’ per Blotto.

Si parte con JerashUna volta che è arrivata la mia mtb e l’abbiamo montata insieme a tutte le altre, siamo stati in grado di pedalare a 30 miglia a nord dell’antica città biblica e romana di Jerash. Per la nostra avventura in Giordania, Dave ed io abbiamo usato la Gt Force Carbon, una full da 6”, in aggiunta ho anche portato la mia bici da trial, solo nel caso in cui le città dell’antichità mi avessero fornito alcune gustose sezioni da trialeggiare. Jerash, che ha avuto origine nel lontano mille e 200 Avanti Cristo, è stata incredibile, non avevo mai nemmeno sentito parlare di questa città prima, si dice che sia seconda solo a Pompei per la sua dimensione e integrità delle rovine, anche se a differenza di Pompei, Jerash non è mai stata spazzata via da un vulcano (ma da un terremoto, Ndr). Il sito è enorme, e che ci crediate o no, siamo stati autorizzati a pedalare sulle antiche strade romane ciottolate, andando a esplorare sotto l’Arco di Adriano, il teatro, l’ippodromo, la Via Colonnata, la famosissima piazza ovale, i templi e il Ninfeo. La cosa più bizzarra è che questa città antica è costruita proprio accanto e integrata con la città moderna: il contrasto è stridente.

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È stata una festa vera e propria. Il cielo notturno era pieno di un altro tipo di bellezza, ho fatto il mio letto sotto la Via Lattea araba.

Nessun inquinamento luminoso,a parte alcune candele, solo il buio assoluto.

La valle del Wadi Mujib ha regalato momenti indimenticabili surfando letteralmente sul

morbido fondo delle colline sabbiose nei pressi del Mar Morto.

A mollo nel Mar MortoLa nostra tappa successiva è stata il Mar Morto, a 400 metri sotto il livello del mare, il punto più basso della terra in quest’area. La temperatura dell’aria era veramente alta, circa 45°, e siamo stati grati per la possibilità di galleggiare nell’acqua salata, sicuramente rinfrescante, ma anche un’esperienza da sballo! Il contenuto di sale è così concentrato che è 10 volte più elevato dell’oceano, da qui il fatto che non si può annegare, non importa quello che fai, non affonderai mai. Il contenuto così alto di sale significa anche che non vive niente nel Mar Morto, nessuna alga, pesce o anche batterio, è un’esperienza che consigliamo, a parte quando ti finisce l’acqua salata negli occhi, mamma mia quanto brucia!

Al fresco nel canyonIl giorno successivo, 30 minuti a sud, abbiamo girato lungo la Rift Valley verso il canyon di Wadi Mujib e il fiume Arnon Mujib che sfocia direttamente nel Mar Morto. Questa è un’oasi nel secco e caldo deserto. L’esperienza è stata unica, il terreno era soffice, un po’ come le aride colline nello Utah, ma abbiamo avuto una splendida vista sul Mar Morto e dopo un po’ di salita, siamo stati premiati con una bella discesa. Una volta arrivati alla gola, era tempo di lasciare le bici e proseguire a piedi. Il canyon, alto 100 metri e largo 32, è alquanto spettacolare ed evocativo, le due miglia escursione ci hanno dato la possibilità di rinfrescarci appena ci siamo tuffati in acqua. Una volta che abbiamo raggiunto circa metà percorso, siamo arrivati a una cascata, la nostra guida ha avuto un trattamento con i guanti per noi. Abbiamo avuto modo di calarci lungo i 50 metri circa di parete fino al fondo, è stato molto divertente, sicuramente qualcosa che non fai tutti i giorni...

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Spirito umanitarioLa nostra tappa successiva è stata una visita all’iniziativa umanitaria Zikra. Si tratta di un programma di volontariato ed è stato istituito per permettere alle persone di sperimentare un poco e imparare qualcosa dalla vita del popolo beduino. In cambio di una mini esibizione di trial, qualche lezione in bici, e qualche giro dei bambini locali sulla mia Gt, abbiamo avuto il modo di imparare qualcosa di utile dalla gente del posto, per esempio come fare un cesto con foglie di banana, come preparare la focaccia e anche come dipingere un tatuaggio all’henné. La sera è arrivata presto, era il momento di dirigersi verso la nostra prossima destinazione, la riserva della biosfera Dana, un’area di 308 chilometri quadrati tra valli e montagne. Abbiamo pedalato su sentieri rocciosi verso il villaggio dimenticato di Dana.

Villaggio fantasmaQuesto assomiglia a una città fantasma sotto molti punti di vista, si affaccia sulla scenografica Wadi Dana e ha visto l’insediamento umano circa quattromila anni prima di Cristo. Gli scavi archeologici in loco hanno svelato un insediamento già dal Paleolitico, poi mantenutosi in età egizia, nabatea e romana, civiltà attratte dall’area per la fertilità del suolo, le sorgenti d’acqua e per la posizione strategica. Per noi l’attrazione principale era la discesa di 14 chilometri che ci attendeva dopo una notte di sonno in una tipica struttura da campo base. La mattina seguente siamo stati in grado di esplorare piste nel deserto, frutteti e percorsi dentro e fuori al villaggio, abbiamo anche avuto il beneficio di una piacevole brezza fresca, che è stata di grande sollievo nel calore di un altro giorno nel deserto.

L’area del villaggio perduto

di Dana ci ha fornito parecchi spunti alquanto

scenografici, come il

passaggio estremo qui a

fianco. La zona è stata abitata sin dal paleolitico,

per la presenza di sorgenti d’acqua e per la posizione

strategica lungo le vie di

comunicazione.

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La mitica Petra offre parecchi spunti, non

solo scenografici... Hans Rey e Dave Watson si

sono divertiti a solcare i sentieri che attraversano

i canyon su cui si affacciano abitazioni e

templi nabatei, oltre alle vie ciottolate circondate

dalle rovine di epoca romana, cha abbondano

in loco.

La lunghissima scalitana che porta al Santuario, il tempio che domina Petra dall’alto dei suoi ottocento scalini scavati nella roccia, non è proprio una passeggiata a salire, ma neppure a scendere!

Petra! Poi abbiamo proseguito la nostra avventura per uno dei siti più incredibili e famosi del mondo, l’antica e - fino al 1.812 - dimenticata città di Petra. Attraverso una gola nel deserto, un vecchio sentiero conduce a innumerevoli palazzi e templi scolpiti nella roccia degli stretti canyon di arenaria. Oggi l’antica capitale dei Nabatei, che era situata in una via carovaniera popolare, è un patrimonio mondiale dell’UNESCO e nota destinazione turistica. Il film di Indiana Jones (Indiana Jones e l’ultima crociata, NDR) ha anche portato questa città di pietra rosa, il cui nome significa letteralmente “roccia”, all’attenzione di un nuovo tipo di pubblico. Ci sono molti edifici – templi, abitazioni – in pietra e sentieri che si snodano attraverso un labirinto di canyon e di strane formazioni rocciose, qualcosa di unico e spettacolare. Se solo le pareti rocciose potessero parlare e raccontarci le loro storie del passato… Ho visitato alcuni luoghi piuttosto sorprendenti nella mia vita, ma devo dire che Petra ha rappresentato il culmine di ogni mia esperienza. È proprio uno dei luoghi più straordinari che abbia mai visto e che mi affascina con tutte le sue domande senza risposta, mi piace pensarla come un mistero affascinante.

Sulle orme di Lawrence d’ArabiaSeguendo le orme di T. E. Lawrence ci siamo diretti verso il deserto noto come Wadi Rum. Lawrence, anche conosciuto come Lawrence d’Arabia, è diventato popolarissimo grazie al film di David Lean (Lawrence d’Arabia, NDR), basato sulla rivolta araba nel Wadi Rum a circa 60 km a est di Aqaba. Era giunto il momento per noi di passare la notte in un campo beduino, ma prima, a ora di cena, sempre un punto culminante in ogni giornata, abbiamo goduto un delizioso pasto fatto dalla gente del posto, a base di una pietanza chiamata Zaarp con la carne letteralmente cotta sottoterra. È stata una festa vera e propria. Il cielo notturno era pieno di un altro tipo di bellezza, ho fatto il mio letto sotto la Via Lattea araba. Nessun inquinamento luminoso, a parte alcune candele, solo il buio assoluto. La coperta di stelle sembrava scendere fino a terra, dando l’impressione che avrei potuto raggiungerla con la mia mano e toccare ogni singolo punto luminoso.

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La mattina seguente siamo stati in grado di

esplorare piste nel deserto, frutteti e percorsi dentro e fuori al villaggio,

abbiamo anche avuto il beneficio di una piacevole

brezza fresca, che è stata di grande sollievo nel calore di un altro giorno

nel deserto.

La lunghissima scalitana che porta al Santuario, il tempio che domina Petra dall’alto dei suoi ottocento scalini scavati nella roccia, non è proprio una passeggiata a salire, ma neppure a scendere!

Wadi Rum Il giorno dopo la nostra missione era di esplorare il Wadi Rum per alcuni percorsi che avremmo potuto usare per la mtb, ma è stata un’esperienza piuttosto deludente. Per quanto incredibilmente bella per le formazioni rocciose, le montagne e i ponti di roccia, ha offerto poche opportunità in bici, specialmente per quanto sono circondati da un’impedalabile sabbia soffice e da banali – anche se utili – piste per i fuoristrada. Ho trovato alcuni ponti di roccia spettacolari e molto esposti. In un primo momento uno di questi sembrava infattibile in sella, ma dopo averlo esplorato a piedi, ho trovato la mia linea: quasi impossibile stare in bici, è stata decisamente una sfida trialistica con il mio cuore che pompava a mille. La gente del posto ci ha comunque assicurato che c’erano numerosi sentieri ciclabili, ma il tempo stava per finire e avevamo ancora molte zone da esplorare, come il Mar Rosso e la città portuale giordana di Aqaba.

Verso il Mar RossoSituata a poco più di un chilometro da Israele, Egitto o dai confini dell’Arabia Saudita, Aqaba è l’unico porto della Giordania. Liberata da Lawrence e dal Principe Faisal nel 1917 dal dominio turco/ottomano, ora è un porto fiorente e una popolare meta turistica per chi vuole fare immersioni ed esplorare il Mar Rosso. Per noi, dopo diversi giorni nel caldo estremo e immersi nella sabbia rovente, gli alberghi a cinque stelle, scelti dal Consiglio Giordano del Turismo, sono stati un regalo molto gradito, come un’oasi dopo la fornace del deserto. Non è qualcosa cui sono abituato in ogni mio viaggio, ma questa volta mi sono calato volentieri in questa realtà!

Per finire AmmanAbbiamo finito il nostro tour vorticoso ad Amman, la capitale della Giordania. Qui abbiamo realmente trovato un grande potenziale per la mountain bike, però al momento sarebbe meglio per i turisti che vogliono andarci di trovare un operatore turistico o guida che conosce i sentieri e i migliori spot per girare. In Giordania ci sono un sacco di luoghi magnifici e una cultura splendida da conoscere. Tenete d’occhio la programmazione della tv satellitare anche in Italia, le riprese fatte in Giordania andranno in onda presto!

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